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Legislatura XI - Atto di indirizzo politico approvato ogg. n. 2193 -
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Approvato in data: 11/12/2020

Testo:

 

ORDINE DEL GIORNO

 

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

a livello nazionale le derivazioni d'acqua pubblica per usi idroelettrici hanno avuto per decenni il loro riferimento normativo nel Regio Decreto 11 dicembre 1933 n. 1775 "Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici", che resta tuttora riferimento per la disciplina da applicare ai beni;

 

il Decreto Legislativo 16 marzo 1999 n. 79 (Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica) all'articolo 12 ha introdotto per la prima volta una disciplina per l'assegnazione delle concessioni, improntata alla tutela della concorrenza nel rispetto dei principi dell'Unione Europea;

 

il D.Lgs. 79 del 1999 ha, tra l'altro, fissato al 1° aprile 2029 la scadenza delle concessioni per le grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico (vale a dire, relative ad impianti con potenza nominale media di concessione superiore o uguale a 3.000 kW) rilasciate a suo tempo a ENEL S.p.A., situazione nella quale attualmente ricadono tutte le concessioni di grandi derivazioni di competenza della Regione Emilia-Romagna;

 

le grandi derivazioni in Emilia-Romagna sono 9:

 

-       nel Piacentino lo sbarramento sul Po ad Isola Serafini, in comune di Monticelli d'Ongina e l'impianto di Salsominore sul torrente Aveto, a Ferriere;

 

-       nel Parmense una derivazione afferisce al bacino dell'Enza e comprende le centrali di Rigoso, Selvanizza, Palanzano e Rimagna e la seconda riguarda il bacino del Parma e comprende gli impianti di Bosco di Corniglio e Marra di Corniglio;

 

-       nel Reggiano una grande derivazione si trova a Ligonchio e comprende il sistema idroelettrico afferente alle tre centrali di Ligonchio Ozola, Ligonchio Rossendola, Predare;

 

-       nel Modenese una derivazione si trova nei territori di Frassinoro e Montefiorino, con le centrali di Farneta e Muschioso e l'altra a Riolunato, sul torrente Scoltenna;

 

-       in provincia di Bologna sono 5 gli impianti che afferiscono a un'unica grande derivazione che ricomprende gli impianti di Pavana, Suviana, Bargi, Santa Maria e Le Piane;

 

-       nel Forlivese-Cesenate c'è la centrale di Isola, sul Bidente, nel comune di Santa Sofia.

 

Premesso inoltre che

 

la presente legge concorre al conseguimento, in un'ottica di sviluppo sostenibile, degli obiettivi relativi alla tutela, al miglioramento e al risanamento ambientale dei bacini idrografici di pertinenza delle concessioni, all'equilibrio delle funzioni ecosistemiche, nonché all'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili;

 

in particolare, la legge prevede che il bando di gara definisca gli obiettivi minimi da raggiungere mediante interventi di manutenzione straordinaria e modifica degli impianti, ai fini del miglioramento sotto il profilo energetico di potenza di generazione e di producibilità da raggiungere nel complesso delle opere di derivazione, adduzione, regolazione e condotta dell'acqua e degli impianti di generazione, trasformazione e connessione elettrica, secondo quanto previsto all'articolo 12, comma 1-ter, lettera h), del d.lgs. 79 del 1999, con particolare riferimento ai seguenti aspetti:

 

-         incremento della producibilità e dell'efficienza d'impianto, a parità di risorsa idrica utilizzata, attraverso interventi di ammodernamento del complesso degli impianti di generazione, trasformazione e connessione elettrica;

 

-         incremento della potenza nominale dell'impianto mediante interventi di ripotenziamento, anche conseguenti ad una più efficiente modulazione e combinazione della risorsa idrica impiegata nel complesso delle opere di derivazione, adduzione, regolazione e condotta, anche incrementando il salto utile;

 

-         integrazione ove possibile delle infrastrutture con sistemi di accumulo idroelettrico, inclusi gli impianti di pompaggio, anche attraverso la valorizzazione dei bacini idrici esistenti;

 

nella nostra regione esistono diversi invasi particolarmente importanti per il territorio che da tempo versano in pessimo stato di efficienza e presentano gravi problemi strutturali tanto da non essere più utilizzati per la produzione di energia idroelettrica, nonostante potenzialmente possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili.

 

Considerato che

 

il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, elaborato dalla Regione e che dovrà portare alla sottoscrizione di un piano d'azione condiviso dalla Regione con tutte le forze economiche, sociali, associazioni d'impresa, professioni, enti locali, organizzazioni sindacali e di categoria e associazioni ambientaliste, ha integrato al proprio interno ambiziosi obiettivi climatici quali l'azzeramento delle emissioni climalteranti prima del 2050 e il 100% di energie pulite e rinnovabili entro il 2035, in linea con le nuove direttrici di investimento europee;

 

il Piano energetico regionale - approvato con Delibera dell'Assemblea legislativa n. 111 dell'1 marzo 2017 - fissa la strategia e gli obiettivi della Regione Emilia-Romagna per clima e energia fino al 2030 in materia di rafforzamento dell'economia verde, di risparmio ed efficienza energetica, di sviluppo di energie rinnovabili, di interventi su trasporti, ricerca, innovazione e formazione.

 

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale

 

a valorizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili, tra le quali quella idroelettrica che rappresenta un asset strategico per il Paese, garantendo una diversa e migliore tutela dell'ambiente, in un positivo rapporto di costruttiva collaborazione con i concessionari degli impianti al fine di valutare lo stato dell'arte e l'eventuale necessità di infrastrutture idriche utili ad un miglior uso e preservazione della risorsa idrica.

 

 

Approvato all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana dell’11 dicembre 2020

 

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