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Legislatura IX - Progetto di legge (testo presentato : concluso/decaduto)

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Oggetto n. 2618
Presentato in data: 17/04/2012
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all Associazione Rete politecnica regionale (delibera di Giunta n. 435 del 16 04 12).

Presentatori:

GIUNTA

Relazione:

Relazione illustrativa al Progetto Di Legge
Il progetto di Legge regionale qui proposto nasce dall'obiettivo di
consolidare e rafforzare, anche sul piano formale, la Rete
politecnica regionale degli Istituti Tecnici Superiori-ITS.
La finalità di costruire un sistema regionale unitario in grado di
mettere in rete i diversi soggetti educativi e formativi, il sistema
delle imprese e i luoghi della ricerca scientifica e tecnologica in
modo da poter sviluppare organiche politiche a supporto dei processi
di innovazione, ha reso necessario, fin dal 2007, pensare ad una
programmazione regionale in grado di riorganizzare il sistema della
formazione superiore.
L'obiettivo di rafforzare e modernizzare il segmento della
formazione superiore è riconosciuto quale uno degli strumenti per
una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva che devono
portare ad un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione,
più efficiente sotto il profilo delle risorse, con un alto tasso di
occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.
La strategia Europa 2020 sottolinea come gli investimenti in
ricerca e sviluppo, innovazione, istruzione e tecnologie efficienti
sotto il profilo delle risorse comporteranno vantaggi per i settori
tradizionali, per le zone rurali e per le economie di servizi
altamente specialistici, rafforzando la coesione economica, sociale
e territoriale .
Rete Politecnica Regionale, intesa un sistema regionale unitario
della rete di relazioni - tra le istituzioni scolastiche, gli enti
di formazione professionale, le università e i centri di ricerca e
le imprese, anche costituite in forme stabili - e la rete
dell'offerta - capace di valorizzare la cultura professionale,
tecnica, tecnologica e scientifica e di accrescere, qualificare e
innovare le competenze tecniche e professionali - risponde
direttamente alle raccomandazioni espresse dalla Commissione ai
Paesi membri con riferimento alle iniziative faro, che si fondano
sull'investimento sulle persone, per catalizzare i progressi
relativi a ciascun tema prioritario.
In particolare assume quale elemento fondante il carattere
prioritario alla spesa per la conoscenza (come previsto da
L'Unione dell'innovazione ), si pone l'obiettivo di migliorare
l'efficienza dei sistemi di insegnamento e agevolare l'ingresso dei
giovani nel mercato del lavoro garantendo investimenti efficienti
nei sistemi d'istruzione e formazione a tutti i livelli ( Youth on
the move ), attraverso il rafforzamento dei partenariati tra il
settore dell'istruzione/formazione e il mondo del lavoro ( Un'agenda
per nuove competenze e nuovi posti di lavoro ).
La valorizzazione della dimensione interdisciplinare di approccio a
partire dalla individuazione delle specifiche specializzazioni
proprie di ciascuna fondazione ITS coglie pienamente quanto
contenuto in Horizon 2020 ed in particolare l'approccio che deve
essere proprio di una strategia di specializzazione intelligente
alle sfide sociali che l'Europa deve affrontare.
La Regione Emilia-Romagna, quindi per dare organicità e coerenza
all'intera programmazione regionale dell'offerta formativa (nei
diversi segmenti della formazione alta, specialistica e superiore) e
sostenere lo sviluppo della cultura tecnica, tecnologica,
scientifica e professionale, ha promosso il rinnovamento del sistema
implementando sul proprio territorio, un'offerta formativa stabile,
articolata e condivisa valorizzando soprattutto lo strumento della
concertazione istituzionale con Province e Parti sociali.
Alla luce del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
25 gennaio 2008 Linee guida per la riorganizzazione del Sistema di
istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli
Istituti Tecnici Superiori , che introduce questo nuovo canale
ordina mentale degli ITS, chiavi di volta del riorganizzato
complesso sistema di istruzione e formazione tecnica superiore, la
Regione programma il Piano territoriale triennale, 2008-2010,
dell'offerta di formazione superiore, al fine di evitare
sovrapposizioni e duplicazioni dell'offerta e, in particolare, per
istituire i nuovi ITS caratterizzati da un saldo, diretto e
immediato collegamento con il mercato del lavoro ed in grado di
apportare un notevole valore aggiunto all'offerta formativa già
presente nel territorio.
La differenza fra le diverse tipologie formative contenute nel Piano
triennale (percorsi degli ITS, percorsi dell'IFTS e percorsi brevi a
qualifica di formazione superiore) non deve tanto essere riferita
alla loro durata in termini di ore, quanto, piuttosto, alle
specifiche esigenze dei contesti territoriali rispetto alle figure
professionali formate nell'ambito delle aree considerate strategiche
e prioritarie dagli indirizzi nazionali di programmazione economica.
L'introduzione degli ITS corrisponde organicamente alla richiesta di
tecnici superiori di diverso livello professionale, in possesso di
specifiche conoscenze culturali coniugate con una formazione tecnica
e specialistica approfondita e mirata, in particolare alle piccole
e medie imprese ed ai settori interessati da innovazioni
tecnologiche e internazionalizzazione dei mercati. In questo
contesto vengono, perciò, delineati i Poli Tecnici, concepiti
all'interno di una rete regionale di attività proposte da soggetti
diversi (istituti scolastici, enti di formazione professionale
accreditati, imprese, università, centri di ricerca,ecc ), chiamati
a confrontarsi e a cooperare con modalità innovative per lo sviluppo
di sinergie, complementarietà ed integrazioni per la realizzazione
di obiettivi comuni, pur appartenendo a differenti culture ed
esperienze formative.
L'esigenza di rafforzare e consolidare la collaborazione a livello
territoriale fra i diversi soggetti formativi, il mondo del lavoro e
della ricerca nell'ambito dei Poli Tecnici regionali, risponde al
duplice obiettivo, da un lato, di promuovere e sostenere con
decisione l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, anche in
raccordo con la formazione continua e in un quadro di apprendimento
permanente; dall'altro, di sostenere lo sviluppo economico e la
competitività del sistema produttivo che, anche secondo i parametri
europei, deve molto alla qualificazione e alle competenze delle
persone.
A partire dalle aree tecnologiche di cui all'art. 7 del DPCM,
rispondenti a fabbisogni formativi nazionali, sono stati individuati
ambiti settoriali correlati e coerenti con le vocazioni produttive
dei vari territori. Ambiti che rappresentano i principali settori di
futuro sviluppo e di innovazione strategica per la regione, indicati
dagli studi di settore, nonché oggetto di ricerca delle università e
dei centri per l'innovazione.
Ulteriori criteri per l'individuazione degli ambiti sono stati la
distribuzione dell'offerta di istruzione e la pregressa esperienza
dei soggetti formativi nella realizzazione di percorsi di istruzione
e formazione tecnica superiore (IFTS), che ha rappresentato una
delle risposte più coerenti e vicine alle esigenze di
professionalità delle imprese, nel segmento definito dei tecnici
della conoscenza .
La corrispondenza tra i territori provinciali, gli ambiti
settoriali regionali e le aree tecnologiche nazionali, è precisata
nella sottostante tabella:
Ambiti settoriali Aree tecnologiche
regionali nazionali
Piacenza Logistica e Trasporti Mobilità sostenibile
Parma Agroalimentare Nuove tecnologie per il
made in Italy
Reggio Meccatronica Nuove tecnologie per il
Emilia made in Italy
Modena Meccanica e materiali Nuove tecnologie per il
made in Italy
Bologna Automazione meccanica Nuove tecnologie per il
made in Italy
Forlì ICT, Innovazione Tecnologie della
Cesena Organizzativa informazione e della
comunicazione
Ferrara Abitare, Edilizia, Tecnologie innovative per
Recupero, Nuovi i beni e le attività
Materiali culturali
Ravenna Energia e Ambiente Efficienza energetica
Rimini Turismo e Benessere Nuove tecnologie per il
made in Italy
L'imprescindibile esigenza di dare concretezza, visibilità,
riconoscibilità e stabilità all'offerta formativa relativa ad ambiti
settoriali che rispondono a vocazioni territoriali, implica la
necessità di contestualizzare i Poli nel quadro di una rete
regionale . Infatti, pur essendo identificati, di norma, con i
territori in cui l'ambito tematico individuato presenta il maggior
numero di elementi di forza, i Poli svolgono il servizio formativo a
favore di tutti i soggetti che in regione (e non solo) possono fare
riferimento all'ambito tematico individuato.
I Poli sono riferiti ad ambiti piuttosto ampi ed hanno al loro
interno la possibilità, in molti casi la necessità, di interagire
fra loro, perché molte delle competenze tecnico-specialistiche che
costituiscono l'offerta dell'uno possono relazionarsi con quelle di
un altro.
In tale impianto, l'offerta formativa deve possedere capacità di
attrazione per imprese e talenti, giovani che vogliono appropriarsi
della cultura tecnica e scientifica, per inserirsi in maniera
dinamica e propositiva in impresa, per crearne di nuove, per
continuare la loro preparazione in campo accademico o di ricerca.
L'insieme delle attività formative della rete si realizza a partire
da un'offerta di percorsi di formazione specialistica (IFTS) e
superiore (corsi brevi a qualifica), che si dovranno relazionare e
coordinare con la formazione alta che sarà proposta dagli ITS.
In tal senso, gli ITS sono il baricentro di un'offerta più ampia,
benché coerente, di percorsi formativi di diverso livello di
specializzazione.
In ragione dell'esigenza di assicurare ai soggetti promotori una
tempistica adeguata al perfezionamento delle Fondazioni costitutive
degli ITS, la programmazione dell'offerta di percorsi IFTS e di
formazione superiore ha preceduto quella degli ITS, anche in attesa
dell'emanazione del Regolamento per la determinazione dei diplomi di
tecnico superiore e l'indicazione delle figure che ne costituiscono
il riferimento a livello nazionale, ivi compresi i relativi standard
delle competenze.
In concomitanza con l'evolversi della normativa nazionale, e della
definizione delle figure nazionali di riferimento, nel 2010 nella
nostra regione vengono costituiti 7 ITS distribuiti su diversi
territori provinciali che, nell'anno 2011 hanno avviato 9 percorsi
biennali a copertura delle aree e degli ambiti individuati nel Piano
triennale.
Gli ITS, che possono costituirsi in base a esclusiva programmazione
delle Regioni, collegano istituzioni pubbliche e soggetti privati
interessati al raggiungimento di un obiettivo di risultato
condiviso.
Sotto il profilo giuridico sono configurati nella forma della
Fondazione di partecipazione senza fini di lucro, con riferimento
alla disciplina del codice civile ed hanno natura privata,
nonostante il loro attuale prevalente finanziamento con risorse
pubbliche, statali e regionali.
Il partenariato della Fondazione ITS, nella struttura minima
normativamente stabilita, affianca ad un istituto di istruzione
secondaria superiore (statale o paritario), che ne costituisce
l'ente di riferimento, una struttura formativa accreditata dalla
Regione per l'alta formazione, un'impresa del settore produttivo di
riferimento, un dipartimento universitario, ovvero altro organismo
appartenente al sistema della ricerca scientifica e tecnologica ed
un Ente locale.
Gli ITS rappresentano, quindi, una nuova opportunità, differente dal
canale universitario, e la risposta ad un sistema scolastico con
ancora bassi risultati formativi rispetto alle esigenze del sistema
economico produttivo, e possono definirsi come piccoli politecnici
per formare grandi periti in grado di rispondere all'attuale forte
carenza sul mercato del lavoro di tecnici altamente specializzati.
Con il passaggio alla programmazione del Piano triennale-rete
politecnica 2011-2013 la Regione conferma le scelte e gli obiettivi
definiti nel precedente Piano e assume come priorità quella di
rafforzare e consolidare le reti regionali, per una loro
costituzione in forme sempre più stabili e coese.
La scelta di formare una Associazione degli ITS della regione punta
a rafforzare e consolidare la rete politecnica anche in un'ottica di
apertura alla dimensione nazionale ed europea delle attività
progettate per agevolare l'inserimento dei giovani tecnici
specializzati all'interno di contesti complessi, nazionali ed
internazionali a forte variabilità. Tecnici capaci di presidiare e
gestire i processi organizzativi, produttivi e innovativi d'impresa.
Consolidare la rete politecnica attraverso un coordinamento di
livello regionale consente, anche, di consolidare la relazione con
le persone che frequentano gli ITS ai quali si offre, in tal modo,
l'opportunità di misurarsi con una complessità che non è solo quella
del singolo corso ITS al quale sono iscritte, ma che è il mondo
dell'eccellenza tecnica che si muove in un contesto regionale,
nazionale e internazionale. Formalizzare la rete politecnica
significa evidenziare con maggiore forza l'investimento che viene
fatto sulle persone, in quanto leva fondamentale per la
competitività futura.
L'articolato
L'art. 1 presenta le finalità e le condizioni per la partecipazione
della Regione, in qualità di socio fondatore, all'Associazione Rete
politecnica Regionale , con sede in Bologna, nonché la nomina da
parte della Giunta del rappresentante della Regione in seno
all'organo esecutivo dell'Associazione.
L'art. 2 stabilisce le condizioni per la partecipazione finanziaria
della Regione al patrimonio dell'Associazione, prevista sia
attraverso una quota di adesione iniziale sia attraverso un
contributo associativo annuale di importo definito secondo le
disponibilità del bilancio regionale annuale.
L'art. 3, infine, onde consentire la copertura degli oneri derivanti
dalla partecipazione della Regione all'Associazione, prevede una
variazione del bilancio regionale e l'istituzione di apposito
capitolo all'interno dell'unità previsionale di base esistente,
ovvero l'istituzione di nuova apposita unità previsionale di base,
che saranno dotati della necessaria disponibilità in sede di
approvazione della legge annuale di bilancio.

Testo:

                    Proposta di Legge Regionale
Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione Rete
politecnica regionale
Articolo 1
Istituzione, finalità e condizioni per la partecipazione
1. La Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell'articolo 64 dello
Statuto, è autorizzata a partecipare quale socio fondatore,
unitamente all'Ufficio Scolastico Regionale per l'Emilia Romagna ove
esprima volontà in tal senso, alla costituzione dell'Associazione
denominata Rete Politecnica Regionale con sede in Bologna, che
sarà costituita con apposito atto pubblico secondo le procedure
fissate dal Codice Civile. L'associazione persegue statutariamente i
seguenti fini:
a) coordinare e promuovere iniziative comuni e trasversali tra i
diversi Istituti Tecnici Superiori fornendo all'uopo sostegno in
termini logistici e organizzativi;
b) offrire assistenza e consulenza alla progettazione, l'avvio e la
realizzazione di specifiche attività;
c) favorire l'individuazione di scelte di formazione
tecnico-professionale coerenti con le vocazioni di sviluppo del
territorio;
d) promuovere nell'ambito della formazione superiore lo sviluppo di
innovazione, trasferimento tecnologico e scambio con il mondo delle
imprese e dell'università, anche in considerazione
dell'internazionalizzazione del mondo produttivo.
2. La partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'associazione è
subordinata alle seguenti condizioni:
a) che l'associazione non persegua scopi di lucro;
b) che consegua il riconoscimento della personalità giuridica;
c) che lo Statuto preveda la nomina di un rappresentante della
Regione nell'organo esecutivo.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato a compiere
tutti gli atti necessari al fine di perfezionare la partecipazione
della Regione Emilia-Romagna all'associazione. I diritti attinenti
alla qualità di socio fondatore sono esercitati dal Presidente della
Giunta regionale, ovvero dall'Assessore competente per materia
appositamente delegato.
4. La Giunta regionale provvede alla nomina del rappresentante della
Regione nell'organo esecutivo dell'associazione.
5. Ogni modifica dello statuto dell'associazione deve essere
previamente comunicata alla Giunta regionale ai fini della verifica
delle condizioni in ordine alla continuazione del vincolo
partecipativo. La Giunta stessa provvederà a informare l'Assemblea
legislativa, in attuazione dell'articolo 64, comma 4, dello Statuto
della Regione Emilia-Romagna.
Articolo 2
Partecipazione finanziaria
1. La Regione Emilia-Romagna partecipa alla costituzione del
patrimonio dell'associazione con una quota pari a Euro 25.000,00.
2. La Regione è, altresì, autorizzata a concedere un contributo
associativo annuale il cui importo viene determinato nell'ambito
delle autorizzazioni disposte, annualmente, dalla legge di
approvazione del bilancio regionale.
Articolo 3
Norma finanziaria
1. Per far fronte agli oneri derivanti da quanto disposto dal
comma 1 dell'articolo 2 della presente legge, sono apportate le
seguenti variazioni al bilancio di previsione per l'esercizio
finanziario 2012:
STATO DI PREVISIONE DELLA SPESA
a) Variazione in aumento
Unità previsionale di Base 1.6.3.2.24130 - Contributi a Enti o
Istituzioni che si prefiggono scopi di istruzione- Capitolo 72832
Spese per la quota di adesione per la costituzione del patrimonio
della Associazione Rete Politecnica
Capitolo di nuova istituzione
STANZIAMENTO DI COMPETENZA 25.000,00
STANZIAMENTO DI CASSA 25.000,00
b) Variazione in diminuzione
Unità previsionale di Base 1.6.4.2.25245 Accesso al sapere,
istruzione e formazione professionale -
Capitolo 75208 Spese per l'attuazione di azioni di valorizzazione
dell'autonomia delle istituzioni scolastiche e di innovazione per la
qualificazione del sistema formativo e dell'istruzione per
esperienze di continuità scolastica, compresi progetti per
l'integrazione di persone in stato di disagio e situazione di
handicap (L.R. 30 giugno 2003, n. 12)
STANZIAMENTO DI COMPETENZA 25.000,00
STANZIAMENTO DI CASSA 25.000,00
2 Agli oneri derivanti da quanto disposto dal comma 2
dell'articolo 2 della presente legge, la Regione fa fronte mediante
l'istituzione nella parte spesa del bilancio regionale di apposito
capitolo nell'ambito dell'unità previsionale di base esistente o
mediante l'istituzione di nuova apposita unità previsionale di base,
che verrà dotato della necessaria disponibilità in sede di
approvazione della legge annuale di bilancio, a norma di quanto
disposto dall'art. 37 della legge regionale 15 novembre 2001, n. 40
(Ordinamento contabile della Regione Emilia Romagna, abrogazione
delle L.R. 6 luglio 1977, n. 31 e 27 marzo 1972, n. 4).
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