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Legislatura XII - Atto ispettivo ogg. n. 699

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Oggetto:
Testo presentato:
699 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare per rafforzare le garanzie per le lavoratrici madri, garantendo la piena attuabilità dei loro diritti nei contesti lavorativi pubblici e privati. A firma dei Consiglieri: Lembi, Critelli, Ferrari, Castellari, Costi, Lori, Arduini, Zappaterra, Albasi, Fornili, Quintavalla, Gordini, Daffadà, Muzzarelli, Sabattini, Proni, Bosi, Ancarani, Donini

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

 

La sottoscritta Consigliera

 

Premesso che

        Secondo quanto riportato dalla stampa e da sindacati, una lavoratrice di un’azienda nel bolognese risulta essere stata licenziata dopo aver comunicato di essere in gravidanza, a seguito di un percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA);

        Secondo quanto si è appreso, attraverso una tempestiva azione sindacale, la lavoratrice risulta essere stata reintegrata a seguito di un primo licenziamento, e poi non effettivamente riammessa al servizio. Il 12 maggio l’azienda avrebbe disposto un secondo licenziamento dopo aver appreso dalla stessa lavoratrice di aver avuto un accesso al pronto soccorso e la necessità di cessare la gravidanza;

        Tali circostanze, qualora confermate, richiamerebbero una duplice violazione dei diritti della persona, in quanto riguardanti sia lo stato di gravidanza sia la condizione riproduttiva e sanitaria della lavoratrice, particolarmente delicata perché nel corso di un percorso assistito e clinicamente monitorato.​

 

Considerato che

        L’art. 54 del d.lgs. 151/2001, ribadendo il principio già previsto con l’art. 2 della l. 1204/1971, stabilisce che le lavoratrici non possono essere licenziate dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro, nonché fino al compimento di un anno di età del bambino.

        Episodi come quello riportato solleverebbero interrogativi gravi sul piano della parità sostanziale tra uomini e donne nel mondo del lavoro e indicherebbero una persistente cultura aziendale in cui la maternità e la fertilità sono viste come ostacoli e non come dimensioni da tutelare;

        Le lavoratrici che intraprendono percorsi di PMA si trovano spesso in una condizione psicologica, fisica e sociale particolarmente vulnerabile, che richiederebbe una protezione ulteriore e non un'esposizione al ricatto occupazionale;

        Il rischio che le aziende si sentano legittimate ad agire sulla base di valutazioni arbitrarie circa lo stato riproduttivo delle dipendenti costituisce una grave deriva incompatibile con i principi costituzionali, con il rispetto della persona e con i diritti alla salute, alla riservatezza e alla maternità.

 

Rilevato che

        La Regione Emilia-Romagna, pur non potendo intervenire direttamente su provvedimenti aziendali individuali, è chiamata a promuovere un contesto culturale, istituzionale e contrattuale che scoraggi ogni forma di discriminazione e violazione dei diritti delle lavoratrici;

        La condizione delle donne impegnate in percorsi di procreazione medicalmente assistita deve essere riconosciuta come meritevole di particolare attenzione nell’ambito delle politiche di parità e salute pubblica, anche alla luce della normativa vigente (L. 40/2004 e successive modifiche);

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

Interroga la Giunta regionale per sapere

 

        Se sia a conoscenza dei fatti summenzionati e se ritenga opportuno sollecitare il Governo ed il Parlamento, in tutte le sedi istituzionali opportune, per rafforzare le garanzie per le lavoratrici madri, garantendo la piena attuabilità dei loro diritti nei contesti lavorativi pubblici e privati, anche prevedendo misure locali;

        Se, nell’ambito delle proprie competenze, non ritenga necessario valutare iniziative specifiche per tutelare le lavoratrici impegnate in percorsi di PMA, prevenendo discriminazioni e favorendo un clima lavorativo rispettoso e inclusivo;

        Se sia nelle intenzioni della Giunta promuovere un confronto con le parti sociali e con le autorità competenti per monitorare l’emergere di casi analoghi e predisporre strumenti efficaci di informazione, prevenzione e tutela;

        Se non ritiene che questo episodio costituisca motivo di un’ulteriore riflessione sulla regolamentazione dei licenziamenti illegittimi.

 

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