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Legislatura VIII- Atto di indirizzo politico ogg. n. 200

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Testo:

 Premesso che
nel febbraio 2002 veniva presentata al Parlamento
europeo la direttiva n. 2002/0047 relativa alla
brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo
di elaboratori elettronici con lo scopo di
armonizzare le legislazioni nazionali in materia,
rendendo trasparenti le condizioni di
brevettabilità in tutta Europa;
il 24 settembre 2003, dopo un anno di lavoro nella
commissione Cultura e industria, il Parlamento
europeo in seduta plenaria, in prima lettura, ha
significativamente modificato quella direttiva,
approvando una serie di emendamenti che hanno
riaffermato la convenzione di Monaco del 1973 che
proibisce la brevettabilità del software e dei
metodi commerciali;
il 18 maggio 2004, poco prima delle elezioni
europee, il Consiglio - sotto la Presidenza
irlandese - ha approvato il testo originale della
direttiva senza gli emendamenti suscitando le
proteste unanimi di tutti i gruppi
europarlamentari;
nel luglio 2004 la nuova Presidenza olandese ha
proposto di approvare come Item A (senza
ulteriore passaggio parlamentare) il testo della
direttiva del 2002 senza riuscirvi per la
contrarietà della Polonia che chiedeva una
discussione e votazione ( Item B );
questo testo veniva, invece, accolto il 7 marzo
2005 dalla Commissione Europea nonostante
l'opposizione dimostrata in altre riunioni del
Consiglio (a dicembre 2004 e gennaio 2005), una
risoluzione del 2 febbraio del Comitato legislativo
del Parlamento (JURI) - adottata anche dalla
Conferenza dei presidenti di gruppo del Parlamento
europeo - che chiedeva l'azzeramento della
procedura e il voto contrario - in quella occasione
- di Spagna, Danimarca, Polonia e Portogallo;
questa direttiva sarà in votazione al Parlamento
europeo il prossimo 6 luglio, in seconda lettura, e
per essere emendata avrà bisogno della maggioranza
qualificata (ovvero la maggioranza degli aventi
diritto al voto, presenti o meno);
Considerato che
l'iter istituzionale è stato accompagnato da una
posizione nettamente contraria ai brevetti software
espressa da circa 2 milioni di piccole e medie
imprese europee che hanno denunciato il rischio di
bloccare, così, uno dei comparti più avanzati e
strategici del nostro sistema economico nazionale e
locale, quale l'informatica;
tale proposta è pericolosa, perché introduce
ostacoli insormontabili alla creazione di software,
sia libero che proprietario, sia se ceduto
gratuitamente che dietro pagamento. Ogni autore di
software, libero o meno, è esposto al rischio di
dover elaborare soluzioni tecniche che non siano
coperte da alcun brevetto software, rendendo
estremamente complesso ed oneroso il processo di
ideazione del software se non del tutto
impossibile; spesso infatti il processo di
brevettazione del software va a coprire il problema
nella sua interezza piuttosto che la soluzione,
rendendo impossibile operare nel settore coperto
dal brevetto senza violarlo;
come già dimostrato negli Stati Uniti, il sistema
brevettuale, che è stato esteso al software da 20
anni, ha rallentato l'innovazione invece che
incoraggiarla, spostando i fondi destinati
originariamente a ricerca e sviluppo verso i
dipartimenti legali delle grosse multinazionali che
si occupano a tempo pieno di costose cause
brevettuali. Un tale sistema imporrebbe degli oneri
eccessivi per le piccole e medie imprese del
territorio, vero motore dello sviluppo software
continentale, e le renderebbe succubi di quelle
poche grosse aziende, in maggioranza extraeuropee,
che posseggono grandi portafogli di brevetti
software;
contro questa proposta si sono pronunciati anche
migliaia di cittadini, organizzazioni importanti
come la Free Software Foundation Europe e la
Foundation for a Free Information Infrastructure,
autorevoli istituti economici come Deutsche Bank,
ricercatori universitari e personalità accademiche
come Tim Berners-Lee (l'inventore del World Wide
Web), media autorevoli come The Economist;
analogamente, in Italia, hanno preso posizione
contraria la CNA, lo scorso 17 maggio - in
concomitanza con la discussione al Senato di una
mozione firmata da 99 senatori di tutti gli
schieramenti - ci sono state mobilitazioni e
discussioni all'interno di università,
associazioni, imprese, cooperativi e che lo stesso
ministro italiano dell'innovazione tecnologica
Lucio Stanca l'ha definita una direttiva contraria
non solo agli interessi tipici italiani e delle
piccole e medie imprese del settore informatico
perché più si consente il ricorso al brevetto nel
software e più si limita il suo sviluppo ;
Rilevato che
la genericità con cui le idee vengono descritte e
brevettate richiede pochi sforzi, se si hanno a
disposizione abbastanza fondi, per brevettare i
metodi più banali. In tal modo l'istituto della
brevettazione, nato per stimolare l'innovazione in
settori in cui essa costa molto, diventa nel
settore del software una lotteria che va a
beneficio di poche aziende. Inoltre la banalità dei
brevetti concessi impone notevoli sforzi per
elaborare qualcosa di alternativo e, soprattutto,
richiede la completa conoscenza di quanto già
brevettato, ovvero decine di migliaia di brevetti
europei già esistenti e depositati, pur se
attualmente non legali;
alla data di oggi il tentativo di far passare la
direttiva con procedura abbreviata presso il
Consiglio dei ministri europeo è stato bloccato
dalle insanabili divisioni tra i diversi Paesi
membri e tutto l'iter ha determinato uno stato di
tensione tra le istituzioni europee delegittimando
il ruolo democratico di rappresentanza del
Parlamento europeo;
il Paese e diverse amministrazioni locali sono
fortemente impegnate, per motivi politici,
istituzionali ed economici a sviluppare e
promuovere processi di migrazione da software
proprietario a software libero, e tale processo
sarebbe fortemente osteggiato da una proposta di
questo tipo;
Invita
gli europarlamentari italiani ad essere presenti
durante la votazione del 6 luglio ed esprimere voto
contrario alla direttiva e a sostenere la posizione
di un completo riavvio del dossier relativo alla
brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo
di elaboratori elettronici;
tutte le istituzioni democratiche, le forze
politiche, i Parlamenti, i Governi e le
organizzazioni della società civile ad
intensificare l'impegno alla libera circolazione
delle idee e in particolare invita la Commissione
Europea, il Consiglio dei ministri europei e il
Parlamento europeo a ritenere prioritario il
mantenimento dell'accessibilità degli alfabeti
biologici e antropologici per l'accesso al sapere e
alla conoscenza.
Guerra Daniela
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