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164.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 28 SETTEMBRE 2022

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5320

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Incremento della partecipazione regionale alla società Bolognafiere SPA". (51)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 5320/1/2/4 oggetti 57435744 - 5746 – Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 5320/3 oggetto 5745 – Ritiro)

PRESIDENTE (Petitti)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

CALIANDRO, relatore della Commissione

FACCI, relatore di minoranza

TARUFFI (ERCEP)

PICCININI (M5S)

LISEI (FdI)

CALIANDRO (PD)

COLLA, assessore

FACCI (Lega)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

PICCININI (M5S)

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 5395

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Proposte di Variante cartografica al Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), proposte dalla variante specifica al Piano Strutturale del Comune di Formigine (MO) adottata con delibera del Consiglio comunale n. 126 del 16/12/2021". (97)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

SABATTINI (PD)

PELLONI (Lega)

 

OGGETTO 5633

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Variante cartografica al PTCP/PTPR presentata nell'accordo di programma per la costituzione di un parco archeologico in rete nei comuni della Valle del Rubicone. Proposta all'Assemblea legislativa dell'intesa sulle modifiche cartografiche al Piano Territoriale Paesistico Regionale". (98)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MONTALTI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 5643

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna". (99)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Zamboni)

DAFFADÀ, relatore della Commissione

RAINIERI, relatore di minoranza

PRESIDENTE (Rainieri)

ZAMBONI (EV)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 5320

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 10,09

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 164 del giorno 28 settembre 2022.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Calvano, Lori e Salomoni e il consigliere Molinari.

Ai sensi dell’articolo 102-bis del Regolamento interno, partecipa in modalità telematica la consigliera Maletti.

 

OGGETTO 5320

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Incremento della partecipazione regionale alla società Bolognafiere SPA”. (51)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 5320/1/2/4 oggetti 5743/5744/5746 – Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 5320/3 oggetto 5745 – Ritiro)

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dall’oggetto 5320: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Incremento della partecipazione regionale alla società Bolognafiere SPA”.

Ricordo che il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche economiche nella seduta del 20 settembre con il titolo “Autorizzazione all’incremento della partecipazione regionale alla società Bolognafiere SPA”.

Il progetto di legge è composto da 4 articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Caliandro Stefano, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Facci Michele, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Su tale oggetto insistono due proposte di ordine del giorno: l’ordine del giorno 5320/1, a firma dei consiglieri Caliandro, Piccinini, Zamboni, Taruffi, Bondavalli, Zappaterra, e l’ordine del giorno 5320/2, a firma dei consiglieri Piccinini e Caliandro.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Presidente, in assenza del relatore di minoranza e anche della consigliera Piccinini, che ha presentato un ordine del giorno, chiederei una sospensione. Mi risulta che ci siano difficoltà a raggiungere la sede, quindi sospendiamo per 10 minuti se è possibile, nell’interesse chiaramente del dibattito e del rispetto della possibilità di intervenire per la minoranza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, avevamo appunto ritardato proprio per i motivi che dice lei, consigliere Caliandro. Vista l’assenza della minoranza, soprattutto nell’ottica degli interventi previsti, attendiamo ancora qualche minuto.

Facci è entrato.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ha ragione, non tutta. Però è entrato il consigliere di minoranza.

A questo punto, possiamo partire con i lavori e io passerei subito la parola al relatore della Commissione, al consigliere Caliandro. Prego, consigliere.

 

CALIANDRO, relatore della Commissione: La ringrazio, presidente, ma per il dovere di colleganza non potevo intervenire inaudita altera parte.

Dunque, il dibattito, la discussione che ha accompagnato questo importante intervento che la Giunta regionale ha suggerito al Consiglio, e che il Consiglio evidentemente si appresta ad approvare, è stata una discussione di rilevanza non solo economica, ma anche strategica.

Infatti verrebbe da dire che la forza di questo provvedimento non sta tanto in un articolato tutto sommato esiguo, rispetto alla voluminosità alla quale siamo abituati, quanto invece nella mission stessa che esso stesso si propone.

L’articolo 1 interviene, appunto, per definire una nuova partecipazione societaria da parte nostra, come Regione Emilia-Romagna, alle attività di Bolognafiere, ma interviene essenzialmente perché c’è una grande consapevolezza, emersa nel dibattito fatto anche con gli stakeholders, di quanto importante oggi sia la Fiera di Bologna e soprattutto della sua strategicità all’indomani della grave pandemia che ha colpito il Paese tutto e quindi anche l’economia territoriale, come anche nel rilancio del nostro distretto industriale.

L’assessore Colla meritoriamente ha illustrato i punti di forza nel corso del dibattito in Commissione e anche nell’udienza conoscitiva che vi è stata. Piace in questo contesto riprendere i punti fondamentali del provvedimento, che nella sua vastità di intervento evidentemente rappresenta un grande punto di ripartenza per il nostro settore fieristico.

Innanzitutto, quando si parla di Bolognafiere, si parla non solo del distretto di Bologna, ma anche di quello di Modena e di Ferrara. Si tratta di un network fieristico che è stato avviato nel corso del tempo e che permette nei quartieri fieristici, nei quali si distribuisce, di dare la possibilità di lavorare a più di 550 addetti.

Si tratta di un quartiere fieristico che mostra la sua lungimiranza, a mio giudizio, tanto dal punto di vista distrettuale quanto dal punto di vista della rappresentanza, è il nostro passaporto verso il mondo questa fiera. Siamo infatti come Fiera di Bologna i primi per fatturato all’estero in assoluto nel nostro Paese, pur non avendo le dimensioni, evidentemente, che hanno fiere più grandi della nostra, come quella di Milano.

Siamo allo stesso tempo presenti in diverse parti del mondo (Stati Uniti, Messico, Cina, India, Russia), abbiamo sostanzialmente investito nel corso del tempo per far sì che la Fiera di Bologna fosse un grande volano di occasioni commerciali.

Ora è del tutto evidente che questo gruppo con il rifinanziamento che si propone ha inserito nelle sue priorità, nelle attività che lo hanno accompagnato scelte di grande importanza, ha coinvolto soci nel dibattito antecedente a questo finanziamento, per cercare di comprendere quale potesse essere l’orizzonte sul quale rifondare il nostro rilancio dei distretti industriali.

Si è trattato in buona sostanza di un aumento di capitale, che oggi è già stato sottoscritto per la sua partecipazione dalla Regione da 13 soci su 18. È quindi un percorso in verità che non riguarda soltanto il capitale, ma riguarda quello che con questo capitale vogliamo fare.

Io credo che di grande importanza sia, nel corso del tempo, il fatto di aver saputo organizzare la manifestazione odierna, anche con i ritardi – permettetemi di dirlo, che causa evidentemente la mobilità –, occasione per far conoscere di più il nostro territorio, l’Emilia-Romagna, la Fiera di Bologna, ma soprattutto per creare grandi occasioni di mercato.

Il CERSAIE, che è in corso, insieme ad altre manifestazioni che pure verranno sicuramente riprese anche meglio di me dall’assessore Colla, sono lo strumento col quale il mondo della produzione, il mondo delle attività produttive del nostro territorio cerca di rimettersi in carreggiata in una competizione globale, dando la possibilità di lavorare agli addetti, a chi si occupa di allestimenti, a chi si occupa di servizi, ma soprattutto dando la possibilità di fare incontrare domanda e offerta di lavoro.

Sono passaggi che non necessitano in realtà di una contro-narrazione, perché hanno una narrazione autonoma.

Il quartiere fieristico di Bologna, voluto dalla Regione e dalla Città metropolitana, si propone quindi di essere un quartiere fieristico all’avanguardia, sia per le occasioni che sta cercando di promuovere, ma soprattutto per la promozione di eventi. Se noi consideriamo il business plan che ha accompagnato il finanziamento e la richiesta di finanziamento, noi cogliamo come anche la partecipazione al 40 per cento alla Fiera del Levante sia un’occasione nella quale noi diciamo che da Bologna parte una rete regionale, nazionale e internazionale. Questa rete richiede che l’area fieristica sia nelle condizioni di potersi esprimere.

È sembrato opportuno allora dover introdurre in questo dibattito odierno due punti: uno riguarda anche la vocazione della transizione energetica. Ne avevamo discusso con il collega Facci e con l’assessore Colla nel corso del dibattito, ed è il motivo per il quale abbiamo presentato un ordine del giorno in cui chiediamo anche di intervenire su un rapporto sinergico tra quartiere fieristico, Tecnopolo e, lasciatemi dire, anche altre zone che potrebbero essere interessate rispetto alla possibilità di creare una comunità energetica al servizio della residenzialità. Noi cioè pensiamo che nella trasformazione non solo urbanistica, ma anche di efficientamento energetico che questa Fiera può mettere in campo, che ci possa essere anche una vocazione sociale. Questo è il motivo per il quale, senza nessuna difficoltà, anche il secondo ordine del giorno collegato, che ha come primo firmatario in questo caso la collega Piccinini, e come secondo firmatario me, in cui ci si fa carico del personale che lavora in Fiera, e che ha, giustamente, degli interessi di una certa importanza rispetto al lavoro, che deve essere garantito, ma che può essere garantito, si rientra in quello che ieri dicevamo a proposito del Patto per il lavoro e per il clima che questa Regione ha messo in campo.

In buona sostanza, la discussione sul PDL fieristico di oggi ci permette di tenere insieme il rilancio di un settore industriale importante, di un settore commerciale centrale per questa regione, di parlare di comunità energetica, altra legge fiore all’occhiello di questa Regione, e di poter parlare, allo stesso tempo, di come siamo player nelle relazioni industriali di questo territorio, per cercare di garantire qualità di servizio e attività del lavoro.

È questo il motivo per il quale credo si possa, in un certo senso, guardare non soltanto con ottimismo a quello che ci attende, ma anche con una grande consapevolezza rispetto a quello che siamo già stati. Questa Fiera è già stata all’evento del Cosmoprof, un evento internazionale che ha Bologna come perno di un’attività internazionale di commercio. E lo è stato per tante altre Fiere. Penso ai cento eventi che non è il caso qui di riprendere. Ci permette di avere uno sguardo lungo. Se pensiamo alla rinascita, alla resilienza dopo la crisi pandemica e all’interno di una crisi energetica, come quella che viviamo oggi, l’occasione della Fiera è l’occasione per discutere a 360 gradi di quello che vuole essere l’Emilia-Romagna con le sue leggi regionali e la Città Metropolitana di Bologna.

È in questo accordo tra politica, sindacati, imprese, industrie che, secondo me, si coglie la grande importanza di questo aumento di capitale. L’aumento di capitale non è un numero. È una vocazione, uno scopo, un obiettivo. E su questo obiettivo noi costruiamo il futuro di questo territorio.

Per questo la discussione, secondo me, è molto più elevata dei semplici numeri, che, però, nella vita sono sempre più ostinati delle opinioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Caliandro.

Ora passo la parola per la relazione al relatore di minoranza, consigliere Facci. Prego, consigliere.

 

FACCI, relatore di minoranza: Grazie.

Anch’io farò una relazione che non sarà certamente eccessivamente articolata. Ne abbiamo già parlato. E poi, fondamentalmente, dobbiamo parlare di aumentare la nostra partecipazione di 2,5 milioni in Bolognafiere SPA. Fondamentalmente, partecipare a un aumento di capitale che è richiesto da questo nuovo Piano industriale, di fatto, di rilancio e di supporto in un momento di difficoltà.

Come emerge dai documenti che ci sono stati consegnati, dalle relazioni che sono state presentate in occasione delle varie udienze in Commissione, è emersa la necessità di inserire risorse finanziarie fresche, diciamo così, in un momento in cui il 2020 ha avuto un dato economico ovviamente disastroso, stante le note problematiche, e l’ultimo bilancio, votato dall’Assemblea poche settimane fa, chiuso quindi al 31 dicembre 2021, ha visto una perdita di 9 milioni e 138.000 euro.

Quindi, è evidente che volere sostenere la Fiera di Bologna diventa… Il sostegno alla Fiera di Bologna diventa una necessità nella logica di supportare importanti assi strategici del nostro territorio, e qui apro una piccola parentesi. Noi oggi, con questo aumento di capitale, stabiliamo definitivamente l’abbandono del progetto della grande fiera Bologna-Rimini, che il presidente Bonaccini aveva ampiamente promesso, stante le evidenti difficoltà a realizzare questa promessa e questo impegno e quindi sostegno alle fiere del territorio, tra l’altro un’azione, una direzione verso la quale abbiamo sempre, da questi banchi, insistito: sostegno a tutti quelli che potessero essere importanti player economici sul territorio e quindi Bolognafiere, come ha ricordato il consigliere di minoranza, abbracciando anche Modena e Ferrara, naturalmente va in un qualche modo a rappresentare un importante soggetto, che la Regione oggi vuole sostenere e deve sostenere.

Sono d’accordo sul fatto che il dato politico vada oltre l’importo di 2,5 milioni che viene messo sul tavolo, importo che noi avevamo chiesto di aumentare. Abbiamo chiesto di aumentare nel momento in cui abbiamo preso atto che c’è una quota inoptata molto ampia. Molti soci privati non partecipano a questo aumento di capitale e allora, proprio per evitare che questa situazione in un qualche modo possa anche solo rallentare il piano di rilancio che il management di Bolognafiere ha messo in campo noi abbiamo ritenuto che dovesse essere incrementato l’apporto da parte della Regione.

Questo è stato bocciato dall’Amministrazione, non abbiamo ritenuto di insistere ripresentando l’emendamento in questa sede poiché la volontà politica di non incrementare questa quota era già manifestata.

Voglio fare però un ragionamento ulteriore che oggi non è scritto nel nostro progetto di legge, ma naturalmente è un ragionamento che non possiamo ignorare, vale a dire che il piano industriale che noi andiamo a sostenere e che è stato votato dall’assemblea dei soci a maggio indica nello sviluppo infrastrutturale e nella crescita di spazi espositivi della Fiera di Bologna il fulcro di quello che sarà lo sviluppo di questa realtà.

Si parla di completare l’acquisizione dell’area nord per costruire un padiglione aggiuntivo per ospitare le fiere, si parla fondamentalmente di espandere a livello fisico quello che oggi sono i padiglioni espositivi nella parte a nord della città di Bologna. Questo vuol dire uno stravolgimento della città, che non è necessariamente negativo, ma certamente è una modifica importante.

Credo quindi che oggi semplicemente abbozzare questo tipo di sviluppo senza entrare nei dettagli precisi sia un po’ fumoso, anche perché il piano industriale da questo punto di vista è prudente, dice - leggo testualmente – “in coerenza con l’attuale scenario di mercato” (questo è un piano di gennaio, sicuramente qualcosa è cambiato, però nella sostanza non è cambiato il ragionamento sotteso a questo aspetto). In coerenza con l’attuale scenario di mercato, e in linea con gli accordi con gli organizzatori, il Piano non prevede investimenti per la realizzazione di nuove infrastrutture, che saranno valutati nel 2023 e 2024 in funzione delle reali esigenze e della situazione economico-finanziaria del gruppo. Quindi è chiaro che oggi il gruppo, la società, ha bisogno di una iniezione di liquidità per essere sostenuto, per poter andare avanti, per potere pensare naturalmente di svilupparsi, ma su quello che sarà il reale sviluppo infrastrutturale, ritenuto centrale, su questo ovviamente non è detto nulla.

Che cosa, però, anche qui non possiamo non prendere in considerazione? Quello che è successo nell’assemblea dei soci, che ha deliberato l’aumento di capitale. Vale a dire: il conferimento di una delega per un massimo di 36 mesi, quindi tre anni, a partire dal momento finale dell’esecuzione dell’aumento di capitale, quindi, concluso l’aumento di capitale partiranno i tre anni di questa delega, per fare che cosa? Sostanzialmente, per valutare il conferimento di beni in natura, quindi l’aumento di capitale in natura fino a 60 milioni di euro.

C’è un refuso nel nostro documento, perché nel progetto di legge, nella relazione al progetto di legge, nella delibera di Giunta che licenzia il progetto di legge si parla di 30 milioni. L’assemblea dei soci ha parlato chiaramente di 60 milioni. Questo evidentemente è un refuso dell’estensore.

Però il punto qual è? 60 milioni. Noi abbiamo dato, votando in quell’assemblea una sostanziale delega in bianco, perché è una delega, di fatto, al Consiglio. Noi avremo due soggetti che faranno verosimilmente un apporto di capitale in natura con beni, e come abbiamo detto in occasione delle prime relazioni in Commissione, noi avremo dei beni conferiti, non sappiamo quali, non sappiamo quanti, ci saranno le perizie che faranno ovviamente la stima. Di questi beni bisogna capire quale sarà la loro capacità produttiva, quantomeno nel medio-breve termine. Diversamente, vi sarebbe, anzi vi sarà un’alterazione dei rapporti tra soci e, naturalmente, una riduzione del valore della partecipazione azionaria. Credo che questo non sia un elemento da sottovalutare. Non è un elemento di per sé negativo. O meglio, non è che oggi si punta il dito su quella scelta dicendo che è una scelta... Certamente, è un tipo di impostazione, che necessita, però, di chiarezza. Anche perché sapere se c’è un conferimento che in un qualche modo va ad alterare, senza però alcun tipo di reale beneficio per la società, i rapporti economici, dove la Regione partecipa con l’11,56, credo sia un aspetto assolutamente da tenere monitorato. E noi abbiamo dato una delega, di fatto, in bianco per questo tipo di scelta.

L’aumento di capitale serve. L’aumento di capitale è necessario. L’aumento di capitale rappresenta una necessità anche per quello che si diceva. Infatti, condivido il contenuto dell’ordine del giorno, in cui si sofferma l’attenzione sullo stato dei lavoratori. Anche perché nel piano industriale non c’è una parola su quelli che sono gli assetti occupazionali. Verosimilmente, il piano industriale non necessariamente deve prendere in considerazione gli assetti occupazionali, ma quantomeno un attimo parlarne, quantomeno avere la sensibilità di prenderli in considerazione, visto che il personale ha sofferto ampiamente, i lavoratori che ruotano intorno alla realtà della Fiera hanno sofferto il periodo della chiusura, forse più di altri. Naturalmente, oggi, nel momento in cui si è ripartiti, nel secondo semestre 2021, si sta ripartendo adesso con le Fiere in presenza, comunque ci sono ancora tutta una serie di livelli che vanno in qualche modo tutelati o quantomeno attenzionati.

La necessità di sostenere con forza questa realtà è ineludibile, è un aspetto che dobbiamo assolutamente avere a mente, così come i livelli occupazionali. Quello che, però, non possiamo in qualche modo lasciare così, incompiuto, è la contezza su quello che succederà. Quindi, la questione legata allo sviluppo infrastrutturale deve essere un elemento centrale per la Regione deve essere un aspetto centrale, per soprattutto conoscere quelle che saranno le interazioni con la città, con gli enti locali interessati.

Non possiamo in un qualche modo consegnare in bianco questo tipo di situazione. Quindi, benissimo il supporto alla Fiera, così come dovranno essere supportate tutte le fiere dei territori in misura proporzionale al loro valore, alla loro capacità di coinvolgimento dei territori, delle realtà economiche del territorio. Ovviamente ci deve essere una proporzionalità in questo, però occorre che allo stesso tempo vi sia chiarezza su quello che sarà il futuro, altrimenti, e concludo, che cosa rischiamo? Che noi andiamo a fare un’operazione economica in un momento di necessità in un qualche modo per dare iniezione di liquidità contingente, senza però avere chiaro e avere preciso il quadro dello sviluppo futuro.

Non ci deve essere incertezza sul futuro, anche e soprattutto nel momento in cui si dice… Credo che oggi il caos che stanno vivendo tutti, che hanno vissuto i consiglieri regionali che non sono di Bologna per arrivare oggi qua, visto che c’è il CERSAIE, è l’ennesima riprova che tutte le volte che c’è un evento fieristico la città è in ginocchio, o meglio la mobilità in città o alle porte della città è sostanzialmente in ginocchio.

Occorre che l’aspetto infrastrutturale diventi un elemento centrale, ma soprattutto ci deve essere massima trasparenza su questo aspetto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

A questo punto, apriamo la discussione generale. Chi si iscrive a parlare? Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Il progetto di legge di cui discutiamo oggi, come è stato ricordato anche dal relatore di maggioranza, ancorché si componga di pochi articoli, in realtà ha un’importanza piuttosto significativa nel quadro di una vicenda, quella legata a Bolognafiere SPA, della quale ci siamo occupati diffusamente in quest’aula e nelle Commissioni nella precedente legislatura per ragioni piuttosto diverse rispetto a quelle per le quali ce ne stiamo occupando oggi.

Nella precedente legislatura si ricorderà che Bolognafiere SPA è stata al centro negli scorsi anni, a partire dal 2016, di una vicenda complicata dal punto di vista della garanzia dei livelli occupazionali. Ricordiamo tutti le battaglie che sono state fatte da lavoratrici e lavoratori di Bolognafiere SPA rispetto al Piano di esuberi che l’allora direzione, l’allora compagine di Bolognafiere SPA aveva messo in campo per risanare ‒ a loro dire ‒ una situazione difficile.

Abbiamo scongiurato quell’ipotesi, si sono messi in campo, soprattutto grazie...

 

PRESIDENTE (Petitti): Scusi, consigliere Taruffi.

Chiudiamo le porte. Chiedo anche un po’ più di silenzio in aula, altrimenti non si riescono a sentire gli interventi. Prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Come dicevo, soprattutto grazie alla mobilitazione di lavoratrici e lavoratori e al lavoro che le Istituzioni ‒ devo dire ‒ nella scorsa legislatura hanno fatto in modo compiuto, a partire dall’assessorato alle attività produttive, che ha accompagnato in modo molto preciso e puntuale quella vicenda, insieme al lavoro che abbiamo fatto, per provare a scongiurare quell’ipotesi.

Poi abbiamo discusso ‒ anche lì in modo diffuso ‒ del piano di fusione tra la Fiera di Bologna e la Fiera di Rimini, oggetto che poi è andato rallentando nel suo percorso per varie, alterne vicende sulle quali non mi voglio soffermare, però voglio invece arrivare sul punto che credo importante. Oggi siamo di fronte alla ricapitalizzazione che, come è stato ricordato, è importante, strategica, inevitabile, e sulla quale ovviamente non possiamo che esprimere un giudizio favorevole e positivo.

Credo però che sia importante contestualizzare questo percorso proprio per l’importanza che ha Bolognafiere, che ‒ lo voglio ricordare ‒ è uno degli asset strategici fondamentali non solo della Città Metropolitana di Bologna, ma della nostra Regione, e soprattutto per quanto riguarda l’area della Città Metropolitana di Bologna, considerando la Fiera e l’indotto che la Fiera genera, dal punto di vista occupazionale, una realtà molto importante, che va presidiata, una realtà intorno alla quale girano, ovviamente non solo dal punto di vista delle presenze turistiche, delle presenze commerciali, lavoratori e lavoratrici che prestano la propria opera in modo continuativo in quella realtà, una realtà verso la quale io credo che dobbiamo sempre avere una particolare attenzione.

Ho sottoscritto l’ordine del giorno presentato a prima firma dalla consigliera Piccinini e sottoscritto dal consigliere, relatore Stefano Caliandro, proprio perché penso che il tema della tutela dei livelli occupazionali e della garanzia dei livelli occupazionali, in ordine a qualsiasi processo si intenda mettere in campo rispetto al futuro di Bolognafiere debba essere comunque centrale.

Lo dico proprio perché ne abbiamo discusso… Torno al punto che toccavo velocemente prima, quando abbiamo affrontato la discussione rispetto all’ipotesi di fusione con Rimini. Il tema dei livelli occupazionali anche in quel caso, quando si approcciò quella discussione, fu il nostro primo elemento. Non solo i livelli occupazionali in quanto tali, cioè il numero di persone che lavorano e prestano servizio nell’ambito delle attività di Bolognafiere, ma anche le modalità e il tipo di contratto attraverso i quali sono assunti quelle lavoratrici e quei lavoratori. Lo dico perché non solo nelle settimane scorse, nei mesi scorsi, ma anche nelle ultime settimane, il tema è riemerso attraverso la preoccupazione che le lavoratrici e i lavoratori, e le organizzazioni sindacali che rappresentano lavoratrici e lavoratori di quella realtà, hanno espresso.

Siccome sappiamo che la Regione Emilia-Romagna rappresenta pur sempre circa il 12 per cento, quindi una quota non certo secondaria del capitale di Bolognafiere, delle quote di Bolognafiere, io penso che la nostra prima preoccupazione, ovviamente, nell’ambito di quello che è il piano industriale di rilancio, di avanzamento di Bolognafiere, che deve proiettare quella realtà nel futuro, non possa non essere anche collegata alla tipologia, al numero di persone, ai livelli occupazionali e alle tipologie contrattuali con le quali quelle lavoratrici e quei le lavoratrici sono assunti.

Nelle settimane scorse, e anche nei mesi scorsi, abbiamo assistito a dibattiti rispetto a spostamenti di lavoratori e lavoratrici all’interno dei meccanismi di Bolognafiere da una società all’altra, con il rischio di esternalizzazioni, con il rischio anche di passare da tipologie contrattuali ad altre. Insomma, credo che su tutto questo noi dobbiamo spendere parole molto chiare.

Ieri l’assessore Colla ha illustrato in modo diffuso e puntuale quelli che sono gli impegni che la Regione sta portando avanti all’interno del percorso del Patto per il lavoro e per il clima sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Penso che, oltre, ovviamente, al tema della sicurezza nel mondo del lavoro, sia indispensabile anche la nostra attenzione rispetto alle tipologie contrattuali e alle modalità di erogazione dei lavori, dei contratti, soprattutto nelle società in cui abbiamo un controllo significativo, che non è dirimente, non è decisivo, ma è comunque significativo.

Penso che su questo tasto dovremo tornare. Senza voler parlar d’altro, il tema del lavoro è un tema centrale, e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi, per la nostra società complessivamente intesa, e le Istituzioni su quel versante non possono non svolgere un ruolo di primo piano.

So di parlare a orecchie attente da questo punto di vista. So che, ovviamente, l’assessore Colla ha ben presenti le dinamiche che sto qui richiamando e so bene che ha in mente il quadro generale in cui ci muoviamo, sia per lo sviluppo di Bolognafiere, ripeto, che per i livelli occupazionali che ne conseguono, e tutto quanto. Credo, però, che questa discussione la dobbiamo fare in ogni occasione, la dobbiamo fare in modo preciso, puntuale. Si potrebbe pure discutere sulle ragioni e le modalità attraverso le quali si è arrivati a questa ricapitalizzazione, però penso che ogni processo ‒ ripeto ‒ debba avere chiaramente... Da ogni processo che riguarda così direttamente anche la nostra Regione, credo debbano emergere con chiarezza le finalità: il Piano industriale, il ruolo strategico di Bolognafiere e tutto quello che da questo consegue.

Chi mi ha preceduto ha toccato anche un altro tema, sul quale voglio, in conclusione, soffermarmi, perché credo sia parimenti importante. Sappiamo che all’interno delle aree, degli spazi di Bolognafiere sono previsti ampliamenti, sono previsti interventi che hanno a che fare, che avranno a che fare anche con l’organizzazione logistica di accesso alla Fiera, sia per gli espositori sia per chi deve intervenire sia per chi deve accedere e vuole accedere alla Fiera.

Io credo che… In questi giorni lo vediamo, siamo direttamente coinvolti, l’accesso a Bolognafiere e le modalità attraverso le quali si arriva a Bolognafiere rappresentano sicuramente un elemento di congestione, che io credo debba essere in qualche modo affrontato, anche in questo caso con scelte trasportistiche differenti rispetto a quelle che conosciamo oggi.

Credo che anche su questo… Anche se so che è un tema che può apparire collaterale, non direttamente collegato a quello di cui stiamo discutendo, cioè l’aumento del capitale sociale di Bolognafiere, però quando parliamo di sviluppo della Fiera di Bologna, io penso che dobbiamo parlare anche di questo e ogni occasione sia utile per avere chiari quali debbano essere gli obiettivi di fondo.

Quindi, chiaramente portare la fiera nel futuro, assicurare le possibilità di sviluppo di quella realtà così importante per il nostro territorio, capire bene come quello sviluppo si integra dal punto di vista sia trasportistico che urbanistico con la città e assicurare, come dicevo, livelli occupazionali e soprattutto le tipologie contrattuali con le quali lavoratori e lavoratrici erogano il proprio lavoro, la propria opera.

Ecco, io credo che ogni occasione sia utile per sottolineare questi aspetti e ripeto, siccome so di parlare a persone attente e preparate sul punto, l’invito che faccio è magari cogliere anche l’occasione per pensare ad un monitoraggio anche da parte delle Commissioni. Io ricordo nella precedente legislatura che più volte abbiamo audito i vertici di Bolognafiere in Commissione, abbiamo fatto dibattiti approfonditi, aperti. Ecco, io penso che non sarebbe sbagliato immaginare anche nel prossimo futuro alcuni passaggi simili a questi, perché io credo che abbiamo bisogno, anche per le responsabilità maggiori che ci stiamo assumendo in questo percorso rispetto, appunto, allo sviluppo di Bolognafiere, anche di un controllo e di un contatto, controllo in senso di discussione più ravvicinata e serrata, anche con i vertici di Bolognafiere.

Così, ripeto, come abbiamo fatto in altre occasioni nella precedente legislatura, credo sarebbe opportuno e necessario, magari nelle prossime Commissioni, prevedere alcuni passaggi con gli attuali vertici di Bolognafiere e, così come abbiamo fatto nella precedente legislatura, anche dando spazio alle organizzazioni sindacali; perché io credo che il modo migliore per assicurare a tutti quanti noi di poter svolgere il nostro ruolo, la nostra funzione nel miglior modo possibile, sia quello anche di avere un contatto diretto con chi dirige l’azienda e con chi rappresenta lavoratrici e lavoratori, vista l’accresciuta responsabilità, il maggior ruolo e le risorse che questa Regione mette per assicurare il futuro della Fiera di Bologna. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ci troviamo oggi a votare un progetto di legge che vede la ricapitalizzazione di Bolognafiere SPA. Non è la prima volta che capita, però è vero che questo oggi avviene in un momento particolare, ovvero nel momento in cui il settore fieristico viene da due anni di pandemia, quindi da due anni particolarmente complicati, e questo indubbiamente, come è indubbio che la nostra Fiera di Bologna, che comprende anche Modena e Ferrara, abbia bisogno di un rilancio e di una riqualificazione in termini anche più complessivi.

Su questo siamo in linea generale evidentemente d’accordo, lo abbiamo detto anche in Commissione, sapendo che come Movimento 5 Stelle io stessa ho sempre avuto un’attenzione particolare al tema della Fiera.

Oggi ci troviamo con un settore che è stato colpito pesantemente dalla pandemia, che si ritrova a dover fare i conti anche con il tema del caro energia, come tanti altri settori indubbiamente anche il settore fieristico deve fare i conti con questi aspetti.

Questo è il motivo per cui, visto che peraltro tanto è già stato detto, arrivo su un emendamento che è stato approvato in Commissione, che replica un impegno che ho portato avanti anche con l’assessore Calvano rispetto alla riqualificazione anche energetica del quartiere fieristico.

Meritoriamente quest’aula ha approvato all’unanimità la legge regionale sulle comunità energetiche, quella che io ritengo una delle migliori leggi a livello nazionale non perché ne sono stata relatrice, ma perché c’è stata una collaborazione da parte di tutti, che ha portato a un bel risultato, a un risultato concreto che oggi è anche spendibile. So che a breve dovrebbero uscire anche i bandi grazie ai fondi del FESR, quindi è uno strumento che noi possiamo tranquillamente applicare anche al quartiere fieristico.

Questa volontà c’è, l’ho riscontrata sia nelle parole dell’assessore Colla che nelle parole dell’assessore Calvano, quando depositammo, e anche questo è stato approvato, un impegno per avviare un percorso, all’interno del DEFR per lo studio e la progettazione integrata finalizzata alla costituzione di comunità energetiche con la Regione e con i privati.

Questo è un aspetto qualificante, che abbiamo voluto inserire anche all’interno di questo progetto di legge, perché lo sforzo deve essere quello sì di rilancio, ma anche, come dicevo prima, di riqualificazione del quartiere fieristico.

Voglio ringraziare quindi a questo proposito, oltre che l’assessorato tutto, anche il collega di maggioranza, Caliandro, con cui ci siamo confrontati per arrivare all’approvazione congiunta di questo emendamento.

C’è poi un altro tema sul quale siamo sempre stati molto attenti anche negli anni passati e nella scorsa legislatura, che ha anticipato già anche il collega Taruffi, che è quello dei lavoratori. È un tema…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, scusate. Chiedo solo un po’ più di silenzio in aula. Grazie.

Prego.

 

PICCININI: È un tema che abbiamo affrontato in maniera profonda anche nella scorsa legislatura. C’era un tema di precari, che abbiamo sicuramente affrontato, per quanto mi riguarda, penso con grande serietà, che però si ripropone anche oggi, forse non nelle dimensioni che aveva nella scorsa legislatura, però è vero che ancora oggi il quartiere fieristico deve scontare la presenza di un gruppo di persone precarie, che chiedono di essere stabilizzate sulla base anche di accordi che erano stati sottoscritti e che pare non vengano rispettati.

Io mi auguro che questo problema venga risolto alla radice, e che la Regione faccia la propria parte in questo senso, per tutelare anche queste persone che vedono servizi sempre più spesso esternalizzati, quando parte di queste competenze sono anche interne all’Ente Fiera e andrebbero in qualche modo salvaguardate.

Per questo motivo ho voluto presentare un ordine del giorno, sottoscritto anche dal Partito democratico e dai colleghi di Emilia-Romagna coraggiosa, quindi è un impegno che ci prendiamo in maniera congiunta e collettiva, e mi auguro che venga votato da tutta l’aula. È un ordine del giorno che chiede proprio che vengano prese in considerazione le richieste dei lavoratori, che sono state assunte attraverso le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL, USB e SGB), proprio a testimonianza delle preoccupazioni espresse, con la richiesta di aprire un tavolo istituzionale.

Ieri si parlava anche della questione degli incidenti sul lavoro connessi, evidentemente, anche alla condizione di precarietà che alcuni lavoratori, purtroppo, devono subire. Questo ordine del giorno va proprio in questo senso, cioè chiediamo alla Giunta di verificare, ovviamente insieme alla società Bolognafiere, che il nuovo Piano industriale... Voglio ricordare che l’Ente Fiera è a maggioranza pubblica. Quindi, la Regione, insieme alle altre Istituzioni, quindi alla Città Metropolitana, al Comune di Bologna, può e deve avere voce in capitolo. Chiediamo che la Regione assicuri la massima attenzione alla tutela dei livelli occupazionali, alla qualità del lavoro e al contrasto ‒ come dicevo prima ‒ della precarietà, garantendo livelli retributivi equi e promuovendo anche condizioni di reale sicurezza.

È un impegno che sicuramente oggi ci vogliamo prendere ed è una risposta che chiediamo venga data alle richieste che sono emerse in questi giorni dai sindacati e dai lavoratori stessi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Noi oggi, probabilmente, facciamo quello che andava fatto qualche tempo fa, qualche anno fa. È evidente che, ad alcuni anni di distanza dalla annunciata volontà di fusione dei due poli fieristici, oggi capiamo che questo progetto di fusione, in realtà, non è mai esistito, questo progetto di fusione non c’è mai stato e che, in realtà, si è trattato meramente di una, probabilmente, idea che è stata paventata da qualcuno, ma che, in realtà, non aveva basi solide sulle quali poggiarsi, che ha consumato e che ha tenuto in ostaggio i due poli fieristici, in ostaggio di logiche politiche, spartitorie, tra galletti che si sono scontrati. Merola e Gnassi si sono scontrati duramente su questo tema, ma di fatto ha immobilizzato e paralizzato un processo di sviluppo di entrambi i poli, che hanno eccellenze entrambi, ma differenze. Offrono servizi e caratteristiche differenti e proprio per questo possono essere e potranno essere in futuro centrali nello sviluppo fieristico del nostro comparto regionale.

Hanno peculiarità e caratteristiche talmente differenti che meritano e avrebbero meritato, appunto, di essere sviluppate con maggiore determinazione di quella che è stata fatta sino ad oggi. L’aver messo sul tavolo questo progetto di fusione, che ha costretto e ci ha costretto ad assistere a un balletto di dichiarazioni di chi era favorevole, di chi era contrario e fondamentalmente di chi invece era neutrale, a nostro avviso, ha depotenziato il possibile sviluppo che entrambi i poli potevano avere, e questo dispiace.

Questo dispiace perché la politica e la gestione richiede programmazione. Le aziende richiedono programmazione. Lo dimostra il piano industriale che è stato presentato. È chiaro che, se ti muovi in un contesto di incertezza, nel quale non sai che cosa accadrà nel futuro – ci fonderemo, non ci fonderemo: questo era il tema essenziale –, è chiaro che tu non puoi progettare e programmarlo quel futuro. Non puoi sapere come investire, su cosa investire e su quali mercati andare a cercare delle commesse. Questo è grave, però.

Questo è grave perché, mentre nel corso del tempo soprattutto – parlo per la realtà che conosco di più che è ovviamente Bolognafiere SPA – ci siamo concentrati ed è stata utilizzata per nomine degli enti locali, molte di qualità, molte altre francamente ed evidentemente asservite a logiche di bottega, come anche quelle che recentemente ha fatto il Comune di Bologna, oggi, in realtà, questi soggetti, questi player sono soggetti che sono strategici per la crescita del PIL della nostra regione e purtroppo anche in passato abbiamo assistito davvero a delle gestioni capestro di questi soggetti. Prima fra tutte quella dell’ex assessore Campagnoli, che certo non è stata utile a far crescere un soggetto come Bolognafiere SPA, che invece ha delle grandissime potenzialità per il territorio.

Oggi è chiaro che con questa ricapitalizzazione poniamo le basi e la Regione pone le basi non soltanto per intervenire dal punto di vista economico per sanare delle difficoltà che sono legate al periodo Covid, ma pone le basi per ripartire, perché di questo oggi si tratta, ripartire non soltanto dal Covid, ma ripartire anche in una progettazione perché - dico finalmente, perché a nostro avviso questo progetto di fusione era capestro e sia dimostrato tale, era capestro e nefasto per ambedue i soggetti fieristici - oggi poniamo le basi finalmente per andare in una direzione che almeno sia chiara a tutti, che era quella però che andava intrapresa già qualche anno fa.

Questa responsabilità politica, la responsabilità di non aver dato chiarezza a questi soggetti e al mercato, è una responsabilità politica che dispiace dirlo, ma sta anche in capo al presidente Bonaccini, che non è stato estraneo al balletto che c’è stato sui due soggetti fieristici.

Archiviato il passato e leccandoci le ferite per i danni che hanno subìto Bologna e Rimini, credo che sia ora di guardare al futuro, e il piano di industriale diventa evidentemente lo strumento centrale per capire quale direzione si ha intenzione di percorrere.

Credo che diventi centrale anche per capire se si abbiano in animo, cosa che non mi pare citata nel piano industriale, delle collaborazioni con altri soggetti fieristici anche extra regionali (vedi il polo milanese), che potrebbero portare dell’utilità a Bologna.

Io credo che ci sia tanto da fare e non è un caso se oggi questo impoverimento che c’è stato, legato a questo dibattito, oggi ci lascia una condizione di grande disagio dei lavoratori, delle condizioni di precarietà, che in qualche modo dovranno essere sanate e dovranno essere affrontate, perché il futuro che ci attende e che attende il Paese non è certo in un contesto più semplice, vista purtroppo l’emergenza che stiamo affrontando.

Dico per l’ultima volta e poi chiudo che probabilmente se fossimo partiti prima, oggi avremmo un soggetto, un player molto più forte, avremmo un piano industriale già avanzato e probabilmente alcune problematiche sarebbero già state risolte.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Lisei.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti in dibattito generale.

A questo punto chiedo ai due relatori se vogliono aggiungere altre considerazioni, repliche.

Prego, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Mi pare eccessivo, onestamente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Chiedo allora alla Giunta.

Prego, assessore Colla.

 

COLLA, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio per la discussione i consiglieri, ma anche la gestione della discussione…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ di silenzio in aula, sennò non riusciamo davvero a sentire chi interviene.

 

COLLA, assessore: Grazie.

Ringrazio anche per la discussione in Commissione. Penso che siamo di fronte ad un atto importante per la Regione Emilia-Romagna, anche perché siamo di fronte alla gestione… Sono d’accordo con chi, il consigliere Caliandro, poneva quasi un atto di rifondazione rispetto a un nuovo mondo dal punto di vista delle fiere.

Stiamo seguendo tutti i progetti industriali di grande qualità, Bologna, ma Rimini, Parma, Piacenza. Stiamo guardando a tutti i progetti industriali che hanno due grandi percorsi: uno, assorbire la botta che abbiamo preso nel 2020 dentro il lockdown; due, iniziare a guardare alle nuove fiere dal punto di vista del grande cambiamento economico e sociale. Provate a immaginare cosa vuol dire “sostenibilità” anche dentro una fiera, cosa vuol dire “digitalizzazione” dentro una fiera, cosa vuol dire “internazionalizzazione” dentro la Fiera.

Siamo quindi su questa discussione. Per quanto riguarda il progetto industriale che stiamo discutendo con il gruppo Bolognafiere, che comprende, non dimentichiamolo mai, Modena e Ferrara, quindi l’asset si completa con l’investimento anche in quelle due fiere. Stiamo parlando di un Piano industriale 2022-2026 che ridisegna, in realtà, più punti. Provo a citarli, per avere consapevolezza anche di come accompagneremo questo progetto. È la partenza, non la fine del progetto. Ad esempio, primo punto, se io dico spazi nuovi, riqualificazione e, dentro quella riqualificazione, anche gli investimenti green, quale idea nuova anche di reputazione di un asset della Fiera, che ovviamente ha sempre una visibilità e quasi una reputazione innovative, come una porta della città... Se dico spazi dico anche che, per consolidare alcune Fiere internazionali, sei vincolato a fare nuovi spazi. L’EIMA, dentro il contratto dell’EIMA, che è una grande Fiera internazionale, ha chiesto più spazi. Quindi, il tema è anche di consolidare alcune Fiere internazionali. Hanno bisogno anche di investimenti di quella portata. Altrimenti, sono note anche le decisioni che possono prendere gli organizzatori delle Fiere.

Secondo. Abbiamo bisogno di definire bene, e lì, nel Piano industriale, è citato, tutte le attività che la Fiera vuole portare. Le attività sono dentro la Fiera, ma per la prima volta anche in relazione fuori dalla Fiera. Un sistema anche territoriale.

Terzo. Un nuovo posizionamento commerciale.

Quarto. Patrimonio e finanza. Permettetemi. Sull’investimento patrimonio e finanza c’è un ruolo della nostra Regione che ha gestito nel 2020... Guardate, passare da 200 milioni a 50 milioni, tecnicamente... Si direbbe che uno deve portare i libri in un luogo. Permettetemi. Abbiamo gestito, anche in rapporto con il Governo e con l’Europa, un passaggio incredibile. Mentre discutevamo quel passaggio, iniziavamo a pensare quale poteva essere il futuro delle nostre Fiere. Ed è lì che abbiamo fatto la discussione anche di un’idea di fusione, ma non abbiamo mai perso di vista il fatto che, pur essendo minoranza, rispettavamo il percorso delle Istituzioni, fino ad essere arrivati al fatto che il rispetto era tale che abbiamo detto: non si può fare un’operazione così senza parlare e discutere con i nuovi sindaci.

Altro punto. Investimenti per 46 milioni, 2022-2026. E poi, permettetemi, un nuovo assetto soci. Si consolida il controllo pubblico, Città Metropolitana, Camera di Commercio, Regione, Città di Bologna. Si consolida un assetto pubblico perché ci crediamo. In questa operazione di nuovo assetto soci, una novità. Vedete, per stare a livello internazionale siamo andati prendere… Sono, perché poi rispetto sempre l’autonomia del CdA, ma io condivido. Dentro a questo piano industriale arriva Informa Group, che è uno dei più grandi organizzatori di fiere al mondo.

Io ho incontrato personalmente l’amministratore delegato Carter. È un gruppo inglese, fa 3 miliardi di fatturato e crede in questa fiera. Farà 25 milioni di investimento. È un equity che può essere poi tramutato in convertendo convertibile, che vuol dire anche la dimensione di un assetto di tale portata, perché quando si parla di internazionalizzazione, devi avere le spalle per fare l’internazionalizzazione, e questo è un soggetto che è leader in aree come l’Asia, Hong Kong, Medioriente. Guardate che ci sarà un’evoluzione, ad esempio, sul Cosmoprof, perché la redditività delle fiere non è più localistica, è internazionale. O stai nel mondo o la tua redditività a livello locale rischia di essere minimale rispetto alla traiettoria e alla capacità di stare con forza nel sistema.

L’altro punto, la digitalizzazione. Ormai le fiere… I prodotti vengono visti molto prima, quindi tu hai bisogno, ad esempio, di far sempre più delle fiere specialistiche di filiera e quindi avere un’idea che il digitale è qualcosa che deve essere dentro la fiera, fuori dalla fiera, in rapporto e sapendo che noi abbiamo sempre investito sul fatto che non è sufficiente il digitale. Le persone si muoveranno; vogliono toccare, vedere, capire, relazionarsi. Le fiere sono un grande investimento relazionale e internazionale.

L’altro punto, non abbiamo mai perso di vista il tema del consolidamento degli organici, permettetemi. Nel 2020 c’era una turbolenza incredibile. Molte fiere, anche in giro per l’Italia, non ha tenuto l’assetto degli organici. Noi non abbiamo perso uno di quei lavoratori. Certo, c’è stato un accordo sindacale. Ci sono state delle discussioni non semplici. Anch’io ho fatto alcune discussioni, ma oggi possiamo dire che questo investimento consolida, rilancio e consolida il personale.

Per quanto ci riguarda, rispetto all’ultima richiesta sul tema dei tempi determinati e già fissato l’incontro della Città metropolitana. Noi siamo presenti come Regione per capire e discutere anche le esigenze dei lavoratori, sapendo che c’è sempre un pezzo anche di stagionalità che devi gestire; ma questo investimento consolida i 400 dipendenti a tempo indeterminato. Se me lo avessero detto nel 2020 non so se saremmo riusciti a gestire questo consolidamento.

Ora abbiamo un’operazione di più di 110 milioni, un’operazione di investimento, 20 milioni in capitale cash. Mi permetta il consigliere Facci, non tanto inoptato, perché il 93 per cento ha aderito all’aumento di capitale sociale, quindi nello scenario stiamo parlando di una percentuale che non mette in discussione né il progetto industriale, né l’assetto finanziario.

Abbiamo poi i conferimenti, che - sono d’accordo - passano a 60 nominali nella comunicazione che ha fatto successivamente alla nostra delibera il CdA, quindi stiamo parlando di valori nominali e sono sempre le perizie del tribunale che decideranno quali valori dare a quegli immobili, che si tramuteranno in assetto azionario. Dall’altra parte, come vi ho detto, 25 milioni di prestito obbligazionario. Questo è lo scenario.

Penso che in questa discussione parlare di fiere voglia dire parlare anche di investimenti fondamentali nel sistema dell’indotto e nel sistema delle nostre imprese. Per ogni euro di investimento che faccio nella Fiera ci sono 2 euro di ritorno sempre. Il CERSAIE mi dicono che stia andando benissimo, oggi andrò a visitare gli stand, è una fiera internazionale, certo un po’ la logistica è in sofferenza, ma meglio un po’ di logistica in sofferenza che poi aggiustiamo, perché se non ci fossero fiere internazionali di questa portata, ci sarebbero un indotto, allestitori e artigiani che non riuscirebbero a lavorare.

Certo che abbiamo discusso anche con il Comune tutti i nuovi assetti anche di logistica, ASPI farà un investimento sulla logistica sulla parte nord, dire tecnopolo e Città della Scienza vuol dire fare investimenti nella logistica. Non spetta a me consegnare qui, perché c’è una Città Metropolitana, un Comune che sta volgendo in quella direzione, ma ho motivo di pensare che ci si stia attrezzando a investimenti logistici di livello europeo anche in quell’area, dove è indispensabile perché ha delle sofferenze.

Per quanto ci riguarda la Fiera di Bologna incrementerà gli spazi espositivi e arriverà ad avere 900.000 metri quadrati efficienti, sostenibili sempre di più, cosa che ti permette di avere quelle fiere internazionali, ma – permettetemi ‒ l’altra cosa nel Piano industriale è che noi dobbiamo attrarre anche Fiere di media dimensione per sempre più riempire il calendario delle Fiere. Ne annunceremo a breve alcune che stanno arrivando. Il tema del come noi riempiamo il calendario delle Fiere è fondamentale.

L’altro è promuovere pacchetti legati alle Fiere nel territorio. Quando una persona viene in Fiera deve sapere che c’è un tecnopolo di livello internazionale, che ci sono musei di livello internazionale, che ci sono iniziative, ci sono bellezze culturali e quant’altro. È un pacchetto complessivo che noi consegniamo. Vale per Bologna, ma vale anche per le altre Fiere. In questa operazione penso che il quartiere sarà un nuovo quartiere, di grande qualità, anche dal punto di vista del design. Dobbiamo fare anche l’altra grande operazione, in quei più di 110 milioni, indispensabile. Dobbiamo aggredire il cambiamento tecnologico. Le Fiere hanno bisogno di esporre il più grande livello di cambiamento tecnologico. Gli investitori che arrivano hanno bisogno di relazionarsi e di presentare i più grandi investimenti tecnologici che sono in campo. Questo è il punto per riuscire, poi, a dare una risposta per far reggere il lavoro.

Non dimentichiamoci la discussione anche di carattere generale. L’investimento che questa Assemblea ha fatto sulla legge per la Fiera a Piacenza sta funzionando, si sta allargando, ha funzionato, funziona. L’investimento che stiamo facendo nella discussione con Rimini è una Fiera ed è un ottimo progetto industriale. L’investimento che stiamo discutendo sul progetto industriale di Parma sta reggendo benissimo, anche le condizioni finanziarie. E stiamo discutendo con Milano... Perché noi siamo aperti alle discussioni. Pensiamo che allargarci anche a un do ut des di livello internazionale faccia bene. Penso che ci sia, sulle Fiere, una nuova Via Emilia che guarda anche al sistema, ovviamente, internazionale, della Fiera di Milano. Dentro questa operazione, però, permettetemi, non è che come Emilia-Romagna abbiamo cambiato idea. Non abbiamo perso di vista la possibilità, e continueremo ad andare in quella direzione, pur essendo minoranza, di comunque consolidare le spalle delle nostre Fiere per far sì che abbiano la forza internazionale.

Penso che si riaprirà la discussione Bologna e Rimini. Certo, in un film diverso. Ma era indispensabile che si riaprisse sul consolidamento dei progetti industriali. Quella discussione abbiamo motivo di pensare, anche per le relazioni che abbiamo con i due sindaci, che non solo si possa riaprire, ma che ci sarà una nuova discussione che guarda al sistema delle nostre Fiere, al sistema dell’Emilia-Romagna e delle nostre fiere quale idea in grado di creare occupazione, in grado di stare sulle filiere, in grado di stare nel mondo.

Su questo non direi una cesura, ma il piano industriale è la nuova apertura di una nuova discussione. Questo è il tratto che vi consegno come Giunta delle valutazioni che portiamo a questa Assemblea. Grazie comunque per la competenza e la qualità della discussione che avete fatto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

A questo punto passiamo all’esame dell’articolato.

Prima nominiamo gli scrutatori: Bessi, Daffadà e Stragliati.

Ora passiamo all’esame dell’articolato. Partiamo dall’articolo 1.

Articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1 per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 3.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo ora all’articolo 4, ultimo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora passiamo ai due ordini del giorno.

Scusate, è arrivato un terzo ordine del giorno poco fa. Quindi sono tre gli ordini del giorno. Partiamo dall’ordine del giorno 1.

Allora, prima ricordiamo quali sono i tre ordini del giorno e poi facciamo la discussione generale, se qualcuno vuole intervenire sugli ordini del giorno.

Il primo ordine del giorno è il 5320/1, a firma dei consiglieri Caliandro, Piccinini, Zamboni, Taruffi, Bondavalli, Zappaterra. Il secondo ordine del giorno, il 2, è a firma dei consiglieri Piccinini, Caliandro, Taruffi e Facci. L’ultimo ordine del giorno, il n. 3, è a firma del consigliere Mastacchi.

Dibattito generale. Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Gli ordini del giorno che sono pervenuti sono estremamente interessanti, però affrontano aspetti parzialmente coincidenti e necessariamente parzialmente divergenti.

Il primo ordine del giorno è indubbiamente abbastanza suggestivo, perché invita sostanzialmente la Giunta, nell’ottica di sviluppo e di riqualificazione degli spazi della Fiera, ad avere a cuore di prendere in considerazione l’aspetto della rigenerazione urbana, dell’accessibilità, della svolta green, eccetera, e soprattutto tenere in considerazione la questione legata alla comunità energetica e quindi che nella realizzazione di nuove infrastrutture vi sia questa attenzione all’aspetto del contenimento dei costi dell’energia.

Non si può non essere d’accordo, però mi riallaccio a quello che ho detto prima nel mio intervento rispetto a un’opacità che c’è nel piano di sviluppo industriale di Bolognafiere SPA rispetto alle infrastrutture del futuro, rispetto a quello che sarà l’assetto della Fiera di Bologna.

La Fiera di Bologna del domani non è nemmeno immaginata, si parla genericamente di un’espansione a nord, perché c’è bisogno di più spazio, e poi si prende in considerazione l’aspetto che c’è il casello autostradale vicino. Nel bene o nel male questo sviluppo infrastrutturale avrà un impatto sulla città imponente, e allora questo tipo di prospettazione in maniera puntuale, in maniera non necessariamente precisa, ma il più possibile delineata, nel Piano industriale non c’è. Nel Piano industriale si è semplicemente rimarcata la necessità di uno sviluppo, la necessità di avere risorse, che stiamo erogando, e di avere un apporto successivo a livello di conferimenti in natura. Aspetto sul quale, ripeto, l’opacità è estrema. Già nei valori lo si capisce. Come ho detto prima, nel verbale di Assemblea si parla di “fino a 60 milioni”; nei documenti della Regione allegati e introduttivi del presente progetto di legge si parla di 30 milioni. Quindi, già questo è un disallineamento non banale.

Come ho sempre detto prima, il conferimento in natura andrà a ridurre la nostra partecipazione, il valore della nostra partecipazione, che pure oggi noi andiamo ad aumentare. Quindi, avrà un impatto economico importante. Non può essere trascurato o trattato con leggerezza.

Nel momento in cui questo ordine del giorno parla delle infrastrutture dicendo “vorremmo che le infrastrutture comunque corrispondessero a questi criteri”, certamente ‒ ripeto ‒ non possiamo non aderire, ma è un ordine del giorno che rimane, sostanzialmente, collegato a un qualcosa che, di fatto, oggi non è chiaro. Quindi, questo ci porta a esprimere una piccola perplessità sulla bontà di una richiesta che poggia su un qualcosa che, in realtà, oggi è ancora fumoso.

Il secondo ordine del giorno, invece, l’ho anche sottoscritto, e ringrazio gli estensori, la prima firmataria Piccinini. Perché? Perché tiene conto o, comunque, vuole che si tenga conto di quella che è una esigenza che è emersa, una richiesta fatta dai vari soggetti che, dal punto di vista lavorativo, hanno a che fare con Bolognafiere e che hanno rappresentato, non da ultimo nei giorni scorsi, con una serie di rivendicazioni, il loro... Hanno contestato il loro non coinvolgimento in questo Piano industriale, il fatto che il Piano industriale non li contempli, nemmeno indirettamente. Quindi, richiedere che comunque il Piano industriale sia accompagnato da una maggiore attenzione, una maggiore sensibilità riteniamo che sia assolutamente necessario.

Il terzo ordine del giorno, arrivato da pochi minuti, a firma Mastacchi, ovviamente ragiona su quella che è una evidenza. Pensare uno sviluppo infrastrutturale come quello appena abbozzato nel piano industriale di un’espansione a nord e quindi di un inglobamento di una serie di territori per realizzare nuovi spazi mette naturalmente in discussione l’attuale assetto viario. Dovrà necessariamente essere rivisto, potenziato.

Quindi, la richiesta di valutare un piano di viabilità straordinario, che tenga conto, appunto, di questi cantieri, e quindi di programmarli in modo tale che non vi sia una paralisi della città è sicuramente una richiesta di buonsenso. Quindi, credo che su questi ordini del giorno dobbiamo avere un approccio, come dire, pratico e in un qualche modo ritagliato su quella che effettivamente è oggi la nostra situazione.

Sulle infrastrutture noi non abbiamo alcun tipo di progetto, abbiamo solo dei desiderata. Bisogna conoscere nel dettaglio quali sono questi progetti per capire effettivamente quello che sarà l’impatto non solo sulla città, dal punto di vista pratico, ma anche rispetto alla nostra partecipazione e al valore della stessa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Dunque, ho chiesto la parola perché con il consigliere Mastacchi stiamo ragionando sulla possibilità di modificare l’ordine del giorno e la sua stesura in modo tale da poterlo rendere anche approvabile per la maggioranza.

Quindi, chiederei una sospensione dei lavori per una decina di minuti in modo tale da poter condividere.

 

(interruzione)

 

CALIANDRO: Noi però ce lo guardiamo appena tu sei pronto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Se siete d’accordo, non ci trovo niente… Va benissimo. Dieci minuti di sospensione per lavorare all’ordine del giorno condiviso.

 

(La seduta sospesa alle ore 11.32 è ripresa alle ore 11.47)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i lavori.

Comunico che è pervenuto un ulteriore ordine del giorno, l’ordine del giorno n. 4, sempre a firma del consigliere Mastacchi.

Siamo in dibattito generale sugli ordini del giorno. Chi si iscrive a parlare? Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Ringrazio anche il relatore Caliandro per l’interlocuzione che abbiamo avuto.

Preannuncio che con la presentazione dell’ordine del giorno n. 4 ritiro l’ordine del giorno n. 3, che in sostanza è lo stesso modificato e aggiustato a valle della chiacchierata che abbiamo fatto. Due parole solo per illustrarlo.

Si tratta di un argomento che avrei voluto trattare qualche giorno fa in Commissione, poi purtroppo non ho potuto partecipare per motivi di salute. Approfitto anche per ringraziare la presidente Rontini, che aveva calendarizzato con molta puntualità i miei atti, che sono anche stati discussi. Ho potuto seguire a distanza le argomentazioni.

Io ho sentito le parole molto rassicuranti dell’assessore Colla, che credo siano credibili. La Fiera di Bologna, a valle di questo periodo buio che ha attraversato e con questo colpo di reni che è stato dato per uscirne, avrà sicuramente un momento di grande rilancio e, quindi, di forte sviluppo. Di conseguenza, mi concentro su questo argomento, che è quello del traffico in Zona Fiera, che avrà certamente un maggiore carico di traffico, traffico che, come sappiamo tutti bene, fra l’altro proprio in questi giorni, è già molto critico oggi.

Credo che sia importantissimo, ai nastri di partenza di un investimento e di un percorso di rilancio così importante, prevedere anche tutti quelli che saranno gli effetti sulla città e, quindi, non commettere l’errore che è stato fatto con l’Aeroporto di Bologna, che è cresciuto pian piano e poi ci si è accorti a un certo punto che, anche dal punto di vista dell’impatto, del rumore, del traffico e di tutto quello che ne consegue, diventa ingestibile. Peraltro, ci sono un po’ di problemi anche con la gestione del traffico quando ci sono le emergenze, un discorso che riguarda in particolare il Comune di Bologna, quindi proprio la gestione anche della Polizia locale e degli interventi che possono essere fatti quanto meno per attenuare.

Con questo ordine del giorno, quindi, chiedo alla Giunta di impegnarsi a favorire la realizzazione di un piano viabilità straordinario che tenga conto dei cantieri e dell’assetto finale del polo fieristico di Bologna e a prevedere una discussione con il Comune di Bologna e la Città Metropolitana in ambito di programmazione dei lavori di cantierizzazione per la realizzazione di un piano viario straordinario che impedisca la completa paralisi della mobilità in zona Fiera.

Tante volte ci si accorge degli effetti di un cantiere quando il cantiere è già aperto. Quindi il rischio è poi di dover rincorrere i problemi man mano che si presentano. Invece, in questo caso, anche alla luce del fatto che proprio contestualmente stanno partendo due interventi che sono storici, si possono dire, perché sia il passante di mezzo che la realizzazione della linea tram si intersecheranno fra di loro e creeranno sicuramente una serie di disagi a tutta la nostra zona, credo sia importante prevedere bene, aprire un tavolo di discussione e mettere in campo tutte le forze possibili per attenuare i problemi, perché sappiamo già che ci saranno, ma quantomeno bisogna cercare di attenuarli.

Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: La ringrazio, presidente.

Solo per confermare quanto già detto in occasione della discussione sull’articolato nella sua complessità e dei due ordini del giorno presentati insieme alla collega Piccinini.

Per quello che riguarda, invece, l’ultimo ordine del giorno rivisto dal collega Mastacchi, risulta accoglibile da parte del Partito Democratico, anche perché abbiamo cercato di sfumare anche un po’ le diversità fisiologiche che ci sono tra punti di vista e perché si concentra su aspetti di grande importanza anche per il rilancio della Fiera.

Il fatto che ci sia una gestione del traffico attenta e che aiuti la defluenza non soltanto dalla zona fieristica, ma anche all’utenza cittadina è una questione di primaria importanza, della quale la Regione stessa si fa carico. Chiaramente lo fa unitamente agli attori che saranno ANAS, Città Metropolitana, Comune di Bologna, insomma gli attori istituzionali.

Per questo ci si impegna nei limiti delle proprie possibilità e competenze. La proposta, quindi, di un’attenzione al tema della viabilità è una questione che già è centrale nel dibattito politico di questa Regione. Adesso non è presente l’assessore Corsini, ma il tema è stato affrontato più volte. Anche la realizzazione del sistema tramviario bolognese, che rappresenta un’eccellenza nel panorama nazionale, è una grande occasione di rilancio della Fiera, della qualità della vita cittadina, della città a consumo di emissioni di CO2 ridotte.

Si tratta di grandi opere che richiedono grandi interventi. Un po’ di fatica dovremo farla, ne siamo consapevoli, ma per il bene dell’Emilia-Romagna e del Comune di Bologna sono sofferenze che possiamo soffrire.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ricordo che siamo in discussione generale sugli ordini del giorno, è stato ritirato il n. 3 a firma Mastacchi, che poi ha presentato invece il n. 4, sempre a firma Mastacchi.

Ci sono altri interventi in discussione generale? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Solo per chiedere di aggiungere la firma all’ordine del giorno del collega Mastacchi. Preannuncio che li voterò tutti e tre, uno è a prima firma mia, quindi per ovvi motivi lo voterò, il secondo è quello del collega Caliandro sulle comunità energetiche, e ho già detto che siamo assolutamente d’accordo, e il terzo è quello del collega Mastacchi. Riconosciamo le criticità anche della viabilità del quartiere fieristico, per questo chiedo anche di sottoscriverlo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, abbiamo già aggiunto la sua firma.

Ci sono altri interventi? Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Alla luce della modifica intervenuta sull’ordine del giorno a firma Mastacchi, confermo la nostra adesione a questa preoccupazione, però faccio un’ulteriore riflessione.

La questione della realizzazione di nuove infrastrutture, cioè gli investimenti che la Fiera di Bologna farà nella realizzazione di nuove infrastrutture, stando al piano industriale, saranno oggetto di approfondimento nel periodo 2023-2024, in funzione delle reali esigenze e della situazione economico-finanziaria del gruppo.

È chiaro quindi che tutto quello che diciamo oggi rispetto a queste infrastrutture in realtà è una dichiarazione di intenti, che dovrà fare i conti con quello che poi effettivamente l’assemblea dei soci andrà a decidere rispetto a questo sviluppo. Benissimo tutto, quindi, in qualche modo aderiamo a questa impostazione, però, come dicevo prima, o viene fatta chiarezza il prima possibile su quello che la Fiera vorrà fare oppure noi continuiamo fondamentalmente a parlare in astratto. Credo che questo non sfugga ad alcuno.

Bene l’aumento di capitale, bene dare denari dove si è in difficoltà, ma quello che la Fiera vorrà fare in termini infrastrutturali non lo conosciamo ancora, non sappiamo quello che verrà effettivamente conferito dai soci in natura, se lo faranno (verosimilmente sì, però potrebbero non farlo).

È ovvio, non ho dubbi, che l’assessore Colla in primis sarà soggetto attento e vigile sul garantire non solo la tenuta della partecipazione societaria della Regione e in qualche modo anche il suo valore, ma anche nel far capire se quello che in un qualche modo verrà fatto sia effettivamente rispondente all’esigenza di un pieno e completo rilancio di questo importante asset.

Tengo a dirlo perché sembra che domani mattina partano delle infrastrutture. No, non c’è ancora nulla. C’è addirittura una delega in bianco, che ho criticato, come modalità, nel mio intervento di prima, che vale tre anni. Poi magari si esaurisce in poco tempo, ma fino a tre anni da questo momento c’è questa valutazione di fare questo aumento di capitale. Stiamo parlando quindi di un tempo ampiamente dilatato.

Forse sarebbe anche il caso, in particolare per quanto riguarda la mobilità, visto che di questo in Regione si parla, di valutare che cosa si vuol fare, magari, nella fase transitoria, in questo periodo, visto che il rilancio, la ripartenza, per fortuna, delle fiere in presenza sta comunque rimettendo in difficoltà tutta la città e l’area circostante.

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ho altri iscritti in discussione generale sugli ordini del giorno.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione per alzata di mano l’ordine del giorno n. 1, a firma Caliandro, Piccinini, Zamboni, Taruffi, Bondavalli e Zappaterra.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno n. 2, a firma Piccinini, Caliandro, Taruffi, Facci.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

L’ordine del giorno n. 3 è stato ritirato.

Passiamo all’ordine del giorno n. 4, a firma Mastacchi, Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo ora alla votazione finale del progetto di legge oggetto 5320 con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 33

Favorevoli 32

Contrari 0

Astenuti 0

 

È approvato.

 

OGGETTO 5395

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Proposte di Variante cartografica al Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), proposte dalla variante specifica al Piano Strutturale del Comune di Formigine (MO) adottata con delibera del Consiglio comunale n. 126 del 16/12/2021”. (97)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’atto amministrativo 5395: “Proposte di Variante cartografica al Piano Territoriale Paesistico Regionale, proposte dalla variante specifica al Piano Strutturale del Comune di Formigine adottata con delibera del Consiglio comunale n. 126 del 16/12/2021” (Delibera di Giunta n. 1109 del 04 07 22).

La Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità ha espresso parere favorevole nella seduta del 14 settembre 2022 con la seguente votazione: 29 voti a favore, nessun contrario e 13 astenuti.

Passiamo alla discussione generale sul provvedimento. Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Un intervento molto breve. Abbiamo affrontato il tema in Commissione Territorio e Ambiente, tema che riguarda una riperimetrazione che ha acquisito tutti i pareri necessari per la ridefinizione del Parco archeologico, la cui iniziale attività risale al 1993, con un ampliamento del Parco in fasi successive e con campagne di scavo diverse nel corso del tempo. È una riperimetrazione in diminuzione dell’area archeologica, che prevede anche la cessione ad attività a proprietà pubblica del sito dove sono state rilevate nel caso specifico le necropoli, a seguito appunto di questi scavi, e un’esclusione dalla riperimetrazione dell’area archeologica del territorio ormai in conclusione di verifica nel corso degli anni, che permetteranno, da una parte, la tutela del parco archeologico maggiormente rilevante e il recupero anche dell’area certamente compromessa nel corso del tempo per le attività di scavo, in un processo che vede che vedrà poi la riqualificazione dello stesso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

È un intervento molto atteso nella frazione di Casinalbo da parecchi anni. È certamente, quindi, positivo questo, che ci possa essere un recupero e una riqualificazione dell’intera zona.

Come annunciato e come votato in Commissione, il voto sarà di astensione in coerenza con il voto locale, quindi con il voto della minoranza locale, perché permangono delle criticità forse non completamente risolte per quanto riguarda la viabilità, i sottopassi, che sarebbero necessari o quant’altro per la questione sempre della Sassuolo-Modena che transita e divide il paese, la frazione.

Quindi, bene il recupero. Speriamo che a livello locale, appunto, si possano risolvere alcuni nodi e alcune questioni ancora. Quindi, diciamo un’astensione positiva.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Nessun intervento in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione per alzata di mano il provvedimento, l’atto amministrativo oggetto 5395.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

OGGETTO 5633

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Variante cartografica al PTCP/PTPR presentata nell’accordo di programma per la costituzione di un parco archeologico in rete nei comuni della Valle del Rubicone. Proposta all’Assemblea legislativa dell’intesa sulle modifiche cartografiche al Piano Territoriale Paesistico Regionale”. (98)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’atto amministrativo 5633: “Variante cartografica al PTCP/PTPR presentata nell’accordo di programma per la costituzione di un parco archeologico in rete nei comuni della Valle del Rubicone. Proposta all’Assemblea legislativa dell’intesa sulle modifiche cartografiche al Piano Territoriale Paesistico Regionale” (Delibera di Giunta n. 1439 del 29 08 22).

La Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità ha espresso parere favorevole nella seduta del 14 settembre 2022 con la seguente votazione: 29 voti a favore, nessun contrario, 13 astenuti.

Discussione generale. Consigliera Montalti Lia, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

La delibera che discutiamo oggi in Assemblea legislativa è l’ultimo atto di un percorso complesso, finalizzato alla realizzazione del parco archeologico del Rubicone e di una bretella di collegamento tra la via Emilia e il casello autostradale Valle del Rubicone, due opere strategiche che rispondono alle esigenze non solo di viabilità del Rubicone, ma di un’importante valorizzazione del patrimonio storico e culturale del nostro territorio.

Un iter che è stato avviato dopo alcuni ritrovamenti di eccezionale interesse archeologico, avvenuti durante gli scavi per la bretella. I reperti verranno, grazie a questo nuovo progetto, conservati e valorizzati nel parco archeologico del Rubicone, ma la proposta non si esaurisce qui. Essa si inquadra in un progetto più ampio, da svilupparsi in collaborazione con il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, la Sovrintendenza Archeologica Belle Arti delle province di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.

Gli obiettivi sono mettere in rete un sistema di fruizione sia naturalistico, sia storico, la valorizzazione e la messa in rete dei musei già presenti nell’area del Rubicone, la realizzazione di una nuova sede museale. una strategia unitaria che doterà i Comuni di un programma di valorizzazione e di promozione turistica e culturale, attraverso un’azione territoriale coordinata.

Il Rubicone con il suo carico simbolico è conosciuto in tutto il mondo, e con quest’opera si andrà a realizzare un luogo di valorizzazione riconoscibile e capace di unire i territori attraverso un museo diffuso, in cui tutti i Comuni si sono riconosciuti con una partecipazione fattiva anche all’investimento. Quest’opera avrà il pregio di far coincidere lo sviluppo del territorio dal punto di vista della viabilità e del comparto produttivo con la valorizzazione di un patrimonio storico e culturale unico al mondo.

Centrale e strategica per il progetto del parco archeologico in rete è la realizzazione della bretella di collegamento tra la via Emilia, in località San Giovanni in Compito, ed il casello autostradale A 14 Valle del Rubicone, un elemento di cucitura fondamentale per l’area degli scavi archeologici già attuati e futuri e per tutta la viabilità del territorio.

La strada, che diventerà un’infrastruttura fondamentale per il Rubicone, si inserisce all’interno di un programma strategico territoriale di riqualificazione dell’area vasta, così come pianificato nel programma triennale delle opere pubbliche della Provincia di Forlì-Cesena, e verrà realizzata con un finanziamento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nell’ambito dei fondi FSC già destinati alla Regione Emilia-Romagna, un finanziamento pari a 7 milioni di euro.

L’affidamento del cantiere è previsto per la fine dell’anno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Nessun intervento in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’oggetto 5633 per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Dovremmo passare all’oggetto 5643, ma sospendo un attimo l’aula perché manca la vicepresidente, che mi dovrebbe sostituire.

 

(La seduta sospesa alle ore 12.10 è ripresa alle ore 12.11)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, la ricreazione è finita.

 

OGGETTO 5643

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna”. (99)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ripartiamo con l’oggetto 5643: proposta d’iniziativa della Giunta recante “Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna”, delibera di Giunta n.  1461 del 29 agosto 2022. La Commissione politiche economiche ha espresso parere favorevole nella seduta del 20 settembre 2022 con la seguente votazione: 28 voti a favore, 11 astenuti, nessun contrario, apportando modifiche al testo.

Il relatore della Commissione, consigliere Daffadà Matteo, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Rainieri Fabio, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Do, quindi, la parola al relatore, consigliere Daffadà. Ha venti minuti a disposizione.

 

DAFFADÀ, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Oggi tutti noi in Assemblea siamo chiamati a confrontarci e ad approvare un provvedimento fondamentale per il nostro territorio, che applica e attua la programmazione agricola, uno dei perni delle politiche dell’Unione europea.

Ringrazio innanzitutto i colleghi di maggioranza per avermi concesso il privilegio di essere relatore di questo importante provvedimento. Ringrazio l’assessore Mammi per l’attenzione costante ai bisogni delle filiere agricole. Ringrazio il relatore di minoranza, collega Fabio Rainieri, per il contributo e la collaborazione, i colleghi e gli staff degli Assessorati e delle Commissioni, con i quali ho iniziato a collaborare fin dall’inizio in questo percorso, che oggi ci porta a chiudere l’iter per la definitiva approvazione del Piano di sviluppo rurale 2023-2027. Ringrazio anche le associazioni e gli altri soggetti che sono stati coinvolti al tavolo regionale nella fase partecipativa, che è durata qualche mese, condotta dalla Giunta. Il loro contributo costruttivo ha permesso di definire con puntualità i passaggi di questa programmazione.

Un dato rilevante che va sottolineato è che con questo strumento la Regione potrà contare complessivamente su 913.000.000 di euro di risorse economiche a supporto del nostro sistema agricolo e agroalimentare, ovviamente sommando anche i primi due anni, 2021 e 2022. Una dotazione finanziaria che rappresenta la quantità di risorse più alta assegnate allo sviluppo rurale nelle ultime programmazioni, 132 milioni di euro in più rispetto al PSR 2014-2020, e al contempo anche la quota più alta tra le Regioni del centro-nord Italia.

Il nuovo PSR 2023-2027 ha caratteristiche importanti di novità non solo nei contenuti e nelle quantità di risorse messe a disposizione, ma anche nel meccanismo con cui è stato costruito.

Nel 2020, alla scadenza del ciclo di programmazione, tutti i programmi di sviluppo rurale europei sono stati prorogati di due anni, appunto 2021 e 2022. La pandemia ha reso necessario un periodo di transizione per garantire continuità agli interventi di sviluppo rurale. Allo stesso tempo, i modelli di politica agricola comune hanno subìto un lungo processo di revisione terminato nel 2021, che ha portato al superamento dei programmi di sviluppo rurale regionali, così come li abbiamo sempre intesi.

Dal punto di vista dell’organizzazione e della gestione, la riforma attribuisce maggiore autonomia e maggiori responsabilità agli Stati membri, non più chiamati solo ad applicare regolamenti scritti a Bruxelles, ma a fare una serie di scelte capaci di catturare le specificità nazionali, adattando l’offerta di politiche ai reali bisogni dei territori e dei comparti.

In estrema sintesi, possiamo dire che il complemento per lo sviluppo rurale è una delle novità della nuova programmazione europea in agricoltura, che prevede un unico documento nazionale su cui concorrono, con delle specificità, i complementi delle singole Regioni. Il complemento regionale non assume nuove scelte rispetto al piano strategico nazionale, ma declina la strategia a livello territoriale, evidenziando specificità e aspettative dei soggetti beneficiari.

La sfida che il regolamento europeo sulle disposizioni comuni ci ha posto è quella di programmare tenendo al centro la vocazione territoriale. In proposito, mi preme sottolineare che la Regione Emilia-Romagna, nel programmare le proprie politiche e le risorse in maniera integrata e organica, condivide e attua la massima collaborazione con i sottoscrittori del Patto per il lavoro e per il clima. In particolare il complemento di cui ci occupiamo è stato oggetto di discussione e condivisione con il tavolo di partenariato regionale per lo sviluppo rurale.

C’è una novità importante anche sul fronte delle risorse messe a disposizione. Il 40 per cento di queste risorse, quasi 372 milioni di euro, arriva dall’Europa, mentre il restante 60 per cento si divide tra un finanziamento statale, 379 milioni di euro, e regionale 162,5 milioni di euro.

Venendo alle specificità del nostro PSR, la programmazione regionale delle risorse prevede tre aree principali di intervento: competitività, sostenibilità ambientale e sviluppo equilibrato dei territori, a cui si aggiunge una priorità trasversale che riguarda la digitalizzazione e l’innovazione.

Veniamo, quindi, brevemente a vedere queste tre aree. Prima area, competitività dell’agricoltura, sostegno per innovazione export e filiere. Alla competitività del settore agricolo emiliano-romagnolo vanno oltre 286 milioni di euro, circa il 31 per cento del totale. La competitività passa attraverso l’innovazione delle produzioni, il potenziamento delle filiere agricole e forestali, il sostegno dell’export e dell’internazionalizzazione, lo sviluppo della filiera corta e dei mercati locali, il sostegno delle aree montane e svantaggiate e il sostegno alle aziende nel fronteggiare il cambiamento climatico.

La competitività è considerata una delle leve fondamentali per dar vita a un settore agricolo sempre più adattabile e diversificato e poter garantire la sicurezza alimentare a lungo termine.

Seconda area, Sostenibilità ambientale, aiuti per il biologico, per ridurre le emissioni delle aziende agricole e per far fronte alla siccità. La sostenibilità ambientale può contare su una dotazione di 404 milioni di euro, pari al 44 per cento delle risorse totali. In quest’area sono previsti interventi per tagliare l’impiego della chimica e favorire metodi di agricoltura biologica e integrata, ridurre le emissioni nei processi produttivi agricoli, in particolare nel settore zootecnico, ottimizzare l’uso delle acque e il loro stoccaggio, salvaguardare il patrimonio forestale e animale.

Terza area, Sviluppo equilibrato dei territori, contributi per giovani agricoltori e progetti di sviluppo locale. Per lo sviluppo equilibrato dei territori, le risorse ammontano a oltre 149 milioni, pari al 16 per cento delle risorse. L‘obiettivo primario è quello di rafforzare il tessuto socio-economico delle zone rurali, in sinergia con le strategie territoriali per le aree interne montane.

Gli interventi programmati vogliono favorire il ricambio generazionale delle aziende con l’ingresso di giovani agricoltori professionalizzati, il contrasto allo spopolamento delle aree montane ed interne, progetti di sviluppo locale con partenariati pubblico/privati.

Come già anticipato, ci sono poi delle azioni trasversali a tutte le aree di intervento appena elencate, che servono per sostenere l’innovazione e il digitale in agricoltura e nelle alle aree rurali, che hanno un budget complessivo di circa 51 milioni, pari al 5,5 per cento delle risorse totali.
Sono previste, infine, spese tecniche che concorrono per il 2,5 per cento della spesa complessiva.

Durante i lavori in Commissione, nella seduta del 20 settembre 2022, abbiamo esaminato la proposta in oggetto, esprimendo parere favorevole, apportando modifiche al testo originario proposto dalla Giunta con l’approvazione di alcuni emendamenti proposti dall’assessore e dalla Giunta stessa, un emendamento proposto dal relatore di minoranza, il collega Rainieri, e due emendamenti proposti dalla maggioranza, volti ad ampliare la platea dei beneficiari degli interventi sulle infrastrutture irrigue e di bonifica, per garantire maggiore diffusione agli interventi già programmati.

Oggi siamo chiamati a chiudere questo iter legislativo del complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico PAC 2023-2027 della nostra Regione, affinché il provvedimento approvato possa essere trasmesso dalla Giunta al Ministero, che successivamente lo invierà alla Commissione europea per l’approvazione finale, che speriamo possa avvenire entro la fine dell’anno.

L’approvazione del Piano strategico e delle politiche agricole comuni 23-27 per l’Italia avverrà con decisione da parte della Commissione europea. Tra la fase di approvazione dello stesso e quella di approvazione del complemento regionale per lo sviluppo rurale vi sarà necessariamente un’attività negoziale, che richiede tempi celeri di risposta.

L’Assemblea legislativa, approvando il complemento in oggetto, autorizza la Giunta a condurre il negoziato tecnico. Successivamente, riferirà l’Assemblea sull’andamento delle procedure di negoziato, e comunque, al termine della trattativa vi sarà il nuovo passaggio in Assemblea legislativa dell’oggetto, così come modificato a seguito della trattativa con la Commissione europea.

Mi preme precisare che la strategia del complemento di programmazione per lo sviluppo rurale è stata elaborata in piena coerenza con le scelte contenute nel Piano strategico nazionale per la PAC 23-27, e con l’obiettivo di operare in sinergia con gli interventi del PNRR e gli altri fondi comunitari.

Inoltre, esso si inserisce in una visione strategica e unitaria della programmazione dei fondi europei, nazionali e regionali, che ha i seguenti riferimenti prioritari; il Patto per il lavoro e per il clima, il DSR 21-27, la strategia di specializzazione intelligente 21-27, la strategia regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l’Agenda digitale 20-25 Emilia-Romagna Data Valley Bene Comune. Esprimo, infine, la mia soddisfazione, la nostra soddisfazione per alcune particolari misure di sostegno garantito dalla Regione per favorire l’ingresso dei giovani in agricoltura, un passo decisivo verso l’innovazione dei saperi; il sostegno alle donne, a cui saranno accordate priorità specifiche, il cui pieno coinvolgimento nel processo di sviluppo è coerente con le strategie regionali; i 70 milioni di euro che andranno alle imprese che si trovano in zone di montagna, un aiuto all’economia con ricadute positive a livello ambientale e sociale.

Altro tema che ci sta a cuore, e che ha trovato allocazione nel PSR, è il sostegno alla realizzazione di una rete di piccoli invasi, ben diffusi e con basso impatto paesaggistico, che possa svolgere molteplici funzioni a servizio delle imprese agricole del territorio, che sia complementare anche agli interventi che stiamo auspicando, con anche vari interventi fatti in Assemblea per opere anche un po’ più “sostanziose”.

Parte delle risorse di questo ambito andranno, come già detto prima, ai Consorzi di bonifica, un sistema molto competente, valido ed efficiente della programmazione e della progettazione. Presenteremo inoltre, a questo atto, un emendamento, un ordine del giorno a prima firma, come maggioranza, della nostra capogruppo, Marcella Zappaterra, per valorizzare l’agricoltura conservativa e un maggiore aiuto anche economico rispetto a questi temi, ma per chiedere anche azioni a favore – questo è l’ordine del giorno – dell’ambiente, dell’agricoltura 4.0 e di altre iniziative. Comunque, poi la capogruppo relazionerà rispetto a questo tema. Poi anche il relatore di minoranza presenterà altri emendamenti, sui quali troverà anche il nostro favore. Dobbiamo ancora vedere l’ultima stesura, però credo che potremmo trovare e possiamo trovare la convergenza. Auspico che la programmazione prosegua spedita nel suo iter.

Concludo questo intervento ringraziando nuovamente l’assessore Mammi, che ha svolto un grande lavoro nel costruire questo programma, con tutto lo staff dell’Assessorato, con il direttore generale Valtiero Mazzotti, Valeria Montanari, e tutta la struttura per l’impegno profuso con competenza e passione. Ringrazio anche il nostro staff, lo staff del Legislativo del Partito Democratico, perché è stato molto attento rispetto ai temi e rispetto anche all’atto. Del resto, si parla di circa 500 pagine, che non è poca cosa. Quindi, davvero li ringrazio per la collaborazione che hanno avuto e che ci hanno dato in queste due settimane anche abbastanza compresse e anche complicate.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola adesso al consigliere Rainieri, che è il relatore di minoranza.

 

RAINIERI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Credo che sia importante ribadire che questo documento programmatico regionale ha una valenza strategica fondamentale per l’economia e lo sviluppo anche sociale della nostra regione. Purtroppo, però, per ragioni perlopiù indipendenti dall’attività di questa Amministrazione regionale, siamo costretti a discuterlo in tempi molto brevi e in modo affrettato e inevitabilmente approssimativo. Il problema non è, comunque, solo quello dei tempi stretti che ci sono stati dati per discuterlo, ma anche nei suoi contenuti. Rimane, infatti, un documento poco specifico, un documento che, riguardo alle peculiarità dell’agricoltura della nostra regione, dell’Emilia e della Romagna, è troppo caratterizzato da un’impronta generale nazionale, e mi verrebbe da aggiungere anche europeo. L’agricoltura italiana è molto variegata e ha bisogno di interventi specifici e diversi nelle varie regioni. Non è un caso che la competenza legislativa e regolamentare sull’agricoltura sia attribuita alle Regioni, e non è mai stata messa in discussione, come invece per altre materie, tipo il turismo. Per la stessa ragione, il complemento di programmazione della PAC dovrebbe essere più rispettoso di questa autonomia e meno centralizzato a livello nazionale.

A parte questo, il dubbio più forte sull’efficacia di questa programmazione quinquennale è il fortissimo privilegio per l’agricoltura biologica. La Giunta regionale ha deciso di dedicare specificatamente il 20 per cento delle risorse della PAC regionale, a cui si aggiungono fondi di altre voci, oltre alla priorità sul biologico per tanti altri interventi, all’obiettivo europeo del 25 per cento di agricoltura biologica in tutta Europa.

Il rischio è quello di penalizzare troppo l’agricoltura tradizionale, ma non meno rispettosa delle regole dell’agricoltura, e di conseguenza l’autonomia dell’approvvigionamento alimentare e nazionale ed europeo. Non dimentichiamoci che noi siamo la prima regione a produzione di prodotti DOP, prodotti che tutti cercano di imitare, che tutti ci invidiano, ma che in questo modo rischiamo di penalizzare o di far diventare un prodotto meno qualificato di quello biologico.

Proprio in questi ultimi mesi caratterizzati da eventi bellici in Paesi strategici per gli approvvigionamenti energetici e anche alimentari, ci stiamo accorgendo della precarietà del mercato europeo, extraeuropeo e di quanto sia importante poter essere il più possibile indipendenti soprattutto nelle produzioni vitali, così come per le materie prime.

A mio parere, sarebbe stato meglio pensare di raggiungere quel target europeo in modo più graduale, anche perché gli attuali difficili scenari internazionali, caratterizzati dalle suddette difficoltà di approvvigionamento da Paesi extraeuropei, possono portare a modificare quello stesso target, almeno nei tempi in cui debba essere raggiunto. A noi non serve arrivare e raggiungere quell’obiettivo per primi per essere i primi della classe. L’importante, invece, è mantenere il livello della nostra agricoltura, che è già prima della classe, soprattutto per la qualità, anche quando è agricoltura convenzionale.

Proprio per dare un sostegno più graduale verso un’agricoltura più sostenibile, ma comunque ancora in grado di realizzare volumi notevoli di produzione, sarebbe stato meglio potenziare di più la produzione integrata, così come la riduzione dell’impiego dei fitosanitari. Su quest’ultima voce siamo riusciti anche a dare un segnale, aggiungendo già durante i lavori della Commissione un milione di euro. Ringrazio per questo la disponibilità dell’assessore e dei tecnici per lo sforzo fatto per recuperare le risorse.

Non bastano, però, ce lo siamo detti anche in quella riunione. Dovremmo comunque fare di più senza togliere nulla al biologico.

Un altro grande problema, che con questo documento programmatico non si è potuto affrontare, è quello dell’eccessiva burocrazia, che rende inaccessibili le misure in esso previste ad una grande platea di agricoltori ed allunga molto spesso i tempi di erogazione dei finanziamenti, diminuendo i loro benefici, se non addirittura annullandoli.

Ricordiamo che saranno 66 bandi in 60 mesi, quindi un lavoro straordinario da parte dei tecnici, da parte delle associazioni che dovranno presentare le domande, ma soprattutto una grande disponibilità da parte degli agricoltori, che dovranno presentare tutta la documentazione. Bisognerà fare uno sforzo importante nella comunicazione, che deve essere più capillare e trasparente, con un impegno che deve andare oltre le risorse stanziate per questo tema in questa programmazione.

Inoltre, occorre dotare l’Autorità di gestione regionale, individuata all’interno dell’assessorato regionale dell’agricoltura, e l’AGREA di idonee risorse umane, tecniche ed economiche, per poter affrontare al meglio e meglio che in passato l’enorme mole di lavoro che le viene attribuita nella governance di questa PAC. È questo il senso dell’impegno che chiediamo con uno degli ordini del giorno che abbiamo preparato.

Un altro impegno che chiediamo è quello di un monitoraggio maggiore e migliore sugli interventi, la loro programmazione ed attuazione da parte di questa Assemblea. Purtroppo la Giunta (di questo abbiamo già parlato anche per altri provvedimenti) prova sempre a evitare che vi sia un adeguato controllo dell’Assemblea, non capendo che esso non è una perdita di tempo, ma una maggiore opportunità di confronto, che consente di arricchire e migliorare la loro efficacia, gli stessi interventi.

Oggi abbiamo un’esigenza di migliorare valutazione e monitoraggio anche nella predisposizione dei bandi, per consentire una loro maggiore trasparenza e altresì appeal e agilità nella partecipazione. Proprio grazie al confronto con l’assessore, la maggioranza e i tecnici dell’assessorato, abbiamo messo in evidenza la problematica dell’ultimo ordine del giorno che proponiamo: la persistenza di terreno ghiaioso sulla superficie, in particolare di quelli pertinenti agli alvei dei corsi d’acqua. È soprattutto un problema ambientale, nonché di risparmio idrico, perché la presenza eccessiva di materiale ghiaioso comporta una rilevante dispersione di acqua e, conseguentemente, un uso maggiore per l’irrigazione.

Infine, presidente, un doveroso ringraziamento al collega Matteo Daffadà, relatore di maggioranza, all’assessore Mammi, per il confronto franco e aperto che abbiamo avuto sul documento, a tutti i colleghi che hanno voluto dare il loro contributo e anche a tutti i collaboratori dell’Assessorato, dell’Assemblea e delle strutture speciali, che, in tempi stretti e davanti a un documento tutt’altro che semplice, vi hanno lavorato alacremente.

Assessore, ci siamo confrontati. Lei sa bene come la penso su questo documento. La mia preoccupazione, che ho espresso all’inizio, quella di troppo finanziamento al settore del biologico, non è perché siamo contro il biologico. Sia chiaro questo. Non voglio che venga, poi, strumentalizzato. È che, come dicevo, rischiamo di penalizzare quelle che sono le produzioni che ci hanno fatto diventare grandi in tutto il mondo. Rischiamo di danneggiare gli agricoltori che lavorano in modo corretto, con l’utilizzo di tutte le tecniche che ci sono, sia per la produzione nel campo sia per l’allevamento.

Soprattutto, un’altra questione è quella della difficoltà di reperire le materie prime. L’agricoltura biologica ‒ lo sappiamo tutti ‒ ha una produzione limitata, inferiore rispetto ad altri tipi di agricoltura. Noi oggi paghiamo molto questo problema, come Paese. L’agricoltura biologica va bene, va sostenuta e va incentivata, ma non a discapito dell’altra agricoltura.

Questo è un provvedimento che vale 900 e rotti milioni di euro, che sembrano tanti, detti così, ma lei, assessore, sa meglio di me quanto, invece, siano pochi rispetto alle esigenze di un’agricoltura sempre più moderna, sempre più aperta ai giovani, alle nuove tecnologie, ma soprattutto sempre più aperta a un mondo agricolo che non deve essere più additato come quello che inquina, come quello che rovina le produzioni, l’aria, il territorio e quant’altro, come qualcuno pensa, come qualcuno che ritiene siano la causa delle mancate risorse idriche, come quello che ritiene che l’agricoltura o gli animali, in questo caso, siano il problema per le PM10, il Covid e quant’altro. Tutti coloro che pensano questo bisognerebbe che facessero qualche giro in azienda ogni tanto e capissero qual è l’importanza di essere e di fare l’agricoltore in questa regione e in questo Paese.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Apriamo, adesso, il dibattito generale. Al momento non vedo iscritti.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ricordo che siamo in discussione generale.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente. Grazie per avermi sostituito al volo.

Ci tenevo a intervenire perché questo Piano di sviluppo rurale è un piano che a Europa Verde piace al 100 per cento. Siccome è già successo che ho votato contro il Piano dei trasporti, mi sono astenuta su quello dei rifiuti, ci tenevo a dire che questa volta, come Europa Verde, condividiamo ogni passaggio di questo Piano di sviluppo rurale, che del resto va nel segno, in maniera coerente, del Green Deal, stanzia quasi un miliardo di risorse e lo fa anche accogliendo delle sollecitazioni che avevamo avanzato come Europa Verde attraverso risoluzioni di cui sono stata prima firmataria e che sono state approvate dall’Assemblea.

Mi riferisco alla risoluzione che è stata approvata il 26 ottobre e che impegna la Giunta a mettere in atto tutte le azioni necessarie alla progressiva riduzione dell’uso del glifosato in ambito agricolo e urbano su tutto il territorio regionale. Mi riferisco anche alla risoluzione che aveva sollecitato la Giunta a mettere in campo politiche e strumenti a supporto della transizione ad allevamenti senza gabbie e rispettosi del benessere animale. Quindi, questi due temi sono pienamente accolti dal Piano di sviluppo rurale, anche se poi nell’ordine del giorno di maggioranza che ho sottoscritto si chiedono ulteriori precisazioni e ulteriori interventi anche più specifici.

Ovviamente non possiamo che esprimere soddisfazione, invece… Non invece, anche per i contributi che sono stati destinati in questo Piano di sviluppo rurale alla promozione dell’agricoltura biologica, che vede tre volte tante risorse stanziate rispetto a quelle che vanno all’agricoltura integrata. Quindi, c’è una sterzata netta a favore della progressiva transizione della nostra agricoltura, agricoltura di qualità che ha dei prodotti che sono riconosciuti apprezzati in tutto il mondo, quindi questa transizione, questa spinta verso un’agricoltura e una zootecnia sempre più pulite.

Veramente è un provvedimento sul rispetto al quale non c’è niente da dire, se non grazie, grazie perché vediamo realizzati obiettivi che erano alla base anche dell’accordo elettorale di maggioranza col quale avevamo sostenuto la candidatura del presidente Stefano Bonaccini a presidente di questa Regione, quindi ricordo alcuni degli elementi che sono presenti anche nel dispositivo dell’odg di maggioranza, con i quali sollecitiamo un impegno particolare.

L’impegno riguarda ‒ ripeto ‒ la riduzione del glifosate in ambito agricolo, che è già presente nel PSR, ma rispetto a questo chiediamo che ci sia anche un investimento dal punto di vista della ricerca per fornire le alternative. Vorrei ricordare che il monitoraggio sulla presenza del glifosate nelle acque superficiali in Emilia-Romagna, che ha avuto inizio nel 2018, ci segnala appunto questa criticità. Nel report di valutazione dello stato delle acque superficiali fluviali, che va dal 2014 al 2019, i dati sulla presenza del glifosate sono commentati con queste parole: “il glifosate concorre insieme al suo metabolita AMPA al 76 per cento dei casi di scadimento della classe di qualità da buona e sufficiente nel secondo triennio 2017-2019”.  Questo trasferimento del glifosate nelle acque, a detrimento della qualità delle acque fluviali stesse quindi è provato, non è un’invenzione.

Sempre in questo rapporto si legge che “la soglia normativa fissata per i prodotti fitosanitari totali risulta superata nel 7 per cento delle stazioni nel periodo di controllo 2014-2016, e nel 13 per cento nel periodo di controllo 2017-2019”, con un aumento dovuto al contributo proprio del glifosate e soprattutto del suo metabolita AMPA, che incide talvolta in modo significativo anche sulla sommatoria totale.

Per quanto riguarda la presenza di antibiotici nell’acqua, che non è ancora oggetto di monitoraggio da parte di ARPAE, tuttavia dalle misure fatte a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, nell’unica centralina in Emilia-Romagna del portale di ISPRA sulle acque, viene segnalata la presenza di antibiotici che sembrerebbe in aumento. Questo è un altro dei temi che abbiamo toccato nell’impegno dell’odg di maggioranza, perché siamo convinti che migliorare il benessere animale, quindi le condizioni di stabulazione, la presenza di un numero controllato di animali per superficie di allevamento, in pratica una controtendenza rispetto agli allevamenti intensivi, contribuisce alla riduzione dell’uso degli antibiotici. Dai dati che sono stati pubblicati di recente sul problema della resistenza agli antibiotici, quindi l’antibiotico-resistenza, risulta che il 70 per cento degli antibiotici usati in Italia viene impiegato in zootecnia. Di qui l’importanza di contribuire alla riduzione dell’impiego degli antibiotici e monitorare i risultati ottenuti nell’ambito della zootecnia.

È importante ed è presente nel PSR, ma chiediamo una ulteriore incentivazione delle misure volte alla riduzione delle emissioni di ammoniaca e dei gas collegati al potenziale inquinamento dell’aria. Noi sappiamo che dai reflui che contengono ammoniaca si sprigionano in atmosfera i precursori della formazione delle polveri sottili, che è un inquinante particolarmente diffuso nell’area padana.

Chiediamo anche che si valorizzino ‒ coerentemente con il fatto che il PSR prevede questo tipo di organizzazione ‒ i distretti del biologico. Su questo è depositato un progetto di legge, di cui sono firmataria e per il quale sono stata nominata relatrice di maggioranza.

Il punto di caduta, adesso, quale sarà? Che i bandi che verranno emessi per mettere a disposizione queste risorse, coerentemente con gli obiettivi del Piano di sviluppo rurale, siano bandi che diano piena attuazione a questi obiettivi. Ricordo che da parte delle piccole aziende c’è una difficoltà ad aderire a bandi che mettano a disposizione cifre enormi, quindi di più difficile gestione per chi ha una piccola attività agricola o zootecnica, quindi non dispone di apparati amministrativi tali da poter governare l’adesione a questi bandi. Per questo avevamo proposto alla Giunta di mettere anche delle cifre a disposizione specificamente di bandi per piccole aziende che, se no, vengono utilizzate nella risposta a bandi di grandi dimensioni finanziarie in quanto fanno punteggio, ma poi ricevono solo le briciole di questi finanziamenti.

Sempre in tema di bandi, nell’odg di maggioranza è stata accolta la nostra proposta che la Giunta riferisca periodicamente alle Commissioni competenti dell’Assemblea legislativa lo stato dell’arte sull’emanazione dei bandi e sulle risposte che si ricevono. Noi tanto sappiamo che, infatti, lo strumento attuativo principe è questo, dove, appunto, dagli articolati si vede se si dà coerenza e un’applicazione che porti alla realizzazione degli obiettivi tramite, appunto, l’articolato dei bandi e quanto viene previsto e richiesto per poter ottenere le risorse.

Comunque, ripeto, resta un piano che ci trova pienamente soddisfatti e quindi ringrazio l’assessore per aver accolto anche queste sollecitazioni che avevamo portato. Quindi spero che si possa continuare a procedere su questa linea, anche arrivando all’approvazione del progetto di legge sulla costituzione dei distretti del biologico, che saranno sicuramente uno strumento utilissimo per creare queste comunità, che non solo adottano il metodo di coltivazione biologica che fa a meno di sostanze chimiche, ma diventano delle vere comunità anche di economia sostenibile, perché le possiamo fare coincidere con la nascita di comunità energetiche rinnovabili, perché possono diventare motori di sviluppo di un turismo sostenibile e quindi l’agriturismo. Possono essere davvero uno strumento strategico per rendere la nostra regione sempre più verde.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Visto che non ci sarebbe il tempo per qualche altro collega e ancora meno per l’intervento della replica dei relatori ed eventualmente dell’assessore all’agricoltura, sospendiamo i lavori, che riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 14,30.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,50

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Michele BARCAIUOLO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

gli assessori Vincenzo COLLA, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI.

Hanno comunicato di non partecipare alla seduta gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Barbara LORI, Paola SALOMONI e il consigliere Gian Luigi MOLINARI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 5320

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Incremento della partecipazione regionale alla società Bolognafiere SPA". (51)

 

Presenti: 34

Favorevoli: 33

Presenti non votanti: 1

Assenti: 16

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MONTALTI Lia; MONTEVECCHI Matteo; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca SONCINI; Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; MALETTI Francesca

 

Presenti non votanti:

RAINIERI Fabio

 

Assenti:

BARCAIUOLO Michele; BERGAMINI Fabio; BESSI Gianni; BONACCINI Stefano; DELMONTE Gabriele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; GIBERTONI Giulia; LISEI Marco; LIVERANI Andrea; MOLINARI Gian Luigi; OCCHI Emiliano; PETITTI Emma; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

I PRESIDENTI

 

I SEGRETARI

Petitti - Rainieri - Zamboni

Bergamini - Montalti

 

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