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Legislatura VII - Progetto di legge (testo presentato : concluso/decaduto)

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Oggetto n. 5672
Presentato in data: 12/05/2004
Adesione della Regione Emilia-Romagna alla Fondazione Italia-Cina (delibera di Giunta n. 904 del 10 05 04).

Presentatori:

Giunta

Relazione:

Negli ultimi anni, con sempre maggiore frequenza, l'Amministrazione
regionale è coinvolta in tutti i suoi settori in attività
internazionali. La programmazione regionale di attività all'estero è
sempre più ricca di iniziative nell'ottica dell'incremento delle
relazioni internazionali , della promozione culturale, del settore
turistico, delle attività di formazione e di quelle promozionali del
sistema imprenditoriale regionale nel mondo.
Operare nei mercati esteri per la pubblica Amministrazione è un
compito complesso; una buona conoscenza del Paese con il quale si
intendono intrattenere rapporti riveste fondamentale importanza,
agevola le relazioni e crea le condizioni per una collaborazione
attiva che porti risultati non solo politici ma di impatto diretto
nel territorio regionale. In campo economico ciò è evidente.
Già da qualche anno la Regione Emilia-Romagna si è dotata di una
programmazione di attività all'estero per la promozione del sistema
economico e per l'incentivazione degli investimenti in campo
internazionale.
In concerto con il Ministero delle Attività Produttive, la Regione
Emilia-Romagna ha siglato l'Accordo di programma per le attività di
promozione sui mercati esteri, fra le aree prioritarie di azione
negli ultimi anni vi è la Cina, mercato prioritario d'intervento non
solo per la nostra Regione ma per tutto il sistema economico
italiano. Per il 2004, la Cina sarà teatro di 200 eventi italiani di
altissimo livello: cultura, sport, sfilate di moda, eventi
fieristici, occasioni di promozione commerciale e di collaborazioni
scientifiche. E' il caso di ricordare inoltre le Olimpiadi di
Pechino del 2008 e l'esposizione universale di Shanghai nel 2010.
La Cina è attualmente considerata il Paese con maggiori opportunità
di crescita dell'economia globale. La recente entrata
nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) ha reso il mercato
cinese più prevedibile e più accessibile.
La Cina vede accanto a cluster produttivi lo sviluppo parallelo di
un mercato interno sempre più recettivo ed aperto verso l'Occidente.
Il 2004 sarà il primo banco di prova che andrà a misurare
l'effettiva applicazione degli impegni presi in sede di WTO da parte
cinese e testerà la conseguente crescita dell'import.
Il 2003 è stato un anno che ha visto la Cina rallentare la propria
crescita sotto i colpi della SARS, risalire la china e vantare a
fine anno una crescita del GDP del 8.5% . L'export ha raggiunto un
tasso di crescita nel corso del primo semestre del 2003 del 22%
mentre l'import, nonostante una crescita del 40%, è rimasto sotto il
livello dell'export.
La Cina si presenta dunque come un nuovo grande competitore
nell'economia globale, e tanto più in settori importanti, anche per
territori come il nostro, in cui protagoniste dell'economia sono
piccole e medie imprese che possono risentire fortemente delle
produzioni a basso costo. Ma contemporaneamente anche come nuovo
grande possibile partner protagonista di un mercato in grandissima
espansione.
Di fondamentale importanza in questo momento è quindi lo sviluppo di
condizioni di reciprocità e cooperazione fondate sul rispetto delle
regole del WTO e sullo sviluppo bilaterale di opportunità e
investimento.
Appare dunque essenziale il ruolo di una iniziativa per lo sviluppo
delle relazioni con la Cina che si accompagni a quella delle
imprese per lo sviluppo di relazioni culturali, istituzionali,
sociali: una iniziativa particolarmente importante per una realtà
come l'Emilia-Romagna che può far valere rapporti tra sistemi
territoriali, le realtà delle Università e della ricerca
scientifica, le esperienze nel campo dei servizi sociali e
ambientali.
Allo stesso modo per l'Emilia-Romagna è naturalmente importante
anche nei rapporti con una grande realtà come la Cina una relazione
rivolta ad affermare che le opportunità migliori di cooperazione
possono realizzarsi in una dimensione di sviluppo dei diritti umani
e sociali.
Da tutto ciò nasce l'esigenza di aderire come Regione alla
Fondazione Italia-Cina.
La Fondazione per statuto (artt. 1-2) è apolitica, non ha fini di
lucro e non può distribuire utili e si pone come scopo statutario la
promozione di rapporti economici e il perseguimento di finalità
culturali, formative, sanitarie, scientifiche, artistiche, realizza
studi e ricerche come pure elabora e attua programmi di particolare
rilevanza, organizza eventi utili a sviluppare i rapporti tra Italia
e Cina nel quadro dei rapporti esistenti anche a livello
governativo.
L'11 novembre 2003 è stata costituita la Fondazione a cui hanno
aderito i principali gruppi industriali e finanziari italiani tra i
quali Assicurazioni Generali, Banca Intesa, Banca Monte Paschi,
Banca Capitalia, ENI, Unicredit, Edison, Impresilo, Alitalia; ICE;
ed è stata promossa la partecipazione delle Regioni vedendo
l'adesione ad oggi della Regione Piemonte e della Regione Lombardia.
Hanno annunciato il loro interesse il Ministero degli Affari Esteri,
delle Attività Produttive, dell'Istruzione Università e Ricerca e
dei Beni Culturali.
Per poter partecipare in qualità di soci fondatori bisogna aderire
alla Fondazione entro il 30 giugno 2004 e versare una quota
associativa al fondo di dotazione oltre che impegnarsi a partecipare
con un contributo annuale pari a 30.000 Euro per almeno tre anni; lo
status di socio fondatore è essenziale poiché secondo l'art. 12
dello statuto della Fondazione medesima i membri fondatori nominano
un delegato nel Consiglio di amministrazione.
Ritenuto, dunque , di interesse per la Regione Emilia-Romagna
l'adesione alla Fondazione Italia-Cina si propone un semplice
articolato quale Proposta di Legge.
L'art. 1 definisce l'autorizzazione e dunque l'adesione della
Regione; l'art.2 definisce l'esercizio dei diritti derivanti dalla
partecipazione alla Fondazione che spetta al Presidente o a un suo
delegato. In particolare il comma 2 dell'art. 2 condiziona la
partecipazione della Regione al perseguimento dello scopo
enunciato nello statuto della Fondazione, ciò significa che nel
caso di modifica dello stesso spetta al Consiglio regionale
deliberare in ordine all'eventuale recesso dalla Fondazione; l'art.
3 prevede che i componenti rappresentanti della Regione negli organi
della Fondazione siano designati dalla Giunta.
L'art. 4 definisce le modalità di partecipazione rifacendosi alle
previsioni statutarie della Fondazione medesima e dunque per poter
acquisire il titolo di socio fondatore il comma 1 prevede un impegno
al versamento della quota associativa e il comma 2 la quota annuale
per le attività del prossimo triennio; l'art. 5 disciplina la norma
finanziaria.

Testo:

                               Art. 1
Autorizzazione
1. Ai sensi dell'art. 47 dello Statuto regionale la Regione
Emilia-Romagna è autorizzata ad aderire, quale socio fondatore, alla
Fondazione Italia-Cina.
2. La Fondazione Italia-Cina in base al proprio statuto è apolitica
e non ha scopo di lucro. Per finalità di utilità generale e con
l'obiettivo di migliorare i rapporti tra Italia e Cina nel rispetto
dei rapporti internazionali esistenti promuove e favorisce rapporti
economici, persegue finalità culturali, formative, sanitarie,
scientifiche ed artistiche e gli altri interventi stabiliti dallo
statuto.
Art. 2
Esercizio dei diritti
1. L'adesione della Regione Emilia-Romagna alla Fondazione
Italia-Cina è condizionata al riconoscimento della personalità
giuridica e al perseguimento dello scopo statutario di cui al
precedente art.1, comma 2. Nel caso di modifica o di inattuazione
delle previsioni statutarie che comportino la necessità di una
ulteriore valutazione sulla prosecuzione alla partecipazione spetta
al Consiglio Regionale deliberare in ordine all'eventuale recesso
dalla Fondazione.
2. I diritti inerenti alla qualità di socio-fondatore della Regione
Emilia-Romagna sono esercitati dal Presidente o suo delegato.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato a compiere
tutti gli atti necessari al fine di perfezionare l'adesione della
Regione alla Fondazione.
Art. 3
Rappresentanza della Regione
1. La Giunta regionale provvede alla nomina dei rappresentanti negli
organi della Fondazione, secondo quanto previsto dallo statuto della
Fondazione medesima.
Art. 4
Partecipazione finanziaria
1. La Regione partecipa alla costituzione del fondo di dotazione
della Fondazione con il contributo di 5.000 Euro così come previsto
dall'art. 8 dello statuto della medesima Fondazione.
2. La Regione, in qualità di socio fondatore, si impegna a
partecipare al fondo di gestione con un contributo triennale del
valore di 30.000 Euro all'anno, nel rispetto di quanto previsto
dall'art. 8 dello statuto della Fondazione.
Art. 5
Norma finanziaria
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 1, dell'art. 4
della presente legge, la Regione fa fronte mediante l'utilizzazione
dei fondi accantonati nell'ambito della UPB 1.7.2.2.29100 Fondi
speciali per provvedimenti legislativi in corso di approvazione a
valere sul Capitolo 86350 Fondo speciale per far fronte agli oneri
derivanti da provvedimenti legislativi regionali in corso di
approvazione. Spese correnti , voce n. 16 dell'elenco n. 2 allegato
alla Legge del Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario
2004 e pluriennale 2004-2006 del 22 dicembre 2003, n. 29 e con
l'istituzione di un apposito capitolo ed unità previsionale di base,
nella parte spesa del bilancio regionale.
2. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 2, dell'art. 4
della presente legge, la Regione fa fronte mediante l'istituzione di
un apposito capitolo ed unità previsionale di base, nella parte
spesa del bilancio regionale che saranno dotati della necessaria
disponibilità a norma di quanto disposto dall'art. 37 della L.R. 15
novembre 2001, n. 40.
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