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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 4245

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Testo:

R I S O L U Z I O N E

 

Premesso che

 

  • il glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo ed è attualmente il prodotto più venduto in Italia, secondo i dati del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), presente in oltre 750 formulati dedicati alle colture intensive, agli orti ed al giardinaggio;
  • il 20 marzo 2015 l’International Agency for Research on Cancer (IARC), agenzia intergovernativa parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e massima autorità globale in campo oncologico, dopo una rigorosa revisione della letteratura scientifica, ha reso pubblico un documento che definisce l’erbicida glifosato come “probabile cancerogeno per l'uomo”, classificandolo nel gruppo 2A in relazione alla pericolosità per la salute umana, dopo averlo identificato come un certo “cancerogeno per gli animali”;
  • al termine di una ricerca durata tre anni, coordinata da diciassette esperti in undici paesi, le cui conclusioni sono state pubblicate nel marzo 2015 su “The Lancet Oncology” la più prestigiosa rivista del settore, è stata accertata una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosato ed il linfoma non-Hodgkin e che questo si aggiunge ai già noti aumenti della frequenza di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, quali il morbo di Parkinson;
  • il glifosato è stato classificato anche come interferente endocrino e che, negli ultimi anni, è via via emersa un’ulteriore serie di pericoli, non ultima una “forte correlazione con l'insorgenza della celiachia” (studi del MIT, 2013-2014);
  • il rapporto 2016 dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) sui pesticidi nelle acque italiane segnala che le sostanze maggiormente rinvenute sono il glifosato, presente nel 39,7 per cento dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, e il suo principale metabolita, l’acido amminometilfosfonico, presente nel 70,9 per cento dei punti di campionamento;
  • fra i più diffusi ogm oggi coltivati vi sono cotone, mais, soia e colza, il cui DNA è stato alterato al fine di renderli resistenti al glifosato, che, quindi, può essere usato in dosi sempre più massicce, inevitabilmente accumulandosi nel prodotto finale, spesso utilizzato come mangime per animali (in Italia l’85 per cento degli animali da carne è alimentato con prodotti ogm) ed è anche così che le sostanze come il glifosato entrano nella catena alimentare e si ritrovano in concentrazioni elevate, non solo nei liquidi biologici degli animali, ma anche in quelli delle persone che si alimentano con la loro carne od i prodotti derivati;
  • persone, piante e animali possono essere esposte in molti modi al glifosato ed ai prodotti commerciali che lo contengono, sia per esposizione diretta durante le applicazioni in agricoltura e nel giardino, sia attraverso l’acqua, le bevande e gli alimenti di origine vegetale (pane, pasta, cereali, legumi nei quali è spesso usato come disseccante prima del raccolto), la carne ed i trasformati, in particolare, laddove gli animali siano nutriti con derivati da piante ogm, in quanto rese resistenti al glifosato;
  • esistono realtà quali quella della Giunta regionale della Toscana, che in applicazione della legge regionale 10 luglio 1999, n. 36 (Disciplina per l’impiego dei diserbanti e geodisinfestanti nei settori non agricoli e procedure per l’impiego dei diserbanti e geodisinfestanti in agricoltura), ha emanato la deliberazione 4 agosto 2015, n. 821 (Disposizioni in attuazione della Legge Regionale 10 luglio 1999, n. 36 “Disciplina per l'impiego dei diserbanti e geodisinfestanti nei settori non agricoli e procedure per l’impiego dei diserbanti e geodisinfestanti in agricoltura”), vietando l’uso non agricolo dei prodotti fitosanitari che contengano il principio attivo “glyphosate”;
  • il Ministero della Salute, con decreto dirigenziale 16 agosto 2016, ha stabilito la revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio di 85 prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva “glyphosate” e che il glifosato non può essere usato in parchi, giardini, campi sportivi, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie e nella fase di pre-raccolta;
  • in Italia il glifosato rientra ancora nel Piano di azione nazionale per i prodotti fitosanitari e, di conseguenza, i piani regionali per lo sviluppo rurale, finanziando l’agricoltura “integrata” e “conservativa” ne premiano l’uso;

 

considerato che

 

  • è necessario applicare sempre il principio di precauzione nella gestione delle questioni scientificamente controverse;
  • è insensato premiare con fondi pubblici l’uso “sostenibile” di un prodotto potenzialmente cancerogeno;
  • in agricoltura le alternative, economicamente sostenibili, esistono e che l’approccio biologico è sempre più necessario per rispondere al rilevante impoverimento della sostanza organica nei terreni, anche al fine di limitare l’erosione dei suoli e per proteggere la biodiversità e gli habitat naturali;
  • è in atto una grande campagna transnazionale per la messa al bando del glifosato e l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), attualmente in corso per chiedere alla Commissione UE il divieto dell’uso dell'erbicida.

 

L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna impegna la Giunta regionale e l’assessore competente

 

  • a rimuovere il glifosato da tutti i disciplinari di produzione che lo prevedano e ad escludere dai premi del Programma di sviluppo rurale le aziende che ne facciano uso;
  • a sostenere, con politiche attive sul territorio, approcci agro-ecologici per migliorare la fertilità dei suoli, diversificare le produzioni, aumentare la capacità di sequestro di carbonio, garantire raccolti adeguati ed affrontare il controllo dei parassiti e delle erbe seguendo e monitorando le dinamiche naturali;
  • ad intervenire presso il Governo affinché, a livello nazionale ed europeo, sia applicato il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente ed in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti fitosanitari che contengano il principio attivo “glyphosate”.

 

I Consiglieri

Andrea Bertani

Silvia Piccinini

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