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Legislatura XI - Atto di indirizzo politico approvato ogg. n. 6324 - Risoluzione
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Approvato in data: 24/01/2023

Testo:

 

 

RISOLUZIONE

 

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

il sostegno ad un settore così delicato e strategico per la nostra democrazia quale è l’editoria italiana è ovviamente tema di competenza dei massimi vertici politici nazionali, tuttavia già nel passato svariate Regioni, inclusa l’Emilia-Romagna, hanno pensato di intervenire per cercare di porre in essere qualche ausilio ai media locali;

 

l’intento è indubbiamente nobile e teoricamente condivisibile ma, soprattutto in un mercato così globale e interconnesso quale quello editoriale, la scala degli interventi messi in atto soprattutto su scala regionale rischia di essere totalmente differente dalla portata dei problemi in cui si dibatte il settore. Basti pensare in proposito che lo stesso ente previdenziale dei giornalisti (INPGI) una volta famoso per la ricchezza del patrimonio che si trovava a gestire, ora è stato assorbito dall’INPS in quanto in perenne disequilibrio strutturale. In altre parole, a causa soprattutto delle nuove tecnologie di produzione e fruizione delle informazioni, in particolar modo in Italia, si tende a far fronte ad uno scarso mercato delle entrate pubblicitarie e di abbonamenti “smart” dei prodotti editoriali attraverso il taglio del personale giornalistico che produce le notizie.


Considerato che

 

un approccio innovativo, quindi, consisterebbe non tanto nel rincorrere le crisi aziendali e i perduranti stati di crisi dei soggetti editoriali italiani, quanto “creare” un mercato autosufficiente per l’informazione di qualità. Mettere in atto concretamente questo auspicio è cosa non semplice ma è di tutta evidenza l’insufficienza di quanto posto in essere a livello regionale soprattutto sotto il profilo economico.

 

Rilevato che

 

al Bando editoria della Regione Emilia-Romagna, proprio per come è stato strutturato, non hanno tratto alcun beneficio importanti realtà dei media regionali come l’Agenzia di stampa Dire che in questi giorni è alle prese con una difficile crisi aziendale, con decine di esuberi annunciati dalla proprietà proprio nel settore giornalistico. Anche se la sede legale e centrale di questa agenzia di stampa (che nel corso degli anni è arrivata a produrre 33 notiziari quotidiani d’informazione: 13 notiziari tematici nazionali e 20 notiziari regionali, che producono 7 giorni su 7, una media di oltre 2.000 lanci multimediali al giorno, 6 newsletter, 7 Tg e Gr tematici) è a Roma, la redazione di Bologna da sempre è un caposaldo della rete giornalistica, tanto che è la struttura che coordina tutte le redazioni del Nord Italia, nate direttamente dalla costola operativa della struttura dell’Agenzia;

 

a causa della forma peculiare della Legge regionale del 2017 che apriva i contributi “a qualunque realtà giornalistica operante sul territorio emiliano-romagnolo” a patto di avere una testata registrata presso il ROC (Registro operatori della comunicazione), un direttore responsabile iscritto all’Ordine dei Giornalisti e una redazione di giornalisti professionalizzati (iscritti all’ordine e con contratto giornalistico a tempo pieno o part-time), i soggetti che hanno partecipato al primo bando regionale sono stati tantissimi e, nonostante la scrematura dei non aventi requisiti, sono rimasti in un numero tale da rendere del tutto non appetibile il contributo regionale a fronte degli investimenti che avrebbero dovuto compiere per ottenerlo.

 

Evidenziato come

 

nel testo di legge regionale varato nel 2017, infatti, non è stato previsto alcun aspetto premiale per realtà così primariamente importanti per il tessuto sociale-politico-economico-culturale del territorio, soprattutto considerando i numerosi rapporti di collaborazione professionale che la Dire ha saputo intrattenere dopo essersi aggiudicata innumerevoli bandi della pubblica amministrazione di ogni ordine e grado della regione.

 

Impegna la Giunta regionale

 

ad attivarsi urgentemente per trovare soluzioni atte a risolvere la difficile situazione dell’Emilia-Romagna, strettamente collegata alla complessa vicenda che riguarda il comparto dell'editoria a livello nazionale;

 

a valutare l’eventuale modifica dei criteri di attribuzione dei fondi incentrandoli anche sull’entità dell’attività prodotta a livello territoriale, con ulteriori aspetti premiali per le realtà che intrattengono specifici rapporti professionali con la P.A. a seguito della aggiudicazione di bandi pubblici;

 

a valutare, alla luce dell’acuirsi del conflitto tra editore e giornalisti dell’agenzia Dire, l’opportunità di incontrare a breve la proprietà e il CDR della sede dell’agenzia Dire di Bologna al fine di trovare, anche con l’eventuale coinvolgimento dei sindacati dei giornalisti e dei poligrafici, soluzioni a tutela di lavoratrici e lavoratori e del proseguimento del lavoro di informazione che svolgono e della positiva collaborazione con la Regione Emilia- Romagna;

 

a svolgere un ruolo attivo rispetto alla crisi, sia nei confronti della proprietà, dei lavoratori e dei loro rappresentanti, sia dichiarandosi disponibile ed interessata alla partecipazione ai tavoli di confronto di rilievo nazionale.

 

 

Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 24 gennaio 2023

 

 

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