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41.
SEDUTA DI MARTEDÌ 12 LUGLIO 2011
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
Interpellanza oggetto 876 (50)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
BARBATI (Italia dei Valori)
LUSENTI, assessore
Interpellanza oggetto 539 (36)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
LUSENTI, assessore
BARTOLINI (PDL)
Interpellanza oggetto 937 (52)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
PERI, assessore
Interpellanza oggetto 1299 (61)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
RABBONI, assessore
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 1492
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 maggio 1996, n. 16 recante 'Riorganizzazione dei consorzi fitosanitari provinciali. Modifiche alle leggi regionali 28 luglio 1982, n. 34 e 7 febbraio 1992, n. 7'» (19)
(Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 1492/1 - Presentazione, discussione e reiezione) (35)
PRESIDENTE (Richetti)
NALDI, relatore
POLLASTRI (PDL)
GRILLINI (Italia dei Valori)
CAVALLI (Lega Nord)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
NALDI (SEL - Verdi)
CORRADI (Lega Nord)
ALESSANDRINI (PD)
OGGETTO 1512
Delibera: «Piano azione ambientale per un futuro sostenibile 2011-2013. (Delibera di Giunta n. 866 del 20 giugno 2011)» (46)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
FREDA, assessore
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
VILLANI (PDL)
MARANI (PD)
POLLASTRI (PDL)
MEO (SEL - Verdi)
MANDINI (Italia dei Valori)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
PRESIDENTE (Mandini)
FERRARI (PD)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
OGGETTO 1524
Delibera: «Variazione al bilancio di previsione dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio 2011. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 93 del 22 giugno 2011)» (47)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
LOMBARDI (PDL)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MAZZOTTI (PD)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini)
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 1558
Risoluzione proposta dai consiglieri Favia, Barbati, Monari, Naldi, Meo e Sconciaforni per impegnare la Giunta a porre in essere azioni contro la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, prevedendo piani alternativi per lo sviluppo economico della zona e investendo, nell'area del Parco del Delta del Po, nella produzione energetica da fonti rinnovabili (258)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MEO (SEL - Verdi)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
MONTANARI (PD)
Richiesta di inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini)
NALDI (SEL - Verdi)
POLLASTRI (PDL)
Inversione dell'ordine di lavori
PRESIDENTE (Mandini)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 1546
Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Monari, Sconciaforni e Barbati in ordine alla ricerca e sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi (251)
(Discussione e approvazione)
OGGETTO 1272
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Moriconi, Bonaccini, Montanari, Montani, Cevenini, Mori, Costi, Ferrari, Casadei, Luciano Vecchi, Pariani, Piva, Marani, Pagani e Carini per invitare la Giunta a porre la massima attenzione, a livello tecnico e politico, nei confronti delle procedure di Valutazione di impatto ambientale circa le ricerche di idrocarburi denominate “Fiume Reno” e “Fiume Panaro” e di ogni analoga richiesta, garantendo la trasparenza e l'informazione delle popolazioni interessate, applicando il principio di precauzione e svolgendo ogni approfondimento scientifico necessario (211)
(Ritiro)
PRESIDENTE (Mandini)
MONARI (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini)
PIVA (PD)
OGGETTO 995
Risoluzione proposta dai consiglieri Piva, Casadei, Moriconi, Montanari, Montani, Ferrari, Carini, Garbi, Alessandrini, Costi, Mori, Monari, Mazzotti, Fiammenghi, Zoffoli, Cevenini, Mumolo e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta ad attivarsi per accedere al riparto dei fondi nazionali previsti dalla normativa riguardante l'impiego di defibrillatori nei luoghi pubblici, finanziando inoltre la formazione dei relativi operatori (150)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
PIVA (PD)
CORRADI (Lega Nord)
FILIPPI (PDL)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,05
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la quarantunesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Buon pomeriggio. Possiamo riprendere i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.
Svolgiamo il seguente oggetto:
876 - Interpellanza della consigliera Barbati per sapere se la Giunta intende concedere finanziamenti al sistema ospedaliero al fine di migliorare il sistema assistenziale di base per gli anziani non autosufficienti. (50)
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti.
La parola alla consigliera Barbati per l’illustrazione.
BARBATI: Assessore, questa interpellanza, come vedrà, è un po’ datata; è già qualche tempo che l’abbiamo presentata. Parte da un’aggressione ai danni di un’anziana signora avvenuta a Santa Maria di Reggio Emilia, che segnalava comunque la punta di un iceberg al riguardo delle famose badanti che assistono i malati durante la notte.
Non è una novità che molte di queste donne provengano dall’est Europa e non solo, non hanno alcun titolo e a volte, proprio grazie al “vedo e non vedo”, ma anche alla necessità della famiglia, offrono la propria assistenza durante le ore notturne a persone non autosufficienti o a famiglie in difficoltà perché hanno bambini piccoli o perché lavorano.
Tutto questo ovviamente in cambio di una lauta ricompensa, rigorosamente in nero e senza la minima regolarizzazione. Si parla addirittura di 10-12 euro l’ora, per un totale di 120-140 euro a notte. Per una famiglia, se la degenza del malato ha tempi lunghi, rappresenta un bel “salasso”, volendo usare un termine medico.
Essendo questa una prassi sempre più consolidata, interpelliamo l’assessore Lusenti per capire quanto sia esteso il fenomeno in tutta la rete ospedaliera, con la richiesta di mettere in regola queste figure e di formarle adeguatamente prima che vengano commessi altri imperdonabili errori, prendendo atto che le badanti svolgono una funzione di sussidiarietà per conto del servizio sanitario, visto che l’assistenza dei degenti non autosufficienti - e non necessariamente di persone anziane - nelle ore notturne pare non essere comunque proporzionata rispetto alla domanda.
La premessa è quella di segnalare questa insufficienza assistenziale che caratterizza settori non intensivi. Se parliamo di cure intensive, l’assistenza notturna da parte del personale ospedaliero è garantita, ma per la maggior parte dei degenti questo non succede, e per tranquillità le famiglie si fanno carico di questa spesa rivolgendosi a persone che, come abbiamo visto e come spesso succede, non offrono eccessive garanzie.
L’incremento del personale medico in questi anni è servito a potenziare i settori che più promettevano di elevare i livelli di salute dei cittadini, come il settore diagnostico ad alta specializzazione e quello interventistico. Il trend di sviluppo professionale degli operatori paramedici, iniziato negli anni Sessanta in un'ottica di allineamento con gli standard europei, ha portato l’Italia all’abolizione di tutte le figure intermedie assistenziali, quali l’infermiere generico, figura da sempre impiegata nei compiti di assistenza di base.
Le risorse attribuite al sistema sanitario nazionale non sono sufficienti per rispondere a una domanda così generalizzata. Le numerose donne provenienti dall’est Europa e non solo offrono la loro assistenza in nero alle famiglie, facendosi pagare molto caro questo aiuto. Queste badanti svolgono comunque questa funzione di sussidiarietà per conto del servizio sanitario, e i compensi economici, come detto, sono altissimi.
Noi la interpelliamo per sapere quali azioni intenda intraprendere la Regione al fine di regolarizzare e regolamentare queste importanti figure assistenziali e per sapere se la Regione intenda concedere finanziamenti al sistema ospedaliero territoriale dell’Emilia-Romagna al fine di migliorare qualità e quantità dei servizi assistenziali di base per gli anziani non autosufficienti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
La parola all’assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
In riferimento all’interpellanza della consigliera Barbati posso esprimere queste considerazioni. Il ricovero rappresenta per il paziente e per la sua famiglia un momento di disagio legato non solo alla presenza della patologia, ma anche al concomitante allontanamento dal proprio domicilio e al dover abbandonare le proprie abitudini. In tale situazione la famiglia sente come prioritario il bisogno di tutelare la sfera psicologica del paziente, garantendo la propria presenza, diretta o indiretta, continuativa in ospedale, perché il livello assistenziale di base minimo, giudicato idoneo, ipotizza la risposta immediata anche a ogni bisogno di carattere non sanitario.
Per porre nella giusta ottica il fenomeno dell’utilizzo di badanti a pagamento va rilevato che, nel tempo, il ricovero ospedaliero è stato accompagnato dall’ingresso in ospedale della famiglia a seguito del paziente per il supporto nello svolgimento delle funzioni di assistenza non sanitaria più semplici. Il ricorso a figure a pagamento si è introdotto e si è consolidato concordemente alla riduzione dell’ampiezza e della disponibilità della cerchia familiare e amicale.
L’attenzione posta dal servizio sanitario rispetto al reclutamento del personale è stata dedicata negli ultimi decenni a potenziare senz’altro settori ad alta specializzazione, ma questa Regione ha dedicato uno spazio considerevole anche alla formazione del personale addetto all’assistenza di base, con l’individuazione della figura dell’operatore socio-sanitario, al quale specifici corsi di formazione professionale attribuiscono la competenza a svolgere attività di cura e di assistenza alle persone in condizioni di disagio o di non autosufficienza sul piano fisico o psichico.
Al fine di soddisfare i bisogni primari, tale figura è in Emilia-Romagna l’unica dedicata all’attività di assistenza di base all’interno delle strutture dei servizi socio-assistenziali, socio-sanitari e sanitari (strutture ospedaliere, case di riposo, case protette, residenze sanitarie assistite e strutture per disabili).
Sulla figura dell’operatore socio-sanitario la Regione Emilia-Romagna ha investito notevoli risorse sia per la formazione iniziale al lavoro sia per l’aggiornamento sul lavoro. Per quanto riguarda la formazione iniziale dal 2001 al 2009 sono stati effettuati 337 corsi inseriti nelle singole programmazioni provinciali, al termine dei quali si sono qualificati oltre 6.600 operatori.
Con la delibera 1842 del 2009 è stato inoltre approvato un Piano regionale integrato straordinario aggiuntivo di formazione al lavoro rivolto a 1.150 persone disoccupate residenti in Emilia-Romagna, con un ulteriore investimento di 3.800.000 mila euro.
A oggi sono terminate 26 attività concorsuali che hanno coinvolto 650 persone, mentre sono in corso di svolgimento altre venti attività rivolte ad altre 500 persone che termineranno tra i mesi di luglio e dicembre 2011.
Per quanto attiene all’aggiornamento sul lavoro, nel periodo 2003-2009 sono stati riqualificati 14.112 operatori alle attività assistenziali di base, che hanno così potuto conseguire la qualifica di operatore socio-sanitario con un investimento complessivo di oltre 18 milioni di euro.
Nel medesimo periodo sono stati riqualificati circa 1.900 operatori tecnici addetti all’assistenza impegnati nel sistema sanitario e socio-sanitario. Questo personale svolge attività di supporto al personale sanitario, compiendo in larga misura le attività che tradizionalmente venivano svolte dai familiari o dalle badanti. In particolare, in sostituzione o in appoggio ai familiari è in grado di dare supporto alla corretta assunzione dei farmaci prescritti e al corretto utilizzo delle apparecchiature medicali di semplice impiego, controllare e somministrare cibi, collaborare alla rieducazione motoria, favorire la mobilizzazione, accompagnare il paziente all’accesso ai servizi, e ha molte altre mansioni che aiutano a minimizzare la sofferenza e il disagio degli utenti.
Nonostante siano state messe in atto le modifiche sostanziali nell’organizzazione dell’assistenza ospedaliera, in taluni casi viene richiesta dai pazienti o familiari la presenza di badanti. In tale contesto, già con circolare 14 del 1994 questo assessorato ha provveduto a emanare disposizioni per regolamentare il fenomeno negli ospedali della Regione. Una normazione più complessiva per la definizione dell’organizzazione e dell’assistenza aggiuntiva non sanitaria nelle aree di degenza è stata successivamente definita dalla Giunta regionale con deliberazioni n. 1605 e 1693 del 2007.
Tali direttive sono finalizzate a dare indicazioni alle aziende sanitarie per regolamentare correttamente il fenomeno, rispetto soprattutto alla problematica dell’accesso di persone estranee alla struttura ospedaliera nei reparti di degenza e all’individuazione delle figure che possano effettuare l’assistenza non sanitaria.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola alla consigliera Barbati per la replica.
BARBATI: Sono un po’ in imbarazzo. So bene quanto questa Regione faccia e conosco bene l’OSS, cioè il personale di assistenza sanitaria, e anche i costi della formazione.
Mi pare però che non abbia risposto alla mia richiesta di regolamentazione di queste figure. Se è anche vero che esiste una circolare che dà disposizioni, la realtà è tutt’altra. Basta fare un giro nei nostri ospedali: in determinate ore non solo notturne, a volte anche di giorno, queste figure ci sono, esistono, non sono formate e sono pagate in nero dalle famiglie.
O si mette fine a questo mercato tranquillizzando le famiglie e dimostrando loro che i pazienti, anche in orario notturno, sono vigilati e controllati, e che quindi non è necessario sborsare cifre così alte per stare tranquille per i loro cari, oppure io posso riproporre l’interpellanza anche la prossima settimana.
In effetti il fenomeno esiste e in questo momento non mi è stata data una risposta precisa sulla sua regolamentazione, né in un senso né nell’altro. Basterebbe, ad esempio, organizzare corsi di formazione per queste pseudo-badanti, che almeno sarebbero più professionalmente pagate e non accadrebbero episodi, come quello che è successo a Reggio Emilia, e che secondo me accadono continuamente.
Inoltre dietro queste figure c’è un grosso mercato perché sono spesso le stesse persone e vengono segnalate dagli infermieri stessi. Se la famiglia chiede una persona da lasciare vicino al padre, alla madre o al figlio durante la notte, molto spesso è il personale che indica qualcuno che si è reso disponibile.
Per me è un fenomeno che va controllato prima che succeda qualcosa di veramente grave. In questo momento mi sembra che invece sia tutto lasciato in parte alla fortuna e in parte alla borsa delle famiglie. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Abbiamo esaurito l’oggetto 876, chiamo l’oggetto seguente:
539 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa il trasferimento della PET attualmente disponibile presso l’ospedale di Forlì. (36)
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti, a cui do la parola poiché il consigliere Bartolini intende impiegare tutto il tempo a sua disposizione per la replica.
LUSENTI, assessore: All’interpellanza n. 539 è stata fornita risposta scritta il 25 novembre del 2010. Se il consigliere Bartolini lo ritiene opportuno, darei lettura solo dell’integrazione rispetto alla risposta inviata alla fine dell’anno scorso.
Ad integrazione di quanto precedentemente comunicato in risposta all’interpellanza n. 539 del consigliere Bartolini, trasmessa in data 25 novembre 2010, sulla base delle informazioni acquisite dall’azienda AUSL di Forlì si precisa quanto segue.
L’IRST di Meldola ha proceduto all’acquisto di una propria PET che a partire dal 20 giugno ultimo scorso garantisce un volume di prestazioni pari a 6 a seduta per 5 giorni alla settimana su turni di 6 ore. L’attività è svolta dai dirigenti medici provenienti dalle unità operative di medicina nucleare delle aziende sanitarie di Forlì-Cesena e Ravenna, non Rimini perché non è dotata di un’unità operativa di medicina nucleare.
Sono viceversa tuttora in corso i lavori a livello di coordinamento di area vasta per arrivare a determinare il più appropriato assetto della rete delle medicine nucleari sulla Romagna. Al termine di questi lavori verrà dato puntuale riscontro al consigliere sulla organizzazione definitiva delle unità operative di medicina nucleare nelle quattro aziende sanitarie dell’area vasta Romagna.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Bartolini per la replica.
BARTOLINI: Grazie, presidente.
Ringrazio anche l’assessore per l’integrazione a questa mia interpellanza dell’ottobre del 2010.
Auspicavo che nell’integrazione mi garantisse che questo trasferimento della PET di Forlì, da me paventato, non avesse seguito e invece mi dice che è tuttora in corso di valutazione l’assetto della medicina nucleare sull’area vasta Romagna. Quindi ancora non c’è nulla di certo.
Di certo c’è questa PET nuova, anche se mi dicono che non sia di tecnologia avanzatissima. Abbiamo anche avuto occasione di vederla direttamente di recente, quando con il presidente Errani e l’assessore siamo andati all’inaugurazione della radio-farmacia nucleare.
Vorrei fare una riflessione. Nessuno vuol mettere in dubbio che l’IRST sia un punto di eccellenza regionale e mi auguro che con l’accreditamento diventi anche un punto di eccellenza nazionale per la cura del tumore. Sia ben chiaro questo perché, quando si fa un’interrogazione con la richiesta di non trasferire una PET da Forlì a Meldola, non si vuole sminuire il ruolo dell’IRST.
Ma se l’istituto deve essere un punto d’eccellenza dell’intera area vasta, che lo sia davvero, e non resti soltanto un’appendice della AUSL di Forlì, che deve pagare il conto. Mi fa piacere che l’assessore abbia puntualizzato che con l’acquisto della nuova PET operino tecnici e medici dell’intera area vasta, a esclusione di Rimini che non aveva specialisti in merito.
Dico questo perché troppe volte abbiamo visto che con l’area vasta il conto, quando ha riguardato la AUSL di Forlì direttamente o indirettamente, l’ha pagato principalmente questa stessa AUSL. È stato così per Pievesestina dove solo ora, dopo tre anni di insistenze, si cominceranno a rivedere i termini di suddivisione dei costi, anche del solo costo d’affitto dalla struttura di 2 milioni e 600 mila euro all’anno, che venivano ripartiti equamente per quattro, quando Ravenna ha un’utenza doppia rispetto a quella di Forlì. Non si capiva il perché di questa ripartizione che favoriva l’uno a discapito dell’altro. Finalmente, dopo anni, pare che la Regione se ne sia resa conto e stia pervenendo a un nuovo disciplinare e a una regolamentazione che consenta una suddivisione, almeno da quanto emerso anche dalle ultime sedute di Commissione, effettuata in base all’effettivo beneficio e utilizzo, con numeri ben definiti.
Nella medicina nucleare, Forlì vanta una forte esperienza. Già nel 2005 veniva messa a disposizione questa PET-TC a 16 strati, uno strumento eccezionale che, con la giusta enfasi, fu presentato come strumento all’avanguardia. Grazie a questo l’ospedale di Forlì è diventato un punto di riferimento per tutta la Romagna, basti pensare che i riminesi che, come diceva bene l’assessore, non hanno la PET si recano a Forlì, come pure i cittadini di Cesena e gli stessi ravennati, che dispongono di una struttura privata.
Visto che abbiamo fatto un processo alla AUSL di Forlì per il mega deficit di bilancio e quant’altro, non vorrei che alla fine questo eventuale trasferimento della PET a Meldola rappresentasse, oltre alla beffa, anche il danno, dato che verrebbe a mancare un introito importante per il bilancio stesso della AUSL.
Concludo sperando che non si debba intervenire nuovamente. Come ripeto, quando si parla di area vasta, se area vasta deve essere, area vasta sia, e se Meldola deve diventare, nell’area vasta Romagna, un punto di eccellenza per l’intera Romagna, a questo punto non ha più senso che a Ravenna continui a esserci una specializzazione sui tumori liquidi, cioè quelli riferiti alle leucemie e simili. Come giustamente Ravenna rivendica una specializzazione in questo campo, nessuno ha mai pensato di trasferire queste competenze all’IRST di Meldola.
Se si vuole arrivare a un centro unico, si chiuda anche quello di Ravenna e non solo quello di Forlì perché è vicino geograficamente. Il concetto è uno solo: se l’area vasta deve essere un progetto e una scommessa, area vasta sia, senza figli e figliastri, ma con tutte le quattro AUSL alla pari, così che nessuno debba agire a discapito dell’altro.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bartolini.
Abbiamo esaurito l’oggetto 539, chiamo l’oggetto seguente:
937 - Interpellanza del consigliere Filippi circa la procedura relativa all’ampliamento di un’area destinata a parcheggio in via Don Minzoni, nella frazione di Taneto di Gattatico (Reggio Emilia). (52)
Risponde per la Giunta l’assessore Peri.
La parola al consigliere Filippi per l’illustrazione.
FILIPPI: Grazie, presidente.
L’assessore Peri ben conosce Gattatico, che si trova al confine con il Comune di Parma. A Taneto, in una piccola frazioncina, esiste uno degli ultimi paradisi comunisti, assessore. Lei dovrebbe conoscere meglio di me il circolo ARCI “Fuori orario”. È risaputo che l’informazione e la comunicazione sono a senso unico, e non stupisce più di tanto che in questo circolo le iniziative vengano contrabbandate come democratiche e aperte.
L’assessore sa benissimo che periodicamente in questo circolo si riuniscono personaggi che sono maestri del giustizialismo, vedi Travaglio, qualche parroco rosso, magistrati orientati a sinistra.
(interruzione del consigliere Favia)
Un emergente si vanta di averci parlato, quindi abbiamo capito che tipo di persone vanno a parlare in questo circolo “Fuori orario”.
Questo circolo, in accordo con la televisione amica, pubblica quotidianamente l’odio e insegna a odiare Berlusconi. È la verità.
Visto che è molto frequentato, il parcheggio a disposizione di 4 mila metri quadrati, evidentemente, non era più sufficiente. Hanno quindi pensato di costruire un nuovo parcheggio di superficie pari a 12500 metri quadrati. Tanto per avere un’idea, si tratta di due campi da calcio, un mega parcheggio. Il problema è che l’hanno fatto in zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale, cioè nell’area nota come Galassina.
Sono a chiederle, assessore, se è vero che questi parcheggi sono stati eseguiti in modo abusivo. Se un cittadino o un’impresa qualsiasi avessero realizzato in modo abusivo due campi da calcio, la ditta sarebbe fallita e il cittadino sarebbe in carcere.
(interruzioni)
Chiedo se la Regione si sia informata in merito alla mia interpellanza; chiedo se è vero che la zona del Galasso è di particolare interesse paesaggistico-ambientale; chiedo anche se per caso non siano stati modificati i confini di tutela del Galassino; chiedo cosa succeda nel caso in cui il parcheggio sia stato realizzato abusivamente e anche se sono state rispettate le distanze dall’adiacente linea ferroviaria che confina con il parcheggio. Questo è l’oggetto della mia interpellanza.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all’assessore Peri per la risposta.
PERI, assessore: Grazie, presidente.
Siamo alla seconda tappa dell’interrogazione del consigliere Filippi, al quale avevamo già risposto in data 8 marzo di quest’anno. Per opportuna integrazione, abbiamo chiesto al Comune di Gattatico a che punto sia la pratica, che, come il consigliere Filippi sa, riguarda una variante al Piano regolatore del Comune di Gattatico, riferita proprio alla realizzazione del parcheggio ubicato in zona agricola e su un’area gravata da un vincolo di tutela paesaggistica.
È stata data una risposta all’interpellanza, come detto, l’8 di marzo sulla base dei chiarimenti forniti dal Comune. Voglio solo ricordare che la Regione non ha nessun potere di intervento sulla procedura di varianti urbanistiche, essendo una competenza esclusiva dei Comuni.
Le autorizzazioni paesistiche a rilasciarle sono i Comuni e l’interlocutore è la Provincia, previa acquisizione del parere della Sovrintendenza ai beni paesistici.
Il Comune a suo tempo evidenziava la necessità di regolarizzare il parcheggio, che consentirebbe di risolvere i problemi di viabilità di una zona molto frequentata, come testimonia anche il consigliere Filippi; l’esistenza di un vincolo paesistico insistente sull’area in questione; l’acquisizione dell’autorizzazione della Sovrintendenza; e ovviamente lo stato dell’iter procedurale della variante.
In data 7 luglio 2011 sono state chieste ulteriori informazioni al Comune sullo stato del percorso procedurale della variante, dato che, come ricordavo, la Giunta regionale non esercita competenze amministrative sull’approvazione degli strumenti urbanistici comunali. Le informazioni che abbiamo ricevuto sono le seguenti.
La variante al Piano regolatore è stata trasmessa in data 25 marzo 2011 alla provincia di Reggio Emilia, la quale è tenuta a esprimere osservazioni entro il termine perentorio di sessanta giorni. A seguito del deposito, la variante non è stata oggetto di nessuna osservazione da parte di alcun privato.
La Provincia ha sospeso il procedimento di sua competenza, richiedendo di integrare gli atti trasmessi con il parere della Sovrintendenza, tenendo conto del vincolo di tutela relativo all’area oggetto della variante. La richiesta del parere integrativo, inoltrata dal Comune, è stata ricevuta dalla Sovrintendenza il 22 aprile 2011, e a tutt’oggi dalla Sovrintendenza non è arrivato nessun parere.
Essendo trascorso un congruo lasso di tempo dalla richiesta, cioè oltre i sessanta giorni previsti dalla legge, senza alcun pronunciamento, il Comune - la dò come informazione - è intenzionato a sollecitare l’esame della variante alla stessa Provincia. Per assumere le proprie osservazioni la Provincia dispone di un lasso di tempo residuo decorrente dal ricevimento della richiesta che il Comune, se intende, potrà inoltrare.
Il procedimento relativo alla variante in oggetto si potrà concludere dopo che la Giunta provinciale avrà deliberato le proprie osservazioni e dopo che il Consiglio comunale avrà assunto l’atto di approvazione.
Questo è lo stato attuale della vicenda. Se ci saranno ulteriori puntate o ulteriori aggiornamenti, sarà mia cura fornirli in sede pubblica o in sede privata al consigliere Filippi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Filippi per la replica.
FILIPPI: Grazie, presidente.
Ringrazio l’assessore. È proprio una fortuna per questi del circolo “Fuori orario” che la Sovrintendenza, in sessanta giorni, non abbia avuto tempo di esaminare una costruzione in una zona a “vincolo Galasso”. È strano, perché quando queste cose accadono ad alcuni soggetti, sono tutti lì ad aiutarli. Questo circolo che ha procurato danni e che continua a procurarli dal punto di vista della morale e dell’etica, è talmente fortunato che  non gli arriva nemmeno il parere della Sovrintendenza.
Mi viene in mente che qui a Bologna Saragozza, quando Caprotti di Esselunga acquistò l’area per realizzare un supermercato, la Soprintendenza gli chiese un pavimento di cristallo per dare la possibilità di ammirare resti romani appena ritrovati. Dopo che l’area passò alla Coop, la Sovrintendenza stabilì che erano vecchi ruderi e che potevano essere trasportati a tre chilometri di distanza, e poi sono stati abbandonati.
Questi sono gli atteggiamenti politici che tengono alcune istituzioni che invece dovrebbero essere super partes.
Non mi fa piacere quello che l’assessore mi ha detto. Il circolo “Fuori orario” ha tutte le fortune. Se la Sovrintendenza non esprime un parere, vuol dire che il progetto va bene. Io un po’ me ne intendo, evidentemente il progetto per la Sovrintendenza è corretto. La Provincia di Reggio Emilia, essendo sponsorizzata dal “Fuori orario”, non può che dare parere positivo. Il Comune - figuriamoci - darà parere positivo. Questa è l’Emilia-Romagna, diciamolo ai cittadini emiliano-romagnoli.
Se avesse fatto la stessa cosa un’impresa con dieci operai avrebbe ancora problemi e denunce in tribunale. Se agisce così un circolo ai confini della legalità, viene tutto autorizzato.
Chiaramente non posso che essere in disaccordo totale con la sua risposta e non posso altro che dichiararmi insoddisfatto. Mi dispiace che in Emilia-Romagna le cose funzionino ancora così. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l’oggetto 937, chiamo l’oggetto seguente:
1299 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa le azioni da porre in essere per sostenere le imprese agricole e le relative risorse. (61)
Risponde per la Giunta l’assessore Rabboni.
La parola al consigliere Pollastri per l’illustrazione.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Colleghi consiglieri, assessore, questa interpellanza prende le mosse da una richiesta a un anno dall’insediamento dell’Assemblea legislativa regionale per sapere dalla Giunta, nella fattispecie dall’assessorato all’agricoltura, quale sia lo stato dell’arte relativamente al sostegno e al finanziamento per le problematiche che investono e hanno investito le imprese agricole.
Ho ritenuto opportuno porre la richiesta in maniera abbastanza dettagliata e circostanziata perché credo, assessore, che il tema sia di interesse regionale e che sia giusto ogni tanto fornire complessivamente un riferimento all’Assemblea, il massimo organo di indirizzo, di controllo e di rappresentanza della realtà della nostra Regione.
Vorrei sapere quante imprese agricole si sono rivolte negli ultimi due anni ai consorzi di garanzia, quante di queste imprese si sono rivolte ai Consorzi fidi, quante risorse la Giunta regionale intende destinare al sostegno del settore agricolo, a che punto è l’iter di aggregazione e diffusione di questi organismi sopra citati e quanti sono gli investimenti e i contributi nel settore agricolo previsti dal Piano.
Io ho la cattiva abitudine di tenere i vecchi documenti fin dall’inizio della campagna elettorale, come pure gli atti di indirizzo votati in Aula nei vari settori della vita della nostra Regione, e mi sembra di ricordare che da parte della Giunta regionale - lo dico in chiave propositiva, assessore - vi fosse l’impegno a sostenere uno sforzo davvero ingente per “dare una mano”, attivare misure e fronteggiare la situazione di crisi che ha colpito tantissime imprese agricole della nostra Regione.
Con questa interpellanza chiedo che lei riferisca all’Assemblea, magari con qualche dato, a che punto è la situazione dei nostri agricoltori. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all’assessore Rabboni per la risposta.
RABBONI, assessore: Grazie, presidente.
Sulla base dei dati forniti dal coordinamento regionale dei Confidi agricoli, l’insieme delle attività dei diversi organismi operanti sul territorio a favore dei propri soci ha consentito di accogliere 2824 domande di finanziamento nel 2009 e 2997 nel 2010.
Non è invece disponibile il dato delle imprese agricole che si sono rivolte agli altri consorzi fidi. Si può comunque affermare che la stragrande maggioranza abbia fatto riferimento ai Confidi agricoli, in quanto costituiti specificatamente per il settore della produzione primaria.
La Regione in questi anni ha attribuito un’importanza crescente, anche in termini di risorse rese disponibili, a iniziative di natura finanziaria in grado di incidere favorevolmente sui bisogni delle imprese in questa difficile fase congiunturale. Il credito rappresenta uno degli elementi essenziali per il sostegno della nostra agricoltura sia per garantire il mantenimento di un efficiente sistema produttivo specializzato, sia per favorirne il necessario ammodernamento.
Oltre alle iniziative intraprese per favorire l’accesso al credito dei produttori agricoli - da ultimo, voglio ricordare l’accordo firmato il 14 giugno di quest’anno con le banche dell’Emilia-Romagna e i consorzi fidi agricoli -, la Regione interviene annualmente a favore delle forme di garanzia nel settore agricolo attraverso la legge regionale n. 43/1997 e successive modificazioni, in particolare con i programmi operativi destinati ad agevolare i tassi di interesse, riducendoli fino a tre punti, sui finanziamenti riguardanti gli investimenti aziendali, anche in via complementare o alternativa alla misura 121 del Programma regionale di sviluppo rurale, e l’integrazione dei fondi di garanzia dei Confidi per il rilascio delle fideiussioni alle aziende socie.
Inoltre, interviene con i programmi in regime de minimis sulla liquidità aziendale, ovvero prestiti di conduzione con un pacchetto di azioni finanziarie facenti leva sulla riduzione del costo del denaro, attraverso il concorso nel pagamento degli interessi, e sulle garanzie dei Confidi.
Per i programmi destinati ad agevolare i tassi di interesse sono stati stanziati negli ultimi due anni 3.422.220 euro sul bilancio 2009, che ha però avuto operatività nel 2010, 1.964.000 euro dei quali, pari al 57 per cento del totale, per interventi di garanzia, e 1.458.224 euro, pari al 43 per cento della disponibilità, per il concorso interessi. Questi importi hanno consentito di intervenire su 320 operazioni finanziarie, 68 riferite alla misura 121 del Programma di sviluppo rurale, singola e in filiera, e 252 riferite alla legge regionale n. 43/1997 e successive modificazioni.
Nell’ambito del Programma operativo riferito all’anno 2008 sono state finanziate 17 operazioni sulla 121 e 361 ai sensi della legge regionale n. 43/1997, per un totale di 378 interventi.
Inoltre, 2.100.000 euro sono stati stanziati sul bilancio 2010, di cui 400.000 euro per le garanzie e 1.700.000 euro per il concorso interessi, che consentiranno di intervenire su un maggior numero di domande rispetto all’anno precedente.
Circa le azioni relative al de minimis, i programmi hanno inizialmente interessato i settori maggiormente in crisi, quelli lattiero-caseario, suinicolo e frutticolo, e sono stati successivamente estesi, nelle ultime due annate agrarie, a tutte le imprese di produzione agricola. Complessivamente, nei due anni di riferimento sono stati stanziati per questa tipologia di intervento 3.474.488 euro di risorse regionali, con le quali sono state finanziate, o sono in corso di finanziamento, 2726 domande, per un ammontare di 204.508.116 euro di prestiti agevolati.
Inoltre, sempre per le annualità 2009-2010, per la concessione di garanzie in favore delle cooperative emiliano-romagnole che operano nell’ambito del settore agricolo sono stati assegnati contributi integrativi al fondo consortile del consorzio Cooperfidi Italia rispettivamente per 250.000 euro e 200.000 euro.
Il processo di aggregazione degli agrifidi regionali è attualmente in corso. Si sono realizzate le fusioni tra i consorzi fidi di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna, con la costituzione di una nuova aggregazione denominata Agrifidi Uno, e quella tra i consorzi di Parma e di Piacenza, che ha dato origine ad Agrifidi Emilia.
La Regione è attualmente impegnata a stimolare ulteriormente la conclusione delle aggregazioni al fine di rendere più forte e incisivo il ruolo dei consorzi di garanzia in campo agricolo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Rabboni.
La parola al consigliere Pollastri per la replica.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Devo dare atto all’assessore Rabboni, dichiarandomi soddisfatto della sua risposta circostanziata, di aver risposto in modo puntuale a ogni quesito da me posto, anche fornendo dati e cifre. Mi riservo di chiedere copia del testo integrale per esaminarlo nella sua interezza e poter formulare una valutazione e un giudizio di natura politica sull’attività della Giunta in questo primo anno dall’insediamento.
Dando atto all’assessore della bontà della sua risposta, lo invito naturalmente a vigilare su questi processi di aggregazione e offrire questo stimolo che serve a tutto il nostro sistema delle imprese agricole. Anch’io nel mio piccolo ho contatti con le varie categorie e con i nostri imprenditori agricoli, soprattutto nel collegio elettorale dove sono stato eletto, la provincia di Piacenza.
Chiedo quindi all’assessore di andare avanti su questa strada, con una sottolineatura. Vi è un dato che mi preoccupa, cioè il fatto che tra il 2009 e il 2010 si è registrato un lieve incremento nelle richieste da parte delle imprese agricole. È un segnale delle difficoltà e delle problematiche che ho inteso oggi portare all’attenzione dell’Aula.
Credo che la risposta precisa e dettagliata dell’assessore sia un importante riferimento per avere un quadro e una fotografia di questa situazione che dovrebbe stare a cuore a ogni amministratore che abbia interesse per il mondo agricolo della nostra Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1299 e con esso lo svolgimento delle interpellanze.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Richetti): L’assessore Muzzarelli, per un impegno improrogabile nel pomeriggio di oggi, chiede di trattare l’oggetto 1305 o immediatamente dopo lo svolgimento delle interpellanze oppure nella seduta antimeridiana di domani, essendo già in convocazione.
Per non comprimere la discussione, siccome prima di sera riusciremo a esaurire gli oggetti all’ordine del giorno e avremo anche tempo per le risoluzioni, penso che domani mattina potrebbe essere la collocazione ideale.
Comunico altresì che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di non procedere con la votazione dell’oggetto riferito al Piano energetico, ma di tenere aperta la discussione. Domani mattina potremo procedere con illustrazione e dibattito degli interventi, mettendo “in sicurezza” i progetti di legge, compreso quello relativo ai consorzi fitosanitari, che abbiamo nell’immediato.
Procediamo, quindi, con l’ordine del giorno. Domani mattina l’assessore illustrerà il Piano energetico e apriremo il dibattito, che lasceremo aperto come concordato dalla Conferenza dei Capigruppo. Poiché siamo in seduta oggi e domani, questo punto lo tratteremo in apertura domani mattina, con l’illustrazione dell’assessore, dopo le interpellanze.
OGGETTO 1492
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 maggio 1996, n. 16 recante 'Riorganizzazione dei consorzi fitosanitari provinciali. Modifiche alle leggi regionali 28 luglio 1982, n. 34 e 7 febbraio 1992, n. 7'» (19) (Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 1492/1 - Presentazione, discussione e reiezione) (35)
PRESIDENTE (Richetti): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche economiche nella seduta del 7 luglio 2011 con parere favorevole, e si compone di otto articoli.
Il relatore, consigliere Gian Guido Naldi, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale. Occorre il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.
Nomino scrutatori i consiglieri Barbieri, Cavalli e Ferrari.
Ai sensi dell’art. 80, comma 7, del Regolamento interno, si proceda alla votazione mediante dispositivo elettronico.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico ora il risultato della votazione:
Presenti
28
Assenti
22
Favorevoli
28
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Richetti): La relazione orale è autorizzata.
L’autorizzazione alla relazione orale è accolta, per cui do la parola al relatore, consigliere Gian Guido Naldi.
NALDI, relatore: Grazie, presidente.
Oggi dobbiamo discutere una modifica alla legge n. 16/1996 che regolava il funzionamento dei consorzi fitosanitari nella nostra Regione. È una modifica relativamente semplice anche da illustrare.
Vorrei premettere che, a chi come me non conosceva la situazione, è saltato subito agli occhi, e probabilmente accadrà anche a qualcuno di voi, il fatto che i consorzi fitosanitari esistono soltanto in quattro Province dell’Emilia, mentre non esistono a Bologna, a Ferrara e in tutta la Romagna.
Questa differenza risale alla stessa legge costitutiva dei consorzi fitosanitari, che è del 1931, quando in Europa e in Italia in particolar modo irrompono malattie provenienti soprattutto dagli Stati Uniti d’America, come la famigerata peronospora e la fillossera.
Allora fu istituita la lotta obbligatoria a queste malattie delle piante, la lotta per la protezione obbligatoria, che veniva affidata o ai consorzi fitosanitari che furono istituiti nel dopoguerra o agli osservatori per le malattie delle piante.
Un osservatorio fu istituito in particolare a Bologna e successivamente si è trasformato in servizio fitosanitario regionale, con sedi decentrate a Ferrara, Ravenna e Cesena. Su questa differente situazione tra la parte occidentale e la parte orientale della Regione tornerò con una brevissima proposta.
A seguito del decreto del Presidente della Repubblica n. 616/1977 i consorzi diventano enti pubblici non economici alle dipendenze della Regione, e in collaborazione con il Servizio Fitosanitario svolgono attività relative innanzitutto alla sperimentazione delle nuove forme di lotta contro nuovi agenti che intervengono come malattie delle piante, nonché l’organizzazione e la vigilanza delle operazioni di contrasto alle malattie delle piante.
Il tema è tornato di una certa attualità negli ultimi anni perché ora il commercio globale ci mette a contatto con forme di contagio provenienti da altre parti del mondo.
Con la legge n. 16/1996, come dicevo prima, la Regione ha contribuito a una riorganizzazione dei consorzi, i quali riscuotono un contributo consortile dagli agricoltori in base al reddito dominicale delle aziende agricole, reddito dominicale che fa sì che il contributo sia relativamente modesto, di solito attorno a una cifra che va dai 14 ai 50 euro. La riscossione avviene attraverso una modalità simile a quella dei consorzi di bonifica, cioè attraverso bollette. Mediamente entrano 400.000 euro annui per ciascun consorzio, più un contributo della Regione cumulativo per i quattro di circa 300 mila euro.
Con questa proposta di legge, che abbiamo già discusso in Commissione, e sulla quale mi pare che si sia registrata una sostanziale convergenza, si propone di adeguare la disciplina alle norme che impongono la separazione tra indirizzo politico, fornito dalla Commissione di ciascun consorzio e la gestione, cioè la direzione tecnico-amministrativa.
Il secondo obiettivo che si vuole raggiungere con questa proposta di legge, in qualche modo legato al primo, è la riduzione dei costi degli organi di gestione, in particolar modo attraverso l’adozione del sindaco revisore unico, anziché il collegio dei sindaci revisori, e la definizione di un direttore al posto dei quattro esistenti, passando attraverso una gradualità che consenta di avere un unico direttore tecnico-amministrativo per due consorzi, abbinando inizialmente i territori che hanno più similitudini dal punto di vista delle colture agricole, cioè Parma e Piacenza e Modena e Reggio Emilia.
C’è poi l’esigenza di definire in modo ancora più preciso la mission dei consorzi, in particolar modo per quanto attiene allo svolgimento di un ruolo prioritario di divulgazione delle norme tecniche per combattere le malattie delle piante.
Un altro punto riguarda la modalità di riscossione dei contributi, che si vorrebbe effettuare con forme semplificate e più economiche di quanto non venga fatto in questo momento.
Il lavoro di preparazione che ho dovuto compiere per presentare questa proposta di legge mi ha messo in contatto con persone e tecnici competenti, che conoscono il sistema. Mi è stato detto, e da questo punto di vista non sono sorte contraddizioni, che i consorzi fitosanitari hanno un buon rapporto con gli agricoltori e svolgono un servizio che viene percepito come utile dal mondo agricolo. Con questa proposta intendiamo razionalizzare ulteriormente e rendere questo sistema ancora più efficace e più economico.
In seguito alla discussione svolta, d’accordo con la II Commissione e con il suo presidente, consigliere Grillini, direi che sarebbe utile un ulteriore momento di approfondimento sulla possibilità di uniformare la situazione in tutta la Regione e in tutte le Province. Per questo avanzo la proposta di un’udienza conoscitiva della Commissione con tutte le associazioni agricole per poter discutere la possibilità di creare condizioni omogenee in tutto il territorio dell’Emilia-Romagna. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
È aperta la discussione generale.
Vi ricordo che su questo oggetto è stato presentato un ordine del giorno, che affrontiamo contestualmente in questa discussione, a firma dei consiglieri Cavalli, Corradi e Leoni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Avevo avuto modo di ascoltare la relazione del collega Naldi, relatore di questo provvedimento, e anzi l’avevo sollecitata io stesso in Commissione Politiche per la salute e politiche sociali. Essendo stato assegnato dalla Presidenza, sembrava che su questo provvedimento vi fosse anche una competenza, non so se residuale, della IV Commissione.
Non so come sia andata a finire, ma credo che il provvedimento sia stato assegnato su richiesta della Commissione. Io ritengo che per una certa parte possa esistere un problema sotto il profilo sanitario, per questo avevo chiesto in sede di dibattito in Commissione che il collega Naldi sinteticamente informasse e riferisse, dato che si tratta di un punto all’ordine del giorno, sui contenuti di questo testo che approda al vaglio dell’Aula.
Questo è un provvedimento importante, addirittura di scottante attualità per il suo contenuto. Non sono in grado di dire, collega Naldi, se arriva in aula con ritardo. Come ripeto, non sono in grado di valutarlo. Vero e importante è che si metta mano a questa materia perché esistono malattie pericolose per le piante che devono essere assolutamente contrastate.
Penso anche che sia importante il riordino, la razionalizzazione, la verifica e la distinzione dei ruoli tra l’indirizzo politico e l’aspetto più tecnico-gestionale. In genere, in questo tipo di consorzi accade che, laddove si prendano decisioni sbagliate, non si capisce mai con nettezza di chi sia la responsabilità.
Ben venga anche la riduzione dei componenti e degli organismi. Dato che il relatore nella sua presentazione ha fatto un parallelo con i consorzi di bonifica, senza voler ironizzare, invito a far sì che vi sia un riscontro certo del beneficio immediato e diretto delle risorse investite rispetto al pur esiguo contributo, come ha ricordato il collega Naldi, pagato in base alla rendita dominicale a cui faceva riferimento il relatore da parte dei fruitori di questo consorzio.
L’ultima questione su cui volevo porre l’accento, collega Naldi, è un invito alla chiarezza nei riguardi del bollettino inviato agli agricoltori. Questo è un aspetto molto importante che va a beneficio dei contribuenti.
Credo che dopo di me si esprimeranno altri colleghi, ma almeno personalmente voterò a favore del provvedimento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente.
Ci troviamo a discutere di una proposta di legge ampiamente illustrata dal relatore, consigliere Naldi, quindi non mi dilungherò su questi aspetti. Colgo però l’occasione per intervenire su un tema assai rilevante in questa fase, per poi tornare alla questione dei consorzi fitosanitari.
Come sottolineava già chi è intervenuto prima di me, in materia fitosanitaria di tanto in tanto sorgono emergenze di carattere fitosanitario legate essenzialmente ai modelli di consumo e cioè all’importazione. Vi sono importazioni a volte difficili da controllare e comunque, quand’anche siano verificate con sistemi di controllo efficienti e severi, lasciano però passare patologie che non sono tipiche del nostro territorio.
È il caso dell’ape del castagno che sta facendo danni rilevanti. Si parla di un dimezzamento della produzione nazionale, e dato che, soprattutto nei luoghi di montagna, dove vige la cultura del castagno, questa cultura contribuisce in maniera significativa all’economia della montagna, ci possiamo immaginare quale sia il danno.
Pensiamo, per esempio, al punteruolo delle palme che sta distruggendo tutti i palmizi sulle nostre coste o alla batteriosi dei kiwi di cui ci siamo occupati in questi ultimi mesi addirittura con proposte legislative specifiche che l’assessore e la Giunta ci hanno proposto in tempi rapidi.
Io credo che la vicenda della batteriosi dei kiwi sia un esempio di come l’efficienza del lavoro istituzionale della Regione abbia dimostrato di saper rispondere anche alle legittime aspettative dei coltivatori che devono subire l’abbattimento di un impianto che è costato loro fatica, energia e denaro, e che non può più essere ricostruito. Dove arriva questa batteriosi, infatti, non si può più coltivare actinidia.
Di recente, si è verificata la vicenda del cetriolo, o perlomeno la questione è partita con l’accusa al cetriolo di essere la causa di un’infezione che di volta in volta è stata definita come virale, batteriologica eccetera, ma di cui non si è ancora avuta né l’esatta localizzazione né l’esatta determinazione. Non si è ancora capito esattamente di che cosa si tratta. L’epicentro è stato in Germania e ha creato il panico su tutti i mercati agricoli, provocando un danno rilevantissimo.
Come tutti sanno, mi riferisco al caso del batterio escherichia coli, un batterio che forse si è modificato geneticamente in modo spontaneo, e che ha creato numerosi decessi nel nord della Germania. È un batterio endemico che, ahimè, crea decine di decessi negli Stati Uniti ogni anno da tempo, ma lì non ha creato questo panico.
I danni alla nostra agricoltura regionale sono stati valutati - cito una dichiarazione dell’assessore Rabboni rilasciata in una trasmissione televisiva - in 26 milioni di euro. I danni prodotti da questo panico in Emilia-Romagna sono pari a 26 milioni di euro. Per qualche giorno non si sono venduti cetrioli e tutta una serie di ortaggi come i pomodori, e persino il radicchio ha subito danni per questo motivo.
Questa è una vicenda che somiglia, a mio parere, a certi allarmi sbagliati, o che si dimostrano sbagliati come per esempio nel caso dell’aviaria, che hanno prodotto comportamenti irrazionali, esborsi di denaro da parte della pubblica amministrazione che poi si è rivelato sprecato.
La Regione - e cito sempre dichiarazioni dell’assessore Rabboni - è intervenuta anche sulla vicenda del batterio escherichia coli. Non c’è dubbio, quindi, che l’azione di chi si occupa delle malattie e dei problemi fitosanitari è assai rilevante da questo punto di vista, non solo per evitare danni ingenti all’agricoltura o per cercare di superare con interventi appropriati queste patologie, ma anche per evitare falsi panici e ingiuste paure, amplificate, a mio parere, dai media senza le necessarie verifiche.
Come ripeto, da questo punto di vista i servizi dei consorzi fitosanitari possono essere rilevanti, come sono rilevanti i servizi gestiti direttamente dalla Regione Emilia-Romagna. E arrivo al punto.
I consorzi fitosanitari, come rilevavano gli interventi che mi hanno preceduto, riguardano l’Emilia e non la Romagna, dove i servizi sono gestiti direttamente dalla Regione. Studiare un’omogeneizzazione consentirebbe alla Regione stessa di praticare qualche risparmio, perché è ovvio che i servizi gestiti direttamente hanno un peso sul bilancio regionale. Al di là del risparmio, l’omogeneizzazione potrebbe anche voler dire per gli agricoltori della Romagna, ad esempio, essere coinvolti direttamente non solo e non tanto perché pagherebbero una tassa ulteriore, ma perché ci sarebbe anche una maggiore responsabilizzazione su questo terreno.
Come sappiamo, i consorzi fitosanitari eseguono anche le certificazioni per i prodotti che vanno all’estero. In questo modo, le parecchie centinaia di certificazione che attualmente emette la Regione per i prodotti romagnoli potrebbero essere demandate direttamente a questi consorzi.
Da questo punto di vista, almeno per quanto mi riguarda, come presidente di Commissione accolgo la proposta, su cui avevo già dato la mia disponibilità, di tenere un’udienza conoscitiva con le associazioni di settore per verificare se esiste la possibilità di omogeneizzare l’intera questione dei servizi fitosanitari, della prevenzione e dell’intervento sulle patologie in campo agricolo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente.
Come gruppo, abbiamo presentato un ordine del giorno, a firma dei consiglieri Corradi e Leoni, finalizzato a riprendere anche quanto detto dal collega Grillini in sede di Commissione.
Noi siamo d’accordo con il progetto di legge perché attua una riduzione dei costi e una razionalizzazione e riduzione dei componenti degli organi, passando da quattro a due direttori e infine a uno solo. Ritengo che effettivamente un riordino attraverso questo progetto di legge della Giunta fosse essenziale.
In sede di Commissione, il sottoscritto ed anche i colleghi Naldi e Grillini hanno notato la mancanza dei consorzi fitosanitari nella zona di Bologna, di Ferrara e della Romagna. Per questo motivo abbiamo presentato l’ordine del giorno che non prevede la costituzione di nuovi consorzi bensì, come ha detto giustamente poc’anzi il mio collega, l’impegno della Giunta ad uniformare i servizi sul territorio.
Intendiamo chiedere alla Giunta l’impegno a rendere uniforme il concorso agli oneri di trattamento e di servizio fitosanitario nei confronti di tutti gli agricoltori della Regione Emilia-Romagna, anche in considerazione della grave crisi economica che da tempo grava sulle imprese agricole, e a ridurre i costi posti a carico delle singole imprese agricole per le attività fitosanitarie nelle Province in cui operano i consorzi.
Con questo ordine del giorno chiediamo che sia equiparata la figura di tutti gli agricoltori che risiedono sul territorio emiliano-romagnolo. Credo che sia un ordine del giorno condivisibile anche da parte della maggioranza. Il mio invito è a fare il bene di una categoria su cui in questo momento grava una pesante crisi economica.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente.
In Commissione abbiamo votato a favore di questo provvedimento, e ovviamente lo faremo anche oggi, per l’importanza del servizio e di questo argomento che riguarda la tutela delle produzioni agricole.
Crediamo che sia un servizio importante nell’ambito non solo della prevenzione delle malattie delle piante, ma anche dell’educazione degli agricoltori, e crediamo anche che svolga una sorta di indirizzo e conseguentemente di controllo per quanto riguarda l’utilizzo indiscriminato di fitofarmaci in agricoltura.
In questo progetto di legge c’è un evidente impegno a razionalizzare i servizi, il personale e di conseguenza i costi. Non mi dilungherò su questi aspetti di cui si è già detto. In Commissione ci hanno informato di un progetto sperimentale, mi pare in corso nella provincia di Reggio Emilia, per la riscossione diretta dei tributi, quindi non gravando di questi compiti gli uffici provinciali. Il progetto di legge inoltre contiene indicazioni precise per quanto riguarda la fusione degli organi direttivi.
Credo che in Commissione sia stato fatto un buon lavoro grazie alla disponibilità di tutti e anche grazie alla presenza di funzionari dell’assessorato indubbiamente preparati, che nella discussione e nell’approfondimento di una materia che molti di noi non conoscevano hanno aperto un “portone” di discussione e di possibilità di miglioramento.
Devo riconoscere all’assessore di aver dato ampia disponibilità a ripartire con un progetto generale, progetto generale che è già stato indicato e che sicuramente deve mirare a uniformare questi servizi all’interno di tutta la nostra Regione e di tutte le nostre Province, sia per evitare costi differenti per gli agricoltori nelle diverse Province, sia perché è evidente che la cooperazione e la collaborazione, anche grazie al servizio regionale, non possono che portare benefici in termini di cultura sull’argomento e di riduzione dei costi.
Sono assolutamente concorde, quindi, con quanto abbiamo stabilito in Commissione circa l’opportunità di tenere un’ulteriore udienza conoscitiva per sentire le parti interessate e di continuare ad approfondire l’argomento anche con i funzionari dell’assessorato. Concordiamo anche con lo spirito dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Cavalli, sul quale voteremo a favore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Non avendo altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Poiché la Giunta non intende intervenire, passo direttamente all’esame dell’articolato sul quale non insistono emendamenti.
Prendiamo in esame l’articolo 1.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’articolo 2.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’articolo 3.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo all’articolo 4.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere intende intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 4 è approvato.
Passiamo all’articolo 5.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere intende intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 5 è approvato.
Passiamo all’articolo 6.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere intende intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 6 è approvato.
Passiamo all’articolo 7.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere intende intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 7.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 7 è approvato.
Passiamo all’articolo 8.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere intende intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, pongo in votazione, per alzata di mano, l’articolo 8.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 8 è approvato.
Abbiamo terminato l’esame dell’articolato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su ordine del giorno e intero progetto di legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente.
Sull’ordine del giorno che è stato presentato vorrei dire che stiamo discutendo di una legge e dell’istituzione di un servizio che risalgono a molti decenni fa.
Vorrei fare una brevissima considerazione, quasi filosofica. Allora ciò che era necessario veniva normato come obbligatorio. In questi ultimi tempi, le cose necessarie vengono sostenute con incentivi, mentre allora invece erano obbligatorie e andavano fatte a proprie spese, perché altrimenti si produceva un danno per tutta la comunità. Vorrei che questo lo tenessimo a mente perché tornerà utile alla fine del ragionamento.
Vorrei anche dire che fitosanitario non significa necessariamente fitofarmaco. Significa, certo, anche trattamento con fitofarmaci, ma se ben fatto, vuol dire anche utilizzare al massimo la lotta integrata e ridurre al minimo i trattamenti, grazie alla tempistica sempre più precisa consentita dall’innovazione nella scienza meteorologica, che da questo punto di vista è determinante.
Passo direttamente all’osservazione sull’ordine del giorno. Nei consorzi, in relazione ai contributi che vengono richiesti agli agricoltori, c’è un servizio in più. Abbiamo appena votato l’articolo 2, che ridefinisce l’articolo 2 della legge del 1996 e dove, al comma 1 lettere a), b) e c), vengono elencati i compiti dei consorzi fitosanitari. Si tratta di compiti specifici che i consorzi svolgono in aggiunta a quanto compiuto dal servizio fitosanitario della Regione.
La quota che pagano le aziende agricole è motivata da questo servizio in più che viene loro fornito. Solo per questa ragione io considero non appropriato l’ordine del giorno che parla di costi difformi per servizi omogenei. Non si tratta di servizi omogenei, ma di servizi in più di cui beneficiano le aziende che aderiscono a questi consorzi.
Mi pare, inoltre, che in Commissione avessimo ragionato tutti in modo uniforme su un punto che ha ripreso da ultimo il presidente della Commissione Grillini, cioè l’obiettivo di uniformare il sistema in tutta la Regione. Per dirlo con parole mie, si tratta di un obiettivo giusto per un servizio più efficace anche grazie alla corresponsabilizzazione degli agricoltori su tutto il territorio regionale. Io considero utile e positivo l’obiettivo di estendere eventualmente i consorzi. Tuttavia, dobbiamo verificare se esistono le condizioni, ed è per questo che nella relazione, come ha fatto anche il presidente Grillini nel suo intervento, ho richiamato l’esigenza di un’udienza conoscitiva con le associazioni degli agricoltori per verificare se esistono queste condizioni. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Il mio intervento è in parte una risposta a quanto poc’anzi detto dal relatore del progetto di legge.
Col nostro ordine del giorno teniamo a puntualizzare come vi sia, a nostro giudizio, la necessità che la Regione garantisca uniformità nei servizi fitosanitari agli agricoltori di questa Regione. Anche l’intervento del relatore ha appena evidenziato come permanga oggi una disparità di trattamento.
Peraltro, nella rimodulazione delle competenze affidate ai consorzi fitosanitari provinciali, che ricordo sono presenti solo in quattro province su nove, bisogna tenere conto che i consorzi sono obbligatori. Non si tratta quindi di un servizio pagato dall’utente; è un costo imposto a tappeto, seppur per finalità meritorie, a tutti i produttori agricoli delle quattro Province dove operano i quattro consorzi fitosanitari, cioè Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena.
Questo invece non avviene nelle altre Province, dove il servizio fitosanitario regionale fornisce gratuitamente il core business dell’attività, cioè la lotta e la tutela contro le problematiche fitosanitarie. Pensiamo, per esempio, ai gravi problemi patiti dalla frutticoltura in Romania che sono stati affrontati, credo in modo più che adeguato, dal nostro servizio fitosanitario regionale. In quel caso, non vi sono stati oneri diretti per le singole imprese agricole; vi è semmai un concorso da parte delle cooperative, ma l’approccio è totalmente diverso.
Inoltre, ribadisco che non siamo in presenza di un prelievo obbligatorio a carico di tutte le aziende agricole della Provincia. Nel caso di intervento, vi è semplicemente una piccola quota a carico delle cooperative e non delle singole imprese diretto-coltivatrici.
Quindi, siamo purtroppo in presenza - e mi fa piacere che molti colleghi, che, immagino, voteranno contro all’ordine del giorno, l’abbiano comunque evidenziato - di due sistemi che costituiscono due trattamenti differenziati per le singole aziende agricole. Peraltro, per l’area emiliana, i trattamenti e gli emolumenti sono obbligatori e a carico dell’impresa agricola. È vero che non si tratta di cifre molto elevate, ma credo corretto che la Regione si muova in direzione dell’uniformità e della parità di trattamento e di servizi, nonché della parità di oneri, magari anche minori di quelli attuali, a carico di tutte le imprese agricole e non solo di alcune, a seconda della residenza anagrafica. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRINI: Pochissime parole per comunicare il voto favorevole del Partito Democratico al progetto di legge. Stiamo discutendo di un tema che tratta di strumenti quali i consorzi fitosanitari che svolgono un’attività molto importante per organizzare la vigilanza e le operazioni di difesa contro le malattie delle piante e che effettuano un’attività di sperimentazione di campo e di presidio del territorio in senso generale.
Il nostro voto sarà favorevole anche perché, come diceva prima il consigliere Naldi, dopo circa quindici anni dall’approvazione della legge n. 16 era necessario apportare delle modifiche che incidessero principalmente, come abbiamo visto, sugli aspetti legati alla razionalizzazione organizzativa e alla funzionalità, per esempio con la già menzionata riduzione graduale dei direttori. Inoltre, con la proposta legislativa odierna si disciplina ulteriormente la separazione dei rapporti fra indirizzo politico e indirizzo organizzativo e amministrativo.
Vorrei dire una parola sull’ordine del giorno per comunicare che il nostro voto sarà contrario. Allo stato attuale effettivamente non c’è richiesta da parte dei territori citati della costituzione di questi consorzi. Mi fa specie, perché gli amici della Lega Nord in genere sono per semplificare e non per introdurre nuovi enti e mettere a fuoco la costituzione di altri organismi eccetera. Non ho capito fino in fondo da dove nasca questa loro proposta.
Credo che non spetti a noi come Assemblea forzare in quella direzione. Giustamente il relatore Naldi ha detto che ci faremo carico, come Commissione Politiche economiche, di svolgere un’audizione. Ragioneremo con le organizzazioni del settore e, se sarà ritenuto importante e opportuno da parte loro, non ci saranno problemi a riprendere l’argomento, a discuterlo e a procedere. Altrimenti, io mi fermerei qui.
Almeno in questa fase non riteniamo di doverci esprimere in modo favorevole sull’ordine del giorno. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Alessandrini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Sarò velocissimo.
Spiace che ci sia il voto contrario da parte della maggioranza. Vorrei rileggere l’ordine del giorno per far capire all’amico e collega Alessandrini che non è previsto nessun altro balzello. L’intenzione contenuta nella proposta era soltanto quella di superare i balzelli attuali e superare l’obbligatorietà dei contributi, in modo da sgravare i nostri agricoltori e renderli tutti uguali.
La nostra proposta non è quella di un aumento delle tasse, ma di una loro diminuzione. Soprattutto vorremmo cambiare le cose per i coltivatori delle Province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena che sono obbligati a versare, a differenza di quelli delle altre Province, ad eccezione degli iscritti alle cooperative, come ha affermato giustamente il funzionario. Se ho sbagliato, sarò contraddetto successivamente.
Il nostro ordine del giorno recita: “a garantire uniformità di concorso agli oneri di trattamento e di servizi fitosanitari nei confronti di tutti gli agricoltori della regione Emilia-Romagna” - nessun aumento di costi e balzelli per i nostri agricoltori, quindi - “anche in considerazione della grave crisi economica che da tempo grava sulle imprese agricole; a ridurre i costi a carico delle singole imprese agricole per le attività fitosanitarie nelle Province dove operano i consorzi fitosanitari”.
Il voto contrario mi rammarica particolarmente perché credo che, sia in Commissione che in Aula, assessore, come abbiamo dimostrato lo scorso anno, sui problemi seri siamo presenti e votiamo anche a favore, come nel caso di questa legge. Questo ordine del giorno intendeva soltanto attivare la Giunta su una nuova divisione di questi organi. Aver istituito quattro consorzi su nove Province non mi pare equo da parte della Regione.
Occorre un trattamento equo ed uniforme per gli agricoltori. L’agricoltore di Piacenza e quello della Romagna hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto.
Metto ora in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 1492/1 a firma dei consiglieri Cavalli, Corradi e Leoni.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’ordine del giorno è respinto.
Si proceda ora alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
35
Assenti
15
Favorevoli
35
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 maggio 1996, n. 16 recante “Riorganizzazione dei Consorzi Fitosanitari provinciali. Modifiche alle leggi regionali 28 luglio 1982, n. 34 e 7 febbraio 1992, n. 7».
OGGETTO 1512
Delibera: «Piano di azione ambientale per un futuro sostenibile 2011-2013. (Delibera di Giunta n. 866 del 20 giugno 2011)» (46) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità ha espresso parere favorevole con 32 voti a favore, nessun contrario e 4 astenuti.
La parola all’assessore Freda per l’illustrazione.
FREDA, assessore: Grazie, presidente.
Sostanzialmente si tratta di un documento che contiene il programma triennale di tutela dell’ambiente e che stabilisce le strategie della politica ambientale della Regione. In particolare, definisce, da un lato, le priorità dell’azione sull’ambiente e, dall’altro, le risorse finanziarie disponibili e i programmi di intervento.
Questo Piano in particolare si inserisce in un momento di profonda crisi economica, che riguarda chiaramente non solo il nostro Paese ma tutta l’Europa. Questo ha motivato l’Europa a presentare una strategia per uscire dalla crisi fondata su tre priorità: la crescita intelligente, che trova cardini nella conoscenza e nell’innovazione; la crescita sostenibile, e quindi la promozione di un’economia efficiente anche per quanto riguarda l’uso delle risorse; la crescita inclusiva, che metta al primo posto l’occupazione.
Per quanto riguarda la Regione, facendo riferimento alle strategie dettate dall’Europa, pensiamo che uno dei metodi per far fronte alla crisi sia riuscire a integrare le nostre azioni, soprattutto in relazione al Piano di azione ambientale. Integrare le strategie sull’ambiente significa fare sistema rispetto ad altri strumenti di pianificazione messi a punto dalla Regione, anche in un’ottica di pianificazione di area vasta.
In particolare, questo Piano presenta una novità rispetto a quello precedente e cioè l’allegato 2, in cui è riportata una sintesi tra gli strumenti di pianificazione elaborati dalla Regione, i principali contenuti e le possibili sinergie rispetto al Piano di azione ambientale. L’obiettivo è rendere sempre più concrete queste sinergie e svolgere una politica davvero integrata.
Oltre a questo elemento, abbiamo cercato anche di rendere quanto più possibile misurabili e quantificabili gli interventi che si realizzano in materia ambientale, sposando appieno un’altra strategia europea, Europa 2020, e mutuando dal protocollo di Kyoto “20-20-20” una modalità di misurazione e monitoraggio degli interventi da applicare ad altre matrici ambientali, non solo al clima quindi. Si lavora sull’acqua, sul consumo del suolo e sulla biodiversità.
Gli obiettivi del nuovo Piano di azione ambientale sono sostanzialmente la riconferma degli obiettivi del precedente. Questa è stata una scelta motivata dall’analisi dello stato dell’arte del vecchio Piano di azione ambientale e dell’avanzamento degli impegni che erano stati presi dalla Regione e dagli Enti locali per il raggiungimento dei programmi a suo tempo proposti.
Questo monitoraggio ha reso evidente che, anche a causa della situazione di crisi di cui riferivo prima, molti interventi non sono partiti, mentre altri sono stati avviati da pochissimo. Non c’erano le condizioni per motivare un cambio di strategia perché quella del vecchio Piano non ha potuto essere verificata.
Si è pensato quindi di riconfermare gli obiettivi del Piano di azione ambientale 2008-2010, che peraltro aveva avuto un percorso abbastanza complesso. In realtà era stato approvato alla fine del 2008, ma le prime intese con gli Enti locali erano state sottoscritte a metà del 2009, alcune addirittura alla fine di quell’anno. Oltre alla situazione di crisi, i tempi per la realizzazione degli obiettivi sono stati davvero stretti e non ci hanno consentito di verificare l’efficacia delle strategie ambientali messe a punto con il vecchio Piano. Da qui la scelta di riconfermarne gli obiettivi.
Un primo obiettivo riguarda la tutela della biodiversità, che in questo caso decliniamo come tutela della qualità delle acque perché i corsi d’acqua, in una realtà urbanizzata com’è quella della Regione Emilia-Romagna, sono gli unici corridoi ecologici che possono davvero garantire, con l’incremento della qualità, la tutela della biodiversità.
Un altro obiettivo è relativo alla gestione dei rifiuti, contemplando evidentemente anche la riduzione a monte, uno degli obiettivi che peraltro ci indica l’Europa con la direttiva 98/2008. Il terzo riguarda le criticità territoriali, cioè la possibilità di far fronte, attraverso il Piano d’azione ambientale, anche a situazioni ambientali critiche, specifiche dei vari territori.
Un altro elemento di novità è rappresentato dal doppio binario. Per consentire a territori di intervenire prontamente su progetti già formulati a partire dal vecchio Piano di azione ambientale, abbiamo pensato di creare una linea in grado di partire immediatamente dopo la sottoscrizione dell’intesa, sostanzialmente già dalla fine di luglio. Altri interventi, che richiedono una maggiore riflessione, dovranno invece seguire un percorso che si concluderà a metà del 2012.
Anche per questo motivo i criteri di selezione delle proposte avanzate dagli Enti locali, proposte che sono state condivise all’interno delle cabine di regia, sono costituiti non solo dalla coerenza rispetto ai temi del Piano di azione ambientale, ma anche dalla fattibilità in termini tecnici, amministrativi e finanziari. Il Piano di azione ambientale copre fino a un massimo del 75 per cento delle spese ammissibili, ed è sempre previsto il cofinanziamento degli Enti locali.
Oltre a questo, uno dei criteri per la selezione e anche per la predisposizione delle proposte dei territori è la coerenza rispetto alla necessità della Regione di dare risposta alle procedure di infrazione comunitarie già in essere o prevedibili. In particolare, per quanto riguarda il tema dell’acqua, intervenendo sulla qualità e collegando questi interventi alla tutela della biodiversità, rispondiamo alla richiesta dell’Europa di raggiungere la conformità degli agglomerati al di sopra dei 2000 abitanti o equivalenti.
In realtà, come sapete, siamo intervenuti anche al di sotto di questa soglia. Tuttavia, con il Piano di azione ambientale vorremmo sicuramente sfruttare la sinergia di cui si parlava e riuscire a dare una risposta più tempestiva e diffusa alle richieste dell’Unione europea.
La seconda procedura di infrazione che vorremmo affrontare è quella relativa alla qualità dell’aria e agli sforamenti in termini di polveri sottili e biossidi di azoto. Noi pensiamo, adottando questi criteri e attraverso la scelta degli interventi, di poter fornire un quadro misurabile e ben preciso delle strategie e delle politiche ambientali della Regione.
Per quanto attiene alle modalità di attuazione del Piano, i principi vanno evidentemente nella direzione della massima integrazione e del fare sistema rispetto alle risorse disponibili anche per altri strumenti di pianificazione, come per esempio il Piano energetico, il Piano di sviluppo rurale o addirittura il DUP.
Con riferimento, invece, agli strumenti attuativi, per affrontare la programmazione degli interventi a carattere ambientale abbiamo pensato di adottare l’intesa istituzionale. Il tempo ha dimostrato che è uno degli strumenti migliori e più efficaci perché riesce a responsabilizzare i territori.
Nel quadro delle risorse finanziarie, sempre in ragione di questo contesto molto critico dal punto di vista economico, si è cercato di mettere a sistema, a partire dal 2001, tutti i ribassi d’asta, le economie e le risorse non programmate in capo ai territori, recuperando un monte risorse di circa 8.659.000 euro, a cui si aggiungono risorse fresche, messe a disposizione della Regione, per pari importo. Le risorse recuperate vengono restituite ai territori che, in modo inversamente proporzionale, ricevono risorse fresche per progetti che seguono i criteri di cui si diceva prima.
Per il resto, il Piano mette a disposizione risorse complessive per 23.653.787 euro. Si arriva quindi a un monte di 14.994.000 euro di fondi statali e di circa 9 milioni di fondi regionali recuperati anche con le modalità di cui si è detto.
Circa 6 milioni di euro sono destinati non direttamente ai territori, ma ad azioni di sistema, attraverso bandi a livello regionale, sempre nell’ottica di azioni quanto più possibile di sistema e di area vasta, omogenee sui territori e dirette dalla Regione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Freda.
Prima di passare alla discussione generale, comunico che è stata presentata, dai consiglieri Defranceschi e Favia, una questione sospensiva ai sensi dell’articolo 64 del Regolamento interno.
Dopo il proponente, possono parlare soltanto un consigliere a favore e uno contro la proposta. Per ogni intervento si hanno a disposizione tre minuti.
La parola al consigliere Favia per l’illustrazione.
FAVIA: Grazie, presidente.
Intervenendo come proponente, potrò prendere la parola anche per rispondere all’intervento contrario?
PRESIDENTE (Richetti): No, consigliere. Il Regolamento distingue le tre figure e, oltre a quello del proponente, ammette un intervento a favore e uno contrario.
Dovrete decidere chi dei due proponenti presenterà la richiesta e chi eventualmente la sosterrà.
FAVIA: D’accordo.
Oggi ci apprestiamo ad approvare un piano di fondamentale importanza, cioè il Piano d’azione ambientale. È stato istituito con la legge regionale n. 3/1999 che lo riconosce come piano unico di attuazione di un piano decennale, cosa che lo differenzia, ad esempio, dal Piano energetico.
Il decreto legislativo 152 prevede che i piani di questa portata siano accompagnati da una Valutazione ambientale strategica (VAS). In questo caso la VAS non ci è stata presentata, ma negli allegati del vecchio Piano si fa riferimento a quella precedente. In effetti, il Piano approvato nel 2008 era accompagnato dalla VAS, con tutti i dati aggiornati al 2007 (PM10, qualità dell’aria e qualità dei suoli).
Oggi noi siamo chiamati a votare il Piano senza alcun dato aggiornato sullo stato dei nostri suoli, dell’aria e dell’acqua. La stessa legge regionale, all’articolo 99, prevede che si proceda alla votazione in Consiglio previa la valutazione. Questa valutazione nell’atto all’esame non è presente. Pertanto, io chiedo una sospensiva per approfondire il tema in Commissione.
Se non verremo messi nelle condizioni di accompagnare il Piano con una Valutazione ambientale strategica - che mi sembra il minimo, vista la sua importanza -, faremo ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Intervengo a favore della richiesta avanzata dal Movimento 5 Stelle perché credo che sia assolutamente condivisibile. Questo Piano è sostanzialmente monco di uno strumento indispensabile che ci è richiesto dalla normativa non solo nazionale, ma anche europea.
Ritengo quindi che la richiesta di sospensiva, affinché si possa prendere visione di questo documento, come ripeto, assolutamente fondamentale parlando di strategie ambientali, sia assolutamente condivisibile. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Villani.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Noi crediamo che il Piano presentato, poiché si pone in assoluta continuità rispetto a quello precedente, di cui rinnova i contenuti, non abbia assolutamente le caratteristiche indicate dal consigliere Favia, laddove richiede la Valutazione ambientale strategica. Si ripropongono, infatti, le stesse priorità definite nel Piano d’azione ambientale 2008-2010 e si confermano, anche nella destinazione delle ulteriori risorse, gli obiettivi del Piano precedente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Marani.
Metto in votazione, per alzata di mano, la questione sospensiva.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La questione sospensiva è respinta.
È aperta la discussione generale sulla delibera illustrata dall’assessore Freda.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Mi sembra una situazione surreale che in questo Consiglio regionale nessuno si iscriva a parlare, in discussione generale, per discutere del più importante Piano adottato da questa Regione per le politiche ambientali, nemmeno le persone che io ritengo dovrebbero prestare più attenzione a questi temi. Mi adeguo, la mia è solo una legittima considerazione, visto che lavoriamo su questioni serie come la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo.
Premetto, consigliera Marani, che quanto lei ha detto, con tutto il rispetto, lo trovo politicamente sconcertante. Lei riporta la Valutazione ambientale strategica a un mero atto tecnico. La normativa, però, prevede che questi atti abbiano anche la funzione di favorire la partecipazione e offrire la possibilità di esprimere osservazioni.
Sono passati tre anni e lo scenario planetario, per quello che riguarda le politiche dell’ambiente, è completamente cambiato, tanto che anche questa Regione sta cambiando qualcosa. Eppure noi approviamo il Piano ambientale senza dare la possibilità ad associazioni, cittadini e via discorrendo di partecipare attraverso un percorso di Valutazione ambientale strategica. È assurdo.
Dovremmo confermare le vecchie politiche senza aver valutato se sono cambiati i livelli di PM10 o se è cambiata la qualità delle acque e del suolo. Teniamo fuori dal ragionamento sulla delibera tutti questi aspetti. È assurdo ciò che facciamo.
Dal punto di vista dell’azzeccagarbugli la disputa verrà risolta dal Tribunale amministrativo regionale, e non si può dire che questa Regione abbia avuto ragione su tutto. Non tirerò fuori il caso di legittimità verificatosi a inizio legislatura. Pensiamo, per venire a fatti più recenti, alla questione di Russi, laddove abbiamo stabilito come Regione che il parere della Sovrintendenza era indispensabile, ma non vincolante, e poi il TAR ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste, sbugiardando di fatto la Regione.
Io non vorrei che accadesse lo stesso. Non avevo chiesto una fiducia tout court, avevo chiesto di tornare in Commissione per approfondire. Ma tanta è l’arroganza del potere che non c’è mai la voglia di farsi venire un dubbio. Si ha ragione a priori. Io non lo accetto; è grave. Quando si parla di mala politica, si intende anche questo tipo di approccio, che non guarda mai ai progetti.
Più di una volta abbiamo votato proposte non presentate da noi; che venissero da destra o da sinistra non ci è mai importato. Vorremmo che fosse così soprattutto su un tema oggi strategico, come la tutela e il risanamento dell’ambiente.
Abbiamo presentato una decina di emendamenti. Chiedo al presidente se può indicarmi quanto tempo mi rimane perché non avrò più la possibilità di intervenire in dibattito generale, ahimè.
PRESIDENTE (Richetti): Le restano sei minuti dei dieci a disposizione in discussione generale.
FAVIA: Quindi ho circa 40 secondi a emendamento.
PRESIDENTE (Richetti): No, consigliere, forse non ha capito. Ora siamo in discussione generale sull’atto. Quando la chiuderemo, apriremo la discussione generale su tutti gli emendamenti, dopodichè ci saranno le dichiarazioni di voto sugli emendamenti e la votazione degli emendamenti e poi dell’atto.
Credo che questa spiegazione serva a tutti.
FAVIA: Mi scusi, presidente. Avevo capito che la discussione generale fosse accorpata a quella degli emendamenti.
Il primo emendamento da noi presentato riguarda il quadro conoscitivo. La legge regionale n. 3/1999 stabilisce che ogni anno le Province debbano inviarci un report sull’attuazione degli strumenti del Piano triennale. A quanto pare non abbiamo ricevuto nulla dal punto di vista del quadro conoscitivo. Questo nella delibera viene scritto e si dice che non c’è stato tempo, nel triennio, per valutare gli effetti prodotti dal Piano in quanto non è stato applicato.
La prima cosa che vorrei dire, a livello politico, è di mettere mano alla legge perché, forse, un piano di durata triennale è inadeguato. Nella delibera, tuttavia, questo tipo di situazione andrebbe riconosciuta e occorrerebbe proporre un’alternativa o almeno un auspicio per il futuro affinché questa mancanza del quadro conoscitivo non si verifichi più.
Chiediamo poi con l’emendamento 10 - e questo è assolutamente importante - che non si valutino esclusivamente il particolato grossolano e le PM10, ma che si inseriscano anche le PM01 e le PM2,5. Sappiamo che, ad esempio, dagli inceneritori esce per l’87 per cento un particolato ultra-fine. Visto che è in corso una discussione mondiale sul tema delle nano-polveri, non è possibile che non ce ne occupiamo espressamente nel nostro Piano d’azione ambientale.
Così come non è possibile che sia dedicata così poca attenzione alla qualità dei suoli. Noi chiediamo almeno che si attui un ragionamento sul suolo artificializzato.
Vorrei che il Piano ambientale riferisse, ad esempio, quanti chilometri quadrati di suolo si stanno occupando in Emilia-Romagna, quale percentuale in più, quale è il cambiamento rispetto a dieci anni fa e via discorrendo. E vorrei che questo fosse presentato primariamente nella delibera, perché il consumo di suolo è un elemento determinante.
Per quanto riguarda i rifiuti, anche qui si dovrebbe scrivere nero su bianco (noi abbiamo presentato un emendamento al riguardo) e il lavoro deve essere fatto a monte. Dobbiamo porci l’obiettivo di finanziare tutte quelle iniziative che prevedono la riduzione a monte; penso ai piccoli negozi alla spina, ad esempio. Anche sui sistemi di raccolta, penso che la nostra presa di posizione, oggi, per quanto riguarda il porta a porta, debba essere più radicale, più forte.
Per quanto riguarda la riduzione e l’ottimizzazione della gestione, bisogna lavorare sui piani “Rifiuti zero” e soprattutto sul cradle to cradle, ovvero dalla culla alla culla, quindi finanziare anche il design industriale le forme che chiamiamo di ecodesign. Questo è fondamentale.
Il fatto che il Piano ci sia stato presentato come una sorta di variante lo ritengo politicamente grave, perché questo è, invece, un nuovo Piano di azione ambientale. La discussione è stata molto ridotta e quindi non posso che ritenermi non soddisfatto.
Si dicono tante belle parole sulle green energy, che spesso diventano solo un modo per dare spazio agli speculatori privati che fanno affari con soldi pubblici. Quando, invece, si deve parlare di ambiente, di inquinamento, di risanamento e di tutela ambientale, l’unica cosa che sappiamo fare è emanare delle delibere che di novità contengono i finanziamenti alle ecofeste dei Comuni. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Io ho ascoltato con attenzione la relazione dell’assessore, non essendo componente della competente - scusate il gioco di parole - Commissione consiliare dove tale provvedimento è passato prima di venire al vaglio dell’Aula.
Questo provvedimento costituisce, appunto, di fatto una prosecuzione di quel Piano triennale a cui l’assessore faceva riferimento. Mi sembra di cogliere, sotto il profilo politico, la debolezza di questa relazione proprio nel passaggio - e per questo bene ha fatto il mio Capogruppo Villani e il nostro Gruppo a sostenere la richiesta di sospensiva - in cui si comprende che non si è verificato chiaramente quali sono stati i risultati pregressi.
Dunque, sarebbe stata necessaria una pausa di riflessione data l’importanza dell’argomento e in assenza di questa valutazione, di cui appunto non è vi è traccia negli atti di questo provvedimento amministrativo.
Noi critichiamo, quindi, questa contraddittoria e frettolosa forzatura - così la definirei - da parte della Giunta regionale oggi in Assemblea. Dirò di più: avendo guardato, seppur frettolosamente, gli atti, mi chiedo anche, assessore, se non abbia rappresentato un campanello d’allarme il fatto che per la prima volta il Consiglio delle autonomie locali non abbia espresso il parere. In tanti documenti che ho visto da un anno a questa parte, da quando sono consigliere regionale, questa è la prima volta e penso che la circostanza sia balzata agli occhi di tutti.
La seduta, in quell’occasione, è andata deserta e poi non è stata neanche riconvocata. Ebbene, un provvedimento così importante, che riguarda la situazione ambientale nel futuro di tutta la nostra Regione, non trova neanche il conforto del parere del Consiglio delle autonomie locali. Un parere che, quando vi fa comodo, se è favorevole, sbandierate nelle Commissioni e in Aula, mentre in questa circostanza, guarda caso, non è neanche stato espresso.
Questo in premessa…
(interruzioni)
Parlerai quando avrai la parola.
PRESIDENTE (Richetti): Il consigliere potrebbe non urlare al microfono se noi coadiuvassimo mantenendo un audio più basso. Potremmo fare questo patto.
Prego, consigliere.
POLLASTRI: Esatto. Se a qualcuno non interessa la modestia delle mie argomentazioni può uscire dall’Aula.
Detto questo, nel merito ritengo che ci siano alcuni passaggi che colgono anche una certa contraddittorietà. Mi riferisco, ad esempio, al tema dei rifiuti: si dice che nell’ultimo decennio vi è un continuo aumento di rifiuti, quindi indirettamente si riconosce anche che la politica fin qui adottata non è stata il massimo; si punta al discorso del porta a porta, che può essere la soluzione, certamente, ma in questo caso bisogna anche, per certe categorie, soprattutto anziani e stranieri, motivare bene la percorribilità di questo meccanismo che, per le esperienze che abbiamo, soprattutto nei Comuni di montagna, incontra difficoltà.
Circa la questione della ripartizione dei contributi alle Province, vorrei rivolgere una domanda direttamente all’assessore sulla modalità di ripartizione in base a una quota fissa a un terzo dell’estensione territoriale e a un terzo della popolazione. È un criterio che non mi convince.
In conclusione, sottolineo la mia critica sotto il profilo politico per il metodo con cui avete portato questa delibera in Aula. Noi saremmo stati favorevoli a un approfondimento in Commissione, in assenza anche di questa importante valutazione, che non è agli atti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Sugli atti amministrativi che hanno portato questa delibera oggi in Aula credo che gli uffici abbiano fatto delle valutazioni delle quali ovviamente risponderanno e mi auguro siano state fatte tutte le valutazioni necessarie.
Per stare nel merito, vorrei riportare il discorso sulla natura di questo provvedimento (se non ho capito male, cosa assolutamente possibile). Si chiama “Piano”, ma non è un provvedimento di natura pianificatoria dal quale derivano le scelte ambientali di questa Regione. Non è un Piano urbanistico, un Piano dei parchi, un Piano di tutela delle acque o un Piano energetico. È un Piano di sostegno economico a piccole - se dovessi fare una critica la farei proprio su questo aggettivo, ma su questo vorrei intervenire dopo - azioni di promozione e sostegno di pianificazioni che hanno seguito il loro iter, che possiamo avere o meno condiviso, e fanno parte del patrimonio di questa Regione.
È di questo che stiamo parlando, ossia di un sostegno economico agli Enti locali, ai parchi e, nel caso, anche ai privati, per piccole azioni coerenti con le pianificazioni già in atto.
Qualcuno può anche dire che non condivide queste azioni - è legittimo - ma è di questo che stiamo parlando.
Dico “piccole”, e lo faccio con rammarico, perché questi piani, negli anni passati, quando la disponibilità economica degli Enti locali era più alta, erano sicuramente sostenuti, dal punto di vista economico, in maniera molto più consistente. Oggi bisogna fare delle scelte; l’entità economica di questo atto, se posso dirlo, è veramente ridotta a termini estremi. Tutto questo di cui stiamo parlando mette a disposizione degli Enti che vi ho detto - Comuni, parchi, Province, Unioni di Comuni eccetera - delle cifre che si trovano in allegato all’interno delle quali si partecipa a dei bandi che saranno valutati in base alla coerenza con gli atti pianificatori già adottati.
Stiamo parlando di questo; infatti questo non è un atto legislativo, ma è una delibera amministrativa. È sulla distribuzione di queste risorse che noi stiamo discutendo.
Si tratta di un atto sicuramente importante, perché oggi quando parliamo di risorse parliamo di qualcosa che sicuramente merita il massimo di attenzione. L’assessore ha richiamato la coerenza con gli atti che in qualche modo abbiamo già approvato, al di là delle nostre posizioni, poiché sono un patrimonio di questa regione. Oggi, partendo da quella coerenza, noi distribuiamo in base a un criterio che è già stato adottato negli anni passati per tutte le altre azioni di distribuzione. È un criterio misto, territoriale e via dicendo; non saprei nemmeno descriverlo in maniera più dettagliata.
Aggiungo soltanto che Comuni, parchi, Enti stanno aspettando queste risorse, grazie a questi nuovi criteri e forse, rispetto al passato, con meno lacci che hanno impedito alcune operazioni di spesa. A fronte della carenza complessiva di risorse e di trasferimenti, anche queste piccole somme possono diventare uno strumento di azione concreta sui territori; un’azione importante, che non va assolutamente inserita in una discussione più complessiva sulle scelte. Si tratta di scelte già fatte e questi sono i fondi conseguenti.
A mio avviso, prima queste risorse arrivano sui territori meglio è. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Sono veramente stupita dall’intervento del consigliere Favia, perché il percorso fatto in Commissione ha dato un esito assolutamente diverso da quello che ha riferito nel suo intervento oggi.
In Commissione, oltre ad aver votato a favore del provvedimento, il merito delle questioni era stato discusso in modo ampio, e già la consigliera Meo ricordava bene le modalità con le quali la Commissione ha recepito i contenuti del Piano.
Mi dispiace che il consigliere non sia in Aula in questo momento, però, anche dal punto di vista del metodo, affinché ciascuno di noi non lavori in modo inutile, vorrei ricordare alcune questioni che già la consigliera bene richiamava prima. Quando è stato presentato il Piano, si è definito di mantenere i tre contenuti che facevano parte del Piano precedente: la conservazione della biodiversità, il tema dei rifiuti e alcuni interventi specifici territoriali. Una serie di ragioni, legate al fatto che molti progetti non erano stati portati a termine, e la necessità di ampliare le azioni su questi fronti rendevano necessario dare continuità al Piano precedente e rendevano necessario che, dentro tale continuità, vi fosse non solo il completamento degli interventi avviati ma anche un’attenzione a un fatto straordinariamente importante, quello di fare sistema nelle diverse politiche regionali rispetto al raggiungimento di questi obiettivi.
Ad esempio, diciamo che dobbiamo lavorare sul tema dell’acqua (in Commissione questo tema è stato affrontato in modo anche molto preciso) affinché i corridoi ecologici naturali rappresentati dai nostri fiumi, canali eccetera possano di fatto essere destinatari di interventi e di azioni che rientrano ovviamente in altre politiche che concorrono a raggiungere questo obiettivo. Penso ai piani di rimboschimento, ai piani di naturalizzazione, ai piani per la messa in sicurezza del territorio.
Sul tema dei rifiuti, siamo tutti ben consapevoli che non saranno certamente le risorse previste in questo Piano a consentirci di raggiungere gli obiettivi della raccolta differenziata, del riciclo o del riuso.
Comunque, credo che il valore non stia nel fatto che queste azioni esauriscono le politiche ambientali della Regione. Queste azioni, insieme ad altri strumenti, a partire dalla madre di tutti gli strumenti, cioè il Piano territoriale regionale, e quindi il Piano energetico (di cui discuteremo domani), il Piano dei rifiuti, la definizione del tema dell’acqua e via dicendo, devono rientrare in un disegno unitario. È importante che non si realizzino azioni incoerenti tra loro.
Soprattutto, vorrei sottolineare la necessità che non si frammentino le risorse, che non si pongano in essere interventi spezzettati e non efficaci. Nel prendere atto del fatto che nel Piano precedente erano rimasti oltre 8 milioni di euro non spesi e che molti di questi Piani non sono stati esauriti, credo che sia stato importante sia determinare una temporalità per l’avvio dei nuovi Piani (entro il 2012), sia fare in modo che, anche dal punto di vista dei rapporti con i territori, si rafforzasse lo strumento dell’intesa territoriale, che è una forma di corresponsabilità dei territori, Province e Comuni, affinché - con risorse comuni e con una pianificazione concordata - si faccia in modo che la coerenza delle politiche non riguardi solo l’ambito regionale, ma anche gli ambiti provinciali e locali.
Per concludere, senza richiamare tutti gli aspetti specifici che fanno riferimento alla biodiversità, al tema dei rifiuti e anche a specifici interventi territoriali, voglio dire che se dobbiamo essere attenti - ed è qui la preoccupazione che il consigliere esprimeva - al fatto di monitorare l’efficacia degli interventi, non possiamo monitorarla partendo dal Piano di azione ambientale, che rappresenta un tassello di un sistema ben più complesso. La valutazione la faremo nel riuscire a cogliere davvero l’efficacia complessiva delle politiche e delle pianificazioni della Regione.
Credo, quindi, che la cosa importante che oggi possiamo fare nell’ambito di questa discussione è rimarcare ancora il valore straordinario del dare continuità a quello che si è iniziato a fare, fare in modo di semplificare le procedure perché si spendano efficacemente queste poche risorse, indicare tempi precisi di conclusione dei progetti e soprattutto intendere questo come un tassello di una pianificazione che deve essere misurata non in questi aspetti specifici, ma complessivamente in tutta la pianificazione che riguarda i temi dell’ambiente, dell’energia, della difesa territoriale, e anche azioni mirate di ripristino ambientale dei diversi territori locali.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente.
Riprenderò le osservazioni che ha espresso la collega Marani per ribadire fondamentalmente alcuni aspetti di questo Piano d’azione ambientale.
Noi vediamo in questo Piano una grande concretezza rispetto agli obiettivi da raggiungere, che si inseriscono nelle priorità strategiche che la Regione si è data fin dal precedente Piano. Anche noi concordiamo sul fatto che c’è continuità e che non stiamo parlando di un nuovo Piano.
Parlo di concretezza perché nel Piano si definiscono precise linee di intervento e di azione. Come ricordava giustamente la consigliera Marani, si integrano i principali strumenti programmatici e di pianificazione della Regione. Riteniamo che questo sia un concetto importante da mettere in campo, sia rispetto al tema di cui parliamo oggi, sia in futuro relativamente ad altri aspetti di vasta programmazione a livello regionale.
Integrando gli strumenti, il Piano integra anche quelli che saranno i soggetti, sia pubblici che privati, che saranno chiamati a dare il loro contributo per l'attuazione del Piano stesso.
Voglio sottolineare in particolare due aspetti relativamente alle priorità di questo Piano. Il primo riguarda il discorso dei rifiuti, sia in termini di riduzione sia in termini di ottimizzazione della gestione. Darsi l'obiettivo - cito solo questo per non parlare d'altro - di raccogliere in maniera differenziata almeno il 65 per cento dei rifiuti urbani entro il 2012 è un progetto ambizioso, ne siamo convinti tutti, ma necessario. È un progetto oggi non più inderogabile. Credo che, da questo punto di vista, bisogna mettere in azione tutti i passaggi che questo Piano prevede in collaborazione con le Province e i Comuni.
Sarà necessario - ripeto qui ciò che ho detto in Commissione - anche un grande impegno e un grande senso di responsabilità da parte dei soggetti che operano nella gestione della raccolta, che finora non sempre hanno collaborato in modo produttivo con le amministrazioni comunali.
Il secondo aspetto è la conservazione della biodiversità, un concetto importante che riassume in sé vari aspetti (ambiente, acqua e aria), valorizzando quelli che vengono definiti corridoi ecologici.
Un altro discorso che mi sento di sottolineare è quello delle procedure di infrazione aperte nei confronti dell’Italia a livello europeo in materia ambientale. Questo è un tema molto delicato. Credo che per la prima volta un Piano preveda percorsi per arrivare alla definizione e al superamento di queste procedure di infrazione.
Trovo strano che oggi in quest'Aula ancora si dica che sarebbe stato necessario approfondire, sviluppare, integrare o fare altri ragionamenti rispetto a un percorso fatto nelle Commissioni che mi sembra ampio, come ampio è stato, in termini favorevoli, il voto con cui la Commissione mobilità e trasporti ha approvato questo Piano (non mi risulta, a memoria, che ci sia stato alcun voto contrario). Pertanto, venire oggi in quest’Aula a rivendicare posizioni in base alle quali si dilazionerebbero ulteriormente i tempi di discussione e approvazione di questo Piano mi sembra un atteggiamento molto strumentale (lo definisco così per non usare altri termini).
Quanto alle risorse, credo che l'operazione di recupero delle somme impegnate ma non spese negli anni precedenti, in un momento di grande crisi economica come quello che attraversa oggi la pubblica amministrazione, sia stata necessaria e importante per mettere risorse aggiuntive a disposizione delle necessarie politiche di attuazione di questo Piano.
Lo sforzo compiuto dalla Regione sia con il recupero delle risorse non utilizzate sia con i nuovi stanziamenti, che come ricordava prima l’assessore ammontano a 23,6 milioni di euro, mi sembra - al di là del contenuto del Piano - un importante segnale che la Regione Emilia-Romagna vuole dare in direzione del sostegno delle politiche ambientali. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Intervengo solamente per contraddire - me ne dispiace, anche perché recentemente abbiamo avuto, invece, visioni comuni su molti argomenti - la consigliera Meo nel merito.
In realtà, questo Piano non è semplicemente una delibera che stanzia del denaro, ma è una delibera che stabilisce delle linee e delle azioni - leggo testualmente - «finalizzate alla tutela e al risanamento dell'ambiente» da attuarsi tramite l’utilizzo di risorse di vario tipo. Le risorse sono un mezzo, il fine è tutt'altra cosa, tant'è che si parla di obiettivi di priorità di azioni ambientali, non di soldi che vengono spesi; si parla di basarsi su un programma triennale regionale.
Lo dico per sottolineare quanto grande sia l'importanza di questo Piano e di quanto esso, a maggior ragione, dovrebbe essere basato - non ripeterò quello che è già stato detto dal collega Favia - sulla valutazione delle basi di cui stiamo parlando. Come reca la stessa delibera nella prima pagina, «il programma, sulla base di una valutazione dello stato delle singole componenti ambientali». È evidente che per avere una valutazione delle singole componenti ambientali è necessaria una base.
Nel 2011, con il mondo che cambia, purtroppo, anche dal punto di vista dell'inquinamento e dell'occupazione del suolo, ragionare sulla base di dati, numeri, valori di quattro anni fa mi sembra decisamente inopportuno.
Questo non vuol dire contestare il Piano in sé - figuriamoci se noi siamo contrari a dare dei finanziamenti per migliorare lo stato dell'ambiente anche della nostra regione - ma semplicemente credo che si debba ragionare in primo luogo nel rispetto delle leggi e dei regolamenti, in secondo luogo su basi scientifiche e su dati molto più accurati di quanto non sia stato fatto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Con l’intervento dell’assessore Freda chiudiamo la discussione generale sul provvedimento.
FREDA: Grazie, presidente. In merito al tema della continuità di questo Piano rispetto al Piano di azione ambientale 2008-2010 non posso che ribadire una conferma degli obiettivi del Piano precedente, anche in ragione della necessità di dare una risposta alle richieste dei territori, i quali, come si diceva, a causa del momento molto critico dal punto di vista economico, non sono riusciti a dare corso a dei progetti che avevano in programma di realizzare.
Da un lato, dunque, confermo la valutazione che è stata fatta circa il profilo di continuità rispetto al Piano precedente e contemporaneamente ribadisco la necessità di una scelta di questo tipo per consentirci di dare risposte concrete e tempestive alle esigenze dei territori in tema ambientale.
In questo senso, consigliere Pollastri, la pausa di riflessione mi sembra quanto mai inopportuna, considerate anche le criticità ambientali che registriamo sul nostro territorio.
Contemporaneamente devo rilevare che questo Piano di azione ambientale ammonta a 23 milioni di euro. Come sapete, il precedente Piano ammontava a 42 milioni di euro. La manovra dell'anno scorso ha tagliato improvvisamente 25 milioni di euro di trasferimenti Bassanini. Penso che tutti ne siamo consapevoli.
Evidentemente questo è un Piano di azione - non è come il Piano paesistico, per citarne uno - che fa riferimento a degli strumenti di pianificazione specifici, di settore (il Piano di tutela delle acque, ad esempio) e declina, come dicevo nella presentazione, in modo concreto le strategie della Regione.
Oltre al fatto che questo provvedimento è passato due volte in Commissione (scusate se lo ricordo), per la presentazione e la discussione, aggiungo che la partecipazione sulle scelte evidentemente viene fatta sugli strumenti di pianificazione veri e propri. Questo è il Piano di azione, quindi giustamente mette risorse a disposizione dei territori, secondo i criteri tradizionali: 33 per cento di quota fissa, 33 per cento rispetto all’estensione territoriale, 33 per cento rispetto alla popolazione. Sono criteri tradizionali di equilibrio, e oltretutto, consigliere Pollastri, se mi posso permettere, con la complicazione in più in questo Piano di rimettere a disposizione dei territori delle risorse che erano state loro destinate, ma che non erano state spese.
Le risorse fresche andavano quindi sui territori in modo inversamente proporzionale a quello che era stato restituito ai territori delle risorse non spese, pertanto rientrate a disposizione della Regione.
(interruzione del consigliere Pollastri)
L’ho detto, o forse non mi ero spiegata bene.
Il discorso è evidentemente circoscritto. Questo è uno strumento molto importante, ma specifico: le strategie ambientali vengono definite a livello di pianificazione attraverso strumenti specifici, il Piano di azione ambientale è un piano di azione, quindi declina in modo concreto le strategie.
Chioso sul tema della riduzione dei rifiuti. Il Piano di azione ambientale non può riuscire ad affrontare un tema di questa portata, posto che la riduzione dei rifiuti paradossalmente si è avuta come risultato positivo della crisi solo nel 2009, a fronte di un minor consumo.
Sarà il Piano direttore che affronterà questo tema per quanto possibile, visto che ci sono dinamiche che vanno ben oltre le disponibilità della Regione. Mi fermo qui.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Freda.
Passiamo all'esame del provvedimento, sul quale insistono dodici proposte di emendamento, due (1 e 2) a firma dell'assessore Freda e dieci (dal 3 al 12) a firma del consigliere Favia.
È aperta la discussione generale sugli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Chiariamo una cosa: il Piano d'azione ambientale non può essere una cosa per me, e per l'assessore può essere un’altra, ma cosa sia ce lo dice la legge regionale e ancora prima il decreto legislativo nazionale, che dice che questo Piano ha come finalità «quella di stabilire le linee e le azioni finalizzate alla tutela e al risanamento dell'ambiente».
Per capire dove vogliamo concentrare le nostre azioni è fondamentale avere una strategia e degli obiettivi, che ci vengono indicati dal Piano d'azione ambientale. Questa strategia è collegata a quella delle azioni: è un atto unico, il più importante dopo il Piano territoriale dal punto di vista dell'ambiente.
Non è un qualcosa da prendere sottogamba o per cui rallegrarsi dei finanziamenti da dare per realizzare le ecofeste nei Comuni o migliorare le politiche sui rifiuti, che sono comunque azioni lodevoli per cui in Commissione ho votato a favore. Devo dire che in Commissione questo si è verificato una volta sola, perché, assessore, se ci venite a presentare i piani ma non ci date prima gli oggetti, vi ascoltiamo ma non sappiamo neanche di cosa parlate.
Non si può quindi considerare la seduta di presentazione come un momento di discussione vera e propria: la discussione c’è stata in un unico caso e questo Piano ci è stato venduto come una variante, come dei finanziamenti da aggiustare, ma, consigliera Meo, questo atto pianifica le strategie ambientali della Regione e mette in campo delle azioni.
Il comma a) definisce interventi: è chiarissimo, non si tratta di opinioni. In Emilia-Romagna questo Piano è fondamentale perché noi abitiamo in una delle pianure più inquinate del mondo e l'obiettivo del Piano è risanare l'ambiente e tutelarlo nelle sue componenti: acqua, aria e suolo.
Dobbiamo dare il ritmo delle nostre politiche, stabilire le priorità, preparare il terreno politico in quelle che sono le nostre idee e le nostre considerazioni. Non si può arginare il degrado con un Piano che trasferisce qualche soldo ai Comuni: è qualcosa di molto di più.
Anche per quanto concerne il 33 per cento, assessore, le chiederei un momento di attenzione. Capisco la ratio (33 area, 33 fissa, 33 popolazione) però, nel momento in cui si fa un Piano di azione ambientale, non si può non tener conto - e a questo serviva il nuovo report - della situazione ambientale delle singole province.
Se ho una situazione critica a Ravenna piuttosto che a Piacenza per quanto riguarda il PM10 e qualità delle acque, senza gelosie o campanilismi dovrò prevedere più risorse dedicate a quei territori.
(interruzioni)
Come principio di base da applicare al grosso dei fondi io sinceramente non lo condivido. Quello che a noi serviva e di cui sento maggiormente la mancanza in questo Piano è lo stato del nostro ambiente al 2010, non al 2007, si pianifica organizzando, prendendo i piani, i report dell'Arpa, delle PM10, delle acque messi insieme ed elaborati in una visione a trecentosessanta gradi.
Questa doveva essere la sede in cui ragionare sullo stato del nostro ambiente, che è gravemente compromesso in Emilia-Romagna, e su questo ristabilire priorità, obiettivi, darci, a proposito di clausole valutative, un feedback messo nero su bianco, perché non è possibile affermare nella legge regionale che ogni anno le Province ci devono dire come stanno attuando il Piano e per tre anni non si arriva a niente perché il Piano non è attuabile in tre anni.
Qualcuno dovrà fare un mea culpa, perché qualcosa non ha funzionato in questo Piano che andiamo a riconfermare al 90 per cento e nelle strategie in toto: qualcuno ammetterà di aver sbagliato nel preparare questo Piano.
Se non avevo motivo per votare in maniera contraria in Commissione - rispondo al consigliere Mandini - perché non si può votare contro qualcosa che mette in gioco politiche pro ambiente, oggi abbiamo questo motivo, perché, avendo discusso e lavorato fino all'ultimo giorno prima del Consiglio, purtroppo ho scoperto solo ieri che mancava la VAS. Non avevo visto che il decreto nazionale, comparato con la legge regionale, portava a questa contraddizione.
Oggi, purtroppo, ho un motivo per astenermi su questo oggetto, perché non posso accettare che il modo di fare politica, di fare pianificazione e di individuare quali azioni portare avanti nel campo della tutela e del risanamento ambientale possa essere questo. Non posso legittimarlo perché è un cattivo modo di fare amministrazione, e mi dispiace che l'assessore abbia riconfermato il vecchio Piano, perché questa doveva essere una legislatura di rottura sui temi dell'ambiente, mentre di rottura c'è poco.
Andando a vedere settorialmente soprattutto sul tema dei rifiuti e sul tema della mobilità, anche se confermiamo praticamente quattro nuove autostrade in questa Regione, spero comunque che qualcosa di meglio si possa fare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Vi ricordo che siamo in discussione sugli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Solo per precisare la natura e l'intenzione dell'emendamento 5, relativo al capitolo della conservazione della biodiversità, in quanto si parla di migliorare giustamente l'efficacia e l'efficienza degli strumenti normativi a disposizione della tutela delle aree protette. Sappiamo - ne abbiamo parlato anche in Commissione - che sarà urgente rivedere anche la normativa sui parchi.
Volevo che fosse inserito un richiamo preciso per quanto riguarda i siti di Rete natura 2000, attualmente un po’ abbandonati a se stessi anche dal punto di vista normativo e gestionale, ricordando che devono essere ancora definite le linee guida della gestione di questi siti, in modo che le Province possano poi attivare i relativi piani di gestione dei singoli siti nella realtà dei singoli siti della Rete Natura 2000.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Per non uscire dal seminato, mi aggancio al ragionamento delle aree contenuto nell'emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle per sottolineare e ricordare all'assessore che la mia osservazione riguardante la famosa ripartizione, che poi era una domanda, mirava a tener conto…
PRESIDENTE (Richetti): Prego, consigliere. Può continuare rivolgendosi alla Presidenza che, come sa…
POLLASTRI: Lo so che il Regolamento prevede che ci si rivolga alla Presidenza. Volevo fare una precisazione sotto il profilo politico e citavo all'assessore, che è di Piacenza, l’esempio che Piacenza, pur avendo scarsa popolazione, ha gran parte della provincia a verde, soprattutto montagna e area golenale del Po, e per questo necessita o avrebbe necessitato - di qui la mia domanda di differenziare quel criterio di ripartizione - di risorse aggiuntive per tutelare questo verde e soprattutto per sostenere la raccolta dei rifiuti nei tanti Comuni montani molto estesi, lontani dal nostro capoluogo, disagevoli da raggiungere rispetto a quelli di altre Province.
Anche qui il riferimento e l'aggancio alle osservazioni e alla così critica perplessità del collega Favia su questo tipo di ripartizione, stante le legittime, diverse, distinte e distanti posizioni tra me e lei, permangono, a tacere che nella relazione non ha risposto alla domanda precisa e puntuale di come mai il Consiglio delle autonomie locali, che spesso utilizzate come “coperta” per la bontà di certi provvedimenti, questa volta non si sia espresso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: In dichiarazione di voto completerò il mio intervento, però vorrei chiedere una cosa all'assessore. Rispetto a questa indicazione sull'emendamento 5 del consigliere Defranceschi, mi sembra di ricordare che la questione delle linee guida di gestione sia stata già affrontata dalla Regione recentemente, cioè sia già oggetto di una specifica misura.
(interruzioni)
Solo le ZPS. Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Meo.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale sugli emendamenti.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sugli emendamenti e sulla delibera.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. Come veniva ricordato, questo provvedimento è stato esaminato in Commissione e in Commissione ha trovato l'adesione di tutti, fatta eccezione per l'astensione del Gruppo del PdL.
Se c'è un problema in questo provvedimento che oggi ci accingiamo a votare, credo risieda nell’assoluta carenza di risorse sufficienti e necessarie per poter dar vita a tutte quelle iniziative che da più parti anche oggi sono richiamate. Ricordo a me stesso e a tutti voi che passiamo dai 42 milioni disponibili in precedenza agli attuali 15 più 8 recuperati, perché non spesi dai territori.
Mi pare che questo sia un problema da sottolineare con grande attenzione, perché è evidente che per poter fare azioni importanti e strategiche bisogna avere anche le risorse. Oggi, purtroppo, siamo davanti a problemi complessi con poche risorse, ma anche con la necessità di intervenire in maniera puntuale. Il Piano che è stato fatto d'intesa con i territori, con le Province e con gli Enti locali va esattamente in questa direzione: rispondere a bisogni puntuali dopo aver fatto un'azione meritoria nel recupero di quelle risorse che in dieci anni non erano state spese.
La raccomandazione che abbiamo già fatto ma che ripropongo all'assessore è di fare in modo che questa volta gli interventi - cercheremo di seguirli da vicino con un opportuno monitoraggio - che sono stati pianificati e finanziati vengano puntualmente realizzati, perché anche questo è un modo di andare avanti, pur nella ristrettezza di risorse, e di dare un contributo importante alla qualità e alla difesa del territorio.
L’altro tema di cui abbiamo discusso in Commissione e che oggi si è ripresentato è il tema dei rifiuti, che vuol dire incentivare, migliorare, dare una maggiore e migliore risposta al tema della raccolta differenziata, del porta a porta, cercando di crescere e di dare ancora più valore con gli strumenti che questa Regione ha ampiamente messo in campo d'intesa con le Province e con gli Enti locali per quanto concerne il riuso di quello che oggi viene smaltito, ma che invece non solo non deve essere smaltito come rifiuto ordinario, ma può essere utilmente recuperato.
Quando abbiamo completato gli accordi con i Comuni, per i tantissimi bisogni che pure restano sul territorio, dalle emergenze alle strategie premiali, quindi a come dare un sostegno più forte a chi in modo virtuoso ha già fatto interventi e sta crescendo ben oltre i parametri e le indicazioni venuti dal livello nazionale per rafforzare il tema del porta a porta, della differenziata, strumento da incentivare e rafforzare, alla fine in capo all'assessorato per le strategie per le emergenze restano 6 milioni di euro.
Anche qui parliamo di cifre certamente significative, ma non sufficienti né importanti, come invece avremmo bisogno di avere a disposizione per fare quanto richiamato. Credo però che debba essere sottolineata l'importanza richiamata in tanti interventi in tema di biodiversità e della tutela dei corridoi dei fiumi, dei torrenti dalla montagna fino alla bassa, fino al Po, dei progetti che insieme Regione, Province, Enti locali possono e devono incentivare per garantire in un territorio, che sicuramente presenta tante problematiche complesse, la migliore qualità e difesa possibile.
Nell'esprimere un parere favorevole al Piano presentato da parte del Gruppo che rappresento, certamente non abbiamo dato tutto quello che vorremmo e dovremmo rispetto ai temi del sostegno al Piano di difesa ambientale di questa Regione, ma è un tassello che si inserisce - questo è stato correttamente ribadito dall'assessore - in tutte quelle azioni integrate e in tutti quei piani che insieme, se opportunamente raccordati e tenuti in rete insieme, possono consentire pure in carenza di risorse di dare talvolta risposte migliori rispetto a quelle che piani e interventi disarticolati consentirebbero.
Non finisce certamente qui l'importanza del lavoro che dobbiamo fare su questi temi, ma questa è una risposta possibile, accettabile e sufficiente rispetto alle poche risorse e ai tanti bisogni che ancora restano da esaudire.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Ferrari.
Ricordo che siamo in dichiarazione di voto sugli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Intervengo per capire meglio quale sia la posizione nel merito rispetto ai nostri emendamenti, con cui chiediamo di lavorare di più sulla riduzione a monte, che si lavori sulle PM 2,5 e le PM zero virgola, perché ogni tanto un po' di discussione anche nel merito sarebbe gradita in Consiglio regionale.
Noi continuiamo a sostenere l'importanza dei nostri emendamenti, chiediamo di capire nel merito perché non vadano bene e se i consiglieri li voteranno, perché poi lo scopriamo sempre dalle mani alzate. Vorremmo in secondo luogo ribadire che non possiamo votare contro il Piano, giusto o sbagliato che sia, riduttivo o meno riduttivo - il consigliere Ferrari giustamente evidenziava che mancano le risorse, quindi c’è anche un grosso problema a livello governativo -, quindi al di là della sua adeguatezza.
Manca qualcosa che per noi è fondamentale nel fare politiche pubbliche, i dati aggiornati, perciò ci asterremo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: La dichiarazione di voto è complessiva su tutto. Nel dichiarare il nostro voto favorevole a questo provvedimento, colgo l'occasione per ribadire con grande affetto al consigliere Defranceschi che, al di là di alcune ritrovate motivazioni di base comune, credo di non avere torto, nel senso che da questo piano attuativo deriveranno non degli ulteriori piani pianificatori, ma dei bandi che metteranno in rete delle risorse.
Non vorrei che questo concetto fosse banalizzato, perché è ovvio che queste risorse vengono messe a disposizione in base a dei criteri e derivano dalle scelte fatte, sulle quali ci si poteva più o meno intendere e trovare puntualità su un settore piuttosto che su un altro.
Lo sforzo che è stato fatto e che io condivido, perché l'unica critica è la stessa espressa anche dal consigliere Ferrari sull'esiguità, è stato quello di mettere in rete le tante possibilità che ci sono, per ottimizzare questa carenza. Cito un esempio sul tema della biodiversità, tema caro sia a me che al consigliere Defranceschi sulla biodiversità.
I piani sui SIC e sulle ZPS non sono finanziati in questo Piano, perché sono già stati finanziati - ho posto la domanda all'assessore perché l'assessore Rabboni è sicuramente più competente - sulla misura 323 del Piano di sviluppo rurale, e sono già fondi a disposizione degli enti di gestione dei siti Natura 2000, che nel caso sono le Province dove è territorio non tutelato o i parchi dove l’unico sforzo economico chiesto agli enti credo che sia quello del pagamento dell'IVA.
Questi piani sono già stati finanziati su tutto il territorio regionale. Questo per dire che da questo Piano deriveranno bandi puntuali e azioni che potranno essere condivise o non condivise. Forse, oltre a un'azione di coerenza, con i piani più importanti potrei raccomandare alla Regione, in questo caso all'assessore Freda e ai suoi uffici, una valutazione molto attenta della congruità tra fondi investiti e obiettivi da raggiungere. Su questo considero necessario uno sforzo complessivo da parte di tutti.
Per il resto, come ho già detto, ritengo questo uno strumento comunque importante. Ho avuto a che fare anche in passato con piani di questo genere e per questo darò il mio voto favorevole.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Mi dolgo, presidente, del fatto che l'assessore sia repentinamente scomparso ancor prima che l'atto che presenta in quest'Aula sia sottoposto a votazione. Mi sembra anche una mancanza di rispetto abbastanza sostanziale rispetto ai singoli consiglieri che compongono questa Assemblea, ma d'altra parte ho visto l'atteggiamento geloso e ilare dell'assessore durante tutta la discussione mentre intervenivano i colleghi, per cui evidentemente anche lei è poco consapevole dell’importanza dell'atto giunto al voto di questa Assemblea.
Essendo un piano e avendo una formazione scientifica, implica una conoscenza a priori, quindi uno studio, un'analisi dettagliata dalla quale discendono azioni che compongono appunto un piano. Al di là di alcune sottolineature autocelebrative che ho sentito dai colleghi della maggioranza, è del tutto chiaro che i piani di attuazione ambientali che sono stati precedentemente licenziati da quest'Aula sono stati fallimentari dal punto di vista della programmazione e del raggiungimento degli obiettivi in essi contenuti.
A distanza del primo Piano del 2001-2003, si ripropone dunque pedissequamente tutta l'azione su tematiche che sono costantemente uguali e modificabili nel tempo. Questo soggiace al fatto che non siano stati raggiunti minimamente gli obiettivi che i piani si prefiguravano.
Oltre al fatto che questo Piano mi sembra carente della valutazione dell’impatto ambientale strategica, che, stante la normativa nazionale, è assolutamente indispensabile a corredo del Piano di attuazione ambientale, stante il fatto che la tanto propagandata sensibilità di questa Regione all'interlocuzione con gli Enti locali sottodimensionati non ha trovato un corrispettivo nell'iter stesso di questo Piano, perché nel momento in cui il CAL non si esprime e non c'è la sensibilità di riconvocare comunque un'ulteriore audizione rispetto a questo organismo, evidentemente o c'era molta fretta o comunque si riteneva questa stessa audizione di confronto con il CAL assolutamente ininfluente.
Il dubbio viene a noi tutti davanti a tanta fretta, alle molte carenze procedurali e al fatto che non si sia pensato che dal primo Piano ambientale presentato in Regione fossero modificate talune condizioni assai importanti, perché è del tutto evidente che vi sono stati dal punto di vista idrogeologico fenomeni molto diversi rispetto a quelli che si sono verificati circa dieci anni fa, che alcune condizioni ambientali di questa regione sono modificate, che alcuni interventi assolutamente importanti per preservare ampie zone del territorio dal punto di vista della sicurezza idraulica non sono stati sufficienti. Abbiamo visto quello che è successo recentemente in alcune province come ad esempio la mia o quella di Piacenza o di Ferrara non più tardi di un anno fa.
Davanti a tutto questo c'è la riproposizione cartacea di tutto quello che è stato sommariamente riepilogato in modo enciclopedico rispetto a quanto presentato nel primo Piano di azione ambientale. Al di là del solito piagnisteo per le risorse che mancano, mi preme sottolineare che comunque economie su questi piani di circa 8 milioni di euro rispetto a 14 milioni, che sono fondi nazionali, che implementano 23 milioni, significa che più del 60 per cento di queste azioni è comunque finanziato con il frutto di economie e quindi di progetti molto spesso non attuati rispetto ai piani precedenti.
Torno a sottolineare che ritengo che il presidente dell'Aula dovrebbe significare all'assessore che la sua repentina assenza, forse perché consapevole di quanto non funzionino i mezzi pubblici in questa Regione, quindi costretta a correre preventivamente in Emilia occidentale, rappresenti veramente una mancanza di rispetto nei riguardi dei consiglieri e una caduta di stile rispetto al ruolo istituzionale che occupa.
Questo Piano è assai carente, ritengo che alcune osservazioni in merito alla procedura siano in effetti materia per il Tribunale amministrativo regionale, che quanto proposto sia assolutamente insufficiente e che la ripartizione delle quote a livello provinciale con una suddivisione percentuale che è uguale per tutti non tenga conto della grande varietà delle questioni ambientali, che per ogni provincia insistono per quanto riguarda sia l'acqua, sia la qualità dell'aria…
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere, la invito a concludere.
VILLANI: Sia per quanto riguarda altre tematiche. Voi parlate della Rete Natura 2000, delle biodiversità, ma rispetto a questo l'Emilia occidentale è molto diversa rispetto alla Romagna.
Il nostro atteggiamento vuole essere responsabile, ma estrinseca anche una critica rispetto a una fretta che a noi pare sospetta e a cui soggiace il dubbio che vi siano delle risorse che altrimenti sarebbero state avocate allo Stato o addirittura alla Comunità europea perché non spese, altrimenti non si spiega un atto così incompleto.
Il nostro comunque responsabilmente sarà un voto di astensione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Villani.
Non ho altre richieste di intervento, perciò passiamo alle votazioni.
Non è mio compito spiegare all’Aula dove sia l’assessore, né richiamare l’assessore in Aula. Evitiamo polemiche su questo.
Chiedo al consigliere Bartolini di sostituire il consigliere Cavalli nelle funzioni di scrutatore. Gli scrutatori sono quindi Barbieri, Ferrari e Bartolini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Le ricordo, presidente, che è anche sua facoltà richiamare l'assessore quando richiesto dall'Aula. In questo caso credo che sia doppiamente necessario in quanto si vota un emendamento presentato dall’assessore stesso. Poi veda lei.
PRESIDENTE (Mandini): Visto che l'Aula è sovrana nel voto e ogni consigliere esprime il proprio voto, a prescindere dalla presenza dell'assessore che ha presentato la delibera, la Giunta è rappresentata nell'Aula per cui direi che possiamo andare avanti.
La parola al sottosegretario Bertelli.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Semplicemente, presidente, per dire che il momento dell’illustrazione degli emendamenti è concluso perché siamo in fase di votazione, quindi anche se fosse stato presente l'assessore non avrebbe potuto illustrare.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1 a firma dell'assessore Freda.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2 a firma dell'assessore Freda.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Si proceda quindi alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 1512.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 1524
Delibera: «Variazione al bilancio di previsione dell’Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio 2011.» (Delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 93 del 22 giugno 2011) (47) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Informo che la Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole nella seduta del 5 luglio 2011 con la seguente votazione: 45 voti a favore, nessun contrario, 2 astenuti.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Solo per fare un brevissimo accenno a due argomenti. Come ho avuto modo di dire in Commissione, mi sembra utile ribadire in questa sede il dato positivo - ogni tanto rispetto alle cose negative ci diciamo anche quelle positive - che questa Assemblea abbia prodotto delle economie nel suo bilancio, per cui è in grado di restituire alla Giunta 1 milione di euro.
Questo dimostra la congruità degli adempimenti che nel corso dell'anno abbiamo fatto per ridurre una serie di spese, comprese le nostre indennità. L’altra questione, che avevo sottolineato in Commissione e vorrei dire in Aula, è che, alla luce di questa variazione di bilancio, il costo di questo Consiglio sulla popolazione dell'Emilia-Romagna ammonta a 8,5 euro a testa. Quando qualcuno dirà del costo di questa Assemblea questi sono i dati.
L’ultima questione che mi premeva sottolineare è che questa è un'anomalia perché è la prima volta che avviene una cosa di questo genere, ma magari andando avanti ci faremo più esperti, se ci sarà modo di fare ulteriormente queste economie. Mi sembrava opportuno anche se non siamo in grado di farlo oggi, ma di qui alla delibera formale di assestamento del bilancio potremmo individuare all'interno della Commissione bilancio in cui sono rappresentati tutti i Gruppi la possibilità di dare un indirizzo alla Giunta su come spendere questo milione di euro, ovviamente tenendo conto di tutte le necessità che anche la manovra di bilancio nazionale dovesse evidenziare.
Non mi sembrerebbe strano se dopo aver restituito questa disponibilità alla Giunta fossimo anche in grado di indicare non le singole poste di bilancio, ma l’ambito su cui intervenire. Mi sembrerebbe un ulteriore salto di qualità di questa Assemblea nell’indicare anche delle priorità da questo punto di vista. In accordo con l'Ufficio di Presidenza della Commissione, mi ripropongo in questo tempo che rimane di qui all’assestamento di bilancio di valutare meglio questa possibilità.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Intervengo per anticipare la presentazione di tre emendamenti al bilancio.
Con il rendiconto dell'Assemblea legislativa per l'anno 2010 si è accertata una maggiore entrata di 1.978.000 euro, di cui 527.000 euro vengono restituite ai titolari delle strutture speciali, che li avevano risparmiati nel 2010.
Questi fondi transitano ogni anno nel bilancio dell’Assemblea, per tornare poi alle strutture cui erano stati precedentemente assegnati, salvo a fine legislatura confluire definitivamente nel bilancio dell'Assemblea legislativa.
La voce più consistente, un milione di euro, viene restituita al bilancio regionale e quindi alla disponibilità dei cittadini. Considerata la condizione della finanza pubblica, si può e si deve fare di meglio. Noi proponiamo questi tre emendamenti proprio per cercare di risparmiare di più.
Potremmo infatti risparmiare 1.700.000 euro. Con l'emendamento 1 andiamo a lavorare nel settore acquisizioni, manutenzioni, servizi per il funzionamento del sistema informatico. È possibile operare dei risparmi con interventi semplici, prolungando la vita dei computer da cinque a otto anni, migliorando la manutenzione (a volte basta una reinstallazione generale o l'aggiunta di un banco di RAM per allungare il tempo di utilizzo di un'apparecchiatura) utilizzando, almeno per i programmi standard, pacchetti e sistemi operativi non a pagamento (nel 2011 usiamo ancora i prodotti Microsoft a pagamento), differenziando i PC, quindi la potenza di calcolo e il costo in base all'utilizzo.
Non c'è quindi motivo per aggiungere 100.000 euro ai 654.000 già previsti, per questa voce, nel bilancio di previsione, ma semmai si potrebbero operare delle variazioni in diminuzione.
Con l'emendamento 2 lavoriamo sul settore fondo per lo sviluppo di progetti strategici. Può bastare un aumento di 54.000 euro anziché di 354.000 euro, perché, se si tratta effettivamente di progetti strategici, non si capisce perché non siano stati finanziati nel bilancio di previsione 2011, che a questa voce porta già iscritti 240.000 euro. Sembra invece un metodo per costituire un accantonamento e non restituire le sopravvenienze al bilancio regionale.
Con il terzo emendamento lavoriamo sul fondo di riserva per spese obbligatorie ed impreviste. Sono iscritti 433.000 euro, e non si capisce il motivo di aggiungere a questa voce in corso d'anno ulteriori 300.000 euro, se non quello di tenersi in bilancio questi soldi e anche qui non restituirli al bilancio della Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzotti.
Prima di dargli la parola, vorrei precisare che stanno distribuendo gli emendamenti del Movimento 5 Stelle a firma dei consiglieri Favia e Defranceschi. Sono numerati da 1 a 4, però 2 e 3 hanno praticamente lo stesso testo per un errore non del consigliere.
La parola al consigliere Mazzotti.
MAZZOTTI: Grazie, presidente. Abbiamo già avuto modo in Commissione di illustrare questa delibera come evidenziato dal presidente Lombardi, e abbiamo già avuto modo nella seduta precedente, quando abbiamo approvato il consuntivo 2010, di annunciare all'Aula l'atto che ora andiamo ad approvare.
Ne preciso solo alcuni aspetti, annunciando che trovo come sempre del tutto improprio se non demagogico il modo con il quale per l'ennesima volta vengono presentati alla discussione questi emendamenti del consigliere Favia. Comunque per principio non entro nel merito e spero non si faccia ricorso al TAR anche su questo argomento.
Noi andiamo a restituire un milione di euro al bilancio della Regione, che sono il frutto dei risparmi che l'Aula ha approvato e che le note iniziative intraprese dall’Ufficio di Presidenza di questa legislatura hanno messo in campo: la riduzione del 10 per cento dell'indennità di carica dei consiglieri, la riduzione dei rimborsi spese dei consiglieri regionali, la riduzione delle spese di funzionamento dei Gruppi assembleari che sono dovuti alla riduzione del numero dei Gruppi, la riduzione delle spese di rappresentanza, la riduzione delle spese per noleggio di autovetture, la riduzione delle spese per informazione e comunicazione, la riduzione delle spese per i patrocini onerosi in applicazione della legge nazionale.
Queste hanno determinato un avanzo ulteriore di più di 1.900.000 euro. Di questi restituiamo un milione al bilancio e decidiamo che continueremo a funzionare con il costo dell'Assemblea legislativa di circa 35 milioni fino al 2015. Si tratta di un impegno che abbiamo già assunto la volta scorsa. Questo significa che in realtà noi chiediamo dal bilancio regionale 35 milioni, che diventano a disposizione 38 circa, perché ci trasciniamo anno per anno il cosiddetto “avanzo di amministrazione”. Possiamo anche restituire 3 milioni per chiederli il prossimo anno, ma facciamo semplicemente un'operazione di trascinamento e l'impegno del bilancio resta di 35 milioni di qui al 2015.
Restituiamo quel milione, le somme a disposizione dell'Ufficio di Presidenza vengono utilizzate per quei programmi e quei progetti che sono evidenziati nell'atto, che in particolare riguardano alcune delle attività che nel 2010 non sono state eseguite per una ragione semplice: perché il 2010 è stato un anno particolare, l'anno delle elezioni, nel quale c'è stata un’interruzione della legislatura, nel quale alcune attività (pensiamo solo all'informazione e alla comunicazione) non si sono potute svolgere come da programma.
Questo è il quadro in cui ci muoviamo, che mi pare assolutamente trasparente. Il problema non è restituire o non restituire: bisogna guardare il dato esplicito, quanto costa l'Assemblea legislativa, che in base al bilancio della Regione costa circa 35 milioni, ma ne ha a disposizione 2-3 in più perché il bilancio è fatto così e noi dal punto di vista contabile ce li trasciniamo.
L’atto che andiamo ad approvare, così come l’abbiamo visto all’unanimità nell’Ufficio di Presidenza, così come l’abbiamo visto nella Commissione, mi pare assolutamente conforme ai programmi che abbiamo approvato e mi pare che testimoni un impegno preciso non solo di riduzione, ma anche di razionalizzazione delle spese, di miglioramento dei programmi e del funzionamento dell'Aula e delle dotazioni ai consiglieri, che nell’Ufficio di Presidenza abbiamo già iniziato a verificare e sul quale ci siamo impegnati a mettere in campo delle azioni nei prossimi mesi. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Mazzotti.
Chiudiamo la discussione generale e passiamo alle dichiarazioni di voto su emendamenti e delibera.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma dei consiglieri Favia e Defranceschi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2 (uguale al 3) a firma dei consiglieri Favia e Defranceschi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4 a firma dei consiglieri Favia e Defranceschi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Si proceda quindi alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 1524.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo agli atti di indirizzo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Sull’ordine dei lavori avevo presentato una richiesta di inversione dell’ordine del giorno per discutere un tema di attualità. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Lo abbiamo visto e credo che siamo ancora in orario per metterlo in discussione. La richiesta è stata recepita.
OGGETTO 1558
Risoluzione proposta dai consiglieri Favia, Barbati, Monari, Naldi, Meo e Sconciaforni per impegnare la Giunta a porre in essere azioni contro la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, prevedendo piani alternativi per lo sviluppo economico della zona e investendo, nell'area del Parco del Delta del Po, nella produzione energetica da fonti rinnovabili (258) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Proprio oggi che stiamo parlando di risanamento ambientale fa un po' ridere se non piangere il fatto che si discuta questa risoluzione.
Posso condividere o meno le politiche della Regione, però facciamo tutto un lavoro in Commissione con le udienze conoscitive per cercare di fare un Piano energetico che tuteli l'ambiente, lavoriamo sulle linee guida per impianti da 1 megawatt di biogas, di biomasse, e poi ci troviamo al confine una Regione che si propone di mettere in piedi una centrale a carbone da oltre 1.000 mega.
Noi ragioniamo e facciamo le conferenze di servizi, le centrali da 1 mega a biogas e biomasse, che comunque hanno il loro impatto ambientale se mal costruite e mal gestite, poi però ci becchiamo una centrale a carbone da oltre 1.000 mega ai confini. Non possiamo star fermi e non fare niente: approfittando anche del fatto che abbiamo un presidente che è a capo della Conferenza Stato-Regioni dobbiamo batterci, e sono contento che alla risoluzione presentata abbiano aderito anche gli altri Capigruppo della maggioranza.
Dobbiamo mettere in campo tutte le azioni possibili per fermare questa centrale, che si trova all'interno del Parco del Delta del Po. È inaccettabile e c'era un regolamento che lo vietava, ma stanno facendo il loro solito giochino da azzeccagarbugli per realizzare comunque questa centrale, e adesso sta arrivando anche l'appoggio del Governo, che con norme “ad aziendam” sta cercando di consentire la creazione di questo mostro a carbone.
Ricordiamo che questa centrale ha lavorato ad olio combustibile per un bel po' di tempo e si ricordano le strade diventate color ocra nel Polesine, una situazione devastante da un punto di vista ambientale in una zona a vocazione turistica. Non possiamo tollerare questo, anche perché il Parco del Delta del Po deve essere considerato come un unicum: non si deve fermare ai confini regionali. È nostro dovere tutelare il Parco del Delta.
Chiediamo, quindi, che la Regione esprima, innanzitutto, la sua netta contrarietà al progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, attivandosi in tal senso in ogni sede competente. Vorrei conoscere anche il parere del sottosegretario, che è molto competente, a chiedere un piano alternativo per lo sviluppo economico della zona, rilanciando turismo, agricoltura, pesca, e cercando, quindi, di preservare l’ecosistema del fiume Po e la qualità dell'aria, senza danneggiare, anzi favorendo, le attività economiche, investendo esclusivamente nell'area del Parco del Delta del Po sulla produzione energetica da fonti rinnovabili, non combustibili e soprattutto non fossili.
Spero che questo ordine del giorno venga accolto, ma soprattutto che la Regione riesca a muoversi per cercare di bloccare questa vergogna. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Molto rapidamente, solo per sottolineare ancora di più le parole che bene ha espresso il consigliere Favia.
Quello di cui stiamo discutendo adesso è un obbrobrio non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista del percorso giuridico di questa cosa. Il Consiglio di Stato ha bocciato la valutazione d'impatto ambientale che approvava questa riconversione, e stiamo quindi assistendo all'ennesimo tentativo da parte della Regione Veneto e del Governo di resuscitare questo progetto, nonostante questa bocciatura.
Questo è molto grave soprattutto se si pensa che la norma che cerca di cancellare questa sentenza del Consiglio di Stato non tiene conto che quello che manca in questa valutazione d'impatto ambientale è anche l'indisponibilità a confrontare questo progetto a carbone con gli scenari alternativi, cosa che una valutazione di impatto ambientale deve necessariamente fare.
Ci sembra quindi una posizione anche molto arrogante. Fra l'altro, Enel ha sostenuto la tesi secondo cui, essendo i gruppi a carbone più grandi di quelli usualmente impiegati per gli impianti di gas a ciclo combinato, i camini più alti avrebbero garantito una maggiore diluizione degli inquinanti e dunque implicato un minore impatto.
Se non fosse drammatico, direi che qui siamo alle comiche finali, perché questa tesi non ha alcuna base scientifica: senza temere di essere smentiti possiamo sostenere che gli inquinanti viaggiano e si trasformano anche chimicamente e interessano quindi un'area molto vasta, anche nell'ordine di centinaia di chilometri.
La nostra preoccupazione rispetto a questo impianto non è semplicemente riconducibile a quella che affettuosamente chiamiamo “sindrome di Nimby” cioè non nel mio giardino, non nel mio cortile, ma è una preoccupazione su un'area veramente vasta. Concludo senza parlare dell'impatto sulle PM10 su questa Regione già così bersagliata da questo punto di vista.
Vale soltanto la pena di ricordare che trenta delle quarantotto città italiane fuorilegge per numero di superamenti annuali dei limiti di PM10 sono in pianura padana, quindi da noi questo problema, anche grazie ai fenomeni geotermici a cui siamo soggetti, si esprime veramente in maniera molto drammatica.
In tutti i Paesi europei i delta dei grandi fiumi (penso al Rodano, al Guadalquivir, ma anche ai fiumi dei Paesi dell'est) sono dei grandi parchi e rappresentano per quello che sono un valore di sviluppo e di sostentamento per le popolazioni locali. Non credo che noi dobbiamo a tutti i costi inventarci delle cose: credo che noi dobbiamo semplicemente imparare a mettere a frutto fino in fondo le risorse anche territoriali e ambientali che il nostro territorio possiede, superare finalmente tutte le difficoltà che hanno impedito in questi anni la creazione di un grande parco nazionale, nonostante gli impegni presi in passato e dare vita a un percorso diverso, che renda quest'area, che è sensibile sia dal punto di vista ambientale, sia soprattutto dal punto di vista turistico, un luogo gradevole e attrattivo, che punti su altro per il proprio futuro e per il proprio sviluppo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Meo.
La parola al sottosegretario Bertelli.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Ho letto approfonditamente la risoluzione, che invita la Giunta - immagino sarà approvata visto l’ampio schieramento dei firmatari - a contrastare la realizzazione del progetto di conversione della centrale di Porto Tolle da centrale a olio combustibile attualmente ferma a centrale a carbone, anche se ovviamente l’accezione del carbone va vista nella moderna accezione di questa forma di alimentazione. Non è una vecchia centrale a carbone, ma ha le tecnologie più innovative rispetto a quelle tradizionali e dovrebbe garantire un minore impatto ambientale.
Vorrei dire ai firmatari di questa risoluzione che la Giunta regionale tutte le volte che ne ha avuto l'opportunità - tenendo conto che non è all'interno del meccanismo previsto dalle norme nazionali per le autorizzazioni, comprese quelle della valutazione di impatto ambientale, ma è semplicemente un ente sentito dalla Conferenza in quanto non ha la titolarità come la Regione Veneto di autorizzare alcunché -, si è opposta alla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle e ha chiesto in tutte le occasioni almeno la conversione a metano, qualora si dovesse mantenere la centrale in quella localizzazione, anche se anch'io penso che non sia il massimo, visto che siamo contitolari insieme alla Regione Veneto di un parco interregionale di importanza europea.
Credo che il consigliere Favia nell’illustrare la risoluzione abbia centrato un punto, che rispetto alla predisposizione di questa risoluzione è una novità rappresentata da una norma inserita la scorsa settimana all'interno del provvedimento che credo sarà approvato entro la settimana, perché questo sembra l'orientamento di massima dell’intero Parlamento riguardo alla manovra finanziaria.
In quel provvedimento è previsto un meccanismo di rafforzamento rispetto a quello che si sta accingendo a fare la Regione Veneto, che modificherebbe la propria legge regionale sull'istituzione del Parco del Delta del Po veneto. La previsione di quella norma ha consentito al Consiglio di Stato di bocciare l'approvazione definitiva della VIA sulla centrale a carbone di Porto Tolle, perché in quella legge è prevista una norma secondo cui non possono essere autorizzati all'interno del Parco del delta del Po veneto impianti di produzione di energia elettrica che siano ad impatto superiore a un impianto di produzione di energia elettrica alimentato a metano. E prima della sentenza del Consiglio di Stato la VIA alla centrale di Porto Tolle convertita in metano era già stata data, tanto che erano già in corso i contratti per i lavori e per la realizzazione delle opere.
A questo punto, siamo in un contesto nel quale il Consiglio di Stato ha sostanzialmente riportato la posizione di partenza in quell’impianto e senza le modifiche della legge regionale del Veneto, che consentano di superare il problema, o senza l'approvazione di quella norma che è stata inserita nel provvedimento in corso di discussione in queste ore al Senato, ovviamente quel ragionamento non può ripartire da nessuna parte.
Ho letto le norme contenute nel provvedimento in discussione al Senato, che ovviamente consentono di bypassare il problema e anche la sentenza del Consiglio di Stato. Resta valido il principio che nelle sedi nelle quali saremo chiamati (se lo saremo, perché credo che ormai questa parte del percorso sia già stata sostanzialmente conclusa) a fare ancora un parte come Regione Emilia-Romagna confermeremo l'atteggiamento, gli atti e la posizione che abbiamo tenuto finora.
Voglio ribadire che non solo abbiamo tenuto un atteggiamento contrario a una conversione della centrale che non fosse a metano, ma abbiamo anche collaborato con il sistema degli Enti locali parte emiliana, che sono più prossimi alla realizzazione della centrale, e che hanno portato a vincere parecchi ricorsi e ad ottenere risarcimenti anche economici per il periodo in cui è stata in funzione la centrale ad olio combustibile. Anche per quello abbiamo mantenuto un atteggiamento molto vigile di contrasto all’autorizzazione definitiva nella conversione a carbone di quella centrale.
Aggiungo anche che l'atteggiamento di questa Regione, che non ha peso dentro la Conferenza di servizi, ma le cui deliberazioni sono andate nel senso che dicevo, verrà confermato in ossequio alla deliberazione della risoluzione, se verrà approvata. Si potrebbe anche eventualmente sviluppare, così come abbiamo fatto nella prima fase, magari utilizzando anche il peso dei parlamentari di questa Regione in sede nazionale, per ottenere tutte le prescrizioni che in fase di VIA è possibile ottenere anche nei confronti del Ministero, che deve elaborare questa nuova soluzione di VIA sulla base delle modifiche legislative che saranno introdotte dal Parlamento, in maniera tale comunque da preservare il nostro territorio da possibili ricadute negative di una situazione di questo genere.
Per quanto riguarda questa Regione, abbiamo lavorato negli anni anche per proporre programmi di sviluppo, che tenessero conto della peculiarità di quel territorio e che fossero particolarmente mirati ad esaltare le potenzialità economiche derivanti dalla qualità ambientale dei luoghi e dalla qualità delle attività economiche specifiche di quel territorio, che per quanto riguarda noi - abbiamo chiesto al Veneto di seguire questa nostra elaborazione per esaltare la propensione dei luoghi - sono sostanzialmente la qualità ambientale dovuta all'area del Parco del Delta del Po (particolarmente sviluppata nella parte Veneto, entro i cui confini si trova gran parte del parco), le qualità turistiche che sfruttano la qualità ambientale di quei luoghi, le attività legate alla pesca e all'agricoltura, che sono potenzialmente molto ricche, se sostenute a dovere.
Intendiamo continuare a lavorare anche in collaborazione con la Regione Veneto e con i Ministeri competenti per sviluppare quei piani, che abbiamo cominciato a fare anche da soli insieme ai territori di quelle aree all'interno del confine della nostra Regione, per arrivare a predisporre un programma di sviluppo che tenga conto delle caratteristiche dei luoghi.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli.
È aperta la fase delle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: L’istituto Regione ha fatto quanto indicato dal sottosegretario: ha espresso contrarietà, ha chiesto alternative. Sottolineo anch'io come la Regione abbia rappresentato negli anni opinioni che sono anche le opinioni dei cittadini che vivono nel Parco del Delta e a ridosso del medesimo, sia della provincia di Ferrara, sia di Ravenna, e ha espresso, con le posizioni ricordate, le posizioni delle istituzioni locali.
Mi fa piacere dire qui che, oltre al lavoro delle istituzioni, da molte generazioni, in particolare insieme ai goranti e ai mesolani, ci rechiamo sugli argini del Po prima per fermare e poi per manifestare con l’obiettivo di impedire la riconversione a carbone. C'è una pratica diffusa in quelle comunità, per cui è nostra opinione votare a favore dell’ordine del giorno presentato. Questa presa di posizione aiuta perché, pur essendo in regola cioè in sintonia istituzioni/popolazioni, è una sottolineatura che impegna a mantenere fermo questo punto.
Sarebbe gradito che fosse riconosciuto che in questo caso si sta aggiungendo un valore con questo ordine del giorno a una politica che ha avuto e ha valore dal punto di vista della sostenibilità per quelle comunità, anche perché avere questa sinergia che si manifesta sull'ordine del giorno, ma anche su quello che abbiamo fatto e stiamo facendo in quelle località come istituzioni è un fatto di forza per le politiche ambientali e di sostenibilità e di sviluppo che oggi, in vari momenti, l'Assemblea legislativa ha sottolineato come barra per il futuro delle nostre istituzioni e delle nostre popolazioni.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Montanari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Per esprimere una dichiarazione di voto favorevole. Condivido gli interventi fin qui ascoltati e approfitto della presenza del sottosegretario chiedendo di valutare se ci sia la possibilità di intervenire anche in altre sedi, dal momento che queste persone arrecano un danno evidente alla Regione - chiedo di verificare perché non ho elementi per poter dire che ci siano i margini per farlo - con una centrale a carbone, seppur con delle mitigazioni, che però da un punto di vista tecnico non sono fuffa, ma quasi, sono quei famosi slogan per far digerire le cose, come “il carbone pulito”.
Rimane la totale pesantezza di questo tipo di intervento a livello ambientale e quindi a livello della salute dei cittadini. Come Regione Emilia-Romagna veniamo seriamente danneggiati da questo intervento, e dobbiamo cercare tutte le vie, anche quella in sede giudiziaria civile o in altro tipo di sede. Non possiamo tollerare di subire un evidente danno ambientale e sanitario per le scelte di un’altra Regione su un intervento al confine con la Regione Emilia-Romagna: come minimo ci deve essere una condivisione. Se vanno avanti di testa loro, dobbiamo far valere i diritti degli emiliano-romagnoli e delle popolazioni che vivono in quelle zone.
Come ha detto il sottosegretario, la Regione si è già espressa in passato molto bene. Non era assolutamente per bacchettarla ma, come diceva il consigliere Montanari, per rinforzare la richiesta alla Regione di intervenire in tal senso. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1558.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Richiesta di inversione dell’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): Abbiamo una richiesta di inversione dell'ordine del giorno ai sensi dell’articolo 75, comma 1, del Regolamento presentata dal consigliere Pollastri. La richiesta riguarda l'oggetto 1574: «Risoluzione proposta dai consiglieri Pollastri, Villani, Bartolini, Bignami, Leoni, Malaguti, Aimi, Bazzoni, Filippi, Lombardi e Alberto Vecchi per esprimere la condanna delle violenze avvenute in data 3 luglio 2011 in Val di Susa ad opera di "black bloc", movimenti anarco-insurrezionalisti e centri sociali, per censurare la definizione di "eroi" degli autori delle stesse e per manifestare solidarietà nei confronti delle Forze dell'Ordine, dei relativi feriti e degli operai al lavoro nel cantiere TAV di Chiomonte».
Informo che, se mettiamo in inversione l'oggetto 1574, verrà collegato ad esso l'oggetto 1594: «Risoluzione proposta dai consiglieri Favia e Defranceschi, per condannare l'uso della violenza durante manifestazioni pubbliche, con particolare riferimento agli scontri in Val di Susa contro la realizzazione della TAV, ed invitare la Giunta ad attivarsi presso il Governo per l'emanazione di una legge che preveda il numero identificativo sui caschi delle forze dell'ordine».
Sono ammessi un intervento a favore e uno contro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Per la verità avevo chiesto la parola per perorare la richiesta di discutere immediatamente con un’inversione la risoluzione relativa agli idrocarburi, perché c'è una ragione di urgenza vera che posso spiegare. Faccio comunque un intervento contro.
Discuto volentieri con il tempo necessario le due risoluzioni proposte sull'argomento delle violenze e degli episodi verificatisi nella Val di Susa, però non credo che sia un argomento così urgente: lo possiamo discutere tranquillamente alla prossima occasione.
Qui c'è un'urgenza relativamente alla questione degli idrocarburi, legata al fatto che il 18 e il 19 è prevista la valutazione di impatto ambientale, che è stata già rinviata. Credo quindi che sia utile, se vogliamo prendere una posizione, esprimerla nella giornata di oggi o al massimo domani, perché altrimenti arriviamo tardi. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
La informo che comunque non c'è una richiesta formale alla Presidenza per l'inversione dell'oggetto.
La parola al consigliere Pollastri per l’intervento a favore.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ovviamente, essendo primo firmatario e avendo richiesto ai sensi del regolamento l'inversione, dato che ci avviamo ormai alla conclusione dei lavori perché, come da ordine del giorno della Conferenza dei Capigruppo, alle 19.30 bisogna chiudere l'attività dell'Aula, è opportuno che l'Assemblea legislativa prenda una posizione e assuma una votazione in merito ai gravissimi fatti avvenuti domenica 3 luglio in Val di Susa.
L’intervento del collega Naldi rispetto al regolamento non era pertinente. Adesso sta presentando correttamente la richiesta sulla risoluzione che ritiene importante e urgente, come sicuramente è, però io insisto, avendola anche presentata precedentemente al collega Naldi, affinché l'Aula possa votare questa inversione come generalmente si fa per prassi quasi consolidata nel caso di richiesta di inversione dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell'ordine del giorno presentata dal consigliere Pollastri.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La richiesta di inversione è respinta.
Inversione dell’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): Vista la richiesta formale del consigliere Naldi, che chiede l'inversione dell'oggetto 1546, al quale è abbinato anche l’oggetto 1272, sono ammessi un intervento a favore e uno contrario.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Un veloce intervento a favore, ribadendo quanto detto dal consigliere Naldi sull'importanza e sull'urgenza del provvedimento sul quale fra l'altro c'è stata anche una convergenza di opinioni e di divisioni, che ha visto anche fasi alterne e combattute all'interno di quest'Aula.
È evidente, però, che in questo caso la ragione ha prevalso, e quindi credo che sia assolutamente importante porre in votazione questo argomento per i motivi già richiamati: le conferenze dei servizi si terranno a breve e c'è forte allarme nella popolazione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Se nessun consigliere chiede di intervenire contro, metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori con anticipazione delle risoluzioni 1546 e 1272.
(È accolta all’unanimità)
PRESIDENTE (Mandini): L’inversione è accolta.
OGGETTO 1546
Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Monari, Sconciaforni e Barbati in ordine alla ricerca e sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi (251) (Discussione e approvazione)
OGGETTO 1272
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Moriconi, Bonaccini, Montanari, Montani, Cevenini, Mori, Costi, Ferrari, Casadei, Luciano Vecchi, Pariani, Piva, Marani, Pagani e Carini per invitare la Giunta a porre la massima attenzione, a livello tecnico e politico, nei confronti delle procedure di Valutazione di impatto ambientale circa le ricerche di idrocarburi denominate "Fiume Reno" e "Fiume Panaro" e di ogni analoga richiesta, garantendo la trasparenza e l'informazione delle popolazioni interessate, applicando il principio di precauzione e svolgendo ogni approfondimento scientifico necessario (211) (Ritiro)
PRESIDENTE (Mandini): È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Siamo in discussione con gli oggetti 1546 e 1272. Valutando la risoluzione 1546, che è stata presentata da me e da altri colleghi di maggioranza e alla quale faceva riferimento anche il collega Defranceschi, ritengo che il contenuto della nuova stesura superi la 1272, che come primo firmatario riterrei di ritirare, interpretando anche il sentimento degli altri colleghi firmatari, mi sembra appunto che sia abbastanza congrua e onnicomprensiva la risoluzione 1546.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Interpreto le sue parole nel senso che lei parlasse a nome di tutti i sottoscrittori della risoluzione. Bene.
Viene ritirato l’oggetto 1272, come richiesto dal consigliere Monari, primo firmatario. Rimane in discussione l’oggetto 1546, sul quale comunico che è stato presentato l’emendamento 1 a firma del consigliere Defranceschi.
Apriamo la discussione sull'oggetto 1546 e sull'emendamento 1.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: L’emendamento proposto dal consigliere Defranceschi mi sembra accoglibile, perché dice in modo esplicito quello che era implicito nel testo che abbiamo presentato, e d'altra parte le considerazioni e le precisazioni che lo riguardano sono corrispondenti alle valutazioni che stanno facendo i sindaci e le amministrazioni delle aree interessate alla ricerca idrocarburi nella Valle del Panaro e nella Valle del Reno.
Questo è un testo con il quale vogliamo anche dare atto all'amministrazione regionale di ciò che è stato fatto, ma vorremmo dire in maniera anche più cogente che, nel momento in cui in tutto il mondo ci si chiede se sia stato raggiunto il picco delle tecniche convenzionali di estrazione degli idrocarburi e quindi sembra che diventino convenienti altre forme, queste altre forme non convenzionali in realtà sono molto dispendiose in termini energetici e molto pericolose per l'ambiente.
Vogliamo ribadire quindi che in questa regione ci sono tre procedure di VIA: per la ricerca, per la perforazione, per le estrazioni, e quindi è la Regione che assieme agli Enti locali con questa procedura di VIA deve esprimere il parere vincolante, di cui il Ministero dell'Industria deve tenere conto.
Vogliamo escludere le perforazioni e le estrazioni con tecniche non convenzionali, vogliamo escludere le aree interessate a pericoli di frana e a pericoli di subsidenza (e sappiamo che sono parte rilevante del nostro territorio), le aree di pregio ambientale, i parchi, le aree paesaggistiche, le aree protette nazionali e regionali, le aree di rispetto fluviale. Nella Conferenza Stato-Regioni la nostra Regione dovrebbe farsi carico di chiedere anche un aumento delle royalties per gli Enti locali nel caso di estrazioni.
Senza assumere una posizione ideologica, pensiamo comunque che la ricerca di idrocarburi non possa essere un modo per riaprire delle illusioni sull’utilizzo di idrocarburi ma invece abbiamo l'esigenza di concentrare tutte le nostre attenzioni sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico. Senza escludere che in qualche occasione possano anche essere fatte, vogliamo evidenziare che questo non è il nostro terreno prioritario e che questo non può avvenire a danno dell'ambiente. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Confermo che l'emendamento presentato è volto semplicemente a confermare e meglio definire le zone che dobbiamo e vogliamo tutelare, come già previsto dai piani territoriali sia regionali che territoriali provinciali. Sono le stesse zone in cui andremo a discutere come utilizzare le energie rinnovabili per quanto riguarda le linee guida sull'argomento del Piano energetico.
Voglio solamente sottolineare come questa accoppiata di risoluzioni, che dal carbone arrivano a un'altra forma di sfruttamento di energie fossili, dia un'impronta molto forte alla direzione di questa Assemblea (e già nelle corde della Giunta) verso un utilizzo più intelligente delle nostre risorse naturali e anche delle risorse che dobbiamo promuovere. Trovo molto positiva questa convergenza e per certi versi anche un passo di marcia verso le energie rinnovabili. Mi auguro che nei prossimi giorni questo sia prodromico a un’ampia discussione sul Piano energetico e nelle prossime settimane sulle linee guida per gli impianti delle energie rinnovabili, valutando attentamente gli emendamenti che abbiamo preparato in un'ottica assolutamente migliorativa dello sfruttamento di queste energie e di tutela delle nostre bellezze, dei nostri valori naturali, di come vogliamo utilizzare le risorse naturali nella nostra regione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Dico per rispetto verso l’Aula e per lasciarlo nel verbale del dibattito che ci sono state molte iniziative sul territorio, alle quali ovviamente hanno partecipato non solo gruppi di cittadini, ma anche associazioni organizzate, e lo dico perché, come avevo detto rispondendo al consigliere Defranceschi in occasione del dibattito per la prima risoluzione su questo quesito - non mi piace citare me stesso, ma ricordo di aver chiesto tempo per poter approfondire il tema - il tema non solo è stato approfondito, ma anche l'assessore Muzzarelli ha partecipato insieme a me a numerose assemblee di cittadini.
Questo anche per ringraziare le modalità con le quali la Giunta, nella persona dell’assessore Muzzarelli, ha saputo e voluto correggere e anche ascoltare le ragioni, che si sono rivelate fondate, di molti degli amministratori di quei Comuni del territorio ma anche di molti movimenti dei cittadini.
Lo dico per lasciarlo a verbale, poiché tutte le volte che siamo in presenza di un'assemblea civica senza il dominio delle competenze tecniche sul merito delle questioni di cui si parla, vengono agite strumentalmente prese di posizione di questa o di quella sigla politica, sono convinto che a valle dell'approvazione dalla risoluzione in oggetto, sui territori interessati, sia il consigliere Defranceschi, che il consigliere Naldi, non avranno nessuna esitazione a partecipare ad analoghe assemblee, come quelle che sono state convocate per denunciare un sopruso, anche per spiegare che il sopruso non c'è stato o comunque in ogni caso è stato preventivamente messo sotto controllo.
Lo dico perché spiacevolmente mi sono trovato in alcune occasioni ad essere tacciato io stesso come protettore di multinazionali di idrocarburi texani o come Pinocchio rispetto a cose che avrei detto in quest'Aula, ma che non ho mai detto, o addirittura come fautore di interessi transnazionali.
La richiesta di prendere tempo era per rendermi conto che il problema evidentemente ci fosse, ho constatato che il problema c’era, ma tuttavia, siccome l'uso strumentale dei movimenti civici in alcune occasioni muove anche da una straordinaria ignoranza dei cittadini che corrono dietro a qualche indicazione troppo sintetica trovata su internet o troppo strumentale agita da qualcuno, che invece lì sì ha magari qualche interesse da difendere, mi dichiaro molto soddisfatto del lavoro e particolarmente soddisfatto del rapporto con i colleghi che con me hanno firmato la risoluzione, ma quando c'è un problema che investe e preoccupa vari settori della cittadinanza sui territori, vi chiedo: maneggiamolo con la cautela e la competenza necessarie a evitare di gridare «al lupo, al lupo» quando il lupo invece non c'è.
In questo caso, come i fatti in concreto lo dimostrano, io e i signori della Hunt Oil, che peraltro non so chi siano, non abbiamo mai avuto nulla da spartire. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla risoluzione e sull’emendamento 1 presentato dal consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Per dichiarare ovviamente il voto favorevole. Non ho mai dato del texano al consigliere Monari e non era mia intenzione farlo. Ricordo benissimo che in quell'Assemblea sollevai la stessa eccezione di urgenza, in quanto era prevista una conferenza dei servizi, come giustamente ricordato dal consigliere Naldi.
L’urgenza per la quale feci la risoluzione di cui chiesi l'anticipo riguardava il fiume Secchia e infatti è stata approvata il giorno prima della discussione in Aula, quindi l'urgenza e le motivazioni c'erano. Sono ben contento che l'urgenza oggi sia stata rilevata e che sia stata fatta un'operazione di analisi e di studio, concordando sul fatto che sia un argomento molto tecnico.
Ribadisco senza alcuna polemica che questa è una vittoria dell'intelligenza, nel senso letterale del termine intellegere, cioè di persone che sono state in grado di capire che il problema era reale anche se tecnicamente molto complesso.
Visto che ci sono state delle polemiche anche su questo, la vera vittoria non è né mia, né del consigliere Naldi o del consigliere Monari, né di nessuno: abbiamo fatto semplicemente il nostro lavoro e il nostro dovere.
Credo che la vera vittoria sia stata quella dei cittadini e dei comitati che ho avuto modo di frequentare assiduamente e che, come era già accaduto in altri casi nella Valle del Reno, hanno dimostrato la capacità di occuparsi di argomenti molto tecnici, di raggiungere un incredibile grado di preparazione non partendo da una laurea specifica, che hanno combattuto una battaglia sacrificando le loro serate, le loro domeniche, il loro tempo libero.
Credo che questa sia per loro la vera vittoria assieme a quella di molti sindaci che subito hanno colto il problema e di molti sindaci che nell'arco di un mese hanno cambiato radicalmente opinione. Non arroghiamoci però nessun diritto particolare perché abbiamo fatto il nostro dovere, i cittadini ce l'hanno segnalato e loro sono i veri vincitori morali di questa battaglia.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Una battuta velocissima per interloquire con il consigliere Monari che mi ha richiesto di essere coerente associandomi al consigliere Defranceschi.
Vorrei dire al consigliere Monari che io sono parte consapevole di una maggioranza e insisto molto sul «consapevole», e da parecchio tempo - purtroppo per ragioni anagrafiche - ho superato la vocazione alla testimonianza tipo: alla Hunt Oil sono cattivi, le multinazionali sono becere, e sono contento perché, superato questo stato primitivo dell’analisi, siamo arrivati a dire che queste cose si possono fare e queste altre non si possono fare.
Penso che con il contributo di tutti siamo in grado di dire cosa si possa o non si possa fare, e credo che questo sia il nostro mestiere. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Non ho altre richieste di dichiarazioni di voto.
Chiedo al consigliere Naldi se sia favorevole, in quanto primo firmatario della risoluzione 1546, a che sia presentato l'emendamento 1 del consigliere Defranceschi.
NALDI: Sì, lo confermo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma del consigliere Defranceschi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1546.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Inversione dell’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): C'è una richiesta del consigliere Piva di anticipare la trattazione dell'oggetto 995.
Sulla richiesta sono ammessi un intervento a favore e uno contrario.
Ha chiesto di parlare il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Ho chiesto l'inversione per trattare la risoluzione oggetto 995. Nel decreto sul tema dei defibrillatori, sulla spiegazione della risoluzione stessa interverrò più precisamente, ci sono dei tempi precisi e in più, se la Regione intende aggiungere altre risorse, lo può fare in assestamento di bilancio, quindi lo faremo a fine luglio. Per questo chiedo che sia posta oggi in discussione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Piva.
Se nessun consigliere chiede di intervenire contro, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.
(È accolta all’unanimità)
PRESIDENTE (Mandini): La richiesta di inversione è accolta.
OGGETTO 995
Risoluzione proposta dai consiglieri Piva, Casadei, Moriconi, Montanari, Montani, Ferrari, Carini, Garbi, Alessandrini, Costi, Mori, Monari, Mazzotti, Fiammenghi, Zoffoli, Cevenini, Mumolo e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta ad attivarsi per accedere al riparto dei fondi nazionali previsti dalla normativa riguardante l'impiego di defibrillatori nei luoghi pubblici, finanziando inoltre la formazione dei relativi operatori (150) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Si tratta intanto di registrare una soddisfazione perché nel 2007 quest'Aula approvò la legge n. 18, che promuoveva la diffusione e l'utilizzo dei defibrillatori semiautomatici esterni, cioè extraospedalieri in tutto il territorio regionale.
Il 18 marzo 2011 il Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, ha emanato un decreto di determinazione dei criteri e delle modalità di diffusione dei defibrillatori automatici esterni, leggendo il quale si constata la validità della nostra proposta nel 2007. Questa ovviamente è la nazionale più estensiva, ma i luoghi, le sedi, le modalità di formazione sono molto simili, per cui questa è una soddisfazione.
Sapete che nella nostra regione 60-70.000 persone muoiono ogni anno per arresto cardiaco e che il defibrillatore può impedirlo, se usato da mani non esperte ma formate, perché per usarlo non occorre un medico o un operatore sanitario ma chiunque può essere in grado di salvare una vita con un opportuno corso di formazione non lungo e non gravoso. Nell'ultimo week end nella nostra provincia sono state salvate due persone.
Questa nostra legge regionale, la 18 del 2007, prevede un finanziamento per la formazione degli operatori, perché il problema non sta nell'acquisto dello strumento, che oggi costa 1.000-1.500 euro, ma nel trovare personale in grado di usarlo, che sia presente ventiquattro ore su ventiquattro nei luoghi in cui vengono allocati.
A questa legge, cofinanziata nel 2008 e non più nel 2009 e 2010 (il finanziamento fu di 150.000 euro, non parliamo di cifre rilevanti), oggi si aggiunge la notizia positiva che il Ministero della salute ha stanziato 4 milioni di euro per tre anni e nel reparto regionale alla nostra Regione verranno circa 600.000 euro divisi nei prossimi tre anni (2011-2013).
La risoluzione chiede dunque di attivarsi affinché questi finanziamenti nazionali siano incamerati dalla nostra Regione e possibilmente di aggiungere qualche decina di migliaia di euro per far sì che nelle sedi provinciali le ASL si attivino per i corsi di formazione per gli operatori.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Per annunciare anche a nome del Gruppo un voto favorevole a questa risoluzione, il cui oggetto peraltro coincide con un'interrogazione che avevo presentato il giorno successivo alla promulgazione del provvedimento governativo che stanziava risorse per l'acquisto dei defibrillatori da utilizzare in ambienti esterni alle strutture sanitarie ospedaliere.
La quota di competenza della nostra Regione si aggirerebbe intorno ai 600.000 euro. Questa sarebbe la quota di competenza dell'Emilia-Romagna rispetto al riparto del fondo nazionale destinato a questo progetto.
Condivido in pieno la necessità di integrare questa parte con interventi da parte della Giunta rispetto alla formazione degli operatori. Faccio altresì presente che la Regione con la Giunta dovrebbe concludere la propria progettualità entro la fine del corrente mese di luglio, termine oltre il quale, ove non avesse finito la propria progettualità, non potrebbe accedere alla quota di riparto del fondo nazionale.
Credo quindi che questa risoluzione oggi capiti con una tempistica corretta e mi auguro che la Giunta accolga questa sollecitazione e non si lasci sfuggire l'occasione di accedere a questi 600.000 euro di finanziamento per l'acquisto dei defibrillatori che, visto il relativo esiguo costo economico del singolo pezzo, potrebbero consentire una diffusione capillare sul territorio regionale, almeno in luoghi molto frequentati come i grandi centri commerciali o le città di medie dimensioni, dove la presenza di personale formato al loro utilizzo potrebbe concorrere a salvare molte vite umane.
Annuncio quindi il mio convinto voto favorevole alla risoluzione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Grazie, presidente. Anch’io per annunciare il voto favorevole del Gruppo del PdL a questa risoluzione, e, se fosse possibile, per chiedere l'impegno dei consiglieri regionali che sono medici, presenti in Aula, ad illustrarci il funzionamento di un defibrillatore. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Filippi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 995.
(È approvata all’unanimità)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 19,26
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Donatella BORTOLAZZI, Teresa MARZOCCHI e Massimo MEZZETTI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta:
il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Maurizio MELUCCI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Votazioni elettroniche
Autorizzazione alla relazione orale
OGGETTO 1492 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 maggio 1996, n. 16 recante 'Riorganizzazione dei consorzi fitosanitari provinciali. Modifiche alle leggi regionali 28 luglio 1982, n. 34 e 7 febbraio 1992, n. 7'»”
Presenti: 28
Favorevoli: 28
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Assenti: 22
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Gabriella MEO, Silvia NOÈ, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
OGGETTO 1492 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 maggio 1996, n. 16 recante 'Riorganizzazione dei consorzi fitosanitari provinciali. Modifiche alle leggi regionali 28 luglio 1982, n. 34 e 7 febbraio 1992, n. 7'»” (19)
Presenti: 35
Favorevoli: 35
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Assenti: 15
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Gabriella MEO, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Alberto VECCHI.
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Mandini - Richetti
Cevenini - Corradi
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