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19.
SEDUTA DI MARTEDÌ 23 NOVEMBRE 2010
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE AIMI
Indice
Interpellanza oggetto 377 (22)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
Interpellanza oggetto 385 (24)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
BARTOLINI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
OGGETTO 336
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata» (6)
(Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
ALESSANDRINI (PD)
BARBATI (Italia dei Valori)
NALDI (SEL - Verdi)
VILLANI (PDL)
FERRARI (PD)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MONARI (PD)
BERNARDINI (Lega Nord)
NOÈ (UDC)
OGGETTO 689
Delibera: «Programma annuale 2010: obiettivi e criteri generali di ripartizione delle risorse ai sensi dell'articolo 47, comma 3, della l.r. n. 2/2003 in attuazione del piano sociale e sanitario regionale.» (26)
(Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 689/1 - Presentazione, discussione e reiezione) (11)
(Risoluzione oggetto 758 - Discussione e reiezione) (105)
PRESIDENTE (Richetti)
PIVA (PD)
POLLASTRI (PDL)
CORRADI (Lega Nord)
VECCHI Alberto (PDL)
MARANI (PD)
DONINI (Fed. della Sinistra)
NOÈ (UDC)
PRESIDENTE (Aimi)
LEONI (PDL)
PARIANI (PD)
GRILLINI (Italia dei Valori)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MARZOCCHI, assessore
OGGETTO 663
Delibera: «Approvazione del bilancio di previsione 2011 e pluriennale 2011-2013 dell'IBACN della Regione Emilia-Romagna.» (27)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
VECCHI Alberto (PDL)
MANFREDINI (Lega Nord)
VECCHI Luciano (PD)
MEZZETTI, assessore
OGGETTO 549
Richiesta di istituzione, proposta dal consigliere Alberto Vecchi, ai sensi dell'art. 60, commi 1 e 2 del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, di una Commissione assembleare d'inchiesta sul Nuovo Circondario Imolese, sui fondi regionali da esso ricevuti e sul suo funzionamento, al fine di valutare modifiche alla relativa legge regionale istitutiva (L.R. 6/2004)
(Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Aimi)
VECCHI Alberto (PDL)
MANFREDINI (Lega Nord)
BIGNAMI (PDL)
BARTOLINI (PDL)
NOÈ (UDC)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MONARI (PD)
FILIPPI (PDL)
OGGETTO 726
Risoluzione proposta dal Presidente della I Commissione, su mandato della stessa Commissione, recante: “Indirizzi sulle modifiche alla legge n. 11 del 2005 per gli aspetti di interesse regionale, con particolare riferimento al ruolo delle Assemblee legislative (95)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
LOMBARDI (PDL)
OGGETTO 297
Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Moriconi, Costi, Montani, Marani, Pariani, Meo, Monari, Zoffoli, Barbati, Pagani, Ferrari, Casadei, Mumolo, Vecchi Luciano, Naldi, Sconciaforni, Donini, Piva, Mazzotti, Bonaccini, Noè e Lombardi per invitare la Giunta a rafforzare l'impegno della Regione nel sostenere centri antiviolenza sulle donne e a mettere in campo campagne di sensibilizzazione, anche in relazione alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita dalle Nazioni Unite celebrata il 25 novembre (50)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
MORI (PD)
GRILLINI (Italia dei Valori)
NOÈ (UDC)
LOMBARDI (PDL)
Interrogazioni oggetti 773 - 774 - 776 - 780 (da 523 a 526)
(Annuncio)
Risoluzioni oggetti 775 - 777 - 778 - 779 - 786 - 787 - 788 (da 106 a 112)
(Annuncio)
Interpellanza oggetto 781 (44)
(Annuncio)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni, risoluzioni e interpellanza annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,20
PRESIDENTE (Richetti): Buon pomeriggio. Riprendiamo i nostri lavori.
Dichiaro aperta la diciannovesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa e nomino scrutatori i consiglieri Carini, Marani e Pollastri.
È assente, ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente Errani.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna gli assessori Patrizio Bianchi, Carlo Lusenti e Maurizio Melucci.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): L'oggetto 232 può considerarsi archiviato perché il consigliere ha già ricevuto risposta dall'assessore, così come l'oggetto 188, sempre del consigliere Filippi, si può ritenere archiviato.
Passiamo allo svolgimento dell'interpellanza oggetto:
377 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa le sedi distaccate della Regione Emilia-Romagna. (22)
Risponde per la Giunta la vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Pollastri per l'illustrazione.
POLLASTRI: Ho usato secondo il Regolamento la formula dell'interpellanza e non la veste dell'interrogazione per dare maggior rilevanza e peso politico alla richiesta che rivolgo alla Giunta regionale.
Questa richiesta nasce anche da un certo dibattito che vi è stato, signora vicepresidente, durante l'estate relativamente alla cosiddetta razionalizzazione dei costi della politica, segnatamente alla riduzione e al contemperamento della spesa pubblica delle Regioni rispetto alle cosiddette sedi distaccate che le Regioni hanno. C'è stato un dibattito, che lei sicuramente avrà seguito, e diversi governatori, per conto delle rispettive Giunte (faccio l'esempio della limitrofa Toscana), hanno adottato delle misure per valutare laddove vi fossero nelle stesse dei, diciamo così, distaccamenti periferici in giro per il mondo che probabilmente non erano più consoni o rispondenti alle esigenze e alle finalità che erano state date.
Quindi, io ho fatto questa richiesta per sapere, anche a titolo informativo, i costi che sosteniamo, ma soprattutto, al di là della mera richiesta contabile circa il funzionamento e il mantenimento di questi uffici e del personale regionale, soprattutto per verificare se vi è da parte della Giunta un controllo rispetto alle spese che come Regione sosteniamo, cioè se vi sia un rapporto, diciamo così, tra l'investimento e i soldi che la Regione esborsa e l'efficacia, vicepresidente, di quanto si svolge presso queste sedi distaccate.
In effetti dirò, lo dirò subito, rispetto anche ad altre Regioni, il numero delle sedi è inferiore, però vorrei capire effettivamente per voce della vicepresidente com'è la situazione, lo stato, come si suol dire, dell'arte riguardo a un tema molto sentito, colleghi consiglieri, da parte dei...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Chiedo scusa, consigliere.
Se il presidente Villani può abbassare il tono...
Prego, consigliere Pollastri.
POLLASTRI: Essendo il mio capogruppo non posso troppo ammonirlo.
Detto questo è un tema, vedo anche i colleghi della Lista Beppe Grillo che tanto sono attenti, sensibili, a questo tipo di richieste, ma voglio dire, presidente, pongo questa questione non in via strumentale o tanto perché l'opposizione debba andare a fare le pulci in quelle che possono essere delle sacche o delle nicchie di spesa da parte della nostra Regione magari improduttive, ma per avere preliminarmente dei dati e per porre in Assemblea regionale, che è il massimo organo rappresentativo politico, di indirizzo e di controllo dell'attività della Regione, per sapere in questo momento che idea avete, quanti sono i costi, possono sicuramente servire, ma vedere l'amministrazione regionale che cosa ha in mente sul punto.
Mi riservo, alla luce delle sue risposte, di fare poi un intervento nei tempi che il presidente mi dirà, ma mi sembra di ricordare che l'interpellanza abbia complessivamente un tempo maggiore rispetto all'interrogazione tra replica e risposta e quindi attendo la voce della Giunta regionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Le ricordo che il tempo complessivo è di otto minuti, lei ne ha utilizzati cinque e mezzo.
La parola alla vicepresidente della Giunta Saliera per la risposta.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Buon pomeriggio.
Credo opportuno e che sia utile mettere tutta l'Assemblea legislativa a conoscenza delle informazioni relative alle sedi. Sono sedi-antenne, antenne che si stanno esaurendo e ormai non ci sono quasi più a livello sia europeo che internazionale, mi riferisco quindi nella risposta esclusivamente sulle sedi di Roma e di Bruxelles, perché sono quelle i punti di riferimento effettivamente come sedi.
Sede di Roma. In premessa è utile ricordare che la Giunta ha effettuato rilevanti operazioni di razionalizzazione per il funzionamento e il mantenimento della sede in questione e in primo luogo con la delibera di Giunta del 2006, la 1663, si è proceduto alla soppressione del Servizio relazioni con il Governo centrale e di rappresentanza e si sono ricondotte queste funzioni nell'ambito del Servizio politiche di concertazione istituzionale. Quindi si sono diminuiti i servizi sulla sede di Roma, è rimasto uno.
In secondo luogo, all'atto della scelta della nuova sede, si è optato di condividerla con la Regione Umbria, con una decisa riduzione degli oneri complessivi.
Nel 2009 il costo dell'ufficio risulta articolato come segue: 112.026 euro per canone di locazione e oneri relativi e 24.332 euro per utenze varie (riscaldamento, energia elettrica, telefonia, eccetera).
Le principali funzioni che qui si svolgono: raccordo fra il Gabinetto, gli assessorati e le direzioni generali per il coordinamento dell'azione della Regione Emilia-Romagna in materia di rapporti con la Conferenza Stato-Regioni, la Conferenza unificata e la Conferenza delle Regioni; attività di istruttoria tecnica, di supporto ai lavori, di diffusione della documentazione inerente i lavori della Conferenza dei presidenti, della Conferenza unificata e della Conferenza Stato-Regioni; coordinamento dell'azione regionale in materia di rapporti con le altre Regioni, in relazione ai lavori delle Conferenze; coordinamento delle azioni di rappresentanza, dei rapporti e dei collegamenti con le sedi istituzionali e amministrative dello Stato centrale e con le altre istituzioni pubbliche nazionali; svolgimento di attività relative ai rapporti con la stampa e gli altri media nella città di Roma, all'organizzazione di conferenze stampa, di seminari e di incontri interregionali e di attività d'informazione al pubblico su temi e attività della Regione Emilia-Romagna; attività inerenti gli aspetti organizzativi e l'assistenza al presidente, alla Giunta e alle strutture regionali in relazione ai lavori delle Conferenze e delle attività di rappresentanza.
È di indubbia utilità la funzione di raccordo che la sede esercita tra le diverse istituzioni governative centrali e tutti i settori regionali e tra la Regione e il sistema delle Regioni e delle autonomie. Si tratta di una funzione strategica sia dal punto di vista del merito, delle attività che coinvolgono molteplici attori, oltre al presidente, ai componenti la Giunta regionale e l'Assemblea legislativa, sia per quanto riguarda l'aspetto logistico e di servizio.
L'attuale scenario politico istituzionale conferma gli elementi di valutazione positiva sul mantenimento della sede di Roma, considerando le prospettive di incremento delle azioni finalizzate allo sviluppo di relazioni esterne e alla diffusione delle iniziative del sistema regionale e locale dell'Emilia-Romagna, oltre al potenziamento delle relazioni con le associazioni delle autonomie locali, parlamentari e le Regioni per lo sviluppo di un quadro informativo efficace.
Sede di Bruxelles. La sede a Bruxelles ha un servizio istituito a seguito della legge 52 del '96, legge nazionale, e della legge regionale 12 del '97, quindi a seguito di due leggi. L'ufficio di collegamento con la UE svolge una funzione di raccordo tra il Governo regionale, il sistema delle autonomie locali e l'intero sistema territoriale. Tale funzione istituzionale, per la sua complessità, sia per gli obiettivi, sia per gli attori coinvolti, non può essere demandata ad altri organismi, come per esempio Camere di commercio, le quali svolgono precise funzioni riferite all'ambito economico.
Il mantenimento dell'ufficio di collegamento presso la UE è stabilito annualmente dal bilancio regionale, il costo annuo dell'ufficio è pari a 95.000 euro, affitto sedi e costi di mantenimento della struttura. Lo trovate sul capitolo 4280 “Fitti passivi”.
Le principali funzioni: la rappresentanza istituzionale presso le istituzioni e gli organi dell'Unione Europea; partecipazione all'interno dei sistemi delle istituzioni europee allo sviluppo delle politiche europee di competenza regionale; assistenza tecnica alla Regione Emilia-Romagna e al territorio volta a cogliere le opportunità di finanziamento derivanti dalla partecipazione ai programmi europei, quindi sia nei confronti dell'istituzione, ma anche alle richieste che provengono dal territorio; creazione e rafforzamento dei partnerariati con altre Regioni europee mediante reti di Regioni, al fine di rappresentare gli interessi regionali in una sede, quella che è quella dell'Europa.
Gli obiettivi e i benefici: rafforzamento della dimensione europea delle strategie regionali, contestualmente della dimensione regionale delle politiche europee di interesse territoriale; conferenza dei meccanismi e delle procedure comunitarie, sia regolative che di finanziamento delle politiche a beneficio dell'intero sistema territoriale; sviluppo della partecipazione della Regione e del sistema territoriale alle ulteriori fonti di finanziamento della UE, derivanti dalla programmazione diretta; assistenza tecnico giuridica alla Regione e al sistema di tutte le autonomie locali, anche in materia di aiuti di Stato e procedure di infrazione.
Le prospettive di sviluppo delle attività e delle funzioni dell'ufficio di Bruxelles sono strettamente correlate con la necessità della Regione di sviluppare le proprie politiche a favore del territorio, grazie alla capacità del suo sistema istituzionale di essere un attore attivo e in grado di accedere a tutte le risorse europee, in modo particolare nell'attuale fase socioeconomica caratterizzata da bassi livelli di crescita.
In particolare in questo momento l'attività, molto consistente e importante, è monitorare e supportare la strategia della Regione relativamente alla fase di progettazione di prossima programmazione dei fondi strutturali post 2013; monitorare e supportare la strategia della Regione relativamente alla fase, sempre di progettazione e di prossima programmazione, della PAC, la strategia agricola comune post 2013 e altrettanto sempre monitorare e supportare, per la prossima programmazione dell'ottavo programma quadro di ricerca e sviluppo post 2014. Questi tre elementi sono l'attività in questo momento più consistente di questa fase di lavoro.
Il tema di razionalizzare le spese di presenza attraverso l'utilizzo di una sede comune è già da tempo stato affrontato dalla Regione. Nello specifico la Regione Emilia-Romagna condivide la sede con altre tre Regioni europee: il Land tedesco Hessen, la Regione francese Aquitaine e la Regione polacca della Wielkopolska. Questo partnerariato rappresenta un osservatorio strategico e privilegiato per i rispettivi governi regionali e per la UE, vista la necessità che i progetti europei abbiano molto spesso un carattere transnazionale, quindi la convivenza aiuta non solo dal punto del sostegno delle spese, ma proprio anche dal punto di vista invece operativo e progettuale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Saliera.
La parola al consigliere Pollastri per la replica.
Ha due minuti e mezzo, consigliere.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Ringrazio l'assessore perché la risposta alla mia interpellanza è molto puntuale, punto per punto del quesito che avevo formulato, però un tema non è stato toccato. Sulla sede di Roma nulla quaestio, sulla sede di Bruxelles, dove le motivazioni, e qui è la risposta politica che mi è stata data, reggono nel senso che facilitano i rapporti, le relazioni e possibile eventualmente attrarre dei finanziamenti e quant'altro, reggono ma con un invito che faccio alla Giunta, perché, colleghi, nel mio tempo libero mi sono anche peritato di leggere i verbali della Giunta regionale e voi avete parlato, assessore, del problema della razionalizzazione delle sedi all'estero nella seduta della Giunta tenutasi già qualche mese fa, nella quale il presidente Errani dava mandato e la parola all'assessore Bortolazzi proprio su questo tema. E vi è un passaggio di questo verbale dei vostri lavori della Giunta che mi ha colpito, sempre nell'ottica del contenimento dei costi delle sedi estere, ma quando si dice testualmente, e questo tema lei non l'ha toccato, quindi la invito attentamente su questo punto: “Nello sviluppo di tale percorso di lavoro dovranno essere individuati i mezzi più opportuni per assicurare maggiore efficacia, maggiore efficienza per il raggiungimento degli obiettivi che si sono dati. Ciò comporterà” - ecco il passaggio di cui oggi non si è parlato in Aula - “una riconsiderazione del sistema di programmazione e anche di autorizzazione” - ripeto, di autorizzazione - “delle missioni all'estero, ivi comprese quelle dei collaboratori regionali. Al termine dell'intervento la Giunta, condividendo queste valutazioni, approva naturalmente la metodologia operativa illustrata dall'assessore, tesa a una razionalizzazione delle attuali sedi regionali all'estero, dando peraltro mandato all'assessore Bortolazzi di avviare il relativo percorso di lavoro”. Quindi, di questo nella sua risposta alla mia richiesta non c'è traccia, però andando io a esaminare, a vedere anche che cosa dite durante le sedute della Giunta, ho colto questo aspetto di cui lei nella risposta non ha parlato. Cioè c'è anche il tema dei costi rispetto a questi viaggi a Bruxelles, di queste missioni e soprattutto dell'utilizzo del personale su cui io chiedo, proprio in quell'ottica generale di contenimento della spesa pubblica, che l'amministrazione regionale metta mano, controlli e verifichi perché alla fine non siano sempre soldi di Pantalone e dei cittadini a essere tirati fuori.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l'oggetto 377, passiamo all'oggetto:
385 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa un centro culturale islamico sito nel Comune di Gatteo (FC) (24)
Risponde sempre per la Giunta la vicepresidente della Giunta Saliera.
Prego, consigliere Bartolini.
BARTOLINI: Aspetto la risposta.
PRESIDENTE (Richetti): Andiamo direttamente alla risposta della vicepresidente della Giunta Saliera.
Prego, vicepresidente Saliera.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: In premessa si richiama l'attenzione sul riconoscimento del principio di autonomia degli enti locali, per cui ciò che riguarda un Comune è di diretta competenza di quell'ente e ricade sotto la responsabilità del sindaco.
A tale proposito le riporto e le metto anche a disposizione qui agli atti la risposta del sindaco su analogo atto ispettivo presentato dal gruppo consiliare comunale “Vivi Gatteo”, nella quale il sindaco espone, perché è sullo stesso identico argomento, e da noi interpellato il sindaco ha inviato questa risposta: “che la situazione descritta non corrisponde precisamente alla realtà dei fatti; che non risultano, come riportato dal giornale locale, situazioni di particolare disagio; che l'amministrazione comunale di Gatteo ha svolto e svolge fino in fondo l'obbligo morale e giuridico di verificare che tutto ciò che avviene nel territorio sia conforme alle leggi della Repubblica italiana; che sono state effettuate operazioni di verifica e controllo sia da parte della polizia municipale, che da parte della questura.
L'amministrazione comunale di Gatteo, infine, ritiene” - questo sempre per iscritto - “di aver vigilato e di aver posto in essere ogni necessario controllo e verifica nell'ambito delle proprie competenze, che ogni altra operazione di controllo, vigilanza e garanzia potrà essere svolta da tutti gli enti preposti (vigili del fuoco, Asl, Ufficio igiene, forze di polizia, eccetera), di avere altresì favorito una sana politica di integrazione”.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Bartolini per la replica.
BARTOLINI: La ringrazio presidente e ringrazio anche l'assessore Saliera per la risposta molto stringata, mi aspettavo di più francamente, ma d'altronde si è richiamata al principio di autonomia degli enti locali, quindi si è limitata a leggere quella che è la risposta del sindaco, che immagino sarà uguale a quella delle altre interrogazioni simili che le ho presentato per altri centri culturali islamici che “ho scovato” o sto scovando nella mia provincia, tant'è che un giornale ha scritto “Bartolini come Maigret”, perché abbiamo individuato, anche a fianco in una stradina in un paesino a fianco della sede della Lega Nord del comune di Galeata un centro culturale islamico camuffato...
(interruzioni)
Qui vedo che si sorride, però il problema è serio e riprendo il filo del discorso.
Nella mia provincia, come immagino sentendo le interrogazioni di altri colleghi anche nelle altre province, c'è una proliferazione a nostro parere eccessiva di pseudo centri culturali che, di fatto, sono moschee. Lo dico perché, quando due anni fa nella provincia confinante alla mia, in quella di Ravenna, nella fattispecie a Faenza e a Castelbolognese, furono arrestati cinque terroristi islamici, arrestati per terrorismo internazionale, contemporaneamente ci fu un'operazione immobiliare dove fu investito un milione di euro per l'acquisto di due capannoni, uno a Forlì e uno a Cesena. Mentre tutti, anche miei colleghi, si preoccupavano di capire la destinazione d'uso di questi immobili, io presentai un'interrogazione chiedendo lumi sulla provenienza dei fondi utilizzati per l'acquisto. L'unica conseguenza che ho ricevuto da quella interrogazione è che io fui chiamato dal prefetto, che mi informò che da allora, e tuttora lo sono, sono stato inserito nell'elenco degli obiettivi sensibili della mia provincia.
Quindi, il problema è serio perché c'è un problema di sicurezza, c'è il problema che non sappiamo cosa c'è dietro a questi centri culturali, perché io non ho nulla in contrario se uno si ritrova a pregare dove vuole, possibilmente vorrei che andasse a pregare in un luogo di culto riconosciuto come tale e quindi con tutte le condizioni di sicurezza che necessitano, per garantire la sicurezza a chi frequenta questi centri e anche ai cittadini italiani che convivono. Perché ha voglia il sindaco a parlare di politica di sana integrazione, ma lo vada a raccontare a quelle persone che vivono lì vicino e che vedono radunarsi in certi orari e in certe giornate dell'anno centinaia di persone in spazi molto angusti e molto ristretti.
Allora, vede, assessore, io vorrei richiamarla a una cosa. Lei dice “c'è l'autonomia degli enti locali”, quindi mi rimetto alla risposta del sindaco. Io le faccio presente che subito dopo le mie elezioni ho organizzato una festa privata nel mio territorio di residenza, nella mia provincia. A questa festa, che durava tre ore, una festa che iniziava alle sette di sera e finiva alla 10, alle 11, in un luogo privato la Regione Emilia-Romagna è stata talmente solerte che mi ha inviato l'Asl a verificare se c'erano le condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza per capire anche in rapporto alla percentuale di persone presenti, era tutto in regola perché me l'aspettavo. Allora chiedo che la Regione Emilia-Romagna tramite l'Arpa, l'Asl e le sue strutture periferiche che ha sul territorio esegua nulla di più ma nulla di meno rispetto a questi controlli che vengono fatti agli italiani, a chi ha un'attività commerciale che riceve quasi quotidianamente il controllo da parte delle istituzioni, per verificare se è tutto in regola e che spesso limitano queste attività, questi esercizi.
Allora, chiedo che a questi pseudo centri culturali vengano effettuati controlli, ma non quando non c'è nessuno, quando ci sono delle concentrazioni di persone, per capire se ci sono le condizioni igienico sanitarie, di sicurezza e quant'altro in regola con le rigidissime normative regionali, perché questa è la regione della iper regolamentazione, tutto è regolamentato, non regolamentiamo solo gli emiliano trattino romagnoli, ma regolamentiamo anche chi è ospite nel nostro territorio.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bartolini.
Abbiamo esaurito l'oggetto 385 e con esso lo svolgimento delle interpellanze.
Sospendiamo 5 minuti la seduta per riprendere con l'esame dell'articolato dell'oggetto 336.
(La seduta, sospesa alle ore 15,47, è ripresa alle ore 15,53)
PRESIDENTE (Richetti): Prendiamo posto. Possiamo riprendere i nostri lavori.
OGGETTO 336
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata» (6) (Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo l'esame dell'articolato.
Siamo giunti all'approvazione dell'art. 6, passiamo quindi all'esame dell'art. 7, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Non ci sono iscritti a parlare.
Dichiarazioni di voto. Non ho prenotazioni.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 7 è approvato.
Abbiamo l'emendamento 24, a firma del consigliere Favia, istitutivo dell'art. 7 bis.
Discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente, per presentare anche questo emendamento.
È un tema molto importante ed è quello della tracciabilità dei flussi finanziari e dell'istituzione del conto corrente unico per gli appalti. Specifico che per conto corrente unico si intende conto corrente dedicato.
Per gli appalti pubblici della Regione e delle altre amministrazioni, che sono individuate dall'art. 9, comma 1, della presente legge, per quanto riguarda gli importi superiori ai 100 mila euro, i bandi di gara prevedono, pena la nullità del bando, l'obbligo per gli aggiudicatari di utilizzare un conto corrente unico dedicato, sul quale gli enti appaltanti fanno confluire tutte le somme relative all'appalto. L'aggiudicatario si avvale di tale conto corrente per tutte le operazioni, compresi i pagamenti delle retribuzioni al personale, i compensi dei professionisti e degli studi professionali, questi da effettuarsi attraverso strumenti di pagamento idonei a garantire la tracciabilità. Il mancato rispetto di cui al presente comma porta alla risoluzione per inadempimento contrattuale nel rapporto con la pubblica amministrazione.
Sono soggetti al medesimo obbligo di cui al comma precedente anche i subappaltatori e i subcontraenti a qualsiasi titolo interessati a lavori o forniture pubbliche.
I bandi di gara prevedono, pena la nullità degli stessi, la risoluzione del contratto nell'ipotesi in cui il legale rappresentante o uno dei dirigenti dell'impresa aggiudicataria siano stati condannati nell'ambito di procedimenti relativi a reati di criminalità organizzata.
Questa è una proposta che è già vigente in alcune zone del nostro Paese, è molto importante perché permette di controllare meglio i flussi finanziari. Ovviamente noi vogliamo dare a questa norma anche una capacità sanzionatoria, quindi mettiamo la risoluzione del contratto nel caso in cui l'azienda non rispetti questo impegno.
Ci sembra una buona pratica e ci sembra di andare nel concreto, vorremmo sapere l'opinione dei consiglieri su questo tema, anche questo molto importante, non possiamo archiviarlo con un voto contrario senza neanche un piccolo dibattito. Il tema non penso che sia così complesso e quindi spererei, lo dico, lo so che sorride, presidente, ma dopo questa mattina, insomma, non è così scontato, ma ci tengo a ripeterlo, spererei in un piccolo confronto almeno su questo punto, che è esattamente in linea con le finalità di questa legge. Anche questa volta avviso i colleghi che i loro colleghi in altre Regioni hanno assolutamente votato a favore su questo punto, spero che almeno qui un po' di buonsenso si riesca a vedere e si riesca ad introdurre questa norma molto semplice che, ripeto, istituisce il conto corrente dedicato, ed è assolutamente in linea con la legge. Se vogliamo chiamarlo conto corrente dedicato e non conto corrente unico non c'è problema, possiamo anche emendare questo emendamento, se questo è l'ostacolo, però speriamo che almeno questa pratica che è molto importante, giacché lavoriamo su questa tipologia di legge possiamo renderla organica e completa, spero si possa fare un dibattito e ci possa essere un voto favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRINI: Io assumo la richiesta che faceva il consigliere Favia, obiettivamente avremmo anche qui potuto evitare di intervenire, anche perché è stato appena approvato un altro emendamento dove sono già previste queste cose che si dicevamo prima ed è esattamente l'art. 6, comma 2, lettera d). Per cui è chiaro che dal nostro punto di vista non può essere accolto quell'emendamento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Alessandrini.
Non ho altri interventi in dichiarazione generale. Dichiaro chiusa la discussione generale e apriamo la fase delle dichiarazioni di voto sull'emendamento 24.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Non riesco a trovare il riferimento del consigliere Alessandrini, gli unici riferimenti che ho trovato dicono cose ben diverse da quello che noi proponiamo nell'emendamento, quindi ci terrei ad avere qualche spiegazione ulteriore.
Comunque annuncio, ovviamente, il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Non ho altri iscritti a parlare, per cui dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 24, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 24 è respinto.
Passiamo all'esame dell'art. 8, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale sull'art. 8. Chiusa la discussione generale.
Dichiarazioni di voto sull'art. 8. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 8 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 9, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Chiusa la discussione generale.
Dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 9 è approvato.
Passiamo all'art. 10, su cui insiste l'emendamento 4, a firma dei consiglieri Barbati, Alessandrini, Donini e Naldi.
Discussione generale su articolo ed emendamento.
Non ho iscritti a parlare, chiudiamo la discussione generale.
Dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Volevo presentare l'emendamento.
PRESIDENTE (Richetti): Sì, prego.
BARBATI: Perché delle volte non vorrei fare qualcosa che dopo lei, presidente... Vado avanti.
Allora, presento l'emendamento che proponiamo. È un emendamento all'art. 10, al quale aggiungiamo il comma 5, che dice in maniera molto chiara, credo, la Regione, in applicazione dei principi di cui alla comunicazione della Commissione Europea del 25 giugno 2005 in merito allo “Small Business Act” per l'Europa, promuove attività di formazione, aggiornamento, valorizzazione e riconoscimento del merito e della qualità degli operatori economici e delle amministrazioni pubbliche.
Questo è l'emendamento, penso che non abbia bisogno di nessun altro intervento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto. Dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4, a firma dei consiglieri Barbati, Alessandrini, Donini e Naldi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 4 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 10 è approvato.
Art. 11, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Chiusa la discussione generale.
Dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 11 è approvato.
Art. 12, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Chiusa la discussione generale.
Dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 12.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 12 è approvato.
Art. 13, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Chiusa la discussione generale.
Dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 13.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 13 è approvato.
Abbiamo l'emendamento 25, a firma del consigliere Favia, istitutivo dell'art. 13 bis, quindi di un nuovo articolo.
Discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Crediamo che l'art. 13 non soddisfi in pieno quelle che erano le richieste delle associazioni di categoria, per questo abbiamo scritto l'art. 13 bis. Noi pensiamo più che altro a un marchio di qualità per le imprese edili virtuose.
È un'esperienza che è già stata percorsa, pensiamo ad esempio a Novara o a Padova, lì ha un nome diverso, si chiama “Bollino blu”, ma la sostanza è poi la stessa. Noi però, e questo vale anche per il voto precedentemente espresso dalla maggioranza sul nostro emendamento, è vero anche che un emendamento della maggioranza ha inserito, per quanto riguarda la tracciabilità dei flussi finanziari, un emendamento che la prevede ma, di fatto, non è normato, è più un'indicazione.
Allora, il problema di questa legge è proprio la cogenza, è la capacità sanzionatoria che manca, tant'è che la differenza tra un emendamento che prevede una capacità sanzionatoria e un emendamento che non ce l'ha e che non dà in maniera chiara le linee guida è totale, perché un emendamento può valere e un emendamento può non valere, questo pur essendo magari in linea di principio favorevoli e mostrando le stesse cose.
È proprio l'esempio anche di questo emendamento che noi proponiamo e non ci venga detto che c'è già nell'art. 13 perché è una questione diversa. Cerco un po' di ripercorrere di cosa si tratta. Innanzi tutto quello che chiediamo alle aziende è quello di ricorrere, di assoggettarsi, più che ricorrere, alla comunicazione dei relativi dati per la loro pubblicazione e nello specifico: iscrizione e composizione attiva presso una Cassa edile della regione Emilia-Romagna per almeno 5 anni. È quello che ci chiedevano le associazioni di categoria: premiare le aziende del territorio, questo non c'è. Questo nell'art. 13 non c'è ed è fondamentale.
Punto 2: l'impresa non sia mai stata inserita nella banca dati nazionale delle imprese irregolari (BNI); correttezza nei rapporti di lavoro subordinati; regolarità del personale e dei lavoratori autonomi occupati; regolarità nell'applicazione di norme di sicurezza (questo era già previsto); attivazione del sistema telematico di monitoraggio delle presenze in cantiere. (questo è fondamentale, anche questo è stato toccato, ma noi vorremmo inserirlo come requisito nella certificazione di qualità); l'impegno a non ricorrere a subappalto e a prestazioni affidate a terzi; accettare la pubblicazione delle comunicazioni obbligatorie relative al subappalto su una specifica sezione del sito internet della Regione; utilizzo di formule contrattuali che prevedono l'impegno dell'appaltatore sull'intero ciclo di realizzazione dell'opera (e questo effettivamente è stato previsto); utilizzo di forme contrattuali che prevedono la clausola sociale.
La certificazione dovrà essere distinta dalla volontarietà e da un dialogo sociale più avanzato fra le parti, che coinvolge il sistema paritetico in un ruolo strategico e concreto di sostegno.
Le imprese aggiudicatrici, ovviamente, e anche questo è importante che vada specificato in una legge perché le parole hanno un peso, in virtù del marchio di qualità non potranno subappaltare ad altre imprese sfornite di tale certificazione i lavori.
Presidente, l'art. 13 ter, essendo un altro inserimento, lo posso discutere dopo, giusto?
Grazie, ho concluso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia per l'illustrazione.
Non ho altri iscritti in discussione generale, dichiaro chiusa la fase della discussione generale.
Dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: A mio parere il contenuto dell'emendamento in questione è di nuovo l'esempio del fatto che avere deciso, da parte del Movimento 5 Stelle, di porre questi problemi in questa sede non consenta di cogliere degli aspetti positivi e distinguerli da quelli che, a mio parere naturalmente, non lo sono. In questo art. 13 bis sono contenute questioni che sono sicuramente positive e sulle quali, lavorando con un po' di pazienza, si poteva convenire. Invece ne sono contenute altre che francamente credo siano impraticabili. Prima ho proposto un emendamento nel quale credo molto, cioè che si prevedano penalità per chi infrange le regole e per quelle aziende che, subappaltando, non sono in grado di controllare la regolarità del lavoro nelle aziende che eseguono lavori in subappalto. Io stesso, però, non posso non rilevare il fatto, consigliere Favia, che nell'emendamento che lei propone si sostengono cose che non sono praticabili, perché non si può impedire ad un'azienda di subappaltare il lavoro. Poi, diciamo così, se si conosce come è organizzata oggi l'industria edile in particolar modo, le aziende che un tempo avevano 200 dipendenti adesso ne hanno 20, perché l'organizzazione del lavoro è cambiata profondamente, questo non è sempre un fatto positivo, forse è anche una delle ragioni di caduta di competitività di una parte delle imprese, però questa è la realtà sostanziale e legislativa con la quale dobbiamo fare i conti.
Quello che noi possiamo pretendere è che il lavoro si svolga con la massima trasparenza e nel rispetto dei contratti e delle regole dall'inizio alla fine della catena degli appalti e dei subappalti; ma non possiamo impedire il subappalto, perché questo non rientra nelle nostre prerogative.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Ringrazio anche il consigliere Naldi, così almeno riusciamo ad avere un dibattito, riusciamo ad entrare nel tema. Lo ringrazio perché oggi è stato l'unico che ha votato a favore di un emendamento, che poi, purtroppo, è stato bocciato e mi interessa relazionarmi su questo punto.
Prima di tutto, consigliere, il lavoro si può fare anche in Aula e un atto se lo si concorda in parte, la correttezza istituzionale prevede che lo si emendi. I consiglieri possono emendare emendamenti di altri consiglieri, è normale, fa parte del dibattito, del confronto e questa è politica.
Rispondo nel merito alla critica del consigliere Naldi che, lo dico senza polemica, non ha letto con attenzione l'atto, perché qui non si impedisce alle imprese di subappaltare, qui si dice, in sostanza, che in specifiche tipologie di contratto può essere previsto, può essere richiesto dall'ente pubblico che non si ricorra a subappalti, ovvero io do il lavoro a te azienda x, lo devi eseguire te. Ci possono essere dei motivi per cui un contratto preveda questa clausola e noi nel marchio di qualità vogliamo prevedere anche questo aspetto e quindi dargli un punteggio.
Io specifico, perché il marchio di qualità non significa avere tutti questi requisiti. Leggo testualmente, mi sembra abbastanza chiaro: “Elemento caratterizzante di tale certificazione” - leggo dal nostro emendamento - “dovrà essere l'acquisizione di un punteggio ad incremento per il rispetto di ogni singola previsione di seguito riportata”. È chiaro che in un appalto dove viene consentito, perché è giusto e conosciamo bene qual è il ciclo dell'edilizia, è normale che si ricorra a dei subappalti o a dei sub contratti, di cui si parla molto meno, ma anche quelli sono una fetta importante, è giusto prevedere che si possa. In quel caso questo tipo di punteggio nel marchio di qualità non verrebbe conteggiato, ma noi dobbiamo prevedere tutte le possibilità e in altri casi potrebbe essere importante, e ogni singolo punto, il rispetto di ogni singolo punto attribuisce un incremento del punteggio. Questo un po' per fare chiarezza, poi si può essere contrari, ma la legittimità c'è, la chiarezza anche, quindi non si obbliga nessuna azienda per essere iscritta in questo marchio di qualità a non dare subappalti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Consigliere Naldi, è già intervenuto in dichiarazione di voto, per cui non mi è possibile purtroppo darle di nuovo la parola.
Ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Capisco su questo argomento specifico un certo imbarazzo e il silenzio del Partito democratico, perché se parliamo di bandi di qualità e di limiti ai subappalti è chiaro che entriamo in questa regione in un campo minato, che è quello dei consorzi della cooperazione, perché voi sapete molto meglio di me, visto che Coop Costruttori ravennati, piuttosto che il colosso dismesso che aveva contatti in Sicilia con ambienti pericolosi, che era la Cooperativa di Argenta, e abbiamo i verbali, come voi sapete, del vostro ex sodale Donegaglia, che era il presidente di quella grande cooperativa, che era un player a livello nazionale, il quale dice “sì, è vero, noi in Sicilia e in Calabria facevamo delle cose dove ci si spartivano dei lavori importanti, commesse pubbliche e quant'altro”. Quindi, voglio dire, entriamo in un campo che voi conoscete bene e mi fa piacere che Favvia... Favvia o Favia?
(interruzioni)
Favia abbia aperto questo capitolo, nel senso che entriamo in un capitolo molto scivoloso, che è proprio quello della rincorsa dei subappalti. Allora, siccome abbiamo fatto un po' di avanspettacolo perché, mi par di capire, insomma, che anche rispetto a quello che ha detto il presidente Monari su una serie di emendamenti presentati dal Movimento Grillo? Grillo no? 4 Stelle, 5 Stelle, no 5 Stelle...
(interruzioni)
Ecco, bene, c'è stato un po' di ping pong su degli aspetti molto marginali, ma qui entriamo nel concreto e allora mi fa piacere intervenire proprio nella fattispecie di cui si sta discutendo. E discutendo di questo apprezzo molto quello che ha detto il collega del Movimento 5 Stelle perché in effetti è vero, questo è un problema serio che c'è, e c'è in questa regione, così come in altre regioni, perché il bando di qualità è l'aspetto vero, cruciale per risolvere tutta una serie di problematiche, come ho avuto modo di dire intervenendo in discussione generale su questo argomento, che non è legato alle cose che sono scritte qua, che codificano strumenti già previsti dalle leggi, già applicabili, magari da vigilare meglio, magari da utilizzare meglio, ma che sono già previsti. Il problema vero sono le questioni che ruotano intorno agli appalti e quindi al Codice degli appalti. Questo è un problema che riguarda in particolar modo un ambiente che è molto legato al Partito democratico, anche se c'è la manfrina che la Lega Coop non partecipa alle salamelle, ma poi dopo c'è, eccetera, eccetera, che è quello dei consorzi cooperativistici, che null'altro sono che degli agglomerati all'interno dei quali alcune professionalità dicono “noi presentiamo la documentazione per vincere quella gara e poi facciamo un consorzio con una serie infinita di cooperative” a cui, non solo viene data una percentuale rispetto alla gara che bisogna vincere, ma tutta una serie, una miriade infinita di subappalti che non si sa mai dove vanno a finire.
Allora, io sono intervenuto in questo perché mi pare che al di là delle manfrine, dell'avanspettacolo dove vogliamo essere tutti più bravi degli altri e dobbiamo dire che al di là delle questioni che sono enunciate qua ci sono degli aspetti..., ma questo è il succo e mi fa piacere che sia stato posto all'attenzione perché credo che sia uno di quegli aspetti che questa legge comunque, indipendentemente dagli enunciati, non tocca, non tocca assolutamente. Quindi, sarebbe stato importante e interessante affrontarlo da questo punto di vista il problema, perché credo che il problema della sicurezza, della legalità, della legalità negli appalti dei lavori pubblici e delle opere civili in generale vada affrontato da questo punto di vista, perché poi potete fare gli osservatori che volete.
I certificati antimafia. Il certificato antimafia rispetto alle gare pubbliche non è una roba che ci siamo inventati io e te, Favia, adesso, è una roba che vive da una vita, esiste da una vita, tant'è vero che, ad esempio, una multiutility importante oggi ha detto rispetto a quelle gare noi oggi non diamo l'affidamento perché c'è una carenza sui certificati antimafia, ed è una multiutility importante di questa regione, c'è una carenza di certificati antimafia che sono già dovuti, non è che ci inventiamo noi qui le cose, sono già dovuti rispetto a una decina di aziende che hanno vinto quelle gare. Noi non affidiamo.
Allora, i problemi non sono gli osservatori, i contro osservatori, torno a dire quello che abbiamo detto stamattina, perché mi pare che al di là del necessario siparietto che ognuno vuole essere legalista più di un altro, ma queste sono le questioni vere. Allora, le questioni vere ruotano attorno agli appalti, alla metodologia con cui si fanno gli appalti e al fatto che ci deve essere una regolamentazione che vieta alcune cose, tipo il rimbalzo infinito dei subappalti, tipo le gare al maggior ribasso, tipo le gare che devono implicare anche una certa qualità delle aziende, delle imprese, dei professionisti che partecipano, che sono quelle economicamente più vantaggiose. È il ragionamento di prima, è inutile che ci giriamo attorno, il resto è tutta aria fritta e stamattina ne avete fatta tantissima di aria fritta. Questo è il nocciolo della questione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Villani.
Non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto, per cui chiudiamo la fase delle dichiarazioni di voto e poniamo in votazione l'emendamento 25.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 25, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 25 è respinto.
Emendamento 26, sempre a firma del consigliere Favia, anche questo istitutivo di un articolo nuovo, il 13 ter.
Discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Anche questo è un tema importante che riguarda i fornitori. Non è avanspettacolo, come diceva il consigliere Villani...
VILLANI: Sono cose serie queste!
FAVIA: ... del PdL, se hanno ancora l'uso del simbolo, non so come si chiama perché tra Fini e Berlusconi non so se oggi li hanno autorizzati a usare il simbolo...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, la memoria del consigliere Villani e del consigliere Favia sono proverbiali, entrambi ricordate i nomi dei rispettivi partiti, possiamo continuare con il dibattito.
Devo abolire la pausa pranzo, colleghi, vedo, perché tornate troppo tonici.
Prego, consigliere Favia.
FAVIA: Lo dico in generale, adesso qui è tutta la mattina che parliamo di appalti, qualcuno si accorge a un certo punto che parliamo di appalti e si sveglia. È molto interessante, però mi piacerebbe veramente che su ogni emendamento ci fosse stato un dibattito, magari un dibattito approfondito.
Sono comunque contento perché, come dico, alla fine dopo tutto il dibattito consiliare è uscito un testo di legge che ha molti lati positivi, si è affrontato il tema del credito, noi preferiamo declinarlo in maniera differente, l'art. 13 ter prevede delle iniziative utile ad anticipare i crediti dei fornitori. Sappiamo che spesso i soldi sono bloccati per dei motivi tecnici, amministrativi, i soldi ci sono, l'ente pubblico può farsi da garante e può sbloccarli.
A tal fine la Regione istituisce un fondo regionale di garanzia, la cui gestione è curata dalla struttura regionale competente in materia di bilancio e definisce un'apposita certificazione del credito da fornitura e la relativa classificazione per dare maggiore certezza agli operatori bancari e di intermediazione finanziaria. So che c'è su questo tema condivisione, noi abbiamo preferito declinarlo in questo modo, però, comunque, come dicevo, presidente, sono molto soddisfatto che nel testo di legge, che comunque verrà licenziato, questa attenzione c'è e ci sarà.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Non ho altri iscritti in discussione generale, chiudiamo la discussione generale e apriamo la fase delle dichiarazioni di voto.
Non ho interventi. Chiudiamo le dichiarazioni di voto e passiamo alla votazione, per alzata di mano, dell'emendamento 26, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 26 è respinto.
Passiamo all'esame dell'art. 14, su cui insiste l'emendamento 27, a firma del consigliere Favia.
Discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Siamo arrivati in fondo in questa lunga avventura.
Ecco, vogliamo introdurre il comma 2, sempre nell'ottica che l'Assemblea deve controllare la Giunta, c'è scritto nello Statuto, deve controllare l'Esecutivo, mettere anche dei paletti, chiediamo quindi un impegno concreto, lo mettiamo nero su bianco, chiediamo che gli atti di attuazione della presente legge, che sono demandati alla Giunta, dovranno essere adottati, previo il parere della commissione consiliare competente, entro 120 giorni dalla pubblicazione della stessa.
Ora, anche qui, consigliera Donini, lei che è molto attenta alle prerogative dell'Assemblea e sono sicuro di trovare una sponda da questo punto di vista, è molto importante che queste norme attuative che, a seconda di come vengono scritte, possono essere più o meno determinanti, passino per un parere in commissione. Noi chiediamo sostanzialmente che quindi queste norme possano tornare in commissione perché la commissione deve essere informata e vogliamo mettere anche una scadenza, una scadenza chiara, 120 giorni è ragionevole, quindi controllo da parte della commissione sull'operato dell'Esecutivo e una tempistica certa.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Non ho altri iscritti in discussione generale, chiudiamo la discussione generale su articolo ed emendamento e apriamo le dichiarazioni di voto congiunte.
Chiudiamo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 27, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 27 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 14.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 14 è approvato.
Passiamo all'art. 15, sul quale non insistono emendamenti.
Discussione generale sull'art. 15. Non ci sono interventi, chiudiamo la discussione generale.
Dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi, chiudiamo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 15.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 15 è approvato.
Articolo 16, sul quale non insistono emendamenti.
Discussione generale. Chiusa la discussione generale.
Dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 16.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 16 è approvato.
Abbiamo terminato l'esame dell'intero articolato, apriamo le dichiarazioni di voto sull'intero provvedimento, che poi voteremo con il dispositivo elettronico.
Ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Semplicemente per ribadire alcuni dei concetti che noi avevamo espresso stamattina in discussione generale. Condividiamo, perché mi sembra assolutamente normale, l'enunciato che sta alla base di questo provvedimento di legge, certamente diciamo che anche come abbiamo potuto apprezzare dalla discussione che si è svolta, che questo è un provvedimento di legge che serve per dire noi ci siamo, ma in realtà la ricaduta vera, oggettiva, sulle questioni che sono oggetto del nostro interesse mi pare assai risibile. D'altra parte, vedete, quando io ho assistito su alcuni punti del progetto di legge, su alcuni articoli alla miriade di emendamenti, al pout pourri, come lei o qualcun altro ha detto in quest'Aula rispetto agli emendamenti presentati, mi è sembrato vieppiù che si trattasse di una questione di immagine, per quanto importante, perché ritengo che l'Assemblea legislativa debba prendere contezza di un problema che c'è anche in questa regione, quindi se non altro enunciare una volontà, quindi un principio che noi facciamo dei provvedimenti di legge che cercano di evitare questa penetrazione della malavita organizzata, che c'è, e quindi diciamo siamo sul pezzo, ma la sostanza, gli strumenti messi in atto, sono un déjà vu rispetto a quanto la legislazione già ha a disposizione, che magari è male applicato. Perché quando io sentivo parlare di sicurezza nei cantieri, guardate, c'è un dato molto semplice: la sicurezza nei cantieri, per quanto riguarda buona parte delle ditte e dei cantieri, è a carico dei servizi di medicina preventiva e del lavoro delle Aziende sanitarie locali che, fino a prova contraria, sono Aziende para-regionali, sulle quali voi, maggioranza, assessore competente, anzi, presidente della Regione, neanche l'assessore, perché il presidente della Regione Errani nomina, su indicazione dell'assessore, i direttori delle Aziende sanitarie locali di questa regione.
Quindi, voglio dire, avete tutti gli strumenti, mi pare che ci sia un po' di ipocrisia nel dire che qua non c'è niente, che dobbiamo fare, che noi faremo. Ci sono già gli strumenti, vigilate che siano applicati, perché su un aspetto che Naldi sollevava, che era quello dei cantieri e della sicurezza, che condivido perché questo credo che sia un aspetto che riguarda la civiltà del rapporto all'interno del lavoro fra aziende e dipendenti, le Aziende sanitarie locali hanno un dovere specifico e quel dovere non viene dallo Spirito Santo, viene dal fatto che c'è una direzione aziendale, nominata dal presidente Errani su indicazione dell'assessore, in questa fattispecie mi pare che sia l'assessore che non luce ma Lusenti, Lucente, non so, sicuramente non brilla, però è questo il ragionamento.
Allora, non giriamo attorno alle questioni, abbiamo fatto delle cose...
(interruzioni)
No, interessanti, abbiamo fatto una bella discussione, però andiamo nel concreto. Questo è un aspetto concreto, così come è un aspetto concreto quello della miriade di sub, sub, sub, sub, sub, subappalti che, guarda caso, prende il consorzio di cooperative, il CCC, mitico CCC, piuttosto che il Consorzio ravennate, piuttosto che un altro consorzio, ma l'ultimo braccio della filiera magari è una piccola aziendina di escavatoristi, che ha tre dipendenti e una ragione sociale a Reggio Calabria o a Cutro... Queste cose ci sono tutti i giorni, le potete verificare.
Allora, torno a dire, anche davanti a una provocazione che ho fatto stamattina, però non ho sentito niente in quest'Aula, nonostante ore di dibattito, visto che Saviano ha detto che la Lega Nord ha delle connivenze in Lombardia con alcuni ambienti, caro Mauro, poco trasparenti, i dati che ci vengono stamattina ci dicono che in questa regione sono stati denunciati 300 casi di riciclaggio di denaro sporco e di questi 300 casi, cari signori, 102 sono nella provincia di Bologna e altri 60 in quella di Modena, dove il centrosinistra, il PD ha governato per lunghi sessant'anni e sta tuttora governando, bene, allora sono stato corretto prima da un latinista e non parlo di attività transitiva, ma di mutatis mutandis, allora dobbiamo dire che in questa regione, così come ha detto la vostra pop star televisiva, che oramai è il vostro condottiero, perché non mi pare che ce ne siano altri, e mi rivolgo al PD, sul quale siete tutti lì attenti, proni, in questo contesto televisivo che noi paghiamo e lì può abbondantemente sputtanare ministri che stanno facendo bene il proprio dovere, bene...
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere Villani, oltre al tempo c'è anche una questione di linguaggio, temo.
VILLANI: Questa questione che, dicevo, abbiamo dibattuto, è una questione che esiste anche qua. Il 65% dei casi di riciclaggio nello sport, e non lo dice il PdL, ma sono dati che oggi sono sulla stampa, e di cui non abbiamo discusso nel frangente in cui discutevamo di una legge che parlava di queste cose, sono a carico di amministrazioni dell'Emilia-Romagna che da sempre sono state governate dal centrosinistra. Volete che apriamo una discussione? Era il momento, visto che avete cazzeggiato - scusatemi il termine -...
PRESIDENTE (Richetti): No, consigliere, chiudiamo qui il suo intervento anche per questioni di tempo.
VILLANI: ...su chi ha la visibilità, non la visibilità, questo mi pare fosse un argomento da affrontare, che non è stato ovviamente affrontato perché molto scomodo, ma c'era molto da dire e credo che su questa cosa apriremo un dibattito nei prossimi giorni perché è estremamente importante per la vita civile e democratica di questa regione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Villani.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Provando a riportare un minimo di decoro in quest'Aula...
(brusio in aula)
... che credo lo meriti per l'importanza che noi attribuiamo alle istituzioni tutte, perciò anche per quest'Aula, vorrei dire che bisogna sottolineare un dato significativo: questa legge, presentata dalla Giunta, dall'assessore Muzzarelli, esaminata in due commissioni, poi in sede pubblica, dove hanno partecipato tutti coloro che hanno voluto e potuto, è un esempio positivo di come, in un momento di antipolitica, di cattiva politica, anzi, qualche volta di pessima politica, che vediamo in questo Paese, si riesca su un tema delicatissimo come è quello della sicurezza, delle infiltrazioni malavitose, mafiose, camorristiche, che anche purtroppo questa regione deve registrare (ahimè io ne parlerei in un modo appena un po' più attento, un po' più serio quando si parla di temi di questa delicatezza e di questa importanza) a produrre un testo risultante del buon lavoro fatto da tutti. Partendo dal nostro relatore, Tiziano Alessandrini, che ha fatto un lavoro prezioso, silente, molto aperto a tutti i contributi, tutti quelli che hanno voluto infatti hanno potuto dare in maniera molto puntuale il loro contributo, segno di una democrazia vera e non chiacchierata. Un ringraziamento poi va dato anche ai nostri funzionari, in particolare al dottor Draghetti, che ci hanno accompagnato con grande serietà in questo lavoro prezioso.
Fatta questa doverosa premessa, bisogna dire che questa legge ha un obiettivo molto forte: lasciare l'illegalità fuori dall'Emilia-Romagna. È un pronunciamento importante e serio, anche se, come sappiamo bene, in molti casi non dobbiamo dire che vogliamo lasciare l'illegalità fuori dall'Emilia-Romagna, in molti casi anche da questa regione dobbiamo cacciare fuori l'illegalità, perché, come dicono le analisi della DDA e degli organi inquirenti, anche in questa regione ci sono situazioni fortemente allarmanti per tutti noi. Credo che questo sia un problema che dovrebbe interessare da vicino tutti quelli che vogliono bene al nostro territorio.
Un altro tema che è stato inserito accanto a questa esigenza di lasciare fuori, mandare fuori l'illegalità da questa regione si collega al tema della salvaguardia e del controllo di chi opera all'interno di un comparto delicato quale i cantieri e l'edilizia in genere. È sufficiente questo per risolvere tutte le questioni collegate al tema della sicurezza e delle infiltrazioni? Certo che no, ci mancherebbe altro. Se fosse così semplice l'avremmo già fatto o lo avrebbero già fatto coloro che ci hanno preceduto in quest'Aula.
Credo che il passaggio importante e che va valorizzato molto è quello del coordinamento, del collegamento con tutti coloro che si occupano e operano per una migliore, maggiore sicurezza e per garantire anche la tranquillità e gli spazi a coloro che, come la legge prevede, operano in maniera virtuosa.
Ovviamente, il nostro voto sarà convintamente un voto a favore. Siamo certi che su questo tema questa legge non sarà sufficiente per risolvere tutte le questioni che sono sul tappeto; dovremo certamente adeguare nel tempo anche la normativa. Credo tuttavia che, se questa è la prima legge che la nuova legislatura licenzierà in quest'Aula, se questo è il modo di operare che noi intendiamo perseguire, non fatto di parole né di qualche atteggiamento poco rispettoso delle istituzioni, ci stiamo avviando verso l'epoca dove la visibilità viene messa in secondo piano. Non c'è bisogno di farsi vedere, ma c'è bisogno di dare corpo e di dare sostanza a un impegno e per quello che riguarda gli amministratori responsabili questo modo di dar corpo risiede nel fare seriamente il proprio lavoro e nel dare ai nostri cittadini che ce lo chiedono (e lo chiedono sempre di più) risposte concrete. Per noi “risposte concrete” è una buona legge che oggi salutiamo con molto favore e con molta convinzione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Ferrari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Credo che sia stato fatto un buon lavoro per cercare di fare una legge utile, che affronta concretamente alcuni problemi, non tutti i problemi, legati alla criminalità organizzata, all'infiltrazione nell'economia della criminalità organizzata e cerca di farlo utilizzando gli strumenti consoni, coerenti con le prerogative della Regione.
La criminalità organizzata, lo vediamo da tanta documentazione, è nei cantieri, ma è anche in altri luoghi: è nelle sale giochi clandestine, è certamente in molti laboratori tessili clandestini, è, si dice, anche nelle strutture alberghiere della nostra costa, però non su tutti questi argomenti la Regione ha competenze atte a intervenire in maniera diretta, cercando di imporre buone pratiche. Qui stiamo cercando di intervenire per imporre buone pratiche laddove il pubblico può effettivamente dare un esempio positivo, creare le condizioni per mettere regole. Perché ci siamo detti mille volte negli ultimi anni che alla fine di un appalto pubblico che nasce con fondi pubblici c'è quasi sempre, molto spesso, troppo spesso comunque, un lavoro nero, un lavoro in condizioni non legali, una condizione di non legalità. È in quella condizione di non legalità che la malavita organizzata, la criminalità organizzata trova le condizioni favorevoli per inserirsi.
Quindi, con questa legge pragmaticamente cerchiamo di declinare un auspicio generale, una volontà generale con una strumentazione pratica per combattere questi fenomeni e quindi favorire nei cantieri, nell'economia, per quanto possibile, per gli strumenti che ha la Regione, delle buone pratiche, che vuol dire legalità, sicurezza sul lavoro, lavoro regolare, concorrenza fra imprese basate su una condizione uguale per tutte le imprese, perché legalità vuole dire anche riportare la concorrenza fra le imprese in condizioni di qualità serie per tutte le imprese.
Quindi, per queste ragioni io ritengo che la legge sia positiva, cerca di tradurre in pratica una volontà generale, degli auspici generali. Vorrei dire, infine, che il Movimento 5 Stelle ha posto molti problemi da loro stessi definiti un po' fuori tema. Poiché una parte degli emendamenti e delle intenzioni del Movimento 5 Stelle attengono alle esigenze di una lotta culturale più ampia nei confronti di tutte le attività della criminalità organizzata e delle mafie, anche nella nostra realtà sono temi che possono essere ripresi in un altro contesto e su questo credo che ci sia da parte di molti di noi la massima disponibilità a riconsiderare molti dei valori e degli auspici che loro hanno tradotto negli emendamenti in prossimi provvedimenti di legge.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente.
Anch'io per ribadire in dichiarazione di voto il voto favorevole del gruppo della Federazione della Sinistra a questa proposta di legge. Sulla base di come si è articolata la discussione durante l'esame dell'articolato, vorrei cogliere, approfittare di questi brevi minuti di dichiarazione di voto per insistere su due, tre punti della legge che andiamo ad approvare.
Il collega Villani prima dichiarava che si è persa l'occasione per intervenire sulle procedure d'appalto e individuava nelle modalità del massimo ribasso uno dei nodi che erano da affrontare. Consiglio ai colleghi di rileggere l'art. 9, per esempio, di questa proposta di legge, che è uno degli aspetti concreti e degli strumenti applicativi veri che con questa legge ci ripromettiamo di adottare e di fare utilizzare alle stazioni appaltanti. Anch'io sono d'accordo che quella procedura, che vi ricordo è indicata nella Merloni, quindi nella legge quadro nazionale all'interno della quale è difficile, ripeto, l'ho detto all'inizio, lo ribadisco adesso, trovare degli spiragli per poter ritagliarsi un ruolo in ambito concorrente per quello che attiene la nostra Regione, proprio su questo specifico punto, appunto le procedure al massimo ribasso, interviene l'art. 9.
Ricordo che l'art. 9, peraltro, è stato approvato qui a maggioranza dell'Aula ed era un articolo sul quale non c'erano emendamenti, per cui presumo che la modalità che è stata individuata sia stata condivisa, se non altro, appunto, da tutti coloro che hanno votato quell'articolo. Così come l'art. 11, faccio notare, e l'art. 12, che sono quelli che concretamente mettono nelle condizioni di arrivare a fare una cosa, voglio dire, che non è facile di per sé anche solo pensarla, ma che invece in questa legge indichiamo come una cosa da fare, che è la revoca dei permessi e delle concessioni. Anche questo è un aspetto concreto, sulla base di una serie di accertamenti che pure in questa norma vengono indicati in una filiera precisa di responsabilità perché oggettivamente questa appunto è una legge che serve ad attivare e a sostanziare il grande tema della responsabilità sociale, sul quale la politica ha un ruolo cardine nell'impostarla come riflessione, ma che non può, appunto, coprirla da sola in quanto tale se non costruisce una corretta relazione con tutti coloro che operano nella società, perché il tema ci riguarda tutti.
Poi, l'ho detto all'inizio, lo ribadisco, io non avevo l'ambizione di arrivare con una legge che una volta per tutte ci sistemasse rispetto al tema “contrasto alla malavita e alle mafie in questa regione”. Sono assolutamente convinta che non ci sia mai il punto finale delle iniziative relative a questo tema, perché finché esiste la mafia non può finire la nostra elaborazione, non può finire il nostro impegno, non possono finire le tante iniziative che dobbiamo assumere nei vari ambiti. Queste vanno implementate, dal momento che in questa regione, per fortuna, da un certo punto di vista, abbiamo anche gli strumenti sui quali reintervenire per riprendere e per rilanciare, perché quello che vorrei appunto contrastare è l'idea che siamo all'anno zero, perché non è vero. E devo dirlo perché ho avuto la possibilità di vedere anche nei cinque anni precedenti che su molte cose ci sono stati dibattiti e discussioni pubbliche che hanno coinvolto l'intera Aula su temi di questo genere, che sono, ahimè, figli anche dei nostri doveri quotidiani.
L'ultima cosa in merito a come sono andate le cose qui in Aula, perché anch'io esprimo un rammarico e vorrei ricordare che noi ci siamo dati anche qui il tema dell'appropriatezza e della capacità di utilizzare tutti gli strumenti, è un tema che ci riguarda tutti. Noi abbiamo nominato all'unanimità il relatore nel primo passaggio in commissione, all'unanimità la commissione ha scelto in Tiziano Alessandrini il collega che aveva il compito di seguire l'istruttoria di questa legge e il collega Alessandrini (anch'io mi associo alle cose dette dal collega Ferrari), penso, come tutti noi quando esercitiamo quel ruolo, si sia messo a disposizione dei colleghi della commissione. Questo è il ruolo appunto del relatore, al quale rivolgersi, offrire tutti i suggerimenti, presentargli gli emendamenti, in modo tale che lui possa mettere a disposizione di chiunque gli strumenti di indagine sulla proposta, i pareri dei tecnici, e possa istruire, appunto, le possibili risposte alle tante, diverse sollecitazioni...
PRESIDENTE (Richetti): Consigliera, la prego di avviarsi alle conclusioni.
DONINI: Questo impedisce la presentazione in Aula degli emendamenti? No, questo non lo impedisce, noi lo abbiamo ammesso nel Regolamento, però normalmente la modalità di procedere, così si chiama in un modo preciso, si chiama ostruzionismo in Aula. All'opposizione è offerta la possibilità, per esempio anche alla maggioranza, se vogliamo, a chiunque, di agire in questo modo, ma poi quell'azione ha un nome preciso - ostruzionismo in Aula - così è nelle regole, e ha di solito l'obiettivo di impedire o di allungare i tempi di un'approvazione in Aula di una norma. La modalità che suggeriva il collega Favia, di subemendare i suoi emendamenti, anche questo è disciplinato da regole, perché gli stessi subemendamenti li si deve presentare per iscritto, entro un termine preciso, che è il tempo della discussione generale, e non nelle forme con le quali noi istruiamo l'esame dell'articolato.
Questo per dire che tutti noi avremo un giovamento e può crescere una cultura collettiva su questo come su altri temi se decidiamo. Poi c'è l'ambito delle decisioni politiche e delle scelte che ognuno di noi liberamente fa rispetto anche all'uso che ne vuole fare di certe iniziative, però impariamo tutti quanti a utilizzare e a valorizzare al meglio gli istituti che ci siamo dati, che sono, appunto, gli iter partecipati, il lavoro delle commissioni, il ruolo dei relatori delle leggi. Lo so che sono novità, perché in realtà sono pochi anni che attuiamo il nuovo Statuto, credo che sia importante però diffondere anche questo tipo di cultura.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente e ovviamente, avendo sentito che anche una persona seria come il collega Villani non si è fatto mancare la voglia di partecipare in modo semi serio al dibattito, mi corre l'obbligo, evidentemente, di puntualizzare alcuni dei passaggi, ovviamente con affetto, perché questo provvedimento di legge, Villani, (chiaramente personalmente penso che non sia la Regione quella che debba organizzare il contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata, perché altrimenti bisognerebbe dotarla di altri strumenti, anche strumenti a difendere e ad offendere, diciamo), quindi, un provvedimento di legge che, a mio avviso, si incarica, tra le tante cose che già sono state dette, di dare un segnale concreto anche sul piano, si parla tanto di semplificazione, della semplificazione, degli adempimenti necessari da parte delle aziende, è un piccolo passo.
Ora, però la cosa che voglio dire è che ho sentito un passaggio che accostava una sorta di sistema, addirittura parlando di riciclaggio e di denaro sporco, al Partito democratico. Insomma, in quest'Aula il Partito democratico svolge correttamente, a presidio e tutela della democrazia, con spirito di servizio, un ruolo che se viene associato al ruolo di riciclaggio di denaro sporco è chiaro che io in quanto capogruppo debba rispondere, perché mi sento interpellato anche personalmente.
Ho sentito anche passaggi su personaggi televisivi che sarebbero in qualche modo alle nostre dipendenze, come diciamo...
(interruzione del consigliere Villani)
... cassa di risonanza a questo o a quello. Insomma, da che pulpito viene la predica.
Io, ovviamente, non voglio tirare in ballo il Presidente del Consiglio, Dio mi scampi, per l'amor di Dio, Berlusconi no, oggi no, non lo voglio tirare in ballo perché dovrei fare un elenco di questioni che hanno a che fare con molte delle questioni che stanno, che presiedono le vicende di ordine pubblico, di ordine morale, di etica...
(interruzione del consigliere Villani)
No, non voglio, Berlusconi no, Berlusconi non lo voglio toccare. Potrei toccare Cosentino, ma non lo voglio toccare; potrei partire da Roma e arrivare fino a Parma, Villani, ma non ci voglio arrivare...
(interruzione del consigliere Villani)
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, ricordo a tutti che il consigliere autorizzato a parlare è quello che ha la luce accesa nel microfono, quindi per sapere...
(interruzione del consigliere Villani)
Qui, la luce accesa qui.
(interruzione del consigliere Villani)
Quindi per sapere quando è il vostro turno fissate bene il microfono, potete parlare a luce accesa, perché se no non ci capiamo.
MONARI: È straordinariamente in forma oggi il collega Villani, tanto di cappello.
Potrei fermarmi a Parma, dicevo, ma non voglio neanche arrivare a Parma, non ci voglio arrivare...
VOCE: Stanno già arrivando sai.
MONARI: ...però, ripeto, credo che ci sia un limite oggettivo. Se poi ci si vogliono accostare surrettiziamente vicende che hanno a che fare con episodi che sono avvenuti, io dico che noi del PD quando ci siamo accorti che c'erano delle questioni siamo stati i primi a denunciarle e a prendere anche provvedimenti verso nostri iscritti, verso nostri amministratori, eccetera, cosa che non so se altri partiti o altri movimenti hanno fatto. Noi l'abbiamo fatto.
Se poi si vuole fare anche una puntualizzazione sulle questioni, perché ogni tanto ritornano, del movimento cooperativo, che ovviamente non fa riferimento al PD, ma fa riferimento all'intera società emiliano-romagnola a prescindere dalle tessere di partito che questo o quello hanno avuto nelle tasche, vi dico che al movimento cooperativo gli emiliano-romagnoli devono essere grati, perché ha trasformato, ha contribuito, ovviamente, a trasformare un territorio povero in tutti i sensi in un territorio ricco e solidale per tante famiglie, per tanti lavoratori e anche per il sistema che ci consente a tutti di essere qua in quest'Aula ad esprimere posizioni antagoniste, ma tutte legittime, in un sistema democratico.
Quindi, va bene l'invettiva politica, va bene la dialettica, va bene un po' lo scherzo, però, insomma, attenzione ad accostare...
(interruzione del consigliere Villani)
PRESIDENTE (Richetti): Però mettiamoci d'accordo, perché non è che possiamo andare avanti con i richiami, consigliere, tutta la seduta.
Prego, consigliere Monari, se si avvia alla conclusione del suo intervento proviamo a concludere i nostri lavori.
MONARI: E su Costa non diciamo niente?
(interruzione del consigliere Villani)
Si è dimesso? L'avete fatto dimettere voi?
(interruzione del consigliere Villani)
Va bene, insomma, ho capito che il collega Villani fa orecchie da mercante, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, comunque noi, caro Villani, da lei e da altri di lezioni dentro quest'Aula non ne prenderemo mai. Questo sia chiaro.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Presidente, un brevissimo intervento per riportare magari un po' anche la discussione al tema di oggi, che era quello di riuscire a contribuire a un pdl che riguardava gli appalti, che secondo me in questo momento è estremamente importante per tutti i cittadini, che siano di destra o di sinistra.
Cioè prendere atto che comunque una società come la nostra, diciamo benestante, si può dire benestante, subisce infiltrazioni mafiose, come vediamo in tutte le regioni del nord, e cercare di mettere un freno a queste infiltrazioni attraverso un pdl, che magari non sarà perfettissimo, ma dietro c'è una grossa volontà proprio di eliminare quegli spazi in cui la mafia si può inserire. Ecco perché apprezzo molto anche il sostegno dato ad alcuni emendamenti che abbiamo proposto, ma anche alla maggioranza, perché andavano su quel tema lì, soprattutto sul tema dei subappalti, che sappiamo che, più che sull'appalto in generale, è sui subappalti che la mafia lavora.
Io, le dico, apprezzo anche tutti gli altri interventi e gli altri emendamenti, perché dietro a questo c'è stata credo da parte di tutti, anche in emendamenti che noi abbiamo ad esempio bocciato in quest'Aula, la volontà di arrivare ad un pdl che fosse estremamente utile in questo caso.
Quindi, stasera, lo dico molto contenta, insomma, licenziamo un progetto di legge che dovrebbe aiutare le nostre aziende senz'altro a tutelarsi di più.
Che noi siamo sotto attacco della mafia non lo dice solo Saviano adesso, lo diceva, ricordo, anche Gioacchino Genchi nel suo ultimo libro (adesso, scusi, non ricordo il titolo), ma ci troviamo anche di fronte, e questo bisognerà dirlo, a una situazione anche a livello nazionale che in effetti sembra, non sempre, ma sembra andare anche dalla parte opposta, cioè, voglio dire, la depenalizzazione del falso in bilancio, i soldi scudati, un po' di queste cose di certo non hanno aiutato, anche avere al Governo alcune persone non solo in odore di mafia, ma magari pure condannate per mafia.
Quindi, ripeto, secondo me una discussione di questo tipo va oltre e credo che in questo momento non interessi il risultato che in quest'Aula abbiamo raggiunto questa sera.
Quindi io devo esprimere un apprezzamento alla Giunta per il lavoro fatto, all'assessore Muzzarelli, lo ringrazio anche per avere accettato, assieme a quest'Aula, i nostri emendamenti, e quindi termino qui.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Non faccio altro che riproporre le anticipazioni che avevamo fatto in sede di apertura del dibattito, andando a calmierare un po' quello che, ripeto, è stato il voto favorevole sull'art. 1, riguardo le finalità della legge e quelle che invece sono state osservazioni di merito sul corpo normativo. E faccio anche un altro inciso, che non è emerso nell'ambito di quello che è stato il dibattito, ossia, richiamandomi anche a quello che è l'art. 117 della Costituzione, che disciplina gli ambiti di competenza regionale e statali. Ricordiamoci comunque che c'è una norma che regolamenta, che è competenza esclusiva dello Stato, l'ambito della concorrenza e del mercato, per cui andare a regolamentare in maniera molto dettagliata quelle che sono liste di imprese che in qualche modo possono fare, lasciando altre in secondo piano, potrebbe aprire, essendo disposizioni borderline, dei contenziosi proprio su quelle che sono le competenze in materie disciplinanti il mercato, la concorrenza e quindi l'accesso di tutte le imprese a quello che è il mondo anche del lavoro.
Non da ultimo, per esempio, il ricorso presentato, per esempio, per la legge antisismica, quindi richiamo l'attenzione anche sugli ambiti applicativi di un pdl.
Al riguardo, quindi, ci sarà un voto di astensione, motivato anche da quello che è stato un dibattito politico che si è aperto su un discorso molto importante, che ci vede molto attenti, come quello sulla mafia, che vede il nostro ministro degli Interni impegnato quotidianamente nel debellarla. Sicuramente riteniamo che, al di là di quelle che sono dichiarazioni di intenti contenute all'interno del pdl, occorre poi verificare in concreto quelli che saranno i risultati che il corpo normativo vuol raggiungere e qui saremo, come Lega Nord, attenti e vigili nel chiedere un rendiconto di quello che sarà negli anni il futuro resoconto dell'applicazione di questa legge. Andiamo a valutare poi in concreto se queste norme, che oggi sono state poste in essere, abbiano contribuito o meno a far fronte, a combattere il fenomeno della mafia e di tutto quello che rappresenta l'illecito nel campo dei lavori pubblici. Non solo, andremo a verificare che non si sia rivelato solo l'ennesimo balzello burocratico e di costi aggiuntivi in capo alle imprese.
Quindi ci asterremo per quanto riguarda il contenuto della normativa del pdl.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Dico innanzi tutto che questo testo di legge sicuramente non risolverà tutti i problemi che si prefigge di risolvere, però, consigliere Villani, sicuramente è meglio che niente. Ci sono dei punti importanti, concreti, e quindi è bene che la Regione abbia parlato del tema e che abbia legiferato. Quindi, non posso dirmi assolutamente soddisfatto, ma sono comunque contento che questo progetto di legge riesca oggi a passare il vaglio di questa Assemblea.
Devo dire che, ovviamente, quando parliamo di illegalità, come diceva anche il consigliere Naldi, parliamo anche di quello che è successo a Forlì e il relatore Alessandrini, che ringrazio per aver seguito l'iter di legge, lo sa molto bene perché era direttore della CNA e mentre decine di imprese italiane chiudevano, decine di imprese cinesi irregolari aprivano e prosperavano, e sicuramente si è sentito dire più volte “ma non potevamo fare niente”. È vero, però la politica poteva urlare, la politica non doveva essere silente, Confindustria o non Confindustria compiacente, perché come noi prevediamo anche in questo disegno di legge, quello che l'Europa chiama Small Business Act, politica per le piccole e medie imprese, bene, la piccola e media impresa è l'anima della nostra economia e va tutelata.
Dico anche che, consigliere Monari, è passato da Berlusconi, è passato da Roma, non si è voluto fermare a Parma, non ho capito però dove si è voluto fermare alla fine. Io non ho avuto problemi, questo è un dibattito trasparente, a fare nomi quando si parlava oggi di Borsellino e dei rapporti... Sappiamo che Dell'Utri è stato recentemente condannato, è stato accusato di essere il tramite tra la mafia e Berlusconi, queste cose bisogna dirle senza avere paura. Non si tratta di non parlare di Berlusconi, è giusto che queste cose si dibattano perché quando parliamo di mafia sono argomenti importanti, però quando il consigliere Villani fa una critica a quello che accade in Emilia-Romagna, il consigliere Villani ha ragione, devo dire che mi trovo completamente d'accordo e faccio un esempio perché mi piace fare nomi e cognomi. Faccio l'esempio di un vostro iscritto, del PD di Imola, che era responsabile di una cooperativa, la Omega Group, che lavorava per Akron e sfruttava i suoi lavoratori, quasi tutti immigrati, facendoli lavorare in condizioni penose all'interno di un'azienda partecipata da enti pubblici, con una situazione che è stata definita dai giornali “la Rosarno emiliana”. Spero che l'abbiate espulso quell'iscritto. Poi chiede se altri partiti o movimenti abbiano fatto lo stesso. Noi, per fortuna, non abbiamo mai avuto problemi. È vero che abbiamo qualche decina di consiglieri a livello comunale, non abbiamo reti di potere, però noi per fortuna, ci tengo a precisarlo, non abbiamo mai avuto bisogno di dover allontanare persone colluse con la mafia o persone che si sono macchiate di reati.
Quindi, chiudo con le critiche che mi sono state rivolte sulla metodologia. Io ancora faccio fatica a capire, presidente, perché io ho votato gli emendamenti che mi sono stati presentati in Aula, scritti a mano, all'ultimo momento, li ho valutati e li ho votati ed è mesi che parliamo di questi temi, dovevamo aver studiato, dovevamo essere pronti anche a leggere le carte e fa parte del nostro lavoro per cui siamo lautamente pagati. Non capisco il preconcetto che c'è stato sugli emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle ed è stato un preconcetto perché, guardate, se parliamo di semplificazione e continuiamo a fare nuove leggi, allora, signori, c'è qualcosa che non va. Io voglio sentire degli argomenti forti e seri per dire non facciamo un testo unico, perché è chiaro che non si finirà mai di parlare di legalità e di lotta alle infiltrazioni mafiose. Però intanto facciamo una legge, facciamola completa, efficientiamola in sede legislativa. Ci lamentiamo però che ci sono troppe leggi, che c'è una giungla e dobbiamo dividere tutto a fettine. È importante parlare anche di cultura antimafiosa, di cultura della legalità, ma la cosa che capisco ancora meno è proprio la volontà di non entrare nel merito invece degli emendamenti che parlavano proprio di questioni specifiche legate agli appalti e qui non ci sono scuse.
Io non posso essere accusato di aver lavorato troppo perché ho presentato ventuno emendamenti e, consigliera Donini, non è ostruzionismo, l'ostruzionismo è quando cambi una virgola per fare un finto emendamento per perdere tempo. Quello è ostruzionismo, non quello che abbiamo fatto noi oggi, che si possa condividere o meno, perché quello è esattamente l'esercizio del nostro mandato e l'abbiamo fatto con onestà. Poi per qualcuno può essere aria fritta, possono essere baggianate, noi abbiamo coinvolto magistrati, esperti dell'antimafia, usciamo da quest'Aula a testa alta, consci di avere fatto il nostro dovere e di non aver fatto avanspettacolo, perché l'avanspettacolo si fa quando si parla di aria fritta, e l'ho sentita spesso in quest'Aula. Si parla così, per grandi principi, non si entra nel merito, come abbiamo fatto noi, delle vicende.
Mi avvio alla chiusura. Sempre per rispondere a chi ci ha accusato di fare televisione, ripeto, l'avanspettacolo è altro, l'avanspettacolo sono le primarie del PD di Bologna, o Noemi, o Ruby o Bunga Bunga. Questa è politica.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Molto sinteticamente per dire che è sicuramente apprezzabile una legge che si finalizzi al contrasto della criminalità organizzata nel mercato degli appalti e che si proponga anche di incentivare la sicurezza. Anch'io ho letto il testo di legge, anch'io l'ho analizzato in tutti i suoi dettagli, anch'io ho letto le relazioni che le varie associazioni hanno trasmesso; probabilmente, forse, non ho partecipato attivamente nel dettaglio e in una riproposizione analitica, attraverso alcuni emendamenti, però, di sicuro, oggi l'aspetto che voglio enfatizzare maggiormente, anche in fase conclusiva...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Chiedo scusa, collega, perché le conversazioni si stanno sprecando e io non riesco nemmeno a sentire il suo intervento.
Prego, consigliera Noè.
NOÈ:... è che, pur apprezzando le finalità che questa legge pone, siamo però tutti consapevoli, se effettivamente abbiamo letto le osservazioni dei soggetti destinatari di questa legge, che ciò che ne scaturirà sarà comunque un testo molto impegnativo per tutte le implicazioni che comporterà alle varie imprese. Il contenuto è tendenzialmente pleonastico, perché sottende a qualche cosa che già era definito in un impianto precedente, pertanto auspico nella fase 2 un confronto con le associazioni, con il mondo imprenditoriale, per verificare se ci sarà un'efficacia concreta di questa legge.
Credo che sia molto importante monitorare, e quindi concertarsi passo passo da domani in avanti, in un rapporto, in un confronto continuo con le imprese, per verificare se effettivamente la nostra azione legislativa di oggi ha consentito l'incontro fra la domanda e l'offerta dal punto di vista imprenditoriale e soprattutto anche dal punto di vista etico e sociale.
Io sono certa che dal punto di vista etico sociale in tutti noi c'è il riconoscimento dell'obiettivo che ci siamo posti: una maggiore trasparenza, maggiore sicurezza e maggiore garanzia ad imprese che vogliono competere in una legale concorrenza. Quello che a me un po' preoccupa, dai documenti che ho letto, è che forse le imprese, soprattutto quelle più virtuose, con questo vestito che noi gli abbiamo costruito abbiano delle difficoltà in termini di costi, in termini di tempi e in termini, quindi, di attuazione pratica, ad indossare realmente questo vestito.
Allora, poiché effettivamente l'esigenza era forte rispetto a possibili infiltrazioni che sono molto pericolose sotto tanti punti di vista, in particolare perché questa è una regione che è diventata ormai una lavatrice ed è destinata a lavare sempre di più, io chiedo soprattutto che, completata la fase 1, si verifichi se nei giorni successivi questo è un vestito che sta bene al mondo che deve interpretare, viverla e di conseguenza garantirci l'obiettivo che ci siamo posti, perché è quello che chiedono anche loro. Quando dicevo che sarebbe opportuno una task force, quando dico che sarebbe opportuno fare delle verifiche, lo dico per capire se lo strumento che abbiamo predisposto è uno strumento che corrisponde all'operatività e alla finalità.
Quindi io esprimo un giudizio di astensione proprio perché secondo me questo dubbio che oggi il mondo destinatario ci pone mi fa pensare che qualche cosa forse non sia stato elaborato, normato in modo adeguato, però credo che la finalità sia positiva. Raccomando, soprattutto a voi, la disponibilità affinché si faccia sempre un'azione di verifica sull'efficacia della legge.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
48
Assenti
2
Favorevoli
33
Contrari
--
Astenuti
15
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante "Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata".
OGGETTO 689
Delibera: «Programma annuale 2010: obiettivi e criteri generali di ripartizione delle risorse ai sensi dell'articolo 47, comma 3, della l.r. n. 2/2003 in attuazione del piano sociale e sanitario regionale.» (26) (Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 689/1 - Presentazione, discussione e reiezione) (11)
(Risoluzione oggetto 758 - Discussione e reiezione) (105)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali ha espresso parere favorevole nella seduta del 16 novembre 2010 con la seguente votazione: favorevoli 26; contrari 6; astenuti 5.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Signor presidente e colleghi, faccio solo alcune considerazioni perché gli atti e la delibera parlano già sulle cifre e sull'orientamento di questo provvedimento. Intanto il primo dato che vorrei sottolineare è questo, che a fronte delle note difficoltà finanziarie ed economiche, le risorse del 2010 sono risorse invariate rispetto al 2009 e questo quindi è già un dato estremamente positivo. Poi c'è quello che colpisce chi legge attentamente, chi vede i documenti, anzi ci sono anche delle grafiche che parlano, anche per chi non vuole leggere. Nonostante questa parità di risorse 2009-2010, si vede che gli stanziamenti per la programmazione sociale dal 2007 al 2010, ma lo dico senza polemica, ma quando le cifre parlano non facciamo che leggerle, quindi non sono opzioni varie, sono proprio scritte e ben definite, in riferimento ai trasferimenti statali che passano - giusto un dato - da 67 milioni di euro nel 2007 a 37 milioni di euro nel 2010, quindi ci troviamo a 30 milioni in meno, mentre le risorse regionali da 19.425.000 euro del 2007 a 45.000.000 del 2010, inclusi i fondi straordinari che la Regione proprio nel 2010 ha investito.
Ecco, queste sono ovviamente le cifre, poi vi è tutta la filosofia del provvedimento, che a mio avviso coglie alcune necessità. Intanto l'impostazione del welfare: se si leggono gli allegati si vede che è un'impostazione di un welfare comunitario, in particolare fondato sul distretto, cioè sul territorio. Ecco, le risorse contano, poi le risorse devono essere impiegate e spese secondo le necessità che il territorio, inteso come distretto, indicano. Quindi, questo è un dato estremamente positivo.
L'altro dato importante riguarda i 5 milioni di euro a favore della famiglia e in particolare è interessante leggere il programma straordinario per le famiglie con figli e anche questo non l'avevamo letto in questo modo in precedenti provvedimenti.
L'altro dato che volevo sottolineare è il milione di euro sull'armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro. Ecco, anche questo è un dato estremamente interessante, come sul piano nidi si vede un aumento di risorse.
Quindi, vedete, famiglia con figli, armonizzazione tempo di lavoro, piano nidi è un welfare che sta cambiando per tanti motivi: l'allungamento dell'età, l'immigrazione, riprende la natalità. Ecco, quindi, vedo che in questi dati, appunto, vengono colte le esigenze del cosiddetto nuovo welfare. Oltretutto, qui non è scritto, ma sottolineiamo, ci tengo sempre a dirlo, l'impegno che la Regione ha avuto per la non autosufficienza; questo è sempre da ricordare perché proprio in tempi dove la conciliazione di vita e lavoro è molto difficile, in particolare per le donne, capite cosa vuol dire in una famiglia avere a casa un non autosufficiente e quando parliamo di non autosufficiente non si intendono coloro che hanno più anni perché sfortunatamente la vita regala condizioni di non autosufficienza anche a persone giovani. Ebbene, anche quest'anno su questo settore la Regione è fortemente impegnata.
Io non mi dilungo oltremodo, volevo quindi esprimere, ovviamente, un parere favorevole su un settore che poi ci vedrà impegnati anche in altre occasioni, perché per tanti, tanti motivi, qualcuno lo ha accennato, altri si possono aggiungere, sul welfare è necessario sicuramente lavorare molto e anche discutere molto perché è in continuo aumento. Però l'aver centrato alcuni obiettivi e in particolare il concetto del welfare comunitario, secondo me, ha avviato un percorso giusto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Piva.
È stato presentato un ordine del giorno, che insiste su questo oggetto, a firma del consigliere Pollastri, che tra l'altro ha chiesto di intervenire, per cui la parola al consigliere Pollastri.
POLLASTRI: Grazie, signor presidente.
Abbiamo già espresso con diversi quesiti, con alcune richieste in sede di commissione, le nostre perplessità sul provvedimento e soprattutto su un punto che abbiamo già evidenziato, come l'assessore sa, cioè la progressiva riduzione della quota indistinta, diretta ai Comuni, a favore dei programmi decisi dalle Asl. Il timore è che in questo provvedimento vi sia, appunto sotto il profilo delle problematiche sociali, una diminuzione, soprattutto per i Comuni che hanno il polso della situazione in tanti casi di disagio, del tipo di risorse a scapito di decisioni calate maggiormente dall'alto.
Vi è poi un altro punto in cui si continua, ma è stato detto anche prima, ad insistere con questo ritornello continuo dei tagli del Governo, che rappresenta anche questo una posizione secondo me troppo ideologica da parte della Giunta regionale. Vi è poi, l'abbiamo rappresentato anche in commissione, la perplessità rispetto, ma sul punto ho presentato come firmatario un ordine del giorno, all'analisi nel documento di alcune spese, (come verranno gestite non è chiaro) legate a convegni, studi, pubblicazioni e quant'altro.
Poi vi è la questione anche dei tanti bandi, dai quali, a nostro avviso, come criterio, facendo riferimento a un riparto di risorse sul numero della popolazione, non entra direttamente nella consistenza e nella qualità dei progetti presentati.
Vi sono poi altri temi che riguardano l'integrazione fra strutture pubbliche e private, ma di questo, l'assessore ricorda, ne ha parlato anche il collega Vecchi in sede di commissione, e quindi, a fronte di numerose questioni che sono insite in questo provvedimento, noi, come gruppo politico, non ci sentiamo, alla luce di tutte queste richieste che poi verranno esplicitate dal collega Vecchi anch'egli componente della commissione, noi non ci sentiamo di dare, diciamo così, una delega in bianco alla Giunta regionale su questo provvedimento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Per esprimere la posizione della Lega Nord rispetto al documento della Giunta che ci accingiamo a votare, una posizione critica, peraltro espressa in una risoluzione depositata il 17 novembre, che credo sia in fase di abbinamento, nella quale evidenziavamo le nostre perplessità.
Innanzi tutto faccio presente, questo è il lato positivo, che di fatto per il 2010 andiamo a stanziare, grazie ai contributi da parte della Regione e da parte del Governo, sul piano sociosanitario una somma che sostanzialmente è complessivamente analoga a quanto stanziato nell'anno 2007. Rimangono però da parte nostra delle gravi perplessità, innanzi tutto su un tema relativo alle risorse stanziate per le Province. Si parla, infatti di 400 mila euro stanziati a favore delle Province per progetti di accoglienza a favore dell'infanzia e dell'adolescenza e una cifra più alta, circa il 15% - parliamo di 462.000 euro - a favore dell'integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati. Su questo punto poi vorrei ritornare anche successivamente.
L'aspetto più critico però da parte nostra è quello relativo all'inversione di tendenza rispetto al passato, che vedeva nei Comuni, quindi negli enti locali più vicini ai cittadini, il luogo deputato a rispondere concretamente alle esigenze, e purtroppo spesso emergenze, sul piano sociosanitario. Prendiamo atto invece che col nuovo piano interviene una pesantissima riduzione di oltre il 30% delle risorse destinate ai Comuni, che trova un contrappasso invece nell'incremento del 35% delle risorse destinate a favore del fondo sociale locale, quindi, sostanzialmente, i piani di zona e dei distretti sanitari delle varie Usl.
A noi questo approccio preoccupa perché, come ho avuto modo di evidenziare anche in commissione, non vorrei che questa inversione di risorse tra Comuni meno finanziati e il fondo sociale gestito dalle Usl e dai distretti sanitari vada a penalizzare soprattutto i piccoli Comuni, la cui voce nell'ambito dei distretti sanitari rischia di essere sicuramente meno forte rispetto ai Comuni più strutturati e di più grande dimensione.
Altra critica è quella relativa sostanzialmente a quelli che sono gli assi principali su cui dovrà concentrarsi l'intervento finanziario, ossia le aree di priorità. La critica è dovuta al fatto che tra le quattro aree di priorità, oltre a infanzia e adolescenza, sulla quale nulla abbiamo da eccepire, anzi, condividiamo, oltre ai giovani e oltre alla povertà ed esclusione, che condividiamo in pieno, vi è questa area ad hoc per immigrati e stranieri. Noi ci chiediamo per quale motivo la caratteristica di essere immigrati stranieri debba avere una priorità diversa rispetto a chi, purtroppo, si trova ad affrontare situazioni di povertà ed esclusione, che è un'altra delle aree di priorità indicate nel piano. Per cui, a nostro giudizio, non è corretto che ci sia una corsia privilegiata se esistono persone nel nostro territorio che si trovano, ahimè, a dover affrontare situazioni di povertà ed esclusione; è giusto che vi sia un'unica area prioritaria per questi soggetti e non in aggiunta un'area di esclusiva competenza degli immigrati stranieri. Se si tratta di criticità e di povertà sociale deve essere uguale per tutti, non ci deve essere discriminazione al contrario a danno dei nostri cittadini.
Queste sono le ragioni per le quali riteniamo come Lega Nord di esprimere un voto contrario, come avremo poi modo di ribadire all'atto del voto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Nell'affrontare questa discussione in commissione, come hanno già anticipato i miei colleghi, vi sono secondo noi alcune criticità. Direi che la più importante, peraltro ero a un convegno proprio anche ieri sera dove parlavamo di questa materia, è che è stata fatta una scelta, una scelta politica, che è quella di incrementare il fondo sociale locale e al tempo stesso per il fondo dei singoli Comuni fare un decremento di quasi 6 milioni di euro, anzi un po' più di 6 milioni di euro, quindi calata del 10% la quota indistinta dei singoli Comuni.
Ecco, questo è un po' quello che hanno detto anche i colleghi che mi hanno preceduto, è un punto che a noi non ci convince. Noi avremmo voluto invece premiare il singolo Comune, la quota indistinta che arrivava al singolo Comune perché è il sindaco, è la Giunta che si assume la responsabilità politica, andando anche verso un futuro di federalismo fiscale, di decidere e di valutare dove era meglio intervenire. Qua invece vediamo che la scelta politica è opposta e invece si incrementa di quasi il 12% i piani di zona dei distretti delle Asl, quindi fondamentalmente in un momento di crisi economica generale, che quindi comporta anche una riduzione in Emilia-Romagna, noi vediamo che la scelta porta a premiare, con un incremento molto forte di 6.700.000 euro la voce del fondo sociale locale, dove ci sono i programmi sanitari per le famiglie, armonizzazione dei tempi di vita e quindi i piani di zona dei distretti sanitari, quindi le scelte delle Asl e contestualmente invece viene sempre di più marginalizzato l'intervento del Comune, che è sempre più ridotto. Questo è proprio un piano politico, noi non siamo assolutamente d'accordo su questo tipo di scelta.
Per il resto è chiaro che le altre voci bene o male riflettono quanto definito l'anno passato, direi che comunque noi dovremmo cominciare ad abituarci, anche perché nel 2014, sembra lontano ma è vicino, ma dobbiamo elevare i costi standard; noi continuiamo invece a fare dei bilanci sui conti storici e credo che prima o poi dovremo cambiare, perché noi dobbiamo assolutamente andare su un ragionamento diverso.
Comunque, dal mio punto di vista, la chiusura è sul rapporto pubblico-privato, dove vedo che questa Regione, con grande fatica, sta cercando di armonizzare questo rapporto, quando invece altre Regioni del nord, ugualmente diciamo forti in campo sanitario, come lo è tutto il nord in generale, dall'Emilia-Romagna a salire, hanno un rapporto pubblico-privato certamente diverso, ma attenzione perché questo sarà il futuro, perché i soldi pubblici saranno sempre meno, a prescindere da chi governa e quindi noi dobbiamo invece aumentare questo rapporto pubblico-privato pur rimanendo fermo il concetto che il pubblico per noi, per un Paese come l'Italia e per l'Europa ha certamente un valore importante, però noi stiamo marginalizzando troppo il privato.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Intervengo ovviamente per dichiarare il parere positivo del nostro gruppo su questa delibera e mi premeva sottolineare alcune delle questioni che sono state sollevate anche in questo balletto di numeri che sono stati dati dai consiglieri che mi hanno preceduto.
Credo che un'oggettività sui numeri ci sia ed è a quella che ci dobbiamo attenere per fare le valutazioni; i trasferimenti sul sociale da parte dello Stato dal 2007 al 2010 sono passati da 68 milioni di euro a 37 milioni per quello che riguarda la nostra Regione, mentre le risorse proprie che la Regione ha messo in campo sono rimaste pressoché inalterate: 87 milioni nel 2007, 82 milioni nel 2010.
La situazione si profila ancora più preoccupante perché il fondo sociale nazionale, che era di 485 milioni di euro, è stato portato a 75 milioni di euro e non è ancora detto che le misure messe in campo oggi di riportarlo a 275 siano misure che andranno a buon fine. Questo ci dà il senso di quello che è stato in disinvestimento nelle risorse destinate alle politiche sociali.
Detto questo, è un po' schizofrenico che proprio quelle forze che hanno dato luogo al decreto Calderoli, che obbliga gli enti locali al di sotto dei 5.000 abitanti all'associarsi nelle funzioni, proprio per realizzare economie e rendere quindi possibili per gli enti locali politiche sostenibili, dicano qua, l'hanno già detto in commissione, l'hanno ripetuto qua oggi, che è necessario che le risorse vengano date ad ogni singolo Comune, quando è proprio nella nostra regione che si è sviluppata una politica di cooperazione e solidarietà che ha fatto sì che non fosse il singolo Comune a pianificare gli interventi di carattere sociosanitario, ma che fosse nell'ambito del distretto che si andavano ad organizzare le politiche sociali e quelle sanitarie, con modelli integrativi peraltro che ne fanno un modello unico a livello nazionale.
Ecco, quindi, il distribuire le risorse al distretto e potere avere nei distretti un fondo sociale distrettuale consente ai Comuni che non hanno i mezzi di poter affrontare le emergenze anche di carattere sociale con caratteristiche solidali e quindi costruire davvero la possibilità di far sì che per i cittadini ci siano possibilità omogenee, indipendentemente dall'appartenenza a un comune piccolo o a un comune che ha maggiori possibilità.
Quindi credo che, se si vuole essere coerenti anche con le politiche che si stanno facendo a livello nazionale, noi dobbiamo incentivare queste forme di cooperazione e dobbiamo davvero far sì che le risorse vengano utilizzate al meglio ed insieme.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie presidente, anch'io per commentare positivamente, e anticipare le posizioni di voto del mio gruppo, i contenuti di questa delibera.
Voglio aggiungere alle riflessioni che condivido, per esempio, della consigliera Marani alcune mie personali considerazioni aggiuntive. È evidente che negli ultimi anni, mentre assistiamo ad un progressivo disimpegno da parte del Governo nazionale a finanziare voci importanti di spesa del fondo sociale nazionale, la Regione Emilia-Romagna incrementa progressivamente la quota di sua competenza, che cresce sempre di più, per non lasciar soli i Comuni ad affrontare lo scarico in basso di una crisi che si manifesta come emergenza sociale. Guardate che, come dire, il primo sportello, questo lo diciamo tutti, al quale i cittadini sempre più esposti agli effetti di questa mancanza anche di politiche complessive per affrontare la crisi, il primo sportello al quale si rivolgono appunto è quello dei Comuni, è quello dei servizi sociali. E pretendono, giustamente e legittimamente, di poter accedere a prestazioni di welfare che sono tutelate dalla Costituzione come diritto, perché anche questo non possiamo dimenticarcene, perché è di questo che noi stiamo parlando in una situazione che chiaramente ci cimenta da un lato a fronteggiare questa emergenza cercando di recuperare, appunto, più risorse possibili nella solitudine rispetto alla filiera delle relazioni nazionali e da un altro a mettere noi stessi sempre in discussione, perché è evidente che cambiano progressivamente i bisogni e deve cambiare progressivamente anche la risposta a questi bisogni, se vogliamo mantenere attiva quella Costituzione che vive e deve vivere in questa regione attraverso anche la possibilità di ampliare la sfera di tutela offerta dal welfare locale.
È per questa ragione, per esempio, che io apprezzo il fatto che la Giunta anche quest'anno stanzi 82 milioni di euro per il 2010, che è lo stanziamento che supera di 20 milioni circa deliberati per affrontare le specifiche situazioni legate alla crisi e ai suoi effetti materiali sul bisogno sociale, l'offerta di un anno fa: nel 2009 65 milioni di euro e nel 2010 82 milioni di euro, i 22 milioni sono i fondi straordinari, appunto, per affrontare la specificità, ripeto, degli effetti della crisi sulle dinamiche dei bisogni sociali e del bisogno di welfare. È un fatto. Tenete conto che nel 2009 i trasferimenti statali erano il 65% di questo importo, nel 2010 i trasferimenti statali sono il 45% di questo importo e il 54% ce li mette la Regione Emilia-Romagna. Questo è un fatto oggettivo.
La modalità che si cerca appunto di attuare è quella prevista dalla nostra legge regionale sul welfare, che è una legge del 2003, è una legge dal mio punto di vista lungimirante, che ci richiama ad un imperativo che non è soltanto, come dire, un modo organizzativo e formale di agire, ma assume il carattere anche dell'imperativo morale perché invita a trovare il metodo della solidarietà per perseguire il fine della solidarietà, a partire da una relazione tra gli enti locali e tra i Comuni. Quando qualcuno dice qui dei colleghi dell'opposizione, l'ho sentito dire, che noi diamo i soldi alle Aziende sanitarie, a darli a dimensione distrettuale, allora invito i colleghi a rileggere la legge 3 sul welfare e a rivedere con quale modalità questa Regione prevede la elaborazione dei piani di zona e che tipo appunto di relazione c'è e chi sono i titolari delle politiche sociali, dell'indagine e dell'inchiesta se non i Comuni e gli enti locali, che lo fanno in forma associata, assumendosi il compito di affrontare insieme problemi che da soli sono inaffrontabili. Non voglio fare esempi, io qui ho anche apprezzato molto la discussione che c'è stata in commissione, molti colleghi e colleghe in commissione li hanno fatti e qui li allungheremmo, per dimostrare che se non c'è una dimensione che è quella che ci permette di affrontare anche le emergenze che in corso d'anno si devono affrontare, perché, come dire, chi è che ha l'illusione che può essere pianificato a prescindere quello che sarà in corso d'anno il volume del bisogno sociale, in una situazione, ahimè, che evolve producendo questo tipo di effetti...
PRESIDENTE (Richetti): Consigliera Donini, la prego di avviarsi alle conclusioni.
DONINI: Sì. Per cui questo tipo appunto di modalità è una modalità... Io vorrei che ci fossero risorse per garantire sia il fondo indistinto, sia per ampliare il fondo sociale a dimensione distrettuale, questo è appunto è evidente.
Per cui io rimando un po' al mittente i rilievi che sono stati fatti: ritornate a stanziare risorse adeguate per permettere che la 328 sia una legge attuata in questo Paese; rifinanziate, non so, il fondo nazionale per l'affitto; rifinanziate alcune politiche dal livello nazionale e probabilmente noi riusciamo ad operare in modo tale di non sottrarre nulla e di aggiungere perché si aggiunge appunto il bisogno.
Il riferimento a Calderoli io lo condivido, perché chiedo ai colleghi della Lega di spiegarci come mai a Roma si interviene per fare associare obbligatoriamente dall'alto i Comuni. La dico così perché qui si contesta la Regione quando persegue politiche che vanno nella stessa identica direzione, perché credo che sia necessario che ci sia un momento di chiarezza, perché altrimenti, signori, si fa soltanto di volta in volta della demagogia e non è un modo secondo me produttivo a medio e lungo termine per intervenire su un ambito che è questo, che è quello del bisogno sociale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Mi dispiace che adesso in Aula non ci siano i colleghi, mi fa piacere che siate intervenuti perché questa anche è una discussione molto importante, che riguarda il sociale e mi farebbe piacere, con lo stesso auspicio che rivolgeva il collega Favia, sapere su questo tema quali sono le vostre posizioni. Anch'io penso ogni tanto a voce alta, non pensate di essere gli unici e avrei piacere che i vostri monitor fossero accesi quando parlano anche gli altri.
(interruzioni)
Al di là di questa premessa, io volevo dire che questo programma presentato dall'assessore Marzocchi denota uno sforzo, uno sforzo anche apprezzabile in alcuni passaggi, però le confesso, assessore, come le avevo anticipato in commissione, avrei preferito che alcuni ambiti fossero stati declinati maggiormente. Mi riservo in futuro di essere suggeritrice attenta rispetto ad alcuni passaggi, in particolare dove, questa volta, ho riscontrato una maggiore attenzione alla famiglia, perché oggi è innegabile, lo stiamo finalmente riconoscendo tutti, che la famiglia si è rivelata la più utile e la più grande ammortizzatrice in questo momento di crisi.
Apprezzo questo sforzo anche perché i fondi purtroppo sono calati e devo anche prendere atto che i fondi sono calati principalmente per un minor trasferimento delle risorse nazionali. Se in certi ambiti posso anche aver compreso alcuni tagli, al di là della modalità, ecco, qui, nel sociale faccio proprio molta fatica perché secondo me il sociale oggi ha aumentato le sue esigenze e quindi qualunque tipologia di taglio si faccia fatico ad accettarla.
Non entro nel merito poi di come questa Regione ha pensato di allocare le risorse dal punto di vista del soggetto gestore, che si può prestare effettivamente ad alcune considerazioni, però a me quello che più preme è dire che forse in questa occasione mi sarei aspettata una declinazione anche di quel cosiddetto quoziente familiare, piuttosto che fattore familiare, visto che oggi si dice che il fattore familiare può essere l'interpretazione migliore rispetto a questo tema in termini anche di maggiore attuabilità, individuando anche, per esempio, delle modalità di no tax area.
Sì, lo confesso, perché quando lei mi parla del programma straordinario a favore delle famiglie, sicuramente mi sarei attesa qualche esempio concreto, perché io, purtroppo, assessore Marzocchi, sono molto delusa dall'attuale inapplicabilità, o dalla ancora assente direttiva sui servizi sociosanitari e socio educativi che la Giunta doveva elaborare per definire le modalità di compartecipazione. A distanza quasi di un anno questa direttiva ancora non è stata purtroppo elaborata. Mi risulta che effettivamente in assessorato ci stiano lavorando, però l'assenza di questa direttiva sta iniziando a produrre dei seri danni in alcuni comuni in termini di definizione quantitativa sulla compartecipazione a certi servizi sociosanitari.
Quello che voglio dire, ripeto, è che è difficile, in questo ambito di discussione generale, entrare nel dettaglio, però sarebbe auspicabile che questa Regione, al di là del fatto di essere più attenta rispetto a certe sollecitazioni che ormai da tempo e da tanti mondi pervengono, però si distinguesse anche in termini di tempistica. Abbiamo una tempistica, assessore, che purtroppo rispetto a una crisi che impone una accelerazione deve essere rivista.
Le ho portato l'esempio dell'applicazione, dell'elaborazione della direttiva dell'art. 49 della legge finanziaria dell'anno scorso. Questo è solo un esempio.
Quindi, in linea di principio, le dico apprezzo lo sforzo che è stato fatto, gradirei che questa Regione scalasse una marcia e ne ingranasse due, i tempi lo richiedono e soprattutto siccome ricordo che lei aveva parlato anche di una riflessione in termini di quoziente o, ripeto, fattore familiare, iniziamo anche a fare uno sforzo in questa direzione, perché se oggi, come dicevo prima, è la famiglia il soggetto maggiore e lei questa attenzione e questa sensibilità l'ha rivelata, io mi sento abbastanza rassicurata sul fatto che lei possa interpretare questa esigenza e attribuire quindi a questo soggetto un'attenzione diversa dal passato. Io confido molto su di lei, pertanto posso apprezzare i buoni propositi, ma se poi nella tempistica non ce li troviamo si vanifica un apprezzamento che vorrei che non fosse solo tale.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Comunico che è stato distribuito, l'avete sui vostri banchi, un ordine del giorno a firma del consigliere Pollastri insieme ad una risoluzione, oggetto 758, a firma del consigliere Corradi. La discussione generale è aperta anche su questi due documenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.
LEONI: Grazie, presidente.
Brevemente anche perché i colleghi del gruppo hanno già illustrato bene le criticità che il Popolo della Libertà ha notato e ha posto in rilievo in questo atto che viene proposto al nostro esame.
Anch'io voglio trovare in questo un punto di criticità, che è quello che vede per l'ennesima volta questa Regione avere un atteggiamento di favore, di fatto, nei confronti di un determinato gruppo di persone, non capendo perché tra le aree di disagio si debba sempre fare una discriminante nei confronti dei nostri cittadini. E allora lo ha già detto anche qualcuno, non si capisce perché nelle aree di priorità delle spese che vengono date, possibilità di spendere nei distretti della nostra regione vi sia l'infanzia e l'adolescenza, i giovani, povertà ed esclusione e non si capisce davvero perché ci debba essere quella degli immigrati stranieri. È evidente che se c'è una povertà c'è una povertà per tutti e non solo una povertà nei confronti di un determinato gruppo sociale. In più all'interno di questa discriminazione al contrario nei confronti dei nostri concittadini, vi è anche che per gli immigrati stranieri vengono dati più soldi rispetto a quelli per l'infanzia e l'adolescenza.
Per me non c'è niente di nuovo in questo da parte della Regione Emilia-Romagna, sappiamo bene che vi è un trattamento di favore nei confronti di determinati gruppi e vi è un trattamento di svantaggio, di fatto, nei confronti di chi in quel gruppo non fa parte, ossia i nostri concittadini, un motivo in più per votare in maniera contraria rispetto a questo atto.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Leoni.
Ha chiesto di parlare la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Vorrei intervenire sottolineando che noi, ovviamente, voteremo contro a questa risoluzione che è stata presentata dalla Lega Nord, anche specificando che, come già fatto dalla consigliera Donini, peraltro forse quando si fanno queste discussioni bisognerebbe andarsi a rileggere la legge e capire di che cosa parliamo, perché qui, in maniera assolutamente propagandistica, la Lega che cosa ha fatto? Ha preso il pezzettino che riguarda in questo fondo il sostegno alle Province e ne ha fatto il pezzo generale.
Caro collega, sull'infanzia e l'adolescenza questa Regione investe milioni di euro, ben oltre i 425 mila euro che sono dati alle Province, essendo la Regione che più investe sull'infanzia e l'adolescenza, tutto con fondi propri, di tutto il territorio nazionale. E vorrei sottolineare che anche le politiche che riguardano l'integrazione e i piani provinciali per l'integrazione dei cittadini stranieri sono in carico ai Comuni e ai territori perché il vostro Governo non ha più dato finanziamenti per l'integrazione scolastica neanche dei minori. Per cui noi siamo di fronte a un gigantesco problema che voi continuate a mettere sotto il tappeto: di milioni di persone che lavorano nel nostro Paese e voi - voi - non date neanche l'opportunità non dico di un percorso di integrazione, di cittadinanza, e qui ci sarà un confronto per il futuro visto che noi pensiamo che i cittadini che nascono qui sono cittadini italiani, a differenza di voi, ma semplicemente per imparare la lingua e permettere a chi è qui a lavorare con la vostra legge, con il permesso di soggiorno e la vostra legge Bossi-Fini, possa parlare la lingua con i cittadini italiani. Siccome avete tagliato anche quei fondi lì, siamo costretti a ricostruire un piano per l'integrazione che sia a questi de minimis.
Voglio poi intervenire su un altro punto, che credo sia la questione di maggior rilievo del provvedimento che noi stiamo esaminando ed è il fatto che se rimane un welfare nella regione Emilia-Romagna, rimane per le scelte che stanno facendo la Regione e i Comuni dell'Emilia-Romagna, perché voi avete tagliato il fondo sociale nazionale e perché voi avete azzerato il fondo per la non autosufficienza. Quindi credo che prima di sottolineare le mancanze della Regione Emilia-Romagna, e sicuramente si può migliorare in tutto, e dopo dirò su alcuni punti, credo che dobbiamo sottolineare come dovreste battervi assieme a noi perché i cittadini dell'Emilia-Romagna abbiano garantiti i diritti fondamentali che voi state tagliando a tutti i livelli, e continueremo a dirlo in tutte le sedi. L'infanzia, gli anziani, per voi le famiglie e le persone, se fosse per voi, in questa regione sarebbero da sole ad affrontare la crisi, mentre invece c'è una politica portata avanti dal centrosinistra, dalla Regione Emilia-Romagna, dagli enti locali, che consentirà di continuare a costruire i nidi, che consentirà di continuare a dare alle famiglie sostegni economici, che consentirà di continuare a costruire supporti alle persone non autosufficienti, a cui peraltro voi tagliate anche l'indennità a livello nazionale.
Sottolineo anche il fatto, consigliera Noè, che giustamente sul tema delle famiglie indicava come ci sia un'assoluta novità in questo provvedimento, che deriva dalla discussione che vi è stata sulla finanziaria dello scorso anno. Io voglio tornare su questa questione perché per noi c'è un tema fondamentale, che condividiamo quelle cose che lei ha sottolineato, e cioè che in questo Paese la famiglia è l'unico ammortizzatore sociale non riconosciuto da politiche nazionali. Non c'è nessuna politica nazionale a sostegno di ciò che le famiglie fanno in termini educativi e di cura. Oggi invece qui, in Emilia-Romagna, c'è una prima base sulle politiche che ci competono, perché purtroppo le politiche fiscali non ci competono, che mette in atto concretamente una risposta a quel bisogno, a quel sostegno anche dal punto di vista del sostegno economico, perché dal punto di vista del sostegno dei servizi credo che in questa regione si possa dire che siamo davanti a tutte le graduatorie e siamo l'unica realtà in Italia che rispetta gli obiettivi di Lisbona dal punto di vista dei servizi all'infanzia e dei servizi all'adolescenza.
Allora, su questo punto credo però che ci dobbiamo intendere, perché c'è una questione che riguarda anche l'attuazione dell'articolo della finanziaria 2010 riguardo agli interventi di riduzione delle rette per le famiglie numerose e con persone non autosufficienti a carico, su quello molti Comuni stanno sperimentando. Non è il quoziente familiare e non è tanto meno il quoziente Parma, che non esiste in quanto non ci sono neanche soldi a copertura di quel regolamento che hanno fatto, ma è la precisa valutazione del fatto che è necessario sostenere le famiglie, soprattutto le famiglie con figli e persone non autosufficienti che sono quelle che scivolano nelle soglie di povertà. Tutti i dati nazionali lo dicono e noi non siamo da questo punto di vista diversi, perché c'è un problema di redditi, perché c'è un problema di sostegni alla educazione, che in questo Paese non ci sono.
Benissimo, credo, quindi, che dobbiamo sottolineare come qui si stanno facendo dei forti passi in avanti, passi in avanti che sono in assoluta controtendenza rispetto alle politiche nazionali e credo che questo vada riconosciuto, perché a livello nazionale si sta andando in tutt'altra direzione. E va riconosciuto anche il fatto che anche sulle questioni che riguardano la riduzione delle rette ci sono ambiti che competono alla Regione sui servizi sociosanitari, ma in particolare sul sostegno alle famiglie non possiamo essere noi, gli erogatori dei servizi sono i Comuni. È chiaro che un indirizzo come quello che è posto qui, di lavorare a livello distrettuale, non è affatto sottrazione ai Comuni, è la condizione per dire ai Comuni facciamo assieme sui servizi, perché non è possibile pensare che con il confine di comune cambino le condizioni di sostegno alle famiglie e alle persone nel nostro territorio. Se vogliamo costruire un welfare equo dobbiamo andare nella direzione di fare assieme, se vogliamo costruire un welfare che regga l'urto dei tagli nazionali dobbiamo metterci nelle condizioni di fare assieme Province, Regione e Comuni, e il livello del distretto è il livello della decisione che ci può consentire di reggere lo scempio delle politiche nazionali.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Pariani.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Visto che la discussione investe i due documenti presentati sia dalla Lega Nord che il nostro, volevo, dando atto comunque all'assessore, ne abbiamo parlato in commissione, che potesse precisare in Aula, essendo questo punto sulle spese quello su cui, scusate il gioco di parole, ho puntato la mia attenzione (quando io vedo convegni, centri di ricerca, di formazione, drizzo le antenne perché magari può sfuggire anche all'assessore stesso quella che può essere poi la spesa conseguente a questo tipo di iniziative) e quindi vorrei, assessore, eventualmente, metto le mani avanti, che questo tipo - e questo è lo spirito, la ratio dell'ordine del giorno - di attività non si trasformi, come spesso accade, in una passerella propagandistica, ma effettivamente possa essere un'attività con spese molto contenute, anche perché adesso abbiamo dei mezzi d'informazione direi quasi a costo zero con cui, non voglio dire propagandare, ma comunicare ai cittadini le iniziative. Questo è lo spirito non critico, ma costruttivo con il quale ho inteso rivolgermi a lei, che è comunque molto attenta e sensibile anche alle richieste dell'opposizione, per poter vedere (mi sembra un ordine del giorno di assoluto buonsenso e di assoluto stimolo nell'ottica di questi contenimenti dei costi cui faceva riferimento anche il presidente della Giunta regionale Errani nelle sue linee di mandato), anche nelle pieghe di questo provvedimento che è al vaglio dell'Aula oggi, se possa impegnare la Giunta in questo senso.
Quindi auspico di raccogliere anche da parte di altri gruppi l'accoglimento di questo che è, ripeto, un documento di indirizzo che mi pare di assoluto buonsenso.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Poche parole per dire, a proposito di chi mi ha preceduto, e non ripetere molte cose con cui concordo con i colleghi soprattutto di maggioranza, che quando si parla di famiglia è bene usare il termine plurale famiglie, lo diceva una collega prima ricordando l'articolo della finanziaria su cui è tanto discusso, l'art. 48 della finanziaria di un anno fa.
L'IdV ha appena ripresentato in Parlamento la proposta di legge sul patto civile di solidarietà, annuncio che la presenteremo anche in questa Regione come proposta di legge da mandare in Parlamento, così avremo modo di discutere in materia di famiglie su come è cambiato il concetto di famiglia e su come si è evoluta nella società la famiglia stessa oggi (per chi ha letto “Repubblica” c'era un interessante articolo, ad esempio, che ormai sta prevalendo il figlio unico un po' in tutte le famiglie che decidono di avere dei bambini, tanto per fare un esempio).
Allora, è bene ricordare che occorre dare attuazione all'art. 48 della finanziaria regionale ed è bene pensare che i drammatici tagli del Governo in materia sociale impongono alla Regione di attuare, con la delibera che stiamo prendendo, una sorta di compensazione. È bene però anche intervenire nella società per aiutare le famiglie in tutti i modi; si possono aiutare in tanti modi favorendo, per esempio, anche sul piano urbanistico un'idea diversa di società, di città, di abitazione, di coabitazione. Faccio un esempio tra i tanti: quello del cohousing, che andrebbe assolutamente incentivato con tutti i sistemi che si possono adottare sul piano regionale.
Quindi è giusto che la Regione cerchi di limitare i danni della finanziaria regionale con un provvedimento di questo tipo ed è giusto che vada incontro alle esigenze delle famiglie, al di là della retorica familista che è stata utilizzata. Penso, per esempio, alla retorica familistica di tutti i politici di origine democristiana, noi abbiamo avuto la DC che ha governato per cinquant'anni e invece ci troviamo in questo momento in un Paese che è quello che in Europa aiuta di meno le famiglie e in un Paese che, di fatto, non ha ammortizzatori sociali e che scarica sulle famiglie il peso degli ammortizzatori sociali. Voglio fare un altro esempio che mi sta particolarmente a cuore: quando, per esempio, c'è un malato terminale non c'è nessuna norma, nessuna legge che consenta ai familiari di assistere i propri cari, ad esempio, con permessi dal lavoro, o comunque quel poco che c'è è del tutto insufficiente, e via dicendo. Lo dico anche per esperienza personale, io ho tentato in sede parlamentare di fare una proposta di questo tipo, ma non c'è stato modo di farla passare.
Allora, lasciamo stare la retorica, lasciamo stare l'ideologia, andiamo sui fatti. In molti paesi dove si è legiferato per allargare il concetto di famiglia e per riconoscere tutti i nuclei familiari, la rilevanza anche giuridica di tutti i nuclei familiari, comprese le coppie omosessuali, comprese le persone single che vivono con i figli e via dicendo, noi abbiamo avuto un grandissimo vantaggio nella società, abbiamo avuto un grandissimo gradimento delle opinioni pubbliche e sono tutte leggi che sono presenti in tutta Europa, tranne che in Italia, ormai dappertutto. Siamo rimasti noi e la Grecia a non avere una legislazione di questo tipo. Queste legislazioni hanno migliorato la coesione sociale, la qualità della vita, e via dicendo, di quelle popolazioni. In Francia, ad esempio, il Pacs ha superato il numero dei matrimoni celebrati.
Allora, che cosa vuol dire? Vuol dire che sul piano nazionale occorrono strumenti giuridici nuovi di riconoscimento delle famiglie, sul piano locale occorrono interventi come quello che stiamo discutendo per cercare di porre rimedio ai disastri del Governo nazionale.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Ovviamente, in premessa, mi corre l'obbligo di precisare alla consigliera Noè e alla consigliera Pariani che non intervengo per farle contente, semmai sarei intervenuto per rispondere all'assessore, che con molta più educazione e con la grazia che la contraddistingue mi ha chiesto un'opinione in via personale. Oppure sarei dovuto intervenire per spiegare alla consigliera Noè delle piccole nozioni, per quel che posso, sull'uso di Internet Explorer in cui si possono tenere aperte molte finestre contemporaneamente, ma indubbiamente questa non è la sede.
Intervengo invece perché non riesco ad associarmi al consigliere Piva nel momento in cui esulta tra virgolette per il fatto che non c'è un taglio nella programmazione 2010 sul tema del sociale. Dal mio punto di vista, dico, ci mancherebbe che una Giunta di sinistra tagliasse sul sociale. Questo non vuole dire che non condivida, lei lo sa bene, l'opinione sul fatto che i continui tagli negli anni alle Regioni, ovviamente non solo alla Regione Emilia-Romagna, sul sociale siano preoccupanti e da un certo punto di vista riconosco gli sforzi che fa la Regione per restare quantomeno in linea, però è anche vero che questa programmazione non tiene in conto il peggioramento della crisi economica attuale, il peggioramento di condizioni di vita delle famiglie, anche di famiglie che prima avevano tenori di vita decorosi e che adesso si trovano in uno stato di bisogno. Tra queste famiglie ci sono anche i nuclei familiari, appunto, con anziani e persone con disabilità, per le quali francamente non ho visto interventi specifici aggiuntivi, che secondo me invece sarebbero stati doverosi.
Ancora questa programmazione non tiene conto di questi fattori globali di disagio e va a chiedere ai disabili, ai fini della partecipazione alla spesa, il calcolo anche di quei redditi esenti da Irpef che fino al 2009 erano esclusi dalla base di calcolo dell'Isee.
Questo è un po' il panorama globale che noi come movimento abbiamo rilevato, pur condividendo, torno a dirlo, gli sforzi che sono stati fatti, ed è un po' triste vedere come il sociale sia bistrattato assieme a tanti altri settori (penso alla cultura e ne parleremo dopo), proprio in quello che l'anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
Dico anche che le soluzioni, perché immagino già le repliche (questo è quello che possiamo fare, i tagli ci sono stati), probabilmente ci sono e io voterò a favore dell'ordine del giorno del consigliere Pollastri perché è vero che quello può essere un argomento, e apprezzo anche la forma in cui l'ha redatto, sul quale si può tagliare, perché tagli ne abbiamo proposti anche noi, ma non è detto che debbano essere solo quelli, noi continuiamo a credere che se ne possano fare, tagli e razionalizzazioni della spesa.
Quando ci si preoccupa, nel momento in cui si chiede di tagliare i vitalizi, di eventuali ricorsi, mi piacerebbe che ci si preoccupasse anche di quello che può accadere nel sociale nel momento in cui le famiglie non faranno più fatica ad arrivare al 27 del mese, ma faranno fatica ad arrivare al 10.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare l'assessore Marzocchi. Ne ha facoltà.
MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente.
Sì, ho chiesto di dire due parole perché mi interessava rispondervi, ma anche tenere aperto il discorso e il dialogo rispetto alle cose di cui stiamo parlando e per me questo è uno dei momenti più importanti, ovviamente, della programmazione della mia attività, che intendo comunque condividere, o almeno chiarire, sia alle minoranze che alla maggioranza.
Continuo a dire che i tagli ci sono stati, ma penso di non fare ideologia, cari colleghi, perché ci sono stati, cioè i soldi non li abbiamo. Magari fosse ideologia! Magari! Non è così. E questi soldi non è che non li danno a noi, i soldi che passano per il mio assessorato sono soldi che ci tolgono e che non danno ai servizi e alle persone, quindi su questo, almeno su questo, facciamo un patto: che non ci sono e che viene penalizzata la nostra gente.
Poi un'altra cosa: io veramente sono molto orgogliosa di poter essere qui oggi e di rappresentare questa Regione in questo assessorato, perché mi hanno dato, hanno dato al sociale e al mio assessorato tutti i soldi che avevo l'anno scorso, anzi, confermando i 22 milioni in più del fondo straordinario per la crisi. Guardate che non è di destra o di sinistra, penso che siamo l'unica Regione in Italia che ha fatto questa cosa. Quindi possiamo essere orgogliosi di questo e io lo sono perché la valorizzazione del sociale è una cosa assolutamente inusuale e non lo dico solo io e credo che questo sia uno sforzo da riconoscere perché le risorse che sono state date al mio settore sono state tolte da altri settori, cosa che non ha fatto il Governo e che questa Regione ha fatto, in accordo con le indicazioni date dal Presidente della Repubblica, quindi super partes, di fare delle scelte politiche mirate.
Su questo io credo di condividere almeno e rappresentare gli enti locali che si trovano a gestire gli effetti di questa grande crisi di questo grande momento di difficoltà.
Ribadisco poi che quello di cui stiamo parlando ora, oggi, non è tutto il sociale. Insieme a questi fondi, a queste risorse, c'è la scelta del fondo per la non autosufficienza, che ugualmente interessa le famiglie e le politiche sociali e dà grande riscontro del nostro intervento.
L'altro punto. Cari colleghi, in modo particolare il collega Pollastri, Corradi, Vecchi, guardate che il fondo locale è gestito dagli enti locali, non è gestito dalle ASL e noi non abbiamo delegato la gestione del sociale alle ASL. La programmazione, e l'utilizzo delle risorse a livello distrettuale, è stabilita dal distretto che è, per effetto della legge 2 del Piano socio-sanitario, organismo di completa integrazione sia del sociale che del sanitario.
La conferenza territoriale socio-sanitaria è fatta dai sindaci dei territori e quindi sono gli enti locali, in forma associata, così come anche la vostra parte politica ci chiede di fare per applicare le nostre programmazioni.
Infine, il dibattito tra immigrazione e adolescenza e giovani. Mi fate il filo tra 400 e 440 dicendo che questa è una scelta di favore. Perdonatemi, è proprio far politica così, perché volete dire che non siete d'accordo, perché i 400 dei minori della prima riga del fondo provinciale sono accompagnati da 5 milioni sulla famiglia, uno sull'integrazione, 11 milioni del fondo straordinario già utilizzato quest'anno solo per minori e famiglie, quindi non c'è assolutamente paragone, non vedo quando dite che noi facciamo un trattamento di favore.
Ribadisco poi, e su questo, accidenti, mi dovreste sostenere perché faccio quello che chiede il nostro governo, nel senso che se andate a vedere le priorità, dei soldi che noi diamo all'immigrazione, sono per l'alfabetizzazione. L'abbiamo ribadito e lo vedrete nella delibera specifica di assegnazione e cioè noi mettiamo delle risorse in quello che ci chiederete di fare, tra l'altro li anticipiamo, questa volta i tempi giocano a nostro favore, non potete non essere d'accordo su quello. Non vi chiedo di votare a favore, so che votate contro perché questo è il gioco che ci spetta, però, non so come si dice in politica, parliamoci chiaro, questa è la sostanza.
Poi, tutte le risorse che noi diamo sono assolutamente monitorate. Quelle dei piani di zona hanno un monitoraggio preciso e ritornano documentate a livello territoriale e a livello centrale; monitoriamo pubblicamente anche gli interventi straordinari e vi invito tutti il 6 dicembre mattina dove verranno monitorati gli 11 milioni che abbiamo dato quest'anno, quindi a mezzo anno in itinere, cerchiamo di imparare sui tempi, ad essere reattivi, sui fondi della famiglia.
Quindi se venite, lì c'è possibilità di interagire, di correggere e di mirare gli interventi.
In ultimo, il nostro federalismo, voi ci proponete il federalismo, noi, sapete, lo vogliamo fare, lo dice il nostro presidente, lo vogliamo fare bene, ma non vogliamo fare il federalismo municipale. Il welfare che vogliamo costruire è un welfare comunitario, a livello distrettuale e non è una scelta che abbiamo messo in piedi adesso, noi integriamo a livello di distretto tutta la programmazione.
Il PTR vi dimostra che andremo avanti, su questo, non solo sul sociale-sanitario, ma anche sul resto.
E su questo non ci sono dubbi, l'abbiamo scritto.
Poi, consigliere Vecchi, costi standard. Se guardate gli obiettivi del programma di mandato, anche su questo cercheremo di scavalcarvi, scavalcare la vostra proposta, perché i costi standard non fanno un sistema equo. Noi lavoriamo e vogliamo lavorare per fare i livelli delle prestazioni sociali. Sono una scorciatoia di costi standard, dobbiamo vedere il carico dell'intervento sociale su ogni singola persona. Solo così tratteremo davvero tutti uguali, di qualsiasi colore siano e qualsiasi età abbiano.
Rispetto all'impegno e alle aspettative della consigliera Noè. Condividiamo in pieno gli obiettivi. La reattività e i tempi. Noi dall'anno scorso la parte che siamo riusciti a fare, che è uno stato operativo avanzato, è quella della regolazione dell'aggiornamento della compartecipazione per il livello socio-sanitario. E avanti, abbiamo già passato i livelli di concertazione. Siamo avanti, su quello lo stiamo facendo, che era un percorso possibile, perché potevamo decidere noi.
Lavoreremo senz'altro sulla rielaborazione della compartecipazione degli ambiti sociali, così non dico né quoziente, né fattore, lo faremo insieme, l'ho appena comunicato agli enti locali e siamo appena partiti. Questo è un discorso serio, vi chiedo di stare attenti e di osservare come verranno usati i 5 milioni e capirete che non dimentichiamo e abbiamo messo in atto ogni possibile percorso praticabile. Altro non era praticabile.
L'ultimo pezzettino, è il suggerimento, e ricordo, ribadisco siamo connessi anche sulla spesa dei convegni, non è una scelta che facciamo noi come assessorato, è una scelta che abbiamo fatto come Giunta. Staremo attenti. È un titolo che abbiamo scritto per forza, perché se no non ne possiamo fare neanche uno.
So già, e sono in programmazione già i convegni che dobbiamo fare per il prossimo anno, per cui è stata scritta questa riga. I due convegni organizzati sono quelli sulla legge sui nidi, perché come sapete nel programma di mandato c'è scritto che dobbiamo rivedere...
PRESIDENTE (Aimi): Assessore Marzocchi, la prego di avviarsi alle conclusioni.
MARZOCCHI: ... e l'altro è quello sul volontariato perché è l'anno europeo del volontariato e ci dovremo confrontare, ma saremo molto morigerati anche sui costi perché questo è un impegno che ci preme, perché ogni soldo che mettiamo lì lo togliamo ai servizi.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Marzocchi, è rimasta nei tempi.
Passiamo ora alla fase delle dichiarazioni di voto che ricordo ai colleghi sono congiunte sia sull'atto amministrativo oggetto 689, sia sull'ordine del giorno a firma del consigliere Pollastri, che sulla risoluzione a firma del collega Corradi.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: In dichiarazione di voto, dopo l'appassionata replica dell'assessore Marzocchi, mi è sembrato di cogliere dalle sue parole, uso il condizionale, e spero che anche i colleghi della maggioranza abbiano colto nel passaggio conclusivo dell'assessore, la preoccupazione insita nell'ordine del giorno che ho presentato. Mi sembra di capire, assessore, che se lei non fosse seduta su questi banchi come rappresentante eletta dai cittadini voterebbe il mio ordine del giorno. Non so la sua maggioranza.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Signor presidente e colleghi, intervengo solo brevissimamente perché le ragioni del voto favorevole sull'atto in questione sono già state ben descritte precedentemente dagli interventi dei colleghi, quindi non entro nel merito.
Invece, esprimo anche la contrarietà all'ordine del giorno e alla risoluzione, uno del consigliere Pollastri, in quanto è meritevole l'indicazione di ridurre i costi nell'oggetto iscritto, ma già nella replica dell'assessore vi sono ampie garanzie che questo accadrà, per cui mi sento rappresentato da quello che già poi rientra in un piano di riduzione di spesa che la Giunta complessivamente ha, e non entro in un argomento diverso da questo.
Per cui voteremo contro a questo tipo di ordine del giorno, perché lo riteniamo un po' pleonastico e già compreso invece in quello che la Giunta e l'assessore ha dichiarato.
Per l'altra risoluzione del consigliere Corradi, parimenti mi sembra che si voti a favore del provvedimento complessivo. Non possono essere accolte queste indicazioni, in particolare quando si riferisce al ripristino del fondo indistinto per i comuni.
Qui è un po' quello che si è detto, cioè un welfare comunitario, dando peso e decisione al distretto, dove poi le amministrazioni comunali sono rappresentate.
Non possiamo pensare che i comuni più piccoli e più deboli siano svantaggiati se una programmazione avviene a livello distrettuale, anzi, vengono rafforzati perché i bisogni tuoi diventano i bisogni miei in un distretto, non ci può essere un pensiero che fra un comune e l'altro vi possa essere disparità di trattamento di cittadini che abitano magari a 600 metri di distanza perché li divide solo un confine comunale.
I bisogni sono gli stessi, quindi per questo motivo penso che anche questa risoluzione non possa essere accettata.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Anch'io dichiaro la contrarietà del gruppo della Federazione della Sinistra in merito ai due oggetti di ordini di giorno che sono stati presentati.
Per quel che attiene la proposta Pollastri, ritengo che l'assessore Marzocchi abbia dato una risposta più che soddisfacente.
Per quel che riguarda l'impianto proposto dai colleghi Corradi e altri del gruppo della Lega, non aggiungo altro e mi associo alle considerazioni fatte dai consiglieri che sono intervenuti.
Colgo l'occasione per chiarire però un aspetto, che poi avremo modo nel corso dei nostri lavori sui temi delle politiche socio-sanitarie di questa Regione di approfondire nelle commissioni e nei vari livelli sulla base di alcune considerazioni fatte dal collega Defranceschi, del quale ho apprezzato poi i contenuti dell'intervento. Quindi non è polemica, è per dire che questo non è un provvedimento che affronta tutto il bisogno, che peraltro è sempre più oltre al volume delle risorse che possiamo mettere a disposizione.
Ricordo che sul tema della non autosufficienza, la nostra Regione penso che sia l'unica ancora a livello nazionale che ha provveduto col fondo per la non autosufficienza, che ci consente il massimo dell'integrazione socio-sanitaria, che quello sì è di competenza appunto distrettuale e attraverso il quale noi andiamo oltre ai LEA, noi siamo in grado di erogare un livello di prestazioni che va oltre ai Livelli Essenziali di Assistenza, per importi di cui ci accolliamo noi l'onere di pagamento.
Poi possiamo intervenire nel merito, però vorrei chiarire che qui non c'è il tema della disabilità e della non autosufficienza, perché quel tema è affrontato attraverso l'erogazione del fondo specifico regionale che per il 2010 era coperto per un importo di oltre 108 milioni di euro, per il 2011 discuteremo sulla finanziaria per il prossimo anno e questi argomenti saranno tra gli argomenti all'oggetto dell'esame della finanziaria.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Non mi ripeto rispetto a quanto ho già detto prima, però la consigliera Donini e il consigliere Defranceschi mi danno il "la" per andare fuori tema, ma vorrei andarci perché comunque è un fuori tema relativo.
Io sono d'accordo sul fatto che lei dica, consigliera, che il tema della disabilità non è di competenza rispetto al ragionamento di oggi, perché rientra in un altro ambito. Facciamo però attenzione che comunque poiché stiamo parlando di situazioni sociali, io vorrei semplicemente riportare alla vostra attenzione un'ingiustizia che per me si sta perpetuando nella nostra Regione. Ingiustizia a cui accennava prima il consigliere Defranceschi, a cui ho fatto riferimento anch'io con l'art. 49.
Purtroppo, oggi, nei confronti dei disabili c'è una richiesta di compartecipazione alle spese, stiamo parlando di persone che quando non sono titolari di altri redditi sono titolari al massimo di 750 euro tra indennità di accompagnamento e pensione di invalidità. Queste persone vengono chiamate a delle quote di compartecipazione che tengono appunto conto nella valutazione della loro capacità economica ed anche di questi due redditi che ai sensi della legge nazionale 109 li considerava come redditi esenti.
Oggi purtroppo, per effetto di una finanziaria che invece li richiama, li include in un computo, nella misurazione della loro capacità economica, si è creato un notevole problema. Queste sono notizie dello stesso Circondario imolese, dal quale mi stanno giungendo comunicazioni non indifferenti, dove probabilmente ci saranno delle persone che semplicemente per compartecipare a dei servizi residenziali o anche semiresidenziali vengono chiamate a spendere più di quanto percepiscono a livello di pensione di invalidità.
Io raccomando molta attenzione, perché questa è una vera ingiustizia, una guerra tra poveri, soprattutto tra poveri disabili.
Io credo allora che su questo tema noi dovremo dibattere, perché secondo me quell'interpretazione, o comunque quel disposto dell'art. 49 della scorsa finanziaria è un disposto che merita una rivisitazione, merita assolutamente maggiore sensibilità perché, ripeto, fa riferimento a delle categorie che partono di per sé già svantaggiate.
È un fuori tema, ogni tanto capita, ma, ripeto, mi sono unita a degli appelli e a degli enunciati che già avevano fatto in precedenza i miei colleghi.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
La Presidenza, solitamente, consigliera, non entra nel merito, ma sarebbe doveroso e opportuno, a norma di Regolamento, attenersi all'argomento di cui si tratta.
Diciamo che tangenzialmente l'ha sfiorato. Non entriamo ovviamente nel merito della questione, però per i prossimi interventi sarebbe opportuno rimanere all'oggetto in discussione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Per precisare il nostro voto contrario, pur con le riserve che ho espresso prima e il nostro voto favorevole all'ordine del giorno del consigliere Pollastri e anche per apprezzare le parole della consigliera Donini, l'ho detto prima, di cui apprezziamo gli sforzi.
Per quanto riguarda la non autosufficienza, so che non è mai bello fare dei nomi dei casi personale, a parte che la persona in questione l'ha già fatto pubblicamente, quando parliamo di non autosufficienza e di mancanza di fondi, vorrei che si andasse su Youtube e si digitasse la prigione di Odessa, perché c'è una persona che si chiama Michele Odessa, che è imprigionato in casa, in una casa che non ha l'ascensore, ormai da anni. È stato licenziato dal Comune e non può uscire di casa perché al Comune di Bologna mancano 10 mila euro per montare un montacarichi.
Allora, apprezzo gli sforzi, però, come vediamo, c'è ancora tanto da fare.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Non c'è nessun altro prenotato in dichiarazione di voto, quindi metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 689/1, a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): L'ordine del giorno oggetto 689/1 è respinto.
Metto ora in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all'oggetto 689.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Aimi): L'Assemblea approva.
Metto ora in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 758, a firma del consigliere Corradi.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è respinta.
OGGETTO 663
Delibera: «Approvazione del bilancio di previsione 2011 e pluriennale 2011-2013 dell'IBACN della Regione Emilia-Romagna.» (27) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): La Commissione Bilancio Affari generali e istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 16 novembre 2010 con la seguente votazione: favorevoli 26; contrari 12; astenuti 2.
Discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Volevo solo sapere, perché c'era un attimo di distrazione e di questo chiedo scusa, cos'è che stiamo affrontando.
PRESIDENTE (Aimi): Stiamo affrontando ovviamente il punto successivo, l'oggetto 663, la proposta recante "Approvazione del bilancio di previsione 2011 e pluriennale 2011-2013 dell'IBACN della Regione Emilia-Romagna."
Siamo in dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Come Lega Nord riteniamo che per quanto riguarda l'approccio al bilancio dell'IBACN, o di altri enti, istituti o aziende della Regione, debba essere avviato un approccio completamente diverso.
È inutile e obsoleto operare per tagli lagnandosi di avere minori risorse a disposizione.
La spesa pubblica deve essere ridotta e le strutture organizzative devono essere rese efficienti.
A sostenere questa impostazione sono anche le nuove norme di contabilità pubblica. I bilanci andranno fatti per missioni e programmi, ossia bisognerà chiarire cosa si deve realizzare, quanto si deve stanziare e come si deve verificare il risultato raggiunto.
Le organizzazioni devono essere coerenti per le funzioni da svolgere e bisognerà prevedere sanzioni per i risultati mancanti.
Ad oggi il bilancio dell'IBACN che ci viene presentato, invece, è uno dei soliti bilanci regionali in cui le cifre dicono poco o nulla e inoltre non comprendono costi e spese ingenti e fondamentali per potere esprimere un giudizio sull'istituto e sui suoi risultati.
Mancano infatti i costi legati al personale; anzi, non è neanche precisato in questi bilanci quanto personale vi è assegnato, di quali qualifiche e con quale retribuzione e risultati.
Mancano gli obiettivi precisi e dettagliati da perseguire, pubblicazione di libri, ma quali e quanti; predisposizione di mostre, su che cosa e a chi interessano. L'attività di conservazione di documenti digitali è l'aspetto forse più importante dell'istituto e per cui si stanziano 2.260 mila euro, capitolo dedicato al polo archivistico regionale.
Non si conoscono tuttavia quali siano le modalità, quale la ripartizione dei compiti e le spese di funzionamento.
Questi sono alcuni esempi per richiamare l'attenzione su come i dati del bilancio non dicano più di tanto.
Un bilancio di 12 milioni di euro sembra un'enormità, considerate le necessità improrogabili di diminuire la spesa pubblica e di investire su meccanismi virtuosi che possano effettivamente essere di aiuto e di crescita all'economia del benessere collettivo.
Non crediamo nemmeno che l'avanzo di 3 milioni e 600 mila euro sia un dato positivo, bensì indice di cattiva programmazione o inefficienza dell'istituto.
È comunque un dato oggettivo per cui risorse regionali sono state bloccate per un anno, quando avrebbero potuto essere investite sulla società emiliano romagnola.
Se non sono state spese, significa che erano state conteggiate spese inutili, quando in questi tempi gli sprechi inutili vanno eliminati.
Occorre avviare un certo rigore nella spesa di denaro pubblico ripensando alle priorità della Regione e ricercando soluzioni organizzative nuove, più snelle, meno burocratiche, più efficienti, così come farebbe qualsiasi impresa privata pur di rimanere sul mercato e non fallire.
I tagli non bastano, occorre ripensare ai servizi e come poterli offrire. Pubblicazioni in formato lussuoso e costoso da accatastare nei magazzini oltre a mostre su argomenti discutibili non possono più essere giustificate dai cittadini chiamati a fare sacrifici e con difficoltà economiche.
Come Lega Nord ci aspettiamo bilanci che partano da obiettivi concreti, realistici e condivisibili, come ad esempio perseguire sul versante informatico la messa in rete delle biblioteche comunali e provinciali su tutto il territorio; implementare il sistema di conservazione digitale che costituisce l'innovazione e futuro risparmio per gli enti e per le imprese.
Eliminare le sedi superflue e di facciata: nel bilancio si registrano fitti e spese condominiali per 700 mila euro, gli sprechi, le sovrapposizioni che sono all'interno dell'istituto. Rendere chiaro una volta per tutte quanto effettivamente costa ai cittadini e quali risvolti per le spese possono e devono essere assolutamente tagliate.
Abbiamo anche fatto la proposta di accorpare le biblioteche esistenti all'interno dell'ente regione; ce ne sono infatti almeno 3 in funzione ed una di queste è all'interno dell'IBACN. È un esempio che sarebbe il primo passo verso una strada di maggior rigore economico.
Per queste ragioni noi voteremo contro questo bilancio in quanto per noi non è sufficientemente chiaro.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Data l'ora vorrei esprimere solo brevemente alcune considerazioni che ci spingono a votare a favore della previsione di bilancio dell'IBACN per l'anno a venire e il bilancio pluriennale.
Abbiamo avuto modo solo poche sessioni fa di avere in questa assemblea un dibattito più di merito nella valutazione del bilancio di attività dell'istituto per l'anno 2009.
Voglio dire soltanto che la proposta di bilancio che ci viene sottoposta deve essere approvata prima dell'adozione del bilancio generale della Regione per l'anno a venire, a cui eventualmente questo bilancio in qualche modo si adeguerà.
È un bilancio che ci indica le risorse e le azioni con le quali l'istituto stesso potrà perseguire i fini istituzionali che gli sono attribuiti sia nell'atto di costituzione, sia dalle leggi regionali che ad esso si appoggiano, che ad esso fanno riferimento, che attraverso esso trovano compimento.
Lo ricordiamo in maniera particolare: il coordinamento di tutto il sistema delle biblioteche a livello regionale, fra cui le azioni invocate dal collega Manfredini che in gran parte sono già oggi realtà, il coordinamento del sistema museale fino alla costituzione e alla tenuta e alla gestione del polo archivistico, che è un'attività su cui è previsto un finanziamento specifico e che è di grande importanza e al servizio di tutta la Regione.
Vorrei però sottolineare un elemento che è fondamentale.
Se guardiamo la relazione che ci viene presentata da parte del presidente dell'Istituto stesso, vediamo, lo segnalo all'attenzione dei colleghi, come all'istituto pervenga una quantità notevole di risorse attraverso la partecipazione a programmi dell'Unione Europea. Sono finanziamenti di solito concessi a reti di istituzioni culturali e per questo è necessaria una personalità giuridica propria dell'istituto, diversa da quella della Regione, e se qualcuno avesse la pazienza di andare a vedere, come ho fatto, anche la qualità dei progetti sostenuti dall'Unione Europea in cui l'Istituto è coinvolto e la qualità dei partner anche di altri paesi europei, vedrebbe come essi siano la certificazione migliore della considerazione dell'Istituto e delle sue attività che c'è anche al di fuori del territorio della nostra Regione.
Voglio peraltro ricordare, e ne abbiamo discusso anche in occasione del dibattito sul resoconto di attività 2009, fatto qualche tempo fa, che persino lo Stato, persino i ministeri in più di un'occasione hanno affidato all'IBACN il compito di realizzare loro progetti, per esempio relativi alla cooperazione internazionale, che nessun'altra struttura nel nostro paese era in grado di realizzare.
Si tratta quindi di un punto di eccellenza, di cui credo essere orgogliosi. Ovviamente, fermo restando la possibilità e credo anche l'interesse di questa Assemblea, e in maniera particolare dei consiglieri della quinta commissione, di approfondire in qualunque momento con la Giunta e con i responsabili dell'Istituto ogni aspetto che riguardi la gestione dell'Istituto, il programma di attività e le scelte prioritarie.
Quindi daremo convintamente un voto a favore della proposta di bilancio per l'IBACN.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, do la parola all'assessore Mezzetti per la conclusione del dibattito generale.
MEZZETTI, assessore: Molto brevemente, vi faccio risparmiare tempo perché il consigliere Vecchi ha già ampiamente illustrato una serie di ragioni. Fra l'altro voglio ricordare che solo da poco tempo abbiamo discusso anche il bilancio consuntivo nel dettaglio. Il consigliere Manfredini, che ora è assente, lamentava la mancanza di una specifica che era presente in quel bilancio. Anche quella fu occasione di critica da parte del consigliere Manfredini, e vorrei ricordarlo.
Solo una precisazione mi corre l'obbligo di fare, perché il consigliere Manfredini ha fatto riferimento a questo presunto avanzo di amministrazione proveniente dal 2010 di più di 3 milioni, considerandolo come una mancata spesa, che potremmo, quindi, risparmiare.
Vorrei ricordare che questi fondi sono completamente vincolati per quei programmi trilaterali sottoscritti fra noi, il ministero dei Beni culturali e le fondazioni private per il recupero e il restauro di beni immobili di carattere storico. Quindi non sono capitoli di bilancio non spesi perché non sapevamo come spenderli, ma sono completamente vincolati e si trascinano sul prossimo bilancio del 2011.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Mezzetti.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si apre la fase delle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire, pertanto si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 663.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Aimi): L'Assemblea approva.
OGGETTO 549
Richiesta di istituzione, proposta dal consigliere Alberto Vecchi, ai sensi dell'art. 60, commi 1 e 2 del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, di una Commissione assembleare d'inchiesta sul Nuovo Circondario Imolese, sui fondi regionali da esso ricevuti e sul suo funzionamento, al fine di valutare modifiche alla relativa legge regionale istitutiva (L.R. 6/2004) (Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Aimi): È aperto il dibattito generale.
Ricordo che ci sono dieci minuti per gli interventi, consideriamo anche questo atto alla stregua degli atti amministrativi.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Come PdL abbiamo fatto questa richiesta perché siamo andati un po' ad analizzare i soldi avuti in questi anni da questo carrozzone che è il Circondario, e soprattutto come sono stati utilizzati.
A questo punto questa commissione d'inchiesta che noi chiediamo è per andare veramente a capire come sono stati utilizzati e cosa è stato fatto con questo denaro. Siccome si parla dei tagli dello Stato, si parla dei soldi che vengono meno agli enti locali, alla Regione, poi dopo forse ci si scorda di vedere in che modo la Regione ha poi utilizzato questi soldi in questi anni.
Vediamo che dall'anno 2004 è stato creato il Circondario, questo ci costa indicativamente solo di spese di organi di rappresentanza, 110 mila euro circa all'anno: 90 mila per quanto riguarda la Giunta, Ufficio di presidenza, presidente, vicepresidente; 20 mila per quanto riguarda l'Assemblea.
Dopodiché andiamo a vedere Regione, Provincia, Comuni, quanto hanno dato in questi anni al Circondario, e vediamo che in questi 6/7 anni sono transitati almeno 2 milioni e 800 mila euro. Ma la cosa incredibile in tutto questo è che nonostante la nostra opposizione alla costruzione del Circondario, in quanto in tutta l'Emilia-Romagna c'era l'Unione dei comuni, noi vediamo che proprio lo scorso anno qui in quest'aula è stata approvata la nuova legge che regolava l'Unione dei Comuni e la riorganizzazione delle Comunità montane.
In questa legge avevamo previsto, e su quello tutti siamo stati concordi, che non c'erano compensi per i sindaci che avrebbero composto le giunte di queste Unioni dei comuni.
Bene, noi abbiamo chiesto in quest'aula di uniformare anche il Circondario a questa legge, lo scorso anno, e voi vi siete rifiutati lo scorso anno di approvare quanto da noi richiesto e per mesi la Giunta e il presidente del Circondario hanno continuato a percepire emolumenti nonostante in quest'aula e in tutto il resto della Regione noi li avessimo esclusi.
Finalmente è arrivato un obbligo del Governo, che è stato quello che ha obbligato da qualche mese il Circondario a sospendere ogni emolumento perché non rientrava più nelle sue possibilità come organo di secondo grado.
Noi questo l'avevamo già chiesto quando è stata approvata la legge sull'Unione dei comuni, però vi siete rifiutati anche in questo caso di approvarle e per mesi hanno continuato a spendere questi soldi, e sono stati solo per alimentare se stessi.
Ma andiamo oltre, abbiamo dato come Regione Emilia-Romagna, poi a sua volta trasferiti alla Provincia, che li ha dati al Circondario, i soldi per redigere il Piano strutturale comunale del Circondario, che unificava un progetto dei vari comuni.
Era stato mandato un dépliant, una brochure a tutti i cittadini del Circondario, doveva essere pronto nel 2007, siamo alla fine del 2010 e questo piano non è ancora stato preparato.
Quindi praticamente noi abbiamo dato milioni e milioni di euro a fronte del nulla, cioè il Circondario non ha nemmeno fatto il piano strutturale comunale in questi 5 anni che ha lavorato, che doveva essere concertato tra i vari comuni, però hanno continuato a sperperare del denaro della Regione Emilia-Romagna.
Siccome prima si è parlato dei tagli e delle possibilità di recuperare da parte della Regione il denaro, vediamo come la Regione nel caso del Circondario ha effettivamente sperperato del denaro pubblico.
Poi c'è da dire un'altra cosa: il Circondario per la sua tipologia usciva dal patto di stabilità, quindi mentre tutti i comuni erano obbligati a rispettare il patto di stabilità, noi vediamo che il Circondario ha potuto in questi anni eludere questo in quanto non vi rientrava, quindi ha continuato a spendere come voleva i soldi, a differenza degli altri enti.
Diciamo che c'è un altro fattore ancora grave sul Circondario, che oggi, che si sta elaborando il nuovo Regolamento del Circondario, che passa per tutti i comuni, che formano appunto il Circondario, per l'ennesima volta il Partito Democratico si rifiuta di approvare nel Regolamento del Circondario la possibilità di recesso per i comuni che vogliono uscire dal Circondario.
Caso unico in Italia, perché anche Empoli ha modificato questo. Bene, anche Empoli ha modificato questo punto, solamente nel Circondario Imolese nonostante non si percepisca più nulla perché per legge non si può percepire più nulla, nonostante ormai sia equiparato in tutto e per tutto all'Unione dei Comuni, quindi al fallimento del Circondario, continuate a fare girare nei vari comuni del Circondario un documento dove negate la possibilità ai singoli comuni di uscirne. Io credo che questa sia una vergogna che si sta consumando nella Regione Emilia-Romagna, e specificatamente nell'area imolese, con il consenso di quest'aula.
Quindi io credo che per questi motivi sia importante per noi fare una commissione d'inchiesta che chiarisca in tutti questi anni, siccome si parla dei tagli dello Stato, quanti soldi della Regione Emilia-Romagna sono andati al Circondario, a cosa sono serviti questi soldi che sono andati al Circondario, così almeno facciamo chiarezza su una vicenda un po' triste che abbiamo contrastato dall'inizio e che probabilmente nei prossimi giorni vede il suo epilogo, però nel silenzio totale. Questo non va bene, perché per 6/7 anni abbiamo sperperato denaro pubblico che potevamo utilizzare - questo sì - forse per i fondi precedenti che l'assessore Marzocchi diceva che mancano. Probabilmente potevano essere messi qui, che erano messi meglio.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Vecchi.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Come Lega Nord pensiamo che per la Regione Emilia-Romagna sia arrivato il momento di valutare seriamente l'operato e la ragion d'essere del Circondario imolese istituito nel 2004 in base alla legge regionale 6.
È ormai trascorso un periodo di tempo più che sufficiente per poter fare un bilancio generale su un ente di secondo grado - ce ne sono due soltanto in Italia - che non viene eletto direttamente dai cittadini e che in tutti questi anni non ha obiettivamente raggiunto obiettivi che possano giustificarne ancora l'esistenza. Soprattutto alla luce di un riordino generale degli enti locali e dei livelli di governo.
Anche nell'iter promosso dal Circondario stesso, per la modifica del proprio statuto, ha dimostrato di non essere altro che un malato terminale, che non può più essere tenuto artificialmente in vita.
La riforma che è stata proposta non eviterà comunque il fatto che il Circondario sia assolutamente escluso dal patto di stabilità, che possa spendere altri 16 milioni di euro come ha fatto fino ad ora.
Ricordo infatti che il Circondario non ha entrate proprie, bensì vive sulle spalle dei comuni, che già hanno le loro difficoltà con le scarse risorse a disposizione della Provincia e della Regione.
La stessa Provincia, che pure lo ha finanziato con soldi locali, computer e attrezzature personali, nel suo parere esprime molte riserve sull'ente, richiamando la legge 42 del 26/3/2010, legge Calderoli, per raccomandare una revisione di quanto proposto.
A seguito di un'interrogazione che ho recentemente presentato alla Giunta, ho appreso che la Regione in meno di 6 anni ha concesso 6 milioni di euro di finanziamenti e ritengo che la Regione Emilia-Romagna abbia il dovere di verificare come questo denaro pubblico sia stato speso.
Risultano finanziamenti mirati per l'elaborazione del piano strutturale dei 10 comuni che fanno parte del Circondario, un PSC propagandato nel 2005 dal presidente del Circondario con brochure rilegate e inviate a 120 mila residenti, che avrebbe dovuto essere concluso nel 2007.
Come diceva il collega Vecchi, ad oggi non è ancora nato, e probabilmente i dati, le planimetrie raccolte nell'iniziale quadro conoscitivo saranno ormai superati e sono da rifare.
È ora di chiarire la responsabilità di chi ha finanziato, chi ha presieduto, chi ha guidato un ente superfluo e inefficiente come il Circondario Imolese, un territorio ritagliato ad uso e consumo della federazioni imolese del PD e non per i comuni come si è voluto far credere, tanto che alcuni comuni emiliani, come Castel San Pietro e Medicina, vogliono entrare nella città metropolitana bolognese e gli altri comuni romagnoli vogliono starne al di fuori.
Abbiamo vissuto negli ultimi mesi il passaggio di comuni della Valmarecchia da una regione all'altra e non ci rendiamo conto della vera follia di obbligare a stare insieme comuni emiliani e comuni romagnoli, impedendo anche il recesso degli enti che lo volessero fare, così come prevede l'art. 2 dello Statuto del Circondario.
Ora più che mai, in vista della realizzazione della città metropolitana, occorre prevedere la possibilità per i comuni del territorio imolese di scegliere la Romagna invece che l'Unione con Bologna.
La Lega Nord è fra i promotori della petizione che fu presentata qui in Regione nel 2007, partecipando anche alle conferenze stampa di presentazione, sempre qui in Regione.
Voteremo la richiesta del collega Vecchi, che è perfettamente in linea con quanto la Lega Nord ha sempre sostenuto e cioè che è meglio eliminare questo ente moribondo ripartendo da zero prima di lasciare i cittadini di quel territorio definitivamente in mutande.
Le esigenze associative dei comuni e i risparmi di scala possono essere realizzati con una o più unioni dei comuni, raggruppando in modo efficiente ed economico gli enti locali omogenei per esigenze e per territorio.
Pertanto riteniamo necessaria una commissione d'inchiesta.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.
BIGNAMI: Il collega e amico Alberto Vecchi ha illustrato, credo in maniera assolutamente dettagliata e puntuale, la storia del Circondario, individuando i punti di criticità, i punti di debolezza, soprattutto sul piano della tenuta economica del bilancio del Circondario, oltre che della tenuta giuridica. Giustamente, un ente da cui non è possibile svolgere alcuna forma di recesso, cosa che si pone in aperto contrasto con le figure associative comunali previste dal testo unico degli enti locali, adombrando così anche una consistente ipotesi di incostituzionalità del medesimo, che pone una seria ipoteca non solo e non tanto sulle funzioni svolte, quanto sulle funzioni che ragionevolmente il Circondario dovrebbe svolgere, ma non svolgerà.
Riteniamo in questo senso che la Regione Emilia-Romagna sia in una qualche maniera il mandante politico dell'esecuzione di questo sperpero di risorse che secondo le previsioni del bilancio pluriennale del nuovo Circondario Imolese, quindi mi dedicherò per certi aspetti a completare l'intervento di chi mi ha preceduto sulle prospettive future di questo ente, che generosamente è stato definito inutile, anche se si potrebbe definire dannoso, perché la Regione Emilia-Romagna, se non lo sa lo imparerà leggendo il bilancio pluriennale del Nuovo Circondario Imolese medesimo, ha già previsto per gli anni 2011 e 2012 contributi superiori ai 5 milioni di euro, quasi 6 milioni di euro, che sommati a quelli già elargiti comporranno uno sperpero di circa 9 milioni di euro in tre anni. Il che potrebbe anche essere in una qualche maniera condivisibile se questi soldi venissero impiegati su uno scenario operativo utile, proficuo. Non solo non è appunto né utile, né proficuo, ma risulta essere dannoso perché il Circondario ricalca, come ha detto giustamente il consigliere Manfredini, i confini geografici non della storia di quelle terre, basterebbe guardare a Castel San Pietro, Medicina, Castel Guelfo per rendersi conto che nulla hanno a che fare con l'imolese e con la zona più romagnola della provincia di Bologna; nulla hanno a che fare con la tradizione anche culturale di quelle terre. La diocesi di Bologna comprende Castel San Pietro, ma non comprende Imola. Nulla hanno a che fare con il comune sentire di quelle terre, ma, al contrario, hanno come unico contorno geografico quello della federazione imolese del Partito Democratico. A dimostrazione di come il Partito Democratico intenda la propria concezione dell'ente pubblico come la concezione di chi vuole utilizzare le amministrazioni pubbliche per controllare il territorio, uno strumento a disposizione del partito, non il contrario.
Ed è per questo che una richiesta come quella formulata è basilare per iniziare ad avviare un confronto sul tema del nuovo Circondario Imolese, perché la legge 10/2008, anche questa è richiamata, immagina ben altro rispetto alla semplificazione del quadro normativo e legislativo in materia di associazioni e riunioni di comuni, tali per cui su un territorio che coinvolge oltre 112 mila cittadini della provincia di Bologna, risulta quanto meno sorprendente che vi sia così tanta superficialità e così voglia di chiudere la partita in fretta.
Ma dicevo dei costi. Al netto di ogni considerazione di carattere storico, culturale, di tradizione e quant'altro, non abbiamo riscontro di nessun tipo sull'utilità con cui questi soldi vengono spesi. Si parla di spese in conto capitale? Assolutamente no, la Regione Emilia-Romagna investirà qualcosa come 50 mila euro degli 8 milioni e 900 mila euro complessivi per il triennio 2010-2011-2012 per spese in conto capitale, a dimostrazione che non è sul piano degli investimenti, che pur sarebbero assentiti dalla finanziaria in termini generali per gli enti locali, e che non s'intende lasciare nulla alle generazioni future.
Si parla, al contrario, di spesa corrente, una spesa corrente che va in larga misura in consulenze, in stipendi, in emolumenti agli amministratori di secondo grado, senza che neanche si riesca a centrare la “mission” principale per la quale il Nuovo Circondario era nato, vale a dire quella di pianificazione urbanistica di base, che infatti a oggi è l'unica, non l'unica poco ci manca, che manca per comporre il reticolo della pianificazione urbanistica della provincia di Bologna. Vale a dire che a oggi il Comune di Castel San Pietro, di Imola, di Medicina, per non parlare della valle del Santerno, devono realizzare una pianificazione in varianza agli strumenti di programmazione generale vigenti, perché dal 2005 ad oggi si sono votate più e più proroghe nella “mission” del Circondario senza arrivare all'adozione, non dico all'approvazione, all'adozione di un PSC, cambiando i dirigenti, cambiando gli uffici di piano, toccati anche da inchieste della Procura.
Se ci fosse buona fede nella volontà di amministrare quest'ente, la Regione dovrebbe ripartire da zero, facendo punto su questo ente di secondo grado, che da inutile come ho detto in apertura, quale si configurava nell'ipotesi che poi in buona parte si è realizzata, si sta dimostrando dannoso. Perché si negano porzioni di sovranità e quindi di democrazia nei confronti delle popolazioni che in quell'ente dovrebbero essere rappresentate; si nega la possibilità di spendere bene dei soldi e soprattutto si nega la possibilità di amministrare in maniera virtuosa un territorio che rappresenta ben più dei circa 100 mila abitanti che vi ricadono dentro, ma rappresenta un patrimonio importante nel sistema regione. Perché Imola e l'imolese sono il punto di congiunzione tra l'Emilia e la Romagna e si potrebbero immaginare altre forme ed altri strumenti di coinvolgimento tra enti locali, magari anche avviando delle sinergie con Faenza, ma non sicuramente legando artificiosamente Imola a territori bolognesi che nella loro geografia politica, nella loro geografia economica poco hanno a che spartire.
Quindi, ovviamente, ribadendo il voto favorevole alla commissione d'inchiesta, valuteremo anche se non intervenire specificamente in sede di commissione bilancio, riservandoci evidentemente di inoltrare al presidente della commissione le richieste più opportune, per verificare come questi soldi verranno spesi, in che modo verranno spesi, perché dei 13 milioni di euro che compongono il bilancio triennale 2010-2012 del Nuovo Circondario imolese, oltre il 70% proviene dai fondi, dalle casse regionali.
Quindi, sorprende che poi la Regione ci venga a dire che i tagli del Governo sono insostenibili, che si tagliano voci di spesa che non sono compatibili con quelle che sono le esigenze della Regione, quando 10 milioni di euro vengono presi e messi letteralmente nel cestino.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Bignami.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.
BARTOLINI: La ringrazio, presidente.
Questa è un'Assemblea un po' particolare, dai due pesi e dalle due misure, perché quando si tratta di definire dei confini storici gratuiti della Romagna in questa Regione per valorizzare un territorio, per valorizzare i prodotti di quel territorio, per marcare proprio un territorio con delle proprie identità, con delle radici distinte da quelle emiliane, quindi con una sua storia, una sua cultura diversa da quella emiliana, questa Assemblea l'ha negata. Spaventata dal fatto che in Romagna si voglia chissà arrivare a quale risultato, quando noi chiediamo democraticamente, e mi meraviglia che un partito che si chiama Partito Democratico neghi questo, noi vogliamo soltanto che sia il popolo sovrano, quindi i cittadini romagnoli, ad esprimersi; non è che chiediamo d'imperio d'istituire una nuova regione.
Poi vediamo che una parte della Romagna, come il comprensorio imolese, non solo viene "caratterizzato" da confini istituzionali individuati da questa Assemblea con tanto di legge regionale, ma lo si fa in maniera tale dove addirittura alcuni comuni che vi fanno parte, che nulla hanno a che fare con questo comprensorio, come i comuni citati prima dai colleghi - Medicina e Castel San Pietro - che non vogliono stare oggi, così mi risulta, dentro a questo comprensorio, sono costretti a starci perché altrimenti non ci sono i numeri necessari per mantenere in piedi quello che giustamente è stato definito dai colleghi un vero e proprio carrozzone.
E allora l'Assemblea non può essere la solita Assemblea dei due pesi e delle due misure, che quando parla del Governo Berlusconi va tutto male, va tutto in vacca, bisogna sempre criticarla a prescindere e quindi è il Governo dei tagli, è il Governo che ci fa mancare le biro per scrivere e quant'altro, e poi manteniamo in piedi dei carrozzoni che in soli sei anni sono costati oltre 15 milioni di euro senza aver prodotto nulla, perché almeno avesse prodotto qualche strumento urbanistico, qualche strumento utile a far sì che quel territorio si potesse meglio sviluppare, crescere nel contesto regionale, potrebbe oggi essere il momento per fare un bilancio e qualcuno di voi ci potrebbe dire "ha fatto questo, questo, questo e quant'altro". Certo, cos'ha fatto? Ha distribuito una media di 110 mila euro annui di finanziamento solo per le spese del funzionamento, non si sa di che cosa, perché non si sa cosa ha prodotto, e con contributi regionali e in più ha proprio dissipato risorse pubbliche che danno proprio l'idea di un vero e proprio carrozzone, com'è stato detto dai colleghi.
In una regione che giustamente vanta dei tagli ai rami secchi come il presidente Errani ci ha detto più volte, sono state ridotte le partecipate, comunque sono stati snelliti dei consigli di amministrazione dove prima sedevano diversi membri, adesso si sono ridotti, quindi sono state fatte delle scelte in una direzione chiara, di ridimensionamento dei costi della politica, e invito anche la lista Movimento 5 Stelle che su questi temi caratterizza il proprio percorso politico a mettere la lente d'ingrandimento su questo ente, come noi chiediamo.
Con quale strumento lo chiediamo? Con quello che è previsto dal Regolamento interno dell'Assemblea che prevede l'istituzione di una commissione d'inchiesta che noi reputiamo necessaria per andare a capire meglio, forse noi stiamo già facendo qualche processo, qualcun altro potrebbe dire che non è così, io spero che qualcuno ce lo dica, ma credo che l'occasione giusta per dircelo sia proprio quella di una commissione d'inchiesta che possa andare a valutare come sono state spese le risorse pubbliche, perché altrimenti, se anche questa commissione, com'è successo in passato... Io ricordo che noi chiedemmo la commissione d'inchiesta per Terremerse, fummo derisi, così come per la terza torre, ci fu detto che noi chissà cosa sollevavamo per fare soltanto della propaganda o quant'altro, poi abbiamo visto che l'inchiesta l'ha fatta qualcun altro.
Allora io dico, prima che qualcun altro faccia le inchieste, facciamole noi perché in caso contrario daremo la dimostrazione che teniamo in piedi l'ennesimo carrozzone, magari per far sedere l'ennesimo esponente di partito che non avendo più incarichi di sindaco, di consigliere, o di altro, ha bisogno di un posto coperto per poter anche lui avere un ruolo nell'attività politica di questa Regione Emilia “trattino” Romagna.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Bartolini.
Ha chiesto d'intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Rispetto alla discussione che è stata introdotta dai miei colleghi e in merito all'opportunità di creare una commissione d'inchiesta che approfondisca le modalità con cui l'attività di questo Circondario è venuta avanti nel corso di questi anni, c'è anche un altro aspetto che ha destato un po' di curiosità e cerco di spiegarlo bene.
La legge regionale che ha istituito il Circondario è la legge 6/2004, ed equiparava il Circondario anche all'Unione dei Comuni.
Per effetto di questa equiparazione vorrei rendere noto ai miei colleghi che nel testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, all'art. 32, quando si disciplina, si norma il funzionamento dell'Unione dei Comuni si dice ad un certo punto al comma 2 che "l'atto costitutivo e lo statuto dell'Unione sono approvati dai consigli dei comuni partecipanti, con le procedure e la maggioranza richiesta per le modifiche statutarie".
Successivamente dice "lo statuto individua gli organi dell'Unione e le modalità per la loro costituzione e individua altresì le funzioni svolte dall'Unione e soprattutto - attenzione - le corrispondenti risorse".
Bene, se adesso vado a vedere il nuovo statuto, la proposta del nuovo articolato del nuovo statuto, che peraltro è già stato approvato anche dalla Provincia, io vedo che non prevede assolutamente le risorse che i comuni debbono mettere a disposizione del Circondario. Cosa che invece, dal momento che c'è un'analogia di trattamento, c'è un richiamo del Circondario alle Unioni dei Comuni e dove si dice chiaramente all'art. 32 che lo Statuto deve individuare anche le corrispondenti risorse che devono essere immesse nel Circondario stesso, quando vado ad esaminare non solo il vecchio articolato, ma anche la proposta del nuovo articolato, vedo che lo Statuto non prevede assolutamente le risorse che i comuni devono in realtà mettere a disposizione, tranne un euro a cittadino.
Allora, io credo che sia molto interessante riuscire a capire se effettivamente qui c'è un mancato chiarimento, voluto, non voluto o se è una distrazione, però probabilmente a questo riguardo, proprio per effetto di questa distonia fra la norma nazionale che rimanda all'ordinamento degli enti locali, e rispetto anche al nuovo ordinamento, laddove non si fa riferimento alle risorse finanziarie, alla loro provenienza, visto che oggi qui stiamo anche sindacando l'utilità e l'operato di questo ente, sinceramente accetto l'ipotesi di istituire questa commissione d'inchiesta, proprio per capire meglio come vengono gestite le risorse in entrata e in uscita.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Non ho nessun altro consigliere prenotato in discussione generale, apriamo la fase delle dichiarazioni di voto. I colleghi che intendono farlo possono prenotarsi, ricordo che hanno a disposizione cinque minuti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Colgo con piacere che si è passati la giornata domandandosi che cosa vota il Movimento 5 Stelle; abbiamo solo il 7%, spero che sia un 7% di peso.
Rispondo ai consiglieri del PdL dicendo che per mia natura sono tendenzialmente favorevole alle commissioni d'inchiesta e sono tendenzialmente favorevole a che si faccia luce in qualunque punto ci sia ombra.
E anche gli ultimi rilievi mossi dalla consigliera Noè sono decisamente interessanti, nonostante il dibattito francamente non mi sia piaciuto molto, nel senso che si è visto nella richiesta di una istituzione di una commissione d'inchiesta già il giudizio finale come se la commissione avesse già lavorato. Io credo che gli interventi dovessero essere più misurati a mettere in luce, a chi magari non era così preparato sull'argomento, quelle che erano appunto, come dicevo prima, le zone d'ombra.
Questo non toglie che nel merito il Movimento 5 Stelle voterà a favore dell'approfondimento della questione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Per dire della nostra contrarietà alla commissione d'inchiesta che riteniamo strumentale, non utile, poiché sulle questioni in merito al bilancio devo dire che ho trovato molta competenza nell'intervento del collega Bignami, che ha spiegato che basta confrontare il bilancio dell'ente della Regione con quello del Circondario Imolese e desumere ovviamente legittimamente opinioni diverse, ma non c'è bisogno di una commissione d'inchiesta, c'è bisogno di guardare, di leggere il bilancio con una competenza ragionieristica/politica.
Poi, sull'utilità o la non utilità del Circondario Imolese, ancorché faccio osservare che già il Circondario Imolese stia mettendo in campo una dinamica al proprio interno di riconversione, una figura giuridica diversa, come per esempio potrebbe essere l'Unione dei Comuni. Comunque in ogni caso avremo occasione, dopo la pausa natalizia, nell'occasione della discussione sul provvedimento di legge in merito al riordino degli enti locali, degli assetti degli enti locali, di discutere anche da posizioni diverse, legittimamente anche in contrapposizione, ma in quest'aula, dell'utilità o meno di un'organizzazione territoriale come quella del Circondario Imolese.
Quindi, non si capisce bene la richiesta di commissione d'inchiesta se non per ragioni strumentali o per cavalcare mediaticamente simulazioni di commissioni d'inchiesta sui livelli nazionali ovviamente più importanti, che non una commissione d'inchiesta su una questione che attiene all'organizzazione territoriale che può, secondo me, serenamente dentro la dialettica che ci aspetterà a gennaio in quest'aula in forza del provvedimento di legge che la vicepresidente Saliera ci proporrà alla discussione.
Quindi, il nostro voto sarà, presidente, contrario all'istituzione di questa inutile e dispendiosa, lo voglio rimarcare, non c'è il collega Favia lo rimarco per il collega Defranceschi, inutile e dispendiosa commissione d'inchiesta, sempre a beneficio del risparmio evocato e del taglio...
PRESIDENTE (Aimi): Le rimane un solo minuto, presidente Monari.
MONARI: Prego?
PRESIDENTE (Aimi): Le rimane un solo minuto.
MONARI: Ho finito.
PRESIDENTE (Aimi): È un risparmiatore.
Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Per ribadire come Popolo della Libertà con convinzione che noi invece chiediamo questa commissione d'inchiesta.
Rimango abbastanza perplesso come su un argomento così importante il consigliere regionale espressione di Imola non sia presente in aula, in quanto la consigliera Pariani non c'è.
Comunque, quello che...
(interruzioni)
Infatti, perché quando ha parlato di sanità ci ha spiegato e ci ha insegnato i servizi sociali e i costi. Però, peccato che si sia dimenticata di dire quanto ci è costato in questi anni il Circondario Imolese e che cosa ha prodotto il Circondario Imolese.
La cosa buffa è che si dice, ogni volta che noi chiediamo una commissione d'inchiesta, parlo ad alcuni colleghi che hanno memoria storica, che le nostre richieste sono strumentali. Era strumentale la commissione d'inchiesta sulla terza torre, che da quattro anni ha impiegato dieci anni per essere costruita e ha quadruplicato i costi, però abbiamo risparmiato la commissione secondo Monari.
Si è dimenticato di dirci che abbiamo chiesto la commissione per Terremerse e anche lì abbiamo risparmiato dei costi, consigliere Monari.
Adesso la chiediamo sul Circondario e i milioni di euro che ci avete fatto sperperare, siccome voi avete parlato di quello che non dà lo Stato, però tutto questo è strumentale.
Sono anni che vi diciamo che voi state avallando un Regolamento che prende spunto da una legge regionale che vieta la possibilità di recesso dei comuni, caso unico in Italia, e voi fate finta ancora dopo anni di non capire e non rispondete in quest'aula. Neanche Pol Pot probabilmente aveva operazioni di questo tipo.
Quindi, dal mio punto di vista questa commissione ha ragione di esistere perché la Regione Emilia-Romagna, istituendo il Circondario e sperperando milioni di euro pubblici, che potevano essere dati sulla sanità o sul disagio sociale, ha dato un cattivo esempio di gestione dei soldi regionali e noi vorremmo chiaramente capire in tutti questi anni, far capire ai 120 mila abitanti del Circondario, questi soldi come sono stati spesi. Però per voi è inutile, come era inutile per la terza torre e come era inutile per Terremerse.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Per esprimere parere favorevole alla commissione e per sottolineare in quest'aula che quando noi del PdL chiediamo le commissioni il Partito Democratico sostiene sempre che sono strumentali ed inutili.
Il collega Vecchi si è dimenticato di dire che abbiamo richiesto una commissione per i buchi della sanità, si parla di milioni e milioni di euro, ma anche questa era inutile e strumentale.
Sono già state citate le commissioni chieste da me e da Renzi su Terremerse, inutili e strumentali, come quelle relative alla terza torre, è tutto strumentale ciò che propone il centrodestra, mentre quello che propone il centrosinistra, che sperpera soldi proponendo e istituendo il Circondario di Imola per creare posti inutili e per non creare nulla di concreto, è utile!
Saranno i cittadini a decidere.
Il PdL fa proposte serie, sensate, propone commissioni che non costano nulla; il centrosinistra che ha paura di affrontare le conseguenze di certe scelte...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Aimi): Colleghi, per cortesia, sciogliamo i capannelli dei chiacchieroni, grazie.
Proceda pure, consigliere Filippi.
FILIPPI: ... chiaramente si oppone e quindi dice sempre no alle nostre proposte.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Filippi.
Non ho nessun altro iscritto in dichiarazione di voto. Ricordo che per Regolamento procediamo con il sistema elettronico. È richiesta, affinché vi sia l'approvazione, la maggioranza assoluta dei componenti, quindi 26 voti, ovviamente a favore.
Si proceda quindi alla votazione dell'oggetto 549, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
38
Assenti
12
Favorevoli
14
Contrari
24
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): La richiesta di commissione d'inchiesta è respinta.
OGGETTO 726
Risoluzione proposta dal Presidente della I Commissione, su mandato della stessa Commissione, recante: "Indirizzi sulle modifiche alla legge n. 11 del 2005 per gli aspetti di interesse regionale, con particolare riferimento al ruolo delle Assemblee legislative" (95) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): Apriamo la discussione generale.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Brevissimamente, per ricordare la portata di questa risoluzione, noi diamo adempimento intanto ad una precedente risoluzione dell'Assemblea legislativa, che nella seduta del 7 ottobre aveva indicato come importante la partecipazione della Regione alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione Europea.
Siccome siamo in prossimità della modifica, ci sono due progetti di legge, uno di iniziativa parlamentare che riunisce una serie di progetti di legge provenienti dalle diverse forze politiche, e uno di iniziativa governativa, che modificano in qualche modo la legge 11/2005, con questa risoluzione forniamo un contributo alla modifica di questa legge indicando quelle che a nostro avviso sono alcune priorità. In particolare, chiediamo venga mantenuta tutta la procedura relativa alla trasmissione degli atti all'Assemblea legislativa, oltre che alla Giunta, così come la trasmissione delle nostre indicazioni rispetto agli atti provenienti appunto dall'Unione Europea. Si tratta di una prerogativa importante dell'Assemblea legislativa, intanto perché dà dignità alla nostra Assemblea e poi perché, per quanto di nostra competenza, possiamo partecipare in maniera costruttiva alla formazione del diritto europeo.
Questo non ha una finalità solamente emblematica, anche perché poi quando eventualmente si dovesse discutere di infrazioni che l'Unione Europea dovesse sollevare allo Stato italiano, qualora ci sia una responsabilità delle Regioni saremmo responsabili di questo nei confronti dello Stato che potrebbe esercitare un diritto di rivalsa nei nostri confronti.
Quindi, partecipare in maniera attiva e attenta alla formazione del diritto comunitario è un compito importante che la modifica dell'art. 117 da un lato e il trattato di Lisbona dall'altro assegna alle Regioni.
È un modo, fra l'altro, per riavvicinare i cittadini all'Unione Europea.
Spesso subiamo dei provvedimenti che sono quasi incomprensibili, forse anche perché non abbiamo adeguatamente partecipato alla loro formazione.
Con questa risoluzione, ripeto, noi interveniamo nel merito delle modifiche della legge nazionale in questo settore, quindi esercitiamo un ruolo importante attraverso la risoluzione già votata e già discussa nell'ambito della prima commissione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lombardi.
Non ho nessun altro iscritto in discussione generale.
Dichiarazioni di voto. Non ho iscritti a parlare in dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 726, proposta dal Presidente della I Commissione.
(È approvata all'unanimità)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è accolta.
OGGETTO 297
Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Moriconi, Costi, Montani, Marani, Pariani, Meo, Monari, Zoffoli, Barbati, Pagani, Ferrari, Casadei, Mumolo, Vecchi Luciano, Naldi, Sconciaforni, Donini, Piva, Mazzotti, Bonaccini, Noè e Lombardi per invitare la Giunta a rafforzare l'impegno della Regione nel sostenere centri antiviolenza sulle donne e a mettere in campo campagne di sensibilizzazione, anche in relazione alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita dalle Nazioni Unite celebrata il 25 novembre (50) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare la consigliera Mori. Ne ha facoltà.
MORI: Grazie, presidente. Gentili consigliere e consiglieri, gentili colleghi, ci sono casi estremi di sopraffazione e di violenza che richiedono un intervento internazionale di mobilitazione, come è stato e com'è per Sakineh in Iran e più di recente per Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia in Pakistan, e purtroppo per tante altre donne nel mondo, emblemi e vittime di un sistema brutale, sostanzialmente maschile, ancora vigente in molti paesi, che non riconosce i diritti fondamentali della persona.
Ci sono però anche tante violenze silenziose, che a volte non vengono neppure denunciate e comunque rimangono private, ma costituiscono un male di rilevanza pubblica, che colpiscono le donne nelle nazioni cosiddette civili, dove il sistema di protezione, pur esistente e parzialmente funzionante, si scontra con una barriera culturale dura da abbattere.
Il 31,9% delle donne italiane ha subito violenza fisica nel corso della vita e nella maggior parte dei casi a compierla sono i loro partner; circa il 70% delle vittime di omicidi compiuti tra le mura domestiche sono donne e la violenza in famiglia resta la prima causa di morte non accidentale delle donne tra i 16 e i 44 anni; una donna su due tra i 14-65 anni, ossia 10.485.000 persone, ha subito nel corso della sua vita almeno una molestia sessuale oppure un ricatto a sfondo sessuale sul lavoro. Questi sono solo alcuni dati Istat che delineano un fenomeno drammatico presente in tutta Italia e anche in una comunità avanzata come l'Emilia-Romagna, dove, ad esempio, quasi 1.500 donne ogni anno vengono accolte dai centri antiviolenza diffusi sul territorio.
Per rilanciare in Emilia-Romagna le azioni di contrasto a questa piaga sociale abbiamo presentato questa risoluzione, sottoposta alla vostra attenzione e approvazione, con cui impegniamo la Giunta, già sensibile su questi temi, a realizzare altre e più incisive iniziative: una maggiore prevenzione, un più stretto raccordo fra scuola, servizi territoriali, consultori per adolescenti e per le famiglie; l'avvio di un'articolata campagna regionale di sensibilizzazione rivolta a tutti, con al centro il tema della libertà e del rispetto delle differenze come valore; non da ultimo un rinnovato sostegno ai tredici centri antiviolenza presenti in Emilia-Romagna e ai servizi di assistenza, per scongiurare l'indebolimento degli strumenti di tutela a seguito dei tagli governativi previsti dal 2011 a carico di Regioni, Province e Comuni. I 20 milioni promessi dal ministero non sono mai arrivati.
A tal proposito, e per una più consapevole conoscenza del fenomeno, l'iter legislativo per la costituzione della commissione Pari opportunità regionale sarà un'occasione importante per mettere a fuoco uno dei temi più dolorosi e feroci della disuguaglianza di genere: dopodomani, infatti, si celebra la giornata mondiale dell'ONU per l'eliminazione della violenza alle donne, istituita dal 2000 in ricordo del brutale assassinio delle sorelle Mirabal della Repubblica Domenicana. Ebbene, questa occasione rappresenta un'occasione per i Governi, per le organizzazioni internazionali e non governative di sensibilizzare l'opinione pubblica su questi temi senza fredde ritualità.
È importante che, accanto ad un sostegno concreto delle istituzioni locali e nazionali, vi sia anche un'azione simbolica internazionale, al fine di non abbassare la guardia e sollecitare l'attenzione positiva degli organi di informazione. In poche parole fare cultura.
Perché la violenza contro le donne è sintomo di una fragilità culturale enorme, che risulta aggravata da una contesto mediatico che troppo spesso umilia e mercifica l'immagine femminile. È giunto il momento quindi di rifondare la relazione tra uomo e donna, al di là di stereotipi e contro stereotipi che a volte fanno sorridere e che ci propinano i mass media nostalgici.
Solo una piena e innovatrice assunzione di responsabilità sui temi di genere e dell'evoluzione dei rapporti tra le persone potrà abbattere la barriera che ancora ci separa da una reale convivenza civile.
Grazie per la vostra attenzione.
(Applausi)
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Mori.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: I dati che ci ha illustrato la consigliera Mori sono a dir poco agghiaccianti e la loro sottovalutazione, che viene fatta di questi dati sia a livello locale che nazionale, è un altro elemento che io trovo agghiacciante.
Ogni giorno c'è un fatto di cronaca, ogni giorno, nessuno escluso. Il fatto di cronaca di oggi, i colleghi l'hanno potuto vedere sui giornali, “uccide l'ex compagna a coltellate” - ho preso un giornale a caso - “un anno fa ci aveva già provato, condannato per tentato omicidio, dice il sottotitolo, finì quasi subito ai domiciliari”.
Allora, intanto trovo veramente insopportabile che uno accusato di tentato omicidio possa uscire dalla galera tranquillamente dopo poco tempo e tornare a compiere quel tentato omicidio che non gli era riuscito. Evidentemente ancora una volta c'è un problema di sicurezza, di legislazione nazionale e si pensasse un po' meno agli affari del Presidente del Consiglio e un po' di più ai problemi che hanno gli italiani, in questo caso le italiane, perché sono le donne nel mirino della violenza, che è una violenza soprattuto intra-familiare, probabilmente avremmo qualche risultato in più e qualche omicidio in meno.
Ora, noi ci troviamo a discutere in occasione della giornata internazionale della violenza sulle donne in un quadro politico molto fragile, molto precario, non sappiamo se la legislatura continuerà o finirà, al punto che persino lo stesso ministro - mi piacerebbe dire ministra - per esempio una riforma lessicale, io sono molto favorevole da questo punto di vista che chiamasse le donne, anche quando hanno la loro funzione al femminile, io la troverei giusta. Se una donna fa il ministro è una ministra, se una donna fa il notaio è una notaia, perché, guardate, i cambiamenti, le riforme, le innovazioni partono anche dalle piccole cose, partono anche dal linguaggio. Se noi abbiamo un linguaggio interamente al maschile, questo è un altro sintomo di un predominio, diciamo così, del maschile nella nostra società che è un predominio negativo e non è un predominio obbligatorio, perché, per esempio, in molti Stati ormai anche nella politica la parità tra donne e uomini è stata raggiunta: penso alla Svezia, penso all'Islanda che ha un primo ministro donna, per di più lesbica, tra l'altro, il primo caso nel mondo, che ha un grande compito viste le condizioni economiche disastrose di quel Paese.
Ora, in questi giorni noi abbiamo l'opportunità di discutere di questo tema del rapporto tra donne e uomini, dei rapporti di genere, della violenza di genere, a partire dalla vicenda del ministro per le Pari opportunità, la quale ha contestato il suo partito dicendo che nella sua regione, dove è stata eletta con un gran numero di voti di preferenza (58.000 se non sbaglio), non c'è legalità e ha minacciato le dimissioni, ha detto “darò le dimissioni dopo aver votato la fiducia e lascerò il ministero”...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Grillini, per il suo intervento le rimane un solo minuto.
GRILLINI: Accidenti, quando si discute di certi argomenti il tempo vola.
Allora volevo leggere un pezzo del bell'articolo di Gramellini in prima pagina sulla “Stampa”, ma per non perdere ulteriormente tempo, no per non perdere, considerato il poco tempo che ho...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Grillini, se avessi l'opportunità di fermare il tempo lo farei volentieri per tutti.
GRILLINI: Come?
PRESIDENTE (Aimi): Se avessi la facoltà di fermare il tempo, lo farei volentieri per tutti, comunque vada...
GRILLINI: Non a caso la questione dei tempi è una questione rilevante nei rapporti di genere.
Allora, qui dirò due cose che mi premono in modo particolare. La prima intanto è che come IdV noi facciamo un'iniziativa qui in Regione, ahimè, l'avevamo già convocata poi abbiamo saputo soltanto qualche giorno fa che c'era un'altra iniziativa ancora su questo tema, ma, insomma, possono convivere, alle 11 del mattino con il dottor Monanni, dirigente del ministero delle Pari opportunità per discutere dei rapporti tra Regione e ministero delle Pari opportunità della violenza di genere e della lotta alle discriminazioni e la dirigente dell'UNAR, che è l'Ufficio della lotta alle discriminazioni. Quindi noi invitiamo tutti i colleghi, si terrà nella saletta del nostro gruppo dalle 11 all'una del mattino.
Ma la cosa che mi preme dire, e sono due cose e le dirò in modo fulmineo, è che quando anche in una regione come l'Emilia-Romagna le donne, tutte le donne, lavorano in casa sei ore più degli uomini quotidianamente, allora vuol dire che c'è una cosa che non va. Questo è un dato che riguarda anche l'Emilia-Romagna, non c'è differenza tra l'Emilia-Romagna, qui abbiamo quasi la piena occupazione femminile, ma le donne dopo aver lavorato otto ore hanno dalle quattro alle sei ore di lavoro in casa ulteriori. Non esiste democrazia domestica, nemmeno in questa regione. Esiste invece un problema culturale rilevante che è il maschilismo. Noi abbiamo visto cosa vuol dire il maschilismo nella famosa frase che abbiamo contestato anche in quest'Aula, con la discrezione che ci compete, come gruppo politico e come partito, del Presidente del Consiglio che ha detto: “Meglio andare con le belle donne che essere omosessuale”. Questa se si vuole è una dimostrazione plastica del maschilismo e dei danni e delle tragedie che produce il maschilismo quando cose di questo genere sono persino nella bocca del Presidente del Consiglio, penso che Silvio Berlusconi sia la rappresentazione perfetta di questa cultura negativa, assolutamente negativa.
In Spagna, il Presidente del Consiglio spagnolo, Zapatero, nel primo programma di mandato aveva messo come secondo punto la lotta al maschilismo criminale; io penso che noi dobbiamo cominciare a dire le cose con il loro nome: esiste un maschilismo criminale che ammazza le donne, le ammazza in famiglia, nella famiglia tradizionale soprattutto, e le cose vanno dette per quelle che sono. Bisogna combattere il maschilismo criminale.
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Grillini, sono stato paziente, le ho concesso più tempo rispetto a quello che aveva a disposizione.
Avrà l'opportunità di intervenire anche in dichiarazione di voto, peraltro, e ci stiamo arrivando perché non vedo più iscritti in discussione generale.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Ho apprezzato l'intervento del collega Grillini soprattutto nella parte conclusiva, nel senso che non si può prescindere dal fatto che esista un maschilismo criminale che evidenzia che purtroppo la causa maggiore di morte per le donne sia quella imputata alla violenza che queste subiscono. Causa di morte che è ancora maggiore rispetto alla malattia e rispetto anche ad eventuali incidenti.
Io da un lato dico peccato che di questo argomento se ne possa discutere effettivamente con dei tempi contingentati, perché i dati che citava prima la collega Mori evidenziano che effettivamente questo non è assolutamente un tema di scarsa rilevanza e che meriterebbe davvero anche da parte di questa Assemblea la possibilità di dedicare anche una sessione.
Confesso che è un'iniziativa che se vuole, collega Grillini, potremmo anche promuovere insieme, se la condivide, perché molte volte anche quando noi donne ci ritroviamo in queste occasioni a promuovere un momento di riflessione sulla data del 25 novembre, oppure facciamo anche delle iniziative per discutere di questo fenomeno, spesso ci ritroviamo a parlarne solo fra donne. Utilizzare invece un contesto come quello della nostra Assemblea legislativa, dove la maggior parte sono uomini e considerando che purtroppo questo è un fenomeno che, ahimè, proviene da una mano maschile, credo che sarebbe un grandissimo gesto se da parte di questa Assemblea, da parte di tutti i colleghi ci fosse la disponibilità a dedicare questa riflessione su questo tema magari anche al di fuori di quelli che sono i tempi contingentati che la risoluzione ci impone.
Io la lascio così, come contributo alla riflessione dei presenti, poi se effettivamente da parte vostra ci fosse questa disponibilità io mi attiverò con il collega per vedere se effettivamente questo spazio è giusto che ce lo dedichiamo e che voi ce lo dedichiate.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Brevissimamente perché io, a differenza della collega Noè, non ho apprezzato l'intervento del collega Grillini e quindi mi sollecita ad intervenire.
Io, fra l'altro, ho firmato la risoluzione in maniera molto convinta, così come ho partecipato a tutte le manifestazioni che sul mio territorio si sono svolte su questo argomento perché condivido, e mi sembra persino banale dirlo, l'attenzione che ci deve essere rispetto a questo fenomeno perché veramente assume, sta assumendo delle dimensioni che sono insostenibili e insopportabili per la nostra società. Però proprio perché secondo me momenti come questi dovrebbero servire a dare il nostro piccolo contributo, ad affrontare se non risolvere il problema, mi chiedo se un intervento come quello del collega Grillini aiuti ad andare in questa direzione oppure no, perché è chiaro che se facciamo dei dibattiti politici e all'interno di questo si parla anche di questo argomento ognuno ovviamente è legittimato ad intervenire dando le sue opinioni rispetto anche ad argomenti di attualità politica, ma se in questa sede, come secondo me è giusto che sia, si cerca il maggior denominatore comune per riuscire a dare un messaggio all'esterno, perché se oggi noi ci dividessimo qui perché io non sono d'accordo su quello che ha detto il collega Grillini, ciò che emerge all'esterno non è una nostra legittima dialettica interna, ma è il fatto che in un'Assemblea come questa non emerge una posizione unitaria.
Quindi, in questi momenti quantomeno ritengo sia più importante affrontare il problema per quello che è. Tutti abbiamo detto che va sensibilizzata un'opinione pubblica che non è sensibile su questo argomento, perché poi nella pratica non è che possiamo intervenire con chissà quali strumenti, se non con quelli di una sensibilizzazione e con quelli di un esempio che può derivare da risoluzioni e atti che raggiungono la più alta convergenza possibile.
Per questo evito di lasciarmi prendere dalla polemica perché, per esempio, quando mi si cita il caso, che io stamattina ho letto come penso molti di voi, dell'ennesima violenza, accoltellamento di questa ragazza da parte del fidanzato che era agli arresti domiciliari, più che prendermela con il Presidente del Consiglio me la prenderei con il giudice che lo ha liberato, magari mettendomi insieme al Presidente del Consiglio che su alcune vicende che riguardano la Magistratura ritiene che non ci siano sempre, o magari in pochissimi casi, atteggiamenti condivisibili. Quindi quello era esattamente uno spunto da non prendere per citare invece l'atteggiamento del Presidente del Consiglio.
L'ultima cosa che mi sento di dire all'interno di questo dibattito è la violenza all'interno della famiglia: le statistiche ci dicono che è quella maggiore, però credo che sia anche quella più difficile da riuscire a prevenire, mentre dobbiamo fare molto dal punto di vista di togliere le donne che si trovano in queste situazioni. Dal punto di vista della prevenzione certo va fatto molto, ma lì secondo me c'è una patologia interna che difficilmente si riesce in qualche modo a prevenire, mentre invece molto possiamo fare dal punto di vista della prevenzione generale, cioè la violenza che avviene per strada, nel luogo di lavoro, le molestie, eccetera. Lì sì che si può intervenire perché alcuni atteggiamenti o preventivi o repressivi possono cambiare anche il costume delle persone.
L'ultimissima cosa. Siccome si è partito, la collega Mori citava gli esempi esteri, ecco, prendendo spunto da lì credo che...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Lombardi, la prego di avviarsi alle conclusioni.
LOMBARDI: ...una cosa che dovremmo tenere presente, oltre, come dico, alla questione della violenza all'interno della famiglia, è anche la questione delle mutilazioni femminili che avvengono in Italia: noi dovremmo essere particolarmente sensibili rispetto a questo argomento, per dimostrare che chi vive da noi deve rispettare i canoni minimi di rispetto della persona umana.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lombardi.
Non vedo nessun altro consigliere prenotato in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Francamente non ho capito, a parte la questione del Presidente del Consiglio, che, capisco, il consigliere Lombardi essendo del partito del Presidente del Consiglio non possa che fare una difesa d'ufficio, dov'è il disaccordo perché io, come dire, ho citato dati reali, ho detto cose che, come dire, sono assolutamente scontate, ma, insomma... Poi magari il consigliere Lombardi avrà modo in sede di dichiarazione di voto di spiegarmi dove non è d'accordo.
Però il punto qual è? Riparto da Zapatero. Se Zapatero ha messo come programma, nel suo secondo punto di programma del primo mandato, la lotta al maschilismo criminale vuol dire che in quel Paese il problema era rilevante. In Italia è così rilevante, bisogna capire bene di che cosa stiamo parlando, perché i dati che noi abbiamo ci collocano al primo posto in Europa per violenza sulle donne. Al primo posto!
Allora, se siamo al primo posto dovremo pure interrogarci su un'efficace strategia di contrasto, che è certamente repressiva. Probabilmente quel giudice avrà liberato questo delinquente, questo assassino, perché questo è, per via delle attenuanti generiche. Allora bisogna mettere mano alla legislazione, è già stata fatta la legge sullo stalking, che è una legge assolutamente meritoria, tra l'altro ci mette all'avanguardia da questo punto di vista, ma non basta, bisogna ulteriormente mettere mano, perché dopo un anno e mezzo di legge vigente bisognerà pure studiare se ha funzionato, capire se ha funzionato o meno e dove sono i punti deboli. Evidentemente dei punti deboli ci sono e il Parlamento vi deve mettere mano perché i giudici applicano la legge. Adesso io non sono in grado di dire se quel giudice ha sbagliato o meno: a naso direi, avendo fatto sette anni in Commissione Giustizia, che il problema sia quello delle attenuanti generiche.
Il punto qual è? Che non è sufficiente la strategia repressiva. Per quanto noi possiamo avere le leggi più severe, più giuste e più efficaci, la strategia repressiva non è sufficiente perché bisogna capire da che cosa è generato un fenomeno.
Allora, accolgo la proposta della consigliera Noè, perché noi dobbiamo fare un'alleanza contro la violenza alle donne, donne e uomini alleati contro questo tipo di violenza, sulla quale si può intervenire. Consigliere Lombardi, lei sbaglia a dire che è difficile prevenire la violenza in famiglia. Perché qual è il concetto che noi abbiamo di famiglia? La famiglia è un organismo aperto? È un organismo che vive nella società? È un organismo che ha delle responsabilità per coloro che lo compongono oppure è un organismo chiuso e dentro la famiglia si può fare quello che si vuole e noi non ci dobbiamo mettere naso? Si possono ammazzare le donne, le si possono menare, si possono abusare i minori? Perché anche questo è un problema: se noi andiamo a vedere le statistiche giudiziarie, il 95% della violenza ai minori avviene in famiglia o a causa dei vicini di famiglia o comunque delle persone legate alla famiglia.
Allora, il problema qual è? Non è adesso per mettere sul banco degli accusati la famiglia, perché di volta in volta la famiglia diventa l'elemento principale del welfare in assenza di ammortizzatori sociali oppure diventa l'inferno in cui le donne perdono la vita e i bambini vengono abusati. Il problema qual è? Il problema è capire che noi dobbiamo promuovere un'azione culturale contro il maschilismo criminale e che è dovere delle istituzioni promuovere quest'azione culturale. Per esempio ci sono piccole cose che si possono fare che, sommate tra di loro, combattono il maschilismo. Noi come IdV abbiamo già annunciato da tempo che proporremo la riforma della legge elettorale in Emilia-Romagna sul modello della legge campana, che garantisce con la doppia preferenza. Chi vuole mettere la preferenza ne deve mettere una a una donna e una ad un uomo, se no la preferenza non è valida. In Campania ha funzionato benissimo, quindi perché non proporla anche qui da noi? Altra questione che io propongo...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Grillini, la prego di avviarsi alle conclusioni.
GRILLINI: ...e concludo. Presidente Errani, lei è al suo ultimo mandato, lei ha la possibilità di fare delle cose...
(interruzioni)
È la verità.
ERRANI: Abbiamo convinto anche loro!
(interruzioni)
GRILLINI: Si presume che siamo all'ultimo mandato, insomma. Allora, io volevo fare...
(interruzioni)
PRESIDENTE (Aimi): Presidente Errani, per scaramanzia, lei ha due gemelli...
GRILLINI: Chiedo di recuperare il tempo che abbiamo perso in questo simpatico siparietto.
Allora, presidente, c'è una cosa che si può fare. Le donne in Emilia-Romagna, tutte le donne, lavorano il doppio degli uomini perché si fanno carico del lavoro domestico: diventiamo promotori di quella democrazia domestica che ha portato in Svezia, per esempio, al boom delle nascite; insegniamo ai maschietti che anche loro devono cambiare i pannolini ai bambini, che anche loro devono fare la lavatrice, che anche loro devono stirare, che anche loro devono spazzare per terra, che anche loro devono cucinare, non fare i grandi chef, cucinare tutti i giorni esattamente come fanno le donne, perché il maschilismo criminale si combatte anche così: le donne come gli uomini, le stesse responsabilità di cura tanto fuori quanto dentro la famiglia.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Grillini.
Non ho nessun altro consigliere prenotato in dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 297, a firma dei consiglieri Mori, Moriconi, Costi, Montani, Marani, Pariani, Meo, Monari, Zoffoli, Barbati, Pagani, Ferrari, Casadei, Mumolo, Vecchi Luciano, Naldi, Sconciaforni, Donini, Piva, Mazzotti, Bonaccini, Noè e Lombardi.
(È approvata all'unanimità)
(Applausi)
PRESIDENTE (Aimi): Sono le otto passate, buona notte a tutti e buon rientro.
Annuncio di interrogazioni, risoluzioni e interpellanza
PRESIDENTE (Aimi): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
773 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la decisione, dell'ASL di Cesena, di chiudere l'Ospedale "Cappelli" di Mercato Saraceno (FC). (523)
774 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, per sapere come la Giunta giudichi la circolare firmata dai Ministri Fazio, Sacconi e Maroni, che dichiara senza "effetto giuridico" i registri comunali sulle dichiarazioni anticipate sul fine vita. (524)
775 - Risoluzione proposta dai consiglieri Luciano Vecchi, Costi, Monari, Montani, Pagani, Montanari, Casadei, Alessandrini, Ferrari, Zoffoli, Pariani, Moriconi, Piva, Mumolo, Mori e Bonaccini per esprimere solidarietà alla signora Asia Bibi e per impegnare la Giunta ad aderire alla mobilitazione internazionale per salvare dalla condanna a morte la donna pakistana. (106)
776 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, in merito alla deliberazione della Giunta regionale n. 787/2009 con la quale la Regione ha promosso l'avviso pubblico per l'attivazione di iniziative ai fini della qualificazione degli addetti di base nei servizi sanitari e sociosanitari. (525)
777 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Luciano Vecchi, Pariani, Carini, Ferrari, Pagani, Mori, Moriconi, Cevenini, Montanari, Piva, Marani, Monari, Zoffoli, Alessandrini, Bonaccini e Garbi per invitare la Giunta ad attivarsi affinché vengano ripristinati i 400 milioni di euro destinati al 5 per mille per le organizzazioni non-profit, diminuiti dal maxi emendamento alla c.d. "legge di stabilità". (107)
778 - Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Moriconi, Alessandrini, Luciano Vecchi, Casadei, Pariani, Pagani, Mori, Montani, Monari, Piva, Ferrari, Costi, Montanari, Mazzotti, Garbi, Marani, Zoffoli e Bonaccini per impegnare la Giunta a confermare la validità del progetto “nuovo casello di Castelveltro piacentino, raccordo autostradale con la SS10 padana inferiore e completamento della bretella autostradale” e a recepire le richieste degli enti locali interessati. (108)
779 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Luciano Vecchi, Pariani, Moriconi, Ferrari, Pagani, Zoffoli, Cevenini, Montanari, Piva, Monari, Alessandrini, Carini, Montani, Marani, Bonaccini, Mori e Garbi per invitare la Giunta a chiedere al Governo e al Parlamento di farsi promotori di un'iniziativa politica volta alla liberazione dei detenuti politici e degli avvocati per i diritti umani in stato di arresto in Iran. (109)
780 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i dati divulgati da Unioncamere sulla diffusione di imprese manufatturiere regolari di proprietà cinese ed in particolare nelle province di Modena e di Reggio nell'Emilia. (526)
781 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa le dichiarazioni del Sindaco di Forlì sull'Area Vasta Romagna e circa la tempistica per la creazione di un'unica società paritetica di gestione degli scali aeroportuali di Forlì e Rimini. (44)
786 - Risoluzione proposta dai consiglieri Casadei, Alessandrini, Bartolini, Zoffoli e Donini per invitare la Giunta ad intervenire presso il Governo per sostenere l'Istituto Tecnico Aeronautico Statale "Francesco Baracca" di Forlì. (110)
787 - Risoluzione proposta dai consiglieri Barbati, Mandini e Grillini per impegnare la Giunta a regolamentare l'utilizzo di biocombustibili nel funzionamento delle centrali elettriche affinchè provenga da filiera "corta", con particolare riferimento all'ex zuccherificio Eridania di Russi. (111)
788 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mazzotti, Fiammenghi, Marani, Montani, Montanari, Ferrari, Carini, Casadei, Mumolo, Monari, Luciano Vecchi, Mori, Moriconi, Alessandrini, Pagani e Piva per invitare la Giunta ad intervenire presso il Governo affinchè si attivi a garantire una copertura congrua e costante del fondo per l'abbattimento delle barriere architettoniche e a rivedere l'art. 56 della L.R. 24/2001. (112)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 20,01
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Carlo LUSENTI e Maurizio MELUCCI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Simonetta SALIERA.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 336 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata.»” (6)
Presenti: 48
Favorevoli: 33
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 15
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Assenti: 2
Galeazzo BIGNAMI, Vasco ERRANI.
OGGETTO 549 “Richiesta di istituzione, proposta dal consigliere Alberto Vecchi, ai sensi dell'art. 60, commi 1 e 2 del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, di una Commissione assembleare d'inchiesta sul Nuovo Circondario Imolese, sui fondi regionali da esso ricevuti e sul suo funzionamento, al fine di valutare modifiche alla relativa legge regionale istitutiva (L.R. 6/2004)”
Presenti: 38
Favorevoli: 14
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.
Contrari: 24
Tiziano ALESSANDRINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Assenti: 12
Liana BARBATI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Mauro MALAGUTI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Anna PARIANI, Matteo RICHETTI, Luigi Giuseppe VILLANI.
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Aimi - Richetti
Cevenini - Corradi
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