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39.
SEDUTA DI MARTEDÌ 28 GIUGNO 2011
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
Interpellanza oggetto 407 (26)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
Interpellanza oggetto 609 (39)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
Interpellanza oggetto 791 (45)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
Interpellanza oggetto 837 (46)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MEO (SEL - Verdi)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 1348
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disciplina della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai fondi immobiliari chiusi per il sostegno all'edilizia residenziale sociale» (16)
(Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
LOMBARDI (PDL)
BERNARDINI (Lega Nord)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MUZZARELLI, assessore
FERRARI (PD)
PARIANI (PD)
NOÈ (UDC)
OGGETTO 1465
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 35 "Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole"» (17)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MEO, relatrice
POLLASTRI (PDL)
BORTOLAZZI, assessore
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
VILLANI (PDL)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MARANI (PD)
PAGANI (PD)
GRILLINI (Italia dei Valori)
FILIPPI (PDL)
MEO (SEL - Verdi)
OGGETTO 1436
Delibera: «Approvazione del rendiconto dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2010. Conseguente variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011 (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 01 giugno 2011, n. 63) (43)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MAZZOTTI (PD)
OGGETTO 1456
Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, del Protocollo di intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le Regioni Europee: Aquitaine (F), Dolnoslaskie (PL), Ghawdex (Malta), Hessen (D), Pays de la Loire (F), Generalitat Valenciana (E), Vastra Gotaland (SW), Wales (UK), Wielkopolska (PL) circa la Rete Regioni Europee per i Giovani - European Regions for Youth (Rete ERY) in materia di cooperazione internazionale per le politiche giovanili (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 7 giugno 2011).» (44)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
VECCHI Luciano (PD)
POLLASTRI (PDL)
MORI (PD)
DONINI (Fed. della Sinistra)
PRESIDENTE (Mandini)
OGGETTO 1427
Delibera: «Approvazione del rendiconto consuntivo dell'esercizio finanziario 2010 e del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2011 - Assestamento e primo provvedimento di variazione dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali (IBACN) della Regione Emilia-Romagna (Proposta della Giunta regionale in data 30 maggio 2011, n. 729).» (45)
(Discussione e approvazione)
OGGETTO 1471
Relazione, per l'anno 2010, sull'attività dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell'art. 12, comma 4 bis, della L.R. 29/95.
(Abbinata)
PRESIDENTE (Mandini)
CAVALLI (Lega Nord)
OGGETTO 1463
Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Donini, Pariani e Barbati per impegnare la Giunta, nel processo di revisione della L.R. n. 25 del 1999, ad introdurre principi che consentano una tutela pubblica della risorsa idrica e della qualità del servizio e a favorire la possibilità per gli enti locali di costruire società a totale controllo pubblico degli impianti, precisando la qualifica di dotazioni di interesse pubblico per le reti (240)
(Ritiro)
PRESIDENTE (Mandini)
POLLASTRI (PDL)
NALDI (SEL - Verdi)
OGGETTO 1353
Risoluzione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni volte a prevenire e contrastare l'esercizio e l'insediamento nel territorio regionale del fenomeno criminoso del gioco d'azzardo (222)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
BARBATI (Italia dei Valori)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
POLLASTRI (PDL)
NOÈ (UDC)
Inversione dell'ordine dei lavori
(Risoluzione oggetto 1552 - Ritiro) (254)
PRESIDENTE (Mandini)
MALAGUTI (PDL)
OGGETTO 846
Risoluzione proposta dai consiglieri Bignami e Villani per impegnare la Giunta a prevedere la rotazione dei siti destinati a ricevere rifiuti campani (125)
(Discussione e reiezione)
OGGETTO 673
Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta ad attivarsi, in un processo che veda coinvolte tutte le Regioni, per una gestione più evoluta dei rifiuti e affinché, nel caso dei rifiuti campani, il Governo sospenda le azioni di forza e ricerchi la partecipazione dei cittadini (82)
(Discussione e non approvazione)
OGGETTO 1545
Risoluzione proposta dai consiglieri Malaguti, Villani, Bazzoni, Filippi, Bartolini, Lombardi, Pollastri, Bignami, Leoni, Aimi e Vecchi Alberto per impegnare la Giunta a non dare disponibilità ad ospitare nelle discariche presenti sul territorio emiliano-romagnolo rifiuti provenienti dalla città di Napoli finché non sia stato avviato un piano di smaltimento con la realizzazione di nuovi termovalorizzatori in loco (250)
(Discussione e reiezione)
OGGETTO 1548
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per impegnare la Giunta a negare la disponibilità ad accogliere rifiuti provenienti dalla città di Napoli (252)
(Discussione e reiezione)
OGGETTO 1556
Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi, Bonaccini, Barbati, Noè, Monari, Montanari, Naldi, Pariani e Sconciaforni per invitare la Giunta ad ospitare quantitativi di rifiuti provenienti dalla Regione Campania (256)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
MALAGUTI (PDL)
NALDI (SEL - Verdi)
MONARI (PD)
BARBATI (Italia dei Valori)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
CAVALLI (Lega Nord)
BARTOLINI (PDL)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
MONTANARI (PD)
NOÈ (UDC)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
Interrogazioni oggetti 1540 - 1541 - 1542 - 1547 - 1549 - 1550 - 1553 - 1555 (da 1033 a 1040)
(Annuncio)
Risoluzioni oggetti 1544 - 1545 - 1546 - 1548 - 1551 - 1552 - 1554 - 1556 - 1557 - 1558 (da 249 a 258)
(Annuncio)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni e risoluzioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,03
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la trentanovesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna la vicepresidente Simonetta Saliera.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze, ai sensi degli articoli 116 e 117 del Regolamento interno.
Svolgiamo il seguente oggetto:
407 - Interpellanza del consigliere Filippi circa i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria relativi alla Strada Provinciale Casina-Banzola (RE), con particolare riferimento al tratto Casina-Carrobbio. (26)
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Filippi.
FILIPPI: Grazie, presidente. La strada provinciale 11 Casina-Banzola, in provincia di Reggio Emilia, è particolarmente trascurata e necessita di urgenti opere di manutenzione. Il manto stradale è deteriorato. Da anni in questa strada esiste una frana, nel primo tratto che congiunge Casina al Santuario della Madonna del Carrobbio. Essendo presente, appunto, un santuario, questa località è particolarmente frequentata dai devoti, è luogo di pellegrinaggio. Moltissime persone fanno questa passeggiata, naturalmente a piedi, sono già accaduti incidenti anche gravi.
Da quando vi è una frana in questo tratto i pedoni sono obbligati a camminare in mezzo alla strada. Io ho segnalato questo problema alla Provincia. Poiché esiste una frana che con 30.000 o 40.000 euro si può sistemare, e poiché esiste da anni, chiedo alla Giunta regionale se intenda intervenire di concerto con l’Amministrazione provinciale per mettere in sicurezza questo tratto di strada e, soprattutto, se intenda vincolare la Provincia a effettuare la manutenzione straordinaria per garantire la sicurezza sia agli automobilisti, sia, soprattutto, ai pedoni che - lo ripeto - si recano ogni giorno al Santuario della Madonna del Carrobbio. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Al fine di rispondere in modo esauriente all’interpellanza appena illustrata, relativa a una strada di competenza provinciale, è stata trasmessa alla stessa Provincia una richiesta di informazioni in data 15.09.2010.
Si evidenziano i passaggi salienti della risposta pervenuta, che si allega peraltro alla presente. La Provincia di Reggio Emilia è impegnata sull’area montana con interventi di manutenzione che vanno dalla sostituzione di barriere, all’asfaltatura dei tratti maggiormente compromessi, alla ripresa di tratti in frana, a opere di manutenzione straordinaria e interventi di manutenzione straordinaria.
Nello specifico, per quanto riguarda la strada provinciale 11, in luglio - sto parlando dell’anno scorso naturalmente - è stato garantito lo sfalcio dell’erba lungo tutta la strada, ma rimane da ripristinare uno smottamento di valle, peraltro stabilizzatosi, dove comunque viene garantito il transito a senso unico alternato attraverso un’adeguata segnaletica stradale.
Relativamente alla richiesta di realizzare un marciapiede, afferente peraltro a un intervento che non è ascrivibile a opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, ma a un’opera ex novo, per la quale si rende necessaria la relativa programmazione tecnico-finanziaria, vi è da rilevare che allo stato attuale non risultano segnalazioni di particolari problemi in termini di sicurezza anche in relazione alla ridotta entità dei flussi di traffico che interessano il citato tratto stradale.
La Provincia, tra le competenze proprie di Ente gestore dell’infrastruttura, deve tra l’altro garantire la sicurezza stradale nonché il potenziamento del livello di servizio della viabilità nell’area montana sull’intera rete di competenza provinciale. Rispetto alle risorse attualmente a disposizione, si rende purtroppo necessario effettuare delle scelte sulle priorità degli interventi da realizzare. Comunque, qualora si rendessero disponibili ulteriori risorse finanziarie, la Provincia valuterà anche gli interventi segnalati.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Filippi per la replica.
FILIPPI: Grazie, presidente. Io parto dalla fine. Lei, sottosegretario, ha risposto che la Provincia effettua le scelte che risultano prioritarie. Se, però, su questa strada si sono verificati degli incidenti, sono state investite delle ragazze (rimaste per mesi in ospedale) che si recavano al Santuario della Madonna del Carrobbio, i problemi ci sono. Se li ho segnalati, non è perché li ho sognati, ma perché molti cittadini e molti devoti che frequentano quotidianamente questo tratto di strada per il pellegrinaggio hanno sollevato la questione. Quindi, a mio giudizio, questo intervento rientra nelle priorità.
Non si tratta di un problema politico, di destra o di sinistra, ma di un problema di bene comune, per i cittadini. C’è, in verità, anche un problema politico: come avviene per i Sindaci, anche i Presidenti di Provincia al secondo mandato - e il Presidente della Provincia di Reggio Emilia lo è - fanno quello che ritengono opportuno per loro più che per l’Ente. Pertanto, se non vogliono sistemare quel tratto di strada, non lo fanno, perché né le richieste del partito né le richieste dei cittadini vengono ascoltate.
Il problema esiste e io non vorrei che accadesse un incidente grave, darei, invece, un segnale chiaro. Lei, sottosegretario, mi risponde che la frana esiste e che si è stabilizzata. Cosa vuol dire che si è stabilizzata? Lo è finché non parte. Lei dice anche che viene garantito il transito a senso unico alternato. Questo significa che il pedone quando transita in quei venti o trenta metri interessati dalla frana deve camminare in mezzo alla strada.
Il problema, lo ripeto, esiste, è grave e deve essere risolto. In questa località, come ho detto, c’è un santuario. I santuari in cui è apparsa la Madonna sono pochissimi. In provincia di Reggio Emilia non ce ne sono pochi altri; qui la Madonna è apparsa nel 1750 a una pastorella del luogo, Domenica Corbelli. Esiste una chiesa votiva nella quale pare siano stati compiuti molti miracoli. Cerchiamo di non causare problemi a coloro che si recano quotidianamente a pregare in questo santuario.
Invito, quindi, la Giunta a segnalare alla Provincia questo grave problema e chiedo che la frana sia sistemata. Non aspettiamo che frani tutta la strada.
Ringrazio il presidente e il sottosegretario.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l’oggetto 407.
Passiamo all’oggetto:
609 - Interpellanza del consigliere Filippi circa il ripristino della sicurezza della Strada Provinciale Casina-Albinea, in Provincia di Reggio Emilia. (39)
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Filippi.
FILIPPI: Si tratta in questo caso della strada provinciale 63. Io mi sono mosso anche dopo le denunce comparse sulla stampa. I cittadini residenti nella frazione di San Giovanni di Querciola, quattrocento anime, che tutti i giorni frequentano questa strada, hanno denunciato la situazione ai quotidiani locali, i quali, insieme alle televisioni, hanno segnalato il grave inconveniente di questa porzione di strada, completamente abbandonata dalla Provincia di Reggio Emilia.
Già prima ho ricordato la questione del secondo mandato: quando un Presidente di Provincia al secondo mandato afferma che in quest’opera non è possibile investire neanche 500 euro, non c’è niente da fare, a meno che un ente superiore come la Regione richieda un intervento.
Chiedo alla Giunta, pertanto, se intenda intervenire, di concerto con l’Amministrazione provinciale, per mettere in sicurezza il tratto viario in oggetto, interpelli l’Amministrazione provinciale di Reggio Emilia vincolandola a effettuare quelle manutenzioni ordinarie e straordinarie per la messa in sicurezza di un tratto di strada pericoloso, privo di barriere di sicurezza e di strisce continue, opere che non sono più derogabili e la cui necessità è stata segnalata dai cittadini a tutti i media, in quanto la strada è ormai pressoché una carraia. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Anche in questo caso ci riferiamo a una viabilità di competenza provinciale. Alla stessa Provincia di Reggio Emilia abbiamo girato l’interpellanza, ottenendone le risposte che alleghiamo e che sono a disposizione del consigliere Filippi, aggiungendosi alla mia risposta orale.
In questo caso, la Provincia di Reggio Emilia riferisce di essere impegnata sull’area montana, come ho detto anche nella risposta precedente, con interventi di manutenzione che vanno dalla sostituzione delle barriere all’asfaltatura dei tratti maggiormente compromessi, alla ripresa dei tratti di frana e a opere di manutenzione straordinaria e interventi di manutenzione ordinaria. Naturalmente, non dico nulla di nuovo se riferisco il fatto che le Province, come i Comuni, e come del resto la stessa Regione - ne abbiamo parlato - hanno minori risorse rispetto agli anni precedenti e più problemi nel reperire le somme necessarie per eseguire la manutenzione di una rete viaria complessa.
Nello specifico, per quanto riguarda la strada provinciale 63 Casina-Albinea, è stata effettuata la manutenzione ordinaria necessaria a garantire il transito in sicurezza agli utenti della strada. In particolare, è stato garantito lo sfalcio dell’erba, anche questo effettuato nel luglio dell’anno scorso (stiamo parlando di un’interrogazione che fa riferimento al 2010); sono stati ripristinati i tratti maggiormente ammalorati attraverso la estesa di conglomerato bituminoso e, nelle zone che ne presentavano la necessità, è stata effettuata la pulizia delle cunette.
Relativamente alla richiesta di installazione di barriere, si segnala che la Provincia di Reggio Emilia ha effettuato un rilievo generalizzato dei punti critici della viabilità, predisponendo un piano pluriennale di intervento, al quale ci si attiene nella programmazione annuale delle opere di manutenzione. Vi è da rilevare che, allo stato attuale, non risultano segnalazioni di particolari problemi in termini di sicurezza, anche in relazione alla ridotta entità dei flussi di traffico che interessano il citato tratto stradale.
Lo sforzo della Provincia è attualmente teso a ripristinare nel miglior modo possibile le tratte stradali e a rispondere a tutte le esigenze del territorio, ma è chiaro che le risorse attualmente a disposizione impongono di effettuare, come ho detto prima, scelte di priorità da assegnare agli interventi di manutenzione, che attualmente sono soprattutto diretti a garantire la sicurezza stradale sulle arterie dell’intera rete provinciale, per migliorare la circolazione delle persone e delle merci e l’accessibilità alle aree urbane, nonché per potenziare il livello di servizio della viabilità in aree montane. Qualora fossero disponibili ulteriori risorse, si potranno valutare anche gli interventi segnalati.
Si evidenzia che la Regione può intervenire con il sostegno finanziario per opere insistenti esclusivamente sulla rete viaria di interesse regionale. Ulteriori contributi vengono destinati anche per la manutenzione straordinaria con quote attribuite in base alle estese chilometriche relative alle singole province delle strade trasferite dallo Stato con le cosiddette Bassanini.
La Regione trasferisce alle Province complessivamente 10 milioni di euro ogni anno, di cui alla Provincia di Reggio Emilia, in ragione delle estese di 192 chilometri, vanno 999.400 euro.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Filippi per la replica.
FILIPPI: Grazie, sottosegretario. Nella sua risposta, che è più o meno una fotocopia della precedente - anche se le mie interpellanze non sono una la fotocopia dell’altra e sono state presentate in periodi differenti - lei afferma che non risultano segnalazioni. Ma sulla stampa locale e dalle televisioni vengono diffuse lettere firmate da decine di cittadini. Le leggo le ultime righe di una lettera scritta da un ragazzo di ventidue anni che ha deciso di vivere in montagna: «Non si chiedono interventi strutturali onerosi, che prima o poi andranno fatti, si chiede solo qualche manutenzione ordinaria, le strisce bianche ai bordi della strada adesso che arriva la nebbia, la chiusura di qualche buca veramente pericolosa. So che il Querciolese è zona piccola, non è di grande pubblicità, ma per chi percorre questa strada tutti i giorni è veramente difficile. Basterebbe poco per alleviare le difficoltà. Giovanni Pilla, 22 anni». Questa è una lettera pubblicata da Il Resto del Carlino, dall’Informazione, dalla Gazzetta di Reggio ed è stata diffusa anche dalle televisioni. Quindi, le rimostranze ci sono e sono anche abbondanti e chiare.
Inoltre, sottosegretario, non accetto le bugie riportate in questa risposta. Che cosa c’entra il Governo? La Provincia di Reggio Emilia, proprio in questi giorni, ha deliberato di aumentare la tassa sulle assicurazioni dal 12 al 16 per cento, prelevando così altri 6 milioni di euro dalle tasche dei cittadini reggiani. L’assessore al bilancio ha affermato: «in fondo, cosa volete che sia? È il costo di un caffè al mese». Questo vale per chi ha una macchina, ma per chi ha una macchina e una motocicletta sono due caffè al mese, e per una famiglia, che solitamente ha due macchine oltre alla motocicletta del figlio, sono tre caffè al mese. In un anno si tratta di 50 euro, quindi non un caffè.
Reggio è una Provincia esosa, una Provincia che non ha tagliato un euro. Questa Regione ha fatto tagli, e lo sappiamo, tutti gli Enti locali hanno fatto tagli. La Provincia di Reggio Emilia - lo ripeto, visto che il Presidente è al secondo mandato e non si ricandiderà - non ha fatto nessun taglio, ha aumentato le tasse e continua a spendere i soldi per quello che ritiene più produttivo dal punto di vista politico.
Noi segnaliamo problemi che non sono né di destra né di sinistra, problemi che toccano i cittadini. Io non so cosa voti questo Giovanni Pilla, ma so che vive in un paese di montagna nel quale sono residenti quattrocento persone e che segnala un grave disagio. So, altresì, di aver percorso quella strada, e il disagio c’è, ma la Provincia di Reggio Emilia non interviene.
Chiedo che questa Giunta regionale si faccia intendere, altrimenti cosa siamo qui a fare? Se una Provincia è inadempiente, è compito di un’amministrazione superiore segnalarlo. Diversamente, a cosa servono queste interpellanze?
Chiaramente non sono soddisfatto della risposta che ha riportato, come in fotocopia, notizie banali che avrebbe potuto anche non darmi. Grazie, sottosegretario.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l’oggetto 609.
Passiamo all’oggetto:
791 - Interpellanza del consigliere Filippi in merito all'acquisizione, da parte del Consorzio Granterre di Modena aderente a Legacoop, della Latteria Sociale di San Romano-Visignolo di Baiso, in provincia di Reggio Emilia. (45)
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Filippi.
FILIPPI: Chiedo intanto se in questo Consiglio regionale non esistono più gli assessori. A me va bene che il sottosegretario Bertelli risponda, ne ho grande stima. Tuttavia, una volta a queste operazioni erano preposti gli assessori competenti. A me non risulta che questi assessori siano così impegnati e che non possano neanche assumersi la responsabilità del loro ruolo.
Presidente, chiedo che la risposta mi venga data dall’assessore competente; se chiedo al sottosegretario Bertelli qualcosa su cui non è in grado di rispondermi, egli si limita a leggere un foglio di carta. Chiedo, dunque, che l’assessore competente risponda alle mie interpellanze. Diversamente, presidente, credo che lei, che dovrebbe tutelare i consiglieri regionali, non tuteli nessuno. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Se si riferisce a me quando parla di non tutelare nessuno, le ricordo che le interpellanze non sono un servizio a domanda individuale. La Giunta viene in Aula e, attraverso un esponente del governo, risponde alle interpellanze che ogni consigliere formula. E mi pare che il sottosegretario sia pienamente titolato a rispondere alle interpellanze su qualunque argomento.
FILIPPI: No, presidente, il Sottosegretario non è in grado di rispondere se pongo domande specifiche.
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere, siccome le è data la possibilità di ritenersi soddisfatto o insoddisfatto, potrà dichiararsi insoddisfatto della risposta. Ma non può dirmi che non è tutelato.
FILIPPI: No, non mi sento tutelato dalla risposta del sottosegretario. C’è un assessore competente in materia, non può essere il sottosegretario un tuttologo, competente in tutte le materie. Lo chiedo perché parliamo sempre del territorio di Reggio Emilia, quindi sa dov’è Visignolo.
Non credo che il sottosegretario sappia dov’è Visignolo, non credo che il sottosegretario...
PRESIDENTE (Richetti): Allora, consigliere, la Giunta è un organo collegiale. Lei vuole continuare con l’interpellanza o la chiudiamo qui? Diamo la parola al sottosegretario per la risposta o la ritira immediatamente?
FILIPPI: Io non ritiro niente.
PRESIDENTE (Richetti): Diamo la parola, dunque, al sottosegretario Bertelli.
FILIPPI: Le dico che non ritengo tutelati i miei diritti di consigliere regionale ricevendo risposte solo dal sottosegretario. Capisco che una volta possa sostituire un assessore, ma non sono d’accordo che ne sostituisca cinque. Non è nostro Signore!
PRESIDENTE (Richetti): Benissimo. È dal 1970 che funzioniamo così. Grazie.
FILIPPI: No, il sottosegretario è appena stato istituito. Lei lo ricorda.
PRESIDENTE (Richetti): Infatti potrebbe rispondere anche un altro assessore, in quanto - le ripeto - la Giunta è un organo collegiale.
La ringrazio per la sua osservazione, che non cadrà vana.
FILIPPI: Ne prenda atto, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Do la parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: La Regione Emilia-Romagna non ha concesso contributi o finanziamenti alla Latteria San Romano di Visignolo di Baiso dal 1994 al 2007.
Anche il Consorzio Granterre per la medesima struttura non ha ricevuto contributi dal 2008 ad oggi. Di conseguenza, sui beni mobili e immobili oggetto dell’interpellanza non esiste, ai sensi della vigente normativa, alcun vincolo di destinazione, né tanto meno si ha notizia di operazioni speculative o comunque illegali da parte del Consorzio cooperativo Granterre.
I motivi della cessazione della produzione del Parmigiano reggiano sono riconducibili ai limiti strutturali dell’impianto che rendevano fortemente antieconomico l’utilizzo degli immobili e delle attrezzature presenti anche in relazione alla ridotta quantità di latte lavorato.
Nel 2004 i caseifici destinati alla produzione del Parmigiano reggiano erano, nelle cinque province del comprensorio, 511. Al 31 dicembre 2010 risultano in attività 392 strutture.
Il processo di razionalizzazione dei caseifici, funzionale al raggiungimento di una dimensione economicamente sostenibile e in corso ormai da diversi anni, rappresenta una condizione essenziale per il futuro di questo comparto produttivo.
Gli impianti di piccola dimensione sono, infatti, caratterizzati da costi di produzione particolarmente rilevanti e da una notevole incidenza degli oneri di ammortamento che deprimono fortemente il prezzo del latte liquidato ai soci.
Nel 2007 la quota di riparto del caseificio San Romano ai conferenti è risultata pari a 33,58 euro al quintale. Quelli del Consorzio Granterre hanno ricevuto, nel medesimo anno, per ogni quintale di latte 44,5 euro. Questo fortissimo divario avrebbe inevitabilmente portato alla chiusura di venti allevamenti conferenti al caseificio di San Romano, che sulla base di un processo concordato con i soci è stato incorporato dal Consorzio Granterre con efficacia dal 1 gennaio 2008. Il subentro ha consentito di liquidare il latte conferito nel 2008, anno di gravissima crisi nel settore, a 40,30 euro al quintale. Tale valore è aumentato a 51 euro, ai quali si è aggiunto un ristorno erogato in funzione del prodotto conferito e del capitale sociale investito nel 2009.
Il trasferimento del latte prodotto in zona al caseificio Valnirano di Maranello, accettato da tutti i venti soci conferenti, ha pertanto consentito la sopravvivenza di altrettante aziende agricole che rischiavano di essere travolte dalla situazione di difficoltà finanziaria della struttura di trasformazione e dai bassissimi valori di liquidazione del latte conferito.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Filippi per la replica.
FILIPPI: Grazie, presidente. Non ho un registratore e non riesco a memorizzare in due minuti tutte le risposte del sottosegretario.
Di certo, con queste risposte si prendono in giro non solo i consiglieri regionali, ma anche i cittadini. Io le chiedo se la Regione Emilia-Romagna abbia finanziato Granterre per l’acquisto del caseificio, lei mi risponde che il Consorzio non ha ricevuto contributi dal 2008 al 2010. E se li ha ricevuti nel 2007? È una domanda.
Credo che queste risposte sia meglio non darle. Io chiedo se il Consorzio ha ricevuto contributi, non se li ha ricevuti dal 2008 al 2010. Lei mi risponde che non ha ricevuto contributi in un dato periodo, ma se li ha ricevuti un mese prima? Si può anche essere un po’ più chiari e trasparenti. Non mi pare che ci sia trasparenza e chiarezza nelle risposte e giustamente, non essendo assessore, lei non è in grado di sapere se la Giunta ha finanziato Granterre.
Nel 2007 è stato finanziato il Consorzio Granterre? Io presumo di sì. Visto che lei mi dice che non è stato finanziato dal 2008 al 2010, io presumo che sia stato finanziato nel 2007. Le avrei chiesto, in tal caso, quante centinaia di migliaia di euro avete dato a questa cooperativa.
Il problema è che la vostra politica - lo dico e poi termino, perché non sono naturalmente soddisfatto della risposta che lei mi ha dato - in un Paese...
Scusatemi, a chi parlo? È grave che un sottosegretario abbandoni l’Aula, quindi, presidente, mi rifiuto di proseguire nella mia replica. Lo ripeto, mi considero preso in giro da questa Giunta regionale e sono totalmente insoddisfatto. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l’oggetto 791.
Passiamo all’oggetto:
837 - Interpellanza della consigliera Meo circa l'adeguamento della normativa regionale relativa al settore dell'utilizzazione di acque minerali e delle relative concessioni. (46)
Risponde per la Giunta l’assessore Gazzolo.
La parola alla consigliera Meo.
MEO: Grazie, presidente. Debbo dire che questo è un tema sul quale noi abbiamo fatto una serie di interventi. Oggi discuto questa interpellanza che è stata depositata nel dicembre scorso, prima di Natale. Nel frattempo, abbiamo anche presentato una proposta di legge in questo senso, tuttavia, visto che siamo arrivati alla discussione su questo testo, mi farà molto piacere ascoltare il parere della Giunta su alcuni temi che noi abbiamo posto.
Il tema è quello dell’imbottigliamento dell’acqua minerale nella nostra regione. È un tema, secondo noi, di estrema importanza. L’acqua è un bene pubblico. Sia che venga distribuita dagli acquedotti nelle nostre case e presso le nostre famiglie, sia che venga concessa, come avviene, all’imbottigliamento e, quindi, al ciclo produttivo e redditizio di tante aziende, è e comunque rimane un bene pubblico. Per questo, a nostro parere, va guardato con grande attenzione.
Ci siamo resi conto che nel nostro Paese, che è il maggior produttore e consumatore al mondo di acque minerali, lo sfruttamento di questa risorsa è praticamente a costo zero per chi imbottiglia.
Nel 2008 in Italia sono stati imbottigliati 12,5 miliardi di litri di acqua minerale di sorgente, per un consumo pro capite di 194 litri, più del doppio della media europea e americana, che rimane sugli 80 litri a testa consumati (il dato è del 2008), e per un giro d’affari complessivo - italiano, naturalmente - di 2,3 miliardi di euro, sempre nello stesso anno.
In effetti, anche nella nostra regione la situazione è abbastanza interessante, perché in Emilia-Romagna, nello stesso anno, a fronte di 23 concessioni assentite di acqua minerale ad uso di imbottigliamento abbiamo una quantità complessiva imbottigliata di 340 e oltre milioni di litri. Quindi, parliamo veramente di una quantità di litri molto alta.
Dal punto di vista economico, le Regioni continuano a incassare cifre irrisorie a fronte di queste concessioni, cifre addirittura insufficienti a ricoprire anche solo le spese sostenute per la gestione amministrativa di queste pratiche. Noi, in pratica, spendiamo per la gestione delle operazioni di concessione più di quanto incassiamo, a fronte invece di un giro d’affari veramente molto impegnativo per 340 e passa milioni di litri.
I canoni annuali di pagamento, denominati diritti proporzionali, di cui all’articolo 16 della legge regionale del 1988, pur essendo rinnovati ogni triennio tenendo conto degli indici nazionali del costo della vita pubblicati dall’Istat, attualmente ammontano a 18,69 euro per ettaro o frazione di ettaro della concessione, con un minimo di 1.400 euro a concessione.
Pertanto, a fine 2007 è stato pagato, per tutte le concessioni di imbottigliamento attive in Emilia-Romagna, un totale di soli 35.000 euro in tutta la regione. Non esistendo una legge nazionale che regoli questo settore, ne risulta un quadro assolutamente disomogeneo da regione a regione, sia nei criteri in base ai quali si stabilisce il canone sia per la concessione dei singoli importi.
Mi rendo conto che differenziare i canoni da regione a regione può provocare qualche momento di imbarazzo e di difficoltà, però altre Regioni l’hanno fatto. Per questo, noi chiediamo se e quando la Regione intenda procedere all’immediato adeguamento della normativa regionale di riferimento del settore, che risale appunto al 1988, replicando le esperienze praticate con successo nelle Regioni Veneto e Lazio. Chiediamo, inoltre, se la Regione intenda definire canoni di concessione differenziati, introducendo sistemi di premialità per le aziende che utilizzano le bottiglie di vetro - il 78 per cento di questo imbottigliamento avviene in plastica - o, meglio ancora, il vuoto a rendere, per quelle che imbottigliano quantità minori di acqua.
Infine, chiediamo se la Regione intenda chiedere alla Conferenza delle Regioni di recuperare il ritardo nella previsione dei criteri sui canoni definiti nel 2006 (è previsto che si faccia almeno ogni due anni), stabilendo, come già fatto per la superficie concessa, non un intervallo ma una cifra minima di almeno 2,5 euro per metro cubo imbottigliato o emunto e definendo anche un criterio di penalità per chi utilizza bottiglie di plastica e di premialità per chi attua il vuoto a rendere in vetro. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Le rimane un minuto per la replica.
La parola all’assessore Gazzolo per la risposta.
GAZZOLO, assessore: Presidente, consiglieri e consigliere, come citato dalla consigliera Meo, nella nostra Regione in materia di acque minerali e termali è vigente la legge regionale n. 32 del 17 agosto 1988. La gestione delle acque minerali e termali è stata delegata alle Province con la legge regionale n. 3 del 1999.
La norma regionale prevede, per la ricerca e la coltivazione di acque minerali e termali, esclusivamente il pagamento del diritto proporzionale legato alla superficie della sorgente e nulla rispetto all’imbottigliato e all’emunto. Dal 1999 ad oggi la Regione ha provveduto, come prevede la legge regionale n. 3 del 1999, a effettuare gli aggiornamenti dei diritti proporzionali sui permessi di ricerca e sulle concessioni di acque minerali, che sono in realtà dei canoni di pagamento sulla dimensione della superficie dei permessi di ricerca e delle concessioni, diritti di superficie ai sensi dell’articolo 16 della legge regionale n. 32 del 1988.
L’ultimo aggiornamento risale al 15 ottobre 2010 e prevede un canone per ettaro o frazione di ettaro pari a 19,76 euro per il triennio 2011-2013. All’anno 2010 risultano assentite 50 concessioni attive, di cui 17 di acqua minerale per imbottigliamento e 33 di acque termali. Nel 2010 sono stati imbottigliati 387.250 litri di acqua minerale. Complessivamente sono stati incassati canoni per 195.695 euro, di cui 46.033 euro per le acque minerali e 149.662 euro per le acque termali.
In merito ai canoni di concessione, la Conferenza delle Regioni e Province autonome, nella seduta del 16 novembre 2006, ha espresso un indirizzo in materia che prevede un canone per ettaro di superficie non inferiore a 30 euro a ettaro e un canone per mille litri di imbottigliato compreso tra 1 e 2,50 euro, oppure, se riferito all’emunto, da 0,5 a 2 euro per mille litri.
Vale la pena di evidenziare, come ha fatto anche la consigliera Meo, come in regioni limitrofe - questo è stato definito anche dal report di Legambiente del marzo 2011 - solo di recente si siano determinati i seguenti canoni: in Lombardia nel 2010 è stato aumentato del 28 per cento il canone per superficie, fermo al 1998, e fissato in 1,2 euro al metro cubo, 0,90 euro al metro cubo di imbottigliato, a seconda che siano usati contenitori in plastica o vetro; in Veneto, anche se fissato da una norma regionale in 3 euro al metro cubo di imbottigliato, il canone è stato ridotto nel 2009 a 1,5 euro al metro cubo, restando fissato in oltre 580 euro a ettaro il canone per superficie; in Toscana dal 2009 è fissato un canone compreso tra 0,5 e 2 euro al metro cubo di emunto, stesso valore dell’atto di indirizzo della Conferenza delle Regioni; nelle Marche il canone è compreso tra 30 e 120 euro all’anno per ettaro di superficie e 1,25 euro al metro cubo di imbottigliato.
Ciò premesso, è noto che nel programma di legislatura è previsto che entro l’anno si completi la strategia regionale in materia di sicurezza del territorio e di tutela quali-quantitativa delle risorse idriche, sulla base degli indirizzi europei in materia di gestione dei distretti idrografici.
Tale quadro consentirà la corretta allocazione degli oneri a carico degli utilizzatori delle risorse e, nell’ambito di tale approccio integrato, consentirà di recepire quanto stabilito dalla Conferenza delle Regioni nel 2006, introducendo anche elementi di premialità laddove si realizzino situazioni a ridotto impatto ambientale attraverso un’analisi in termini di contabilità ambientale della filiera produttiva.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola alla consigliera Meo per la replica.
MEO: Esprimo un interesse per le parole dell’assessore. In effetti, gli indirizzi della Conferenza delle Regioni sono quelli che ci hanno anche stimolato a prendere di petto la questione. Mi auguro che l’adeguamento sia rapidissimo.
Esprimo, però, presidente, un forte dissenso per i consiglieri maschi che mi circondano, che fanno una confusione veramente disumana. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Le chiedo scusa per conto dei colleghi. Oggi è l’ennesimo richiamo alla tutela delle vostre prerogative. Cercherò di essere più attento.
Abbiamo esaurito con questo oggetto le interpellanze.
Torniamo all’ordine del giorno dei nostri lavori.
OGGETTO 1348
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disciplina della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai fondi immobiliari chiusi per il sostegno all'edilizia residenziale sociale» (16) (Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo la discussione sull’oggetto 1348 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta: “Disciplina della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai fondi immobiliari chiusi per il sostegno all’edilizia residenziale sociale”.
Il consigliere Ferrari ha svolto la relazione iniziale ed è intervenuto il consigliere Pollastri. Diamo seguito alla discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Mi scusi, presidente, avrei premuto prima il pulsante se avessi capito che lei intendeva chiudere la discussione generale. Ci tenevo, però, a intervenire in questa sede - anche perché gli articoli sono talmente pochi che sarà difficile intervenire in maniera compiuta - perché questo provvedimento legislativo mi pare un buon esempio di politiche al servizio dei cittadini e di politica corretta dal punto di vista istituzionale. In pratica, stiamo dando attuazione a un dettato legislativo del Governo nazionale.
Nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 luglio 2009, che porta il nome del Presidente del Consiglio Berlusconi, il cosiddetto Piano casa, vengono previste alcune azioni per far fronte all’emergenza casa, che è una delle emergenze cruciali del nostro Paese. Quando parliamo dei giovani che non mettono su famiglia, questo in molti casi deriva anche dalla difficoltà di trovare un’abitazione. Per far fronte a queste esigenze, quindi, una delle manovre previste è quella relativa ai fondi immobiliari chiusi. Si tratta di un aspetto del tutto particolare.
Come è noto a tutti i colleghi, soprattutto a coloro che hanno partecipato all’istruttoria di questo provvedimento di legge, siamo nell’ambito dell’edilizia sociale e, quindi, in quella tipologia particolarmente in crisi oggi, perché, proprio in un momento come quello attuale, se, da una parte, pur con la scarsità dei fondi a disposizione, c’è comunque una preoccupazione, un’attenzione presente a tutti i livelli per quanto riguarda le abitazioni cosiddette di edilizia popolare, meno attenzione si riusciva e si riesce a dedicare con sovvenzioni pubbliche in questo campo un po’ più delicato, in cui i destinatari non sono tanto poveri da poter accedere all’edilizia sociale, ma non sono nemmeno tanto ricchi da poter accedere al mercato sia dell’affitto, sia dell’acquisto della propria abitazione.
È, quindi, un settore delicato, dal momento che si vanno a colpire soprattutto le giovani coppie, in alcuni casi quella parte di società che viene definita come ceto medio, che ne costituisce un segmento importante e che avverte ancora di più la crisi come la paura di stare peggio di quanto si potesse stare.
Non potendo intervenire con fondi diretti, lo strumento dei fondi immobiliari chiusi mi pare una buona intuizione da parte del Governo nazionale, come anche mi pare una buona intuizione quella della Regione Emilia-Romagna di intervenire in maniera legislativa in questo segmento.
La Regione, per la verità, era già intervenuta nel 1998 con un proprio provvedimento sui fondi immobiliari chiusi, provvedimento abrogato da questa legge perché in quel momento l’intervento era teso solo al conferimento di immobili e non, come in questo caso, alla partecipazione a fondi anche mobiliari, come prevede la normativa.
Mi pare - ripeto - un intervento lodevole nelle intenzioni. C’è anche una non troppo velata critica all’impegno che la Regione pone in questo intervento, che mi pare interessante. Ricordo a tutti che non si tratta di erogare contributi a fondo perduto, che con i tempi che corrono è sempre difficile riuscire a mantenere nel tempo, ma a rimpolpare un fondo che già esiste e che si potrà indirizzare alla costruzione di housing sociale.
Mi pare un atteggiamento virtuoso, perché si mette insieme il pubblico che interviene, controlla e verifica che le operazioni si svolgano in un dato modo e una parte della finanza attraverso questi fondi immobiliari. Possono anche essere coinvolti i costruttori a diversi livelli. In un momento come questo avere la certezza per loro di costruire abitazioni di una determinata tipologia, sapendo di averle vendute, mi sembra una bella prospettiva.
Inoltre, esiste anche la possibilità di utilizzare il patrimonio immobiliare invenduto. Da ciò deriva la costruzione di uno strumento, a mio avviso, positivo.
Un fatto non secondario è che le risorse ci sono, perché la Cassa depositi e prestiti ha sottoscritto un fondo nazionale, il FIA, con 1,200 miliardi di euro, che mi pare una cifra considerevole, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha stanziato 150 milioni di euro, la Regione Emilia-Romagna, come segno di buona volontà, oggi riferisce di mettere a disposizione un milione di euro, il che è meglio di nulla.
Mi pare, quindi, che queste risorse siano a disposizione. Partecipano per il 40 per cento a iniziative di fondi immobiliari locali che devono essere stimolati sul territorio.
Mi sembra altrettanto interessante la possibilità di dare consulenze anche ai piccoli comuni, i quali non si creano il fondo immobiliare in casa, perché sarebbe velleitario e impossibile, ma possono comunque accedere a sollecitare fondi immobiliari e a compiere interventi sul proprio territorio. In ciò possono usufruire della consulenza della Regione.
Come possono i piccoli comuni agevolare questa prospettiva? Possono farlo intervenendo dal punto di vista dell’individuazione di zone adatte sul loro territorio e soprattutto sveltendo le procedure che possono essere più invitanti per coloro che vogliono effettuare gli investimenti.
Si tratta di investimenti di carattere etico, perché la remunerazione è ovviamente limitata e prevista per legge. Da questo punto di vista sarà possibile dare risposte a quelle tipologie di cittadini a cui facevo riferimento.
Se oggi volessimo dare il buon esempio, da una parte, dovremmo accogliere di buon grado, e mi pare che la nostra predisposizione ci sia, questo tipo di provvedimento. Dall’altra parte, la Regione, la Giunta, dovrebbe riconoscere che sta dando attuazione a un buon provvedimento del Governo nazionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Come Gruppo valutiamo positivamente questo strumento in più che si va a sommare alle diverse misure già varate dalla Regione sul tema casa, con un particolare aspetto, che è quello dell’housing sociale.
Si tratta di un tema di grande interesse e attualità, perché interseca la domanda di edilizia residenziale pubblica, mantenendo un approccio più flessibile e orientato ai progetti, più esteso a target sociali, operatori coinvolti, canoni applicabili, nonché alla progettazione dei servizi delle comunità.
Abbiamo la necessità oggi di far sì che si realizzino programmi di rigenerazione urbana, di innalzamento delle qualità complessive delle zone su cui si andrà a operare e che si attivino anche capitali privati.
Per ridurre i rischi, che sono tantissimi e che attengono alla casistica della locazione anche residenziale - si parla tantissimo di morosità, di sfratti, di tutti coloro che vivono l’emergenza della casa - abbiamo la possibilità con questo piano di intervenire su un settore molto importante.
Io auspico che vengano seguite le direttive, le linee-guida che fanno da sfondo a questa operazione, ossia quelle di contenere il consumo del territorio, privilegiando il recupero e la riqualificazione urbana e di usare il patrimonio immobiliare invenduto. Un’altra richiesta che avevamo già avanzato anche in sede di Commissione, consiste nell’impiegare tecniche costruttive a basso consumo di energia e a basso impatto ambientale. Sono questi, oltre agli aspetti normativi contenuti all’interno del progetto di legge, che devono delineare la bontà dello stesso progetto.
Abbiamo la necessità di procedere in maniera anche più veloce, perché gli intendimenti risalgono a quasi un anno fa. Era il 12 luglio 2010 quando veniva siglato questo patto per dare vita a quello che oggi si va a tramutare all’interno di un progetto di legge.
Giova solo ricordare che, come Emilia-Romagna, purtroppo arriviamo un po’ in ritardo, perché altre Regioni importanti, che da anni si sono attrezzate per costituire e sottoscrivere quote di fondi immobiliari chiusi destinati a realizzare alloggi di edilizia residenziale sociale, hanno già trovato compimento. Mi riferisco alla Lombardia, che già dal 2004 ha attuato una simile iniziativa, al Veneto, che l’ha attuata nel 2008, e al Piemonte, che l’ha attuata nel 2009.
Accogliamo, quindi, con favore anche questo ennesimo strumento che la Regione pone in essere, confidando che sia un mezzo che offra risultati più confortevoli, che vada veramente a incidere su una domanda residenziale destinata a coloro che oggi versano in una fascia di criticità e che non si riveli, come gli altri provvedimenti, uno strumento che non va a raggiungere in pieno l’obiettivo. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Rispetto l’opinione del collega Lombardi, del relatore Ferrari e del collega Bernardini, però, non sono altrettanto entusiasta del provvedimento.
Sicuramente se sarà un provvedimento valido e giusto lo vedremo dall’atto di Giunta che dovrà passare per il Consiglio e che sarà, di fatto, il bando attraverso il quale sceglieremo i soggetti che faranno parte di questo fondo.
Oggi, guardando la legge, come al solito, ci troviamo davanti a indicazioni generali, che però possono essere smentite all’atto pratico. Per esempio, si parla di stop al consumo di suolo, su cui poi arriveremo, ma non c’è alcuna garanzia che questi provvedimenti non siano l’ennesima colata di cemento nella nostra regione.
Tutto questo provvedimento, che autorizza la Regione a partecipare a fondi immobiliari chiusi, basa il suo dispositivo sull’housing sociale, sull’ERS, l’Edilizia Residenziale Sociale, che è uno strumento, a mio avviso, non più adeguato.
Prima di tutto esiste un modo di gestire il problema casa in Emilia-Romagna, sempre a mio avviso, un po’ schizofrenico. Abbiamo l’ACER, che si occupa di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) e che non coinvolgiamo in questo tipo di politiche.
In questo caso andremo a costituire alcune SGR che gestiranno questi alloggi, comprese le assegnazioni, stando sul mercato e partendo da prezzi di mercato al ribasso, ma che comunque sono prezzi di un mercato drogato. Il mercato di oggi è ancora drogato rispetto alla bolla che scoppierà nei prossimi due anni e, quindi, “stiamo concedendo” ossigeno a tutti i costruttori che fino a oggi hanno speculato, realizzando grosse rendite.
Soprattutto non è più possibile pensare che anche l’edilizia residenziale e sociale non sia controllata dall’Azienda Casa Emilia Romagna (ACER). Dovremmo, a mio parere, accorparle. Con questo provvedimento, ripeto, noi faremo un favore, prima di tutto, ai costruttori.
Sappiamo quanto sia in crisi il mattone, l’economia, e, per quanto la politica debba mettere in moto alcuni ammortizzatori sociali e alcune contromisure per allentare il peso della crisi su questo comparto, non possiamo salvaguardarlo continuando a fornirgli commesse. Viviamo in un pianeta che ha spazi e risorse finite e non si può pensare di crescere all’infinito.
Prima o poi, dunque, il nostro assessore dovrà avere il coraggio di andare dalle lobby dei costruttori, dalle cooperative e dalle aziende private e dire che lavoriamo esclusivamente sulla qualificazione e la ricostruzione dell’esistente, ma che nuove urbanizzazioni non si realizzeranno più.
L’housing sociale giustifica queste situazioni. Si continuano a cementificare anche le città consolidate, i pochi fazzoletti di verde che sono rimasti, e i politici locali, quando i cittadini chiedono spiegazioni, insieme alle associazioni ambientaliste, che cosa rispondono? Che realizzano il 20 per cento di housing sociale.
Il cittadino non sa nemmeno che cosa sia l’housing sociale. Pensa che esiste un’emergenza casa e che andiamo a intervenire per dare la casa a chi è per strada. Invece non è così. Quella è l’ERP, l’edilizia residenziale pubblica.
Come molti sostengono, in questo contesto lavoriamo sulla famosa fascia grigia, ma di fatto potremmo calmierare il mercato non andando a mettere nuovi alloggi sul mercato. Se continuiamo a costruire appartamenti da mettere sul mercato, anche se a canone calmierato, di fatto violiamo una regola basilare dell’economia: c’è un eccesso di offerta, c’è una domanda che si sta riducendo nel mercato immobiliare, e noi, da grandi furboni, che cosa facciamo per calmierare il mercato? Mettiamo altri alloggi e potenziamo l’offerta. È chiaro che in questo modo rischiamo di far accelerare la bolla di cui prima parlavamo.
Senza contare il fatto che noi, con questo provvedimento, andremo ad aiutare una piccola fetta di popolazione che non è quella in emergenza. Ricordiamocelo. Effettivamente la partecipazione economica è modesta; su questo tema non si può affermare che i soldi vengano spesi in maniera inopportuna.
Occorre, però, anche precisare che, oltre a fare un favore ai costruttori, che avranno nuove commesse, ne facciamo uno anche alle banche. D’altronde, nel momento in cui una fondazione bancaria partecipa al fondo immobiliare e, quindi, promuove operazioni da milioni e milioni di euro, è chiaro che avrà interesse ad avere come tesoreria la banca a monte della fondazione stessa.
In realtà, questo provvedimento, i miliardi che si muovono dalla Cassa depositi e prestiti, da Roma, aiuteranno sicuramente la lobby del mattone e quella delle banche. Aiuteranno anche i cittadini, ma in misura modesta, creando a lungo andare un effetto domino peggiore, perché si continua a gonfiare la bolla del mercato immobiliare.
Noi siamo ormai a crescita zero a livello demografico, ma, assessore, continuano a crescere in doppia cifra le percentuali di nuovo cemento, di nuovi appartamenti nel territorio regionale. È molto divertente, perché poi in campagna elettorale tutti si affrettano a sostenere: stop al consumo di territorio, non si costruisce più, si riqualifica. Quando, però, andiamo alla prova dei fatti, che cosa succede? Emaniamo una legge in cui scriviamo di privilegiare la riqualificazione dell’esistente, ma sono parole di interesse generale, che non pongono alcun tipo di paletto. È inutile che emaniamo le leggi, se poi si possono bypassare i valori, i princìpi essenziali della legge stessa.
Ovviamente aspettiamo la Giunta al giro di boa del bando, che dovrà passare anche in Consiglio. In quell’occasione vedremo effettivamente che cosa dovrà fare questo fondo immobiliare. Oggi non lo sappiamo. Sappiamo qual è l’indirizzo generale, ma non lo conosciamo nel dettaglio.
Posso anche accettare che a livello amministrativo ciò sia corretto, però mi riservo di esprimere la mia soddisfazione per questo provvedimento in sede di bando, al netto di presentazione del bando e del fatto che continuiamo a puntare sullo strumento dell’housing sociale, che è uno strumento completamente inadeguato, che poteva andare bene cinque anni fa, ma che oggi per la reale emergenza abitativa in corso non è più attuale.
Mi dispiace rilevarlo, Presidente, ma sono molto più efficaci - lungi da me elogiare l’operato di una forza politica che è all’antitesi rispetto al Movimento 5 Stelle - a dispetto di ciò che fa la Regione Emilia-Romagna, i provvedimenti della Regione Lazio, che sta realizzando molto di più con la Presidente Polverini sul problema casa.
Addirittura ha avuto il coraggio, e noi l’abbiamo ripreso con un emendamento, di andare dalle persone morose, la famosa fascia grigia che non riesce a pagare il mutuo, e di garantire presso le banche, comprando le case - le banche non vogliono saperne di gestire questo patrimonio che si ritrovano improvvisamente sul groppone - e lasciando la possibilità e la facoltà all’inquilino di rimanere nella sua casa e di riscattare l’alloggio col tempo. Se poi non ci riuscirà, ovviamente l’alloggio rimarrà al pubblico, creando anche un capitale pubblico e rappresentando un investimento.
Vedo che l’assessore è contento. Sono molto felice di rallegrarlo. Ciò che sta succedendo qui è la classica misura a toppa, per cui andiamo a mettere un milione di euro su un’iniziativa che di fatto non risolverà il problema né per chi è in emergenza, né per la famosa fascia grigia di cui si parla. Sarà un piccolo aiuto, ma sicuramente viene venduto come un provvedimento di chissà quale portata, mentre è in realtà molto modesto. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
La parola all’assessore Muzzarelli.
MUZZARELLI, assessore: Svolgo alcune considerazioni per le generali difficoltà del sistema Paese, che costituiscono il quadro nel quale si avverte una preoccupazione verso il futuro, una sensazione di calo di opportunità. La forbice sociale si sta allargando e aumenta la popolazione, al di là di quello che si sente affermare in quest’Aula.
Almeno guardiamo i dati, abbiamo il coraggio di guardare i dati. Siamo oltre 4.400.000 abitanti e stiamo crescendo, per fortuna, a mio avviso. Altrimenti la nostra sarebbe una società lunga, distante e complicata e non ci sarebbe più chi lavora, perché ovviamente si camperebbe di più, ma poi ritornerebbe la discussione su quanti devono lavorare. Stiamo, quindi, aumentando.
La forbice sociale crea non pochi problemi. Le discussioni di queste ore ai diversi livelli anche sul tema della manovra creerà ulteriori tensioni. Sappiamo che nessuno sarà escluso, i territori, gli Enti locali, le Regioni. Ci sarà un taglio che continua e che creerà non pochi problemi. Credo, però, che dobbiamo farci tutti carico di una dimensione anche di sistema Paese.
Lascio a ognuno la propria opinione. Se si vuole vivere nel Lazio, si è liberi di farlo. Io non scambio la gestione degli ACER del Lazio con la nostra, non la scambio neanche di una virgola, per il livello di abusivismo e di irresponsabilità esistenti in quella gestione. Non la scambio. Se poi qualcuno vuole farlo, è libero di farlo.
Stiamo discutendo di una questione specifica e puntuale, che cerca di dare una risposta alla filiera dell’abitare per provare a seguirne un pezzo.
Se volessi mettermi a fare polemica, potrei rilevare che il fondo per l’affitto è passato da 12 milioni dello scorso anno a 890.000 euro di quest'anno. È sparito il fondo per l’affitto e, quindi, gli Enti locali si troveranno sul groppone questa dinamica.
Vorrei, però, stare a un ragionamento, perché bisogna operare per offrire un’opportunità ed evitare la crescita delle disuguaglianze sociali e della distribuzione dei redditi e forse bisogna dare una risposta anche ai 59.000 lavoratori in cassa integrazione.
Capisco che per qualcuno il tema del lavoro è un optional, ma per me no, per noi no. Capisco che qualcuno pensa che ci siano lavoratori che possono fare sempre altro, senza mai stabilire che cosa devono fare. Io credo che il comparto delle costruzioni debba modificare il proprio assetto per arrivare a costruire case energetiche, culturalmente e architettonicamente moderne, come prevede il Piano territoriale regionale, e rientrare nella dimensione del Piano stesso.
Questo provvedimento rientra nella cultura del Piano territoriale regionale, non da un’altra parte. Non abbiamo speculatori, né litanie di basso profilo culturale.
Noi dobbiamo stare a un'altra dimensione. Dobbiamo superare le disuguaglianze, cercare di garantire la distribuzione di reddito alla famiglia nell’accesso alle opportunità, ivi compreso il tema della casa, che è il centro degli affetti e luogo di comunità.
La forbice ha portato a far sì che fino a ieri le famiglie riuscivano a vivere con appartamenti in affitto da 600 euro. Capisco che qualcuno affitta gli appartamenti ancora a molto di più, ma ci sono altre persone che non riescono ad affittare e non riescono più a pagare l'affitto, perché la media è passata da 600 euro a 350 euro.
Dobbiamo provare a dare una mano a quella dinamica, a quelle famiglie che hanno un problema reale a reggere questo urto. Dobbiamo provare ad assicurare affitti compatibili, utilizzando le opportunità della legge n. 20 dentro l’ERS.
Fino a ieri sentivo parlare male degli ACER. Oggi ne ho sentito parlare bene. Sono d'accordo che gli ACER debbano svolgere il loro mestiere. Se svolgessero bene il loro mestiere, sarebbe già un risultato. Credo che questo sia ciò che dobbiamo auspicare.
Credo che in Emilia-Romagna stiamo curando bene il pezzo che abbiamo previsto di curare. Evitiamo di voler far troppo, il che poi diventa un problema. Quando parliamo di queste questioni, prendiamo atto anche della realtà. In Europa l’edilizia residenziale pubblica è in media del 25 per cento, mentre in Italia è del 4 per cento.
La proprietà in Europa è il 50 per cento in media, da noi è il 75-80 per cento, però abbiamo un problema: le case in Europa sono di un proprietario, mentre noi abbiamo gli appartamenti e incontriamo una difficoltà enorme anche a demolire e a ricostruire. Stiamo lavorando per creare imprese “col fisico”, che possano anche demolire e costruire appartamenti che sono somma per realizzare la casa.
Oggi affrontiamo una difficoltà enorme e stiamo creando un fondo per cercare di dare una mano ai proprietari di appartamenti che vivono in un condominio che non trova l'accordo neanche per mettere il cappotto, per sistemare la casa. Sono in venti e ci sono sempre due o tre inquilini che sono contrari.
Abbiamo bisogno di incidere con più forza sulle tipologie per rafforzare la certificazione energetica, per andare in quella direzione. Noi abbiamo seguito il cosiddetto Piano nazionale per l'edilizia, abbiamo cercato di stare dentro la legge n. 133, abbiamo provato e proviamo a stimolare l'economia in un settore che è quello più inchiodato del nostro sistema regionale.
Da questa norma deriva l’istituzione del Sistema integrato dei fondi immobiliari. La realizziamo utilizzando i 500 milioni che girano dal Governo Prodi a oggi, soldi che sono stati messi a disposizione e che adesso dobbiamo utilizzare perché la Cassa depositi e prestiti ha messo un volano che è ormai attorno ai 2 miliardi di euro. Dobbiamo provare a utilizzarli.
Io sono a favore di provare. Avevamo deciso in un primo passaggio di chiedere a tutte le fondazioni di mettersi insieme per compiere un'operazione. Sei fondazioni si sono messe insieme per compiere un’operazione, mentre altre fondazioni vogliono compiere sperimentazioni autonome. Ritengo che sia importante emanare un provvedimento che regoli questo percorso, perché esso è responsabilità delle fondazioni, dei sindaci e della Cassa depositi e prestiti. In alcune realtà stanno andando avanti, come a Parma, che è una delle undici domande che si sono sviluppate in quella dimensione.
Noi dobbiamo semplicemente emanare un provvedimento per dare certezza a tutti coloro che si mettono in campo sul fatto che la Regione può aiutare tutti i soggetti. Ogni anno si stanzia una quota di risorse. Siamo in grado di garantire più opportunità su più territori per andare nella direzione del Piano territoriale regionale: riqualificazione, rigenerazione, interventi sulle città. Il disegno è un disegno serio per valorizzare il sistema regionale e per essere in grado di sviluppare le opportunità della legge n. 6, che modifica la legge n. 20.
Abbiamo cercato di stimolare opportunità, di valorizzare le imprese serie del territorio che si mettono in gioco e le fondazioni bancarie. Probabilmente metteremo tutto in moto con questo provvedimento, perché se la Regione vi partecipa è meglio. Così ci è stato riferito attorno a un primo pacchetto di 100 milioni di investimenti.
In questo momento di crisi credo che 100 milioni di euro di investimenti siano un elemento positivo. Lavoreranno mille persone. Bene. Se qualcuno non le vuol far lavorare, lo dica. Noi vogliamo farle lavorare in quella dimensione di sfida e penso che la costituzione del fondo immobiliare sia un passaggio importante.
L’obiettivo di realizzare interventi che favoriscano l’integrazione di abitanti, servizi pubblici e privati e interventi pubblici e privati è importante. Noi non ci sottraiamo. Stiamo in campo senza sbilanciare la nostra posizione, né finanziare iniziative improprie, ma azioni proprie per assicurare certezza giuridica ai percorsi, con un contributo per costruire la filiera dell’abitare, che riteniamo sia fondamentale per lo sviluppo della comunità regionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo ora all’esame dell’articolato, su cui insistono cinque emendamenti a firma dell’assessore Muzzarelli e quindici a firma del consigliere Favia.
Procediamo con la nomina degli scrutatori che mi coadiuveranno in questa fase, ai quali chiedo particolare attenzione, visto che in pochi articoli sono concentrati numerosi emendamenti: il consigliere Piva, la consigliera Pariani e il consigliere Bernardini.
Passiamo all'esame dell’articolo 1, su cui insiste l’emendamento 1 a firma dell’assessore Muzzarelli.
Dichiaro aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Condivido l’emendamento, Presidente. Si tratta dell’eliminazione del termine “oggetto sociale” e di parlare di “sezione politica di gestione”. È corretto.
Come vede, non siamo distruttori a tutti i costi. Mi dispiace che l’assessore sia uscito, perché l'ho sentito parlare di risparmio energetico, ma volevo capire se l'assessore che ha parlato adesso è lo stesso che in Commissione ha bocciato l'emendamento al Piano energetico che chiedeva di costruire solo in classe A, per esempio, asserendo che il mercato non è pronto.
La politica dovrebbe guidare i mercati, dovrebbe riuscire a fissare alcuni paletti. L’assessore sa bene che questi interventi di housing tendenzialmente si concentrano nelle grandi città. Se andiamo a vedere la crescita demografica di queste città, dai dati si dovrebbe leggere la situazione. Lui li conosce, ma è male informato.
Basta guardare i dati di Bologna. Guardiamo la quantità di cemento e abitazioni che c’erano trent'anni fa e la popolazione che c’era trent'anni fa. Compariamola con quella di oggi e capiremo che ciò che ha affermato l’assessore non corrisponde al vero.
Mi piace tantissimo quando parla di sterili litanie, mentre legge la velina che ha sotto mano. Quando parla di lavoro, compiendo strane allusioni, c’è chi sostiene che l'assessore si riferisce a qualcuno, non si capisce bene chi, che non vuol far lavorare le persone, che lui invece vuol far lavorare perché per lui il tema del lavoro non è un optional.
Non so di chi parli, perché è un assessore favorevole all'inceneritore di Parma, quando le tecniche di incenerimento di discarica, a parità di peso di rifiuti, occupano tre persone rispetto alle quindici che occupa un sistema di trattamento meccanico biologico di raccolta differenziata porta a porta.
Signori, dovremmo capire chi è contro il lavoro, chi vuole andare verso il futuro e chi, invece, vuol stare con i piedi nei cubetti di cemento armato. La questione è sempre quella, che dobbiamo continuare, non a far lavorare i muratori o i manovali, ma a far realizzare utili all’impresa del mattone che costruisce e che finanzia le campagne elettorali. Ne sappiamo qualcosa, Presidente, perché poi ci sono gli “urbanizzatori”, chi costruisce le strade, i cavatori, e le aziende del mattone che finanziano le campagne elettorali dei politici.
Ce n’è anche in quest’Aula. È inutile che l’assessore faccia finta di non capire o risponda che non sa chi è per il lavoro, chi ritiene che il lavoro sia un optional. Il lavoro è una questione importante, ed essendo un argomento serio, va trattato in maniera seria.
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, abbassate il tono della conversazione, altrimenti non si sente l’intervento del consigliere Favia. Prego.
FAVIA: Per quanto riguarda, invece, la Regione Lazio, anche in questo caso l’assessore, che mi dispiace non sia in Aula, se le dice e se le racconta.
Nessuno ha mai affermato che vorremmo scambiare la situazione emiliana con quella laziale. È pazzo? Ci vuole anche l'umiltà di non sentirsi sempre i primi della classe. Se un’iniziativa è ben realizzata anche in altri contesti sociali, politici e territoriali va presa, importata e messa in pratica nel nostro contesto. Non capisco quale sia il problema: o mi viene contestato questo provvedimento preso dalla Presidente Polverini contro le morosità degli inquilini con i mutui o si fa demagogia. Lui sì fa sterile polemica. Voglio confrontarmi sul merito e non accetto che le nostre critiche vengano bollate come sterili litanie. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
Ricordo che in questa fase il tempo degli interventi è di cinque minuti.
FERRARI: Grazie, presidente. Parlerò molto meno, perché credo che sul tema abbiamo già ampiamente dibattuto. Questo emendamento e gli altri quattro sono presentati dalla Giunta. Sono emendamenti tecnici necessari per mantenere il filo che è stato avviato da tempo anche dagli uffici con Cassa depositi e prestiti perché il provvedimento, nel momento in cui è in via di emanazione, sia anche, per quanto possibile, più in linea con quello che non solo in questa Regione, ma anche a livello centrale e da altre parti nel nostro Paese si sta attuando.
Approfitto della parola per non prenderla più tardi, a seguito degli emendamenti, che saranno oggetto di votazione, presentati dal Movimento 5 Stelle. I venti emendamenti presentati alcuni minuti fa sono sicuramente a norma di Regolamento, tecnicamente presentabili, ma credo che siano politicamente irricevibili.
Noi abbiamo tenuto, oltre alla seduta aperta in cui abbiamo ascoltato le persone che sono venute a svolgere considerazioni importanti, come le fondazioni e le associazioni, che ci hanno esposto che cosa pensavano del provvedimento, ben due sedute in cui abbiamo esaminato questo provvedimento. Il fatto che vengano presentati non uno o due emendamenti, il che sarebbe legittimo, ma venti emendamenti su un provvedimento di questo tipo mi pare francamente un po’ eccessivo e fuori luogo.
Oltretutto, quando abbiamo tenuto l'audizione conoscitiva, il direttore generale della Fondazione Monte di Parma, che è intervenuto esprimendo apprezzamento per il provvedimento che ci accingiamo oggi a votare, ha svolto una sola osservazione, affermando che era d’accordo, come i rappresentanti di Confcooperative, sull'impianto della legge.
Chiedeva semplicemente di evitare di porre vincoli o estreme e sofisticate sottolineature a un provvedimento importante, che era in via di definizione. Siamo, infatti, nella fase in cui le procedure relative all'avvio dei fondi non sono ancora del tutto conosciute e condivise. Sono partite alcune esperienze, ma non tante.
Crediamo che andare ad appesantire ulteriormente un provvedimento che, come è stato rilevato in gran parte degli interventi che abbiamo ascoltato oggi, è importante e darà sicuramente una mano a un settore delicato come quello dell’aiuto alle famiglie, soprattutto a quelle che hanno alcuni problemi in più - la casa è un grosso problema ancora per tanti - non sia forse il modo migliore per dare risposte in tempi rapidi.
Come si sostiene tante volte anche in quest'Aula da parte di qualcuno, non perdere tempo, ma impiegarlo in modo intelligente è un valore per chi come noi ha un ruolo e svolge un’attività all’interno dell’Assemblea con il compito di emanare leggi e regolamenti in tempi rapidi e nel modo migliore possibile.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Ferrari.
Non avendo altri iscritti a parlare, chiudiamo la discussione generale e apriamo le dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamento.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1 a firma dell’assessore Muzzarelli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’articolo 2, su cui non insistono emendamenti.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’articolo 3, su cui insistono 17 emendamenti, che vi elenco nell’ordine nel quale vanno a modificare il testo e, quindi, anche nell’ordine col quale li porremo in votazione:
emendamento 6 a firma del consigliere Favia;
emendamento 2 a firma dell'assessore Muzzarelli;
emendamento 7 a firma del consigliere Favia;
emendamento 3 a firma dell’assessore Muzzarelli;
emendamento 8 a firma del consigliere Favia;
emendamento 4 a firma dell'assessore Muzzarelli;
emendamenti 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18 e 19 tutti a firma del consigliere Favia.
Essendoci più di due emendamenti in discussione generale, sono a disposizione dieci minuti per intervento.
È aperta la discussione generale congiunta su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, Presidente. Come al solito, invece di dare risposte politiche, ci si arrampica un po’ sugli specchi. Ogni volta che noi presentiamo emendamenti in Aula, e lo facciamo perché ce lo consente il regolamento votato da questa stessa Aula, ci viene risposto che sono irricevibili.
Cambiamo questa norma. Ve la siete scelta voi, noi non c’eravamo neanche nella precedente legislatura. La parte comica è che la Giunta si fa gli atti e se li auto emenda il giorno dell’Aula. Io, però, non mi lamento. Prendo il testo, cerco di leggerlo e cerco di capire se politicamente sono d’accordo o meno. È avvilente l'incapacità di alcuni partiti di assumersi una responsabilità politica in Aula, come se tutti gli accordi e le strategie andassero stipulati a porte chiuse.
Consigliere Ferrari, io ho preso gli emendamenti del suo assessore. Noi ne avevamo presentati quindici, non venti, perché cinque sono stati presentati da voi. Li ho letti e sa quanto ci ho messo a capire se ero favorevole o contrario? Due minuti e mezzo.
Noi siamo in due e ci può essere anche consentito, visto che abbiamo molto da fare e che ci possiamo anche riservare di lavorare fino all'ultimo giorno, di presentare gli emendamenti in Aula. Voi siete venti e non siete riusciti a guardare quindici emendamenti che vertono tutti su indirizzi politici e non sono tecnici.
Dobbiamo metterci d’accordo: o non c’è la volontà di discuterli perché dà fastidio a volte prendere posizione, oppure non riesco a capire. Siamo qui, c’è un’Aula, sono riuniti tutti i Gruppi politici e non riusciamo a discutere. A me ciò sembra veramente, Presidente, non rispettoso anche dell’Istituzione.
Chiederò, tramite il mio Capogruppo, che ci sia un impegno a rivedere questo regolamento. Non è possibile che il regolamento consenta di presentare emendamenti in Aula e che ogni volta che arrivano gli emendamenti in Aula non li si possa discutere. Dobbiamo metterci d’accordo una volta per tutte, altrimenti lavoriamo per nulla.
Venendo agli emendamenti, capisco la volontà di assecondare Confcooperative quando chiede di elaborare la legge il più possibile a maglie larghe. Ovviamente i privati che cosa cercheranno di fare? Cercheranno di dedicarsi il più possibile alla vendita e il meno possibile all’investimento sul sociale. Al privato, a Confcooperative, non interessa, soprattutto, se andiamo a costruire su un suolo vergine, magari di prima classe a vocazione agricola, seminativo, destinato a frutteti e via discorrendo, oppure su un’area già degradata. Confcooperative va dove il delta economico è più favorevole, mentre noi dobbiamo ascoltare tutti gli stakeholder, i portatori di interesse, e poi decidere in funzione del bene di tutta la nostra comunità regionale.
In primo luogo - il consigliere Ferrari è il relatore - al comma 1, lettera b), il testo della Giunta recita “apporti di beni immobili”. Ci sembra corretto inserire anche i diritti reali immobiliari. Che cosa significa? Se un Comune ha da offrire al fondo un palazzo, si fa un palazzo, mentre, se il Comune ha un’area che ha un valore, perché è già previsto che abbia una potenza, una capacità edificatoria, mettiamo sul piatto anche la capacità edificatoria di quel Comune. Ci sembra una questione ovvia e di buonsenso.
Al comma 2, lettera b) si scrive “assicurare l'impiego di somme almeno pari alle risorse a essa conferite esclusivamente per la realizzazione di interventi nel territorio regionale”. Che cosa significa? Noi chiediamo che come Emilia-Romagna si mettano i soldi nel fondo solo se c’è una somma pari investita nella regione, altrimenti ci facciamo il fondo da soli, se non abbiamo ricadute nel nostro territorio.
Ci sembra corretto, quindi, aggiungere la parola “superiori”, perché per come è formulata, questa lettera dispone praticamente che, se noi mettiamo 100 mila euro, che vogliamo che ricadano nel territorio emiliano-romagnolo, è potenzialmente possibile che tutto il restante capitale esca fuori regione.
Invece noi dobbiamo, quando predisponiamo il bando, imporre che ci sia una ricaduta almeno superiore a quella che stanzia la Regione. Ciò significa che c’è un privato che stanzia un euro in più, che è già nel fondo immobiliare.
Aggiungiamo poi, sempre al comma 2, la lettera f). Si parla tutti i giorni per farsi pubblicità di trasparenza. Il nostro emendamento aggiuntivo, alla lettera f), dispone di “prevedere forme di trasparenza tali da permettere a chiunque di avere conoscenza del patrimonio immobiliare del fondo e dei relativi beneficiari anche tramite la pubblicazione sulla sezione trasparenza del portale regionale”.
Anche in questo caso non capisco che cosa ci sia bisogno di discutere. Siamo o non siamo per la trasparenza? Il Partito Democratico è o non è per la trasparenza? Se è per la trasparenza, non avrà problemi a votare questo emendamento.
All’articolo 3, comma 3, lettera b) si parla della quota di investimento immobiliare destinata all’edilizia residenziale sociale. Noi abbiamo preferito mettere un paletto chiaro, che non ci sembra fuori dal mondo. Oggi per le urbanizzazioni si prevede di destinare il 20 per cento, quando si realizza una nuova urbanizzazione all’ERS, all’edilizia residenziale sociale. Ovviamente questi calcoli saranno stati elaborati calcolando che con un 20 per cento di ERS il privato guadagna con un 80 per cento di edilizia privata.
In questo caso, trattandosi di un fondo immobiliare, l’azienda non ha bisogno di avere una grossa remunerazione del capitale investito. Stiamo parlando di un fondo, che è una questione diversa. Sicuramente il 20 per cento può diventare un 30 per cento.
Noi chiediamo che venga posto un paletto per cui in percentuale, rispetto al valore totale del fondo, non si possa scendere al di sotto del 30 per cento di edilizia residenziale sociale. Altrimenti ci mettiamo a fare gli imprenditori e gli immobiliaristi e agiamo sul mercato. A noi non interessa avere una remunerazione, ma realizzare edilizia residenziale sociale.
Chiediamo, inoltre, di abrogare la lettera c) proprio per questo motivo. Il rendimento atteso sul valore complessivo del fondo non ci deve interessare. Dobbiamo solo  pensare a realizzare edilizia residenziale sociale e politiche pubbliche.
Dalla lettera d) togliamo, dunque, il rendimento atteso e alla lettera e) riprendiamo il discorso non più sulla quantità di alloggi di edilizia residenziale sociale, ma sull’abbassamento, sulla calmierazione del canone.
Anche in questo caso chiediamo un 30 per cento. Vogliamo aiutare la fascia grigia di persone che fanno fatica a pagare l'affitto in maniera sostanziosa, diminuendo di almeno un 30 per cento il costo di mercato. Se non diminuiamo almeno del 30 per cento il costo del mercato con gli affitti incredibili che ci sono oggi, il nostro operato non serve a nulla.
Dopodiché, alla lettera f) chiediamo che la parte di edilizia privata che si realizzerà sia corrispondente ai canoni di mercato, il che non è automatico.
Completiamo poi la lettera g). Si parla della durata del fondo, ma noi vogliamo specificare che i criteri di valutazione che inseriremo nel bando comprenderanno anche la durata del fondo. Ovviamente è un emendamento migliorativo in rapporto all'entità dell'investimento.
La lettera l), al comma 3, disciplina la presenza nel Regolamento di gestione di particolari vincoli volti ad assicurare che l'attività del fondo sarà rivolta prevalentemente a finalità di interesse sociale. Può essere ridondante, ma è importante rimarcarlo in una legge.
Passiamo al comma 4, lettera a). Qui casca l’asino, Presidente, nel senso che è uno dei commi più importanti: non possiamo continuare a riversare cemento sulla nostra regione.
Esiste una quantità incredibile di alloggi e di costruito invenduto, ci sono zone industriali da riqualificare, alloggi che hanno bisogno di riqualificazione. Dobbiamo incentrare, da un punto di vista delle politiche pubbliche, tutte le nostre risorse nella riqualificazione dell’esistente.
Stop, quindi, al consumo di territorio, e via alla riqualificazione dell’esistente. Abbiamo voluto rendere più stringente una norma, a nostro avviso, troppo elastica e il comma è riformulato nel modo che segue: “al contrasto del consumo di territorio, realizzando interventi di recupero e di riqualificazione urbana oltre all’utilizzo del patrimonio immobiliare invenduto per una quota non inferiore al 70 per cento degli investimenti”.
Ciò significa che, se noi scriviamo nella legge - assessore Peri, interloquisco con lei, visto che non è presente l’assessore Muzzarelli...
PRESIDENTE (Richetti): Ha solo un minuto.
FAVIA: Grazie, presidente. Non basterà, ma va bene lo stesso. Se noi scriviamo che non vogliamo più costruire sul suolo vergine, dobbiamo anche fissare uno standard a proposito di valutazione delle leggi. Stabiliamo che questi interventi, almeno per il 70 per cento, lavoreranno sull’invenduto e sulla riqualificazione.
Nella legge noi scriviamo che daremo priorità al già costruito, però, stando alla legge stessa, sarà anche possibile che tutti questi soldi ricadranno sul cemento, su terreni vergini, e ciò non è più accettabile.
Passiamo alla lettera a-bis), che recita “all’acquisto da soggetti in sofferenza”. Si tratta dell’operazione che ha compiuto la Polverini. Impegniamoci a comprare alloggi anche dalle banche, garantendo il diritto all’inquilino di rimanere nella casa. Spero che alcune forze politiche, che non vedo adesso presenti, riescano almeno a sostenerci da questo punto di vista. Almeno a parole lo fanno. Per quanto riguarda la classe energetica, costruiamo solo in classe A. La classe B, stante la legislazione di oggi, è obsoleta.
Impegniamoci, infine, perché chi di noi entrerà nel Comitato di indirizzo lo faccia per la Regione e a titolo non oneroso. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Grazie, presidente. Mi dispiace che il consigliere Favia non abbia avuto il tempo sufficiente per presentare compiutamente il progetto politico che sottintendeva la presentazione dei subemendamenti.
Mi dispiace e gli vorrei dare un suggerimento, perché, se avesse presentato gli emendamenti presentati in Commissione e ci avesse consentito di effettuare un lavoro di confronto, avrebbe avuto più tempo per esporre il suo progetto politico a suo parere di miglioramento della legge che noi oggi andiamo a votare e ci avrebbe consentito di compiere un confronto politico positivo, che io credo avrebbe arricchito le posizioni di entrambi.
Naturalmente, poiché noi siamo un po’ più scansafatiche e un po' meno intelligenti dei consiglieri del Movimento 5 Stelle, ci domandiamo perché abbia compiuto questa scelta, come ce lo siamo domandati anche in altre occasioni. Ci diamo una risposta con i mezzi che abbiamo.
La risposta che ci diamo con tali mezzi è che, come sempre accade, il Movimento 5 Stelle usa la tattica di venire in Aula con gli emendamenti, magari esaurendo il tempo e litigando con l’assessore, perché non gli interessa effettuare un confronto e arrivare al risultato, ma la bandiera da portare in Aula quando ci sono le televisioni e quando ci sono i giornalisti.
Come Partito Democratico, noi ribadiamo, come abbiamo fatto altre volte, che sui contenuti delle questioni siamo interessati al confronto con tutti e che, se il Movimento 5 Stelle ha alcune proposte, siamo pronti ad ascoltarle.
Peraltro, alcune, secondo me, avrebbero potuto essere approfondite e discusse. Non si tratta di stravolgimenti, sono questioni normali, non di alternativa abissale rispetto al progetto di legge, che mi pare, in quanto tale, non sia comunque avversato dal Movimento 5 Stelle. Abbiamo visto che ha votato anche il provvedimento sul sistema di istruzione e formazione professionale. Esiste, quindi, un terreno di confronto.
Consigliere Favia, Capogruppo Defranceschi, usiamo i luoghi del terreno di confronto se siamo interessati davvero a far sì che le nostre idee siano in grado di cambiare ciò che serve alla società emiliano-romagnola. Se siamo interessati solo alle bandiere, purtroppo terremo solo un bello scontro in Aula, che non servirà né a voi, né a noi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Pariani.
Chiudiamo la discussione generale congiunta su articolo ed emendamenti.
Sono aperte le dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Esprimo voto favorevole, presidente, e approfitto dell’occasione per replicare, perché la consigliera Pariani ha svolto una considerazione giusta e una sbagliata.
Quella giusta è il riconoscimento al duro lavoro del Movimento, per cui la ringrazio, mentre quella sbagliata è quella della bandierina.
Consigliera, l’ha spiegato lei stessa. Noi abbiamo votato il provvedimento sulla formazione professionale; non ragioniamo per identità, ma per aree tematiche condivise. Mentre eravamo d’accordo su quel provvedimento, su questo nutriamo, invece, alcune riserve. Io metto in discussione il sistema di gestione, ma non era in oggetto. Non posso discutere di ERS e di ERP quando andiamo a varare un provvedimento per partecipare a un fondo immobiliare chiuso.
La mia grande, come l’ha definita lei, alternativa politica, che non è nulla di speciale, potrà essere discussa se ci sarà l’occasione, come spero, di rivedere la legislazione regionale.
In questo caso io penso che se lei, consigliera, cercasse di ragionare meno con la bandierina e si sforzasse di valutare con un minimo di attenzione gli emendamenti, sicuramente su quindici ne troverebbe alcuni da votare.
Questa si chiama onestà. Il resto è gossip politico. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo alla votazione, per alzata di mano, dei 17 emendamenti e dell'articolo 3.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 a firma dell’assessore Muzzarelli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3 a firma dell’assessore Muzzarelli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma dell’assessore Muzzarelli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 16 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 17 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 18 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 19 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo all’articolo 4, su cui insistono due emendamenti, il 20 a firma del consigliere Favia e il 5 a firma dell’assessore Muzzarelli.
Dichiaro aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Questo è un tema molto importante, che dovremmo allargare a tutto ciò che riguarda la gestione della cosa pubblica e che riguarda la formazione del personale degli Enti locali. È in corso una discussione costante sulle consulenze d’oro e vediamo quanto incidono sui bilanci dei Comuni tali consulenze.
Noi dovremmo essere in grado di fornire come Regione un supporto un po’ più sostanzioso è più presente a questi Enti. Sono convinto, per esempio, che su questa materia, se noi stilassimo un elenco di tutte le consulenze che hanno richiesto tutti i Comuni della nostra Regione - sarebbe bello svolgere una missione valutativa su questo tema, consigliera Donini - e guardassimo a quanto ammonta la cifra, con essa potremmo pagarci, un servizio in Regione, una struttura speciale.
Penso che questo sia uno dei veri tagli ai costi della politica e si chiama efficienza. Noi abbiamo emendato questo articolo proprio per mettere come via prioritaria quella del potenziamento delle strutture regionali. La Regione dovrebbe essere vicina agli Enti locali soprattutto nella formazione e nella preparazione dei tecnici. Chiediamo, dunque, che, prima di ricorrere a consulenze esterne, si valuti se non ci siano consulenze, professionalità o la capacità di formare professionalità all'interno della pianta organica del Comune o della Provincia stessa.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 20 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5 a firma dell’assessore Muzzarelli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 4 è approvato.
Passiamo all’articolo 5, su cui non insistono emendamenti.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 5 è approvato.
Passiamo all’articolo 6, su cui non insistono emendamenti.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 6 è approvato.
Passiamo all’articolo 7, su cui non insistono emendamenti.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 7 è approvato.
Abbiamo terminato l’esame dell’articolato. Passiamo alle dichiarazioni di voto sull’intero progetto di legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Come affermavo in premessa, presidente, la qualità e il senso di questi interventi si potranno vedere solo a interventi pianificati, ma soprattutto quando prepareremo il bando. Al momento nulla osta al parere favorevole su questo dispositivo di legge, ragion per cui voteremo favorevolmente riservandoci, però, di votare in maniera contraria nel momento in cui lo schema di delibera per il bando non ci dovesse soddisfare.
Oggi ho anche scoperto che l'assessore può presentare emendamenti il giorno dell'Aula e che la maggioranza li vota. Se, però, lo fa un consigliere, la maggioranza non li vota e non li prende neanche in esame. Questa situazione mi rattrista, ma, come tante altre, ne prendo atto, l’impacchetto e la porto a casa. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
42
Assenti
8
Votanti
41
Favorevoli
30
Contrari
--
Astenuti
11
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante "Disciplina della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai fondi immobiliari chiusi per il sostegno all'edilizia residenziale sociale".
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÉ: Vorrei che fosse registrato il mio voto di astensione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Mettiamo a verbale il voto di astensione della consigliera Noè.
OGGETTO 1465
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 35 ‘Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole’» (17) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo all’oggetto 1465 Progetto di legge di iniziativa della Giunta - Modifiche alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 35. “Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole”.
Il testo è stato licenziato dalla Commissione Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro e Sport con parere favorevole ed è composto da un articolo unico.
Il relatore, la consigliera Gabriella Meo, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale che va votata dall’Aula.
Si proceda alla votazione della richiesta all'autorizzazione orale, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
39
Assenti
11
Favorevoli
38
Contrari
--
Astenuti
1
PRESIDENTE (Richetti): La relazione orale è autorizzata.
La parola alla relatrice, consigliera Meo.
MEO, relatrice: Grazie, presidente. Questa proposta di legge, in verità, è molto semplice. Si tratta della modifica alla legge regionale n. 35 del 13 novembre 2001 per la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole.
La legge che presentiamo adesso nasce dall’esigenza di consentire alla Regione Emilia-Romagna di poter continuare a far parte del gruppo dei promotori della fondazione stessa per via delle recenti innovazioni legislative che pongono limiti alla possibilità per gli Enti pubblici di partecipare a istituzioni di istituti di questo tipo, anche se di carattere privato.
La fondazione rappresenta, infatti, un'importantissima istituzione per la memoria dei tragici fatti che hanno interessato il nostro territorio durante il periodo della Resistenza e dell'occupazione nazifascista della Seconda Guerra Mondiale. Essa vede una significativa partecipazione internazionale per favorire le finalità di promozione e lo svolgimento di iniziative di ricerca di informazione e di educazione al valore della pace e al rispetto dei diritti civili.
Attualmente questo organismo è formato da un numero veramente molto elevato di partecipanti. La fondazione stessa riteneva già utile semplificare l’organismo per renderlo più operativo, senza però rinunciare al giusto diritto-dovere di partecipazione per una struttura tanto significativa dal punto di vista sia concreto, per le azioni che compie, sia simbolico, di rappresentazione del nostro territorio.
In materia di partecipazioni pubbliche a organismi di diritto privato è intervenuto il decreto legge del 31 maggio 2010 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, convertito con modificazioni dalla legge n. 30 del 2010, n. 122, che impone - da qui la necessità del provvedimento in esame - alle pubbliche amministrazioni di adottare talune misure di riforma delle proprie strutture organizzative, nonché di provvedere al riordino delle partecipazioni al capitale di altri soggetti giuridici (Enti pubblici, fondazioni, associazioni).
Nell'attuale quadro di emergenza finanziaria è, infatti, indispensabile realizzare interventi di contenimento della spesa pubblica che consentano un uso razionale delle risorse disponibili. L’articolo 6 del decreto n. 78 del 2010, in particolare, ha stabilito che tutti gli Enti pubblici, anche economici, e gli organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato, provvedano all'adeguamento dei rispettivi Statuti per assicurare che gli organi di amministrazione e quelli di controllo, ove non già costituiti in forma monocratica, nonché il Collegio dei revisori. siano costituiti da un numero non superiore rispettivamente a cinque e tre componenti. Tale previsione non si applica direttamente alle Regioni, ma costituisce una norma di principio.
In tal senso, dunque, la Regione deve adeguare i propri strumenti legislativi. Tutti gli Enti partecipati dalla Regione debbono procedere a riformare i propri Statuti, riducendo il numero dei componenti degli organi che svolgono attività riconducibili ad amministrazione o a controllo.
Ai limiti posti dall'articolo 48 della legge n. 14 del 2010 sfuggono, infatti, solo organi che ricoprono, all'interno dell'organizzazione dell'Ente, un ruolo di diversa natura, che deve risultare disciplinato con chiarezza dallo Statuto e deve essere riconducibile a funzioni di indirizzo, ausilio, consulenza o simili. Tuttavia, in alcuni casi, per la particolarità delle norme che autorizzavano la Regione a partecipare all'Ente, può risultare necessario procedere anche all'adeguamento della stessa legge di autorizzazione.
Questa è, infatti, la finalità che persegue il progetto di legge, che si compone semplicemente di un unico articolo che modifica l'articolo 2 della legge regionale del novembre 2001, n. 35, recante la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della fondazione di Scuola di Pace di Monte Sole, fissando le nuove condizioni a cui è subordinata la partecipazione regionale.
In particolare, si stabilisce che lo Statuto della fondazione deve prevedere che sia istituito un nuovo organismo, cioè un consiglio di indirizzo, due dei cui membri siano nominati dalla Regione e che alla Regione spetti, altresì, la nomina di un unico membro del Consiglio di amministrazione, mentre in precedenza erano due. Si tratta, quindi, di un membro nel Consiglio di amministrazione e di due membri in questo Consiglio di indirizzo, un organismo nuovo che comunque garantisce la più ampia partecipazione.
Alla nomina del Consiglio di amministrazione provvede la Giunta regionale, mentre i due componenti del Consiglio di indirizzo sono nominati dall'Assemblea legislativa attraverso il meccanismo del voto limitato a un unico rappresentante. In questo modo si può garantire la più ampia partecipazione a questo organismo e sono rispettati i requisiti imposti dalla legislazione, anche statale, ai fini della partecipazione agli organismi di diritto privato.
Nel contempo, però, è garantito anche un opportuno equilibrio istituzionale, salvaguardando anche la rappresentanza delle minoranze. Di conseguenza, viene modificata anche la norma attinente alla relazione annuale che la Fondazione deve presentare. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Intervengo per dare un contributo al dibattito; peraltro, ero intervenuto anche in Commissione. Vi è la necessità di procedere a una riduzione dei componenti nei Consigli di amministrazione delle fondazioni degli Enti con partecipazione pubblica, a una razionalizzazione - questo è ormai il trend - per questioni di finanza pubblica di questi anni e soprattutto a un “disboscamento” degli incarichi che vi sono in questi Enti.
Sotto questo profilo (componenti, revisori), l’atto in esame in Aula, come illustrato dalla relatrice, la collega Meo, è un'applicazione di questo principio, di questa tendenza che ormai è ineludibile.
L’aspetto che, però, fa un po' riflettere - interverranno poi, magari in maniera più esaustiva di me, altri colleghi - è ciò che sottende a questo provvedimento. Siamo comunque in un momento di difficoltà e la Regione mantiene comunque un suo impegno in questa Fondazione, compiendo una scelta rispetto alla fuoriuscita e al disimpegno di altri Enti.
È questa la domanda di fondo che rimane, perché anche altre fondazioni non sono state “trattate” con eguale misura. Sul provvedimento, almeno personalmente, mi asterrò.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'assessore Bortolazzi.
BORTOLAZZI, assessore: Svolgo solo un breve intervento, ma non tanto in risposta al consigliere Pollastri, che è intervenuto sull'argomento. È importante che la Regione mantenga la partecipazione insieme a Provincia, Comune e al Land dell’Assia e al Parco di Monte Sole nel Consiglio di amministrazione della Fondazione di pace, perché tale fondazione promuove una cultura di pace e lo fa attivamente.
Non è semplice cultura (ricordo e memoria in senso anche retorico), ma, come ha avuto modo di illustrare l'avvocato Giampaolo in Commissione, illustrando quali sono e quali saranno le attività della fondazione, la caratteristica di questa fondazione è che promuove una cultura di pace e, peraltro, la Regione ha una legge cui rispondere, in una maniera molto attuale. Le iniziative che attua, che sono state illustrate anche in Commissione, sono altamente concrete.
Vorrei ricordare che anche in Commissione è stato affermato che quest'anno sarà possibile ripristinare il Campo di pace a quattro voci, un’iniziativa molto importante, grazie anche a fondi europei. Tale campo è stato molto importante in passato: mettere insieme per un periodo giovani israeliani e palestinesi, tedeschi e italiani ha fatto sì che, conoscendosi, potessero anche capire le ragioni dell'altro e abbattere quelle barriere che spesso, come sappiamo, portano non solo all’incomunicabilità, ma proprio a sostenere posizioni opposte, anche in maniera violenta.
Credo che la Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole svolga un ruolo molto importante. Vorrei ricordare che entrambi gli organismi (Consiglio di indirizzo e Consiglio di amministrazione) non comportano oneri: chi vi partecipa lo fa a titolo gratuito, quindi per passione e per convinzione. Il contributo che la Regione finora è riuscita a mantenere ogni anno va dai 100 agli 80.000 euro. Credo che sia veramente il minimo per dare significato ai progetti e alle iniziative che questa fondazione promuove.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Bortolazzi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Volevo una precisazione. Ha citato 100.000 euro come contributo di base? È soltanto un chiarimento.
PRESIDENTE (Richetti): Prego, assessore.
BORTOLAZZI: Stavo citando la risposta a un’interrogazione che ha presentato il consigliere Manfredini, che chiedeva come venissero finanziate le attività. La Regione Emilia-Romagna, ai sensi della legge n. 12/2002, può sia realizzare iniziative nei campi previsti dalla finalità della legge (la cultura di pace), sia sostenere progetti tramite la concessione di contributi.
Nel primo caso, si tratta di programmi o di progetti affidati, i contenuti dei quali sono individuati analiticamente dalla Regione e finanziati interamente o per la gran parte dalle azioni previste. Nel secondo caso, si tratta di progetti promossi, che vanno a bando. Nel caso della Scuola di Pace si fa riferimento al primo programma, quello in cui la Regione interviene direttamente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Bortolazzi.
Dichiaro chiusa la discussione generale congiunta sul provvedimento e sull'articolato, che si compone di un unico articolo.
Passiamo alle dichiarazioni di voto finali.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Vorrei brevemente, come è già avvenuto in Commissione, dichiarare il nostro voto favorevole al provvedimento, di cui apprezziamo due aspetti. In primo luogo, apprezziamo il fatto che la Regione Emilia-Romagna continui e, anzi, rafforzi l’impegno nei confronti di una fondazione che riteniamo importante e che tale impegno continui a essere non a titolo oneroso per quanto riguarda la Regione.
Credo che in un panorama di degrado culturale - culturale in questo caso significa proprio di insegnamento alla pace e alla convivenza che questo Governo ormai da anni sta portando nel nostro questo Paese; c’è anche un bel libro di Gian Antonio Stella, che sto leggendo e che vi consiglio, in cui figurano numeri che non si prestano a interpretazioni, che si chiama Vandali - questa fondazione compie opere meritevoli.
Ho avuto modo, dal momento che c’è stato un incontro in Commissione, anche fuori dalla Commissione di parlare con le ragazze che se ne occupano. Indubbiamente, con le unghie e con i denti, riescono a portare avanti alcuni progetti.
Come ha ricordato l'assessore Bortolazzi, è molto importante la presenza di una fondazione, nonché la possibilità di accedere a fondi europei e, quindi, di non utilizzare denari direttamente dello Stato o della Regione.
Il nostro giudizio è sostanzialmente positivo. Colgo l'occasione per sperare che nelle pieghe dei diversi bilanci esca anche una somma in più per questo tipo di iniziative e in generale per ciò che riguarda il parco storico di Monte Sole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Grazie, presidente. Intanto vorrei sottolineare alcune incongruenze che mi pare siano state anche ben evidenziate nel discorso dell'assessore.
Il problema è in questi termini: da una partecipazione ideale si va a una partecipazione organica. Partecipazione organica significa una presenza diretta della Regione Emilia-Romagna nel Consiglio di amministrazione, oltre che in questo nuovo organismo, che voi definite Consiglio di indirizzo.
In tempi di ristrettezze forse sarebbe bene ritornare al vecchio schema, anziché produrre una nuova organizzazione di questa fondazione che, comunque, impegna evidentemente in un modo più tangibile la Regione Emilia-Romagna.
Credo che la cultura della pace si possa tranquillamente sviluppare anche con altre attività, in altri luoghi, senza che si crei, stando a quanto vedo in questa delibera, un ulteriore carrozzone da foraggiare con i soldi della Regione Emilia-Romagna. Mi pare che sia del tutto evidente.
La delucidazione, che è stata chiesta e data sui fondi europei che possono transitare, senza che si gravi direttamente sul bilancio di questa Regione, è un'ulteriore dimostrazione che questa è una scatola che si vuole utilizzare magari per pagare i soliti consulenti, i soliti docenti, perché possa servire più ai docenti che ai discenti, essendo un'operazione che è stata compiuta in tante altre occasioni su fondazioni a cui questa Regione ha partecipato.
Al di là del fatto che tutti noi auspichiamo che vi sia un’adeguata preparazione delle giovani generazioni nella cultura della pace, credo che ciò si possa realizzare senza creare un ulteriore inutile carrozzone, come sembra essere questo, peraltro con modifiche statutarie che implicano l'assunzione di una responsabilità diretta in un Consiglio di amministrazione.
Ciò naturalmente ci conforta nel dichiarare che il nostro voto sarà assolutamente contrario.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Villani.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Mi ha un po' stupito l'intervento del collega Villani. Probabilmente ha molti pensieri per la testa in questo periodo e forse fa un po' di confusione, dal momento che noi non stabiliamo oggi che facciamo parte della fondazione Scuola di Pace di Monte Sole. Noi siamo al suo interno dall'origine e abbiamo anche recentemente espresso come indicazione il nominato dall'Assemblea legislativa fra di noi, il collega Pagani, a far parte del Consiglio di amministrazione. Un membro era nominato dall'Assemblea e uno dalla Giunta.
Stiamo valutando la necessità, attraverso una legge, di ottemperare a un obbligo legislativo sulla base di novità legislative calate dall'alto, quindi di scelte effettuate da questo Governo. Ci adeguiamo a leggi approvate da questo Governo, che impone le disposizioni che ha già citato la consigliera Meo nella sua relazione e che non sto a ripetere.
Credo che, da un lato, sia giusto stare dentro al quadro normativo e, dall’altro, contestualmente ribadire la nostra volontà, come ricordava il collega Defranceschi, a continuare a dar vita a un'esperienza utile per la comunità regionale, così come si è dimostrata in tutti questi anni.
L’attività della fondazione negli ultimi anni si è implementata, peraltro, dal momento che nel Consiglio di amministrazione partecipa anche il Land dell'Assia, realtà regionale con la quale noi siamo gemellati da alcuni anni e con la quale progettiamo e co-progettiamo sulla scena europea moltissime attività.
Questo modello di co-gestione è importante sul piano simbolico, dal momento che lavoriamo con i ragazzi attraverso l'attività concreta che la Scuola di Pace, per esempio, promuove attraverso i campi estivi di formazione di ragazzi italiani, tedeschi, israeliani e palestinesi.
Ciò premesso, credo che sia importante - condivido del tutto le considerazioni del collega Defranceschi - approfittare di questo articolo di legge che modifichiamo per ottemperare a un obbligo legislativo nazionale, nonché per ribadire nella dichiarazione di voto, così come ha fatto l'assessore Bortolazzi, una volontà che è frutto di una scelta politica, di una scelta di collocazione che io ho sempre pensato fosse trasversale in questo Consiglio regionale, in questa Assemblea legislativa.
In effetti lo è stata, perché l'Assemblea, non solo attraverso la partecipazione agli organismi della fondazione, ma anche attraverso diverse attività, ha sempre accompagnato in maniera - ripeto - trasversale l'elaborazione e l'operato della fondazione e della Scuola di Pace di Monte Sole, proprio perché la memoria, l'attività culturale, il luogo della coscienza che tale scuola rappresenta sono una centralità del cuore della nostra comunità regionale, dentro la quale ci si è sempre ritrovati tutti.
Mi dispiace, quindi, che ci sia da parte del Capogruppo Villani questa presa di distanza e questa rottura. Questo è: non votare questa legge significa rompere con una pratica buona, della quale possiamo tranquillamente rendere conto e rispetto alla quale non credo che si possa affermare che si siano dissipate risorse pubbliche. Ritengo che ogni euro speso sia stato ben speso, perché ha dato buoni frutti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Esprimo il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico. Consentitemi davvero di svolgere un brevissimo riferimento alle osservazioni che ho sentito svolgere dal consigliere Villani.
Riferendosi all'esperienza di Monte Sole e parlando di carrozzone, credo che non si possano non citare quei carrozzoni che in queste giornate vediamo da altre parti della nostra Regione come espressione di valori molto lontani, nella distrazione delle risorse pubbliche, nell'uso malvagio del ruolo di pubblici amministratori rispetto a quello che è non solo un luogo di valorizzazione ambientale e culturale, ma anche un luogo di radicamento di valori positivi.
Nell'attività didattica che si svolge quotidianamente a Monte Sole si vuole proprio assolvere, e la Regione fa bene a sostenere questo tipo di iniziativa, a quello che dovrebbe essere il ruolo nobile della politica, ossia fare in modo che generazioni di ragazzi, nel crescere con i valori della pace, della convivenza civile, della concezione del bene pubblico, possano produrre un domani nel quale davvero le azioni positive possano diventare anche pratica in quelle che saranno le responsabilità pubbliche e civili delle future generazioni di amministratori.
Credo, dunque, che non dovremmo preoccuparci di quelle poche risorse che rappresentano un investimento valoriale, del quale ritengo che la nostra Regione debba essere orgogliosa.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente. Non intervengo per la dichiarazione di voto del Gruppo del Partito democratico, che ha già effettuato la collega Marani, ma solo perché, essendo il componente di amministrazione della Scuola di Pace di Monte Sole più veloce della storia, perché entrato e uscito in una riunione, ero comunque veramente stupito dalle dichiarazioni sentite oggi e dal dibattito che si è tenuto in Commissione, su cui è stato ricontato il bilancio della Scuola di Pace di Monte Sole, insieme all'attività che è stata svolta, con la consapevolezza che anche il contributo irrisorio che la Regione dà - essendo forse l'unico contributo degli ultimi anni che viene offerto dai componenti di quel Consiglio di amministrazione - permette di pagare le bollette della luce, del gas e dell'acqua. Tutto il resto dell’attività viene finanziata con la capacità delle ragazze che operano in quella scuola di poter accedere a bandi di concorso europeo.
C'è qualcosa che non funziona quando svolgiamo simili considerazioni. Oltretutto il collega Aimi ha assistito con me, anzi ha presieduto l’incontro con la delegazione del Land dell'Assia, la cui vicepresidente, che fa parte del Consiglio di amministrazione, ha espresso l'interesse di quella Regione che, se volessimo esasperare i toni, politicamente non presenta le stesse caratteristiche politiche di chi sta governando questa Regione, a continuare una politica della riconciliazione, nei cui confronti mi pare che siano più attenti esponenti come quelli del Land dell'Assia che fanno parte della fondazione della Scuola di Pace di Monte Sole che non alcuni colleghi di quest'Aula.
Siamo di fronte a un’esperienza, cui io sono legato anche dal punto di vista affettivo, che sta raccogliendo, come ricordava la collega Marani, esperienze straordinarie e transnazionali di incontro tra palestinesi, ebrei, serbi e croati, serbi e bosniaci. Sta compiendo un'esperienza che non è un carrozzone, ma è un'esperienza di formazione e di riconciliazione nella politica tra gli Stati, attorno a eventi che sono stati drammatici, che hanno caratterizzato in quel luogo un eccidio che è l'espressione assurda del male che si è manifestato attorno al tema della guerra. Senza voler riprendere temi di contrapposizione, credo che noi oggi ci troviamo ad approvare una legge che oltretutto non aumenta la presenza della Regione all’interno del Consiglio di amministrazione. La Regione era già nel Consiglio di amministrazione con due componenti. Se ciò è vero, essa riduce la sua presenza nell'organo decisionale e aumenta la propria presenza nel Comitato di indirizzo, anche con una rappresentanza dell'opposizione, il che mi pare un atteggiamento di democrazia e di partecipazione straordinaria.
Francamente credo che la posizione che è stata assunta meriterebbe un ripensamento ed esprimo il mio voto a favore, essendo il consigliere d'amministrazione più veloce della storia della fondazione della Scuola di Pace di Monte Sole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pagani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Anche il nostro Gruppo darà indicazione di voto favorevole. Anch'io volevo ricordare gli incontri che abbiamo avuto in questi ultimi mesi con le delegazioni dell’Assia, che hanno espresso un vivissimo interesse per l’esperienza di Monte Sole.
Volevo affettuosamente correggere il collega Pagani, perché l'ultimo incontro è avvenuto con i colleghi della SDP, con i quali noi dell’IdV siamo parte del Gruppo LDR, cioè il Gruppo dei liberali, nel Parlamento europeo. Loro sono al Governo della Regione dell’Assia, mentre noi dell’IdV siamo in maggioranza, sia pure con un altro colore. Personalmente mi auguro che quest'altro colore presto o tardi arrivi anche nell’Assia, ma non abbiamo influenza sulla politica tedesca, come è noto.
Per quanto mi riguarda, ritengo molto rilevante quell'esperienza. C'è un bellissimo film che, a proposito di memoria, invito il collega a vedere. Si potrebbe, se l’assessore Bortolazzi è d'accordo, anche proiettare in questa Regione. Se non sbaglio la Regione ha dato anche un contributo per la realizzazione di quel film. Mi riferisco al film di Giorgio Diritti sulla vicenda di Monte Sole, un film - lo sottolineo ancora una volta - straordinario per la sua bellezza, per la sua fattura, per l’uso del linguaggio...
(interruzione del consigliere Favia)
Va bene, noi conosciamo il dialetto. Quando lo ascolteremo, potremo giudicare anche da questo punto di vista. D’altra parte, c’erano anche attori non bolognesi, per cui non si può pretendere tutto. Io lo proietterei. È un film che ha vinto una valanga di premi e francamente non vedrei in modo negativo l’idea di ospitare nella sede del Consiglio gli amministratori di Monte Sole e - perché no? - anche i ragazzi che frequentano la Scuola di Pace con il regista per proiettare questo bellissimo film.
Sulla vicenda di Monte Sole - chiudo il mio intervento - svolgo una considerazione. La Scuola di Pace, per noi dell’IdV che ci siamo opposti anche all’ultima avventura bellica, votata, ahinoi, dal Parlamento italiano, quella in Libia, significa abbandonare definitivamente l'idea che la democrazia possa essere esportata anche con strumenti bellici.
Bisogna che questo sia vero. Lo sta dimostrando anche la decisione di Obama di iniziare il ritiro dall'Afghanistan. Forse andrebbero ripensate tutte queste iniziative di peacekeeping, andrebbero ripensate radicalmente. Bisognerebbe da parte di un Occidente che, a mio parere, giustamente vuole esportare la democrazia nel mondo - come sosteneva Churchill, la democrazia è il peggiore dei sistemi, ma non ne conosciamo altri migliori. La frase forse non è riportata in modo corretto, ma il senso era quello -, cominciare a pensare di aiutare quei movimenti che, nei loro Paesi, si battono per la democrazia.
Se la Scuola di Pace di Monte Sole si farà interprete di questo rinnovamento della pace e dell’idea di pace, intesa anche come una democrazia che a livello internazionale finalmente diventa protagonista in tutto il nostro globo, allora la Scuola di Pace avrà avuto successo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Grazie, presidente. Vorrei solo ricordare ai colleghi del centrosinistra Donini, Marani e altri, che il PdL e il suo Capogruppo non fanno alcuna confusione su questa proposta di legge. Occorre solo tener presente che i tempi sono cambiati. Ci sono problemi economici a livello mondiale: sappiamo tutti della bolla finanziaria, sappiamo tutti che cosa sta accadendo in Grecia, in Irlanda e in altri Paesi europei. Francamente 100.000 euro di pubblici denari ci sembrano troppi per progetti che forse sono un po' aleatori, poco concreti.
Se voi chiedete ai cittadini emiliano-romagnoli - non ai cittadini italiani, ma agli emiliano-romagnoli - che cosa pensano della Scuola di Pace di Monte Sole, credo che vi risponderanno che è un carrozzone. Non credo che vi risponderanno che è un luogo nobile, come è stato sostenuto in quest'Aula dai colleghi del centrosinistra.
È vero che la pace si impara anche a scuola, ma si impara soprattutto in famiglia, con esempi e con il rispetto dei valori. In questa Regione, guarda caso, i valori vengono cancellati, caro Presidente. Avete introdotto con la legge regionale del 2010 i DICO regionali: avete bastonato la famiglia, che è uno dei valori tradizionali, un punto di riferimento sociale. Se bastoniamo i valori, come facciamo a rispettare la pace? Perché parliamo di scuola di pace? Si parla di generici progetti che non hanno concretezza nel mondo reale.
Addirittura il sindaco Delrio ha inventato l'incarico del consulente di pace: ditemi voi che cos'è il consulente di pace, se non un amico del sindaco che deve prendere 30-40.000 euro all'anno. Io non sono mai riuscito a vedere i progetti di questo consulente di pace, che ha avuto un incarico di due anni.
Credo, dunque, che sia logico che il nostro voto sia contrario e credo anche che i cittadini emiliano-romagnoli siano d'accordo con tale voto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Mi sono iscritta tardi. In fase di dichiarazione di voto, nell'invitare comunque a esprimere in ogni caso un voto favorevole a questa proposta, mi permetto soltanto di ritornare sull'articolato.
Questa proposta non parla di progetti, né di contributi. Non è questo il testo. La proposta rivede, ai sensi della legge nazionale, l'attuale legge che consente alla Regione di partecipare a questa fondazione. Nel merito, ovviamente, se qualcuno non ritiene che questa fondazione svolga un'azione utile, è ovviamente libero di affermarlo e di comportarsi di conseguenza. Personalmente non lo credo. Penso, anzi, che questa fondazione - voglio aggiungere un valore in più - riconosca e valorizzi, oltre ai valori della pace e dell'uguaglianza, anche la valenza simbolica dei luoghi della nostra regione. Non a caso è racchiusa all'interno del Parco di Monte Sole.
È facile chiamare tutto “carrozzone”, ma in realtà non ci dobbiamo ricordare dei luoghi e dei valori solo quando parliamo di prodotti tipici o di altre questioni. La produzione culturale, valoriale e morale di questa regione deve avere un luogo nel quale si riconosca e si tramandi.
La famiglia ha un valore fondamentale in tutto ciò; sono fatti privati e personali che assumono un valore collettivo spesso e volentieri. Credo, però, che il pubblico, le Istituzioni, debbano avere la possibilità di proporre valori e iniziative che ricordino non situazioni astratte, ma la nostra storia e che ci proiettino verso un'idea di futuro.
È un percorso di crescita, che credo la Regione faccia molto bene a mantenere e che dovrebbe, anzi, incrementare. I carrozzoni sono un'altra cosa. Parliamo di una fondazione i cui membri, sia quelli del Consiglio di amministrazione, sia quelli del Comitato di indirizzo, partecipano, come è stato riferito e come io ricordo, a titolo puramente gratuito. I contenuti e l'espressione che producono sono veramente un valore per le future generazioni, del quale credo sarebbe un delitto privarsi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, che consta di un solo articolo, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
41
Assenti
9
Favorevoli
32
Contrari
5
Astenuti
4
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante «“Modifiche alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 35 (Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole)».
OGGETTO 1436
Delibera: «Approvazione del rendiconto dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2010. Conseguente variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011 (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 1 giugno 2011, n. 63) (43) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Avendo esaurito i progetti di legge, passiamo all’ordine del giorno relativo agli atti amministrativi, chiamando l'oggetto n. 1436 “Approvazione del rendiconto dell’Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2010. Conseguente variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011”, così come da deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 63 del 2011.
La Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali ha espresso parere favorevole con 27 voti a favore, nessun contrario e 2 astenuti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Grazie, Presidente. Illustro il rendiconto dell’Assemblea legislativa 2010. Nella prossima seduta dell'Assemblea legislativa, quando saremo chiamati ad approvare il consuntivo, avremo la possibilità di discutere e approvare quello che in Ufficio di Presidenza nei prossimi giorni definiremo ulteriormente, dopo l'atto che abbiamo già approvato, ossia la destinazione ufficiale dell’avanzo di amministrazione che registriamo.
Quello del 2010 è un rendiconto particolare. Registriamo, infatti, un avanzo aggiunto rispetto alle previsioni, con un avanzo di amministrazione di quasi 2 milioni di euro, per la precisione 1.978.287 di euro, il che porta il dato complessivo dell’avanzo di amministrazione 2010 alla somma di 4.087.697 di euro.
Le ragioni che hanno portato a questo incremento sono facilmente spiegabili. Abbiamo un incremento maggiore rispetto al dato previsto, la cui spiegazione è attribuibile a ragioni fisiologiche. Intanto il 2010 è stato un anno di elezioni, un anno che ha visto un'interruzione della precedente legislatura e l'avvio di quella attuale. Ciò ha fatto sì che alcune delle attività preventivate nel bilancio 2010 fossero rinviate, posticipate oppure anche non effettuate. Mi riferisco, in particolare, a 657.000 euro in meno rispetto alle previsioni che non sono stati impegnati e che, quindi, vanno in avanzo per l'attività di informazione.
In questo capitolo figurano tutte le spese che sono iscritte a bilancio relative all'informazione. C'è stato il periodo della par condicio, poi c'è stato l'avvio della legislatura e poi c'è stata la decisione dell'Ufficio di Presidenza di sospendere i progetti attuati nella precedente legislatura e di procedere verso un nuovo progetto complessivo per quanto riguarda l’informazione, che è in fase di ultimazione.
Al tempo stesso, anche le attività di comunicazione hanno registrato un risparmio di 255.000 euro rispetto alle previsioni.
I motivi sono analoghi rispetto a quelli che ho appena citato sull’informazione: le spese per la logistica hanno avuto un risparmio di 258.000 euro rispetto alle previsioni e anche in questo caso il risparmio è dovuto alla diminuzione dell’attività dell’Assemblea legislativa per quanto riguarda il consumo di materiali e a una razionalizzazione dell’offerta dei servizi al pubblico, in questo caso in relazione alla biblioteca, al Centro Europe Direct, al Centro Manzi.
Abbiamo deciso in questo caso di posticipare alcune attività programmate, il che ha prodotto alcuni risparmi. Di questi 260 mila euro sono ascrivibili al Corecom, che ha rallentato la propria attività.
Le voci che ho citato, che fanno parte di questi 1,978 milioni di euro di risparmio, sono quelle che possiamo ascrivere alla voce risparmi dovuti alla straordinarietà dell’anno 2010, legati proprio all’attività nella voce di spesa che viene ridotta, perché il 2010 è stato un anno elettorale, che ha visto il passaggio tra la precedente e l’attuale legislatura.
Vi sono poi, invece, e sono sempre iscritte a bilancio, alcune riduzioni strutturali della spesa che hanno un effetto anche sugli anni futuri.
Prima di tutto, segnalo all’Assemblea, signor Presidente, la riduzione che ha prodotto la semplificazione del quadro politico uscito dalle elezioni, ossia i contributi ai Gruppi: sono 124.000 euro rispetto alla previsione che avevamo indicato, una riduzione consistente delle spese di rappresentanza che hanno anticipato l’applicazione di quello che è stato poi il decreto legislativo n. 78/2010 di 53.000 euro, e le spese del servizio automobilistico di 51 mila euro. Il totale di queste spese portano al dato che citavo prima e verranno successivamente destinate e verificate rispetto al 2011. Le riduzioni strutturali che citavo avranno e hanno già un effetto positivo: si riverberano positivamente sul bilancio 2011 e anche sui bilanci successivi.
Penso che debba anche essere svolta una precisazione, signor Presidente, visto che di questo oggetto, ossia del costo dell’Assemblea, si sono interessati in questi giorni anche numerosi organi di stampa, mettendo a confronto dati che non sono sempre riportati correttamente.
A presentazione di questo consuntivo ribadisco il fatto che il costo effettivo dell’Assemblea legislativa, ossia del bilancio che riguarda il funzionamento, tutto compreso, dell’Assemblea legislativa, incluso anche il costo di funzionamento dell’Aula, nel 2010 è stato di 35.352.828 euro. Per il 2011, quindi, per la previsione che abbiamo adottato, partiamo da questa cifra.
Perché? Noi pensiamo di ridurre ulteriormente di un milione questa disponibilità, poiché un milione di euro è la cifra che verrà messa a disposizione del bilancio complessivo della Regione, e che verrà discussa, come ricordavo all’inizio, nella ridistribuzione complessiva successivamente.
Se prendiamo in esame questo dato, i 35 milioni complessivi di costi di funzionamento, anche rispetto alle tabelle giornalistiche possiamo affermare che le nostre spese sono tra le più basse d’Italia, che sono state oggettivamente e vistosamente contenute nel corso di questo periodo.
Se prendiamo in esame i sei anni dal 2005 al 2011 e consideriamo il fatto che un milione di euro dei 4 milioni dell’avanzo che citavamo prima viene risparmiato e, quindi, messo a disposizione del bilancio complessivo, possiamo vedere che l’Assemblea ha incrementato il proprio costo del 6,2 per cento a fronte del 12,2 per cento dell’indice ISTAT. Possiamo considerare un decremento reale del 6 per cento.
In questo contesto penso che si possa affermare, Presidente, che l’impegno che ci possiamo assumere con gli atti che abbiamo deliberato in Ufficio di Presidenza vada in questa direzione.
L’impegno è a mantenere costante la richiesta al bilancio generale delle spese di funzionamento dell’Assemblea per consentirci, da oggi al 2015, di mantenere costante la spesa e l’impegno verso i contribuenti, il che significa un’ulteriore riduzione complessiva del peso percentuale del bilancio dell’Assemblea e un’ulteriore riduzione del fabbisogno e della spesa per quanto riguarda l’Assemblea legislativa.
Sul fronte della spesa, quindi, parlavo di una restituzione di un milione di euro alla Giunta, ossia al bilancio complessivo. Sarà stabile la riduzione della spesa per l’indennità che è stata adottata, che comporta una riduzione del 10 per cento.
Dovremo, però, affrontare alcune altre questioni che sono presenti all’Aula e che riguardano l’istituzione dei garanti, così come previsto, la Commissione pari opportunità, la Consulta di garanzia statutaria che dovrà entrare nel pieno delle proprie funzioni e un ragionamento che dovremo svolgere relativamente alla collocazione organizzativa e al funzionamento del CAL. Sono tutti punti che saranno presenti nella discussione, ma che ci portano a confermare il dato che, oltre al consuntivo positivo che presentiamo, manterremo l’impegno dei costi sul numero che prima ho ricordato.
Concludo ricordando a tutti, visto che tutti parlano di costi di funzionamento dell’Assemblea e delle Istituzioni spesso anche a sproposito, magari anche con un eccesso di enfasi, quasi che sia questo il problema principale che riguarda il nostro Paese, che, quando parliamo del bilancio dell’Assemblea legislativa e di quei 35 milioni di impegno che diventano 39 di spesa - c’è un avanzo che ci trasciniamo - ci riferiamo a un bilancio che ha una rigidità notevole. Il 90 per cento della spesa, in sostanza, è predeterminato, il 50 per cento è costituito dalla spesa per gli organi, quindi per i Gruppi, gli organi monocratici, gli organi assembleari, le indennità, il 38 per cento è costituito da spese per il personale, per la logistica, per gli affitti degli uffici, per gli affitti dello stabile, il 3 per cento è destinato al Corecom e agli istituti di garanzia.
Di fatto, di questo ammontare di cifre noi possiamo intervenire sul 10 per cento sul quale siamo già intervenuti in maniera consistente nell’ultimo anno, che riguarda i temi, che poi dovremo razionalizzare e su cui ragioneremo nei prossimi giorni, relativi all’informazione, alla comunicazione, al supporto alle attività legislative.
Va ricordato che ci sono alcune voci, alcune spese, come la crescita dell’ammontare dei vitalizi, che ancora per alcuni anni interverranno su questo bilancio. Abbiamo assunto iniziative adottando il blocco dei vitalizi alla prossima legislatura, però ciò non porterà ancora benefici positivi, perché siamo in una curva ascendente.
Io penso che questo dato di consuntivo confermi, Presidente, la buona azione di contenimento della spesa di gestione che abbiamo attuato già nel 2010 e che vedrà i suoi effetti più consistenti nel 2011.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mazzotti, anche per la rendicontazione puntuale delle scelte strategiche dell’Ufficio di Presidenza.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 1436.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
OGGETTO 1456
Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, del Protocollo di intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le Regioni Europee: Aquitaine (F), Dolnoslaskie (PL), Ghawdex (Malta), Hessen (D), Pays de la Loire (F), Generalitat Valenciana (E), Vastra Gotaland (SW), Wales (UK), Wielkopolska (PL) circa la Rete Regioni Europee per i Giovani - European Regions for Youth (Rete ERY) in materia di cooperazione internazionale per le politiche giovanili. (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 7 giugno 2011)» (44) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali ha espresso parere favorevole sul provvedimento nella seduta del 21 giugno, con la seguente votazione: 36 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Vorrei brevemente, esprimere il consenso, che, come lei ricordava, è stato unanime in sede di Commissione, al protocollo di intesa - che esaminiamo oggi - tra la Regione Emilia-Romagna e altre nove Regioni di altrettanti Paesi dell’Unione europea, volto a sviluppare la cooperazione internazionale sulle politiche giovanili attraverso la rete ERY, la rete delle Regioni europee per i giovani.
Si tratta di un consenso dato dalla considerazione che si tratta di uno strumento, avanzato per la promozione dell’innovazione delle politiche giovanili, attraverso sia lo scambio di informazioni e di buone pratiche, sia lo sviluppo di azioni congiunte, che sarà anche di grandissima utilità come strumento di rete per poter promuovere assieme, coinvolgendo tutti i membri o solo parte di essi, in progetti e programmi promossi dall’Unione europea o da altre organizzazioni internazionali, potendo accedere a risorse supplementari, ma anche sviluppando una progettualità di qualità.
Il fatto che a questa rete partecipino Regioni appartenenti a tutti gli angoli dell’Unione europea è evidentemente un elemento di valore aggiunto. Voglio ricordare come nel campo delle politiche giovanili, l’innovazione, lo scambio delle esperienze e la progettazione comune siano elementi costitutivi della qualità delle politiche stesse. Anzi, se ci voltiamo indietro, vediamo come è stato proprio attraverso lo scambio e la cooperazione internazionale che lo stesso concetto di politiche giovanili è nato e si è sviluppato nel corso degli anni.
Ricordo, peraltro, che attraverso l’adozione di questo protocollo di intesa non si creano spese aggiuntive o nuovi obblighi di spesa - dal momento che tutte le spese relative alla gestione di questa rete saranno a valere sugli stanziamenti già esistenti - e che, ed è l’ultimo elemento che voglio sottolineare, si interviene in un settore che l’Unione europea considera prioritario.
Voglio ricordare, anche perché è stato oggetto di esame da parte di quest’Assemblea legislativa, che non è un caso che una delle comunicazioni fondamentali della Commissione europea in occasione del lancio del dibattito sulla Strategia Europa 2020 sia stato chiamato proprio Youth on the Move, gioventù in movimento, dedicando alle politiche per i giovani, intese sia come ambito specifico dell’intervento, sia come soggetto dell’intervento politico, una delle comunicazioni fondamentali.
Occorre segnalare come nella riflessione europea il tema dell’investimento sulle giovani generazioni, ma anche dello sviluppo del protagonismo dei giovani stessi sia considerato uno degli assi fondamentali della costruzione di nuove politiche. Con questa convenzione, con uno sviluppo della cooperazione interregionale, credo che ci possiamo porre all’avanguardia, così come lo siamo stati in passato, nella creazione di innovazione di interventi diretti per i giovani.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Vecchi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Sono già intervenuto in Commissione, ma volevo che anche la mia dichiarazione rimanesse agli atti dell’Aula su questo provvedimento.
La cooperazione della Regione nell’ambito di questi progetti è importante per favorire la costruzione della cosiddetta Europa delle Regioni, in particolare con riferimento al sostegno per i giovani.
L’auspicio, il motivo trainante, alla fine è sempre il solito, ossia che questi progetti non rimangano, sottosegretario, un po’ fumosi, o che servano più che altro da vetrina. La speranza è che da parte della Giunta vi sia un riferimento all’Assemblea e alla Commissione su questo tipo di iniziative. Si auspica che tali progetti, legati non solo ai temi dei diritti, dell’uguaglianza, ai temi ideali su cui abbiamo naturalmente una condivisione, abbiano in questa rete, come sosteneva anche il collega Vecchi che mi ha preceduto, un ritorno effettivo e concreto per i giovani dell’Emilia-Romagna.
Chiedo, infine, che vi sia, sulle manifestazioni che concorreremo a realizzare in questa cooperazione, un’ampia comunicazione e una visibilità da parte della nostra Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Mori. Ne ha facoltà.
MORI: Grazie, presidente. Vorrei sottolineare non solo il tema oggetto di discussione, ossia le politiche giovanili all’interno della rete europea, ma anche lo strumento che la Giunta ha individuato per promuovere collaborazioni europee e transnazionali, che è proprio lo strumento della rete, un network che rappresenta uno strumento snello, paritario, che interagisce e fa interagire molto i soggetti che compartecipano e che, proprio perché paritario, esige un forte protagonismo dei territori di riferimento. O ci si crede, oppure lo strumento fallisce.
Dal momento che la Regione Emilia-Romagna crede fortemente alle politiche giovanili e al protagonismo della Regione in Europa, credo che sicuramente si impegnerà moltissimo non solo su questa rete, ma anche nel coordinamento e nella valorizzazione di tutte le reti che, in modo diretto o indiretto, promuovono le politiche della Regione e le relazioni transnazionali che molte associazioni e reti associative attuano sul territorio regionale.
Porto due esempi per tutti, ma ovviamente ce ne sono altri che potrei citare. È attiva la rete Women, una rete molto significativa e importante, che mette in collegamento territori e donne del Mediterraneo. Inoltre, esiste la rete SERN, Sweden Emilia-Romagna Network, che mette in relazione l’Emilia-Romagna con molte Regioni e Comuni della Svezia, tra cui addirittura la Regione Västra Götaland, che è membro sottoscrittore e firmatario di questo protocollo.
È, dunque, molto importante e sarà obiettivo dell’Esecutivo coordinare i protagonismi e tutti i soggetti che si impegnano attraverso le reti, in modo da non duplicare gli interventi e le progettualità e mettere a massima sintesi l’investimento che la Regione compie sulle politiche europee, in particolare su quelle giovanili.
Credo che, se riusciremo a mettere in valore tutte le partecipazioni e le progettualità in atto, raggiungeremo significativi risultati che potranno essere poi enumerati, come chiede il collega Pollastri, e che non mancheranno di renderci protagonisti per le politiche europee. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Mori.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Hanno ragione i colleghi Vecchi e Mori a voler sottolineare con i loro interventi l’importanza di questa deliberazione. Farò un riferimento anche all’intervento del collega Pollastri.
Ci tenevo proprio a intervenire, perché le considerazioni svolte, secondo me, è giusto che siano collegate all’interno di una progettualità che ha anche alcuni precedenti.
Vorrei aggiungere anch’io due o tre osservazioni. Questo protocollo rinnova un’intesa che era stata siglata nel 2007, la quale aveva avuto validità di due anni, proprio perché si era assunta come impegno responsabile quello di misurarsi in questi due anni sulla capacità di costruire un progetto concreto. Esso sarebbe stato poi verificato e si sarebbe valutato se rilanciarlo.
Questa esperienza degli ultimi due anni e mezzo, tre di attività della rete è stata indubbiamente positiva e densa di occasioni di scambio e di relazioni, sicuramente poco dispendiosa dal punto di vista economico e ricca, invece, sul terreno dei risultati.
La rete utilizza le piattaforme multimediali. Chiaramente parliamo di pratiche di scambi giocate attraverso il web, la gestione del sito comune, la messa a disposizione dei progetti, la conoscenza delle esperienze reciproche. Tra le tante cose che sono state sottolineate dal collega Vecchi e dalla consigliera Mori, che non voglio assolutamente ripetere, ne aggiungo una che ha in sé qualcosa di concreto. Proprio in virtù del fatto che si era stabilita questa relazione formale e concreta, nel 2007 ci trovammo, giustamente, a dare il nostro contributo a un evento importante quale i vent’anni del progetto Erasmus.
Credo che sia evidente a tutti che tra le varie progettualità europee quella di maggior successo è rappresentata dall’Erasmus; questo progetto ha consentito concretamente a giovani dell’Europa di vivere esperienze forti di cittadinanza europea, vissuta non nella logica di un’Europa calata dall’alto e condizionata dal potere dei soggetti economici o finanziari, ma di un’Europa fatta di popoli, di culture, di diverse lingue e diversi progetti formativi.
In quell’occasione, le Regioni europee legate a questo protocollo si interrogarono sul loro contributo al miglioramento della condizione di mobilità dei giovani per non lasciarla solo a chi avesse il privilegio e la possibilità di vivere l’esperienza universitaria. Fu fatta la scelta di ampliare dal basso questa occasione straordinaria, allargandola anche ai tanti giovani che, per esempio, scelgono di non andare all’università per lavorare o ai tanti che in qualche maniera sono inseriti in altri percorsi.
In ogni Regione abbiamo istituito la borsa della mobilità europea regionale, presentandola e rilanciandola, cercando soggetti imprenditoriali e imprese disposti ad accogliere in stage formativi di tre o sei mesi giovani provenienti dai diversi Paesi europei. Credo che sia un modo per distribuire meglio l’occasione di scambio e di formazione nella dimensione europea.
Ci tenevo a citare questo progetto, che negli anni è cresciuto e ha creato ulteriori occasioni di relazioni e scambio. Fra le varie iniziative costruite, credo che sia utile raccontarlo e divulgarlo.
C’è anche un aspetto legato alla convenienza, oltre che al significato simbolico di carattere politico: dall’Europa è possibile recuperare anche risorse se si lavora in rete, se si lavora in questo modo, se si parte con una progettualità condivisa a monte. In fin dei conti la partecipazione ai bandi europei è finalizzata a creare partenariati stabili tra i diversi soggetti e a costruire reti.
Questo, quindi, ci offre un elemento in più di efficacia e di recupero, in un momento di enorme difficoltà economico-finanziaria, di tutte le possibili risorse da mettere in gioco per tornare a ricordarci che i giovani sono al centro di tutto e che la loro condizione è la cifra che ci serve a misurare il livello di civiltà di una comunità. È una banalità, ma forse è il caso di ricordarlo sempre più spesso.
Volevo rassicurare il collega Pollastri che giustamente ha posto la questione. Se c’è un’attività che è possibile monitorare e controllare grazie all’esistenza del sito della rete e per la quale è possibile accedere anche a un livello di dettaglio relativamente ai costi e alle attività svolte, è proprio l’attività legata a questo protocollo di intesa, che con piacere voto per la seconda volta.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
Non avendo altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 1456.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 1427
Delibera: «Approvazione del rendiconto consuntivo dell’esercizio finanziario 2010 e del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2011 - Assestamento e primo provvedimento di variazione dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali (IBACN) della Regione Emilia-Romagna. (Proposta della Giunta regionale in data 30 maggio 2011, n. 729» (45) (Discussione e approvazione)
OGGETTO 1471
Relazione, per l’anno 2010, sull’attività dell’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell’art. 12, comma 4 bis, della L.R. 29/95 (Abbinata)
PRESIDENTE (Mandini): Propongo l’abbinamento dei due oggetti perché si tratta di argomenti affini. Preciso che la votazione riguarderà solo l’oggetto 1427 e non l’oggetto 1471.
Il provvedimento è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali con parere favorevole nella seduta del 21 giugno 2011. La votazione è stata la seguente: 22 voti a favore, nessun contrario e 14 astenuti.
È aperta la discussione generale congiunta.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Il Gruppo della Lega Nord esprime ancora molte perplessità in merito ai costi sostenuti dalla Regione Emilia-Romagna per l’Istituto. Se il Polo archivistico regionale costituisce un settore importante dal punto di vista amministrativo, risultano tuttavia rilevanti le svariate iniziative promozionali, di pubblicazioni e progetti che si ritengono spesso dispersivi e di facciata. Si lamentano continuamente tagli e riduzioni dei trasferimenti statali, mentre si assiste a fondi impegnati per spot antigovernativi, come alcuni pubblicati sul portale della Regione, relativi all’iniziativa “Cultura, cibo per l’anima” e finanziati attraverso l’Associazione documentaristi Emilia-Romagna.
A questo proposito, preannuncio un’interrogazione volta a conoscere quanto è costato e chi ha scelto di utilizzare risorse finanziarie e informatiche per una propaganda assolutamente faziosa e inopportuna, dati i tagli al settore. In una congiuntura economica come quella che si sta attraversando, anche la Regione Emilia-Romagna decide razionalmente di privilegiare settori vitali quali il sociale e le imprese, piuttosto che settori dove anche i privati possono svolgere un ruolo determinante.
Nei risultati conseguiti e scritti nella relazione dell’attività dell’Istituto 2010, presentati in questa Assemblea, al di là dei titoli delle pubblicazioni e dei filmati, sono comunque assenti risultati in termini di fruizione, partecipazione e diffusione delle iniziative, coinvolgimento di scuole e università. Tutto questo è una mancanza di trasparenza e di chiarezza. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 1427.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 1463
Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Donini, Pariani e Barbati per impegnare la Giunta, nel processo di revisione della L.R. n. 25 del 1999, ad introdurre principi che consentano una tutela pubblica della risorsa idrica e della qualità del servizio e a favorire la possibilità per gli enti locali di costruire società a totale controllo pubblico degli impianti, precisando la qualifica di dotazioni di interesse pubblico per le reti (240) (Ritiro)
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo agli atti di indirizzo e riprendiamo l’esame dell’oggetto 1463, iniziato nella seduta precedente dell’8 giugno 2011, proseguendo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Vorrei un chiarimento, presidente. La risoluzione in oggetto dovrebbe essere stata ritirata.
PRESIDENTE (Mandini): A noi risulta, invece, che l’oggetto 1463 abbia sostituito l’oggetto 1431.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Mi scuso per la mia assenza di un minuto dall’Aula.
Anche a nome dei colleghi che avevano sottoscritto assieme a me la risoluzione, ritengo opportuno il ritiro della stessa.
Sicuramente aveva una tempistica del tutto adeguata quando l’abbiamo discussa nel precedente Consiglio. Oggi, a Referendum avvenuto, dovremmo profondamente modificarla e credo che sia più utile avere un po’ più di tempo a disposizione per ragionare insieme, tenendo conto anche della discussione, in atto a livello nazionale, animata dai comitati promotori del referendum sull’acqua.
Credo, quindi, opportuno ritirare la risoluzione e riprendere la discussione, su una nuova mozione che conterrà molti degli orientamenti già proposti, ma che sarà aggiornata appena le condizioni lo permetteranno.
PRESIDENTE (Mandini): Prendiamo atto del ritiro della risoluzione oggetto 1463.
OGGETTO 1353
Risoluzione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni volte a prevenire e contrastare l'esercizio e l'insediamento nel territorio regionale del fenomeno criminoso del gioco d'azzardo (222) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo all’oggetto 1353 “Risoluzione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni volte a prevenire e contrastare l'esercizio e l'insediamento nel territorio regionale del fenomeno criminoso del gioco d'azzardo”.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Quando si parla di dipendenze, si pensa all’abuso di sostanze stupefacenti o di alcolici da parte di precise categorie sociali: emarginati, giovani, persone sole, depressi. Oggi, invece, si sta diffondendo una nuova forma di dipendenza che, al contrario, non riguarda droghe o alcolici e coinvolge persone di ogni età ed estrazione sociale: è il gioco d’azzardo patologico.
Quest’ultimo è da considerarsi come una patologia a tutti gli effetti, una sorta di tossicodipendenza, tanto da rientrare nell’area delle cosiddette dipendenze senza sostanze. Il giocatore patologico, infatti, mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando progressivamente la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco.
Questo inquietante fenomeno in Emilia-Romagna interessa circa 61567 persone che giocano in modo compulsivo su circa 3,7 milioni di giocatori. Questi dati, rilevati dall’inchiesta di Bandiera Gialla sulla dipendenza da gioco d’azzardo, fanno emergere una realtà molto preoccupante, delineando una malattia in costante crescita, anche a seguito dell’esponenziale aumento delle proposte di gioco e dalla moltiplicazione delle campagne pubblicitarie a esse connesse. Il messaggio che si intende comunicare con questo bombardamento pubblicitario è uno solo, forte e molto allettante, specialmente in tempi di crisi. Vincere grosse somme di denaro è facile e veloce, quindi perché non provarci?
Come è facile immaginarsi, in Italia il gioco d’azzardo coinvolge le fasce più deboli della popolazione. Secondo i dati Eurispes, infatti, gioca il 47 per cento degli indigenti, il 56 per cento degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66 per cento dei disoccupati. Tra coloro che giocano più di 150 euro alla settimana, il 36 per cento ha un lavoro precario, l’8 per cento sono casalinghe, il 28 per cento sono pensionati.
Naturalmente, in un periodo di recessione economica, come quello che stiamo attualmente attraversando, si assiste a un aumento esponenziale del fenomeno del gioco d’azzardo. Gli slogan sottolineano incessantemente che con pochi euro si può dare una svolta alla propria vita, senza contare che l’assenza del lavoro, la precarietà e il tempo libero, consentono di passare molte ore davanti a una slot machine al bar, per non parlare del gioco d’azzardo on line, che consente di giocare ingenti somme di denaro con pochi e semplici click.
Particolarmente preoccupante è la categoria dei giovanissimi. Il 33 per cento di loro gioca on line e nella maggior parte dei casi, nei siti dedicati a questa pratica, non è nemmeno richiesta la certificazione dell’età. Si inserisce semplicemente il numero di carta di credito e si può iniziare a giocare nel giro di pochi minuti dalla convalida della carta.
Chi è responsabile per la diffusione del gioco d’azzardo? La maggior parte di responsabilità è da attribuire allo Stato, che negli ultimi quindici anni ha liberalizzato il gioco e ha scelto di investire in videolottery, lotterie al consumo e vendita di slot machine. Infatti, la pratica del gioco d’azzardo, nelle sue molteplici forme, realizza una movimentazione di capitali tale da collocare questa industria alla quinta posizione a livello del fatturato dopo FIAT, Telecom, ENEL e IFIM. Quindi, senza pensare minimamente alle ripercussioni e agli immensi danni sociali che questo causa, lo Stato si è inventato ogni possibile modalità per spillare soldi ai giocatori.
Secondo uno studio del Sole 24 Ore, datato marzo 2011, sono tre le realtà particolarmente allarmanti della nostra Regione: Rimini, al terzo posto in Italia per spesa pro capite, con 1490 euro, Reggio Emilia al nono posto, con 1276 euro, e infine Modena al tredicesimo posto, con 1224 euro.
Il dato di fatto più preoccupante è che il gioco patologico non è riconosciuto dallo Stato italiano come dipendenza, e questo nonostante sia previsto come tale dall’Organizzazione mondiale della sanità fin dagli anni Ottanta. In Italia, tra l’altro, non è incluso nei livelli essenziali di assistenza, quindi non vi è la minima garanzia di poter accedere a strutture pubbliche per curarsi.
Nel nostro Paese, i percorsi di recupero sono sostenuti quasi esclusivamente dal privato sociale, come quelli organizzati dall’Associazione giocatori anonimi, dal Centro Papa Giovanni XXIII e dalla cooperativa sociale Lag di Vignola, decisamente troppo pochi per affrontare questo fenomeno sempre più crescente.
Oltre al gioco d’azzardo legale, consentito dalla legge, vi è poi quel sottobosco costituito dal gioco illegale. La malavita organizzata, di fatto, tende a inserirsi nei territori ricchi e contraddistinti da una fiorente economia che permette il reinvestimento del denaro accumulato in maniera illegale.
Per quanto riguarda invece le motivazioni che spingono le organizzazioni mafiose a combattere per il controllo delle bische clandestine, bisogna fare una piccola analisi sul giro d’affari che il gioco d’azzardo legale e illegale produce. Secondo stime della Guardia di finanza, rese pubbliche sulla stampa, in sostanziale accordo con testimonianze di vari operatori del settore (produttori, concessionari, gestori), la predetta raccolta di gioco ammonterebbe a 43,5 miliardi di euro. Tale stima deve essere inoltre correlata al fatto che a fronte di circa 200 mila apparecchi risultanti ufficialmente attivati, vi sarebbero almeno altrettanti apparecchi illegali.
Come si evince dall’ultimo rapporto della Commissione parlamentare Antimafia, è risaputo che le organizzazioni criminali siano attratte storicamente da un settore così ricco come il gioco d’azzardo, difficile da controllare e poco pericoloso rispetto ad altri settori, come quello della droga, anche dal punto di vista giudiziario.
Ed è proprio in questo contesto che la criminalità non si è lasciata sfuggire l’occasione di insinuarsi anche in attività relativamente recenti, come la gestione delle sale Bingo. Le scommesse clandestine e le sale Bingo continuano a rappresentare infatti un settore di grande interesse per le mafie, sia per quanto riguarda le infiltrazioni nelle società di gestione delle suddette sale, che si prestano costituzionalmente a essere un facile veicolo di infiltrazioni malavitose e di riciclaggio, sia per quanto riguarda le società concessionarie della gestione della rete telematica, dove si è assistito a un duplice fenomeno: da un lato l’aggiudicazione a prezzi non economici di talune concessioni, dall’altro il proliferare dei punti di scommessa, alcuni dei quali chiaramente inseriti in una rete territoriale dominata dalla presenza di un circuito criminale.
Queste nuove modalità di inserimento della criminalità organizzata nel gioco si coniugano con le tradizionali forme di intervento attraverso l’imposizione del noleggio di apparecchi di videogiochi, la gestione di bische clandestine e la pretesa di esigere le relative quote di utili, la presenza di un’organizzazione per scommesse illegali nel “lotto nero” e in quello clandestino.
La sensibilità delle problematiche di carattere criminogeno e socio-assistenziale correlate al fenomeno del gioco d’azzardo è anche comprovata dalla recente esperienza del Comune di Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia. Il 21 giugno scorso, il Comune reggiano ha approvato un regolamento per l’apertura e la gestione di sale giochi nel territorio comunale, disciplinando in modo analitico le procedure amministrative, gli obblighi dei gestori e le sanzioni applicate ai trasgressori della normativa vigente in materia.
In particolare il regolamento in esame, al quale sono sottese, tra l’altro, esigenze di tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica, nonché istanze di tutela della salute dalle forme di cosiddetta ludopatia, prevede una rigorosa procedura amministrativa al fine di ottenere il rilascio dell’autorizzazione comunale all’apertura e alla gestione delle sale da gioco, autorizzazione comunque subordinata, oltre che alla conformazione alle disposizioni dettate in materia di normativa nazionale, principalmente al Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, anche al rispetto di numerose prescrizioni di carattere morale, professionale, igienico, sanitario, urbanistico ed edilizio.
Infatti, il regolamento prevede altresì che in tutte le sale da gioco sia esposta una tabella, approvata dal Questore, recante tutti i giochi d’azzardo e tutti quelli comunque vietati dalla legge per motivi di pubblico interesse.
Le finalità perseguite dall’intervento comunale sono quindi evidenti: evitare la proliferazione di sale da gioco; regolamentarne la localizzazione, l’apertura e la gestione e assicurare che le attività ludiche siano svolte nella totale legalità; prevenire le patologie legate al gioco in qualsiasi forma esercitato.
Ancorché il Regolamento comunale costituisca, per vero, la mera trasposizione in un atto comunale di quanto già previsto e comunque desumibile dalla normativa nazionale, certamente rappresenta un indice fortemente sintomatico della necessità e della sentita esigenza di intervenire nel settore in esame, anche auspicando un intervento legislativo nazionale che realizzi in modo omogeneo la disciplina applicabile.
Per cercare di contrastare il dilagare di questo fenomeno, come Gruppo assembleare dell’Italia dei Valori, abbiamo depositato questa risoluzione che invita la Giunta regionale a incrementare le azioni di polizia amministrativa locale volte a prevenire e a contrastare l’esercizio e l’insediamento, nel territorio regionale, del fenomeno criminoso.
Per raggiungere questo obiettivo sarà pertanto necessario promuovere la stipulazione di intese e accordi tra la polizia amministrativa e gli operatori pubblici. Chiediamo inoltre di stipulare intese e accordi con gli altri enti pubblici, al fine di elaborare strategie comuni.
Credo che questo sarebbe un bel gesto per tutti i 61567 soggetti colpiti da dipendenza patologica. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Barbati.
Non essendovi altri iscritti a parlare in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Dopo la pregevole esposizione della collega Barbati, credo che ci sia poco da aggiungere nel momento in cui si è favorevoli a questa risoluzione. Condivido anch’io la preoccupazione per quella che in molti casi è una piaga sociale in grado di rovinare famiglie intere e anche per i forti rischi di contaminazione delle attività legate al gioco d’azzardo da parte della criminalità organizzata.
Esprimiamo, quindi, voto favorevole alla risoluzione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Dopo aver esaminato la risoluzione e ascoltato la relazione, in linea di principio siamo d’accordo sul fatto che questo fenomeno, che colpisce le persone e le famiglie, è in sé, ovviamente, deprecabile e da contrastare.
Devo però esprimere alcune mie riserve personali sugli strumenti, i mezzi, l’efficacia e le competenze che la Regione può mettere in campo in questo settore.
Dichiaro, quindi, che mi asterrò.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Apprezzo l’intervento della collega Barbati a questo proposito. Credo che effettivamente questo sia uno di quei fenomeni di cui spesso non è facile monitorare lo sviluppo e gli effetti. Purtroppo, da parte nostra, per le competenze che ci sono riconosciute, lo è ancora di più. Tuttavia, utilizzare anche questo contesto per aumentare la sensibilità sui dati relativi a questo fenomeno ritengo che sia cosa buona e giusta.
In modo analogo al problema che sollevava la collega, esiste anche la questione legata, per esempio, ai negozi alchemici, negozi che possiamo definire borderline e sui quali purtroppo, al di là del rispetto della legge sul commercio e di tutta una serie di condizioni di carattere igienico-sanitario, eccetera, null’altro possiamo fare.
Credo importante comunque mostrare di voler alzare l’attenzione riguardo a determinati temi. In ordine a questa risoluzione mi pronuncio, quindi, positivamente. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Se nessun altro consigliere intende intervenire, dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto.
Metto quindi in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1353, a firma della consigliera Barbati.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Inversione dell'ordine dei lavori
(Risoluzione oggetto 1552 - Ritiro) (254)
PRESIDENTE (Mandini): Nell’ultima Conferenza dei Capigruppo sono emerse richieste per portare avanti alcune risoluzioni. Oggi abbiamo alcune richieste di inversione dell’ordine dei lavori. Propongo di discutere queste ultime, collegate alla riunione dei Capigruppo.
Dovremo, poi, chiarire se prevalgono gli accordi dei Capigruppo sull’ordine del giorno raggiunti prima che si riunisca l’Aula o se prevalgono le richieste di inversione avanzate in Aula.
Sono pervenute tre richieste di inversione abbinate agli oggetti 846 e 673 relativi alla tematica dei rifiuti in Campania.
Una richiesta di inversione è relativa all’oggetto 1545, risoluzione a firma del consigliere Malaguti e altri; una è relativa all’oggetto 1548, risoluzione a firma del consigliere Manfredini e altri; una è relativa all’oggetto 1552, risoluzione a firma del consigliere Defranceschi ritirata in quanto sostituita con la risoluzione di cui all’oggetto 1556.
Sono ammessi un intervento a favore e uno contro la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.
MALAGUTI: Grazie, presidente. Credo che sia sin troppo facile sostenere l’urgenza della trattazione di questo argomento e l’inversione dell’ordine dei lavori. L’argomento è sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali ed è talmente urgente che il presidente Errani ha sentito la necessità, domenica scorsa, di fare un intervento sui quotidiani a sostegno della sua posizione in merito a questa questione.
Credo che sia urgente fare chiarezza proprio perché all’interno della stessa componente di sinistra ci sono posizioni diverse, come quelle espresse dal presidente della Provincia di Pesaro Matteo Ricci o dalla Regione Umbria che, pur essendo della stessa colorazione politica di questa Regione, ha manifestato l’intenzione di comportarsi in maniera diversa da come anticipato dal presidente Errani.
Credo, quindi, che sia evidente a tutti l’urgenza di fare chiarezza per i cittadini emiliano-romagnoli su una vicenda che tocca tutti a livello nazionale e su cui altre Regioni si sono già espresse. I nostri concittadini hanno diritto di capire quali siano le intenzioni della Regione Emilia-Romagna. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Malaguti.
Comunico una modifica relativa agli scrutatori: sono confermati i consiglieri Piva e Pariani, mentre il consigliere Bernardini è sostituito dal consigliere Pollastri.
Non essendovi interventi contro la proposta di inversione, la metto in votazione, per alzata di mano.
(È accolta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La richiesta di inversione è accolta.
OGGETTO 846
Risoluzione proposta dai consiglieri Bignami e Villani per impegnare la Giunta a prevedere la rotazione dei siti destinati a ricevere rifiuti campani (125) (Discussione e reiezione)
OGGETTO 673
Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta ad attivarsi, in un processo che veda coinvolte tutte le Regioni, per una gestione più evoluta dei rifiuti e affinché, nel caso dei rifiuti campani, il Governo sospenda le azioni di forza e ricerchi la partecipazione dei cittadini (82) (Discussione e non approvazione)
OGGETTO 1545
Risoluzione proposta dai consiglieri Malaguti, Villani, Bazzoni, Filippi, Bartolini, Lombardi, Pollastri, Bignami, Leoni, Aimi e Vecchi Alberto per impegnare la Giunta a non dare disponibilità ad ospitare nelle discariche presenti sul territorio emiliano-romagnolo rifiuti provenienti dalla città di Napoli finché non sia stato avviato un piano di smaltimento con la realizzazione di nuovi termovalorizzatori in loco (250) (Discussione e reiezione)
OGGETTO 1548
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per impegnare la Giunta a negare la disponibilità ad accogliere rifiuti provenienti dalla città di Napoli (252) (Discussione e reiezione)
OGGETTO 1556
Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi, Bonaccini, Barbati, Noè, Monari, Montanari, Naldi, Pariani e Sconciaforni per invitare la Giunta ad ospitare quantitativi di rifiuti provenienti dalla Regione Campania (256) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Apriamo la discussione generale congiunta sulle risoluzioni presentate.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.
MALAGUTI: Grazie, presidente. Leggo il testo della nostra risoluzione: «Premesso che la città di Napoli sta vivendo l’ennesima emergenza legata allo smaltimento dei rifiuti, ma che dopo anni la situazione non può più essere considerata tale, ma come una criticità a cui si devono trovare soluzioni definitive; atteso che, data la gravità della situazione, non sono tollerabili ridicole affermazioni come quelle del neosindaco De Magistris, il quale dichiarò in piena campagna elettorale che in cinque giorni avrebbe risolto il problema per poi addossare al Governo le colpe dopo essere stato eletto, ma occorre un urgente e puntuale piano di smaltimento in loco; preso atto che il Gruppo del PdL ha già dimostrato nei mesi scorsi la volontà di aiutare la Regione Campania attraverso la richiesta di accoglimento dei rifiuti, pur chiedendo la rotazione dei siti; considerato che è compito delle Regioni e degli enti locali il governo del ciclo dei rifiuti, che ognuno ha responsabilità precise che non possono essere disattese e che la Regione Campania è stata latitante, con il Comune di Napoli, riguardo alle proprie competenze, facendo sì che i partenopei stiano oggi vivendo l’ennesimo dramma sulla loro pelle; considerato altresì che tale situazione non può trovare soluzione in altre Regioni, che surrogano di fatto le competenze e le responsabilità della Regione Campania, ospitando nelle loro discariche i rifiuti di Napoli e imponendo le emissioni nocive dello smaltimento ai propri concittadini; impegna la Giunta a non dare la propria disponibilità a ospitare nelle discariche presenti sul territorio emiliano-romagnolo qualsivoglia quantitativo di rifiuti proveniente dalla città di Napoli, almeno sino a che non sia stato avviato un preciso piano di smaltimento con la realizzazione di nuovi termovalorizzatori in loco».
È evidente che non si può rispondere a un problema di questo tipo dicendo che si farà la raccolta differenziata, quando noi, che la raccolta differenziata la facciamo da anni, sappiamo che non copre il 40 per cento della soluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti.
È inutile. C’è qualcuno che si è candidato con uno slogan, affermando che avrebbe risolto il problema in cinque giorni e ha preso i voti per questo. Se fosse stato un esponente della destra a fare affermazioni di questo tipo, gli si chiederebbe subito di dimettersi. È abitudine della sinistra, ogni qual volta si parli di un esponente di destra, chiedere immediatamente le dimissioni se qualcosa non funziona.
Qui non funziona nulla e non è più una questione di emergenza perché dura da anni. L’emergenza dura poco tempo e si affronta con soluzioni definitive. Ma non si risolve il problema dei rifiuti mandandoli ad altri, imponendo ad altri di respirare le emissioni nocive dei rifiuti di qualcun altro.
Questa non è una soluzione, tant’è che altri esponenti di sinistra la pensano come noi. Come dicevo prima, il Presidente della Provincia di Pesaro o la stessa Regione Umbria, che è della vostra stessa colorazione politica, ha chiesto calma, perché alcune cose non funzionano.
È evidente che non si può risolvere un problema come quello, che dura ormai da anni, semplicemente dicendo che accoglieremo i rifiuti. Ma fino a quando? Per altri tre mesi, sei mesi, un anno, due anni, dieci anni, fino a quando, se la soluzione in loco è quella di fare la raccolta differenziata?
Dobbiamo capirci. Si potrebbe anche considerare un’emergenza e fare un ulteriore sforzo. Noi abbiamo concesso un’apertura inserendo alla fine del documento la possibilità di continuare ad accogliere rifiuti, ma solo dopo l’adozione di un preciso piano di smaltimento che preveda anche la realizzazione di altri termovalorizzatori. È l’unico modo per risolvere il problema rifiuti in loco. Se non si faranno altri termovalorizzatori, il problema non si risolverà mai.
Non è una questione di emergenza mandarli qui o in altre Regioni, quando, tra l’altro, altre Regioni hanno già detto che non li accetteranno e quindi il numero di quelle che dovranno eventualmente smaltirli si riduce.
Che dietro un problema di questo tipo ci sia anche la camorra è ormai chiaro a tutti. Su questo forse servirà anche un intervento dello Stato, ma questo intervento non sarà possibile se non ci sarà prima di tutto la volontà di creare soluzioni definitive in loco.
Non si può fare campagna elettorale dicendo che il problema in cinque giorni si risolve per poi dare la colpa allo Stato se non è così, come non si può pensare che si risolverà con la raccolta differenziata. Chi può credere che i partenopei risolveranno il problema dei loro rifiuti con la raccolta differenziata? C’è qualcuno in quest’Aula che lo crede veramente? A mio parere, nessuno di voi crede a una soluzione di questo tipo.
Ci vuole serietà. Queste emissioni le respireranno gli emiliano-romagnoli, ma non si può avere la botte piena, la moglie ubriaca e il vino in cantina. Bisogna dire le cose come stanno. Si deve cominciare da una situazione di responsabilità; quel capoluogo di Provincia deve dare dei segnali con un piano serio di raccolta, anche con l’aiuto dell’Esercito - probabilmente ce ne sarà bisogno, visti i soggetti della camorra che ci sono in giro - come è già avvenuto in passato. Dopo però occorreranno soluzioni definitive, come la costruzione di termovalorizzatori in loco che portino quella Regione all’autosufficienza, come deve essere per tutte le Regioni.
Non è serio non trovare soluzioni e mandare il problema a qualcun altro.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Malaguti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. È vero che questa situazione, durando da anni, pur con qualche pausa, non può essere considerata un’emergenza, ma l’accumulo di scelte non fatte. Quindi, vi sono sicuramente grosse responsabilità, errori e negligenze.
Una volta che ci siamo detti questo, dall’alto del nostro podio di “padani”, con tutto il nostro orgoglio settentrionale - spero sia chiaro il tono caustico -, dobbiamo farci carico di come risolvere il problema, invece di negarlo.
L’ordine del giorno che ho sottoscritto insieme a molti altri colleghi si muove nella direzione di contribuire a risolverlo con tutte le scelte necessarie sul piano locale, ma anche sul piano di una più ampia solidarietà nazionale. Quando passano in televisione quelle immagini di Napoli, come è già stato fatto notare ripetutamente, ne va dell’immagine del nostro Paese, non del Regno borbonico. Forse di questo, voi colleghi di Centrodestra non vi rendete conto. È in gioco l’immagine del nostro Paese perciò abbiamo tutti l’interesse a risolvere il problema.
Dell’ordine del giorno che avete presentato, e che ha appena illustrato il consigliere che mi ha preceduto, non mi stupisce l’attacco a De Magistris. È nell’ordine delle cose perché l’avete avversato, essendo il vostro concorrente in quel contesto. Quello che mi ha stupito, come vi ho segnalato anche prima a tu per tu, è l’attacco al presidente della Regione Campania. Affermate infatti che “la Regione Campania è stata latitante con il Comune di Napoli riguardo alle proprie competenze, facendo sì che i partenopei stiano oggi vivendo l’ennesimo dramma sulla loro pelle”.
(interruzioni)
L’attuale Presidente della Regione Campania si è insediato già da un po’. Inoltre, scrivete: “considerato altresì che tale situazione non può trovare soluzione in altre Regioni che surrogano di fatto le competenze e le responsabilità della Regione Campania”.
Se sono ancora presenti i giornalisti, segnalo il fatto che il PdL di questa Regione va furiosamente all’attacco del Presidente della Regione Campania. Immagino che, appena potrete, ne chiederete le dimissioni. Questo sinceramente è un fatto che mi ha colpito.
Per il resto, credo che l’impostazione del vostro ordine del giorno è l’impostazione di chi sostiene che se la sono cercata e che sono problemi loro. Non è così. Sono sicuramente problemi anche loro, e il nuovo sindaco, come ho cercato di dire, deve rimediare a una situazione grave di negligenza di cui sono corresponsabili tutte le forze amministrative di quella città. Ma il problema di questo Paese dobbiamo tutti contribuire a risolverlo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Solo una sottolineatura, poiché ho firmato molto volentieri, insieme ai Capigruppo di maggioranza e al collega Defranceschi, una risoluzione che va evidentemente nella direzione opposta a quella presentata dai colleghi del PdL.
Sinceramente mi limito ad annotare tre interventi del Presidente del Consiglio Berlusconi, che in un passaggio ha dichiarato addirittura che avrebbe garantito, entro tre giorni, il ripristino della normalità ambientale e lo smaltimento dei rifiuti a Napoli. Vorrei sottolineare nondimeno lo straordinario apporto del commissario Bertolaso che tutti ricorderete.
Ve lo dico in tono affettuoso, con quello spirito di lealtà e di correttezza, ancorché di avversità politica, che abbiamo sempre manifestato in quest’Aula: ci vuole un bel coraggio, colleghi, a presentare quell’ordine del giorno. Ci vuole un coraggio da leoni.
Sono stupito. Penso che questo dibattito si potrebbe svolgere più serenamente se il Governo prendesse atto del proprio fallimento e se, oltre ai rifiuti, provvedesse a smaltire se stesso. Dopodiché, qualche soluzione di concerto con le altre regioni ed efficace per Napoli si potrà trovare serenamente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Questa situazione è un po’ surreale. Vediamo il PdL scatenarsi per una frase del neosindaco, che si impegna a trovare una soluzione rapida - e forse ce l’avrebbe fatta, senza lo zampino della camorra -, quando in questi anni abbiamo assistito a di tutto e di più da parte del Presidente del Consiglio e del suo sodale Bertolaso, che se avesse perso meno tempo a farsi massaggiare, forse, qualcosa avrebbe ottenuto.
Trovo strano che adesso si imputi la responsabilità a De Magistris. È anche un po’ divertente. L’abbiamo visto tutti Berlusconi, uomo unto dal Signore, che prometteva miracoli a Napoli dicendo “ghe pensi mi”. L’abbiamo sentito tutti. Per colpa del “ghe pensi mi”, il nuovo sindaco si è trovato di fronte a una situazione complessa, molto difficile di cui è assurdo...
(interruzioni)
Sto parlando del vostro ordine del giorno dove mi pare ci sia scritto “De Magistris”.
L’altra cosa che trovo surreale è che il presidente della Regione è Caldoro. Tra l’altro mi pare che recentemente sia stato inquisito perché non riesce a trovare una soluzione o siti per la costruzione di nuove discariche. Caldoro non è dell’Italia dei Valori, Caldoro è del PdL...
(interruzione del consigliere Pollastri)
Scusatemi, ho sbagliato termine: non è inquisito ma indagato. È indagato perché il presidente della Regione è responsabile nell’individuazione dei siti.
Sono d’accordo con chi ha detto che oggi il PdL emiliano-romagnolo mette in discussione il presidente della Regione Campania. Se torniamo sulle responsabilità, è meglio precisare chi è effettivamente responsabile.
Sono anche convinta che quello che sta facendo il neosindaco De Magistris produrrà dei frutti, nonostante voi speriate il contrario. L’impegno c’è e vedrete che De Magistris avrà successo.
Volevo anche sottolineare che per voi esistono rifiuti di serie A, se vengono dal nord, e rifiuti di serie B se vengono dal sud. Questa Regione, fin dagli anni ’90, ha accolto rifiuti, ad esempio, della Lombardia e di Milano...
(interruzione del consigliere Bartolini)
PRESIDENTE (Mandini): Vi chiedo di evitare di fare commenti, collega Bartolini.
BARBATI: Continuiamo ad accettare, presidente, anche rifiuti speciali dal Veneto.
Rispetto a questa risoluzione, questa Regione dovrebbe impegnarsi a rimandare nel Veneto e a Milano tutti i rifiuti ai quali abbiamo aperto le porte perché siamo una Regione solidale. Possiamo rimandare indietro anche i rifiuti del Veneto, se siete d’accordo. L’avete sottoscritto in questa risoluzione.
Se non ci fosse davvero una grande irresponsabilità, dovremmo impegnarci tutti a sostenere un sindaco nell’affrontare una situazione sempre più critica che riguarda una città importante come Napoli. Credo che nessuno possa ritenersi senza responsabilità, soprattutto chi ha governato fino adesso, chi è andato a Napoli in pompa magna, chi ha portato a Napoli i grandi della terra ripulendo solo il contorno lì dove doveva farsi vedere.
La soluzione che adesso proponete, ossia quella di costruire una quantità non ben identificata di termovalorizzatori, oltre a offrire un terreno fertile per appalti in odore di infiltrazioni, non costituirebbe di certo un toccasana per la salute dei cittadini campani. La soluzione proposta invece da De Magistris porterà frutti anche in questo senso: raccolta differenziata, discariche e trattamenti meccanici biologici.
Oggi quindi chiediamo alla Regione di accettare una parte di quei rifiuti se Napoli ne avrà bisogno, accogliendo con orgoglio l’invito del Presidente della Repubblica Napolitano e dei vescovi che ci chiedono di prendere atto di una situazione di emergenza per i cittadini e per i bambini napoletani.
Se invece vogliamo portare avanti ridicole affermazioni, non tenendo presente che queste ridicole affermazioni possono creare problemi alla salute dei bambini napoletani, ognuno si assumerà le proprie responsabilità.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Barbati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Per l’ennesima volta ci troviamo a parlare dei rifiuti di Napoli. Facciamo attenzione quando parliamo di solidarietà. Tutte le volte si crea un polverone a livello mediatico, come dissi anche nella scorsa seduta.
Di fatto entrano in causa le multiutility. Io seguii da vicino i camion che arrivarono ad Akron, una società del gruppo HERA, una società privata che è stata pagata per i suoi servizi e che produce utili che entrano poi nelle casse dei soci, che per la maggioranza sono soci pubblici. Quindi non stiamo facendo alcun regalo.
E mi fa davvero ridere sentire parlare delle emissioni; se ci dovessimo preoccupare di ciò che respirano gli emiliano-romagnoli allora non attiveremmo la nuova linea a Modena, non realizzeremmo l’inceneritore di Parma e via discorrendo.
Come mi diceva il sottosegretario, scambiando due parole, i quantitativi sono piccoli rispetto al monte dei rifiuti che noi bruciamo e mettiamo in discarica ogni anno. Si tratta semplicemente di salvare la faccia del nostro Paese, che è preso in giro in mezzo mondo per questa questione dei rifiuti per le strade di Napoli.
Condivido, consigliere Malaguti, che quell’affermazione detta in campagna elettorale sia stata un po’ avventata; in una situazione delicata come quella di Napoli, dichiarare di ripulire le strade in quattro giorni è sicuramente stata un’affermazione azzardata. Bisogna anche dire che, al di là del posizionamento politico, che in questo caso non ci deve interessare perché parliamo di salute pubblica, da parte della nuova amministrazione napoletana c’è sicuramente la volontà di mettere in pratica percorsi virtuosi per la raccolta dei rifiuti.
Ho sentito dire che la raccolta differenziata non serve a niente perché dalle nostre parti si fa e si arriva al 40 per cento. Questa è un’informazione falsa: dove la raccolta si fa in maniera corretta, la differenziata schizza all’80 per cento, come dimostrano alcuni Comuni dell’Appennino bolognese, ma non solo. Il punto è come si organizza la raccolta, come si fa informazione con i cittadini e via discorrendo.
Una risoluzione depositata dal Movimento 5 Stelle mesi fa giaceva nei cassetti e oggi verrà automaticamente abbinata alle altre, ma solo per via dell’attualità, e anche questo, presidente, sarà un problema di cui discutere in futuro. Questa risoluzione impegna ad aiutare, ma dice anche che non possiamo continuare a far arrivare rifiuti in Emilia-Romagna, piuttosto che in Toscana o in altre Regioni, ogni volta che c’è un’emergenza, che non è più un’emergenza. Questo significa non fare politiche pubbliche.
Il valzer delle colpe della destra o della sinistra non ci interessa. Hanno governato per anni Bassolino e il centrosinistra e adesso la Regione è in mano...
(I consiglieri della Lega Nord posano sui loro banchi
tre sacchi di rifiuti con su scritto “NO”)
PRESIDENTE (Mandini): Scusi, consigliere Favia.
Cortesemente, portate fuori quei sacchetti dell’immondizia. Gli spettacoli si fanno in teatro. Chiedo ai commessi di provvedere. Grazie.
FAVIA: Poiché mi sembrano preoccupati per le emissioni nella nostra Regione e del fatto che smaltiremo rifiuti, invito i colleghi della Lega Nord a battersi per migliorare i sistemi di questa Regione, in modo tale che non solo non riceveremo più i rifiuti dalla Campania, ma saremo anche in grado di lavorarli a secco, di trasformarli in materia prima secondaria e di diminuire i rifiuti indifferenziati.
In questo momento dobbiamo fare la nostra parte. È anche esagerato, ribadisco, parlare di solidarietà. Questo per me è l’ABC da un punto di vista istituzionale. Il quantitativo è veramente esiguo e dietro c’è comunque un business, quindi non regaliamo niente a nessuno. Inoltre, in quelle Regioni sono arrivati i rifiuti speciali e tossici delle imprese del nord Italia.
Ricordiamoci che le nostre multiutility fanno a gara per innalzare la percentuale di rifiuti speciali che possono essere bruciati negli inceneritori. Per questo nessuno si scandalizza, nessuno porta i sacchi di immondizia in Aula. Eppure, forse è più grave perché i quantitativi sono molto più grandi.
Oggi noi dobbiamo cercare di aiutare Napoli anche perché questo non compromette la situazione di grave degrado ambientale della nostra Regione. Sicuramente non ci fa piacere che arrivino altri rifiuti, ma in questo momento a Napoli c’è una vera emergenza sanitaria e dobbiamo intervenire.
Tuttavia, non si può continuare così. Dico già che non sarò più d’accordo con simili interventi della nostra Regione nell’emergenza. Gli Enti locali e il Governo si devono responsabilizzare. Questa situazione non può più andare avanti così.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Tre sacchetti in più o in meno non fanno la differenza, agganciandomi al discorso del collega Favia. Nella Provincia di Piacenza, abbiamo iniziato la raccolta differenziata diversi anni fa e adesso nel Comune dove risiedo si supera abbondantemente il 70 per cento. Credo che all'inizio sia stato difficile per tutti noi attuare una raccolta differenziata effettivamente, oculata, suddividendo i rifiuti in sei o sette tipologie di materiali, dal vetro alle lattine, alla carta, al nero.
Lo scorso anno avevo presentato una risoluzione per incentivare la raccolta differenziata. Credo che i cittadini di Piacenza, possano essere un esempio per tutti i cittadini emiliano-romagnoli e tutti i cittadini italiani. Noi, collega Naldi, siamo padani e i nostri risultati sono migliori. Credo che la serietà delle persone e delle amministrazioni siano un elemento fondamentale.
Questo Stato e questo Governo hanno speso circa 8 mila milioni di euro dal 1994 a oggi per la questione rifiuti. Noi cittadini italiani tutti siamo stanchi, e se i miei colleghi del PdL sono sulla posizione che la Lega ha assunto a livello nazionale, mi fa molto piacere. In un momento di grave crisi economica, non deve sempre essere Pantalone a pagare e gli altri a giocare. Adesso anche loro devono mettersi a lavorare in modo serio per attuare una raccolta differenziata dei rifiuti che porti dei risultati.
A me personalmente, consigliera Barbati, non interessa se ha vinto De Magistris invece di Lettieri. Mi è indifferente. In questi tre anni il Governo ha attuato delle pulizie repentine sul suolo di Napoli, ma dopo qualche mese la città si è ritrovata ad avere lo stesso problema. Questo vuol dire che non sarebbe stato risolto né con un’amministrazione di centrodestra, né con un’amministrazione di centrosinistra.
Io non voglio accusare gli amministratori. Spero vivamente che il sindaco De Magistris riesca a instaurare un rapporto con i propri cittadini che trasformi Napoli in una città pulita e vivibile per il bene di tutti.
Come si fa con i bambini piccoli, adesso è ora di dire “basta”. Il momento è serio. Non possiamo tutte le volte portare i rifiuti in Emilia, in Lombardia, in Veneto, in Umbria o in Toscana. Sono d’accordo a riportare i rifiuti del Veneto e della Lombardia al loro posto. Noi però abbiamo accettato un inceneritore a Piacenza e ne stanno costruendo uno a Parma. Perché gli altri non devono farlo? Ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B?
Abbiamo gli stessi diritti e soprattutto gli stessi doveri. È una cosa importante. Credo che tutti i cittadini debbano pagare le tasse e debbano vedere smaltita la propria immondizia. Se i cittadini di Napoli pagano fior di quattrini per lo smaltimento dei rifiuti e si ritrovano le strade piene di immondizia, vuol dire che gli amministratori locali devono essere mandati a casa, anche se sono stati eletti da tre giorni.
Per noi è un “no” assoluto. D’ora in avanti, saremo sempre per il “no”.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.
BARTOLINI: La ringrazio, presidente.
Nella mia Provincia c’è una discarica interprovinciale dove conferiscono i rifiuti sia della Provincia di Forlì-Cesena sia di quella di Rimini. Si tratta della discarica di Sogliano al Rubicone. Facendomi portavoce anche della preoccupazione di chi vive in quella zona, dico che la Romagna ha già dato.
Qui non si tratta di un’emergenza. La solidarietà, che qualcuno ha evocato, quest’Aula non l’ha mai negata a nessuno. Non l’ha negata a Milano quando Milano ha avuto bisogno e non l’ha mai negata nemmeno a Napoli quando Napoli ha avuto bisogno, le prime volte e ripetutamente. Ricordo che nell’ultima discussione in quest’Aula fu il Presidente Errani a dichiarare che sarebbe stata l’ultima volta perché le cose si sarebbero sistemate. L’ultima volta diventa sempre la penultima e continuiamo a ripeterci.
Alla collega Barbati, che definisce surreale il nostro ordine del giorno, rispondo che di surreale c’è solo la situazione che si sta vivendo a Napoli. Se qualcuno dice che non è stata ripulita dice il falso perché, quando c’era ancora il Governo Prodi, Napoli era in ginocchio davanti alle telecamere del mondo. Qualcuno deve aver ripulito la città se è vero che questa situazione è durata un anno e mezzo. Non mi risulta che nell’ultimo anno e mezzo siano stati trasferiti rifiuti in emergenza nella nostra realtà. L’emergenza è riesplosa circa un anno fa. Il sottosegretario Bertelli saprà quando è avvenuto l’ultimo conferimento...
(interruzione del sottosegretario Bertelli)
È evidente che qui non si tratta di solidarietà. Ha ragione il collega Favia: c’è un business dietro questa situazione. Se vogliamo, possiamo dare solidarietà ai giochi della camorra campana perché è evidente che dietro c’è il malaffare e una situazione insostenibile dal punto di vista legale. Quella realtà è sotto scacco del malaffare e con quella che viene chiamata imprudentemente solidarietà non risolviamo il problema, ma alimentiamo ulteriori affari nel trasporto e nel conferimento dei rifiuti alle discariche delle altre Regioni.
Il problema c’è e va affrontato, ma non lo si risolve come fa De Magistris, che oggi è salito su un camion. Capisco che debba esaudire la promessa con cui ha vinto le elezioni di ripulire la città in cinque giorni.
Il nostro ordine del giorno non è una critica né a Caldoro, né alla Regione stessa perché Caldoro è subentrato un anno fa e non gli si possono addebitare tutte le responsabilità per una sola città. Non è tutta la Campania a trovarsi in quelle condizioni, ma la città di Napoli, che ininterrottamente da almeno quindici anni è amministrata dal centrosinistra.
Al di là di centrosinistra e centrodestra, è evidente che c’è un problema di legalità. C’è un problema forte di criminalità organizzata che sta condizionando questa città. È quindi surreale - questo sì - che vengano sempre chiamate altre Regioni come la nostra a farsi carico dei problemi di chi in realtà non ha un’emergenza. L’emergenza la si affronta tutti insieme, e l’Emilia-Romagna in questo non è seconda a nessuno, come abbiamo visto anche in occasione del terremoto dell’Aquila. Gli emiliano-romagnoli hanno la volontà di aiutare il prossimo, è nel loro DNA.
Ma questa non è un’emergenza, questa è una malattia cronica. O la si cura all’origine con gli strumenti necessari, che si chiamano termovalorizzatori, oppure non si otterrà nulla. In quella città ha vinto la sinistra radicale, così come ha vinto la sinistra radicale a Milano; non ha vinto il PD. E vedo riaffiorare, non a caso, i movimenti “No Tav”, che sono gli stessi che dicono “no” ai termovalorizzatori, che dicono “no” a tutto, “no” al progresso.
Se oltre alla criminalità organizzata, intervengono anche i movimenti politici della sinistra radicale per dire “no” ai termovalorizzatori e quant’altro, è evidente che questo problema riemergerà, e gli emiliano-romagnoli verranno chiamati a esprimere quella che voi chiamate solidarietà, ma che altro non è se non un prezzo caro da pagare in termini di danno ambientale.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bartolini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni. Ne ha facoltà.
SCONCIAFORNI: Mi aspettavo anche un’esaltazione del nucleare, già che c’eravamo. Dal termovalorizzatore al nucleare, questa è la modernità che ha in testa il PdL, ma è cosa nota.
Francamente io dividerei il dibattito. Capisco che a chi vuol fare demagogia portando i “sacchettini” o esaltando la modernità del nucleare fa comodo mischiare tutto per non analizzare il problema per quello che è.
Noi stiamo affrontando due risoluzioni che riguardano il fatto che l’Emilia-Romagna si renda disponibile a prendersi una piccola quota dei rifiuti della Campania, dopo l’appello drammatico fatto dal sindaco per chiedere aiuto a tutte le altre Regione.
Da una parte, c’è chi ha presentato una risoluzione che ritiene giusto che anche l’Emilia-Romagna faccia la sua parte in questo senso con un atto che io considero di solidarietà, ma che possiamo dichiarare di riduzione del danno, un danno che è stato provocato anche dal Nord. Trovo ipocrita accusare di questa situazione la città di Napoli, quando sanno ormai tutti, anche i sassi, come moltissime inchieste hanno dimostrato e certificato, tanto che credo che non sia neanche più oggetto di dibattito, che tantissime industrie del nord si sono liberate dei loro rifiuti, spesso tossici, per non rispettare tutta una serie di parametri, e quindi anche per non pagare un corretto smaltimento, servendosi della camorra e della malavita organizzata dalla Campania e di Napoli. E questi rifiuti sono stati gettati nelle discariche legali o illegali del territorio napoletano e campano.
Certi discorsi della Lega Nord o del PdL che tendono ad accusare le amministrazioni locali come uniche responsabili del problema, non tenendo conto di quest’altra fetta gigantesca di responsabilità, li considero politicamente ipocriti.
Voglio invece ribadire che una delle cause - non certo l’unica - dell’emergenza è stata la scelta economica di tante imprese del nord che hanno deciso di liberarsi non di qualche “sacchettino”, ma di tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici seguendo la via più breve ed economica, cioè affidarli alla camorra che poi li smistava nel territorio campano. È una presa d’atto politica che va fatta, e io credo che anche per questo l’Emilia-Romagna faccia bene a fare la sua parte.
Detto questo, come risolvere il problema dei rifiuti di Napoli credo che sia una discussione piuttosto complessa e non so se questa sia la sede giusta per farla. Io non sono per assolvere le precedenti amministrazioni; penso che Bassolino abbia responsabilità gigantesche, e infatti le sta pagando. Anche in questo caso non credo di dire niente di straordinario. A me pare però che la nuova amministrazione stia provando a portare le cose nella giusta direzione. E non è un caso che venga boicottata.
Il punto politico è questo. La grave responsabilità politica di questo Governo, ormai allo stadio finale, è quella di cercare di boicottare chi, forse per la prima volta, sta provando a prendere in mano la situazione e a trovare soluzioni che non siano di breve termine. Certo, questo problema non si risolve in due giorni, serve una strategia a lunga scadenza. Ma mi sembra che l’amministrazione De Magistris lo stia facendo, e per questo viene boicottata dal Governo.
Berlusconi il problema l’ha già risolto. Ha fatto fotografare qualche angolo di Napoli liberato dall’immondizia dall’esercito e ha fatto girare le foto nel mondo annunciando che la situazione era risolta. Altro che tre giorni, cinque giorni o una settimana! Per Berlusconi il problema è già risolto da tempo. Il problema, invece, non è risolto, ovviamente. La camorra continua a esserci, come pure i traffici illegali. Tuttavia, le soluzioni che De Magistris sta proponendo, non certo facili, né di breve termine, vanno nella giusta direzione. Ma questa è un’altra discussione.
Noi, oggi, siamo chiamati, come Regione, ad assumerci una responsabilità e a mostrare solidarietà. Io la chiamo così, anche se non si tratta solo di questo, nel senso che dobbiamo cercare di recuperare i danni che tante industrie del nord hanno fatto. Quindi, ben venga questa risoluzione, che anch’io ho firmato. L’Emilia-Romagna deve fare la sua parte per cercare di risolvere il problema dei rifiuti a Napoli. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: La ringrazio, presidente.
Anch’io ho firmato la risoluzione presentata da diversi Capigruppo, voterò contro la risoluzione presentata da Malaguti. Sia chiaro, in Campania e a Napoli debbono imparare a rispettare la legge e a smaltire tutti i rifiuti che producono e non può esistere ancora a lungo l’idea di essere sempre assistiti da chi ha assunto decisioni complicate e per tempo, come è stata data testimonianza qui da diversi interventi.
Vedo disegnato nella risoluzione della destra il tema della raccolta differenziata. Si ritiene che sia impossibile, a Napoli, realizzare significativi risultati con la raccolta differenziata, poi sento consiglieri, sempre di destra, che dicono che in un luogo si è realizzato il 70 per cento, poi in un altro luogo... Sì, dove il tema si affronta si possono fare grandi passi avanti. Perché ci deve essere un’autorità che con una percentuale stabilisce che cosa si riesce o non si riesce a fare a Napoli? La vera corsa che là si deve fare è di pensare di costruire le condizioni per smaltire tutti i rifiuti che si producono, nei vari modi possibili, in un tempo relativamente breve, sapendo che questo problema è aperto da tantissimo tempo, se vogliamo dirci effettivamente le cose come stanno.
Ora, detto questo, caro Collega Malaguti, siamo entrambi di Ferrara, ma tu non sei dello stesso partito del Presidente del Consiglio che aveva detto che aveva risolto il problema? Lui l’ha nascosto, tant’è che a qualche caseggiato di distanza se si andava con le telecamere si trovavano i rifiuti. Non è riuscito a nasconderlo a Palermo. E oggi cosa fai? Una ritorsione perché hai perso le elezioni? Una ritorsione contro i napoletani, contro l’Italia? E perché questa ritorsione? Cosa c’è di più profondo, oltre ad un rancore elettorale? Cosa c’è di più profondo, oltre al rancore elettorale, che in una forza di Governo fa scempio dell’intelligenza?
C’è il fatto che al Governo siete divisi come i cani, perché c’è solo una cosa da fare per la situazione di Napoli: che il Governo dichiari l’emergenza per intervenire immediatamente e non siete capaci di prendere questa decisione perché siete divisi tra chi dice “padrone a casa mia” , “non voglio i rifiuti”, “faccio come ritengo” e poi intervenite in Aula a dire che là si smaltisce il 70... Benedetto il Signore, che si inizi!
E i napoletani hanno detto che vogliono iniziare a cambiare tutto quello che c’era alle spalle, compreso quello che c’era sbagliato nel centrosinistra, abbiate pazienza, l’abbiamo detto dappertutto che problema c’è e lo dico anche in quest’Aula che il problema c’è.
Quindi rancore, ma soprattutto siete divisi, non siete capaci di prendere l’unica decisione che serve per fare rialzare la testa ai napoletani e all’Italia, la cui immagine nel mondo è un’immagine di un Paese che non sa nemmeno pulire il gabinetto di casa propria.
Allora, se la questione è questa, bisogna dire in modo molto semplice - e mi avvio a ultimare il mio intervento - che l’unica linea possibile è affrontare l’emergenza: che il Governo la dichiari e che tutta l’Italia faccia la sua parte a condizione che i napoletani e chi amministra si impegnino fattivamente in un progetto e nella sua realizzazione perché diventi autosufficiente anche quella realtà nello smaltimento, nei modi e nelle forme che saranno possibili e che sappiamo non essere oggi nelle condizioni di fare né in uno, né in tre, né in quattro giorni e né in quaranta, probabilmente.
Ma c’è un'emergenza. C’è un'emergenza, bisogna avere senso dello Stato di fronte all’emergenza con una condizione: che si apra un libro nuovo, una pagina nuova. D’altronde, i napoletani col voto hanno bocciato sia i governi precedenti che il centrodestra.
Noi abbiamo il coraggio di dirlo che è stato un bene che siano andati a casa quelli che c’erano prima e a voi prudono le mani perché non siete riusciti a prendere quel percolato lì e c’è stato un nuovo centrosinistra che è stato in grado di prendere in mano quella questione e la vuole affrontare. Sono i primi a dire che là comanda la camorra! Si abbia il coraggio di alzare la testa, di guardare oltre i muri e di pensare alla coesione del Paese. E quando ci sono sindaci, come il sindaco di Napoli, che chiede aiuto allo Stato, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, dicendo che è la criminalità organizzata che fa il gioco allora dico - siccome ho rispetto di tutti voi, ci distanzia la valutazione - si abbia un po’ più di senso dello Stato, si uniscano le forze, si dia una mano a chi sta cercando di aprire una strada nuova, che nessuno ha mai percorso per errori seri che sono stati fatti da tanti.
Io dico che adesso il Governo deve fare la sua parte, visto che gli altri sono in campo, e non lisciare il pelo al populismo, ma riuscire, come fa la nostra risoluzione, a fare un passo, a chiedere che tutti si uniscano per dare la soluzione giusta all’emergenza e per costruire, insieme ai napoletani, a chi governa, a chi si è assunto questa responsabilità, la condizione concreta di diventare nel tempo autosufficienti nello smaltimento.
Mi pare questo un percorso serio, che non ha niente che corrisponda alla vostra risoluzione, per cui boccio quello che avete proposto e voto quello che ho firmato.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Montanari.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Io ho firmato molto convintamente la risoluzione che mi hanno sottoposto a proposito della solidarietà. E mi piace usare la parola “solidarietà” perché mai come in questo contesto credo che sia opportuna.
BARTOLINI: Alla camorra.
NOÈ: Non alla camorra, Bartolini, agli italiani. Io non voglio esprimere una solidarietà ai napoletani e ai campani, ma voglio esprimere un concetto di solidarietà che oggi è per Napoli e la Campania, ma che domani può essere per un veneto, per un lombardo, può essere anche per qualche mio corregionale che in qualche città sia purtroppo fortemente vittima di un’organizzazione malavitosa.
Sinceramente non sono disposta a lasciare soli i napoletani a rischio di epidemia. Io non me la sento di lasciare i napoletani in mezzo a tutta quella merda - perdonatemi se uso questo termine -, non me la sento perché non è giusto per i cittadini napoletani.
Quindi, rispetto alla risoluzione su cui sono stata chiamata a esprimere un parere e ad apporre una firma, io dico di sì nel dare la disponibilità a ospitare in Emilia-Romagna quantitativi di rifiuti, proprio per questo concetto di solidarietà verso chi - penso soprattutto ai cittadini onesti napoletani e campani - non si merita questo.
In secondo luogo, credo convintamente che come Regione Emilia-Romagna dobbiamo fortemente sensibilizzare il nostro presidente, che è anche presidente della Conferenza Stato-Regioni, per dare una chance a questo sindaco che solo di recente è stato eletto e per vedere se effettivamente anche con la solidarietà, con il sostegno, con il monitoraggio, con la collaborazione di tutte le Regioni d’Italia, possiamo aiutare chi oggi governa Napoli a venir fuori da questo cancro. Purtroppo, ad oggi, nessuno - di destra, di sinistra, di centro, di sopra o di sotto - è riuscito ancora ad avere la meglio nei confronti di queste organizzazioni malavitose.
Personalmente mi oppongo a chi oggi vuole cercare di rompere la solidarietà nazionale. Io non ci sto. In questo momento dico che dobbiamo essere assolutamente solidali e tutti insieme, perché solo tutti insieme probabilmente possiamo aiutare questa città e questa regione a venirne fuori. Non so se sarà con un certo tipo di raccolta o con un’altra, ma certamente questa è una città e questa è una regione che ha bisogno di tutti noi. Spezzare questa solidarietà italiana oggi sarebbe molto irresponsabile, soprattutto se questo messaggio partisse da una città come la nostra, dove - ahimè - di recente abbiamo preso atto come l’infiltrazione di organizzazioni malavitose sta inficiando la salute anche del nostro tessuto produttivo.
Confermo, quindi, la mia disponibilità e la mia solidarietà affinché l’Emilia-Romagna nuovamente aiuti Napoli e la Campania ad aprire, come diceva il collega Montanari, anche una pagina nuova. Forse qualcuno ha esagerato a parlare di cinque giorni, ma ricordo che qualcuno, Bartolini, aveva dichiarato di aver comprato delle ville o di voler fare chissà che cosa in alcune isole. Dunque, agli effetti sensazionali ormai non credo più. Voglio, però, pensare che sotto sotto qui ci sia della grande buona volontà. E io non vedo perché non dovrei rendermi disponibile soprattutto nei confronti dei cittadini, laddove molti amministratori, a tutti i livelli, purtroppo, non sono riusciti ad avere la meglio nei confronti di un’organizzazione malavitosa.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Noè.
La parola al sottosegretario Bertelli.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Anche se inusualmente, credo di dover intervenire in questa discussione per due motivi. Innanzitutto, poiché alla fine della discussione si approverà una risoluzione che impegnerà il Presidente e la Giunta a svolgere delle azioni, credo sia utile darvi una sorta di lettura della discussione, che integra il contenuto delle risoluzioni.
Penso che persino la risoluzione presentata dal consigliere Malaguti ad un certo punto non escluda l’intervento della nostra Regione a fronte di determinate condizioni.
Tuttavia, rispetto alle proposte di Malaguti, bisognerebbe che avessimo davanti almeno sei o sette anni di tempo, perché, come sapete, la decisione, l’impostazione, il finanziamento e la realizzazione di impianti come quelli che sono qui previsti – che non è detto siano i migliori in assoluto per risolvere i problemi – hanno bisogno di anni di tempo. E quel tempo noi non ce l’abbiamo. Siamo di fronte a un’emergenza (perché questa è), quindi bisogna intervenire.
Poiché c’è stata una discussione per presentare le risoluzioni, io condivido quella che mi sembra della stragrande maggioranza. Ha ragione chi ha affermato che è l’immagine del nostro Paese a risentirne maggiormente, e abbiamo il dovere tutti di fare la nostra parte.
Naturalmente, siccome non è la prima volta che interveniamo, abbiamo bisogno anche di chiedere delle garanzie. Peraltro, non è scritto espressamente nelle risoluzioni, ma negli interventi questo è stato detto un po’ da tutti. Penso che la nostra Regione debba e possa fare la sua parte a fronte di garanzie.
La prima garanzia è molto semplice: occorre la dichiarazione dello stato di emergenza, senza la quale non possiamo nemmeno intervenire. Questo Governo l’ha fatto in altri momenti ripetutamente e deve farlo anche questa volta, e deve chiedere alle Regioni la loro disponibilità ad accettare i rifiuti campani. Diversamente, è impraticabile la soluzione che viene richiesta.
In secondo luogo, noi abbiamo bisogno, nella soluzione di questo problema, di garantire anche i nostri cittadini. Badate, non è una cosa banale. Come sapete, abbiamo avuto momenti in cui abbiamo dovuto riportare indietro partite di rifiuti che non rispettavano gli standard che avevamo concordato. E credo che questo non debba avvenire.
Terzo, penso che noi possiamo e dobbiamo collaborare a fronte della certezza che, dopo lo stato d’emergenza dichiarato dal Governo, si affronti un piano serio di soluzione del problema sul posto, che preveda che anche il popolo campano e i napoletani facciano fino in fondo la loro parte e non si mettano sempre contro. Altrimenti, non usciremo da questa situazione.
A fronte di queste condizioni, credo che noi possiamo fare la nostra parte, come abbiamo sempre fatto: l’abbiamo fatta per Formentini, allora sindaco leghista di Milano, l’abbiamo fatta per il Veneto, l’abbiamo fatta per San Marino, l’abbiamo fatta per tutti. La faremo ancora, nelle possibilità e nelle disponibilità che abbiamo, chiedendo ovviamente il rispetto di condizioni, a partire dal Governo che deve fare il primo passo, per trovare la soluzione e raccogliere la disponibilità di tutte le Regioni.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli.
Non essendovi altre richieste di intervento in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Se siete d’accordo, se pensiamo di riuscire a chiudere i lavori rispetto a questo oggetto, vi chiedo di autorizzarmi a sforare cinque o dieci minuti, quello che serve. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.
MALAGUTI: Cercherò di essere il più breve possibile.
Caro collega Montanari, tu dici che noi siamo divisi. Leggo, allora, la dichiarazione del presidente della Provincia di Pesaro: «I rifiuti dei napoletani possono rimanere dove sono e comunque non troveranno ospitalità nelle discariche pesaresi». Il presidente è del PD.
Ti posso leggere le dichiarazioni provenienti dall’Umbria, che mi sembra sia della stessa colorazione politica: «Con Napoli è in arretrato una vecchia vertenza per ospitalità di rifiuti mai onorata dai pagamenti pattuiti. Le discariche umbre sono alla vigilia dell’esaurimento».
Allora, ti chiedo, caro collega Montanari, se questi tuoi compagni di partito hanno fatto queste dichiarazioni per rancori personali. Le hanno fatte perché hanno perso le elezioni? Tu hai detto che questo motiva noi, ma evidentemente motiva anche alcuni tuoi colleghi di partito.
Al di là della dialettica politica, che sappiamo esserci sempre, io credo che, in parte come diceva il collega Bertelli, un problema di questo tipo si incontri quando c’è il coordinamento di tutti gli Enti locali con il Governo. Allora, non posso fare a meno di chiedermi perché il sindaco De Magistris non abbia chiesto lo stato di emergenza in campagna elettorale. Perché in campagna elettorale non è andato dai cittadini a dire che occorreva lo stato di emergenza? Perché non ha detto: “Faccio un appello al Governo e mi candido sapendo che è un problema di difficile soluzione”?
Perché, invece di dare contro a Berlusconi, qualunque cosa faccia, dica o muova, non si riconosce che quando è intervenuto con le ruspe del Governo in parte i rifiuti li aveva rimossi? È chiaro che non poteva risolvere il problema, ma è altrettanto chiaro che un problema di questo tipo non si può risolvere.
Certo che serve lo stato di emergenza del Governo! Certo che serve l’intervento dell’esercito! Contro i camorristi non si risolvono i problemi senza l’esercito. Anche questo, però, non è sufficiente. Occorre un coordinamento tra tutti gli Enti locali.
Noi abbiamo dato dimostrazione di citare anche la Regione Campania, che attualmente è governata da Caldoro - da un anno, perché prima è stata sempre governata da Bassolino - per sottolineare che anche la Regione si deve assumere le sue responsabilità, ma lo deve fare in sintonia con la Provincia e con il Comune.
Quello che noi chiediamo è che ci sia un segnale forte di volontà di risolvere questi problemi. Diversamente, i problemi non si risolveranno mai. Non si può sostenere che serve lo stato di calamità, che serve che la Regione faccia la sua parte e così via, dopodiché il problema si risolverà con la raccolta differenziata. È inutile che si facciano discorsi di questo tipo, lo sapete benissimo che non è questa la soluzione.
Noi abbiamo lasciato volutamente un’apertura alla fine, quella di dire che non accettiamo di accogliere per l’ennesima volta, come abbiamo fatto in passato, i rifiuti di Napoli, se non c’è un piano serio di smaltimento degli stessi. È questo il segnale che noi vogliamo sentire, altrimenti è inutile che continuiamo a dire che li accogliamo. Quante tonnellate ne accogliamo e per quanto tempo?
Possiamo continuare a raccontare ai nostri concittadini che devono sobbarcarsi questo onere che non è giusto che si sobbarchino? Non credo, se a monte non c’è un piano serio in loco, col coordinamento di tutti gli Enti locali, Comune, Provincia...
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere, le chiedo di terminare. Grazie.
MALAGUTI: Chiediamo che ci sia un segnale di serietà, che a nostro avviso ancora non c’è stato. Per questo abbiamo presentato questa risoluzione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Malaguti.
Non essendoci altre richieste di dichiarazione di voto, passiamo alla votazione. Ricordo che sono abbinati gli oggetti 846 e 673 già all’ordine del giorno.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1545, a firma dei consiglieri Malaguti, Villani, Bazzoni, Filippi, Bartolini, Lombardi, Pollastri, Bignami, Leoni, Aimi e Vecchi Alberto.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1548, a firma dei consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1556, a firma dei consiglieri Defranceschi, Bonaccini, Barbati, Noè, Monari, Montanari, Naldi, Pariani e Sconciaforni.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 846, a firma dei consiglieri Bignami e Villani. Ricordo che questa è la risoluzione originaria a cui erano collegate le tre che abbiamo votato prima.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 673, a firma del consigliere Favia.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è respinta.
Chiudiamo la sessione dei lavori.
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Mandini): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso delle sedute sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
1540 - Interrogazione del consigliere Piva, a risposta scritta, circa la bocciatura, in sede parlamentare, dell'emendamento al cd "Decreto sviluppo" riguardante lo stanziamento di fondi al settore pesca per permettere il fermo biologico. (1033)
1541 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa alcune questioni relative al personale della società Ferrovie Emilia-Romagna e circa i rapporti con i sindacati regionali. (1034)
1542 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la Presidenza della SAPIR di Ravenna. (1035)
1544 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Zoffoli, Montanari, Casadei, Costi, Marani, Barbieri, Alessandrini, Carini, Ferrari, Mori, Moriconi, Pagani e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta ad attivarsi per il riavvio di un percorso di programmazione economica, garantendo flussi di cassa nei tempi concordati per evitare problemi in particolare alle piccole e medie imprese, promuovendo accordi tra banche ed Enti locali per l'anticipo del credito alle imprese in tempi concordati, con particolare attenzione ai tempi di pagamento dei fornitori, con particolare riferimento alle piccole medie imprese. (249)
1545 - Risoluzione proposta dai consiglieri Malaguti, Villani, Bazzoni, Filippi, Bartolini, Lombardi, Pollastri, Bignami, Leoni, Aimi e Alberto Vecchi per impegnare la Giunta a non dare disponibilità ad ospitare nelle discariche presenti sul territorio emiliano-romagnolo rifiuti provenienti dalla città di Napoli finché non sia stato avviato un piano di smaltimento con la realizzazione di nuovi termovalorizzatori in loco. (250)
1546 - Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Monari, Sconciaforni e Barbati in ordine alla ricerca e sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi. (251)
1547 - Interrogazione dei consiglieri Luciano Vecchi, Costi, Casadei, Pagani, Barbieri, Ferrari, Mori, Moriconi e Garbi, a risposta scritta, circa problematiche relative al treno regionale 6251, che collega Parma a Bologna, ed i relativi disagi per l'utenza. (1036)
1548 - Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per impegnare la Giunta a negare la disponibilità ad accogliere rifiuti provenienti dalla città di Napoli. (252)
1549 - Interrogazione dei consiglieri Bazzoni, Lombardi e Bartolini, a risposta scritta, sulle iniziative da assumere in merito al contratto di affitto dei locali del laboratorio analisi unificato di Pievesistina-Cesena. (1037)
1550 - Interrogazione della consigliera Marani, a risposta scritta, in ordine alla crisi del gruppo Kemet. (1038)
1551 - Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari e Corradi circa l'iter di recepimento dei contenuti dell'accordo nazionale di categoria in ordine all'organico dei Vigili del Fuoco nel parmense. (253)
1552 - Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per invitare la Giunta ad ospitare quantitativi di rifiuti provenienti dalla regione Campania. (254)
1553 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, per garantire la continuità occupazionale dei lavoratori del pastificio Corticella a partire dai 20 addetti alla logistica e alle pulizie. (1039)
1554 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Alessandrini, Zoffoli, Pariani, Moriconi, Mori, Montanari, Pagani, Ferrari, Carini, Costi, Casadei, Piva, Luciano Vecchi, Marani, Cevenini e Mazzotti per impegnare la Giunta nella definizione di indirizzi e di azioni di coordinamento per le attività di trattamento e smaltimento dei rifiuti, con particolare riferimento ai rifiuti urbani promuovendo il superamento delle percentuali di raccolta differenziata imposta dalla legge. (255)
1555 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, per sapere se la Giunta intende opporsi alle decisioni della Regione Veneto circa la modifica della propria legge istitutiva del Parco del Delta del Po Veneto assecondando i progetti di Enel SpA in ordine alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle - Polesine Camerini. (1040)
1556 - Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi, Bonaccini, Barbati, Noè, Monari, Montanari, Naldi, Pariani e Sconciaforni per invitare la Giunta ad ospitare quantitativi di rifiuti provenienti dalla regione Campania. (256)
1557 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia per sapere se la Giunta intende opporsi alle decisioni della Regione Veneto circa la modifica della propria legge istitutiva del Parco del Delta del Po Veneto assecondando i progetti di Enel SpA in ordine alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle - Polesine Camerini. (257)
1558 - Risoluzione proposta dai consiglieri Favia, Barbati, Monari, Naldi, Meo e Sconciaforni per impegnare la Giunta a porre in essere azioni contro la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, prevedendo piani alternativi per lo sviluppo economico della zona e investendo, nell'area del Parco del Delta del Po, nella produzione energetica da fonti rinnovabili. (258)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 19,30
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 1348 «Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Disciplina della partecipazione della Regione Emilia-Romagna ai fondi immobiliari chiusi per il sostegno all'edilizia residenziale sociale"» (16)
Presenti: 42
Favorevoli: 30
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 12
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Assenti: 8
Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Paola MARANI.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 1465 «Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 35 ‘Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole’"»
Presenti 39
Favorevoli: 38
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 1
Alberto VECCHI.
Assenti: 11
Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Mauro MANFREDINI, Gian Guido NALDI, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 1465 «Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 35 ‘Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole’"» (17)
Presenti 41
Favorevoli: 32
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 5
Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Fabio FILIPPI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Astenuti: 4
Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Mauro MANFREDINI.
Assenti: 9
Enrico AIMI, Galeazzo BIGNAMI, Vasco ERRANI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Andrea POLLASTRI, Luciano VECCHI.
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Mandini - Richetti
Cevenini - Corradi
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