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Legislatura IX - Progetto di legge (testo licenziato)

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Oggetto n. 3358
Licenziato in data: 11/12/2012
"Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R. 15/11/2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2013 e del bilancio pluriennale 2013-2015" (delibera di Giunta n. 1664 del 13 11 12).

Relazione:

RELAZIONE DEL CONSIGLIERE LUCIANO VECCHI

RELATORE DELLA COMMISSIONE

 

 

 

Indice

 

1. Premessa

 

2. La situazione dell’economia

 

2.1 Situazione dell’economia europea

 

2.2 Situazione dell’economia italiana

 

2.3 La situazione dell’economia regionale

 

3. Rapporti finanziari tra i diversi livelli di governo: manovre di finanza pubblica

 

4. Le posizioni emerse in udienza conoscitiva

 

5. Il bilancio regionale

 

5.1 Il sostegno alle politiche pubbliche

 

6. Conclusioni


 

 

1. Premessa

 

Il primo dato che occorre affrontare nella predisposizione del bilancio per il 2013 e il bilancio pluriennale per il 2013 – 2015 è una situazione di crescente difficoltà, dovuta a vari fattori legati sia alla situazione esterna, con il perdurare di una crisi internazionale ed europea molto seria, sia alla crisi economica e sociale italiana che all’aggravarsi delle condizioni finanziarie in cui sono sempre più costrette ad operare le amministrazioni regionali e locali.

 

La redazione del Bilancio di previsione 2013 e pluriennale 2013-2015 avviene in un contesto dagli scenari estremamente complessi e difficili nello scenario europeo e nazionale ma anche regionale: la perdurante crisi economica, una ripresa lenta e lunga, gli eventi sismici che hanno colpito la nostra Regione.

 

C’è grande incertezza anche per determinare il quadro delle risorse regionali disponibili a causa del susseguirsi di manovre correttive dei conti pubblici da parte del Governo centrale. Ne discende una grande difficoltà a prevedere interventi da destinare a misure anticrisi, al sostegno dell’occupazione ed al rilancio dell’economia regionale. Le manovre statali tese al risanamento finanziario, stanno significando nella realtà dei fatti un taglio ai servizi essenziali per i cittadini, poiché il taglio lineare delle risorse, soprattutto nei comparti della sanità e del trasporto pubblico locale, crea una situazione sempre meno sostenibile anche dal nostro sistema regionale.

 

Si aggiunga a queste valutazioni che il decennio appena trascorso è stato particolarmente pesante per il comparto produttivo del sistema Italia. L’ingresso nell’euro e la fine della svalutazione competitiva – non accompagnate da scelte stringenti di riforma del sistema e da adeguate politiche per l’innovazione e la crescita - hanno contribuito a produrre, con la concorrenza della rendita finanziaria, una riduzione della capacità competitiva del Paese; ciò ha portato a una caduta degli investimenti in innovazione tecnologica e nella capitalizzazione delle imprese, con l’aumento dell’esportazione di capitali.

 

Quindi il 2013 sarà auspicabilmente l’anno entro il quale il governo nazionale dovrà operare per ridare centralità alla produzione. Una politica industriale “integralmente ecologica”, più forza e maggiori prospettive per le piccole e medie imprese, maggiore sostegno all’economia reale e alle forze che la promuovono, la riduzione dei crescenti squilibri sociali e territoriali, saranno il primo grande test politico e culturale che il governo nazionale, legittimato dalle urne in primavera, dovrà sperimentare.

 

 

 

 

2. La situazione dell’economia

 

2.1 Situazione dell’economia europea

 

Il quadro generale continua a segnare la persistente difficoltà, nell’ambito dell’Unione europea, di determinare o di contribuire a determinare una svolta nella situazione economica e sociale e di consolidamento delle garanzie rivolte ai debiti sovrani, che sono uno degli elementi di difficoltà, che poi, a cascata, pesa sull’intero territorio dell’Unione, in maniera particolare sui Paesi più deboli o periferici, tra i quali il nostro.

 

In particolare, l’area dell’euro ha risentito fortemente della crisi del debito pubblico dei paesi periferici, dell’assenza di sistemi sovranazionali di controllo e garanzia bancaria e della mancanza di un unitario e coeso sostegno politico all’adozione delle misure di intervento necessarie. Le politiche di austerità hanno avuto un effetto recessivo su consumi ed investimenti e di conseguenza sul mercato del lavoro. Le prospettive di crescita per l’Area Euro sono estremamente contenute (+0,7%) e sono state riviste al ribasso rispetto alle previsioni elaborate in aprile e questo dimostra quanto la situazione sia debole ed incerta. I paesi dell’Unione monetaria evidenziano uno scenario moderatamente recessivo, dovuto al calo della crescita tedesca, alla stagnazione dell’economia francese e agli andamenti recessivi previsti per Spagna (-1,5%) e Italia (-1,9%) che sono maggiormente vulnerabili alle turbolenze finanziarie legate al debito sovrano.

 

La politica dunque deve agire per recidere il legame tra rischio bancario e il rischio sovrano, accrescendo l’omogeneità della zona Euro superando la segmentazione del settore bancario con una vera unione bancaria europea. Pilastro della nuova unione bancaria deve essere la supervisione del sistema bancario nelle mani della Bce su cui il Parlamento europeo sta lavorando dalla fine dell’estate.

 

Per proiettare l’Europa fuori dalla crisi occorrerà agire le leve della ridefinizione della riforma dell’Euro dando corpo alle scelte già effettuate del fiscal compact fino a prevedere la condivisione effettiva e democratica di parte della sovranità degli Stati membri. Al governo finanziario e monetario si dovranno accompagnare, a livello dell’Unione Europea, scelte stringenti rivolte alla crescita, all’innovazione e ad affrontare con coraggio e lungimiranza le sfide di un tessuto sociale che, altrimenti, rischia di sfibrarsi in maniera inaccettabile.

 

 

2.2 Situazione dell’economia italiana

 

La situazione dell’economia italiana è caratterizzata, da parecchi trimestri - ormai da qualche anno in realtà -, da una recessione e quindi con una domanda crescente sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico di meccanismi, sia di protezione, che anticiclici. E una situazione dell’economia regionale fortemente segnata, peraltro, dagli eventi sismici del maggio scorso, oltre che dal fatto di far parte di un ambito nazionale ed europeo segnato dalla crisi, in cui i segnali di difficoltà del mercato del lavoro, l’aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e le difficoltà del sistema delle imprese di affrontare la situazione sono evidenti, pur con alcuni segnali positivi, in maniera particolare per i comparti che lavorano per l’export che ci dicono come l’investimento sulle eccellenze sia premiante. Tuttavia questo avviene in un quadro di complessità crescenti.

 

In questo contesto, si inserisce una situazione della finanza pubblica, che in un’opera assolutamente condivisibile di messa in sicurezza dei conti pubblici, ormai da qualche anno ha scaricato in maniera determinante sul sistema delle autonomie regionali e locali le manovre di aggiustamento che non sono state per niente selettive, sia dal punto di vista degli strumenti, sia dei settori e dei soggetti coinvolti e pesano con grande forza sulle capacità e sulle possibilità di intervento del sistema delle autonomie locali, causando seri problemi, tra l’altro, alla vitalità delle imprese locali.

 

Nel secondo trimestre 2012 vi è stato un calo del Pil dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto allo stesso trimestre del 2011. Nell’ambito dell’Unione Europea solo Portogallo e Grecia hanno registrato un andamento peggiore. Tutti i centri di previsione concordano nel prevedere una diminuzione del Pil superiore al 2% (solo il Fmi prevede una riduzione dell’1,9%, le previsioni di Prometeia si attestano su un -2,1%, quelle del Centro Studi di Confindustria parlano di un -2,4% e coincidono sia con quelle dell’Ocse di inizio settembre che con quelle divulgate dal Governo tramite la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2012 del 20 settembre). Vi è stato un inasprimento a medio e lungo termine dei tassi di interesse del debito  pubblico e questo comporterà un esborso per interessi passivi superiore agli 86 miliardi nel 2012 contro gli oltre 78 miliardi dell’anno precedente. Il più grave problema della finanza pubblica è senza dubbio l’abnorme consistenza del debito che a luglio 2012 a causa della riduzione del PIL - era superiore del 3% rispetto a quello di luglio 2011. In questo scenario l’attenzione alla riduzione dello spread – e quindi dei costi di gestione del debito pubblico – si conferma come condizione indispensabile per dare una svolta positiva alle prospettive del Paese.

 

Il Governo ha varato diversi provvedimenti per dare segnali positivi ai mercati sulla volontà dell’Italia di risanare i propri conti e far fronte ai propri debiti. Si è stimato che gli effetti di tali politiche dovrebbero determinare una diminuzione dell’indebitamento netto che verrebbe portato al 2,6% del Pil invece che al 3,9% del  2011, rientrando così nella soglia del 3% prevista dal trattato di Maastricht.  Anche il fabbisogno della Pubblica amministrazione risulta diminuito rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente in seguito a tali riforme che hanno però al contempo causato un aumento della pressione fiscale.

 

A livello nazionale il Pil nel 2013 dovrebbe aumentare solo dello 0,1%, confermando così la situazione recessiva del 2012. Nel 2014 vi sarà un aumento più consistente, ma comunque stimato nell’ordine del +1,1%, quindi di entità moderata. Il mercato del lavorò vedrà nel biennio 2013-2014 un tasso di disoccupazione superiore all’11%, un livello che non si vedeva dal 1998.

 

Secondo l'aggiornamento del IX Rapporto sull'andamento della finanza pubblica elaborato da Nens nelle scorse settimane, con molta probabilità nel 2013 il nuovo governo si troverà subito nella necessità di varare una manovra correttiva. Sulla base delle ultime previsioni del governo, il pessimo andamento dell'Iva, presumibilmente dovuto all'incremento dell'evasione lascia presagire un peggioramento dell'avanzo primario per il 2012 (2,4-2,6% del Pil contro 2,9% previsto dal governo) e dell'indebitamento netto che potrebbe raggiungere il 2,9-3,1% del Pil (contro il 2,6% previsto) mettendo a rischio gli obiettivi di finanza pubblica che l'Italia è impegnata a rispettare per il saldo 2012 del rapporto deficit/Pil, e nel 2013 per il pareggio di bilancio.

 

Stando così le cose l'Italia potrebbe non uscire dalla procedura comunitaria per disavanzo eccessivo e questo renderebbe obbligatoria una manovra immediata per il governo subentrante. Quanto all'obiettivo del pareggio di bilancio strutturale nel 2013, con un avanzo primario al 3,8% del Pil e un deficit a -1,8%, questo dovrà fare i conti con previsioni macroeconomiche piuttosto ottimistiche. Anche sul fronte entrate il gettito delle imposte indirette potrebbe essere inferiore rispetto a quello previsto per un importo compreso tra i 5,5 e i 7,5 miliardi e questo divario potrebbe persino crescere se continuasse la flessione del gettito Iva già notata nel 2011.

 

 

2.3 La situazione dell’economia regionale

 

Per quanto riguarda nello specifico l’economia regionale, lo scenario presenta connotati decisamente recessivi con una diminuzione reale del Pil del 2,5%  in forte peggioramento rispetto alla stima che era stata elaborata in primavera (dati Prometeia). Anche la Banca d’Italia nell’aggiornamento congiunturale, ha sottolineato un ulteriore indebolimento dell’attività economica dell’Emilia-Romagna, nella prima parte del 2012, in linea con tutte le altre principali regioni del Nord. La domanda e la produzione hanno segnato una contrazione in tutti i comparti dell’industria e l’elevata incertezza sulle prospettive economiche e l’esistenza di capacità produttiva inutilizzata hanno limitato i progetti di investimento per l’anno in corso. Sicuramente incidono gli effetti degli eventi sismici che hanno colpito le province di Modena, Bologna, Reggio Emilia e Ferrara il 20 e 29 maggio.

 

Solo l’andamento delle esportazioni ha avuto un effetto positivo sull’attività economica e produttiva. Anche se in rallentamento rispetto all’anno precedente, in regione si è mantenuto più dinamico della media nazionale. L’edilizia permane in uno stato di crisi, sia nella componente residenziale sia in quella pubblica. Le compravendite di abitazioni si sono fortemente ridotte; il valore dei nuovi bandi di gara per le opere pubbliche è diminuito. Anche nei servizi si sono registrate flessioni nei livelli di attività.

 

Nel 2012 si sta quindi verificando una marcata flessione che vanifica i lievi progressi che si erano avuti nel biennio 2010-2011 e che determina un livello di Pil appena superiore a quello del 2009 quando si sono avvertiti maggiormente gli effetti della crisi originatasi negli Stati Uniti. Nel 2013 vi dovrebbe essere un lieve recupero del Pil regionale intorno allo 0,5% in linea con quello del Nord Est, tuttavia nonostante ciò il Pil nel 2013 sarebbe ancora inferiore di circa 7 punti percentuali rispetto a quello del 2007 (anno precedente alla crisi).

 

Si prevede una diminuzione della domanda interna del 3,8%, a causa della riduzione degli investimenti fissi lordi (-7,8%) e dei consumi (famiglie -3,1%; Amministrazioni pubbliche e Istituzioni sociali private -1,6%).

 

Per quanto concerne il mercato del lavoro, nella prima parte dell’anno, nonostante gli effetti combinati di recessione ed eventi sismici, l’andamento dell’occupazione è stato meno negativo di quello che ci si aspettava. Anzi, nel primo semestre l’occupazione ha visto un aumento dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A ciò ha concorso in buona parte la crescita dell’occupazione femminile (+1,5%) compensando il calo di quella maschile (-0,7). Il livello di occupazione è comunque inferiore sia a quello del primo semestre del 2009 che a quello del 2008 e questo fa capire quanto la crisi abbia influito pesantemente sul tessuto sociale e produttivo del territorio regionale. Nonostante questo inizio di anno positivo, per il 2012 le previsioni sono in netto peggioramento. Secondo Prometeia, Unioncamere Emilia-Romagna e Banca d’Italia a livello regionale si avrà una diminuzione dell’occupazione dell’1,7% e un aumento del tasso di disoccupazione che raggiungerà il 7,6%. La contrazione della domanda di lavoro si è manifestata in un massiccio calo delle assunzioni di lavoratori dipendenti. Con una accentuazione nei mesi estivi anche per effetto degli eventi sismici avvenuti su parte del territorio regionale.

 

Queste tensioni sul mercato del lavoro sono destinate a protrarsi negli anni nonostante un lieve miglioramento del Pil previsto per il 2013 (+0,5%) che si consoliderà nel 2014 (+1,4%). Infatti per il 2013 si stima una ulteriore diminuzione degli occupati (-0,7%), che sarà assorbita solo in parte nel 2014 (+0,5%). Il tasso di disoccupazione aumenterà fino all’8,6% nel 2013 e rimarrà sostanzialmente invariato nel 2014 (8,5%).

 

Nell’anno in corso si registra un aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali. Anche le liste di mobilità sono aumentate nel primo trimestre dell’anno dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2011. In modo analogo vi è stata una crescita del numero delle domande di disoccupazione e del numero di licenziati per esubero di personale iscritti nelle liste di mobilità. Nel 2012 solo il 21,1% delle assunzioni è con contratto a tempo indeterminato (nel 2011 la percentuale era del 24,4%, nel 2010 era del 25,8%). Secondo Prometeia e Unioncamere Emilia-Romagna nel 2012 si arriverà ad un tasso di disoccupazione del 7,6%, comunque inferiore al dato nazionale stimato nel 10,60%.

 

Il numero delle imprese attive della Regione iscritte al Registro gestito dalle Camere di Commercio da dicembre 2011 è in diminuzione. In controtendenza si distinguono le imprese promosse da cittadini stranieri che sono aumentate del 4,8% a fronte della diminuzione dell’1,3% che ha riguardato le altre imprese. Stanno manifestando una certa tenuta le imprese femminili il cui calo è dello 0,1%, minore quindi rispetto alla contrazione dello 0,9% che si è avuta nelle imprese non femminili.

 

Secondo i dati di Banca Italia, nel corso dei primi otto mesi dell’anno la consistenza dei prestiti si è ridotta. All’ulteriore calo del credito alle imprese, più accentuato in regione rispetto alla media nazionale, si è aggiunto in corso d’anno quello dei finanziamenti alle famiglie consumatrici. La debolezza del quadro congiunturale si è riflessa in un aumento della rischiosità dei crediti alle imprese non finanziarie. La raccolta bancaria è aumentata grazie al riorientamento della ricchezza finanziaria delle famiglie verso i depositi. Per i prossimi mesi le attese rimangono improntate al pessimismo. A un lieve miglioramento delle aspettative sull’andamento degli ordini esteri si accompagna una stasi di quelle relative all’accumulazione di capitale e alla dinamica del numero di occupati.

 

 

3. Rapporti finanziari tra i diversi livelli di governo: manovre di finanza pubblica

 

Secondo la Corte dei Conti, per l’esercizio 2013 permangono rafforzate le incertezze che pregiudicano la definizione di un quadro organico di spese compatibili con le risorse programmate, aumentando il rischio di dover far fronte ad eventuali scostamenti fra spese previste e spese effettive ricorrendo alla leva fiscale.

 

Tale stato di cose discende dalle vicende normative che hanno caratterizzato la finanza delle regioni negli ultimi anni, con una significativa flessione delle risorse destinate al finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni e senza aver ancora definito il quadro delle entrate tributarie regionali, dei trasferimenti e dei meccanismi di perequazione. Ossia manca un chiaro assetto delle relazioni finanziarie tra i diversi livelli di governo e l’apertura di una reale autonomia di entrata regionale.

 

Anche sul fronte del finanziamento della spesa per il Servizio sanitario nazionale, che assorbe circa il 75% delle risorse correnti dei bilanci delle Regioni, si assiste a ripetute manovre correttive che riducono sensibilmente il livello dei finanziamenti previsti e dispongono tagli di spesa incidenti, principalmente, sul personale sanitario, sulla farmaceutica e sulla rete ospedaliera.

 

Il versante delle entrate è caratterizzato, ancora una volta, dall’incertezza sul sistema di finanziamento e dall’opacità del meccanismo perequativo che hanno reso ancor più difficoltosa l’individuazione delle risorse da destinare al finanziamento degli interventi e delle attività istituzionali. Con l’emanazione del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 “Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”, si è avviato il processo di riforma del sistema di finanziamento delle regioni che dovrebbe portare, nel 2013, ad una maggiore certezza delle risorse e alla programmabilità delle politiche di bilancio. La definizione è però rinviata ad atti normativi da adottare previo parere o intesa della Conferenza Stato-Regioni e, in alcuni casi, previo parere delle commissioni parlamentari.  Occorre tuttavia rimarcare che, a causa della soppressione dei trasferimenti che costituivano la base finanziaria del processo di riforma verso il federalismo, l’intero processo, per quanto riguarda le risorse non destinate alla sanità, rischia di rimanere inattuato.

 

L’art. 16 del DL 95/2012, convertito con modificazioni nella Legge 135/2012, prevede la riduzione di 1 miliardo di euro per il 2013 e 2014 e di 1,05 miliardi per il 2015 delle risorse a qualunque titolo dovute dallo Stato alle regioni a statuto ordinario, escluse quelle destinate al finanziamento corrente del Servizio sanitario nazionale e del trasporto pubblico locale. In caso di insufficienza delle predette risorse le regioni sono tenute a versare all’entrata del bilancio dello Stato le somme residue. In attesa del decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, è stata prevista una somma, nella parte spesa del bilancio regionale, per effettuare tale versamento. La somma è stata quantificata sulla base della percentuale di riparto dei 700 milioni di euro di riduzione già previsti per il 2012, nell’importo di 82,5 milioni di euro per gli esercizi 2013, 2014 e 2015.

 

Per le Regioni a statuto ordinario, la riduzione è stata di 700 milioni di euro, a cui aggiungere anche il taglio di 900 milioni di euro nel comparto sanità, con un peso complessivo sul totale delle riduzioni del decreto di oltre il 50%; mentre per il complesso degli enti territoriali il taglio è stato pari a 3,2 miliardi di euro con un peso in termini percentuali sul totale della riduzione della spesa pari a quasi il 73%. Tale manovra prevede ulteriori contributi da parte degli enti territoriali: per il 2013 di 7 miliardi di euro e per il 2014 di 7,5 miliardi di euro.

 

La Conferenza delle Regioni, nella seduta del 25 luglio 2012, ha valutato negativamente i contenuti di tale manovra statale che comporta un taglio reale ai servizi essenziali a favore dei cittadini, evidenziando in particolare le criticità per  la Sanità e per il Trasporto pubblico locale. Per quanto riguarda la Sanità, le disposizioni del decreto, combinate agli effetti delle precedenti manovre finanziarie, non consentono alle regioni di sottoscrivere il Nuovo Patto per la Salute 2013–2015, compromettendo la sostenibilità e la gestione del Sistema Sanitario Nazionale. Si evidenzia, inoltre, il pesante depauperamento del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali che, per l’anno 2012, risulta pressoché azzerato.

 

Ad ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013)".

 

Le Regioni, nella Conferenza del 25 ottobre 2012, hanno evidenziato le seguenti problematiche:

 

Il taglio di un ulteriore miliardo per le RSO e di 500 ml per le RSS si scaricherà sul patto di stabilità (riduzione in termini di indebitamento e fabbisogno PA) mentre il taglio del DL 95/2012 (L.135/2012) taglierà sostanzialmente il FAS. Per le Regioni “incapienti” si procederà a riversamenti dai bilanci regionali allo Stato. In attesa del decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, la regione ha previsto una somma, nella parte spesa del bilancio regionale, per effettuare tale versamento. La somma è stata quantificata sulla base della percentuale di riparto dei 700 milioni di euro di riduzione già previsti per il 2012, nell’importo di 82,5 milioni di euro per gli esercizi 2013, 2014 e 2015.

 

Gli ulteriori tagli previsti in ambito sanitario, minano l’equilibrio di bilancio sia delle Regioni che attualmente sono in equilibrio sia di quelle che hanno già intrapreso la via del risanamento.

 

Per il trasporto pubblico locale, è stravolto completamente lo spirito dell’Accordo Governo-Regioni del 21/12/2011 in cui si concordava di sottoscrivere un Patto sul Trasporto pubblico locale dove fossero definite le modalità di fiscalizzazione delle risorse per il TPL in attuazione del D.lgs. 68/2011 sul federalismo fiscale.

 

 

4. Le posizioni emerse in udienza conoscitiva

 

Tutte le associazioni ed organizzazioni che sono intervenute in Udienza conoscitiva hanno osservato che la proposta di bilancio in esame dimostra che la Regione Emilia-Romagna è sicuramente tra le più virtuose del nostro Paese. Tutti hanno apprezzato il senso di responsabilità che sta dimostrando di avere la Regione nel non inasprire la pressione fiscale su famiglie e imprese ed il tentativo di mantenere e salvaguardare la coesione sociale.

 

I temi che hanno suscitato più interesse e sui quali sono emersi contributi sono sanità, trasporto pubblico locale, interventi post sisma.

 

Tra i temi emersi in quelle sede vi sono quelli relativi ai costi amministrativi, alle procedure burocratiche ed amministrative al contenimento delle spese relative al funzionamento delle istituzioni. È stato chiesto di potenziare il patrimonio dei Consorzi fidi, facendo sì che vi sia un rapporto diretto tra Consorzi fidi e Fondo centrale di garanzia, di modo tale da alleggerire i Consorzi fidi che prestano garanzie per le imprese al sistema bancario.

 

Il tema dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione è stato risottolineato alla luce dei contenuti della legge di stabilità in corso di approvazione che prevede il recepimento della direttiva europea.

 

Tra le aziende che gestiscono servizi pubblici locali, è emerso l’invito ad affrontare seriamente il tema della riduzione di risorse per il sistema del TPL, poiché, in assenza di governo del processo, è concreto il rischio di non riuscire a garantire la fase di riorganizzazione tutelando l’occupazione e la tenuta generale del sistema.

 

Infine le aziende che erogano servizi pubblici, nel cratere del sisma di maggio, hanno sottolineato come in questi mesi abbiano continuato ad assicurare i servizi con maggiori spese nel momento dell'emergenza, seppure in costanza del rinvio del pagamento delle utenze. Tutto questo complessivamente per i quattro settori energia elettrica, gas, acqua e rifiuti per i sei mesi previsti ha comportato per queste aziende un impegno di 400 milioni di euro. Resta aperto il tema delle tariffe per i rifiuti solidi urbani.

 

 

5. Il bilancio regionale

 

Sul bilancio regionale del 2013 pesano gli oltre 370 milioni di Euro in meno di trasferimenti statali (che si sommano ai tagli degli anni precedenti), di cui circa 260 sulla sanità ed altri 110 su tutti gli altri settori delle politiche regionali.

 

Pur in un quadro di incertezze sulla normativa statale di riferimento, la Regione, per evitare l’esercizio provvisorio, intende approvare il bilancio di previsione 2013 e la legge finanziaria ad esso collegata entro la fine dell’anno. Nella predisposizione del bilancio 2013 e pluriennale 2013-2015 si è tenuto conto dei vincoli contenuti nelle disposizioni statali in vigore.

 

Lo stock del debito a carico della Regione si riduce rispetto all’anno precedente (60,64 milioni di euro), confermando la regione Emilia-Romagna tra le regioni a statuto ordinario che presentano il più basso indebitamento pro capite e il più basso indebitamento su PIL regionale.

 

Per il 2013 la Regione Emilia-Romagna manterrà invariata la propria leva fiscale autonoma, pur garantendo l’obiettivo prioritario di salvaguardare il livello dei servizi da assicurare alla comunità regionale. A tal fine si è proceduto ad un'accurata ulteriore revisione e razionalizzazione delle spese di funzionamento al fine di ottimizzare l'utilizzo delle risorse disponibili a sostegno degli interventi operativi di settore, evitando inoltre la logica dei tagli lineari e concentrando le risorse disponibili in particolare agli interventi di carattere sociale e socio-sanitario.

 

Per quanto riguarda la spesa di funzionamento della macchina regionale si rafforzano le azioni di riordino, razionalizzazione e contenimento già realizzate negli scorsi anni. Le riduzioni di spesa si accompagnano a misure per l’innalzamento dell’efficienza, concentrandosi sulla semplificazione amministrativa, sull’alleggerimento delle procedure burocratiche e sul costante miglioramento della governance.

 

La spesa di funzionamento prevista per il bilancio 2013 risulta inferiore del 4,3% rispetto a quella del bilancio 2012, con un risparmio di oltre 13,5 milioni di euro. Nel complesso la “macchina regionale” pesa per poco più del 2% sul bilancio complessivo, confermando l’Emilia-Romagna regione più virtuosa in Italia. Le riduzioni hanno interessato, in linea generale, tutte le tipologie di spesa concentrandosi, in particolare, su alcune voci riferite a spese di rappresentanza (-20%), spese per l’Assemblea legislativa (-8,8%), spese per manifestazioni e congressi (-20%), spese per il personale (-5%), spese per la comunicazione, spese d’ufficio (-10%).

 

Nel complesso il Bilancio di previsione 2013 individua cinque priorità politiche ed operative su cui concentrare la spesa:

 

1.     garantire la qualità e gli standard delle politiche socio-sanitarie e delle politiche di assistenza alla persona;

 

2.     consolidare gli interventi sullo stato sociale al fine di tutelare il potere di acquisto di salari, pensioni e redditi già duramente provati da una spirale inflazionistica pesante;

 

3.     ribadire in maniera forte l’importanza della scuola e della formazione avendo ben chiaro il valore dell’autonomia scolastica e dell’impegno nei progetti innovativi;

 

4.     mantenere e potenziare gli interventi a favore delle politiche di mobilità in un’ottica di sviluppo sostenibile;

 

5.     dare adeguato sostegno al sistema delle imprese per garantire un sufficiente accesso al credito e in tal modo creare un volano per sostenere la produzione e quindi la ripresa.

 

Dopo gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 tutta la struttura regionale si è immediatamente attivata per avviare gli interventi urgenti per la messa in sicurezza di luoghi ed edifici, per la realizzazione di opere provvisionali. Naturalmente la prima azione è stata rivolta a dare assistenza alla popolazione colpita dal sisma. Sono state complessivamente 40 mila le abitazioni danneggiate. Sono state oltre 16mila le persone direttamente ospitate in campi di prima assistenza ed alberghi, progressivamente ridotte, a circa 3.000 in corrispondenza della chiusura avvenuta nel mese di ottobre.

 

La prima misura messa in campo per le persone colpite dal sisma è stato il Contributo di Autonoma Sistemazione (CAS) gestito dal Dipartimento della Protezione civile. Alla fine di ottobre di quest’anno, dopo un lungo e costante lavoro del Commissario Errani con il Governo, i fondi totali stanziati con diversi provvedimenti ammontano a circa 9 miliardi di euro per i prossimi anni, oltre al credito d’imposta per le ristrutturazioni, i costi della cassa integrazione ordinaria e straordinaria, l’esenzione tickets e gli interessi sulle anticipazioni bancarie.

 

Sulla contabilità speciale appositamente accesa per far fronte alla ricostruzione delle aree terremotate di cui all’art. 2 del D.L. 74/2012 le risorse attualmente disponibili per l’anno in corso ammontano a 321 milioni di euro quale acconto derivante dal fondo per la ricostruzione comma 3, art. 2 D.L. 74/2012, 92,5 milioni di euro dal fondo destinato al sostegno alle imprese danneggiate art. 11 D.L. 74/2012 - D.M. 10.8.2012, 1,5 milioni di euro per la raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti, comma 17 art. 17 D.L. 74/2012 e 10,26 milioni di euro quale riversamento delle risorse derivanti dalle erogazioni liberali effettuate a favore della Regione per interventi per la ricostruzione e la ripresa dei territori colpiti. Sempre entro l’anno 2012 il fondo sarà incrementato dalla quota proveniente dagli sms solidali, ammontante a 14 milioni di euro.

 

Sono state destinate ingenti risorse per le scuole, pari a 149 milioni di euro, per la realizzazione di moduli prefabbricati a uso abitativo per 90 milioni, per interventi sulle strutture sanitarie per oltre 55 milioni, per la messa in sicurezza del territorio per 34 milioni, per il ripristino dei municipi per 39 milioni, per opere provvisionali per una trentina di milioni, per il recupero e potenziamento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica per 40 milioni, destinando sia risorse del fondo commissariale sia risorse del bilancio regionale ed infine sono partite le procedure per l’erogazione dei contributi per il ripristino e riparazione delle abitazioni con danni lievi o medio-gravi, e per il ripristino e la ricostruzione delle attività produttive.

 

Con il bilancio 2013, per fronteggiare l’emergenza derivante dagli eventi sismici, in ogni settore dell’amministrazione regionale si darà priorità agli interventi nelle aree colpite dal terremoto.

 

Per quanto riguarda la sanità regionale, la cornice finanziaria nazionale è contraddistinta da una riduzione di risorse e conferma la tendenza, da parte del Governo, di assicurare l’equilibrio finanziario del Servizio Sanitario Nazionale attraverso un sempre maggiore ricorso a misure di contenimento della spesa sanitaria alternative e sostitutive dell’incremento del livello di finanziamento.

 

La Spending Review (D.L. n. 95/2012 convertito nella Legge n. 135/2012) ha ridefinito il finanziamento, al comparto sanità per il triennio 2012-2014; cui si aggiunge il Disegno di Legge di Stabilità 2013 con restrizioni aggiuntive sulla spesa. I tagli del Fondo Sanitario Nazionale, determinati dalle ultime manovre economiche compreso il Disegno di Legge di Stabilità 2013, sono pari ad oltre 30 miliardi di euro nel triennio 2013-2015. Le misure di contenimento della spesa, spesso non tengono in considerazione la situazione delle diverse Regioni, con il rischio di penalizzare quelle più virtuose che negli anni passati hanno già adottato misure per la spesa.

 

Le disponibilità destinate al finanziamento indistinto del F.S.N. saranno ripartite tra le Regioni sulla base dell’Intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni. Si stima che la quota di FSN, esclusa la mobilità sanitaria, per la Regione Emilia Romagna sia:

 

·  per il 2013 pari a 7.700 milioni (7.585 milioni di finanziamento indistinto, 115 milioni di finanziamento degli obiettivi di piano), con una riduzione stimabile in circa 81,7 milioni rispetto all’anno 2012 post Spending Review e di 148,7 milioni rispetto alla programmazione 2012;

 

·  per il 2014 pari a 7.763 milioni (7.647 milioni di finanziamento indistinto, 116 milioni di finanziamento degli obiettivi di piano), con un incremento di 63 milioni circa rispetto al 2013;

 

·  per il 2015 pari a 7.756 milioni di cui 7.640 milioni di finanziamento indistinto e 116 milioni di finanziamento degli obiettivi di piano.

 

 

Per il 2013 si conferma l’impegno finanziario regionale per il sistema del Welfare attraverso:

 

-                      l’intervento regionale a garanzia del fabbisogno finanziario connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie aggiuntive rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza ed a garanzia del pareggio di bilancio del Servizio sanitario regionale, pari a 150 milioni di euro; di questi, 50 sono destinati al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, aggiungendosi alle risorse direttamente stanziate a tal fine;

 

-          il finanziamento diretto dal bilancio regionale per la Non Autosufficienza, pari a 70 milioni di euro.

 

Il perseguimento del pareggio di bilancio nell’esercizio 2013 richiede l’adozione di misure in grado di produrre nell’esercizio economie tali da contrastare sia la riduzione del F.S.R. come sopra rappresentata, sia il tendenziale aumento dei costi di produzione a parità di condizioni. Le misure contenute nella Manovra economica del luglio 2011, nella Spending Review, nel Disegno di Legge di Stabilità 2013, unitamente a ulteriori manovre regionali, rappresentano la portata delle azioni da mettere in campo e gli interventi in grado di incidere sul controllo dei costi. In assenza di misure, si stima un aumento dei costi  sui principali fattori produttivi, pari a circa 110 milioni di euro. Mantenendo fisso il costo del personale, che rappresenta il fattore produttivo di maggiore rilevanza, gli incrementi più significativi sono previsti sui farmaci e sui servizi sanitari e non sanitari. A questo incremento va aggiunto il maggiore onere che a partire dal 2013 graverà sul SSR per un importo pari a circa 40 milioni/anno per garantire la copertura finanziaria degli ammortamenti non sterilizzati pregressi 2001-2010.

 

Occorre inoltre evidenziare l’azzeramento del finanziamento per le funzioni relative alla salute umana nell’ambito del federalismo amministrativo (c.d. trasferimenti Bassanini) che assicuravano gli indennizzi a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, ai quali dovrà farsi fronte con le risorse complessivamente destinate alla sanità.  Il Disegno di Legge di Stabilità 2013 a fronte di restrizioni aggiuntive sulla spesa del settore sanitario pari a 600 milioni per il 2013 e di 1000 milioni a decorrere dal 2014 ha contestualmente introdotto ulteriori misure di riduzione della spesa che prevedono l’aumento dal 5% al 10% del taglio dei corrispettivi e dei corrispondenti volumi di acquisto di beni e servizi (con l’esclusione dei farmaci e dei dispositivi medici) ed una ulteriore riduzione del tetto previsto per i dispositivi medici. Applicando tali riduzioni con rigore matematico alle categorie di fattori produttivi interessati, si stima si produca un risparmio di circa 147 milioni di euro, calcolati come di seguito descritto:

 

-                      Costo per l’acquisto di beni sanitari (escluso farmaci) e beni non sanitari: si ipotizza una riduzione del 10%.

 

-                      Costo per Ospedali privati accreditati per residenti della provincia e Specialistica convenzionata esterna: si ipotizza una riduzione dell’1% sul 2011.

 

-                      Protesica e integrativa: si ipotizza una riduzione del 10% sugli Elenchi 2 e 3 allegati al DM 27 agosto 1999, n. 332 che rappresentano il 55% del costo totale. Sull’elenco 1, che comprende i presidi e gli ausili personalizzati, non si ipotizzano riduzioni. Per l’integrativa si prevede una riduzione del 10%.

 

-                      Servizi in convenzione e Altri servizi sanitari: si ipotizza un risparmio dell’1% sulle rette da privato e 1% su servizi assistenziali da privato e da pubblico, rispetto ai costi del 2011.

 

-                      Costo per l’acquisto di servizi non sanitari: per i servizi tecnici (pulizie, ristorazione, smaltimento rifiuti, servizi appaltati): si ipotizza un risparmio del 10% sul 2012; per le utenze e altri servizi non sanitari: si ipotizza un risparmio del 10% sul 2012.

 

Oltre alle misure previste dalla Spending Review, la Regione Emilia Romagna intende porre in essere misure regionali che possono comportare una riduzione dei costi pari a circa 85 milioni, attraverso azioni in fase di elaborazione che saranno oggetto di confronto con le forze sociali, con le rappresentanze di categoria e gli enti locali.  Per quanto riguarda le spese di investimento gli obiettivi restano fermi al quadro già pianificato per la realizzazione, ristrutturazione, acquisto, completamento di strutture, relativi impianti e attrezzature, nonché di tecnologie a destinazione sanitaria, anche al fine dell’adeguamento alle normative in tema di sicurezza e accreditamento del patrimonio sanitario e socio-assistenziale.

 

 

5.1 Il sostegno alle politiche pubbliche

 

Tra i comparti fondamentali di azione della Regione, da sostenersi col bilancio annuale e pluriennale, vi sono:

 

276,97 milioni di euro per il sostegno allo sviluppo dell’economia regionale, per i settori Industria, cooperazione, artigianato e problemi del lavoro, comprese le risorse del Programma Operativo regionale FESR 2007-2013. La strategia traduce nelle voci di bilancio gli indirizzi del patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Gli interventi proposti a bilancio si inseriscono in una strategia che intende affrontare la recessione in corso e sostenere la ripresa con misure volte a sostenere la competitività delle imprese e la valorizzazione del sapere e del lavoro. Il 2013 rappresenta l’anno di avvio dei nuovi programmi triennali Attività produttive e PRIITT e il secondo anno di attuazione del Piano Energetico regionale; esso rappresenta anche un anno particolarmente importante per il POR FESR 2007-2013 che si trova nella fase di piena attuazione della programmazione. Il bilancio 2013 conferma le risorse per l'internazionalizzazione (circa 11 milioni di euro) nel quadro delle nuove azioni previste dal Programma Triennale Attività produttive; il completamento del finanziamento della graduatoria dei progetti per le grandi imprese per 8,10 milioni di euro; i contributi per le attività a favore dell’artigianato e della cooperazione; la costituzione del fondo di garanzia per interventi a favore delle nuove imprese e interventi diretti a sostegno delle nuove iniziative imprenditoriali (3,8 milioni di euro); i contributi per infrastrutturazione e fornitura servizi aree/spazi per l’attrazione delle imprese (5,9 milioni di euro) e il completamento del programma del Patto dei Sindaci per l'energia, che si accompagna al completamento del programma di diagnosi energetiche sugli edifici pubblici. Sono poi previsti gli interventi di accompagnamento attraverso l’assistenza tecnica volta a monitorare gli aspetti connessi alle crisi aziendali/settoriali, l’ampliamento dei processi di accreditamento dei laboratori e delle strutture di ricerca, l’attuazione del piano energetico anche attraverso il potenziamento delle collaborazioni istituzionali già avviate, l’aggiornamento delle banche dati. Sono riproposte le risorse per un nuovo bando per le diagnosi energetiche sugli edifici pubblici per finanziare i progetti presentati dagli enti locali sul bando energia.

 

41,69 milioni di euro per il turismo e il commercio, incentivando il turismo sia nazionale che internazionale, soprattutto attraverso progetti di marketing e di promozione turistica. L’obiettivo nei prossimi anni sarà quello di innovare il prodotto turistico, con un’offerta diversificata e integrata, anche attraverso progetti interregionali e di eccellenza per conoscere i diversi luoghi del territorio regionale. Sono previsti interventi per il conferimento ai consorzi fidi di un fondo per la concessione di contributi in conto interessi attualizzati per 1,5 milioni di euro e 3,9 milioni di euro per un fondo finalizzato alla concessione di garanzie fideiussorie per agevolare il ricorso al credito dei soci operanti nel settore turismo. Le politiche attive nel campo turistico si mantengono a livelli importanti proporzionati alla quota di Pil regionale che produce il settore. 900.000 euro per il settore commercio, a sostenere il progetto pilota che coinvolge i comuni maggiori della Regione per la promozione e valorizzazione dei centri storici e dei centri commerciali naturali. Inoltre 2,65 milioni di euro per i consorzi fidi del settore.

 

394,51 milioni di euro per il diritto allo studio, l’accesso al sapere, l’istruzione, le borse di studio e per il lavoro e la formazione che comprendono i finanziamenti, in seguito all’approvazione del Programma Operativo Regionale Competitività e Occupazione 2007-2013 che fruiscono del contributo del Fondo Sociale Europeo. Anche per il 2013 continua il sostegno al sistema di Istruzione e Formazione Professionale, che ha visto negli anni scorsi l’accesso di più di 8.000 giovani iscritti alla classe prima presso gli Istituti Professionali e circa 3.000 giovani che hanno frequentato il secondo anno presso gli enti di formazione. Prosegue nel 2013 il Piano triennale dell’offerta di formazione superiore specialistica, raccordata alla Rete Politecnica regionale, con l’obiettivo di offrire una pluralità di proposte formative fondate sulla valorizzazione della cultura professionale, tecnica, tecnologica e scientifica.

 

A seguito del terremoto di maggio 2012 le regioni italiane hanno costituito un “contributo di solidarietà” a carico dei Programmi Operativi FSE dell’Obiettivo Competitività Regionale ed Occupazione. Alla Regione Emilia Romagna saranno destinati 40.714.085,00 Euro al fine di contribuire al sostegno dei territori e della popolazione colpita dagli eventi sismici, rafforzando gli interventi di ristoro dei danni subiti dal sistema economico e produttivo e per iniziative di sviluppo.

 

Per quanto riguarda il settore delle Politiche giovanili, saranno portate avanti le attività inerenti ai progetti inseriti nell’Accordo di Programma Quadro GECO 2, alcuni dei quali si esplicano come prosecuzione di interventi già finanziati e realizzati sul territorio regionale attraverso i fondi messi a disposizione dall’Accordo GECO 2007-2009, mentre altri contribuiscono a dare maggiore rilevanza a progetti che finora avevano ricevuto finanziamenti solo attraverso i bandi regionali e che avevano mantenuto una rilevanza meramente locale.

 

62,53 milioni di euro per supportare gli enti locali nello sforzo di mantenere un adeguato livello di servizi sociali. Fra gli obiettivi prioritari figurano il sostegno al sistema integrato di interventi e servizi per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia: in particolare il sostegno della genitorialità, i servizi educativi, i centri per le famiglie, la tutela e la prevenzione dai rischi di abbandono o maltrattamento. Risultano consolidate le risorse destinate a problematiche sociali particolarmente delicate e difficili quali gli interventi per la popolazione carcerata e la lotta alla tratta; vengono potenziate le risorse a sostegno di progetti delle organizzazioni di Volontariato.

 

802,41 milioni di euro per il trasporto pubblico locale ed i sistemi di mobilità. Ai sensi dell’art. 9, comma 1 della L. n. 135/2012 “Spending review”, al fine del contenimento della spesa e per un migliore svolgimento delle funzioni amministrative, è stata operata una riduzione del 20% applicata sulla trattenuta che le Agenzie per la mobilità e il trasporto locale possono praticare per lo svolgimento delle attività previste dall’art. 19, comma 3, lettere a),c) e d) della LR 30/98. Sono state stanziate inoltre le risorse necessarie per i rinnovi dei contratti di lavoro. Gli interventi di ammodernamento del trasporto pubblico locale potranno contare su risorse statali per 9,5 milioni di euro.

 

Per quanto riguarda le spese di investimento gli obiettivi sono di realizzare il quadro infrastrutturale già pianificato, che comprende la realizzazione della prima autostrada regionale, la Cispadana e la riqualificazione delle infrastrutture esistenti, assicurando inoltre la manutenzione straordinaria della rete ferroviaria. E’ previsto l’aumento di capitale sociale, mediante conferimenti in natura, della società Fer srl fino ad un importo massimo di 20 milioni di euro

 

41,09 milioni di euro per cultura, sport, tempo libero e politiche giovanili, di cui 17,69 milioni di euro riguardano risorse regionali correnti per cultura e sport. Per il settore spettacolo, le risorse sono indirizzate al sostegno delle attività di produzione e distribuzione di spettacoli di elevata qualità artistica e culturale, delle rassegne e dei festival più rilevanti per valore artistico; alla promozione di settori specifici dello spettacolo, a iniziative di comunicazione, informazione, formazione e ampliamento del pubblico nelle differenti forme di espressione artistica contemporanea e dell’attività creativa dei nuovi autori; alla promozione della cultura cinematografica; al consolidamento, qualificazione e sviluppo delle attività di Osservatorio dello spettacolo; ad iniziative che, integrando risorse e competenze di più soggetti, consentano l’operatività, nei centri medi e piccoli, di teatri, cinema-teatri, auditorium e sale da concerto, riconoscendone il ruolo fondamentale per la crescita culturale e sociale della comunità.

 

L’integrazione delle politiche di promozione sportiva con quelle per la salute rappresenta il tratto qualificante dei Programmi per la Promozione sportiva degli ultimi anni e, l’obiettivo principale è quello del miglioramento degli stili di vita dei cittadini emiliano-romagnoli attraverso la pratica sportiva.

 

287,71 milioni di euro per la casa e la riqualificazione urbana. Gli interventi sono finalizzati a sostenere, la rigenerazione delle periferie e la riqualificazione dei centri urbani: per rivitalizzare strade, piazze, centri storici, per garantire la sicurezza nelle città (illuminazione, videosorveglianza, campagne di educazione, ecc.) e la qualità degli spazi pubblici anche attraverso la diffusione a scala comunale dei concorsi di architettura.

 

La regione sosterrà inoltre, tramite fondi di garanzia, le famiglie in difficoltà economiche a rischio sfratto.

 

Prosegue inoltre l’impegno della Regione per sostenere il PiTER (Piano telematico dell’Emilia-Romagna), gli obiettivi per il 2013 sono di effettuare l'ammodernamento necessario per porre in essere gli adempimenti del Codice dell'Amministrazione digitale, adeguare e sviluppare i sistemi informativi regionali a supporto del processo di semplificazione, dematerializzazione e certificazione previsto dalla normativa nazionale e regionale. 2 milioni di euro per la digitalizzazione dei documenti.

 

45,92 milioni di euro a sostegno degli interventi di protezione civile, di cui 34,99 milioni di euro per investimenti. I finanziamenti sono finalizzati a interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio. Sono inoltre previste le risorse necessarie all’attuazione del Piano per la lotta attiva agli incendi boschivi, per il mantenimento della Colonna Mobile regionale ed in particolare della operatività delle Organizzazioni del Volontariato di protezione civile e le convenzioni strategiche con i Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale dello Stato, le Capitanerie di Porto, le Province, la Comunità scientifica ed altre strutture operative del sistema regionale di Protezione Civile.

 

55,36 milioni di euro per l’agricoltura, sia regionali che derivanti da assegnazioni specifiche statali e da cofinanziamenti Stato e UE. Il settore agricolo con il Decreto legge 78/2010, convertito con modificazioni dalla L. 122/2010, ha visto l’azzeramento delle risorse per la copertura delle spese per l’esercizio delle funzioni trasferite dallo Stato (DPCM Bassanini), che ammontavano a circa 30 milioni di euro l’anno, di cui circa 11 milioni vincolate alle attività di tenuta dei libri genealogici, di effettuazione dei controlli funzionali sul bestiame svolte dalle Associazioni Provinciali Allevatori (APA) ed agli interventi per la subsidenza di Ravenna. Alla drastica riduzione delle disponibilità si è data parziale risposta attraverso la riorganizzazione e ottimizzazione della spesa. Per il bilancio 2013 – in relazione alle previsioni del D.L. 74/2012, concernente interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, che ha tra l’altro previsto all’art. 14, al fine di consentire alla Regione Emilia-Romagna di disporre di risorse aggiuntive da destinare al rilancio del settore agricolo ed agroindustriale nelle zone colpite dal sisma, che l'intera quota di cofinanziamento del PSR regionale per le annualità 2012 e 2013, ammontante a 32,2 milioni di euro, è assicurata dallo Stato attraverso le disponibilità del Fondo di rotazione - 14,9 milioni di euro previsti per il cofinanziamento regionale del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 (PSR) sono stati destinati ad Aiuti aggiuntivi sulle Misure del PSR per le zone terremotate, con le stesse modalità e condizioni previsti dal PSR stesso. Sono previste risorse destinate ai consorzi fidi per facilitare l'accesso al credito. Il sostegno all’operatività degli Organismi di garanzia in campo agricolo (Agrifidi) rappresenta, anche in relazione alla stretta creditizia in atto da tempo, priorità di intervento attraverso la compartecipazione al fondo rischi per la concessione di garanzie su prestiti contratti dalle aziende agricole associate ed il concorso sugli interessi applicati dagli Istituti di credito per la stipula di prestiti a medio-lungo termine assistiti dalle garanzie prestate.

 

161,41 milioni di euro per il settore tutela e valorizzazione dell’ambiente col duplice obiettivo di migliorare i livelli di sicurezza del territorio, per quanto riguarda il rischio idraulico, idrogeologico e di erosione e sismico dall'´altro di promuovere comportamenti attivi e responsabili nei confronti dell'´ambiente da parte di tutti i cittadini, dei produttori e dei consumatori, oltre agli interventi rivolti alla salvaguardia e alla conservazione del sistema delle aree protette, dei parchi e delle foreste. Gli investimenti, complessivamente pari a 124,41 milioni di euro, avranno come priorità la sicurezza idraulica, la sistemazione idrografica, gli interventi di bonifica su siti inquinati, il miglioramento della Qualità dell'Aria, gli interventi per l'attuazione del piano tutela acque per la realizzazione di opere finalizzate ad azioni di risparmio e di razionalizzazione dell'uso della risorsa idrica. Per quanto attiene il settore ambiente nel corso del 2013 prosegue l'attuazione del Piano di azione ambientale 2011-2013 per centrare obiettivi:

 

1. il nuovo piano regionale in materia di “rifiuti”

 

2. il primo piano regionale sulla qualità dell’aria

 

3. il nuovo piano di tutela delle acque

 

4. il nuovo piano di azione ambientale per un futuro sostenibile

 

Elemento valutato come strategico è inoltre il sostegno massimo possibile che si è cercato di garantire alla recente importante riforma (L.R.24/2011) delle aree naturali protette, pur nel quadro difficile in cui ci si trova a dovere decidere.

 

332 mila euro quale rifinanziamento della legge per le misure di prevenzione della criminalità organizzata e mafiosa e per la promozione della legalità per dando priorità ai progetti di scambio di informazione e per il sostegno ai Comuni nel riutilizzo dei beni confiscati.

 

Pur in assenza di specifici fondi regionali stanziati per la promozione delle pari opportunità di genere, la regione, già nel corso del 2012, ha messo in campo una nuova strategia di azione, che prevede modalità diverse ma sempre più incisive per la diffusione di una cultura attenta alle differenze di genere, a prescindere dalle risorse finanziarie a disposizione. In tale contesto si tratterà di sviluppare sempre di più un percorso orientato da un lato alla valorizzazione e sistematizzazione di quanto finora realizzato e prodotto, anche attraverso il prezioso lavoro nelle scuole, documentato nel sito “Alla pari”, che assume sempre più un ruolo di divulgazione e diffusione informativa sulle tematiche di genere, dall’altro lato nello sviluppo di nuove alleanze istituzionali che consentano la diffusione di una cultura attenta alle differenze e alla non discriminazione in nuovi settori dell’azione istituzionale. Per ciò che concerne il primo ambito si tratta infatti di strutturare percorsi di conoscenza soprattutto con riguardo alle tematiche inerenti gli stereotipi sessisti, utilizzabili sia dagli studenti che dagli adulti, anche in percorsi formativi con l’obiettivo di porre al centro della comunità educante della nostra regione giovani sempre più protagonisti consapevoli. Per ciò che concerne il secondo ambito, si stanno sviluppando percorsi innovativi di collaborazione avviati, o in corso di avvio, con il Corecom regionale, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza e il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, nel rispetto delle diverse competenze e settori di azioni di tali Istituti di garanzia.

 

In base alle disposizioni del D.Lgs n.118 del 23 giugno 2011 “Disposizioni  in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro enti ed organismi a norma degli articoli 1 e 2 della Legge 5 maggio 2009, n. 42”, per garantire la trasparenza dei conti sanitari, nell’ambito del bilancio regionale deve essere individuata l’esatta perimetrazione delle Entrate e delle Uscite relative al finanziamento del Servizio Sanitario, per consentire la confrontabilità tra le entrate e le spese iscritte nel bilancio regionale e le risorse indicate negli atti che determinano il fabbisogno sanitario della Regione. Per questo motivo è stata adottata un’articolazione in capitoli tale da garantire separata evidenza delle poste relative al servizio sanitario ordinario corrente, al servizio sanitario aggiuntivo per l’erogazione dei livelli di assistenza superiori rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza, al finanziamento del disavanzo sanitario pregresso e degli investimenti in ambito sanitario, con separata evidenza degli interventi per l’edilizia sanitaria finanziati ai sensi dell’art. 20 ex legge 67/88. Nell’articolazione sopra richiamata, per dare separata evidenza alle entrate e alle spese per la mobilità sanitaria, è stato necessario iscrivere, in parte entrata e in parte spesa, l’importo, al lordo, della mobilità sanitaria attiva e passiva. Questo determina un incremento della parte entrata e spesa del bilancio regionale, ma è ininfluente sui saldi e sulle grandezze sostanziali. Dopo quasi un anno dall’applicazione del sopracitato decreto, permangono ancora incertezze a causa della mancata emanazione delle linee guida per da parte dei Ministeri della Salute e dell’Economia e delle Finanze.

 

 

6. Conclusioni

 

Sulla base di tutti gli elementi summenzionati è opinione del relatore che, anche per l’anno 2013, il bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna risponda – pur in una situazione di difficoltà crescenti – ai caratteri di oculatezza amministrativa e di qualità ed efficacia dell’azione politica che caratterizzano l’azione del sistema delle istituzioni territoriali della nostra regione.

 

E’ per tali motivi che si invita l’Assemblea Legislativa ad adottare gli strumenti legislativi (bilancio e legge finanziaria) che permettono la realizzazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 della Regione Emilia-Romagna.

 

 


RELAZIONE DEL CONSIGLIERE MARCO LOMBARDI

RELATORE DI MINORANZA

 

 

 

 

LO SCENARIO INTERNAZIONALE

 

 

Anche quest’anno il Bilancio di previsione e la Legge Finanziaria regionale vanno inquadrati in un contesto nazionale ed internazionale da cui non si può prescindere per offrire corrette valutazioni anche in ordine alle previsioni che ci riguardano più da vicino.

 

Il quadro internazionale, pur nella sua complessità e novità di dinamiche,  ci consegna uno scenario abbastanza chiaro.

 

L’economia mondiale cresce, anche se meno di qualche anno fa, trascinata dai nuovi Paesi emergenti e dall’America che ha saputo superare la crisi del 2008.

 

Per i primi i motivi dello sviluppo sono principalmente di ordine economico, sociale e demografico, per l’America il motivo principale è costituito dal fatto che fino ad oggi ha usato il debito pubblico e la possibilità di stampare moneta per finanziare la crescita.

 

Oggi gli Stati Uniti hanno un rapporto debito PIL del 120% con un deficit del 10%, mentre l’area EURO ha un rapporto debito PIL del 90% con un deficit medio del 3% ma nonostante ciò, l’euro non è credibile e quindi l’Europa è in crisi, il dollaro è ridiventato credibile e per ora l’America si è ripresa dalla crisi.

 

Prima di passare brevemente all’ esame della situazione Europea, mi soffermerei per un attimo sul concetto di “credibilità” citato più volte in ogni contesto economico e spesso associato con significati diversi sia alla figura di Berlusconi che di Monti.

 

Mi pare evidente, che al di la di ogni pretestuosa polemica, l’accezione economica del termine “credibilità” non si debba riferire, alle caratteristiche personali di questo o quel Premier, ma bensì alle probabilità di tenuta di questa o quella economia in base ai suoi fondamentali ed alle sue prospettive, soprattutto in rapporto ad eventi esterni ad essa, e spesso da questa non controllabili.

 

Ridurre la credibilità di una economia ai rapporti più o meno cordiali con la Merckel o alle vicende private di Berlusconi o alla sobrietà di Monti, rappresenta una evidente caricatura della realtà.

 

E proprio il famigerato spread è la cartina di tornasole di ciò che sto dicendo.

 

Era oltre i 500 punti base nel novembre 2011 con il Governo Berlusconi, quando il giornale di Confindustria titolava a caratteri cubitali “FATE PRESTO” aprendo la strada al Governo Tecnico; è sceso nei primi mesi del 2012 per effetto degli acquisti di debito pubblico stimolato dal finanziamento della BCE alle banche Italiane; è risalito oltre quota  500 da maggio a giungo 2012 nonostante la sobrietà ed il rigore di Monti; è ridisceso alle quotazioni attuali grazie alla posizione di Draghi che senza spendere un euro ha semplicemente detto (e qui  c’entra la credibilità) che la BCE avrebbe fatto tutto il necessario per difendere l’EURO.

 

Certo ogni Paese deve poi metterci del suo per migliorare la situazione, ma proprio per questo, stento a condividere il giudizio di che enfatizza l’operato del Presidente Monti confrontandolo con il presunto disastro del Governo Berlusconi, perché se andiamo a guardare tutti fondamentali economici, dalla crescita del PIL, all’aumento del debito pubblico, al tasso di disoccupazione, all’aumento della pressione fiscale, quelli di oggi sono tutti più negativi di quelli del Governo Berlusconi.

 

È indubbio poi che il Presidente Monti sia gradito alla Merckel più di quanto non lo fosse Berlusconi in quanto questi contestava alla Germania di approfittare della crisi del debito di alcuni paesi europei (Grecia, Portogallo, Spagna ed Italia) per guadagnare sugli interessi del proprio debito pubblico.

 

Se volgiamo davvero creare gli Stati Uniti d’Europa, noi non possiamo pretendere che altri paghino i nostri debiti, ma possiamo certamente pretendere che con lo stesso spirito solidale con cui aiutiamo i Paesi più arretrati dell’aera euro, non consentiamo che la Germania finanzi le proprie imprese con larghezza ed a tassi irrisori, speculando sul differenziale di spread che lei stessa contribuisce a creare.

 

Monti ha accettato questo stato di cose supinamente e spremendo gli italiani, Berlusconi no e per questo era meno simpatico alla Merckel ed ai salotti buoni della finanza europea.

 

Insisto su queste analisi di fondo, perché come ha più volte affermato anche l’On. Bersani oggi in politica bisogna dire la verità anche se a volte non ci piace. Ed io raccogliendo l’invito vorrei si condividesse il fatto che le scelte economiche del Governo Berlusconi possono essere criticabili o meno, ma non sono state la causa della crisi ed il cambio di Governo si è reso necessario non perché l’abolizione dell’ICI o della tassa di successione avesse aumentato il buco di bilancio, ma perché la finanza nazionale ed internazionale attaccando il nostro ingente debito pubblico, spingeva per un Governo di unità nazionale capace di prendere decisioni impopolari, più nell’interesse del sistema finanziario  che dei cittadini e delle imprese italiane.

 

 

LO SCENARIO REGIONALE

 

 

Chi ritiene che la mia analisi sia troppo di parte, vorrei leggesse la relazione di accompagnamento al Bilancio regionale 2013 che recita testualmente:

“nel 2012 si sta quindi verificando una marcata flessione del PIL regionale, che vanifica i lievi progressi che si erano avuto nel biennio 2010-2011 e che determina un livello del PIL appena superiore a quello del 2009 quando si sono avvertiti maggiormente gli effetti della crisi originatasi negli Stati Uniti.”

 

Tradotto significa che in Emilia Romagna abbiamo avuto un momento di difficoltà nel corso del 2009 dipendente della crisi statunitense, ci siamo ripresi nel biennio 2010 -2011 grazie alle nostre imprese ma certamente anche con l’apporto delle politiche del Governo Berlusconi e posso dire della Giunta Errani, siamo ripiombati nella crisi nel 2012 nonostante, ma qualcuno potrebbe anche dire a causa, del Governo dei Tecnici.

 

Ovviamente sulla previsione di diminuzione del 2,5% del PIL regionale incide fortemente il terremoto che ha colpito una zona molto pregiata del nostro territorio, ma proprio la ricostruzione, se sapremo incentivarla con misure di semplificazione e di sburocratizzazione, e salvaguardarla dall’inquinamento della criminalità organizzata, potrà costituire un importante volano di ripresa dell’economia regionale ed anche del PIL nazionale.

 

Tutti i settori economici della nostra regione prevedono, nel 2013 segni negativi, e conseguentemente l’occupazione seppure con dati inferiori al previsto si preannuncia .

 

Ecco perché, gli interventi di politica economica e sociale che la regione può mettere in campo oggi assumono un rilevo essenziale non accessorio rispetto al contesto generale.

 

A conclusione di questa premessa in merito agli scenari internazionali, nazionali e regionali, vorrei proporre alcune considerazioni di fondo riprese anche dalla relazione della Giunta .

 

La prima. Se al precedente Governo si poteva rimproverare di aver portato avanti una riforma federalista dello Stato un po’ raffazzonata e poco organica, a questo Governo si deve imputare il fatto di voler riaccentrare il potere a livello statale, non in virtù di una critica al precedente modello, ma in ossequio ad una concezione di stato secondo la quale è meglio limitare la democrazia, delegando il governo della cosa pubblica ad un gruppo di professori illuminati. Questo concetto antidemocratico,in altri tempi insostenibile, oggi può essere pericolosamente sostenuto sull’onda dell’antipolitica e della presunta lotta agli sprechi.

 

La seconda. Questo Governo tecnico è stato assolutamente incapace di superare il criterio dei tagli lineari agli Enti Locali ed alle Regioni, dimostrando da un lato quanto tale manovra sia difficile, rivalutando in questo senso Tremonti, dall’altro ponendo dei dubbi sulle qualità accademiche di un stuolo di professori incapaci di trovare soluzioni minimamente innovative ai problemi atavici della nostra finanza pubblica.

 

Da ultimo, venendo alla nostra realtà specifica, segnalo una preoccupazione relativa alla riforma regionale in corso in tema di riallocazione delle funzioni amministrative e delle gestioni associate delle stesse. Non corriamo il rischi di ripetere gli errori che il Governo fa con noi. I modelli di gestione che noi proponiamo devono dimostrare nei fatti una reale convenienza economica a cui possono ed anzi devono piegarsi meri interessi campanilistici. Dobbiamo preoccuparci di far comprendere ai nostri Comuni che non si tratta di una manovra politica per punire o limitare le amministrazioni “non amiche” ma di un percorso per migliorare l’efficienza degli Enti Pubblici a vantaggio dei cittadini. Quindi questo processo va spiegato con cura e condiviso il più possibile, fornendo dati e numeri più che tesi ideologiche o peggio valutazioni partitiche.

 

 

IL BILANCIO DI PREVISIONE 2013 E LA LEGGE FINAZIARIA

 

 

Al momento della redazione del Bilancio 2013, credo che qualche Assessore o qualche dirigente se non addirittura il Presidente Errani, abbia pensato: ridateci Tremonti.

 

I tagli del Governo Tecnico sono certamente più “stupidi” più “lineari” e più “pesanti” di quelli del Governo precedente, che spesso si è limitato a tagliare sui preventivati aumenti.

 

I tagli di Tremonti hanno costretto una Regione virtuosa come la nostra ad utilizzare in maniera più proficua gli avanzi di amministrazione, ed alla fine la società civile e le imprese hanno semplicemente dovuto subire i pianti della Giunta regionale in occasione del bilancio preventivo per poi scoprire a consuntivo che le risorse per loro non erano cambiate di molto.

 

Monti, viceversa, ha veramente e pesantemente ridotto la capacita finanziaria di una Regione come la nostra senza tenere in alcun conto la nostra buona gestione rispetto a Regioni dalle gestioni impresentabili.

 

A tal proposito è utile evidenziare immediatamente come l’avanzo netto di amministrazione sia passato dagli 1,714 miliardi di euro del 2010 ai 512 miliardi di euro previsti per il 2013, attestando quella pratica virtuosa a cui sopra facevo riferimento.

 

Inoltre è opportuno evidenziare come le entrate previste per il 2013 ammontino a 13.109, 73 milioni di euro e per la prima volta il totale di tutte le entrate della Regione al netto dell’avanzo, delle alienazioni patrimoniali e dei così detti mutui a pareggio, vedrà una flessione reale.

 

Negli esercizi precedente ci sono stati minori trasferimenti statali, molto enfatizzati dalla Giunta e dalla maggioranza in quest’aula, ma le entrate proprie della regione, cioè le risorse disponibili per i sui scopi istituzionali, non erano mai diminuite rispetto all’esercizio passato essendo state bilanciate dall’aumento di altre entrate.

 

Ovviamente, nel valutare il fatto che tali risorse passano da 10,202 miliardi di euro del 2012 a 10,177 miliardi nel 2013, bisognerà tener conto che in ogni caso il limite imposto dal tetto di spesa previsto dal patto di stabilità, non avrebbe consentito spese ulteriori, ma resta il dato che per la prima volta scende realmente la disponibilità economica della Regione per la spesa corrente operativa che costituisce il suo “core business”, da 10,421 miliardi di euro della previsione 2012 ai 10,089 miliardi di euro della previsione 2013.

 

Allo stesso tempo va segnalato come, se da un lato diminuisce la previsione di entrate per Assegnazioni Statali correnti (da circa 417 milioni nel 2012 a circa 309 milioni nel 2013) aumenta notevolmente la previsione di Assegnazioni Statali in conto capitale (da circa 44 milioni nel 2012 a circa 276 milioni nel 2013) e questo dato va valutato alla luce della considerazioni che, al di là della qualificazione dell’ entrata molto ampia è la discrezionalità della regione anche sull’utilizzo delle entrate in conto capitale.

 

Certamente positivo è poi l’ulteriore contenimento delle spese di funzionamento che nel 2013 prevedono una riduzione del 4,5% con un risparmio di 12 milioni di euro sull’esercizio precedente, dove la riduzione operata ai costi dell’Assemblea Legislativa incide per l’8%. A tal proposito, occorre verificare che la giusta riduzione di spese in questo momento superflue, non ponga a rischio l’operatività dell’Assemblea ed in particolare delle minoranze che senza adeguati mezzi economici ed adeguate risorse umane vedono fortemente compromesse le loro prerogative, credo ancora tutelate dallo Statuto, dalla Legge e dalla Costituzione.

 

Vorrei inoltre che primo o poi mi si spiegasse perché la Giunta, in questo particolare momento di crisi, persegue la costante riduzione del nostro debito, che anche per il 2013 prevede di abbassare di 60,64 milioni di euro confermando la Regione Emilia-Romagna tra le regioni con il più basso indebitamento pro capite ed il più basso rapporto debito PIL.

 

Questo dato, che indubbiamente piace alla Corte dei Conti ed alle Agenzie di Rating, andrebbe meglio spiegato e meglio verificato. Se si tratta di quote ordinarie di ammortamento ed interessi del vecchio mutuo acceso nel 2000 per ripianare i debiti del sistema sanitario, mi sembrerebbe un intervento dovuto e neppure da evidenziare. Se invece si tratta di una scelta della Giunta per accelerare la riduzione del debito, mi sembra inopportuna in questo momento ed in presenza di una esposizione debitoria della Regione ben al di sotto dei limiti consentiti.

 

60,64 milioni di euro sono una somma importante che se fosse oggetto di una allocazione discrezionale

della Giunta, a mio avviso andrebbe immessa nel circuito operativo della Regione a sostegno delle famiglie e delle imprese.

 

Insisto anche nella mia consueta richiesta di dati più leggibili e di schede di raffronto con gli esercizi precedente più omogenei perché altrimenti diventa estremamente difficile farsi un idea del bilancio senza parametri di confronto.

 

Venendo più nello specifico, dal raffronto che artigianalmente ho provato a fare tra gli stanziamenti previsti nel preventivo 2012 e nel preventivo 2013, si nota immediatamente come le spese stanziate per aree di intervento omogenee nel prossimo esercizio, siano tutte in diminuzione tranne quelle relative alle aree Affari Generali ( + 56,49 milioni di euro) e Oneri generali non attribuibili ( + 318,88), sulle quali evidentemente è necessario un approfondimento per meglio comprenderne la composizione.

 

Analizzando ulteriormente le singole voci del bilancio, emergono poi altri dati interessanti che dimostrano come nonostante tutto la possibilità di manovra della Regione sia ancora ampia e quindi inviterei le Associazioni di categoria, gli Enti Locali e la società civile nel suo complesso a non essere troppo accondiscendente nei confronti dei tagli paventati dalla Giunta ma a proporre con decisione le loro ragioni.

Esclusa la sanità infatti, gli stanziamenti degli Assessorati sul 2013 sono complessivamente maggiori di circa 70 milioni di euro a quelli del 2012 e le diminuzioni di quasi tutti i singoli Assessorati sono compensate da un aumento, anche in questo caso da approfondire, dello stanziamento relativo all’Assessorato della Vice Presidente Saliera che passa dalla previsione 2012 di 1,371 miliardi di euro a quella 2013 di 1,662 miliardi di euro con un incremento di circa 291 milioni di euro.

 

Se consideriamo ad esempio che l’Assessorato Attività produttive, Piano energetico, Economia verde subisce una riduzione nella previsione 2013 di circa 100 milioni di euro, e tutti gli altri sono ritoccati in ribasso, è chiaro che una spiegazione sull’ incremento dello stanziamento all’Assessorato Finanze. Europa. Sistema delle Autonomie. Servizi Pubblici locali. Politiche per la sicurezza va data.

 

Nel prossimo esercizio un discorso a parte merita il tema sanità.

Mai nessun altro Governo ha tagliato così tanto in questo settore ma è bene ricordare che l’ammontare complessivo del FSN per il 2013 dopo tutti gli interventi legislativi intervenuti,(manovra di Luglio 2011, Spendig Review e DDL Stabilità 2013) ammonta a 112,327 miliardi di euro contro i 113,597 miliardi del 2012 quindi il taglio risulta enorme rispetto a quanto le regioni si aspettavano secondo una programmazione “normale” prima del 2011, mentre risulta affrontabile rispetto allo storico effettivamente erogato.

 

La grande ed ingiusta anomalia, poco comprensibile da parte di un Governo che si definisce tecnico, è che la riduzione colpisce in maniera indiscriminata, tagliando sia chi è stato oculato riducendo all’osso gli sprechi sia chi ha scialacquato senza ritegno.

Esaminando i numeri e le dichiarazioni della Giunta, in tema di Sanità la necessità di una migliore esposizione dei numeri risulta evidente. Da un lato il bilancio di previsione 2012 prevedeva per la nostra regione un riparto del FSN pari a 8.059 milioni di euro. Dall’altro, il bilancio di previsione 2013 prevede per la stessa voce 7.700 milioni di euro con una diminuzione di 359 milioni di euro. Nel comunicato ufficiale dopo l’approvazione del bilancio preventivo in Giunta, si parla di 260 milioni di tagli alla sanità per cui, nella relazione oggi alla nostra attenzione sarebbe stato opportuni indicare se il dato previsionale del 2012 era stato poi modificato a consuntivo, in modo da far risultare il dato diffuso dalla Giunta.

In ogni caso ciò che conta è che la copertura del taglio alla sanità avvenga attraverso una opportuna riorganizzazione del sistema sanitario e della spesa  nel perimetro pubblico, senza penalizzare gli ospedali privati accreditati che già hanno, in virtù di precedenti accordi una riduzione del loro budget  predeterminata dalla spending review. Fare cassa strozzando ulteriormente queste realtà significherebbe mettere a rischio numerose aziende, produrre ulteriore disoccupazione offrire un servizio peggiore a i cittadini.

A questo punto dopo tanto parlare di tagli si potrebbero anche ipotizzare ulteriori possibili entrate per ridurre i tagli o per aumentare qualche investimento.

In primo luogo sarebbe interessante sapere se nel bilancio 2013 si è tenuto conto del risparmio conseguente alla legge regionale sul risarcimento diretto dei danni in sanità che consente un notevole risparmio sul premio delle polizze.

In secondo luogo si potrebbe riprendere l’esame sull’opportunità da parte della Regione di continuare ad investire risorse in partecipazioni azionarie  non strategiche o in evidente perdita di gestione, utilizzando il criterio della sussidiarietà, dando sostegno ad esperienze già esistenti nella società che offrono risposte private a bisogni di natura pubblica.

In terzo luogo si potrebbe rivedere la partita degli incentivi alle imprese per valutare se un potenziamento dei consorzi fidi, con conseguente ampliamento del ricorso al credito agevolato, non sia più utile per accompagnare fuori dalla crisi le nostre imprese.

Inoltre, per ottenere ingenti risparmi, andrebbe certamente implementato l’uso della centrale acquisti regionale INTERCT-ER sia in ambito generale che soprattutto sanitario visto che un decreto governativo prevede forme premiali, a valere sulle risorse del FSN,per le regioni che fanno acquisti di beni e servizi per almeno il 70% tramite committenza regionale. Ed in ogni caso, visto che attualmente l’incidenza  delle convenzioni Intercent-er incide su spese per 726 milioni di euro a fronte di un totale di spesa annua delle ASL di 2.135 milioni di euro, la possibilità di risparmio sulla spesa  sanitaria della regione ha ancora ampi margini di miglioramento.

Infine, come ho avuto modo di dire in altre occasioni una “spending review” regionale sui 150 milioni di euro previsti in bilancio per le prestazione extra-LEA, certamente produrrebbe risparmi significativi senza incidere sulle buone pratiche presenti all’interno di questa iniziativa.

 

Da ultimo riprendo la questione già citata a proposito della riduzione dello stock del debito per 60,64 milioni di euro per invitare la Giunta ed anche la società civile interessata, a riflettere sulla opportunità di un tale intervento in questo momento. Siamo tra le regioni più virtuose quanto ad indebitamento, le spese in conto interessi previste per il 2013 ammontano a “soli” 31 milioni di euro; vi è la necessità di intervenire con un ulteriore abbattimento del debito, o piuttosto si possono usare queste risorse per ridurre i tagli od aumentare gli investimenti anticilici?

 

Di fronte ai tagli soprattutto in sanità, ad una prevedibile caduta del PIL regionale del 2,5% e ad un incremento della disoccupazione sul nostro territorio e dovendo far fronte all’emergenza terremoto e magari anche ricordandosi delle aziende colpite dall’emergenza neve, credo che un ripensamento rispetto alla pur encomiabile strategia di riduzione del debito regionale, debba essere compiuto .

 

Le ipotesi da me formulate, ovviamente tutte da verificare ed approfondire nella loro praticabilità, indicano però ancora una volta come non sia più opportuno per questa Giunta riproporre uno modello di bilancio standardizzato e sempre uguale a se stesso, privo di quell’innovazione che spesso dal “palazzo” si pretende dalle nostre imprese, ma che poi, quando si tratta di applicarla al proprio interno viene frenata se non travolta dalla pratica tesa ad  una burocratica conservazione.

 


 

Testo:

Regione Emilia-Romagna

 

 

 

 

Assemblea Legislativa

 

 

 

I Commissione Permanente

"Bilancio Affari generali ed istituzionali"

 

3358 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R. 15/11/2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2013 e del bilancio pluriennale 2013-2015"

 

Pubblicato sul Supplemento speciale del Bollettino Ufficiale n. 164 del 13/11/2012

 

 

Relatore consigliere Luciano Vecchi

Relatore di minoranza consigliere Marco Lombardi

 

 

Testo n. 8/2012 licenziato nella seduta dell’11 dicembre 2012 con il titolo:

 

Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'articolo 40 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2013 e del bilancio pluriennale 2013-2015



INDICE

 

 

Art. 1              Sistema informativo agricolo regionale

 

Art. 2              Cartografia regionale

 

Art.  3               Contributo al Comitato di solidarietà alle vittime delle stragi

 

Art.  4               Finanziamento integrativo delle attività di miglioramento genetico

 

Art.  5               Interventi per lo sviluppo del patrimonio zootecnico

 

Art.  6               Interventi nel settore delle bonifiche

 

Art.  7               Aiuti di Stato aggiuntivi sul programma di sviluppo rurale 2007-2013 nelle zone colpite dal sisma del maggio 2012

 

Art. 8               Digitalizzazione sale cinematografiche

 

Art. 9               Sostegno straordinario a progetti di ricerca industriale

 

Art. 10               Integrazione regionale al programma operativo regionale FESR 2007-2013

 

Art. 11               Interventi per la qualificazione delle stazioni invernali e del sistema sciistico

 

Art. 12               Organizzazione turistica regionale. Interventi per la promozione e commercializzazione turistica

 

Art. 13               Modifiche alla legge regionale n. 21 del 2011

 

Art. 14               Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a fondi e interventi per l’emergenza abitativa

 

Art. 15               Disposizioni per il finanziamento del Parco naturale del Sasso Simone e Simoncello

 

Art. 16               Fondo per la conservazione della natura

 

Art. 17               Interventi in materia di opere idrauliche nei corsi d’acqua di competenza regionale

 

Art. 18               Pianificazione ambientale

 

Art. 19               Integrazione regionale per il finanziamento del Servizio sanitario regionale

 

Art. 20               Quota del fondo sanitario regionale di parte corrente in gestione accentrata presso la Regione per la realizzazione di progetti ed attività a supporto del SSR

 

Art. 21               Fondo regionale per la non autosufficienza

 

Art. 22               Interventi volti alla tutela e al controllo della popolazione canina e felina

 

Art. 23               Contributo alla Fondazione Arturo Toscanini

 

Art. 24               Recupero e restauro di immobili di particolare valore storico e culturale

 

Art. 25               Attuazione degli interventi finanziati dal documento unico di programmazione (DUP) – Risorse statali

 

Art. 26               Attuazione degli interventi finanziati dal DUP

 

Art. 27               Interventi conseguenti agli eventi sismici che hanno colpito il territorio della Regione Emilia-Romagna

 

Art. 28               Compartecipazione delle Province al gettito della tassa automobilistica regionale

 

Art. 29               Contributi straordinari per il territorio montano

 

Art. 30               Modifiche alle autorizzazioni di spesa disposte da leggi regionali precedenti

 

Art. 31               Trasferimento all'esercizio 2013 delle autorizzazioni di spesa relative al 2012 finanziate con mezzi regionali

 

Art. 32               Società Ferrovie Emilia-Romagna srl

 

Art. 33               Concorso regionale straordinario per l’assegnazione di sedi farmaceutiche

 

Art. 34               Disposizioni straordinarie per la mitigazione dei danni economici e finanziari del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani a causa degli eventi sismici del maggio 2012

 

Art. 35               Modifiche alla legge regionale n. 39 del 1980

 

Art. 36               Modifiche alla legge regionale n. 43 del 2001

 

Art. 37               Modifiche alla legge regionale n. 2 del 2003

 

Art. 38               Attuazione dei principi sulla riqualificazione incentivata delle aree urbane

 

Art. 39               Modifiche alla legge regionale n. 1 del 2011

 

Art. 40               Modifiche alla legge regionale n. 21 del 2011

 

Art. 41               Modifiche alla legge regionale n. 23 del 2011

 

Art. 42               Modifiche alla legge regionale n. 24 del 2011

 

Art. 43               Copertura finanziaria

 

Art. 44               Entrata in vigore

 

 


 

Art. 1

Sistema informativo agricolo regionale

 

1. Per la realizzazione del sistema informativo agricolo regionale, ai sensi degli articoli 22, 23 e 32 della legge regionale 30 maggio 1997, n. 15 (Norme per l’esercizio delle funzioni regionali in materia di agricoltura. Abrogazione della L.R. 27 agosto 1983, n. 34) è disposta, per l’esercizio 2013, un’autorizzazione di spesa di Euro 375.814,35, a valere sul Capitolo 03925, nell’ambito della U.P.B. 1.2.1.3.1520 – Sistema informativo agricolo.

 

 

Art. 2

Cartografia regionale

 

1. Per le finalità di cui alla legge regionale 19 aprile 1975, n. 24 (Formazione di una cartografia regionale), sono disposte le seguenti autorizzazioni di spesa:

 

a)

Cap. 03854

"Spese per la formazione di una cartografia tematica regionale geologica, pedologica, pericolosità e dei rischi geonaturali (L.R. 19 aprile 1975, n. 24)”, afferente alla U.P.B. 1.2.3.2.3501 - Cartografia tematica regionale: geologia e pedologia

Esercizio 2013:

Euro

280.000,00

.

 

 

 

 

b)

Cap. 03861

"Spese per la formazione di una cartografia tematica regionale geologica, pedologica, pericolosità e dei rischi geonaturali attraverso l’acquisto di hardware e l’acquisto e la realizzazione di software (L.R. 19 aprile 1975, n. 24)”, afferente alla U.P.B. 1.2.3.3.4440 – Sviluppo di cartografia tematica regionale: geologia e pedologia

Esercizio 2013

Euro

80.000,00

.

 

2. Contestualmente le autorizzazioni di spesa disposte a valere sul Capitolo 3850, nell’ambito della U.P.B. 1.2.3.3.4440 – Cartografia tematica regionale: geologia e pedologia, sono ridotte di Euro 80.000,00.

 

 

Art. 3

Contributo al Comitato di solidarietà

alle vittime delle stragi

 

1. La Regione Emilia-Romagna è autorizzata a corrispondere, per l’esercizio 2013, un contributo di Euro 57.600,00 al Comitato di solidarietà alle vittime delle stragi costituito fra la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna ed i Comuni di Bologna, Castiglione dei Pepoli e San Benedetto Val di Sambro, a valere sul Capitolo 02705, nell’ambito della U.P.B. 1.2.3.2.3820 - Contributi ad Enti e istituzioni che perseguono scopi di interesse per la regione.

 

 

Art. 4

Finanziamento integrativo

delle attività di miglioramento genetico

 

1. Per le finalità e con le modalità di cui all’articolo 24 della legge regionale 26 luglio 2011, n. 10 (Legge finanziaria regionale adottata a norma dell’articolo 40 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l’approvazione della legge di assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013. Primo provvedimento generale di variazione), è autorizzato, per l’annualità 2013, l’ulteriore importo di Euro 500.000,00 stanziato sul Capitolo 10580 afferente alla U.P.B. 1.3.1.2.5210 – Tenuta dei libri genealogici – Risorse statali.

 

 

Art. 5

Interventi per lo sviluppo

del patrimonio zootecnico

 

1. Per il finanziamento degli interventi per lo sviluppo del patrimonio zootecnico, a norma dell’articolo 5, commi 1 e 2, della legge regionale 22 dicembre 2011, n. 21 (Legge finanziaria regionale adottata a norma dell’articolo 40 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l’approvazione del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2012 e del bilancio pluriennale 2012-2014), è disposta, per l’esercizio finanziario 2013, un’autorizzazione di spesa pari a Euro 30.000,00, a valere sul Capitolo 10596, afferente alla U.P.B. 1.3.1.3.6025 – Tutela delle varietà e razze locali di interesse agrario.

 

 

Art. 6

Interventi nel settore delle bonifiche

 

1. Per opere ed interventi di bonifica ed irrigazione ai sensi della legge regionale 2 agosto 1984, n. 42 (Nuove norme in materia di enti di bonifica. Delega di funzioni amministrative), è disposta la seguente autorizzazione di spesa:

 

a)

Cap. 16352

“Manutenzione delle opere di bonifica (art. 26, comma 2, lett. d), L.R. 2 agosto 1984, n. 42)” afferente alla U.P.B. 1.3.1.3.6310 - Manutenzione opere di bonifica

Esercizio 2013:

Euro

800.000,00

.

 

 

 

Art. 7

Aiuti di Stato aggiuntivi sul programma

di sviluppo rurale 2007-2013 nelle zone colpite

dal sisma del maggio 2012

 

1. Per il finanziamento degli aiuti di Stato aggiuntivi sul programma di sviluppo rurale 2007-2013 nelle zone colpite dal sisma del maggio 2012, a norma dell’articolo 5, commi 1 e 2, della legge regionale 26 luglio 2012, n. 9 (Legge finanziaria regionale adottata a norma dell’articolo 40 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l’approvazione della legge di assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012 e del bilancio pluriennale 2012-2014. Primo provvedimento generale di variazione), è disposta, per l’esercizio finanziario 2013, un’autorizzazione di spesa pari a Euro 14.900.000,00, a valere sul Capitolo 18415 afferente alla U.P.B. 1.3.1.3.6412 – Programma di sviluppo rurale 2007-2013 – Interventi in capitale.

 

 

Art. 8

Digitalizzazione sale cinematografiche

 

1. La Regione Emilia-Romagna sostiene il passaggio alla tecnologia digitale delle sale cinematografiche gestite da enti locali, fondazioni, associazioni e altri enti con finalità sociale, culturale, ricreativa e sportiva, non costituiti in forma di impresa.

 

2. Per le finalità di cui al comma 1 la Regione Emilia-Romagna è autorizzata a concedere contributi straordinari per l’esercizio 2013 per complessivi Euro 1.000.000,00 agli enti gestori delle sale cinematografiche.

 

3. La Giunta regionale, con proprio atto, stabilisce i criteri e le modalità per l’assegnazione ai beneficiari dei contributi di cui al comma 2.

 

4. Per le finalità di cui al comma 1 è disposta, per l’esercizio 2013, un’autorizzazione di spesa pari a Euro 1.000.000,00 a valere sui capitoli 23016 e 23018 afferenti all’U.P.B. 1.3.2.2.7200 – Programma regionale attività produttive.

 

 

Art. 9

Sostegno straordinario a progetti

di ricerca industriale

 

1. La Regione Emilia-Romagna, al fine di rafforzare la competitività del sistema produttivo, aumentare i livelli occupazionali e migliorare la sostenibilità ambientale, sostiene gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese regionali e di quelle che intendono insediarsi nel territorio dell’Emilia-Romagna.

 

2. Per le finalità di cui al comma 1 la Regione Emilia-Romagna è autorizzata a concedere, per l’esercizio 2013, contributi straordinari alle imprese fino a 1 milione di euro per ogni singolo intervento. I contributi dovranno essere destinati al finanziamento di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, inseriti nell’ambito di programmi di rilancio industriale e occupazionale.

 

3. La Giunta regionale, con proprio atto, stabilisce i criteri e le modalità per l’assegnazione dei contributi di cui al comma 2, individuando i beneficiari tra le imprese di qualunque dimensione operanti nel settore industriale e dei servizi alle imprese e verificando la possibilità di sinergie con altri strumenti attivati nell’ambito dei programmi comunitari nazionali e regionali. E’ prioritaria la concessione dei contributi con riferimento ai procedimenti ad istanza di parte avviati in attuazione dell’articolo 8 della legge regionale n. 21 del 2011, che non si sono conclusi favorevolmente per l’indisponibilità dei necessari mezzi finanziari.

 

4. Per le finalità di cui al comma 1 è disposta, per l’esercizio finanziario 2013, un’autorizzazione di spesa a valere sul Capitolo 23130 nell’ambito della U.P.B. 1.3.2.3.8320 pari a Euro 8.100.000,00.

 

 

Art. 10

Integrazione regionale al programma

operativo regionale FESR 2007-2013

 

1. Per assicurare il pieno raggiungimento degli obiettivi delle attività I.1.1. Creazione di tecnopoli per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico e III.1.3. Promozione della Green Economy tramite strumenti di ingegneria finanziaria, previste nel programma operativo regionale FESR 2007-2013, la Regione è autorizzata a utilizzare, con le modalità e le medesime destinazioni contenute nel programma operativo stesso, le risorse autorizzate da precedenti leggi regionali trasferite all’esercizio 2013 e riproposte per gli interventi previsti nei capitoli afferenti alle U.P.B. 1.3.2.3.8368 – Integrazione regionale al programma operativo regionale FESR 2007-2013, U.P.B. 1.3.2.3.8369 – Integrazione regionale al programma operativo regionale FESR 2007-2013 – Risorse statali, U.P.B. 1.3.2.2.7262 – Integrazione regionale al programma operativo regionale FESR 2007-2013.

 

 

Art. 11

Interventi per la qualificazione delle stazioni

invernali e del sistema sciistico

 

1. Per gli interventi finalizzati al miglioramento delle stazioni invernali, del sistema sciistico e degli impianti a fune, a norma della legge regionale 1 agosto 2002, n. 17 (Interventi per la qualificazione delle stazioni invernali e del sistema sciistico della Regione Emilia-Romagna), è disposta, per l’esercizio 2013, un’autorizzazione di spesa pari a Euro 300.000,00, a valere sul Capitolo 25662 afferente alla U.P.B. 1.3.3.2.9100 – Interventi per la promozione del turismo regionale.

 

 

Art. 12

Organizzazione turistica regionale.

Interventi per la promozione e commercializzazione turistica

 

1. Per la realizzazione degli interventi previsti dalla legge regionale 4 marzo 1998, n. 7 (Organizzazione turistica regionale – Interventi per la promozione e commercializzazione turistica – Abrogazione delle leggi regionali 5 dicembre 1996, n. 47, 20 maggio 1994, n. 22, 25 ottobre 1993, n. 35 e parziale abrogazione della L.R. 9 agosto 1993, n. 28), nell’ambito dei sottoindicati capitoli afferenti alla U.P.B. 1.3.3.2.9100 – Interventi per la promozione del turismo regionale, sono disposte le seguenti autorizzazioni di spesa:

 

a)

Cap. 25558

“Spese per l’attuazione dei progetti di marketing e di promozione turistica attraverso APT Servizi S.r.l. (art. 7, comma 2, lett. a), L.R. 4 marzo 1998, n. 7)”

Esercizio 2014:

Euro

7.400.000,00;

 

 

 

b)

Cap. 25564

"Contributi alle unioni di prodotto per progetti di marketing e di promozione turistica di prevalente interesse per il mercato italiano (artt. 5, 7, comma 2, lett. b) e 13 comma 3, L.R. 4 marzo 1998, n. 7)”

Esercizio 2014:

Euro

2.152.000,00;

 

 

 

c)

Cap. 25664

“Contributi alle aggregazioni di imprese per iniziative di commercializzazione turistica anche in forma di comarketing (artt. 5, 7 comma 2, lett. c) e 13 comma 5, L.R. 4 marzo 1998, n. 7)”

Esercizio 2014:

Euro

2.600.000,00.

 

 

Art. 13

Modifiche alla legge regionale n. 21 del 2011

 

1. Alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 10 della legge regionale n. 21 del 2011, l’importo di “Euro 8.000.000,00” è sostituito dall’importo di “Euro 7.400.000,00”.

 

2. Alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 10 della legge regionale n. 21 del 2011, l’importo di “Euro 2.452.000,00” è sostituito dall’importo di “Euro 2.152.000,00”.

 

 

Art. 14

Partecipazione della Regione Emilia-Romagna

a fondi e interventi per l’emergenza abitativa

 

1. La Regione è autorizzata a partecipare alla costituzione di un fondo destinato a:

 

a) garantire i crediti assunti dalle banche nei confronti degli inquilini che sottoscrivono con i proprietari degli immobili un'intesa per la sospensione dell'esecuzione delle procedure di sfratto;

 

b) concedere contributi a favore di inquilini che versano in una situazione di inadempienza all'obbligo di pagamento del canone di locazione;

 

c) concedere contributi per favorire l’accesso e la permanenza negli alloggi degli inquilini di alloggi di proprietà di privati, nonché per favorire la mobilità nel settore della locazione.

 

2. La Giunta regionale definisce con proprio atto le modalità e i criteri di attribuzione dei finanziamenti.

 

3. Per le finalità di cui al comma 1 è disposta, per l'esercizio 2013, un'autorizzazione di spesa pari a Euro 1.050.000,00, a valere sul Capitolo 32059 nell'ambito della U.P.B. 1.4.1.2.12290 - Sostegno per l'accesso alle abitazioni in locazione.

 

 

Art. 15

Disposizioni per il finanziamento

del Parco naturale del Sasso Simone e Simoncello

 

1. Nelle more dell’istituzione di un apposito parco di carattere interregionale, ai sensi dell’articolo 22, comma 4, della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette), la Regione Emilia-Romagna concorre al finanziamento delle attività dell’ente di gestione del parco naturale del Sasso Simone e Simoncello, istituito ai sensi dell’articolo 36 della legge regionale delle Marche 28 aprile 1994, n. 15 del 1994 (Norme per l’istituzione e gestione delle aree protette naturali), in proporzione della superficie ricompresa, per effetto della legge 3 agosto 2009, n. 117 (Distacco dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell’ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell’articolo 132, secondo comma, della Costituzione), nel proprio territorio.

 

2. A tal fine la Regione Emilia-Romagna è autorizzata a stanziare per l’esercizio 2013 la somma di Euro 120.000,00 a valere sul Capitolo 38084 nell’ambito della U.P.B. 1.4.2.2.13500 – Parchi e riserve naturali.

 

 

Art. 16

Fondo per la conservazione della natura

 

1. Per la realizzazione degli interventi previsti dalla legge regionale 24 gennaio 1977, n. 2 (Provvedimenti per la salvaguardia della flora regionale - Istituzione di un fondo regionale per la conservazione della natura - Disciplina della raccolta dei prodotti del sottobosco), volti alla tutela di esemplari arborei singoli o in gruppo di notevole pregio scientifico e monumentale ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale n. 2 del 1977, è disposta, per l’esercizio 2013, un’autorizzazione di spesa di Euro 25.000,00 nell’ambito del Capitolo 38070, afferente alla U.P.B. 1.4.2.2.13500 – Parchi e riserve naturali.

 

 

Art. 17

Interventi in materia di opere idrauliche

nei corsi d’acqua di competenza regionale

 

1. Per la realizzazione di interventi afferenti il servizio di piena nei corsi d’acqua ricadenti in bacini idrografici di competenza regionale e per la manutenzione delle reti di monitoraggio meteo-idro-pluviometrico ai sensi del regio decreto 25 luglio 1904, n. 523 (Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie) è disposta l’autorizzazione di spesa a valere sul Capitolo 39187, afferente alla U.P.B. 1.4.2.2.13863 - Interventi di sistemazione idraulica e ambientale, per l’esercizio 2013, di Euro 680.000,00.

 

 

Art. 18

Pianificazione ambientale

 

1. Per l’attuazione dei piani regionali sulle principali matrici ambientali, ai sensi degli articoli 114, 121 e 126 della legge regionale 21 aprile 1999, n. 3 (Riforma del sistema regionale e locale), a valere sul Capitolo 37250 afferente alla U.P.B. 1.4.2.3.14170 – Pianificazione ambientale, è disposta per l’esercizio 2013 una autorizzazione di spesa pari a Euro 130.000,00.

 

 

Art. 19

Integrazione regionale per il finanziamento

del Servizio sanitario regionale

 

1. La Regione Emilia-Romagna è autorizzata ad integrare nell’esercizio 2013, con mezzi autonomi di bilancio, le risorse destinate al Servizio sanitario regionale (SSR) per un importo massimo di Euro 150.000.000,00, al fine di assicurare copertura finanziaria agli oneri a carico dei bilanci 2012 delle Aziende sanitarie regionali derivanti dall’erogazione di prestazioni aggiuntive rispetto ai livelli essenziali di assistenza (LEA) e a garanzia del pareggio di bilancio 2012 del SSR, a valere rispettivamente sui Capitoli 51640 e 51638, afferenti alla U.P.B. 1.5.1.2.18020 – Servizio sanitario regionale: finanziamento dei livelli di assistenza sanitaria superiori ai LEA e garanzia dell’equilibrio economico-finanziario.

 

2. La Giunta regionale è autorizzata a definire, con propri atti, i criteri e le modalità di attribuzione dei finanziamenti di cui al comma 1. E’ altresì autorizzata ad apportare con propri atti, per l’esercizio finanziario 2013, ove necessario, variazioni compensative agli stanziamenti di competenza e di cassa fra i capitoli di cui al comma 1, appartenenti alla medesima unità previsionale di base.

 

 

Art. 20

Quota del fondo sanitario regionale di parte corrente

in gestione accentrata presso la Regione per la realizzazione

di progetti ed attività a supporto del SSR

 

1. L'autorizzazione di spesa per lo sviluppo di progetti ed attività a supporto del SSR, ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della L. 23 ottobre 1992, n. 421), gestiti direttamente a livello regionale attraverso una quota di finanziamento dei LEA riservata alla gestione sanitaria accentrata, viene determinata, per l'esercizio 2013, per l’attuazione delle rispettive finalità, in complessivi Euro 49.300.000,00 a valere sui seguenti capitoli di spesa, afferenti alle rispettive unità previsionali di base:

 

a)

Cap. 51612

“Fondo Sanitario Regionale di parte corrente - quota in gestione sanitaria accentrata presso la Regione. Rimborsi ad Aziende sanitarie ed altri Enti per spese di personale di cui si avvale l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale (art. 2, D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502)” – U.P.B. 1.5.1.2.18000

 

Euro

4.400.000,00

 

 

b)

Cap. 51614

“Fondo Sanitario Regionale di parte corrente - quota in gestione sanitaria accentrata presso la Regione. Spesa sanitaria direttamente gestita per ICT e altre attività di supporto al Servizio sanitario regionale (art. 2, D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502)” - U.P.B. 1.5.1.2.18000

 

Euro

25.600.000,00

 

 

c)

Cap. 51616

“Fondo Sanitario Regionale di parte corrente - quota in gestione sanitaria accentrata presso la Regione. Trasferimenti ad Aziende sanitarie ed altri Enti per progetti obiettivo, per l’innovazione e per la realizzazione delle politiche sanitarie e degli obiettivi del Piano Sociale e Sanitario Regionale (art. 2, D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502)” - U.P.B. 1.5.1.2.18000

 

Euro

17.500.000,00

 

 

d)

Cap. 52302

“Fondo Sanitario Regionale in gestione sanitaria accentrata presso la Regione. Spesa direttamente gestita per lo sviluppo di sistemi informativi/informatici per il Servizio Sanitario Regionale (art. 2, D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502)” - U.P.B. 1.5.1.3.19030

 

Euro

1.800.000,00

.

 

 

Art. 21

Fondo regionale per la non autosufficienza

 

1. In attuazione di quanto disposto dall’articolo 51 della legge regionale 23 dicembre 2004, n. 27 (Legge finanziaria regionale adottata a norma dell’articolo 40 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l’approvazione del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2005 e del bilancio pluriennale 2005-2007) che istituisce il fondo regionale per la non autosufficienza e al fine di elevare ed ampliare l’area di finanziamento pubblico delle prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria ivi previste, è disposta, per l’esercizio 2013, un’autorizzazione di spesa pari ad Euro 70.000.000,00, a valere sul Capitolo 57152 afferente alla U.P.B. 1.5.1.2.18125 – Fondo regionale per la non autosufficienza.

 

2. La Giunta regionale, previo parere della competente Commissione assembleare, ripartisce le risorse di cui al comma 1 sulla base dei criteri di cui all’articolo 51 della legge regionale n. 27 del 2004.

 

 

Art. 22

Interventi volti alla tutela e al controllo

della popolazione canina e felina

 

1. Per il finanziamento di contributi ad imprese agricole per la perdita di animali causata da cani inselvatichiti e da altri animali predatori in attuazione dell’articolo 26 della legge regionale 7 aprile 2000, n. 27 (Nuove norme per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina), è disposta, per l’esercizio 2013, un’autorizzazione di spesa pari ad Euro 143.949,70 a valere sul Capitolo 64410 nell’ambito della U.P.B. 1.5.1.2.18390 - Indennizzi alle imprese agricole per danni causati da animali predatori.

 

 

Art. 23

Contributo alla Fondazione Arturo Toscanini

 

1. Per la promozione e la realizzazione di iniziative culturali di rilevante interesse tese a favorire la diffusione della cultura musicale, ai sensi della legge regionale 10 aprile 1995, n. 27 (Contributo alla Fondazione Arturo Toscanini), è disposta, per l'esercizio 2013, una autorizzazione di spesa di Euro 3.650.000,00 a valere sul Capitolo 70602, nell'ambito della U.P.B. 1.6.5.2.27110 - Contributi ad Enti o Associazioni che si prefiggono scopi culturali.

 

 

Art. 24

Recupero e restauro di immobili

di particolare valore storico e culturale

 

1. Per la concessione di contributi per la realizzazione di progetti di particolare rilevanza storica, artistica e culturale per l’insieme del territorio regionale a norma della legge regionale 1 dicembre 1998, n. 40 (Interventi finanziari speciali per la realizzazione di “Bologna città europea della cultura per l’anno 2000”, per le celebrazioni del I centenario della morte di Giuseppe Verdi e per la partecipazione ad iniziative straordinarie per la valorizzazione delle espressioni storiche, artistiche e culturali nella regione Emilia-Romagna), è disposta, per l’esercizio 2013, un’autorizzazione di spesa di Euro 158.000,00, a valere sul Capitolo 70718 nell’ambito della U.P.B. 1.6.5.3.27520 – Recupero e restauro del patrimonio artistico e culturale.

 

 

Art. 25

Attuazione degli interventi finanziati dal documento

unico di programmazione (DUP) – Risorse statali

 

1. Al fine di dare attuazione agli interventi previsti nel documento unico di programmazione (DUP), la Regione è autorizzata ad utilizzare le risorse del Fondo di sviluppo e coesione (già Fondo per le aree sottoutilizzate) messe a disposizione dalla deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) 11 gennaio 2011, n. 1 (Obiettivi, criteri e modalità di programmazione delle risorse per le aree sottoutilizzate e selezione ed attivazione degli investimenti per i periodi 2000-2006 e 2007-2013).

 

2. La Giunta regionale individua con propri atti le specifiche modalità e i criteri per l’utilizzo dei finanziamenti di cui al comma 1.

 

3. Per il finanziamento degli interventi, la Giunta regionale è autorizzata, per l'esercizio finanziario 2013, a utilizzare le risorse a tale scopo specifico accantonate nell'ambito del fondo speciale, afferente alla U.P.B. 1.7.2.3.29151, Capitolo 86620 - spese d'investimento, e ad apportare con proprio atto, nel rispetto degli equilibri economico-finanziari, le necessarie variazioni al bilancio di competenza e di cassa nella parte spesa del bilancio regionale a norma di quanto disposto dall’articolo 31, comma 2, lettera d), della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 (Ordinamento contabile della Regione Emilia-Romagna, abrogazione delle L.R. 6 luglio 1977, n. 31 e 27 marzo 1972, n. 4). Tali provvedimenti di variazione possono disporre contestualmente l’istituzione di nuovi capitoli o nuove unità previsionali di base.

 

4. Al fine di consentire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse destinate all’attuazione degli interventi, la Giunta Regionale, a norma dell’articolo 31, comma 2, lettera b), della legge regionale n. 40 del 2001, è altresì autorizzata ad apportare con proprio atto, nel rispetto degli equilibri economico-finanziari, per l’esercizio 2013, le necessarie variazioni compensative agli stanziamenti di competenza e di cassa fra le unità previsionali di base e relativi capitoli di spesa, appositamente istituiti.

 

 

Art. 26

Attuazione degli interventi finanziati dal DUP

 

1. La Regione contribuisce alla qualificazione dei sistemi territoriali, alla promozione di uno sviluppo competitivo e sostenibile ed al rafforzamento della coesione territoriale mediante l'acquisizione e la realizzazione di interventi di tipo infrastrutturale e strutturale, i cui beneficiari possono essere enti locali e altre pubbliche amministrazioni.

 

2. Al fine di dare attuazione agli interventi di cui agli obiettivi 9 e 10, previsti nel DUP, la Regione è autorizzata a stanziare apposite risorse destinate ad interventi di cui al comma 1.

 

3. La Giunta regionale individua, con propri atti, specifiche modalità e criteri per la concessione e l'erogazione dei finanziamenti di cui ai commi 1 e 2.

 

4. Per il finanziamento degli interventi, la Regione è autorizzata, per l'esercizio 2013, a utilizzare le risorse a tale scopo specifico accantonate nell'ambito del fondo speciale, afferente alla U.P.B. 1.7.2.3.29150, Capitolo 86500, "Fondo speciale per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi regionali in corso di approvazione - spese d'investimento", elenco n. 5.

 

5. Per l'utilizzo dei fondi di cui al comma 4 la Giunta regionale è autorizzata ad apportare con proprio atto, nel rispetto degli equilibri economico-finanziari, per l'esercizio finanziario 2013, le necessarie variazioni al bilancio di competenza e di cassa nella parte spesa del bilancio regionale, a norma di quanto disposto dall'articolo 31, comma 2, lettera d), della legge regionale n. 40 del 2001. Tali provvedimenti di variazione possono disporre contestualmente l'istituzione di nuovi capitoli o nuove unità previsionali di base.

 

6. Al fine di consentire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse destinate all’attuazione degli interventi di cui al comma 1, la Giunta regionale, a norma di quanto disposto dall'articolo 31, comma 2, lettera b), della legge regionale n. 40 del 2001, è altresì autorizzata ad apportare con proprio atto, nel rispetto degli equilibri economico-finanziari, per l’esercizio 2013, le necessarie variazioni compensative agli stanziamenti di competenza e di cassa fra le unità previsionali di base e relativi capitoli di spesa, appositamente istituiti.

 

 

Art. 27

Interventi conseguenti agli eventi sismici

che hanno colpito il territorio della regione Emilia-Romagna

 

1. Per le finalità di cui all’articolo 1, comma 1, e con le modalità di cui all’articolo 1, comma 2, della legge regionale n. 9 del 2012, la Regione è autorizzata a utilizzare, per l’esercizio 2013, le risorse a tale scopo specifico accantonate nell’ambito del fondo speciale, afferente alla U.P.B. 1.7.2.2.29100, Capitolo 86350, spese correnti.

 

2. Per l’utilizzo dei fondi di cui al comma 1 la Giunta regionale è autorizzata ad apportare con proprio atto, nel rispetto degli equilibri economico-finanziari, per l’esercizio finanziario 2013, le necessarie variazioni al bilancio di competenza e di cassa nella parte spesa del bilancio regionale, a norma di quanto disposto dall’articolo 31, comma 2, lettera d), della legge regionale n. 40 del 2001. Tali provvedimenti di variazione possono disporre contestualmente l’istituzione di nuovi capitoli o nuove unità previsionali di base.

 

 

Art. 28

Compartecipazione delle Province al gettito

della tassa automobilistica regionale

 

1. Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2, comma 2, lettera s), della legge 5 maggio 2009, n. 42 (Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione) e dell’articolo 19 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) è istituita, in via sperimentale e nelle more del processo di riordino delle Province, una compartecipazione delle Province al gettito della tassa automobilistica stabilita in misura tale da assicurare un importo corrispondente ai trasferimenti propri regionali correnti da sopprimere aventi natura di permanenza, continuità e generalità a favore delle Province.

 

2. La Giunta regionale, in conformità e secondo le disposizioni recate dall’articolo 19 del decreto legislativo n. 68 del 2011, definisce i trasferimenti da sopprimere, le modalità di regolamentazione e la misura della compartecipazione di cui al comma 1, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e con le risorse regionali a disposizione.

 

3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare con propri atti, per l’esercizio finanziario 2013, variazioni compensative agli stanziamenti di competenza e di cassa volte all’azzeramento o alla riduzione dei capitoli e relative unità previsionali di base riferiti ai trasferimenti soppressi e all’istituzione dei capitoli e delle unità previsionali di base per il finanziamento della compartecipazione di cui al comma 1.

 

 

Art. 29

Contributi straordinari per il territorio montano

 

1. La Regione Emilia-Romagna, al fine di favorire la cura del territorio montano e in particolare l’adeguata manutenzione ordinaria della rete stradale d’interesse comunale ubicata nelle zone montane come definite ai sensi dell’articolo 1, comma 5, lettera b), della legge regionale 20 gennaio 2004, n. 2 (Legge per la montagna), è autorizzata a concedere contributi straordinari alle Comunità montane, alle Unioni di Comuni comprendenti zone montane e al Nuovo Circondario imolese per il sostegno di appositi programmi d’intervento.

 

2. La Giunta regionale, con proprio atto, stabilisce i criteri e le modalità per la concessione dei contributi di cui al comma 1. A tal fine è disposta, per l’esercizio finanziario 2013, un’autorizzazione di spesa pari a Euro 1.000.000,00 a valere sul capitolo 3441 “Contributi straordinari per il territorio montano”, afferente all’unità previsionale di base 1.2.2.2.2630 – Territorio montano.

 

 

Art. 30

Modifiche alle autorizzazioni di spesa

disposte da leggi regionali precedenti

 

1. Le autorizzazioni di spesa disposte da precedenti leggi regionali, a valere sui sottoindicati capitoli, nell’ambito delle rispettive U.P.B., sono ridotte come segue:

 

Progr.

 

Capitolo

U.P.B.

Euro

 

 

 

 

 

1

)

14070

1.3.1.3.6200

- 173.393,01

2

)

35305

1.4.2.3.14000

- 2.800.000,00

3

)

35310

1.4.2.3.14000

- 512.993,30

4

)

37336

1.4.2.3.14200

- 3.530.893,99

 

 

Art. 31

Trasferimento all'esercizio 2013 delle

autorizzazioni di spesa relative al 2012

finanziate con mezzi regionali

 

1. Le sottoelencate autorizzazioni di spesa, già finanziate con mezzi regionali e disposte da precedenti provvedimenti legislativi, sono trasferite all'esercizio 2013 a seguito della presunta mancata assunzione dell'impegno nel corso dell'esercizio 2012:

 

Progr.

Capitolo

UPB

Euro

 

1

)

2698

1.2.3.3.4420

1.252,61

2

)

2701

1.2.3.3.4420

297.500,00

3

)

2708

1.2.3.3.4420

200.075,35

4

)

2722

1.2.3.3.4420

10.000,00

5

)

2775

1.2.3.3.4420

2.422.786,68

6

)

2800

1.2.3.3.4422

237.620,00

7

)

2802

1.2.3.3.4422

213.500,00

8

)

3451

1.2.2.3.3100

600.000,00

9

)

3453

1.2.2.3.3100

91.000,00

10

)

3455

1.2.2.3.3100

5.653.735,68

11

)

3850

1.2.3.3.4440

20.000,00

12

)

3861

1.2.3.3.4440

57.697,50

13

)

4276

1.2.1.3.1600

24.426.337,40

14

)

4348

1.2.1.3.1600

250.000,00

15

)

16332

1.3.1.3.6300

1.207.941,77

16

)

16400

1.3.1.3.6300

1.903.416,05

17

)

21088

1.3.2.3.8000

3.115.893,38

18

)

22210

1.3.2.3.8260

2.512.534,95

19

)

22258

1.3.2.3.8270

9.729.426,58

20

)

23028

1.3.2.3.8300

18.167.367,48

21

)

23752

1.3.2.3.8368

10.307.659,00

22

)

23754

1.3.2.3.8368

5.065.341,00

23

)

25525

1.3.3.3.10010

1.573.271,26

24

)

25528

1.3.3.3.10010

696.442,13

25

)

30638

1.4.1.3.12630

200.000,00

26

)

30640

1.4.1.3.12630

4.745.584,89

27

)

30646

1.4.1.3.12630

200.000,00

28

)

30885

1.4.1.3.12620

208.084,66

29

)

31110

1.4.1.3.12650

17.587.608,00

30

)

31116

1.4.1.3.12650

2.605.212,03

31

)

32020

1.4.1.3.12670

300.000,00

32

)

32045

1.4.1.3.12800

969.177,31

33

)

32097

1.4.1.3.12735

5.001.044,88

34

)

35305

1.4.2.3.14000

1.336.241,64

35

)

35310

1.4.2.3.14000

440.000,00

36

)

36186

1.4.2.3.14062

841,00

37

)

36188

1.4.2.3.14062

148.732,05

38

)

37150

1.4.2.3.14150

43.456,88

39

)

37250

1.4.2.3.14170

139.530,00

40

)

37332

1.4.2.3.14220

1.695.844,16

41

)

37344

1.4.2.3.14220

800.000,00

42

)

37374

1.4.2.3.14220

5.909.835,33

43

)

37378

1.4.2.3.14223

592.525,00

44

)

37385

1.4.2.3.14223

2.370.428,76

45

)

37404

1.4.2.3.14223

299.250,00

46

)

37427

1.4.2.3.14223

250.000,00

47

)

37431

1.4.2.3.14223

800.000,00

48

)

37436

1.4.2.3.14223

594.183,11

49

)

38027

1.4.2.3.14310

4.506.839,24

50

)

38030

1.4.2.3.14300

975.597,52

51

)

38090

1.4.2.3.14305

2.018.904,24

52

)

39050

1.4.2.3.14500

1.165.382,04

53

)

39220

1.4.2.3.14500

5.282.064,04

54

)

39360

1.4.2.3.14555

1.138.186,73

55

)

39362

1.4.2.3.14555

80.000,00

56

)

41250

1.4.3.3.15800

427.620,52

57

)

41360

1.4.3.3.15800

3.133.199,25

58

)

41570

1.4.3.3.15800

282.000,00

59

)

41900

1.4.3.3.15820

251.402,56

60

)

41997

1.4.3.3.15820

2.050.617,49

61

)

43027

1.4.3.3.16000

732.715,97

62

)

43221

1.4.3.3.16010

299.637,79

63

)

43270

1.4.3.3.16010

12.615.683,74

64

)

43282

1.4.3.3.16010

350.200,00

65

)

43654

1.4.3.3.16508

7.248,89

66

)

45175

1.4.3.3.16200

4.430.906,38

67

)

45177

1.4.3.3.16200

1.661.727,00

68

)

45184

1.4.3.3.16200

9.000.000,14

69

)

45186

1.4.3.3.16200

4.660.000,00

70

)

45194

1.4.3.3.16200

6.428,04

71

)

46115

1.4.3.3.16600

1.000.000,00

72

)

46125

1.4.3.3.16600

250.150,38

73

)

47114

1.4.4.3.17400

1.009.034,28

74

)

48050

1.4.4.3.17450

1.357.330,19

75

)

57198

1.5.2.3.21000

175.000,00

76

)

57200

1.5.2.3.21000

13.191.090,88

77

)

65707

1.5.1.3.19050

33.446,41

78

)

65717

1.5.1.3.19050

258.228,45

79

)

65721

1.5.1.3.19050

2.690.486,84

80

)

65770

1.5.1.3.19070

93.603.121,75

81

)

68321

1.5.2.3.21060

2.835.937,95

82

)

70545

1.6.5.3.27500

513,64

83

)

70678

1.6.5.3.27500

2.800.574,63

84

)

70715

1.6.5.3.27520

1.210.250,00

85

)

70718

1.6.5.3.27520

7.751.122,21

86

)

71566

1.6.5.3.27537

1.445.176,26

87

)

71572

1.6.5.3.27540

2.294.126,17

88

)

73060

1.6.2.3.23500

1.531.827,26

89

)

73135

1.6.3.3.24510

117.376,41

90

)

73140

1.6.3.3.24510

1.519.343,88

91

)

78410

1.4.2.3.14384

1.800,00

92

)

78458

1.4.2.3.14384

143.000,99

93

)

78464

1.4.2.3.14384

204.320,44

94

)

78476

1.4.2.3.14384

31.931,16

95

)

78705

1.6.6.3.28500

3.327.359,95

96

)

78707

1.6.6.3.28500

1.150.000,00.

 

 

Art. 32

Società Ferrovie Emilia Romagna srl

 

1. La Regione Emilia-Romagna è autorizzata a partecipare all’aumento del capitale sociale in natura della Società Ferrovie Emilia Romagna srl con sede in Bologna, della quale è già socio ai sensi della legge regionale 28 dicembre 2000, n. 39 (Acquisizione da parte della Regione Emilia-Romagna delle quote della Società “FERROVIE EMILIA ROMAGNA Società a responsabilità limitata”), fino ad un importo massimo di Euro 20.000.000,00.

 

 

Art. 33

Concorso regionale straordinario

per l’assegnazione di sedi farmaceutiche

 

1. Ai fini della partecipazione al concorso straordinario per l’apertura di nuove sedi farmaceutiche di cui all’articolo 11 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, i candidati sono tenuti a versare alla Regione un contributo di Euro 30,00 non rimborsabile, per spese istruttorie e per le prestazioni amministrative necessarie all’espletamento della procedura concorsuale.

 

2. Per la disciplina relativa alla commissione esaminatrice regionale di cui all’articolo 11, comma 4, del decreto-legge n. 1 del 2012 convertito dalla legge n. 27 del 2012, si stabilisce che:

 

a) ai componenti della commissione esaminatrice è corrisposto un compenso forfettario lordo di Euro 2.000,00 nonché un rimborso forfettario per spese di viaggio, vitto e alloggio pari a Euro 500,00;

 

b) ai compensi spettanti al presidente e al segretario si applicano le disposizioni previste all’articolo 20, comma 4, della legge regionale 16 gennaio 1997, n. 2 (Misure straordinarie di gestione flessibile dell’impiego regionale);

 

c) qualora un componente o il segretario della commissione esaminatrice sia dipendente regionale, il rimborso e il compenso previsti alle lettere a) e b) sono riconosciuti solo nel caso di opzione per lo svolgimento dell’incarico al di fuori dell’orario di lavoro;

 

d) per le cause di incompatibilità dei componenti della commissione esaminatrice e del segretario si applicano le disposizioni attuative dell’articolo 15, comma 1, della legge regionale 26 novembre 2001, n. 43 (Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna).

 

 

Art. 34

Disposizioni straordinarie per la mitigazione

dei danni economici e finanziari del servizio

di gestione integrata dei rifiuti urbani

a causa degli eventi sismici del maggio 2012

 

1. A fini di condivisione solidaristica sull’intero bacino di ambito dell’Emilia-Romagna dei danni economici e finanziari causati dagli eventi sismici del maggio 2012 subiti dal Servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani nell’area interessata dal sisma, è costituito, presso l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (ATERSIR) di cui all’articolo 4 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 23 (Norme di organizzazione territoriale delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell’ambiente), un fondo straordinario nell’ambito dei costi comuni del servizio stesso a valere sull’intero ambito territoriale ottimale come definito dall’articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 23 del 2011.

 

2. Il fondo di cui al comma 1 ha durata biennale a partire dal 2013 ed è finalizzato a dare copertura ai danni quantificabili negli anni 2012 e 2013 non sostenibili dai soli utenti del servizio dell’area interessata dal sisma. Le eventuali economie presenti al termine della durata del fondo sono destinate a favore delle utenze del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani dell’intero ambito territoriale ottimale.

 

3. La dotazione economica del fondo è quantificata nell’importo massimo di 5 milioni di euro. Il fondo straordinario è attivato e gestito da ATERSIR con propri atti amministrativi.

 

 

Art. 35

Modifiche alla legge regionale n. 39 del 1980

 

1. Al comma 3 dell’articolo 3 della legge regionale 22 maggio 1980, n. 39 (Nome per l’affidamento e l’esecuzione di opere urgenti di edilizia scolastica) è abrogato l’ultimo periodo.

 

2. Le modifiche di cui al presente articolo trovano applicazione a decorrere dalla programmazione regionale relativa all’annualità 2010.

 

 

Art. 36

Modifiche alla legge regionale n. 43 del 2001

 

1. L’articolo 32 della legge regionale 26 novembre 2001, n. 43 (Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna) è sostituito dal seguente:

 

“Art. 32

Comitato unico di garanzia per le pari opportunità,

la valorizzazione del benessere di chi lavora

e contro le discriminazioni

 

1. La Regione costituisce il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, che svolge le funzioni di cui all’articolo 57 del decreto legislativo n. 165 del 2001. Ciascun ente pubblico dipendente dalla Regione Emilia-Romagna, ente o azienda del Servizio sanitario regionale, costituisce un proprio Comitato.

 

2. Il Comitato è composto, secondo quanto previsto da atto della Giunta regionale, adottato d’intesa con l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa per quanto di propria competenza, in maniera paritetica da un componente per ciascuna delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e da un pari numero di rappresentanti dell’amministrazione, in modo da assicurare nel complesso la presenza paritaria di entrambi i generi.

 

3. Il presidente del Comitato è scelto tra i rappresentanti dell’amministrazione e deve possedere, oltre ai requisiti di cui al comma 4, elevate capacità organizzative e comprovata esperienza maturata anche in analoghi organismi o nell’esercizio di funzioni di organizzazione e gestione del personale.

 

4. I componenti del Comitato devono possedere conoscenze ed esperienza nelle materie di competenza del Comitato, rilevabili attraverso il percorso professionale, maturate anche a seguito di partecipazione in organismi analoghi, oltre ad adeguate attitudini.

 

5. La Giunta regionale, d’intesa con l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa per quanto di propria competenza, detta le linee guida concernenti le modalità di funzionamento dei Comitati unici di cui al comma 1.

 

6. Il funzionamento del Comitato unico di cui al comma 1, primo periodo, è senza oneri aggiuntivi per la Regione.”.

 

 

Art. 37

Modifiche alla legge regionale n. 2 del 2003

 

1. Il comma 4 dell'articolo 48 della legge regionale 12 marzo 2003, n. 2 (Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) è sostituito dal seguente:

 

“4. In caso di richiesta di ammissione a contributo per la ristrutturazione o la costruzione di immobili, gli edifici da ristrutturare o le aree sulle quali costruire devono risultare, all'atto della concessione del contributo da parte della Regione, in proprietà o in diritto di usufrutto o in diritto di superficie o in comodato d'uso o in concessione dei richiedenti l'ammissione a contributo.”.

 

 

Art. 38

Attuazione dei principi sulla riqualificazione

incentivata delle aree urbane

 

1. I principi definiti dall’articolo 5, comma 9, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70 (Semestre europeo – Prime disposizioni urgenti per l’economia), convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, sulla riqualificazione incentivata delle aree urbane si intendono recepiti e regolati nell’ordinamento regionale dell’Emilia-Romagna attraverso le seguenti disposizioni della legge regionale 6 luglio 2009, n. 6 (Governo e riqualificazione solidale del territorio):

 

a) l’articolo 16, il quale introduce nella legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 (Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio) l’articolo 7 ter (Misure urbanistiche per incentivare la qualificazione del patrimonio edilizio esistente);

 

b) l’articolo 48, il quale introduce nell’allegato della legge regionale n. 20 del 2000 l’articolo A-14 bis (Misure urbanistiche per favorire lo sviluppo delle attività produttive);

 

c) gli articoli da 1 a 9, che modificano la legge regionale 3 luglio 1998, n. 19 (Norme in materia di riqualificazione urbana), e gli articoli 31 e 47, che modificano rispettivamente la legge regionale n. 20 del 2000 e il relativo allegato, i quali complessivamente riformano la disciplina regionale degli interventi di riqualificazione urbana.

 

2. Nella elaborazione e nella variazione degli strumenti di pianificazione urbanistica, i Comuni assicurano l’applicazione degli incentivi volumetrici e delle altre forme di premialità per la qualificazione del patrimonio edilizio esistente, previsti dall’articolo 7 ter della legge regionale n. 20 del 2000.

 

 

Art. 39

Modifiche alla legge regionale n. 1 del 2011

 

1. Dopo il comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 10 febbraio 2011, n. 1 (Presentazione del documento unico di regolarità contributiva da parte degli operatori del commercio sulle aree pubbliche), è inserito il seguente:

 

"2 bis. Le imprese assolvono agli adempimenti di cui alla presente legge mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione di cui all'articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa) attestante la propria regolarità contributiva INPS e INAIL. Il Comune è tenuto ad effettuare controlli periodici sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive, ai sensi dell’articolo 71 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000.”.

 

2. Per l'anno 2013 il termine di cui all’articolo 2, comma 2 della legge regionale n. 1 del 2011 è prorogato al 31 marzo 2013.

 

 

Art. 40

Modifiche alla legge regionale n. 21 del 2011

 

1. Al comma 2 dell’articolo 30 della legge regionale 22 dicembre 2011, n. 21 (Legge finanziaria regionale adottata a norma dell’articolo 40 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l’approvazione del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2012 e del bilancio pluriennale 2012-2014) la parola “annuale” è soppressa.

 

2. La lettera a) del comma 4 dell'articolo 32 della legge regionale n. 21 del 2011 è sostituita dalla seguente:

 

“a) sostenute con imputazione a carico di fondi statali o comunitari, anche concessi a titolo di cofinanziamento, per la parte cofinanziata;".

 

 

Art. 41

Modifiche alla legge regionale n. 23 del 2011

 

1. Al termine del comma 7 dell’articolo 4 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 23 (Norme di organizzazione territoriale delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell'ambiente) è aggiunto il seguente periodo: “Relativamente alla gestione integrata dei rifiuti urbani, la presente disposizione si applica fino alla data di decorrenza dell’applicazione del regolamento previsto dall’articolo 14, comma 12, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.”.

 

2. Al comma 5 dell’articolo 21 della legge regionale n. 23 del 2011 è abrogato il secondo periodo.

 

3. Al comma 6 dell’articolo 21 della legge regionale n. 23 del 2011 è abrogato il terzo periodo.

 

4. Al termine del comma 8 dell’articolo 21 della legge regionale n. 23 del 2011 è aggiunto il seguente periodo: “Il predetto termine è prorogato, in riferimento alla mobilità verso le Province, fino a tre mesi dopo il termine del periodo transitorio di cui all’articolo 16, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.”.

 

5. Al comma 4 dell’articolo 24 della legge regionale n. 23 del 2011, al termine del primo periodo, dopo le parole “degli organi in essere” sono aggiunte le seguenti: “, fermo quanto disposto in tema di affidamento della gestione dei servizi pubblici locali.”.

 

 

Art. 42

Modifiche alla legge regionale n. 24 del 2011

 

1. Al comma 6 dell’articolo 15 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 24 (Riorganizzazione del sistema regionale delle aree protette e dei siti della Rete natura 2000 e istituzione del Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano) sono abrogati il secondo e il terzo periodo.

 

2. Al comma 6 dell’articolo 40 della legge regionale n. 24 del 2011, il secondo periodo è sostituito dal seguente: “Le disposizioni della presente legge relative alle funzioni oggetto di trasferimento differito trovano applicazione dalla data indicata nell’atto regionale di ricognizione e messa a disposizione delle risorse e del personale di cui al presente comma.”.

 

 

Art. 43

Copertura finanziaria

 

1. Agli oneri conseguenti alle autorizzazioni di spesa contenute nella presente legge l'Amministrazione regionale fa fronte con le risorse indicate nel bilancio pluriennale 2013-2015 - stato di previsione dell'entrata, nel rispetto delle destinazioni definite dallo stato di previsione della spesa.

 

 

Art. 44

Entrata in vigore

 

1. La presente legge entra in vigore il 1° gennaio 2013.

 

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