Testo:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ex articolo 112 Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna.
Per sapere, premesso che: -
la “Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati” interviene sia quando il reato è compiuto nel territorio regionale sia quando è avvenuto fuori da territorio regionale purché - ma solo in questo ultimo caso - abbia come vittime cittadini emiliano-romagnoli;
la volontà del legislatore emiliano-romagnolo, ovvero del PD, è stata quella di mettere in capo al Sindaco quel "filtro naturale di maggiore conoscenza dell’evento o del fatto” ed “ha previsto che sia il Sindaco a dover formulare la richiesta di intervento alla Fondazione, anche senza una esplicita richiesta della vittima o del familiare”;
magari fra le migliaia di reati contro la persona che avvengono in questa regione ogni anno, molti altri sarebbero quelli da prendere in considerazione, ma come si è già spiegato si tratta di pura e semplice scelta politica effettuata dal Sindaco, magari per il solo rilievo mediatico che ha avuto un caso piuttosto che un altro;
dalla sua costituzione la Fondazione è costata ai cittadini emiliano romagnoli 3 milioni 250 mila euro, un quinto di tale somma è andata spesa per il mantenimento della struttura ed i quattro quinti sono stati erogati a 311 vittime di reato segnalate dai Sindaci;
nell’anno 2017 la “Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati” ha ricevuto dai sindaci 28 richieste di aiuto. Di esse, 27 sono state accolte, con l’assegnazione di contributi alle persone offese e alle loro famiglie, mentre solo una, dal reggiano, è stata rigettata in quanto ritenuta non corrispondente ai requisiti previsti dallo Statuto;
le istanze accolte nel corso dell’anno riguardano:
- 10 istanze riferite a violenza verso le donne in relazioni di intimità, nessuna delle quali in seguito a femminicidi;
- 4 casi di violenza di genere da parte di conoscenti o sconosciuti;
- 6 reati di violenza su minori, 1 per maltrattamenti fisici, 5 per abuso sessuale e, complessivamente, 1 caso di adescamento on line da uno sconosciuto e 6 casi di violenza da parte dei genitori o dei loro partner;
- 7 richieste di aiuto in seguito ad altri gravi reati, delle quali 3 per omicidio;
se 27 sono state le istanze accolte, 44 è il numero delle persone aiutate di cui 20 minorenni. Complessivamente sono stati erogati 201.000 euro;
le richieste accettate hanno coinvolto 20 cittadini italiani e 24 stranieri. Questi ultimi rappresentano la metà dei destinatari nella violenza di genere e nelle gravi aggressioni, fino all’omicidio, e la maggioranza nei reati contro persone minorenni;
tra gli stranieri aiutati anche un richiedente asilo aggredito da un italiano forse per disturbi mentali, ma i contorni della vicenda non sono chiariti ulteriormente anche perché il contributo è stato concesso prima che la verità giudiziaria del fatto fosse acclarata;
senza nulla voler togliere alla gravità di questo fatto o a quello dello stupro della trans peruviana perpetrato dai quattro extracomunitari a Rimini, ritengo che purtroppo ci siano tantissimi altri casi che coinvolgono cittadini italiani che, forse per il minore rilievo mediatico suscitato, vengono completamente trascurati;
si suppone che fra le migliaia di reati contro la persona che avvengono in questa regione ogni anno, molti altri sarebbero quelli da prendere in considerazione, ma è evidente che affidando la scelta ai Sindaci la si riduce a mera questione di discrezionalità politica;
il comma 4 dell’articolo 7 della legge regionale n. 24 del 2003 prevede che fra i destinatari degli interventi rientrino anche “gli appartenenti alle forze di polizia nazionali e alla polizia locale”;
se fra i destinatari dei fondi erogati dalla Fondazione siano presenti appartenenti alle forze di polizia nazionali e alla polizia locale, in caso affermativo su quali annualità e per quale importo erogato;
quale valutazione intende formulare la Giunta regionale sull’operato della Fondazione per emiliano-romagnola per le vittime dei reati, ed in particolare se ritenga ancora attuale il ruolo di “filtro” nelle segnalazioni dei casi assegnato dalla legge regionale ai Sindaci;
se non ritenga piuttosto, come invece sostenuto dall’interrogante, doverosa una revisione della legge regionale n. 24 del 2003 per superare il filtro politico costituito dalla segnalazione di un sindaco a favore dell’individuazione di parametri oggettivi da utilizzare per destinare gli aiuti in modo obiettivo e trasparente, dando le stesse possibilità di avanzare una istanza a qualunque cittadino vittima di un crimine.
Il presidente
Giancarlo Tagliaferri
