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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 4984

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Oggetto:
Testo presentato:
4984 - Interrogazione a risposta orale in commissione in merito all'istanza di avvio del Procedimento Unico di Valutazione di Impatto Ambientale relativa al rinnovo della concessione mineraria per l'estrazione di marna da cemento denominata Albarola nei comuni di Vigolzone e Rivergaro (PC). A firma della Consigliera: Zamboni

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE

 

Visti

 

        il Regio Decreto 29 luglio 1927, n.1443 recante “Norme di carattere legislativo per disciplinare la ricerca e la coltivazione delle miniere nel regno” in particolare il Titolo III “Cave”;

        la legge regionale 18 luglio 1991, n. 17 recante “Disciplina delle attività estrattive” e successive modifiche ed integrazioni con la quale la Regione disciplina le attività estrattive, la loro pianificazione ed attuazione in coerenza con gli obiettivi della programmazione regionale al fine di rispettare le compatibilità ambientali e paesaggistiche.

 

Premesso che

 

        è stata presentata un’istanza di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) relativa al progetto denominato “Rinnovo concessione mineraria per l’estrazione di marna da cemento denominata Albarola nei comuni di Vigolzone e Rivergaro (Pc)” presentato dalla ditta Buzzi Unicem;

        l’area oggetto di concessione (vedi figure sottostanti) si estende su una superficie complessiva di 797 ettari, di cui 384 ettari sul suolo comunale di Vigolzone e 413 all’interno del perimetro comunale di Rivergaro. Complessivamente si prevede l’estrazione di un quantitativo pari a 6.125.000 m3 di marna da cemento, di cui 4.050.000 m³ dal cantiere Albarola (in cui è prevista anche la movimentazione di circa 1.950.000 m³ per l’asportazione della copertura il suo riutilizzo per la sistemazione finale) e 2.075.000 m3 dal cantiere Canova.

 

Miniera Albarola su base ortofoto

 

Miniera Canova: cantiere attuale e relativa area di ampliamento (campitura gialla)

 

Premesso inoltre che

 

        alcuni media locali hanno riportato la notizia secondo la quale il “Comitato per la difesa ambientale della Media Valnure”, costituito da numerosi cittadini che vivono nelle zone adiacenti a quelle di estrazione, costituirà un “Osservatorio permanente dei danni respiratori” se il Piano presentato dalla ditta Buzzi Unicem sarà approvato senza alcuna modifica;

        il Comitato, dopo avere analizzato i documenti che la ditta ha presentato ad Arpae, ha richiamato l’attenzione degli enti pubblici sul fatto che i lavori per la estrazione di marna dureranno per ben 30 anni producendo un forte inquinamento. I dati da loro citati parlano di un transito di 200 camion al giorno che viaggeranno verso la località di Vernasca, sede del cementificio, ai quali vanno aggiunti altri 200 viaggi di ritorno alle cave oggetto della concessione Albarola. A questo impatto, vanno aggiunte 14.051 tonnellate di CO2 prodotte nei primi vent’anni di attività nelle cave;

        oltre ad evidenziare il grave problema dell’inquinamento atmosferico e delle sue ricadute sulla salute dei residenti, il Comitato ha manifestato preoccupazione anche rispetto al recupero ambientale dell’area di cava. Da quanto è stato riferito a Europa Verde da rappresentanti del comitato, e da quanto riportano i quotidiani locali, risulta che la ditta Buzzi Unicem sarebbe infatti disponibile ad una compensazione monetaria del mancato rimboschimento dell’area di cava o, in alternativa, a procedere al rimboschimento ma di altre aree individuate dai Comuni interessati;

        un ulteriore motivo di allarme evidenziato dal comitato è dato dal fatto che alla Conferenza dei servizi che si terrà a breve - a cui parteciperanno Arpae, la Soprintendenza delle belle arti e diversi enti tra cui i comuni di Vigolzone e Ponte dell’Olio – non sono stati invitati né il “Comitato per la difesa ambientale della Media Valnure”, né l’Associazione dei viticoltori ValNure, né Legambiente;

        il comitato chiede inoltre se siano stati effettuati controlli sulla stabilità statica del ponte sul Nure, in località Ponte dell’Olio, interessato dal passaggio giornaliero dei camion adibiti al trasporto del materiale estratto.

 

Considerato che

 

        le zone oggetto di estrazione di marna da cemento sono zone di pregio per la produzione vitivinicola regionale, nelle quali viene prodotto il “Vino DOC Colli Piacentini Valnure”;

        un aumento dell’inquinamento dovuto all’elevato transito dei camion (che ricordiamo sarà di 200 al giorno per tratta di andata e altrettanti per la tratta di ritorno) non può che peggiorare l’aria circostante in cui sono coltivati i suddetti vitigni.

 

Evidenziato che

 

        la prospettata concessione mineraria per l’estrazione di marna da cemento se davvero di durata trentennale, secondo quanto riportato dai media locali, appare eccessiva in rapporto all’emergenza climatica in corso, un fenomeno preoccupante che imporrebbe la possibilità di adeguamenti periodici delle attività produttive che impattano sul clima, nel rispetto delle politiche comunitarie e nazionali sul clima, e degli obiettivi che la Regione stessa si è data con la Strategia per la mitigazione e l’adattamento della Regione Emilia-Romagna e il Patto per il Lavoro e il Clima, lontani ormai anni luce dalla prospettiva dal Regio Decreto del 1927 richiamato in premessa.

 

TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO

INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE PER SAPERE

 

        se la durata della concessione è di trenta anni, come apparso sulle cronache locali e come sostenuto dal comitato di cittadini interpellato da Europa Verde;

        se sono previste, e con quale cadenza temporale, le operazioni di monitoraggio, previste per legge, dell’impatto ambientale prodotto dalle attività di estrazione e trasporto, specificando se saranno impiegate centraline fisse o mobili;

        quali siano le misure di mitigazione e di compensazione, ambientali e/o monetarie, previste, specificandone le tempistiche;

        se è confermato che tra i portatori di interesse che parteciperanno alla prossima conferenza dei servizi non saranno ammessi né il comitato di cittadini succitato né Legambiente;

        se, più in generale, non ritenga necessario aggiornare la normativa che regola le attività estrattive, e rilanciare il settore delle costruzioni riducendo il prelievo di materiale dalle cave a favore di una accelerazione nella direzione dell’economia circolare attraverso il recupero e il riciclo degli inerti provenienti dalle demolizioni edilizie e promuovendo la conoscenza e la diffusione di buone pratiche costruttive che prevedano a monte, in fase di progettazione, modalità di recupero dei materiali a fine vita delle costruzioni e l’impiego di materiali da riciclo.

 

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