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23.
SEDUTA DI LUNEDÌ 20 DICEMBRE 2010
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
INDI DEL PRESIDENTE RICHETTI
Indice
Interpellanza oggetto 497 (32)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Aimi)
MANDINI (Italia dei Valori)
PERI, assessore
OGGETTO 827
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari, Sconciaforni, Naldi, Mandini, Barbati, Mazzotti, Noè, Lombardi, Pollastri e Manfredini: «Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995 n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”» (Testo base) (8)
(Continuazione discussione e approvazione)
OGGETTO 494
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: «Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995, n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”»
(Abbinato)
PRESIDENTE (Aimi)
MANFREDINI (Lega Nord)
MAZZOTTI (PD)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MONARI (PD)
BARBATI (Italia dei Valori)
NALDI (SEL - Verdi)
NOÈ (UDC)
BONACCINI (PD)
OGGETTO 769
Delibera: «Recesso dell'Assemblea legislativa dall'Associazione denominata “Istituto di studi federalisti Altiero Spinelli”.» (31)
(Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 769/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (12)
PRESIDENTE (Richetti)
DONINI (Fed. della Sinistra)
VECCHI Luciano (PD)
POLLASTRI (PDL)
GRILLINI (Italia dei Valori)
CORRADI (Lega Nord)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MONTANARI (PD)
OGGETTO 471
Delibera: «Atto di indirizzo generale triennale 2011-2013 in materia di programmazione e amministrazione del trasporto pubblico regionale e locale.» (32)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
PERI, assessore
FERRARI (PD)
POLLASTRI (PDL)
MANDINI (Italia dei Valori)
MEO (SEL - Verdi)
BERNARDINI (Lega Nord)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
Iscrizione di nuovi argomenti all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 803
Delibera: «Istituzione della riserva naturale generale “Ghirardi”. (Art. 42 della L.R. 17 febbraio 2005, n. 6 “Disciplina della formazione e della gestione del sistema regionale delle aree naturali protette e dei siti della rete natura 2000”).» (33)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 832
Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 1215 del 29 luglio 1999 e successive modifiche di approvazione dell'accordo del Programma speciale d'area “Riqualificazione urbana di Reggio Emilia”.» (34)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
Cordoglio per la scomparsa del giovane giornalista dell'Agenzia DIRE, Simone Rochira
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 867
Risoluzione proposta dai consiglieri Grillini, Casadei, Monari, Pariani, Costi, Villani, Noè e Favia per valutare l'opportunità che nel 2011, ricorrendo il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, le sedute dell'Assemblea vengano aperte dall'esecuzione dell'inno di Mameli come simbolo dell'unità nazionale (127)
(Iscrizione all'ordine del giorno, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
GRILLINI (Italia dei Valori)
MANFREDINI (Lega Nord)
NALDI (SEL - Verdi)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
La seduta ha inizio alle ore 15,09
PRESIDENTE (Aimi): Dichiaro aperta la ventitreesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa e nomino scrutatori i consiglieri Costi, Malaguti e Moriconi.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna i consiglieri Defranceschi, Mumolo e Piva.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Aimi): Quindi, riprendiamo i lavori iniziando con lo svolgimento delle interpellanze ai sensi degli articoli 116 e 117 del Regolamento.
Preliminarmente vi comunico che il consigliere Filippi ha fatto pervenire alla Presidenza giustificazione scritta in merito all'assenza di questo pomeriggio. Il consigliere Filippi, peraltro, comunico che aveva tre interpellanze, che verranno ovviamente rinviate, sono la 407, la 609 e la 520.
A questo punto prendiamo in esame l'unica interpellanza rimasta all'ordine dei lavori, oggetto:
497 - Interpellanza del consigliere Mandini circa il trasporto pubblico regionale e locale (32)
Risponde per la Giunta l'assessore Peri.
La parola al consigliere Mandini.
MANDINI: In merito alla risposta che ha fornito l'assessore devo ritenermi soddisfatto in quanto ha puntualizzato quelli che erano i termini della mia richiesta rispetto sia alla figura del dirigente che era stato nominato, sia in merito a quello che è l'intento, che è quello di andare evidentemente a fare quello che richiedevo nell'interpellanza, verificare una riduzione dei costi di gestione, con particolare riferimento a quelle che erano appunto le spese dei dirigenti.
Perciò la risposta, assessore, è stata puntuale e precisa e di cui la ringrazio.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mandini.
La parola all'assessore Peri per la risposta.
PERI, assessore: Io non mi dilungo, nel senso che il recepimento degli argomenti e delle notizie che abbiano fornito in sede di risposta scritta immagino siano esaustive e d'altra parte mi rendo conto che i meccanismi di intreccio e di relazioni che sono accaduti nel frattempo fra diverse situazioni, fra la FER e l'Azienda di Modena con la gara anche abbastanza nuova che era stata avviata in quel momento, possa avere comportato, diciamo così, la necessità di un surplus di informazioni, che a questo punto essendo state puntualmente fornite e, diciamo così, apprezzato dall'interrogante, non posso fare altro che ringraziare per l'occasione che mi è stata data per fornire le risposte dovute al Consiglio regionale.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Mandini per l'eventuale replica.
MANDINI: Presidente, la ringrazio per la parola, ma mi sono già espresso e sono soddisfatto della risposta.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mandini.
A questo punto sono le ore 15,13, aggiorno i nostri lavori alle ore 15,30.
(La seduta, sospesa alle ore 15,13, è ripresa alle ore 15,30)
PRESIDENTE (Aimi): Riprendiamo i nostri lavori.
OGGETTO 827
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari, Sconciaforni, Naldi, Mandini, Barbati, Mazzotti, Noè, Lombardi, Pollastri e Manfredini: «Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995 n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”» (Testo base) (8) (Continuazione discussione e approvazione)
OGGETTO 494
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: «Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995, n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”» (Abbinato)
PRESIDENTE (Aimi): Ricordo ai colleghi che siamo in dibattito generale.
Avevano chiesto di intervenire questa mattina la consigliera Noè e il consigliere Manfredini.
Non vedendo in aula la consigliera Noè, do la parola al consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie Presidente. Condivido l'intervento finale del collega Naldi: il Movimento 5 Stelle ha reso pubblici dati errati relativi al compenso di noi consiglieri e nel mio caso ha aggiunto mille euro. Di questo pazienza, però si è dimenticato di dire ai cittadini, e sarebbe stata una cosa corretta, che il costo dei consiglieri del Movimento 5 Stelle è pari a quello di noi tutti. Poi voi siete liberi, caro collega Favia, di versare al vostro movimento anche tutto il compenso, cosa che a noi non interessa, però un'informazione, diciamo così, più precisa sarebbe stata più opportuna.
La Lega Nord sostiene convintamente il pdl che ci accingiamo a votare perché siamo convinti da sempre che la politica deve coniugare le capacità di coinvolgere i cittadini, facendosi interprete delle loro esigenze, mantenendo la capacità di operare con sobrietà e parsimonia.
Il Parlamento regionale, di cui facciamo parte, è un'istituzione importante, destinata a vedere crescere il proprio ruolo grazie al processo federalista, tuttavia è giusto e sacrosanto che, proprio per l'importanza che attribuiamo al ruolo del Consiglio, venga da questa sede un segnale di responsabilità e di condivisione dell'attuale difficile fase economica che investe tanti cittadini della nostra regione.
Le istituzioni non sono cosa altra rispetto alla società, ma a giudizio della Lega Nord devono esserne lo specchio fedele in un momento in cui l'intero Paese è chiamato a stringere la cinghia per fare fronte a una crisi mondiale, che ha rischiato di travolgere Stati a noi vicini, è nostro dovere fare la nostra parte e farla convintamente senza tentennamenti o nascondimenti. È per questo che il gruppo Lega Nord sostiene e voterà convintamente la proposta di legge che ci vede firmatari insieme alla quasi totalità dei gruppi consiliari.
Per la Lega questa non è una novità, ricordo che il nostro ministro Calderoli è impegnato da tempo nel promuovere iniziative volte alla riduzione dei costi della politica, in linea e in sintonia con le richieste che in questo senso vengono dai nostri concittadini.
Con il precedente Governo di centrodestra era stata introdotta per la prima volta nella storia della Repubblica una riduzione del 10% degli stipendi dei parlamentari, circostanza che ha determinato analoga riduzione dei compensi dei consiglieri regionali. Purtroppo, come è stato ricordato in alcuni interventi di chi mi ha preceduto, talune Regioni si sono opposte ai tagli, trovando chi nelle istituzioni vede la Corte Costituzionale non ha mancato di dar loro ragione pur di umiliare l'operato di Calderoli, sbeffeggiando non lui ma tutti i cittadini italiani.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire, per la replica, il relatore consigliere Mazzotti.
Prego consigliere Mazzotti.
MAZZOTTI: Credo che la discussione che abbiamo svolto attorno a questa legge sia stata una discussione importante. Non abbiamo fatto un ragionamento sul ruolo esistenziale dei consiglieri regionali, abbiamo tutti compreso che la regolazione del trattamento degli eletti è una grande questione istituzionale, quindi una grande questione che attiene alla democrazia, al funzionamento della democrazia non solo in questa Regione.
In fondo noi con questa legge interveniamo su uno dei punti fondamentali che riguardano il funzionamento della vita istituzionale e democratica, interveniamo per riformare una delle questioni aperte nel dibattito politico italiano, che attiene ai cosiddetti costi della politica e lo facciamo intervenendo in maniera positiva. Positiva perché si è innestata una discussione lungo tutto questi anni sui temi dei costi della politica che a volte si è manifestata e si manifesta, come è stato detto da molti interventi, sopra le righe. Magari questa discussione se da una parte nasce dal fatto che in alcuni casi abbiamo assistito e assistiamo ad alcuni cosiddetti privilegi in ambito anche parlamentare, dall'altra parte però questo tipo di discussione ha assunto spesso una dimensione populista, una dimensione qualunquista. Alla fine si rischia che attorno a questa discussione si concluda con una generale delegittimazione del ruolo della politica e del ruolo delle istituzioni.
Ricordo a me stesso e a tutti noi che per delegittimare le istituzioni la prima cosa da fare è delegittimare coloro che nelle istituzioni ci lavorano; per delegittimare le istituzioni la prima cosa che bisogna fare è delegittimare i parlamentari, i consiglieri regionali, i sindaci, magari presentando un quadro nel quale il lavoro istituzionale, alias il lavoro politico, viene presentato come qualcosa che non serve, non è utile, come qualcosa che tutti sono in grado di fare, come qualcosa magari di inutile, di più, che serve solo per qualcuno per fare carriera, dove la funzione della rappresentanza viene negata. Se passa questo ragionamento è un ragionamento che presuppone il fatto che le stesse Assemblee elettive alla fine vengono svuotate di funzioni, perché anche di fronte all'opinione pubblica quale credibilità può assumere o assume, se questa è la tendenza, un'istituzione elettiva se viene misurata dal punto di vista semplicemente dei costi o dal punto di vista dell'efficienza amministrativa, dal punto di vista delle risposte che dà alla comunità, dal punto di vista della funzione che assolve rispetto ai temi della propria comunità.
Quindi, tanto vale a quel punto, se passa questo impianto, ripeto, un impianto populista, qualunquista, tanto vale, se passa questo impianto, pensare ad istituzioni non solo semplificate, ma ridotte nella loro funzione di rappresentanza, quindi colpendo i presupposti della democrazia e della rappresentanza nelle sue forme elettive. Perché è su questo punto che si gioca la battaglia politica sul tema dei costi e penso che qui, nel dibattito di oggi, ci sia stata consapevolezza di questo ragionamento, molti interventi che ho sentito e nella discussione che abbiamo fatto, e che apprezzo, hanno ribadito anche l'orgoglio della funzione e del ruolo istituzionale, che è l'orgoglio del ruolo e della funzione democratica che si esercita nei limiti delle leggi della Costituzione, come dice la Costituzione, e ho anche sentito una voglia giusta di reazione rispetto a questa ondata populistica.
Penso che noi in questa Regione lo possiamo fare e lo stiamo facendo. Lo stiamo facendo perché? Perché la sobrietà non è di casa da oggi, perché noi in questa Regione non abbiamo niente di cui pentirci, perché il provvedimento che andiamo ad adottare non è un provvedimento assolutamente eccezionale, rientra nella norma degli interventi di razionalizzazione dei costi che abbiamo fatto per altri settori e che facciamo anche per i costi della politica, perché il provvedimento, ripeto, non nasce da un'idea giacobina, enfatizzante, nasce piuttosto da un ragionamento di riforma che intendiamo mettere in campo e che stiamo proseguendo rispetto a interventi che abbiamo già fatto.
Monari nel suo intervento, il mio capogruppo, precedentemente giustamente ha rivendicato per questa Regione risultati importanti, che sono lì, che noi non rivendichiamo semplicemente per metterci una medaglia al petto, oppure per dimostrare per l'ennesima volta che la nostra è una Regione più virtuosa delle altre, ma sono risultati che sono lì e sono il merito di tutti, che riguardano la qualità e la capacità di funzionamento di questa Assemblea, che riguardano il numero dei componenti di questa Assemblea, che riguarda il fatto che il costo complessivo di funzionamento della macchina amministrativa in questa Regione, compreso il Palazzo di là, come qualcuno prima ci invitava a ragionare, che è il Palazzo della Giunta, non raggiunge il 2,7% delle spese complessive e viene dal fatto che i costi di funzionamento nel suo insieme, nei quali sono inseriti anche i costi cosiddetti della politica e della rappresentanza, sono in generale i più bassi di tutte le Regioni italiane.
Qui prima ho sentito qualcuno che giustamente insisteva nel fare di più, invitava a fare di più e guardava anche il funzionamento della Giunta. Bene, se il tema è questo, cari amici della Lega, io sfido chiunque a prendere il bilancio della Regione Veneto, gli interventi della Regione Veneto, il costo di funzionamento della Regione Veneto e anche del suo presidente e metterli in parallelo, in verifica con i costi della Regione Emilia-Romagna e potremo vedere anche lì che per essere coerenti dobbiamo usare lo stesso metro e le stesse misure e quindi anche in quel caso potremo verificare come la sobrietà della nostra Regione sia altamente verificabile ed apprezzabile.
Ci sono poi, presidente, altre due questioni che voglio evidenziare. La sobrietà non è nuova qua, non c'è niente da enfatizzare con questa legge, siamo in linea con i canoni previsti dalla legge nazionale, facciamo un passo in avanti, ci regoliamo in maniera migliore per quello che riguarda l'organizzazione interna, delegifichiamo alcune funzioni che lasciamo all'Ufficio di Presidenza, come ad esempio tutto il tema che riguarda l'argomento e l'organizzazione dei rimborsi, c'è un punto però sul tema che vorrei sottolineare, questa questione diritti o privilegi, che sembra il titolo di un libro o di un film.
Penso che noi dobbiamo assolutamente evitare di parlare di privilegi, uno perché non ci sono, due perché la democrazia non è un privilegio. Io non sono d'accordo con chi dice i consiglieri regionali o i parlamentari, cioè chi è eletto in un'istituzione che ha funzioni legislative, è una fra virgolette categoria i cui emolumenti sono stabiliti da essi stessi. Non sono d'accordo perché chi dovrebbe stabilire gli emolumenti di un deputato? Di un consigliere regionale? Un organismo tecnico? Un contratto di categoria? Un altro potere tecnocratico che sta sopra alla funzione legislativa? No, è una delle regole della democrazia il fatto che l'autonomia delle istituzioni, l'autonomia della politica è garantita dal fatto che essa stessa, per la funzione che svolge, la svolge esercitandola nei limiti delle leggi e della Costituzione, con i limiti che le stesse norme impongono ed è giusto così. È giusto così. Se noi pensiamo di poter mettere “sotto contratto” il potere legislativo nella sua autonomia, se pensiamo di poter mettere “sotto contratto”, come le altre categorie, le istituzioni, allora noi facciamo un passo che ne limita la loro autonomia e la loro possibilità di essere terze, di essere sopra, di essere garanzia di tutti, di garantire a tutta la comunità appunto l'espletamento delle funzioni e dei ruoli propri che una democrazia moderna e avanzata presuppone.
Quindi eviterei proprio di parlare di privilegi. Noi esercitiamo il diritto-dovere della rappresentanza in quest'Aula come in tutte le altre aule dove ci sono dei cittadini eletti pro tempore a svolgere le funzioni e nell'ambito della responsabilità di eletti che noi ci muoviamo in questo senso, ognuno per la propria rappresentanza, per il profilo politico che è chiamato a rappresentare, per le comunità che è chiamato a rappresentare. Del resto questo è il mandato per il quale tutti siamo stati eletti in quest'Aula ed esercitiamo in questi termini. Poi un lavoro andrebbe valutato per quello che vale, per quello che rende, non solo per l'efficacia che ha e per il valore che ha. Come facciamo a valutare l'efficacia e il valore della rappresentanza se non sulla base dei risultati che otteniamo, della qualità della democrazia che mettiamo in campo? Penso che questa correlazione debba essere tenuta fortemente correlata con essa e anche con gli emolumenti che vengono percepiti da parte di coloro che pro tempore sono chiamati a delle funzioni di rappresentanza.
Nella legge noi introduciamo alcuni punti che secondo me sono significativi, in conclusione li cito solo perché penso che rappresentino dei punti di qualità. Il primo punto che vorrei citare riguarda il tema cosiddetto dei vitalizi. Ora, su questa questione eliminerei anche qui il termine privilegi. Noi stiamo parlando di un fondo che, diciamo così, ha un costo per la comunità per come si è evoluto, ma nulla è di diverso rispetto ad un fondo assicurativo privato che tante categorie di lavoratori percepiscono in altri ambiti, quindi non è un privilegio. Noi interveniamo perché? Perché ci rendiamo conto che così come è strutturato genera un problema al bilancio di tutti, al bilancio pubblico, e cerchiamo in questo modo di porre un freno a una situazione che così come è strutturata crea appunto un problema di bilancio. Non stiamo colpendo un privilegio, non sono privilegiati coloro che attualmente percepiscono il vitalizio o come si chiama, perché se pensiamo così vuol dire che fino adesso noi abbiamo abitato, siamo stati in una zona, in un Paese, in una nazione, perché così è per tutta la nazione, nella quale c'è stata una democrazia violata da privilegi che non esistono e non ci sono.
Secondo me è giusto l'impianto, si deciderà quali forme migliori successivamente decidere per quello che riguarda l'assegno a vitalizio, e anche questo non lo farei con enfasi perché si tratta di un provvedimento che rientra in un quadro di riorganizzazione del sistema che, secondo me, nella sua normalità di cambiamento e di riforma si sviluppa in questo senso.
Su questa questione esprimo anche qualche dubbio di merito sugli emendamenti che ha proposto l'Italia dei Valori. Ora, è legittimo per ognuno presentare gli emendamenti che ritiene e non metto in dubbio la voglia di migliorare il provvedimento e di manifestare in ogni forza politica, in ogni componente politica il proprio punto di vista, però penso e chiedo anche, mi verrebbe anche da chiedere una verifica tecnica, una verifica tecnico giuridica perché io, ad esempio, nel momento in cui si chiede, si introduce il principio di restituzione, per coloro che lo chiedono, di quanto è stato accantonato essendo il vitalizio una trattenuta obbligatoria, mi chiedo con quali fondi di bilancio, e se è corretto non proporrei una legge senza prima dire in quale capitolo di bilancio viene finanziato questo tipo di intervento. Penso che la fretta delle volte rischia di dare dei brutti consigli. Io non so se sia fattibile questo tipo di intervento così come viene strutturato, penso personalmente di no, e penso che non sia neanche questa la strada perché dal punto di vista proprio della strutturazione giuridico formale, di come è connaturata la legislazione, la normativa dei vitalizi, meglio sarebbe mantenere l'impianto così come l'abbiamo mantenuto.
C'è poi un altro emendamento che qui ho visto, e in qualità di relatore mi esprimo in maniera anticipata, che è stato presentato dal consigliere Lombardi e che invece mi sembra che vada nella direzione giusta, la direzione cioè di evitare dei problemi interpretativi per quello che riguarda una parte di un elemento importante che viene affrontato nella legge, come quello dei rimborsi chilometrici, e che serve non tanto per modificare l'impianto, anzi, serve per chiarire al meglio l'impianto e cioè che in ogni caso la percezione, il diritto ad avere un rimborso chilometrico per i consiglieri regionali avviene nel momento in cui c'è l'effettiva presenza nella sede della Regione e in maniera delegificata l'Ufficio di Presidenza poi proporrà la soluzione.
In conclusione, e ho finito, presidente, credo che l'atto che andiamo a votare sia importante, sia da sottolineare la condivisione da parte dei gruppi politici non solo di maggioranza, ma quasi di tutti a questo punto, tutti i gruppi di quest'Aula e penso che sia alla fine, al di là delle posizioni diverse o anche al di là delle legittime opinioni che ogni gruppo politico manifesta, sia un fatto importante per l'Emilia-Romagna, di cui tutti potremo andare fieri, ripeto, ancora senza enfasi.
PRESIDENTE (Aimi): La ringrazio anche per il lavoro svolto, consigliere Mazzotti.
Ci avviamo alla fase successiva che è quella dell'esame dell'articolato.
Su questo oggetto insistono 12 proposte di emendamento:
tre, a firma della consigliera Barbati;
otto, a firma del consigliere Favia;
una, a firma del consigliere Lombardi.
Art. 1.
Sull'art. 1 insiste l'emendamento 4, a firma del consigliere Favia.
Discussione congiunta sull'articolo e sull'emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Le volevo fare presente, visto che ho notato che ha nominato gli scrutatori, che insiste la mia richiesta di voto elettronico ai sensi del Regolamento.
PRESIDENTE (Aimi): La tranquillizzo subito, ne abbiamo preso atto già questa mattina, però solo sugli emendamenti.
FAVIA: Grazie. Mi occuperò di riproporla quando arriveremo al dispositivo finale.
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Favia, sulla votazione finale non ce n'è bisogno perché le leggi vengono tutte votate con sistema elettronico.
FAVIA: Ancora meglio, presidente. Grazie.
Questo emendamento è fin troppo facile da presentare e presentandolo potrò rispondere anche a molte delle critiche che mi sono state rivolte. Noi crediamo che la riduzione del 10% di un'indennità estremamente elevata non sia accettabile e proponiamo una riduzione del 50%.
Vede, presidente, qui sono stato definito un distruttore della democrazia, una persona che pare voglia mettere a pane e acqua i politici e i consiglieri solo perché con questo emendamento pensavo che una giusta retribuzione, e su questo nessuno mi ha risposto, potesse essere per un consigliere regionale tra i 3 e i 4.000 euro, che tra rimborsi forfettari, rimborsi a piè di lista e le varie indennità, contando un consigliere che vive a 70 chilometri dalla sede della Regione più o meno è la cifra che veniva fuori. Purtroppo si è fatto di tutto, si è detto che siamo giacobini, leninisti, ce ne hanno dette di tutti i colori, ma nessuno è entrato nel merito delle proposte. Nessuno è entrato nel merito e, anzi, hanno cercato di sviare il discorso facendo delle velate accuse a cui io ci tengo a rispondere. Innanzi tutto, tranquillizzo il consigliere Malaguti, ahimè, la vita è fatta di appuntamenti a cui non si può mancare, il consigliere Defranceschi si sta sposando e penso che, quindi, sia giustificato per questa sua assenza, visto che si fa, si spera, una volta nella vita...
(interruzione del consigliere Malaguti)
Perfetto. Si è cercato...
(brusio in aula)
Presidente, c'è un po' di brusio...
PRESIDENTE (Aimi): Per cortesia, colleghi, lasciamo parlare il consigliere Favia.
FAVIA: Si è parlato delle retribuzioni di ogni consigliere prima di essere eletto, nella sua precedente attività. Ecco, io sono contento se c'è qualcuno che riesce da avvocato a guadagnare 400 e passa mila euro all'anno, sono tanti, ma è merito suo. A volte c'è chi rinuncia anche non solo a un ritorno materiale, ma anche immateriale. Vede, io ho iniziato a occuparmi di politica che avevo 26 anni, ne ho 29, politica attiva. A 23 anni ero direttore della fotografia in Rai con un cachet di 250 euro al giorno, poi vivo da solo, mi sono sempre mantenuto da solo, a 25-26 anni ho diminuito il mio lavoro per dedicarmi alla politica, è una scelta. Avevo appena finito un cortometraggio come regista che aveva vinto quattro festival, ho rinunciato alla mia carriera e ai miei numeri per dedicarmi al mio Paese. Ognuno fa le sue scelte e io non voglio generalizzare, ha parlato il consigliere Pollastri, che è una persona che, al di là delle idee politiche, s'impegna, s'impegna notevolmente, io non penso che sia un fannullone o che rubi lo stipendio, io sto cercando semplicemente di capire, insieme ai miei colleghi, se la mia proposta di portare lo stipendio al netto, alla fine, con tutte le indennità e tutti i rimborsi, tra i 3 e 4.000 euro sia impoverire la politica o se dai uno stipendio ragionevole. Io questo ancora non l'ho capito da questa discussione. Non l'ho capito...
PRESIDENTE (Aimi): Le rimane un solo minuto, consigliere Favia.
FAVIA: Sì, ci sarebbero da dire tantissime cose, dico anche che noi pubblicheremo il bilancio del gruppo on line, abbiamo mostrato pubblicamente come finiscono i soldi extra nel nostro stipendio e le assicuro, consigliere Manfredini, che noi non abbiamo mai fatto credere ai nostri elettori che il nostro compenso da parte della Regione sia di 2.500 euro, anche perché abbiamo mostrato la nostra busta paga.
I dati che abbiamo pubblicato sono i dati che ci hanno fornito la Giunta, tali e quali, abbiamo fatto un accesso agli atti e l'abbiamo pubblicato, si chiama trasparenza. Ognuno poi può tranquillamente fare come abbiamo fatto noi: pubblicare la propria busta paga, è trasparenza, e misurarsi con i propri elettori. E noi abbiamo comunicato all'interno dei nostri canali, non abbiamo giornali, non abbiamo Tv, non abbiamo radio, abbiamo solo il web. Se volete impedirci anche all'interno dei nostri blog di pubblicare i nostri dati, dati che ci ha dato la Giunta e le nostre buste paga, allora veramente non ci rimane più niente per poter fare politica come la facciamo noi.
Capisco che bisogna finanziare i circoli, che bisogna farsi pubblicità, ma c'è un miliardo di euro...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Favia, il tempo a sua disposizione è terminato, le chiedo pertanto di avviarsi alla conclusione.
FAVIA: Chiudo in dieci secondi.
C'è un miliardo di euro di rimborsi elettorali, che sono un finanziamento mascherato ai partiti. Dovrebbero essere quelli i soldi. Quindi, cercherò di continuare dopo nella dichiarazione di voto.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Procediamo con la dichiarazione di voto congiunta. Non vedo altri interventi sull'emendamento e sull'articolo. Non vedo nessun iscritto.
A questo punto sull'emendamento il consigliere Favia chiedeva il voto elettronico. Vedo che nessuno ha chiesto di intervenire in dichiarazione di voto, quindi ci apprestiamo a votare con il sistema elettronico.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 4, a firma del consigliere Favia, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
39
Assenti
11
Votanti
38
Favorevoli
2
Contrari
36
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Aimi): L'art. 1 è approvato.
Prendiamo in esame l'emendamento 5, a firma del consigliere Favia, istitutivo di un nuovo articolo.
Discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente, chiedo un chiarimento. Forse mi sono sbagliato, ma c'era anche un emendamento n. 3 sull'art. 2 o è stato un mio errore?
PRESIDENTE (Aimi): Dobbiamo esaminarlo dopo perché questo, come dicevo all'inizio, è un emendamento istitutivo di un nuovo articolo e quindi diventerebbe un 1 bis, in pratica.
FAVIA: Perfetto. Quindi anche l'emendamento 2 lo trattiamo dopo.
PRESIDENTE (Aimi): Adesso siamo sull'emendamento che lei ha presentato, il n. 5, istitutivo di nuovo articolo.
FAVIA: Esattamente. L'emendamento 5 diciamo va a chiarire un po' meglio, onde evitare i giochi di parole e, devo dire che si rende necessario, anche perché parlavo prima con il collega Naldi e anche il collega Naldi non aveva ben compreso il testo, nel senso che nel testo presentato dal Partito democratico si dice che se si è assenti per dieci sedute non si percepiscono i rimborsi, la dico alla svelta. Il problema è che se un consigliere è iscritto in media a tre commissioni e ha dodici appuntamenti in un mese, capite che venendo quattro volte riesce a percepire tutti i rimborsi, quindi noi chiediamo il contrario, chiediamo che siano dieci le presenze a cui un consigliere si deve attenere, ci sembra il minimo, perché se no con i giochi di parole si inverte il significato. Noi non chiediamo di non andare oltre le dieci assenze, ma chiediamo le dieci presenze e ci sembra anche questo un criterio oggettivo.
Posso sapere il tempo che mi rimane, presidente?
PRESIDENTE (Aimi): Ha ancora qualche minuto, consigliere Favia, però mi avvedo che lei sta parlando di un'altra cosa.
FAVIA: L'emendamento 5.
PRESIDENTE (Aimi): No, l'emendamento citato 5 nostro, quello cerchiato, quello che riguarda il nuovo articolo, consigliere Favia, non il suo 5.
FAVIA: Presidente, se posso avere la scheda, perché avendo già gli emendamenti non ho ricevuto la scheda rinominata dalla Presidenza e quindi leggevo gli emendamenti come erano stati protocollati.
PRESIDENTE (Aimi): Singolare che non l'abbiano distribuita.
FAVIA: No, è stata distribuita, ma avendo già gli emendamenti qua nella mia copia, non l'abbiamo ritirata.
PRESIDENTE (Aimi): Comunque è il suo n. 2, consigliere Favia, che diventa 5 della Presidenza.
FAVIA: Perfetto. Per questo non capivo il collegamento degli emendamenti.
Quindi torniamo all'emendamento che insiste sull'art. 1...
PRESIDENTE (Aimi): 1 bis. Lei chiede l'istituzione del nuovo articolo, gliel'ho già detto prima.
FAVIA: Perfetto, chiarissimo, abbiamo recuperato la numerazione.
Questo emendamento riguarda le indennità di funzione, ovvero, al di là del nostro stipendio base e di quelli che sono i rimborsi, un consigliere regionale ha un'indennità, uno stipendino aggiuntivo a seconda del ruolo che ricopre. Ecco, qui dovremo chiarirci, perché se è vero che un presidente di Assemblea ha effettivamente un ruolo molto particolare, che richiede un lavoro specifico, noi pensiamo che un presidente di Commissione, un vicepresidente di Commissione o un consigliere-segretario non abbia necessità, a fronte già di uno stipendio corposo, di un ennesimo stipendio, quindi chiediamo di abolire per queste figure l'indennità di funzione e di tenere l'indennità di funzione per il presidente della Giunta e i vari componenti della Giunta, per il presidente dell'Assemblea e per i vicepresidenti. Anche qui nell'ottica di una, come dire, riorganizzazione del trattamento indennitario...
PRESIDENTE (Aimi): Le rimane un minuto, consigliere Favia.
FAVIA: Grazie, presidente.
Ci sembra un'ottima cosa ripensare anche alle indennità. Per le indennità rimanenti andiamo comunque ad abbassarle, sempre del 50%, quindi, per presidente di Assemblea e per presidente di Giunta andiamo comunque a ritoccarle in riferimento sempre alla legge nazionale.
Per quanto riguarda, e chiudo questo intervento, sempre sul fatto che bisogna pagare in un certo modo i consiglieri altrimenti non fanno bene il loro lavoro, non sono preparati, non sono professionali, ecco, io sono stato in un Consiglio comunale ed ero con dei consiglieri che guadagnavano 1.300 euro al mese. Devo dire che io la differenza di preparazione tra quei consiglieri con cui discutevo in commissione e i consiglieri regionali con cui mi trovo oggi in commissione non la vedo, anche se sono pagati quattro, cinque volte tanto. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto. Non vedo nessun iscritto, passiamo alla votazione con il sistema elettronico.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 5, a firma del consigliere Favia, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
42
Assenti
8
Votanti
41
Favorevoli
2
Contrari
39
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Procediamo con l'art. 2, sul quale insiste l'emendamento 6, a firma del consigliere Favia.
Discussione generale sull'articolo e sull'emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Sempre per presentare l'emendamento, presidente, e mi ripeto velocemente perché è sempre simile il tema. Oggi i consiglieri regionali vengono pagati dalla data del voto alla data della successiva elezione. In questa proposta di legge il Partito democratico sposta l'inizio del pagamento degli stipendi dalla data di insediamento alla successiva data di insediamento, ovvero c'è uno spostamento esatto, ma che in sostanza non cambia particolarmente l'arco temporale.
Quello che noi vogliamo inserire, con questo emendamento, è che il consigliere venga pagato effettivamente per il periodo in cui fa il consigliere, quindi dall'insediamento alla votazione, poi ci possono essere sicuramente delle eccezioni, però di norma sappiamo che il grosso del lavoro di un consigliere parte dall'insediamento fino alla successiva votazione per le elezioni regionali.
Anche questo ci sembra un modo per riportare un po' di giustizia, non per mettere i consiglieri regionali in chissà quale situazione difficoltosa o togliere chissà quale diritto, ma ci sembra giusto riportare una corrispondenza tra il tempo effettivamente lavorato e la paga. Questo ci sembra il minimo.
Per quanto riguarda questo, come altri temi, è stata sollevata la non legittimità da un punto di vista amministrativo, perché si è detto che noi vogliamo togliere privilegi ai vecchi consiglieri, diritti ai vecchi consiglieri (chiedo scusa per il lapsus), ma, consigliere Naldi, se si legge attentamente, lei mi chiedeva prima per la legittimità, noi non siamo per togliere il vitalizio a chi già lo percepisce, sia chiaro, però dobbiamo anche leggere la legge nazionale e la nostra legge, perché se noi oggi ci portiamo lo stipendio a 1.000 euro, faccio un esempio, essendo il vitalizio correlato a ciò che noi guadagniamo oggi, improvvisamente le persone che oggi percepiscono il vitalizio passerebbero dal percepire 1.200 euro al mese a percepirne 250 e potrebbero fare tutti i ricorsi che vogliono ma la legge parla chiaro. Poi potremo ritornare sul discorso che non piace a Mazzotti se sono diritti o sono privilegi, ribadisco che per me sono privilegi, perché nessuna categoria, nessun lavoratore può stabilire quantità e modalità della propria pensione, importi e modalità di riscossione di una pensione o di un'indennità differita come è poi il vitalizio, quindi, parlare di diritto ci sembra veramente difficile.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Intanto il progetto di legge, consigliere Favia, non è del Partito democratico, come lei sa, ma è un progetto di legge presentato da tutta la maggioranza alla quale poi si sono aggiunte le firme degli altri gruppi in commissione.
Secondo, la proposta che viene avanzata, le motivo il fatto che la mia contrarietà, la contrarietà anche come relatore, è una proposta che secondo me anche dal punto di vista del profilo della legittimità non è accoglibile. Il principio della continuità amministrativa fino all'insediamento della successiva Assemblea vale per tutti gli organi, dal Consiglio comunale fino al Parlamento, e quindi questo deve essere garantito perché in ogni caso i consiglieri regionali restano in carica anche una volta che ci sono state le elezioni fino a che non c'è stata la convalida dei successivi e quindi vale per loro la funzione che svolgono, ovviamente, in forma ridotta per l'ordinaria amministrazione, ma sono in carica.
L'emendamento proposto determinerebbe un vuoto di potere, non solo un vuoto di stipendi, e quindi lo trovo non accoglibile, oltre che sbagliato. Poi privilegi, ho detto semplicemente prima che per quello che riguarda il vitalizio si tratta non di un privilegio, ma di un accantonamento che viene successivamente ridato al consigliere solo in quantità maggiore rispetto a quanto versato. Questo è il punto che va corretto e lo correggiamo intervenendo con la legge. Quindi non è un privilegio, è un'assicurazione pubblica che è regolata in questo modo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mazzotti.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Avrei usato le stesse argomentazioni del consigliere Mazzotti, perché credo che sia impedita l'approvazione di questo emendamento da una serie di norme che devono garantire la continuità amministrativa e vale per tutte le Assemblee parlamentari elette.
Ricordo peraltro che non c'è soltanto un tema di ordinaria amministrazione, sulla base delle competenze che la legge nel periodo subito successivo al voto, anzi, trenta giorni prima e subito successivamente al voto, attribuisce appunto come facoltà ai Consigli regionali, c'è tutto il tema delle urgenze. Cito così a memoria che per esempio nella fase antecedente le elezioni, quindi nei trenta giorni prima e nei pochi giorni successivi alle elezioni Consigli regionali sono stati convocati per affrontare, non in Emilia-Romagna perché su quello la Conferenza allora dei capigruppo decise di non procedere, ma in altre Regioni per esempio la vicenda del Lambro e la vicenda dell'onda nera del Lambro. Si riunì molte volte il Consiglio regionale lombardo nella vecchia composizione, proprio perché ancora la Corte d'Appello della Lombardia non aveva convalidato i nuovi eletti, per discutere in quel frangente di un'emergenza che non era prevedibile e che presupponeva, a ragione di alcuni colleghi parlamentari regionali lombardi che l'avevano appunto proposto, una discussione su quella vicenda. Qui fu portata la proposta in Conferenza dei capigruppo e per ragioni legittime, ripeto, sulla base della discussione che avvenne allora, si decise di non procedere.
Questo per dire che esiste non solo una norma, ma esiste tutto il tema dell'emergenza che può accadere in qualunque momento ed è difficile che sia prevedibile e che presuppone che finché non si è insediata formalmente la nuova Assemblea legislativa quella vecchia potenzialmente possa essere convocata e possa interagire, sulla base di precise indicazioni offerte dalla legge chiaramente.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Donini.
Se non c'è nessun altro in dibattito generale, apriamo le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Per ribadire il mio voto favorevole all'emendamento da noi presentato, ma per rispondere anche al consigliere Mazzotti e alla consigliera Donini, perché, evidentemente, non mi sono spiegato correttamente. Il consigliere rimane in carica anche dopo il voto, in quello che propongo non c'è nulla di illegittimo, basta leggere con attenzione, perché già oggi il consigliere cessa di essere pagato alla data del voto, quindi noi vogliamo tenere semplicemente questa prassi. C'è scritto nella legge e, ovviamente, prima di presentare questo emendamento ho fatto una verifica da un punto di vista tecnico-amministrativo. Allora, se non è così evidentemente non si è fatto ciò che è scritto nero su bianco, se mi sono sbagliato provvederò.
Quindi, in realtà noi vogliamo solo ritardare il momento in cui il consigliere inizia a percepire lo stipendio, facendolo coincidere con l'insediamento, con l'insediamento vero e proprio in Consiglio regionale, annullando quell'intervallo, che adesso c'è e che è stato molto lungo quest'anno, tra il giorno del voto e il giorno in cui si viene effettivamente in Consiglio regionale.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 6, a firma del consigliere Favia, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
43
Assenti
7
Votanti
42
Favorevoli
2
Contrari
40
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Aimi): L'art. 2 è approvato.
Art. 3.
Su questo articolo insistono tre emendamenti:
l'emendamento 7 a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 8 a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 12 a firma del consigliere Lombardi.
Discussione generale sull'articolo e gli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Per presentare anche questo emendamento, l'avevo già accennato erroneamente in testa. Come dicevo, per non cadere in un gioco di parole si chiede a quest'Aula di votare in merito al fatto che se un consigliere fa dieci assenze non può percepire il rimborso previsto dalla legge. Ecco, facendo una media di un'attività di dodici appuntamenti istituzionali nell'arco di un mese, facciamo finta che un consigliere sia iscritto a tre commissioni, come dicevo gli appuntamenti sono dodici. Noi vogliamo abbassare questa soglia, vogliamo dire il contrario: per prendere il benefit devi essere presente almeno a dieci appuntamenti istituzionali nell'arco di un mese. Dieci nell'arco di un mese vuol dire venire in Regione due volte a settimana, più o meno, più che meno, quindi ci sembra una soglia accettabile per aver garantito un minimo di partecipazione del consigliere ai lavori del Consiglio.
Viceversa, dire che un consigliere non percepisce il benefit se e solo nel caso in cui sia assente per più di dieci volte può legittimare dei comportamenti di presenza di bassa affluenza, diciamo, per usare un termine elettorale, due, tre, quattro volte. Quindi non ci sembra anche qui idoneo e si tratta solo di fare un po' di giustizia e mi auguro che, anche se la piega di questi emendamenti è decisamente politicamente, seppur legittimi dal mio punto di vista, non trovano spazio politico, però mi sembra che sia anche questo un emendamento di buonsenso.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Per esprimere contrarietà all'emendamento del consigliere Favia e ricordare al consigliere Favia e anche ai consiglieri che con l'art. 3 della legge andiamo a modificare complessivamente l'art. 6 della precedente legge 42, per cui in realtà, se leggiamo bene la legge che andiamo ad approvare, rovesciamo il meccanismo del rimborso ai consiglieri. Qui parliamo intanto di presenze in sede e non parliamo di presenze alle riunioni istituzionali, come diceva precedentemente la legge, e quindi questo cambia il ragionamento, cambia il ragionamento al punto che la normazione dello stesso non è più legiferata, ma viene passata alla potestà dell'Ufficio di Presidenza che avrà il compito, in una delle sue prime riunioni, di decidere in che modo e in quali forme disciplinare questa forma di rimborso.
Per cui se il modo con cui viene proposto nella legge, nel testo in vigore, cioè il tema dell'assenza, è un incentivo ulteriore alla presenza, cosa che invece con la proposta del consigliere Favia viene rovesciata. Quindi per questo esprimo il non accoglimento come relatore dell'emendamento.
Non so se debba parlare anche dell'altro emendamento...
PRESIDENTE (Aimi): La discussione è congiunta.
MAZZOTTI: L'altro emendamento, il n. 7, che è l'emendamento 4 del consigliere Favia, anche qui esprimo parere contrario perché è nei compiti proprio dell'Ufficio di Presidenza quello di normare appunto nelle prerogative statutarie che gli sono attribuite di funzionamento, il lavoro dell'Aula, quindi anche queste competenze. Ovviamente, l'Ufficio di Presidenza, d'intesa con i capigruppo, questo è sottinteso, perché procedura e prassi che tutte le volte che si interviene in materia che riguarda l'organizzazione consiliare c'è un passaggio con i capigruppo, che è un passaggio non solo informativo, ma è un passaggio diciamo istituzionale.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mazzotti.
Prego.
MAZZOTTI: Chiedo scusa, intanto che sono qua...
PRESIDENTE (Aimi): Ha ancora due minuti e cinquanta.
MAZZOTTI: Accolgo poi l'emendamento presentato dal consigliere Lombardi, che insiste sempre su questo articolo, in quanto è una specifica che consente all'Ufficio di Presidenza, e poi comunicato successivamente ai capigruppo, di normare al meglio la fattispecie dei rimborsi, perché in realtà siccome noi introduciamo, lo ripeto, il criterio della presenza, ecco si tratta di decidere in quale forma e modi va verificata la presenza dei consiglieri in sede e questo attraverso delle forme che l'Ufficio di Presidenza poi verificherà e quindi quell'aggiunta a piè di lista è relativa al fatto di effettivamente presenza alla sede dell'Assemblea legislativa.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mazzotti.
Non c'è più nessun iscritto in dibattito generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto d parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Ritengo che, essendo un tema molto delicato il passaggio presso la commissione competente, che è la prima, invece potesse essere utile a tutti i consiglieri per discutere sul perché e sul per come, parliamo di una cifra molto importante all'interno della busta paga.
Invece, non voterò a favore dell'emendamento del consigliere Lombardi perché fatico a comprenderne il senso, mi sembra che tra l'altro sia scomparsa la parte, ma chiedo di essere corretto se sbaglio, messa nero su bianco dove si diceva che chi ha una autovettura di servizio non percepisce il rimborso chilometrico. Se non ho visto male questa parte è sparita, era nella proposta di legge della maggioranza, ma chiedo di essere corretto nel caso in cui mi sbagliassi.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Non vedo nessuno ulteriormente prenotato.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 12, a firma del consigliere Lombardi, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
42
Assenti
8
Votanti
41
Favorevoli
40
Contrari
--
Astenuti
1
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è approvato.
A questo punto l'emendamento 7, a firma del consigliere Favia, risulta precluso a seguito dell'approvazione dell'emendamento 12, che ha modificato sostanzialmente l'articolo.
Procediamo quindi alla votazione dell'emendamento 8, a firma del consigliere Favia, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
42
Assenti
8
Votanti
41
Favorevoli
2
Contrari
39
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3, così come emendato.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Aimi): L'art. 3 è approvato.
Art. 4.
Su questo articolo insiste l'emendamento 9, a firma del consigliere Favia.
Apriamo il dibattito generale congiunto sull'articolo e sull'emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Con questo emendamento intendiamo cancellare l'indennità di fine mandato, la troviamo un privilegio assolutamente immotivato. La carica è, infatti, di tipo elettivo e non si tratta di un rapporto di lavoro. Noi intendiamo le cariche nelle istituzioni come un servizio civile che un comune cittadino presta alla collettività, terminate le quali egli torna al suo precedente lavoro e ricordo, anche, che è prevista una spesa di un milione di euro per l'indennità di fine mandato, quindi parliamo di tantissimi soldi. Si dice che lo stipendio deve essere elevato anche per garantire poi il fatto che il consigliere riesca a tenere il suo lavoro, allora mi viene da dire a cosa serve l'indennità di fine mandato che, come ripeto, incide parecchio da un punto di vista numerico sulla materia che stiamo affrontando.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Presidente, per tornare un attimo sul tema trattato in precedenza, perché l'emendamento che è stato accolto, presentato dal collega Lombardi, specifica - il testo di legge bene in italiano - alla fine del periodo: “si propone di istituire come segue tutto il periodo da b) alla fine del periodo”, quindi è un emendamento sul periodo, ovviamente il periodo è, lo dice l'italiano, fino al punto relativo a “Ufficio di Presidenza” e quindi le rimanenti righe, che il consigliere Favia dava per scomparse, cioè “il rimborso delle spese di trasporto non spetta ai consiglieri che in ragione della particolare funzione svolta fruiscono in via permanente di un'autovettura di servizio o di un'autovettura a guida libera di proprietà dell'amministrazione”, è evidente che rimangono così come nel testo di legge presentato in originale dalla maggioranza più associati, eccetera, eccetera, eccetera.
Quindi basta leggere: “al punto 1 si propone di sostituire come segue tutto il periodo da b) alla fine del periodo”, che in italiano è inequivocabile. Lo dico per correttezza anche rispetto agli estensori e ai firmatari del testo di legge originale.
PRESIDENTE (Aimi): La ringraziamo, consigliere Monari, per la sua lectio magistralis in materia, ma a noi era chiarissimo.
Non vedo nessun altro iscritto in dibattito generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Dichiaro il voto favorevole e ringrazio per la lezioncina da professorino del consigliere Monari, ma se era così chiaro poteva intervenire anche durante il dibattito dell'emendamento, se la padroneggiava così...
MONARI: Lei è stato troppo poco in Consiglio comunale. Lei ci deve tornare.
FAVIA: Consigliere Monari, come le dicevo, visto che io non sono un professore e chiedevo con estrema umiltà di essere corretto perché non mi tornava un emendamento.
Comunque ribadisco il voto favorevole. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Per dichiarare che purtroppo, consigliere Favia, non accogliamo l'emendamento. Non consideriamo affatto un privilegio l'indennità di fine mandato, così come è strutturata, che è strutturata nello stesso modo dai sindaci fino ai deputati, e devo dire che in Emilia-Romagna è la più bassa - ho qui la tabella - di tutte le Regioni d'Italia.
Noi con questo articolo fra l'altro rendiamo il criterio più consono, più legato alle trattenute effettivamente effettuate, perché introduciamo un calcolo annuale e superiamo quello che nella legge si prevedeva in precedenza e cioè il calcolo di fine mandato con l'indennità dell'ultimo mese.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mazzotti.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 9, a firma del consigliere Favia, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
44
Assenti
6
Votanti
43
Favorevoli
2
Contrari
41
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Aimi): L'art. 4 è approvato.
Art. 5.
Su questo articolo insistono quattro emendamenti:
l'emendamento 10 a firma del consigliere Favia;
gli emendamenti 1, 2 e 3, a firma della consigliera Barbati.
Discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Noi riteniamo che sia assolutamente alla nostra portata e non ostacolato da alcun vincolo legislativo abolire i vitalizi da subito, da questa legislatura. Pensiamo che sia giusto non rimandare alla prossima legislatura questa scelta che, se condivisa, va fatta oggi.
Ogni anno la Regione spende 4.200.000 euro per garantire gli assegni vitalizi a chi già li riscuote, ogni anno che passa però questa cifra aumenta in virtù dei nuovi ex consiglieri che maturano il diritto, diritto che oggi scatta a 60 anni.
La nostra proposta non intende andare a toccare i diritti acquisiti, premesso sempre che si tratti di diritti, ma intende andare a toccare quei consiglieri che oggi non percepiscono il vitalizio ancora. Facciamo slittare questa soglia, e mi sembra il minimo, all'età di 65 anni e nel nostro progetto di legge base, diciamo, il vitalizio non scompariva proprio per non dare instabilità al bilancio dell'Assemblea legislativa. Veniva diciamo aggiustato e lasciato per determinate categorie, perché cosa succede? Se oggi noi lo abroghiamo così per le prossime legislature, succede che non sappiamo chi pagherà il vitalizio, quello che continueremo ad erogare, se togliamo la trattenuta dalla busta paga. Questo sarebbe interessante. Cosa succede alle buste paga dei consiglieri? Anche qui voglio capirlo. Aumentano? Quel 25% di trattenuta non c'è più? Io non ho chiaro se alla fine della fiera poi questo stipendio sale o scende, quindi anche questo sarebbe un punto assolutamente da approfondire.
Non essendo il vitalizio una somma di natura previdenziale, così come risulta da una sentenza della Cassazione (la cito anche, la 23793 del 24 novembre 2010) può essere decurtato semplicemente da una legge regionale. C'era stato detto che ci volevano delle grandi verifiche tecnico-amministrative, ribadisco, abbiamo aspettato sei mesi educatamente perché la nostra proposta di legge è stata tenuta in un cassetto e poi, di fatto, cestinata, però pare oggi che il vitalizio si possa abrogare, come dicevamo noi non c'è nessun problema.
I consiglieri regionali in carica nell'attuale legislatura possono chiedere, entro il termine perentorio di tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la restituzione della trattenuta obbligatoria effettuata, ovviamente senza rivalutazione monetaria, né corresponsione di interessi, delle quote versate dall'Assemblea legislativa. Indi per cui, tecnicamente parlando, visto che si è alzato un gran polverone si può fare o non si può fare, noi abbiamo versato delle trattenute, la legge può prevedere che noi queste trattenute le riceviamo indietro però rinunciamo all'indennità differita. Questo è possibile, poi può esserci o può non esserci la volontà politica di farlo. I colleghi di oggi possono dire che i colleghi della prossima legislatura non avranno il vitalizio, noi, invece, ne usufruiremo, ma è comunque una scelta, anche qui mi sono premurato di farmi scrivere un parere che avrò piacere di confrontare con altri pareri, se ce ne saranno di idea opposta, però noi, carta alla mano, siamo andati avanti e pensiamo che questo vitalizio, che, ribadisco, una volta era definito qualunquismo dei Grillini e demagogia, oggi viene evidentemente definito un qualcosa che va abolito, un privilegio, se no non si capisce perché andiamo ad abolirlo, noi pensiamo che si possa fare da subito e che sia veramente un bell'esempio da dare.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Non vedo nessuno iscritto in dichiarazione di voto.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 10, a firma del consigliere Favia, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
41
Assenti
9
Votanti
39
Favorevoli
2
Contrari
37
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 1, a firma della consigliera Barbati, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
37
Assenti
13
Votanti
35
Favorevoli
4
Contrari
31
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Consigliera Barbati, lei doveva intervenire prima, perché c'era la dichiarazione congiunta. Abbiamo aperto prima le dichiarazioni di voto congiunte articolo ed emendamenti e poi successivamente in dichiarazione di voto anche questa congiunta sugli emendamenti.
Comunque siamo in fase di votazione non le posso dare la parola.
Procediamo alla votazione dell'emendamento 2, a firma della consigliera Barbati.
(interruzioni)
L'emendamento precedente è stato respinto.
Sulla votazione?
(interruzioni)
Allora, affinché rimanga agli atti, se vuole fare una dichiarazione.
La parola alla consigliera Barbati.
(interruzioni)
Consigliera Barbati, se lei vuole correggere il suo voto ha l'occasione di farlo.
BARBATI: Non funziona il mio dispositivo.
PRESIDENTE (Aimi): Funziona, consigliera Barbati, funziona.
La parola alla consigliera Barbati.
BARBATI: Ovviamente mi dichiaro favorevole.
Sono solamente dispiaciuta perché mi sembra proprio che sia una volontà...
PRESIDENTE (Aimi): Non può intervenire su questo, può solo rettificare il voto.
BARBATI: Qua si interviene su tutto, presidente, mi permetta di dirle che...
PRESIDENTE (Aimi): C'è un Regolamento. Purtroppo, a me dispiace...
BARBATI: Certo.
PRESIDENTE (Aimi): Sono anche lieto che ci sia, però lo devo fare rispettare.
BARBATI: Va bene, non si preoccupi. Sarà così, non due pesi e due misure, sarà così per tutti.
PRESIDENTE (Aimi): Non ci sono due pesi e due misure, bisogna solamente essere attenti durante i lavori dell'Aula.
NALDI: Presidente, mi scusi.
PRESIDENTE (Aimi): Vuole rettificare il suo voto?
NALDI: Dato che è stato fatto.
PRESIDENTE (Aimi): Prego.
La parola al consigliere Naldi per registrare il suo voto.
NALDI: Grazie, presidente.
Volevo semplicemente dire che la mia intenzione era di votare contro e il tabellone non ha registrato, non so per quale motivo, sicuramente per colpa mia.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.
La sua dichiarazione rimarrà agli atti.
Allora, riprendiamo le votazioni. Siamo all'emendamento 2, a firma della consigliera Barbati.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 2, a firma della consigliera Barbati, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
42
Assenti
8
Votanti
41
Favorevoli
5
Contrari
36
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 3, a firma della consigliera Barbati, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
41
Assenti
9
Votanti
40
Favorevoli
5
Contrari
35
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Aimi): L'art. 5 è approvato.
Prendiamo in esame l'emendamento 11, a firma del consigliere Favia, istitutivo di nuovo articolo.
Discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Questo è l'ultimo dei nostri emendamenti: “Dopo l'art. 5 del progetto di legge inserire l'art. 5 bis “Destinazione fondi per la non autosufficienza”. Le economie derivanti dai processi di razionalizzazione delle spese e della soppressione dell'istituto del vitalizio previsti dalla presente legge per l'anno 2011 sono destinati al fondo per la non autosufficienza, con destinazione esclusiva a vantaggio delle azioni rivolte alle persone con disabilità grave”. Ovviamente parte di questo emendamento è inattuabile, perché prevedevamo delle economie già da quest'anno, però comunque il senso rimane tale e quindi chiedo, presidente, di metterlo ai voti.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente, ce l'ho fatta.
Intanto intervengo ovviamente per esprimere un voto negativo all'emendamento e preciso anche perché. L'assegno vitalizio, come è noto, è una sorta di pensione aggiuntiva cumulabile e reversibile e scatta con il compimento del sessantesimo anno di età, a fronte di un versamento di contributi che può essere anche di soli cinque anni, e non ha alcuna giustificazione logica, etica, morale.
Il vitalizio, che costituisce una vera e propria indennità di carica di consigliere regionale e ha natura giuridica completamente diversa da quella propria dell'indennità di buona uscita o di fine rapporto, quali istituti tipici del lavoro dipendente da riferimento alla Corte Costituzionale, dunque un autentico privilegio elitario, la cui immediata abolizione deve costituire l'obiettivo principale di un intervento legislativo riformatore che si ponga nel senso di contenere la spesa pubblica, anche a fronte dell'attuale crisi economica e di addivenire alle istanze di giustizia sociale, trasparenza e perequazione delle risorse nei confronti di tutti i cittadini.
L'improcrastinabile e indefettibile abrogazione dell'istituto dell'assegno vitalizio o indipendentemente dal nomen iuris indennità differita, si pone pertanto come atto dovuto nei confronti dei cittadini.
In considerazione di tali profili ne deriva la necessità di non differire ulteriormente l'intervento abrogativo dell'istituto del vitalizio e precludere l'operatività di tale privilegio già a partire dalla nona legislatura. In particolare, in ossequio al principio generale dell'ordinamento secondo cui la legge non dispone che per l'avvenire, esso non ha effetto retroattivo, art. 11, prelegge al Codice Civile e nel rispetto della tutela riconosciuta alle posizioni giuridiche consolidate, diritti acquisiti.
Con gli interventi emendatari in esame si prevede un'abolizione dei vitalizi con effetto immediato a decorrere dal momento di entrata in vigore del presente testo normativo ed estesa ai soli consiglieri di nuova nomina della nuova legislatura.
L'immediata abolizione dell'assegno vitalizio a partire dalla corrente legislatura segnatamente non lede alcuna posizione giuridica pretesamente acquisita dai consiglieri di nuova nomina, dato che, come si desume dall'interpretazione letterale e sistematica degli articoli 13, 16 e 17 della legge 42 del '95, il diritto all'assegno vitalizio si consegue solamente quando i requisiti di età di contribuzione previsti dalla legislazione vigente (art. 13) siano completamente maturati. Per converso, prima di tale momento un diritto all'assegno vitalizio non è nemmeno astrattamente configurabile.
Allo scopo di evitare che l'immediata abolizione dell'assegno vitalizio ponga a carico dei consiglieri di nuova nomina indebite corresponsioni monetarie, si prevede espressamente, mediante l'inserimento del comma 1 bis, la restituzione delle somme versate a titolo di intervento, a titolo di trattenuta obbligatoria.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie consigliera Barbati.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ricordo che siamo sull'emendamento 11, a firma del consigliere Favia, emendamento finalizzato all'istituzione di un nuovo articolo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Semplicemente per ringraziare la consigliera Barbati dell'attenta analisi che, come dire, sostiene la tesi per cui sia possibile abrogare i vitalizi sin da subito. Quindi penso che questo sia un elemento, da un punto di vista politico, importante perché la motivazione fino ad oggi è stata i vitalizi non si possono abolire per un problema tecnico-amministrativo. Mi sembra, ripeto, che la risposta della consigliera Barbati abbia dipanato ogni dubbio, quindi chiedo qual è la motivazione politica, se non sussiste più quella tecnico-amministrativa e penso che questa sia una risposta che non si deve tanto a Giovanni Favia o al Movimento 5 Stelle, ma si deve a tutti i cittadini, a tutti gli elettori e a tutte le persone che dovrebbero controllare il nostro operato.
Qual è la motivazione politica? Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Sui vitalizi abbiamo già detto prima, nell'intervento che ho fatto precedentemente e quello che ha fatto il capogruppo Monari e altri interventi.
Per esprimere la contrarietà all'emendamento istitutivo di un ulteriore articolo, del quale non c'è bisogno. Fra l'altro l'intenzione di questa amministrazione, lo vedremo anche nel bilancio di domani, è quella di dare priorità alle spese sociali e anche alla copertura del fondo per la non autosufficienza, così come tagliato dai provvedimenti nazionali, per cui mi pare che sia inserito in maniera impropria in questo tipo di legge.
I risparmi di questa legge vanno a beneficio del bilancio generale della Regione Emilia-Romagna, che questa Assemblea poi destina sulla base della legge di bilancio e dei titoli che attribuisce, uno di questi, appunto, anzi, una priorità è sempre stata data fra l'altro alle spese sociali.
Mi sembra, adesso non volevo usare questo tema, un po', diciamo così, forzato, per non dire altro, questo tipo di emendamento, un po' furbetto, quindi esprimiamo parere negativo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mazzotti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Per quanto riguarda l'emendamento del consigliere Favia invece io mi sento di votarlo perché, intanto sono convinto che noi con il provvedimento complessivo che stiamo per adottare effettivamente riusciamo a dare una idea consistente di un risparmio e sono anche dell'opinione che vada incoraggiato, diciamo così, il suo sforzo, la sua intenzione di utilizzare queste risorse che comunque si liberano per dei fini seri come quelli che lei indica. Quindi, io da questo punto di vista mi sento di condividere la sua proposta.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.
Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto.
Si proceda, quindi, alla votazione dell'emendamento 11, a firma del consigliere Favia, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
45
Assenti
5
Votanti
44
Favorevoli
4
Contrari
39
Astenuti
1
PRESIDENTE (Aimi): L'emendamento è respinto.
Prendiamo ora in esame l'art. 6.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Aimi): L'art. 6 è approvato.
Prendiamo ora in esame l'art. 7.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Aimi): L'art. 7 è approvato.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero dispositivo di legge.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati, siamo comunque contenti che sia passato almeno, seppur per noi estremamente inadeguato, un taglio, ci ha fatto piacere che siano stati riconosciuti dei meriti al Movimento 5 Stelle e ringrazio il consigliere Naldi, con il quale almeno è possibile ogni tanto avere un dialogo, dove il muro non è a priori.
Penso, però, che si sia persa un'occasione per dare un segnale diverso, per spiegare ai cittadini che fare politica non significa avere una posizione reddituale privilegiata, andare incontro a una fortuna economica, come oggi è. Potevamo dare un segnale fortissimo che la politica è servizio civile, che la politica non è per forza un mestiere, ma che una persona può fare politica anche sacrificandosi da un punto di vista materiale, perché, è vero, c'è chi può anche guadagnare di più e guadagnare di meno entrando in politica, ma, ribadisco, si tratta di fare una scelta di vita e dare un esempio.
Non penso che sia giusto garantire i redditi che le persone percepivano (si parlava di avvocati, professionisti), non sono passate le nostre richieste che chiedevano di inserire anche dei criteri un po' più stringenti di controllo delle presenze all'interno della Regione e voglio, come dire, mettere sul piatto qualche dato, giusto per ricordarlo: per quanto riguarda l'indennità di funzione noi spendiamo 600.000 euro all'anno; per quanto riguarda le indennità di carica 4.500.000 euro all'anno. Oggi la media, contando il rimborso chilometrico di un consigliere che risieda a 70 chilometri da Bologna sono circa, al netto, 8.000 euro, dati che ci arrivano dalla Giunta.
Le nostre proposte non volevano distruggere le istituzioni, impoverire la politica, ma tutt'altro, volevano arricchire la politica di altri valori, presidente. Portavamo tra parentesi la contribuzione, lo stipendio, l'indennità a circa tra i 3-4.000 euro, a seconda della distanza della sede di residenza del consigliere con la Regione Emilia-Romagna. Io non ho sentito dire a nessuno in quest'Aula che uno stipendio tra i 3 e i 4.000 euro è insufficiente per fare il consigliere regionale e, ripeto, non ho mai visto da un punto di vista della professionalità e della qualità in questi primi sei mesi differenza tra i miei colleghi in Consiglio comunale, che erano lì a 1.300 euro al mese, e i miei colleghi oggi qui in Regione. Come mai?
È stata riportata, cosa che io trovo veramente pericolosa, la solita motivazione dell'indipendenza del consigliere e, ripeto, non posso essere d'accordo, dire che bisogna pagare ai consiglieri degli stipendi d'oro perché così non siano corruttibili è un'offesa, colleghi, lo ripeto a tutti noi, è un'offesa. Noi non possiamo fare passare questo messaggio, noi siamo incorruttibili anche se venissimo qua gratis.
Per quanto riguarda il rimanere in carica fino all'insediamento del nuovo Consiglio ma non pagati, come accade oggi tra parentesi, non capisco qual è la discriminante, non è che noi lavoriamo solo se riceviamo lo stipendio, se ci sarà un'emergenza, come è stato il Lambro, torneremo qui non pagati per il...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Favia, le rimane un minuto.
FAVIA: Grazie, presidente, la ringrazio anche per avermi aiutato nello svolgere tutti gli emendamenti del Movimento 5 Stelle.
Quindi penso che si sia persa un'occasione.
Penso comunque che non dobbiamo cullarci nei nostri meriti in una situazione italiana di degrado, dire che noi siamo la Regione più virtuosa. No, perché uno stipendio che fino a ieri era tra i 6.600 euro e i 12.000 per un consigliere regionale è la situazione meno scandalosa, non si può parlare di situazione virtuosa. Ovviamente bisogna essere coscienti che la Regione Emilia-Romagna è comunque la Regione che fa di più in questo campo rispetto a tutte le altre Regioni, quindi in questo senso dei meriti io li riconosco, siamo i meno peggio, non mi sento di dire i migliori perché la mia proposta andava in tutt'altra direzione, questo posso riconoscerlo, però non culliamoci, qui e in tutti gli altri settori, perché preferisco confrontarmi con le eccellenze e anche, visto che siamo un contesto europeo, degli altri Paesi, più che confrontarci, magari, con Regioni italiane in cui sappiamo quale sia il livello della politica oggi e, quindi, non è una gara difficile. Io forse sono scarso da un punto di vista atletico, ma se faccio cento metri con un bambino di seconda elementare vinco. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente.
Mi dispiace non essere potuta intervenire prima su questo progetto di legge e comunque sia desidero esprimere un ringraziamento a tutti i colleghi che l'hanno promosso e voglio citarli: a Monari, a Sconciaforni, a Naldi, a Mandini, a Barbati, a Mazzotti, alla sottoscritta, a Lombardi, a Pollastri e a Manfredini e se lo dico c'è una ragione ben specifica, perché se l'obiettivo di questo progetto di legge era contribuire tutti assieme a ridurre i costi della politica, credo che questo progetto di legge, così come era stato disegnato e come andremo adesso a votare, bene o male riesce a giungere all'obiettivo che si era posto. Quindi, in questi termini, apprezzo la finalità, l'ho sostenuto e lo voterò, ma lo voterò anche per un'altra ragione: lo voterò perché secondo me concorre, in un momento particolare come quello attuale, a dare un segnale sensibile (10%) di solidarietà nei confronti di una società che in questo momento purtroppo sta soffrendo e quindi riducendo i costi della politica e con un gesto di solidarietà mi auguro che quel nostro 10% venga destinato da questa Regione per delle finalità che siano assolutamente prioritarie.
Secondo. Vorrei dire in particolare al mio collega Favia, che ora non vedo in Aula, e non c'è neppure la sua telecamera mentre parlo io. Mi sarebbe piaciuto che avessero avuto anche l'opportunità di sentire il contraddittorio...
(interruzioni)
Credo che sia stato opportuno oggi fare un dibattito, inizialmente per dare un messaggio in questa direzione. Secondo me, se effettivamente c'era la necessità di intervenire sulle modalità di calcolo, sulla commisurazione del nostro compenso, credo che il ragionamento sarebbe stato più opportuno se fosse partito innanzi tutto anche da una considerazione di carattere nazionale, che io sto facendo anche con i miei colleghi italiani. Ti invito, Favia, io ho chiesto di fare uno studio all'ufficio statistica affinché si mettesse a confronto la modalità operativa di questa Regione nel numero dei suoi addetti e nei compensi che essi percepiscono raffrontato con tutte le altre Regioni d'Italia. Vorrei che tu lo leggessi, questo volumetto, e prendessi nota che intanto, per quanto riguarda il numero dei consiglieri, il rapporto che c'è fra numero consiglieri e popolazione della Regione di riferimento noi siamo la Regione che ha il più basso rapporto, ma questo l'ho riscontrato anche dal punto di vista del compenso.
Allora, se effettivamente c'è qualche cosa che non va, credo che noi, come Regione, godendo anche di un'opportunità, del fatto che il nostro presidente è presidente della Conferenza Stato-Regioni, e in un momento in cui si parla di federalismo, in un momento in cui si parla di standardizzazione di alcuni parametri, sarebbe bene, perché a me dà molto fastidio. Quello che mi dà molto fastidio e che trovo ancora più insulso dal momento che il mio compenso, anche se effettivamente è un compenso più alto di altri compensi che oggi si percepiscono in questa società, sto facendo di tutto per meritarmelo. Ecco, qui forse noi dovremmo fare tutti un esame di coscienza: ce lo meritiamo? Stiamo dando il meglio di noi stessi? Stiamo lavorando duramente? Perché quando alla fine questo compenso è un compenso che rapportato all'Italia intera...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliera Noè, ha ancora un minuto.
NOÈ: Bene.
...è mediamente fra i più contenuti, questo ci deve fare anche riflettere. Te lo dico perché tu prima hai portato un esempio dei consiglieri comunali di Bologna, io ho rivestito per cinque anni quella carica. Debbo dirti che molti di quei 1.300 euro erano rubati, perché molti miei colleghi transitavano dalle commissioni firmando e uscendo e per un mandato intero io ho chiesto che il compenso venisse assegnato quando si firma in entrata e si firma in uscita. Allora, facciamo attenzione, perché molte volte siamo noi per primi che ci comportiamo in modo inadeguato rispetto al compenso che ci viene riconosciuto.
Allora, io voglio ribadire questo, io il mio 10% concorro a darlo in senso di taglio ai costi della politica e in versione solidale, però credo di svolgere quotidianamente, e i commessi forse sono i primi che lo possono riscontrare venendo qui tutti i giorni, di dare il massimo e di meritarmi quello che la legge mi riconosce...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliera Noè, il tempo a sua disposizione è ampiamente scaduto.
NOÈ: Ecco, facciamo attenzione che con il dibattito invece non andiamo a svilire il nostro ruolo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bonaccini. Ne ha facoltà.
BONACCINI: Credo che noi oggi facciamo una scelta giusta e seria. È seria perché le regole, i paletti di funzionamento di un sistema democratico e delle istituzioni è utile che vengano fatti, se si riesce, nella forma maggiormente condivisa.
Il fatto che oggi questa Assemblea legislativa riesca ad approvare, se ho compreso bene le dichiarazioni di voto, con il voto unanime dell'Aula, e dunque non solo con il voto favorevole di chi ha fatto questa proposta, cioè la maggioranza di centrosinistra, è per me un fatto importante e ne voglio dare merito a tutti coloro che hanno contribuito nel dibattito a fare in modo che la scelta di oggi, che in qualche modo è storica rispetto alle decisioni che prende (penso in particolare al superamento dei vitalizi dalla prossima legislatura), sia di avere fatto una scelta che viene condivisa dall'intera Aula consiliare.
Dico che è anche una scelta giusta, oltre che seria. Vedete, io sono il primo ad essere convinto che la politica, i partiti, in questo Paese rispetto al resto d'Europa non abbiano solo un problema da affrontare che si chiama questione economica e sociale, ma hanno anche da affrontare un problema che si chiama questione democratica, in un Paese che vede, mai come oggi, allargata la forbice del distacco tra politica, politici e cittadini. E io credo che debba venire prima da noi, per questo facciamo questa scelta. Una scelta che va nella direzione di dare per primi noi un segnale concreto alla società, che di fronte alla crisi drammatica economica e sociale che c'è, noi facciamo un gesto e un atto di responsabilità. Viene da lì la scelta, come fece per prima la Giunta, con l'intervento del presidente Errani ricordo in apertura di legislatura, che disse che avrebbe tagliato le indennità, nonostante noi si sia la Regione, l'avete ricordato tutti, per ultima dal punto di vista della quantità di emolumenti e di compensi, ma che per prima fa una scelta che dà un contributo serio alla riduzione dei costi della politica.
Questo significa mettere in discussione la bontà delle istituzioni? No e quando Giovanni Favia, che anche con me non ha mai trovato un muro nel dialogo, dice, come dire, che vuole rispetto, io rispetto le sue opinioni, ma allora chiedo a lui ogni volta che qualcuno nel suo movimento, che di fatto ormai è un partito presentandosi alle elezioni, dice che facciamo tutti schifo e siamo tutti uguali, anche lì credo e pretendo rispetto per tutti quanti noi. Io ho 43 anni, come te sono, come si dice oggi e non mi piace, leader di un grande partito e tu di un partito emergente, o di un movimento emergente, sono arrivato a 43 anni guadagnando mai più di 2.000 euro al mese e avendo una famiglia con due figli, e la gran parte di persone che sono qua hanno fatto questo e hanno preso anche meno di me. Quindi, non ho nessuna difficoltà a poter testimoniare a chiunque come si vive nella società attuale con le difficoltà che ci sono. Il punto è un altro: è garantirsi la serietà e la bontà del funzionamento delle istituzioni democratiche. Non a caso io faccio parte di un partito che in Parlamento ha depositato dall'inizio di legislatura, da due anni, una proposta di legge che prevede il dimezzamento del numero dei parlamentari e la riduzione ad una delle Camere legislative, perché siamo l'unico Paese al mondo che ha Camera e Senato che fanno le stesse cose.
Dunque, credo che per la politica tutta, indipendentemente dalle appartenenze, la sfida nei prossimi mesi di una riforma delle istituzioni democratiche debba esserci e debba andare nella direzione, come facciamo oggi, di dare segnali affinché quel solco che si è creato tra politica e i cittadini, tra istituzioni ed eletti, possa essere messo, come dire, ad un livello molto meno difficoltoso.
Vorrei ricordare, e ho finito, che questa Regione, peraltro lo dicevi anche tu, è la Regione che in Italia in questi anni ha dato il massimo di contributo alla riduzione dei costi della politica.
PRESIDENTE (Aimi): Ha ancora un minuto, consigliere Bonaccini.
BONACCINI: Ha deciso di non aumentare il numero di consiglieri quando lo Statuto che era stato votato lo prevedeva, ha deciso, nonostante abbia le indennità più basse, di ridurle ulteriormente di un 10%, ha deciso di tagliare del 20% i costi di funzionamento generale e ha deciso dalla prossima legislatura, per i motivi che molto meglio di me il consigliere Mazzotti e il capogruppo Monari hanno presentato, di fare questa scelta non perché sia un privilegio, ma perché le ragioni che in passato portarono ad averlo non sarebbero più comprese per il futuro, per come è cambiata la società e per le scelte legislative che sono venute avanti.
Quindi, credo che noi oggi facciamo un grande passo in avanti, è un fatto positivo che votiamo tutti quanti insieme, credo che dovremmo venderla così: la scelta di un'istituzione importante come questa Regione che vuole entrare maggiormente in sintonia con le difficoltà di questa società e difendendo la bontà delle istituzioni democratiche. Non esiste democrazia senza che vi sia un contributo pubblico al funzionamento della politica e dei partiti, perché quando non è stato così abbiamo conosciuto stagioni in cui i partiti sono stati sostituiti da qualcos'altro di ben peggiore.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Bonaccini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
44
Assenti
6
Favorevoli
44
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): Proclamo approvata la legge riguardante "Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995, n. 42 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale)".
(applausi)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
OGGETTO 769
Delibera: «Recesso dell'Assemblea legislativa dall'Associazione denominata "Istituto di studi federalisti Altiero Spinelli".» (31) (Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 769/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (12)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 7 dicembre 2010 con la seguente votazione: favorevoli: 39; contrari nessuno; astenuti 4.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini.
(brusio in aula)
Colleghi, scusate, stiamo dando la parola alla consigliera Donini.
Prego, consigliera Donini.
DONINI: Grazie, presidente.
Intervengo brevemente su questa proposta di delibera premettendo che l'Ufficio di Presidenza ha tutta la mia comprensione e chiaramente mi rappresenta nelle sue decisioni, nelle sue valutazioni e nella modalità con la quale formula le sue proposte. So bene come sia giusto e corretto, da parte dell'Ufficio di Presidenza, perseguire l'obiettivo del contenimento delle spese pubbliche attraverso un rigore che fino adesso ha rappresentato la sua azione.
Detto tutto ciò, per cui c'è una pomposa premessa, esprimo però un rammarico che vorrei che rimanesse agli atti e non vorrei che la condivisibile scelta di gestire con rigore il bilancio dell'Assemblea all'esterno, non tanto all'esterno, all'interno insomma, fosse interpretata come una volontà più prettamente politica di porre delle discontinuità ad un percorso di relazioni che negli anni, dal mio punto di vista, ci ha migliorato e ci ha aiutato ad acquisire una consapevolezza e anche a fruire di un'offerta culturale molto importante sul tema grande e vasto dell'idea di Europa e dei percorsi politici ed ideali che a questa Europa ancora ci invitano a richiamarci e a tendere.
L'attività dell'Istituto Spinelli, lo dice il dispositivo della delibera, nasce e ha sede a Ventotene come riconoscimento di quel luogo in cui, costretto e non in vacanza, Altiero Spinelli da confinato nel '42 scrisse il famoso manifesto di Ventotene. Faccio notare 1942, lui era al confino già da svariati mesi, per cui era al di fuori di ogni possibilità di accedere all'informazione. Detto ciò, la sua consapevolezza dell'epoca gli permetteva, in un luogo in cui viveva isolato, d'immaginare, non vedendoli, gli orrori nei quali l'Europa era costretta dai regimi nazifascisti e pensò all'Europa unita e a quell'idea lì come antidoto definitivo per dire mai più a quegli orrori.
È qui la ragione per la quale un legame con quel tipo di orizzonte per noi è necessario, noi che in questa Regione abbiamo scelto come Assemblea legislativa, attraverso una serie anche di gesti formali di norme regionali, la legge 16 del 2008, le norme contenute nel nostro Regolamento, di essere protagonisti attraverso la partecipazione diretta, per esempio, senza dimenticare, e questo è importante, la ragione per la quale questo si fa.
Adesso qui lo dico, anche la realtà, voglio dire, legata all'attività dell'Istituto Spinelli, che è un istituto culturale, la realtà diciamo più politica legata all'Istituto Spinelli è il Movimento federalista, che continua ad essere una delle poche realtà trasversali e politicamente, voglio dire, rilevanti sul piano della prassi e delle idee, poi non so su quella appunto del consenso, Movimento federalista al quale io sono iscritta così come consiglieri di diversi gruppi politici anche rappresentati in questa Regione sono iscritti. Movimento federalista che è rappresentato a livello di Parlamento nazionale e di Parlamento europeo attraverso l'attività degli intergruppi parlamentari federalisti e cerca di accompagnare le scelte più prettamente anche tecniche relative sia alla fase ascendente che alla fase discendente delle procedure comunitarie con una contaminazione di contenuti culturali e originali.
Quindi per me è un motivo di rammarico recedere dalla partecipazione al Consiglio di amministrazione dell'Altiero Spinelli, pur comprendendo la ragione per la quale si rivede, si corregge, si taglia l'eventuale contributo economico. Io so che l'attività dell'istituto rappresentato da quel Consiglio di amministrazione è un po' imperfetta e alcune delle ragioni che qui sono state adottate anche dall'Ufficio di Presidenza sono anche convincenti. In quella realtà le uniche Regioni rappresentate sono tre: la Campania e il Lazio come Giunta regionale e come unico Consiglio regionale d'Italia l'Emilia-Romagna. Negli anni l'attività dell'istituto non si è estesa a cogliere e ad aprirsi, ad allargarsi di più alla, secondo me, auspicabile e positiva partecipazione da parte di molti altri Consigli regionali.
Detto questo, come dire, considero un peccato appunto recedere, proprio perché si concorre in questo modo a non fare decollare probabilmente l'attività dell'istituto quanto probabilmente a concorrere forse a un rischio oggettivo della fine delle proprie attività. Attraverso l'attività dell'Istituto Spinelli: proposte di seminari di approfondimento e culturali, come Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, dal 2004 in poi abbiamo consentito a un bel numero di giovani emiliano-romagnoli di andarsi a formare sul tema appunto fondativo dell'idea d'Europa; attraverso modelli che possono essere da rivedere, da correggere, modalità di selezione dei giovani. Adesso io non difendo il passato, si può sempre innovarsi nella pratica e aumentare il livello di trasparenza, di efficienza e di efficacia delle nostre iniziative e delle nostre proposte, senza però rinunciare, lo dico così, a costruire percorsi rilevanti dal punto di vista ideale e di principio, che continuano ad essere dal mio punto di vista una delle ragioni per le quali l'Assemblea legislativa, come Parlamento e luogo della rappresentanza a livello locale, come dire, ha le sue ragioni appunto fondative. Guardiamo allo Statuto della nostra Assemblea legislativa, è stato richiamato molte volte, c'è una parte di rilievo importante del nostro Statuto che è la parte del preambolo ed è la parte delle finalità. Quelle finalità sono finalità che si devono perseguire con delle scelte, che a volte sono un po' onerose, per carità, ma che sono, ripeto, coerenti in questo caso agli impegni che la nostra comunità ci ha affidato.
Chiudo questo breve intervento di espressione di rammarico più che di contrarietà annunciando, ma poi lascio in questo caso la parola, se lo ritiene, al consigliere Luciano Vecchi come primo firmatario di una proposta di ordine del giorno collegata a questa deliberazione, è un ordine del giorno che è stato sottoscritto da più gruppi consiliari e da più colleghi, non so, appunto, chi vorrà intervenire, so che mi guarda il collega Pollastri che anche lui è tra i firmatari di quell'ordine del giorno, è un ordine del giorno che serve, dal nostro punto di vista, a ribadire una volontà politica di questa Assemblea regionale...
PRESIDENTE (Richetti): Consigliera Donini, ha superato di oltre due minuti il tempo a sua disposizione.
DONINI: Presidente, chiudo.
...quella, appunto, come dice l'ordine del giorno, che penso sia stato consegnato, di trovare in ogni modo le forme più adeguate per continuare la collaborazione con l'Istituto Spinelli.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Grazie, presidente.
La collega Donini ha espresso valutazioni che condivido in pieno. Anche nella discussione che abbiamo avuto in sede di prima commissione su questo atto ho dovuto esprimere due sentimenti che devono necessariamente convivere. Il primo è quello che occorra avere piena consapevolezza che quando riduciamo i bilanci di funzionamento delle istituzioni questo ha delle conseguenze e ha talvolta, come in questo caso, delle conseguenze che sono anche non positive e possono creare anche imbarazzo nelle relazioni politiche. Tuttavia la scelta del contenimento delle spese di funzionamento è una scelta coerente, che abbiamo preso tutti in maniera unanime e che quindi va perseguita nella maniera più coerente e più netta possibile.
Nel contempo, come ricordava la collega Donini, la partecipazione, la collaborazione della nostra Assemblea legislativa con l'Istituto di studi federalisti Altiero Spinelli non è mai stata un atto formale, ma è stato un fatto sostanziale sia di condivisione di una visione di fondo delle questioni che riguardano la nostra società e che riguardano l'Europa, che una scelta operativa con la nostra partecipazione all'interno dell'istituto con la quale non si è soltanto voluto dare un segnale politico, ma si sono anche realizzate attività concrete. È per questo che abbiamo voluto accompagnare, a nome di molti consiglieri di molti gruppi di questa Assemblea, un atto che è un atto oggi necessario, per quanto doloroso, quindi quello del recesso dalla partecipazione all'associazione, con un ordine del giorno di indirizzo rivolto appunto a noi stessi, alla nostra Assemblea legislativa e al suo Ufficio di Presidenza per dire, così come è stato rimarcato anche nel dibattito in prima commissione, che abbiamo tutta l'intenzione di continuare a collaborare con l'Istituto Altiero Spinelli. Questa collaborazione ha una significato politico e dovrà, nei limiti del possibile, anche esplicitarsi dal punto di vista concreto, stabilendo e concordando con la direzione dell'istituto stesso quali potranno essere le forme di partecipazione nostra alle loro attività e a un dibattito che è per noi importante e che, anzi, per le istituzioni di questa Regione è persino fondativo.
Quindi, nell'annunciare il voto a favore del provvedimento che ci viene proposto da parte dell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea, chiedo anche ai colleghi il voto favorevole all'ordine del giorno di accompagnamento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
In quanto anch'io in sede di dibattito in commissione avevo chiesto contezza, avevo chiesto lumi circa l'attività pregressa svolta tramite la partecipazione dell'Assemblea legislativa nel Consiglio di amministrazione dell'istituto e evidentemente avevo espresso anch'io qualche, ma nel quadro dei tagli complessivi, della riduzione dei costi, avevo espresso anch'io, rispetto a questa decisione, qualche ”perplessità”, andando, presidente, un po' controcorrente perché, a quanto mi è stato riferito, ma sono un consigliere di nuova legislatura, vi erano state delle iniziative anche importanti e formative per diversi giovani.
Proprio sulla scorta di questo avevo con il collega Vecchi e altri inteso firmare un documento che viene oggi all'attenzione, è accompagnatorio di questa deliberazione di recesso dell'Assemblea, perché ho ritenuto che senza più mettere comunque mano tra virgolette al bilancio dell'Assemblea stessa si possa in futuro mantenere alta una collaborazione rispetto a un grande personaggio, che è anche nei manuali delle dottrine politiche e che ha avuto per primo questa grande idea di Europa.
Quindi, con questa sottolineatura, presidente, che intendo rimanga agli atti voterò evidentemente questo atto amministrativo perché è giocoforza, però il documento che abbiamo sottoscritto penso meriti una votazione la più ampia possibile.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini, che però si è “sprenotato”.
La parola al consigliere Grillini.
GRILLINI: Probabilmente la “sprenotazione” è dovuta al fatto che ho premuto due volte.
Innanzi tutto anch'io devo dire che ho sottoscritto l'ordine del giorno propostoci dal consigliere Vecchi perché anch'io devo esprimere sofferenza per questa decisione dovuta ai problemi di bilancio, cioè al recesso non per dissenso con l'attività dell'associazione Spinelli, ma per una contingenza che speriamo duri poco, speriamo che in futuro la Regione Emilia-Romagna possa tornare a far parte a pieno titolo dell'associazione stessa, perché in realtà quell'associazione è un po' simbolica del processo di unificazione europea, un processo che è tutt'altro che concluso. Sappiamo bene quali sono state le difficoltà, sappiamo che la prima proposta tra virgolette di Costituzione europea è franata sotto il peso di alcuni referendum nazionali, sappiamo che c'è ancora un peso dei singoli nazionalismi, se così vogliamo dire, e che anzi stiamo assistendo ad un pericoloso rilancio di nazionalismi, di particolarismi, di egoismi locali. In alcuni casi questi nazionalismi prendono le forme di partiti di estrema destra, il cui pericolo è sotto gli occhi di tutti. Pensiamo anche a recenti risultati elettorali, che dal mio punto di vista, dal nostro punto di vista come Italia dei Valori, sono estremamente preoccupanti.
Quindi, il processo di unificazione europea non si può e non si deve limitare alla moneta, non si può e non si deve limitare alla gestione di alcune istituzioni, che a volte vengono viste dall'opinione pubblica europea più come istituzioni lontane, burocratiche, che non come un vantaggio verso la direzione della costituzione di una vera e propria Europa politica come Stato unitario. Questo anelava Altiero Spinelli ed altri, questo è il desiderio di chi come noi si batte per un'Europa unita, che sia un soggetto nuovo della politica internazionale capace di garantire benessere e sviluppo a tutta l'area europea. Da questo punto vista veramente mi auguro che questa sia solo un'interruzione momentanea, la nostra adesione e la nostra contribuzione sia solo un fatto momentaneo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente.
Per annunciare il voto di astensione del gruppo Lega Nord sulla proposta portata all'attenzione dell'Assemblea, in quanto ovviamente siamo molto sensibili, per storia del nostro movimento politico, al tema del federalismo. Il professor Altiero Spinelli è stato uno dei precursori dello studio e del pensiero federalista europeo in un'ottica che proveniva, appunto, dalla storia della sinistra, ma di una sinistra europeista aperta alle esigenze di cambiare le istituzioni e di dare maggiore aderenza alle istituzioni dei singoli Stati e anche alle istituzioni europee rispetto alla pulsioni provenienti dal basso.
Questa materia è stata oggetto anche di discussione all'interno dell'Ufficio di Presidenza e si è preso atto della volontà non di sganciarsi rispetto all'attività dell'Istituto di studi federalisti dedicati ad Altiero Spinelli, ma con l'obiettivo, in considerazione anche del mutato assetto normativo nazionale, di recedere dall'associazione ma, al contempo, di continuare a sostenere quelle iniziative che si svolgono annualmente a Ventotene, continuando a contribuire all'invio di studenti di questa regione, delegazioni di studenti e di insegnanti, al fine di poter favorire e continuare nel percorso che vede i nostri studenti coinvolti negli approfondimenti che vengono svolti, appunto, dall'Istituto Spinelli presso Ventotene annualmente e che ha già visto per tanti anni la presenza, appunto, di studenti della nostra regione.
Quindi non è in realtà uno sganciamento rispetto ai temi e al lavoro dell'istituto, ma una nuova forma di collaborazione che alla fine si rivelerà, come auspichiamo, più incisiva e più aderente alle necessità di consentire, appunto, ai giovani della nostra regione di frequentare e di apprendere quelli che erano gli ideali federalisti che in Altiero Spinelli hanno trovato un alfiere e uno dei precursori a livello di studi scientifici europei e nazionali.
Quindi voto di astensione costruttiva, in quanto sarà anche nostro compito del gruppo insistere affinché ci sia questa contribuzione da parte dell'Assemblea alla partecipazione dei ragazzi all'esperienza di studi, tra l'altro molto proficua, presso il Centro studi Altiero Spinelli di Ventotene.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Ci sarebbero tante realtà lodevoli e da sostenere, ma dobbiamo darci delle priorità, quindi condivido, comunque voterò a favore dell'ordine del giorno, ma ci tengo invece a precisare che do completamente il mio appoggio alla Presidenza per questa scelta legata all'uscita della nostra quota associativa. Non si capisce perché, non penso nessun'altra Regione l'abbia, si debba tenere una quota associativa in un organismo di questo tipo. Poi si potrà collaborare sui singoli progetti, verranno valutati insieme agli altri singoli progetti che il mondo della società civile ci porrà, però per una volta sono assolutamente d'accordo con la scelta della Presidenza.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: Ho aggiunto la mia firma all'ordine del giorno di cui si parla anche perché ritengo che la stessa discussione che stiamo tenendo stia servendo a focalizzare un taglio, le sue ragioni, ma anche a richiedere, con la disponibilità di tutti, che siano inserite risorse e intelligenze per produrre più qualità dal punto di vista sia politico che culturale alle nostre iniziative europeiste. Non è detto che un taglio debba significare la fine, può essere una situazione in cui si mirano successivamente meglio le risorse che devono essere utilizzate per raggiungere quel tipo di obiettivo.
Per cui io sono per leggere il favore che l'Assemblea darà al documento come innovazione, cioè consentire di introdurre quella qualità che consente anche, qui è stato ripreso da diversi, io lo faccio a modo mio, a tutti noi che siamo cittadini del mondo di avere anche un'idea su come il mondo possa essere governato. Penso a una cosa molto precisa e cioè che il mondo ha bisogno di masse critiche ingenti dal punto di vista demografico, economico, sociale, finanziario per coniugare modernizzazione economica, diritti, nuovo ordine sociale e che questa modernizzazione debba avere al centro la persona.
Se guardiamo al mondo come si sta sviluppando nelle sue contraddizioni economiche, finanziarie, sociali, religiose in questi decenni, noi comprendiamo meglio l'esigenza di realizzare un continente come l'Europa che ha bisogno di avere non la seconda gamba, ma di fare tutt'uno con quell'unione monetaria, l'unità politica che ancora non abbiamo e che è la sola che può consentire di giocare un ruolo volto a rendere le persone soggetti liberi di autodeterminarsi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Montanari.
Come avete osservato in diversi è stato presentato un ordine del giorno collegato a questo oggetto, a firma del consigliere Vecchi Luciano, e dei consiglieri Pollastri, Donini, Casadei, Grillini e Naldi, a cui si è aggiunta anche la firma del consigliere Montanari.
Tutti interventi che ho apprezzato, pertinenti, voglio solo ricordare che la scelta dell'Ufficio di Presidenza è esclusivamente relativa alla partecipazione formale all'associazione e ai costi derivanti. La scelta è frutto di una politica che sarà omogenea in tutte le direzioni, cioè le risorse che ci sono non vanno investite per partecipare ai Consigli d'amministrazione, ma vengono utilizzate per sostenere i progetti rispetto ai quali ci sarà totale continuità. Lo dico anche rispetto alle sollecitazioni che vengono date all'interno dell'ordine del giorno.
È chiusa le discussione generale perché non ho altri interventi, apriamo la fase delle dichiarazioni di voto congiunte su ordine del giorno e su proposta di deliberazione.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 769/1, a firma dei consiglieri Luciano Vecchi, Pollastri, Donini, Casadei, Grillini, Naldi, e Montanari.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L'ordine del giorno oggetto 769/1 è approvato.
Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 769.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
OGGETTO 471
Delibera: «Atto di indirizzo generale triennale 2011-2013 in materia di programmazione e amministrazione del trasporto pubblico regionale e locale.» (32) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione Territorio Ambiente Mobilità ha espresso parere favorevole con emendamenti nella seduta del 9 dicembre 2010 con la seguente votazione: favorevoli 26; contrari 7; astenuti 7.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
Ha chiesto di intervenire per l'illustrazione della delibera l'assessore Peri.
Prego, assessore Peri.
PERI, assessore: Sì, arriviamo in Assemblea legislativa con l'atto di indirizzo triennale, dopo aver svolto il percorso previsto dalle normative, non solo la commissione consiliare, che ha già espresso il proprio parere favorevole, ma anche il CAL e più in generale posso dire un lungo confronto che si è svolto sia con i soggetti che hanno la titolarità di questo settore (le aziende, le agenzie, le organizzazioni sindacali, le rappresentanze degli utenti) e ovviamente anche un confronto con le autonomie locali, come è ovvio che sia, avendo loro una doppia, se non tripla, competenza sia dal lato della programmazione che dal lato della proprietà delle aziende che erogano i servizi.
Ovviamente l'atto di indirizzo non può che collocarsi in un contesto che è, diciamo così, guardando al settore specifico, sia di ambito nazionale, che di ambito comunitario. Da questo punto di vista possiamo dire che le novità principali, almeno come scenario largo, sono venute esattamente proprio dal contesto comunitario, avendo qui alle spalle ormai di questo dibattito sia il Libro bianco che il Libro verde, che sono un po' i due riferimenti fondamentali, che in particolare stanno mettendo al centro dell'attenzione e anche delle azioni comunitarie, che poi spesso si traducono anche in sostegni economico-finanziari, ma hanno sicuramente lavorato in modo specifico sul tema dalla mobilità sostenibile ed in particolare, dentro al tema della mobilità sostenibile, sul tema delle aree urbane, delle aree metropolitane come luogo non solo nel quale ci sono le maggiori criticità, ma anche come luogo nel quale sperimentare anche lo soluzioni più innovative.
In particolare la Commissione Europea, che ha adottato proprio il Libro verde, che ha come titolo “Verso una nuova cultura della mobilità urbana”, adottato nel settembre del 2007, ha segnato poi di fatto con questo percorso un po' tutte le tappe successive, fino ad arrivare a quelle che sono attualmente in discussione.
La stessa commissione ha adottato il Piano di azione sulla mobilità urbana il 30 settembre del 2009 e che prevede peraltro anche azioni a breve e a medio termine, cioè fino a traguardare anche all'annualità del 2012, ovviamente cercando di introdurre gli elementi più nuovi che possono aiutare le autonomie locali, le amministrazioni regionali, gli Stati, ad assumere, diciamo così, non solo provvedimenti, azioni amministrative, progetti, ma c'è anche una spinta forte verso una nuova cultura della mobilità. Questo perché, lo sintetizzo brevemente, noi siamo di fronte qui in Emilia-Romagna a parametri che sono assolutamente relazionabili con i parametri di rilievo europeo e se questo vale per gli elementi di grande qualità sul tema della mobilità, vale anche per gli elementi di criticità. Cito solo un dato: l'Emilia-Romagna è, al pari di altre grandi aree metropolitane europee, una delle zone a più alto tasso di mobilità privata, cioè il numero di auto in circolazione per numero di abitanti, siamo nell'ordine delle 700 auto ogni mille abitanti, ci consegna non solo un numero, non solo un parametro, ma ci consegna anche una storia del tema della mobilità e delle caratteristiche che questa ha assunto nel corso degli anni come una mobilità che spesso la sì è associata all'utilizzo dell'auto privata come il massimo possibile della libertà: libertà di circolazione, libertà di movimento, libertà rispetto alle regole e agli orari, eccetera, cioè come un elemento di forte innovazione e di modernità.
Ovviamente negli ultimi decenni sia a livello europeo nelle grandi aree metropolitane, che in Emilia-Romagna, ma potremmo dire in tutta l'area padana o del centro nord, è accaduto esattamente il contrario, cioè abbiamo assistito ad un'inversione nelle conseguenze di questa impostazione: invece di progredire il livello di efficienza, di libertà e di, diciamo così, snellezza nelle relazioni, è accaduto esattamente l'opposto, cioè è aumentato il livello di congestione, sono aumentati i costi indiretti, è aumentato il grado di insostenibilità di quel modello.
Ora, ovviamente, noi non è che partiamo da zero e con questo piano triennale pensiamo di interrompere bruscamente quella china. In realtà negli ultimi anni, possiamo dire almeno negli ultimi dieci anni, cioè da quando stiamo lavorando con il Piano regionale integrato dei trasporti, che scade non a caso nel 2010, si è lavorato parecchio per invertire questa tendenza e possiamo dire che gli elementi fondamentali su cui si è operato e che sta producendo proprio in questa fase dei risultati concreti sono stati i grandi investimenti che abbiamo fatto, ad esempio, su tutta l'infrastrutturazione regionale. Quando noi diciamo 14 miliardi investiti in Emilia-Romagna negli ultimi dieci anni sul settore ferroviario, non stiamo parlando solo dell'Alta Velocità, che ovviamente ha fatto la parte più rilevante, ma penso al raddoppio della Bologna-Verona, penso all'elettrificazione di intere tratte che non lo erano, penso alla riapertura di ferrovie che erano dismesse, penso all'apertura e alla riqualificazione di nuove stazioni, di cui 25 solamente nel sistema ferroviario metropolitano di Bologna. Cioè abbiamo costruito le condizioni per far sì che oggi sia possibile porsi nuovi obiettivi, che prima erano assolutamente impensabili. Di fatto le realizzazioni ottenute negli ultimi dieci anni ci consegnano oggi la possibilità di avere circa il doppio della capacità ferroviaria di questa regione e una percentuale anche lì significativa di aumento della capacità trasportistica di viabilità sia di interesse nazionale, che di interesse regionale più specializzate nel fare ognuna un mestiere diverso: l'autostrada che faccia l'autostrada e così via a scalare come gerarchia di funzione di mobilità.
In particolare ovviamente il piano triennale di cui stiamo ragionando si dedica, per dettato della legge, a governare nel prossimo triennio il tema della mobilità collettiva su gomma e su ferro. Da questo punto di vista possiamo dire che il triennio che abbiamo alle spalle è stato un triennio particolarmente innovativo, intanto come quantificazione economica. È stato frutto di un accordo con il Governo, il Governo precedente che aveva consentito un primo approccio di federalismo funzionale sul tema della mobilità collettiva e in particolare mi riferisco al fatto che le Regioni avevano la disponibilità di risorse dedicate e vincolate al trasporto pubblico locale e alle ferrovie, e in base a quello noi abbiamo potuto fare due operazioni fondamentali, che tra l'altro poche Regioni hanno fatto: procedere sulla strada delle liberalizzazioni, unica Regione che ha fatto la gara per affidare i servizi ferroviari, unica Regione che si presenta all'appuntamento del 2011 con tutti i bacini per il trasporto pubblico locale che hanno affidato i servizi tramite gara. L'ultimo che ha chiuso questa procedura è il bacino di Bologna, che l'ha affidato nei mesi scorsi.
Quindi, un forte processo di liberalizzazione che in che cosa si traduce? In una terzietà di relazioni, di rapporti, e cioè una distinzione netta fra chi programma e chi gestisce, ancorché sia tuttora presente un conflitto di interessi fra i due soggetti (programmazione e gestione) per evidenti ragioni, perché nel nostro Paese siamo ancora in presenza di una forte prevalenza di aziende che hanno un capitale pubblico.
Dentro a quel percorso abbiamo però anche spinto il secondo processo che mi interessa sottolineare, cioè quello dell'aggregazione. Spostare il livello di riferimento delle aziende non più riferito alla proprietà, ma riferito al mestiere che devono svolgere, cioè alla funzione. E allora, da questo punto di vista, abbiamo riscontrato ormai primi esempi concreti di un cambiamento della dimensione industriale del settore, penso all'aggregazione, anzi, alla fusione fatta fra Bologna e Ferrara, penso all'aggregazione che è avvenuta nel bacino della Romagna fra le tre aziende della Romagna, penso al lavoro in corso in questi mesi, che prevede l'aggregazione fra l'azienda di Modena, quella di Reggio e quella di Piacenza e penso anche, seppure con caratteristiche diverse, alla scelta che ha fatto il bacino di Parma, cioè di affidare i servizi con una gara a doppio oggetto, pensando di cedere il 40% delle quote a privati o a concorrenti e contestualmente di affidare il servizio. Cioè siamo in presenza di una forte ristrutturazione del settore. A questo è corrisposto anche un alleggerimento delle caratteristiche e della funzione delle agenzie, agenzie che con una modifica della legge regionale, la n. 10, abbiamo ricondotto nel giusto ambito di riferimento e cioè come soggetti strumentali degli enti locali che sono chiamati a trasformare programmi di scenario ampio e di strategia lunga in progetti operativi: contratti di servizio, bandi di gara, controllare le aziende è diventato il mestiere delle agenzie e in questo mestiere, come dire, svolgere anche quella fondamentale funzione di controllo rispetto alle aziende che attiene anche alla verifica sulla qualità del servizio, le prestazioni raggiunte, la corrispondenza fra programmazione e risultati conseguiti.
Questo ha riguardato anche un lavoro fatto con i servizi ferroviari e parliamo tra l'altro di cifre non indifferenti, perché, se prendiamo l'arco di riferimento 2001-2009, per quello che riguarda i servizi ferroviari regionali, possiamo ben dire oggi che in base a questa attività e a questa impostazione siamo riusciti ad aumentare i servizi ferroviari del 24% in un periodo dove non è che le risorse fossero infinite, ma contando sul fatto che, proprio in relazione ai grandi investimenti realizzati sulle infrastrutture, noi dovevamo cogliere un'occasione, che è quella che abbiamo tuttora come sfida anche per il prossimo triennio, cioè riuscire a mettere a valore le infrastrutture realizzate, far rendere gli investimenti fatti sulla gomma e sul ferro, ma in modo particolare per la mole, per la dimensione, in particolare sul ferro, riuscire a utilizzare quel raddoppio di capacità ferroviarie e badate che non è solamente una questione di aumento quantitativo dei servizi. Noi dobbiamo riuscire a integrare fortemente una nuova, grande innovazione di rango nazionale - l'Alta capacità ferroviaria - e gli effetti si cominciano a vedere in modo concreto in questo periodo, cioè l'accorciamento delle distanze fra Milano-Bologna-Firenze, quindi Bologna e l'Emilia Romagna è, di fatto, molto più vicina ad altri sistemi regionali, ad altri sistemi competitivi, ad altre comunità, ad altri servizi e viceversa, ma questo funziona solo se quel sistema di rango nazionale ed europeo è agganciato a un sistema regionale che, come dire, aumenta e regge quella sfida competitiva che è giocata sempre di più sulla qualità. Quanto il nostro sistema regionale è capace di tenere quella sfida, rinnovando le proprie organizzazioni di servizio, il proprio radicamento sul territorio, quanto è capace di diventare più attraente verso cittadini che hanno quella cultura di riferimento che dicevo prima e cioè molto più predisposti all'utilizzo dell'auto piuttosto che del mezzo collettivo. E per spostare quella cultura non bastano gli appelli o le campagne pubblicitarie, ma occorrono servizi che diventino effettivamente attrattivi, effettivamente concorrenti rispetto ad altre modalità perché più efficaci: perché arrivano prima, perché viaggi meglio, perché sei più permeabile come accessibilità. Ovviamente quella sfida è fatta di pezzi di politiche, credo che uno dei punti più innovativi che abbiamo come sfida nel prossimo triennio è quello di arrivare alla realizzazione, e lo posso dire perché è in corso, è in fase di attuazione, una forte e unica a livello regionale, come esperienza, anche a livello europeo, non esistono altre dimensioni territoriali in ambito europeo che stanno svolgendo questa sfida sul piano dell'integrazione tariffaria. Noi già alla fine del 2011 arriveremo ad avere gran parte dei titoli di viaggio unificati in un unico titolo di viaggio, in un'unica tessera magnetica, che consentirà a tutti di accedere indipendentemente dal gestore, quindi uscendo da quella, diciamo così, fatica quotidiana che prevede l'accesso in base al sistema di bigliettazione del singolo gestore, ma entreremo definitivamente con la stragrande maggioranza dei titoli di viaggio in questo nuovo sistema che prevede il lavoro fatto dal gestore al servizio del cliente e quindi semplificando la vita, diventando più accessibile...
PRESIDENTE (Richetti): Assessore, abbiamo abbondantemente superato, andiamo verso le conclusioni?
PERI: Pensavo di avere più tempo in effetti perché il documento lo meriterebbe.
Dicevo, quindi, un sistema tariffario che aumenta l'affidabilità del servizio e consente anche una forte integrazione di sistemi: la gomma, il ferro, i territori. Quindi questo vuol dire integrare anche le politiche e le... Posso proseguire? Se ho un po' di tempo lo illustro un po' più nel dettaglio, se no...
PRESIDENTE (Richetti): Pochi minuti per le conclusioni.
Prego, assessore Peri.
PERI: Grazie.
Ovviamente questo progetto di forte integrazione tariffaria fa il paio con le aggregazioni dal lato della dimensione industriale e con le politiche di incentivazione che la Regione ha messo in campo: ho già detto 24% in più di servizi, a questo si è aggiunto anche il forte impulso che abbiamo dato sul trasporto su gomma.
Ovviamente adesso siamo in presenza di una manovra, che è quella che abbiamo illustrato nel patto per la mobilità, firmato l'altro giorno, firmato da tutti, tutti i Comuni, le Province, le aziende, le agenzie, i sindacati, i comitati degli utenti, cioè tutti hanno condiviso l'impostazione. Il bilancio della Regione, che verrà discusso e presumo approvato domani, contiene in sé una riduzione del danno: la Regione anticipa, mette a disposizione ciò che la manovra ha tolto, e non sono pochi euro, parliamo di 150 milioni di euro nel triennio al posto di risorse che sono state sottratte con la manovra di agosto, ovviamente questo riduce il danno, ma non lo azzera e anche l'accordo recentissimo dei giorni scorsi ci consegna più interrogativi che certezze.
Ovviamente noi lavoreremo nel merito per fare in modo che tutte le cose positive che si determineranno nei prossimi mesi vadano a beneficio di che cosa, e da qui è importante l'atto che compiamo oggi, e cioè una forte integrazione fra la gomma e il ferro, il mantenimento di livelli di servizio alti, perché la competizione è quella che dicevo prima, cioè la sfida che dobbiamo giocare è la sfida al rialzo, e i livelli tariffari che siano compatibili con l'impatto sociale che questi hanno e quindi con una forte fidelizzazione dei servizi, cercando di penalizzare il meno possibile chi fa l'abbonamento, cioè chi fa l'integrazione, chi ha una già forte predisposizione all'utilizzo del mezzo collettivo.
Ecco, se riusciremo in questi mesi e in questi anni, visto che poi l'indirizzo dà un'indicazione triennale, dà una dimensione triennale, vorremmo cercare di tenere quelli come criteri guida per orientare la spesa delle risorse delle Regioni, il contributo che possono dare gli enti locali, il grosso lavoro che devono fare le aziende per efficientare se stesse e aumentare la dimensione industriale, quindi fornire anche servizi di maggiore qualità.
Grosso modo l'impianto del documento triennale è così confezionato e per queste ragioni ha avuto anche il consenso devo dire molto diffuso non solo degli addetti ai lavori dal lato di chi detiene, diciamo così, i mezzi di produzione, ma anche da chi deve poi operare fisicamente, cioè da una parte i lavoratori e dall'altra le organizzazioni di rappresentanza degli utenti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri per l'illustrazione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: L'assessore Peri non ha forse potuto completare come avrebbe voluto l'illustrazione di quello che è stato realizzato in questi anni e di quanto ci aspetterà nei prossimi anni; chi di noi frequenta o fa parte della terza commissione ha già avuto modo di capire i molti temi collegati che si apriranno nel prossimo anno, strettamente collegati con il sistema del trasporto pubblico locale su ferro e su gomma.
Vorrei cominciare dicendo che, a fronte dei tagli molto significativi che il Governo farà in questi anni, a cominciare dal 2011, (70 milioni annui in meno per il trasporto pubblico locale), nella Regione Emilia-Romagna saranno compensati quasi totalmente, per l'80%, con risorse proprie della stessa. Questo consentirà a chi vive in Emilia-Romagna di vedere fortemente limitata la riduzione dei servizi ferroviari, nell'ordine del 3%, e, per quello che riguarda invece i servizi di bus, nell'ordine del 5%.
È stato poi sottoscritto e condiviso con tutti gli attori locali il patto per il trasporto pubblico, anche questo un elemento credo importante che vada sottolineato nel momento in cui si fanno scelte strategiche e fondamentali che tutti, a partire dalla Regione, passando poi alle Province, ai Comuni capoluogo in particolare, all'Anci, all'Upi, alle Agenzie locali, condividono. Bisogna muoversi unitariamente, affinché quella mobilità sostenibile, quella buona mobilità di cui tutti parlano, ma non tutti in verità in questo Paese realizzano o applicano, abbia modo di essere resa concreta.
Investimenti importanti in questi anni sono stati fatti. Sono stati citati, 14 miliardi in dieci anni sulle infrastrutturazione regionale ferroviaria, altri dovranno essere fatti e verranno certamente realizzati, pur nelle difficoltà richiamate all'inizio e che vanno giustamente sottolineate. Non c'è dubbio che la sfida, così come la Commissione Europea ci indica e così come è nelle realtà evolute come la nostra dei prossimi anni, sarà proprio quella di fidelizzare, di convincere, di fare in modo che il maggior numero di persone possibili siano sempre più orientate all'utilizzo del mezzo pubblico, sia dei trasporti su gomma che su ferro. Bisogna tentare di ridurre quel rapporto spropositato fra mezzi privati e soprattutto uso dei mezzi privati e utilizzo di mezzi pubblici, che anche nella nostra regione crea e sta creando disagi da tanto tempo.
Quindi, il lavoro fatto noi lo condividiamo, lo apprezziamo, crediamo che sia un lavoro ovviamente che non è finito, ma va portato avanti. Questo tema dell'integrazione tariffaria, ad esempio, fra sistemi territoriali, fra diverse realtà locali, aiuta questo principio, cioè incentivare, favorire l'uso del mezzo pubblico da parte di tutti coloro che possono e debbono farlo e in tutta questa necessità di razionalizzare e di valorizzare al meglio tutto quello che in questa regione esiste. Attenzione particolare va riservata, così come è previsto e lo voglio richiamare in questo intervento, a quelle zone più deboli, non dico marginali, ma che hanno qualche problema in più, in particolare le zone di montagna, che in questo momento di difficoltà sono certamente le vittime principali di tutta una serie di scelte poco accorte fatte a livello nazionale.
Questa attenzione dunque, che è stata richiamata e che ovviamente noi apprezziamo, va mantenuta e garantita perché un territorio ben equilibrato è appunto quel territorio che riesce a tenere insieme, soprattutto nei servizi e nella qualità dei servizi, tutti coloro che vivono e operano nei diversi luoghi e indipendentemente dal fatto di stare in montagna, in pianura o nella bassa.
Quindi, anticipo già fin da ora la dichiarazione di voto per quello che riguarda il gruppo del PD il nostro voto sarà convintamente e fermamente favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Ferrari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Ringrazio l'assessore per l'illustrazione. Abbiamo esaminato anche i vari passaggi del documento, ma sul tema del trasporto non ci sentiamo, come forza politica, questa almeno è la percezione che abbiamo dalla cittadinanza, di dare un avvallo favorevole di un nostro voto all'azione politica dell'assessorato. Si parla sì di investimenti, di sostenibilità ambientale, di sviluppo dei trasporti, però ancora troppe cose rispetto agli obiettivi a nostro avviso non funzionano. Basta chiedere e vedere e sentire tante categorie di pendolari per riconoscere, colleghi, le difficoltà. Ci si lamenta, è vero, continuamente dei tagli, ma si è in maniera affrettata, a nostro avviso, rincarato sui biglietti ferroviari, anche se l'assessore sostiene che in futuro vi sarà una rivisitazione anche sotto il profilo delle tariffe.
La Regione conferma sempre uno stanziamento economico a Trenitalia senza riuscire a imporre, a nostro avviso, una migliore qualità da parte di Trenitalia.
Si ripianano, assessore, i bilanci delle aziende di trasporto pubblico locale e bisognerebbe però, tramite gli amministratori delle aziende, preoccuparsi anche delle modalità di rientro di queste situazioni debitorie.
Abbiamo esaminato che tra gli obiettivi meritori e meritevoli, glielo riconosciamo, in futuro ci sono anche lo sviluppo e la riqualificazione della rete stradale regionale, se colgo con precisione, a un riassetto dell'assetto infrastrutturale della regione, al completamento di opere di Alta Velocità e della rete ferroviaria, però, ripeto, assessore, tanta è la carne al fuoco. Si parla ancora di sviluppo dell'integrazione tra modalità di trasporto pubblico e salvaguardia del servizio, cioè vediamo nel documento e nelle sue parole tante buone intenzioni, tanti sforzi, però, ripeto, anche alla luce, almeno quello che sentiamo e percepiamo anche dai cittadini rispetto a problematiche del trasporto e della mobilità, almeno per ora non ci sentiamo, non ce ne voglia, di darle un voto favorevole per quanto riguarda la forza politica che rappresento.
Vedremo in fieri, nel tempo, negli anni, se alle sue parole e alla sua azione politica seguiranno dei fatti migliorativi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente.
Noi condividiamo l'atto di indirizzo esposto dall'assessore, anche se non ha potuto dettagliarlo in questa sede più di tanto, ma comunque, voglio dire, era ben articolato anche nei lavori di commissione. Un atto di indirizzo che appunto si inserisce, credo di poterlo affermare, in continuità poi su quella che è stata la politica della mobilità e dei trasporti che anche la Giunta precedente ha attuato e l'assessore ha attuato nella legislatura appunto precedente.
Credo che quelli che sono gli interventi che in questo atto di indirizzo si pongono in termini di investimenti, il discorso della privatizzazione, le aggregazioni, cioè tutto questo disegno strategico che alla fine per fasi si dovrebbe andare a realizzare sia quello che oggi serve se vogliamo appunto fare due cose fondamentalmente: migliorare i servizi di trasporto dei nostri cittadini dell'Emilia-Romagna e integrarci con quello che è il sistema della mobilità italiana e anche europea.
Per fare questo si dice che sono promesse, sono situazioni tutte da verificare nel futuro e questo è vero, certamente gli atti che il Governo ha fatto rispetto ai tagli sul trasporto pubblico locale non aiutano e non incentivano il raggiungimento di questi obiettivi. Questo è stato un atto pesante che contraddice il percorso verso una nazione moderna, che guarda ad uno sviluppo anche ambientale, oltre all'efficienza, appunto, dei trasporti.
Questi sicuramente sono stati tagli che peseranno sia sui tempi per arrivare a un'ottimizzazione dei servizi, sia sugli investimenti, perciò anche per forza di cose anche quelli che concorrono ai disagi dei nostri cittadini che usano questi servizi.
Perciò sarà importante controllare sicuramente l'organizzazione per quello che riguarda appunto queste integrazioni, sarà altrettanto importante, alla luce dei tagli fatti, se questo Governo continuerà a rimanere in sella, ci possiamo aspettare ancora per i prossimi anni, appunto per compensarli una particolare attenzione a quella che è l'efficienza delle gestioni di questi servizi, con una particolare attenzione a quelli che sono i costi di gestione, perché è questo un terreno nel quale credo che insieme alla nuova viabilità e la mobilità, rispetto ai mezzi e alle reti, ci andiamo a misurare, nel senso che dobbiamo rendere in modo sempre più importante l'economia dei costi di gestione a parità di servizi. Questo è ovvio.
Perciò ci auguriamo che con questo atto di indirizzo, con i tempi ovviamente necessari, ma con le più celeri iniziative possibili, attraverso appunto quelle forme di aggregazione che accennava l'assessore, si riesca appunto a portare avanti questo percorso.
Ecco, quello che ci raccomandiamo è che tutto questo vada avanti con un occhio di riguardo rispetto a quelli che sono i costi e rispetto a quelli che sono i miglioramenti del servizio ai cittadini.
Perciò preannuncio il voto favorevole dell'Italia dei Valori a questo atto di indirizzo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente.
Direi, assessore, che di questo atto noi apprezziamo lo sforzo di migliorare in modo sostanziale la mobilità e il trasporto nella nostra regione, non sempre però gli indirizzi e le soluzioni ci sembrano idonee a raggiungere fino in fondo e a coniugare questa sfida alle altre importanti che riguardano l'assetto territoriale e ambientale. Per questo riteniamo che il testo di questa delibera offra un panorama e una modalità in fondo ancora tradizionale per affrontare il problema del trasporto pubblico locale. È del tutto evidente che si basa quasi unicamente su una volontà di aumento dei fondi pubblici, volontà che in massima parte si traduce in puro auspicio, soprattutto nei prossimi anni, a causa dei tagli del Governo al settore del trasporto pubblico.
In tutti i paragrafi, pur accennando a situazioni di criticità sul piano qualitativo, si propone come soluzione principale uno sviluppo quantitativo dei servizi. Questo è l'approccio tradizionale italiano, fondato tipicamente sulla definizione di più o meno ambiziosi programmi di sviluppo infrastrutturale che, pur fondandosi su richiami diciamo a un generico obiettivo di riequilibrio modale, finiscono per premiare incondizionatamente un po' tutti i vettori, con il risultato di massimizzare le previsioni di spesa pubblica, minimizzando nel contempo gli effetti sulla ripartizione della domanda.
Quale che sia il giudizio su questo tipo di approccio, è evidente che la costruzione di una politica orientata alla sostenibilità ne richiede il superamento in senso più mirato e selettivo. La teoria economica indica che per riuscire efficiente tale superamento non può prescindere dall'internalizzazione dei costi esterni, in particolare ambientali, generati da ciascun mezzo di trasporto.
Ma se non si vuole che l'internalizzazione delle esternalità ambientali si trasformi soltanto in una politica di cassa, magari ricorrendo ai pedaggi o a cose di questo genere, quindi trasformando le strade esistenti in autostrade, è necessario anche che gli utenti del sistema siano messi effettivamente in grado di modificare i loro comportamenti. Ciò significa che nessuna politica di questo tipo può fare a meno di misure di accompagnamento volte a riorganizzare l'offerta di trasporto in maniera tale da consentire di servire efficacemente la domanda di mobilità rimodulata o anche deviata da un vettore all'altro.
Poiché nel caso dell'Italia settentrionale i segmenti di domanda assolutamente prevalente investono il breve e medio raggio, a poco servono i ragionamenti riguardanti la competizione modale sulle lunghe distanze (Alta Velocità ferroviaria, aereo, autostrada, eccetera), al contrario l'organizzazione di ciascun vettore dovrà essere ricentrata sul tema della massima efficienza anche ambientale, non dobbiamo dimenticarci di questo fattore centrale in queste politiche, per la mobilità urbana, metropolitana e regionale. La domanda di mobilità metropolitana esprime oggi esigenze non soltanto di velocità commerciali più elevate, ma anche e soprattutto di flessibilità negli spostamenti.
Le analisi condotte sull'evoluzione del sistema di trasporto negli ultimi venti anni hanno evidenziato che fra tutti i segmenti di domanda la mobilità delle merci è quella caratterizzata nel contempo dai maggiori tassi di crescita e dai più consistenti margini di miglioramento nelle prestazioni ambientali, conseguibili anche attraverso politiche di trasferimento modale.
A parità di volume di traffico, un minor numero di treni merci, relativamente pesanti e lenti, risulta non soltanto più efficiente, ma anche meno impattante rispetto ad un maggior numero di treni relativamente leggeri e veloci. Questo accade anche perché nelle condizioni attuali la velocità commerciale, il parametro che più interessa per determinare la qualità e i costi del servizio, dipende relativamente poco dall'effettiva velocità di impostazione dei convogli e molto di più dall'entità delle interruzioni alle frontiere o di altri punti della rete (le cosiddette rotture) per mancanza di tracce o di altri problemi di esercizio (locomotori, eccetera).
Il modo più efficiente per incrementare la produttività dei servizi merci ferroviari è quello di aumentare le dimensioni dei treni, agendo nel contempo sulla riduzione delle pause che determinano un abbattimento della velocità commerciale. Si tratta, dunque, di avviare un programma di potenziamento della rete volto ad adeguare i moduli di stazione, il peso assiale, la potenza immessa in linea, la sagoma limite e altri parametri fondamentali per garantire la circolabilità dei treni così configurati.
Per i passeggeri le condizioni per un recupero modale del trasporto pubblico sono più critiche che per le merci. Mancano, infatti, operatori capaci di aggregare intorno a schemi intermodali una domanda di mobilità molto parcellizzata e dispersa, la cui rincorsa attraverso semplici incrementi di offerta è destinata a provocare un decadimento delle prestazioni ambientali nel trasporto pubblico sino ai livelli di quello privato.
La via maestra per il rilancio del trasporto pubblico, finalizzato anche a ridurre anche l'impatto ambientale, va ricercata non soltanto in un aumento quantitativo dei servizi attualmente offerti, ma piuttosto in una loro profonda trasformazione qualitativa.
Del resto non v'è oggi chi non veda quanto l'attuale assetto del trasporto pubblico locale e sovra-locale soffra di notevolissimi problemi di efficacia, che ne hanno determinato, almeno nei territori della città diffusa e quindi in gran parte della nostra regione, una mutata e irreversibile condizione ed esigenza della domanda di mobilità e quindi reti parcellizzate in una miriade di linee incomprensibili e la quasi totale assenza, anche se adesso ci sono degli indirizzi in questo senso, e questo non può che farci veramente piacere, attualmente una quasi totale assenza di tariffe integrate.
Quindi, ho iniziato con un auspicio, con il quale concludo perché sono convinta che condividiamo gli obiettivi finali, ma la strada da fare è quella veramente di trasformare in parte alcune delle nostre visioni più sulla qualità rispetto alla quantità.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Grazie, presidente.
Un intervento giusto per andare a spiegare il perché del nostro voto di astensione, in quanto, al di là di quelle che sono le indicazioni di indirizzo generale contenute nel documento, a noi della Lega piace valutare in concreto quelli che saranno i risultati che verranno ottenuti successivamente. Quindi, visto che siamo stati scottati più di una volta da dichiarazioni roboanti, da gran belle parole, documenti magari anche più corposi di questo, andando a valutare nel tempo i risultati sono stati di segno opposto rispetto a quelli che erano gli intendimenti iniziali, noi la mettiamo alla prova. Quindi, valuteremo, lo terremo bene in considerazione, lo terremo magari qua sotto al nostro banco, valutando strada facendo quelli che saranno i risultati effettivi con cui ci andremo a misurare, partendo proprio dalla discussione che c'è stata oggi in seno alla commissione di richiesta su una partita molto importante che è il “people mover”, quindi un'opera strategica dal punto di vista della mobilità urbana bolognese, dove sono emerse valutazioni politiche portatrici di dubbi più che fondati e anche per quello che riguarda il tenore stesso tecnico della delibera, ripeto, delle osservazioni che speriamo vengano accolte e dimostrino veramente quel senso di positività che queste linee di indirizzo generale vogliono trasmettere a tutti noi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Partiamo dalla fine, dove sono elencati i venti punti di azione previsti dalla Regione. Tralasciando il punto a), sul quale, ovviamente, non si può che trovare condivisione, avremmo voluto vedere un maggiore approfondimento e conseguente...
(brusio in aula)
Prego, colleghi...
PRESIDENTE (Richetti): Chiedo scusa un attimo, consigliere Favia.
Colleghi, riusciamo a riportare il livello dell'attenzione come sopra? Grazie.
Prego, consigliere Favia.
FAVIA: Avremmo voluto vedere un maggior approfondimento e conseguentemente una forte linea d'azione per conseguire i risultati enunciati nel punto b). Infatti, il superamento dell'abuso del mezzo privato è sicuramente perseguibile attraverso la diffusione di una cultura della buona mobilità, ma è altrettanto sicuro che il continuo e crescente uso dell'auto è figlio di una programmazione urbanistica che, in fondo, di programmato e pianificato ha ben poco.
È vero, infatti, che non solo in questo atto di indirizzo, ma anche in tutti i recenti documenti che la Direzione Trasporti ha fatto uscire, emerge chiaramente un importante dato di fatto: una delle cause principali della crescente richiesta di mobilità è generata dal continuo e costante aumento della dispersione insediativa, sia residenziale che produttiva, quello che, assessore, viene conosciuto come lo “sprawl”, che ha caratterizzato questo ultimo ventennio. I dati sono chiari e purtroppo impietosi: in vent'anni l'urbanizzato nella nostra regione è raddoppiato, pur rimanendo invariato il numero degli abitanti.
Questa non pianificazione ha prodotto infiniti mini agglomerati di villette a schiera, micro aree artigianali e poi è stata seguita dalla realizzazione di centri commerciali, collocati nelle periferie delle nostre grandi aree urbane, poi arrivano le varie multisale, gli outlet, tutti interventi che non solo consumano il nostro pregiatissimo suolo agricolo e infieriscono pesanti offese al paesaggio, ma in più producono necessità di mobilità.
È divertente, infatti, dire che non bisogna inseguire il traffico privato, il traffico su gomma, ce lo diciamo sempre, assessore, però poi facciamo autostrade, ne facciamo quattro in previsione.
Allora, se noi vogliamo ridurre la gomma, quattro tronconi autostradali, che siano varianti, che non siano varianti il messaggio è, però, chiaro. Non parlo, perché poi risulto pesante, della CO2 che andremo a mettere in atmosfera da qui al 2020 con queste autostrade. No, veramente, visto che su alcuni punti la Regione ha cambiato rotta, su questo, e qua girano tanti miliardi, ci sono tante associazioni temporanee di imprese, su questo mi sembra che invece si è proprio andati avanti con i carri. Quindi, se noi vogliamo veramente ridurre la domanda di mobilità, allora, dobbiamo essere in grado di fare delle scelte coraggiose, estremamente coraggiose.
Un qualsiasi cittadino che vive in una qualsiasi villetta della pianura non potrà che usare il mezzo individuale per recarsi al lavoro, per fare acquisti e finanche per andare al cinema. È quindi impensabile immaginare come possa essere possibile il governo del trasporto in una situazione come quella attuale. È lo stesso documento preliminare del Piano regionale dei trasporti che lo ribadisce, non leggo testualmente, ci saremmo quindi aspettati in questo documento che fissa i punti cardine sui quali si svilupperà il prossimo patto per la mobilità regionale, oggetto di concertazione con gli enti locali, fossero fissati indirizzi e obiettivi chiari e cogenti rispetto ad una più attenta pianificazione territoriale.
Ha senso, infatti, che da un lato la Regione affermi nei suoi documenti che, e qui cito testualmente: “le trasformazioni urbane e gli insediamenti residenziali, produttivi, commerciali e direzionali devono essere ordinati a partire dalla rete infrastrutturale della mobilità, rovesciando l'approccio che ha prevalso nella pianificazione urbanistica dei decenni trascorsi”, ovvero prima costruisco e poi porto i servizi. Dovrebbe essere il contrario, almeno da un punto di vista della rete. E poi, all'atto pratico, non faccio assolutamente nulla per fermare questa irresponsabile occupazione del territorio, dettata solo dalle necessità di cassa dei Comuni. Inserire tra questi punti prioritari del patto una moratoria all'urbanizzazione, in aree non servite dalle attuali linee di trasporto, sarebbe stato certamente un chiaro segnale dell'amministrazione regionale di volere passare dalle parole ai fatti.
Tralasciando i vari punti relativi alla tariffazione e all'integrazione tariffaria, che sicuramente possono avere effetti più che positivi, vediamo, però, che manca un'attenzione ai nuovi sistemi di mobilità che possono, seppure in maniera ridotta, alleggerire il sistema. Esperienze come quella di “jungo”, ad esempio, che prevedono anche reti solidali, e qui c'è una risoluzione che abbiamo da tempo posto all'attenzione dell'Assemblea, o di altre esperienze analoghe che in sostanza incentivano il “car pooling”, dovrebbero ricevere maggiore attenzione. Così come mentre osserviamo una forte attenzione verso il “bike sharing”, sistema che è certamente importante, ma che richiede anche sensibili sforzi economici, non registriamo la stessa attenzione al potenziamento del trasporto delle biciclette sui treni locali. Non facciamo abbastanza. Esistono delle soluzioni, come quella applicata dalle ferrovie svizzere, che richiedono limitate modifiche nella zona bagagli delle carrozze, soluzioni che quindi, almeno per una fase iniziale, potrebbe essere applicate anche nei nostri treni locali.
Nutriamo qualche dubbio invece sul potenziamento dell'infrastrutturazione elettrica della città, sistema che se da un lato porta benefici diminuendo le emissioni in atmosfera, dall'altro tende comunque ancora a valorizzare la mobilità privata rispetto al sistema di trasporto pubblico, cosa che, in particolar modo per quanto riguarda i nostri centri storici medievali, non aiuta di certo a diminuire la congestione.
Ci saremmo aspettati, infine, anche una maggiore attenzione rispetto alla mobilità ciclo-pedonale, anche solo il fatto che è l'ultimo punto, di una lista di venti, è abbastanza indicativo. Il rafforzamento delle azioni che favoriscono questo tipo di mobilità può solo emergere da indirizzi forti, chiari e precisi della Regione. La necessità di reti urbane sicure e soprattutto interconnesse, e qui dovremmo parlare anche con l'assessore di standard di qualità, è una priorità che deve mettere la mobilità ciclabile al centro delle direttrici dei nostri centri urbani, bisogna prestare attenzione anche ai collegamenti extraurbani e questi sono gli indirizzi che mancano e che dovrebbero essere inseriti se, come si afferma, si vuole sviluppare la mobilità ciclabile per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola.
Chiudendo, assessore, chiedo la sua attenzione all'ultimo minuto del suo intervento. Quello che è successo oggi in commissione...
ERRANI: Tutto monitorato.
FAVIA: Abbiamo la fortuna di avere anche il presidente Errani in Aula, quindi a questo punto chiedo l'attenzione anche del mio presidente. Quello che è successo oggi in commissione è emblematico, non tanto per le modalità e la mia contestazione al fatto di trattare il tema a cavallo, all'interno di una giornata di Consiglio in una mezz'ora, ma noi non abbiamo soldi, ma sta succedendo qualcosa in questo Paese, ci stanno facendo dei tagli sbagliati, però qualcosa sta cambiando a livello economico, ce ne rendiamo conto tutti, allora dovremmo salvare, voi lo dite sempre, il trasporto pubblico locale, il Tpl. Penso che una Regione che vuol fare politiche di buonsenso dovrebbe capire quali sono le priorità e, allora, per noi mettere 27 milioni di euro in un progetto come quello del “people mover”, intorno al quale ci sono grossi dubbi anche sulla sostenibilità economica, se riuscirà a ripagarsi, c'è questa pseudo finanza di progetto, mi chiedo, presidente, dove sia il rischio di impresa da parte di chi investe, se il Comune comunque garantisce che pagherà se non ci saranno abbastanza passeggeri. Dov'è il rischio d'impresa e dov'è la finanza di progetto. Ma a parte questo...
PRESIDENTE (Richetti): Deve concludere, consigliere.
FAVIA: Chiudo in un minuto.
Abbiamo detto che non volevamo consumare territorio e abbiamo detto che crediamo nel servizio ferroviario metropolitano. Abbiamo due linee - la Bologna-Modena e la Verona -Bologna - che toccano l'aeroporto, sono distanti qualche centinaio di metri, avremmo la gente da Modena o da Verona che verrà a prendere l'aereo a Bologna, passerà con il treno davanti all'aeroporto dovrà arrivare fino in stazione per riprendere un altro trenino che gli costerà 7 euro. C'era un progetto avanzato dalla maggioranza di centrosinistra qualche anno fa e preparato da Tecnicoop che prevedeva una doppia fermata davanti all'aeroporto e sfruttava le linee di queste due tratte, tratte che si sono liberate anche grazie all'Alta Velocità oggi, eppure è stato accantonato. Quei soldi potevamo risparmiarli, poteva andare il servizio a 80 centesimi al cittadino dalla stazione invece che a 7 euro e potevamo spendere un decimo del prezzo.
Allora, visto che il “people mover” non è una priorità per i cittadini bolognesi, avremmo potuto prendere quei soldi e investirli nel trasporto pubblico locale e dare una lezione al Governo, invece questo non si è fatto.
Quindi mi asterrò sul provvedimento, ne condivido molte parti, però per questi motivi il mio voto non può essere favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Non ho altri iscritti, per cui chiudiamo il dibattito generale e apriamo la fase delle dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 471.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
Iscrizione di nuovi argomenti all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Richetti): Abbiamo due richieste di iscrizione urgente da parte del presidente Zoffoli, che sottopongo subito all'Aula. Richiesta d'iscrizione di nuovo argomento e inversione dell'ordine del giorno, sulla proposta, oggetto 803, recante “Istituzione della riserva naturale generale "Ghirardi". (Art. 42 della L.R. 17 febbraio 2005, n. 6).
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Voterò favorevolmente all'inversione, però chiedendo con buonsenso e prassi di cercare di mantenerci entro l'orario previsto delle 19. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Sì, è una raccomandazione che sta nel Regolamento.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'iscrizione dell'oggetto 803 all'ordine del giorno.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L'oggetto è iscritto.
Mettiamo in votazione anche la seconda richiesta, del presidente Lombardi, oggetto 832 “Proposta recante: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 1215 del 29 luglio 1999 e successive modifiche di approvazione dell'accordo del Programma speciale d'area "Riqualificazione urbana di Reggio Emilia".»
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'iscrizione all'ordine del giorno dell'oggetto 832.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): Anche questo oggetto è iscritto, per cui procediamo con l'oggetto 803.
OGGETTO 803
Delibera: «Istituzione della riserva naturale generale "Ghirardi". (Art. 42 della L.R. 17 febbraio 2005, n. 6 "Disciplina della formazione e della gestione del sistema regionale delle aree naturali protette e dei siti della rete natura 2000").» (33) (Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione assembleare Territorio, Ambiente, Mobilità ha espresso parere favorevole nella seduta del 16 dicembre 2010 con la seguente votazione: favorevoli 30; nessun contrario; astenuti 2.
È aperta la discussione generale.
Se non ho iscritti in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
OGGETTO 832
Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 1215 del 29 luglio 1999 e successive modifiche di approvazione dell'accordo del Programma speciale d'area "Riqualificazione urbana di Reggio Emilia".» (34) (Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione assembleare Bilancio, Affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 16 dicembre 2010 con la seguente votazione: favorevoli 32; nessun contrario; astenuti 14.
Apriamo la discussione generale.
Non ho iscritti in discussione generale, apriamo le dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
Cordoglio per la scomparsa del giovane giornalista dell'Agenzia DIRE,
Simone Rochira
PRESIDENTE (Richetti): Prima di passare alle risoluzioni vi chiedo un attimo di attenzione, colleghi. La giornata di oggi è stata una giornata concitata, lo faccio solo ora ma lo faccio consapevole di interpretare l'atteggiamento di tutti noi e di tutti voi. È deceduto alcuni giorni fa Simone Rochira, era un collaboratore di un'agenzia di stampa che segue i lavori del nostro Consiglio, aveva 33 anni, una lotta impari con una malattia che l'ha portato via alla sua famiglia e ai suoi cari.
Simone ha dato con il suo lavoro, con la sua passione e la sua dedizione molta attenzione a questa Assemblea, a quest'Aula e ai nostri lavori, penso che sia doveroso che noi oggi restituiamo quella passione, quell'attenzione. Lo facciamo non in modo formale, ma desideravo che questo ricordo, con il quale ovviamente ci stringiamo idealmente e sostanzialmente e non formalmente alla famiglia di Simone, sia un atto e un momento che condividiamo con la piena consapevolezza e anche con l'umanità di cui siamo tutti capaci.
Ringrazio anche i consiglieri che singolarmente hanno testimoniato la vicinanza alla famiglia. Ovviamente è un gesto che ha tutto il nostro sostegno, però ho ritenuto che ritagliare un momento anche nei lavori di oggi fosse un modo per restituire a Simone un po' della sua passione e del suo impegno e soprattutto esprimere questo sentimento alla famiglia.
(Applausi)
OGGETTO 867
Risoluzione proposta dai consiglieri Grillini, Casadei, Monari, Pariani, Costi, Villani, Noè e Favia, per valutare l'opportunità che nel 2011, ricorrendo il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, le sedute dell'Assemblea vengano aperte dall'esecuzione dell'inno di Mameli come simbolo dell'unità nazionale (127) (Iscrizione all'ordine del giorno, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Abbiamo concluso gli oggetti per i quali eravamo convocati oggi nella fase ordinaria, apriamo la fase delle risoluzioni. Abbiamo ancora un quarto d'ora.
Vi sottopongo la richiesta di inversione e iscrizione proposta dal consigliere Grillini, poiché questa risoluzione impegnerebbe l'Assemblea già dal 1° gennaio del prossimo anno, l'affrontiamo immediatamente.
Ci sono interventi su questa richiesta d'iscrizione?
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'iscrizione all'ordine del giorno della risoluzione oggetto 867.
(È accolta a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La richiesta d'iscrizione è accolta.
Metto ora in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori.
(È accolta a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): Anche l'inversione è accolta.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Fulmineo per dire che un'iniziativa adottata da altri consiglieri regionali, largamente condivisa. Non mi pare che debba spendere molte parole sottolineare l'importanza di un'adeguata celebrazione e partecipazione della nostra Regione alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia e mi pare che sia un'iniziativa condivisibile da tutti. Si propone l'inno di Mameli in quanto inno nazionale, voglio solo ricordare che nella nostra regione è stato inventato il Tricolore, prima a Bologna come coccarda dai martiri patrioti Zamboni e De Rolandis, e poi adottata a Reggio Emilia con i Comuni come Tricolore simbolo nazionale.
Quindi mi pare particolarmente rilevante che questa iniziativa venga adottata nella nostra Regione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Noi chiediamo il “Va' Pensiero”, ma visto il clima suggeriamo l'aria del “Così fan tutte”, oppure sarebbe bello domani sera quella degli auguri “Jingle Bells”.
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi.
(brusio in aula)
Colleghi, capisco l'euforia da fine match, ma arriviamo a conclusione di questo oggetto.
Prego, consigliere Naldi.
NALDI: Volevo dire che la mia generazione politica ha imparato ad apprezzare, ad amare, anche questo inno. Mi sarebbe piaciuto dirlo con le parole che ha usato Paolo Rossi alla trasmissione “Vieni via con me”, però volevo chiedere questo al proponente: se pensa ad una formula musicale o anche cantata, perché mi rendo conto che ormai effettivamente il simbolo è un simbolo dell'Italia unita e io ci credo all'Italia unita, anche se ci credo come condizione minima per l'Europa e per il mondo. La musica rende il patos dell'unità, le parole a mio parere non sempre corrispondono a questo patos, per cui sinceramente se dovessi sentire tutte le volte che iniziamo questa Assemblea ripetuto tre volte “siam pronti alla morte, siam pronti alla morte”, io qualche dubbio di eccesso di retorica l'avrei.
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Non ho altri iscritti a parlare in discussione generale, chiudiamo la discussione generale e apriamo le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Per rispondere al consigliere Naldi. Penso che sia del tutto sufficiente la musica, anche perché non credo che i colleghi consiglieri abbiano intenzione di essere qui puntuali a inizio di seduta e cantare l'inno d'Italia, parole comprese.
Personalmente sono affezionato alla figura di Mameli, perché Mameli era un patriota, morì per difendere la Repubblica romana, che tra l'altro voglio ricordare scrisse una Costituzione che era la seconda Costituzione al mondo che aboliva la pena di morte.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Non ho altri iscritti a parlare per dichiarazione di voto.
Metto in votazione per alzata di mano, la risoluzione oggetto 867.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Non abbiamo il tempo utile per procedere ad altri oggetti.
Ci vediamo domani mattina alle ore 9,30.
Buona serata.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18,52
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Andrea DEFRANCESCHI, Antonio MUMOLO e Roberto PIVA.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 827
Emendamento 4 a firma del consigliere Favia
Presenti: 39
Favorevoli: 2
Giovanni FAVIA, Matteo RIVA.
Contrari: 36
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 11
Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Vasco ERRANI, Roberto GARBI, Antonio MUMOLO (g), Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Roberto PIVA (g), Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 827
Emendamento 5 a firma del consigliere Favia
Presenti: 42
Favorevoli: 2
Giovanni FAVIA, Matteo RIVA.
Contrari: 39
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 8
Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Vasco ERRANI, Antonio MUMOLO (g), Silvia NOÈ, Roberto PIVA (g), Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 827
Emendamento 6 a firma del consigliere Favia
Presenti: 43
Favorevoli: 2
Giovanni FAVIA, Matteo RIVA.
Contrari: 40
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 7
Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Vasco ERRANI, Antonio MUMOLO (g), Roberto PIVA (g), Matteo RICHETTI.
OGGETTO 827
Emendamento 12 a firma del consigliere Lombardi
Presenti: 42
Favorevoli: 40
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 1
Giovanni FAVIA.
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 8
Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Gabriella MEO, Antonio MUMOLO (g), Gian Guido NALDI, Roberto PIVA (g) Matteo RICHETTI.
OGGETTO 827
Emendamento 8 a firma del consigliere Favia
Presenti: 42
Favorevoli: 2
Giovanni FAVIA, Matteo RIVA.
Contrari: 39
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 8
Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Gabriella MEO, Antonio MUMOLO (g), Roberto PIVA (g), Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI.
OGGETTO 827
Emendamento 9 a firma del consigliere Favia
Presenti: 44
Favorevoli: 2
Giovanni FAVIA, Matteo RIVA.
Contrari: 41
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 6
Galeazzo BIGNAMI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Gabriella MEO, Antonio MUMOLO (g), Roberto PIVA (g) Matteo RICHETTI.
OGGETTO 827
Emendamento 10 a firma del consigliere Favia
Presenti: 41
Favorevoli: 2
Giovanni FAVIA, Matteo RIVA.
Contrari: 37
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 2
Enrico AIMI, Manes BERNARDINI.
Assenti 9:
Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Mauro MANFREDINI, Gabriella MEO, Antonio MUMOLO (g), Anna PARIANI, Roberto PIVA (g).
OGGETTO 827
Emendamento 1 a firma della consigliera Barbati
Presenti 38
Favorevoli: 5
Liana BARBATI, Giovanni FAVIA, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Matteo RIVA.
Contrari: 32
Tiziano ALESSANDRINI, Luca BARTOLINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 12
Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Mauro MANFREDINI, Gabriella MEO, Antonio MUMOLO (g), Silvia NOÈ, Anna PARIANI, Roberto PIVA (g).
OGGETTO 827
Emendamento 2 a firma della consigliera Barbati
Presenti: 42
Favorevoli: 5
Liana BARBATI, Giovanni FAVIA, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Matteo RIVA.
Contrari: 36
Tiziano ALESSANDRINI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 8
Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Mauro MANFREDINI, Antonio MUMOLO (g), Roberto PIVA (g).
OGGETTO 827
Emendamento 3 a firma della consigliera Barbati
Presenti: 41
Favorevoli: 5
Liana BARBATI, Giovanni FAVIA, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Matteo RIVA.
Contrari: 35
Tiziano ALESSANDRINI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 9
Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Mauro MANFREDINI, Antonio MUMOLO (g), Roberto PIVA (g) Matteo RICHETTI.
OGGETTO 827
Emendamento 11 a firma del consigliere Favia
Presenti: 45
Favorevoli: 4
Giovanni FAVIA, Gian Guido NALDI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI.
Contrari: 39
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 1
Monica DONINI.
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 5
Galeazzo BIGNAMI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Antonio MUMOLO (g), Roberto PIVA (g) Matteo RICHETTI.
OGGETTO 827 Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari, Sconciaforni, Naldi, Mandini, Barbati, Mazzotti, Noè, Lombardi, Pollastri e Manfredini: «Modifiche alla legge regionale 14 aprile 1995 n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”»” (8)
Presenti: 44
Favorevoli: 44
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Assenti: 6
Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Antonio MUMOLO (g), Roberto PIVA (g), Matteo RIVA.
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Aimi - Richetti
Cevenini - Corradi
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