TITOLO DEDOTTO Caratteristiche dell'ambiente e d'impianto per la realizzazione di tartufaie ATTO ALLEGATO 1. Caratteristiche di base dell'ambiente, richieste per la realizzazione di tartufaie: 1a. terreno: pH neutro o basico intorno a 7- 8. Il terreno deve avere una quantità media di azoto (1- 2 per mille) e di humus (1- 4 per cento), un eccesso di calcare totale (25%- 30%) e carenza di fosforo e di azoto nitrico. Tali valori sono indicativi; in relazione alle caratteristiche ambientali dei luoghi considerati e delle specie di tartufo gli enti delegati possono determinarli diversamente sia in più che in meno; 1b. granulometria: tessitura franca o franco - limosa; sono ammesse però anche tessiture sabbioso - franche e franco - sabbioso - argillose oppure argilloso - limose; 1c. altitudine: da 0 fino a 400- 500 metri con punte fino a 800 m slm; 1d. ambienti dove crescono tutte le specie di tartufo ad eccezione del Tuber albidum (bianchetto): bosco di pioppo, specialmente bianco, quercia (con tutte le sue specie), piante di tiglio, salice, nocciolo e carpino; 1e. ambiente dove cresce il Tuber albidum (bianchetto): boschi di pino, nocciolo e quercia; 1f. superficie minima delle tartufaie: la superficie minima ammessa all'intervento viene determinata dagli enti delegati in relazione alle caratteristiche fisico - climatiche delle aree proposte. 2. Caratteristiche d' impianto delle nuove tartufaie: 2a. modalità: a buche 40 x 40 x 40 cm. con aratura andante in pianura; 2b. sesto: 4- 5- 5,5 metri a quinconce od in quadrato a seconda delle specie arboree; 2c. numero delle piantine: il numero delle piantine da mettere a dimora è compreso di norma tra 400 e 500 per ettaro nelle zone pianeggianti e 200- 300 nei terreni in pendenza. Sono ammissibili variazioni di tali quote in relazione a particolari situazioni di giacitura e di accessibilità dei terreni da verificarsi da parte degli enti delegati. 3. Cure successive all'impianto a cura dei titolari delle tartufaie: adacquarture, sarchiature superficiali, pulizia del sottobosco, diserbo anche a piazzole, idone recinzione delle singole piantine o di tutto l'appezzamento, almeno per tre anni, ad evitare i danni di animali che distruggano le piantine appena messe a dimora. 4. Il piano colturale ai fini del riconoscimento delle tartufaie controllate deve prevedere il miglioramento della tartufaia maturale con opportune pratiche colturali nonchè l'incremento della medesima con la messa a dimora di idonee piante arboree ed arbustive tartufigene preventivamente micorizzate. 4a. Sono considerate pratiche colturali di miglioramento una o più delle seguenti operazioni: 1) opere di regimazione delle acque superficiali quali scoline, fossetti, muretti a secco, graticciate; 2) eliminazione della vegetazione eventualmente infestante; 3) sarchiature superficiali dell'area coltivata; dette sarchiature non devono essere effettuate in terreni a forte pendenza; 4) eventuali potature delle piante simbionti; 5) irrigazione e pacciamature. 4b. E' considerato incremento di tartufaie nautarali l' inserimento di piantine tartufigene, nel perimetro dell'area proposta per il riconoscimento, in mumero non inferiore a 50 piante per ettaro.