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Legislatura XI- Atto di indirizzo politico ogg. n. 5764

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Testo:

RISOLUZIONE

 

Premesso che

 

        il 7 luglio 2017, con il voto favorevole di 122 paesi, le Nazioni Unite hanno adottato il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). Prima di questo trattato, le armi nucleari erano di fatto escluse dalla lista delle armi di distruzione di massa proibite dal diritto internazionale;

        nell’ottobre 2017 è stato assegnato il Nobel per la Pace a ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), organizzazione non-profit fondata nel 2007 e composta da circa 500 organizzazioni in 101 Paesi, per “il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di qualsiasi utilizzo di armi nucleari e per gli sforzi innovativi per arrivare a un trattato per la proibizione di queste armi”.

 

Premesso inoltre che

 

        il 24 ottobre 2020 è stata raggiunta la cinquantesima ratifica (Honduras) del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari necessaria a farlo entrare in vigore dopo novanta giorni. Così, lo scorso 22 gennaio 2021 il TPNW è entrato in vigore riempiendo un rilevante vuoto nella normativa internazionale;

        il Trattato è legalmente vincolante per le nazioni che vi aderiscono e proibisce di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari, o anche permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio.

 

Considerato che

 

         l’Italia, nonostante le ripetute richieste da parte della società civile (da una rivelazione statistica del novembre 2020 risultava che l’87% degli italiani era favorevole all’adesione dell’Italia al TPNW), non ha partecipato alle conferenze in cui gli Stati hanno dibattuto sul disarmo globale per raggiungere, alla fine, una posizione comune e condivisa;

        la Campagna “Italia, ripensaci”, promossa dalla Rete Italiana per il Disarmo e da Senzatomica, si è inquadrata nelle attività internazionali promosse da ICAN e si coordina con le altre campagne nazionali a sostegno dell’entrata in vigore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, in primo luogo con quelle promosse nei paesi la cui situazione è più simile a quella italiana, ovvero paesi europei membri della Nato e che ospitano armi nucleari statunitensi sul proprio territorio (Belgio, Germania, Paesi Bassi, oltre all’Italia).

 

Evidenziato che

 

        la guerra in Ucraina ha contribuito a incrementare le spese militari;

        in risposta all'appoggio e ai rifornimenti di armamenti all'Ucraina da parte della UE e degli USA, Putin è ricorso al ricatto nucleare minacciando l’impiego di ordigni atomici;

        questa escalation sul piano delle armi convenzionali e la minaccia nucleare affossano la prospettiva della promozione di politiche di disarmo a livello internazionale.

 

Ricordato che

 

        l’articolo 11 della Costituzione Italiana recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”;

        lo scorso 6 agosto, in occasione del 75° anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki da parte degli Stati Uniti, il presidente Mattarella ha dichiarato: “L’Italia sostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, attraverso un approccio progressivo al disarmo che preveda il responsabile coinvolgimento di ogni Stato. L’agenda internazionale non può prescindere da questo traguardo.”.

 

Ricordato inoltre che

 

        lo scorso 15 giugno l’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione di Europa Verde a sostegno del Dividendo per la Pace, un appello lanciato ai governi di tutto il mondo da 50 scienziati e premi Nobel a favore della creazione di un fondo globale attraverso la riduzione della spesa militare del 2% ogni anno per cinque anni, fondo da utilizzare per combattere cambiamento climatico, povertà e pandemie.

 

Tutto ciò premesso e considerato

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

 

         a intervenire nella Conferenza Stato-Regioni e in tutte le sedi opportune per chiedere al Governo italiano di sottoscrivere il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.

 

IMPEGNA INOLTRE LA GIUNTA E SE STESSA

 

        a sensibilizzare i Comuni dell’Emilia-Romagna e i parlamentari neoeletti nella nostra regione a sostenere la Campagna “Italia, ripensaci” e la ratifica del Trattato da parte dell’Italia.

 

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