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Legislatura X - Progetto di legge (testo presentato : concluso/decaduto)

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Oggetto n. 5722
Presentato in data: 30/11/2017
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020". (Delibera di Giunta n.1915 del 29 11 17)

Presentatori:

Giunta

Relazione:

RELAZIONE

 

Premessa

Il progetto di legge di approvazione del bilancio di previsione 2018-2020 è stato costruito in coerenza con gli indirizzi indicati nella proposta del Documento di economia e finanza regionale 2018, approvato dalla Giunta regionale il 28 giugno 2017 e dall’Assemblea legislativa il 26 settembre 2017.

 

Situazione dell’economia regionale

La Banca d’Italia, nel suo aggiornamento congiunturale sull’economia della Regione Emilia-Romagna pubblicato a novembre, rileva che nel primo semestre del 2017 è proseguita la ripresa dell’economia regionale. L’attività nell’industria ha mostrato un’accelerazione rispetto all’anno precedente. La ripresa ha riguardato gran parte dei settori: è stata molto significativa nella metalmeccanica e meno forte nei comparti tradizionali; stenta a manifestarsi tra le imprese di minore dimensione. La domanda interna ha dato un contributo positivo, favorendo un incremento del fatturato anche per le imprese che si rivolgono al mercato nazionale. L’accumulazione di capitale si è rafforzata, anche grazie agli incentivi pubblici agli investimenti. Le esportazioni sono cresciute in modo significativo e diffuso fra i settori e i mercati di sbocco.

Il settore delle costruzioni conferma un andamento negativo, considerato che il recupero delle compravendite di abitazioni non è bastato a stimolare l’attività produttiva e i prezzi, anche a causa degli immobili invenduti accumulatisi negli ultimi anni. L’attività economica nei servizi ha evidenziato segnali di crescita, anche grazie al buon andamento del turismo e dei trasporti. L’occupazione e le ore lavorate sono cresciute tanto che il tasso di disoccupazione è diminuito ulteriormente, risultando 5 punti percentuali al di sotto di quello italiano.

Il credito nel territorio regionale ha mostrato un’espansione moderata, favorita dall’incremento dei finanziamenti alle famiglie, mentre i prestiti alle imprese sono rimasti, nel complesso, ai livelli dell’anno precedente e sono ancora diminuiti per quelle di minore dimensione. La qualità del credito è gradualmente migliorata anche se lo stock di partite deteriorate rimane storicamente elevato. I depositi bancari delle famiglie hanno registrato un aumento più contenuto rispetto a quello della fine del 2016. Le imprese manifestano una elevata liquidità. I tassi di interesse attivi e passivi restano sostanzialmente bassi.

Nel breve termine, come evidenziato dalle indagini autunnali della Banca d’Italia, le aspettative sul quadro congiunturale possono considerarsi positive, soprattutto fra le imprese dell’industria.

Nel Documento di Economia e Finanza Regionale è meglio illustrato il quadro sintetico del contesto economico e finanziario di riferimento e illustrati i dati economici, a cui si rimanda per gli approfondimenti.

 

Rapporti finanziari tra i diversi livelli di governo: manovre di finanza pubblica. Considerazioni sulla manovra finanziaria dello Stato per il 2018.

Le manovre statali approvate negli ultimi anni hanno gravato pesantemente sulle finanze regionali. Ciò ha inciso profondamente sui bilanci regionali che, stante la quasi inesistente flessibilità, non consentono più apprezzabili margini di manovra.

Nel solo anno 2016 le regioni a statuto ordinario hanno concorso al risanamento con un avanzo (rispetto all’equilibrio di bilancio) di ben 2,2 miliardi per un miglioramento dell’indebitamento netto pari a circa 4 miliardi considerando anche i maggiori risparmi dal passaggio dal metodo patto di stabilità al pareggio di bilancio (ulteriore miglioramento oltre alle manovre di finanza pubblica che non è stato compensato al comparto). Le Regioni hanno sempre contribuito responsabilmente alla gestione della spesa nel rispetto dei vincoli di finanza.

Per il 2017 le Regioni sono state chiamate a concorrere ai saldi di finanza pubblica, stante l’effetto cumulato delle manovre, per un importo di circa 10,76 miliardi. Le intese Stato-Regioni succedutisi nel tempo (26 febbraio 2015, 11 febbraio 2016 e 23 febbraio 2017), concernenti la definizione del taglio sulle regioni ordinarie per il periodo 2015-2017 hanno previsto una copertura pluriennale del contributo attraverso la riduzione del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale pari a 7 miliardi a decorrere dal 2018, facendo rimanere a carico delle regioni 2,691 miliardi per il 2017, 2,694 miliardi per il 2018 e 2,696 a partire dal 2019. Nell’intesa del 23 febbraio 2017 è stato concordato che, per il 2017, il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, pari a 2,691 miliardi, sia effettuato, da punto di vista del saldo netto da finanziare, attraverso la riduzione di altrettanti trasferimenti statali.

Le Regioni hanno più volte richiamato l’attenzione del Parlamento e del Governo sugli effetti delle manovre di finanza pubblica sugli equilibri dei bilanci regionali. In particolare:

        il concorso positivo delle Regioni alla manovra di finanza pubblica ed equilibrio per l’anno 2018 ammonta a 12,95 miliardi di contributo [per 9,69 mld (indebitamento netto) a legislazione vigente per il 2018 che si aggiungono a 660 milioni del concorso al pareggio di bilancio, ad 1,89 mld per la rideterminazione del FSN in sede di manovra 2017 (c.392 L.232/2016), 604 mil per rideterminazione livello fabbisogno decreto MEF 5 giugno 2017 e 99 milioni rideterminazione del Fondo Nazionale Trasporti – art.3 intesa];

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        L’equilibrio di bilancio in termini strutturali è previsto già dalla legge di stabilità 2015.

Le coperture alle manovre sono state trovate di volta in volta nella riduzione e razionalizzazione della spesa corrente senza eccezioni e quindi anche nel settore sanità, ma si evidenzia che dal 2016 le manovre finanziarie impongono alle Regioni, unico comparto, un avanzo rispetto al pareggio di bilancio in “difformità” con tutti gli altri settori della PA (per gli enti locali è richiesto il pareggio mentre lo Stato ha chiesto lo slittamento al 2020 del pareggio di bilancio). L’avanzo per il 2018 in base al testo del disegno di legge Bilancio 2018 sarà pari a 2,2 miliardi equivalenti circa allo 0,124 % del PIL.

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I trasferimenti sulle politiche sociali e l’istruzione nonché sanità e Trasporto pubblico locale sono stati sempre salvaguardati nelle Intese dal 2014 fra Regioni e Governo, ma il contributo di finanza pubblica richiesto è superiore all’ammontare dei trasferimenti (al netto di sanità e TPL che già registrano un pesante impatto soprattutto se raffrontate al PIL) e colpisce, nonostante le coperture strutturali predette per oltre 10 miliardi, circa il 25% delle spese regionali (quelle extra sanità). Le Regioni, per quasi un decennio, hanno già fatto un importante sforzo nella razionalizzazione delle spese con l’effetto però di irrigidire i bilanci e di rendere più difficile il recupero di ulteriori risorse nella spesa corrente sia per far fronte a nuovi contributi alla finanza pubblica o per accantonare risparmio pubblico per investimenti. La legge 243/2012, infatti, ha già determinano diverse restrizioni, oltre a quelle già in vigore per il comparto Regioni previste dalla Costituzione, relative alla possibilità di indebitamento per la sola spesa per investimenti con un effetto di sostanziale cristallizzazione degli investimenti a livello di territori.

Il taglio strutturale in termini di indebitamento netto non risulta ancora coperto per l’anno 2018. A riguardo le Regioni hanno proposto per la formazione del testo del disegno di legge bilancio 2018 alcune soluzioni volte a rendere gestibili i tagli e a realizzare in ogni caso l'obiettivo di finanza pubblica richiesto dalla manovra oltre a salvaguardare integralmente i trasferimenti statali prevalentemente orientati alle politiche sociali ed a rilanciare gli investimenti pubblici, scambiando una quota di avanzo di amministrazione delle Regioni con spesa in conto capitale che lo Stato ha programmato assegnandola alle stesse Regioni.

A questo proposito era stata considerata la possibilità di assegnare un plafond per investimenti alle Regioni per il prossimo triennio con la finalità di stimolare gli investimenti pubblici nei territori, riqualificando la spesa sulla base di una programmazione pluriennale degli interventi.

Nel metodo è stata suggerita la riproposizione del meccanismo similare a quello dell’art. 25 del DL 50/2017 per l’utilizzo delle risorse del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese soprattutto alla luce della politica espansiva del Governo e in relazione al fatto che il DPCM di riparto è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale solo il 27 settembre scorso e quindi nessuna risorsa è stata spesa e ragionevolmente realizzerà investimenti nel 2017 con una possibilità di riprogrammazione che può essere resa disponibile anche per le Regioni.

A legislazione vigente nessuno spazio aggiuntivo per investimenti è stato concesso alle Regioni: a fronte di un contributo strutturale alla finanza pubblica di 12,95 miliardi per il 2018 (che raggiunge i 14,726 miliardi nel 2019 e 2020) di cui ancora 2,7 da coprire è stato chiesto un avanzo di 2,2 miliardi. Saranno rimodulati 100 milioni in materia di edilizia sanitaria e occorrerà trovare copertura a 300 milioni atteso che si prevede di ridurre di 100 milioni una tantum la manovra per il 2018.

Il contributo dello Stato, infatti, in termini di indebitamento netto è di 100 milioni e di 2,2 miliardi in termini di saldo netto da finanziare. Questo permetterà solo di non cancellare parte dei trasferimenti che comunque non potranno essere erogati se non saranno rinvenuti ulteriori spazi finanziari sull’indebitamento netto nei bilanci regionali. Non è stato concesso nessun ulteriore spazio per investimenti al contrario di ciò che è (positivamente) avvenuto per gli enti locali e nonostante il mancato utilizzo delle Amministrazioni centrali.

Gli obiettivi regionali sono stati in parte condivisi dal Governo, si impone, però, che nel ddl bilancio si preveda l’assegnazione almeno per l’anno 2018 di quota parte del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese per non meno di 300 milioni a favore delle RSO per nuovi investimenti utilizzando un meccanismo similare a quello dell’art. 25 del DL 50/2017 (in caso contrario ne risentiranno i residui trasferimenti regionali come accaduto nell’anno in corso ossia nel 2017).

Il contributo dello Stato, quindi, in termini di saldo netto da finanziare di 300 milioni (se si accedesse a tale ipotesi) e sul versante dell’indebitamento netto di 100 milioni, dovrà essere integrato da un ulteriore sacrificio sui trasferimenti regionali di 100 milioni. Le Regioni apprezzano, quindi, lo sforzo del Governo ma occorre ripetere la positiva esperienza sul versante degli investimenti e richiamano la necessità che almeno questa misura sia prevista anche sul bilancio pluriennale 2019 – 2020 al fine di offrire un orizzonte temporale definito e certo alla programmazione degli stessi e rendere più efficace l’azione per lo sviluppo del Paese.

A tale situazione si aggiungono alcuni punti di attenzione nel definire le modalità di concorso delle regioni a statuto ordinario alla manovra di finanza pubblica che potrebbero determinare tensioni finanziarie con particolare riferimento ai Centri per l’impiego, il fondo funzioni relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali, il rinnovo del contratto dipendenti pubblici e del settore sanità, la mancata riattivazione del Tavolo di confronto per la definizione di una nuova governance della spesa farmaceutica.

La collaborazione fra Governo e Regioni è stata massima nel supportare importanti modiche alla normativa verso l’efficientamento della spesa, dal TPL alla sanità, a tutto il 2016 le Regioni a statuto ordinario hanno sempre fatto fronte agli impegni di finanza pubblica e nel 2016 hanno apportato un ulteriore miglioramento alla finanza pubblica con un “overshooting” rispetto all’obiettivo richiesto di oltre 2 miliardi. Questo risultato anche dovuto alla modifica della normativa e alla difficoltà di applicazione oltre che dall’impossibilità di prevedere in gestione l’andamento di alcune poste di bilancio, ha certamente influenzato positivamente le grandezze di finanza pubblica sottoposte al controllo europeo.

Le Regioni evidenziano il loro impegno ad assorbire gran parte del personale in sovrannumero di Province e Città metropolitane ed a sostenere i bilanci provinciali, nonostante gli impegni di finanza pubblica a cui esse stesse sono sottoposte in attesa dell’attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 205/2016 che indica il naturale evolversi secondo la legislazione vigente del trasferimento delle funzioni e dei relativi flussi finanziari.

Le Regioni rilevano inoltre l’ennesimo rinvio dell’applicazione del D.lgs 68/2011 in tema di “autonomia finanziaria” e chiedono un impegno serio alla sua attuazione perciò propongono la costituzione immediata di una Commissione tecnica per l’esame dei trasferimenti da sopprimere e la determinazione della relativa aliquota di compartecipazione erariale che mantiene inalterata la pressione fiscale. Si richiama anche l’impegno del Governo già assunto più volte negli anni scorsi, ad incentivare il ruolo attivo degli enti territoriali nelle attività di recupero dell'evasione fiscale: approvazione del DM sulla compartecipazione IVA (art.9, D.lgs 68/2011) attraverso una procedura automatica e semplice come per gli altri tributi attribuiti alle Regioni. Infatti, anche la «Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva anno 2017» allegata alla nota di aggiornamento al DEF 2017, richiama la necessità dell’adozione dei decreti attuativi per la definizione delle azioni che dovranno essere svolte dalle Regioni ai fini di qualificare il concorso nell’attività di recupero fiscale ai fini IVA, nonché di individuazione dei criteri di misurazione di tale attività. La Relazione evidenzia che «l’Amministrazione regionale effettua in un ampio e variegato novero di funzioni pubbliche, in grado di stimolare e diffondere la cultura della fedeltà fiscale e agevolare la tax compliance, in linea con le strategie complessive definite dal Governo e dell’Amministrazione finanziaria.»

 

Il patto di stabilità interno e il pareggio di bilancio in costituzione

A seguito dell’appartenenza dell’Italia all’area dell’Euro, si è reso necessario affrontare e correggere gli squilibri strutturali che non consentirebbero al paese di sviluppare in pieno le proprie potenzialità di crescita nel nuovo contesto dell’Unione Economica e Monetaria. Il patto di stabilità interno costituisce lo strumento approvato dal legislatore per coinvolgere gli enti territoriali nella realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica conseguenti all'adesione all'analogo patto in sede europea e quindi ha il fine principale di responsabilizzare gli enti locali coinvolgendoli nelle misure di risanamento dei conti pubblici. Senza tali vincoli il sistema regionale ed il sistema degli enti locali potrebbero porre in essere politiche contrapposte o contraddittorie rispetto ai vincoli posti alla finanza pubblica nazionale.

Dal 2015, anticipando il principio di pareggio di bilancio previsto dalla Legge 243/2012 in applicazione della Legge Costituzionale che ha introdotto tale obbligo in Costituzione, le regioni a statuto ordinario sono assoggettate ad un nuovo sistema di vincoli del patto di stabilità interno. Sono state abrogate le precedenti norme basate sul solo controllo dei tetti di spesa per introdurre norme basate sull’equilibrio del bilancio.

Uno degli aspetti di maggiore criticità della nuova normativa consiste nel fatto che il pareggio di bilancio, così come previsto dalla L. 243/12, è misurato dalle entrate e dalle spese dell’anno senza tenere in considerazione il risultato finale dell’anno precedente né in termini di avanzo di amministrazione né in termini di fondo cassa. Questa criticità mette in seria difficoltà gli enti che, come le regioni e gli enti locali, hanno un sistema di raccordo tra un esercizio finanziario e l’altro che utilizza proprio l’avanzo di amministrazione e il fondo cassa.

Con la legge di stabilità per il 2016 è stata modificata la disciplina del pareggio di bilancio, in base alla quale dovrà essere conseguito un solo saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali a consuntivo anziché 6 saldi (+6 saldi sulla sanità).

Con la legge 12 agosto 2016, n. 164, sono state apportate modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali. In particolare, a decorrere dal 2017, ai fini del concorso al contenimento dei saldi di finanza pubblica, viene richiesto ai predetti enti di conseguire l’equilibrio fra le entrate finali e le spese finali, espresso in termini di competenza.

L’art. 9, comma 1 della Legge n. 243/2012 dispone che le Regioni sono chiamate a conseguire sia nella fase di previsione che di rendiconto un saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali. Il successivo comma 1-bis specifica che:

        le entrate finali sono quelle ascrivibili ai titoli 1,2,3,4 e 5 dello schema di bilancio previsto dal Decreto Legislativo n. 118/2011;

        le spese finali sono quelle ascrivibili ai titoli 1,2 e 3 del medesimo schema di bilancio.

Il citato art. 9 stabilisce altresì che per gli anni dal 2017 al 2019, con la Legge di bilancio, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica e su base triennale, è prevista l’introduzione del fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa tra le entrate e le spese finali.  Dal 2020, in via definitiva, tra le entrate e le spese finali è incluso il fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa, finanziato dalle entrate finali.

La Legge di bilancio 2017 stabilisce che le regioni concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica anche attraverso il perseguimento del pareggio di bilancio. In particolare l’art. 1, comma 466 e successivi della Legge n. 232/2016 stabiliscono che le regioni devono conseguire il saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, della citata Legge n. 243/2012. Per gli anni 2017-2019, nelle entrate e nelle spese finali in termini di competenza è considerato il fondo pluriennale vincolato, di entrata e di spesa, al netto della quota riveniente dal ricorso all'indebitamento.

Il Disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018 – 2020”, prevede, per le regioni a statuto ordinario, il conseguimento del saldo in termini di competenza pari a 2.200 milioni di euro equivalente a circa lo 0,124 % del PIL nazionale (per la Regione Emilia-Romagna 187,18 milioni di euro).

Al fine di garantire il pareggio di bilancio nella fase di previsione, occorre allegare al bilancio di previsione il prospetto dimostrativo del rispetto del saldo di cui al citato comma 466, previsto nell'allegato n. 9 del Decreto Legislativo n. 118/2011.

L’art. 1, comma 495 della Legge di bilancio 2017 assegna alle regioni spazi finanziari nell'ambito dei patti nazionali per favorire gli investimenti, da realizzare attraverso l'utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti e il ricorso al debito. In particolare, per gli anni 2017, 2018 e 2019, sono assegnati spazi finanziari nel limite complessivo di 500 milioni di euro annui. A legislazione vigente l'ammontare dello spazio finanziario attribuito a ciascuna regione è determinato, entro il 15 febbraio di ciascun anno, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, tenendo conto del seguente ordine prioritario:

a)      investimenti finalizzati all'adeguamento e al miglioramento sismico degli immobili, finanziati con avanzo di amministrazione, per i quali gli enti dispongono del progetto esecutivo redatto e validato in conformità alla vigente normativa, completo del cronoprogramma della spesa;

b)      investimenti finalizzati alla prevenzione del rischio idrogeologico e alla messa in sicurezza e alla bonifica di siti inquinati ad alto rischio ambientale, individuati come prioritari per il loro rilevante impatto sanitario, finanziati con avanzo di amministrazione, per i quali gli enti dispongono del progetto esecutivo redatto e validato in conformità alla vigente normativa, completo del cronoprogramma della spesa. Qualora l’ammontare degli spazi finanziari richiesti dalle regioni superi il plafond di 500 milioni di euro, l'attribuzione è effettuata a favore degli enti che presentano la maggiore incidenza del fondo di cassa rispetto all'avanzo di amministrazione. Nell’esercizio 2017 il plafond è stato ripartito su base regionale secondo i criteri indicati dall’art. 1, comma 495-bis della Legge n. 232/2017 inserito dall'art. 33, comma 1, del D.L. n. 50/2017, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 96/2017.

Nel 2016 il pieno rispetto del pareggio di bilancio da parte di tutti gli enti del comparto regioni ha confermato la capacità delle regioni di garantire il controllo della gestione della spesa con strumenti informatici interni di monitoraggio, anche in tempo reale, atti a governare la spesa a livelli prudenziali, tali da garantire da ogni rischio di squilibrio a fine esercizio.

 

Il bilancio regionale

I principi ispiratori della manovra di bilancio 2018-2020, in continuità con le scelte operate fin dal suo insediamento, possono essere così sintetizzati: invarianza della pressione fiscale; contenimento delle spese di funzionamento; promozione di politiche d’investimento in autofinanziamento; attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato.

Per il 2018 la Regione Emilia-Romagna manterrà invariata la propria leva fiscale autonoma, quindi non aumenterà la pressione fiscale e non introdurrà ticket per la sanità, pur garantendo l’obiettivo prioritario di consolidare il livello dei servizi da assicurare alla comunità regionale.

Per quanto riguarda la spesa di funzionamento della macchina regionale si intende proseguire nelle azioni di riordino, razionalizzazione e contenimento già realizzate negli scorsi anni e che vengono ulteriormente rafforzate, continuando nel lavoro dell’innalzamento dell’efficienza, concentrandosi sulla semplificazione amministrativa, sull’alleggerimento delle procedure burocratiche e sul costante miglioramento della governance.

Le politiche di investimento, inoltre, verranno perseguite, cercando di utilizzare risorse correnti ed evitando il ricorso all’indebitamento.

Si intende, infine, tra gli obiettivi del programma di mandato, dare ulteriore attuazione al patto per il lavoro che ha già prodotto un forte impatto in termini di riduzione della disoccupazione in Regione.

Nel contesto definito dai principi ispiratori è possibile individuare alcune specifiche priorità di spesa:

        consolidamento e potenziamento degli interventi sullo stato sociale e le politiche di contenimento tariffario, attraverso il fondo per la non autosufficienza, il mantenimento dei fondi sulle politiche sociali finanziati già dal 2010 a fronte della riduzione delle risorse statali e l’intervento a sostegno del reddito e di contrasto della povertà per le famiglie in situazione di grave difficoltà economica;

        accelerazione del programma di attuazione dei fondi strutturali per la programmazione 2014-2020 soggetto nel 2018 alla verifica intermedia di attuazione da parte della Commissione europea;

        stimolo alla ripresa economica, lavorando fianco a fianco con il sistema della rappresentanza istituzionale, economica e sociale anche attraverso misure per la competitività del sistema produttivo, finanziando interventi mirati in grado di ottimizzare l’effetto leva e valorizzare la sinergia con gli strumenti di altri soggetti;

        salvaguardia del livello e della qualità di offerta dei servizi di trasporto pubblico locale sia per il settore autofiloviario che ferroviario;

        investimenti in particolare contro il dissesto idrogeologico ed a favore delle infrastrutture viarie e del trasporto pubblico locale;

        incentivi alle politiche culturali, per i giovani e per lo sport;

        accompagnamento della fase di riordino istituzionale (forme e condizioni particolari di autonomia a norma dell’articolo 116 della Costituzione), considerata l’interlocuzione attualmente in corso con il Governo.

Le politiche per la sanità e per l’area dell’integrazione socio-sanitaria possono contare sul finanziamento sanitario ordinario corrente cui concorre lo Stato e su risorse aggiuntive a carico della Regione.

Per quanto concerne le risorse correnti per la sanità, vengono confermati per il triennio 2018-2020 gli stanziamenti previsti per l’esercizio 2017.

Il livello di finanziamento del Fondo Sanitario regionale di parte corrente, incluso il saldo presunto da trasferire alle Aziende sanitarie a titolo di mobilità interregionale, viene previsto pertanto in 8.262 milioni di euro, in attesa che si completi il quadro finanziario nazionale di riferimento.

La manovra di bilancio che si sta delineando a livello nazionale conferma un incremento nominale di un miliardo delle risorse per il finanziamento del SSN 2018 rispetto al 2017, quantificandolo in 113,396 miliardi di euro, ma manca ad oggi una proposta di riparto alle Regioni per cui il finanziamento è stato stimato sul livello definitivo del 2017.

Per quanto concerne la mobilità sanitaria interregionale, si prevede per il 2018, in continuità con l’esercizio 2017, un saldo presunto da trasferire alle Aziende sanitarie pari a 355,34 milioni di euro, a fronte di un accredito per mobilità attiva di 608,28 milioni di euro e di un addebito per mobilità passiva di 252,94 milioni di euro; tale stima viene mantenuta anche per i successivi esercizi 2019 e 2020.

Come pay-back ‘ordinario’ delle aziende farmaceutiche, in relazione ai presunti incassi a tale titolo, si prevede per ogni esercizio del triennio 2018-2020 un importo di 22,5 milioni di euro.  L’importo iscritto è parzialmente compensato da un accantonamento (di 321 mila euro) a titolo di “Fondo per crediti di dubbia esigibilità”.

Non sono compresi nella cifra stanziata a bilancio la cosiddetta quota vincolata di Fondo sanitario nazionale (riferibili ai Fondi per il rimborso alle regioni del costo per i farmaci innovativi e oncologici innovativi e agli Obiettivi prioritari di piano sanitario) che verrà iscritta con atto amministrativo in concomitanza con i riparti alle Regioni.

Per quanto concerne le risorse regionali, l’impegno finanziario della Regione riguarda:

        il finanziamento del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza per 100 milioni di euro per l’anno 2018, al fine di consolidare gli interventi su tutto il territorio regionale; per gli anni 2019 e 2020 il finanziamento sarà pari a 116,100 milioni;

        la copertura degli ammortamenti non sterilizzati relativi agli anni 2001-2011 delle Aziende sanitarie per 20 milioni di euro;

        il ripiano dei debiti delle ex USL a carico delle cd. “gestioni liquidatorie” per 1 milione di euro.

Viene inoltre assicurato, per il triennio 2018-2020, il finanziamento di 1,9 milioni alla Agenzia regionale per lo sviluppo dei mercati telematici Intercent-ER, soggetto aggregatore per gli acquisti in sanità, cui viene affidato, tra gli altri, un ruolo crescente in termini di razionalizzazione delle procedure di acquisto delle aziende sanitarie regionali.

Sono stati altresì accantonati nel Bilancio 2018-2020 500mila euro destinati ad alimentare il “Fondo regionale di sanità integrativa extra LEA” che la Regione si è impegnata a costituire a seguito dell’Accordo siglato tra il Presidente e le OOSS in data 19 settembre 2016 “Accordo in merito alle politiche regionali di innovazione e qualificazione del Sistema Sanitario”.

Per quanto concerne gli oneri connessi all’erogazione degli indennizzi agli emotrasfusi ex L. 210/1992, la copertura sarà assicurata nell’esercizio 2018 dai fondi statali di cui all’art. 1, comma 186 della Legge n. 190/2014 ex D.M. 27 maggio 2015, annualità 2018, avendo già provveduto nel 2016 e 2017 al pagamento ai cittadini aventi diritto degli arretrati spettanti a titolo di rivalutazione dell’indennità integrativa speciale. Tali risorse sono stanziate nel bilancio 2018-2020, anno di previsione 2018. Per gli esercizi 2019 e 2020 sarà necessario un finanziamento nazionale.

Le principali politiche sugli investimenti in ambito sanitario riguardano la realizzazione, la riqualificazione, la messa a norma di strutture sanitarie e l’acquisizione di tecnologie biomediche ed informatiche per l’ammodernamento, la sostituzione e l’implementazione del patrimonio tecnologico.

A seguito della sottoscrizione dell’Accordo di Programma Addendum con il Ministero della Salute in data 2 novembre 2016 la Regione può disporre di circa 75,6 milioni di euro di risorse statali per la realizzazione degli interventi programmati. Complessivamente, tenuto conto anche dell’integrazione (5%) a carico della Regione, pari a 4,2 milioni di euro assicurati dal Bilancio regionale, le risorse disponibili ammontano a circa 80 milioni di euro. Per il 2018 lo stanziamento risulta pari a 3,624 milioni.

I principali interventi riguardano:

        l’area materno infantile con la realizzazione e l’adeguamento funzionale delle seguenti strutture: il MIRE (Maternità ed Infanzia Reggio Emilia) presso l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia per 11 milioni di euro e la riqualificazione dell’area pediatrica nell’ambito del Polo Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna per 19 milioni di euro;

        la realizzazione del nuovo Day-hospital Oncoematologico presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma per 5 milioni di euro;

        l’ammodernamento delle tecnologie biomediche e ICT per 8 milioni di euro.

Per le politiche di welfare la Regione attua uno sforzo importantissimo per mantenere lo stesso livello dei servizi destinati ai cittadini dando continuità alle azioni di welfare compiute in questi anni e ad alcune priorità: innanzitutto la lotta all’esclusione, alla fragilità e alla povertà, poi un’attenzione particolare per le giovani generazioni e per le famiglie. Investe ingenti risorse per proseguire con la misura a sostegno del reddito e di contrasto della povertà per le famiglie in situazione di grave difficoltà economica (Legge Regionale sul Reddito di Solidarietà n. 24 approvata a dicembre 2016). Tale stanziamento costituisce una parte considerevole dell’intero bilancio dell’Assessorato al Sociale e consente di proseguire con la lotta alla povertà estrema di minori, anziani e adulti entrata ufficialmente nell’agenda strategica della Regione Emilia Romagna.

Il bilancio conferma inoltre la cifra stanziata per la programmazione territoriale realizzata dagli EE.LL. attraverso i Piani di Zona che nel 2018 saranno approvati dai territori in coerenza e in attuazione del nuovo Piano Sociale e Sanitario 2017-2019 approvato con deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 120/2017 e della deliberazione della giunta regionale n. 1423/2017 di attuazione del Piano. 

Nel complesso, dunque per le politiche di welfare vengono destinate risorse regionali pari a 68,6 milioni di euro per la continuità delle politiche sociali che comprendono i 33 milioni di euro per il Reddito di Solidarietà. A questi stanziamenti si aggiungeranno le risorse provenienti dai Fondi nazionali approvati in sede di legge di stabilità. Si conferma la quota destinata ai servizi 0-6 anni e si dà continuità a tutti i servizi sociali erogati dall’Assessorato al Sociale, mantenendo inalterato lo stanziamento per la programmazione territoriale realizzata dagli EE.LL. attraverso i Piani di Zona. Si confermano quindi le risorse destinate alle politiche per le giovani generazioni, per il Servizio Civile e per le politiche familiari.

Sul piano invece delle politiche abitative a fronte dello sforzo ritenuto prioritario nei confronti della riduzione della povertà nel nostro territorio regionale non vi sono le condizioni, per i vincoli riguardanti i fondi statali in avanzo, per finanziare nel corso del 2017 nuovi bandi per giovani coppie o per l’edilizia residenziale sociale. Si auspica che in fase di sblocco dell’avanzo si possano recuperare risorse per il bando regionale per le barriere architettoniche. La Regione è poi impegnata a dare seguito all’attività di recupero e ripristino del patrimonio ERP tramite il trasferimento e il monitoraggio dei fondi statali dedicati e a completare il finanziamento dei programmi in essere (10° bando giovani coppie, programma ERS).

Questi i principali interventi proposti al bilancio 2018:

        Povertà: finanziamento della misura di lotta alla povertà e sostegno al reddito delle famiglie in situazione di grave difficoltà economica (Reddito di Solidarietà). Tale misura si integrerà con la nuova misura nazionale REI - Reddito di Inclusione e prevedrà l’integrazione con le politiche attive del lavoro, in particolare con la LR n. 14/2015. Conferma delle risorse destinate agli interventi per le persone sottoposte a limitazioni della libertà personale, promossi dai Comuni sede di carcere. Mantenimento di interventi destinati alle vittime della tratta. Mantenimento dei finanziamenti destinati alla mobilità delle persone in condizione di fragilità sociale.

        Terzo Settore: viene confermato lo stanziamento delle risorse destinate all’associazionismo e al volontariato per lo sviluppo di progetti locali e regionali con l’obiettivo di realizzare interventi che possano rispondere a bisogni emergenti nell’attuale contesto sociale ed economico.

        Infanzia, adolescenza, giovani e famiglia: mantenimento dei finanziamenti destinati ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell'infanzia paritarie e mantenimento dei fondi per i centri per le famiglie. Conferma del finanziamento ai progetti per le giovani generazioni e dei fondi indirizzati al Servizio Civile.

        Programmazione di interventi e servizi: sostegno dei fondi sociali locali per la programmazione associata a livello distrettuale delle politiche di welfare (in coerenza con le scelte condivise negli ultimi anni e con le LR n.21/12 e LR n.12/13).

        Cooperazione internazionale allo sviluppo: mantenimento delle risorse dedicate al bando annuale e ai progetti di cooperazione allo sviluppo pari a circa 1,1 milioni di euro anche in attuazione del nuovo Piano pluriennale per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo.

Investire sulle persone e sulla generazione e trasmissione di competenze individuali e collettive per la specializzazione, alla digitalizzazione e l’internazionalizzazione per rafforzare quelle capacità di sistema che generano sviluppo, innovazione, nuova occupazione e coesione sociale. Questi, in coerenza con il Patto per il Lavoro, gli obiettivi prioritari delle politiche per l’istruzione, la formazione professionale, l’università, la ricerca e il lavoro e del coordinamento delle politiche europee allo sviluppo per il periodo 2018/2020. Obiettivi al cui raggiungimento concorre prioritariamente il Programma Operativo regionale Fondo Sociale Europeo 2014/2020 che nel 2018 prevede un cofinanziamento di risorse regionali pari ad oltre 23 milioni di euro che permetteranno di investirne complessivamente 156 milioni di euro.

Dei 156 milioni di euro del Programma Operativo Regionale del Fondo sociale europeo, oltre 50 milioni sono dedicati al finanziamento dell’Istruzione e Formazione Professionale per il conseguimento di qualifiche professionali triennali e di diplomi professionali, il sistema di competenza regionale che permette ai giovani di assolvere il diritto-dovere all’istruzione e formazione attraverso un’offerta formativa differenziata, coerente con le esigenze, le specificità e l’identità del sistema economico-produttivo locale e in grado, anche attraverso percorsi personalizzati, di contrastare la dispersione scolastica. Strategico anche l’investimento nella Rete Politecnica regionale con un’offerta formativa, costituita dai percorsi delle Fondazioni Istituti Tecnici Superiori (ITS), da percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) e da quelli di formazione superiore, volta formare i tecnici dotati di competenze operative, critiche e relazionali funzionali all’innovazione e in grado di contribuire ai processi di crescita, qualificazione e digitalizzazione di filiere produttive strategiche per lo sviluppo del paese.

In attuazione del Piano triennale Alte Competenze, è previsto il finanziamento di assegni di ricerca, borse di dottorato di ricerca e assegni per lo spin off e lo start up di impresa che prevedono la collaborazione di atenei e imprese per sviluppare, diffondere e applicare conoscenze strategiche per una nuova economia ad alto valore aggiunto e fare dell’Emilia-Romagna la punta avanzata della manifattura 4.0 e dei Big Data. Stesso obiettivo si pone l’investimento straordinario che si intende realizzare per offrire ai neolaureati la possibilità di intraprendere percorsi formativi per l’acquisizione di competenze di “analisi e trattamento dati complessi” funzionali a trasferire e attivare processi di innovazione nei diversi ambiti di attività attraverso la metodologia dei Big Data.

Le risorse del Programma Operativo Fse sono investite anche per finanziare politiche attive e servizi erogati, a seguito dell’introduzione dell’accreditamento dei servizi per il lavoro, dalla Rete Attiva per il Lavoro, coordinata dall’Agenzia Regionale per il Lavoro, al cui costo di funzionamento, nel corso del 2018, contribuiscono risorse regionali pari a 2,5 milioni di euro. Ulteriori risorse del Programma Operativo Fse sono dedicate a dare attuazione della legge regionale 14/2015 attraverso la selezione e il finanziamento, su base distrettuale, di misure di politica attiva del lavoro e azioni formative per le persone fragili e vulnerabili.  Come ogni anno sarà inoltre garantito il finanziamento di un’offerta formativa rivolta a persone disoccupate per favorirne l’ingresso nel mercato del lavoro. A questo obiettivo contribuirà l’approvazione di diversi avvisi pubblici, anche finalizzati a corrispondere a specifici bisogni di imprese intenzionate ad assumere e a sostenere, attraverso la formazione di competenze qualificate, settori dell’economia regionale ad alto potenziale di sviluppo e nuova occupazione.

Fondo Regionale Disabili: alle politiche attive per favorire l’inserimento lavorativo delle persone in condizione di disabilità sono destinati 15 milioni di euro del Fondo regionale disabili.

Diritto allo studio scolastico ed Universitario: sono confermati i fondi regionali, pari a 1,8 milioni di euro, per le borse di studio scolastiche e per il trasporto scolastico con particolare riferimento al trasporto degli studenti con disabilità (2.250.000 euro). Confermati anche 21 milioni di euro di risorse regionali che sommati alle risorse nazionali e quelle derivanti dalla tassa regionale per il diritto allo studio, permetteranno un investimento di a circa 60 milioni di euro  per promuovere e gestire, attraverso l’Azienda regionale ER.GO, il sistema integrato di servizi ed interventi per il diritto allo studio universitario per rendere effettivo il diritto di raggiungere i più alti gradi dell’istruzione, del sapere e delle competenze, coniugando i principi dell’ampia inclusione e della valorizzazione del merito.

Progetti di educazione musicale: anche per l’anno 2018 è previsto un Fondo, pari a circa 1 milione di euro, per il finanziamento di progetti di educazione musicale aventi carattere di inclusività, realizzati dalle scuole di musica accreditate dalla Regione e realizzati in collaborazione con le istituzioni scolastiche regionali.

Edilizia Scolastica ed Universitaria: a rafforzare l’ingente investimento realizzato sul territorio regionale in questo ultimo triennio (73,5 milioni derivanti dai Mutui Bei che  grazie a cofinanziamento degli enti locali  hanno generato un investimento pari a 105 milioni,  20 milioni  per la costruzioni di scuole innovative con fondi Inail, 11,5 milioni per Poli per l’infanzia innovativi con Fondi Inail, 124 milioni di risorse nazionali per interventi  di miglioramento e adeguamento sismico che hanno generato un investimento pari oltre 158 milioni), si prevede un ulteriore investimento di risorse del FSC per nuovi interventi che garantiscano sicurezza e qualità del  patrimonio di edilizia scolastica regionale (20 milioni di euro per un investimento complessivo di oltre 125) e che favoriscano l’attrattività del sistema universitario, ampliandone l’offerta abitativa e i servizi rivolti agli studenti, prioritariamente a quelli fuori sede (7 milioni di euro). Tali risorse, sommate a quelle investite dall’azienda l’Azienda regionale ER.GO e a ulteriori risorse regionali (complessivamente 12 milioni di euro) e al cofinanziamento statale  e delle Università renderà disponibili oltre 1000 nuovi posti alloggio sul territorio regionale con un investimento complessivo di 109 milioni.

Politiche europee allo sviluppo: per quanto riguarda il coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, prosegue nel 2018 anche attraverso il monitoraggio unitario degli investimenti realizzati, l’impegno assunto con il Patto per il Lavoro ad una programmazione integrata dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE), nonché ad una concentrazione degli stessi su tematiche strategiche prioritarie (individuate nella Strategia regionale di innovazione per la specializzazione intelligente), e territoriali (a favore dei quattro assi territoriali: montagna, reti di città, costa, area del sisma 2012), con la finalità di migliorare la capacità di agire a favore dello sviluppo territoriale regionale in una economia aperta ed esposta a importanti cambiamenti strutturali (migrazione e globalizzazione).

Nel 2018 prosegue inoltre l’impegno della Regione nei programmi di Cooperazione Territoriale Europea, in particolare in quelli in cui la Regione svolge il ruolo di Autorità di Gestione (Programma ADRION di cui è prevista la pubblicazione del secondo bando per complessivi 45 milioni di euro) e di co-presidenza nazionale (Programma MED), al fine di dare gambe alla Strategia macro-regionale EUSAIR. Impegno confermato anche in altri programmi tra cui il programma transfrontaliero Italia-Croazia ed il programma interregionale Europa Centrale.

Infine si intende proseguire nell’attuazione alla Strategia Nazionale Aree Interne nelle quattro aree regionali candidate, Appennino Emiliano, Basso Ferrarese, Appennino Piacentino-Parmense e Alta Valmarecchia. In particolare si prevede di sottoscrivere l’Accordo di Programma Quadro per la prima area, Appennino Emiliano entro marzo 2018, per la seconda, Basso Ferrarese entro l’estate 2018, e successivamente per la terza area, Appennino Piacentino-Parmense, di cui è stata recentemente formalizzata l’attribuzione della quota nazionale. Le risorse mobilitate per la prima area ammontano a circa 28 milioni di euro tra risorse dei Programmi Operativi Regionali Fondi Sie e quota nazionale.  Con circa 12 milioni di euro di risorse nazionali garantite sulle prime tre aree, siamo l'unica regione italiana al momento con tre aree finanziate.

Grazie alle risorse destinate all’attuazione della legge regionale per lo sviluppo del settore musicale, vengono incrementate con il bilancio per il 2018 le risorse a disposizione del sistema culturale regionale. Con questo nuovo intervento, in coerenza con la strategia di specializzazione regionale 2014-2020, che ha riconosciuto nelle industrie culturali e creative uno dei driver di innovazione e di sviluppo più rilevanti, si intende rafforzare ulteriormente il tessuto delle oltre 30 mila imprese culturali e creative che danno occupazione a circa 80 mila persone impiegate nel settore e creare nuove imprese e nuova occupazione.

Nel 2018 saranno inoltre finanziati interventi di recupero, restauro e rifunzionalizzazione di sedi di spettacolo (teatri) e di immobili di particolare valore storico e/o culturale. Nel settore del cinema e degli audiovisivi sarà approvato un nuovo programma triennale con l’obiettivo di consolidare e qualificare ulteriormente gli interventi della programmazione in scadenza. Nei settori dello spettacolo dal vivo, della promozione culturale, dei musei, archivi, biblioteche e della memoria, saranno proseguiti gli interventi delle programmazioni pluriennali in corso per la qualificazione dell’offerta culturale ai cittadini della nostra regione. La dichiarazione del 2018 quale Anno europeo del Patrimonio culturale costituirà inoltre l’occasione per accrescere la consapevolezza dell’importanza degli investimenti nel settore culturale e creativo sia attraverso la divulgazione di dati e ricerche, sia attraverso l’organizzazione di specifiche manifestazioni e iniziative culturali.

Nel settore della promozione culturale, essendosi perfezionato il processo di riordino istituzionale che ha determinato il nuovo assetto delle Province, si darà attuazione alla terza annualità del programma della Legge Regionale n. 37/1994.

Nel 2018 si consoliderà quindi un sistema articolato di interventi a sostegno di iniziative e progetti di promozione culturale promossi da associazioni, Comuni e Unioni di Comuni, in forma semplice o associata.

Relativamente alle attività di livello regionale, grazie alla conferma delle risorse, prosegue il sostegno regionale ai programmi di attività promossi da Istituti e Associazioni Culturali.

Sarà possibile anche, come già avvenuto nel biennio precedente, continuare a sostenere gli interventi a favore del sistema bibliotecario regionale, di quello archivistico e museale. Potrà così continuare l’opera di valorizzazione del patrimonio culturale, rendendo anche disponibili tutte le informazioni catalografiche per il loro uso mirato a potenziare l’offerta di turismo culturale. Le risorse saranno anche utilizzate per il sostegno alle piattaforme informatiche di supporto alle istituzioni e ai beni culturali, continuando a fornire gratuitamente questa fondamentale infrastruttura di base a tutte le pubbliche amministrazioni del nostro territorio.

Il 2018 vedrà anche il consolidarsi del sostegno regionale a soggetti pubblici e privati a per progetti di valorizzazione della memoria e della storia del Novecento nella nostra regione, in attuazione della legge regionale sulla “Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna” che, approvata nel 2016, ha avuto una fase di rodaggio e perfezionamento nei primi due anni di attuazione.  Al fine di mantenere viva, rinnovare, approfondire e divulgare la memoria dei fatti e degli avvenimenti per le generazioni attuali e future, nel 2018 si darà dunque attuazione alla terza annualità del programma della Legge, consolidando il sostegno ai programmi di attività degli Istituti storici presenti sul territorio regionale, secondo quanto previsto nelle convenzioni di validità triennale sottoscritte nel 2016, e ulteriore incentivazione allo sviluppo di progetti di rete condivisi tra tutti gli Istituti. Attraverso la pubblicazione di appositi bandi proseguirà inoltre l'azione di sostegno a progetti di valorizzazione promossi da Comuni, Unioni di Comuni, associazioni e istituzioni, con particolare riferimento ai luoghi della memoria.

Nel 2018, per quanto riguarda gli investimenti in beni culturali, si prevede, anche grazie all’assegnazione alla regione Emilia-Romagna di risorse statali FSC, la concessione di contributi a Enti locali per interventi di recupero, restauro e rifunzionalizzazione di sedi di spettacolo (teatri) e di immobili di particolare valore storico e/o culturale, al fine di una stabile valorizzazione del territorio e del patrimonio storico, artistico e culturale.

Per ciò che riguarda il sistema regionale dello spettacolo dal vivo, l’importante incremento di finanziamenti regionali nel 2016 destinati all'attuazione del Programma triennale dello spettacolo (LR n. 13/99) da un lato ha consolidato il sistema, dall'altro lato ha consentito una significativa apertura a nuovi progetti produttivi, distributivi o di coordinamento. Per il 2018, ultimo anno della programmazione triennale, vengono sostanzialmente confermate le risorse regionali destinate alle attività di produzione e distribuzione di spettacoli di elevata qualità artistica e culturale degli enti partecipati e degli altri operatori, alle rassegne e ai festival più rilevanti per valore artistico, alla promozione di settori specifici dello spettacolo, alle iniziative di comunicazione, informazione, formazione e ampliamento del pubblico nelle differenti forme di espressione artistica e dell’attività creativa dei nuovi autori.

Proseguiranno le azioni di promozione del sistema teatrale regionale e di consolidamento del circuito regionale multidisciplinare, per incrementare e qualificare in particolare l'attività dei teatri nei piccoli centri della regione.

Nuova legge regionale sullo sviluppo del settore musicale: la proposta di legge, elaborata in collaborazione con l'Assessorato coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, l'Assessorato attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma e l'Assessorato turismo, ha l'obiettivo di supportarne le potenzialità di crescita mediante innovazioni normative, incentivi, sostegni economici e nuovi servizi che rispondano in forma integrata alle esigenze di qualificazione e innovazione dei diversi segmenti della filiera della produzione musicale: da quello educativo-formativo a quello creativo, da quello produttivo a quello distributivo e promozionale. Nuove azioni e interventi a sostegno dei diversi segmenti della filiera della produzione musicale verranno promosse direttamente dalla Regione, anche mediante le attività della Music Commission per l’Emilia-Romagna, appositamente istituita, ed in collaborazione con soggetti pubblici e privati qualificati.

Progetto interregionale sulle residenze artistiche: grazie all’Intesa Stato-Regioni sancita a settembre 2017 sulla base dell’art. 43 del nuovo decreto Mibact del 27.7.2017, sarà rinnovata la cooperazione attorno al progetto inter-istituzionale delle residenze artistiche per il triennio 2018 -2020. La Regione conferma la volontà di adesione al nuovo Accordo di Programma valido per il triennio 2018-2020, che concentrerà risorse statali sui progetti di residenza del territorio sostenuti grazie alla LR 13/99. Nel corso del 2018 verranno individuati i progetti triennali di attività in residenza destinatari del co-finanziamento statale definiti sulla base di nuove caratteristiche concordate tra Stato e Regioni.

2018 Anno europeo del patrimonio culturale - Settimana di promozione della cultura: la Regione aderisce all’iniziativa del Parlamento europeo che designa il 2018 quale Anno europeo del patrimonio culturale al fine di promuovere la diversità culturale, il dialogo interculturale e la coesione sociale, rafforzare il contributo del patrimonio culturale dell’Europa alla società e all’economia attraverso la capacità di sostenere i settori culturali e creativi, comprese le piccole e medie imprese, promuovendo lo sviluppo e il turismo sostenibili. A questo proposito, la Giunta intende organizzare nel 2018 una settimana di promozione della cultura in Emilia-Romagna, al fine di valorizzare e promuovere il patrimonio e le attività culturali e per sviluppare la conoscenza e la partecipazione della cittadinanza alle manifestazioni culturali del proprio territorio; sono previste attività promosse direttamente dalla Regione ed altre azioni, realizzate con il coinvolgimento e la partecipazione di soggetti pubblici e privati operanti nel settore culturale. 

Il settore cinematografico e audiovisivo nel 2018 sarà interessato dal nuovo Programma triennale 2018/2020 che definirà obiettivi, azioni e modalità di attuazione del settore disciplinato dalla L.R. n. 20/2014. Le risorse destinate - in aumento rispetto al 2017 - hanno l’obiettivo di confermare e qualificare gli ambiti d’intervento previsti nel triennio precedente che ha prodotto risultati positivi e incoraggianti, grazie alla spesa regionale e al consolidamento della Emilia-Romagna Film Commission. Dal 2015 a oggi sono stati sostenuti 41 documentari/docu-fiction, 30 lungometraggi, 11 serie per la tv, 6 cortometraggi e 5 serie web. La Regione ha contribuito alla realizzazione di 64 tra festival e rassegne, portando la digitalizzazione al 90% nelle sale cinematografiche del territorio. Novantaquattro i percorsi formativi attivati che hanno coinvolto 1.356 persone. Nel complesso si tratta di oltre 10 milioni di euro stanziati (di cui 4 milioni da fondi dell’assessorato Cultura; 3 milioni di euro dalla Formazione professionale e altri 3 milioni e 400 mila euro provenienti dall’assessorato alle Attività produttive) che hanno generato sul territorio investimenti di 16 milioni di Euro. Con il nuovo programma triennale, quindi, si intende irrobustire l’attività della Emilia-Romagna Film Commission, riconosciuta anche dalle leggi nazionali, nonché il sistema di eventi e festival nazionali e internazionali mirati a valorizzare il prodotto audiovisivo e a promuovere il territorio regionale, tanto come luogo di accoglienza delle produzioni quanto come paesaggio culturale rilevante nella storia del cinema europeo. In questo ambito si svilupperà una collaborazione con il sistema degli Enti Locali e con gli enti strumentali della Regione.

Nel settore delle politiche giovanili le risorse regionali, assicurate per il 2018 sostanzialmente nella stessa misura del 2017, saranno quindi mirate al sostegno di azioni progettuali in attuazione dalla L.R. 14/08 con l’obiettivo di qualificare gli interventi che si svolgono nei luoghi dell’aggregazione giovanile ed un coinvolgimento stimato di oltre 200mila giovani. In particolare si intende sostenere interventi nell’ambito del mondo dell’aggregazione, degli Informagiovani, del tema “proworking” e sulla creatività, progetti di sensibilizzazione verso l’imprenditorialità, sostegno per il know-how e lo start-up d’impresa giovanile, apertura di spazi di co-working, azioni di accesso al credito, attività di formazione per lo sviluppo di competenze professionali innovative e percorsi di rinnovamento e valorizzazione degli spazi di aggregazione giovanile; inoltre proseguirà il sostegno ai progetti afferenti l’area del protagonismo giovanile/YoungERcard per sostenere e realizzare esperienze di volontariato e di cittadinanza attiva. Continuerà altresì l'azione di consolidamento del sistema youngERcard che può contare su una sempre più strutturata rete di soggetti coinvolti, con circa 45.000 giovani iscritti impegnati in progetti sociali, ambientali, artistici, culturali, educativi, informatici e sportivi, 132 Comuni, 20 Unioni di Comuni, 350 operatori abilitati, 1052 punti convenzionati e ben 1.097 punti sparsi sul territorio regionale per il ritiro della carta. Il complesso delle azioni progettuali si svolgeranno nei diversi luoghi rivolti ai giovani che riguardano le differenti aree:

        area formazione/ educazione/diritto allo studio: centri servizi delle Università degli studi, Azienda diritto allo studio, centri formazione professionale;

        area lavoro/impresa: centri per l’impiego, sportelli lavoro, fab-lab, coworkingspazi, punti area S3;

        area salute-sociale: spazi giovani delle ASL;

        area informazione: Urp, Informagiovani, Eurodesk, Europe direct;

        area creatività: sala prove, biblioteche comunali, spazi di aggregazione, punti distribuzione youngercard.

Infine, proseguirà l’azione di sviluppo del nuovo portale delle Politiche Giovanili “Giovazoom”, on line dal 2017, e dei suoi canali social (Facebook, Twiter, Instagram, Snapchat e Youtube) con l’obiettivo di accrescere la partecipazione e l’interesse delle giovani generazioni nei confronti dell’istituzione regionale.

Per quanto attiene all’attuazione dei titoli I e II della L.R. n. 18/2016 Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili, volta all’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, verranno sostenuti – con la definizione di nuovi accordi di programma e protocolli di intesa con EE.LL., Università e centri di ricerca - interventi preventivi e culturali nelle città e nelle scuole, anche con il coinvolgimento delle associazioni ed organizzazioni di volontariato operanti sul territorio. Inoltre si intende sostenere gli osservatori locali, anche intercomunali, per il monitoraggio e l'analisi dei fenomeni di illegalità collegati alla criminalità organizzata di tipo mafioso che agiranno in raccordo con l’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso nonché ai fatti corruttivi di cui all’art. 5 L.R. 18/2016. Infine, l’azione della Regione favorirà la puntuale mappatura ed il risanamento, ristrutturazione edilizia, recupero e riutilizzo, in funzione sociale, di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e mafiosa.

Per quanto riguarda il settore del trasporto pubblico e della viabilità, nel quadro dei tagli imposti dagli equilibri di bilancio, si sottolinea lo sforzo compiuto dalla Regione sia in termini di bilancio che di soluzioni organizzative, per la salvaguardia del livello e della qualità di offerta dei servizi di trasporto pubblico locale sia per il settore autofiloviario che ferroviario, assicurando anche per l'anno 2018 la stessa quota di risorse regionali dell’anno precedente, pari a 56,086 milioni di euro a fronte di oltre euro 425 milioni di fabbisogno complessivo destinato al settore.

Tali risorse potranno consentire la realizzazione delle politiche strategiche sul trasporto pubblico collettivo delineate anche nel Patto per il Tpl 2018-2020 firmato a fine 2017, fermo restando interventi di riorganizzazione e di efficientamento del settore anche attraverso sinergie gestionali finalizzate a compensare anche l’adeguamento inflattivo.

Sono state iscritte la totalità delle risorse statali di spettanza della Regione Emilia-Romagna provenienti dal Fondo nazionale del trasporto pubblico locale pari a circa 364 milioni di euro.

Sono state assicurate le risorse pari a 800 mila euro per gli interventi nell'ambito dello svolgimento delle funzioni in materia di navigazione interna.

Particolare attenzione e impegno continua ad essere posta nell'organizzazione di campagne di sensibilizzazione portate avanti attraverso l’Osservatorio della sicurezza stradale, stanziando per il 2018 250 mila euro, a sottolineare l'importanza del tema della sicurezza stradale, per la Regione Emilia-Romagna che, per ridurre il numero di vittime sulla strada, interviene con azioni di educazione, formazione e diffusione della cultura della sicurezza stradale. Prosegue la costante azione di supporto alle manutenzioni straordinarie delle infrastrutture viarie con l'assicurazione di risorse per oltre 6 milioni di euro nel biennio 2018-2019, da assegnare alle province emiliano romagnole. A queste risorse si va ad aggiungere un significativo quadro di interventi grazie all'azione propositiva e all'attenzione e presenza costante della Regione Emilia-Romagna sui tavoli di ripartizione di rilevanti risorse statali, provenienti dagli stanziamenti previsti sul Fondo Sviluppo e Coesione. Difatti a seguito dell'approvazione della deliberazione del Cipe n. 54 del 01 dicembre 2016,  che ripartito le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) per il periodo 2014-2020 tra il Mezzogiorno e il Centro-Nord fra le aree tematiche di interesse del FSC, tra le quali le “Infrastrutture”  sono state assegnate risorse per interventi nel Settore stradale, Settore ferroviario, Settore metropolitane, Sicurezza ferroviaria, Dighe, Rinnovo materiale, Trasporto Pubblico Locale e Altri Settori.  Tale ripartizione consente alla Regione Emilia-Romagna di mettere in cantiere importantissimi investimenti infrastrutturali. Attualmente per il Trasporto Pubblico Locale e il Settore Ferroviario si sta procedendo a definire la propria proposta al Ministero delle infrastrutture e trasporti per la predisposizione e successiva sottoscrizione dei piani operativi di investimento, che porterà alla disponibilità delle risorse di natura statale provenienti dal fondo per lo sviluppo e la coesione da iscrivere nel bilancio 2018-2020.

Nella predisposizione della proposta di Bilancio 2018 per la programmazione territoriale e riqualificazione urbana, nell'ambito della riduzione delle risorse correnti reso necessario per mantenere gli equilibri di bilancio, sono state assicurate le risorse per lo svolgimento di attività funzionali alla promozione e allo sviluppo di programmi di riqualificazione urbana e le attività riguardanti la pianificazione territoriale e urbanistica, orientate all'azzeramento del consumo del suolo e alla rigenerazione e riqualificazione dei sistemi insediativi. Complessivamente per azioni di promozione delle politiche di rigenerazione e la prosecuzione del completamento di programmi di intervento vengono stanziate risorse pari a 2,3 milioni di euro. Sul versante della pianificazione territoriale, con il prossimo rinnovo della legislazione urbanistica vengono stanziate risorse ad hoc per sostenere l'adeguamento alla nuova disciplina attraverso la concessione di contributi specifici. Tutte le azioni mirate all'implementazione della nuova legge urbanistica saranno sostenute attraverso lo stanziamento di 1,149 milioni di euro. Continuano ad essere assicurate le risorse per la realizzazione e gestione del, sistema integrato per l'edilizia in Emilia-Romagna (SiedER) in grado di veicolare qualsiasi istanza comunque denominata in tema edilizio, uniformare la modulistica per l’edilizia e i dati necessari alla descrizione delle trasformazioni edilizie.  

Per l’Agenda Digitale l’obiettivo è la creazione di un sistema digitale diffuso a supporto della crescita: a) infrastrutture materiali, come la fibra ottica, e b) infrastrutture immateriali, come le competenze necessarie ad utilizzare le tecnologie. Nel 2018 si consoliderà ulteriormente la strategia di Agenda Digitale intervenendo su priorità come: la diffusione della banda ultra larga sul territorio regionale (proseguirà l’intervento sviluppato in collaborazione con il Governo), la diffusione di Emilia-Romagna WiFi (una rete wifi diffusa sul territorio, semplice, libera, gratuita e a banda ultra larga), interventi dedicate alla montagna digitale (sperimentazioni che misurino e verifichino gli impatti della diffusione e utilizzo delle tecnologie in zone montane), competenze digitali per gli adulti (strumenti di auto-valutazione e auto-formazione destinati alla popolazione adulta per trasferire elementi di cultura digitale), eventi di diffusione e promozione destinati a tutti i cittadini e alle imprese emiliano-romagnoli incentrati sulle opportunità e potenzialità del “digitale” e della disponibilità di connettività a banda ultra larga. Sempre per il 2018 è prevista la realizzazione del percorso di definizione del Programma Operativo 2018 dell’ADER, come previsto nella LR n. 11/2004, al pari dell’attività di monitoraggio e valutazione (Osservatorio ADER). In particolare saranno rilevanti le intersezioni tra la strategia di Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna e le programmazioni sui fondi strutturali europei e altri piani e programmazioni regionali. Hanno ruolo rilevante in termini di competenze specifiche e specializzazioni le società in-house della Regione Emilia-Romagna che nel 2018 completeranno i relativi processi di fusione (ASTER, ERVET, Lepida SpA e Cup2000). In particolare Lepida SpA-Cup2000 si focalizza sulla pianificazione, lo sviluppo e la gestione omogenea ed unitaria delle infrastrutture di telecomunicazione degli enti della regione, per garantire l’erogazione e l’integrazione dei servizi digitali inclusi nell’architettura di rete e per una ordinata evoluzione verso le reti di nuova generazione.

I risultati attesi 2018 sono:

        3 nuove Unioni di Comuni, con priorità alla montagna, accompagnate alla definizione di Agende Digitali Locali coerenti con obiettivi e progettualità dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna;

        definizione del Programma Operativo 2018 della Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna (ADER);

        1 Festival di promozione della creatività e cultura digitale;

        10 Comunità Tematiche attive con 1.000 aderenti di Comuni, Unioni di Comuni, Amministrazioni provinciali, Regione;

        100 nuove dorsali BUL (FESR+FEASR);

        20 nuove aree produttive abilitate alla BUL;

        1000 nuovi punti WiFi;

        50 nuove aziende abilitate alla banda ultra larga;

        70 nuove scuole connesse;

        70.000 pratiche attraverso l’accesso unitario per le imprese.

Le risorse destinate all’ICT regionale consentono, per l’anno 2018, la realizzazione di azioni finalizzate al mantenimento degli standard qualitativi attuali di efficienza nella gestione dei servizi e delle infrastrutture esistenti. In attuazione del Piano di sviluppo 2017-2019 si continuerà ad operare per la semplificazione delle modalità operative dei collaboratori, la standardizzazione delle postazioni di lavoro e per favorire l’incremento di produttività anche tramite l’utilizzo dei dispositivi mobili in attuazione del principio del “digital first” (innanzitutto digitale). Verranno inoltre assicurati gli sviluppi applicativi necessari per gli adeguamenti previsti dalle vigenti normative e saranno garantiti i livelli di servizio richiesti per il mantenimento della certificazione ISO 27001 conseguita dall’area sicurezza nel 2017.

Per quanto riguarda la Statistica, l’obiettivo principale è consolidare e rafforzare le attività statistiche pubbliche a sostegno delle politiche regionali e locali. Lo strumento individuato è il Programma Statistico Regionale, la cui agenda si articola su tre livelli strategici:

        il consolidamento delle attività statistiche dell'Ente Regione, con la realizzazione di una banca dati statistica territoriale e la progressiva integrazione di tutti i data warehouse settoriali; lo strumento di raccordo e di azione operativa è il Tavolo dei Referenti Statistici;

        la progressiva integrazione tra Programma Statistico Regionale e Programma Statistico Nazionale attribuendo alla Regione, in accordo con il Sistema Statistico Regionale, la responsabilità di programmare le attività statistiche di rilievo non nazionale o di sperimentazione; il luogo istituzionale è rappresentato dalla commissione paritetica Istat-Regioni in materia statistica, presso la Conferenza Stato-Regioni, con l'istruttoria interregionale del Cisis;

        la realizzazione dell'informazione statistica necessaria a sostenere le politiche regionali e locali in modo coordinato con il Sistema Statistico Regionale, in particolare con la Città Metropolitana di Bologna, le Province e i Comuni; tutte le azioni vengono coordinate dalla Regione, tramite il Comitato Statistico Regionale.

In continuità con le attività già impostate, l'informazione geografica si articola su quattro filoni di intervento:

        la progettazione e l'aggiornamento della cartografia di base; per questa finalità, è prevista l'impostazione del rafforzamento dei sistemi geodetici, un forte impegno per la progettazione dei contenuti del data base topografico, DBTR, che rappresenta lo strumento di base per ogni sviluppo tematico, l'arricchimento degli strati tematici e l'aggiornamento cooperativo dello stesso in ambito CNER;

        la fornitura agli utenti di sistemi di fruizione di dati geografici e, in particolare, il sistema di interscambio Sigmater e gli strumenti di visualizzazione tematica, Moka, già presenti sui Geoportale; sono attesi sviluppi, anche in ambito Cisis, per un ulteriore sviluppo di questi servizi;

        la produzione di cartografia tematica, come quelle storiche o dell'uso del suolo, quest'ultima utile a dare sostegno a molte politiche territoriali e fortemente collegata con le attività statistiche dell'Ente;

        diffusione e promozione dell'informazione geografica tramite: i contenuti del geoportale, l'archivio cartografico regionale, la realizzazione di iniziative seminariali e di formazione sugli strumenti Gis.

Tutte le attività sono fortemente correlate ai Sistemi Informativi e, sia come “committenza informativa” sia in veste di collaborazione interpretativa, con il settore della pianificazione territoriale ed urbanistica. Gli sviluppi strategici riguardano fondamentalmente quattro temi: il raccordo con il livello nazionale per l'adozione di standard comuni, l'intensificazione dell'aggiornamento del DBTR in forma cooperativa, il rafforzamento di alcuni tematismi, come i numeri civici e la realizzazione del nuovo database di uso del suolo di dettaglio. Per queste finalità è previsto lo sviluppo di strumenti di fruizione dei dati a livello tridimensionale e finalizzati ad un utilizzo da mobile.

La voce più consistente degli stanziamenti previsti per il triennio di previsione 2018-2020 dall’Assessorato Agricoltura caccia e pesca è rappresentata dal cofinanziamento del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014 – 2020, che ammonta complessivamente a circa 29 milioni di euro.

Tali risorse sono destinate prioritariamente:

        al rafforzamento delle capacità competitive e di sostenibilità economica dell'impresa agricola e delle imprese agroalimentari, alla promozione della diversificazione dell'attività agricola ed al rafforzamento delle filiere, al sostegno ed all'incremento del ricambio generazionale nel settore agricolo;

        allo sviluppo di una agricoltura sostenibile, in grado di ridurre gli impatti negativi sull’ambiente naturale delle attività agricole, contrastare i cambiamenti climatici e di preservare la biodiversità agricola e nella rete natura 2000;

        alla qualificazione delle aree montane per contrastarne l'abbandono, a promuovere interventi per l'accessibilità alla banda larga e l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) nelle zone rurali; a promuovere lo sviluppo locale partecipativo con una programmazione specifica attraverso l’operato dei GAL;

        al trasferimento della conoscenza, al trasferimento tecnologico partendo dalle necessità d'innovazione delle imprese per applicare le migliori pratiche e tecnologie.

A rafforzamento di tali interventi, a partire dal 2016 e fino al 2020 è stato previsto lo stanziamento di ulteriori 3 milioni/ anno, per aiuti di stato integrativi finalizzati a finanziare operazioni nell'ambito della Misura 10 del Programma di sviluppo rurale "Pagamenti agro-climatico-ambientali" - Priorità 4 "Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalla silvicoltura".

Parallelamente al cofinanziamento delle misure del Programma di sviluppo rurale, l’azione della Regione sul fronte dell’attuazione della Politica Agricola Comunitaria si sviluppa anche attraverso il perseguimento di una maggiore efficienza complessiva del sistema di erogazione degli aiuti puntando alla semplificazione dei sistemi di accesso, gestione e pagamento dei contributi del PSR. Tali obiettivi si traducono concretamente in investimenti sul potenziamento dei sistemi informativi dell’agricoltura, da attuarsi in stretto raccordo con l’Organismo pagatore regionale. Le risorse previste ammontano a circa 1,7 milioni euro/anno per tutti il triennio di previsione.

Sempre sul fronte del rafforzamento aziendale e del sostegno delle imprese agricole è previsto uno stanziamento di un milione di euro di risorse regionali di finanziamenti alle cooperative di garanzia e ai consorzi fidi e di credito per interventi di concorso sugli interessi su prestiti a breve e medio termine.

Un altro ambito fondamentale di intervento dell’Assessorato è rappresentato dalle azioni di promozione delle eccellenze enogastronomiche della Regione Emilia-Romagna, che oltre che a costituire un patrimonio culturale da preservare, rappresentano un elemento di competitività e attrattività territoriale, da giocare in sinergia con altri settori (turismo, attività produttive) a vantaggio dell’intera economia regionale ed anche nazionale. A tal proposito occorre ricordare che l’Emilia–Romagna è la regione più rappresentativa a livello nazionale ed europeo per le produzioni agroalimentari di qualità, sia come numero di denominazioni che come valore, visto che il 46% del valore dei primi dieci prodotti certificati DOP e IGP italiani è determinato da produzioni emiliano – romagnole. Per proseguire nell’impegno finalizzato alla diffusione della cultura enogastronomica regionale e della conoscenza, in Italia e all'estero, dei prodotti agroalimentari regionali di qualità, ottenuti con tecniche rispettose della salute dell'uomo e dell'ambiente nel 2018 la Regione mette in campo 930 mila euro.

Sul fronte del sostegno alle produzioni, con la manovra di bilancio 2018-2020 sono state stanziate risorse per nuove misure di intervento, nell’anno 2018, a sostegno della coltivazione della barbabietola da zucchero, a fronte dell’adozione di tecniche di produzione riferibili ad impegni agro-ambientali. Le risorse previste ammontano 1,250 milioni di euro.

Il settore Fitosanitario rappresenta un altro ambito di intervento di importanza fondamentale per garantire la sicurezza delle produzioni e l’export regionale. Il Servizio Fitosanitario regionale svolge le attività di controllo e contenimento delle nuove malattie e il supporto tecnico necessario per soddisfare i protocolli di importazione ed esportazione al di fuori dell’Unione Europea, in applicazione delle normative comunitarie e nazionali. Le risorse destinate a questa attività, nel 2018, ammontano complessivamente a circa 1,26 milioni di euro, in aumento rispetto all’anno precedente anche per far fronte a necessità di controllo e di monitoraggio di nuovi organismi fitopatogeni. L’aumento rispetto al 2017 è di circa 615 mila euro, tra cui in particolare si evidenziano 250 mila euro per contributi alle imprese del settore agricolo a valere sulla legge regionale 6/2010 per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie o infestazioni parassitarie causate alle produzioni vegetali da organismi nocivi (Ralstonia).

In materia faunistico-venatoria e pesca la Regione ha acquisito, per effetto del riordino territoriale attuato con la legge regionale 13/2015, ulteriori competenze e la gestione diretta di alcune attività prima esercitate dalle Province.  In ambito faunistico-venatorio, per il quale si prevedono circa 1,2 milioni di euro di risorse complessivamente dedicate nel 2018, l’obiettivo generale è quello di rendere compatibile gli obiettivi di difesa e salvaguardia della fauna selvatica con l’attività agricola e forestale. Il perseguimento di questo equilibrio deve avvenire innanzitutto attraverso un’efficace attività di programmazione e di regolamentazione della caccia, ma si basa anche su incentivi e contributi ad investimenti in strumenti di prevenzione dei danni che la fauna selvatica può causare alle colture e agli allevamenti. Ammontano a 250 mila euro i contributi in conto capitale previsti nel 2018 per investimenti in prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica, di cui alla legge regionale 8/1994. Tra le varie competenze in ambito faunistico venatorio acquisite per effetto del riordino territoriale si evidenziano quelle finalizzate alla cura degli animali feriti o in difficoltà, basate su attività di convenzionamento con i Centri di recupero (CRAS) e di altri soggetti del terzo settore, per i quali sono previsti 300 mila euro. Altri 200 mila sono previsti in attività varie di studio e gestione (per esempio studi e sperimentazioni per limitare gli incidenti stradali da fauna selvatica, gestione dei tesserini della caccia, installazione di pali e tabelle ecc).

Per quanto riguarda il settore della pesca l’ambito di spesa più rilevante afferisce agli interventi previsti dal Programma Operativo del Fondo europeo affari marittimi e pesca (FEAMP) il cui obiettivo è principalmente quello di promuovere e favorire lo sviluppo dell’acquacoltura e della pesca sostenibili sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e basate sullo sviluppo di conoscenze. Gli interventi finanziati dal fondo sono sostenuti per il 50% da risorse europee, per il 35 % da risorse statali e per il 15% da risorse regionali (cofinanziamento). L’ammontare delle risorse regionali previste a titolo di cofinanziamento è pari, per il 2018, a circa 3 milioni di euro.

Altri ambiti di intervento rilevanti nel settore della pesca riguardano attività trasferite con il riordino, quali per esempio quelle afferenti la gestione degli incubatoi di pesci, finalizzate a favorire il ripopolamento dei fiumi, che è un presupposto fondamentale per il mantenimento degli ecosistemi naturali e della qualità dei corsi d’acqua ai fini della sostenibilità ambientale, a cui sono destinati complessivamente circa 430 mila euro.

Infine, anche sul 2018 si prevedono 30 mila euro destinati a valorizzare e promuovere il patrimonio tartufigeno della regione.

Per quanto riguarda la promozione delle pari opportunità di genere ed il contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere, in continuità con quanto avviato già negli scorsi anni sono state individuate alcune priorità in coerenza con il programma di mandato ed in attuazione di quanto previsto dalla L.R. n. 6/2014 "Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere" e il  "Piano Regionale contro la violenza di genere", approvato con deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 69 del 4 maggio 2016:

        valorizzare, e supportare le azioni e le iniziative che nel territorio regionale promuovano la diffusione di una cultura della parità e il contrasto agli stereotipi di genere, che sono alla base delle discriminazioni che le persone ed in particolare le donne subiscono ancora nella società;

        rafforzare la rete territoriale di prevenzione e assistenza alle donne vittime di violenza ed ai loro figli; supporto alle donne inserite in percorsi di uscita dalla violenza e di autonomia;

        contrastare il meccanismo di riproduzione e reiterazione della violenza contro le donne in situazione di emarginazione sociale, di sfruttamento, di discriminazione e in particolare contro le donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo.

Inoltre, al fine di rafforzare un'azione di integrazione e coordinamento per lo sviluppo delle politiche di pari opportunità di genere nella  programmazione delle attività sviluppate dall'Amministrazione regionale, si prevede di proseguire il lavoro dell'"Area di integrazione del punto di vista di genere e valutazione del suo impatto sulle politiche regionali", affrontando le politiche di genere in modo integrato e globale coordinando il lavoro per la predisposizione del Bilancio di genere e del Piano integrato in materia di pari opportunità.

Si intende infine sostenere e valorizzare l'attività che gli Enti locali e il mondo dell'associazionismo da anni sviluppano e promuovono su questi temi, anche attraverso proficue collaborazioni

Per le politiche di pari opportunità e contrasto alla violenza di genere nel Bilancio 2018 sono state destinate risorse regionali per un milione di euro.

Sono stati inoltre programmati i fondi statali assegnati alle Regioni In particolare i fondi, che saranno impiegati principalmente nel 2018, sono stati così programmati: 1,4 milioni di euro da trasferire agli EE.LL. per il funzionamento di Case Rifugio e Centri anti Violenza, 115 mila finanziamento centri  per  trattamento uomini autori di violenza LDV;  40 mila per assistenza tecnico specialistica per avvio Osservatorio contrasto violenza, 423,5 mila da trasferire agli EE.LL per attivazione di nuove Case Rifugio e nuovi Centri antiviolenza, 240 mila per la formazione personale Pronto Soccorsi e rete dei servizi sociali e sanitari per soccorso ed assistenza delle donne vittime di violenza, 650 mila per il bando rivolto ad enti locali per sostenere l'autonomia abitativa delle donne in uscita da percorsi di violenza e 40 mila per la gestione del sistema informativo e raccolta dati a supporto dell'Osservatorio sulla violenza di genere istituito con DGR 335/2017.

Per le politiche inerenti la messa in sicurezza del territorio, la protezione civile, la prevenzione e tutela ambientale e della montagna la manovra di Bilancio 2018-2020 complessivamente mette a disposizione sulla prima annualità circa 62 milioni di euro, oltre ai fondi statali e alle risorse che potranno essere messe a disposizione nell’ambito delle somme rientranti nell’avanzo vincolato. All’interno di quest’importo significative sono le risorse a destinare ad interventi di difesa del suolo, della costa e di sostegno al sistema della protezione civile, che complessivamente ammontano a 26,786 milioni di euro, con un incremento di 9,5 milioni di euro rispetto al 2017. All’interno di quest’importo sono state previste risorse finalizzate alla prevenzione, e alla mitigazione del rischio idraulico, idrogeologico e costiero. Si tratta di interventi di manutenzione straordinaria della rete idrografica superficiale, di consolidamento e sistemazione dei versanti e della costa, azioni per fronteggiare situazioni di grave pericolo e per realizzare interventi di somma urgenza. Il sistema della Protezione Civile Regionale e l’esigenza di rendere diffuse ed omogenee le condizioni di operatività ed intervento efficace ed efficiente, attraverso il potenziamento del coordinamento e del presidio territoriale sia con le istituzioni che con il mondo del volontariato e dell’associazionismo risultano elementi strategici e fondamentali per affrontare eventuali condizioni di emergenze sul territorio. A tal fine si intende proseguire l’azione e il sostegno che la Regione Emilia-Romagna da alcuni anni sta profondendo in questa direzione. Complessivamente vengono previsti 4 milioni di euro per gli enti competenti all’esecuzione di interventi indifferibili ed urgenti. E’ importante evidenziare come oltre alle risorse regionali nel corso del 2018 prenderanno avvio importanti programmazioni con risorse di origine statale attraverso specifici accordi di programma sottoscritti o in corso di sottoscrizione tra Regione e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare. E’ in corso di definizione infine, la programmazione dei fondi FSC, destinati prevalentemente ad interventi di dissesto dei versanti. Risultano altresì finanziati all’interno di quest’importo si segnala il servizio di piena, indagini geognostiche e rilievi finalizzati alla predisposizione di progetti esecutivi, l’aggiornamento della carta geologica, pedologica e dei rischi, per consentire il funzionamento e l'espletamento dei compiti assegnati all'Agenzia Regionale di Sicurezza del territorio e protezione civile. Novità importante di questo bilancio è l'incremento dellostanziamenti finalizzati a garantire la manutenzione ordinaria della rete idrografica, dei versanti e della costa, nell’ottica di proseguire nella strategia di prevenzione dai rischi naturali.

Al fine di implementare e accompagnare il nuovo Accordo padano per la Qualità dell’Aria, c'è la previsione di attivare una misura di incentivi, per un totale di 2 milioni di euro, per finanziare azioni volte a diminuire l'impatto delle attività agricole. Proseguirà l'azione per sostenere le attività di bonifiche siti inquinati stanziando risorse, destinate a supportare la progettualità necessaria per quantificare gli oneri di bonifica per quegli enti locali che si trovano a dover affrontare situazioni di elevata criticità sul proprio territorio.  

Nell'ambito delle politiche destinate alle azioni di prevenzione della produzione di rifiuti proseguirà l'impegno, incrementandone l'importo a 5 milioni di euro, della Regione per sostenere il fondo incentivante gestito da ATESIR, previsto dalla legge regionale n.16 del 2015, 

Si confermano gli importanti e fondamentali contributi per la gestione di Arpae, la cui attività nel corso del 2016 vedrà l’implementazione della LR n. 13 del 2015 di riforma del sistema regionale e locale per quanto riguarda la modifica di competenze e dei procedimenti nel campo delle autorizzazioni ambientali, che sono stati incrementati della quota spettante del personale delle amministrazioni provinciali trasferite all’interno dell’Agenzia, per raggiungere un totale di 14,046 milioni di euro, cui si aggiungeranno le risorse destinate alla gestione e manutenzione delle reti di monitoraggio dell'aria e idro-pluviometriche.

Prosegue l’attività di sostegno al funzionamento degli Enti di gestione delle Macro Aree Protette e della montagna, introducendo anche alcuni segnali di incremento sul versante dei contributi per consentire la gestione operativa degli Enti nell'espletamento delle funzioni istituzionali loro assegnate. Nell’ambito delle politiche per la montagna viene confermato l’impegno per un’adeguata dotazione con risorse regionali del Fondo regionale per la montagna per il finanziamento di programmi d’investimento delle Unioni di Comuni montani; è in particolare confermata la destinazione di 4 milioni di euro per ciascuna annualità del bilancio, stanziamenti che potranno consentire di attivare più significative e potenzialmente più efficaci programmazioni triennali da parte delle Unioni di Comuni montani beneficiarie. Nel corso del 2018 è prevista l’approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa del nuovo Programma Regionale per la Montagna, che costituirà la cornice per l’integrazione delle politiche e dei programmi d’intervento a favore delle aree montane della regione. Nell’ambito delle politiche per la montagna si conferma dell’impegno della Regione di destinare risorse finanziarie al Fondo regionale per la montagna per le Unioni di Comuni montani per 4 milioni di euro per ciascuna annualità del triennio di riferimento.

Nel settore della politiche di promozione della Sicurezza urbana ed integrata, vengono confermate le risorse regionali per attuare gli obiettivi previsti dalla L.R. 24/2003, in particolare attraverso lo sviluppo di misure di prevenzione situazionale, che, attraverso anche un'accorta programmazione urbana, mirano a ridurre le opportunità di commettere reati, unitamente alle misure di prevenzione comunitaria volte a sostenere la partecipazione dei cittadini alla ricostituzione della dimensione comunitaria e agli interventi di prevenzione sociale finalizzati al contenimento dei fattori criminogeni. Tali interventi andranno combinati con azioni di riqualificazione ed animazione degli spazi pubblici, l’estensione delle misure di controllo del territorio, il potenziamento di sistemi integrati di videosorveglianza e la diffusione di conoscenze qualificate sulla percezione di sicurezza e le vittime di reato.

Le azioni di prevenzione integrata saranno messe in pratica mediante strumenti di natura pattizia che possono essere stipulati dalla Regione con lo Stato - attraverso la figura dei Prefetti - le Autonomie locali, le Università e Centri di ricerca, anche utilizzando le possibilità dischiuse da disposizioni della legislazione regionale e statale, in attuazione di quanto stabilito dagli artt. 2 e 3 del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 aprile 2017, n. 48.

Con riferimento al tema delle Polizie locali, nei primi mesi del 2018 è prevista la modifica della L.R. 24/2003 con l’introduzione di novità in grado di rendere le strutture di polizia locale ancora più efficienti, moderne e vicine alle rispettive comunità. Secondo questa prospettiva le risorse regionali saranno indirizzate, oltre che a sostenere ed agevolare le aggregazioni e la modernizzazione delle strutture di polizia locale, alla promozione di una polizia locale intesa come polizia di comunità: ancora più radicata al territorio e fortemente orientata al cittadino. In particolare verrà prestata attenzione alla promozione di strategie organizzative di supporto all’uso sistematico di partnership locali e metodologie di lavoro utili a dare una risposta proattiva alle condizioni emergenti che minano la sicurezza locale, dall’insicurezza diffusa al disordine urbano fino alla microcriminalità. Le strutture di polizia locale saranno quindi incentivate, da un lato ad orientare le rispettive organizzazioni verso modelli organizzativi di polizia di comunità e, dall’altro a raggiungere dimensioni in linea con quanto previsto dalla normativa regionale sugli ambiti territoriali ottimali, modernizzando, contestualmente, le attività, miglioramento l’efficacia e l’efficienza dei servizi.

Con la nuova legge sullo Sport, entrata in vigore nel corso dell’anno 2017, la Regione ha dettagliato i confini delle proprie competenze e ha definito le proprie strategie di politica sportiva. Nel Piano Triennale sullo sport, che verrà a breve approvato dalla Giunta, la Regione proseguirà l’intervento finanziario a sostegno delle associazioni sportive e dei loro progetti sulle due linee di intervento già sperimentate con grande successo nel corso del 2017.

In particolare, in linea con le funzioni regionali previste dalla L.R. 8/2017, il Piano Triennale si propone di definire le priorità di intervento al fine di razionalizzare la spesa e contribuire in tal modo a rendere più efficiente l’intervento regionale. Sulla scorta delle esperienze maturate nel 2017 la Regione continuerà a finanziare i grandi eventi sportivi e gli eventi sportivi di minore rilevanza prestando tuttavia maggiore attenzione sia alla qualificazione dei soggetti ammessi nonché ai criteri per la definizione delle graduatorie, privilegiando i progetti che abbiano effettive e dimostrabili ricadute sul tessuto socio-economico regionale.

Sulla seconda linea di intervento la Regione continuerà a provvedere al sostegno finanziario per i progetti che rientrano negli obiettivi del Piano regionale della Prevenzione e, quindi, proseguirà la collaborazione tra sistema sanitario ed il mondo dello Sport per promuovere il benessere psico-fisico attraverso l’attività sportiva.

Il 2018 vedrà inoltre il varo del piano triennale sull’impiantistica sportiva, sospeso da qualche anno a causa degli eventi sismici del 2012 che hanno impegnato le risorse della Regione su diverse priorità. Venti milioni di euro che verranno stanziati per la manutenzione e il potenziamento dell’imponente patrimonio impiantistico sportivo presente sul nostro territorio, nell’ottica della valorizzazione delle strutture esistenti e della riduzione del consumo del suolo.

L’intervento sull’impiantistica costituirà l’occasione per riprendere e potenziare il sistema di monitoraggio sulla distribuzione territoriale degli impianti e migliorare la conoscenza del sistema sportivo regionale mediante l’attività dell’Osservatorio sportivo regionale come previsto dall’art. 6 della L.R. 8/2017.

Sul versante del sostegno finanziario, la Regione proseguirà inoltre allo stanziamento di nuove risorse per l’aggiornamento professionale degli iscritti al Collegio Regionale dei Maestri di sci dell'Emilia-Romagna nei confronti del quale la Regione si è impegnata mediante la propria normativa (L.R. 42/93).

Come previsto dalla nuova legge sullo sport, in particolare dall’art. 11, la Regione si impegna inoltre a sviluppare un sistema territoriale di impianti che risponda ai requisiti essenziali per lo svolgimento in sicurezza delle attività sportive da parte dei cittadini. Proseguirà pertanto il monitoraggio sulla certificazione delle palestre etiche e il riconoscimento delle palestre sicure come deliberato dalla Giunta con la delibera 1154/2011.

Le attività saranno inoltre concertate e monitorate con il contributo della Conferenza dello Sport di recente nomina.

Il bilancio di previsione 2018/2020 conta su risorse regionali per 38,27 milioni di euro per l’esercizio 2018 e 27,65 milioni di euro per l’esercizio 2019 per iniziative di rilevante interesse per i settori commercio e turismo, compreso il settore del credito e per un intervento straordinario di riqualificazione delle località in cui il turismo si concentra, partendo dai territori della  costa, con interventi realizzati dai Comuni per migliorare e  rendere più belle ed attraenti le nostre città turistiche.

A questi vanno aggiunti 10 milioni di euro per la realizzazione di un piano straordinario di interventi per il sostegno degli impianti sciistici della montagna. Per avviare un percorso di rilancio e qualificazione del territorio della montagna la presidenza del Consiglio dei Ministri mette a disposizione una importante dotazione di circa 10 milioni di euro a cui vanno aggiunte le risorse regionali per 3,043 milioni di euro nel triennio 2018/2020.

Per quanto concerne le risorse regionali, per l’esercizio 2018, si riportano le principali linee di intervento.

        per la promo commercializzazione, in attuazione della legge regionale n.4 del 2016, sono state istituite le Destinazioni turistiche e si è rafforzata l’APT, con compiti di supporto internazionale, di ricerca ed innovazione. Per l’intero sistema si stanzia una dotazione complessiva di 24,450 milioni di euro, di cui 8,3 milioni di euro per avviare la piena operatività delle Destinazioni turistiche, 11,7 milioni per APT e 3 milioni per le imprese che realizzano progetti di co-marketing;

        per la riqualificazione del sistema sciistico si prevede uno stanziamento di oltre 2 milioni di euro, destinando le risorse sia al sostegno delle spese di gestione che agli investimenti realizzati dai soggetti gestori pubblici e privati;

        per la riqualificazione e la sicurezza dei porti regionali si prevede uno stanziamento di 1 milioni di euro;

        per il sostegno al sistema delle garanzie si stanziano 4,7 milioni di euro per il turismo e 2,1 miliono per il commercio;

        per la promozione e valorizzazione dei centri storici e dei centri commerciali naturali si promuovono progetti che coinvolgeranno i comuni della Regione i con una dotazione di 1 milione di euro per la promozione e di 1,2 milioni per interventi di riqualificazione urbana;

        per il sostegno alla rete dei Centri di assistenza tecnica si stanziano 300 mila euro;

        per la promozione del consumerismo si stanziano 150 mila euro che consentiranno di dare piena operatività al sistema consumeristico regionale riformato dalla recente legge 4 del 2017;

        per la promozione del commercio equo e solidale si prevede una dotazione complessiva di 120 mila euro;

        per l’attuazione della legge in materia di economia solidale si stanziano 50 mila euro;

        per l’attività degli osservatori regionali del turismo e del commercio si stanziano complessivamente 400 mila euro.  

Per quanto riguarda il settore delle attività produttive, l’obiettivo perseguito è quello di realizzare una Società del lavoro imprenditiva e dinamica, equa ed inclusiva, una economia sostenibile e globalizzata, sono gli obiettivi delle politiche economiche e industriali, per ottenere una piena e buona occupazione.

Il consolidarsi del percorso di crescita dell'economia regionale può contare su uno sforzo del tutto eccezionale delle azioni messe in campo dalla Regione Emilia Romagna.

Il bilancio di previsione per il 2018 conta infatti su risorse regionali per 55,387 milioni di euro destinati per 20,3 milioni di euro a cofinanziamento del programma POR-FESR per complessivi investimenti previsti pari a

        circa 130 milioni per ricerca e innovazione, start up, spin off, investimenti delle PMI e accesso al credito, azioni per la low carbon economy, digitalizzazione, valorizzazione risorse artistiche, ambientali, culturali.

        circa 35 milioni di euro su iniziative rivolte in particolare: all'attrazione di investimenti, alla promozione internazionale, al co-finanziamento dei contratti e accordi di sviluppo con il MISE, agli ulteriori interventi previsti nell'area del tecnopolo di Bologna, sempre più vocato ad HUB Europeo dei BIG Data.

Il tutto per rafforzare il ruolo del sistema manifatturiero, nell'ottica della sostenibilità e della crescita dell'occupazione.

Nel dettaglio i 35 milioni di risorse regionali sono destinate:

        16 milioni di euro per il finanziamento della legge regionale 14/2014 (oltre a 21 milioni sulle annualità 2019 e 2020, per complessivi 37 milioni nel triennio). Queste risorse sono già state parzialmente impegnate a seguito di bandi approvati fra il 2016 e il 2017 e costituiranno, insieme alle nuove risorse POR FESR, il sostegno ad investimenti particolarmente vocati a ricerca innovazione e occupazione di qualità, con importanti ricadute sulle filiere produttive di PMI.

        5 milioni di euro distribuiti sugli esercizi 2018 e 2019 per l'adeguamento sismico dei capannoni ubicati nell'area del Tecnopolo di Bologna adiacenti il Data Centre del Centro meteo di Reading, dove il BigData Technopole sta sorgendo.

        2 milioni di euro per gli incubatori di imprese (oltre ad ulteriori 2 milioni sull' annualità 2019). Per questa azione è stato approvato un bando per lo sviluppo delle infrastrutture per la competitività del territorio per il quale è in corso l'istruttoria delle domande e si prevede una nuova azione nel corso del 2018, anche in vista dell'accordo fra Università di Bologna e Fraunhofer Institute per rafforzare l'ecosistema al servizio delle start up innovative.

        1,2 milioni nel 2018 e circa 0,380 nel 2019 per contratti e accordi di sviluppo in cofinanziamento con il MISE e per il cofinanziamento del fondo per la crescita sostenibile ai fini del sostegno delle attività di ricerca e sviluppo di imprese.

        5,1 milioni di euro per l'internazionalizzazione nel 2018 (destinati ad azioni di promozione commerciale all'estero delle PMI e a processi di internazionalizzazione del sistema fieristico) oltre a 5,5 nel 2019 e 5,5 nel 2020.

        1,5 milioni di euro per la capitalizzazione dei consorzi fidi e 0,5 milioni per il microcredito sul 2018, dando quindi continuità alle azioni intraprese nel 2017.

        0,5 milioni di euro per azioni di investimento delle imprese nelle aree montane (oltre a 1 milione di euro nel 2019 e 1 milione di euro nel 2020 per un totale complessivo di 2,5 milioni).

        0,320 milioni di euro per responsabilità sociale nelle tre annualità, per un complessivo di 0,960 milioni.

        0,1 milioni di euro per centro documentazione sisma (confermati anche sull' annualità 2019).

        0,550 milioni di euro annui per dare attuazione alle leggi regionali in materia di Cooperazione e Artigianato.

        1,326 milioni di euro annui relativi alle spese obbligatorie per rimborso forfettario alle CCIAA per le funzioni loro delegate in materia di artigianato.

        4,8 milioni di euro nel 2018 per altri interventi (Piano Annuale Aster, Ervet, Convenzione ANCI, promozione Piano Energetico).

I 20,3 milioni di euro di cofinanziamento 2018 sul POR FESR mettono a disposizione 130 milioni di euro di risorse complessive, in parte già impegnate, per i seguenti progetti di investimento:

        Asse 1 Ricerca e Innovazione: 21,9 milioni per ricerca e spin-off di impresa (oltre a 21,2 milioni nel 2019 e 12,6 milioni nel 2020), in continuità con gli interventi per imprese e laboratori previsti in coerenza con la legge 7 del 2002;

        Asse 2 Sviluppo Ict e Agenda Digitale: 4,05 milioni per BUL e Suaper (oltre a 4,06 milioni nell'annualità 2019 e 10,8 nel 2020); parte infatti nel 2018 l'azione integrata con il livello nazionale per assicurare l'estensione del cablaggio a tutto il territorio regionale;

        Asse 3 Competitività e Attrattività Del Sistema Produttivo: 42,4 Milioni (oltre a 19,4 nell'annualità 2019 e 11,5 nelle annualità 2020), per sostenere investimenti e accesso al credito delle PMI;

        Asse 4 Promozione Low Carbon Economy: 38,8 milioni, oltre a 18,1 nel 2019 e 19,7 nel 2020 destinate a mezzi pubblici, progetti di infomobilità, fondo energia e fondo per interventi sugli edifici pubblici;

        Asse 5 Valorizzazione Risorse Artistiche Culturali e AmbientalI: 19,4 milioni di euro oltre a 2,6 nel 2019 e 2,4 nel 2020 destinati ai progetti selezionati e ai nuovi progetti delle aree interne;

        Asse 6 Citta' Attrattive e Partecipate: 6,2 mln di euro oltre a 3,5 nel 2019 e 5,6 nel 2020 per avviare anche la seconda fase di costruzione delle attrezzature e applicazioni digitali nei 10 laboratori urbani previsti nelle città capoluogo

 


 

Testo:

 

BILANCIO DI PREVISIONE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 2018-2020

 


 

Art. 1

Stati di previsione delle entrate e delle spese

 

1. Per l’esercizio finanziario 2018 sono rispettivamente previste entrate di competenza per 17.164.809.154,89 euro e di cassa per 16.541.368.646,99 euro e autorizzati impegni di spesa per 17.164.809.154,89 euro e pagamenti per 16.292.971.662,56 euro in conformità agli stati di previsione delle entrate e delle spese allegati alla presente legge.

 

2. Per l’esercizio finanziario 2019 sono rispettivamente previste entrate di competenza per 11.558.046.534,61 euro e autorizzati impegni di spesa per 11.558.046.534,61 euro in conformità agli stati di previsione delle entrate e delle spese allegati alla presente legge.

 

3. Per l’esercizio finanziario 2020 sono rispettivamente previste entrate di competenza per 11.463.715.816,73 euro e autorizzati impegni di spesa per 11.463.715.816,73 euro in conformità agli stati di previsione delle entrate e delle spese allegati alla presente legge.

 

Art. 2

Allegati al bilancio

 

1. Sono approvati i seguenti allegati al bilancio:

 

a) il prospetto delle entrate di bilancio per titoli e tipologie per ciascuno degli anni considerati nel bilancio triennale (allegato 1);

 

b) il riepilogo generale delle entrate per titoli per ciascuno degli anni considerati nel bilancio triennale (allegato 2);

 

c) il prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli per ciascuno degli anni considerati nel bilancio triennale (allegato 3);

 

d) i prospetti recanti i riepiloghi generali delle spese rispettivamente per titoli e per missioni per ciascuno degli anni considerati nel bilancio triennale (allegato 4);

 

e) il quadro generale riassuntivo delle entrate (per titoli) e delle spese (per titoli) (allegato 5);

 

f) il prospetto dimostrativo dell’equilibrio di bilancio per ciascuno degli anni considerati nel bilancio triennale (allegato 6);

 

g) il prospetto esplicativo del risultato presunto di amministrazione (allegato 7);

 

h) il prospetto concernente la composizione, per missioni e programmi, del fondo pluriennale vincolato (allegato 8);

 

i) il prospetto concernente la composizione del fondo crediti di dubbia esigibilità per ciascuno degli anni considerati nel bilancio triennale (allegato 9);

 

j) il prospetto dei limiti di indebitamento (allegato 10)

 

k) la nota integrativa (allegato 11) recante i riferimenti di cui ai successivi allegati 14, e 15;

 

l) l’elenco dei capitoli che riguardano le spese obbligatorie (allegato 12);

 

m) l’elenco delle spese che possono essere finanziate con il fondo di riserva per spese impreviste (allegato 13);

 

n) l’elenco analitico delle quote vincolate del risultato presunto di amministrazione (allegato 14);

 

o) l’elenco degli interventi programmati per spese di investimento finanziati con ricorso al debito e con risorse disponibili (allegato 15);

 

p) l’elenco delle spese autorizzate con il bilancio 2018 - 2020 quantificate annualmente con legge di approvazione di bilancio (allegato 16);

 

q) prospetto verifica rispetto dei vincoli di finanza pubblica (allegato 17).

 

Art. 3

Fondo di riserva del bilancio di cassa

 

1. Il fondo di riserva di cassa destinato a far fronte al maggiore fabbisogno di cassa che si manifesti nel corso dell'esercizio 2018 è determinato per l'esercizio medesimo in euro 670.000.000,00.

 

Art.4

Attuazione del titolo II del decreto legislativo n. 118 del 2011

 

1. Per l’attuazione del titolo II del decreto legislativo n. 118/2011, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, nel rispetto degli equilibri economico-finanziari, con proprio atto, le variazioni inerenti la gestione sanitaria per l’iscrizione delle entrate, nonché delle relative spese.

 

Art. 5

Rinuncia all'esecuzione di crediti di modesta entità

 

1. La Giunta regionale è autorizzata a disporre la rinuncia ai crediti che la Regione vanta in materia di entrate di natura non tributaria, quando il costo delle operazioni di accertamento, riscossione e versamento sia valutato eccessivo rispetto all'ammontare delle singole partite di credito, ed a condizione che queste ultime non superino singolarmente la somma di Euro 12,00.

 

Art. 6

Rinnovo delle autorizzazioni alla contrazione dei mutui e prestiti già autorizzati negli anni precedenti

 

1. Sono rinnovate per l’esercizio 2018 le autorizzazioni alla contrazione di mutui o prestiti obbligazionari per l’importo di Euro 1.409.425.637,41 già autorizzati dall’art. 6 della legge regionale 23 dicembre 2016, n. 27 (Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2017-2019) rideterminati dall’art. 6 della legge regionale 1 agosto 2017, n.19, a seguito della mancata stipulazione degli stessi entro la chiusura dell’esercizio 2017.

 

2. I mutui saranno stipulati ad un tasso effettivo massimo del 4,5 per cento annuo, oneri fiscali esclusi, e per la durata massi­ma dell'ammortamento di trenta anni.

 

3. È autorizzata a tal fine l'iscrizione degli stanziamenti necessari in appositi capitoli negli stati di previsione della spesa e dell'entrata del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2018.

 

4. La Giunta regionale è autorizzata a provvedere all'as­sunzione dei mutui e prestiti obbligazionari predetti con propri atti deliberativi nei limiti, alle condizioni e con le modalità previste dalla presente legge.

 

5. Il pagamento delle annualità di ammortamento e di inte­ressi dei mutui è garantito dalla Regione mediante la iscrizione nel bilancio di previsione della stessa, per tutta la durata dei mutui, delle somme occorrenti per la effettuazione dei pagamenti. La Regione può dare incarico al proprio tesoriere il versamento a favore degli istituti mutuanti delle rate di ammortamento dei mutui alle scadenze stabilite.

 

6. L’onere relativo alle rate di ammortamento dei mutui di cui al presente articolo, comprensivo dei corrispondenti oneri fiscali, trova la copertura nel bilancio di previsione, nell’ambito degli stanziamenti iscritti negli appositi capitoli di spesa, distinti per quota di rimborso di interessi e del capitale, afferenti alla Missione 50, Programmi 1 e 2.

 

7. Le rate di ammortamento relative agli anni successivi al 2020 trovano copertura con le successive leggi di bilancio.

 

8. Nel caso in cui, in sede di contrazione dei mutui, le operazioni finanziarie di cui al comma 1 del presente articolo risultino meno onerose di quanto previsto al comma 6, o che le operazioni stesse in tutto od in parte debbano essere dilazionate nel tempo, od avere una durata inferiore a quella autorizzata, i riflessi corrispondenti sulla entità degli stanziamenti annui, così come la diversa decorrenza e durata nel tempo, saranno annualmente regolati con legge di bilancio.

 

9. Le spese per l'ammortamento dei mutui, sia per la parte di rimborso del capitale sia per la quota interessi, rientrano fra le spese classificate obbligatorie

 

Art. 7

Disposizioni relative all'accensione di anticipazioni di cassa

 

1. La Giunta regionale è autorizzata a disporre con proprio atto l'accensione di anticipazioni di cassa per fronteggiare temporanee deficienze di cassa, disponendo nello stesso atto le conseguenti variazioni di bilancio.

 

Art. 8

Entrata in vigore

 

1. La presente legge entra in vigore il 1° gennaio 2018.

 

 

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