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Legislatura VIII - Progetto di legge (testo presentato : concluso/decaduto)

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Oggetto n. 5112
Presentato in data: 13/11/2009
Promozione, organizzazione e sviluppo delle attività di informazione e di educazione alla sostenibilità (delibera di Giunta n. 1782 del 11 11 09).

Presentatori:

Giunta

Relazione:

 RELAZIONE
A dieci anni dalla emanazione della L.R. 15/96
Promozione, organizzazione e sviluppo delle
attività di informazione e di educazione
ambientale il mutato contesto di riferimento per
le problematiche dell'ambiente e dello sviluppo
sostenibile, così come l'evoluzione delle strategie
informative ed educative a livello internazionale,
nazionale e regionale, richiedono un adeguamento
della L.R. 15/96, dei suoi attori e strutture e
della relativa programmazione regionale così come
del resto riconosciuto e indicato dall'Assemblea
legislativa nell'atto di approvazione del Programma
INFEA 2008-2010 (deliberazione Assemblea
legislativa n. 190 del 21 ottobre 2008).
La conferenza di Johannesburg 2002 nel fare un
bilancio dell'attuazione della strategia di Agenda
21 attivata dieci anni prima a Rio De Janeiro ha
tra le altre cose, prendendo atto delle difficoltà
che incontra la concreta attuazione delle politiche
di sostenibilità, ribadito l'importanza
fondamentale del supporto culturale ed educativo a
tali strategie.
Nel redigere il Piano di Attuazione, Johannesburg
2002 ha raccomandato in tal senso alle Nazioni
Unite e ai Paesi membri di rilanciare specifiche
strategie educative integrate con le politiche di
sostenibilità.
Conseguentemente la 78° Assemblea Generale delle
Nazioni Unite proclamava con propria Dichiarazione
(n. 57/257 del 20 dicembre 2002) il Decennio
dell'Educazione per lo Sviluppo Sostenibile
2005-2014.
Nella citata dichiarazione l'ONU individua
nell'UNESCO l'organismo responsabile della
promozione del decennio e dell'elaborazione di un
programma internazionale in linea con il Quadro
d'azione di Dakar adottato al Forum mondiale
sull'educazione. Il programma, che viene definito
dopo aver consultato le Nazioni Unite, così come i
Governi dei diversi Paesi, le Organizzazioni Non
Governative e tutte le parti interessate, si pone
la finalità di contribuire a rafforzare
l'integrazione dell'educazione per lo sviluppo
sostenibile nelle strategie e nei piani di azione
di tutti i governi e, pertanto, invita tutti i
Paesi a rendere effettive e concrete le misure che
consentono di attuare il decennio, nel quadro del
programma stesso elaborato dall'UNESCO.
Nel contesto sopra richiamato si è inserita la
Strategia UNECE (United Nation Economic Commission
for Europe) per l'educazione allo sviluppo
sostenibile (ESS), che si pone come quadro di
riferimento e di orientamento per le politiche dei
vari Paesi aderenti, volto a supportare
l'introduzione del concetto di sviluppo sostenibile
nei vari sistemi educativi (formale, informale e
non formale) e a sviluppare metodologie, strumenti
e competenze adeguate. A livello italiano tale
strategia viene promossa dal Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio. La
Strategia definisce l'ESS come «un processo
permanente che interessa l'individuo lungo l'intero
arco della vita». Essa precisa inoltre che l'ESS è
un concetto ampio che trae origine dall'educazione
ambientale, ma che non si limita ad essa e,
inglobandola, rafforza quell'approccio integrato
che mette in relazione diverse tematiche da
affrontare sia a livello locale che globale, come
la cittadinanza attiva, la pace, la democrazia, i
diritti umani, lo sviluppo equo e solidale, la
tutela della salute, quella delle pari opportunità
e quella culturale, la protezione dell'ambiente e
la gestione sostenibile delle risorse naturali. In
attuazione delle strategie sopra richiamate è stato
costituito il Comitato Nazionale Italiano per il
Decennio dell'educazione allo sviluppo sostenibile
(DESS UNESCO Italia) al quale la Regione
Emilia-Romagna ha aderito e contribuisce
partecipando al Comitato Scientifico.
Il Comitato UNESCO Italia sviluppa un programma
annuale di attività, anche in collaborazione con le
Regioni e i Sistemi regionali INFEA riconosciuti
come interlocutore per l'attuazione del decennio
sui rispettivi territori, per la cui attuazione è
stato sottoscritto il 23 aprile 2009 tra il
Presidente UNESCO Italia prof. Giovanni Puglisi e
il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco
Errani un Protocollo d'intesa per lo sviluppo delle
attività per il Decennio ONU per l'educazione allo
sviluppo sostenibile, tra la C.N.I. UNESCO e la
Regione Emilia-Romagna, secondo lo schema approvato
dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni il 28
febbraio 2008.
In Italia, dove a partire dal 2000 una intensa
attività promossa dalle Regioni ha consentito di
mantenere ed evolvere programmi coordinati di
attività sul territorio, si è registrato
nell'ultimo biennio un rinnovato interesse per le
politiche ambientali ed educative che ha portato le
istituzioni centrali (Ministeri Ambiente,
Istruzione, Ricerca scientifica), regionali e
locali a condividere nuove strategie. Il 15 marzo
2007, la Conferenza Stato-Regioni e Province
autonome ha approvato il documento politico
Orientamenti e obiettivi per il nuovo quadro
programmatico per l'educazione all'ambiente e allo
sviluppo sostenibile , che riafferma la validità
del Sistema INFEA nazionale come integrazione di
Sistemi a scala regionale, impegna i sottoscrittori
a sviluppare la propria azione congiunta per la
crescita di una cultura della sostenibilità da
attuarsi anche favorendo una forte integrazione
delle politiche di settore, necessaria per rendere
i processi della formazione, dell'educazione e
della sensibilizzazione per lo sviluppo sostenibile
organici alle politiche del territorio.
Sulla base degli orientamenti ed obiettivi sopra
richiamati è stato redatto, e approvato dalla
Conferenza Stato-Regioni in data 1 agosto 2007, il
Nuovo Quadro Programmatico Stato-Regioni e
Province autonome per l'educazione all'ambiente e
alla sostenibilità , che rappresenta il principale
strumento di attuazione ed indirizzo per l'attività
delle Amministrazioni centrale e regionali.
Contestualmente è stato sancito un Accordo che
impegna i sottoscrittori a rilanciare il processo
di concertazione in materia di INFEA e di ESS,
mediante la sottoscrizione di specifici Accordi di
programma sostenuti finanziariamente da entrambe le
istituzioni e riferibili alle annualità 2007-2009.
Il Nuovo Quadro Programmatico prevede diversi
livelli di azione, servizi e attività secondo
l'articolazione che distingue:
azioni di livello nazionale, tra cui: sviluppo e
attuazione della strategia UNECE e contributo al
decennio ONU per l'educazione allo sviluppo
sostenibile;
azioni volte a favorire l'interconnessione
istituzionale e funzionale tra diversi Ministeri;
azioni tese al riconoscimento della figura
dell'operatore professionale per l'educazione
ambientale e alla sostenibilità;
azioni congiunte di formazione sui temi della
sostenibilità rivolte a rafforzare il Sistema INFEA;
sviluppo della ricerca e dell'innovazione in campo
INFEA e della ESS;
partecipazione a programmi e progetti comunitari,
ecc.;
azioni di livello interregionale, tra cui, in
particolare: progetti di cooperazione
interregionale su qualità, metodologie, servizi,
temi, banche dati e sistemi di archiviazione
interattivi delle esperienze, ecc. (su
progetti/tematiche comuni, di ricerca, formazione,
scambio di esperienze, su programmi e progetti
comunitari, per lo sviluppo e il sostegno alle
attività della RES - Rete delle Regioni Europee per
l'Educazione alla sostenibilità).
Sta già operando un gruppo di lavoro interregionale
sul tema della figura professionale dell'operatore
di ESS, della definizione delle necessarie
competenze e qualificazioni professionali e dei
percorsi formativi più idonei da sviluppare;
azioni di livello regionale (i programmi redatti da
ciascuna Regione), articolate in: sviluppo dei
Sistemi Regionali INFEA e dei Centri di
Coordinamento regionale, sistematizzando e
integrando strutture e competenze delle
Amministrazioni regionali, compresi gli enti
strumentali, secondo il principio dell'efficienza e
dell'efficacia della spesa;
sostegno ai CEA, alle Scuole, alle Strutture
operanti nei sistemi di EA nell'ambito
dell'educazione formale e non formale; formazione
mirata per gli operatori dei CEA, degli insegnanti
e degli operatori delle Scuole e delle Strutture
per l'educazione formale e non formale della
Regione (percorsi formativi ai diversi soggetti
operanti nei Sistemi di EA);
azioni di sistema con enti pubblici, imprese,
università, agenzie scientifiche e tecnologiche,
processi di sviluppo sostenibile sul territorio
(Agenda 21 Locale, acquisti verdi, risparmio
energetico, ecc.), favorendo altresì la creazione
di micro-reti territoriali orientate a realizzare
azioni di sostenibilità nella gestione del
territorio;
sviluppo e valorizzazione dei rapporti con il
Sistema delle Aree Naturali Protette e con la Rete
Natura 2000; educazione ambientale per gli adulti e
promozione di modelli di produzione e consumo
sostenibili;
cittadinanza attiva: elaborazione di programmi e
progetti che promuovano processi partecipativi di
trasformazione territoriale sostenibile; azioni di
innovazione rivolte all'introduzione dei temi della
sostenibilità nel settore della Formazione
Professionale iniziale e nei percorsi di Istruzione
e Formazione Tecnica Superiore; realizzazione di
progetti di educazione alla sostenibilità
ambientale integrati e correlati con le azioni di
pianificazione regionale (piani di settore, piani
strategici, piani territoriali, ecc.);
programmi regionali di comunicazione e sviluppo di
progetti sulla sostenibilità integrati con altre
reti e realtà che operano a livello regionale,
anche per promuovere e affiancare programmi di
cooperazione internazionale sui temi dello sviluppo
sostenibile, creando proficue sinergie territoriali
con tutti i soggetti che operano in tale settore.
La Regione Emilia-Romagna, in attuazione della
propria L.R. 15/96 e dei documenti di indirizzo
nazionali e internazionali, ha realizzato
nell'ultimo decennio quattro programmazioni
triennali regionali dell'Informazione ed Educazione
Ambientale (INFEA), mentre una quinta - il
Programma INFEA 2008-20010 - è in corso di
svolgimento.
Nell'insieme, nell'arco del decennio sono stati
finanziati e realizzati oltre 500 progetti di CEA e
Scuole e oltre 100 azioni per lo sviluppo del
Sistema INFEA.
Scorrendo cronologicamente il susseguirsi delle
iniziative si può evidenziare come le prime azioni
promosse con il PTTA 1994-96 abbiano consentito di
creare e consolidare nuovi CEA, di avviare la
costituzione di una struttura regionale di
riferimento, così come di avviare quella produzione
di materiali didattici di qualità che proseguirà
per tutto il decennio.
È stato però in particolare con il Programma
1999-2001 che è stata avviata in modo sistematico e
continuativo una programmazione regionale. In quel
primo triennale sono presenti tutti i capisaldi
delle programmazioni che saranno in seguito
sviluppate: azioni di sistema quali il Master in
esperto di EA per gli operatori, il lavoro con le
scuole dell'autonomia, il legame tra A21L e INFEA,
le campagne di sensibilizzazione, così come i
contributi a Scuole e CEA che vengono sempre più
finalizzati e orientati da indicatori di qualità.
Con il Programma regionale INFEA 2002-2004,
l'azione sistematica precedentemente impostata ha
potuto consolidarsi e svilupparsi ulteriormente
anche grazie all'Accordo di programma con il
Ministero Ambiente, che ha consentito di sostenere
dieci progetti particolarmente significativi. È in
questa fase che, anche con il lavoro concomitante
dei progetti interregionali INFEA sviluppati con le
altre Regioni, vengono accreditati i CEA sulla base
di indicatori sperimentali e quindi attivato un
sistema di monitoraggio e documentazione delle
azioni intraprese. Sempre in questa fase,
particolare attenzione viene posta alla
divulgazione dei servizi e alle attività realizzate
da CEA e Scuole, così come alla manutenzione della
rete (i seminari residenziali INFEA) e alla
necessità di sperimentare nuove metodologie,
tematismi, utenze (i Laboratori di innovazione ).
Il Programma INFEA 2005-2007 ha dato seguito a
quanto in precedenza impostato anche se non poteva
più contare sulle risorse economiche statali rese
disponibili in via straordinaria ed utilizzate
nella precedente programmazione. Un forte stimolo
viene in questa fase a CEA e Scuole a lavorare in
partnership per affinità tematica, metodologica o
territoriale, un indirizzo che consentirà sia di
produrre economie di scala che di elevare
complessivamente la qualità dei progetti. Si è
avviato nel contempo un percorso riflessivo
(l'articolata ricerca EA 10+) utile ad impostare le
azioni future.
I punti forti del decennio 1996/2006 possono
essere identificati: nella continuità degli
investimenti, garantita in particolare dalla
Regione; nella definizione di criteri per
l'evoluzione e qualificazione del sistema; nelle
competenze e nell'articolazione degli attori e
strutture sul territorio; nella costituzione di una
struttura regionale di riferimento per la
promozione e il mantenimento del sistema INFEA.
I punti deboli sono invece rappresentati da: un
sistema - quello INFEA - a legame debole,
volontario, che ha difficoltà, a fronte di tante
istituzioni promotrici dell'EA, a mantenere la
necessaria omogeneità e coerenza nel perseguire gli
obiettivi dati; il valore dei CEA e delle
rispettive attività non sempre pienamente
riconosciuto dagli stessi EELL che li hanno
promossi; la crisi finanziaria e il patto di
stabilità che ha coinvolto gli EELL e la Regione
che si sono riverberati spesso sui settori meno
forti e strutturati (e tra questi l'INFEA).
Un bilancio approfondito della programmazione sopra
richiamata e relative attività e risultati è
rappresentato nella ricerca Educazione Ambientale
10+ , realizzata al termine del primo decennio di
attuazione della LR 15/1996. Si è trattato di una
complessa indagine che ha preso in esame attività
svolte, strutture, conoscenze e consapevolezze
maturate, investimenti, bisogni, aspettative.
Ricerca che consiste in 6 Rapporti conclusivi
pubblicati e disponibili sul portale regionale:
www.ermesambiente.it/infea e che rappresenta un
importante punto di riferimento per orientare la
programmazione futura nel settore.
In base a tutto quanto premesso il presente testo
di legge si propone di raccogliere una preziosa
esperienza e di ricontestualizzarla, aggiornarla,
integrarla e svilupparla in un più ampio quadro di
obiettivi e funzioni. Le caratteristiche e gli
obiettivi fondamentali del nuovo testo di legge
sono così riassumibili:
assumere le nuove definizioni e l'evoluzione
dall'educazione ambientale alla educazione alla
sostenibilità come sancito nei documenti
internazionali e nazionali sopra richiamati;
definire una nuova organizzazione del sistema
regionale dell'educazione alla sostenibilità sulla
base di un disegno di integrazione coerente con i
principi della sostenibilità, ampliando i soggetti
che vi prendono parte e precisando l'apporto
specifico di ciascuno;
indicare le nuove funzioni delle strutture
educative sul territorio - i Centri di Educazione
alla sostenibilità - e il ruolo delle reti di
scuole per la sostenibilità, prevedendo per
ciascuno i criteri per il riconoscimento e forme di
sostegno e valorizzazione, nonché promuovendo la
razionalizzazione e ottimizzazione della loro
presenza sui territori al fine di generare economie
di scala nella gestione dei servizi e di elevare la
qualità e l'efficacia delle iniziative;
promuovere ai diversi livelli il coordinamento di
tutte le educazioni - all'ambiente, alla salute,
alla corretta alimentazione, alla sicurezza
stradale e mobilità sostenibile, alla
partecipazione, ecc. - coerenti con i principi del
Decennio per l'educazione alla sostenibilità
Unesco.
Con l'art. 1 si definiscono l'oggetto e le finalità
della presente proposta di legge. Si assumono gli
orientamenti maturati in sede internazionale
(Dichiarazione n. 57/257 del 20 dicembre 2002
dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che in
seguito alla Conferenza di Johannesburg ha
proclamato il Decennio dell'Educazione per lo
Sviluppo Sostenibile - DESS Unesco 2005-2014),
europea Strategia UNECE (United Nation Economic
Commission for Europe) per l'educazione per lo
sviluppo sostenibile adottata all'High-level
meeting dei Ministeri dell'Ambiente e
dell'Educazione (Vilnius, 17-18 March 2005), e
nazionale (i documenti Orientamenti e obiettivi
per il nuovo quadro programmatico per l'educazione
all'ambiente e allo sviluppo sostenibile ,
approvato dalla Conferenza Stato-Regioni in data 15
marzo 2007, e Nuovo Quadro Programmatico
Stato-Regioni e Province autonome per l'educazione
all'ambiente e alla sostenibilità , approvato dalla
Conferenza Stato-Regioni in data 1 agosto 2007)
circa il passaggio dalla educazione ambientale alla
educazione alla sostenibilità , la definizione di
quest'ultima quale strumento culturale
indispensabile per promuovere in tutta la
popolazione giovane e adulta lo sviluppo di
conoscenze, consapevolezze, comportamenti e
capacità di azione a livello individuale e sociale,
idonei a perseguire la sostenibilità ambientale,
sociale, economica e istituzionale, attraverso i
metodi e gli strumenti educativi, partecipativi e
comunicativi.
Assieme allo strumento educativo, anche quello
informativo e comunicativo ha avuto nell'ultimo
decennio importanti evoluzioni di cui è necessario
tenere conto: la convenzione di Aarhus (UNECE
1998), le conseguenti direttiva 2003/4/CE e DLgs n.
195 del 19/8/2005 disciplinano oggi il diritto
all'informazione su ambiente e sostenibilità e le
competenze di regioni ed enti locali.
Con l'art. 2 si definiscono le funzioni del sistema
regionale di informazione e di educazione alla
sostenibilità (INFEAS), quale organizzazione a rete
che coinvolge una pluralità di soggetti pubblici e
privati del territorio regionale al quale si affida
l'obiettivo di promuovere il coordinamento, la
qualificazione e la continuità delle attività di
educazione alla sostenibilità. Si elencano nello
specifico tutti i soggetti che vi prendono parte ed
il ruolo di ciascuno: dalla Regione alle Province
agli EELL, alle reti educative dentro e fuori la
scuola, al volontariato, alle università, alle
imprese. Il fine è quello di assicurare uno
sviluppo armonioso e la messa in valore di tutte le
risorse disponibili.
Con l'art. 3 si definiscono le modalità di
formazione del Programma regionale di informazione
e di educazione alla sostenibilità (INFEAS),
principale strumento di indirizzo ed operativo di
riferimento del settore. Programma che deve
contenere gli indirizzi e gli obiettivi operativi
per le azioni di sistema di livello regionale così
come quelli per la programmazione di livello
provinciale, fino ai criteri di qualità cui devono
riferirsi gli EELL e altri soggetti del
volontariato in qualità di gestori delle strutture
sul territorio ed i relativi servizi, il
coinvolgimento e riconoscimento delle scuole e di
tutte le risorse educative dei territori nelle
politiche di sostenibilità.
Altro elemento importante contenuto nel Programma,
l'individuazione delle forme di integrazione con le
altre programmazioni ed iniziative informative ed
educative, coerenti con i principi dell'educazione
alla sostenibilità, predisposte in attuazione di
altre norme regionali:
educazione ambientale, educazione alimentare,
educazione alla salute, educazione alla
partecipazione, educazione alla sicurezza stradale
e alla mobilità sostenibile. Così come
l'individuazione delle opportunità e dei bisogni
educativi e delle conseguenti azioni di
integrazione tra il sistema INFEAS e gli strumenti
di programmazione generali e settoriali della
Regione.
Da ultimo il raccordo con le leggi in materia di
istruzione e formazione e di politiche giovanili.
Con l'art. 4 si definiscono i centri di educazione
alla sostenibilità (CEAS), strutture educative
distribuite sul territorio regionale e
rappresentano un'evoluzione dei preesistenti centri
di educazione ambientale (CEA), che si rivolgono a
scuole, famiglie e comunità locali, e sono dotate
di sedi, personale, adeguata organizzazione
operativa, specifiche competenze, metodologie e
progettualità, così come definite all'interno del
quadro di riferimento regionale. L'articolo
definisce nei diversi commi modalità organizzative,
gestionali, caratteristiche, competenze, tematismi,
funzioni, livello territoriale dei CEAS. Una
particolare attenzione è posta alla necessità di
promuovere gestioni associate dei servizi
sviluppati dai CEAS in territori omogenei,
perseguendo l'ottimizzazione e la razionalizzazione
delle strutture di educazione alla sostenibilità
sul territorio, anche attraverso l'unificazione di
centri preesistenti e quindi il loro rafforzamento
e qualificazione, anche al fine di ottenere
economie di scala.
Con l'art. 5 si definiscono il ruolo e la necessità
di riconoscere e sostenere le reti di Scuole per
l'educazione alla sostenibilità, ovvero scuole e
istituti scolastici coniugano i temi della
sostenibilità con il piano dell'offerta formativa
(POF) e hanno strutturato al proprio interno
esperienze e attività permanenti di educazione alla
sostenibilità. Nel quadro della programmazione
prevista dalla norma la Regione supporta e
sollecita quindi forme di co-progettazione
scuola-territorio per tutte le fasce di età,
compresa quella adulta e la partecipazione del
sistema formativo allo sviluppo locale.
Con l'art. 6 si definiscono le modalità di
realizzazione e si sostiene la diffusione delle
Relazioni sullo stato dell'ambiente e della
sostenibilità, regionale e dei territori, nonché
l'attuazione del decreto legislativo n. 195/2005
per garantire il diritto all'informazione e
all'accesso ai dati ambientali.
Con l'art. 7 si istituisce la Commissione regionale
di coordinamento, con il compito di concorrere
all'elaborazione di linee guida per la stesura
della programmazione regionale INFEAS ed esprimere
parere in ordine al piano regionale ed ai programmi
provinciali, nonché verificarne periodicamente
l'attuazione.
La commissione deve altresì definire i criteri di
qualità sulla base dei quali caratterizzare il
ruolo e la valenza dei CEAS e delle scuole anche ai
fini del loro riconoscimento. L'articolo definisce
altresì la composizione della Commissione stessa e
gli enti che per competenza sono chiamati a
designare esperti che ne faranno parte. L'art. 8
definisce la norma finanziaria, finalizzata a
promuovere direttamente o mediante contributi a
CEAS, scuole, Enti locali, associazioni del
volontariato, progetti ed attività di educazione
alla sostenibilità.

Testo:

 PROGETTO DI LEGGE
Art. 1
Oggetto e finalità
1. In conformità ai principi sanciti
dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU),
dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per
l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) e
dalla Commissione economica delle Nazioni Unite per
l'Europa (UNECE) in materia di educazione allo
sviluppo sostenibile, nonché ai principi vigenti
nell'ordinamento dell'Unione Europea e
nell'ordinamento nazionale in materia di diritto
all'informazione su ambiente e sostenibilità, e in
particolare a quelli posti dal DLgs 19 agosto 2005,
n. 195 (Attuazione della direttiva 2003/4/CE
sull'accesso del pubblico all'informazione
ambientale), la Regione con la presente legge
persegue i seguenti obiettivi:
a) promuovere nella popolazione giovane e adulta lo
sviluppo di conoscenze, consapevolezze,
comportamenti e capacità di azione a livello
individuale e sociale, idonei a perseguire la
sostenibilità ambientale, sociale, economica e
istituzionale, attraverso i metodi e gli strumenti
educativi, partecipativi e comunicativi;
b) promuovere una educazione alla sostenibilità,
come definita dai principi suddetti, che integra in
un disegno comune gli aspetti globali e locali
della cittadinanza attiva, della pace, della
democrazia, dei diritti umani, dello sviluppo equo
e solidale, della tutela della salute, delle pari
opportunità, della cultura, della protezione
dell'ambiente e della gestione sostenibile delle
risorse naturali;
c) promuovere la raccolta e la diffusione delle
informazioni sulla sostenibilità ambientale,
sociale, economica e istituzionale del territorio
regionale, anche al fine di favorire la consapevole
partecipazione dei cittadini ai processi
decisionali;
d) favorire l'accesso da parte dei cittadini e
delle loro forme organizzate alle informazioni in
materia di ambiente e sviluppo sostenibile in
possesso della pubblica amministrazione, al fine di
promuovere la loro partecipazione attiva alla
costruzione di un futuro sostenibile;
e) sviluppare, in collaborazione con le autonomie
locali, il sistema scolastico e dell'alta
formazione, le agenzie scientifiche, le imprese, il
volontariato e l'associazionismo, il sistema
regionale di informazione e di educazione alla
sostenibilità (sistema regionale INFEAS);
f) promuovere, nel quadro del sistema regionale
INFEAS di cui all'art. 2, mediante adeguati
progetti formativi e sistemi di documentazione e di
valutazione di strutture e attività, la continuità
e la qualità delle azioni educative e comunicative
attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di
centri e strutture territoriali permanenti e di
scuole e istituti scolastici e loro reti che
perseguono l'educazione alla sostenibilità;
g) promuovere il coordinamento e la progressiva
integrazione a livello regionale, provinciale e
comunale delle diverse programmazioni ed esperienze
educative relative all'ambiente e alla
biodiversità, alla corretta alimentazione, alla
sicurezza stradale e alla mobilità sostenibile,
alla salute, alla partecipazione, in coerenza con i
principi definiti dall'ONU e dall'UNESCO per
l'educazione alla sostenibilità;
h) contribuire e partecipare al sistema nazionale
INFEA di cui al comma 3 dell'articolo 5 della Legge
9 dicembre 1998, n. 426 (Nuovi interventi in campo
ambientale), sulla base degli atti di indirizzo e
di programma approvati in sede di Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni
e le Province autonome di Trento e di Bolzano di
cui al DLgs 28 agosto 1997, n. 281, anche
attraverso accordi di programma con gli organi
statali competenti.
2. La Regione persegue i predetti obiettivi
attraverso:
a) il sistema regionale INFEAS di cui all'art. 2;
b) la Commissione regionale di coordinamento di cui
all'art. 7;
c) il programma regionale di informazione e di
educazione alla sostenibilità (programma regionale
INFEAS) di cui all'art. 3;
d) le periodiche relazioni sullo stato
dell'ambiente e della sostenibilità della Regione
Emilia-Romagna e la messa a disposizione del
catalogo delle fonti e di tutti i dati
sull'ambiente e sulla sostenibilità in suo possesso
di cui all'art. 6.
3. La Regione assicura l'accesso alle informazioni
in materia ambientale con le modalità di cui
all'art. 7 della Legge regionale 6 settembre 1993,
n. 32 (Norme per la disciplina del procedimento
amministrativo e del diritto di accesso) e al DLgs
n. 195 del 2005.
Art. 2
Il sistema regionale di informazione e di
educazione alla sostenibilità (Sistema regionale
INFEAS)
1. Il sistema regionale di informazione e di
educazione alla sostenibilità (Sistema regionale
INFEAS) è un'organizzazione a rete che coinvolge
una pluralità di soggetti pubblici e privati del
territorio regionale con l'obiettivo di promuovere
il coordinamento, la qualificazione e la continuità
delle attività di educazione alla sostenibilità.
2. La Regione svolge funzioni di indirizzo,
programmazione, coordinamento e controllo del
sistema regionale INFEAS anche attraverso la
promozione di funzioni e azioni di sistema.
3. Le Province concorrono con la Regione alla
definizione della programmazione regionale INFEAS e
sviluppano, in collaborazione con i comuni e in
modo partecipato, una propria programmazione.
4. I Comuni e le loro forme associative svolgono,
di norma, funzioni di gestione delle strutture di
educazione alla sostenibilità sul territorio.
5. Gli Enti di cui ai precedenti commi 2, 3 e 4
curano il raccordo e il coordinamento tra la
programmazione INFEAS e i rispettivi strumenti di
programmazione generali e di settore.
6. Partecipano al sistema regionale INFEAS la
Regione, le Province, i Comuni e le loro forme
associative, l'Agenzia regionale prevenzione e
ambiente (ARPA), gli enti di gestione delle aree
protette di cui alla Legge regionale 17 febbraio
2005, n. 6 (Disciplina della formazione e della
gestione del sistema regionale delle aree naturali
protette e dei siti della Rete natura 2000).
7. Sono chiamati a concorrere al sistema regionale
INFEAS anche le scuole, gli istituti scolastici, le
università, i centri di educazione alla
sostenibilità (CEAS) di cui all'art. 4 della
presente legge, le fattorie didattiche di cui alla
Legge regionale 31 marzo 2009, n. 4 (Disciplina
dell'agriturismo e della multifunzionalità delle
aziende agricole), le associazioni del
volontariato, le associazioni professionali, le
associazioni di impresa e tutti gli altri soggetti
pubblici e privati che operano in coerenza con i
principi di cui all'art. 1 della presente legge.
8. Il sistema regionale INFEAS dell'Emilia-Romagna
fa parte del sistema nazionale INFEA di cui alla
Legge n. 426 del 1998 e in quanto tale partecipa e
collabora alla piena realizzazione degli obiettivi
definiti congiuntamente a livello nazionale ed
approvati in sede di Conferenza permanente di cui
al DLgs n. 281 del 1997 in materia di educazione
all'ambiente e alla sostenibilità; opera altresì in
collaborazione con altre reti, associazioni,
istituzioni di livello nazionale e interregionale
nel campo dell'informazione ed educazione alla
sostenibilità.
9. La Regione e le Province promuovono specifici
protocolli di intesa, accordi di programma e
convenzioni con i diversi soggetti che concorrono
al sistema regionale INFEAS al fine di formalizzare
la collaborazione e le relazioni tra gli stessi.
Art. 3
Programma regionale di informazione
e di educazione alla sostenibilità
(Programma regionale INFEAS)
1. Il programma regionale di informazione e di
educazione alla sostenibilità (Programma regionale
INFEAS) costituisce strumento di indirizzo e di
attuazione delle politiche regionali in materia di
educazione alla sostenibilità.
2. Il Programma regionale INFEAS è approvato
dall'Assemblea legislativa regionale su proposta
della Giunta. La Giunta regionale, a tal fine,
acquisisce il parere del Consiglio delle Autonomie
locali di cui all'art. 23 dello Statuto regionale
nonché della Commissione regionale di coordinamento
di cui all'art. 7 della presente legge, dopo avere
sentito i soggetti interessati.
3. Il Programma regionale INFEAS è attuato dalla
Regione, dalle Province, dai Comuni e loro forme
associative in base alle rispettive competenze e in
collaborazione con tutti i soggetti che concorrono
al sistema regionale INFEAS. Ha durata triennale e
contiene:
a) gli indirizzi per le funzioni e le azioni di
sistema di livello regionale ed i relativi metodi e
strumenti formativi, comunicativi, partecipativi,
documentali, valutativi, ivi incluse le azioni
volte a promuovere il coordinamento tra tutte le
educazioni coerenti con i principi sull'educazione
alla sostenibilità di cui all'art. 1;
b) gli indirizzi generali per la qualità dei
servizi e la gestione dei CEAS, nonché per la
valorizzazione del loro ruolo in riferimento alle
politiche e strategie dei Comuni e degli altri
soggetti titolari dei CEAS;
c) gli indirizzi per la definizione dei programmi
di coordinamento provinciale INFEAS;
d) gli indirizzi generali per la promozione e il
sostegno della rete dei CEAS di cui all'art. 4 e
delle attività di informazione e di educazione alla
sostenibilità e per l'organizzazione del sistema
regionale INFEAS;
e) gli indirizzi programmatici da attuare
attraverso le reti di scuole per l'educazione alla
sostenibilità;
f) l'individuazione delle modalità e delle forme di
rapporto del sistema regionale INFEAS con i
soggetti di cui ai commi 6 e 7 dell'art. 2;
g) l'individuazione delle forme di integrazione con
le altre programmazioni ed iniziative informative
ed educative, coerenti con i principi
dell'educazione alla sostenibilità, previste in
attuazione delle norme regionali concernenti
l'educazione ambientale, l'educazione alimentare,
l'educazione ai consumi, l'educazione alla
sicurezza stradale e alla mobilità sostenibile,
l'educazione alla salute, l'educazione alla
partecipazione, le azioni regionali in materia di
istruzione e formazione e di politiche giovanili;
h) l'individuazione delle forme ed azioni di
integrazione tra il programma regionale INFEAS e le
pianificazioni e programmazioni di livello
regionale, provinciale e comunale in materia di
territorio, ambiente, energia, turismo, acque,
rifiuti, telematica e società dell'informazione,
salute, mobilità e trasporti, tutela dei
consumatori e sviluppo rurale.
Art. 4
I Centri di educazione alla sostenibilità
1. I Centri di educazione alla sostenibilità (CEAS)
sono strutture educative distribuite sul territorio
regionale e si rivolgono a istituti scolastici,
famiglie, cittadini e comunità locali.
2. I CEAS sono istituiti, di norma, dagli Enti
locali e dalle loro forme associative, ovvero
realizzati da altri soggetti pubblici e privati,
sulla base degli indirizzi definiti dal programma
regionale INFEAS. Gli Enti locali e le loro forme
associative si avvalgono dei CEAS per l'attuazione
delle proprie iniziative di informazione,
documentazione, comunicazione, formazione ed
educazione legate ai temi della sostenibilità.
3. I CEAS sono organizzati in rete a livello
regionale e operano in prevalenza a livello
comunale e intercomunale. Possono essere
individuati dal programma regionale INFEAS, qualora
dotati di particolari competenze e
specializzazioni, per la gestione di attività e
azioni che coinvolgono più soggetti che concorrono
al sistema regionale INFEAS o per supportare le
campagne di comunicazione a valenza educativa di
livello regionale.
4. I CEAS sono attivi nella progettazione e
realizzazione di percorsi e programmi educativi per
istituti scolastici e cittadini; corsi e momenti di
formazione e aggiornamento; soggiorni educativi e
turismo ecologico; materiali didattici e
divulgativi; seminari, convegni ed eventi pubblici;
attività di ricerca, analisi e monitoraggio in
campo ambientale; attività di documentazione e
gestione di biblioteche specializzate; servizi di
informazione ai cittadini; supporto alla gestione
di processi partecipativi sul territorio; gestione
sostenibile di ambienti e strutture; campagne di
sensibilizzazione sugli stili di vita sostenibili.
5. I CEAS operano prevalentemente per l'attuazione
di azioni contenute nel programma regionale INFEAS
e nei programmi provinciali di educazione alla
sostenibilità.
6. La Regione, in collaborazione con il sistema
delle autonomie locali, promuove la gestione
associata dei servizi erogati dai CEAS in territori
omogenei anche al fine di ottenere economie di
scala, perseguendo l'ottimizzazione e la
razionalizzazione delle strutture di educazione
alla sostenibilità sul territorio, anche attraverso
l'unificazione di centri preesistenti.
7. La Regione, acquisito il parere delle Province,
riconosce i CEAS senza scopo di lucro, sulla base
di criteri e indicatori di qualità relativi a
strutture, competenze e progetti, coerenti con gli
indirizzi elaborati nell'ambito del sistema
nazionale INFEA.
Art. 5
Le reti di scuole per l'educazione alla
sostenibilità
1. La Regione, nell'ambito del programma regionale
INFEAS, riconosce, sostiene e valorizza le scuole e
gli istituti scolastici che, anche in rete tra
loro, coniugano i temi della sostenibilità con il
piano dell'offerta formativa e che strutturano al
proprio interno esperienze e attività permanenti di
educazione alla sostenibilità.
2. La Regione supporta e promuove forme di
co-progettazione educativa scuola-territorio per
tutte le fasce di età e la partecipazione del
sistema formativo allo sviluppo locale.
3. La Regione valorizza il lavoro degli istituti
scolastici e delle loro reti per l'educazione alla
sostenibilità promuovendo la divulgazione delle
buone pratiche e la documentazione dei percorsi
didattici anche attraverso banche-dati e strumenti
informatici.
Art. 6
Relazione sullo stato dell'ambiente e della
sostenibilità
e attuazione del decreto legislativo n. 195 del
2005
1. La Giunta regionale redige, di norma ogni cinque
anni, una relazione sullo stato dell'ambiente e
della sostenibilità della Regione Emilia-Romagna,
con il supporto tecnico dell'Agenzia regionale per
la prevenzione e l'ambiente (ARPA).
2. La Regione promuove e favorisce altresì la
redazione e la divulgazione di relazioni sullo
stato dell'ambiente e della sostenibilità a scala
provinciale e comunale.
3. La Regione, in attuazione di quanto previsto dal
decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195
(Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso
del pubblico all'informazione ambientale),
garantisce il diritto di accesso all'informazione
ambientale, avvalendosi anche delle tecnologie
informatiche e telematiche disponibili.
Art. 7
Commissione regionale di coordinamento
1. È istituita la Commissione regionale di
coordinamento per l'informazione e l'educazione
alla sostenibilità con il compito di:
a) concorrere all'elaborazione di linee guida per
la stesura del Programma regionale INFEAS;
b) esprimere parere in ordine al Programma
regionale INFEAS ed ai programmi provinciali
INFEAS;
c) proporre i criteri e i requisiti di qualità
sulla base dei quali caratterizzare e valutare i
CEAS e gli istituti scolastici ai fini del loro
riconoscimento ai sensi del comma 7 dell'art. 4;
d) verificare l'andamento delle attività previste
nel Programma regionale INFEAS e nei programmi
provinciali ed esprimere alla Giunta regionale le
proprie valutazioni e proposte in merito;
e) esaminare e fornire valutazioni in merito ad
argomenti e temi in materia di informazione e di
educazione alla sostenibilità che la Giunta
regionale ritenga di sottoporre alla Commissione
stessa.
2. La Commissione è istituita con atto della Giunta
regionale, dura in carica cinque anni ed è composta
da:
a) l'Assessore regionale competente in materia di
sviluppo sostenibile, o suo delegato, con funzioni
di Presidente;
b) un membro designato da ciascuna Provincia;
c) un membro designato dall'Agenzia regionale per
la prevenzione e l'ambiente dell'Emilia-Romagna
(ARPA);
d) sette membri nominati dalla Giunta regionale tra
persone di comprovata esperienza in materia di
informazione, comunicazione ed educazione alla
sostenibilità maturata in strutture pubbliche o
private.
3. Sono invitati permanenti ai lavori della
Commissione il direttore generale dell'Ufficio
Scolastico Regionale e il direttore dell'Agenzia
nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica
(ex IRRE Emilia-Romagna), o loro delegati.
4. Sono invitati permanenti ai lavori della
Commissione i dirigenti, o loro delegati, dei
settori dell'Amministrazione regionale e delle
Agenzie della Regione che hanno il compito di
promuovere l'educazione ambientale, l'educazione
alimentare, l'educazione ai consumi, l'educazione
alla sicurezza stradale e alla mobilità
sostenibile, l'educazione alla salute, l'educazione
alla partecipazione, le pari opportunità,
l'istruzione, la formazione e le politiche
giovanili.
5. Un collaboratore regionale svolge le funzioni di
segretario.
6. Al fine dell'elaborazione del Programma
regionale INFEAS, il Presidente della Commissione
promuove la consultazione degli enti e dei soggetti
interessati.
7. Qualora ne ravvisi l'opportunità in relazione
agli argomenti all'ordine del giorno, il Presidente
può invitare alle riunioni della Commissione
esperti e rappresentanti di altri enti e soggetti
interessati.
8. La Commissione può, qualora ne ravvisi la
necessità e su specifiche tematiche, convocare
commissioni allargate e costituire gruppi di
lavoro, aperti alla partecipazione dei CEAS e di
altri soggetti del sistema regionale INFEAS.
Art. 8
Attuazione del Programma regionale INFEAS
1. Alla realizzazione di quanto previsto dalla
presente legge la Regione provvede direttamente per
quanto attiene a:
a) attività di informazione, documentazione,
comunicazione, formazione ed educazione alla
sostenibilità di valenza regionale, interregionale
e sovraregionale individuate nel Programma
regionale INFEAS di cui all'art. 3, anche
avvalendosi dei CEAS di cui al comma 6 dell'art. 2
e con il supporto degli istituti scolastici di cui
al comma 7 dello stesso articolo;
b) supporto all'elaborazione e alla gestione dei
programmi provinciali INFEAS di cui all'art. 3;
c) relazione sullo stato dell'ambiente e della
sostenibilità della Regione Emilia-Romagna di cui
all'art. 6;
d) organizzazione, promozione e realizzazione di
attività didattiche volte alla formazione ed alla
qualificazione professionale degli operatori di
educazione alla sostenibilità di cui all'art. 4.
2. La Regione provvede, altresì, alla realizzazione
di quanto previsto dalla presente legge mediante
concessione di contributi finanziari a:
a) Enti locali e altri soggetti che abbiano
istituito CEAS riconosciuti dalla Regione, per la
realizzazione di attività di informazione,
documentazione, comunicazione, formazione ed
educazione alla sostenibilità individuate nel
Programma regionale INFEAS;
b) Enti locali e altri soggetti che abbiano
istituito CEAS riconosciuti dalla Regione, per la
realizzazione, la qualificazione e il potenziamento
dei CEAS stessi;
c) scuole e istituti scolastici di ogni ordine e
grado, per la promozione di attività di educazione
alla sostenibilità individuate dal Programma
regionale INFEAS e dai programmi provinciali
INFEAS.
3. La misura dei contributi finanziari di cui al
comma 2 del presente articolo è stabilita nei
singoli atti di attuazione del programma regionale
INFEAS.
Art. 9
Norme finanziarie
1. La Regione fa fronte agli oneri derivanti
dall'attuazione della presente legge mediante la
istituzione di appositi capitoli nella parte spesa
del bilancio regionale, che verranno dotati dei
finanziamenti necessari in sede di approvazione
della legge annuale di bilancio, a norma di quanto
disposto dalla Legge regionale 15 novembre 2001, n.
40 (Ordinamento contabile della Regione
Emilia-Romagna, abrogazione delle Leggi regionali 6
luglio 1977, n. 31 e 27 marzo 1972, n. 4).
Art. 10
Norme transitorie e finali
1. Entro sedici mesi dall'emanazione della presente
legge regionale, la Regione provvederà a
riconoscere i CEAS secondo quanto previsto dal
comma 7 dell'art. 4.
2. Fino al termine di cui al comma 1 resta valido
l'elenco dei centri di educazione ambientale già
accreditati dalla Regione Emilia-Romagna ai sensi
della legge regionale 16 maggio 1996, n. 15
(Promozione, organizzazione e sviluppo delle
attività di informazione e di educazione
ambientale). Tali centri continuano a svolgere,
fino al nuovo riconoscimento previsto dal comma 1,
le funzioni di cui alla presente legge nell'ambito
del Programma regionale INFEAS.
3. È abrogata la Legge regionale 16 maggio 1996, n.
15 (Promozione, organizzazione e sviluppo delle
attività di informazione e di educazione
ambientale).
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