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PRESIDENTE (Richetti): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche Economiche nella seduta del 20 gennaio 2011.

Il testo di legge è composto da 6 articoli.

La relatrice, consigliera Palma Costi, ha fatto riserva di chiedere l'autorizzazione alla relazione orale. Occorre il voto favorevole di 2/3 dei consiglieri presenti.

Ai sensi dell'art. 80, comma 7, del Regolamento interno, procediamo alla relativa votazione mediante dispositivo elettronico.

PRESIDENTE (Richetti): Comunico ora il risultato della votazione:

L'autorizzazione alla relazione orale è accolta, per cui do la parola alla consigliera Palma Costi.

COSTI, relatrice: Ringrazio il presidente. Il progetto di legge si colloca all'interno di due principi generali che sottendono tutta la normativa regionale in materia di commercio, che sono in primo luogo la tutela della legalità e la libertà di impresa nell'ambito di pari condizioni di lavoro da parte degli operatori del commercio sulle aree pubbliche.

Sotto l'aspetto della tutela della legalità del commercio, la Regione Emilia-Romagna è una delle Regioni che ha provveduto a semplificare e snellire la procedura di sequestro delle merci per contrastare il fenomeno del commercio irregolare, con l'approvazione dell'art. 56 della legge regionale 24, n. 6, del 2004. In questa scia si colloca questo progetto di legge, che prevede modalità di verifica della regolarità contributiva Inps e Inail delle imprese che esercitano il commercio su aree pubbliche.

Il processo di liberalizzazione di questi anni, con l'eliminazione delle tabelle merceologiche, del contingentamento delle autorizzazioni, la libertà in capo ai Comuni di istituire nuovi mercati e fiere, ha consentito una positiva apertura del mercato, con riflessi positivi sia sul contenimento dei prezzi e sul versante dei servizi che sono stati offerti ai consumatori.

Tuttavia, per non provocare effetti distorsivi a carico degli operatori che esercitano correttamente e stabilmente la propria attività, queste misure devono essere accompagnate da un'attenta verifica da parte della pubblica amministrazione del pieno rispetto da parte di tutti gli operatori commerciali delle norme civilistiche, fiscali e amministrative che regolano il funzionamento delle imprese.

La verifica del rispetto degli obblighi contributivi, previdenziali e assicurativi a carico delle imprese permette quindi di tutelare la sicurezza dei lavoratori e di garantire l'effettiva parità di condizioni nell'esercizio delle attività commerciali.

Ricordo che si tratta di un provvedimento importante, perché riguarda un numero di aziende notevoli, di addetti e di attività che sono molto capillari sul territorio, con un ruolo fondamentale soprattutto anche nelle zone più distanti, come per esempio le montagne e le frazioni.

Le imprese attive nel settore del commercio sulle aree pubbliche in Emilia-Romagna sono 6.315, gli addetti sono 10.288. In base ai dati dell'Osservatorio regionale del commercio, i mercati nella regione sono 728, per un totale di 33.365 posteggi. Le fiere che si svolgono ogni anno in questa regione sono 718, per un totale di 2.216 giornate di fiere.

Il progetto di legge, come dicevo, attua le disposizioni contenute nel comma 2 bis dell'art. 28 del decreto legge 114 del '98, così come previsto dalla legge finanziaria per il 2010, che permette appunto alla Regione di introdurre nell'ordinamento nostro l'obbligo di presentazione iniziale e annuale del Durc per l'esercizio dell'attività di commercio su aree pubbliche.

Gli adempimenti a carico degli imprenditori sono contenuti in sei articoli che prevedono in caso di richiesta di nuova autorizzazione per il commercio su aree pubbliche, oppure in caso di cessione di azienda, la presentazione del Durc da parte del richiedente la nuova autorizzazione o dal cessionario dell'azienda. Se il richiedente l'autorizzazione o il cessionario dell'azienda non sono ancora iscritti al Registro delle imprese, la presentazione del Durc deve avvenire entro 180 giorni dall'intestazione dell'autorizzazione. Ogni anno, entro il 31 gennaio, i titolari di autorizzazione per il commercio sulle aree pubbliche devono presentare il Durc al Comune che ha rilasciato l'autorizzazione e le relative sanzioni. Inoltre, su questa norma abbiamo cercato di valutare anche l'impatto degli oneri amministrativi a carico delle imprese e degli enti locali e proprio al fine di ridurre questi il progetto di legge prevede che gli imprenditori che non hanno obblighi di iscrizione all'Inail adempiano presentando un certificato di regolarità contributiva Inps.

Passando a una lettura analitica e veloce dell'articolato, il progetto di legge ha sei articoli. Il primo provvede a definire l'oggetto della legge; il secondo disciplina i casi e i termini di presentazione del Durc anche nelle ipotesi di imprese che non sono ancora iscritte al Registro delle imprese, di sub ingresso e di impresa autorizzata in altre regioni.

L'art. 3 indica i documenti sostitutivi del Durc nei casi in cui esso non sia oggettivamente rilasciabile. Il secondo comma dello stesso articolo tratta dell'adempimento e dell'obbligo da parte delle imprese comunitarie.

L'art. 4 stabilisce che la rateizzazione del debito contributivo non osta al rilascio dell'autorizzazione commerciale, conformemente all'art. 28 del comma 2 bis del decreto legislativo 114.

L'art. 5 stabilisce che ai fini della presente disposizione risultano validi i Durc, i certificati di regolarità contributiva rilasciati entro sei mesi dalla loro presentazione.

L'art. 6 prevede le sanzioni in caso di mancata presentazione iniziale, quando questa è differita in quanto l'impresa non è ancora iscritta al Registro delle imprese, o annuale del Durc o della documentazione sostitutiva. Nel primo caso si tratta di revoca dell'autorizzazione, nel secondo caso di sospensione semestrale. In questo ultimo caso, come dicevo, la sospensione non si computa come assenza ingiustificata dal posteggio eventualmente assegnato all'operatore in un mercato, diversamente la sospensione si tradurrebbe invece in una revoca, dal momento che il termine di sei mesi è superiore a quello di quattro previsto per la revoca del posteggio per assenza ingiustificata.

L'autorizzazione è revocata qualora, decorsi i sei mesi di sospensione, l'interessato chiaramente non abbia regolarizzato la propria posizione con la presentazione del Durc, del certificato di regolarità contributiva Inps.

Apriamo la discussione generale sul provvedimento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

Questa legge in alcune regioni limitrofe è già in vigore, in altre è in approvazione in questi giorni.

Ho poco da aggiungere sulla dettagliata esposizione della relatrice, collega Costi. In sostanza questo è un atto dovuto in quanto in una nota del 12 ottobre 2009, il ministero del Lavoro ha stabilito l'obbligo, entrato in vigore il 5 agosto con decreto legge 78/2009, per chi svolga attività di vendita nei mercati, fiere, piazze o comuni, l'attività di ambulante, di presentare il Durc, il documento unico di regolarità contributiva, per ottenere il necessario via libera all'attività nei vari comuni.

Fin dalla legislatura precedente avevo presentato un progetto di legge, che si può evidenziare anche nel numero dell'oggetto, che è il 66, l'ho ripresentato all'inizio della legislatura perché ritengo, ritenevo necessario che tutti gli operatori debbano essere in regola con i pagamenti dei contributi obbligatori.

Dopo avere esaminato attentamente la proposta di legge presentata dalla Giunta, colgo l'occasione di ringraziare gli uffici competenti per l'ottimo lavoro svolto. Ho ritenuto di concentrarmi a lavorare su questa anche perché sono stati recepiti molti spunti della mia stessa proposta, pertanto ritiro la mia iniziale proposta di legge.

Non ho altro da aggiungere e dopo avere, come ha detto la collega, lavorato con le associazioni, e in commissione, ritengo questa proposta un'ottima legge.

Lo farà al momento della discussione.

Bene. Grazie, consigliere Manfredini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

Molto brevemente. Le finalità sono assolutamente condivisibili e la Giunta ha colto sostanzialmente quelle che erano state le proposte dell'opposizione, sia della Lega che del PdL.

Era un'esigenza sentita dai commercianti, che cessasse una sorta di discriminazione nei confronti di chi segue la legge, la rispetta, è in regola da un punto di vista fiscale e le posizioni contributive dei dipendenti e chi invece non la segue, commettendo violazioni verso lo Stato. Un provvedimento, quindi, che riporta sullo stesso piano tutti gli operatori, tutela e ripristina la legalità.

È un vantaggio anche per il consumatore, poiché sa che con il proprio acquisto non ha favorito l'illegalità. Quindi un provvedimento positivo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

In una situazione in cui l'evasione contributiva, questo è un tema sul quale credo dovremo discutere e anche fare un approfondimento, rappresenta una delle piaghe di questo Paese e rappresenta uno dei problemi che ha l'Inps. Sappiamo bene in materia pensionistica qual è il dibattito, soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni che sono convinte che una pensione non ce l'avranno mai. Una delle battute che va di più da questo punto di vista è appunto "io la pensione non ce l'avrò mai".

Quindi riportare la legalità su questo terreno e ripristinare in termini corretti anche la concorrenza, che è un elemento fondamentale nel settore del commercio, credo che sia un fatto altamente positivo, che questo avvenga poi con un ampio consenso all'interno del Consiglio regionale rappresenta ulteriormente un fatto positivo.

Da questo punto di vista, ovviamente, il nostro gruppo voterà a favore di questo provvedimento.

Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

La cosa che comunque più mi conforta in questo progetto è che comunque si sia posto l'accento principalmente nel tutelare la sicurezza sociale dei lavoratori, che si sia accentuata l'attenzione sul controllo degli obblighi contributivi e previdenziali a carico delle imprese, ma soprattutto anche di volere mettere in condizioni di effettiva parità tutti coloro che esercitano commercio a prescindere dalle varie forme operative.

Quindi ribadisco il mio voto favorevole e ritengo che su questo progetto di legge ci sia stato un ottimo lavoro di squadra.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

Solo per aggiungere che in commissione il Movimento 5 Stelle non ha votato a favore, si è astenuto, perché alcune parti del testo ci sembravano, come dire, bisognose di un'aggiunta. Abbiamo preparato un emendamento che segue comunque le direttive, lo spirito della legge e le leggi regionali vigenti come quella sulla società dell'informazione. Quindi dopo l'esporrò, spero che l'Aula possa ricevere l'emendamento perché, comunque, va a rafforzare il contenuto di una legge che è importante e necessaria.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.

Solo un minuto per dire che condivido lo scopo del progetto di legge presentato, ovvero la presentazione del Durc da parte degli operatori del commercio sulle aree pubbliche.

Lo condivido perché il progetto di legge rappresenta un altro piccolo passo che contribuirà ad affermare ancora di più il tema della legalità nell'ambito di questa regione sia per quello che riguarda il rispetto degli obblighi contributivi e previdenziali, ma anche per quanto riguarda il tema della sicurezza sociale dei lavoratori.

Mi riferisco anch'io all'intervento che ha fatto il consigliere Manfredini associandomi a quella proposta, perché con quell'emendamento andiamo a chiudere quel piccolissimo spazio che poteva esserci ancora per l'illegalità; e credo di poter dire che anche l'ultimo intervento del consigliere Favia sia un intervento positivo, che dirà meglio poi la relatrice.

Anch'io dunque mi associo agli interventi degli altri esprimendo un giudizio assolutamente positivo su questo progetto di legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

Anch'io considero condivisibile lo spirito e il testo di questo provvedimento proprio perché, come veniva ricordato, tende ad affermare la legalità anche in questo settore e il rispetto degli obblighi contributivi a tutela dei lavoratori. Il Durc fra l'altro è uno strumento che è stato utilizzato, si sta utilizzando in maniera utile anche in altri settori.

Vorrei aggiungere questa nota però, che proprio nasce dal fatto che io sono veramente d'accordo che questo è il modo per regolare le attività economiche ed è una delle tante occasioni, uno dei tanti provvedimenti con i quali noi cerchiamo costantemente di dare applicazione all'art. 41 della Costituzione italiana.

Ora vorrei chiedere, qui ci sono sicuramente degli esegeti della politica del Governo, vorrei chiedere a loro come riescono a conciliare una legge come questa, con la teorizzazione di questi ultimi giorni che l'art. 41 della Costituzione italiana è un orpello di cui bisogna liberarsi per favorire la competitività fra le imprese e la nascita fra le imprese.

Nel caso qualcuno se lo sia dimenticato, non credo perché avete tutti buona memoria, lo leggo. L'art. 41 della Costituzione dice che l'iniziativa economica privata è libera, non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

A me pare che oggi con questa legge stiamo applicando l'art. 41, se qualcuno mi volesse spiegare perché questo articolo della Costituzione italiana impedisce la concorrenza fra le imprese e lo sviluppo dell'economia nel nostro Paese gliene sarei grato.

Ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.

In primo luogo intervengo in discussione generale per esprimere soddisfazione in merito all'iter che ha avuto questo progetto di legge e al fatto che abbia ampiamente recepito quanto stabilito dal Governo centrale con l'ultima finanziaria, avviando un percorso che è partito nel 1998 e che grazie all'ultima finanziaria dà la potestà alle Regioni di normare questo aspetto.

Ma non posso sottrarmi alla richiesta che ha fatto il consigliere Naldi, il quale appunto dice qual è la congruenza rispetto alla richiesta di modifica dell'art. 41 della Costituzione e il senso di questo progetto di legge. Credo che intanto le geometrie economiche sociali, i cambiamenti sociali debbano essere uno dei presupposti che guidano il legislatore a ottemperare ad alcune richieste che vengono dalla società stessa e questo è un campo direi specifico nel quale il forte cambiamento che c'è stato proprio in questo tipo di attività commerciale legata a flussi migratori incontrollati ha fatto sì che per una necessità di sicurezza non solo di chi lavora negli spazi pubblici in ambito mercatale, ma di sicurezza in senso lato, fosse necessario mettere ordine, semplicemente questo, però utilizzando un metodo che è un metodo di pragmatismo legislativo e che non è ancorato a vecchi schemi ideologici, perché se noi continueremo a ragionare ancorati a vecchi schemi ideologici questo sarà un Paese certamente appesantito.

Fatto salvo questo ragionamento che ha guidato sia il Governo centrale a far sì che fosse normato, e che lo fosse anche in termini sussidiari dal punto di vista legislativo, data la facoltà alle Regioni, le quali a loro volta, sempre applicando questo metodo sussidiario, danno tutta una serie di competenze ai Comuni in merito all'individuazione delle aree, la sicurezza delle aree, in merito alla revisione dei documenti che comprovano la regolarità delle imprese, credo che sia un atteggiamento logico perché la società non è un qualcosa di statico, di cristallizzato, ma è un qualcosa che evolve, e i flussi migratori hanno fatto sì che proprio in questo settore si concentrasse buona parte di quella zona grigia legata all'immigrazione, in alcuni casi, anzi, molto spesso per gli anni passati all'immigrazione clandestina, che non solo ha provocato insicurezza sociale, ma che ha distorto certamente il mercato, facendo sì che imprese in regola si trovassero a pagare anche per chi in regola non era. Credo che questo rientri nel pragmatismo di chi riconosce che c'è un'evoluzione sociale e vi sono dei fatti nuovi per rispondere alla richiesta che il collega ha fatto nel suo intervento.

Entrando nel merito del procedimento, noi abbiamo presentato, molto tempo prima che si avviasse questo ragionamento evidentemente anche in Giunta, un progetto di legge che trova certamente soddisfazione nel testo base che stiamo discutendo e che ampiamente condividiamo, a parte due emendamenti che sono depositati, che poi magari avremo modo di discutere, per cui direi che il progetto di legge presentato dal gruppo del PdL, alla luce di queste considerazioni, soprattutto del fatto che sia stato in modo puntuale seguito quello che la legge nazionale dispone rispetto alla potestà legislativa regionale in questo settore e al fatto che siano stati recepiti ampiamente gli elementi che noi abbiamo inserito nel nostro progetto di legge, ci sentiamo di dire che convergiamo sul testo base della Giunta, ritirando il nostro, ritenendo che sia stato fatto un ottimo lavoro e che sia un lavoro che ha tenuto conto delle varie posizioni, in primis, dal punto di vista politico devo dire delle posizioni che noi avevamo espresso nel nostro articolato e, ovviamente, del confronto che c'è stato con le parti sociali ed economiche interessate.

Non ho altri interventi in discussione generale, per cui dichiaro chiuso il dibattito generale. Non ci sono interventi, la Giunta non intende intervenire.

Passiamo all'esame dell'articolato, sul quale insistono quattro proposte di emendamento:

una a firma dei consiglieri Manfredini e Alessandrini;

due a firma dei consiglieri Villani e Bazzoni;

una a firma del consigliere Favia.

Passiamo all'art. 1.

Su questo articolo non insistono emendamenti.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

Art. 2.

Discussione generale su articolo ed emendamento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

Non ho altri interventi in discussione generale.

Dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamento.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma dei consiglieri Manfredini e Alessandrini.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2, così come emendato.

Art. 3.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

Art. 4.

Su questo articolo insiste l'emendamento 2, a firma dei consiglieri Villani e Bazzoni.

Discussione generale su articolo ed emendamento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.

Ha chiesto di parlare la consigliera Costi. Ne ha facoltà.

Non ho altri interventi, chiudiamo la discussione generale.

Dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamento.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma dei consiglieri Villani e Bazzoni.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4 nella sua stesura originaria.

Art. 5, su cui non insistono emendamenti.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

Art. 6.

Su questo articolo insiste l'emendamento 3, a firma dei consiglieri Villani e Bazzoni.

Discussione generale su articolo ed emendamento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.

La proposta è quella di aggiungere all'art. 6, quindi nell'articolo in cui sono previste le sanzioni, un ulteriore comma, il comma 5 diventerebbe, il quale recita: "In caso di affitto di azienda, qualora l'affittuario non provveda alla regolarizzazione della propria posizione contributiva tramite presentazione nei termini previsti dell'art. 2, comma 2, del Durc o della documentazione sostitutiva, l'autorizzazione è sospesa per sei mesi".

È chiaro che tende ad essere più stringente dal punto di vista sanzionatorio rispetto all'affittuario, salvaguardando il proprietario locatore dell'azienda. Lo spirito è questo.

Colgo l'occasione di questa discussione sull'emendamento per sottolineare alla collega che è intervenuta prima che non è affatto pleonastico, perché viene rilasciata una attestazione di avvio di rateizzazione, ma non il fatto che la rateizzazione sia compiuta nei termini e nei tempi previsti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Costi. Ne ha facoltà.

Quindi, anche in questo caso credo opportuno non accettare l'emendamento.

Non ho altri interventi in discussione generale, per cui passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamento.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3, a firma dei consiglieri Villani e Bazzoni.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.

Passiamo all'esame dell'emendamento 4, a firma del consigliere Favia, istitutivo di un nuovo articolo.

Discussione generale sull'emendamento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

Leggo testualmente l'art. 7:

1. La Regione, in attuazione della legge regionale 24 maggio 2004, n. 11, "Sviluppo regionale della società dell'informazione" e, in particolare, del principio della semplificazione dei rapporti tra soggetti privati e pubbliche amministrazioni, nonché dell'ampliamento dell'offerta di servizi pubblici integrati e in conformità ai principi ed ai requisiti prescritti dal D.Lgs. n. 82/2005, in particolare del dettato dell'art. 50, al fine di rendere possibile l'acquisizione in via telematica del Durc da parte dei sistemi informatici delle amministrazioni pubbliche locali, promuove apposite forme di raccordo con le amministrazioni periferiche dello Stato, con il sistema delle autonomie locali e, più in generale, con tutti i soggetti pubblici e privati e con le associazioni degli operatori operanti sul territorio regionale.

2. La Regione, d'intesa con i Comuni, entro un anno dalla piena operatività del disposto di cui al comma precedente, regolamenta ed esonera, con proprio atto, gli operatori del commercio sulle aree pubbliche dalla presentazione del Durc ai fini delle autorizzazioni di cui all'art. 1 della presente legge.»

Questo perché, presidente? In Italia ogni anno sono 76 i giorni spesi per effetto della burocrazia e corrispondono, per ogni singola impresa, a un costo di circa 14.000 euro. Questo per ciascun imprenditore. Questa è un'indagine che ha diffuso la Camera di Commercio di Monza e Brianza usando un campione rappresentativo di 850 imprenditori. Parliamo, quindi, di code agli sportelli, spostamenti, messa a punto di tanta carta che purtroppo ancora serve per le pratiche e queste sono le voci che più incidono sul costo stimato.

Il fardello burocratico è una questione silenziosa, ma molto pesante per la vita delle imprese, le quali, soprattutto in periodo di crisi, otterrebbero un sollievo non indifferente con una semplificazione delle procedure. Semplificazione, ci tengo a rimarcarlo, che non deve coincidere con minori garanzie, anzi, tutt'altro. La via telematica garantisce certezza e autenticità del documento, oltre ad un risparmio sotto tutti i punti di vista. Le aziende perderanno molto meno tempo rispetto a prima, sempre per fare però le stesse cose, inoltre le Camere di Commercio, l'Inps, l'Inail, l'Agenzia delle Entrate avranno bisogno di meno persone agli sportelli, infine tutti avranno meno bisogno di consumare carta e si risparmierà sugli archivi.

Leggo ciò che prevede il Codice dell'amministrazione digitale: "Le pubbliche amministrazioni devono collaborare integrando i procedimenti di rispettiva competenza per rendere più efficienti i processi e agevolare i cittadini e le imprese nei loro adempimenti presso la pubblica amministrazione. Le amministrazioni possono comunicare e trasmettere documenti tra di loro in tempo reale attraverso l'utilizzo di posta elettronica avente piena validità giuridica nella comunicazione tra uffici pubblici. Le pubbliche amministrazioni devono rendere disponibili all'utilizzo da parte di altre amministrazioni i dati di cui sono in possesso attraverso le tecnologie informatiche e telematiche. Ciascuna pubblica amministrazione è titolare di dati e quindi tenuta a renderli accessibili nell'ambito del sistema pubblico di connettività ad altri soggetti pubblici che ne fanno richiesta per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali".

L'emendamento proposto, quindi, va in questo senso, meno burocrazia e meno incombenze per gli esercenti, più efficienza della pubblica amministrazione, senza in alcun modo indietreggiare sul fronte della legalità.

La questione, quindi, è semplice: vogliamo che gli operatori del commercio presentino il Durc? Benissimo. Possiamo farlo senza far sì che debbano recarsi agli sportelli, inviare della carta o tenere con sé della carta? Assolutamente sì. Il Durc, nel momento in cui viene fornito, è a disposizione della pubblica amministrazione, bisogna solo fare connettività.

Quindi, abbiamo inserito questo emendamento per rimarcare questo punto che per noi è importante. Condividiamo lo spirito della legge, voteremo a favore, e speriamo che anche questo emendamento, che rimarca e mette nero su bianco il fatto che entro un anno ci deve essere un sistema di connettività tra gli enti, in modo da sgravare gli operatori da questo compito, possa, come dire, sia garantire la legalità e sia garantire la semplificazione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

Ora, da un lato questa è una domanda sacrosanta, dall'altro lato, ovviamente, a volte si nasconde dietro a questa domanda un desiderio di sfuggire alla legalità e alle regole, però penso che come Regione noi possiamo sforzarci di contemperare questa richiesta, che è una richiesta fortissima che proviene dall'opinione pubblica e anche giusta, perché minore è l'impatto dell'attività burocratica, del tempo perso su queste materie, maggiore sarà anche l'efficienza della pubblica amministrazione e nel contempo anche della possibilità dei privati di fare investimento e di agire nella loro attività produttiva.

Quindi noi diamo l'adesione a questo emendamento, però vorrei nel contempo che il Movimento 5 Stelle passasse su questo provvedimento dall'astensione, cioè se il centrosinistra, se la maggioranza aderisce a questo emendamento, si passasse coerentemente dall'astensione al voto favorevole al provvedimento.

Non ho altri iscritti in discussione generale. Chiudiamo la discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4, a firma del consigliere Favia.

PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 4, istitutivo di nuovo articolo, è approvato.

Apriamo le dichiarazioni di voto finali sull'intero progetto di legge.

Non ho iscritti a parlare, per cui chiudiamo le dichiarazioni di voto sul provvedimento e poniamo in votazione l'intero progetto di legge. Lo facciamo, ovviamente, con il dispositivo elettronico. Attiviamo la fase delle votazioni. Si può votare.

Scusate, consiglieri, in un clima di maggiore silenzio pronuncerei l'esito della votazione.

Consigliera Noè, consigliera Donini, consigliere Favia, qual è il problema?

Prego, consigliera Donini.

Ripetiamo la fase del voto elettronico perché diversi consiglieri non sono stati registrati.

Quindi si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

PRESIDENTE (Richetti): Ci sono consiglieri che vogliono fare dichiarazioni sul voto che non è stato registrato?

La parola alla consigliera Barbati.

Consigliere Manfredini, vuole lasciare a verbale la sua indicazione di voto, perché abbiamo ripetuto il voto elettronico?

Prego, consigliere Manfredini.

Proclamo approvata la legge riguardante «Presentazione del Documento Unico di Regolarità Contributiva da parte degli operatori del commercio sulle aree pubbliche».

L'assessore Muzzarelli concluderà la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.

Come ricordava correttamente lei, questa delibera è stata oggetto di trattazione in commissione verso la fine del mese di gennaio per poi essere approvata. Questa delibera noi riteniamo sia particolarmente importante e significativa perché consente da un lato di poter alienare alloggi attualmente proprietà di cooperative a proprietà indivisa a singoli proprietari, dall'altro di dare risposta ad esigenze, rappresentate anche a molti di noi da alcune categorie di persone, in particolare appartenenti alle forze dell'ordine, polizia, carabinieri, persone che vivono per un certo periodo in una città e che possono essere poi nel corso della loro vita, nella loro attività professionale, oggetto di trasferimento ad altra sede.

Questa possibilità consente peraltro, di recuperare una quota parte di risorse rimettendo in movimento, in circolo, alcune risorse importanti, che dovrebbero essere dell'ordine di parecchi milioni di euro (poi l'assessore Muzzarelli probabilmente avrà più di me modo di dire a quanto ammontano effettivamente queste risorse). In un momento come questo, di grossa difficoltà per tanti, anche per molte categorie, a poter accedere ad un alloggio in disponibilità, crediamo che sia un segnale intelligente perché contempera nello stesso momento due esigenze: quella di poter cedere, seppur dopo un periodo previsto di almeno cinque anni, questo alloggio e allo stesso tempo di recuperare energie e risorse, che vengono reinvestite a favore di quelle persone che hanno evidentemente più necessità e più difficoltà ad accedere direttamente al credito e ad acquistare sul mercato libero appartamenti.

La nostra posizione come PD, così come è stata già espressa in commissione, la ribadiamo; è un'espressione di voto favorevole, sinceramente favorevole e che è occasione della seduta dell'Assemblea.

Non ho altri iscritti in discussione generale, per cui chiudiamo la discussione generale dando la parola all'assessore Muzzarelli su questo atto amministrativo.

Prego, assessore Muzzarelli.

L'autorizzazione regionale è subordinata all'approvazione del Comune nel quale è inserito l'intervento oggetto della richiesta, il valore di concessione degli alloggi non può essere superiore a quello risultante dall'applicazione dei criteri stabiliti dalla convenzione comunale, le risorse finanziarie derivanti dalla trasformazione verranno utilizzate per le programmazioni regionali di edilizia residenziale e sociale, per la realizzazione e il recupero di alloggi da destinare alla locazione permanente e il presente provvedimento risponde alle esigenze, come giustamente veniva ricordato, di cittadini assegnatari di alloggi in locazione permanente che chiedono di diventare proprietari per risolvere in maniera definitiva il problema casa, ma soprattutto per risolvere uno dei problemi che noi abbiamo registrato per due categorie in particolare. Questo si rivolge in particolare ai rappresentanti delle forze dell'ordine e di polizia che hanno costruito e che per servizio sono trasferiti in altra sede di altre regioni o di altre realtà, o ai lavoratori che per difficoltà economiche debbono, purtroppo lo dico tra virgolette, spostarsi per cercare lavoro per effettuare ricongiunzioni familiari proprio per il tema del bisogno e quindi essere in grado di consentire loro di recuperare una quota di risorse e il pubblico recuperare una quota di contributo pubblico che, come dicevo, verra reimmesso per nuove azioni legate al tema di riconvertire per sviluppare nuove azioni e assicurare la casa a chi non ce l'ha.

Credo questo sia un segnale molto chiaro e di responsabilità dell'amministrazione regionale.

È chiusa la fase della discussione generale su questo provvedimento.

Sono aperte le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

Per confermare quanto detto dal collega, ma per ricordare anche all'assessore Muzzarelli che già anni fa io presentai su questo tema degli alloggi pubblici una proposta di legge dove chiedevo che gli alloggi pubblici, in particolare quelli dati in affitto alle forze dell'ordine e alle forze di polizia potessero essere acquistati dagli stessi dopo cinque o dieci anni che gli stessi pagavano l'affitto. Non ho ancora ricevuto risposta in merito, mentre invece vedo che questo atto in un certo senso va incontro alla mia richiesta, perché prevede, appunto, che gli affittuari che vogliono finalmente diventare proprietari degli immobili, e questo è importante che un affittuario decida di comprarsi la propria casa, prevede che per le proprietà indivise ci sia la possibilità di acquistare l'immobile.

Noi abbiamo chiesto in commissione, ed è per questo che il PdL si asterrà, più trasparenza su come la Regione raccolga questi fondi, perché si parla di decine di milioni di euro, addirittura anche di più. Abbiamo chiesto trasparenza su come vengono raccolti questi fondi e anche come verranno spesi. Come verranno spesi è chiaro, verranno riutilizzati in pubblici alloggi, non abbiamo capito bene però il sistema in cui vengono raccolti ed è per questo che il gruppo del PdL si asterrà.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.

Comunico il nostro voto di astensione come gruppo Lega Nord, in quanto pur condividendone lo spirito, riteniamo che alcuni passaggi andrebbero sì, ad ampliare il piano casa reale e fattibile, da attuare, ma che in concreto ancora non vediamo negli atti della Giunta.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

Quindi, questo è un provvedimento giusto, come dire, magari è un po' sproporzionato avviare una riflessione di carattere generale su questa materia, ma penso che sia necessario perché da un lato la proprietà dell'abitazione, anch'io sono proprietario dell'abitazione in cui vivo, avevo un mutuo ventennale che non finiva più e via dicendo, dall'altro lato però bisogna ragionare su quanto sarebbe opportuno invece tornare ad incentivare l'affitto, cioè per le persone a cui non interessa nulla essere proprietario della casa, avere la possibilità di avere abitazioni a prezzi accessibili.

PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini

Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 916.

Ha chiesto di parlare la consigliera Mori. Ne ha facoltà.

Gentili colleghi e colleghe, è trascorso da poco il Giorno della Memoria e la risoluzione che vi sottoponiamo intende sottolineare il legame profondo tra la storia e la memoria, appunto, nonché tra questa e l'identità dei popoli, di una comunità, che ne scaturisce.

Si tratta di un legame stretto, dove la costruzione della memoria è indispensabile alla storiografia, ma passata al vaglio rigoroso del metodo scientifico delle fonti, se ne può differenziare in modo anche significativo. Ecco, dunque, l'esigenza di tenere insieme conoscenza, sapere e metodo.

Le testimonianze di chi ha visto e vissuto le esperienze più importanti e dolorose del '900 hanno dato linfa prima di tutto all'attuale identità dei popoli, quella che si fonda sulla cosiddetta memoria condivisa. In ogni Paese d'Europa esistono pertanto luoghi, istituti della memoria che si occupano di tenere vive e accessibili le testimonianze nelle diverse forme che possono assumere e i luoghi e istituti storici che, in stretta collaborazione con i primi, valorizzano la verità storica, ossia la sintesi verificata e comparata dell'insieme dei ricordi e delle testimonianze dirette di un periodo. Questa distinzione assume rilevanza dal momento che quella alla memoria è una pratica, un metodo critico ed empatico che si sta perdendo, quando invece è la prima fonte della verità storica, il primo veicolo dell'identità di uno Stato.

A noi contemporanei, che delle tragedie del '900 abbiamo una conoscenza solo mediata, che non abbiamo vissuto, come i nostri padri o nonni l'urgenza e la necessità della testimonianza, l'esercizio della memoria di fatto non appartiene e questo ha quanto meno una conseguenza: rischiamo di non sapere come conservare e trasmettere l'oggi, la nostra attuale memoria che sarà la storia di domani e rischiamo, insomma, di essere testimoni inconsapevoli del nostro tempo.

Questa premessa mi sembrava necessaria per restituire il significato pieno e complesso dell'iniziativa che abbiamo intrapreso con questa risoluzione che stiamo discutendo, l'importanza del Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio da quando è stato istituito con la legge dello Stato del 2000, per ricordare la data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz e tutti i giusti che si opposero, pur in schieramenti diversi, al folle progetto di genocidio della Shoah, non esitando a salvare le loro vite e proteggerle dalle persecuzioni del nazifascismo.

Ora che stanno scomparendo le ultime voci di quella stagione dolorosa e complessa, che ha preceduto la nascita della Repubblica italiana, emerge senz'altro l'esigenza di rinnovare le modalità del ricordo e della testimonianza del periodo della Shoah, delle resistenze, di tutti i caduti e le vittime di quelle violenze.

La memoria della Shoah dei giusti, della lotta di Resistenza e Liberazione in Italia, nonché della Costituzione repubblicana del '48 è infatti alla base del nostro essere comunità nazionale.

Noi chiediamo con questo atto alla Giunta regionale di valorizzare e promuovere le numerose iniziative promosse e curate dall'Anpi e dagli istituti preposti alla memoria che in Emilia-Romagna rinnovano ogni anno le commemorazioni, rievocazioni e testimonianze degli avvenimenti più significativi di quegli anni.

Chiediamo pertanto di sostenere nei prossimi mesi e ancora per tanto tempo ancora un coordinamento regionale di tutti i luoghi della memoria presenti in Emilia-Romagna, con la finalità di mettere a sistema e in rete gli archivi, le celebrazioni e le iniziative dei territori per assicurare la più ampia accessibilità da parte di tutti i cittadini.

Chiediamo infine di sostenere progetti di anagrafe dei caduti, martiri e giusti, e ogni altro progetto che risponda agli obiettivi di trasmissione della memoria e dei valori fondativi della democrazia del nostro Paese, promuovendo in particolare l'adozione delle nuove tecnologie e di modalità appropriate di conoscenza rivolte ai più giovani, in raccordo, ove occorra, con l'Ufficio scolastico regionale e con le Università. Tutto questo con il fine prioritario di rilanciare un'azione di educazione alla memoria e consentire appieno alle generazioni presenti e future la costruzione di una propria identità collettiva e consapevole, con la possibilità di elaborare a loro volta l'insegnamento e la storia di domani.

Con la narrazione, infatti, di un tempo doloroso e glorioso insieme il passato si fa presente, con la forza evocativa del coraggio, del sacrificio e della responsabilità di cui abbiamo tanto bisogno.

In Emilia-Romagna è già forte e continuativo il sostegno da parte delle amministrazioni pubbliche locali e della stessa Regione alle innumerevoli azioni messe in campo dalle associazioni partigiane, dagli istituti e musei ebraici e della Resistenza. Del resto tale impegno risulta ben visibile nella diffusa sensibilità e partecipazione della comunità emiliano-romagnola.

Sappiamo però come sia sempre più difficile assicurare tale impegno attraverso le modalità e i canali tradizionali di divulgazione, non più sufficienti per alimentare la partecipazione attiva e consapevole della cittadinanza intorno a questi eventi fondativi della nostra democrazia.

Non partiamo da zero. Dove si sono realizzate azioni lungimiranti di cambiamento del linguaggio e sperimentazioni innovative di applicazione ai luoghi della memoria di nuove tecnologie multimediali si è registrato un riscontro ampiamente positivo, sia di partecipazione che di consapevolezza. Ne è un esempio virtuoso il Museo Cervi di Gattatico, teatro dell'installazione della Quadrisfera, una modalità video di narrazione didattico-formativa per le scuole assai evocativo e significante. Vi sono anche progetti di utilizzo delle modalità interattive offerte dal web e dai supporti digitali che offrono, anche alla memoria recente, un'attualizzazione fortissima.

Non partiamo da zero neppure dal punto di vista normativo, dal momento che con legge regionale 29 ottobre 2008, la n. 18, la nostra Regione ha rafforzato il proprio impegno nella valorizzazione e promozione, tra l'altro, di studi, di ricerche, di corsi, di attività di formazione, produzioni radiofoniche, televisive, multimediali e cinematografiche e ha previsto bandi e convenzioni con diversi soggetti pubblici e privati per sostenere progetti che valorizzino la comunicazione.

Mi permetto sommessamente di sottolineare che il concetto di memoria, quando è declinazione oggettiva, costituisce contributo alla verità e quindi alla giustizia, per un futuro che si costruisce attraverso l'esperienza del passato e la forza del presente, un presente che deve avere il coraggio di confrontarsi con le proprie contraddizioni, con le proprie paure, per sconfiggere intolleranza, rifiuto delle diversità, violenza xenofoba, fanatismo religioso e violazione dei diritti umani.

L'invito, dunque, che oggi facciamo alla Giunta e a noi stessi è quello di valorizzare il Giorno della Memoria e tutte le occasioni dove il ricordo si coniuga con la conoscenza, con il sapere, con l'oggettiva ricostruzione storica dei fatti, che costituiscono l'identità profonda del nostro territorio regionale e nazionale. Per questo urge potenziare gli strumenti di divulgazione e questo approccio scientifico, insieme a un coordinamento dei luoghi che sostenga il sistema valoriale regionale, dovrebbe essere la base per un raccordo forte con l'Ufficio scolastico regionale, le Università, le scuole, per far sì che la memoria e la storia si attualizzino in un monito di consapevolezza presente per i giovani e per noi tutti.

PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Mori.

Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

Per dichiarare il voto mio favorevole a questa proposta di risoluzione, di documento di indirizzo. Apprezzo molto la volontà di rafforzare l'impegno di questa Regione attraverso una discussione in Aula su questo tema che è quantomai appropriata e attuale, il ruolo, appunto, che la Regione e l'Assemblea legislativa in questi anni hanno assunto per valorizzare l'impegno di un territorio che costantemente si interroga sulle ragioni della storia e sul bisogno, appunto, di divulgare con una capacità di comunicazione sempre più efficace, con le ragioni del perché si cerca di costruire momenti di condivisione su questi temi.

Ben venga questo documento e questa risoluzione, anche per dare un ulteriore impulso all'attuazione di una buona legge, che è una legge che in questa risoluzione è stata citata, che è la legge del 2008 sulla memoria dei giusti. Quando abbiamo approvato quella legge, il primo atto concreto che ci ha permesso di valorizzare all'esterno una progettualità che all'interno di quella legge trovava la sua collocazione naturale, è stata la presentazione di questo progetto che l'Assemblea legislativa ha condiviso con "La storia siamo noi" e con il "docu-film", la "docu-fiction" della Rai. È stato recuperato in forma di documentario, di docu-fiction, la memoria di una storia bella, straordinaria, accaduta in questa nostra regione, accaduta a Nonantola. Il film racconta e narra le vicende dei 76 ragazzi che hanno trovato nel '43 rifugio a Villa Emma, a Nonantola, e che hanno potuto, protetti dalla comunità di Nonantola, evitare quello che negli orribili anni '43-'44 è accaduto nel nostro Paese a tanti, tanti bambini ebrei. Erano orfani ebrei, provenivano da tutta Europa, a Nonantola hanno trovato per un paio di anni sollievo dalla loro condizione di esuli e sono stati protetti, nessuno ha parlato, nessuno li ha denunciati. È una bella storia dentro al percorso della memoria dei giusti, che abbiamo divulgato partecipando a questo progetto della Rai e che ci ha permesso successivamente, per esempio, di inserire nel nostro percorso di relazioni istituzionali anche la Fondazione di Nonantola, relativa appunto, faccio questo esempio ma potrei farne mille altri, alle vicende specifiche per ampliare questa rete e renderla sempre più fitta, in modo tale che da una rete fitta non potesse sfuggire nulla di ciò che ha determinato la storia di una nostra realtà, che è l'Emilia-Romagna attraversata dalla linea gotica, è una storia anche fatta di esperienze drammatiche, dolorosissime, che ci devono servire in continuazione per formare le coscienze nostre e quelle dei giovani, dei ragazzi e delle ragazze di questa regione.

Per cui voterò con piacere questa risoluzione e ringrazio chi l'ha proposta per la sensibilità che manifesta attraverso la proposta in Assemblea di questo contenuto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

Le volevo chiedere, siccome interveniamo in due del nostro gruppo, quanto tempo abbiamo?

Vorrei innanzi tutto ringraziare la Presidenza dell'Assemblea, non è per piaggeria, presidente Richetti, perché è stato per me un piacere e un onore rappresentare la Regione nella visita che abbiamo compiuto di recente, assieme agli studenti, organizzata con la Provincia di Bologna al campo di sterminio di Mauthausen. Come sempre in questi casi sono visite dolorose, come fu per me molto dolorosa la visita al campo di Auschwitz nel 1990, che feci con un amico e dopo questa visita per un giorno intero non fummo più in grado di parlarci, perché quando si vede da vicino l'orrore dello sterminio è un orrore indicibile, il più delle volte non ci sono nemmeno le parole per raccontarlo, non è sufficiente, perché sono vicende talmente gigantesche che la parola non riesce a raccontarle e in certi casi il silenzio forse è più efficace della parola stessa.

Questa visita a Mauthausen è stata di straordinaria rilevanza, è stato prodotto anche un video, forse magari ci sarà occasione per poter vedere questo video anche da parte dei consiglieri, magari a cura anche della Presidenza dell'Assemblea si potrebbe chiedere alla Provincia le copie da fare avere a tutti i consiglieri. Questa è una proposta - richiesta che le faccio, presidente Richetti.

Vorrei dire una cosa che mi sta molto a cuore perché, guardate, il rischio che noi abbiamo sulle questioni relative alla memoria è il rischio retorica, è il rischio delle ripetitività, è il rischio che si facciano delle giornate dove le celebrazioni e le iniziative diventino una routine: oggi è il Giorno della Memoria dobbiamo andare di qua, dobbiamo andare di là e poi tutto rimane come prima.

Durante l'approvazione della legge la destra disse chiaramente che se si fossero citati tutti gli internati nei campi di concentramento non avrebbe votato la legge, quindi è una legge sacrosanta, ma però è una legge che nasce con questo imprinting e che ci dice una cosa molto semplice: il razzismo che stava alla base dell'orrenda pianificazione dei campi di sterminio, che rappresentano il male assoluto, non paragonabile con nessun altro tipo di genocidio, è stato il male assoluto dell'intera storia dell'umanità, ce la dice lunga la vicenda di quella legge su come certo razzismo è ancora presente.

Voglio dire con forza questa cosa perché noi abbiamo una grande occasione, quella cioè di fare, votando questa risoluzione, non un esercizio ancora una volta di retorica della memoria, ma di fare delle proposte concrete, in modo tale che la memoria viva nell'azione quotidiana, sia coerente anche con l'azione di governo di questa Regione, perché quei gruppi che erano colpiti allora lo sono ancora oggi. Noi assistiamo ad una assurda, folle, inaccettabile, orrenda recrudescenza dell'antisemitismo. Speravamo che l'antisemitismo fosse morto, no, ci sono ancora dei gruppi che basano la loro azione sull'antisemitismo. È in corso in questo momento una discussione su una legge necessaria, quella antinegazionista, io personalmente sono favorevole. Lo dico, lo sostengo, possiamo anche utilizzare un'altra occasione per tornare su questo argomento, per fare in modo che questo Consiglio si pronunci sulla necessità di una legge sul negazionismo.

Un'altra iniziativa concreta, come fanno altre Regioni, proseguire in queste visite. La Regione deve investire sulle giovani generazioni, perché altrimenti non si capisce perché stiamo discutendo di questa cosa. E allora queste iniziative di visite ai campi di sterminio devono essere incentivate, la Regione si deve impegnare di più, perché poi, tra l'altro, nella visita a Mauthausen le famiglie hanno pagato di tasca propria e allora la Regione può mettere a disposizione, può contribuire per fare in modo che anche l'Emilia-Romagna faccia una cosa come ha fatto la Regione Toscana: un treno con 5-600 studenti che è andato a visitare Auschwitz. Possiamo fare la stessa cosa anche noi, ci possiamo impegnare. Quindi io suggerivo prima di correggere la data sulla risoluzione, evidentemente non abbiamo avuto un Consiglio prima del 27 gennaio, ce l'abbiamo adesso, e quindi possiamo, si possono fare tante cose.

Per esempio, presidente, l'associazione dei medici ebrei dell'Emilia-Romagna è da sei mesi che ha chiesto un incontro con l'assessore alla Sanità, si può finalmente riceverli. Questo lo dico in generale, a me quando un cittadino chiede di incontrarmi gli dico di sì, quindi penso che anche i nostri assessori possano spendere un po' di tempo per incontrare i cittadini.

E allora, per concludere, quel razzismo di allora resiste a tutt'oggi. Voglio dire ai colleghi un particolare agghiacciante, poco noto, a Bologna esiste anche un monumento alle vittime omosessuali nel nazifascismo: quando ci fu la liberazione di Auschwitz i detenuti omosessuali non furono liberati, passarono da Auschwitz alle patrie galere perché erano considerati criminali comuni. Come vedete per alcuni la liberazione è arrivata molto tempo dopo e forse deve ancora arrivare.

Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

Il collega Grillini parla di evitare contrapposizioni politiche, si è scordato però di parlare di comunismo, cioè non bisogna tutte le volte che si parla di memoria, parla di Anpi, parlare di una parte politica e dimenticare completamente quello che è successo ad esempio nelle foibe. Mi sembra che fra due giorni sia la giornata delle foibe, il termine foiba fino al '90 non era conosciuto, non era conosciuto semplicemente perché il "migliore", Togliatti, in accordo con Tito, c'era un tacito accordo di fare fuori certi gruppi di persone, poi hanno ucciso decine di migliaia di italiani, hanno ucciso decine di migliaia di italiani e hanno mandato via dalla Dalmazia credo 350.000 persone. Non è un caso che i treni non si sono fermati a Reggio Emilia, a Modena e a Bologna, perché evidentemente quelle persone lì davano fastidio a queste città.

Noi a Reggio Emilia abbiamo avuto la fortuna di avere avuto il maestro Graziano Udovisi. Graziano Udovisi è uno che, gettato in una foiba, miracolosamente è rimasto vivo ed è riuscito ad uscire vivo. Non solo è uscito lui, ma è riuscito a liberare anche un'altra persona. Io vidi in televisione qualche anno fa la dichiarazione del maestro Udovisi, che tra l'altro per un minuto è stata fatta anche in questi giorni, queste sono cose miracolose. Lui ha raccontato dei fatti di violenza inaudita compiuta dai partigiani comunisti titini. A Reggio Emilia è stato semplicemente chiesto, nel Consiglio comunale ultimo scorso, di togliere il nome "Via maresciallo Tito". Non si può dare ai ragazzi delle vie, perché il Grillini parla di Coppola, ma quando abbiamo delle vie intestate a persone che hanno mani insanguinate di sangue innocente sia di destra, sia di sinistra, sono delinquenti. Quindi è stato chiesto di togliere questa via e il gruppo PD ha risposto che Tito è stato un grande statista. Direi che per arrivare a una memoria condivisa dobbiamo fare molti passi in avanti, moltissimi passi in avanti.

Vorrei anche parlare di due foibe, due foibe a Reggio Emilia. Sono cose che mi ha raccontato un carabiniere in pensione, allora aveva 16 anni, e non sono scritte nei libri di storia, non sono raccontate dall'Istoreco, non sono rievocate perché quando i morti sono sostenuti da una parte sono eroi, quando non rappresentano nessuno non sono morti politici, non rappresentano nessuno e vengono dimenticati dalla storia. Allora io volevo parlare della foiba di Monte Visignolo, comune di Baiso, provincia di Reggio Emilia. C'è un piccolo monte, su questo monte c'è un sentiero molto stretto, le persone che davano fastidio quando si arrivava nel sentiero stretto che dava su un dirupo venivano colpite con un colpo di spalla, mani legate, e morivano. Questo carabiniere mi ha raccontato di una ragazzina di 16 anni, lui allora quando andò a recuperare il cadavere aveva 16 anni, quindi sapete che i sentimenti sono fortissimi a quell'età, in queste foibe reggiane sono state uccise persone che nulla avevano a che fare con il fascismo però sono state dimenticate solo perché una parte politica ha pensato di eliminarle.

Un'altra persona, poi termino, che io ho ricordato tre anni fa, recentemente a San Martino in Rio è il carabiniere Fernando Ferretti. Fernando Ferretti aveva 20 anni, è di San Martino in Rio, provincia di Reggio Emilia, sceglie di fare il carabiniere, quindi un mestiere normale, viene mandato a difendere una centrale idroelettrica in Friuli, quindi un mestiere di difesa e non di offesa, difendeva una centrale, quindi era lì a guardia della centrale. I partigiani titini riescono ad entrare nella centrale, arrestano tutti gli undici carabinieri, tra i quali ricordo il reggiano Fernando Ferretti di 23 anni, vengono arrestati questi ragazzi, vengono legati, vengono fatti marciare per due giorni senza dargli da mangiare, due giorni, giorno e notte, poi quando è ora di dargli da mangiare i partigiani comunisti titini preparano un bel pentolone con soda caustica e sale nero, quindi del veleno. A vent'anni quando uno che non mangia ha fame, hanno mangiato e si sono avvelenati e dopo li hanno finiti a colpi di badile e a colpi di picco. Nessuno ha mai ricordato questi ragazzi, io li ho ricordati in chiesa a San Martino in Rio e ho chiesto anche una medaglia per il carabiniere Fernando Ferretti che non era un fascista, era lì a difendere un presidio dello Stato italiano, è stato massacrato, è stato infoibato, perché poi è stato fatto fuori dai partigiani titini, queste cose non si ricordano.

Allora, se vogliamo una memoria condivisa, se vogliamo andare d'accordo, dobbiamo smetterla di difendere una parte, di raccontare solo le storie da una parte e cancellare l'altra parte. Io sono per la memoria condivisa, sono per raccontare i misfatti dei fascisti ma anche i misfatti dei partigiani e i misfatti dei partigiani titini che hanno massacrato decine di migliaia di italiani innocenti. Quindi, apriamoci alle memorie condivise, ma non mettiamoci il paraocchi, non difendiamo, come sempre si fa in questa regione, solo e soltanto una parte politica. I morti non hanno colore politico, i morti sono morti, e quando una ragazzina di 16 anni viene violentata da un gruppetto di partigiani e poi viene ammazzata insieme alla mamma e non è ricordata da nessuno... Quella ragazzina non lo so perché è stata fatta fuori, è stata fatta fuori perché forse dava fastidio a qualcuno, perché potesse parlare. Allora di mali, di cose malvagie ne sono state fatte tantissime nel nostro dopoguerra anche da noi, ricordiamo tutti, non dimentichiamoci di nessuno, solo così saremo un popolo maturo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.

È chiaro che, quanto detto dal collega Filippi, deve essere giustamente ricordato e penso che nel momento in cui questa Assemblea vota, anche con il nostro voto favorevole, un documento così importante come quello che ci è appena stato illustrato penso che analogamente sull'applicazione di leggi dello Stato che ricordano momenti tragici che hanno colpito il nostro Paese, ci sia e ci sarà altrettanta condivisione.

Accanto a questo che oggi è stato presentato, comunico che come Popolo della Libertà noi presenteremo un documento in riferimento al Giorno del Ricordo, in riferimento al dramma dei 350.000 italiani di Istria Venezia Giulia e Dalmazia, che hanno lasciato le loro terre e ben 20.000 infoibati. Credo che anche nei loro confronti, come nei confronti di tutti coloro che hanno subito durante la guerra cose di questo tipo tragiche ci devono essere e ci deve essere il giusto coinvolgimento dei giovani e anche il ricordo di quello che è successo, anche perché in alcuni casi, e parlo del Giorno del Ricordo, per tanti anni non se ne è colpevolmente parlato.

Quando noi presenteremo un'iniziativa simile sul Giorno del Ricordo, ecco quel giorno in Aula io mi aspetto che ci sia la stessa condivisione unanime.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

Condivisione nel dispositivo della risoluzione, ma anche condivisione delle sottolineature evidenziate anche dai miei colleghi del gruppo. I caduti, i giusti, i martiri non sono di nessun colore, né di serie A, né di serie B, non bisogna mai utilizzare il filtro dell'ideologia. Su questo punto esprimo poi apprezzamento al presidente dell'Assemblea, Matteo Richetti, che ho seguito nella sua attività per ricordare, perché questo documento è datato, come diceva il collega Grillini, nel senso che lo discutiamo oggi ma la Giornata della Memoria è già passata, e quindi io mi riconosco, essendo il presidente dell'Aula nelle iniziative del presidente che ha rappresentato in regione in varie località il ricordo dei martiri della grande guerra.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

Ci siamo anche noi confrontati su questo ordine del giorno. Certamente lo interpretiamo di parte, come è già stato anche fatto rilevare dai miei colleghi. Vorremmo presentare un emendamento che, va bene la divulgazione e la conoscenza e la valorizzazione delle iniziative promosse dal territorio per tutte le vittime, compreso anche, come dicevano Filippi e Vecchi prima, il discorso delle foibe, perché quello è un avvenimento che non può essere, come dire, dimenticato.

Per fare una cosa unica, inserendo o meno la parola "vittime" si andrebbe contro un certo pensiero.

Il quadro illustrato prima dal collega Grillini, del rettore Goffredo Coppola, Grillini ha proposto di eliminare l'emendamento. Io non lo condivido, non condivido la rimozione e proprio per non dimenticare, propongo, se lo ritenete giusto e opportuno, che venga esposto al pubblico proprio sotto l'immagine di questo quadro, chi era e che cosa ha fatto. Ora, solo in questo modo non si può dimenticare, altrimenti se noi lo tiriamo via, va proprio nel dimenticatoio, invece quello deve essere presente e in particolare dove passa più pubblico, dove c'è più affluenza, proprio per ricordare questo personaggio che cosa ha fatto.

Adesso noi proponiamo l'emendamento, inserendo "vittime", così per comprendere le vicende di chi purtroppo ha vissuto questa triste epoca del nostro Paese.

Gli emendamenti vanno presentati entro la fine della discussione generale, lo ricordo ovviamente a lei e a tutti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

Ho ascoltato con attenzione gli interventi ed è chiaro che sulla traccia generale rispetto a quelle che sono le osservazioni sulla risoluzione presentata dai colleghi il Popolo della Libertà evidentemente avrà una posizione favorevole, almeno ritengo che questa ragionevolmente possa essere l'espressione di voto.

Rilevo però, anche rispetto a quello che diceva il collega Grillini, sempre una forte difficoltà da parte della sinistra a parlare la stessa lingua e interpretare lo stesso copione anche quando purtroppo siamo chiamati a ricordare le vicende che attengono alla memoria dei nostri connazionali di Istria, Fiume, Venezia Giulia e Dalmazia. E credo che, come sempre, nonostante ormai credo siano rimasti davvero in pochi quelli a sostenere che i partigiani comunisti abbiano fatto del bene all'Italia, credo e vedo sempre una certa resistenza intellettuale nel riconoscere le tante efferatezze che vennero commesse dai partigiani comunisti. Efferatezze compiute anche nei confronti di chi, pur essendo partigiano, non era comunista, perché l'obiettivo di quel movimento era di sostituire una forma di governo autoritaria e totalitaria con una forma di governo totalitaria e dittatoriale di impronta comunista.

Sento addirittura proporre la rimozione del quadro di Goffredo Coppola, un quadro che per oltre quarant'anni è stato assente dalla teoria di quadri che sono presenti nell'anticamera del rettorato e che personalmente non mi scandalizza. Non mi scandalizza e non ritengo neppure debbono essere aggiunte o fatte scritte per specificare chi era o chi non era, perché se lo facciamo poi lo dobbiamo fare per tutti, dobbiamo spiegare che Pericle Ducati fu il primo assassinato dai partigiani a Bologna, dai gappisti. E allora se scriviamo, scriviamo tutto, dobbiamo scrivere che Goffredo Coppola, e non lo dice chi vi parla, lo dicono esponenti della saggistica, della storiografia sicuramente di ispirazione comunista come Luciano Canfora, che dice che Goffredo Coppola andava e va recuperato nella sua dimensione intellettuale, o ancora altri autori dell'Università di Bologna, Enzo Degani o Federico Cinti, che hanno riabilitato la figura di Coppola fino addirittura ad arrivare a una pubblicazione di un libro di Mursia, di Andrea Jelardi, che, appunto, parla di quella persona e di quella figura.

Se vogliamo parlare dell'accoglienza che si fece a Nonantola, come è stato fatto giustamente, dobbiamo anche parlare di quello che è accadde a Concordia; se vogliamo parlare dell'importanza della Resistenza nel suo complesso, però dobbiamo fare dei distinguo e magari ricordare la figura del fratello di Pasolini, partigiano bianco ammazzato a Malga Porzus dai partigiani rossi.

Tutto questo lo dico perché se vogliamo iniziare a fare dei distinguo, se vogliamo iniziare a fare una chirurgia storica, non si finisce più. Allora sarebbe bene che si iniziasse anche a fare una valutazione in ordine alla necessità, come insegna Marc Bloch, di consegnare queste riflessioni alla storia, perché Marc Bloch, che venne fucilato dai nazisti, a dimostrazione che quindi non è un autore revisionista ed evito magari a qualcuno di andare a cercare chi fu, disse giustamente che certi fatti vanno valutati quando almeno sono passate un paio di generazioni.

Credo che nel momento in cui si vanno a votare documenti di questo tipo si dimostri una maturità perché si cerca di superare quelle distinzioni. Figuriamoci, chi vi parla è un esponente della destra italiana, ha militato nei movimenti giovanili come il Fuan, che fu il primo movimento che nel '50 promosse anche convegni di pacificazione nazionale che finirono con l'omicidio di uno dei ragazzi che aveva appunto promosso questi convegni e quindi non troverete nessuno su questo terreno più sensibile rispetto a questi fatti.

Personalmente, da italiano, credo che il Giorno del Ricordo, non abbia niente di meno, non dico nulla di più ma sicuramente niente di meno, rispetto al Giorno della Memoria che abbiamo lautamente e giustamente celebrato. E c'è sempre un po' di pudore, un po' di vergogna, un po' di difficoltà nel ricordare quei fatti perché forse qualcuno, non dico tutti, sicuramente una minoranza, quasi delle individualità, hanno probabilmente una complicità intellettuale con chi portò avanti quell'ideologia in quel momento e per i cinquant'anni successivi.

Allora se, come credo si sia ampiamente fatto, ma è giusto continuare a farlo ed è giusto perseverare in questo processo di autocritica e di revisione da parte di chi in una qualche maniera è collegato ad ideologie che hanno funestato il secolo scorso, credo però che questo vada fatto da tutti, non con una difficoltà come se si cavasse un dente, a dover riconoscere qualcosa o qualcos'altro, perché le vicende che hanno riguardato l'isola di Cherso, Lussino, Lagosta, le vicende che hanno riguardato l'Istria, hanno riguardato Rovigno, sono terre che raccontano il loro dramma e che vi invito ad andare a visitare perché vi renderete conto di quanto sono italiane e quanto sia stato brutale il processo di snazionalizzazione compiuto ai danni di tanti nostri connazionali e di anche tanti nostri parenti, perché queste persone, quando poi sono venute in Italia, hanno intrecciato relazioni sociali, parentali, familiari e sono diventati parenti nostri e di noi tutti. Lo dico perché spesso queste persone hanno ritenuto di non mettere in piazza e di non esibire questi drammi, ma non per questo noi possiamo obliarli o passarli sotto silenzio. Al contrario ritengo che sia importante che noi tutti, come abbiamo fatto in questa sede, come auspicato anche da Alberto Vecchi, ci auguriamo che possa fare, certo rilevo che oggi, se non sbaglio, il 7, l'8 di febbraio, siamo a due giorni dal giorno celebrato come del Ricordo della legge 92, forse un momento si poteva dedicare all'interno dell'Assemblea, ma non entro nel merito di valutazioni che sono certo sono state considerate all'interno dell'Ufficio di Presidenza e che sicuramente avrà valutato in maniera congrua e opportuna come adempiere a questa legge, perché di legge si tratta, però ritengo che, al netto delle posizioni delle istituzioni che comunque sempre difendo e sempre riconosco aver bene operato, ritengo che qualcuno nella maggioranza faccia una fatica culturale molto, molto grave nel riconoscere queste vicende.

Voteremo, ritengo, a favore di questa risoluzione, credo che con questo voto non tanto il centrodestra, ma un intero popolo maturi un credito di onestà intellettuale che spero ben presto qualcuno avrà la dignità e l'altrettanto onestà intellettuale di volere adempiere e assolvere.

PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

VECCHI Luciano: Grazie, presidente.

Non era francamente mia intenzione prendere la parola in questo dibattito, non perché non abbia niente da dire, ma perché ritengo che la proposta di risoluzione che abbiamo presentato e che la collega Mori ha così correttamente e appassionatamente sottoposto all'Assemblea non avesse bisogno di essere oggetto di un particolare dibattito, perché affronta, credo in maniera assolutamente corretta e propositiva, il tema di come diffondere, fare conoscere ai cittadini della nostra regione tutto ciò che è compreso nel significato della Giornata della Memoria, in maniera particolare alle giovani generazioni sottolineando un elemento che è di fondamentale importanza e cioè che il senso di una comunità nazionale, e per quanto ci riguarda di una comunità regionale, è tanto più forte quando più si fonda sulla conoscenza e la condivisione della propria storia, anche sulla conoscenza, come dire, di punti di vista diversi e della contraddittorietà degli avvenimenti che l'hanno contrassegnata, ma contemporaneamente riuscendo ad affrontare con grande tranquillità, con grande serenità, per quanto con passione, tutto ciò che l'ha riguardata.

Devo dire che sono francamente sorpreso, anzi, più che sorpreso addolorato di quello che ho sentito in alcuni interventi degli esponenti del centrodestra. Ieri mattina, era presente anche il collega Manfredini, a Modena, ho rappresentato questa Assemblea, su delega del presidente Richetti, dove si è inaugurata - nella "rossa" Modena, come direbbe Filippi, in cui hanno trovato residenza e lavoro nel dopoguerra oltre duemila profughi giuliano-dalmati - (e i treni si fermavano anche a Modena, fortunatamente; e tra questi Lucio Toth, che oggi è il presidente dell'Associazione nazionale giuliano-dalmati che ha potuto vivere la propria infanzia e la propria adolescenza nella città di Modena) una stele in occasione della Giornata del Ricordo. Mi onoro anche di indossare il simbolo di quella giornata, nello spirito più ampio di condivisione di una parte importante della storia del nostro Paese, di una parte importante della storia che ha riguardato non soltanto direttamente e duramente migliaia di persone che hanno perso la vita o centinaia di migliaia che hanno dovuto abbandonare i territori della Dalmazia, dell'Istria e della Venezia Giulia, ma chi rappresenta una pagina dolorosa della storia che ci dice come il nazionalismo, qualunque sia il colore politico che via via lo ammanta, che l'intolleranza, che l'idea di pensare che gli Stati debbano essere omogenei dal punto di vista linguistico e dal punto di vista religioso per potere esistere è stato ed è uno dei grandi crimini, uno dei grandi drammi del nostro secolo, che ha toccato centinaia di migliaia di giuliano-dalmati e che ha toccato milioni di persone, italiane e soprattutto non italiane, nel corso del ventesimo secolo in varie parti d'Europa e del mondo. E siccome su questo francamente ritengo che non ci sia bisogno di dibattere tra di noi perché mi auguro che siamo assolutamente tutti d'accordo, noto la mancanza di serenità di qualche esponente politico del centrodestra che vuole creare, laddove evidentemente non ce n'è bisogno, motivi di divisione.

Dopodiché non c'è dubbio - e, anzi, mi spiace che questo venga messo in discussione - che la Shoah ha una sua particolarità, una sua specificità nella storia del mondo non nella storia d'Italia. Ricordava il collega Grillini che la Shoah è il male assoluto ed è d'altronde, giustamente oggi considerata - cosa che non era così scontata nei primi anni del dopoguerra - in tutto il mondo come elemento fondamentale della creazione, della costruzione e del rafforzamento di una coscienza civile ed umana universale, al punto che la messa in discussione o la relativizzazione della Shoah è considerato in molti paesi d'Europa un reato penale e vedo che giustamente, ma spero che seguano presto i fatti, lo stesso ministro della Giustizia Angelino Alfano ha proposto, o almeno ha dichiarato, di volere introdurre anche in Italia in reato di negazionismo.

Questo per dire che cosa? Per dire che quando discutiamo di Giornata della Memoria, e della necessità di far conoscere e di valorizzare la storia delle nostre terre, si tratta di sostenere un'opera necessaria e che quando si tratta di fare diventare - cosa che per quanto mi riguarda lo è e lo è da molto tempo - parte della coscienza nazionale tutto ciò che viene menzionato nella Giornata del Ricordo, si fa qualcosa che va assolutamente nella stessa direzione.

Deve però essere chiaro, vorrei concludere su questo, signor presidente, che noi celebriamo quest'anno i 150 anni dell'unità del nostro Paese, e io sono tra quelli che pensano che dovrebbe essere coscienza diffusa che i due elementi fondativi dell'Italia per come oggi è, per come è stata, siano il Risorgimento, che ha dato al nostro Paese la propria unità nazionale e la Resistenza; la Resistenza sia dei partigiani ma anche di quelle centinaia di migliaia di soldati che hanno combattuto e spesso sono stati uccisi dai nazifascisti in molte di quelle isole greche o dalmate che venivano citate prima per altro fine, e che la Resistenza è stato il passaggio fondamentale per ridare al nostro Paese, che era uscito sconfitto da una guerra drammatica, la propria dignità nazionale e la propria dignità democratica non imposta da fuori, ma costruita al proprio interno. Spero che su questo, signor presidente, possiamo in quest'Aula non dovere ricominciare da capo ogni volta discussioni che rischiano di essere poco utili, ma cercare di vedere come assieme, pur da punti di vista legittimamente diversi, costruire una coscienza nazionale e democratica condivisa.

PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.

Per annunciare il nostro voto favorevole a questa risoluzione. Anch'io non ho avuto modo di apprezzare questo dibattito, scatenato dal consigliere Filippi che ogni Consiglio ci regala una perla, l'altra volta c'è stato un momento di scienza con spiegazione della teoria della relatività, adesso c'è stata la giornata storica, il che ha portato a scatenare un dibattito che francamente ho visto parecchio inutile e tristemente fatto di distinguo tristi, perché fatti sui numeri di chi ha avuto più morti, sì ma anche tu l'hai fatto, anche quell'altro l'ha fatto. Credo che sia abbastanza inaccettabile che si facciano questi tipi di ragionamenti.

La risoluzione si basa su una parola precisa, che è il Giorno della Memoria, che è istituita con una legge nazionale, che leggo testualmente: "La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria al fine di ricordare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali e la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, eccetera". Quindi, questo è l'oggetto di questa risoluzione che, ripeto, apprezziamo in toto. Se vogliamo istituire altri Giorni della Memoria se ne possono istituire a decine, noi non abbiamo ideologie, non abbiamo preconcetti, non abbiamo preclusioni, per me possiamo parlare di tutto e ricordare ogni giorno una memoria diversa, voglio sempre sperare che questi Giorni della Memoria non siano poi un modo per lavarsi la coscienza e invece dimenticarsi gli altri 364 giorni che questo tipo di tragedie, che tutti avete ricordato e non sono solo quelle della Shoah è vero, continuano ancora oggi, continuano per esempio nel Darfur, continuano in pulizie etniche che sono ovunque.

Pertanto andiamo avanti, parliamo di qualunque cosa, ma non era il momento e secondo me non era neanche l'educazione, insomma, lo stile di dover ricordare cose diverse e accuse diverse che nulla hanno a che fare con questa giornata che oggi ricordiamo.

Poiché è stato presentato un emendamento, che vi è stato distribuito, numerato come n. 1, a firma del consigliere Manfredini, chiudiamo la discussione generale e apriamo la discussione generale sull'emendamento presentato dal consigliere Manfredini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

Onde evitare, voglio dire, che si ripeta, come è stato enunciato anche per esempio dai colleghi del PdL, un altro documento in cui si deve ricordare questo, poi giustamente l'ha messo anche in rilievo il collega Defranceschi, ho ritenuto, perché non ci sono vittime di serie A e vittime di serie B, caduti di serie A e caduti serie B, di aggiungere "e tutte le vittime" a questa vostra richiesta. Credo che con questa sistemazione, il testo possa essere corretto.

Come diceva il collega Luciano Vecchi, proprio ieri eravamo presenti all'inaugurazione di una stele. I parenti giuliano-dalmati, cittadini modenesi e non, che sono venuti da diverse parti, circa 4-500 persone, erano increduli che una città come Modena, considerata di sinistra, fosse stata la prima in Emilia a poter deporre una stele in memoria dei morti delle foibe. Questa è stata veramente una grande soddisfazione ed io ho assistito anche a delle interviste di queste persone che erano positivamente sorprese. Credo che sia un fatto proprio di civiltà dare spazio anche a queste vittime.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

Io ho utilizzato la locuzione "il male assoluto" non a caso perché l'aveva utilizzata Gianfranco Fini quando ancora era presidente di Alleanza Nazionale nella sua visita in Israele e non mi pare che il consigliere Bignami abbia dissentito da quello che era allora il segretario del suo partito. Non mi risulta, smentiscimi, ma non mi risulta...

e comunque è stata utilizzata da Gianfranco Fini...

Quindi quella vicenda ha una unicità nella storia dell'umanità che non è negabile, le cui conseguenze ci sono tuttora, ci sono le conseguenze a tutt'oggi di quella vicenda. Dopodiché, Bignami, io, siccome c'ero in Parlamento, la legge sulle foibe l'ho votata, però non si può mettere sullo stesso piano perché non c'entra nulla. Ti voglio ricordare che i fascisti nell'occupazione della Slovenia, della Croazia e dei territori della Jugoslavia si divertivano a fare il tirassegno con i neonati sloveni, che i fascisti non sono stati... la dittatura fascista italiana che qualcuno oggi vuole rappresentare in modo criminale, perché a mio parere sono atteggiamenti criminali, come una cosa bonaria, come una cosa, come dire, non era come Hitler, non è così, è stata una dittatura sanguinaria non solo perché ammazzava e massacrava i dirigenti politici, è stata una dittatura sanguinaria, ci sono le prove, ci sono i faldoni, ci sono centinaia di libri che ci raccontano quello che hanno fatto in Jugoslavia e per esempio in Eritrea, in Etiopia, in Somalia, lo sterminio in Libia, lo sterminio delle popolazioni, l'uso dei gas e poi la macchia immonda delle legge razziali. La macchia immonda delle leggi razziali. Non è una macchia emendabile. Tutti coloro che ne sono stati responsabili e anche gli eredi di quella roba lì che non hanno separato, non hanno condannato, come invece Gianfranco Fini ha fatto, bisogna riconoscergli questo merito, secondo me dovrebbero riflettere. Non c'è nessun paragone possibile.

Dopodiché io sono uno che condanna tutte le dittature, comprese quelle comuniste, per me le dittature non hanno colore, le dittature sono dittature e basta ed è bene che cadano e vengano sostituite da regimi liberaldemocratici. A proposito di dittature comuniste vorrei ricordare a Bignami che il suo leader ha definito un grande un personaggio come Lukascenko a cui l'Unione Europea nega il visto. Lo dice Silvio Berlusconi, un grande, un dittatore che è ex comunista, quindi, per favore, non facciamo lezioni a chi sta in quest'Aula perché sono lezioni inaccettabili.

Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.

Per dire che il dibattito che si è sviluppato in merito alla risoluzione proposta e che hanno già sostenuto, spiegato la collega Mori, il collega Vecchi, mi induce a una riflessione che è più di ordine personale che di ordine politico. Cioè, di fronte ad argomenti come quelli trattati da questa risoluzione, lo diceva bene Franco Grillini, poiché l'approccio diciamo di schieramento, di partito, strumentale a..., perché, ovviamente, nel dibattito in quest'Aula non rileva solo politicamente quello che è detto al microfono a beneficio del verbale, ma anche quello che, diciamo, sono i rapporti in Aula, ma anche i rapporti e gli scambi dialettici culturali, personali, politici dei consiglieri regionali. Ora, in un dibattito come questo, come questo che stiamo facendo, evocare esponenti di questo o di quel partito con "ma adesso è dei vostri" ... "adesso no" ... perché tra l'altro si stava parlando di Gianfranco Fini, lo ricordo, prima di tutto a me stesso, quanto meno, perché è il presidente della Camera dei Deputati, insomma, non lo ascriverei diciamo ad un volgare dibattito da bar. E comunque, in ogni caso, la discussione anche dialettica, le opinioni legittimamente diverse, ma, sottolineo diverse, perché culturalmente diverse tra i consiglieri regionali che siedono nei banchi di centrosinistra e quelli che siedono nei banchi di centrodestra debbono interrogare su un argomento come quello di oggi le coscienze personali, i valori soggettivi, poiché si sta parlando di una questione che non può essere oggetto di bandiera.

Lo dico perché quest'Aula ha, oltre a tutti i diritti, anche un dovere supremo, che è quello di esempio a chi sta fuori da qui e ci guarda, soprattutto i giovani, e non possiamo non tener conto di quanti siti la polizia postale chiude inneggianti al nazismo, inneggianti all'antisemitismo, inneggianti al razzismo, alla cultura della separazione, dell'odio razziale, religioso, del nord contro il sud, dei bianchi contro i neri, dei cristiani contro i musulmani, dei musulmani contro i cristiani, piaghe ancora vive nel presente dell'umanità e non possiamo ridurre questo dibattito a un dibattito schematico nella logica in cui ormai si muove la politica, dove tutto è marketing, tutto è bandiera, tutto è per avere una foto su un giornale, per avere una riga, un articolo. Non possiamo su un argomento come questo, perché lo diceva bene Franco Grillini e anche altri che si sono esercitati, è un argomento che interpella le coscienze soggettive di ognuno di noi e non è un oggetto di scambio tra questioni politiche di tipo strumentale. Non è questo. È un problema di valori che quest'Aula deve affermare, deve rafforzare e deve essere d'esempio soprattutto per quelli che stanno fuori di qui e che ci guardano. In particolare la generazione rappresentata dai nostri figli, dai nostri nipoti, da quelli che debbono costruire, sull'eredità lasciata da noi, l'Italia di domani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

Ma, come ho detto, non è per quello che abbiamo parlato del Giorno del Ricordo, ne abbiamo parlato perché qualcuno, volendo fare il più realista del re, ha tirato fuori dei temi dicendo, alla fine del proprio intervento, però smettiamola di fare e di abbinare cose che non sono abbinabili. Non sono abbinabili ma non perché non c'è una nobiltà nella sua drammaticità analogia, non sono abbinabili perché attengono a pagine diverse della storia e in questo senso credo che sarebbe anche importante avviare, per carità. un dibattito su questo partendo però da un presupposto e dirò una cosa forse scomoda per qualcuno: che per quanto mi riguarda tanto l'ideologia nazionalsocialista quanto l'ideologia comunista meritano la stessa condanna storica e meriterebbero la stessa condanna legislativa, come hanno fatto giustamente in Germania, escludendo la possibilità di ricostituire movimenti che si ispirano a quelle ideologie brutali che in Italia ancora non si è realizzata, forse per una scarsa maturità degli eredi di quell'ideologia.

Ecco, senza volerci spingere però fino a questo punto, credo che alcuni interventi di cattivi maestri, perché altrimenti non potrei descriverli, si possono commentare da soli e li lasciamo al commento interno che ognuno di noi può dare perché, e su questo condivido quello che diceva Monari, si tratta di riflessioni di carattere individuale e personale che è bene che ognuno di noi conduca senza lezioni di nessun tipo, ma al massimo con uno scambio di riflessioni che è sempre abbastanza utile, soprattutto su temi come questo, perché è giusto quello che diceva, ai giovani bisogna consegnare una memoria condivisa, ma che non sia una memoria pelosa, fatta per toglierci da addosso elementi di riflessione o elementi di autocritica che altrimenti non vorremmo fare, ma perché, al contrario, si scandagli nella profondità e nell'intimo anche della nostra coscienza intellettuale e politica per capire che cosa è stato fatto di giusto, ma soprattutto, credo che l'invito fosse in questo senso, che cosa è stato fatto di sbagliato.

Un annotazione. La mia carriera politica non la devo sicuramente a Gianfranco Fini, non più di quanto Gianfranco Fini la debba alla comunità di Alleanza Nazionale. Se c'è qualcuno a cui devo la mia carriera politica si chiama Marcello Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

Devo dire che ho condiviso l'affermazione del consigliere Grillini quando dice che le dittature non hanno colore, però purtroppo tutti gli anni quando siamo in prossimità della Giornata della Memoria o della Giornata del Ricordo ci troviamo a fare queste discussioni, a fare questi dibattiti che in buona parte forse sarebbe meglio evitare.

Guardi anch'io la mia carriera politica viene dal Movimento sociale e da Alleanza Nazionale e quando Fini ha fatto quella citazione sul male assoluto le posso tranquillamente dire che nel momento in cui il fascismo ha promulgato le legge razziali io ho condiviso questa affermazione, l'ho condiviso perché sono anch'io convinto che le dittature non debbano avere un colore, però purtroppo i paragoni, quando si parla di ideologie, siamo costretti a farli, perché c'è stata un'ideologia, l'ideologia comunista, che ha commesso gli stessi identici errori, le stesse identiche malefatte, gli stessi identici crimini che ha commesso l'ideologia nazista e poi fascista, perché anche Lenin, Stalin, aveva cominciato a mandare gli ebrei nei campi di internamento e credo che non sia il caso di star qui ad elencare le stragi che hanno fatto nel mondo queste ideologie da una parte e dall'altra, il nazismo qui in Europa o in Cambogia, in Cina, in altri posti dove l'ideologia comunista ha fatto altrettanti stragi, ha distrutto le minoranze, ha distrutto le culture, ha distrutto qualsiasi tipo di civiltà.

Pero, vede, Voltaire diceva "ai vivi dobbiamo rispetto, ai morti solamente verità" e questo assunto, che è credo non attribuibile certamente a un uomo di destra nella storia, ma a un illuminista, credo debba essere fatto da qualunque forza politica, sia oggi in questo Paese a rappresentare una democrazia, senza se e senza ma, perché in Polonia, ad esempio, c'è una legge che vieta la ricostituzione del Partito comunista, giustamente, come giustamente in Italia c'è una legge, più o meno analoga, che vieta la ricostituzione del Partito fascista o in Germania del Partito nazista.

Allora, non è che lo risolviamo con queste cose...

Prego, consigliere Malaguti.

Allora ben venga l'affermazione che le dittature non hanno colore, ma non lo devono avere da nessun punto di vista, senza se e senza ma. E non sarebbe male se nell'arco di questa legislatura si organizzasse una cosa di questo tipo, non per fare dei paragoni tra dei morti che una volta vittime sono accomunati dall'analoga situazione, ma solo per il fatto che purtroppo ci sono ancora tanti di questi morti, tante di queste vittime che non hanno avuto nemmeno il riconoscimento di avere un fiore sulla tomba e su queste questioni qua, se noi vogliamo avere un'onestà intellettuale e continuare a considerarci un Paese civile e democratico dobbiamo condannare tutte le situazioni non per fare paragoni, ma perché hanno commesso gli stessi crimini. Allora forse nel tempo queste discussioni che tutti gli anni ripetiamo nelle aule tra di noi forse verranno meno e forse aumenterà quel comune senso di democrazia che ci porterà finalmente a lasciar perdere il rosso, il nero o qualunque forma di giustificazione su quanto è avvenuto in passato, per riconoscere veramente quello che altro non dovrebbe essere riconosciuto a chi ha subito questi crimini.

Concludiamo i nostri lavori che riprenderanno alle ore 15.