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175.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 23 NOVEMBRE 2022

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6011

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibile apertura di una comunità residenziale educativo – integrata per minori in situazione di forte disagio nel Comune di Borgo Val di Taro (PR). A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

RAINIERI (Lega)

TARUFFI, assessore

RAINIERI (Lega)

 

OGGETTO 5763

Interpellanza sulle azioni necessarie per rendere effettiva la trasformazione dell'ospedale di comunità di Bobbio in stabilimento ospedaliero vero e proprio, in particolare in termini di investimenti, assunzione di personale e creazione di reparti. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

RANCAN (Lega)

DONINI, assessore

RANCAN (Lega)

 

OGGETTO 5981

Convalida dell'elezione della consigliera Marta Evangelisti, ai sensi dell'art. 17 della Legge n. 108 del 17 febbraio 1968, e successive modifiche o integrazioni. (106)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 5982

Convalida dell'elezione del consigliere Luca Cuoghi, ai sensi dell'art. 17 della Legge n. 108 del 17 febbraio 1968, e successive modifiche o integrazioni. (107)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 5986

Nomina di due rappresentanti effettivi e di due supplenti nel Comitato di Monitoraggio del Complemento di Programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna (CoPSR). (108)

(Rappresentanti effettivi consiglieri Zamboni e Bergamini – rappresentanti supplenti consiglieri Bulbi e Cuoghi)

PRESIDENTE (Zamboni)

ZAPPATERRA (PD)

RANCAN (Lega)

 

OGGETTO 5805

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio consolidato della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2021". (109)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

BESSI (PD)

PELLONI (Lega)

AMICO (ERCEP)

BESSI (PD)

PELLONI (Lega)

 

OGGETTO 5498

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Piano regionale per il contrasto alle povertà 2022-2024". (110)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 5498/1 oggetto 6028 – Approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

TARUFFI, assessore

MARCHETTI Daniele (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

CALIANDRO (PD)

SONCINI (PD)

BONDAVALLI (BP)

AMICO (ERCEP)

PICCININI (M5S)

MUMOLO (PD)

CASTALDINI (FI)

TARUFFI, assessore

PICCININI (M5S)

DAFFADÀ (PD)

MARCHETTI Daniele (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

Allegato:

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 6028

Emendamento oggetto 6028

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,45

 

PRESIDENTE (Zamboni): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 175 del giorno 23 novembre 2022.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza la presidente Petitti e gli assessori Colla, Felicori, Lori, Mammi e Priolo.

 

Svolgimento di interrogazione a risposta immediata e di interpellanza

 

PRESIDENTE (Zamboni): Riprendiamo i nostri lavori dalle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 6011

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la possibile apertura di una comunità residenziale educativo-integrata per minori in situazione di forte disagio nel Comune di Borgo Val di Taro (PR). A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

 

PRESIDENTE (Zamboni): Partiamo dall’oggetto 6011: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la possibile apertura di una comunità residenziale educativo-integrata per minori in situazione di forte disagio nel Comune di Borgo Val di Taro.

L’interrogazione è a firma dei consiglieri Rainieri e Occhi. La illustra il consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Come ha detto lei nel titolo, parliamo di una situazione che si sta creando su due paesi della montagna. Bedonia, dove, con un’ordinanza del Sindaco del 7 novembre, è stata sospesa a questa cooperativa la possibilità di continuare l’attività in questa residenza educativo-integrata per minori.

Una situazione che, in seguito a un’ispezione congiunta dei Carabinieri del NAS di Parma e dell’ASL, ha ravvisato numerose irregolarità, per cui si è dovuto chiudere questa attività. Questa attività, che è nel Comune di Bedonia, vorrebbe essere replicata nel Comune di Borgo Taro, a 12 chilometri di distanza, dalla stessa cooperativa che ha gestito quella di Bedonia e che ha portato all’ordinanza del Sindaco di Bedonia per la chiusura.

Una chiusura dovuta a varie irregolarità, riguardanti la conservazione e l’uso di alimenti, l’igiene dei locali, il mancato controllo del curriculum dei dipendenti che dovevano avere a che fare con questi ragazzi e le condizioni di deterioramento e incuria dei locali. Quindi, stiamo parlando di una situazione piuttosto grave, che ha visto anche negli ultimi mesi, a Bedonia, numerose segnalazioni di reati, quali molestie, furti, rapine e danneggiamenti, ora al vaglio delle autorità giudiziarie. Sarebbero state fatte dall’inizio dell’anno 180 segnalazioni di allontanamento dei minori alle forze dell’ordine.

A Borgotaro ci sono molti cittadini che sono preoccupati di questa situazione. Si sono fatte riunioni – ne va dato atto – per illustrare quella che potrebbe essere la struttura replicante, appunto, quella del comune limitrofo, riunioni che hanno creato nella popolazione, tra l’altro, la struttura identificata è adiacente a una scuola, parecchi malumori e parecchia preoccupazione, anche perché la richiesta viene dalla stessa cooperativa che sta gestendo – aggiungo, male – la struttura che poi è stata chiusa.

Visto che la Regione in materia di politiche per i giovani e le giovani generazioni ha una forte responsabilità, volevamo sapere se ne è a conoscenza e come valuta la possibilità che sia aperta una comunità residenziale educativo-integrata per minori in situazione di forte disagio nel Comune di Borgo Val di Taro e se e in che modo ritenga di intervenire al fine di scongiurare l’apertura se la posizione dell’immobile in cui si intende aprire ha tra le sue caratteristiche strutturali e le sue esperienze i requisiti del soggetto gestore non assicura idonee garanzie di sicurezza alla cittadinanza, oltre, ovviamente, all’adeguato e corretto esercizio dell’attività educativa per gli ospiti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Taruffi per la risposta.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio i consiglieri Rainieri e Occhi per l’interrogazione, che ci dà modo di approfondire un aspetto e provare a fare chiarezza su un tema evidentemente delicato, che merita attenzione, che merita massima vicinanza da parte di tutti gli enti preposti, ovviamente a partire da quelli che sono stati già fatti oggetto di segnalazioni, che sono già intervenuti, che stanno svolgendo il proprio lavoro: mi riferisco ovviamente agli inquirenti e a chi sta svolgendo le indagini del caso.

Per quanto ci riguarda, credo sia utile segnalare che per quanto riguarda l’autorizzazione al funzionamento delle strutture residenziali, o semiresidenziali che accolgono i minori, l’autorizzazione rientra tra le competenze del Comune, come il consigliere sa, in cui è ubicata la struttura. Questo è specificato ai sensi della legge regionale 14 del 2008, che reca le norme in materia di politiche per le giovani generazioni, dove si specifica che le funzioni in materia di tutela dei minori, fatte salve le competenze dell’autorità giudiziaria, vengono esercitate attraverso l’autorizzazione, la vigilanza dei servizi educativi a favore di bambini, adolescenti e neomaggiorenni secondo quanto previsto dalla legge regionale 2 del 2003 e relativi provvedimenti attuativi. Così come l’articolo 35, comma 1 della legge 2 del 2003 prevede che il funzionamento di servizi, strutture residenziali e semiresidenziali, pubbliche e private che svolgono attività socioassistenziali e sociosanitarie è subordinato al rilascio della specifica autorizzazione, al fine di garantire la necessaria funzionalità e sicurezza. Così come l’articolo 36, sempre della legge n. 2 del 2003 prevede che le funzioni amministrative concernenti la vigilanza sui servizi e le strutture socioassistenziali siano di competenza del Comune che esercita la vigilanza mediante le modalità che sono proprie delle amministrazioni comunali.

Ho citato gli articoli di legge che danno il quadro di chi è il soggetto che deve assumere gli atti formalmente, come d’altra parte testimonia l’ordinanza, per converso, assunta dal sindaco del Comune di Bedonia. Ciò detto, ovviamente, attribuendo le responsabilità nella filiera istituzionale, non sfugge che ovviamente condividiamo la necessità di mantenere alta l’attenzione, perché in tutte le fasi di un eventuale – perché per ora stiamo parlando di una cosa eventuale – rilascio dell’autorizzazione per strutture che accolgono minori siano espletati tutti i passaggi in modo preciso e puntuale.

Per quanto ci riguarda, ci raccorderemo, ovviamente, con il Comune nel caso in cui dalla struttura, ribadisco – a nostra conoscenza non sono ancora pervenuti atti formali in questo senso – venisse richiesta l’autorizzazione e l’autorizzazione stessa dovesse essere concessa.

Dicevo, ci raccorderemo con l’Amministrazione comunale, al fine di assicurare una scrupolosa ed efficace vigilanza nell’interesse, ovviamente, dei minori accolti della comunità presso cui ha sede la struttura. Lo dico perché le preoccupazioni che il consigliere Rainieri ha sollevato e che peraltro sono state anche, come lo stesso consigliere ricordava, oggetto di incontri promossi dall’Amministrazione stessa, in questo caso parliamo ovviamente di Borgo Val di Taro, sono preoccupazioni legittime.

Lasciamo la parte relativa alle indagini a chi di competenza per appurare quello che è successo, le responsabilità. Non è questa nostra competenza.

Da parte di questa Amministrazione, ripeto, unitamente al Comune, all’Amministrazione comunale di Borgo Val di Taro, faremo tutto ciò che è necessario e assicuriamo piena vigilanza nel rispetto della normativa e scrupolosità in tutti i passaggi, perché è evidente che i fatti che sono stati menzionati hanno – ne siamo consapevoli – generato una legittima preoccupazione da parte anche delle comunità limitrofe, a partire da quella di Borgo Val di Taro. Però, allo stato, non abbiamo ancora ufficialità di atti e, come sempre, poiché le pubbliche amministrazioni parlano con gli atti, aspettiamo l’eventuale produzione di questi.

Dal nostro punto di vista, e concludo, ripeto, unitamente all’Amministrazione comunale di Borgo Val di Taro, assumeremo tutti gli atti necessari per assicurare, ripeto, nell’interesse dei minori e nell’interesse della comunità, il miglior funzionamento possibile di questa vicenda.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Rainieri per la replica.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore, anche se l’ho visto un po’ in difficoltà nel dare la risposta. Ho premesso che l’Amministrazione comunale di Borgo Val di Taro si è mossa in modo corretto, illustrando ai cittadini, cercando di capire quali potevano essere le preoccupazioni e andare incontro alle perplessità della popolazione del Comune di Borgo Val di Taro.

È chiaro, l’ho specificato nell’interrogazione, che le autorizzazioni sono del Comune, ma come ha detto anche lei, assessore, la legge n. 14 del 2008 prevede che la Regione possa disporre controlli e verifiche sulle comunità autorizzate che accolgono minori, dandone comunicazione al Comune competente alla vigilanza.

In questo caso, come lei mi insegna, nella sua passata vita da consigliere e basta e non da assessore, meglio prevenire che curare, quindi la volontà da parte nostra non è quella di dire “no” a questo tipo di strutture, la volontà che abbiamo è quella di evitare che questi ragazzi subiscano un trauma, iniziando un percorso che poi può essere interrotto nel momento in cui le persone che dovrebbero gestire questi centri non sono idonee, come purtroppo è successo nella comunità poco lontano, ad una decina di chilometri da Borgo Taro, a Bedonia, e che quindi avrebbero un secondo dramma nella loro esistenza, quindi, invece di migliorare, andrebbero probabilmente a peggiorare.

Quello che noi chiediamo alla Regione è di vigilare e di fare tutto il possibile perché queste strutture vengano sicuramente aperte, essendo sicuramente utili, ma che vengano gestite da personale che abbia le capacità, che abbia le peculiarità per dare un aiuto concreto a questi giovani, e non con altri fini, ma soprattutto che arrivino all’obiettivo di dare la possibilità a questi ragazzi e ai cittadini di vivere in simbiosi e non in contrasto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo allo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 5763

Interpellanza sulle azioni necessarie per rendere effettiva la trasformazione dell’ospedale di comunità di Bobbio in stabilimento ospedaliero vero e proprio, in particolare in termini di investimenti, assunzione di personale e creazione di reparti. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

 

PRESIDENTE (Zamboni): Procediamo con lo svolgimento dell’interpellanza 5763: interpellanza sulle azioni necessarie per rendere effettiva la trasformazione dell’ospedale di comunità di Bobbio in stabilimento ospedaliero vero e proprio, in particolare in termini di investimenti, assunzione di personale e creazione di reparti.

L’interpellanza è a firma dei consiglieri Rancan e Stragliati. La illustra il consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Molto brevemente, nel senso che questa interpellanza ormai è di due mesi fa, ma credo che l’Assessore conosca bene il tema. perché, come consiglieri di Piacenza, abbiamo cercato di dare una lettura abbastanza oggettiva della questione, soprattutto ascoltando quelle che erano le necessità del territorio e le paure anche dei cittadini di Bobbio, ma non solo di Bobbio, di tutta l’Alta Val Trebbia.

Sappiamo che sono state fatte sull’ospedale di Bobbio, parlando a livello politico, delle promesse elettorali, perché sappiamo che il sindaco di Bobbio era candidato per la lista Bonaccini Presidente, e Bonaccini, in pompa magna, quando venne a Bobbio, iniziò a dire che l’ospedale di Bobbio sarebbe stato valorizzato, sarebbe stato incrementato, sarebbe ritornato a essere un punto di riferimento eccetera, eccetera, eccetera. Nei fatti, però, ad oggi non è ancora stato chiarito una volta per tutte cosa si intenda per l’ospedale di montagna, quindi quali siano le reali competenze dell’ospedale di Bobbio, e bisogna capire soprattutto quale sia la necessità e la prospettiva della Giunta nei confronti di questo ospedale. Questo perché? Perché, come sappiamo, Bobbio si trova nel cuore della Val Trebbia, sappiamo che serve un territorio di montagna, un territorio di aree interne, per le quali servirebbe un importante investimento. È notizia, oltretutto, che ci sono delle carenze di medici presso l’ospedale di Bobbio e rispetto ad alcune necessità, che la popolazione ha già comunicato a diversi enti che gestiscono la sanità a Piacenza, non c’è proprio troppa chiarezza, oppure molte volte si risponde con il “per ora va tutto bene così, va bene tutto”, questo sicuramente non rassicurando la popolazione della zona.

La nostra richiesta è, quindi, quella di capire quali siano le intenzioni della Giunta in merito a questo ospedale in termini di investimenti, personale e reparti, e con quali tempistiche si intendono realizzare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio i consiglieri Rancan e Stragliati.

Leggo ovviamente la risposta, poi magari mi riservo, se c’è il tempo, di fare anche una considerazione più generale.

L’ospedale di montagna di Bobbio ha una dotazione di 24 posti letto, 14 di medicina per pazienti acuti e 10 di lungo degenza. L’offerta di posti letto non ha subìto alcuna diminuzione negli ultimi mesi, anche a fronte dell’emergente difficoltà, a cui faceva riferimento lei, nel reperimento di personale sanitario. Allo stesso modo, anche il punto di primo intervento non ha subìto alcuna limitazione, potendo contare sull’apertura h24, sette giorni su sette, nonostante la difficoltà di reperimento del personale sanitario.

Accanto a questo è necessario ricordare la presenza e la disponibilità di due auto infermieristiche nelle ore diurne e di un’auto infermieristica nelle ore notturne, affiancata da un’altra auto infermieristica in pronta disponibilità.

L’organico del personale medico del punto di primo intervento era costituito da medici dell’emergenza-urgenza e medici di emergenza territoriale, con i quali si integravano medici dipendenti del dipartimento delle medicine e liberi professionisti di comprovata esperienza.

Oggi, alla luce delle difficoltà rappresentate in ambito nazionale nel reperimento di risorse umane, e quindi anche da noi, si è lavorato all’interno di una logica di maggiore integrazione e capacità di adattamento dei professionisti, giungendo così all’attuale composizione del quadro dei medici operanti nel pronto soccorso, i quali oltre che dall’area di emergenza-urgenza sono reclutati tra i medici dipendenti specializzati e anche tra liberi professionisti di comprovata esperienza, appunto. La garanzia dell’appropriatezza dei servizi necessari per una risposta adeguata alle necessità dei residenti quindi complessivamente non si è ridotta, il tutto in una logica di rete con cui, attraverso la centrale del 118 si continua a garantire la centralizzazione su Piacenza, dei traumi, delle urgenze e  delle situazioni cliniche complesse che richiedono setting assistenziali adeguati, Questo per quello che riguarda la parte emergenza-urgenza.

Sul fronte degli investimenti in attrezzature è previsto all’interno dei fondi del PNRR l’acquisto di un’attrezzatura di ultima generazione, appunto di radiologia, del valore di 225.000 euro che potenzierà l’offerta di prestazioni diagnostiche di radiologia. L’azienda ASL di Piacenza ha investito ulteriori 220.000 euro per il rinnovo tecnologico, per un nuovo tavolo telecomandato, con finanziamento da fondi ministeriali, previo specifico accordo di programma. In tema di nuove tecnologie sono allo studio anche progetti di telemedicina con forme di teleconsulto su specifiche patologie da trattare a Bobbio, e in rete con il territorio, quali la cardiologia, radiologia, nefrologia e fisiatria.

Per quanto attiene, invece, ai lavori programmati, sono stati affidati i lavori riguardanti gli interventi di adeguamento normativo a Bobbio, per un importo di 1,8 milioni di euro. L’intervento è in corso e la fine dei lavori è prevista presumibilmente per la fine del 2023, quindi ancora un anno. Per il miglioramento strutturale, ai fini della prevenzione sismica e l’adeguamento alle norme di prevenzione incendi per quasi 1,5 milioni di euro l’azienda ha stipulato accordo quadro per servizi di ingegneria e architettura, i cui tempi di realizzazione saranno circa 30 mesi dalla data di ammissione a finanziamento del progetto.

Per quanto riguarda poi la ristrutturazione dell’edificio da destinare alla Casa della salute di Bobbio, l’azienda ha stipulato l’accordo-quadro per servizi di ingegneria e architettura per 600.000 euro più 160.000 euro del 30 novembre 2020 (delibera di Giunta regionale 1779).

Si conferma, quindi, il costante impegno dell’azienda per garantire e potenziare, pure in un momento di evidente e nota difficoltà, i servizi necessari alla popolazione di riferimento, cercando di lavorare sempre in modo integrato nello sviluppo di sinergie che consentano un utilizzo pieno ed efficiente delle diverse risorse disponibili.

Quindi, sul fronte dell’emergenza-urgenza sul fronte delle tecnologie diagnostiche e sul fronte degli investimenti strutturali sia antisismici sia per l’ospedale, noi non stiamo arretrando. Chiaramente ci sono tempi che dobbiamo rispettare in ordine alle procedure di esecuzione dei lavori e amministrative.

Quello che noi possiamo garantire è che Bobbio rientrerà nel ragionamento che si sta facendo per qualificare e valorizzare la rete territoriale, in accordo, sempre più vicini anche dal punto di vista tecnologico, grazie agli investimenti del PNRR, con la rete territoriale e con gli hub.

Da questo punto di vista non c’è nessun tipo di volontà da parte dell’Amministrazione regionale di disattendere le aspettative che giustamente i cittadini hanno di vedersi garantire a livello locale i servizi in termini ospedalieri, di cui oggi l’ospedale dispone. In particolare, siamo consapevoli che per quello che riguarda anche la collocazione di montagna è fondamentale produrre ogni sforzo per tenere in valorizzazione anche la qualità del lavoro dei professionisti, che sono poi quelli che garantiscono le prestazioni sanitarie.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Rancan per la replica.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Assessore, grazie delle risposte e del puntuale input sulle tempistiche e i cronoprogrammi dei lavori programmati o che saranno programmati presso l’ospedale di Bobbio. Noi ci atteniamo a quello che ci dite, nel senso che, giustamente, i cittadini hanno delle aspettative, i fruitori di una zona anche molto turistica hanno delle aspettative su Bobbio. Si sa che in questo ospedale, comunque, a un certo punto si è ventilata una sorta di potenziamento, eccetera. Questo ha destato molta preoccupazione. Oggi avere qualche rassicurazione sicuramente ci aiuta. Quello che noi chiediamo, però, è che si possa uscire da una mentalità di numeri. Mi spiego. Oggi iniziamo con degli investimenti e si va avanti su degli investimenti, alcuni finiranno quindi a fine del 2023 sull’ospedale di Bobbio. La preoccupazione che comunque rimane è quella – non è mancanza di fiducia, attenzione ‒ però il fatto è che comunque il cittadino è sempre un po’ preoccupato, perché è più abituato a vedersi tagliare i servizi piuttosto che metterli. Questa è quindi una preoccupazione generalizzata.

Quello che chiediamo alla Regione è che, per mantenere e incrementare i servizi, non si guardi solo ai numeri dei potenziali accessi, dei potenziali ricoveri o altro, ma si guardi anche alla strategicità della sanità territoriale in quel punto, perché si possa coprire costantemente una valle e una locazione per cui quel servizio oggi è vitale e fondamentale, perché altrimenti oggi facciamo degli investimenti (qui parliamo di 1.800.000 euro più 1.500.000 euro, più 600.000, più 160.000), però magari tra un anno, un anno e mezzo o due anni vengono meno i numeri, quindi l’investimento non va a buon fine.

 Cerchiamo quindi di mantenere la capacità di garantire un servizio sanitario, anche e soprattutto a fronte di investimenti, che possa coprire servire il territorio tutto.

Grazie.

 

OGGETTO 5981

Convalida dell’elezione della consigliera Marta Evangelisti, ai sensi dell’art. 17 della Legge n. 108 del 17 febbraio 1968, e successive modifiche o integrazioni. (106)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Proseguiamo con l’oggetto 5981: convalida dell’elezione della consigliera Marta Evangelisti, ai sensi dell’articolo 17 della legge n. 108 del 17 febbraio 1968, e successive modifiche o integrazioni.

Il provvedimento fa riferimento alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 68 del 17 novembre 2022.

È aperto il dibattito generale.

Dichiarazioni di voto? Nessuna.

Prima di procedere con la votazione, nomino scrutatori i consiglieri Federico Amico e Matteo Daffadà e la consigliera Stragliati.

La votazione si svolge per alzata di mano. Vediamo che siano tutti seduti. Direi che ci siamo.

È aperta la votazione per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Con il solo voto di astensione dell’interessata, il provvedimento è approvato.

Si convalida, quindi, la neoconsigliera Marta Evangelisti.

 

(La delibera oggetto n. 5981 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 5982

Convalida dell’elezione del consigliere Luca Cuoghi, ai sensi dell’art. 17 della Legge n. 108 del 17 febbraio 1968, e successive modifiche o integrazioni. (107)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso all’oggetto 5982: convalida dell’elezione del consigliere Luca Cuoghi, ai sensi dell’articolo 17 della legge n. 108 del 17 febbraio 1968 e successive modifiche o integrazioni.

Anche qui si fa riferimento alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 69 del 17 novembre 2022.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Restano gli scrutatori nominati precedentemente.

Apro la votazione.

Si vota per alzata di mano.

È aperta la votazione.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto n. 5982 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Con la sola astensione del consigliere Cuoghi, il provvedimento è approvato da tutto il Consiglio.

Abbiamo, quindi, il neoconsigliere Luca Cuoghi perfettamente inserito.

 

OGGETTO 5986

Nomina di due rappresentanti effettivi e di due supplenti nel Comitato di Monitoraggio del Complemento di Programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna (CoPSR). (108)

(Rappresentanti effettivi consiglieri Zamboni e Bergamini – rappresentanti supplenti consiglieri Bulbi e Cuoghi)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Adesso passiamo alla nomina di due rappresentanti effettivi e di due supplenti nel Comitato di monitoraggio del complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna. È il provvedimento n. 5986.

È aperta la discussione generale.

Ha chiesto la parola la consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Ovviamente, mi corregga se sbaglio, la votazione si effettuerà con App sia per i membri effettivi che per i membri supplenti, sono quattro.

Per quanto riguarda la maggioranza, noi proponiamo la collega Zamboni e il collega Bulbi. Lascio la parola ai colleghi di minoranza con i quali eravamo d’accordo.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Dopo un confronto con i consiglieri dell’opposizione, noi proporremo come membro effettivo il consigliere Fabio Bergamini e come membro supplente il consigliere Cuoghi.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

Ricordo che si vota con due votazioni segrete tramite App.

La prima votazione è per la nomina dei componenti effettivi, l’altra per i componenti supplenti. Ci sono dichiarazioni di voto? Sennò procediamo con la votazione.

Apriamo la votazione con App.

La prima votazione, ripeto, riguarda i membri effettivi.

Dichiaro aperta la votazione.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Mi scusi, sulla modalità di votazione: a me risulta che siano due votazioni distinte per gli effettivi e i supplenti, ma che si possano esprimere due preferenze? Questo va detto. Chi vuole votare un nome, deve scrivere quel nome e fare scheda bianca… Io rifarei la votazione, se possibile. Secondo me converrebbe rifare la votazione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate: a norma di Regolamento devo chiedere agli scrutatori Amico, Daffadà e Stragliati se sono d’accordo a ripetere la votazione.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Okay, allora riapriamo la votazione.

Scusate, contrordine. Dalla Presidenza chiedono qualche minuto per predisporre la votazione. Ci dite voi quando siete pronte?

Sospendiamo un attimo la votazione perché devono adeguare il sistema.

Hanno risistemato e azzerato il sistema.

Riapro la votazione ricordando che votiamo i due membri effettivi. Potete votare due nomi, potete votare un nome o potete non votare nessuno.

È aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

Vediamo adesso cosa compare.

Comunico l’esito della votazione:

 

Votanti 37

 

Hanno riportato voti:

 

Bergamini 15

Zamboni 22

 

Rischia di vincere la scheda bianca, che ne ha avuti 16.

Direi che il consigliere Bergamini e la consigliera Zamboni sono i due membri effettivi.

Adesso rifacciamo la seconda votazione, questa volta per la nomina dei supplenti.

Stesso sistema: potete votare un nome, ne potete votare due, potete non votare nessuno.

È aperta la votazione di nuovo con App.

Dichiaro chiusa la votazione.

Come prima, restiamo in attesa della stampata, perché, essendo un voto segreto, i risultati arrivano in forma anonima.

Comunico il risultato della votazione:

 

Votanti 38

 

Hanno riportato voti:

 

Cuoghi 15

Bulbi 23

 

Sono, quindi, nominati come membri supplenti il consigliere Bulbi Massimo e il consigliere Cuoghi Luca.

Questo procedimento è chiuso.

 

OGGETTO 5805

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Bilancio consolidato della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2021”. (109)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso al provvedimento 5805: proposta di iniziativa della Giunta recante “Bilancio consolidato della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2021”.

Il riferimento è la delibera di Giunta n. 1677 del 10 ottobre 2022.

La Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 9 novembre 2022 con la seguente votazione: 27 voti a favore, 14 contrari e nessun astenuto.

Abbiamo anche ricevuto il parere del Collegio dei revisori dei conti.

Per la discussione, apriamo il dibattito generale sul provvedimento. Qualcuno si iscrive per intervenire? Ha chiesto di intervenire il consigliere Bessi.

 

BESSI: Mi scusi, quanto tempo ho?

 

PRESIDENTE (Zamboni): Dieci minuti.

 

BESSI: Grazie.

Colleghi e colleghe, con il rendiconto consolidato della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2021 si provvede, come ogni anno, ad aggregare il rendiconto consolidato della nostra Regione con i singoli bilanci delle società controllate e degli enti strumentali facenti parte del perimetro di consolidamento. In riferimento a quest’ultimo, si segnala che nell’ultimo trimestre del 2021, l’Ente ha eseguito un’istruttoria dettagliata, completata con la DGR n. 2264 del 27.12.2021, che ha integrato l’elenco di Enti e società facenti parte del Gruppo dell’Amministrazione Pubblica, aggiungendo la Fondazione MEIS ‒ che è il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah ‒ quale Ente strumentale partecipato in seguito alle modifiche allo statuto della Fondazione che includono la nostra Regione fra gli Enti partecipanti e che designano un componente del Consiglio d’amministrazione approvate il 24 maggio 2021.

Chiaramente, questi sono stati degli atti che abbiamo seguito anche come Assemblea.

In seguito, con l’analisi dei bilanci e degli Enti del Gruppo Amministrazione Pubblica ‒ che da adesso in poi chiamerò Gruppo per essere più veloce ‒ la Giunta, con altre sue delibere, per esempio nel settembre del 2022, ha provveduto ad aggiornare il Gruppo che è questo perimetro di consolidamento prescindendo dai parametri di rilevanza forniti dall’allegato del decreto legislativo 118 del 2011, al fine di fornire una corretta e veritiera rappresentazione del Gruppo della Regione Emilia-Romagna.

La Giunta così ha valutato di includere nel perimetro di consolidamento tutta una serie di società, che trovate nella  delibera e anche nel parere a cui il presidente ha fatto il riferimento del Collegio dei revisori, e sono tutte quelle società in house o controllate, anche con l’inclusione per esempio, di Finanziaria Bologna Metropolitana S.p.A. per la quale l’assemblea dei soci, il 31 luglio 2018, ha deliberato lo scioglimento e la messa in liquidazione della società con effetto dal 25 settembre 2018.

Inoltre, ci sono tutte le agenzie, le aziende, gli Istituti strumentali controllati, con inclusione anche di AIPO, che è l’Agenzia Interregionale Per il Fiume Po, partecipata dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Lombardia, dal Piemonte e dal Veneto in ragione della propria quota, che è il 25 per cento cadauna regionale.

A seguito della valutazione dei criteri di rilevanza, previsti dal principio contabile applicato concernente appunto il bilancio consolidato, ha comportato invece l’esclusione della Fondazione Teatro Comunale di Bologna, visto che il patrimonio netto della Regione risulta negativo.

Non rientrano nel Gruppo a cui sto facendo riferimento le partecipazioni minori, quale l’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, dove abbiamo un 2 per cento circa, la Banca Popolare Etica e Società cooperativa per azioni con uno 0,06 per cento, BolognaFiere, con l’11 per cento e il CAL, che è il Centro Agroalimentare Logistica di cui abbiamo l’11 per cento, e poi altre, tra cui Fiera di Parma, Piacenza Expo, Porto Intermodale, SAPIR, Terme di Castrocaro S.p.A.: non vi faccio l’elenco di ogni percentuale perché le trovate facilmente nella delibera e nel procedimento.

Il risultato economico consolidato quindi per il 2021 è positivo per oltre 201 milioni. Si registra su questo fronte una flessione rispetto al 2020, per le complessità che hanno caratterizzato il 2021. Non sto qui chiaramente a fare l’analisi, l’elenco a cui mi riferisco, perché è noto e lo abbiamo ricordato in tanti altri interventi su questo periodo così particolare, difficile e d’emergenza.

Il patrimonio netto consolidato si attesta sul valore positivo di quasi 58 milioni di euro, anch’esso in flessione rispetto al valore 2020, in quanto influenzato dal valore negativo di 53 milioni, proveniente dal rendiconto consolidato di Assemblea legislativa e Giunta.

Gli altri enti del perimetro presentano un patrimonio netto positivo. La gestione finanziaria registra un aumento, invece, dei proventi finanziari, che passano da 2 milioni nel 2020 ai 200 milioni nel 2020. Diminuiscono inoltre gli oneri finanziari che passano dai circa 49,5 milioni di euro del 2020 ai 47,4 milioni del 2021. Dal triennio 2019 al 2021 il miglioramento è di circa 4 milioni.

Infine, per quanto riguarda lo stato patrimoniale, diminuiscono i crediti del Gruppo e risulta incrementato il valore dell’attivo circolante, che passa dai 5,4 miliardi di euro del 2020 ai 5,5 miliardi di euro del 2021, principalmente per l’aumento delle disponibilità liquide.

Diminuiscono anche i debiti consolidati, che passano dai 5,5 miliardi di euro del 2020 ai 5,2 miliardi del 2021. Nel triennio tale riduzione ammonta a 475 milioni di euro.

Su tale punto si registra infine una riduzione del valore del patrimonio netto di gruppo, che passa dai 209 milioni di euro del 2020 ai 22 milioni di euro del 2021, e questo dipende appunto da quanto già evidenziato in sede di Rendiconto della nostra Regione, ovvero della conseguenza dell’azzeramento della riserva delle rivalutazioni per la concessione delle acque minerali.

Ecco allora che arriviamo alla conclusione, che è stata già citata, quella che il Collegio dei revisori, il dottor Russo, il dottor Salani e la dottoressa Toller hanno rilevato nella conformità nella seduta del 24 ottobre del corrente anno. Il Collegio dei revisori ha attestato la corrispondenza del bilancio consolidato dell’esercizio finanziario 2021 della Regione Emilia-Romagna alle risultanze della gestione, senza evidenziare alcun rilievo o criticità, e ha quindi ritenuto di poter proporre la sua approvazione.

In questa sede noi procediamo chiaramente all’approvazione di quanto detto e poi mi riserverò nella dichiarazione di voto di esprimere il voto del Partito Democratico.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola il consigliere Pelloni.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Il bilancio consolidato, come già ricordato dal collega e come ricordato in Commissione, è uno strumento introdotto da qualche anno, un importante strumento e approvazione per fare una ricognizione di quelli che sono tutti i bilanci delle varie società partecipate e le cosiddette “società strumentali”, come da definizione che viene data sia dai revisori che nel testo della delibera.

Si è reso necessario, come sappiamo, per avere un risultato pieno, visto che alcune politiche di questo Ente sono tenute grazie, come dicevo prima, anche a società o Enti strumentali, ovviamente è necessario per riuscire ad avere un quadro d’insieme, almeno dal punto di vista economico, e vengo al punto.

Quello che ovviamente, magari, ha appassionato poco il dibattito in Commissione, probabilmente appassionerà poco il dibattito quest’oggi in Assemblea, questo tipo di approvazione, ritengo, invece, che sia uno strumento estremamente importante per avere un quadro di insieme di come riusciamo a tradurre le varie politiche sul nostro territorio. D’altronde, nel momento in cui vediamo, a seconda delle varie tabelle che ci sono state fornite, sia all’interno del testo della delibera, che il testo dei revisori, quindi la nota dei revisori, vediamo più o meno risultati positivi e negativi a seconda, alcuni dati negativi che illustrerò dopo, però il collega ha certamente evidenziato maggiormente alcuni risultati positivi, quindi i dati spesso sono a seconda di come li si vuole leggere. Certamente è uno strumento di non facile lettura ai più. Il cittadino comune difficilmente riesce a leggere e magari a comprendere appieno uno strumento di questo tipo.

Nel momento in cui abbiamo un risultato negativo per quanto riguarda circa 45 milioni di euro prevalentemente derivanti da interessi passivi, che arrivano dagli anni precedenti, l’anno scorso erano 47 milioni di euro, certamente lo potremmo leggere in maniera positiva perché, comunque, diminuisce leggermente il risultato negativo. Certo è che, guardando in avanti, oggi gli interessi aumentano, quindi probabilmente se continuiamo con un’inerzia com’è stato negli anni 2020 e 2021, senza adottare nuove politiche o nuovi interventi, probabilmente il prossimo anno quei 2 milioni in meno potrebbero diventare 2 milioni in più solo per effetto degli interessi passivi di cui dicevamo, visto che non ci sono interventi particolarmente apprezzabili dal punto di vista… Certo, c’è il discorso delle acque minerali, che ha spostato il patrimonio netto in un senso o nell’altro, debiti e crediti, però rispetto all’impostazione del consolidato 2020 nel consolidato 2021 c’è un trend, seppur non in maniera significativa, che porta a un leggero miglioramento, seppur negativo in termini di risultato.

Se a questo aggiungiamo anche che nel differenziale vedo ‒ di cui anche il collega ha accennato ‒ circa 53,9, quindi quasi 54 milioni di differenziale nel consolidamento negativo alla tabella 2.7, per la maggioranza è legata al trasporto pubblico locale su cui oggi potremmo certamente avere in un qualche modo un risultato che nell’insieme potrebbe risultare anche “positivo” in termini numerici. In termini di prospettiva e dell’incertezza su cui versa il trasporto pubblico, anche solo per il fatto che ci sono ancora dei bond da restituire, quindi tipo di crediti che ha quel tipo di società e il tipo di debiti che ha quella società, versa a mio avviso in un’incertezza molto importante. Soprattutto perché c’è stata una situazione di Covid, oggi c’è una situazione estremamente negativa che è legata alle materie prime, finanche appunto ai carburanti. Già le varie società partecipate, tra cui TPER e a scendere… Ad esempio, a me ha fatto specie non trovare nel consolidato una delle più grosse partecipate che ha TPER, che è SETA.

Vengo dal territorio di Modena. Modena-Reggio-Piacenza ha SETA che buona parte del patrimonio di SETA è in mano a TPER, però non consolidiamo, è la partecipata della partecipata, che però ha delle situazioni di sofferenza importante proprio e soprattutto nei contratti.

Oggi noi registriamo un consolidato che magari abbiamo delle risultanze dal punto di vista finanziario ma dal punto di vista dei servizi e della prospettiva dei servizi, effettivamente è dove c’è l’incertezza più grossa.

Adesso non voglio allargare troppo il discorso perché abbiamo solo 10 minuti.

Però, tra le consolidate più importanti che ha questo Ente, certamente una nota sul tema trasporti la dovevo fare, a mio avviso. La dovevo fare proprio perché in assenza di gare, quindi in assenza di una concessione pluriennale certa, quelle società noi le avremmo in sofferenza anche il prossimo anno e quello dopo ancora, dal punto di vista degli investimenti, dal punto di vista dei salari, dal punto di vista del servizio che andremo a erogare.

Quindi, il consolidamento noi non dobbiamo solo guardare… Il collega accennava alla nota dei revisori, ma, visto che abbiamo funzioni diverse, noi siamo un’Assemblea elettiva che deve verificare non solo dal punto di vista finanziario, ma dal punto di vista dei servizi erogati, ovviamente cambia di molto.

Quello che può essere buono per un revisore contabile, quindi, potrebbe non essere buono dal punto di vista politico, però chiaramente lì siamo nell’ala più soggettiva. Dall’ala più soggettiva, però, difficilmente un’azienda di trasporti senza il socio che mette ulteriori risorse, senza il socio che non mette opportune garanzie, senza un contratto di servizio certo difficilmente potrebbe avere prospettiva. Essendo una delle partecipate più importanti, sia in termini quantitativi, economici, sia dal punto di vista del servizio, ovviamente una nota era più che doverosa.

Un altro ente in perdita è certamente l’Agenzia regionale per il lavoro, e in perdita in maniera significativa. Anche qua, una nota… Oggi non c’è, sapevamo che aveva un appuntamento, c’era questa mattina, non gliene voglio fare assolutamente una colpa. Bisogna spiegare, però, perché è in perdita, ad esempio, l’Agenzia regionale per il lavoro. In un momento come questo, in cui si è investito tanto, e lo stesso strumento del reddito di cittadinanza è un investimento veramente importante; ma se, nel momento in cui l’Agenzia regionale per il lavoro per il cui tramite passano anche diverse risorse nazionali e regionali, c’è qualcosa che porta tutti gli anni in perdita, senza comunque risultati apprezzabili dal punto di vista politico, certamente questo può essere letto da un punto di vista positivo, se ci sono tante risorse che comunque passano da lì; ma da un punto di vista negativo nel momento in cui è uno degli enti in perdita.

Chiudo, dicendo, visto che mi rimane pochissimo tempo, che non ho capito bene, ma purtroppo non avremo l’assessore, chiedo se qualcuno riuscirà a rispondermi, anche la perdita di 375 milioni dal punto di vista del patrimonio netto risulta una cifra estremamente rilevante. Magari per mia mancanza non ho capito bene da che cosa deriva.

Chiudo dicendo che dal punto di vista politico, essendo a metà mandato, c’è stato un momento in cui si chiedeva le varie razionalizzazioni della spesa. Probabilmente noi stiamo entrando in una fase simile, visti i costi delle materie prime, visti gli enormi costi che abbiamo. Se non vogliamo comprimere i servizi, anche questo livello istituzionale, cioè l’Assemblea, avrà bisogno, forse, per liberare maggiori risorse, di trovare il modo di razionalizzare la spesa. Uno dei tanti, che ho lanciato soprattutto nel tema delle aziende che abbiamo nel servizio sanitario, abbiamo molte più aziende di Regioni simili alla nostra sia a livello qualitativo del servizio erogato, sia a livello di popolazione, però anche lì è rimasto lettera morta, leggere di tante società strumentali partecipate forse, visto che siamo a metà mandato, potrebbe nascere da questo consolidato, visto che rimane abbastanza in linea con quella che è l’inerzia dei consolidati degli anni precedenti, probabilmente è opportuno che come Assemblea maggiormente ci mettiamo la testa, la Giunta ancora di più, per eventualmente razionare il numero di Enti partecipati, perché è un numero abbastanza rilevante.

Probabilmente andrebbe anche a togliere qualche Ente, a sburocratizzare il processo che spesso le nostre aziende hanno per chiedere dei permessi e quant’altro, perché ogni Ente ovviamente legittima se stesso e probabilmente, anche se il risultato rimane in positivo, potrebbe essere negativo dal punto di vista sociale per la lunghezza dell’iter di approvazione di vari interventi e quant’altro.

Lascio con questa prospettiva, dicendo che è un numero assolutamente rilevante, probabilmente alcune ragioni per cui sono nati alcuni Enti strumentali oggi, sia dal punto di vista legale che dal punto di vista strumentale, potrebbero non essere più necessarie, quindi a metà mandato potrebbe essere un’ottima occasione per fare una valutazione anche di questo tipo.

Grazie dell’attenzione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Non vedo altre richieste di intervento.

Consigliere Federico Amico, prego.

AMICO: Grazie, presidente.

Brevemente, per una riflessione circa quanto è stato detto finora, nel senso che non entro nel merito specifico dei numeri del consolidato, ma vorrei fare una piccola riflessione rispetto alla quantità degli Enti partecipati o gemmati dalla Regione Emilia-Romagna, ma nel sottolineare come diversi di questi siano effettivamente la estrinsecazione delle politiche emiliano-romagnole.

Penso alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna nei vari istituti culturali presenti, che vanno dall’Emilia-Romagna Teatro Fondazione a Fondazione ATER, ai vari teatri comunali.

Così come, per esempio, la nostra presenza all’interno della Fondazione per le vittime di reato, sono tutti quanti elementi di strumento che consentono di poter agevolmente intervenire laddove probabilmente a gestire in forma internalizzata o non senza alcuna relazione, sarebbe difficile per sviluppare da un lato le politiche culturali, rispetto alle istituzioni culturali di cui citavo, dall’altro anche gli interventi molto più cogenti di cui abbiamo anche assistito sicuramente in Commissione Parità ma anche i momenti drammatici per quanto riguarda l’intervento della Fondazione per le vittime di reati.

Vorrei anche sottolineare come tra questi Enti, che noi vediamo qui elencati all’interno del bilancio consolidato, al di là delle loro funzioni, io credo che queste funzioni invece siano assolutamente centrali. Penso in questo caso da un lato ad autorità come AIPO, ma penso anche alla professionalità e la capacità che INTERCENT-ER determina nella gestione di tutte quante le partite degli appalti anche come centrale d’acquisto.

Stamattina abbiamo ascoltato anche una discussione circa quelli che sono i costi che, per esempio nei confronti della sanità ma sicuramente in tanti altri ambiti, un’azione come INTERCENT-ER permette di contenere delle spese importanti, sia nella gestione degli appalti, sia nella gestione degli acquisti.

Oppure ancora ART-ER, che è stata supporto e sviluppo per quella che è la nostra costruzione della progettazione della documentazione per quanto riguarda il Piano strategico regionale, così come dei Piani operativi legati ai fondi strutturali.

Ecco, penso che complessivamente, al di là di elementi di incertezza che magari si possono profilare all’orizzonte data la situazione economica, i costi energetici e le complessità che oggi continuiamo ad attraversare come società all’indomani della pandemia e all’oggi di altri elementi critici, credo che l’articolazione che noi qui ci troviamo un po’ ad esaminare abbia degli aspetti di pregio che vadano sottolineati e che il bilancio consolidato ci consegna in una lettura comparata e trasparente, cosa che credo debba essere considerata come elemento sicuramente apprezzabile.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri chiedono di intervenire nella discussione? Sennò passiamo alle dichiarazioni di voto. Non vedo nessuno.

Dichiarazioni di voto? Consigliere Bessi, per dichiarazione di voto.

Ricordo che sono cinque minuti per Gruppo.

 

BESSI: Grazie.

Il voto del Partito democratico è favorevole, come è stato espresso in Commissione, per cui ringrazio i colleghi, anche i colleghi che sono intervenuti in questo dibattito, che è sempre propositivo.

Su alcuni quesiti posti, ho alcuni dubbi che non erano emersi in Commissione, però si può anche, credo, avere la disponibilità degli uffici, che ringrazio, sempre puntuali, come del resto il Collegio dei revisori. Su alcune voci che sono state citate dal collega Pelloni bisogna sempre vedere la corrispondenza, per esempio, nel consolidato, di legge, com’è previsto in legge, nei nostri obblighi di legge, oppure in alcune agenzie di riferimento. Bisogna anche vedere come la voce del conto economico poi si sposa con gli avanzi, o con gli attivi di cassa o altro. Qui però si entra in passaggi tecnici e non ho le competenze, come gli uffici, per entrare nel dettaglio, per spiegare puntualmente il perché e il percome di alcune voci.

Credo però di riconfermare quanto detto e quanto ribadito nella relazione del Collegio dei revisori, cioè che non ci sono rilievi o criticità, e come anche quest’anno il rendiconto consolidato dell’Emilia-Romagna ha questo tipo di positività che ho cercato, nella mia relazione, di mettere in evidenza.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altre richieste di dichiarazione di voto?

Consigliere Pelloni, mi sembra che stia cercando. Le do la parola.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Solo per annunciare il voto contrario da parte del Gruppo Lega.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altre dichiarazioni di voto? Nessuno.

Passiamo alla votazione del provvedimento per alzata di mano.

Dichiaro aperta la votazione.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto n. 5805 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 5498

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Piano regionale per il contrasto alle povertà 2022-2024”. (110)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 5498/1 oggetto 6028 – Approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo, adesso, all’oggetto 5498: proposta d’iniziativa della Giunta recante “Piano regionale per il contrasto alle povertà 2022-2024”. Delibera di Giunta n. 1253 del 25 luglio 2022.

La Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali ha espresso parere favorevole nella seduta del 15 novembre 2022 con la seguente votazione: 28 voti a favore, nessun contrario e 16 astenuti.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

È aperta la discussione generale.

Ricordo che sono dieci minuti a testa, per ciascun consigliere.

Sono aperte le iscrizioni per intervenire.

L’assessore Igor Taruffi ha chiesto di presentare il provvedimento, quindi ha la parola.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ritengo doverosa la presentazione in aula, anche se abbiamo svolto il dibattito in Commissione. Credo sia utile, velocemente, però, ripercorrere alcuni degli elementi che caratterizzano questo Piano e dare anche un inquadramento più generale rispetto ad alcune misure, che sono di stretta attualità rispetto al dibattito politico generale.

Per quanto riguarda il Piano regionale di contrasto alle povertà, la nota essenziale, l’elemento fondamentale sono i circa 140 milioni che andiamo a stanziare nel triennio per l’intero territorio della regione. Gli elementi salienti, principali che rappresentano la caratterizzazione regionale del Piano, che trae origine dai fondi stanziati a livello nazionale, innanzitutto il potenziamento strutturale del servizio sociale professionale attraverso una quota annua che andiamo ad implementare, l’introduzione del Pronto intervento sociale, che viene individuato come ulteriore livello essenziale da garantire in ogni ambito distrettuale, il servizio di supporto e accompagnamento delle persone senza fissa dimora all’iscrizione anagrafica, che diventa anch’esso livello essenziale (ricorderete il dibattito che è stato fatto in quest’aula, su proposta del primo firmatario del progetto di legge, il consigliere Mumolo, che poi abbiamo tradotto in atto legislativo), l’introduzione dei centri di servizio per il contrasto alla povertà, finalizzati non solo alla presa in carico integrata delle persone senza dimora, ma anche al supporto per l’ottenimento delle residenze, dell’erogazione del servizio di Fermo Posta, il potenziamento del cosiddetto housing first, che mette al primo posto il diritto alla casa per le persone senza dimora.

Abbiamo confermato altre misure che erano già presenti nella programmazione precedente e, in ultimo, voglio sottolineare in questa breve carrellata riepilogativa gli interventi per il recupero alimentare e le risorse stanziate a favore, ad esempio, di quelle realtà come gli empori solidali, le reti Caritas e altri soggetti che durante la pandemia hanno svolto un ruolo importante per dare un sostegno concreto a persone che erano in difficoltà e che durante la pandemia sono cresciute di numero.

Mi riallaccio a questo ultimo passaggio perché, come ho detto, credo sia utile dare anche un inquadramento generale di alcuni numeri, dei quali spesso si discute alle volte forse a sproposito. Mi riferisco al tema del numero di persone (guardo già il consigliere Marchetti, perché è un dibattito che abbiamo da qualche anno a questa parte avviato) che sono scese al di sotto del livello della povertà anche nella nostra Regione.

Ovviamente la nostra Regione ha dei tassi, delle percentuali differenti da quelle di altre Regioni italiane e dalla media a livello nazionale, perché, come sappiamo, in questa Regione fortunatamente le occasioni di lavoro e, in generale, il livello di benessere è più alto che in tante altre Regioni italiane.

Ciò non toglie che negli ultimi anni, anche e soprattutto, ma non solo, a seguito della pandemia, già precedentemente a seguito della crisi economico-finanziaria 2008-2011, insomma di quel periodo, il numero di persone che hanno visto calare il proprio reddito o addirittura azzerarlo è significativamente cresciuto, tant’è che in quest’aula, proprio nel corso del 2016, depositammo, discutemmo e approvammo la legge che recava “Misure di sostegno al reddito e di contrasto alla povertà”, sintetizzato poi nel reddito di solidarietà, che a partire dal 2017 è entrato in vigore, anticipando il reddito di cittadinanza, che poi nel 2019 ha assorbito quella misura.

Ripercorrendo e facendo una fotografia delle persone che in questa regione hanno poi percepito prima il reddito di solidarietà e poi il reddito di cittadinanza, quello che viene fuori è che intanto parliamo di un numero di persone che varia negli ultimi tre anni – parlo del reddito di cittadinanza – in una media di 60.000, con punte di 70.000 richiedenti il reddito, che segnalano – ovviamente parlo di nuclei emiliano-romagnoli, nuclei di questa regione –, a partire con la punta del 2020 e 2021, un elemento di criticità evidente. Quindi, i numeri ci aiutano a comporre una discussione fondata su dati un pochino più oggettivi.

Così come l’aumento dei nuclei familiari che hanno fatto richiesta del reddito, associato alla fotografia del percettore, cioè le persone che sono nel 70 per cento dei casi cittadini emiliano-romagnoli, quindi 7 percettori del reddito su 10 sono cittadini emiliano-romagnoli (diciamola così) e non provenienti da altri paesi, sono perlopiù nuclei unipersonali, quindi nuclei composti da una persona sola, in un’età media che sta tra i 30 e i 55 anni. Quindi, in sostanza la fotografia del percettore di queste misure di contrasto alla povertà ci rappresenta persone che vivono da sole, in un’età che è quella che ho descritto prima, quindi tra i 30 e i 55 anni, e sono cittadini emiliano-romagnoli. Questo significa che quella misura che avevamo pensato negli anni successivi alla crisi economico-finanziaria, che poi è stata assorbita dal reddito di cittadinanza, ha colto un problema che esisteva, un problema reale che ha attraversato la nostra regione, che dal punto di vista sociale ha dato risposte importanti, pur in una regione dove – lo ripeto – i livelli di occupazione sono diversi che in altre regioni, le percentuali di disoccupati sono più basse, ma il tema sociale credo che esista e che vada affrontato, non rimosso.

Per non parlare della situazione italiana. Sappiamo che ci sono circa 5 milioni di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà, o comunque sulla soglia di povertà, e sono persone fragili. Rispetto a questi dati, parlo dell’Emilia-Romagna, ovviamente, perché sono i numeri che conosciamo meglio, di cui abbiamo diretta conoscenza e diretta gestione, per citare l’ultimo, quello più recente, nel mese di settembre, il numero dei nuclei familiari percettori almeno di una mensilità di reddito di cittadinanza… Voi sapete che il reddito aveva una durata di diciotto mesi: dico “aveva” perché sappiamo il dibattito che sta facendo il Governo in queste ore. I diciotto mesi ovviamente potevano essere partiti nel 2021 e terminare nel 2022. In Emilia-Romagna, a settembre del 2022, i nuclei che hanno percepito almeno una mensilità sono stati 28.000. Nel corso del 2022, complessivamente sono 44.000 i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità del reddito: ovviamente stiamo parlando di circa 100.000 persone.

La fotografia era quella che dicevo prima, i numeri sono questi. Io credo che di fronte a questi numeri, alla fotografia e anche al vissuto che ciascuno di noi ha, perché siamo tutte persone insediate nei territori, che conoscono la realtà dei territori di provenienza e il contesto regionale nel quale ci muoviamo, va da sé che misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito in questo paese i numeri ci dimostrano che sono necessarie. Misure di questo tipo sono necessarie.

Si può discutere ovviamente il dibattito nominalistico, come abbiamo avuto modo di dire in Commissione, lo lasciamo da una parte, non ci interessa. Le misure però fondamentali per dare una mano a persone che sono in difficoltà sono un dato oggettivo.

Sappiamo tutti, lo abbiamo detto più volte, che la principale e prioritaria forma di emancipazione dalle condizioni di fragilità e di difficoltà è il lavoro, quindi noi dobbiamo essere impegnati a costruire condizioni di lavoro e ampliare quindi il numero di persone occupate, con un piccolo particolare: che ovviamente il lavoro non si crea, come abbiamo detto più volte, per decreto, o per atto amministrativo, ma è un percorso che richiede tempo. Noi possiamo costruire le condizioni che si devono poi dispiegare nella realtà, e concludo. Nel frattempo abbiamo l’onere e la responsabilità di dare una mano a quelli che sono in difficoltà in questo momento, e che fanno fatica, anche ‒ e concludo ‒ alla luce dell’aumento delle bollette, dell’impatto che sull’economia e sulla vita della nostra società sta avendo la crisi energetica. A quelle persone e a quelle famiglie dobbiamo dare una risposta. Credo sia un imperativo categorico tanto per chi governa la Regione, a maggior ragione ‒ scusate il gioco di parole ‒ per chi governa il Paese.

Penso che quel dibattito e il dibattito che si sta maturando nel nostro Paese sia un dibattito un po’ strabico, perché guarda la realtà con una lente un po’ strabica. Penso, invece, che vada messo a fuoco l’obiettivo e vadano messe in campo e garantite le misure che hanno dimostrato di aver dato una mano concreta a persone che vivevano in condizioni di difficoltà.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ha la parola.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Stiamo, sostanzialmente, parlando di un Piano che, in realtà, è già in ritardo. Questo è il Piano regionale per il contrasto alle povertà 2022-2024, che subentra al precedente Piano, in vigore, 2018-2020. E fin qui nulla di nuovo. Ormai siamo abituati ad assistere a dei ritardi dovuti ai due anni di emergenza sanitaria, che si ripercuotono su diverse iniziative di carattere istituzionale.

Oltre ad essere in ritardo, ritengo sia già superato. È già superato perché, in sostanza, in gran parte, questo Piano segue un po’ le linee nazionali dettate dal decreto legislativo n. 147/2017. Infatti, all’interno del nostro Piano regionale troviamo azioni a favore dei beneficiari del Reddito di cittadinanza. Proprio su questo elemento credo emergano i primi elementi critici di questo Piano regionale.

Questa discussione si inserisce in un momento ‒ come ha giustamente ricordato anche l’assessore Taruffi ‒ in cui il Governo nazionale sta rimodulando e rivedendo questo strumento, ovvero quello del Reddito di cittadinanza, con un periodo ponte che vedrà, poi, una rimodulazione completa degli strumenti a sostegno del reddito.

Inoltre, dai dati che vengono inseriti nel Piano in discussione oggi emerge anche l’inefficienza di questo strumento, andando così ad avvalorare la tesi di chi, come noi, sostiene una revisione più che opportuna.

Infatti, a fronte di un 5,3 per cento di famiglie che vivono sotto la cosiddetta soglia di povertà a livello regionale, soltanto il 4 per cento beneficia del Reddito di cittadinanza. Già di per sé da questa discrepanza emerge quindi che lo strumento non è assolutamente efficace a contrastare in pieno la povertà a livello regionale, ma ovviamente anche a livello nazionale.

Inoltre, all’interno di questo Piano regionale trovano solide basi anche le azioni che sono state portate avanti dal Centrosinistra a livello emiliano-romagnolo, in primis dall’assessore Taruffi, che giustamente l’ha ricordato anche in qualità di padre ideatore di quello strumento che abbiamo tanto contestato nella passata legislatura come Lega all’interno di quest’aula, ovvero il Reddito di solidarietà. Troviamo una parte corposa, all’interno di questo Piano, che richiama proprio la bontà, a vostro avviso, di quello strumento, uno strumento che a nostro avviso, però è andato ad affrontare questa problematica in maniera assolutamente errata.

Qui posso ricollegarmi ad una discussione che abbiamo già affrontato sulla clausola valutativa dell’integrazione dei cittadini stranieri, infatti il 40 per cento delle risorse stanziate per questo strumento, ovvero il Reddito di solidarietà regionale, è andato nelle tasche di nuclei familiari di cittadini stranieri-

L’assessore Taruffi, ovviamente, dal canto suo porta avanti la visione del numero di beneficiari, dove ci viene a dire che la maggioranza dei beneficiari è comunque cittadino italiano ed è rappresentata da quella fetta di persone che vivono sole, senza reddito, dandoci anche, ovviamente, la fascia d’età.

Se però andiamo a ragionare, anziché sul numero dei beneficiari, sulla quantità di risorse che sono finite nelle tasche dei cittadini stranieri, ci accorgeremo che uno sbilanciamento eccessivo c’è, perché il 40 per cento di queste risorse (ricordo che erano tante le risorse che venivano stanziate a livello regionale) è finito nelle tasche dei cittadini stranieri, a fronte di una popolazione straniera presente in Emilia-Romagna che è circa del 12,8 per cento, se non erro, capiamo benissimo che c’è una disparità, che porta, comunque, anche ad uno scontro tra poveri e a discriminazioni nei confronti non dico tanto dei cittadini italiani, ma nei confronti di coloro che vivono da più tempo sul nostro territorio. Del resto, il principio sacrosanto che dovremmo iniziare ad applicare su tutti gli strumenti di aiuto io credo che debba proprio incentrarsi su questo criterio, ovvero prendere in considerazione anche il numero di anni di residenza sul nostro territorio, proprio per non penalizzare tutti coloro che versano le tasse ovviamente da più tempo a livello emiliano-romagnolo.

Quindi, di per sé già ci sono diversi elementi, che abbiamo anche espresso, ovviamente, in Commissione, che ci portano a vedere con criticità questo Piano regionale, che – lo ripeto – in parte ricalca le linee dettate a livello nazionale, ma che in realtà trova anche un’impronta forte ideologica a livello emiliano-romagnolo, incentrata sugli strumenti che avete messo in campo in questi ultimi anni.

Gli elementi critici, comunque, non sono finiti e non si incentrano soltanto su questi due aspetti che ho già sottolineato. Infatti, credo che un ragionamento più ampio lo si debba fare anche su ciò che riguarda il Fondo sociale europeo Plus. Anche su questo è una discussione che stiamo portando avanti da un po’ di tempo, credo da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria. Ricordo le prime Commissioni, dove all’epoca, ovviamente, interveniva l’allora vicepresidente Schlein, ed era un dibattito che come Lega avevamo già cercato di portare avanti per arrivare ad una maggiore integrazione tra il Fondo sociale europeo Plus e il Fondo sociale regionale. Ovviamente mi si dice che ci sono, comunque, dei punti di contatto tra questi due strumenti, ma sono ancora percorsi che procedono in parallelo.

Non dico che è da buttare via tutto quello che si sta facendo, però sappiamo benissimo tutti che il Fondo sociale regionale può essere anche cofinanziato dalle risorse europee. Noi abbiamo portato avanti proprio questa proposta, visto che fino ad oggi non è stato fatto, il Fondo sociale regionale non è mai stato finanziato da risorse europee, proprio perché riteniamo opportuno, a fronte di un aumento delle risorse messe a disposizione a livello europeo – all’epoca almeno era così –, cercare di liberare anche risorse proprie a livello regionale al fine di incentivare anche il mondo del lavoro. Ricordo benissimo la discussione che si tenne in quella sede di Commissione, dove noi avevamo proprio chiesto di liberare parte di risorse che si mettevano annualmente nel Fondo Sociale Regionale, intercettando parte delle risorse europee, così da non andare a depotenziare lo strumento che serve effettivamente ai territori per dar sostegno ai nostri cittadini, in modo da andare a finanziare anche di tasca nostra degli strumenti in aiuto alle imprese, in modo da incentivare le assunzioni, creare lavoro e dare dignità, ovviamente, ai nostri cittadini emiliano-romagnoli.

Ricordo che all’epoca, la vicepresidente Schlein fece un minimo d’apertura. Però in realtà di passi concreti non ne abbiamo assolutamente visti, fino ad oggi. Mi pare di aver compreso dalle dichiarazioni sia oggi dell’assessore Taruffi, che non ha toccato minimamente questo tema, sia anche da ciò che mi disse in Commissione in risposta a queste mie osservazioni, non mi pare che ci sia questa intenzione di andare ad integrare maggiormente questi due strumenti.

Prendendo atto quindi di queste divergenze a livello politico che ci sono sui contenuti di questo Piano regionale per il contrasto alla povertà 2022-2024, che noi riteniamo ovviamente già superato, come dicevo prima, ma soprattutto incentrato su proposte e azioni di carattere ideologico che contraddistinguono il vostro operato, l’orientamento di voto che esprimeremo oggi come Lega sarà assolutamente contrario.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di intervenire il consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Oggi ci troviamo a votare un atto di programmazione che rientra nel solco delle azioni e risorse previste dal Fondo nazionale. Peccato che come spesso accade in questo ente, la Giunta, e segnatamente il suo presidente, ora impegnato nella scalata per diventare segretario del Pd, non abbia perso occasione per trasformare l’azione amministrativa in uno strumento di propaganda, con il quale intende ribadire la propria presunta superiorità inseguendo schemi ideologici sempre più lontani dal Paese reale.

Un meccanismo noto, che si fonda sulla posizione certamente di vantaggio dell’Emilia-Romagna rispetto ai valori medi nazionali, dovuta all’operosità del nostro sistema produttivo. Una tentazione pericolosa, quella di definirsi i primi della classe, fautori delle eccellenze, che ormai non incanta più nessuno se, come è evidente, è tanto forte la domanda di cambiamento che è uscita recentemente dalle urne elettorali.

Il Governo Meloni, che si è insediato solo da poche settimane, sta lavorando per sostenere cittadini e imprese a fronte di una situazione lasciata dal Governo PD-Cinque Stelle non certo favorevole, mentre l’aspirante segretario nazionale PD, Bonaccini, e la sua Giunta rincorrono i Cinque Stelle sul Reddito di cittadinanza e lanciano un Piano dove si vanno a destinare risorse senza tenere conto che il quadro nazionale è in mutamento.

Nel dettaglio del provvedimento cercherò di non infierire troppo sull’assessore Taruffi, perché lo stimo e gli riconosco che si è sobbarcato un bel fardello: far dimenticare agli emiliano-romagnoli il fallimento di Elly Schlein. Tutti sapevano che per Schlein la Regione era poco più di un tram per le sue mire nazionali, e voci sulla sua candidatura alla segreteria del partito confermano lo scarsissimo interesse per l’azione amministrativa messa in atto e la sua inefficacia. A Taruffi l’onore delle armi. È assessore da poche settimane, ma in questa Assemblea, come rappresentante dell’Esecutivo regionale, è venuto più volte di quante sia venuta Schlein nei primi due anni di mandato. Onore al merito. E lo dico con sincerità.

Stesso discorso vale per le Commissioni. Assessore Taruffi, il mio sincero complimento per l’impegno profuso, ma l’impegno non basta. Questo Piano anti-povertà dovrà presto essere rivisto.

Va, poi, ricordato che siamo ancora in attesa del nuovo Piano sociosanitario, mentre è lo stesso documento che stiamo qui esaminando ad ammettere che gli obiettivi del vecchio Piano sociosanitario non sono stati raggiunti, in particolare per quanto riguarda il fondamentale coordinamento dei servizi.

A nostro avviso, questo Piano regionale per il contrasto alle povertà 2022-2024 è sbagliato. È palese l’intenzione di non scontentare nessuno, anche se le prime vittime di questo documento pseudo elettorale sono le famiglie emiliano-romagnole.

Nel suo Piano, assessore Taruffi, non viene mai usata la parola “famiglia”, eppure la famiglia è il primo antidoto alla disgregazione sociale, che sta colpendo anche il nostro territorio, a quella solitudine che diventa povertà e apre inesorabilmente le porte alla disperazione. Una disperazione totalmente improduttiva e che non genera alcuna spinta al miglioramento per intere generazioni, che qualche forza politica con il Reddito di cittadinanza vuole allevare come bacino elettorale di disperati. Difficile, evidentemente, affrancarsi dall’ideologia per avvicinarsi al Paese reale, un Paese dove gli anni del Covid hanno aumentato povertà e disuguaglianze, specie tra le donne e i giovani, dove preoccupa il dato dell’abbandono scolastico, che va a braccetto con la povertà educativa, e non solo. Povertà, purtroppo, destinata ad aumentare nel futuro, vista la crisi energetica in atto e il caro-vita che incalza, mentre sono i più fragili a farne maggiormente le spese. Ed è su questi punti che si dovranno concentrare gli sforzi senza distribuire risorse a pioggia e senza controlli.

Ecco che mettere in atto provvedimenti su linee già segnate dal precedente Governo non potrà essere sufficiente, pur potendo contare sui fondi del PNRR. L’aumento degli assistenti sociali, ad esempio, sarà un aiuto, ma è dalla vera integrazione dei servizi al miglioramento della capacità di intervento e al monitoraggio nei territori che si potranno colmare i bisogni reali dei nostri concittadini più fragili.

Questo è solo un piccolo esempio della differenza che corre tra chi ha a cuore gli interessi di tutti e chi insegue questa o quell’altra crociata, senza capire che ormai il Paese è diretto da un’altra parte.

Sempre pronti a collaborare quando vorrete riprendervi da quello che per voi è un sogno dorato, ma che in realtà è un incubo per tutti i cittadini di questa Regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola il consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Il dibattito che offre oggi questa Assemblea è un dibattito tutt’altro che retorico, sebbene il coro di interventi che lo hanno anteceduto si presti soltanto alla retorica e non alla politica.

Vorrei cercare con il mio intervento di dare un contributo non alla distensione del clima (non possiamo distendere il clima), ma all’affermazione di altri punti di vista.

Il Novecento prima e l’inizio del nuovo secolo ci hanno consegnato un progressivo aumento delle diseguaglianze sociali, attribuendo alla politica e ai leader ruoli di grande importanza sia nell’acuirsi della separazione tra chi aveva di più e chi ha di meno, sia anche nelle ricette che potevano essere messe in campo.

Possiamo dire che tra il finire del Novecento e l’inizio del nuovo secolo abbiamo assistito sostanzialmente ad un impregnarsi della cultura liberale, tanto nel lato del Centrodestra, quanto nel lato del Centrosinistra, e molti si sono nascosti dietro parole vuote, anche dietro parole che hanno la loro portata, il loro peso, che però non vengono declinate nel loro senso, e voi sapete che il senso di una parola, per la sua stessa etimologia, deve essere sempre declinato nel suo senso.

Pertanto, di fronte alla retorica della famiglia, di fronte alla retorica del consenso popolare, a quella della povertà educativa, della povertà scolastica, non posso che manifestare tutto il mio sconforto, non perché non esistano, anzi esistono gravemente, ma il punto è se tu nella vita decidi di stare dalla parte dei poveri o se decidi di lottare contro i poveri. E decidere di lottare contro i poveri non è una dichiarazione che nessuno ha mai pronunciato esplicitamente, ma lo fai con le politiche del diritto che metti in campo, con le politiche dei diritti che metti in campo. Per cui, io trovo di grande imbarazzo la discussione che questa Assemblea offre alla relazione dell’assessore Taruffi. Lo faccio perché con il collega Taruffi in altro momento, all’inizio della scorsa legislatura, iniziammo una battaglia, nei rispettivi ruoli, per fare in modo che un provvedimento che pensavamo potesse essere utile ed embrionale rispetto ai processi di lotta alle povertà diventasse legge nella nostra Regione. Ci riuscimmo. Ci dividemmo i ruoli, io feci il relatore, lui il primo firmatario, e insieme abbiamo convinto anche i colleghi del nostro centrosinistra, che erano perplessi. D’altronde, noi avevamo anche un dibattito interno, non soltanto esterno sulla discussione.

Fortunatamente quel provvedimento diventò poi un provvedimento del centrosinistra nazionale e successivamente anche del nuovo Governo, quello del Governo Conte I, quello che in qualche modo la Lega ha rimosso e che i Cinque Stelle, invece, rivendicano nella parte del reddito di cittadinanza. Ma tant’è che oggi noi ci troviamo a parlare di disuguaglianze sociali e di politiche di contenimento delle disuguaglianze in funzione di due provvedimenti, uno emiliano-romagnolo, fatto appunto in queste aule, un altro ottenuto grazie anche a quel non rimpianto primo Governo Conte.

Il punto, colleghi, è che dopo tutto questo tempo noi abbiamo 5.600.000 nuovi poveri in Italia e che nella opulenta regione Emilia-Romagna, quella che è famosa perché ha l’11 per cento di crescita rispetto all’export, quella che è famosa perché ha il PIL più forte d’Europa, quella che è famosa perché domani il Capo dello Stato omaggerà il quarto computer di calcolo più potente al mondo, bene, in questa nostra ricca e opulenta regione ci sono 108.000 persone che hanno fatto richiesta del reddito di cittadinanza.

Allora dobbiamo porci una domanda: abbiamo idea di cosa stiamo parlando? Perché se non sappiamo di cosa stiamo parlando, evidentemente rendiamo inutile il nostro stesso ruolo come rappresentanti del consenso popolare (per parafrasare la frase di chi mi ha preceduto).

Vedete, il delta intorno al quale si muove questo reddito di cittadinanza è tra i 448 euro della regione Emilia-Romagna e i 554 euro di altre regioni d’Italia. Cioè, a seconda di quanto sei povero e dei vari quozienti e dei servizi che la tua Regione è in grado di darti cambia il Reddito di cittadinanza. Questa è la cifra. La discussione intorno alla quale cioè viene concentrata la lotta contro i poveri è legata al fatto che esiste un piccolo ammortizzatore sociale che cerca di rendere meno difficile questa stagione, bypassando il fatto che nella fase pandemica, se non ci fossero stati questi strumenti di tenuta sociale, noi non avremmo avuto il contenimento dell’aumento della povertà; bypassando il fatto che sulla cassa integrazione guadagni, altra legge fondamentale per la tenuta dei redditi delle famiglie, se non ci fosse stata, così come l’abbiamo organizzata, mentre voleva essere smantellata, non avremmo avuto questa tenuta.

Insomma, la discussione sulla povertà che apre il piano – e io apprezzo che l’assessore Taruffi abbia voluto offrirlo alla discussione dell’Assemblea – è una discussione che porta con sé molti più temi. Non solo i 137 milioni che sono importanti, non solo la denuncia di una totale assenza di politiche a favore e contro le disuguaglianze, non solo, colleghi, per il fatto che questo Governo colpevolmente si è dimenticato delle famiglie, perché il tanto decantato provvedimento sulle famiglie ha lasciato sostanzialmente invariati gli interventi sulla famiglia, quella stessa famiglia che usiamo negli interventi – evidentemente la retorica la fa da padrona rispetto al merito in quest’aula – quando parliamo delle 60.000 famiglie della nostra Regione che accedono a questo reddito. È stato sostenuto che bisogna rimodulare, che bisogna azzerare, che bisogna vedere come funziona. Ma prima di mettere mano alle forme di sopravvivenza delle famiglie, prima di mettere mano alle forme di sopravvivenza delle persone, devi avere un’idea alternativa. Vi dico allora che è con un certo sconforto che credo che si sia sorvolato il fatto che nella relazione di accompagnamento, che pure ha affiancato il provvedimento che oggi andiamo a discutere, e spero ad approvare, onestamente, non si dica che ci sono meno 40.000 occupati, in questa Regione, rispetto a quelli che avevamo prima della pandemia; non si dice che il 13 per cento dei lavoratori ha una differenza legata al genere rispetto alla loro occupazione; non si dice in buona sostanza che le donne sono meno fortunate degli uomini, ma soprattutto si declina quello che abbiamo sentito dire dal Governo Meloni, che bisogna distinguere se la donna è madre o se la donna non è madre. Perdonatemi: il problema del genere non può essere usata come una clava tra le donne, così come non possiamo distinguere i poveri in funzione del fatto che ci servano o non ci servano.

Poi, concludendo, mi permetto di fare una chiosa. Ricordatevi che 16 milioni di italiani hanno deciso di non andare a votare, 12 milioni di italiani hanno deciso di votare per il Centrodestra, ma 13.000.800 italiani hanno votato contro il Centrodestra. Quando il criterio democratico viene messo in discussione, non ci si può nascondere dietro la strategia tattica elettorale. Esiste un problema di consenso. La parola “consenso”. Anche “con il senso”. Bisogna dare un senso al mandato elettorale. Aumentare le divaricazioni, come in parte è stato detto, non ci aiuterà. Pensare che il requisito della residenzialità, discussione anche vecchia, superata finanche dai sovranisti d’Oltralpe, non è uno strumento europeo. Noi non possiamo pensare di chiedere all’Europa di darci una mano sul gas, di darci una mano sulla PAC, di darci un aiuto sui sistemi sanitari, e poi dire: però adesso non siamo cittadini europei, perché noi siamo intermittenti. Infatti, di fronte a questa contraddizione, ha dovuto rimettere le pive nel sacco anche questo Governo. Questo è un Governo che si è presentato in conferenza stampa senza fare i conti con la Finanziaria che stava proponendo. Ha rinunciato al dibattito democratico.

Oggi io mi trovo i rappresentanti, di minoranza, per carità, per ovvie ragioni, ma i rappresentanti di quella cultura politica, che mi vengono a dire: “Guardate, in verità, voi non potete pensare di abbeverarvi al nostro fiume, perché il fiume della povertà l’abbiamo raccolto noi”. No. È in Finanziaria.

Ricordiamoci una cosa. Forse è arrivato il momento di occuparci di povertà lavorando tutti a favore dei poveri, anche dei 108.000 poveri della nostra regione. Sono 108.000 quelli in povertà assoluta, ma ricordatevi che ce ne sono altrettanti in povertà relativa. Ultimi e penultimi, il senso del mio impegno politico.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

La parola, adesso, alla consigliera Soncini.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Questa Regione ha fatto la scelta di mettere in piedi un nuovo Piano, il secondo Piano per la lotta alle povertà. È molto importante. L’ha fatto in una cornice in cui ha stanziato 137 milioni. È un Piano regionale che attua, a livello regionale, quanto previsto dal Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023. Prevede risorse, interventi, obiettivi. Lo dico perché è stato fatto grazie al fatto che sono state messe risorse e una programmazione dal livello nazionale.

Quindi, assessore, non è scontato che così sarà. Vedremo che cosa intenderà fare questo Governo, stante il fatto che i titoli di oggi sono che il Governo colpisce le persone più deboli, i poveri. Lo dico perché, invece, i dati ISTAT di oggi dicono che sulle misure adottate nel 2022, grazie all’assegno unico universale, si è ridotto il rischio di povertà di 3,8 punti percentuali per i giovani da 0 ai 14 anni, e di 2,5 punti percentuali per quelli dai 16 ai 24 anni. Lo ha voluto il Partito Democratico.

C’è quindi modo, attraverso una serie di proposte e di misure concrete, di fare delle misure che contrastino la povertà. L’assessore, ma anche chi mi ha preceduto hanno dato dei dati, cioè i poveri esistono davvero, ci sono e ci saranno ciclicamente, non vengono assorbiti completamente nemmeno da congiunture economiche con segno più, in tutti i Paesi ci sono strutturalmente flussi di persone che entrano in situazioni di povertà e che devono essere aiutate per uscirne il prima possibile anche solo con una misura monetaria in tasca, con un reddito in tasca.

La Regione, come abbiamo ribadito tante volte, a 360 gradi cerca di lavorare e si impegna per non lasciare indietro nessuno, ma vale la pena ricordare che lo facciamo attraverso vari strumenti, che sia il Fondo della non autosufficienza, che sia il Fondo sociale regionale, che siano gli interventi sull’infanzia e l’adolescenza, che siano le politiche di conciliazione sui centri estivi, che sia il tema della casa, il Fondo affitti, il Bando giovani coppie, gli investimenti sull’ERP, anche le misure adottate durante la pandemia, la famosa scheda attuativa 40 per il contrasto alle diseguaglianze e alla crisi economico-sociale, il diritto al medico di base, le attività del recupero alimentare.

Una cosa, secondo me, è importante sottolineare: il tema è multidimensionale, quello della povertà. Questo significa che serve un approccio a tutto, dalla casa all’accesso ai servizi, alla scuola, perché puoi entrare in crisi rispetto al costo della vita, al costo dei libri a scuola dei tuoi figli, al costo di cura, e nell’ultimo anno ci sono state 4.000.000 di persone in Italia che hanno rinunciato a visite e accertamenti specialistici a causa di problemi economici, perché la povertà sanitaria è strettamente connessa a quella economica.

Azioni di contrasto alla povertà minorile, che siano stranieri o italiani, perché c’è, perché è in aumento, perché è esplosa, perché il fatto di pensare che ci siano persone, famiglie, minori che non raggiungono la spesa minima mensile per beni e servizi considerati necessari per mantenere uno standard di vita accettabile, richiede ovviamente un nostro impegno, perché ha delle ripercussioni sulla qualità della vita, ma anche sulla qualità del percorso educativo delle bambine e dei bambini che vivono in queste famiglie, in quanto la povertà educativa e la povertà economica sono due facce della stessa medaglia.

Tante azioni, come dicevo, non da ultimo, come abbiamo ribadito parlando degli interventi, abbiamo parlato del Reddito di inclusione, abbiamo parlato del Reddito di cittadinanza, ma tutto questo deve essere parallelo e complementare a quelle che sono le politiche attive per il lavoro. Penso alla misura GOL, penso agli investimenti che sono stati fatti sui centri per l’impiego, per il personale e per la formazione. Penso a politiche attive che devono essere serie, a finanziamenti dignitosi e a investimenti, che anche con il reddito di cittadinanza, attraverso GOL appunto, si possa vedere quali caratteristiche vanno valorizzate e cosa possono svolgere in attività verso il mondo del lavoro. Ecco, questo è importante.

Non c’è dubbio che la logica non può essere quella di smantellare uno strumento, e qui penso al reddito di cittadinanza, al dibattito che c’è stato in Commissione e che c’è oggi, ma al limite si può renderlo più efficace ed efficiente, perché gli errori fatti nel progettare lo strumento sono altrettanto chiari e possono essere corretti. Si è sempre sottolineato il fatto che la gestione ai Comuni, che hanno il polso del livello di povertà diffuso dei propri territori, è importante, quando si parla di strumenti che vanno a contrastare la povertà. Il tema del contrastare le forme di abuso. Penso al fatto che ci possa essere chi percepisce il reddito di cittadinanza e lavora in nero. Ovviamente queste cose vanno contrastate. Penso al fatto che qua si continua a dire, cercando di istituire una società un po’ medievale, fatta di paletti, segmenti, esclusioni, perché uno ha la pelle diversa dall’altro, gli stranieri. Basta con questo dibattito, davvero. Non si può sentire per chi amministra. Io lo dico con rispetto. Se parliamo di categorie che hanno gli stessi requisiti, l’ho detto anche per quanto riguarda il Piano di integrazione degli stranieri, la stessa residenza, lo stesso numero di anni, ci dicono le norme europee che i cittadini italiani in materia sociale sono tutti quelli che hanno un regolare permesso di soggiorno, ed è quasi ovvio dire che integrare è molto meglio che cacciare via.

Guardate, mentre si interveniva prima pensavo al fatto che l’emergenza pandemica ha costretto a rimuovere le occasioni di socialità. Sembra che ciò non c’entri, ma secondo me c’entra molto. Ha aggravato ulteriormente la situazione di solitudine di gran parte delle persone, tutte, ma in particolare delle persone che hanno delle fragilità, che hanno delle povertà, che hanno delle solitudini. Quanto, a maggior ragione, si è aggravata la situazione di queste persone. E penso che l’emergenza abbia cristallizzato la lotta contro gli stereotipi, lo penso davvero, che rifiutano la complessità di ciascuno di loro, di ciascuna delle persone che ha delle fragilità. Quindi, bisogna a maggior ragione riprendere in qualche modo dei percorsi e fare delle politiche che vadano in questa direzione.

Il Reddito di cittadinanza – lo dicono i numeri – ha coinvolto più single, come ha detto prima l’assessore, che famiglie numerose, più italiani che stranieri, più residenti al sud che al nord. Certamente, perché se pensiamo ai dati che abbiamo qui da noi sui tassi di disoccupazione, sulla possibilità di attrarre investimenti stranieri, di creare occupazione, non c’è dubbio che le indagini sui percettori del Reddito di cittadinanza hanno evidenziato che ve ne sono molti di più dove c’è la disoccupazione più alta, dove le offerte di lavoro sono più scarse. Non c’è dubbio che l’emancipazione... La prima cosa da combattere è quella di lavorare sul lavoro, quindi creare occasioni di lavoro, occasioni di lavoro di qualità. Su questo siamo tutti d’accordo. Quindi, va affinato un pezzo delle aziende che faticano, magari, a trovare persone che lavorano, va affinato il percorso formativo con attività di accompagnamento verso queste imprese. Ma quando ci sono persone che non hanno le condizioni, che sono impossibilitate, in qualche modo, ad accedere al mondo del lavoro, per molteplici motivi, ben vengano davvero gli enti monetari e, ovviamente, il Piano triennale di contrasto alle povertà, di cui oggi discutiamo, che deve vedere un impegno collegiale, un impegno compiuto per andare avanti proprio in quello che dicevo prima, cioè nel fatto di creare una società, di avere una comunità che sia più giusta.

Dico anche, l’ho detto anche in Commissione, e a questo tengo molto, che non c’è solo il tema dell’erogazione dei servizi, ma c’è anche il tema di creare davvero una comunità educante, una comunità in cui si crei un lavoro sinergico con tutte le realtà diverse, a livello territoriale, che possono lavorare. Tutte le associazioni, il terzo settore, il volontariato. Creare occasioni di comunità educante, di contatto, per tirare fuori dalla povertà. La povertà delle famiglie, la povertà delle persone, secondo noi, va combattuta e non va ignorata.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola la consigliera Bondavalli.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore Taruffi. Devo dire che il Piano regionale, oggetto della discussione che stiamo facendo questo pomeriggio, è innanzitutto molto attuale e, per questo, credo, degno della massima attenzione.

Ricordiamo che il 2022 è stato, e purtroppo ancora oggi continua ad essere, un anno estremamente complesso, durante il quale il drammatico conflitto bellico in Ucraina è sopraggiunto, peraltro, ad aggravare le conseguenze di una pandemia, che sappiamo non essere ancora del tutto sconfitta, generando una situazione davvero molto complicata, oltre che dal punto di vista umanitario, anche sul piano economico e sociale. È talmente complicata da rischiare di compromettere i notevoli sforzi posti in essere per dare avvio a una vera e propria ripartenza dell’economia e del lavoro successiva all’emergenza sanitaria.

Dunque la crisi energetica, gli aumenti generali dei costi e un’inflazione sopra soglia sono elementi reali, sono elementi che interessano imprese, famiglie, cittadini, non dimenticando naturalmente gli Enti locali e il mondo dell’associazionismo e del volontariato.

Siamo perciò alle porte di un inverno che si preannuncia molto incerto, per molti sarà un inverno molto difficile, molto complesso, purtroppo per diverse persone. Si fa bene a richiamare i dati, perché quando siamo davanti ai dati si capiscono meglio le dinamiche e le situazioni, quindi, già facendo riferimento ai rilievi disponibili che riguardano il 2020, anche nella nostra Regione, seppure ‒ ricordiamolo ‒ in maniera più contenuta rispetto al resto d’Italia, si è registrata una crescita della soglia di povertà, destinata, in virtù di quanto provate esprimere nella prima parte di questo intervento, ad ampliarsi ulteriormente.

Già nel 2020, rispetto al 2019, il dato occupazionale dell’Emilia-Romagna aveva fatto rilevare una contrazione di circa 400.000 unità, il 75 per cento delle quali ascrivibili al genere femminile (su questo vorrei tornare). Alla luce del quadro attuale, il tasso di disoccupazione, pari al 5,7 per cento nel 2020, potrebbe crescere, mettendo pericolosamente a rischio l’equilibrio e anche la coesione sociale.

Ecco allora che il contrasto alle disuguaglianze e la volontà di assicurare a tutti pari dignità, a partire proprio dalla possibilità di disporre di un posto di lavoro, sono da sempre elementi che contraddistinguono la programmazione e anche l’azione della Giunta regionale.

Questi non possono certo venire meno in una fase storica così delicata come quella che stiamo vivendo, anzi è fondamentale che vengano ancora di più riaffermati, in modo da assicurare il permanere di una visione di comunità, che accoglie e che include ogni persona.

Il Piano che ci apprestiamo ad approvare, dotato di una disponibilità finanziaria, come veniva ricordato prima, per il triennio 2022-2024, pari a circa 130 milioni di euro (sono 137 per la precisione), è dunque un atto molto importante per le ragioni espresse, in linea con i tratti generali e sociali della contemporaneità, ed è in grado di poter costituire un sostegno concreto per accompagnare e assistere chi si trova davvero in condizioni di difficoltà, a maggior ragione a fronte dei limiti evidenziati dal Reddito di cittadinanza.

Tale misura è nata ‒ credo ‒ con finalità condivisibili, con finalità importanti, significative, ma che non è riuscita a produrre incisivi effetti di svolta in termini di progetti di vita di vera ripartenza.

Credo sia questo il punto per cui vada profondamente rivista questa misura, operando in una logica di accompagnamento a tempo determinato di chi ha davvero necessità, in funzione dell’accesso a opportunità occupazionali che devono essere dignitose ed eque.

È il lavoro la strada maestra da perseguire, a partire dall’occupazione femminile (torno a quanto evidenziato in precedenza), che registra, in base agli ultimi dati disponibili, un divario negativo medio rispetto a quello maschile di 13 punti percentuali, che discende in buona misura anche dallo svolgimento del lavoro di cura e gestione familiare demandato, come sappiamo, prevalentemente a noi donne.

Allo stesso modo, è fondamentale perseguire con forte determinazione e, se possibile, anche con ulteriori risorse l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, secondo un approccio di sistema con le realtà territoriali che le assistono e sostengono, generando un’opportunità vera di inclusione sociale, valorizzando le capacità individuali in rapporto alle caratteristiche di ognuno nella maggiore autonomia possibile.

Penso che un passaggio vada riservato ai giovani, come attestato dal dato fornito da Istat nel febbraio del 2021, in forza del quale il tasso di disoccupazione nazionale dell’anno 2020 relativo al mondo giovanile è salito al 29,7 per cento, con un aumento dell’1,3 rispetto al rilievo di dicembre 2019. Sono 200.000 bambini e ragazzi in più, in relazione all’anno precedente, che sono entrati nella soglia di povertà.

Questi dati ci dicono quanto sia davvero necessario e indispensabile sostenere le famiglie, affinché possano assicurare loro un adeguato percorso di istruzione, all’insegna delle pari opportunità rispetto ai loro coetanei e, soprattutto, provando a determinare le condizioni idonee per poter accedere al mondo del lavoro, perché la costruzione di un presente e di un futuro prossimo di comunità, che devono essere equilibrati, che devono essere coesi, passa senza dubbio dal perseguimento di questo obiettivo.

Considero estremamente significative alcune novità, che sono inserite in questo Piano triennale, dal potenziamento del servizio socio-professionale all’inserimento tra i LEPS del Pronto intervento sociale, del Servizio di supporto e accompagnamento delle persone senza dimora all’iscrizione anagrafica. Sono tutti elementi che mi inducono ad affermare che il passaggio di oggi è un passaggio determinante e per certi versi contiene delle buone notizie, che vanno nella direzione di provare a sostenere le famiglie che oggi si trovano in condizione di particolare difficoltà nell’ambito di un cammino quotidiano in cui sostenere con ogni forza le comunità deve essere sicuramente la strada che dobbiamo percorrere.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola il consigliere Amico Federico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Molto è stato già detto, illustrato, sottolineato, valorizzato, criticato, osservato. Io vorrei ragionare in questa sede di alcuni aspetti che vanno anche al di là della polarizzazione del dibattito pubblico generale, ma si vogliono concentrare non tanto e non solo sui dati, ma su quelle che sono le azioni contenute all’interno del Piano regionale, lasciando per ultimo il ragionamento su quelle che sono le misure di sostegno al reddito, perché dal mio punto di vista sono molto importanti, sia quelle regionali che quelle nazionali.

Vorrei innanzitutto sottolineare come questo Piano sia un piano che integra una serie di azioni, a partire da quella che è una politica dal mio punto di vista attiva, non tanto per il lavoro, ma dal punto di vista della risposta nei confronti dei bisogni dei cittadini e delle cittadine, che pertiene a quella che è l’organizzazione della macchina pubblica. Quindi, nel momento stesso in cui anche all’interno del Piano regionale si indica quelli che sono i livelli assegnati da parte dello Stato per quanto riguarda l’erogazione dei servizi tramite gli operatori dei servizi sociali, la Regione Emilia-Romagna è oltre la soglia indicata dallo Stato da mantenere. Questo per dire come le risorse che noi andiamo a programmare, questi 140 milioni di euro, per quanto riguarda i prossimi anni hanno a che fare su più livelli di azione, tra cui anche quelli dal mio punto di vista essenziali in termini di risposta da parte degli Enti pubblici, proprio tramite l’esercizio dei servizi sociali, servizi sociali che prendono in carico, danno risposte concrete, accompagnano le persone in difficoltà dal punto di vista economico verso varie opportunità, che non sono solo ed esclusivamente quelle del reddito, ma che rientrano anche nella relazione, nei rapporti, nel contributo, nel supporto di quelle che sono tutte quante le attività, richiamate più volte anche oggi, legate al terzo settore, al volontariato, all’associazionismo, alla cooperazione sociale, all’inserimento lavorativo da parte della cooperazione sociale.

Dal mio punto di vista, è un Piano organico non solo comprimibile alla discussione sulle misure di sostegno al reddito, ma che prova a intervenire su una multidimensionalità, quella propria delle persone che non sono solo ed esclusivamente monetizzabili da un punto di vista reddituale, ma hanno una serie di fragilità e di difficoltà che la povertà mette in maggiore evidenza, ma che hanno un complesso di bisogni a cui non si può rispondere solo ed esclusivamente attraverso il sostegno al reddito. Questo Piano regionale, dal mio punto di vista, fa questo nel momento in cui rafforza i servizi sociali, prevede programmi per l’housing first, prevede supporto ai piani di recupero alimentare, la distribuzione del cibo, gli importi solidali, eccetera. Fa un intervento che mette a sistema risorse europee, sì, in maniera integrata, sì, probabilmente non nello specifico del fondo sociale, ma proprio per quelle che sono le misure di politiche attive per il lavoro. Penso al programma GOL. Penso al programma del Fondo sociale europeo Più, che a pagina 55 del Piano indica con chiarezza dove vanno a insistere e a essere impiegate. Guarda caso, vanno proprio verso il recupero da un punto di vista lavorativo di quelle fasce non solo economiche, ma anche di genere, che abbiamo detto più volte, anche in quest’aula, essere maggiormente esposte.

I richiami, sinceramente, al tema della mancanza di attenzione alle famiglie, di questo genere... Oggi abbiamo anche letto sui giornali altri elementi che mi sembra non vadano nella direzione del sostegno alla povertà, ma vadano nella proposta di erogare ulteriori bonus, come quello che abbiamo visto per quanto riguarda alcune proposte di legge presentate in Parlamento in questi giorni rispetto a chi vuole procedere a matrimonio, un bonus di carattere fiscale, mentre io credo che vadano commisurate proprio nei confronti di chi si trova in forma di deprivazione economica.

Chiudo sul ragionamento complessivo che parte dal provvedimento emiliano-romagnolo del Reddito di solidarietà, che poi si sviluppa attraverso l’impiego del reddito di cittadinanza, che oggi probabilmente verrà rivisto, io non credo in forma positiva, ma in forma purtroppo solo ed esclusivamente negativa.

Ricordo anche come quella discussione che ha accompagnato il dibattito nella scorsa legislatura – io non ero presente su questi banchi, ma la seguivo dall’esterno – sia nato dentro quest’aula, ma sia nato anche sulla base di una serie di sollecitazioni che venivano da un corpo largo presente della società, che si chiamava “Alleanza contro la Povertà”, un’alleanza che era fatta da Caritas, che era fatta da Acli, che era fatta dai sindacati, che era fatta da tanti soggetti, perché quei numeri a cui il reddito di solidarietà e interventi di contrasto alla povertà che, chi nei vari interventi mi ha preceduto, non sono stati sufficienti a colmare quella distanza del 5 per cento delle persone a rischio o in povertà, non sono stati sufficientemente finanziati già da allora, e che quindi quel problema assolutamente esiste, quel problema va affrontato, io penso proprio solo ed esclusivamente attraverso la costruzione di un piano, che troverà la sua applicazione nei prossimi tre anni, che potrà mettere insieme tutti quanti i puntini e, quindi, tenere insieme le forme di sostegno al reddito con le politiche attive per il lavoro, con tutti quanti gli altri interventi che qui sono previsti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola la consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Tanto è stato detto e ovviamente io non posso non intervenire in difesa di quello che è lo strumento principale per combattere la povertà, voluto dal Movimento 5 Stelle, che è il reddito di cittadinanza. Voglio ricordare a tutti che è uno strumento che ha quattro anni di vita, di cui due passati in pandemia, quindi io capisco le critiche, però bisogna anche capire in quale contesto ci muoviamo.

Voglio anche ricordare che dietro i numeri, visto che sembra che parliamo sempre di cose astratte, ci sono delle persone, persone che vivono in condizione di fragilità, a cui questo Governo sta facendo la guerra. Il povero per questa destra è il nemico da perseguitare, sulla cui pelle pensa addirittura di fare cassa. Io, invece, vorrei ricordare che i percettori di reddito di cittadinanza sono madri e padri di famiglia, sono donne e uomini, sono giovani, che magari il divano non lo hanno neanche mai visto, perché lavorano e purtroppo hanno paghe da fame. Questo significa anche essere ricattabili, significa anche il rischio di indebitamento. E qui apro una parentesi, che non c’entra con il testo che stiamo approvando oggi, però ricordo anche in questa sede che c’è una legge sul sovra indebitamento, che è stata approvata a fine della scorsa legislatura e che necessita di essere approvata.

Ne parleremo, assessore Taruffi, su questa cosa sarò molto netta, nel senso che anche quella è una misura per evitare di creare povertà ed è una misura che si può attuare subito, però, come dicevo, per la Destra non è concesso avere neanche un momento di difficoltà.

Mi aspetto (noi lo faremo in Parlamento e daremo battaglia sulle modifiche che il Governo Meloni vuole introdurre al Reddito di cittadinanza) anche che da questa Giunta e da questa Regione sia presa una posizione chiara rispetto al peggioramento di uno strumento valido, che però ‒ ripeto ‒ si muove all’interno di un contesto economico e sociale che conosciamo molto bene, e qualcuno giustamente ha detto che il lavoro non si crea dalla sera alla mattina, ci vuole tempo per farlo. Nel frattempo, però, chi vive in condizioni di difficoltà e di fragilità va aiutato.

Voglio introdurre anche un tema (ne approfitto, visto che il tempo è poco) che riguarda un ordine del giorno che ho presentato. Anche qui, è un tema che ho introdotto anche in alcune Commissioni, in cui abbiamo trattato il tema della sanità e anche del Fondo per la non autosufficienza, e riguarda quei malati che vivono in condizioni di dipendenza vitale da macchinari. Sono fragili fra i fragili, sono persone che non hanno la possibilità di veder compressi alcuni costi, perché i macchinari per loro significano sopravvivenza.

Naturalmente sono persone che pagano più di altri il costo e i rincari dell’energia e, come dicevo prima, per loro sono costi fissi, che non sono comprimibili. Ho presentato in questo senso un question-time, cui mi è stata data una risposta general generica. È vero che abbiamo un problema, come sappiamo tutti, di bilancio, per quanto riguarda il mancato riconoscimento delle spese del Covid e i costi energetici, è vero però che si possono mettere in campo anche azioni a costo zero.

In questo senso io vorrei sollecitare l’assessore ad aprire un tavolo con i sindaci e con le multiutility proprio per affrontare questo tema. È notizia peraltro di oggi quella secondo cui l’assessore al welfare Brianti di Parma ha chiesto un incontro ad Iren proprio per un intervento diretto in questo senso, che vada a tutelare 1.400 persone che vivono in questa condizione.

Io peraltro ho fatto anche un accesso agli atti per capire effettivamente a quanto ammonti il numero delle persone che vivono in questa condizione, però credo che bisogna agire subito, perché sono persone che non possono aspettare le indecisioni della politica, il caro energia, come dicevo, è un tema che pesa sulle loro spalle molto più di altre categorie, però quello di Parma non può rimanere un caso isolato e penso che sia dovere da parte di questa Giunta e di questa Amministrazione provare almeno a garantire loro il diritto alla sopravvivenza.

Questo è un tema su cui io continuerò a battere, perché, se è vero che ci preoccupiamo dei più fragili, di chi vive in povertà, facciamolo a 360 gradi, quindi occupiamoci anche di queste persone di cui nessuno parla, salvo questo caso virtuoso che viene da Parma. Peraltro, ho visto che c’è un emendamento del collega Daffadà che riprende proprio la lettera che l’assessore di Parma ha mandato ad Iren, che, per quanto mi riguarda, avrà sicuramente il mio assenso e che interviene ad integrare la mia richiesta nell’ordine del giorno.

Su questo continuerò a mantenere alta l’attenzione, perché ‒ ripeto ‒ queste sono persone che non possono aspettare i tempi della politica, non possono aspettare le indecisioni dell’Amministrazione o i tempi della politica, che solitamente sono molto lunghi.

Serve quantomeno iniziare a dare un segnale, convocando al tavolo sindaci e multiutility, perché la Regione ha questa possibilità di coordinare le azioni a livello regionale e lasciare che questo non sia, come dicevo prima, un caso isolato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola il consigliere Mumolo.

 

MUMOLO: Grazie, presidente.

Alcune brevissime considerazioni, per esprimere innanzitutto soddisfazione per l’attività messa in campo dall’Assessorato su questo tema, per migliorare la qualità e le condizioni di vita delle persone che versano nella condizione di povertà, al fine di migliorare la loro condizione economica e contrastare in questo modo anche l’esclusione sociale.

Io vorrei dire che è vero che il contesto della povertà nella nostra Regione è meno impattante rispetto ad altre realtà territoriali italiane, anche perché abbiamo lavorato tanto come Regione, come Assemblea legislativa, per aiutare chi è in difficoltà.

A livello regionale, l’Emilia-Romagna è tra le regioni con i più bassi livelli di incidenza di povertà relativa, valori significativamente inferiori o analoghi alla media nazionale. Tuttavia, registriamo un incremento anche in casa nostra della povertà. È vero che in regione Emilia-Romagna le famiglie povere sono circa il 6 per cento del totale delle famiglie residenti in Emilia-Romagna, mentre la media nazionale è dell’11 per cento, però, purtroppo, in seguito alla pandemia, alla guerra e alla crisi che c’è stata prima, anche qui la povertà continua ad aumentare.

Sappiamo che in Italia, secondo l’ISTAT, versano in uno stato di povertà assoluta 1.400.000 bambini. Sono ragazzi che non hanno il necessario per vivere dignitosamente, non possono permettersi un’alimentazione adeguata, una casa confortevole o attività ludico-ricreative e culturali utili alla crescita e allo sviluppo cognitivo. Purtroppo, a livello nazionale, l’incidenza più elevata di povertà si concentra proprio sui minori, per poi scendere via-via al crescere dell’età.

I dati ultimi recenti segnalano che si sta passando a una stagnazione economica, a un’inflazione in costante crescita a causa dell’aumento dei prezzi di gas e luce. Anche i tassi di interesse dei mutui stanno aumentando, e a pagare il prezzo più alto sono, come al solito, le persone più povere e meno tutelate.

Con questo Piano regionale noi almeno proviamo a dare una risposta ‒ speriamo adeguata ‒ allo scenario descritto, con politiche innovative di contrasto alle povertà e con una dotazione finanziaria che, in rapporto alla popolazione residente, si attesta tra le più alte a livello regionale.

Poi vorrei ricordare, brevissimamente, quello che noi abbiamo fatto, anche come Assemblea legislativa, per contrastare le povertà. In particolare, siccome noi cerchiamo, con questo Piano, di occuparci anche dei più indigenti, delle persone senza dimora, vorrei ricordare ciò che abbiamo fatto proprio in favore delle persone senza dimora. Intanto, il Piano porta avanti l’attuazione della legge regionale n. 10 del 29 luglio 2021, che è la prima legge in Italia, approvata da questa Regione e da questo Consiglio regionale all’unanimità, che ha assicurato l’esercizio del diritto all’assistenza sanitaria alle persone prive di residenza, quindi prive di qualsiasi assistenza sanitaria. Cosa abbiamo riconosciuto a queste persone? Solamente qui. Poi ci ha seguito la Puglia, unica altra Regione. Abbiamo solo due Regioni d’Italia che offrono alle persone prive di residenza un medico, la possibilità di curarsi.

Noi abbiamo garantito la possibilità di iscriversi nelle liste degli assistiti delle aziende USL del territorio regionale, di effettuare la scelta del medico di medicina generale e di accedere anche alle prestazioni garantite dai LEA attraverso il servizio sociale dei Comuni.

Mi soffermo un secondo sui servizi sociali. Il Piano investe su questo principio, anzi su questo servizio, con il potenziamento del servizio sociale professionale e l’inserimento tra i LEPS, che sono i livelli essenziali delle prestazioni sociali, del pronto intervento sociale e del servizio di supporto e accompagnamento delle persone senza dimora all’iscrizione anagrafica. Un’azione, tra l’altro, della programmazione nazionale. Noi sappiamo che l’iscrizione anagrafica consente alle persone l’esercizio di tantissimi diritti fondamentali, che senza residenza non sono garantiti nel nostro stato. Interventi, questi, che sono finanziati con fondi comunitari e nazionali.

Altra misura connessa all’attività dell’Assemblea legislativa e presente nel piano è l’integrazione delle tariffe agevolate di abbonamento annuale di trasporto previste per le categorie sociali più deboli. Anche qui, l’abbiamo fatto in Emilia-Romagna e credo in pochissime altre Regioni italiane. Ho visto una delibera della Regione Piemonte. Noi abbiamo consentito alle persone più deboli e più povere, quelle che avevano di meno, quindi non solo persone senza dimora, ma le persone più in difficoltà, di poter ottenere, tramite ovviamente un rapporto con i servizi sociali, un abbonamento semestrale gratuito per potersi muovere, per poter garantire il loro diritto alla mobilità, investendo 1,5 milioni di euro, provenienti dal Fondo sociale regionale. Anche per questa misura il ruolo dei servizi sociali è determinante.

Queste misure che coinvolgono e integrano servizi sociali e sanitari per le persone senza dimora sono lo strumento per accompagnare queste persone a superare la loro condizione di estrema fragilità.

Io mi fermo qui. Ovviamente voterò convintamente questo Piano, che credo dovremmo attuare in tempi brevi. Consentitemi una chiosa. In Emilia-Romagna stiamo cercando, per quelle che sono le nostre possibilità, di non lasciare indietro nessuno, di dare qualche piccola risposta – lo ripeto, per quello che possiamo fare – alla condizione di povertà di tanti cittadini emiliano-romagnoli. Noi stiamo cercando di lottare contro la povertà. Ieri è stata presentata la bozza di manovra finanziaria e in questa manovra finanziaria si dice che verrà limitato il reddito di cittadinanza da dodici a otto mesi. Io vorrei capire se c’è qualche misura alternativa per gli altri quattro mesi, perché se uno arriva a fine mese farà un po’ fatica a mangiare in quei quattro mesi. Invece, si diminuiscono le tasse a persone che magari queste tasse potrebbero anche pagarle, con la flat tax.

Mi piacerebbe molto, così come abbiamo fatto in quest’aula, perché queste misure di cui ho parlato le abbiamo approvate insieme in quest’aula, la legge per consentire il medico di base alle persone senza dimora l’abbiamo approvata all’unanimità, che a Roma nell’ambito della discussione davvero si voglia contrastare la povertà, si voglia lottare contro la povertà, non fare la guerra ai poveri, perché se così fosse, evidentemente, non solo le persone in estrema povertà ne pagherebbero le conseguenze, ma penso che ne pagheremmo tutti le conseguenze, perché significa lottare, in questo caso, contro la coesione sociale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto di intervenire la consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Sarò breve. Grazie, presidente.

Non sono stata presente per motivi istituzionali ai lavori in Commissione, ma vorrei comunque portare il mio contributo a un Piano così importante per la nostra Regione in questo particolare momento storico. Ringrazio per la presenza l’assessore Igor Taruffi, non eravamo abituati alla presenza in tutto il dibattito, anche alla fine, per cui la ringrazio molto.

Sia i dati di fonte ISTAT che quelli del Rapporto Caritas fotografano una realtà molto critica, che, anche se l’Emilia-Romagna è in una situazione migliore rispetto alla media nazionale, non può lasciarci tranquilli.

Emerge una vulnerabilità profonda nel nostro tessuto di famiglie, soprattutto quelle numerose, che il periodo Covid ha evidentemente peggiorato. Il Piano descrive tantissime azioni messe in campo in fase progettuale, che mi trovano d’accordo in linea teorica, ma che vaglierò in fase attuativa rispetto ai rischi di accentramento e di assistenzialismo che spesso ho visto accadere in questi anni.

Analizzo qui alcuni punti politici. A pagina 11 si parla di “azioni e interventi a favore degli studenti per il contrasto del divario digitale nell’accesso alle opportunità educative e formative”. Anticipo che, avendo ricevuto alcune segnalazioni, vorrei approfondire questo tema nelle sedi opportune, chiedendo un monitoraggio sullo stato di attuazione del progetto di messa in rete con LEPIDA di tutte le scuole del territorio, sia statali che paritarie.

A pagina 15 e a pagina 53 viene affrontato il tema del recupero alimentare e della lotta allo spreco, citando il grande lavoro svolto dalla Fondazione Banco Alimentare. Visto che siamo agli sgoccioli e tutti hanno accettato di sostenere questa iniziativa nel sostegno a tutte le realtà no profit e soprattutto alle nuove realtà degli empori solidali che si occupano della ridistribuzione, colgo l’occasione per ringraziare l’Assemblea legislativa alla Regione Emilia-Romagna per il sostegno all’iniziativa della Colletta alimentare, che si terrà questo sabato in tutti i supermercati.

Al di là delle appartenenze, il fatto che i consiglieri partecipino insieme è sempre un segno importante, secondo me è un segno sempre bello da dare a chi rappresentiamo.

Viene a lungo citato il Reddito di solidarietà regionale o Reddito di inclusione (moltissimi interventi hanno puntato l’attenzione su questo), che è stato poi sostituito dal Reddito di cittadinanza. Sono di queste settimane le proposte del Governo di revisione, che modificano alcune palesi storture, e di aumento delle pensioni minime. Mi chiedo in che modo questo Piano recepirà queste novità e se ci sarà evidentemente una revisione del Piano.

Sempre nell’ottica di risorse da liberare, si cita una sovrapposizione virtuosa fra la legge regionale n. 14 del 2015 e il Programma Gol. Dico virtuosa perché il programma approfondisce, in un’ottica di presa in carico integrale grazie a nuove figure e di integrazione con i nuovi Centri per l’impiego, i princìpi ispiratori della legge n. 14, che non avevano trovato nei fatti applicazione.

Come ormai sappiamo, le risorse per l’annualità 2022 ammontavano a quasi 56 milioni di euro. Entro il 2026 si stima di raggiungere quasi i 250 milioni di euro. Realisticamente, tutte le risorse destinate all’applicazione della legge n. 14 possono essere di fatto utilizzate per nuove progettualità. Questo è un tema fondamentale, magari proprio per quelle famiglie numerose oltre la soglia di povertà, che è il Rapporto cita come principale emergenza.

Mi piacerebbe capire qual è la vostra idea, qual è il progetto, che cosa c’è oggi all’ordine del giorno di una delega così importante che lei ha, assessore. Non voglio pensar male, cioè che tutti i risparmi che i fondi PNRR porta a questa Regione siano utilizzati e trasferiti con spostamenti ad hoc a sanare il bilancio della sanità.

L’ho già detto oggi, sono profondamente preoccupata esattamente per i due settori che voi rappresentate, il suo, assessore, e quello della cultura. Se il nostro compito oggi è spostare tutta la possibilità che abbiamo di spesa, perché abbiamo un buco in bilancio, alla sanità, ditecelo subito, perché altrimenti è molto difficile anche solo intervenire in quest’aula, come maggioranza e come opposizione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Se non ci sono altri iscritti in discussione generale, la parola all’assessore Taruffi.

Dopo ci sarà il dibattito generale sull’emendamento e sull’ordine del giorno.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio davvero tutte le consigliere e i consiglieri che sono intervenuti e hanno arricchito il dibattito su un tema evidentemente di stretta attualità e di grande rilievo.

Volevo anche, però, in conclusione del dibattito (non l’ho fatto in apertura e me ne scuso) ringraziare anche la struttura dell’Assessorato, che, in questo come in altri ambiti, dimostra sempre grande competenza e grande affidabilità, a partire ovviamente dal dottor Gino Passarini e dalla dottoressa Diana Bussadori, che sono presenti in aula e che ringrazio.

Non voglio sfuggire però ad alcune sollecitazioni rapidissimamente, che sono pervenute. Delle politiche sulla famiglia per la famiglia credo che avremo modo e tempo di discutere anche nel corso della sessione di bilancio di previsione, perché ci sono delle misure che credo dovremo rivendicare collettivamente come sostegno effettivo alle famiglie. Penso, ad esempio, alle risorse che stanzieremo, ma ne discuteremo, per il potenziamento dei servizi per i nidi, le risorse che intendiamo mettere. Credo che quello sia un pezzo fondamentale per liberare tempo e per conciliare in modo differente il tempo di vita e di lavoro, che spesso ricade sulle donne, come è stato detto.

Penso che sulla misura di contrasto alla povertà torneremo a discutere, perché la povertà non è stata, evidentemente, abolita. Non si può confondere la guerra ai poveri con la guerra alla povertà. Sono due cose differenti.

Chiudo sulle risorse, consigliera Castaldini. Lo vedremo e lo vedrete. Le risorse per le politiche sociali non solo verranno confermate nel corso del bilancio, ma troveremo il modo di fare tutto quello che ci siamo impegnati a fare. La situazione del bilancio sul versante sanitario è un tema che discuteremo, ma che non avrà ricadute sulla parte sociale, a partire dal Fondo per la non autosufficienza e quant’altro.

C’è un ordine del giorno a firma Piccinini. Per quanto ci riguarda, quell’ordine del giorno... Ho visto anche l’emendamento, ma sull’emendamento lascio... La discussione è sull’ordine del giorno. Penso che il tema posto dalla consigliera Piccinini sia meritevole ‒ come ho già detto anche in altre occasioni ‒ di attenzione. Per quanto ci riguarda, quell’ordine del giorno accoglie il nostro parere positivo. Sono convinto che, così come ha fatto il Comune di Parma, ma lo dovremo fare anche noi, quel tema vada raccolto e portato a sintesi dal punto di vista del governo della Regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ricordo che su questo provvedimento insiste l’ordine del giorno 5498/1 a firma della consigliera Piccinini, sul quale insiste una proposta di emendamento a firma dei consiglieri Daffadà, Costi, Soncini, Bulbi e Bondavalli.

Dibattito generale sull’emendamento e sull’ordine del giorno. Qualcuno si iscrive? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

L’ordine del giorno l’ho già illustrato, quindi non tornerò a illustrarlo in questo momento.

Chiedo, invece, il voto elettronico.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Solo sull’ordine del giorno o anche sul provvedimento?

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Sull’ordine del giorno.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sulla proposta…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Mi scusi. Prego, consigliere Daffadà.

 

DAFFADÀ: Ho l’emendamento, giusto? Adesso? Okay.

Grazie, presidente.

Abbiamo voluto dare il nostro apporto a questo ordine del giorno, perché rilevo un problema reale su cui erano in atto le formulazioni proposte. Ha già ricordato, la collega Piccinini, questa lettera del Comune di Parma che riguarda circa 1.400 utenti, che è un numero veramente grande. Il forte aumento dell’incremento inarrestabile dei prezzi nel settore energetico impatta in modo particolare su determinate categorie di utenze, le cui gravi condizioni di salute comportano un elevato consumo di energia elettrica per l’utilizzo di indispensabili apparecchiature elettromedicali.

L’attuale importo del bonus elettrico per il disagio fisico, seppur ammortizzato dal riconoscimento di un bonus straordinario, appare in misura insufficiente per contrastare significativamente gli effetti dei rincari per le famiglie che si trovano nella necessità di mantenere in funzione, per più ore durante la giornata, apparecchiature salvavita e ausili irrinunciabili.

Da qui la nostra proposta di emendamento volto a farsi portavoce presso l’autorità regolatoria competente riguardo all’attivazione di forme di sostegno economico aggiuntive o di valutare direttamente altri strumenti a favore dei soggetti nella condizione sopradescritta.

Lo metterei al terzo punto del dispositivo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Se non ci sono altre richieste di intervento in dibattito generale sull’emendamento e l’ordine del giorno, passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sulla proposta di emendamento, sull’ordine del giorno e sul provvedimento.

Nessun consigliere? Prego, consigliere Marchetti Daniele.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Alcune repliche alle dichiarazioni che ho sentito durante la discussione generale, anche perché non avevo più tempo per reintervenire, quindi sfrutterò questo tempo che ho a disposizione, per poi motivare ulteriormente il nostro orientamento di voto.

Ho sentito parlare il consigliere Caliandro di un errore: fare distinzione sui poveri. Io credo che nessuno abbia detto questo in quest’aula, ma credo si sia fatto un ragionamento ben diverso. Nessuno nega, infatti, che esiste un problema legato alla povertà anche nella nostra regione, anzi più volte l’abbiamo evidenziato anche noi, ma ci sono modalità distinte, differenti che ci dividono dal punto di vista ideologico. Questo è chiaro. Noi, infatti, abbiamo sempre sostenuto, in diverse occasioni, che quando si interviene con aiuti di carattere sociale si debba tenere accesa l’attenzione sul non andare ad infiammare ulteriormente uno scontro a livello sociale, che potrebbe scoppiare a causa di discriminazioni che, sulla base di scelte che, per quanto ci riguarda, sono sbagliate, potrebbero andare a penalizzare chi risiede da più tempo sul nostro territorio.

Utilizzo questo termine perché non voglio farne una distinzione di etnia, come qualcuno ha detto, qui non si sta parlando assolutamente di questo. La residenzialità storica è un criterio che, seppur in forma minore, è stato introdotto anche da questa Regione per quanto riguarda le assegnazioni delle case popolari, dei cosiddetti “alloggi di edilizia residenziale pubblica”, anche se, a nostro avviso, avremmo dovuto prevedere un tetto maggiore.

Credo quindi che questo criterio, questo principio debba essere al centro di tutti gli strumenti sociali che questa Regione mette in campo, e, visto che stiamo parlando del Piano regionale per il contrasto della povertà, ci sembrava l’occasione per ribadire questa nostra posizione.

Ho sentito anche, sempre per bocca del consigliere Caliandro, dire che è sbagliato chiedere una rimodulazione del Reddito di cittadinanza, lasciando intendere che la Lega si è dimenticata di quell’esperienza. No, la Lega non si è dimenticata di quell’esperienza di Governo, ma si prende atto di uno strumento che nel corso del tempo non ha funzionato e di cui quindi si rende necessaria una rimodulazione, come è stato già detto più volte.

Rimodulazione che evidentemente per il consigliere Caliandro è sbagliata (almeno così ha detto), ma evidentemente avete già dimenticato le parole del vostro presidente Bonaccini, che evidentemente oggi è già impegnato nella sua tournée elettorale interna al Partito Democratico, che disse (riporto un virgolettato) “più dignitoso alzarsi dal divano che l’assegno”.

Evidentemente voi queste parole, queste dichiarazioni le avete già messe in naftalina e accantonate, però sono parole che restano, basta fare una semplice ricerca e si trova una miriade di articoli in tal senso.

Noi coerentemente, però, continuiamo a dire che quello strumento va riformato, ed è quello che l’attuale Governo nazionale sta facendo, quindi, di conseguenza, crediamo di avere tutto il diritto di dire che all’interno di questo Piano regionale si trovano delle voci che sono in linea con politiche che il Governo nazionale sta superando, che quindi lo rendono assolutamente obsoleto e superato. A maggior ragione confermiamo il nostro voto contrario su questo Piano regionale per il contrasto alla povertà.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Assessore Taruffi, non voteremo a favore di questo Piano, lo anticipo, non lo faremo perché ci sembra ancora una volta un progetto ambizioso, pieno di buoni propositi, ma poi, se si analizzano i numeri (lo abbiamo fatto perché sappiamo di cosa stiamo parlando e non parliamo per partito preso), occorre invece fare una riflessione più attenta sull’efficacia di questi progetti.

Questo non perché noi siamo nemici della povertà o non vogliamo riconoscerla, perché la definizione “il povero è il nemico da perseguitare, sulla cui pelle fare cassa” non appartiene a questa Destra o non appartiene quantomeno a Fratelli d’Italia.

Questo Piano è composito e ambizioso. Faccio soltanto tre esempi, perché non sono intervenuta in discussione, ma sono appunti che già avevo e a questo punto mi sento di renderla partecipe.

Il progetto Inside, realizzato dal 2017 al 2020 per contrastare la grave emarginazione adulta, per coloro che sono senza fissa dimora ha visto una dotazione finanziaria di quasi 3 milioni di euro, ma l’autonomia abitativa è stata raggiunta da un numero davvero esiguo, senza contare che le tabelle consegnano numeri anche un po’ frammentari. Quali sono quindi i benefici davvero ottenuti per queste persone, che vivono questa situazione di marginalità sociale? C’è la misura, ci sono i dati, poi bisogna però verificare se c’è il risultato, altrimenti davvero parliamo di propositi, però non analizziamo mai quelli che sono i risultati concreti.

Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo delle persone fragili, tanto per citare la legge n. 14, che lei ha citato molte volte in Commissione, leggiamo che la Regione ha somministrato il profilo di fragilità a 58.000 persone, successivamente la Regione ne ha presi in carico 11.500. Ci siamo chiesti cosa è successo delle restanti persone, non avevano bisogno di essere prese in carico oppure si è ritenuto che la condizione di fragilità fosse tale da non attivare una presa in carico?

Anche sugli esiti occupazionali i risultati sembrano non essere del tutto soddisfacenti, nel senso che sembrano davvero poche le persone che, una volta inserite nel mondo del lavoro, ci rimangono. Questi sono dati, non sono considerazioni. Sono dati che emergono dalle pagine e dal lavoro anche copioso che ci è stato consegnato e che lei in Commissione ha detto più volte migliorabile. Il nostro auspicio è proprio questo. Prendiamo con forza le distanze da quella presunta Destra che è stata descritta in quest’aula da molti.

Vogliamo chiarire anche sul Reddito di cittadinanza, sempre perché sappiamo di che cosa stiamo parlando. Stupisce un po’ la linea che si continua a mantenere. La nostra posizione è chiara. È una posizione che, nel corso della campagna elettorale, come ci hanno consegnato i dati di quella campagna elettorale, in alcune parti d’Italia ci ha penalizzato. Ma la nostra posizione rimane la stessa, non la cambiamo. È quella, è chiara, è la posizione che gli italiani hanno comunque votato. È vero che a questa tornata elettorale c’è stato un forte astensionismo, ma è anche vero che Fratelli d’Italia è stato votato con il suo programma, con buona pace di chi, forse, ancora se ne deve fare una ragione.

Ci sono persone che non possono lavorare e che lo Stato ha il dovere, così come la Regione, così come i comuni territori, di aiutare. Ci sono persone, invece, che possono lavorare e che devono necessariamente essere accompagnate nel mondo del lavoro. Accompagnate, però. Non fornire loro un Reddito di cittadinanza, una somma sic et simpliciter. Perché poi, a quel punto, si tratta di un sussidio, e il sussidio spesso sfocia nell’ozio, e l’ozio ‒ come sappiamo ‒ è il padre di tutti i vizi.

Aspettiamo e confidiamo. Lei, come diciamo noi, ha preso in carico questo Piano. Noi apprezziamo la buona volontà e confidiamo che dalle misure si passi non ai fatti, perché i fatti ci sono stati, ma ai risultati.

Per queste motivazioni il nostro voto sarà contrario sul progetto, sugli ordini del giorno e anche sull’emendamento presentato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Non vedo altre richieste di intervento.

Passiamo alla votazione.

Cominciamo con la votazione dell’emendamento, per alzata di mano.

La votazione è aperta.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Votazione sull’ordine del giorno, per alzata di mano.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): È vero. Scusate. La consigliera Piccinini ha chiesto la votazione con il dispositivo elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 26

Contrari 3

Astenuti 9

 

È approvato.

 

Il provvedimento, dunque, è approvato.

 

(interruzioni)

PRESIDENTE (Zamboni): Per “provvedimento” intendevo l’ordine del giorno, certo.

Adesso votiamo il provvedimento così come emendato e integrato, per alzata di mano.

È aperta la votazione. Favorevoli?

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Zamboni): È il provvedimento completo di ordine del giorno e di emendamento all’ordine del giorno. La votazione finale.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Zamboni): È la votazione del provvedimento completo.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Sì, adesso votiamo il provvedimento.

Favorevoli?

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Zamboni): La votazione precedente era sull’ordine del giorno, che ho chiamato erroneamente “provvedimento”, intendendo il provvedimento di cui si stava discutendo. Ho chiarito? Bene.

Votiamo il provvedimento 5498.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto n. 5498 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Vi ringrazio.

 

La seduta ha termine alle ore 17,32

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN; Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non partecipare alla seduta: la Presidente dell’Assemblea Emma PETITTI; la consigliera Giulia PIGONI; gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 6028  

Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 5498 - Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Piano regionale per il contrasto alle povertà 2022-2024". A firma della Consigliera: Piccinini

 

Presenti: 38

Favorevoli: 26

Contrari: 3

Astenuti: 9

Assenti: 12

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Contrari:

CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; DELMONTE Gabriele; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CATELLANI Maura; GIBERTONI Giulia; MOLINARI Gian Luigi; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PETITTI Emma; PIGONI Giulia; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina

Emendamento

OGGETTO 6028  

Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 5498 - Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Piano regionale per il contrasto alle povertà 2022-2024". A firma della Consigliera: Piccinini

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Daffadà, Costi, Soncini, Bulbi, Bondavalli, Gerace

«Nel dispositivo è aggiunto il seguente punto:

a farsi portavoce presso l'Autorità Regolatoria competente riguardo all'attivazione di forme di sostegno economiche aggiuntive o di valutare direttamente altri strumenti a favore dei soggetti nella condizione sopradescritta.»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dell’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

6013 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per evitare che una delle sezioni della scuola di infanzia del comune di Casumaro (FE) venga chiusa al pomeriggio, a causa della riduzione degli orari del personale scolastico. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6014 -  Interrogazione a risposta scritta circa la rimodulazione dell'orario scolastico recentemente introdotta nell'istituto Comprensivo di Soliera (MO). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6015 -  Interrogazione a risposta scritta circa lo stato di avanzamento dei progetti "Smart Citizen Wallet" e "Progetto Pollicino". A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6017 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se i corsi di Attività Motoria Adattata organizzati all'interno del complesso sportivo Gualandi di Imola, riconosciuti dal Servizio Sanitario Regionale, siano monitorati dall'Ausl di Imola e se la loro tenuta risulti attualmente garantita. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6018 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda mettere in atto con Seta Spa al fine di sopperire alle problematiche di reperimento degli autisti, valutando eventualmente una rimodulazione del contratto per gli autisti. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

6019 -  Interrogazione a risposta scritta sulla presunta mancanza di un posto letto per una partoriente a Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6020 -  Interrogazione a risposta scritta sulla vicenda riguardante l'evento Tennis on the Racetrack - Imola 2023. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6021 -  Interrogazione a risposta orale in commissione inerente agli interventi di ripascimento del litorale compreso tra Lido delle Nazioni e Pomposa, alla luce dell'eccezionale ondata di maltempo che ha interessato la costa ferrarese e ravennate il 22 novembre 2022. A firma dei Consiglieri: Liverani, Bergamini

 

6025 -  Interrogazione a risposta scritta circa lo stato e le prospettive di completamento della realizzazione dell'asse viario "Lungosavena". A firma del Consigliere: Paruolo

 

6027 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno chiedere lo stato di calamità naturale per il Lido di Volano e per le altre aree dei Lidi Ferraresi, recentemente colpiti da un'intensa mareggiata. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

(Comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 19 prot. NP/2022/2650 del 24/11/2022)

 

 

LA PRESIDENTE

 

I SEGRETARI

Zamboni

Bergamini - Montalti

 

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