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Legislatura VIII - Progetto di legge (testo presentato : concluso/decaduto)

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Oggetto n. 1019
Presentato in data: 23/01/2006
Introduzione di criteri di sostenibilità ambientale negli acquisti della pubblica amministrazione (23 01 06).

Presentatori:

Guerra Daniela Verdi per la pace

Relazione:

Le società in cui viviamo dipendono sempre di più dai flussi di
materia ed energia che alimentano il processo economico e,
attraverso questo, il tenore di vita degli abitanti della Terra.
Dato che la biosfera entro la quale operiamo ha una sua capacità
portante limitata ed è un serbatoio finito di risorse naturali,
inorganiche ed organiche, è necessario ridurre il consumo delle
risorse naturali, ridurre l'uso di energia, risparmiare acqua,
ridurre la produzione di rifiuti e di sostanze chimiche: in altre
parole ridurre la nostra impronta ecologica sulla terra. È
l'obiettivo generale di ogni programma di azioni per lo sviluppo
sostenibile.
Per raggiungerlo è però necessario rivedere i nostri modi di
produzione e di consumo coinvolgendo i soggetti che rappresentano il
motore di questo indispensabile processo di riconversione ecologica:
le imprese, l'economia civile, i consumatori, il mondo della
ricerca, la scuola, i cittadini e le istituzioni.
E alle istituzioni, sia locali che nazionali, il compito di dare il
buon esempio orientando in senso ecologico tutte le proprie
attività.
Il green public procurement (GPP) è lo strumento che serve a
rendere verdi gli acquisti pubblici adottando criteri ambientali
nelle procedure d'acquisto degli Enti locali e della pubblica
Amministrazione.
Acquistare verde significa scegliere un determinato prodotto o
servizio anche sulla base degli impatti ambientali che questo può
avere nel corso del suo ciclo di vita, ovvero durante tutte le fasi
del processo produttivo, dall'estrazione delle materie prime allo
smaltimento dei rifiuti. Il GPP è quindi lo strumento che permette
di sostituire i prodotti e i servizi esistenti con altri a minore
impatto sull'ambiente.
I criteri ambientali servono quindi a privilegiare beni e servizi
che:
riducono l'uso delle risorse naturali;
sostituiscono le fonti energetiche da non rinnovabili a rinnovabili;
riducono la produzione di rifiuti;
riducono le emissioni inquinanti;
riducono i pericoli e i rischi ambientali.
L'importanza del GPP
Il settore degli approvvigionamenti pubblici rappresenta mediamente
il 12% del PIL dell'UE, ma raggiunge il 17% in Italia e addirittura
il 19% in alcuni Stati membri come la Francia: queste cifre mettono
in evidenza la grande importanza quantitativa del settore.
L'applicazione del GPP su vasta scala potrebbe modificare i
comportamenti d'acquisto di soggetti che comprano beni e servizi per
circa 1/5 del totale nazionale.
Il GPP può giocare un ruolo fondamentale, dal lato della domanda,
per sostenere la produzione di beni e servizi verdi e fungere da
traino nel processo di gestione ecologica e nel ri-orientamento dei
consumi verso prodotti più compatibili, e servire,
contemporaneamente, da modello di buon comportamento per le imprese,
le istituzioni private e i cittadini, dando quindi un contributo
positivo alla protezione ambientale.
Gli Enti locali, trasferendo la loro capacità d'acquisto su prodotti
a impatto ambientale ridotto ed includendo i criteri ambientali
nelle procedure d'acquisto, hanno la possibilità concreta di
orientare il mercato così da:
ridurre gli impatti sull'ambiente delle proprie attività;
incrementare la domanda per i prodotti verdi ;
spingere le imprese a produrre beni con migliori prestazioni
ambientali;
fornire un modello di comportamento responsabile verso l'ambiente.
Il GPP e le politiche per la sostenibilità
II GPP è uno degli strumenti principali che gli Enti locali e la
pubblica Amministrazione hanno a disposizione per mettere in atto
strategie di sviluppo sostenibile mirate a ridurre gli impatti
ambientali dei processi di consumo e produzione, attraverso una
gestione più responsabile delle risorse naturali e dei rifiuti, ed è
uno dei settori prioritari d'intervento della Strategia Europea per
lo Sviluppo sostenibile approvata dal Consiglio europeo di Goteborg
nel giugno 2001.
A livello europeo, è stato ufficialmente riconosciuto il ruolo che
gli acquisti verdi ricoprono nel favorire l'innovazione di
prodotto e nell'ampliare il mercato di prodotti eco-compatibili
esistenti.
Il VI Programma d'Azione per l'Ambiente dell'Unione Europea prevede,
quale approccio strategico per il conseguimento degli obiettivi
ambientali, sotto il Titolo 2.3 - Indurre il mercato a lavorare per
l'ambiente, incentivi economici per i prodotti ecologici, la
promozione di una domanda 'verde' mediante una migliore informazione
ai consumatori, lo sviluppo di una base oggettiva per una politica
'verde' di approvvigionamenti pubblici e l'incoraggiamento di una
progettazione più ecologica dei prodotti .
Inoltre, assai esplicitamente, il Programma sostiene che il GPP
possa «contribuire a rinverdire il mercato adottando tra i criteri
di acquisto anche quello ambientale. Sarà anche presa in esame la
possibilità di promuovere l'approvvigionamento verde introducendo
l'obbligo di effettuare, prima dell'acquisto, una valutazione
dell'impatto ambientale delle diverse offerte conformi ai requisiti
delle autorità aggiudicanti».
Il GPP costituisce pertanto uno degli assi portanti della politica
integrata di prodotto (IPP Integrated Product Policy) che mira a
stimolare la diffusione di prodotti compatibili con l'ambiente
attraverso interventi sia dal lato dell'offerta che dal lato della
domanda, definendo un quadro di riferimento per l'elaborazione e lo
sviluppo di una strategia comunitaria in materia.
La leva principale di questo nuovo approccio è costituita
dall'interazione tra i vari soggetti coinvolti nel ciclo di vita del
prodotto (economici, istituzionali e sociali). L'approccio IPP
indirizza infatti la sua influenza sulla progettazione ecologica dei
prodotti, sull'informazione dei consumatori finali e
sull'introduzione di incentivi per l'adozione di prodotti ecologici.
Adottando come unità operativa di riferimento il prodotto, le
politiche integrate e le azioni conseguenti intervengono più
efficacemente sulle dinamiche di mercato, di produzione e di
consumo, cui si indirizzano.
In sostanza, il mercato può diventare, attraverso l'accresciuta
sensibilità ambientale dei consumatori, disposti a premiare i
prodotti verdi a scapito di quelli con più elevato impatto
sull'ambiente, un importante vettore di miglioramento ambientale.
Con la Comunicazione 302 del 18 Giugno 2003 Politica integrata dei
prodotti - Sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale la
Commissione invita gli Stati membri ad elaborare appositi piani
d'azione per l'integrazione delle esigenze ambientali negli appalti
pubblici.
A definire meglio il quadro giuridico nel quale inserire il GPP sono
poi intervenute sia la Comunicazione interpretativa 274/01 II
diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità
d'integrare considerazioni di carattere ambientale negli appalti
pubblici , che illustra le possibilità di considerare aspetti
ambientali nell'aggiudicazione dei contratti d'appalto e quindi
invita a promuovere tra gli Enti locali la possibilità di sfruttare
questa possibilità nella definizione dell'oggetto d'appalto e nelle
specifiche tecniche, sia la nuova Direttiva Europea sugli appalti
pubblici (2004/18/CE), che fa esplicito riferimento alle prestazioni
ambientali dei beni e dei servizi.
Nella stessa direzione, a livello internazionale, si sono mossi il
Piano di Implementazione di Johannesburg (2002) e gli Aalborg
Commitments (Giugno 2004).
Per cambiare i modi di produzione e consumo attualmente
insostenibili, il Piano d'Implementazione indica che le autorità
pubbliche dovrebbero essere incoraggiate ad integrare gli obiettivi
di sviluppo sostenibile nei processi decisionali, inclusi quelli che
riguardano la pianificazione per lo sviluppo locale, gli
investimenti e gli acquisti pubblici. In particolare, vanno promosse
politiche d'acquisto pubbliche che favoriscano lo sviluppo e la
diffusione di prodotti e servizi compatibili con l'ambiente.
Tale obiettivo è anche esplicitamente individuato nel documento di
Strategia d'Azione ambientale per lo Sviluppo sostenibile in Italia
approvato dal CIPE nell'agosto 2002.
La strategia sottolinea la necessità di adottare nuovi strumenti di
politica ambientale che fungano da supporto ad un approccio non più
basato sulle strategie di comando e controllo, ma piuttosto sulla
promozione di comportamenti volontari da parte di tutti gli attori
sociali al fine di incoraggiare:
il miglioramento e 1'applicazione della legislazione di protezione
ambientale;
l'integrazione del fattore ambientale nelle politiche di settore e
nei mercati;
l'attuazione della riforma fiscale ecologica;
la mitigazione delle esternalità ambientali e l'eliminazione dei
sussidi perversi;
l'introduzione della contabilità ambientale;
una maggiore efficacia dei processi di informazione e partecipazione
del pubblico;
la crescita del ruolo decisionale dei cittadini;
lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica.
Tra gli strumenti di maggiore rilievo vengono individuati la
valutazione ambientale strategica, il green public procurement, la
tassazione ambientale, la certificazione ambientale, l'Agenda 21
Locale, la contabilità e gli indicatori ambientali.
La Strategia d'Azione ambientale per lo Sviluppo sostenibile in
Italia indica gli obiettivi e i target, in termini di beni ecologici
acquistati, che la pubblica Amministrazione dovrebbe raggiungere
entro il 2006:
nell'ambito della pubblica Amministrazione, almeno il 30% dei beni
acquistati dovrà rispondere anche a requisiti ecologici;
tenendo conto della sostituzione e facendo ricorso al meccanismo
della rottamazione, il 30-40% del parco dei beni durevoli dovrà
essere a ridotto consumo energetico.
In questa direzione va, infine, il decreto ministeriale n. 203
dell'8 maggio 2003 il quale stabilisce che uffici pubblici, società
a prevalente capitale pubblico, società di gestione dei servizi
coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di
prodotti ottenuti in materiale riciclato nella misura del 30%. Il
decreto prevede inoltre che i destinatari adottino in sede di
formulazione di una gara per la fornitura e l'installazione di
manufatti e beni, e nella formulazione di capitolati di opere
pubbliche, criteri tali da ottemperare al rispetto delle quote
previste dal decreto.
I GPP e la Regione Emilia-Romagna
La Regione Emilia-Romagna, contestualmente al Piano di Azione
ambientale per un Futuro sostenibile 2001-2003, ha adottato con le
Province un Patto di sostenibilità , uno strumento volontario teso
a rafforzare il concreto indirizzo del Piano. Il Patto prevedeva una
Agenda di azioni, che ciascuno era impegnato a realizzare
all'interno del proprio Ente, volte a migliorare l'ecoefficienza e
la gestione sostenibile di tali Enti, le loro organizzazione e il
comportamento dei propri membri.
Tra i cinque impegni assunti nel Patto di sostenibilità figurava
quello di introdurre procedure di acquisti verdi per le forniture
degli enti.
Il progetto di legge
Il testo del progetto di legge si compone di quattro articoli.
Il primo indica le finalità generali della proposta, concernenti
l'introduzione di criteri di sostenibilità ambientale nelle
procedure di acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche
Amministrazioni, in attuazione delle indicazioni comunitarie e di
quelle contenute nel documento Strategia d'Azione ambientale per lo
sviluppo sostenibile in Italia approvato dal CIPE, allo scopo di
ridurre l'impatto dei consumi pubblici sulle risorse naturali.
Il secondo articolo vincola la Regione, le Province, e i Comuni con
popolazione residente superiore a 5.000 abitanti, alla formulazione
di un piano triennale per raggiungere l'obiettivo di integrare le
esigenze ambientali nella definizione degli approvvigionamenti,
interessando a tale scopo almeno il 30 per cento della spesa
complessiva prevista, con una previsione di incremento della
percentuale del 10 per cento per ogni triennio fino al
raggiungimento di almeno il 60 per cento. Vengono inoltre definiti
più in dettaglio i criteri ecologici generali ai quali informare la
definizione delle procedure di selezione degli acquisti ed i settori
merceologici prioritari nei quali articolare il Piano.
Il terzo articolo, individua nella Regione l'autorità competente per
il monitoraggio dello stato di attuazione della legge e impegna gli
Enti locali a informare annualmente la Giunta relativamente ai
provvedimenti assunti. La Giunta trasmette quindi annualmente
all'Assemblea legislativa una relazione che illustra gli obiettivi
raggiunti sul territorio regionale.
Il quarto articolo, infine, indica che la Giunta regionale provvede,
entro il termine di novanta giorni dall'approvazione della legge, ad
emanare le linee guida relative ai criteri ecologici e alla
metodologia da adottare nei bandi di gara.

Testo:

                               Art. 1
Finalità
1. In attuazione delle indicazioni contenute nella Comunicazione
della Commissione Europea 18 giugno 2003, n. 302, Politica
integrata dei prodotti - Sviluppare il concetto di ciclo di vita
ambientale , e nel programma Strategia d'Azione ambientale per lo
Sviluppo sostenibile in Italia , approvato dal Comitato
interministeriale per la Programmazione economica con deliberazione
2 agosto 2002, n. 57, le stazioni appaltanti della pubblica
Amministrazione introducono nelle procedure di acquisto criteri di
sostenibilità ambientale (GPP - Green Public Procurement) rivolti ad
orientare i consumi pubblici alla riduzione dell'impatto sulle
risorse naturali, a migliorare le prestazioni ambientali dei beni e
servizi disponibili sul mercato e a diffondere modelli di
comportamento responsabile nei confronti dell'ambiente.
Art. 2
Piano d'azione per la sostenibilità ambientale
dei consumi pubblici
1. La Regione, le Province, e i Comuni con popolazione residente
superiore a 5.000 abitanti, approvano, entro 12 mesi dalla
approvazione della presente legge, un piano triennale denominato
Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi
pubblici finalizzato ad orientare le stazioni appaltanti di propria
competenza all'integrazione delle esigenze di sostenibilità
ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi, con
l'obiettivo di convertire al termine del primo triennio almeno il 30
per cento della spesa complessiva prevista e di aumentare la
percentuale del 10 per cento per ogni triennio fino al
raggiungimento di almeno il 60 per cento.
2. Nella definizione del Piano di cui al comma 1, le Amministrazioni
interessate tengono conto dei seguenti criteri generali per
qualificare le procedure di selezione degli approvvigionamenti
pubblici:
a)
riduzione dell'uso delle risorse naturali;
b)
sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili con fonti
rinnovabili;
c)
riduzione della produzione di rifiuti;
d)
riduzione delle emissioni inquinanti;
e)
riduzione dei rischi ambientali;
f)
produzione di rifiuti, non tossici, riutilizzabili o riciclabili.
3. Il Piano di cui al comma 1 indica gli obiettivi da raggiungere
per la riconversione degli acquisti nelle seguenti categorie
merceologiche:
a)
arredi;
b)
materiali da costruzione;
c)
manutenzione delle strade;
d)
gestione del verde pubblico;
e)
illuminazione e riscaldamento;
f)
elettronica;
g)
tessile;
h)
cancelleria;
i)
ristorazione;
l)
materiali per l'igiene;
m)
trasporti.
Art. 3
Monitoraggio
1. La Regione verifica lo stato di attuazione della presente legge.
2. Gli Enti locali di cui all'art. 2 trasmettono annualmente alla
Giunta regionale i dati relativi ai provvedimenti assunti.
3. La Giunta regionale elabora e trasmette all'Assemblea legislativa
apposita relazione annuale di illustrazione degli obiettivi
raggiunti nel territorio regionale.
Art. 4
Linee guida
1. Entro il termine di novanta giorni dall'approvazione della
presente legge, la Giunta regionale provvede ad emanare le linee
guida relative ai criteri ecologici e alla metodologia da adottare
nei bandi di gara.
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