Testo:
RISOLUZIONE
L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL’EMILIA-ROMAGNA
Premesso che
Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 le cittadine e i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari abrogativi che toccano ambiti fondamentali della vita democratica e dei diritti civili e sociali, riguardando aspetti centrali della disciplina del lavoro e l’accesso alla cittadinanza italiana per le cittadine e i cittadini stranieri.
I referendum, indetti con decreto del Presidente della Repubblica del 25 marzo 2025 e pubblicati in Gazzetta Ufficiale, sono il frutto di un’ampia mobilitazione popolare: nel 2024 sono state raccolte oltre cinque milioni di firme a sostegno dei quesiti, dimostrando un diffuso interesse civico.
la Corte costituzionale, con decisione depositata in data 7 febbraio 2025, all’esito della camera di consiglio tenutasi il 20 gennaio 2025, ha dichiarato l’ammissibilità dei quesiti referendari sottoposti al suo esame;
Il diritto di voto, sancito dall’articolo 48 della Costituzione, costituisce non solo una prerogativa individuale, ma anche un dovere civico attraverso cui si realizza la partecipazione democratica alla vita della Repubblica.
La consultazione referendaria abrogativa, in particolare, richiede per la sua validità il raggiungimento del quorum del 50% + 1 degli aventi diritto al voto, condizione che rafforza la necessità di promuovere un’adeguata partecipazione e consapevolezza da parte della cittadinanza.
Rilevato che
La tendenza alla diminuzione dell’affluenza alle urne è un fenomeno consolidato e preoccupante: alle elezioni europee del 2024 si è registrata una partecipazione del 48,31%, mentre alle politiche del 2022 l’affluenza si è fermata al 63,91%, con un trend in calo rispetto alle tornate precedenti.
La carenza di informazione istituzionale e mediatica sui referendum dell’8 e 9 giugno 2025 è stata segnalata da numerosi osservatori e organizzazioni indipendenti, con il rischio concreto che ciò favorisca l’astensione inconsapevole e vanifichi l’efficacia dello strumento referendario.
In assenza di un’informazione capillare, plurale e accessibile, soprattutto sui quesiti referendari di natura tecnica, si rischia di escludere ampie fasce della popolazione dal processo democratico, compromettendo il principio di uguaglianza sostanziale nell’esercizio del voto.
Considerato che
Le amministrazioni pubbliche, nel pieno rispetto della normativa sulla comunicazione istituzionale e della neutralità rispetto all’esito del voto, hanno il dovere di garantire un’informazione completa, oggettiva e accessibile su strumenti di partecipazione democratica come il referendum.
La legge 28/2000 ("par condicio") non preclude la diffusione di contenuti informativi sulle modalità di voto e sulla formulazione dei quesiti, purché tali comunicazioni siano improntate alla neutralità, alla correttezza e alla chiarezza.
Le Regioni, in virtù della loro prossimità ai territori e della loro capacità organizzativa, possono svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere i Comuni, le associazioni e gli altri enti nella promozione del voto consapevole.
L’informazione istituzionale può essere svolta con modalità inclusive e non influenti sull’esito del voto, come l’utilizzo di materiali multilingue, accessibili alle persone con disabilità, campagne informative nei mezzi pubblici e incontri pubblici non orientati, ma esplicativi.
Dato atto che
La Regione, sul sito istituzionale, ha dedicato una specifica pagina all’“Applicazione Par condicio referendum/amministrative 2025”;
Nel paragrafo “Regole per la Par condicio” si chiarisce che “L’ingresso nel periodo elettorale comporta il rispetto della normativa nazionale sulla par condicio (legge 28/2000), con limitazioni anche per l’attività di comunicazione istituzionale degli Enti e delle amministrazioni pubbliche. Periodo che si apre il 1^ aprile per i referendum dell’8-9 giugno, come comunicato dal Corecom regionale, “
La Delibera 102/25/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) del 9 aprile 2025 reca “Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alle campagne per i cinque referendum popolari” che valgono fino al termine delle operazioni di voto del 9 giugno 2025.
Evidenziato che
I cinque quesiti referendari riguardano aspetti centrali della vita delle persone: la stabilità del lavoro, le tutele sui licenziamenti illegittimi, la sicurezza sul lavoro e la possibilità di ottenere la cittadinanza dopo un periodo congruo di residenza.
Le questioni poste dai referendum intersecano tematiche sensibili e attuali come la precarietà occupazionale, la sicurezza sul lavoro, la regolazione dei contratti a termine e l’inclusione sociale delle cittadine e i cittadini stranieri, tutte questioni che necessitano di un confronto ampio e consapevole.
L’ampio numero di firme raccolte e la varietà dei soggetti promotori dei quesiti testimoniano una forte richiesta dal basso di poter incidere, tramite il voto, su scelte normative che riguardano quotidianamente milioni di persone.
Il ruolo delle istituzioni non può limitarsi a una regolamentazione solo amministrativa e tecnica, ma deve includere la promozione di una cittadinanza attiva, consapevole e informata, attraverso un’azione comunicativa trasparente, diffusa e imparziale.
Tutto ciò premesso e considerato,
IMPEGNA L’UFFICIO DI PRESIDENZA
DELL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA E LA GIUNTA REGIONALE
A promuovere e coordinare, nel rispetto dei principi di imparzialità, neutralità e completezza dell’informazione e nel pieno rispetto della Legge 28/2000 e della delibera AGCOM n.102/25/CONS, una campagna istituzionale capillare e accessibile sui cinque quesiti referendari dell’8 e 9 giugno 2025, al fine di garantire a tutte le cittadine e i cittadini una conoscenza chiara e corretta dei contenuti oggetto della consultazione, attraverso:
il sito istituzionale della Regione Emilia-Romagna;
i canali social ufficiali e la newsletter regionale;
materiali multilingue e accessibili anche alle persone con disabilità;
gli URP regionali e altri spazi informativi fisici o digitali propri.
A coinvolgere i Comuni del territorio regionale affinché sia favorita la diffusione delle informazioni istituzionali ammesse sui referendum attraverso gli URP comunali e i canali istituzionali locali, invitando le amministrazioni comunali a contribuire attivamente alla diffusione di un’informazione corretta e imparziale.
A sostenere le iniziative di informazione nel pieno rispetto del pluralismo e delle condizioni di equità, in particolare attraverso incontri divulgativi e percorsi educativi sulla partecipazione democratica.
A rafforzare la collaborazione con le Prefetture, gli uffici elettorali e i soggetti istituzionalmente competenti, affinché siano incentivati strumenti di informazione sulle modalità di voto – incluse informazioni sui tempi, sui documenti richiesti, sul voto assistito e per le cittadine e i cittadini all’estero – prevenendo il rischio di astensionismo involontario e favorendo l’esercizio consapevole del diritto di voto da parte di tutte e tutti.