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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 3280

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Testo:

Interrogazione a risposta orale in commissione

Il sottoscritto Consigliere

 

Premesso che:

̶            a tre mesi dal suo insediamento il neoministro  Roberto Cingolani ha firmato i decreti ambientali inerenti giacimenti situati nel mare Adriatico, nel Canale di Sicilia e nel sottosuolo emiliano.

̶            tali decreti riguardano una decina di concessioni per l’estrazione di metano (e anche uno esplorativo di petrolio) in mare (Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia) e su terraferma (in provincia di Modena e Bologna), per la quasi totalità di ENI.

̶            entro il 30 settembre 2021 dovrà essere adottato il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI), previsto dalla Legge 11 febbraio 2019, n.12 di conversione del Decreto-Legge 14 dicembre 2018, n. 35, che sarà approvato entro 18 mesi;

 

Considerato che:

̶            nell’ultimo Bollettino Ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse del 31.03.21 sono state prorogate diverse concessioni di coltivazione tra cui la messa in produzione del giacimento convenzionalmente denominato “Teodorico” – Concessione di coltivazione d 40 A.C.-.PY – Zona A Mare Adriatico (prov. Ferrara, Ravenna, Rovigo);

̶            le concessioni di coltivazione di idrocarburi nel ferrarese e nel Delta del Po, sono state più volte osteggiate dai Sindaci e dalle Istituzioni locali con pareri negativi (si veda delibera della Provincia di Ferrara, G.P. n. 339 del 23/11/2010 e deliberazione della Comunità del Parco – Ente per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po con n. 977 e 978 del 12.10.2015);

̶            anche il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara si è espresso più volte in questi anni, evidenziando la propria contrarietà al mantenimento delle attuali concessioni, nonché al rilascio di nuove autorizzazioni, in quanto tutta la provincia ferrarese è da considerarsi “area vulnerabile ad alto rischio che supera qualsiasi rassicurazione o offerta di elementi di compensazione o mitigazione”;

̶            nel territorio di pianura della Regione Emilia-Romagna, la subsidenza naturale è un fenomeno presente da alcuni milioni di anni, dovuto al progressivo compattamento dei terreni alluvionali, ed è ovviamente più marcato nelle zone di bonifica, come ad esempio il Delta del Po. Si tratta di un processo tuttora in atto, ma estremamente lento, con abbassamenti del terreno compresi solitamente tra 1 e 3 mm all'anno;

̶            la subsidenza generata dall'uomo (cd. “antropica”), invece, si è resa manifesta soprattutto a partire dagli anni '50 del secolo scorso, ha raggiunto i suoi valori massimi negli anni '60-'80 ed è tuttora presente, pur avendo subito generalmente una forte riduzione;

̶            il fenomeno si è verificato a partire dagli anni '50, in particolare in tutta l'area di costa, e soprattutto nel delta del Po: nel periodo tra il 1951 e il 1962, infatti, in seguito all'estrazione di acque metanifere, si verificò in tutto il delta un abbassamento del terreno di oltre un metro, con punte di circa 2 metri nei pressi di Porto Viro;

̶            l’abbassamento che poi è proseguito per alcuni anni dopo la fine delle estrazioni. Più in generale, negli ultimi 55 anni la fascia costiera regionale si è abbassata di 70 cm a Rimini e di oltre un metro da Cesenatico al delta del Po;

 

Rilevato che i sindaci del Basso Ferrarese, a mezzo stampa e in maniera univoca, hanno manifestato nuovamente nei giorni scorsi, il proprio dissenso sula messa in produzione del giacimento convenzionalmente denominato “Teodorico” – Concessione di coltivazione d 40 A.C.-.PY – Zona A Mare Adriatico (prov. Ferrara, Ravenna, Rovigo);

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

Interroga la Giunta Regionale

 

Per conoscere l’orientamento della Giunta rispetto alla messa in produzione del giacimento convenzionalmente denominato “Teodorico” – Concessione di coltivazione d 40 A.C.-.PY – Zona A Mare Adriatico (prov. Ferrara, Ravenna, Rovigo) e più in generale in aree ricadenti all’interno del Parco del Delta del Po.

 

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