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Legislatura XI - Progetto di legge (testo presentato)

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Oggetto n. 4140
Presentato in data: 28/10/2021
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Riconoscimento e valorizzazione delle abitazioni e degli studi di esponenti del mondo della storia e della cultura, della politica, della scienza e della spiritualità della regione Emilia-Romagna, denominate "Case e studi degli illustri dell'Emilia-Romagna"". (Delibera di Giunta n. 1719 del 28/10/2021)

Presentatori:

Giunta

Relazione:

RELAZIONE

 

Premesso che il Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna ha tra i suoi principali obiettivi la valorizzazione sostenibile e integrata con finalità che conciliano i processi di promozione del patrimonio con la sua massima espansione e diffusione dei valori, quali parti integranti del territorio, attivando risorse e partecipazione sociale, anche con privati; e che tra essi vi sono progetti speciali volti alla valorizzazione e promozione dell’operato di persone illustri della cultura del territorio per tramandarne memoria nell’attualità e nel futuro con la realizzazione di convegni, mostre e pubblicazioni che possano testimoniare l’importante civiltà culturale del territorio.

Le Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna sono unite dalla filosofia dell’abitare e del lavoro intellettuale, ma anche dall’appartenenza territoriale del personaggio illustre e della sua eredità patrimoniale culturale, nella potente associazione di significati di artifex e genius loci che coniuga lo svolgere l’attività di autore e creatore con ingegno, abilità e perizia tecnica con lo "spirito del luogo", come lo intende Christian Norberg-Schulz, che gli antichi riconobbero come quell' “’opposto’ con cui l'uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare” con i fenomeni concreti della vita quotidiana. Si tratta di insiemi di oggetti materiali o immateriali (opere, artefatti, “produzioni della mente”, specimen, documenti di archivio, testimonianze ecc.) che un individuo, un autore, si è preso cura di raccogliere, classificare, selezionare, conservare in un contesto sicuro e, spesso, comunicare a un pubblico più o meno vasto, a seconda che si tratti di una collezione pubblica o privata. Per costituire una vera e propria collezione, è necessario che queste aggregazioni di oggetti formino un insieme (relativamente) coerente e significativo e, quindi, possiamo definire le Case e studi degli illustri dell’ Emilia-Romagna come i luoghi patrimoniali di personaggi della cultura in cui l’insieme di beni immobili e mobili, oggetti, materiali o immateriali che un personaggio di chiara fama ha stratificato nel corso della sua vita, in un luogo ove ha abitato e/o lavorato e dato vita a un processo narrativo-esistenziale che ha segnato la storia del territorio.

Le case e gli studi degli illustri sono luoghi misti, rivelatori della poetica e del gusto ove gli oggetti sono medium interpretativi della storia personale e collettiva del tempo di una vita, veri archivi che testimoniano la vita personale e la civiltà di un’epoca, al contempo, nella fusione di arte e vita; e, anche a livello internazionale (ICOM Demhist), è stato riconosciuto che la differenza tra l’abitazione e lo studio, o l’atelier si è assottigliata man mano nel corso del XX secolo e del presente, in cui lo status dell’artista e dell’intellettuale è sempre più riconosciuto dalla società e muta nella storia, configurando spazi più razionali e funzionali adatti alla trasformazione del lavoro e dei generi culturali. Si tratta di luoghi del pensiero e della creazione, condizioni dello spirito e della mente riflesse sull’habitat in cui l’abitazione esterna riflette quella interiore, prolungando il corpo dell’illustre nel corpo della casa e dello studio in un rapporto osmotico. E proprio la visione internazionale dello studio ha diviso gli esperti di tutto il mondo portandoli a convergere unanimemente sull'interpretazione delle case e dei patrimoni in esse contenuti come elemento vitale e unico, nel rispetto delle differenze. Quindi, l’attenzione si è spostata all’unicità del luogo e del racconto originale e irripetibile che esso può generare nella sua singolare esclusività, ampliando le casistiche di strutture abitative e lavorative da prendere in considerazione come luogo culturale.

Per esempio, per quanto concerne gli artisti, dal secondo dopoguerra in poi, essi hanno sentito sempre di più l’esigenza di separare la casa dallo studio, sino al desiderio di lavorare in spazi underground, anche senza finestre, virando i processi creativi in processi produttivi.

La maggior parte di queste “stanze della fantasia” ha una particolare importanza patrimoniale, soprattutto se ha mantenuto l’interezza di materiali patrimoniali, artistici e documentari inerenti all’attività e alla vita dell’illustre e che, se adeguatamente valorizzate e messe a sistema, possono innescare processi di conoscenza e patrimonializzazione per le comunità territoriali e incentivare il turismo culturale, nazionale e internazionale; e con l’obiettivo comune di riconoscersi in una logica da Convenzione di Faro, ove esiste il luogo, l’autenticità del vissuto del personaggio di chiara fama, o della sua professione, una predisposizione all’attività e alla fruizione pubblica del patrimonio e il rapporto con il contesto territoriale e storico di riferimento.

In seguito alla dipartita dell’individuo, accade che i successori lascino l’eredità a pubbliche amministrazioni o deleghino associazioni per la gestione del patrimonio ma, sempre più spesso nel presente, trasformino case e studi in archivi, la cui veste si dimostra discrezionale: possono esserci archivi costituiti all’interno di fondazioni, associazioni o comitati, archivi privati costituiti come società; o essere addirittura privi di specifica forma giuridica, infine lasciati in gestione o venduti a gallerie private.

Si tratta di luoghi di conservazione della memoria del singolo e della collettività al contempo, esplicitata anche attraverso la raccolta di opere, documenti, scritti critico teorici, articoli di rassegna stampa, cataloghi e inviti, materiali audio-visivi, fotografie e corrispondenza che rendono l’abitazione in cui sono contenute una membrana osmotica patrimonio di comunità.

Il primo atto di valorizzazione è la catalogazione di un bene e, quello che può essere conservato e catalogato diventa oggetto di studio per la ricostruzione di una storia, di una vita, di un’epoca e di itinerari che, nel loro intreccio tra vita privata e vita costruita, dentro e fuori la casa e/o studio, che impatta con gli aspetti di conservazione, tutela, valorizzazione, promozione e fruizione dei luoghi di lavoro delle personalità della cultura nelle comunità. La valorizzazione consente una indagine sulla vita sociale di chi lo ha abitato, sul suo metodo di lavoro e sul modo di riflettersi nel mondo, sia come individuo, sia come artefice. Significa guardare a questi spazi personali, talvolta modesti, non solo come luoghi di vita e lavoro privato ma come a nuove e particolari potenzialità culturali che, di conseguenza, se inserite nel più ampio ingranaggio del sistema della cultura possono innescare nuove interpretazioni, narrazioni e collegamenti, anche al contesto territoriale, sia urbano, sia paesaggistico.

La ricognizione effettuata sui luoghi degli illustri del territorio della regione Emilia-Romagna ha messo in evidenza una situazione di riconoscimento e valorizzazione disomogenea e magmatica ma che caratterizza le case e gli studi di esponenti del mondo della cultura, della politica, della scienza e della spiritualità come una delle peculiarità del territorio.

Il Servizio Patrimonio culturale ha individuato a oggi circa 90 realtà che, nelle loro forme, più o meno ibride, rappresentano case museo, studi e archivi illustri: artisti, letterati, musicisti e cantanti, cineasti, inventori e scienziati, collezionisti, politici, eroi, sacerdoti e famiglie prevalentemente vissuti nel XIX e XX secolo e Duemila. A questi si uniscono luoghi che raccontano un evento specifico come gli eccidi nazifascisti e le dimore storiche che raccontano la vita di famiglie di un determinato ceto sociale e periodo storico, fondate esclusivamente sulla filosofia dell’abitare. Di questi 90 casi, una parte residuale di circa 10 non è stata censibile per problemi ereditari, e tra questi, solamente 29 sono a gestione pubblica; le restanti realtà sono - qualora aperte e visitabili – organizzate grazie alle famiglie private che tengono viva la memoria (19), gestite da fondazioni (16), valorizzate da associazioni e realtà del Terzo Settore (15).

La messa a in rete della realtà esistente di tale patrimonio di cultura e intelletto, filosofia esistenziale e creatività, può essere convogliata in un insieme autonomo, con l’incremento conoscitivo di Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna attualmente sommerse, che potrebbero essere rese accessibili, conservate, valorizzate, promosse e fruite, anche in varie manifestazioni culturali, collegandosi anche a musei, raccolte d’arte e studi di artisti contemporanei con itinerari, visite guidate a percorsi tematici, attuando piani integrati di valorizzazione fra pubblico e privato e generando ricadute positive nella gestione di essi con accordi pubblico-privati, nel turismo culturale e nell’economia arancione delle ICC (Industrie Culturali Creative); cosicché un patrimonio culturale e valoriale così cospicuo e territorialmente peculiare non si disperda e sia gestito e valorizzato con integrazione, sistematicità e sostegni.

Il presente progetto di legge mira alla creazione di una costellazione di pianeti riconosciuti da una medesima legittimazione di prestigio, Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna,  e uniti in un'unica rete - nel rispetto di caratteristiche eterogenee e differenti, ma coesi dalla filosofia dell’abitare e del lavorare, del pensiero, della creatività e della loro memoria – genius loci dell’Emilia Romagna, che potrebbero essere interpretati e narrati attraverso l’estensione della stessa casa, o studio, in paesaggi culturali che tocchino la storia, la cultura scientifica, l’arte, l’architettura, l’urbanistica, la natura circostante, la letteratura, la musica, il gusto, l’artigianato e gli aspetti sociali di ogni singolo individuo; e, facendo leva su punti comuni e intrinseche differenze, che si potrebbero porre in risalto attraverso le peculiarità interpretative e narrative, data la molteplicità di sfumature e la ricchezza del patrimonio culturale, materiale e immateriale, dell’Emilia-Romagna, in particolare quello di età contemporanea (XIX e XX secolo) che, nella ricerca, è risultato preponderante.

Il progetto di legge prevede di raggiungere gli obiettivi con gradualità, con un processo di accompagnamento che richiede alle strutture di mettere in atto le buone pratiche; e un percorso con aggiornamento, anche attraverso corsi di formazione, che portino le strutture a una dignità d'impegno e di lavoro per riconoscersi in un valore identitario territoriale.

Si mira ad accompagnare ogni struttura a capire la sua unicità, le possibilità di entrare in relazione con altri, attraverso l’interpretazione, la narrazione, itinerari e paesaggi culturali in un processo di crescita in divenire. Quello della territorialità è un elemento di grande importanza, così come quello dell’interpretazione e la rete di Storie milanesi (https://www.storiemilanesi.org/) ne è l’esempio.

Definire e condividere obiettivi comuni diventerebbe, per le strutture, un impegno di progetto condiviso e convergente in cui la creazione di paesaggi culturali che connettono la vita del personaggio di chiara fama con il contesto creando storie uniche ed itinerari di valorizzazione integrata e autentico turismo culturale potrebbero essere elementi obiettivo coagulanti, soprattutto se le strutture si fanno mediatrici totale di narrazioni del futuro, ossia che la vocazione territoriale e globale al contempo si trasmetta attraverso un metalinguaggio definibile come glocal.

La legge regionale intende essere uno strumento che dia legittimità ad un percorso accompagnato e di maturazione dei soggetti candidati, con un percorso condiviso e l'intenzione del riaggiornamento ogni cinque anni.

La candidatura per l’accesso alla rete delle Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna prevede dei requisiti obbligatori previsti dall’art.2 comma 2 dell’articolato della legge; e, se non posseduti, il rinnovo della domanda di candidatura in seguito alla partecipazione a un corso di formazione propedeutico alla consapevolezza e all’impegno dell’apertura e della gestione di una struttura culturale, per poter sviluppare i requisiti necessari ad essere riconosciuti Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna.

Per essere ammessi a far parte delle Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna le strutture devono possedere i seguenti requisiti obbligatori:

a)      essere in grado di rappresentare la vita, le tradizioni e i valori del personaggio di chiara fama che vi ha abitato o svolto la propria attività, nella sua dimensione pubblica o privata;

b)      svolgere attività volte alla conoscenza dell’opera e del personaggio a cui la struttura culturale è intitolata

c)      avere uno stato giuridico definito

d)      avere la titolarità del patrimonio o delle collezioni

e)      essere aperte al pubblico almeno 60 giorni all’anno, anche non continuativi e su appuntamento

f)        disporre di un documento economico finanziario, suddiviso con voci di entrata e uscita con distinzione tra quelle di funzionamento ordinario e quelle di valorizzazione e promozione delle attività; e presentare una relazione sulle attività svolte.

I finanziamenti regionali sulla base della legge sono i seguenti:

  1. corso di formazione per l’ingresso nell’insieme Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna
  2. finanziamento dei progetti del sistema annuale, su programmazione triennale a partire dal 2022

La legge considera elemento fondamentale della valorizzazione la gestione della struttura culturale sostenibile e sussidiaria da parte di enti pubblici, privati, fondazioni, archivi, realtà associative e cooperative di privati e comunità patrimoniali (solo se costituite in associazioni riconosciute dagli Albi e Registri del Terzo Settore).

Riferito alla casa, o studio, il progetto di legge intende valorizzare la attività volte a:

-          rafforzare l’identità del personaggio attraverso il paesaggio e i luoghi da lui frequentati creando degli itinerari che portano la casa museo e/o studio all’esterno, creando veri e propri paesaggi culturali

-          catalogazione e studio del patrimonio

-          digitalizzazione del patrimonio

-          conservazione preventiva e restauro

-          mostre e programmi culturali

-          progetti digitali e multimediali di qualità

-          progetti d’inclusione interculturale

-          progetti di residenze per artisti e ricercatori

-          accoglienza scolastica e educazione artistica e culturale

-          accogliere il pubblico nella sua diversità di genere e abilità e accessibilità totale, sia motoria, sia cognitiva, sia tecnologica, sia sensoriale.

-          progetti di Turismo culturale e Smart Tourism

-          specializzazione alla professionalizzazione del settore aprendo il diritto di accesso alla formazione fornita dai servizi del Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna e da esperti di settore indicati dal suddetto Servizio.

-          collegamenti a reti e partnership per lo sviluppo di partenariati con altre istituzioni e piattaforme regionali, nazionali o internazionali;

-          valorizzazione all’interno del Sistema con tutti e benefici ad esso collegati (realizzazione di agevolazioni alla visita, biglietto cumulativo per itinerari, promozione etc.).

La messa a sistema della realtà esistente di tale patrimonio di cultura e creatività potrebbe avere una ricaduta futura positiva con il riconoscimento e l’incremento conoscitivo di case e studi d’artista attualmente sommersi che potrebbero essere resi accessibili, valorizzati, promossi e fruiti in varie manifestazioni culturali, collegandosi anche a musei e raccolte d’arte moderna e contemporanea con itinerari, visite guidate a percorsi tematici, attuando piani integrati di valorizzazione fra pubblico e privato e generando ricadute positive nella gestione di essi con accordi pubblico-privati, nel turismo culturale e nell’economia arancione delle ICC (Industrie Culturali Creative) con ricadute positive nello Smart Tourism.

L’appartenenza al sistema Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna rappresenta quindi il riconoscimento ufficiale della rilevanza patrimoniale territoriale e culturale della struttura culturale che presenta diversi vantaggi di valorizzazione della struttura:

-          Visibilità nazionale e internazionale sul sito web dedicato al sistema delle Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna

-          Visibilità nazionale e internazionale nella istituenda Guida alle Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna pubblicata dal Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna

-          Menzione nei documenti di comunicazione distribuiti dalla Regione Emilia-Romagna

-          Menzione in documenti messi a disposizione del pubblico da tutti gli uffici e collegamenti con i comitati internazionali, nazionali e regionali del turismo, in particolare quello culturale

-          Autorizzazione del suo logo su tutti i documenti di comunicazione e della segnaletica

-          Assistenza editoriale (guida turistica quinquennale, dépliant, sito dedicato)

-          Possibilità di beneficiare dell'assistenza dei servizi degli uffici regionali

-          Benefici derivati dalla realizzazione di servizi unificati.

Le Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna possono avere accesso ai finanziamenti regionali per progetti di:

-          Gestione della struttura culturale sostenibile e sussidiaria da parte di enti pubblici, privati, realtà associative e cooperative di privati e comunità patrimoniali, anche alla luce della ratifica della Convenzione di Faro e della legge del Terzo Settore.

-          Progetti di valorizzazione volti a rafforzare l’identità del personaggio attraverso il paesaggio e i luoghi da lui frequentati creando degli itinerari che portano la struttura culturale all’esterno, creando veri e propri paesaggi culturali

-          Catalogazione e studio del patrimonio

-          Conservazione preventiva e restauro

-          Mostre e programmi culturali

-          Progetti digitali e multimediali

-          Progetti d’inclusione interculturale

-          Progetti residenziali per artisti e ricercatori

-          Progetti d’accoglienza scolastica e educazione artistica e culturale

-          Progetti di accoglienza del pubblico nella sua diversità di genere e abilità

-          Progetti di accessibilità sensoriale, cognitiva, motoria ed emozionale

-          Progetti di Turismo culturale e Smart Tourism

-          Sviluppo di progetti di rete locali, nazionali e internazionali.

Le Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna possono avere, inoltre, accesso ai percorsi di formazione fornita dai servizi del Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna.

L’articolo 1 evidenzia le finalità che s’intendono perseguire con il progetto di legge: esso mira alla valorizzazione, attraverso la salvaguardia, conservazione e promozione di patrimoni culturali e luoghi culturali ubicati nella regione, per favorire la fruizione, in particolare di quelle strutture abitate e vissute da persone che hanno dato lustro al territorio regionale con la propria storia personale, l’attività intellettuale e artistica e favorire un maggior processo di identificazione e vivibilità di questi luoghi, anche attraverso la promozione dell’insieme che viene individuato nelle “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna”. Tale legge è collocata nel quadro di attuazione della legge regionale 24 marzo 2000, n. 18 (Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali).

L’articolo 2 definisce al comma 1 cosa si intende per “case e studi degli illustri” queste sono le strutture in cui hanno vissuto, oppure svolto la propria attività, importanti esponenti del mondo della cultura, della politica, della scienza e della spiritualità e che sono riconosciute ai sensi del comma 2.

Il comma 2 individua i requisiti minimi obbligatori che devono essere posseduti per essere riconosciute “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna”.

Il comma 3 si affida all’autorevolezza della Giunta regionale definire il procedimento di riconoscimento alle strutture del titolo “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna” e disciplinare con propria deliberazione le modalità di presentazione delle domande, il  i criteri di ammissione e di valutazione, con la prescrizione che possono essere ammesse al riconoscimento “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna” tutte le strutture in cui abbiano vissuto, oppure svolto la propria attività, importanti esponenti del mondo della cultura, della politica, della scienza e della spiritualità; che siano costituite nelle tipologie esattamente individuate nell’art. 2, comma 1, della Legge.

Al comma 4 è previsto che la Giunta regionale stabilisca le cause di perdita del titolo e le modalità volte a monitorare, anche a campione, la sussistenza dei predetti requisiti, in capo alle strutture.

L’articolo 3 prevede la possibilità che i gestori delle “Case e studi degli illustri dell’Emilia Romagna” organizzino forme di cooperazione coinvolgendo anche altri soggetti del territorio che possano partecipare alla valorizzazione, all’interpretazione, alla divulgazione, allo studio ed alla ricerca su temi e materie di propria pertinenza; con la possibilità di identificazione e valorizzazione di itinerari culturali, intesi come percorsi, materiali o immateriali, che si raccolgono intorno a temi di interesse storico, artistico o sociale, e naturalistico sviluppando paesaggi culturali sia nel contesto territoriale circostante, sia nel territorio regionale.

Il comma 3 della Legge assicura quindi alla Regione il compito di monitorare queste attività garantendo la qualità e la correttezza di tali cooperazioni.

L’articolo 4 chiarisce opportunamente il rapporto fra la nuova legge regionale e la legge regionale del 26 novembre 2020 n° 7 con i finanziamenti erogati dalla Regione per valorizzare i progetti delle “Case e studi degli illustri dell’Emilia Romagna”, nell’ambito ed in attuazione della programmazione di cui agli articoli 3 e 7 della legge regionale 24 marzo 2000, n. 18 (Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali) la Giunta regionale approva i bandi per la concessione di contributi per progetti presentati da soggetti titolari e gestori di strutture riconosciute quali “Case e studi degli illustri dell’Emilia Romagna”.

Al comma 2 si attesta la disciplina per le modalità di presentazione della domanda, i criteri di valutazione dei progetti, le modalità di erogazione, di rendicontazione e di revoca dei contributi.

Il comma 3 elenca le attività che possono essere finanziate.

L’articolo 5 prevede inoltre che, per la più ampia fruizione e comunicazione dei servizi offerti, gli obiettivi individuati dalla presente legge di cui all’articolo 1 e nel programma degli interventi di cui all'articolo 4, essi siano pubblicati dalla Regione sul proprio sito web in un ambiente dedicato e specifico, sul quale verrà pubblicata anche la Guida alle Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna redatta e periodicamente aggiornata dalla Regione medesima. La sezione dedicata del sito web regionale conterrà itinerari e paesaggi culturali, interpretativi, narrativi e turistico-culturali, caratterizzati dalla filosofia dell’abitare una casa o uno studio; con la possibilità di essere anche fonte di stimoli per lo sviluppo economico del turismo culturale di prossimità in Emilia-Romagna.

L’articolo 6, che riguarda i finanziamenti, si ricollega anche come programmazione e attuazione di essi alla legge regionale 24 marzo 2000, n. 18 (Norme in materia di Biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali) rinviando agli stanziamenti di bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna.

 


 

Testo:

 

Riconoscimento e valorizzazione delle abitazioni e degli studi di esponenti del mondo della storia e della cultura, della politica, della scienza e della spiritualità della regione Emilia-Romagna, denominate "Case e studi degli illustri dell'Emilia-Romagna”

 


Art. 1

Finalità

 

1. La Regione Emilia-Romagna, al fine di garantire la conservazione, la valorizzazione e la promozione dei beni e degli istituti culturali e di favorirne la fruizione da parte dei cittadini e nel quadro di  attuazione della legge regionale 24 marzo 2000, n. 18 (Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali), promuove la valorizzazione, la gestione e la fruizione delle “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna”, patrimoni culturali e luoghi di cultura ubicati nella regione, strutture abitate e vissute da persone che hanno dato lustro al territorio regionale con l’attività intellettuale e artistica.

 

Art. 2

Riconoscimento del titolo di Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna

 

1. Sono definite con il titolo “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna” le strutture in cui hanno vissuto, oppure svolto la propria attività, importanti esponenti del mondo della cultura, della politica, della scienza e della spiritualità che hanno ottenuto il riconoscimento ai sensi del comma 2.

 

2. Potranno chiedere il riconoscimento del titolo di cui al comma 1, le strutture che possiedono i seguenti requisiti minimi, obbligatori:

 

a. capacità di rappresentare la vita, le tradizioni e i valori del personaggio di chiara fama che vi ha abitato o svolto la propria attività, nella sua dimensione pubblica o privata;

 

b. svolgimento di attività volte alla conoscenza dell’opera e del personaggio a cui la struttura è intitolata;

 

c. apertura al pubblico per almeno 60 giorni all’anno, anche non continuativi e su appuntamento;

 

d. gestione economica e finanziaria rappresentata mediante apposita documentazione contabile, contenente le voci di entrata e di spesa, distinte tra spese di funzionamento ordinario e spese per la valorizzazione e promozione delle attività, con presentazione di una relazione annuale sulle attività svolte.

 

3. La Giunta regionale disciplina, con apposita deliberazione, il procedimento, le modalità di presentazione delle domande, i requisiti di partecipazione e i criteri di valutazione per ottenere il riconoscimento del titolo di “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna”, nel rispetto dei requisiti di cui al comma 2.

 

4. Con il medesimo atto, di cui al comma precedente, la Giunta regionale stabilisce altresì le cause di perdita del titolo e le modalità volte a monitorare, anche a campione, la sussistenza dei predetti requisiti, in capo alle strutture.

 

Art. 3

Cooperazione per la valorizzazione

 

1. I gestori delle strutture riconosciute “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna”, omogenee per materia, possono organizzare forme di cooperazione sul territorio per la valorizzazione, l’interpretazione, la divulgazione, lo studio e la ricerca sui temi di propria pertinenza e l’identificazione e la valorizzazione di itinerari culturali, intesi come percorsi, materiali o immateriali, che si raccolgono intorno a temi di interesse culturale, storico, artistico o sociale, e naturalistico sviluppando paesaggi culturali.

 

2. Lo sviluppo dei percorsi di cui al comma 1 può avvenire per ambito territoriale all’interno del territorio regionale.

 

3. La Regione effettua il monitoraggio delle Case e studi degli illustri dell’Emilia- Romagna, assicurando la qualità scientifica e la funzionalità operativa in accordo con le esigenze degli enti locali e della Regione.

 

Art. 4

Contributi per gli interventi

 

1. Nell’ambito ed in attuazione della programmazione di cui agli articoli 3 e 7 della legge regionale n. 18 del 2000, la Giunta regionale approva i bandi per la concessione di contributi per i progetti presentati dai soggetti titolari e gestori di strutture riconosciute quali le “Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna”, così come riconosciute all’articolo 2. In sede di programmazione sono definiti gli obiettivi generali da perseguire in relazione alle diverse tipologie di intervento, i criteri e gli indicatori per la verifica del loro raggiungimento, nonché individuati i contributi concedibili.

 

2. La Giunta regionale con propria deliberazione, in conformità con la normativa in materia di aiuti di Stato, disciplina le modalità di presentazione della domanda, i requisiti di ammissione, i criteri di valutazione dei progetti, le modalità di concessione ed erogazione, di rendicontazione e di revoca dei contributi.

 

3. I contributi, possono essere destinati a finanziare le seguenti attività:

 

a. gestione sostenibile della casa o studio;

 

b. valorizzazione delle Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna nelle seguenti attività:

 

1. salvaguardia del patrimonio;

 

2. fruizione pubblica e la comunicazione;

 

3. catalogazione e studio del patrimonio;

 

4. interventi di conservazione preventiva e restauro;

 

5. mostre e programmi culturali;

 

6. progetti digitali e multimediali;

 

7. progetti di residenze per artisti e ricercatori;

 

8. educazione al patrimonio culturale;

 

9. accessibilità, visitabilità, adattabilità interna ed esterna;

 

10. sviluppo di itinerari e percorsi in relazione ai paesaggi culturali;

 

11. promozione del turismo culturale;

 

12. progetti narrativi che vertano sul patrimonio e le collezioni della struttura;

 

13. progetti di Smart Tourism.

 

Art. 5

Altre azioni della Regione

 

1. Per il raggiungimento delle finalità di cui all'articolo 1 e degli obiettivi individuati nel programma degli interventi di cui all'articolo 4, la Regione Emilia-Romagna realizza una sezione dedicata sul proprio sito regionale, ne cura la manutenzione e redige, aggiornandola, la Guida alle Case e studi degli illustri dell’Emilia-Romagna, pubblicandola sulla medesima sezione del sito regionale per la divulgazione delle informazioni relative. Tale sezione contiene itinerari e paesaggi culturali, interpretativi, narrativi e turistici, caratterizzati dalla filosofia dell’abitare una casa o uno studio.

 

Art. 6

Disposizioni di rinvio

 

1. La Regione provvede al finanziamento degli interventi di cui alla presente legge nei limiti degli stanziamenti annualmente autorizzati nel bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna, con riferimento alla legge regionale n. 18 del 2000.

 


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