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Legislatura XI - Atto di indirizzo politico approvato ogg. n. 6445 -
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Approvato in data: 14/02/2023

Testo:

 

ORDINE DEL GIORNO

 

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

da molti anni ormai l'Italia è costretta a fare i conti con il problema dei cosiddetti "cervelli in fuga": il fenomeno, conosciuto anche con l'espressione inglese "human capital flight", consiste nell'emigrazione all'estero di giovani laureati che possiedono delle specializzazioni professionali: l'Italia è l'unico Paese europeo ad avere un saldo negativo fra ricercatori in uscita e in entrata e ciò conferma l'esistenza di una grave fuga di cervelli, il sintomo più grave ed evidente del male che affligge il sistema della ricerca in Italia, intendendo per tale non solo la ricerca scientifica, ma più in generale (e più gravemente) l'intera capacità di innovazione di un Paese. La fuga dei cervelli è, infatti, la misura di quanto un Paese stia smarrendo sia la visione del proprio futuro sia la capacità stessa di pensare e progettare il futuro, cioè la propria capacità di innovazione.

 

Il fenomeno della globalizzazione rende possibile studiare ed avere esperienze lavorative in una nazione diversa dalla propria e questo permette di ampliare le proprie conoscenze e capacità professionali; molti fra i migliori studenti italiani, però, preferiscono poi non rientrare in patria poiché ritengono di non poter ricevere offerte lavorative adeguate agli studi conseguiti: in Italia, le condizioni lavorative non sono incentivanti, gli stipendi sono bassi anche per chi ha alle spalle un percorso di studi eccellente e le possibilità di carriera sono pochissime; di conseguenza, moltissimi italiani specializzati sono costretti a trasferirsi in altri Paesi ed anche i giovani che non sono intenzionati a lasciare la propria terra, spesso non hanno altre opportunità se non quella di cercare lavoro altrove.

 

Il fenomeno della fuga dei cervelli riguarda prevalentemente ragazzi fra i 18 ed i 34 anni di età: dal 2005 è sempre più evidente il flusso di giovani italiani che si trasferisce all'estero, lasciando anche l'Emilia-Romagna, fino ad arrivare nel 2020 al saldo negativo di quasi 3.000 unità.

 

Sottolineato che

 

la principale misura adottata dai governi per incentivare il rientro dei "cervelli" è quella delle agevolazioni fiscali. Queste potrebbero aver influenzato i rientri dei lavoratori "rimpatriati", soprattutto come effetto delle condizioni più favorevoli introdotte dal decreto Crescita nel 2019, ma per quanto riguarda docenti e ricercatori, non si possono trarre conclusioni chiare sull'efficacia delle agevolazioni, dato che questi sembrano lasciare l'Italia anche per cause legate al sistema universitario e alle sue ridotte opportunità, e non soltanto alla remunerazione o al regime fiscale.

 

Evidenziato che

 

come noto, la borsa di dottorato in Italia è molto bassa (circa 1.100 euro al mese, esentasse) e molto al di sotto degli standard europei e ancor più di quelli anglosassoni; per gli assegni di ricerca (finché saranno previsti, al momento, cioè, fino a fine 2023, dopodiché saranno sostituiti da contratti di ricerca) ci sono maggiori margini per prevedere remunerazioni più consone.

 

Per i ricercatori e i docenti, è la legge statale che dovrebbe rendere le retribuzioni ed i percorsi di carriera maggiormente adeguati ai parametri europei, mentre nell'ambito della disciplina dettata dalla nuova legge regionale sarebbe auspicabile prevedere incentivi sul welfare, l'alloggio, le strumentazioni a disposizione, etc.: n merito all'incentivazione ed ai servizi, pare dunque opportuno ed importante prevedere nell'attuazione dell'art. 9 del progetto di legge, incentivazioni economiche (anche non dirette) che rendano appetibile per un dottorando, assegnista o ricercatore, la permanenza o il rientro, specialmente se proveniente dall'estero.

 

Potrebbe essere opportuno anche un approccio all'attrazione dei talenti che preveda risorse altresì per i profili della fascia intermedia nella carriera accademica: occorrerebbe dunque prevedere un ventaglio di risorse che siano destinate ad attrarre una varietà di profili/anzianità di carriera e che offrano una prospettiva di stabilizzazione: un talento che arriva in fascia 'intermedia' (per es. equivalente di professore associato) ha maturato una evidenza di 'successo', ha ottenuto fondi di ricerca, ha un piccolo o grande gruppo di ricerca che potrebbe in parte almeno portare con sé, cosi come potrebbe portarsi un portafoglio di contatti con il mondo accademico e imprenditoriale che aiuterebbe anche l'internazionalizzazione, e potrebbe dare un contributo elevato alla creazione di un ecosistema virtuoso di produzione della conoscenza e dell'innovazione.

 

La relazione con le aziende è infine un elemento altrettanto importante su cui puntare per l'attrazione dei giovani talenti verso il privato, anche in chiave di stabilizzazione e progressione di carriera nell'ambito delle politiche aziendali di valorizzazione delle risorse umane: sarebbe in tal senso auspicabile individuare risorse specifiche che accompagnino il dottorando o l'assegnista a 'transitare' verso l'azienda.


Dato atto che

 

l'obiettivo strategico 6.4 ("Emilia-Romagna, regione del lavoro, delle imprese e delle opportunità") del Patto per il lavoro e per il clima evidenzia che la Regione intende progettare nuove politiche integrate che favoriscano l'attrattività, la permanenza e il rientro di giovani formati sul territorio regionale, anche valorizzando la trasmissione di impresa, garantendo loro servizi per facilitarne il trasferimento e la residenza, un'offerta formativa terziaria d'eccellenza e internazionale, retribuzioni adeguate e opportunità di inserimento lavorativo e sociale all'altezza di una generazione sempre più internazionale.

 

Il progetto di legge oggi in approvazione chiarisce che la Regione intende sostenere Università, centri di ricerca e altri soggetti dell'ecosistema regionale dell'innovazione, tra l'altro, nell'offerta di assegni, contratti e dottorati di ricerca che prevedano percorsi di mobilità internazionale e di attrazione di talenti ad elevata specializzazione, nonché nelle strategie di internazionalizzazione dell'offerta accademica, in particolare connessa con gli ambiti della Strategia Regionale di Specializzazione Intelligente, anche mediante particolari interventi quali il riconoscimento di doppi titoli universitari o di titoli già riconosciuti a livello internazionale; servizi per l'orientamento, l'accoglienza e la residenzialità dei talenti; servizi di accompagnamento al lavoro nel territorio regionale.

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

impegna la Giunta regionale

 

a sollecitare Governo e Parlamento, in ogni sede istituzionale opportuna, a adottare ogni provvedimento utile a prevedere un progressivo aumento dei livelli retributivi previsti a favore di assegnisti di ricerca e dottorandi, nonché la conferma degli sgravi fiscali attualmente previsti, al fine di incentivare il loro rientro o la loro permanenza in Italia.

 

A prevedere, quale azione prioritaria nell'attuazione del progetto di legge in approvazione, la messa in atto di un sistema di servizi e interventi per l'erogazione di benefit e servizi di welfare, sia a favore dei talenti che dei loro familiari, in collaborazione con Atenei ed ER.GO Agenzia Regionale per il diritto allo studio e altri soggetti o enti pubblici o privati operanti a favore di tale settore.

 

A collaborare con Atenei ed ER.GO Agenzia Regionale per il diritto allo studio per supportare l'attrazione dei talenti o il rientro dei medesimi dall'estero, anche mediante servizi per lo sgravio degli adempimenti burocratici previsti.

 

 

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 14 febbraio 2023

 

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