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Legislatura X - Atto ispettivo ogg. n. 1330

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Oggetto:
Testo presentato:
1330 - Interrogazione a risposta scritta circa l'introduzione nel sistema scolastico della teoria gender e dell'iniziativa denominata "W l'Amore". A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

 

I sottoscritti Consiglieri del gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

 

Premesso che:

 

  • Nel 2010 l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità ha redatto un documento standard per l’educazione sessuale nelle scuole europee indicando i temi da trattare dall’asilo alla scuola secondaria;
  • È stato evidenziato come in questi standard sia enfatizzata un’iper sessualizzazione precoce;
  • Vi sono, per esempio, richiami costanti all’autoerotismo che in sé è un evento naturale nella vita di un bambino, ma non si comprendono i motivi per cui ci debbano essere specialisti che istruiscono i bambini su una cosa naturale e spontanea in sedute collettive senza tenere conto di privacy e pudore;
  • Sull’educazione sessuale si obbliga a un percorso standard che calpesta e omogeneizza ogni diversità di cultura delle famiglie che va, al contrario, rispettata e valorizzata;
  • Nel documento sono presenti ripetuti richiami alla cultura gender da propinare anche ai bambini più piccoli, con il rischio che questi concetti tendenti al cosiddetto “indifferentismo sessuale” causino “confusione e disorientamento nel periodo in cui il bambino sta mettendo a fuoco la propria identità sessuale”, come affermano eminenti psicologi clinici;
  • Sempre nel 2010, il Consiglio d’Europa ha emanato la “Raccomandazione sulle misure dirette a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o l’identità di genere”;
  • Nel 2012 il governo Monti aderì al progetto proposto dal Consiglio d’Europa, elaborando un documento intitolato “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” (2013-2015);
  • Nel 2013, nell’ambito di questo documento, l’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali (Unar), con il contributo di 29 associazioni Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) che avrebbero ottenuto il riconoscimento di enti formatori, avrebbe pubblicato tre opuscoli (poi ritirati) dal titolo “Educare alla diversità a scuola” destinati a insegnanti di istituti scolastici primari e secondari e avrebbe promosso incontri con studenti che, sotto un titolo innocuo, avrebbero diffuso i principi dell’ideologia gender;

 

 

Preso atto che:

 

  • Nella cosiddetta legge della ‘buona scuola’ emanata dal governo Renzi, al comma 16 dell’articolo 1 si richiama il ‘Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere’, redatto dal Dipartimento Pari opportunità, che contempla, tra gli obiettivi della programmazione didattica delle scuole di ogni ordine e grado, la prevenzione della violenza contro le donne e la discriminazione di genere e che in vari passaggi rimanda alla teoria di genere quando tratta materie attinenti all’orientamento sessuale e all’identità di genere;
  • Il richiamo alla ‘discriminazione di genere’, rappresenterebbe il grimaldello studiato a tavolino per introdurre la teoria ‘gender’ nell’educazione scolastica, nonostante quanto espresso dal ministro Giannini, imposizione tutta ideologica contro la quale si stanno impegnando associazioni di genitori e famiglie;
  • La ‘teoria gender’ non è “un’invenzione”, ma l’elaborazione di una teoria che si sviluppa negli anni 80 del secolo scorso;
  • Per questa teoria, il dato genetico sessuale (essere maschi o femmine) è ininfluente rispetto alle scelte della persona, c’è quindi un sesso biologico, da una parte, e il genere, dall’altra, che, in particolare, riguarda la percezione di sé come maschio o femmina o un po’ dei due o l’essere neutro, ecc;
  • Con questa teoria si dovrebbe quindi superare la contrapposizione maschio/femmina in quanto concetti precostituiti e non si dovrebbe quindi parlare più di sesso ma di genere;
  • Da questi concetti scaturisce il richiamo alla discriminazione di genere e di conseguenza ovunque si utilizzi il termine genere, e in particolar modo in documenti amministrativi e istituzionali, non lo si deve considerare sinonimo di sesso ma contrapposto al concetto di sesso;
  • Di conseguenza i due termini “sesso” e “genere” non sono intercambiabili, ma “genere” viene utilizzato in un preciso significato che rimanda alla teoria sopra citata;
  • Il citato ‘Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere’, con tutte le sue previsioni e i suoi passaggi sulla teoria gender, direttamente applicabile in tutte le scuole, confluisce quindi nella “buona scuola” e di conseguenza smentisce tutti coloro che tentano di tranquillizzare famiglie e genitori con rassicurazioni che, tuttavia, mantengono una ambiguità di fondo;
  • Tale ambiguità emerge quando si afferma che i genitori sono liberi di scegliere la scuola dei figli dopo attenta visione di programmi e attività didattiche, a fronte del fatto che programmi e attività didattiche devono comunque “risultare coerenti con i programmi previsti dall’attuale ordinamento scolastico e con le linee di indirizzo emanate dal Miur” e, di conseguenza, per i fatti già citati, ricomprendere la teoria gender;
  • È stata denunciata da più parti una “colonizzazione ideologica” nelle scuole che avrebbe assunto, secondo autorevoli pareri, le modalità di un lavaggio del cervello collettivo;
  • Secondo i propugnatori del ‘gender’, essere uomini o donne, quindi, non è un dato basilare dell’identità, nella famiglia e nella società, i ruoli sono fluidi perché la famiglia naturale è uno stereotipo culturale e si preconizza una desessualizzazione della genitorialità;
  • A fronte dell’affermarsi e dell’istituzionalizzazione di questa teoria, che snatura di fatto i concetti fondanti della nostra società, appare evidente la necessità di silenziare chi vi si oppone in modo motivato;
  • Appare urgente e inderogabile che questo progetto, funzionale alla diffusione della teoria gender nelle scuole, emerga con chiarezza;
  • Risulta inderogabile che ogni scuola dichiari con trasparenza contenuti e concetti della programmazione didattica, curriculare e extracurriculare, e dei progetti educativi attinenti la sfera affettivo-sessuale e argomenti correlati, oltre a chiarire chi propone e illustra la lezione, in modo che le famiglie possano effettivamente decidere e esercitare in piena libertà e autonomia la propria responsabilità educativa;

 

Evidenziato che:

 

  • Un quotidiano nazionale ha pubblicato, il 17 settembre scorso, la notizia di una insegnante di una scuola del bolognese che denunciava la decisione unilaterale dell’istituto di propinare agli studenti il manualetto “W l’amore”, un progetto di educazione all'affettività e alla sessualità promosso dalla Regione Emilia-Romagna e rivolto in particolare ai preadolescenti, studenti di 13/14 anni, all'interno del XV Programma per la prevenzione e la lotta all'Aids;
  • Questa iniziativa sostenuta con risorse della Regione avrebbe suscitato nei mesi scorsi diffuse e motivate proteste;
  • Una di queste è rappresentata dalla lettera inviata all’Assessore regionale Venturi da parte del Forum delle Associazioni Familiari Emilia Romagna in cui si denunciano le gravi carenze sul piano antropologico, scientifico ed educativo del progetto “W l’amore”;
  • Lo “spauracchio delle malattie sessualmente trasmissibili”, ancorché problema su cui confrontarsi e diffondere, è stato il “cavallo di Troia”, come segnalato da qualcuno, per introdurre e anticipare nelle scuole emiliano-romagnole la teoria gender, visto anche che alla questione aids, che avrebbe dovuto essere il tema principale, sono dedicate solo poche pagine del libretto;
  • A quanto è dato di sapere, sarebbero state coinvolte in questo progetto e avrebbero adottato il manualetto quattro Ausl: Forlì, Reggio Emilia, Piacenza e Bologna, a cui si sarebbe aggiunta Modena;
  • Durante l’anno scolastico 2014-2015 sarebbero stati coinvolti circa 800 studenti delle medie;
  • Alcuni contenuti dell’opuscolo lasciano molto perplessi e indicano chiaramente quali siano gli obiettivi veri dell’operazione, dove la questione Aids è trattata in modo minimale, mentre è preponderante l’indottrinamento basato sulla teoria gender, sull’orientamento sessuale e su una visione meccanicistica della sessualità;
  • Dietro un testo denso di vocaboli ambigui, prende forma “l’ennesima aggressione degli ideologi del gender nei confronti di giovani adolescenti in una fase decisiva della loro formazione. Con il pretesto di educare i ragazzi di 13/14 anni alla sessualità, li si inizia alla contraccezione, all’aborto e all’omosessualità, violando irrimediabilmente la loro adolescenza”;
  • Sorprendentemente, in un recente articolo, la responsabile di “W l’amore” per il distretto di Bologna avrebbe tra l’altro dichiarato che “l’ideologia gender non esiste”;

 

Interroga la Giunta regionale per conoscere

 

  1. se quanto espresso corrisponda al vero e quale giudizio esprima;
  2. se concordi sul fatto che la teoria gender è, come testimoniato da dati inoppugnabili, l’elaborazione di un insieme di concetti che potrebbero pesantemente segnare in negativo le future generazioni;
  3. quali iniziative intenda assumere, di concerto con gli organi preposti, affinché ogni scuola dichiari con trasparenza contenuti e concetti della programmazione didattica, curriculare e extracurriculare, e dei progetti educativi attinenti la sfera affettivo-sessuale e argomenti correlati, oltre a chiarire chi propone e illustra la lezione, in modo che le famiglie possano effettivamente decidere e esercitare in piena libertà e autonomia la propria responsabilità educativa;
  4. se non ritenga che l’operazione finanziata dalla Regione denominata “W l’Amore” rientri nel più vasto disegno di introdurre la teoria gender nell’educazione scolastica e di indottrinare ragazzini di 13/14 anni a una sessualità per così dire meccanicistica, iniziando i giovani studenti alla contraccezione, all’aborto, all’omosessualità, senza aiutarli dal punto di vista culturale, etico e valoriale, senza sostenere la loro crescita interiore, responsabilizzandoli di fronte a scelte fondanti della vita;
  5. se non ritenga che il modo di affrontare gli argomenti della sessualità utilizzato da chi ha progettato questa operazione rispecchi chiaramente una visione strumentale e amorale della vita, nonché della sessualità e dei rapporti con l’altro, che rappresenta ciò che di più lontano c’è dal concetto di amore, di responsabilità e di crescita interiore;
  6. a quanto ammontino le risorse impiegate fino a oggi dalla Regione, tramite le Asl o direttamente, per l’iniziativa intitolata “W L’Amore”;
  7. chi ne siano i propugnatori e gli autori e quali associazioni la sostengano;
  8. quali siano le scuole, divise per provincia, dove è stata accolta e diffusa;
  9. quanti studenti abbiano partecipato;
  10. quali siano le scuole che prevedono di adottare questa iniziativa nell’anno scolastico appena iniziato;
  11. se le famiglie siano state edotte in modo analitico dei contenuti dell’iniziativa e delle critiche che sono state sollevate sui suoi contenuti;
  12. se intenda bloccare immediatamente questa operazione che va in senso opposto e contrario a quella che dovrebbe essere un’iniziativa culturale di crescita e di preparazione alla vita adatta a ragazzini di 13/14 anni, mentre risulta, a tutti gli effetti, un indottrinamento funzionale a imporre la teoria di genere e a sollecitare pratiche sessuali, abortive, ecc. in adolescenti, di fatto banalizzando, nel loro immaginario, ogni concetto fondante di famiglia, vita, amore, responsabilità e crescita.

 

I Consiglieri Lega Nord Emilia e Romagna

Massimiliano Pompignoli

Alan Fabbri

Fabio Rainieri

Gabriele Delmonte

Stefano Bargi

Marchetti Daniele

Matteo Rancan

Marco Pettazzoni

Andrea Liverani

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