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SEDUTA DI MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 2024
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
INDICE
Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8410
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". (92)
(Continuazione discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8410/1/2/4/5/8/9/10 oggetti 8520 – 8521 – 8523 – 8524 – 8527 – 8528 – 8529 – Discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8410/3/6/7 – oggetti 8522 – 8525 – 8526 – Discussione e ritiro)
PRESIDENTE (Petitti)
RANCAN (Lega)
FACCI (GI)
ZAPPATERRA (PD)
SABATTINI (PD)
MARCHETTI Daniele (Lega)
CALVANO, assessore
PRESIDENTE (Petitti)
MARCHETTI Daniele (Lega)
CUOGHI (FdI)
RANCAN (Lega)
PICCININI (M5S)
ZAMBONI (EV)
DAFFADA’ (PD)
RAINIERI (Lega)
OCCHI (Lega)
MARCHETTI Daniele (Lega)
SABATTINI (PD)
PICCININI (M5S)
SABATTINI (PD)
PRESIDENTE (Petitti)
ZAMBONI (EV)
PRESIDENTE (Petitti)
COSTI (PD)
OGGETTO 8436
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla "Fondazione Museo per la memoria di Ustica"". (93)
(Relazione della Commissione e relazione di minoranza)
PRESIDENTE (Petitti)
PARUOLO, relatore della Commissione
MASTACCHI, relatore di minoranza
PRESIDENTE (Petitti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 8410 - 8521
Emendamenti oggetti 8410 - 8520 - 8521 - 8523
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
La seduta ha inizio alle ore 15,01
PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana, n. 279 del 26 giugno 2024.
Hanno giustificato la propria assenza la consigliera Catellani e gli assessori Colla, Corsini e Salomoni.
OGGETTO 8410
Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026”. (92)
(Continuazione discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8410/1/2/4/5/8/9/10 oggetti 8520 – 8521 – 8523 – 8524 – 8527 – 8528 – 8529 – Discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8410/3/6/7 – oggetti 8522 – 8525 – 8526 – Discussione e ritiro)
PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dalla prima variazione generale al bilancio di previsione. Oggetto 8410, progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante la prima variazione generale al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026.
Su tale oggetto insiste una proposta di emendamento a firma del consigliere Marchetti Daniele e sono state presentate otto proposte di ordine del giorno, una a firma del consigliere Cuoghi, una a firma della consigliera Piccinini, uno a firma del consigliere Occhi, uno a firma del consigliere Marchetti Daniele uno a firma dei consiglieri Amico, Zappaterra e altri, uno a firma dei consiglieri Rancan, Delmonte e altri, uno a firma del consigliere Rainieri e uno a firma della consigliera Zamboni.
Siamo in dibattito generale. Aveva chiesto la parola il consigliere Rancan. Prego, consigliere Rancan.
RANCAN: Grazie, presidente. Intervengo adesso. Anche se il presidente Bonaccini m’ha detto che sarebbe tornato per sentire il mio intervento, però intervengo ora perché non ho contezza di quando tornerà il presidente. Faccio notare che, per carità, lui nell’appunto che ha fatto quando gli ho chiesto se sarebbe stato presente in aula, mi ha risposto che aveva una cosa più importante. Per carità, giustamente, però le cose importanti ce le abbiamo oggettivamente tutti, e se tutti avessimo cose più importanti dello stare in aula, siccome il presidente, prima di essere presidente è consigliere regionale, probabilmente l’Assemblea non si convocherebbe mai. Quindi, questo è un dato di fatto.
Detto ciò, mi fa piacere che oggi l’onorevole Bonaccini abbia annunciato le sue dimissioni tra due settimane. Quindi, ha creato per la prima volta nella storia della Regione Emilia-Romagna le pre-dimissioni, cosa che però mi dà l’opportunità di intervenire su questa variazione, non tanto entrando nel merito di quello che ha detto, anche perché non mi piace fare dibattimenti o comunque avere un contraddittorio con una persona che non è presente. Tanto però per far notare che nel discorso in realtà, di fine mandato del presidente Bonaccini è mancata una parola, un termine: il termine “autonomia”. Nel 2020, quando noi siamo stati eletti in questa Regione, il programma elettorale del presidente Bonaccini aveva, tra i suoi punti cardine, l’autonomia della Regione Emilia-Romagna, con la revisione e anche, quindi, l’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione.
Questo lo dico, e sinceramente mi sarebbe piaciuto dirlo questa mattina, perché ho qui in mano la risoluzione approvata all’unanimità il 3 luglio 2020, risoluzione proponenti tutto il Gruppo consiliare della Lega, poi approvata all’unanimità da quest’aula, che chiedeva di proseguire il negoziato con il Governo, di istituire la nuova delegazione trattante per l’autonomia della Regione Emilia-Romagna e di interloquire e di coinvolgere in questo procedimento anche i Comuni e le Province della nostra regione.
Io avrei voluto chiedere al presidente Bonaccini cosa è cambiato, ma al di là di quello che succede fuori, quindi del congresso del PD, che l’ha obbligatoriamente visto cambiare linea politica sull’autonomia, vorrei capire, vorrei chiedergli e mi sarebbe piaciuto chiedergli perché, su un atto ufficiale della Regione Emilia-Romagna, quale è una risoluzione approvata, il Presidente e la Giunta si permettono di eliminare quelle che sono delle direttive che il Consiglio ha dato alla Giunta per un tornaconto di interesse politico di partito.
Secondo me, questa cosa non è una cosa fattibile, perché ci sono due livelli all’interno di questa Regione e all’interno della politica. C’è il livello istituzionale e c’è il livello politico. Il livello politico è quello che compete ai partiti. Il livello istituzionale è quello che compete alla Regione. Se a livello istituzionale noi tutti approviamo una risoluzione dove diciamo alla Giunta, unanimità, quindi tutti insieme, che bisogna continuare il trattato sull’autonomia di questa Regione e poi, per un interesse politico del Partito Democratico, questa Regione a livello istituzionale non porta avanti l’autonomia, allora significa che in questa Regione la politica viene prima dell’istituzione. Il PD viene prima dell’istituzione e questo è grave.
È grave perché rispondo anche all’accusa, tra virgolette, che è stata fatta dal presidente Bonaccini alla Lega e al centrodestra, per cui si dice che, secondo lui, non è vero che sta scappando dalla Regione Emilia-Romagna. Questo è ovviamente interpretabile. È interpretabile perché? Io non… Il termine scappare è, ovviamente, semplificare un concetto molto più ampio.
Oggi il presidente Bonaccini è stato costretto a candidarsi alle elezioni europee, semplicemente perché il suo partito non ha votato il terzo mandato per i governatori. Quindi, semplicemente, per poter continuare a fare politica nelle istituzioni ha dovuto candidarsi alle elezioni dell’Europarlamento. Questo per noi significa scappare.
Significa anche che noi siamo stati una Regione ostaggio di Bonaccini dall’inizio alla fine, e lo siamo ancora. Dico alla fine perché oggi la nostra legislatura finisce perché Bonaccini ha deciso per il suo futuro politico, ha deciso per la sua sedia, di lasciare la nostra Regione per andare in Europa. Punto.
Io dico però, e faccio un appello a tutti coloro che sono qui all’interno di quest’aula, fateci sapere se qualcuno di voi è ancora a favore dell’autonomia. Fateci sapere. Perché questo va detto ai cittadini che dovranno esprimersi tra qualche mese sul futuro di questa Regione. Fateci sapere se qualcuno di voi è ancora favorevole, ma fatelo a livello ufficiale.
Perché, sapete, ci sono persone che ce lo vengono a dire “per me l’autonomia doveva andare avanti”, però poi non hanno il coraggio di dirlo anche all’interno della maggioranza. Ve lo dico già.
Ci sono anche persone autorevoli che sulla stampa dicono di essere a favore dell’autonomia, autorevoli di questa maggioranza, che non cito perché giustamente se vorranno ribadiranno loro il concetto.
Quindi, significa che c’è una parte anche della maggioranza che è ostaggio della politica del PD e del presidente Bonaccini.
Lo dico perché mi ricordo bene le dichiarazioni del presidente Bonaccini dove, oltretutto è un termine che ha utilizzato molto oggi l’onorevole Bonaccini, scusate se lo chiamo ancora presidente, ma è vero, è Presidente formalmente ma in realtà ha già detto che si dimette, quindi ha fatto le pre-dimissioni e per me sono tali, ha utilizzato la parola “auspicio”, confrontandosi sicuramente con le politiche del Governo.
Io ricordo anche che lui auspicò che la legge cornice sull’autonomia si facesse il più alla svelta possibile. Era circa questa la frase: io auspico che la legge cornice sull’autonomia si faccia il prima possibile perché la Regione Emilia-Romagna c’è. Bene, ora la legge c’è ma non c’è la Regione Emilia-Romagna.
Quindi, faccio mie le parole e cosa dico: auspico quindi che essendoci oggi una legge cornice ci sia il PD. Però il PD non c’è, non c’è stato e il giorno prima della votazione alla Camera del DDL autonomia, noi abbiamo chiesto con un question time, in questa Assemblea, di chiedere a tutti i vostri parlamentari del PD di votarla quella legge, invece avete preferito fare altro. Non sto qui a dire cosa e come, perché scadrei in un dibattito realmente triste che oggi non ci porta da nessuna parte.
Dico, siccome anche il presidente Bonaccini ha usato più volte il termine “attendo al varco”, va bene, attendiamo al varco.
Adesso oltretutto attenderemo al varco quelle che saranno le proposte che il presidente Bonaccini farà da europarlamentare e cercheremo di capire quanto riuscirà a incidere per la nostra Regione da europarlamentare.
Ricordo anche e soprattutto, e faccio questo discorso perché, al di là del presidente Bonaccini che da un certo punto di vista oggi esce a livello istituzionale da Presidente dalla scena politica della Regione Emilia-Romagna, come Presidente intendo, ricordo però che questo documento, questo, quindi lo dico anche alla corrente Elly Schlein, presidente del Partito Democratico, questo documento è stato votato anche da Elly Schlein, questo. 3 luglio 2020, è stato votato da oggi da tutto l’establishment del Partito Democratico di oggi, tutti, tutti quanti.
Quindi, facciamo vedere una cosa, facciamo vedere la coerenza e la non coerenza.
Noi pensiamo, al di là di tutti quelli che sono stati altri discorsi di oggi, per cui oggi sembra la fine e conclusione di una legislatura, sicuramente potrebbe essere l’ultima aula domani di questa legislatura, peccato però, ci facciamo tanti bei discorsi, discorsi di fine mandato, tutti belli tranquilli, applausi, ci alziamo in piedi, tutto quello che volete, questa Regione però, per la scelta politica personale di Bonaccini starà ferma quattro mesi, quattro. Quattro mesi in cui non ci sarà attività legislativa, non ci sarà attività politica. Quattro mesi fermi immobili.
Certo, poi si può anche dire che chiuderemo tutti gli atti. L’abbiamo visto, l’ha visto la Commissione bilancio, l’ha visto il presidente Pompignoli che per fare il bilancio c’era da fare alla svelta, perché Bonaccini doveva andare in Europa.
Voi capite il problema e la diversità tra quando qualcuno deve lavorare per la Regione e quando invece bisogna adattare i ritmi della Regione all’opportunità politica del Presidente che non è più Presidente?
Lo vedremo anche tra qualche mese. Non dico che oggi inizia la campagna elettorale, per noi inizierà… Oltretutto, la campagna elettorale per noi si fa fuori da queste aule, non qua dentro, ma purtroppo troppe volte queste aule sono state utilizzate per fare campagna elettorale, e anche oggi. Quello che dico io però, poi interverrò dopo sugli ordini del giorno che abbiamo presentato come Lega, è che bisogna cambiare completamente concezione, per cui l’istituzione è l’istituzione, la politica è la politica. Troppe volte in questa Regione si è usata l’istituzione per portare il consenso al Partito Democratico e viceversa.
Quindi cerchiamo di cambiare visione e mi spiace molto e mi piacerebbe sapere anche cosa pensa qui, su questo documento, sul fatto che è stata votata questa risoluzione da tutti quanti, presidente e vicepresidente di questa Regione all’epoca, oggi segretario e presidente del Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Consigliere Facci, prego.
FACCI: Grazie, presidente. Ora, diventa non certo difficile, ma parlare in occasione di questa manovra di assestamento di bilancio di quello che fondamentalmente è stato l’esito di questa legislatura, come ha fatto il presidente questa mattina, diventa un po’ complesso. Non mi basterebbero i 23 minuti a disposizione. Visto che, appunto, oggi si è approfittato… Ma non l’ha fatto solo il presidente Bonaccini, vedo che l’han fatto in diversi. Hanno approfittato del provvedimento di assestamento al bilancio per fare sostanzialmente una ricognizione di quello che è stato questa legislatura e poi sostanzialmente, visto che si tratta dell’ultima aula, fondamentalmente sono stati poi richiamati i vari… Siamo arrivati ai saluti finali e ai vari ringraziamenti.
Vorrei stare sul tema e vorrei stare, a questo punto anch’io, sulla questione legata a quello che in genere si prende in considerazione tutte le volte che si parla di manovre di assestamento, cioè fondamentalmente di come vengono spesi i denari o come non vengono spesi i denari. Noi abbiamo una manovra che parla, a livello aritmetico, di circa 800 milioni di euro in aumento e spesa. Poi nella sostanza il ragionamento si limita a circa un centinaio di milioni, in cui sono state già indicati dagli interventi, dal relatore di maggioranza, dal relatore di minoranza quelli che sono i focus dell’intervento di questa manovra.
Vorrei a questo punto anch’io, nell’andare a ragionare su quello che si sarebbe potuto fare e non è stato fatto; quindi, in qualche modo facendo anch’io una piccola disamina di tipo consuntivo, tenendo presente che prima Rancan ricordava la questione disattesa dell’autonomia, io vorrei dire che c’è un’altra grande questione disattesa, una delle tante forse, ma è quella che in qualche modo mi sta più a cuore, che è quella legata alla montagna.
Io vorrei ricordare che una promessa, un impegno, un impegno preciso di questa legislatura era appunto la nuova legge regionale sulla montagna. Noi abbiamo una legge, che è la n. 2 del 2004, quindi una legge che ha vent’anni, una legge che appunto era, nelle previsioni del programma di mandato, una legge da rivedere, da migliorare, da attualizzare.
Il fatto che ci sia chi ha preferito abbandonare questa legislatura, questo ruolo per fare altre scelte, ha determinato anche l’interruzione di qualsiasi ragionamento che riguardasse la montagna.
Voglio anche dire che, per quanto riguarda la montagna, ci sono state ben altre dimenticanze. Qualcuno ricorderà come lo sgravio IRAP a favore delle attività produttive fosse stata una misura ampiamente sbandierata, ampiamente pubblicizzata. Abbiamo anche speso parecchi denari per la promozione di quel bando, interrotto nel 2021.
Del bando giovani coppie, l’aiuto per evitare lo spopolamento. Almeno due anni che non abbiamo segnali di questi bandi che non erano certamente risolutivi, perché abbiamo sostenuto l’insufficienza di quelle misure, ma quantomeno erano delle voci a bilancio che davano comunque un minimo di supporto, pur contenuto, pur limitato, ma comunque lo davano. Non abbiamo più segnali di quelle misure, a dimostrazione di come siano state evidentemente degli spot per tacitare varie osservazioni, o comunque critiche, o sollecitazioni che venivano dai territori.
Eppure, la montagna è importante. Lo ricorda la stessa Regione nell’evidenziare sui propri organi, sui propri social media, come appunto la montagna sia importante, il 40 per cento del territorio regionale è territorio montano, ci vive il 10 per cento della popolazione, circa 460.000 abitanti.
Sul fatto oggi stesso il presidente nel suo intervento ha richiamato con motivo d’orgoglio il fatto che in montagna sono stati resi gratuiti gli asili nido a dimostrazione sulle parole – adesso le parole non sono più o meno le stesse - che noi facciamo quando c’è chi invece parla nei convegni, sparla a vanvera nei convegni. Certo, è vero, sono fondi strutturali europei, sono fondi FSE europei che sono stati utilizzati alla voce inclusione, voce tre. Perfetto.
Mi verrebbe anche da dire che sarebbe grave se non venissero utilizzate le risorse europee del sociale per sostenere misure sociali. Questa viene vista invece come la grande vittoria ottenuta dalla Regione, del presidente Bonaccini, per quanto riguarda la montagna.
Vogliamo parlare della mobilità sostenibile? Vogliamo parlare del trasporto? Ne parleremo forse da questo punto domani mattina quando ci sarà la discussione sull’addendum, su quello che è l’addendum al Piano regionale dei trasporti. Sappiamo perfettamente quelle che sono le criticità che anche in queste settimane sono state portate prepotentemente alla ribalta riguardo il trasporto dei pendolari, o comunque i trasporti in periferia, e in particolare nella periferia montana, quindi i nostri Appennini.
Sono situazioni critiche, quotidianamente critiche, e su questo non ci sono di fatto alcun tipo di grandi soluzioni, non ci sono iniziative concrete, se non quelle oggi di dare la colpa al Governo se non ci sono finanziamenti.
Tra l’altro, a proposito di chi deve fare cosa, nel PRIT 2021-2025, di cui appunto voteremo e discuteremo l’addendum a breve, il raddoppio della tratta ferroviaria Bologna-Sasso Marconi - mi spiace che l’assessore Taruffi, che l’ha richiamato diverse volte in questi giorni, sia in questo momento fuori aula - è nelle competenze della Regione per quanto riguarda la progettazione. Quindi, il fatto che si dica il Governo non ci dà i soldi è una falsità, che non fa onore. Non fa onore a persone che ritengo comunque tutto sommato intellettualmente oneste. Non fa onore il fatto che si continui a scaricare una grave omissione da parte della Regione su livelli diversi.
Il presidente Bonaccini ha ricordato il fatto che sia aumentato il trasporto merci su ferrovia, così da contribuire alla decarbonizzazione dell’ambiente, all’abbattimento della CO2 nell’aria. Andiamo a vedere quei bandi e vediamo come quei denari siano ampiamente sottoutilizzati. Andiamo a vedere come quella stessa misura che doveva coinvolge il trasporto ferroviario e il trasporto fluviale coinvolge, e solo in parte, il trasporto ferroviario, perché sul trasporto fluviale non c’è alcun tipo di miglioramento, non c’è alcun tipo di sviluppo. Siamo ampiamente difficili cari da quel punto di vista.
Allora, se si vuol parlare di mobilità sostenibile, la mobilità sostenibile, va sostenuta, scusate il gioco di parole, va potenziata in maniera totale, specie nelle aree periferiche, in cui la mobilità è una necessità. La mobilità pubblica, il trasporto pubblico è una necessità, anche perché le infrastrutture, come dire, tradizionali non hanno miglior sorte oggi.
E poi affrontiamo il tema gravissimo del dissesto idrogeologico, della difesa del suolo nelle periferie, che qui basta un acquazzone o momenti di particolare intensità in cui abbiamo le intere nostre realtà periferiche in ginocchio. Allora, c’è un problema. Mi spiace che non ci sia neanche l’assessore Priolo. Abbiamo delle centinaia di milioni a disposizione, inserite tra consorzi di bonifica, tra le strutture del Po, tra tutti i vari livelli che hanno competenza su questa materia. Come arrivano i primi acquazzoni, importanti certamente, non ovviamente ordinari, ma le alluvioni straordinarie devono essere previste… Esistono i piani regionali di gestione delle acque e del rischio alluvioni e sono datati vent’anni, non sono di ieri mattina, hanno almeno vent’anni. Sono provvedimenti adottati a seguito di disposizioni superiori.
Bene, non siamo ancora in grado di far fronte a questo e oggi, se andiamo a vedere la nostra Provincia, andiamo a vedere le nostre periferie a seguito delle acque e degli eventi atmosferici degli scorsi giorni, abbiamo delle comunità in ginocchio.
Qui continuiamo a dire che sulla montagna vi è l’impegno, che sulla montagna si è fatto tutto quello che non è mai stato fatto prima. Andate a dirlo non in periferia, andate a dirlo in montagna se questa è la situazione che si è verificata.
Vogliamo parlare di sanità in montagna?
Vogliamo parlare dei punti nascita che il presidente aveva dichiarato avrebbe riaperto? I punti nascita possono anche essere oggi una situazione che è per certi aspetti condizionata da tanti aspetti.
Mi limito a dire che c’è carenza di medici di base, che c’è carenza dei medici ospedalieri laddove gli ospedali sono ancora in piedi. Questo fa parte di una programmazione sanitaria regionale che non tiene conto delle specificità, delle difficoltà dei territori.
Allora questo oggi fa parte del bilancio che comunque viene fatto, bilancio in senso lato, non solo bilancio numerico, ma il bilancio di quello che in questi quattro anni e mezzo, in questa sede, gli atti e le azioni che in questa sede sono stati portati in discussione. Eppure per il presidente siamo la locomotiva d’Italia.
Sicuramente saremo moltissime eccellenze, ma siamo una locomotiva che fa acqua, scusate il gioco di parole con il riferimento alle alluvioni dei giorni scorsi e le ben più gravi alluvioni dei mesi scorsi, che spesso e volentieri continua appunto ad avere criticità e avere gravi problemi.
Si potrà dire che in realtà non si poteva fare di più, che in realtà la Regione sta facendo. Io mi limito, per esempio, a osservare quello che è un accordo che rinnoviamo ogni tre anni, che è quello fra la Regione e il Dipartimento dei Vigili del fuoco in materia di Protezione civile.
Se andiamo a vedere il parco mezzi e dotazione strumentale che la Regione garantisce, stiamo parlando di strumenti quasi obsoleti dove non c’è alcun tipo di straordinario investimento, dove non c’è alcun tipo di misura, tra virgolette, eccezionale, o comunque adeguata all’attività di prevenzione che i territori richiedono.
Allora abbiamo personale, come quello dei Vigili del fuoco, costretto a operare in condizioni di precarietà, in condizioni di sicurezza precaria, superficiale, spesso insufficiente.
Questo fa parte della difesa del suolo, fa parte dell’attività che deve essere fatta dal territorio e che questa Regione deve garantire. Non possiamo limitarci a dire, dobbiamo… Perché le risorse ci sono, le risorse su quei settori ci sono, ma non le investiamo, o le investiamo male, le disperdiamo in vari canali.
Il Presidente continua a parlare, e lo rivendica come un mantra, come il grande risultato ottenuto, quello dei 4 milioni e mezzo di alberi. Un albero a testa, l’operazione verde della Regione Emilia-Romagna. Ci siamo stancati di dire al presidente che la questione del verde non si fa con gli spot.
Se vogliamo rilanciare in qualche modo le tematiche ambientali e rendere l’ambiente effettivamente fruibile e sostenere lo sviluppo dell’ambiente, è sufficiente che si metta mano al Regolamento di forestazione e si interviene laddove il verde, se Dio vuole c’è, dando la possibilità di sfruttarlo, di coltivarlo, di renderlo produttivo, nel senso ovviamente lato del termine.
In realtà questo tipo di soluzione continua a non essere presa in considerazione, continua ad essere ingessato il Regolamento in disposizioni che impediscono ai territori di svilupparsi in maniera virtuosa. Basti pensare alla legislazione sui parchi, che sappiamo perfettamente quanto il territorio lo ha ingessato con giustificazione di preservarlo e in realtà spesso e volentieri lo ha ingessato impedendo poi di fatto la sua vera valorizzazione.
Parliamo della banda larga? Tornando a parlare della montagna, parlare della banda larga? Io tutti gli anni vengo qua, ormai sono diventato noioso, a portare i dati della assoluta insufficienza dei collegamenti della banda larga, banda ultra larga per quanto riguarda le abitazioni private nei territori della nostra provincia. È sufficiente prendere i database che sono on line e rendersi conto di qual è lo sviluppo della tecnologia. Eppure, anche questo era nei programmi di mandato, assessora Salomoni, assessora Lori, per quanto riguarda ovviamente le parti della provincia, della nostra provincia, della nostra montagna e delle aree interne.
Ecco, allora che io credo che non possiamo oggi, a fronte di una legislatura che viene interrotta per motivi personali da parte del presidente, non evidenziare quelle che sono le incompiute. A mio avviso, fra le varie incompiute, giustamente Rancan ricordava quella che è l’autonomia. Apro una parentesi che Rancan, in maniera molto elegante, non ha ricordato, ma io vorrei dire che, mentre Veneto e Lombardia hanno fatto votare i cittadini sull’autonomia, in una scelta veramente di massima democraticità, questa Assemblea ha votato imponendo la scelta politica, che poi ovviamente è stata condivisa da questi banchi, ma il punto è che non si è neanche deciso di consultare i cittadini, tanto era forte la scelta politica dell’Amministrazione Bonaccini di andare verso quella direzione. Quindi, è più ampia, se vogliamo, oggi più che la sorpresa la nostra contrarietà rispetto, appunto, all’essersi, con un dietrofront clamoroso, ma sappiamo quali sono i risvolti che lo hanno determinato, di fatto rimangiato quell’impegno e quella promessa di programma e di attività di azione.
Quindi io concludo questo mio intervento nello stigmatizzare il fatto che neanche in questa occasione, neanche in questa legislatura si sia potuti intervenire con una legislazione seria, puntuale, strutturale a sostegno della montagna e dei propri abitanti, dei lavoratori, degli studenti, di tutti coloro che hanno deciso, controcorrente a volte, di mantenere i presìdi laddove hanno interesse, quindi senza essere costretti a fuggire o a trasferirsi in altre realtà. Quindi, questa è un’incompiuta.
Questa è una grave colpa che questa Amministrazione, che la Giunta Bonaccini si porterà dietro: di avere promesso nel programma elettorale, di averlo ribadito tutti gli anni in occasione del DEFR di portare a termine entro la legislatura la nuova legge regionale, cosa che non ha fatto, appunto perché oggi noi siamo costretti a terminare qua sostanzialmente il nostro impegno. Se vogliamo non vi è stato neanche alcun accenno in questi mesi ad andare in quella direzione.
Quindi non posso che esprimere il mio disappunto su questo, per questo aspetto, ricordando al presidente Bonaccini, virtualmente visto che non è qua, ma immagino che qualcuno gli riporterà questi dati, che la montagna va sostenuta con atti concreti e non con spot. Sono stati degli spot gli sgravi dell’Irap, sono stati degli spot i bandi per le giovani coppie. La montagna si sostiene con provvedimenti strutturali, a partire dal garantire servizi, garantire infrastrutture, garantire condizioni di lavoro, garantire tutto quello che può servire per fare in modo che non vi siano realtà di serie A e realtà di serie B, anche se nelle realtà periferiche ci vive il 10 per cento della popolazione.
Purtroppo, questo sta accadendo ed è accaduto. Una legge sulla montagna avrebbe permesso quantomeno di aprire una discussione, aprire una discussione e, appunto, migliorare e in qualche modo ammodernare un impianto indubbiamente vetusto. Questa occasione è stata persa. Il presidente Bonaccini e la sua Giunta ovviamente, non so con quanta preoccupazione si assumeranno la responsabilità. È giusto che da parte nostra vi fosse questo tipo di precisazione.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Procediamo con il dibattito.
Consigliera Zappaterra, prego.
ZAPPATERRA: Grazie, presidente.
Credo che della variazione si sia abbondantemente parlato stamattina. Il punto di forza è molto chiaro. Mi limito a ribadire i 100 milioni di sole risorse regionali sulle quali tamponiamo su molti fronti per garantire i servizi dell’anno in corso e lavorare per il loro rafforzamento negli anni a venire, per garantire, ce lo siamo detti anche ieri col rendiconto, la sostenibilità del sistema sociosanitario, a fronte della possibilità anche di nuove emergenze, in modo prudenziale come facciamo sempre.
Quello che è in capo a noi in termini di competenza, in particolare nel sociosanitario, puntiamo a continuare a farlo e a farlo bene, a non impoverire i servizi, e questa variazione di bilancio dà conto della solidità dei nostri dei nostri conti e credo sia giusto ribadirlo. Però il dibattito era già stato articolato, non c’era bisogno delle mie poche parole per ribadire questo concetto. Ho ritenuto di prendere la parola in particolare per una riflessione sugli ultimi due interventi che si sono succeduti.
Mi faccia dire, presidente, che a sentir dire dal Gruppo della Lega che Bonaccini, che il presidente Bonaccini è andato in Europa per continuare a svolgere un ruolo istituzionale perché la Presidente Meloni non ha concesso il terzo mandato mi sento di dire che è a dir poco ridicolo. È ridicola come impostazione. Il presidente Bonaccini ha fatto i suoi dieci anni di mandato, che sarebbero finiti a novembre. Non ce lo dobbiamo dimenticare. Credo sia ridicolo pensare… Fatemela dire male, ma voglio essere molto chiara. È ridicolo poter dire che avesse bisogno di un posto. Credo che con l’esperienza che ha fatto da presidente di questa Regione in questi dieci anni non aveva certamente bisogno di un posto per svolgere un ruolo al meglio. Avrebbe potuto fare quello che voleva nel mondo, nel mondo del privato così come nel mondo delle istituzioni.
Dobbiamo noi ringraziare per il fatto che si è messo a disposizione nuovamente delle istituzioni, che si è messo a disposizione di questa Regione, di questo Paese in un nuovo ruolo, che adesso è cruciale, perché sappiamo che l’Europa adesso è lo snodo di politiche e di risorse che impattano straordinariamente anche sul nostro Paese. Io credo che il presidente da parlamentare europeo farà bene e farà bene anche per l’Emilia-Romagna. Credo che vada valorizzato l’aspetto generoso di questa scelta, che lui ha fatto su un finale di mandato, di continuare a dare una mano.
Mi permetta, presidente, anche in modo polemico di dire che mi rifiuto di sentir dire dalla Lega che il mandato si ferma qualche mese prima e quindi veniamo stoppati nel lavoro che avremmo potuto continuare a fare. Rigetto questa impostazione, che viene da un Gruppo come la Lega che sostiene un presidente in una regione che da 40 giorni è agli arresti domiciliari, direi assolutamente interdetto nel pieno esercizio dei propri poteri, con la difficoltà di convocare la Giunta a casa sua. Di cosa stiamo parlando? Di cosa stiamo parlando, colleghi? Diciamocelo, perché è inaccettabile questo modo di porre la questione.
Mi dispiace, non sono solita fare una polemica di questo genere, ma è ridicolo. È ridicolo quello che ho sentito dire dai banchi dell’opposizione, con tutto il rispetto che ho sempre avuto per i colleghi e per posizioni diverse dalla nostra. Sappiamo come è messa la Liguria. Avevamo già fatto la discussione sulla variazione di bilancio. Credo che sarebbe stato saggio e sensato fermarsi lì e mantenere un certo livello del dibattito.
Sull’autonomia differenziata, anche su questo… Intanto, quando si affronta un tema bisogna essere corretti. È stata citata… È stato citato l’atto di indirizzo che in quest’aula è stato votato. Bisogna essere sinceri, quell’atto non è stato votato all’unanimità. Alcuni Gruppi non erano convinti. Come Partito Democratico lo abbiamo votato, lo abbiamo votato convintamente, proprio perché il presidente Bonaccini, così come il Partito Democratico, in quella riforma dell’autonomia differenziata, nel solco della Costituzione, ci hanno creduto per primi, proprio perché ci abbiamo creduto per primi e abbiamo fatto un lavoro importante, non solo con l’atto di indirizzo, ma anche nell’interlocuzione col Governo, le pre-intese che sono passate.
Peccato che quel progetto di autonomia differenziata nel solco della Costituzione, che serviva a sburocratizzare ed efficientare in particolare alcuni servizi, senza che costassero un euro in più, alla fine si è arenato sui livelli essenziali delle prestazioni.
Su quello non si è andati avanti. Bisogna che qui ci diciamo che il testo che è stato approvato non ha niente a che fare con i contenuti del progetto di autonomia differenziata che avevamo come Regione Emilia-Romagna. Bisogna che ce lo diciamo. Non accetto di sentirmi dire che abbiamo scelto di abbandonare l’autonomia differenziata in Parlamento. Non è così. Il testo Calderoli è diametralmente opposto a quello che ci eravamo prefissi noi. Lo dice Occhiuto, presidente della Calabria, che non è del PD. Credo che presto lo diranno anche altri presidenti non di centrosinistra.
Cerchiamo su questo di fare un dibattito da punti di vista diversi, con opinioni diverse, ma almeno corretto, per come lo abbiamo svolto qui dentro. Ed è una delusione. Io ci tengo a dirlo che per noi, come Partito Democratico, che alla fine si sia approdati a quel testo è una delusione e un problema.
Non ho difficoltà a dire qui presenti anche tutti i colleghi, che finché il presidente non si dimetterà, non rinunceremo ad esercitare le nostre prerogative insieme alle altre Regioni, per avere la possibilità di portare avanti il referendum sull’autonomia differenziata, sul testo approvato dal Parlamento. Eserciteremo le nostre prerogative fino alle dimissioni del presidente, e se è possibile anche dopo; non per una questione politica, non per una questione partitica, non per ordini di partito che vengono da Roma, ma semplicemente perché siamo stati la prima Regione ad avere un progetto di autonomia differenziata, vero, che abbiamo condiviso qui dentro, senza fare referendum come hanno fatto altre due Regioni, Veneto e Lombardia, molto diverso anche nell’impostazione nelle altre due Regioni, che niente ha a che fare col testo di cui ha parlato il Parlamento.
Voglio essere molto chiara perché credo che questa discussione ci impegnerà ancora.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.
Altri in dibattito generale?
Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.
A questo punto, chiedo ai due relatori, consigliere Sabattini e consigliere Marchetti, se vogliono aggiungere considerazioni, replicare al dibattito che abbiamo seguito.
Consigliere Sabattini, prego.
SABATTINI: Così aiuto anche gli ultimi colleghi a depositare tutti gli atti.
Il dibattito che ha affrontato questa variazione è un po’ sulla falsariga anche del dibattito che abbiamo fatto nelle singole Commissioni. È chiaro, mi permetterete di dire, impreziosito anche da una sintesi e da un bilancio un po’ più largo che il presidente Bonaccini ha fatto con il suo intervento, collocando questo atto ancora di più all’interno della strategia più complessiva della gestione di questa Regione in questi anni.
Ovviamente, le variazioni di bilancio, gli atti di bilancio e di programmazione hanno la caratteristica di permettere di fare considerazioni anche più ampie, che con la fine della legislatura ha portato anche a fare più considerazioni politiche.
Io provo a rifuggire un po’ dal continuo mischio di competenze, competenze nazionali o competenze regionali. Io cito un dato generale, viste anche le sottolineature fatte su alcune tematiche così importanti, come ovviamente sono quelle della sanità, o ad esempio della difesa del suolo. Capite bene che se sbagliamo il riferimento della risoluzione o delle possibili proposte, le politiche da mettere in campo, sbagliamo il livello istituzionale al quale ci rivolgiamo e rischiamo di rendere un dibattito estremamente sterile. Capite bene che quando si parla, ad esempio, di spese del fondo sanitario, dimenticandosi dell’impatto dell’inflazione del 12 per cento, guardando i numeri assoluti, quello che si può dire per quest’ultimo bilancio con un Governo di un colore politico, lo si poteva dire specularmente anche per i bilanci degli anni passati.
Il problema è che la richiesta di maggiori bisogni, il cambio del sistema sanitario e l’invecchiamento della popolazione, insieme a una crisi energetica e all’inflazione, chi si occupa un po’ di numeri sa bene che il riferimento non è tanto quello al numero assoluto, ma al rapporto rispetto al prodotto interno lordo nazionale: è quello che ti permette di anestetizzare gli effetti dell’inflazione.
Questa è una puntualizzazione, come, permettetemi assolutamente senza eccessiva polemica, questa: onestamente, dire, come ha sottolineato bene la capogruppo Zappaterra, che la discussione sull’autonomia che abbiamo fatto negli scorsi esercizi, negli scorsi anni, qui in Emilia-Romagna, che come sapete bene ha caratterizzazioni completamente diverse, non solo di processo ma anche di merito, è molto diversa rispetto a quella proposta; e che questo venga utilizzato come sottolineatura, come se le istituzioni venissero utilizzate per interessi di parte, mi sembra onestamente eccessivo, oltre al fatto che se collocata all’interno di una fase di scelte che vanno da alcune nomine, ad alcuni rapporti che ci sono con istituzioni in maniera diversa, o approcci territoriali, a seconda del colore politico, oggettivamente mi sembra quantomeno un argomento molto scivoloso, soprattutto se viene da quei banchi.
Io credo, anche per chiudere, ho anche sforato, per quello che riguarda gli ordini del giorno che sono stati presentati, abbiamo lavorato con tutti quanti i presentatori e ci permetterà più o meno in senso generale di procedere ad un’approvazione di quasi tutti gli ordini del giorno, anche in uno spirito di collaborazione che credo abbiamo avuto in quest’aula, e che sicuramente io ho ricevuto da parte di tutti, abbiamo cercato di trovare quegli elementi di sintesi che ci consentiranno in gran parte di poter votare tutti gli ordini del giorno.
Poi magari nel dibattito puntuale degli ordini del giorno torneremo nel caso fosse necessario. Ringraziandovi quindi per il dibattito, credo che anche questo elemento di esperienza, di collaborazione anche sugli atti possa aver arricchito non soltanto noi, ma credo anche la qualità delle cose che abbiamo provato a portare in campo in questa Assemblea. Sicuramente lo abbiamo fatto all’interno degli argomenti che riguardano la programmazione e il bilancio della Regione.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.
Consigliere Marchetti, prego.
MACHETTI Daniele: Grazie, presidente.
Dopo aver ascoltato il dibattito che si è sviluppato da questa mattina, posso dire di aver ricevuto soltanto delle conferme rispetto a quanto ho già sostenuto durante la mia relazione, che ha aperto la giornata.
Credo che questa sia una manovra che certamente muove risorse importanti, ma è estremamente ingessata. Questo lo dico perché mi pare d’aver capito e compreso, ad esempio, che non ci sia il benché minimo margine di manovra nemmeno per piccole cifre che abbiamo chiesto di spostare su capitoli di bilancio, che comunque potrebbero andare incontro a delle esigenze che sono emerse anche in questi ultimi mesi di dibattito nelle varie sedi di Commissione e in Assemblea.
Questo credo che sia un limite, perché, come dicevo, questa è l’ultima possibilità che abbiamo come Assemblea, di mettere mano sui conti della Regione, ed era l’occasione per cercare di dare delle risposte, che ci sono state chieste da associazioni, parti sociali, e comunque da tutti i soggetti che abbiamo audito in questi ultimi anni durante la nostra attività.
Mi auguro che ci possano essere degli accoglimenti, ad esempio, per quanto riguarda gli ordini del giorno che abbiamo depositato, dal momento che sono comunque strumenti di indirizzo che cercano di porre rimedio a diverse bocciature che abbiamo visto, che vedremo oggi magari qui in aula e che abbiamo visto nelle sedi di Commissione, ma magari su questo entreremo poi un pochino più nel dettaglio nel momento in cui si aprirà il dibattito sugli ordini del giorno stessi.
Io posso riassumere in poche parole il significato di questa manovra. È una manovra che a nostro avviso è caratterizzata da un’estrema timidezza, innanzitutto, da parte della maggioranza, nell’ammettere che sono aumentate le risorse destinate alla sanità, risorse che provengono dal Governo nazionale. Troviamo un più 18,7 milioni di euro per quanto riguarda i servizi extra LEA; troviamo 5 milioni di euro per gli emotrasfusi, risorse che non abbiamo mai visto a livello regionale dopo anni e anni di richieste, che quindi dimostrano che un’attenzione su quest’ambito, c’è.
Poi, come dicevo questa mattina si può sempre fare meglio e si può pretendere sempre di più, questo non costa nulla, sicuramente. Però sta di fatto che i segni più ci sono, eccome.
È una variazione caratterizzata anche da un tentativo di mettere delle pezze anche a degli errori che sono stati commessi in passato, come i 10 milioni di euro messi sul fondo sociale regionale, che oggi vengono sbandierati come una misura straordinaria, che va incontro alle esigenze degli utenti, che si erano visti scaricare l’intero aumento delle rette delle strutture residenziali sulle loro spalle.
Ebbene, all’epoca io non vidi tutta questa attenzione da parte vostra, nel momento in cui, senza batter ciglio, avevate scaricato completamente tutto su queste persone, che già devono sopportare spese importanti per garantire la giusta e adeguata assistenza ai propri cari, che trovano ospitalità all’interno di queste strutture. Se non fosse stato per l’attività dei Gruppi di opposizione all’interno di quest’aula, ma anche delle organizzazioni sindacali che lamentavano il fatto di non essere state neanche coinvolte in maniera preliminare, e avevano minacciato di venire qui sotto, voi probabilmente non avreste mosso un dito.
Questo, quindi, è un tentativo di mettere una pezza, non è certamente un risultato straordinario di cui andare fieri. Poi, sicuramente, come dicevo in apertura questa mattina, è una variazione caratterizzata anche da una mancanza assoluta di coraggio. Ripeto: nel momento in cui avevamo… Non voglio neanche ragionare su quelle risorse che sono state assegnate a capitoli di bilancio altrettanto importanti, o che comunque magari erano anche vincolate: avevamo una quota che era libera, quella che proveniva dall’Assemblea, 850.000 euro, che potevano essere assegnati ad altri ambiti importanti e soddisfare diverse richieste che abbiamo ascoltato nel corso di questi ultimi mesi, durante gli incontri istituzionali che si sono tenute all’interno di questa sede.
Ho citato tantissimi esempi, questa mattina; ne potrei citare altrettanti. Però credo che l’occasione persa ci sia eccome. È chiaro che questo comporta sicuramente una limitazione per quanto riguarda la nostra possibilità di agire e soprattutto fa venir meno anche il nostro ruolo, ovvero quello di ascoltare e cercare di dare risposte a chi ce le chiede. Voi avete deciso piuttosto di utilizzare queste risorse, mettendole su un ambito sicuramente molto importante, che abbiamo sempre condiviso, ma che ovviamente presenta già un’attività, immagino, programmata. Quindi, come spesso accade, rischieremmo di mettere risorse ulteriori per poi nemmeno impegnarle. Questo, quindi, è il giudizio che diamo a conclusione di questo dibattito che, ripeto, va sostanzialmente a confermare l’impressione che avevamo già in fase di apertura di questa discussione.
Adesso, nel corso del pomeriggio, discuteremo anche di ordini del giorno e i vari articoli che ricomprendono anche alcune nostre proposte emendative; quindi, avremo modo in quel momento di approfondire ulteriormente le varie questioni.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.
A questo punto passo la parola per le conclusioni alla Giunta.
Prego, assessore Calvano.
CALVANO, assessore: Grazie, presidente, grazie a tutti i consiglieri e a tutte le consigliere.
Essendo questo, probabilmente, l’ultimo passaggio di bilancio che facciamo in quest’aula, si può anche fare una confessione, niente di scabroso, non preoccupatevi: mi è capitato che le persone che si occupano della comunicazione dell’assessore – che poi in realtà è Marcello – una mattina arriva da me con una faccia particolarmente cupa. Gli chiedo “scusa, Marcello, cos’è successo?”; “Paolo, sul giornale non c’è niente sulla manovra di bilancio, eppure abbiamo fatto il comunicato, e mi sembrava anche che ci avessimo lavorato tanto”. Lo guardo e gli dico “Marcello, non preoccuparti; del bilancio, l’opinione pubblica e i giornalisti si occupano solo se le cose vanno male; se non ne parlano, vuol dire che stiamo andando alla grande!”.
Si è obiettivamente parlato pochissimo del bilancio dell’Emilia-Romagna, forse, nell’opinione pubblica, ne abbiamo parlato tanto qua dentro, com’era giusto che fosse.
Ci sono state diverse occasioni in cui è emerso pubblicamente il tema del bilancio, soprattutto legato alle questioni della sanità. Vi devo dire che in certi momenti, ma sono certo che mi sbagliavo, ho quasi pensato che qualcuno avesse quasi piacere di vedere che andavamo in difficoltà sulla sanità, o che si sviluppasse un disavanzo. Tutte le volte era stata messa lì quest’idea che non la chiudono, non la chiudono, non la chiudono… Invece, l’abbiamo sempre chiusa. L’abbiamo chiusa nel 2020, con uno sforzo importante anche del Governo, allora; l’abbiamo chiusa nel 2021, quando lo sforzo del Governo si era un po’ ridotto; l’abbiamo chiusa nel 2022, quando lo sforzo si era ulteriormente ridotto; l’abbiamo chiusa nel 2023, quando lo sforzo del Governo non c’era più.
Qui vi faccio un’altra confessione, che forse ho fatto in una Commissione, ma la ripeto qui, che ha minato un po’ il rapporto di fiducia che io ho sempre verso le altre Istituzioni. È stato quando abbiamo chiuso un accordo in presenza del presidente, in presenza mia, in presenza di altissimi funzionari del ministero, in presenza del Ministro dell’economia, sul fatto che a fronte dei danni che avevamo subìto a causa dell’alluvione, anche sulla sanità, ci sarebbe stato dato un ulteriore finanziamento a valere sulla sanità di 100 milioni di euro.
Quel finanziamento non c’è mai stato. Non c’è stato quel finanziamento, ma in quella manovra di bilancio in cui doveva esserci quel finanziamento, ci siamo accorti che c’erano fuori dal fondo sanitario nazionale, 40 milioni al Molise. centinaia di milioni al Lazio, centinaia di milioni alla Sicilia, e questo mi ha dato dispiacere, vi dico la verità. Mi ha dato dispiacere perché l’ho vista come una scelta politica, quando noi ponevamo invece un problema che era sì politico, come tutti i problemi, ma che aveva una forte pregnanza e una forte urgenza di risposte per i nostri cittadini, per i cittadini dell’Emilia-Romagna.
Nonostante quella promessa sia venuta meno, abbiamo chiuso in pareggio anche i conti della sanità del 2023. E ora affronteremo anche il 2024, sempre con l’attenzione che abbiamo avuto in questi anni, con l’obiettivo di pareggiarlo, quel bilancio della sanità, nonostante ci sia un innegabile sottofinanziamento. Ha ragione il presidente Bonaccini quando dice “andate a prendere tutti i Governi, tutti hanno aumentato in senso assoluto il fondo sanitario nazionale”. Ma il problema è che quell’aumento in valore assoluto era un aumento relativo, che non copriva neanche, molto spesso, semplicemente l’aumento inflazionistico.
Così è successo in questi anni, e così rischia di succedere ancora di più nei prossimi anni, perché le previsioni nel documento di economia e finanza del Governo Meloni prevedono una riduzione del peso della spesa sanitaria sul PIL, che è il dato che ci mette purtroppo in coda in Europa su questo tema.
Fondo sanitario nazionale, e a cascata, fondi sanitari regionali, però non hanno solo a che fare con la sanità, hanno a che fare anche con un altro tema che sta emergendo con sempre maggiore urgenza: il fondo regionale per la non autosufficienza, i fondi per la non autosufficienza. Perché? Perché la popolazione invecchia, aumentano i bisogni, e un pezzo del fondo sanitario nazionale, deve servire anche a finanziare i bisogni legati alla non autosufficienza. Se quindi non c’è un adeguato finanziamento del fondo sanitario nazionale, c’è il rischio che paghino il prezzo quegli anziani in condizioni di non autosufficienza, i disabili e tutte le persone in condizioni di fragilità.
Abbiamo provato, con questa variazione di bilancio, a dare una risposta a questa emergenza crescente, un’emergenza che è diventata ancor più importante perché giustamente, finalmente, in quel settore sono stati rivisti i contratti delle persone che operano nel sistema sociale e sanitario. Per fortuna, perché erano stipendi troppo bassi: li hanno rivisti, hanno determinato un aumento dei costi, abbiamo deciso, come Regione, con questa manovra di variazione, di riconoscere quell’aumento di costi ai soggetti gestori, del privato sociale e del pubblico, per fare in modo che il sistema rimanesse in piedi, per fare in modo che il sistema fosse in grado di offrire adeguate risposte, con un’attenzione particolare, attraverso quei 10 milioni di euro, anche rispetto alle persone più in difficoltà, che devono pagare comunque la tariffa per i servizi che ricevono. Sul sociale non vogliamo assolutamente arretrare. Anzi, sarà una di quelle spese che aumenteremo anche nei prossimi anni, una di quelle spese su cui dobbiamo investire, sapendo che la società sta cambiando e che quindi necessita di nuove risposte.
Lo dico anche rispetto all’emendamento proposto dal consigliere Marchetti sulle agevolazioni trasportistiche a favore delle persone affette da epilessia. Avevate approvato, credo su proposta – adesso qua non c’è – della consigliera Bondavalli, un ordine del giorno che ci chiedeva di allargare l’opportunità di una scontistica anche rivolta alle persone con epilessia. Mi preme annunciare che quella delibera la stiamo per prendere; dopo l’approvazione dell’ordine del giorno, gli uffici ci stanno lavorando.
La delibera ci consentirà di determinare un immediato effetto sugli abbonamenti, o i biglietti che queste persone pagano. Poi ci sarà un’ulteriore opportunità: grazie a un fondo regionale che abbiamo da mettere a disposizione dei Comuni per questi sgravi, attraverso quel fondo, allargando il perimetro, anche i Comuni potranno intervenire usando risorse regionali per abbattere ulteriormente quel costo.
Mi sento di dire quindi che l’emendamento, al di là che tecnicamente non era scritto bene, ma non mi sono concentrato su questo, l’emendamento ha trovato risposta, nella sostanza sta trovando risposta, nella sostanza, a seguito dell’ordine del giorno, presentato dalla collega Bondavalli, e forse sottoscritto anche da qualcuno di voi, non lo so, però certamente presentato dalla collega Bondavalli.
Ma questa è stata anche una manovra, una variazione di bilancio in cui ci siamo fatti carico di alcuni costi di cui pensavamo di non doverci far carico. Lo dico per quanto riguarda il tema dell’alluvione. Siamo stati chiamati per poter utilizzare al meglio le risorse che il Commissario, speriamo, ci metta a disposizione, ad assumere con risorse nostre 100 persone, un costo di circa 5 milioni di euro. Perché dico che è un po’ un’anomalia? Perché anche con il sisma abbiamo assunto molte persone, anche più di 100, ma erano pagate dal Commissario, erano a carico del Commissario. Questa volta ci è stato detto “arrangiatevi”, e noi ci stiamo arrangiando. Si sta arrangiando la Protezione civile nel darsi una struttura che possa consentire, attraverso queste persone, di poter dare una risposta più efficace e ancora più celere, visti i tempi stretti che avremo di fronte, e ringrazio anch’io il grande lavoro che la collega, vicepresidente Priolo, e tutta la struttura della protezione civile stanno mettendo in campo su un tema che purtroppo ci accompagnerà per molto tempo, anche perché le emergenze ambientali non sono finite.
È stata anche una variazione di bilancio in cui abbiamo ribadito un impegno: quello di portare avanti tutti i bandi, tutte le spese collegate e tutte le opportunità di spesa e di investimento che ci offrono i fondi europei. Lo abbiamo fatto senza attendere quella firma dell’accordo sugli FSC, firmato politicamente ma non ancora avallato dalla Corte dei conti, che ci avrebbe consentito di fare la sostituzione dei nostri cofinanziamenti con il fondo sviluppo e coesione. Vedremo quando ci sarà consentito; al momento non ci è consentito, quindi utilizziamo risorse regionali per poterlo fare.
Questa variazione di bilancio ci consente di andare avanti. Mi permetto però di segnalare a tutti, maggioranza e opposizione, un tema di cui non si sta parlando rispetto alla programmazione europea. C’è una scelta precisa che il Governo, avallato in parte dalla Commissione europea, sta facendo: quella di nazionalizzare e centralizzare la gestione dei fondi di coesione, quelli di cui ci siamo occupati spesso in quest’aula, facendo la programmazione di quei fondi, facendo la rendicontazione di quei fondi.
Quella che era una nostra competenza, la politica di coesione regionale la stanno trasformando in una competenza nazionale: siamo alla nazionalizzazione dei fondi per le Regioni, altro che autonomia! Altro che autonomia!
Siamo alla espropriazione nei confronti delle Regioni di quei fondi europei regionali, utili a creare coesione all’interno delle Regioni. Lo dico – e guardo Facci su questo, con il sorriso, ovviamente, come in realtà abbiamo sempre fatto nel corso di queste due legislature – perché l’Europa si deve dare un obiettivo in più rispetto a quelli che si è data fino ad oggi. L’Europa fino ad oggi ci ha offerto una grande libertà, la libertà di poterci muovere, la libertà di poter andare negli altri Paesi europei senza più cambiar la moneta, andandoci semplicemente con la nostra carta di identità, ci ha consentito di andare a studiare in altri Paesi, di imparare una lingua, di conoscere e acquisire ulteriori competenze anche in altri Paesi.
Ma c’è un’altra libertà su cui deve investire l’Unione europea: la libertà di restare, la libertà di poter nascere a Dogato e poter vivere a Dogato: cito Dogato così rimango fuori da Porretta, rimango fuori dalla montagna, a Dogato siamo sotto il livello del mare. Ma io devo dare l’opportunità a un ragazzino, come sono stato io, di poter nascere, crescere e avere un’opportunità di lavoro a Dogato. È questo il nuovo obiettivo che deve avere l’Unione europea: continuare a darci la libertà di movimento, ma al contempo, garantirci la libertà di restare nei luoghi in cui intendiamo investire per il nostro futuro.
Lo abbiamo voluto fare anche in questa Regione, con i fondi importanti che abbiamo messo in campo per le strategie delle aree interne e delle aree montane. Una strategia che abbiamo ulteriormente rafforzato, perché anche a seguito di confronti tra la Giunta e l’aula abbiamo messo a disposizione, a breve partirà, il nuovo bando per coloro che vivono nelle aree interne diverse dalle aree montane per agevolare la residenzialità. Lo abbiamo fatto aumentando i fondi a disposizione delle Unioni montane, lo abbiamo fatto con un’attenzione particolare ai processi di sviluppo di quelle aree. Perché, che ci abitino in tanti o in pochi, nessuno deve trovarsi in una condizione tale da rimanere indietro. Questo è lo sforzo che vogliamo continuare a fare anche nei prossimi anni.
Ho concluso, mi prendo solo un altro minuto, presidente, se l’aula me lo concede. Ieri ho ringraziato rispetto alla gestione del bilancio la Direzione, in particolare chi guida quella Direzione, il direttore, dottor Pignatti, che ringrazio ancora; però sono arrivate anche persone nuove, in questa legislatura. Vi devo dire che abbiamo avuto la fortuna di trovare persone che hanno garantito e stanno garantendo alla nostra struttura di bilancio quella competenza e quella passione indispensabile per poter gestire un bilancio non semplice come il bilancio di una Regione, e come il bilancio della nostra Regione.
Sono stati innesti, in quel settore, così come in altri, importanti. Pensate, ho avuto la fortuna, grazie a un programma che abbiamo fatto, che si chiama Programma di Onboarding, di dare il benvenuto praticamente a tutte le persone neoassunte che abbiamo preso in Emilia-Romagna, poiché abbiamo questo programma, e mi ha consentito di incontrarne tanti. Però purtroppo c’è una cosa che non ho potuto fare, e me ne rammarico. Avevo pensato di farla, ma poi, per tante ragioni, non siamo mai riusciti a farla: organizzare il saluto di chi in questi anni è andato in pensione. È una cosa che consegno a quest’aula, che consegno alla prossima legislatura: facciamolo, fatelo, a seconda di chi c’è. Perché ringraziare chi ha dato tanto a questa Regione nel momento in cui se ne va, per fortuna per andare a riposarsi, o per potersi prendere un po’ di tempo libero, credo che sia una cosa che le persone che hanno lavorato in Emilia-Romagna meritino.
Ringrazio, sapete perché? Perché ce ne sono alcune, una è anche qua, che tengono talmente tanto alla nostra Regione, che vengono anche gratuitamente dopo che hanno finito, e si mettono a disposizione. Ma dove si trova questa roba? Questa cosa succede in Emilia-Romagna, capite? Non succede altrove. E se succede in Emilia- Romagna è perché siamo l’Emilia-Romagna.
Ho finito, perché per poter gestire il bilancio con tutto quello che è successo in questi anni, serviva una cosa fondamentale: che ci fosse fiducia tra di noi. Ce n’è stata tanta, tanta, tanta fiducia da parte del presidente, che ringrazio; tanta fiducia da parte dei miei colleghi, anche nei momenti più delicati. Ci sono stati bilanci in cui ho detto loro “non la risolviamo adesso, ma la risolviamo fra sei mesi, fidatevi”, e loro si sono fidati. Così avete fatto voi, lo ha fatto la maggioranza, in particolare, e vi ringrazio.
Consentitemi un ringraziamento particolare all’amico e consigliere Luca Sabattini, perché questo bilancio lo ha gestito insieme a me, se n’è fatto sempre carico, e lo ringrazio. Ringrazio anche chi a volte lo ha sostituito nella gestione d’aula su questo, perché ovviamente tutti ci hanno messo la loro competenza e la loro passione, ma a lui devo un ringraziamento particolare. E lo debbo davvero a tutta l’aula, anche all’opposizione, anche alla minoranza, decidiamo qual è il termine migliore. Siamo stati sempre corretti, nelle nostre relazioni, vi siete sempre rapportati con me, con la Giunta con lo spirito di fare le vostre battaglie politiche, ma anche nella logica, a volte, di trovare delle soluzioni. A volte ce l’abbiamo fatta anche a trovare delle soluzioni che ci hanno visto insieme, e credo che questo sia un bel servizio che abbiamo offerto alle Istituzioni tutti insieme.
Io non so se ci abbiamo messo coraggio, Marchetti, non so se ci abbiamo messo abbastanza coraggio. Però, ti posso assicurare, e mi permetto di darti del tu, che ci abbiamo messo tutti tanta competenza e tanta passione.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Abbiamo concluso il dibattito con le conclusioni della Giunta dell’assessore Calvano.
Entriamo ad esaminare l’articolato.
Nominiamo prima gli scrutatori: consigliera Maletti, consigliere Fabbri e consigliera Stragliati.
Passiamo quindi all’articolato. Più precisamente partiamo dall’articolo 1.
Articolo 1.
Dibattito generale. Dichiarazioni di voto?
Mettiamo in votazione l’articolo 1.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 2.
Dibattito generale. Dichiarazioni di voto?
Mettiamo in votazione l’articolo 2.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 3.
Dibattito generale. Dichiarazioni di voto?
Mettiamo in votazione l’articolo 3.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 4.
Dibattito generale. Dichiarazioni di voto?
Mettiamo in votazione l’articolo 4.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 5.
Dibattito generale. Dichiarazioni di voto?
Mettiamo in votazione l’articolo 5.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo adesso all’emendamento 1 a firma Daniele Marchetti, emendamento che istituisce un nuovo articolo.
Dibattito generale. Prego, consigliere Marchetti.
MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.
Avevo già anticipato questa mattina, durante il mio primo intervento, e avevo già immaginato che arrivasse una bocciatura da parte della maggioranza su questa proposta. È una proposta che sostanzialmente, come giustamente ha ricordato l’assessore Calvano durante quest’ultimo suo intervento, propone di destinare 100.000 euro, che sono sostanzialmente già allocati nel capitolo di competenza per quanto riguarda il trasporto pubblico locale. In questo caso si proponeva di estendere le agevolazioni che ci sono già per quanto riguarda i soggetti epilettici.
Questo è un tema che abbiamo effettivamente già affrontato, l’ha ricordato anche lei, assessore, in Commissione sanità per la precisione, dove si è votato effettivamente un atto di indirizzo presentato dalla collega Bondavalli, che in quel caso non trovò la nostra condivisione, pur condividendone comunque i princìpi e l’obiettivo, perché in quella sede si proponeva sostanzialmente di procedere con una valutazione per arrivare a questa estensione. Una proposta che ricalcava però una vostra stessa vecchia interrogazione, alla quale avevate già risposto che dovevate procedere con una valutazione per questa estensione delle agevolazioni, quindi era una riflessione su una riflessione che voi andavate a chiedere. Noi in quella sede abbiamo detto: no, siamo a fine mandato, di fatto, ora non è il momento di valutare, perché se iniziamo a valutare mese dopo mese, arriverà poi la prossima Giunta a decidere; quindi – dicevamo – se vogliamo fare una cosa, siamo nel momento in cui dobbiamo garantire gli stanziamenti.
Quella fu la motivazione che avevamo dato in quella sede, non per non condividerne le finalità. Oggi, a maggior ragione, visto che avevamo un minimo di margine di manovra, abbiamo ritenuto opportuno presentare un emendamento per impegnare una somma per andare proprio in questa direzione.
Ora, mi ha detto che magari tecnicamente non era scritto in maniera opportuna, però questo non sarebbe stato un problema, perché se fosse stato questo il problema si poteva correggere in corso d’opera. Il problema, però, da quel che ho capito, è che sta arrivando, la state scrivendo, magari è lì su quei banchi che la state scrivendo a mano, la delibera che garantirà questa estensione nelle agevolazioni. Ora, io ne prendo atto, mantengo ovviamente il mio emendamento, e chiederò di porlo in votazione. La prima cosa che farò domani mattina sarà richiedere copia di questa delibera, che mi invierete, ovviamente, quando sarà pronta, certo.
Presidente, chiedo anche la votazione elettronica.
PRESIDENTE (Petitti): Dell’emendamento, immagino, giusto? Emendamento, bene.
Dichiarazioni di voto?
Mettiamo in votazione con voto elettronico l’emendamento 1 a firma Daniele Marchetti.
Dichiaro aperta la votazione
Votanti 39
Contrari 25
Favorevoli 14
È respinto.
Siamo arrivati all’articolo 6.
Articolo 6.
Dibattito generale. Dichiarazioni di voto?
Mettiamo in votazione l’articolo 6.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 7.
Dibattito generale. Dichiarazioni di voto?
Mettiamo in votazione l’articolo 7.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Abbiamo concluso l’esame dell’articolato.
Adesso passiamo alla discussione generale sugli ordini del giorno e sugli emendamenti che insistono sugli ordini del giorno.
Consigliere Cuoghi, prego.
CUOGHI: Grazie, presidente.
Vado a presentarvi questo ordine del giorno, che nasce da una segnalazione, da un’esigenza di un gruppo di cittadini residenti a Sassuolo, nei pressi della stazione per Modena, quindi la stazione Sassuolo terminal della linea regionale Modena- Sassuolo.
Da un po’ di tempo a questa parte, più per la precisione da quando sono stati acquistati i nuovi convogli Pop nella flotta regionale, questi cittadini lamentano forti rumori nel percorso di attraversamento dei binari, ma soprattutto durante la manovra di cambio banco, cioè quella manovra per cui un treno arrivato in stazione, quindi al capolinea, deve disattivare la cabina di guida da un lato per riattivarla in quella che era la coda, che diventa la nuova testa del treno, e ripartire.
In questo caso, questi treni che sono moderni sotto molti punti di vista, piacciono ovviamente a chi li usa, proprio perché sono treni che hanno servizi adeguati alla linea e ai passeggeri, hanno dei sistemi di sicurezza legati al sistema frenante per cui devono scaricare aria compressa e ricaricarla. Questo provoca forti rumori, e soprattutto in quei luoghi, cioè nelle stazioni capolinea, e quando queste stazioni capolinea, essendo vicine al centro, com’è giusto che sia una stazione, sono vicini anche a case, provocano ovviamente disagi a chi vi abita.
Quella è una stazione dove i convogli arrivano alle 6,10 del mattino e l’ultimo parte alle 21,48; ogni venti minuti, quindi, c’è questa manovra rumorosa che fanno i treni.
C’erano già state segnalazioni in passato, poi la linea è stata chiusa per un anno e mezzo per la costruzione del cavalcavia sulla strada Pedemontana; è stata riaperta lo scorso dicembre, quindi sono ripartiti i disagi.
Quello che chiediamo quindi è praticamente di trovare una soluzione per questi rumori che si presentano in stazione.
Noi abbiamo parlato di barriere antirumore, ora è stato presentato dai colleghi un emendamento, non voglio anticiparlo, magari poi lo faranno loro, un emendamento che ovviamente noi accogliamo. Quello che ci interessa è trovare una soluzione. Ovviamente, noi abbiamo fornito un’idea, ma ci sta bene qualsiasi soluzione che vada nell’ottica di risolvere questa problematica.
Voglio anche dire che di questo problema si è occupato anche il neoeletto sindaco di Sassuolo, infatti anche il collega Sabattini ne era al corrente e ci stava lavorando. Credo che insieme possiamo trovare una soluzione a questo tipo di problema, a dare una risposta ai cittadini e riuscire a mitigare questi problemi, perché se vogliamo puntare, e lo vogliamo fare, ovviamente, sul trasporto pubblico locale, per diverse ragioni che non stiamo qui ad elencare, dobbiamo fare in modo che il trasporto pubblico locale non vada poi a creare problemi ad altri settori, ad altre zone della città, o ad altri cittadini. Quindi, ben venga il superamento dei passaggi a livello, com’è stato fatto col cavalcavia sulla Pedemontana, come sono stati fatti altri interventi su queste ed altre linee, ma bisogna anche riuscire a risolvere questi problemi.
I raggruppamenti abitati sulla linea, sempre per quello che riguarda la città di Sassuolo e la linea Modena-Sassuolo, al di là del fatto che gli stessi problemi si presentano nella stessa Modena, Formigine, eccetera, sono due: uno è proprio più in centro, a ridosso della stazione, quindi parliamo di viale Gramsci; per l’altro parliamo di un’altra zona, Largo Collodi, dove vi sono anche interventi di edilizia popolare. Era stata proposta una soluzione di cambio delle finestre, ma è evidente che chi magari vive già in una situazione al limite del disagio non può permettersi la sostituzione di tutti quanti gli infissi.
Crediamo quindi che sia il gestore dell’infrastruttura che deve in qualche modo intervenire, andare a trovare le soluzioni, studiarle e poi applicarle per mitigare questi disagi.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Sugli ordini del giorno, consigliere Rancan, prego.
RANCAN: Grazie, presidente, molto brevemente.
Questa mattina, non so se poi vuole intervenire anche il consigliere Rainieri, abbiamo presentato due ordini del giorno, come Lega. Io mi limito a illustrare quello che porta la mia prima firma, a fronte delle abbondanti precipitazioni che hanno colpito il nostro territorio, soprattutto la parte dell’Emilia occidentale nella giornata di ieri, e non solo, che hanno interessato per la maggior parte – difatti vedete che le sottoscrizioni sono anche dei miei colleghi delle altre province – tutte le province, da Piacenza a Modena, quindi soprattutto le parti più in difficoltà, montuose e a valle. Quello che viene richiesto da questa risoluzione, da questo ordine del giorno, è ovviamente di avviare il procedimento di riconoscimento dello stato di emergenza prima, ed eventuale calamità, poi, e poi a disporre invece ciò che secondo noi serve costantemente, e serve ormai da tempo, ossia la pulizia dei letti dei fiumi, dei corsi d’acqua, eccetera, cosa che secondo noi oggi è carente.
Questo è l’ordine del giorno che abbiamo presentato, che però, contestualmente, mi viene da dire, e guardo il collega Daffadà, con il quale è stato fatto un lavoro insieme. Questo ordine del giorno viene ritirato perché abbiamo studiato un ordine del giorno, invece, comune e trasversale su questo tema, che pone alla fine del dispositivo proprio la richiesta di cui fa parte il mio intervento di adesso, perché viene sostituita in questo nuovo ordine del giorno e viene inserita la dicitura “porre in atto, laddove occorrenti, azioni per pulire i corsi d’acqua, onde scongiurare il rischio legato al trascinamento a valle di materiale inerme e legname con conseguente ostruzione degli attraversamenti”. Quindi, in realtà, ritiro il mio ordine del giorno perché il dispositivo è sostituito in larga parte, se non quasi esattamente, dall’ultimo punto del dispositivo del nuovo ordine del giorno presentato dai consiglieri Lega e PD.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.
Sempre sugli ordini del giorno, consigliera Piccinini.
PICCININI: Grazie, presidente.
Intervengo su un tema che avevo seguito in questi mesi e in questi anni, ovvero gli interventi assistiti con animali.
Ho visitato diverse realtà distribuite nella nostra regione. Sono realtà sicuramente a volte anche non molto grandi, che fanno parte generalmente del terzo settore, dell’ambito sanitario, delle associazioni sportive dilettantistiche che fanno però un lavoro di qualità immenso nei confronti delle persone con fragilità: con fragilità psichiche e fisiche, si rivolgono agli anziani, agli adolescenti, ai bambini, a persone affette da autismo. Lavorano, alcune di esse, all’interno degli ospedali, quindi, dicevo, fanno un lavoro di grande qualità.
Sulla proposta sono state stanziate a fine 2023 alcune risorse che hanno dato vita ad un bando che spero si concluderà a breve, o meglio, spero che la graduatoria uscirà a breve, però è già chiaro, dal numero delle domande che sono arrivate, che le risorse non saranno sufficienti.
Col contributo che queste realtà portano dove l’amministrazione pubblica non riesce ad arrivare direttamente, io credo sia importante provare a coprire più progetti possibili. In questo senso ho presentato un ordine del giorno in cui chiedo di stanziare ulteriori risorse, o di garantire ulteriori risorse da destinare al rifinanziamento del bando che fa riferimento alla legge 18 del 2023, articolo 15.
Su questo un piccolo inciso, perché quella legge è la legge sul benessere animale. Non è esattamente la legge di riferimento degli interventi assistiti con animali che, ricordo, ha una disciplina propria a livello nazionale, sono uscite le linee guida, quindi ci lavorano anche figure professionali che sono formate, e in prospettiva. Non sono riuscita a farlo in questa legislatura, ma mi piacerebbe che venisse avanti nella prossima: sarebbe dal mio punto di vista opportuno fare una legge dedicata alla cosiddetta pet therapy, che abbia risorse proprie, quindi non una tantum, come siamo riusciti, grazie anche alla collaborazione con l’assessore Taruffi a fare in questa legislatura. ma bisognerebbe trovare risorse organiche con una legge dedicata perché quella che abbiamo oggi, se vogliamo, è una forzatura. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Procediamo col dibattito sugli ordini del giorno. Consigliera Zamboni.
ZAMBONI: Grazie, presidente.
L’ordine del giorno che presenta Europa Verde riguarda, compatibilmente, naturalmente, con le risorse finanziarie disponibili, una richiesta di ulteriori risorse per aumentare la dotazione dei fondi per il 2025 destinati ai biodistretti. I fondi sono previsti dalla legge 14 del 2023 “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione nei distretti del biologico” e a prevedere stanziamenti per gli anni successivi al 2025. Lo stato dell’arte, infatti, ci dice che lunedì è stato pubblicato il primo bando per mettere a disposizione i 200.000 euro che sono stati allocati per la promozione dei distretti del biologico per il 2024. Nel frattempo, da quando è stata approvata la legge all’unanimità, quindi ringrazio ancora i colleghi e le colleghe per questa adesione, a fine settembre dell’anno scorso, da allora si sono costituiti già sei distretti del biologico: uno è quello delle Alte Valli, che è a cavallo tra il territorio parmense e piacentino; poi c’è quello della provincia di Reggio Emilia; nel parmense abbiamo anche il biodistretto Po Bio Valley; poi abbiamo quello delle Alte Valli del Panaro; poi, sul nostro Appennino bolognese, quello appunto dell’Appennino Bolognese, e poi, in Romagna c’è il Distretto bio-simbiotico.
Si tratta di importanti realtà per diffondere la cultura e l’agricoltura del biologico che qui nella nostra regione parla già di un 19 per cento di superficie agricola utile, con oltre 7.300 aziende. Quindi, questo ordine del giorno impegna la Giunta ad aumentare le risorse stanziate dalla legge sul 2025 (che sono 100.000 euro) e a prevedere finanziamenti ulteriori, dal 2026 in poi, che oggi non ci sono.
Mi sembra che si tratti di soggetti molto importanti per diffondere la cultura dell’agroecologia nella nostra regione, quindi dare anche possibilità a soggetti multipli, coltivatori, agricoltori, allevatori, trasformatori, anche chi commercia, chi fa agriturismo biologico, dandogli le necessarie risorse per poter farsi conoscere, per commissionare degli studi e per rafforzare la rete tra di loro.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.
Consigliere Daffadà, prego.
DAFFADÀ: Grazie, presidente.
Intanto, ringrazio anche la consigliera Zamboni. Mi sono permesso di firmare l’ordine del giorno, forse è una notizia, perché abbiamo anche lavorato insieme sul tema dei biodistretti, e devo dire che la cosa sta andando avanti bene, il territorio è contento, quindi credo che sia davvero importante e opportuno cercare di reperire sempre più risorse per consentire lo sviluppo delle azioni che queste forme di gestione del territorio stanno portando avanti.
In realtà, mi ero prenotato per parlare dell’ordine del giorno cui il consigliere Rancan aveva fatto cenno prima, quello riferito all’alluvione, all’esondazione, anzi, più che alle esondazioni, all’alluvione che in questi giorni c’è stata nei nostri territori, Parma, Piacenza, Reggio e Modena.
Parma, in particolare nelle valli del [...], nelle valli dell’Enza, della Parma, ha avuto dei momenti critici, dei momenti particolari. Davvero colgo l’occasione anche per ricordare una persona che purtroppo ha perso la vita nelle vicinanze dell’azienda che aveva costruito nel tempo e che ora è gestita dai familiari, un’azienda che sono andato a incontrare qualche settimana fa. Ieri, purtroppo, il signor Uccelli ha perso la vita rispetto a questo problema veramente grande che c’è stato vicino alla propria azienda.
Mi corre l’obbligo anche davvero di ringraziare ancora una volta le amministrazioni comunali. Qualche sindaco è stato purtroppo battezzato da questo brutto evento, qualche sindaco nuovo che si apprestava, si è apprestato davvero ad iniziare la sua attività, e si è ritrovato a dover gestire un momento difficile.
Un saluto e un ringraziamento davvero ai volontari, come sempre, all’Assessorato, all’Agenzia regionale e alle Forze dell’ordine che come sempre in questi momenti che purtroppo sono sempre più frequenti, sono in prima linea da subito ad aiutare le aziende, ad aiutare i cittadini, ad aiutare gli animali, gli animali. In questa terra gli allevamenti danno tanto al Parmigiano Reggiano. Sappiamo tutti che Neviano degli Arduini è uno dei Paesi dove è nato il biologico e dove c’è sicuramente un rapporto altissimo tra gli animali che sono sul territorio.
Abbiamo davvero condiviso, e ringrazio i colleghi anche dell’opposizione, questo ordine del giorno, che ribadisce la volontà da parte nostra di chiedere un aiuto, intanto, a ripristinare la viabilità, perché ci sono aree isolate. I cittadini si possono anche trasportare, più complicato è trasportare gli animali, gli allevamenti che insistono su quest’area, chiedendo anche, dopo una ricognizione, dove e se sarà possibile anche lo stato di emergenza.
In ultimo, mi associo a quello che ha detto il consigliere Rancan, di continuare e, dove non è ancora stato fatto, di iniziare quella pulizia degli alvei che spesso ostruisce le vie di comunicazione e soprattutto gli attraversamenti, fa da tappo e purtroppo poi sappiamo le conseguenze dove portano.
Per cui, davvero convintamente abbiamo voluto lavorare e abbiamo voluto sottoscrivere questo ordine del giorno per cercare davvero di lavorare insieme su un tema importantissimo per la sopravvivenza del nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Daffadà.
Consigliere Rainieri, prego.
RAINIERI: Grazie, presidente.
Intanto anche io do una notizia. Ho firmato l’ordine del giorno della collega Zamboni. Ho detto che era una notizia! Adesso vi dico anche il perché, sennò la notizia è a metà. Avendo ascoltato il suo centro studi e avendo valutato la richiesta che lei ha fatto, essendo stato io relatore della legge sui biodistretti insieme alla collega Silvia Zamboni, l’impegno che avevamo preso era quello di aumentare le dotazioni nel momento in cui si poteva. Questo ordine del giorno va nella direzione che ci eravamo detti e quindi ringrazio Silvia per averlo presentato. Mi sembrava non corretto non aggiungere la firma a questo suo ordine del giorno. La notizia è finita.
Adesso volevo intervenire, invece, presidente, sull’ordine del giorno che abbiamo presentato, il n. 10, e ringrazio il mio capogruppo per aver aderito a questa formulazione, ritirando il n. 6, che era quello a prima sua firma, e in questo caso ritiro il n. 7 che era a mia prima firma, per aver condiviso insieme al collega Daffadà, un ordine del giorno che, come è già stato illustrato sia dal collega Rancan che dal collega Daffadà, riprende i due ordini del giorno che vanno nella direzione di aiutare quelle popolazioni e quelle attività che in questi giorni hanno subìto dei danni, e purtroppo le precipitazioni non sono ancora terminate, quindi potrebbero esserci ancora ulteriori danni.
Volevo semplicemente ritirare il mio ordine del giorno e ringraziare i colleghi che hanno sottoscritto questo ordine del giorno unitario, che ancora una volta dà forza a una politica, che è una politica di aiuto in questo caso di un territorio che è importantissima per le varie attività. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rainieri.
Consigliere Occhi, prego.
OCCHI: Grazie, presidente.
Io presento il mio ordine del giorno, che è quello su ARPAE, sul tema dell’ambiente. Ormai siamo in fondo a questa legislatura, ma credo che fosse importante rimarcare come il tema delle acque sia sempre importante. Non riusciremo, purtroppo, temo, a portare avanti il lavoro sul Piano di tutela delle acque, ma volevamo lasciare un’impronta importante che viene anche dal mondo delle imprese e dal mondo agricolo che utilizza l’acqua, le acque sotterranee in particolare, ma tutte le acque di derivazione pubblica.
Sicuramente nel tempo c’è stata una diminuzione delle persone che lavorano all’interno di ARPAE. Sicuramente c’è stato una diminuzione della rapidità con cui vengono svolte le pratiche, sia i rinnovi delle concessioni esistenti, sia le nuove concessioni.
Quest’ordine del giorno voleva sensibilizzare un attimo la nostra Regione sulla valutazione del rafforzamento della dotazione organica di ARPAE. Serve personale qualificato, in particolare giovani laureati, e anche non laureati, però giovani che possono portare linfa nuova nella gestione delle parti.
Questo è anche molto importante per quello che riguarda la consistenza anche delle falde sotterranee e la conoscenza del nostro territorio, che sarà importante anche quando chi ci sarà andrà a fare il nuovo Piano di tutela delle acque.
Sul discorso invece del dissesto idrogeologico che ci fa tanto parlare in questi giorni e temo se ne parlerà ancora nei prossimi giorni, anche perché da poco abbiamo avuto questa nuova alluvione e abbiamo commemorato l’alluvione dell’anno scorso e la settimana prossima ci sarà l’ultima Commissione III dove andremo a valutare anche quelli che saranno i nuovi Piani speciali.
Siamo al termine, come dicevo, di questa legislatura. Dovremmo lasciare anche la nostra valutazione come Gruppo Lega e volevo lasciarla a voi, colleghi, per questi cinque anni, quella che è stata la nostra valutazione di questi cinque anni.
Il tema del dissesto idrogeologico va trattato sicuramente a diverse scale. Noi abbiamo dei bacini piccoli, con risposte rapide, e lo abbiamo visto ieri, per esempio, anche nel parmense, in cui in poco tempo si sono avute delle risposte rapidissime e si sono avute delle importanti manifestazioni di alluvione.
Il tema va affrontato a diverse scale. Sicuramente serve una grande pianificazione su grande scala, quindi i grandi invasi per ritenere le alluvioni e questo dalla Lega è sempre stato portato avanti con il discorso della diga di Vetto, ma anche la diga di Armorano, per esempio. C’è la necessità di pensare a invasi. Sicuramente c’è la pulizia dei boschi. Abbiamo visto l’abbandono del mondo rurale, l’abbandono anche delle terre e la manutenzione dei corsi d’acqua. Qui andiamo a una scala più piccola, ma anche la gestione, per esempio, dei corsi d’acqua e delle ghiaie. Perché parliamo dei corsi d’acqua e delle ghiaie? Perché proprio in questi giorni i nostri sindaci, oltre ad avere a che fare con manifestazioni alluvionali importanti, abbiamo tante strade bianche in montagna che sono state erose, rischiano di essere scalzate e i nostri sindaci hanno bisogno di ghiaia.
Più volte abbiamo interloquito con la Regione, sia in termini di Protezione civile, di Agenzia regionale di Protezione civile, ma anche in termini, per esempio, di Assessorato.
Ci è sempre stato risposto della difficoltà di gestire le ghiaie nei fiumi. In realtà, i Comuni hanno bisogno di ghiaia, hanno bisogno di ghiaia anche a basso prezzo, e questo potrebbe davvero aiutare i nostri Comuni nel ripristino delle strade bianche anche dopo questi eventi alluvionali importanti.
Altra cosa, sicuramente più volte la Lega ha proposto e abbiamo approvato anche degli ordini del giorno e anche delle risoluzioni sul tema della agricoltura e delle persone che ancora abitano in montagna, che hanno ancora i mezzi e possono avere la capacità e le competenze per fare quelle piccole manutenzioni territoriali. Qui, invece, il problema è che la burocrazia probabilmente fa ancora fatica a lasciare un po’ di spazio ai nostri agricoltori, ai nostri manutentori sul territorio. Altrimenti non mi spiego per quale motivo ancora queste risoluzioni o questi ordini del giorno non sono stati poi portati avanti fattivamente, come chiedono anche le associazioni agricole.
C’erano state delle sperimentazioni, per esempio, con i consorzi di bonifica, parlo per esempio della difesa attiva del territorio, con il programma “Difesa attiva”, però poi sono state lasciate cadere. Andrebbero invece riportate avanti. Termino sul problema dell’impermeabilizzazione. Noi, come Lega, siamo sempre stati favorevoli allo sviluppo del territorio, anche quando questo comporta, in alcuni casi l’impermeabilizzazione, perché noi non crediamo che bisogna completamente fermare lo sviluppo del territorio, però, quando c’è un’impermeabilizzazione, bisogna pensare alla invarianza idraulica, che è quello che si vede in questi giorni, i famosi tratti tombinati da cui poi fuoriesce l’acqua, le famose caditoie non pulite, il famoso tema che sicuramente si è concentrata l’acqua in poco tempo, le precipitazioni sono cambiate nelle loro manifestazioni e quindi noi dobbiamo per forza creare un’invarianza idraulica.
In alcune zone ci sono i cosiddetti nodi idraulici. Anche qua vediamo che nell’interlocuzione tra Regione, Consorzi di Bonifica, Comuni, anche i Comuni grandi, come per esempio il Comune di Parma, ci sono stati dei rallentamenti nella risoluzione di alcuni nodi idraulici importanti. Anche qui crediamo che invece si debba portare avanti una risoluzione di queste importanti problematiche. Solo in questo modo, quindi con una programmazione ampia che tiene conto delle complessità del bacino, ma che va anche a dettagliare sul territorio i piccoli interventi di manutenzione locale, crediamo che la gestione dei territori e le problematiche del dissesto idrogeologico potranno essere gestite in maniera più completa sia per la Regione che per le Province che per i nostri Comuni, specialmente quelli di montagna, che sono spesso in difficoltà.
Questo è quanto la Lega ha portato avanti in questi cinque anni, sia con atti sia con i vari progetti, con le nostre discussioni sia in Commissione che in aula. Questo vi volevo lasciare. Ringrazio anche il collega Sabattini, anche perché abbiamo lavorato bene anche su tanti temi come quello dell’energia e rifiuti in questi anni e quindi questo credo che sia un fatto importante da lasciare a chi ci sostituirà.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.
Altri in dibattito generale sugli ordini del giorno?
Consigliere Marchetti, prego.
MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.
Non volevo intervenire, ma dopo aver ascoltato un po’ le parole dell’assessore Calvano, ho ritenuto opportuno fare un passaggio anche su questo ordine del giorno che abbiamo presentato, abbinato a questa variazione al bilancio di previsione, perché, prima, durante il suo intervento, ha detto sembrava quasi che qualcuno avesse piacere nel vedere alcuni rossi di bilancio nella sanità.
Ecco, questa è la miglior risposta a queste sue dichiarazioni, perché in realtà noi non ci siamo mai sottratti al confronto, al dibattito e anche al fatto di presentare delle proposte migliorative per quanto riguarda la gestione economica anche di diversi ambiti, tra cui la sanità. In questo caso lo facciamo partendo anche un po’ da un ragionamento che abbiamo sviluppato ieri durante la discussione del rendiconto 2023, prendendo atto della chiusura sostanziale in pareggio per quanto riguarda i bilanci della sanità emiliano-romagnola.
Un bilancio raggiunto, seppur con una piccola correzione finale, tramite fondi gestiti attraverso la gestione sanitaria accentrata, che ha applicato un piccolo correttivo, piccolo per modo di dire, di 9 milioni di euro, su alcune aziende sanitarie per chiudere in pareggio, ma tutto sommato rispetto alle annualità precedenti…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula.
MARCHETTI Daniele: La sanità regionale ha chiuso in pareggio grazie anche ad alcune iniziative che sono state attuate sugli acquisti. Lo disse in una passata Commissione di alcuni mesi fa lo stesso assessore Donini, che ammise il fatto che, applicando un efficientamento sulla macchina degli acquisti, si è ottenuto un risparmio di 210 milioni di euro, quindi non di poche risorse da reinvestire poi ovviamente nel comparto e nei servizi.
Oggi noi chiediamo di fare un passo ulteriore. Oggi noi chiediamo di attuare un passaggio che è contenuto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza del 2023; un passaggio che venne inserito anche in quell’occasione grazie ad un nostro emendamento che prevedeva e prevede di potenziare l’innovazione nella presa in carico dei pazienti tramite procedure di acquisto di dispositivi medici che diano priorità a quelle tecnologie in grado di migliorare le condizioni cliniche e a ridurre alcune criticità del sistema sanitario, come il carico ospedaliero preceduto da lunghe liste d’attesa.
Noi a tal proposito impegniamo la Giunta a garantire un finanziamento adeguato. Ho visto che è pervenuto un emendamento del relatore di maggioranza che ovviamente specifica, nel limite delle disponibilità economiche, ma noi chiediamo di garantire un finanziamento adeguato a consentire il ricorso a tecnologie innovative e mininvasive, ad esempio in cardiochirurgia, coprendo l’acquisto di attrezzature avanzate, coprendo anche i costi della formazione del personale e l’implementazione ovviamente dei protocolli post operatori.
Questo al fine di ridurre le liste di attesa e migliorare ovviamente anche l’efficienza del servizio sanitario regionale. Tradotto, se abbattiamo l’ospedalizzazione anche in questo caso riusciremmo ad ottenere anche futuri risparmi.
Credo che questo rientri un po’ nell’ottica, nell’atteggiamento che abbiamo sempre tenuto, non solo in questa legislatura, ma anche in quella precedente, cercando sempre di proporre anche soluzioni migliorative.
Come consiglieri di opposizione, anche nei momenti di difficoltà, come Gruppo potevamo anche sottrarci dal proporre soluzioni che potessero andare a migliorare la macchina organizzativa e dei servizi della nostra sanità, ma al di là delle critiche che non abbiamo mai risparmiato, abbiamo sempre portato avanti, in parallelo, comunque anche delle proposte.
Lo dimostrano i diversi progetti di legge, i diversi atti di indirizzo che a volte abbiamo anche votato in quest’Aula.
Nonostante le bocciature dei progetti di legge che abbiamo presentato, con diverse proposte, migliorative, a nostro avviso, abbiamo poi visto successivamente questi concetti applicati dalla Giunta stessa, che hanno di fatto portato anche a dei risparmi.
Ecco, credo che questo sia nella logica delle cose, anche perché quando ci si propone come alternativa politica, di fatto lo si fa un po’ con l’ambizione anche di andare a guidare una macchina efficiente e che funziona, non certamente una macchina con le ruote sgonfie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti. Altri sugli ordini del giorno?
Consigliere Sabattini, prego.
SABATTINI: Molto velocemente.
Se gli emendamenti che abbiamo presentato troveranno accoglimento da parte dei presentatori, farò molto presto la dichiarazione di voto. Accoglieremo tutti gli ordini del giorno presentati, proprio nello spirito della grande collaborazione.
Ero molto contento di poter fare questa cosa, visto che poi mi accusate di essere stato anche in alcuni passaggi troppo severo.
Nel complesso, con gli ordini del giorno ritirati e le presentazioni che ho sentito nel corso degli interventi sugli ordini del giorno, con l’approvazione degli emendamenti, il voto sarà favorevole su tutti gli ordini del giorno.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliera Piccinini, prego.
PICCININI: Chiedo il voto elettronico sul mio ordine del giorno, naturalmente dopo l’approvazione dell’emendamento o la messa in votazione dell’emendamento.
PRESIDENTE (Petitti): Solo l’ordine del giorno. Lo chiede solo su quello.
PICCININI: Esatto.
PRESIDENTE (Petitti): Va bene. Altri sugli ordini del giorno.
Io non ho altri iscritti a parlare sugli ordini del giorno.
A questo punto siamo alle dichiarazioni di voto prima di passare alle votazioni, dichiarazioni di voto congiunte su progetto di legge, ordini del giorno e sugli emendamenti che insistono ovviamente sugli ordini del giorno.
Qualcuno si iscrive a parlare? Io non ho nessuno iscritto a parlare in dichiarazione di voto.
A questo punto mettiamo in votazione l’emendamento 1, a firma Sabattini e Pigoni, che insiste sull’ordine del giorno 8410/1 a firma Cuoghi.
Chiedo l’assenso. Va bene.
Prego, consigliere Sabattini.
SABATTINI: A seguito dell’approvazione dell’emendamento, io e la collega Pigoni aggiungiamo la firma all’ordine del giorno.
PRESIDENTE (Petitti): Molto bene.
A questo punto mettiamo in votazione l’emendamento, a firma Sabattini e Pigoni.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Aggiungiamo la firma all’ordine del giorno, che diventa quindi l’ordine del giorno a firma Cuoghi, Sabattini e Pigoni.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
(L’ordine del giorno 8410/1 oggetto 8520 è approvato per alzata di mano all’unanimità dei votanti)
Siamo arrivati all’ordine del giorno della consigliera Piccinini, su cui insiste l’emendamento del consigliere Sabattini, a cui dà l’assenso la consigliera Piccinini.
Votiamo quindi prima l’emendamento a firma Sabattini.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Mettiamo in votazione, con voto elettronico, l’ordine del giorno a firma Piccinini.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 40
Favorevoli 35
È approvato.
Ora ci sarebbe l’ordine del giorno 3, a firma del consigliere Occhi, che però è stato ritirato.
Consigliera Zamboni, aggiungiamo, immagino, il suo prodotto nell’ordine del giorno precedente.
ZAMBONI: Favorevole.
PRESIDENTE (Petitti): Favorevole.
Perfetto.
L’ordine del giorno 3 (oggetto 8522) è ritirato.
Passiamo all’ordine del giorno 4, che è a firma del consigliere Marchetti Daniele, su cui insiste un emendamento a firma Sabattini.
Chiedo l’assenso al consigliere Marchetti. C’è l’assenso.
Mettiamo in votazione l’emendamento 1 che insiste sull’ordine del giorno 4, emendamento 1 a firma Sabattini.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Ordine del giorno 4, a firma Marchetti.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
(L’ordine del giorno 8410/4 oggetto 8523 è approvato per alzata di mano all’unanimità dei votanti)
Siamo all’ordine del giorno 5, a firma di diversi consiglieri, Amico, Zappaterra e altri.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
(L’ordine del giorno 8410/5 oggetto 8524 è approvato per alzata di mano all’unanimità dei votanti)
Siamo all’ordine del giorno 6 (oggetto 8525), che però è stato ritirato, a firma dei consiglieri Rancan e altri, quindi niente.
L’ordine del giorno 7(oggetto 8526) è ritirato.
Siamo all’ordine del giorno 8, a firma Zamboni, Daffadà, Rainieri.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
(L’ordine del giorno 8410/8 oggetto 8527 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)
Passiamo all’ordine del giorno n. 9, a firma del consigliere Occhi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
(L’ordine del giorno 8410/9 oggetto 8528 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)
Passiamo all’ordine del giorno n. 10, a firma dei consiglieri Rainieri, Daffadà e altri.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
(L’ordine del giorno 8410/10 oggetto 8529 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)
Siamo arrivati alla votazione finale del progetto di legge, che ovviamente avviene tramite dispositivo elettronico.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione
Votanti 38
Favorevoli 23
Contrari 14
È approvato.
Proseguiamo l’ordine del giorno con l’oggetto 8436.
Consigliera Costi, prego.
COSTI. Ho visto che non ha preso il mio voto. Chiaramente, è favorevole.
PRESIDENTE (Petitti): Aggiungiamo il voto favorevole della consigliera Costi.
Passiamo all’oggetto 8436.
Consigliere Daffadà, anche il suo? Nessun problema. Aggiungiamo anche il voto favorevole del consigliere Daffadà.
OGGETTO 8436
Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla “Fondazione Museo per la memoria di Ustica””. (93)
(Relazione della Commissione e relazione di minoranza)
PRESIDENTE (Petitti): Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla “Fondazione Museo per la memoria di Ustica”.
Il testo è stato licenziato dalla Commissione Cultura nella seduta del 13 giugno 2024.
Il progetto di legge è composto da tre articoli.
Il relatore della Commissione, consigliere Giuseppe Paruolo, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.
Il relatore di minoranza, consigliere Marco Mastacchi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.
Apriamo la discussione.
Passo la parola, per la sua relazione, al relatore della Commissione, consigliere Paruolo. Prego, consigliere.
PARUOLO, relatore della Commissione: Grazie, presidente.
L’illustrazione tecnica di questo progetto di legge è molto breve. È un progetto di legge che, sostanzialmente, stabilisce che la Regione entra come fondatore a far parte della Fondazione per il Museo di Ustica, insieme al Comune di Bologna e in collaborazione con l’associazione dei parenti delle vittime di quella tragedia.
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, sennò non sentiamo i consiglieri che intervengono.
Prego.
PARUOLO: Il progetto di legge stabilisce anche quale sarà il contributo che la Regione si impegna a versare alla Fondazione. Sarà chiamata a fare uno Statuto e a gestire il Museo per la memoria di Ustica, che è già presente sul territorio del Comune di Bologna. Si tratta di 150.000 euro per tre anni. Nel primo anno, questo, il 2024, 25 vengono utilizzati per la Fondazione e 125.000 euro sono il contributo, mentre nei prossimi due anni saranno 150.000 euro all’anno.
Al di là dell’aspetto tecnico, credo sia importante sottolineare il significato politico di questa scelta. Il significato politico è quello di tenere viva la memoria rispetto alla strage di Ustica. Oggi, che ne stiamo parlando, è il 26 giugno. In realtà, domani...
(interruzioni)
PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliere Paruolo.
PARUOLO: In realtà, domani sarà l’anniversario esatto. L’abbattimento del DC9 dell’Itavia è avvenuto il 27 giugno 1980. È un avvenimento tragico, che rimane nella memoria di tanti di noi. La Regione Emilia-Romagna ha già una legge sulla memoria, che definisce la nostra partecipazione, la nostra attenzione alla memoria del Novecento. Questo tassello è sicuramente triste, doloroso e tragico, fa parte della nostra memoria, della memoria di ognuno di noi. L’estate del 1980 io la ricordo bene, perché compivo 18 anni. Il 27 giugno è accaduto questo abbattimento. All’inizio non si era capito che si trattava, in realtà, di un atto voluto. All’inizio c’è stata una ridda di ipotesi. Sappiamo che, poi, il percorso si è dipanato lungo gli anni, con una faticosa discussione processuale, che oggi ci permette di dire che si è trattato, con ogni probabilità, di un abbattimento dell’aereo, non, quindi, di un cedimento strutturale, come si era inizialmente ipotizzato, o altre motivazioni, ma ancora non sappiamo chi sia stato, in quale contesto e, ovviamente, non c’è stata ancora la possibilità di individuare e punire i responsabili.
Quell’estate del 1980 è stata un’estate che i bolognesi non possono dimenticare, perché, dopo poco più di un mese, c’è stata la strage alla stazione di Bologna, avvenimento per il quale tutti noi continuiamo a recarci in Piazza Medaglie d’Oro il 2 agosto di ogni anno per chiedere giustizia, per chiedere verità. Quindi, è un pezzo importante della nostra memoria.
Che cosa significa, al di là dell’aspetto tecnico ed economico, entrare nella Fondazione Museo di Ustica? Significa affermare con forza che questa cosa non riguarda semplicemente i parenti delle vittime, che naturalmente hanno vissuto in prima persona il lutto per la perdita dei loro cari, quindi il desiderio quantomeno di avere chiarezza, verità e individuazione dei responsabili, ma è una verità che chiediamo tutti, che chiede Bologna (questo è il significato della presenza del Comune di Bologna all’interno della Fondazione fin dall’inizio), che chiede l’intera Regione, proprio nel suo essere rappresentante di un territorio più ampio, un territorio più ampio che chiede, insieme ai parenti delle vittime, alle associazioni, che meritoriamente hanno portato avanti la sua battaglia in tutti questi anni, che sia fatta verità, che siano individuate le responsabilità, che ci sia almeno chiarezza.
Credo che, da questo punto di vista, tutti noi dovremmo fare una riflessione, perché non sono e non dovrebbero essere parole di circostanza. Non dovrebbero essere parole di circostanza perché tutti noi, forse, dovremmo fare un passo avanti rispetto al fascino che su alcune persone esercitano film in cui vengono dipinte delle azioni di spionaggio, delle azioni coperte, fatte da servizi segreti organizzatissimi, in cui alla fine i cattivi vengono colpiti e i buoni vengono salvati, che, poi, però, quando le andiamo a vedere tradotte nella realtà, spesso significano, invece, vittime innocenti che vengono colpite, tolte dalla vita per motivazioni che ancora nella loro interezza certamente noi non conosciamo. Quindi, dovremmo evitare di cedere a questo fascino e dovremmo assolutamente tentare di far sì che questo patrimonio di richiesta di verità e di chiarezza sia un patrimonio di tutti.
Lo dico perché non riesco, ripeto, personalmente, a pensare alla strage di Ustica senza vederla legata alle altre stragi che hanno insanguinato l’Italia, in particolare il nostro territorio. Ricordiamo il 2 agosto la strage della stazione, ma, in realtà, si ricorda anche l’Italicus e altri atti criminali che hanno sacrificato la vita di persone innocenti. Sapere che ancora, nei meandri della nostra società e forse anche della politica, ci sono persone che ritengono di vedere in personaggi che si sono macchiati di questi atti delle figure di riferimento, di cui si cerca di riabilitare in qualche modo il pensiero, credo sia un fatto gravissimo.
Credo che dovrebbe essere patrimonio di tutta la politica tenere alto il livello di attenzione e qualunque forma di giustificazione o di giustificazionismo che in qualche modo porti a riabilitare il terrorismo nero o il terrorismo rosso, che hanno insanguinato l’Italia negli anni passati, dovrebbe stare lontanissima da chiunque ha ruoli istituzionali e il compito di difendere, con disciplina e onore, la democrazia all’interno dei ruoli delle istituzioni.
Lo dico perché non sembra che questa attenzione sia sempre presente. Credo, invece, che dovremmo davvero far sì che diventi patrimonio di tutti.
Un pezzo di questo patrimonio è la memoria del delitto, così possiamo evidentemente chiamarlo alla luce delle risultanze dei processi, dell’abbattimento dell’aereo, che portava tanti ignari cittadini da Bologna a Palermo quel giorno di giugno del 1980.
È un impegno che noi prendiamo con noi stessi quello di tenere viva questa memoria, è un impegno quello di cercare di far sì che questo patrimonio non venga meno. Tutta l’attività del Museo, anche il fatto di far vedere alle giovani generazioni, alle scolaresche che lo visitano, per tenere chiara e viva la memoria di quel pezzo della nostra storia, che sta dietro la decisione della Regione di farsi parte della costituzione della Fondazione, una Fondazione che si auspica possa raccogliere ulteriori contributi, che possa riuscire a sollecitare, a fare proprie attività sia di raccolta di fondi che di allargamento del proprio perimetro, per cercare di includere tutti coloro che, con buona volontà, cercano di portare avanti questo discorso, nella speranza che, poi, ci sia qualcuno che possa avere un qualche soprassalto di coscienza e portare ogni giorno... Non ogni giorno. Capita di leggere, ogni tanto, di qualche nuovo tassello, con tutti i dubbi che a volte nella lettura di questi articoli di giornale possiamo avere, che si aggiunge, per cercare di dare una risposta più chiara e più definita. Credo che sarebbe davvero un obiettivo che tutti dovremmo condividere quello di riuscire a tenere viva la memoria e, al tempo stesso, tenere alta la domanda di richiesta di verità, che, anche a distanza di tanti anni, continua a rappresentare una ferita profonda, non soltanto per i parenti delle vittime, delle persone che hanno perso la vita in questo delittuoso avvenimento, ma anche per tutti i cittadini di questa città e di questa regione, che vivono come un’offesa fatta a noi tutti quello che è accaduto.
Questo è il senso della partecipazione della Regione alla Fondazione.
All’interno di questa legge ci sarà un’ulteriore aggiunta, che però non riguarda la Fondazione di Ustica, che sarà illustrata successivamente da un collega. Io ho seguito il progetto di legge varato dalla Giunta, mentre l’altro aspetto è stato seguito da altri colleghi.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Paruolo.
Adesso abbiamo la relazione del consigliere Mastacchi.
Prego, consigliere.
MASTACCHI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.
Io e il relatore di maggioranza siamo uniti nell’intento base di questa legge, siamo d’accordo sul fatto che sia un’azione necessaria, finalizzata a far emergere la verità; un pochino meno, forse, sulle modalità che sono state espresse, non tanto nella legge, ma nella relazione accompagnatoria, cosa che ho già avuto occasione di dire in Commissione, dove ho espresso alcune perplessità, forse anche qualcosa in più di alcune perplessità.
Su qualche passaggio della relazione illustrativa, nella quale la Regione prende una posizione netta sulle cosiddette ‒ con tante virgolette ‒ “verità processuali”, verità che ancora oggi sono molto controverse tra chi sostiene la tesi che il DC9 di Itavia sia stato abbattuto da un missile durante una battaglia aerea tra i Mig libici e i caccia NATO, che è stata smentita con una sentenza di assoluzione passata in giudicato, addirittura con la motivazione che il fatto non sussiste, quindi scagionando pienamente i generali dell’Aeronautica, e chi, invece, sostiene che il DC9 sia stato abbattuto da un’esplosione a bordo, come, invece, è scritto nero su bianco nelle perizie, delle quali pare non si sia tenuto conto nel processo.
L’unica cosa, che ha già detto anche il relatore di maggioranza, è che si esclude il fatto del cedimento strutturale. È stato un evento esterno. Credo che per noi sia veramente difficile prendere una posizione dicendo “la verità è questa piuttosto che quella”.
In premessa, quindi, si dice che la Regione applica l’attuazione del principio di uguaglianza e di pari dignità delle persone. Credo si debba applicare lo stesso principio anche nei confronti delle due associazioni che rappresentano i familiari delle vittime, schierate su fronti contrapposti, in base alle due tesi che ho appena citato.
Visto che la Regione può partecipare ad associazioni, in questo caso fondazioni, eccetera, nel rispetto dei princìpi di proporzionalità, che deve essere finalizzata allo svolgimento di attività di interesse generale dei cittadini, e che abbiamo una legge sulla memoria del Novecento che ci consente di partecipare a entità come questa quale socio fondatore, ora credo, come già detto in Commissione, sia doveroso che la Regione si occupi di lavorare per la verità.
Quindi, ben venga la nostra partecipazione alla Fondazione, ma prendere come unica tesi quella della guerra, quando ci sono atti processuali documentati che vanno nella direzione opposta, ritengo sia profondamente sbagliato e rischioso. Il nostro dovere credo sia quello di lavorare per la verità ‒ sottolineo la verità, quella vera ‒ quindi che venga a galla, qualsiasi essa sia, quindi non con posizioni preconcette.
Visto che, ad oggi, nessuno di noi è veramente in grado di dire quale sia la verità, se non per posizioni preconcette o politiche, e analizzando le informazioni degli atti processuali e le sentenze emesse, non si capisce perché non si debba prendere in considerazione anche la tesi opposta a quella che è stata citata, rispetto a quella che pare essere l’unica sostenibile dall’associazione.
Anche se qualcuno definisce una delle associazioni “sedicente associazione per la memoria dei familiari”, pur essendo un’associazione pienamente riconosciuta dallo Stato, credo che se ne debba tener conto dando pari dignità a entrambe.
Ritengo, pertanto, che sarebbe utile collaborare anche con l’altra associazione che fa parte del Comitato consultivo sulle attività di versamento da parte delle Amministrazioni dello Stato, proprio al fine di agevolare affinché la verità, con il contributo di tutti, venga pienamente a galla.
A tal fine, mi rendo conto che sia troppo tardi per un pieno coinvolgimento nella fase fondativa, nei tempi così stretti derivanti dalle imminenti dimissioni del presidente Bonaccini e dal conseguente termine della legislatura, che ci obbliga ad approvare questa legge, e non solo questa legge, ma tutti gli altri atti che ci troviamo all’ordine del giorno, ad approvarli in fretta e furia, propongo, quindi, un ordine del giorno che impegna la Giunta per un successivo coinvolgimento della seconda associazione, che tra l’altro vede nella sua compagine la presidente Flavia Bartolucci, figlia del generale Lamberto Bartolucci, che è uno degli indagati, poi prosciolto pienamente, e come presidente onoraria Giuliana Cavazza, che è figlia di una delle vittime, che nella strage perse la mamma.
Non vorrei che ci fossero associazioni di serie A e associazioni di serie B solo perché si sostiene una tesi piuttosto che un’altra. Sinceramente, non mi sento di tifare per una tesi o per l’altra, ma l’auspicio di questa Assemblea, attraverso l’istituzione di questa fondazione, credo debba essere di far emergere la verità. Credo che, per farlo, si debba ascoltare tutti, senza pensare che c’è chi dice la verità e ha ragione e chi dice solo bugie e viene classificato come “sedicente associazione di familiari”, quando, in realtà, chi ha perso una mamma in un incidente è assolutamente classificabile come tale.
L’auspicio ‒ se non ho capito male dalle interlocuzioni che abbiamo avuto ‒ è che si possa approvare questo ordine del giorno, per dare piena attuazione in futuro alle richieste che ho fatto, cosa che dubito. Però il mio auspicio è che in una discussione chiara e serena si possa arrivare a una definizione condivisa di questo percorso, per far sì che la Regione non si schieri su una tesi unica, che potrebbe anche essere smentita dai percorsi che la legge sta facendo, la giustizia sta facendo in questo periodo.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliere Facci, sono le ore 17,25. Come sapete, abbiamo la possibilità in dibattito di utilizzare per ogni intervento 20 minuti. Se siete d’accordo, io chiuderei qui la seduta. Riprendiamo dal dibattito generale domani mattina alle ore 9,30.
Buona serata a tutti.
La seduta ha termine alle ore 17,25
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADA’, Mirella DALFIUME, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI; Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI; Silvia PICCININI, Giulia PIGONI; Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.
Hanno partecipato alla seduta:
gli assessori Paolo CALVANO, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI, gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Paola SALOMONI e i consiglieri Maura CATELLANI, Pasquale GERACE.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 8410
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". (92)
Emendamento 1
Presenti: 40
Favorevoli: 14
Contrari: 25
Presente non votante: 1
Assenti: 10
Favorevoli:
BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo
Contrari:
AMICO Federico Alessandro; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe;
PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia
Presente non votante:
PETITTI Emma
Assenti:
BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; BONDAVALLI Stefania; CATELLANI Maura; DELMONTE Gabriele; GERACE Pasquale; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; POMPIGNOLI Massimiliano; ZAPPATERRA Marcella
Progetto di legge oggetto 8410
Presenti: 41
Favorevoli: 26
Contrari: 14
Presente non votante: 1
Assenti: 9
Favorevoli:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; COSTI Palma; DAFFADA’ Matteo; TARUFFI Igor
Contrari:
BARGI Stefano; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo
Presente non votante:
PETITTI Emma
Assenti:
BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; DELMONTE Gabriele; GERACE Pasquale; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; POMPIGNOLI Massimiliano
OGGETTO 8521
Ordine del giorno n. 2 collegato all'oggetto 8410 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". A firma della Consigliera: Piccinini
Presenti: 41
Favorevoli: 36
Presenti non votanti: 5
Assenti: 9
Favorevoli:
AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; OCCHI Emiliano; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo;
TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella; ZAMBONI Silvia
Presenti non votanti:
FACCI Michele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; PELLONI Simone; PETITTI Emma
Assenti:
BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; DELMONTE Gabriele; GERACE Pasquale; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; POMPIGNOLI Massimiliano
Emendamenti
OGGETTO 8410
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". (92)
Emendamento 1 a firma del consigliere Marchetti Daniele
«Dopo l'articolo 5 è aggiunto il seguente:
Art. 5 bis
Estensione delle agevolazioni per l'accesso al Trasporto Pubblico Locale.
1. Al fine di promuovere l’inclusione sociale e facilitare la mobilità delle persone con epilessia inidonee alla guida di autoveicoli, è disposta l'assegnazione di € 100.000,00 per estendere le agevolazioni per l'accesso al Trasporto Pubblico Locale (TPL) alle persone con epilessia certificate come inidonee alla guida di autoveicoli (limitatamente al periodo di riconosciuta inidoneità), di età superiore ai 18 anni, per le quali non siano già utilizzabili le misure attivate in favore di coloro cui è stata riconosciuta un'invalidità superiore ai due terzi.
2. La Giunta regionale, per far fronte agli oneri di cui al comma 1, dispone nell'ambito della Missione 10 "Trasporti e diritto alla mobilità" le seguenti autorizzazioni di spesa:
esercizio 2024 euro 100.000,00;
esercizio 2025 euro 100.000,00;
esercizio 2026 euro 100.000,00.»
(Respinto)
OGGETTO 8520
Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 8410 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". A firma dei Consiglieri: Cuoghi, Sabattini, Pigoni
Emendamento 1 a firma dei consiglieri Sabattini, Pigoni
«Il dispositivo di impegno è sostituito dal seguente:
"A procedere ad una rilevazione puntuale del rumore e a valutare le misure più idonee ad una sua riduzione per i centri abitati più prossimi alla linea ferroviaria"»
(Approvato)
OGGETTO 8521
Ordine del giorno n. 2 collegato all'oggetto 8410 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". A firma della Consigliera: Piccinini
Emendamento 1 a firma del consigliere Sabattini
«Nel dispositivo di impegno, dopo le parole: "ulteriori risorse," sono aggiunte le seguenti:
"compatibilmente con le disponibilità economiche,"»
(Approvato)
OGGETTO 8523
Ordine del giorno n. 4 collegato all'oggetto 8410 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
Emendamento 1 a firma del consigliere Sabattini
«Nel dispositivo di impegno, dopo la parola: “Garantire” sono aggiunte le seguenti:
“, compatibilmente con le disponibilità economiche”»
(Approvato)
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LA PRESIDENTE |
I SEGRETARI |
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Petitti |
Bergamini - Montalti |