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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 6375

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Oggetto:
Testo presentato:
6375 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere la valutazione della Giunta sul "congedo mestruale" e sul suo riconoscimento giuridico e per sapere se intenda coinvolgere l'Ufficio scolastico regionale al fine di estendere la misura del congedo mensile analogamente a quanto deciso dal Liceo Artistico "Nervi-Severini" di Ravenna. A firma dei Consiglieri: Mori, Gerace, Mumolo, Marchetti Francesca, Caliandro, Rossi, Costi, Pillati, Bulbi, Sabattini

Testo:

Interrogazione a risposta scritta

 

Premesso che

 

In molte circostanze, parlare di mestruazioni è ancora un tabù che attraversa la storia e la cultura di tutti i popoli, quando invece la salute delle donne e il benessere femminile passa attraverso un approfondimento competente e specifico su un fenomeno estremamente soggettivo che può diventare un vero e proprio limite alla qualità della vita di tutti i giorni, soprattutto quando le mestruazioni presentano sintomi significativi e dolorosi, tali da compromettere la capacità di condurre una vita attiva ed espletare attività scolastiche o lavorative;

 

se accompagnate da dismenorrea, infatti, le mestruazioni rappresentano una vera sofferenza per molte ragazze e donne, impedendo loro di svolgere attività fisiche o intellettuali impegnative o che ad esempio comportino lo spostamento da un luogo all’altro;

 

le donne affette da patologie vere e proprie, come ad esempio l’endometriosi, soffrono forme di dismenorrea particolarmente acute e invalidanti;

 

poiché il dolore mestruale può essere sintomo dell’insorgere di tali patologie, non va banalizzato, ma merita una valutazione medica in chiave preventiva;

 

per tali ragioni alcune scuole e aziende offrono la possibilità di un congedo come parte dei propri servizi di welfare e quale attuazione delle politiche di pari opportunità, anche in assenza di una legislazione statale specifica che lo garantisca;

 

giuridicamente il “congedo mestruale” o “per dismenorrea” si configura quale periodo tutelato di assenza dal lavoro o dalla scuola (differente dall’assenza per malattia), di cui le donne possono avvalersi per gestire e/o curare sintomi temporaneamente invalidanti associati alle mestruazioni come dolore pelvico, crampi, nausea e forte affaticamento;

 

nella legislazione italiana non è previsto;

 

Rilevato che

 

ancora oggi esistono barriere culturali e sociali e stereotipi colpevolizzanti legati alle mestruazioni che da una parte impediscono alle donne di essere pienamente consapevoli dei propri diritti e, dall’altra, disincentivano il riconoscimento della salute femminile, in particolare riproduttiva, quale questione di salute pubblica ed equità sociale da prendere in carico;

 

consentire alle ragazze e donne di prendersi cura di sé quando necessario, senza mai dover scegliere tra la propria salute e il lavoro o l'istruzione, significa applicare i principi costituzionali di equità di genere e parità di accesso nonché il diritto universale alla salute;

 

la promozione della salute e del benessere delle donne, il definitivo superamento di stereotipi discriminanti nell’accesso alla cura e alle conseguenti tutele sociali, rappresentano un fondamentale tassello delle politiche pubbliche volte ad attuare l’art. 3 e l’art. 32 della Costituzione, nonché gli altri principi costituzionali tesi all’eguaglianza tra le persone;

 

Valutate positivamente

 

tra altre analoghe quanto sporadiche iniziative nel Paese, la recente decisione del Consiglio di Istituto del Liceo Artistico “Nervi-Severini” di Ravenna di istituire il congedo mestruale per le studentesse, riconoscendo a coloro che soffrono di dismenorrea la possibilità di assentarsi per due giorni al mese, senza che l’assenza venga calcolata nell’anno scolastico;

 

la legge approvata in Spagna lo scorso dicembre che ha introdotto un congedo specifico fino a tre giorni al mese, per le donne con mestruazioni dolorose e invalidanti comprovate da certificato medico, nell’ambito di una più ampia riforma di tutela della salute sessuale e riproduttiva;

 

Considerato ed evidenziato che

 

la Regione Emilia-Romagna si è dotata di un solido impianto antidiscriminatorio e di un sistema di servizi sociosanitari fondato sulla centralità della persona, riconoscendo e promuovendo, in particolare in attuazione della propria Legge regionale n. 6 del 2014 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”, diritti egualitari sul lavoro, nella salute e in ogni ambito sociale ed economico;

 

nell’ambito del diritto alla salute ex art. 32 della Costituzione, la normativa regionale garantisce parità di trattamento e di accesso alle cure con particolare riguardo alle differenze di genere e relative specificità, introducendo l’approccio preventivo e personalizzato della medicina di genere e prevedendo accordi e azioni di moral suasion, nonché informazione, formazione e sensibilizzazione volti ad estendere consapevolezza collettiva e diritti esigibili;

 

in più audizioni convocate dalle Commissioni Parità e diritti delle persone, Politiche per la salute e sociali, Cultura, scuola, lavoro, le associazioni e attiviste impegnate sul sostegno alle donne affette da patologie femminili e dell’apparato riproduttivo hanno motivato l’importanza di un’adeguata prevenzione, presa in carico e tutela da parte del sistema pubblico, per superarne i crescenti costi individuali e sociali;

 

da ultimo, nella seduta congiunta del 10 gennaio ove con le associazioni si è trattata l'endometriosi e la connessa petizione popolare, ha avuto consenso unanime l’impegno di rafforzare strumenti, formazione e sensibilizzazione utili a colmare oggettivi ritardi nel riconoscimento, presa in carico e tutela concreta della salute femminile.

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

 

Interroga la Giunta regionale per sapere

 

se valuti positivamente l'adozione di una misura strutturale e generalizzata di tutela messa a disposizione di persone, lavoratrici o studentesse quale è il “congedo mestruale”, tale da metterle nelle condizioni di curare e/o gestire i sintomi della dismenorrea, senza aggravi e inutili ulteriori sofferenze;

 

se, in considerazione della propria normativa antidiscriminatoria e per la parità di genere e nel limite delle proprie competenze, intenda sostenere il riconoscimento giuridico nazionale di tale misura affinché possa essere adottata da istituzioni, imprese, organizzazioni senza penalizzazioni retributive o di altro tipo per chi ne beneficia;

 

se, in particolare, intenda da subito coinvolgere l’Ufficio scolastico regionale per valorizzare e incentivare presso gli Istituti scolastici dell’Emilia-Romagna la misura del congedo mestruale mensile sulla falsariga di quanto deciso dal Liceo Artistico “Nervi-Severini” di Ravenna, nonché per accrescere in ambito scolastico la consapevolezza sul tema attraverso approfondimenti nei percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità, in chiave sia di salute e prevenzione sia di inclusione e parità dei diritti.

 

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