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45.
SEDUTA DI MARTEDÌ 26 LUGLIO 2011
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
Indice
Interrogazione oggetto 1619 (1085)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
Interrogazione oggetto 1636 (1100)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
CAVALLI (Lega Nord)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
Interrogazione oggetto 1640 (1103)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
OGGETTO 1488
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Attuazione della Direttiva 2009/147/CE e conseguenti modifiche alla legge regionale 6 marzo 2007, n. 3 (Disciplina dell'esercizio delle deroghe previste dalla Direttiva 79/409/CEE) relativamente alla cattura di uccelli a scopo di richiamo» (22)
(Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
BARTOLINI (PDL)
MEO (SEL - Verdi)
MALAGUTI (PDL)
ALESSANDRINI (PD)
RABBONI, assessore
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
ZOFFOLI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
BARBATI (Italia dei Valori)
DONINI (Fed. della Sinistra)
PIVA (PD)
VECCHI Luciano (PD)
MAZZOTTI (PD)
Saluto all'associazione Ambiente di Rivara
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 1618
Delibera: «Elezione del Presidente della Commissione assembleare per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini (art. 41 dello Statuto e art. 3, comma 2 della L.R. n. 8 del 15 luglio 2011) (49)
(III scrutinio - Elezione della consigliera Roberta Mori)
PRESIDENTE (Richetti)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Richetti)
MONARI (PD)
FAVIA (Mov. Stelle)
OGGETTO 1580
Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Naldi, Luciano Vecchi, Mazzotti, Bonaccini, Monari, Pagani, Grillini, Alessandrini, Ferrari, Carini, Donini, Casadei, Piva e Mumolo per impegnare la Giunta a chiedere al Ministero dello Sviluppo economico il pieno rispetto della normativa sull'autorizzazione dei programmi di ricerca per l'accertamento della fattibilità dello stoccaggio in unità geologiche profonde, con particolare riferimento al progetto relativo allo stoccaggio di gas a Rivara (MO) (263)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
COSTI (PD)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MEO (SEL - Verdi)
BONACCINI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
LEONI (PDL)
BARBATI (Italia dei Valori)
AIMI (PDL)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MUZZARELLI, assessore
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettronica
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 9,37
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la quarantacinquesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Buongiorno a tutti. Iniziamo i nostri lavori direttamente con l’Inno di Mameli, non avendo comunicazioni preventive da fare all’Aula.
(L’Assemblea, in piedi, ascolta l’esecuzione dell’Inno di Mameli)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Richetti): Diamo corso allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata chiamando il seguente oggetto:
1619 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i furti di imbarcazioni e dei loro propulsori verificatisi lungo il Po, con particolare riferimento al territorio piacentino. (1085)
Risponde per la Giunta la vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Pollastri.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Colleghi consiglieri, questa interrogazione a risposta immediata, cui peraltro è seguita o almeno è stata contestualmente depositata analoga interrogazione parlamentare a firma del deputato di Piacenza, onorevole Tommaso Foti, prende le mosse da segnalazioni, vicepresidente, che avrà appreso credo dalla stampa, ma anche direttamente dai sindaci dei territori interessati nella Provincia di Piacenza causa numerosi fenomeni di carattere criminoso e illecito che si sono verificati lungo il fiume Po.
Questi fenomeni e queste azioni criminose hanno colpito soprattutto associazioni ed enti che sono a beneficio del territorio, quindi vi è anche un interesse regionale, enti che si occupano della promozione turistica come Piacenza Turismi, la cui motonave che porta i turisti lungo il Po, la Calpurnia, è stata più volte depredata.
Oltre ai furti, già segnalati peraltro alle autorità competenti, si segnalano anche - è anche oggetto dell'interrogazione parlamentare in Regione - situazioni abusive che riguardano violazioni della normativa sulla pesca, quindi, signora Vicepresidente, direttamente anche le attività che insistono nel tratto del Po nella zona di Piacenza, ma anche nei Comuni di Calendasco, Caorso, Castelvetro, Castelsangiovanni, Monticelli, Sarmato, Rottofreno e Villanova.
Vi è stata già una riunione presso la Prefettura - questo dà anche la dimensione dell’allarme che si è creato soprattutto nella cittadinanza - per tentare di intensificare i controlli, per stroncare, scongiurare, limitare e comunque adottare provvedimenti che possano bloccare questo triste fenomeno.
Fatti analoghi - cito nell'interrogazione - si sono verificati anche nelle province limitrofe. A questo punto, in qualità di consigliere regionale di Piacenza, vorrei sapere se anche la Giunta regionale abbia contezza e notizia in maniera certa e circostanziata dei fenomeni segnalati nell’interrogazione stessa, quali siano le possibili cause di questi fenomeni e soprattutto - questo è il punto che mi preme maggiormente - se tramite AIPO (è una domanda, quindi non ho la soluzione in tasca) si potesse mettere a disposizione mezzi e risorse, su indicazione della Giunta regionale, per contrastare massicciamente questo fenomeno, che sta assumendo dimensioni e proporzioni molto preoccupanti, di cui i sindaci del territorio hanno dato ampia testimonianza.
Vi è poi l’ultimo tema riguardante l’entità del fenomeno della pesca abusiva. Come segnalato anche da altri colleghi, mi rendo conto che le nostre competenze sono limitate ad alcuni punti dell'interrogazione, però qualcuno paventa che addirittura vi siano coinvolte organizzazioni malavitose dell’est.
Oggi l’importante era con urgenza capire e sapere per voce ufficiale della Giunta regionale se abbiate qualche iniziativa o misura da prendere per questo grave problema segnalato dai sindaci del territorio piacentino. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Le rimangono trenta secondi per la replica.
La parola alla vicepresidente Saliera per la risposta.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Buongiorno a tutti e buon lavoro. I fenomeni richiamati nell’interrogazione del consigliere Pollastri rappresentano indubbiamente importanti problematiche per le popolazioni che vivono sulle rive del fiume Po.
Le notizie di alcuni furti di materiale nautico ai danni anche di operatori economici hanno portato a innalzare la soglia di attenzione da parte delle forze di polizia e delle polizie provinciali. Relativamente alla pesca del pesce siluro, infatti, si intrecciano il legittimo diritto all'esercizio dell'attività di pesca con l'esigenza di mantenere sotto una soglia di sicurezza le presenze di detto animale nel fiume Po, visto che una concentrazione troppo elevata di tali esemplari costituisce un forte pericolo per l’equilibrio ittico del nostro fiume, stante la voracità e le notevoli dimensioni dell'animale in oggetto.
Da informazioni assunte nelle Province di Piacenza e Parma si sono immediatamente attivate sia le forze di polizia, sia la polizia provinciale, che con il coordinamento dei rispettivi prefetti hanno intensificato il controllo dei territori di competenza.
Nel piacentino carabinieri e polizia provinciale hanno effettuato frequenti controlli lungo le rive del fiume e hanno attivato pattugliamenti periodici, utilizzando anche il natante in dotazione alla Polizia provinciale, avviando servizi in orari differenti, comprese le fasce serali e notturne.
Per rafforzare i controlli, la Provincia di Piacenza ha inoltre attivato anche le associazioni di volontariato, che collaborano con l’Ente e che operano in raccordo con la polizia provinciale nel monitoraggio del territorio. Tali intensi controlli non hanno portato al momento al riscontro di violazioni di tipo penale o amministrativo.
Nel tratto di fiume di competenza della Provincia di Parma sono stati ugualmente attivati i controlli a tappeto dell’intera area sia nella zona costiera che sul fiume, mediante il natante in dotazione, da parte sia dei carabinieri che dalla polizia provinciale, che, per l’occasione, ha dirottato in loco anche il personale generalmente attivo nelle zone montane del territorio, quindi con un controllo straordinario.
Dai controlli effettuati sui pescatori non sono emerse irregolarità e non è stato riscontrato, a fronte di controlli meticolosi, l’uso di alcuno strumento illegale di pesca come ad esempio gli elettrostorditori o le amettiere.
Sul fronte dei controlli sulla costa sono state elevate quattro sanzioni per campeggio abusivo a carico di altrettanti cittadini stranieri, regolarmente soggiornanti in Italia.
Da quanto sopra riportato è evidente che le prefetture competenti per territorio si sono occupate del caso in modo tempestivo, hanno organizzato interventi strutturati, integrando il lavoro e le potenzialità del personale dei carabinieri con le competenze e le strumentazioni delle polizie provinciali, avvalendosi anche dell’intervento in taluni casi delle polizie municipali di alcuni Comuni rivieraschi.
Stante quindi l’impegno e la massima attenzione rivolta dalle autorità coinvolte, la Regione ritiene di seguire con attenzione lo sviluppo delle attività di controllo e monitoraggio dei territori interessati da parte delle forze di polizia e delle polizie provinciali, ognuno per la propria competenza attraverso questa integrazione, al fine di ripristinare le normali condizioni di sicurezza dei territori interessati.
Dal nostro canto, rappresenteremo all’Agenzia interregionale per il fiume Po la necessità di intensificare i controlli per la parte di competenza dell’AIPO, che è di polizia idraulica.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, vicepresidente Saliera.
Consigliere Pollastri, ha trenta secondi per la replica.
POLLASTRI: Mi ritengo soddisfatto per l’articolata risposta dell’assessore, quindi anche la Giunta regionale ha ben chiara l’entità del problema e ha attivato anche, per la competenza che ha, l’Agenzia AIPO, che è la nostra agenzia regionale.
Chiedo all'assessore, com’è prassi, cortesemente di avere copia della risposta nella sua interezza. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1619, passiamo all’oggetto seguente:
1636 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa affermazioni di un Assessore regionale in merito ai lavori dell’Assemblea legislativa. (1100)
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Cavalli.
CAVALLI: Grazie, presidente. Se è possibile, aspetto la risposta del Sottosegretario.
PRESIDENTE (Richetti): Va bene. La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Sarà una risposta rapida. Per rispondere al merito del contenuto dell’interrogazione, infatti, potrei limitarmi a riprendere la sostanza della dichiarazione che l’assessore Freda ha rilasciato nei giorni scorsi in risposta all'articolo pubblicato dallo stesso quotidiano che anticipava il contenuto di questa interrogazione.
Il punto è che l’Assemblea legislativa nel suo complesso e la Giunta regionale stanno facendo un buon lavoro. La dichiarazione mi sembra chiara ed inequivocabile, e non lascia spazio ad ulteriori e strumentali polemiche di cui, peraltro, non abbiamo alcun bisogno.
Aggiungo che la Giunta concorda con tale giudizio. Tuttavia, mi pare appena il caso di sottolineare che i tempi difficili che stiamo attraversando e la bassa considerazione di cui stanno godendo la politica e le istituzioni in genere, presso un’area sempre più vasta di opinione pubblica, impongono anche a tutti i protagonisti di questa importante istituzione, che insieme consiglieri e assessori rappresentiamo, comportamenti esemplari di serietà, dedizione e abnegazione commisurati alla gravità della situazione.
Questo, in fondo, è quello che ci viene chiesto da tutti i cittadini senza distinzione politica. A questo, mi sembra, dovremmo attenerci tutti insieme.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Cavalli per la replica.
CAVALLI: Grazie, presidente. Mi rammarico dell'assenza dell'assessore Freda, in quanto ritengo che sarebbero state opportune le sue pubbliche scuse all’Assemblea. Probabilmente si chiedeva troppo. Non si dica che si trattava di una semplice battuta: quando in gioco c’è la credibilità di un’istituzione, le battute sono alquanto inopportune.
L’assessore Freda si è sbagliata, ha fatto un errore o forse la battuta le è scappata, ma in quel momento non si trovava al bar o a bere una birra con amici o compagni: ella ricopriva un ruolo istituzionale durante un dibattito televisivo, con tanta gente che nella nostra città la segue e certo avrebbe preferito avere risposte alle proprie istanze, anziché delle sterili polemiche montate ad hoc per screditare l’immagine degli avversari politici.
Quando si denigra un’istituzione e i propri avversari si contribuisce ad alimentare la sfiducia nella politica o ad alimentare la polemica su chi abbia un compenso più alto tra assessori e consiglieri. Credo che non sia opportuno. Ci vuole rispetto da parte di tutti, maggioranza e minoranza.
Signor Sottosegretario, io credo che, come lei ha detto, in un momento di rifiuto della classe politica da parte della gente e di sfiducia nelle istituzioni, questo comportamento sia il peggior servizio che un assessore possa rendere ai suoi cittadini emiliano-romagnoli.
Mi spiace soprattutto per tutti i colleghi. Ne cito alcuni che hanno un curriculum invidiabile e potrebbero ricoprire ruoli ancora più alti, con preferenze che fanno invidia in tutta Italia: il Presidente Richetti 12.720; il consigliere e amico Bartolini 13.204; il consigliere Alessandrini 12.201; la consigliera Pariani 9.460; il Presidente Villani 10.384, e potrei continuare.
Credo che il lavoro di questi colleghi sia stato svilito in pochi minuti. Parliamo di un anno e mezzo di lavoro intenso da parte di tutti, maggioranza e minoranza.
L’altro giorno l’assessore Bianchi, che mi piace chiamare professore Bianchi, ha elogiato la Commissione V perché ha avuto ben diciotto incontri con la Commissione. Vuol dire che abbiamo lavorato e abbiamo messo del nostro tempo.
Il tutto per la smania di un assessore di colpire gli avversari politici di quella trasmissione, che erano il sottoscritto e il collega e amico Pollastri. Questo credo che non vada bene. È triste che chi deve la propria posizione al fatto di essere stato calato dall’alto tacci tutti noi come nullafacenti, un’Assemblea composta da consiglieri eletti democraticamente ognuno per il proprio territorio, città, paese, pianura, collina e montagna, cercando il proprio voto, persona per persona. Credo che questo sia un fatto molto grave, sottosegretario. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1636, passiamo all’oggetto seguente:
1640 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la raccolta ed elaborazione di dati in via telematica sull'attuazione delle previsioni urbanistiche da parte dei Comuni, con particolare riferimento alla conformità degli interventi privati e pubblici in materia di certificazioni e collaudi tecnico/amministrativi riguardanti la sicurezza e l’agibilità degli edifici. (1103)
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Favia.
FAVIA: Grazie, presidente. Questa interrogazione nasce da un fatto di cronaca, ovvero la chiusura della sede del Comune di Bologna Liber Paradisus.
Oltre ad esserci occupati di legionella, sottosegretario, abbiamo appreso (in realtà si sapeva ormai da due anni) che il Palazzo del Comune non ha l’agibilità, non ha tutti i certificati che servono per poter essere aperto al pubblico.
Al di là dei dati che chiediamo all’interno dell’interrogazione e al di là del fatto che chiediamo un po' di chiarezza per quanto concerne gli edifici pubblici e i loro certificati di idoneità, contando che la maggior parte degli edifici pubblici sono scuole, laddove il tema centrale dell’agibilità e della salubrità degli edifici pubblici è emerso grazie a Liber Paradisus, vorremmo capire se abbiamo in mano i documenti, i dati, se facciamo controlli, che esito diano, e capire quale sia lo stato del nostro patrimonio edilizio sotto il punto di vista sanitario e anche strutturale. In questo caso ci concentriamo sul lato sanitario.
Chiedo dunque, sottosegretario, anche in funzione della nostra legge regionale, a quale normativa stringente debba attenersi un’opera pubblica realizzata da un Comune o dallo Stato, non dovendo sottostare all’iter classico a cui devono attenersi i privati. Non capisco in base a quali timing, scadenza, a tre anni dall’apertura del Comune di Bologna ci troviamo con un edificio che ospita più di 1.200 persone privo del certificato di agibilità dell'USL. Questa è una cosa gravissima e penso che debbano arrivare delle spiegazioni.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Come previsto dalle normative vigenti la competenza per il rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità è del Comune. Entro quindici giorni dalla comunicazione di ultimazione dei lavori, il soggetto interessato presenta allo Sportello Unico per l’edilizia la domanda di rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità.
Il Comune con il RUE individua la modalità per effettuare il controllo anche con riguardo ai diversi tipi di intervento e ai diversi ambiti del territorio. Non ci sono edifici esclusi da questa procedura. Al fine di verificare anche la qualità edilizia e il rispetto delle norme sulla sicurezza e vivibilità degli ambienti nonché, più in generale, di adempiere agli obblighi della legge regionale n. 31 del 2002 “Disciplina generale dell’edilizia” e della recente legge regionale n. 11 del 2010 “Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione del settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata”, è in corso di realizzazione un progetto per il monitoraggio dell'attività edilizia.
Il progetto, volto alla realizzazione di un Sistema Informativo Edilizio Emilia-Romagna (SI.ED.ER), mira ad una reale innovazione e semplificazione nella gestione delle pratiche edilizie del territorio e si basa sulla: messa a disposizione dei Comuni di strumenti informativi e informatici per la gestione delle pratiche edilizie e la trasmissione dei relativi dati; armonizzazione delle attuali normative così da riportare a un univoco, ordinato e coerente procedimento tutte le autorizzazioni e permessi edilizi; omogeneizzazione dei dati minimi delle modulistiche e delle procedure; costituzione delle Anagrafi Immobiliari comunali, cosiddette ACI, e regionali cosiddette ARI, fondamentali per il governo del territorio e la fiscalità comunale e regionale; attuazione del Modello Unico Digitale per l’Edilizia, cosiddetto MUDE, scheda anagrafica e informatica di un bene immobile che ne registra ogni variazione.
In sintesi, gli obiettivi del progetto SI.ED.ER sono: la riduzione dei tempi necessari per la conclusione dei procedimenti; l’economia delle risorse umane ed economiche pubbliche e private impiegate nei procedimenti; la chiarezza e la certezza delle regole che governano i processi di interazione pubblico-privato nei procedimenti dell’edilizia privata; la qualità del prodotto edilizio nel rispetto delle norme che garantiscono sicurezza e vivibilità degli ambienti.
Con conseguente monitoraggio dell'attività edilizia la Regione potrà: rilevare direttamente dalla gestione comunale i dati sulla attività edilizia, compresi i collaudi sulle conformità edilizia e di agibilità relativi al titolo abitativo rilasciato, in quanto l’agibilità/conformità e certificazione di stretta competenza comunale; verificare l’attività edilizia dei Comuni rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici; permettere la verifica degli effetti delle disposizioni normative regionali e nazionali; realizzare proiezioni dell’andamento del mercato edilizio (per alloggi, tipologie, collocazione, da recupero o di espansione) per mirare i propri interventi (ad esempio l’ERS).
In merito ai controlli delle aziende sanitarie, si fa presente che le funzioni in materia di igiene e sanità pubblica svolte dall’Unità Sanitaria Locale tramite il Servizio di igiene pubblica sono indicate dalla legge regionale n. 19 del 4 maggio del 1982 “Norme per l’esercizio delle funzioni in materia di igiene e sanità pubblica, veterinaria e farmaceutica”.
Tra le funzioni indicate nella legge quelle che riguardano gli edifici e che sono attinenti all’argomento dell’interrogazione sono le seguenti: - l’esame preventivo dei progetti di insediamenti produttivi e di servizio caratterizzati da significativi impatti sull’ambiente e sulla salute (le cui tipologie sono elencate dalla delibera di Giunta regionale n. 1446 del 2007), al fine di accertarne la compatibilità e conseguire un elevato livello di protezione della popolazione e del territorio. L’esame è effettuato in modo integrato dalle strutture competenti delle aziende sanitarie e dell’ARPA (art. 19, lettera h-bis); - la vigilanza sulle condizioni igieniche degli edifici dell'abitato (art. 19, lettera h-ter).
I Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende Sanitarie Locali della Regione eseguono routinariamente l’esame preventivo, di cui all'art. 19, lettera h-bis, sulle pratiche relative agli insediamenti compresi nell'elenco della citata delibera di Giunta inviate ai Dipartimenti per le competenze di legge, e i controlli di cui all'art. 19 lettera h-ter.
Tali competenze vengono svolte principalmente attraverso la figura professionale del Tecnico della Prevenzione e non si riscontrano, per le attività sopra descritte, carenze di organico.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Favia per la replica.
FAVIA: Signor presidente, ho a cuore la voce del sottosegretario Bertelli e vorrei risparmiargli del lavoro. Penso che una riflessione tra il Consiglio e la Giunta sia doverosa in generale, non tanto in questo caso.
Capisco l'aderenza alle domande espresse formalmente, ma non capisco perché ogni volta che si fa un'interrogazione venga fatto il riepilogo della legge. Se voglio studiare la legge, non faccio un’interrogazione: vado, prendo le leggi, le guardo e faccio delle deduzioni. Rilevo spesso una mancanza di risposte politiche e mi sembra quasi che sia un lavoro fatto a mo’ di compitino, perché dobbiamo rispondere ai consiglieri rompiscatole, ci facciamo scrivere una nota tecnica e la leggiamo.
Mi piacerebbe, presidente, che in futuro si potesse aprire un dialogo tra Consiglio e Giunta perché questo tipo di risposte non siano non più politiche, ma cerchino di stare più alla sostanza. Non me ne voglia il sottosegretario Bertelli, che è sempre disponibile e che in questo caso mi ha dato una risposta molto tecnica. Poteva sbilanciarsi, anche se probabilmente si è attenuto formalmente ai quesiti posti in calce all’interrogazione, a spiegarmi come mai, viste tutte queste normative, Liber Paradisus oggi non abbia l'agibilità, ma forse la Vicepresidente Saliera sarebbe stata deputata a darmi questa risposta.
Abbiamo l’osservatorio che farà tutta questa serie di elaborazione dati, ma ad oggi non vi è nulla, quindi siamo andati avanti brancolando nel buio, senza avere dati da un punto di vista dell’anagrafe edilizia e dello stato del nostro patrimonio edilizio. Come al solito, si fanno politiche pubbliche trascurando il dato principale, ovvero quello dell’informazione dei dati.
Non ho neanche ben capito se siano stati effettuati dei controlli e che esiti abbiano dato. Anche rimanendo aderenti ai quesiti formali, questa è l’unica parte lacunosa della risposta, di cui non mi posso ritenere soddisfatto, perché non sto capendo con che criterio l’ASL faccia i controlli e se la Giunta abbia contezza del loro esito, in base al quale modulare ovviamente le politiche di conseguenza.
Evidentemente va tutto bene, i controlli si fanno in una percentuale giusta, perché il sottosegretario ci dice che non ci sono carenze d'organico. Chiedo già di poter avere la risposta anche in forma scritta. Mi dichiaro non soddisfatto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1640 e con esso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Aula.
OGGETTO 1488
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Attuazione della Direttiva 2009/147/CE e conseguenti modifiche alla legge regionale 6 marzo 2007, n. 3 (Disciplina dell'esercizio delle deroghe previste dalla Direttiva 79/409/CEE) relativamente alla cattura di uccelli a scopo di richiamo» (22) (Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche Economiche il 14 luglio con parere favorevole, e si compone di otto articoli.
È aperta la discussione generale. Sull'oggetto sono stati presentati sei emendamenti: cinque a firma del consigliere Defranceschi e uno a firma del consigliere Zoffoli.
Erano iscritti a parlare il consigliere Bartolini e la consigliera Meo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.
BARTOLINI: Grazie, presidente. Contrariamente a quello che viene detto nell’introduzione del disegno di legge della Giunta, questa normativa non riguarda solo la cattura degli uccelli a scopo di richiamo, ma indirettamente riguarda la quotidianità di chi esercita una passione venatoria. Nell'articolato della legge si va a incidere, infatti, anche su quello che viene richiesto ai cacciatori nel quotidiano nell’esercizio di questa passione.
Esercitando questa passione al pari di altri, quando la confronto con quella di cacciatori di altre regioni vengo deriso, perché questa è la Regione che ha normato talmente all'eccesso gli appassionati venatori da metterli in croce quotidianamente. Questa è l'ennesima norma viziata da un atteggiamento anti-caccia, conseguenza dell'aver affidato l’Ufficio caccia a delle dirigenti - sono tutte donne - notoriamente anti-caccia. Si tratta di dirigenti che hanno ricoperto incarichi politici di alto livello negli enti locali distinguendosi nel loro mandato (in un caso addirittura di Presidente di Provincia) per l’atteggiamento vessatorio nei confronti di un'intera categoria.
Come spesso succede in questa Regione quando un politico non viene rieletto, automaticamente, non si sa in virtù di quale regola, diventa dirigente in questa Regione. Se fosse diventato dirigente in un altro settore, avrei potuto anche capacitarmene, ma questo si è invece verificato proprio nel settore dove si era dimostrata anti-caccia, e oggi ci troviamo con queste conseguenze.
Dico questo perché nella presentazione dell'illustrazione si dice che nel 2000 c'erano settanta impianti cattura-uccelli, nel 2005 erano già scesi a quarantaquattro, nel 2011 sono scesi ulteriormente a trentadue. Il problema è che c'è anche un costante calo del numero dei cacciatori, per qualcuno fortunatamente, mentre io che sostengo l’esigenza di difendere la nostra storia, la nostra identità, la nostra cultura e le nostre tradizioni, lo considero un danno.
Tale calo costante si rileva nella nostra regione più che altrove, più che in altre regioni rosse, perché, quando mi confronto con cacciatori della Toscana, dell'Umbria, delle Marche e racconto cosa devo fare quando mi alzo, imbraccio l’arma ed esco di casa, ridono per il calvario burocratico cui sono costretto a sottopormi, come non avviene assolutamente nelle altre regioni dove c'è la fiducia in chi esercita questa passione, mentre in questa regione c'è il pregiudizio nei confronti di un'intera categoria che tende a regolamentare all'eccesso e a indurre alcuni cacciatori ad appendere il fucile al chiodo.
Cito un esempio che riguarda l'oggetto in discussione oggi. Noi andiamo a normare sulle deroghe. Chi vi parla è un appassionato che non pratica la caccia in deroga, quindi non mi dovrebbe riguardare, se non per la categoria che mi onoro di rappresentare in alcune occasioni. Vedo che un'associazione venatoria ha distribuito un foglietto in cui ha indicato le scadenze da rispettare per i cacciatori dell'Emilia-Romagna, perché gli altri non le hanno: «Tutti i cacciatori indistintamente, sia che si pratichi sia che non si pratichi la caccia in deroga, devono obbligatoriamente, pena sanzione - e vedo anche un emendamento a firma Zoffoli, che interviene proprio sulle sanzioni -, consegnare alla Provincia di residenza dal 2 novembre 2011 al 15 dello stesso mese (la caccia inizia a settembre, quindi già il 2 novembre ti devi ricordare) la metà superiore della pagina 73 del tesserino relativa al riepilogo del prelievo delle specie in deroga fino alla data del 31 ottobre».
Premetto che io non la pratico, quindi è una pagina in cui non compilerò nulla, però devo ricordarmi di staccare in quella quindicina di giorni il tagliandino della parte superiore e portarla in Provincia.
«Analoga procedura dovrà essere ripetuta dal 2 gennaio 2012 al 30 dello stesso mese (quindi a gennaio devo ricordarmi di nuovo) per la pagina 73 della parte inferiore», dove rimetterò zero perché non pratico questo esercizio. Dal 1 febbraio al 15 dello stesso mese dovrò fare la scelta dell'ATC di diritto; dal 15 febbraio alla fine dello stesso mese dovrò presentare la domanda per altri ATC, sui quali posso avere interesse di andare a cacciare; entro e non oltre il 31 marzo 2012 (sempre pena sanzione) devo riconsegnare al Comune di residenza il tesserino venatorio della stagione 2011-2012.
Ci vuole un commercialista, ci vuole tanta pazienza e ci vuole tanta passione per cercare di bypassare questa situazione vergognosa, che solo nella nostra regione viene imposta a chi esercita questa passione, per cercare di far sì che sempre meno cacciatori, che nella mia provincia erano 16.000 e ora sono 7.000 (meno della metà), ogni anno rinnovino il tesserino.
Io lo rinnovo non tanto per le volte che ci vado e per quello che pratico, ma perché non accetto che ci sia un'istituzione che tende continuamente a voler regolamentare dall'alba al tramonto, dalla culla alla bara, la mia giornata: voglio avere la libertà di esercitare quello che in altre parti della mia regione e in altri Stati ancor di più che in Italia si esercita liberamente e serenamente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bartolini.
Saluto all’associazione Ambiente di Rivara
PRESIDENTE (Richetti): Saluto la folta e colorata rappresentanza dell'associazione Ambiente di Rivara, che sta seguendo i nostri lavori in maniera composta, e li ringrazio.
Ancora sull’oggetto 1488
PRESIDENTE (Richetti): Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo.
Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Sono particolarmente contenta di intervenire dopo l'intervento dei due colleghi del PdL che mi hanno preceduto.
Devo fare una premessa necessaria. Ritengo che questo provvedimento - di questo faccio merito al relatore - segua dal punto di vista formale e sostanziale i dettami di legge e sia un adeguamento che comunque questa Regione doveva fare. Lo dico in premessa e in questo mio intervento faccio anche dichiarazione di voto, perché ovviamente il tema della caccia in deroga, in particolare della cattura degli uccelli per la caccia con i richiami vivi, è proprio una cosa che, vi confesso, a me non va giù per una serie di motivi. Molti sono già stati espressi, per cui non ci torno sopra. Basta guardarli da un punto di vista diverso.
C'è un tema che però mi turba, consigliere Pollastri. Ogni volta che si parla di questo argomento si descrivono le questioni faunistiche come i danni all'agricoltura piuttosto che i danni da cinghiale, piuttosto che le tortore che crescono a dismisura sul nostro territorio, temi che esistono, in merito ai quali non mi sottraggo a una discussione puntuale sul merito. Qui, però, stiamo parlando di un'altra cosa, che meglio ha espresso chi mi ha preceduto, cioè di una passione, esercizio di un'attività consentita dalla legge che non mi vede d'accordo. Non dobbiamo confondere il tema dell'equilibrio territoriale con il tema dell'esercizio di una, seppur legittima, attività di questo tipo.
Stiamo parlando, ahimè, di una cosa molto triste, che non esiste in tutti i Paesi europei: la caccia con il richiamo vivo e la cattura a questo scopo esiste in alcuni Paesi europei, non in tutti. Come funziona questa attività, che niente ha a che vedere con le tortore cresciute troppo o le mandrie di cinghiali? Esistono dei piccoli passeriformi (merli e tordi in particolare) migratori a medio raggio provenienti dal nord Europa, che ogni anno si fanno dai 4.000 ai 5.000 chilometri, arrivano in Italia, vengono catturati, vengono messi - mi consenta, poi la levo subito - in una gabbietta di queste dimensioni dove passano il resto della loro vita.
(La consigliera Meo mostra ai presenti una piccola gabbia per uccelli)
Vengono tenuti spesso al buio per essere esposti al momento della caccia, per cui loro si confondono, poveretti: vedono un po’ di luce, pensano che sia arrivata la primavera e si mettono a cantare. Cantando attirano altri piccoli uccelli, che vengono in questo modo abbattuti per soddisfare non un'esigenza di equilibrio territoriale, ma una passione che io non condivido, ma che qualcuno ha e che la legge garantisce.
Questa pratica non mi vede d'accordo per niente e non capisco proprio come dei Paesi «civili» come l'Italia possano ancora tollerarla. I cacciatori stanno calando. È un dato anagrafico: l’età media si alza e il numero diminuisce negli anni. Il motivo non può essere soltanto la questione delle regole, che pure sono necessarie in tutte le regioni e in tutti i Paesi nel mondo: il motivo è che fortunatamente le cose al mondo cambiano e anche le tradizioni - altro tema che viene sempre fuori quando si parla di questa attività - non sono immutate nel tempo: tantissime oggi verrebbero giudicate fuori dal tempo, molte negli anni sono cambiate. Molte riguardano le donne, a cui tradizionalmente venivano affidati alcuni compiti in maniera esclusiva, mentre oggi non è più così. Moltissime riguardano gli animali e molti metodi di macellazione tradizionali oggi sono giudicati non in grado di garantire il benessere animale...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Chiedo scusa, consigliera. Non è possibile sentire l'intervento, colleghi. Se possiamo abbassare i decibel…
MEO: Finisco molto rapidamente, perché penso di essermi spiegata. Le tradizioni reggono fino a un certo punto, poi la storia va avanti, la cultura va avanti, i Paesi cambiano e le tradizioni cambiano.
Mi permetto soltanto di aggiungere una cosa. La Provincia di Parma è stata la prima Provincia italiana ad essere «richiami vivi free», perché nel 2005 con una delibera ha vietato questa pratica. C'è stato un ricorso al TAR, c'è stato un ricorso al Consiglio di Stato. La delibera ha tenuto. In Provincia di Parma non si pratica la caccia con questo sistema arcaico, che giudico anche barbaro. Non è morto nessuno, stanno tutti bene...
(interruzione del consigliere Bartolini)
Credo quindi che questo si possa fare. Ritengo che la Regione Emilia-Romagna, che si vanta di essere avanzata sotto molti punti di vista, possa fare uno sforzo in più anche da questo.
Mi fermo qui. Il mio pensiero credo che sia stato abbastanza chiaro. È ovvio che le tradizioni cambiano, è ovvio che i ruoli sono diversi e anche che la Regione doveva normare da questo punto di vista, però permettetemi, per una volta, di dare voce all’insieme. Ognuno ha una passione. Io ne ho un'altra, ed è quella dell'ambiente naturale. Consentitemi di mantenere questa passione e di dare voce a chi altrimenti non ne capitoli come la nostra fauna selvatica bersagliata.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.
MALAGUTI: Grazie, presidente. Desidero subito sottolineare che questa è una di quelle questioni trasversali alle forze politiche, e che la penso in maniera completamente diversa dal collega intervenuto precedentemente, ma credo che questo sia anche un segno di democrazia, nel senso che noi rappresentiamo anime diverse in coalizioni anche opposte. E credo che sia giusto così.
Il mio collega ha espresso le legittime istanze del mondo dei cacciatori e io esprimerò le altrettanto legittime istanze del mondo degli animalisti. Personalmente, sono su posizioni ancora più radicali di quelle esposte in questo documento, per cui anticipo già che mi asterrò non perché non sia un buon documento (perché va comunque nel senso di una maggiore tutela degli animali, fatto dal mio punto di vista sicuramente apprezzabile), ma perché agisce in deroga mentre credo che su queste questioni non si dovrebbe derogare.
Penso che, se i cacciatori sono calati, non sia un grave danno, e che la caccia oggi dovrebbe essere accessibile solamente in casi di esubero di fauna selvatica, che crea danni all'ambiente e alla campagna. In quel caso, quando l'uomo è costretto a intervenire per i danni provocati in altri settori, posso anche concepire l'uso della caccia, ma credo che nessuno dovrebbe avere il diritto di abbattere o imprigionare gli uccelli migratori, perché tali animali appartengono a continenti diversi, attraversano continenti diversi e credo che nessuno si debba arrogare il diritto di catturarli, di sparargli o di fare qualunque altra cosa.
Anticipo dunque il mio voto di astensione non perché il documento non sia buono, perché va nel senso di intervenire a tutela degli animali, ma perché devo assolutamente essere su posizioni opposte a quelle del mio collega, perché, se lui rappresenta le istanze del mondo della caccia, io mi avvalgo il diritto di rappresentare le istanze del mondo degli animalisti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Malaguti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Credo che dovremmo fare tutti uno sforzo per non sovraccaricare di significato l'atto che stiamo per assumere. Il progetto di legge presentato ha semplicemente lo scopo di recepire una direttiva europea sul tema, e credo che sia anche giusto dire che, a differenza dello Stato italiano, l’Emilia-Romagna sta già operando nel solco del tracciato degli obblighi comunitari.
La direttiva di cui discutiamo si occupa di garantire la protezione, la gestione e la regolazione dello sfruttamento di tutte le specie degli uccelli selvatici viventi. In particolare, disciplina i divieti di prelievo e di cattura nonché le deroghe ai divieti stessi.
Il nostro progetto di legge si occupa solo ed esclusivamente di disciplinare queste deroghe sulla cattura degli uccelli vivi, a scopo di richiamo, come abbiamo potuto ascoltare benissimo da chi ha introdotto il progetto. La normativa in materia di deroghe a questo prelievo è già contenuta nella legge regionale n. 3 del 2007. L’articolo 9 della direttiva precisa le condizioni per esercitare questa deroga, ribadisce che queste devono essere controllate in maniera rigida, che gli impianti e i metodi di cattura devono essere selettivi e che si possano catturare solo piccole quantità di uccelli. L’Emilia-Romagna è già sintonizzata anche su questa linea di tendenza.
Il relatore Zoffoli ha già evidenziato il trend delle catture in deroga, laddove c'è un dimezzamento degli impianti di cattura autorizzati e c’è una sensibile diminuzione degli uccelli catturabili. Per me è condivisibile che l'obiettivo della normativa comunitaria si ponga la graduale diminuzione di questi metodi in deroga, però credo che il nostro progetto di legge si collochi al di sopra di chi da una parte non concepisce l'idea che si possano prelevare in natura animali selvatici, e di chi dall'altra sostiene che l'Emilia-Romagna avrebbe riserve e pregiudizi contro i cacciatori, che francamente non ho potuto vedere.
Il nostro provvedimento non contiene queste cose perché è un progetto di legge equilibrato, che gode ovviamente del parere positivo di ISPRA ed è stato sottoposto a un percorso di concertazione, che ha dato esito positivo, mettendo attorno a un tavolo le tre componenti fondamentali: i cacciatori, gli agricoltori e gli ambientalisti, come peraltro prevede il percorso della nostra legge regionale del 1994.
Ho sentito esprimere qui giudizi molto ingenerosi sull'attività che riguarda la Regione sul settore della caccia, ma credo anche in modo non perfettamente gradevole un giudizio sui funzionari, cui invece dobbiamo rivolgere il nostro rispetto, la nostra stima e il nostro riconoscimento sul piano della professionalità.
Ritengo che certe prese di posizione, certe accuse corrispondano più alla necessità di nascondere il fatto che sul piano nazionale il Governo da una parte non ha una politica per la caccia, tanto che siamo soggetti a varie infrazioni, dall'altra siamo di fronte a una proposta di legge, in questo caso del PdL, che di fatto privatizza la caccia in Italia perché la prevede solo nelle oasi e quindi solo a pagamento. Questa è la realtà dei fatti.
Dunque, venire ad accusare la nostra Regione di fare chissà che cosa, quando invece le cose stanno in modo diametralmente opposto, mi sembra francamente non solo ingeneroso, ma anche sbagliato e molto fuorviante.
Il nostro progetto di legge modifica la disciplina che è contenuta nella legge n. 3 del 2007 e uno specifico articolo della nostra legge regionale n. 8 del 1994, quindi crea di fatto un quadro normativo di riferimento unitario. Credo che per tutte queste ragioni ci si possa avviare decisamente e con molta tranquillità all’approvazione del progetto di legge che è stato presentato.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Alessandrini.
La parola all’assessore Rabboni.
RABBONI, assessore: Grazie, presidente. Solo per ribadire che questo progetto di legge di iniziativa della Giunta ha esclusivamente lo scopo di allineare la disciplina della cattura degli uccelli da richiamo alla normativa europea in tema di caccia in deroga.
In altri termini, allineando la disciplina a quanto previsto dalla normativa europea, noi rafforziamo l’oggettività delle scelte, la trasparenza dei provvedimenti e la partecipazione delle componenti venatorie, agricole e ambientali a questi provvedimenti. Riduciamo dunque la discrezionalità della Giunta regionale, scelta che dovrebbe essere apprezzata soprattutto dalle opposizioni che siedono in questa Assemblea legislativa.
È vero che il Governo italiano non ha fatto altrettanto. Da due anni si attendono le linee-guida nazionali in tema di caccia in deroga, che non arrivano e non sono neppure all’orizzonte. Nei giorni scorsi si è svolta un’importante riunione a Roma e per l’ennesima volta i due Ministeri interessati, il Ministero all’agricoltura e il Ministero all’ambiente, sono stati sollecitati a provvedere.
Ieri, nel corso di una riunione che si è svolta qui in Regione, tutte le associazioni venatorie regionali (nessuna esclusa) e tutte le associazioni agricole regionali (nessuna esclusa) hanno denunciato la latitanza del Governo italiano sul tema delle cacce in deroga, hanno sottoscritto un documento di critica al Governo, con il quale si chiede particolarmente ai due ministri di emanare quanto prima le direttive nazionali in tema di caccia in deroga, di dare un indirizzo all’ISPRA a proposito dei provvedimenti regionali relativi, e hanno chiesto ai due ministri di muoversi di più sul piano europeo per accelerare i tempi di adeguamento della lista delle specie protette, laddove - dati scientifici alla mano, come nel caso dello storno - in Italia la protezione non ha alcun motivo di essere, perché questa specie non solo è ben conservata, ma è in forte crescita, con danni rilevanti alle culture agricole.
Dall’Unione Europea hanno fatto sapere che a questa revisione si potrà giungere non prima del 2015, quindi il nostro Governo si deve scuotere dalla sonnolenza e dal torpore in cui si trova e prendere l’iniziativa.
A proposito degli anticaccia, voglio invitare il consigliere Bartolini ad interloquire con la Giunta regionale e con l’assessore alla caccia di questa Regione, lasciando stare i funzionari, che devono fare i funzionari: della politica venatoria regionale risponde la Giunta e risponde l’assessore. Noi non siamo anticaccia: noi siamo per la caccia regolamentata, per la caccia programmata, supportata scientificamente e gestita dalle componenti sociali.
Invito allora il consigliere Bartolini, che è preoccupato degli anticaccia, a rivolgere la sua attenzione al Governo nazionale, dove siedono ministri apertamente e dichiaratamente anticaccia, tant’è che questo Governo italiano sul tema della caccia non ha nessuna linea, ma ha la linea del «giorno per giorno», che dipende da chi fa la dichiarazione per primo.
Invito Bartolini anche a porre maggiore attenzione alle iniziative legislative dei Gruppi parlamentari del PdL di Camera e Senato, che, come ha ricordato Alessandrini, recentemente hanno presentato un DDL con il quale privatizzano l’accesso ai fondi agricoli da parte dei cacciatori. Non so se lui condivida questa iniziativa, ma nel caso in cui non la condividesse, lo invito a dirlo, così saremo in due a portare in dialettica un punto di vista più favorevole al mondo della caccia italiano.
Vi ringrazio. Ribadisco che si tratta semplicemente di adeguare la disciplina alla normativa europea, fatto che consente di rafforzare la procedura amministrativa che interviene su questa attività, togliendo un forte elemento di discrezionalità, come necessariamente è stato fin qui.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Rabboni.
Passiamo all’esame dell’articolato, sul quale insistono sette emendamenti, perché ai cinque di Defranceschi e a quello del consigliere Zoffoli si è aggiunto un settimo emendamento, a firma della consigliera Meo.
Nominiamo gli scrutatori che mi coadiuvano nelle operazioni di voto: la consigliera Costi, il consigliere Ferrari e il consigliere Leoni.
Passiamo all’esame dell’articolo 1.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 2, su cui insiste l’emendamento 1, a firma del consigliere Defranceschi.
È aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente.
Premesso che esprimerò la mia opinione sugli argomenti emersi nel dibattito generale e in dichiarazione di voto, ho votato contro questo articolo, come voterò gli altri e avrò modo di spiegarlo appunto in dichiarazione di voto.
Ho presentato cinque emendamenti, che, pur non condividendo lo spirito della legge, sono volti a migliorarla, quindi mi sono dovuto forzare nei miei doveri istituzionali, per far sì che possa migliorare qualcosa che assolutamente non condivido.
In questo caso, l’emendamento n. 1 prevede di fare un adeguamento allo spirito della direttiva CE, che peraltro è evidentemente molto chiaro, dato che si parla di deroghe e di casi eccezionali, parole che non ho riscontrato all’interno di questa proposta di legge. La mia proposta era di aggiungere in questo articolo «ed esclusivamente in casi eccezionali», facendo un chiaro richiamo al fatto che la cattura in deroga di questi animali deve essere svolta esclusivamente in casi eccezionali.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.
ZOFFOLI: Intervengo per esprimere il parere su tutti gli emendamenti. Così come il collega Defranceschi faceva presente, sono gli stessi emendamenti discussi in Commissione.
L’assessore Rabboni ha chiarito il senso e il significato di questo progetto di legge: noi intendiamo recepire la direttiva comunitaria. Gli emendamenti proposti, le specificazioni o le norme che si introducono con gli emendamenti vanno oltre lo spirito della normativa comunitaria di quell’equilibrio in materia venatoria che questa Regione ha sempre praticato, al punto che mi viene da dire che anche in materia di caccia in deroga, in questo caso di cattura in deroga, eravamo già coerenti e praticavamo lo spirito europeo che adesso andiamo a recepire nelle nostre leggi.
Il parere sugli emendamenti è quindi contrario. Io ho presentato un emendamento utile a recuperare un errore. In Commissione, infatti, in merito alle sanzioni, raccogliendo un emendamento del collega Naldi si è introdotto un comma aggiuntivo, e nello scrivere l’emendamento è sfuggito il riferimento al comma 2 dell’articolo 61 della legge n. 94. Abbiamo quindi citato solo l’articolo e non il comma 2, che riguarda in maniera specifica le sanzioni in oggetto, quindi lo spirito dell’emendamento è correggere questo errore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Zoffoli.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2 non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 3, su cui insiste l'emendamento 2, sempre a firma del consigliere Defranceschi.
È aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Considerato che sarebbe bene che il relatore controllasse bene gli emendamenti, perché non sono gli stessi, l’emendamento n. 2 in questo caso prevede di chiarire quale sia l’autorità abilitata a dichiarare che le condizioni stabilite siano soddisfatte e a decidere quali mezzi, impianti e metodi possano essere utilizzati ed entro quali limiti, in quanto nell’articolato si parla solamente di autorità abilitata e quindi chiediamo di precisare «l’ISPRA, quale autorità abilitata».
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3 non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 4, su cui insistono tre emendamenti:
emendamento 3, a firma del consigliere Defranceschi;
emendamento 7, a firma della consigliera Meo;
emendamento 6 a firma del consigliere Zoffoli.
È aperta la discussione generale su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Questo è un punto importante, perché chiediamo sostanzialmente che il parere dell’ISPRA sia un parere vincolante, per una serie di motivi anche ovvi. Abbiamo un istituto che si occupa di questioni molto tecniche, molto scientifiche, e immagino abbia anche dei costi per la Regione, quindi non si riesce a capire come il parere di un istituto che debba decidere nel merito della tecnica, del numero di animali e di come devono essere fatti gli impianti non sia vincolante rispetto alle decisioni della Giunta.
Come introdotto anche dall’emendamento della consigliera Meo, chiediamo che il parere di questo istituto sia vincolante e decida quello che la Giunta deve fare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Avevo già presentato questo emendamento anche in Commissione. Lo spirito è quello evidenziato dal consigliere Defranceschi. Non aggiungo altro, se non il fatto che evidentemente di questo documento c’è stata una lettura diversa, ma mi sembra che lo spirito di questo emendamento sia colto anche da un’apposita comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche europee, che individua in modo chiaro l’obbligatorietà di un parere favorevole per il rilascio di questi permessi da parte dell’ISPRA. Il senso è lo stesso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3 a firma del consigliere Defranceschi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7 a firma della consigliera Meo.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6 a firma del consigliere Zoffoli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4 così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 4 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 5, su cui non insistono emendamenti.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 5 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 6, su cui insistono due emendamenti, il 4 e il 5, entrambi a firma del consigliere Defranceschi.
È aperta la discussione generale su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Anche l’emendamento 4 è nello stesso spirito. Qui la questione, se vogliamo, è anche più grave, perché l’articolo 5 prevede che qualora sia accertata da parte di un istituto certificato con esperti laureati nella materia una grave diminuzione della consistenza numerica di alcune specie, cioè, per fare un esempio banale, nel momento in cui, per ragioni climatiche o diverse…
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Chiedo scusa, consigliere, ma vorrei invitare i colleghi a ripristinare una tensione virtuosa in Aula.
DEFRANCESCHI: Una diminuzione consistente di una specie (faccio notare che in base alle direttive europee quali la direttiva habitat noi siamo tenuti a tutelare la popolazione dell’avifauna), se succede qualcosa per cui diminuiscono queste specie, l’Istituto della fauna selvatica deve fare richiesta alla Giunta, ma la Giunta non è obbligata a fare quello che gli viene chiesto, cioè a sospendere l’attività di cattura, perché ci sono dei problemi di popolazione dell’avifauna, ma ne ha semplicemente facoltà.
A parte il fatto di aver imparato che questa Giunta è favorevole alla caccia, credo che non si possa affidare la tutela della fauna selvatica, in questo caso dell’avifauna, al colore politico della Giunta che ci rappresenta.
Nel momento in cui i tecnici ci dicono che questa popolazione è in pericolo, qualunque Giunta di qualunque colore può scegliere, perché oggi ci siete voi, ma, se domani presidente della Giunta sarà il collega Bartolini, credo che si avvarrà della facoltà di fare quello che crede - infatti annuisce - per la tutela di una specie selvatica. Lo trovo francamente inconcepibile, per cui chiedo al relatore e all’assessore di riflettere su questo emendamento.
Per l’ultimo emendamento anche qua richiamo quanto avevo detto all’inizio, chiedendo di considerare questa attività di caccia in deroga un’eventualità eccezionale e di introdurre il principio che è comunque da scoraggiare, prevedendo metodiche alternative quali l’allevamento, praticate in alcuni Paesi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma del consigliere Defranceschi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5 a firma del consigliere Defranceschi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6 non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 6 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 7, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 7 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 8, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 8 è approvato.
Abbiamo così esaurito l’esame dell’articolato.
Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto sull’intero progetto di legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Nel 2000 i tenditori erano 70, attualmente sono 32. Ciò sta a significare che in un periodo breve, automaticamente, cesserà questa attività.
Premetto che rispetto il pensiero di chi è contro questa legge, ma vorrei che questi signori intervenissero anche su altri casi, come ad esempio la macellazione rituale, che si continua a fare nonostante la legge lo vieti. Ricordo che siamo stati eletti dal popolo e il nostro compito e dovere è difenderne i diritti. Fino a quando esistono leggi che consentono di praticare la caccia in deroga, hanno il diritto di praticare questo tipo di caccia. Questa legge è certamente molto più restrittiva, e di questo sono soddisfatto, ma vorrei citare quella famosa frase di Voltaire, secondo cui ‘anche se non la penso come te, mi batterò affinché tu possa esprimere le tue idee e le tue opinioni’.
Personalmente, ripeto, non è nella mia cultura tuttavia, nel rispetto dei diritti di coloro che praticano questo tipo di caccia. il nostro voto sarà un’astensione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie. Come preannunciato, il nostro voto è sfavorevole a questo progetto di legge. Una sola nota per quanto riguarda il tecnicismo di questa legge: non è completamente esatto quello che ha detto il consigliere Alessandrini. Qui non abbiamo nessun obbligo, lui sostiene che sia un testo equilibrato, ma non tutti i Paesi europei attuano la caccia e la cattura in deroga, perché la direttiva europea prevede chiaramente che gli Stati membri possano decidere se adeguarsi o meno.
Recepire questa legge è quindi facoltativo, e si può decidere che, visto che non lo ha fatto lo Stato nazionale, occupandoci della normativa dell’Emilia-Romagna decidiamo che non si può praticare la cattura e la caccia in deroga di questi animali.
È una scelta anche politica di questa Giunta continuare a tenere in vita questa legge e dare questa facoltà ai cacciatori, assieme alla definizione dell’assessore, che questa Giunta non è per la caccia ma si è definita non anti-caccia, prevedendo che la caccia debba essere regolamentata. Mi perdoni, assessore, questa è un’ovvietà: siamo qua per fare delle leggi, non per creare l’anarchia. Chi non è favorevole a qualcosa che non sia regolamentato?
Il risultato finale è che questa Giunta composta da Partito democratico, Italia dei Valori, Sinistra e libertà, Verdi, Rifondazione è una Giunta favorevole alla caccia, ne prendo atto perché francamente non me ne ero accorto.
Io invece non sono assolutamente favorevole alla caccia. Credo che la fauna selvatica, come disciplinato dalla nostra Costituzione, sia il cosiddetto «patrimonio indisponibile dello Stato» e che quindi, nel momento in cui qualcuno si appropria di quello che è dello Stato, cioè di tutti e del Comune, leda la mia personale libertà.
Non entro nella discussione generale delle considerazioni di Bartolini, faccio solo una nota al povero cacciatore vessato, che è in diminuzione proprio perché vessato: faccio notare che anche in questa regione - bene ha fatto a richiamarlo l’assessore - non si tratta solo dell’ingresso nei fondi agricoli, sul quale potrebbe esserci anche una regolamentazione particolare legata all’attività dell’agricoltura, ma si tratta del fatto che qualunque individuo con un fucile in mano, a differenza di uno che ha una macchina fotografica in mano, possa entrare in casa d’altri (non solamente agricoltori, ma anche privati).
Se non ci si vuole trovare la domenica mattina alle 8 uno con un fucile spianato fuori dalla porta, a cento metri da casa propria, si deve recintare. Se possiedo un giardino o un terreno, devo spendere dei soldi per far sì che della gente autorizzata dallo Stato non entri in casa mia. Sono cose che arrivato quasi a quarant’anni non ho ancora capito, come pure non riesco a concepire che dal punto di vista etico si possa pensare - questo è l’oggetto della legge - di prendere un animale selvatico, che vive in natura, e rinchiuderlo all’interno della gabbia che bene ha fatto la consigliera Meo a farci vedere.
Si tratta di gabbie che violano anche tutte le leggi che facciamo sul benessere animale, perché, se un negoziante autorizzato a vendere animali vuole rispettare le leggi sul benessere animale, spende migliaia di euro per adeguare le proprie strutture ed è obbligato a rispettare determinati parametri di grandezza anche delle gabbie, mentre il cacciatore vessato citato dal consigliere Bartolini ha diritto di tenerli in quella specie di gabbie che sono un’offesa a chi produce gabbie adeguate.
Non riesco a capire come qualcuno possa avere il diritto di appropriarsi del cosiddetto «patrimonio indisponibile dello Stato», rinchiuderlo in questa gabbia e utilizzarlo per richiamare altri animali che andrà ad uccidere. Francamente, è fuori dalla mia portata. Senza contare il fatto che, come è stato ricordato anche in Commissione da qualche consigliere, questa allegra cattura di animali selvatici, questa allegra distribuzione che ne viene fatta in tutta la regione alimenta facilmente anche mercati illegali, di cui molti sono a conoscenza, per cui ci troviamo la domenica mattina nei mercatini specie selvatiche illegalmente in vendita.
Il mio giudizio è quindi assolutamente negativo sull’intera legge e anche sull’atteggiamento che questa Giunta ha assunto nei confronti della materia. È stato infatti ampiamente dimostrato anche attraverso l’uso del referendum che gli italiani in generale e soprattutto gli italiani dell’Emilia-Romagna non sono assolutamente d’accordo sul fatto che la caccia debba essere un passatempo praticato nella nostra regione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.
BARTOLINI: Ringrazio il collega Defranceschi che, mi auguro come veggente, prevede un mio subentro al presidente Errani alla guida di questa Regione, a cui dico già che sarò talmente democratico e trasversale sul tema della caccia che, come mi è stato suggerito, proporrò il presidente della Provincia di Forlì-Cesena del PD come assessore alla caccia, perché, a differenza della Provincia di Parma «uccelli da richiamo free», nella Provincia di Forlì il presidente invece si cimenta in diverse iniziative di importanti manifestazioni di valorizzazione di questa cultura, di questa tradizione legata all’uccello da richiamo, che non deve essere visto in negativo.
Non è la mia caccia, ma difendo un diritto, non una mia personale passione. Quando vedo gli agricoltori disperati perché il proprio raccolto è stato distrutto da storni che arrivano come delle nuvole nere, l’unica speranza è riposta nella caccia in deroga, che per le vicissitudini dell’Europa che l’ha inserita nelle specie non cacciabili, con una discussione che va avanti da decenni, viene resa quasi inutile senza l’utilizzo di un uccello da richiamo.
Quando la Regione Emilia-Romagna propone di dare la caccia in deroga senza l’uccello da richiamo, lo storno, è quasi inutile, perché sono uccelli che viaggiano in gruppo, non singolarmente, quindi distruggono i raccolti perché sono in tanti, e senza l’uccello da richiamo che li richiama è quasi impossibile andare incontro alle speranze degli agricoltori.
Facendo una riflessione sulla caccia, dobbiamo chiederci se tutti siano contrari alla caccia in Italia. Tra regionali e nazionali in Italia sono stati fatti diciannove referendum sulla caccia, diciannove a zero per i cacciatori: nessuno di questi ha mai raggiunto il quorum, a dimostrazione che gli italiani non sono favorevoli alla caccia, ma la reputano un esercizio, una passione, una tradizione riconosciuta da sempre.
Il calo c’è prevalentemente nella nostra regione e ci sarà un motivo. Forse perché sono di più, ma anche perché la nostra regione tende a vessare quotidianamente i cacciatori. Prima ho riportato un esempio, ve ne potrei riportare altri.
Quando faccio la caccia di selezione sono trattato peggio di un delinquente: devo registrare minuto per minuto tutti i miei passaggi. Sono andato a farlo in Toscana senza dover dichiarare che macchina avessi, quale fosse la targa, dove l’avessi parcheggiata, gli orari, senza fare nulla di quanto qui si deve fare pena sanzione: in Toscana è bastata una telefonata a un capo distretto, che è un cacciatore, per dirgli che cosa avevo abbattuto. Da noi no: qui devi dichiarare tutto e non sbagliarti, perché anche se sbagli in buona fede sei punito severamente.
La politica la fa l’assessore, la Giunta? No, la politica la fanno i dirigenti, che sono scelti dalla Giunta. Quando i dirigenti hanno una provenienza di partito, di ruolo istituzionale importante, dove si erano distinti su un territorio per una certa posizione anti-caccia, è evidente che nominandoli dirigenti la loro impostazione porterà il dirigente a un ruolo molto importante. Non a caso l’assessore può scegliere il dirigente del proprio Assessorato per dare un proprio taglio anche di concerto.
L’assessore Rabboni dice quanto è avvenuto nel Governo di centrodestra, ed è vero, ma io ho avuto il coraggio di pubblicare sulla stampa la mia scelta di prendere le distanze dalle dichiarazioni del Ministro al turismo e non alla caccia, che non aveva competenze, che ho invitato a mantenersi sulle linee programmatiche del proprio Ministero e non di quello di un Ministero che non gli competeva e che non incide affatto sulle decisioni del Governo.
Non mi risulta che lei abbia fatto altrettanto quando al Ministero c’era il Ministro Pecoraro Scanio, che i danni li faceva, non li annunciava, e i cacciatori se ne sono accorti. Vorrei sapere quindi se non lo ha fatto perché era d’accordo o perché contrariamente a noi ha questo vincolo di maggioranza che le impone una posizione a prescindere da quello che viene detto.
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere, deve concludere.
BARTOLINI: Chiudo veramente.
Io difendo un diritto sacrosanto, sancito dalla legge, che è più elastico in altri Stati e in altre regioni, ma vorrei che fosse anche in questa regione al pari degli altri. Noi non vogliamo nulla di più, ma nemmeno nulla di meno rispetto a quello che hanno gli altri Stati europei e anche nella nostra regione rispetto alle altre.
Dico questo perché, come ribadisco in ogni consesso, in questo caso in Consiglio regionale, non mi vergogno della mia passione e voglio che chiunque la condivida possa girare a testa alta e dichiararsi fiero di essere un cacciatore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bartolini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente, per annunciare il mio voto assolutamente contrario. Non entro neanche nel merito di questi osanna per chi cattura degli esseri viventi per ammazzarne degli altri. Il mio voto sarà assolutamente contrario.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Pochi secondi, anche se non volevo fare dichiarazione di voto. Nell’annunciare, come già fatto in precedenza, il mio voto non favorevole a questa delibera, voglio dire che apprezzo molto l’intervento del consigliere Bartolini, che ha il coraggio di dire la verità, cioè che stiamo parlando soltanto di una passione che alcuni hanno e altri non hanno. Questo è corretto.
Scivola un pochino nel sostenere che la caccia in deroga riguardi anche gli storni, che fanno danno all’agricoltura, cosa che non discuto. Contesto però che la caccia agli storni si possa fare con il richiamo vivo, perché, se in un bel frutteto dove atterrano magari 2-3.000 storni ci sono un paio di cacciatori con richiamo vivo, sparano a uno, gli altri vanno. Questo non può essere il sistema per risolvere un problema vero, di cui sarò disponibile nei prossimi mesi a parlare sul serio, non soltanto in termini di passione personale, che non condivido.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Anch’io intervengo in dichiarazione di voto. Ancora una volta ho assistito a questo dibattito che quando vede coinvolta l’Aula su temi che riguardano la caccia si anima di queste posizioni, il più delle volte trasversali, creando una sorta di suddivisione tra chi vive quella passione, come diceva il collega Bartolini, e chi, e io sono tra questi, la mette in discussione.
Considero doveroso considerare la necessità di superare tradizioni e costumi, così come auspicava la collega Meo nel suo intervento, e affermare in maniera sempre più compiuta il dovere di tutelare la vita nelle varie forme in cui si manifesta. Questo è ciò che io concepisco di fatto come progresso.
Ho una mia posizione che è personale, e lo dico sapendo appartengo a un partito che ha tra i suoi sostenitori molti che condividono la stessa passione del consigliere Bartolini. Su questo tema mi sono sempre ritagliata il diritto di affermare una posizione di sensibilità personale, per fortuna condivisa da molti.
Auspico che in questa dialettica continui sempre di più a prevalere quel contenuto di tutela nei confronti della vita, di corretta relazione tra noi esseri umani e l’ambiente nel quale viviamo, che modifichi questo approccio eccessivamente antropocentrico, sul quale è impostato il modo in cui concepiamo la nostra esistenza, per assumere un approccio più sostenibile e più legato al progresso di civiltà nel quale credo.
In questo modo dichiaro il mio voto contrario a questa proposta di legge.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero progetto di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
42
Assenti
8
Favorevoli
23
Contrari
13
Astenuti
6
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante «Attuazione della direttiva 2009/147/CE. Modifiche alla legge regionale 6 marzo 2007, n. 3 (Disciplina dell'esercizio delle deroghe previste dalla direttiva 79/409/CEE) e alla legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 (Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria), relativamente alla cattura di uccelli a scopo di richiamo.»
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Vorrei dichiarare il mio voto a favore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Piva.
Mettiamo a verbale il voto a favore del consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Grazie. Solo per dichiarare anche il mio voto a favore nella votazione precedente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Vecchi.
A favore anche il consigliere Luciano Vecchi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Come il consigliere Vecchi, dichiaro il mio voto favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mazzotti.
A favore anche il consigliere Mazzotti per il verbale.
OGGETTO 1618
Delibera: «Elezione del Presidente della Commissione assembleare per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini (art. 41 dello Statuto e art. 3, comma 2 della L.R. n. 8 del 15 luglio 2011) (49) (III scrutinio – Elezione della consigliera Roberta Mori)
PRESIDENTE (Richetti): Ricordo che nei primi due scrutini nessun candidato ha ottenuto la maggioranza richiesta, ovvero 40 voti a favore. Quindi passiamo in terza votazione, dove è sufficiente la maggioranza dei voti dei componenti dell’Assemblea, ovvero 26 voti a favore. Iniziamo la chiamata invitando gli scrutatori, che avevo nominato nella consigliera Costi, nel consigliere Ferrari e nel consigliere Leoni, a prendere posto.
Prego il consigliere-segretario Cevenini, di procedere all'appello nominale dei signori consiglieri per l'inserimento della scheda nell'urna.
Il consigliere-segretario Cevenini effettua l'appello dei consiglieri:
AIMI Enrico
(assente)
ALESSANDRINI Tiziano
presente
BARBATI Liana
presente
BARBIERI Marco
presente
BARTOLINI Luca
presente
BAZZONI Gianguido
presente
BERNARDINI Manes
presente
BIGNAMI Galeazzo
presente
BONACCINI Stefano
presente
CARINI Marco
(assente)
CASADEI Thomas
presente
CAVALLI Stefano
presente
CEVENINI Maurizio
presente
CORRADI Roberto
(assente)
COSTI Palma
presente
DEFRANCESCHI Andrea
presente
DONINI Monica
presente
ERRANI Vasco
presente
FAVIA Giovanni
presente
FERRARI Gabriele
presente
FIAMMENGHI Valdimiro
presente
FILIPPI Fabio
(assente)
GARBI Roberto
presente
GRILLINI Franco
presente
LEONI Andrea
presente
LOMBARDI Marco
presente
MALAGUTI Mauro
presente
MANDINI Sandro
(assente)
MANFREDINI Mauro
presente
MARANI Paola
presente
MAZZOTTI Mario
presente
MEO Gabriella
presente
MONARI Marco
presente
MONTANARI Roberto
presente
MORI Roberta
presente
MORICONI Rita
presente
MUMOLO Antonio
presente
NALDI Gian Guido
presente
NOÈ Silvia
presente
PAGANI Giuseppe Eugenio
presente
PARIANI Anna
presente
PIVA Roberto
presente
POLLASTRI Andrea
presente
RICHETTI Matteo
presente
RIVA Matteo
presente
SCONCIAFORNI Roberto
presente
VECCHI Alberto
presente
VECCHI Luciano
presente
VILLANI Luigi Giuseppe
presente
ZOFFOLI Damiano
presente
PRESIDENTE (Richetti): Procedutosi alla votazione a mezzo schede e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
45
Assenti
5
Voti a favore della consigliera Roberta Mori
31
Voti a favore della consigliera Silvia Noè
10
Schede bianche
2
Schede nulle
2
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo eletta Presidente della Commissione assembleare per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini la consigliera Roberta Mori.
(Applausi)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Richetti): Il consigliere Monari ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente, sull’ordine dei lavori. Ringraziando anche gli altri Presidenti dei Gruppi, chiedo l’inversione dell’ordine del giorno per consentire di esaminare l’oggetto 1580 anche per rispetto del pubblico qui presente, che è interessato alle questioni inerenti l’impianto di stoccaggio del gas di Rivara. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari. Sono ammessi un intervento contro e uno a favore sulla richiesta di inversione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Sono a favore dell’inversione. Penso che il tema del deposito di gas a Rivara sia prioritario, quindi mi esprimo favorevolmente per trattare subito, anche se abbiamo importanti atti amministrativi all'ordine del giorno, la risoluzione inerente lo stoccaggio del gas a Rivara.
PRESIDENTE (Richetti): Se nessun altro consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'iscrizione all’ordine del giorno dell'oggetto 1580.
(È accolta all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’iscrizione è accolta.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'inversione dell’ordine dei lavori.
(È accolta all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’inversione è accolta.
OGGETTO 1580
Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Naldi, Luciano Vecchi, Mazzotti, Bonaccini, Monari, Pagani, Grillini, Alessandrini, Ferrari, Carini, Donini, Casadei, Piva e Mumolo per impegnare la Giunta a chiedere al Ministero dello Sviluppo economico il pieno rispetto della normativa sull'autorizzazione dei programmi di ricerca per l'accertamento della fattibilità dello stoccaggio in unità geologiche profonde, con particolare riferimento al progetto relativo allo stoccaggio di gas a Rivara (MO) (263) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo dunque all’oggetto 1580.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Costi. Ne ha facoltà.
COSTI: Grazie, presidente. Veniamo un’ulteriore volta in questa sede per ribadire una posizione che questa Assemblea ha già tenuto precedentemente e che riguarda il progetto di tipo sperimentale della ERG rispetto allo stoccaggio non in depositi esauriti nella zona di Rivara.
Per la seconda volta questo progetto non ha avuto un parere positivo da parte della Commissione VIA. Anche l'ultima valutazione, di cui non siamo ancora in possesso, ha rinviato questo progetto ad ulteriori ricerche che devono essere fatte sulla base di un decreto del 21 gennaio 2011, secondo cui l'accertamento della fattibilità dei programmi di stoccaggio di questo tipo può essere autorizzato dal Ministero d'intesa con la Regione interessata.
Rispetto a questa procedura, continuiamo a esprimere un parere negativo. Riteniamo che non fosse assolutamente necessario procedere per la seconda volta a un ulteriore approfondimento, in quanto siamo certi - non perché contrari in modo aprioristico, ma perché le indagini, le analisi e i lavori effettuati dai tecnici provinciali, regionali e nominati dai Comuni lo hanno stabilito - che il progetto non risponda al principio di precauzione e sicurezza, che deve essere assicurato in un progetto di stoccaggio di gas di questo tipo, che è il primo in Italia in acquifero e soprattutto il primo in Europa per la profondità prevista, in una zona sismicamente attiva e abitata da più di 80.000 abitanti.
Vorrei ricordare che l'allarme della popolazione è ulteriormente aumentato, perché la settimana scorsa in quell’area siamo stati oggetto di una scossa di terremoto, sentito in modo particolarmente forte e che ha creato qualche piccolo danno ad alcuni edifici.
La Regione Emilia-Romagna si è dotata di un piano energetico regionale, che risponde in modo puntuale e preciso alle direttive europee e punta sulle diversificazioni energetiche, senza prevedere la realizzazione di un impianto di stoccaggio di gas a Rivara, come ha ben detto nella precedente Assemblea l'assessore Muzzarelli.
Vorrei anche ricordare che il nostro rappresentante e quindi la Regione Emilia-Romagna in Commissione VIA nel votare contro ha lasciato a verbale una dichiarazione molto precisa, che mi permetto di leggere. Il rappresentante della Regione Emilia-Romagna «conferma infatti il parere negativo della Regione sul progetto, compresa - e questo è un punto importante - la fase di accertamento, che, come argomentato nella delibera del parere di VIA regionale, non potrà escludere completamente la possibilità di riattivazione dell'attività tettonica naturale comprovata in zona, non fornendo adeguate garanzie circa la sicurezza dell'impianto».
Questo è l'unico motivo per cui continuiamo a dire di no a questo progetto, perché non ci sono le sicurezze necessarie, e pertanto chiediamo alla Giunta e a tutta l'Assemblea di rispettare rigorosamente quanto previsto dal decreto del 2011, quindi anche l’intesa con la Regione Emilia-Romagna, che del resto si è già espressa per un no, di chiedere che il Ministero dello sviluppo economico, alla luce dei dati scientifici evidenti e incontrovertibili, non rilasci questa autorizzazione al programma di ricerca, e anche, non ultimo, perché questo è un attacco pericoloso alle competenze delle Regioni, di attivarsi perché sia rigettata la proposta di rivedere l’articolo 117 della Costituzione, teso a ricondurre sotto esclusiva potestà legislativa nazionale il tema dell’energia e della sua disciplina.
Questo è un progetto di legge costituzionale depositato, che riteniamo debba essere assolutamente rigettato, quindi chiediamo che questa Assemblea si riesprima in modo ulteriore e spero definitivo per un «no» secco, perché non ci sono i presupposti di sicurezza, non per altri motivi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Costi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Siamo qui ancora una volta a ribadire quella che ormai dovrebbe essere un’ovvietà: che quel progetto non s’ha da fare, perché non sussistono le condizioni minime per garantire l’applicazione dei principi di precauzione.
Le argomentazioni della collega Costi sono state molto chiare su questo tema e mi auguro che quelle che voglio aggiungere come sottoscrittrice di questa risoluzione siano altrettanto chiare. Non si riesce a capire la ragione di questa forma di accanimento, se non chiamando in causa qualcosa che va ben oltre la qualità del tipo di indotto che un progetto di questo genere dovrebbe produrre. Probabilmente, pesa qualche interesse di ordine politico, sicuramente a copertura di qualche particolare interesse di carattere economico, in palese contraddizione con ciò che il sistema delle autonomie locali e della Regione ha posto su questo tema e su quanto affermato e sottoscritto dagli stessi tecnici che hanno lavorato attorno alle valutazioni, che in sede nazionale sono state fatte sul progetto.
Poiché non c'è un testo pubblicato dell’ultima elaborazione, sarà interessante riuscire ad analizzare puntualmente i contenuti, quando saranno disponibili. La contraddizione risulta comunque palese perché non c'è tecnico con un minimo di competenza e un minimo di onestà intellettuale che non possa affermare che in quell’area un progetto di questo tipo è incompatibile, da ogni punto di vista, non solo perché mette a rischio la sicurezza delle popolazioni che lì vivono, ma perché mette a rischio un complesso sistema di equilibri naturali, che non solo va tutelato, ma che con lungimiranza andrebbe valorizzato e sfruttato per altri scopi.
È per questo che trovo interessante - anche se ne avrei fatto volentieri a meno e se ci fosse meno ambiguità dal sistema nazionale avrebbe continuato ad avere valore la posizione che pochi mesi fa abbiamo assunto - rifare questa discussione in un momento in cui, come Assemblea legislativa, stiamo approvando i contenuti del prossimo piano attuativo triennale, il Piano energetico regionale. In tale occasione ribadiamo con forza che non è nei progetti della Regione sostenere la progettualità relativa alla collocazione di un deposito di gas in acquifero profondo, ma per quell’area, così come per altre di questa Regione, ci interessa incentivare la ricerca per arrivare allo sfruttamento del geotermico in quel territorio, come abbiamo scritto e ribadito in altri documenti di risoluzione. Ci interessa trovare un modo per valorizzare le peculiarità naturali di un territorio che sono ben altre.
È per questo che con forza, come Federazione della Sinistra, continuiamo a sostenere questa posizione, grati anche del tipo di stimolo che ci è stato dato dai Comitati e dalla vertenza territoriale che su quel territorio c'è da anni, che è riuscita a trasferire non soltanto una posizione netta e intransigente su quel tema, ma un bagaglio notevole e interessante di sapere e di competenze tecniche, perché in questo caso quei tipi di Comitati che sono sorti ha consentito di approfondire il punto di vista tecnico, aumentando la cultura diffusa sul tema del territorio e sul tema complesso e variegato delle compatibilità.
Che quella sia un’area a rischio sismico è vivido nell’esperienza quotidiana, e la consigliera Costi ha fatto riferimento all’evento sismico di pochi giorni fa. Tenete conto che quando si parla di sismicità, per quanto siano rigorose ormai le indagini che si fanno e sia importante il raffronto sui dati storici, dato che la statistica è alla base della valutazione del rischio sismico, queste costruzioni sono spesso messe in discussione, perché è difficilissimo prevedere la reazione complessa di un quadro tettonico e geodinamico che riguarda l’intera Italia.
La Pianura padana, per quanto in certe zone venga considerata a rischio minore, a volte mostra che così non è: era abbastanza imprevedibile un evento sismico con epicentro nell’area del mantovano, che ha toccato e lambito la realtà della bassa modenese.
È quindi necessario applicare con maggiore rigore la precauzione come principio alla base delle nostre scelte, perché non abbiamo certezze e sicurezze da garantire, sulla base di valutazioni e di elaborazioni solo teoriche, che sul territorio producono impatti e conseguenze che non sarebbero sostenibili.
Voteremo convintamente anche questo documento, e manifesto la volontà, per quanto sarà necessario, di continuare con forza a ribadire il no a questo progetto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Molti dei contenuti sono già stati ampiamente illustrati dalle colleghe Costi e Donini. Abbiamo già parlato di questo tema.
Credo anch’io che oggi sia il momento giusto di ritornarci su. Adesso proseguiremo la discussione sul piano energetico. In qualche modo, vedo un diretto collegamento che dopo spiego meglio.
Volevo soltanto soffermarmi su due punti. Oggi affrontiamo per questo impianto il tema della sicurezza, legato anche ad alcune ragionevoli certezze di rischi che si possono correre con impianti di questo genere, ma credo debba valere per sempre. Un principio di precauzione ormai si impone per due motivi: uno è che la storia di questo nostro Paese e di questi impianti ci ha insegnato che anche gli studi, anche i momenti di attenzione vanno verificati con una puntualità esasperata, quando si parla di salute e di sicurezza dei cittadini; un altro è il tema della partecipazione.
Oggi è inimmaginabile che impianti di queste dimensioni e di questo impatto territoriale possano essere realizzati senza un reale coinvolgimento delle popolazioni che abitano il territorio. Certo, questo è anche il risultato di una diffusione puntiforme di popolazione sul territorio, come l’Italia e l’Emilia-Romagna hanno, ma proprio per questo va imposto un meccanismo di garanzia che sia veramente al di sopra di ogni sospetto.
Giusto è stato il richiamo al - piccolissimo e per fortuna senza danni - terremoto di questi giorni, perché il terremoto in Giappone ci ha insegnato non soltanto che l’energia nucleare non è priva di rischi, ma che anche in un Paese tecnologicamente avanzato come il Giappone, quindi dal nostro punto di vista in grado di prevedere rischi di questo e di altro tipo, vi è una parte che non riusciamo a prevedere fino in fondo o che abbiamo sottovalutato ma poi viene fuori.
Credo che questi siano motivi di enorme riflessione che non facciamo soltanto noi, ma che dovrebbe fare anche la società che propone l’impianto, tanto che prevede che in caso di difficoltà di questo tipo si possa liberare gas metano in atmosfera. Sono cose che fanno riflettere e che giustamente preoccupano le popolazioni residenti.
Concludo dicendo che il riferimento con la delibera attuativa del Piano energetico e anche con quello sulle linee guida è puntuale in questo caso, perché non dobbiamo dimenticarci che, oltre alle citate potenziali emissioni di metano, che preoccupano anche perché possono provocare catastrofi, ci è stato anticipato dalla società che l’impianto comunque produrrà emissioni in atmosfera di anidride carbonica e di ossidi di azoto, con conseguente peggioramento della qualità dell’aria.
Se continueremo a ribadire che il saldo in atmosfera degli inquinanti dovrà essere comunque non superiore allo zero e che quindi dovremmo essere in grado di non inquinare peggiorando la situazione già critica che la qualità dell’aria nella nostra Regione mostra tutti i giorni, questo ci dovrebbe fare riflettere fino in fondo.
Credo che sia arrivato il momento di mettere la pietra tombale su un progetto di questo tipo, di rassicurare chi abita sul territorio, ma anche tutti noi sul fatto che la Regione Emilia-Romagna continua a guardare con una grande attenzione a mega-progetti di questo tipo e che nessuno si può permettere di immaginare un impianto così nella nostra Regione, e di pensare che noi condividiamo questo percorso e questo progetto. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bonaccini. Ne ha facoltà.
BONACCINI: La consigliera Costi ha inquadrato il motivo di questa discussione, dunque mi evita il compito di rifare la storia.
Come Partito Democratico - dico di più, come centrosinistra, per le cose che anche Donini e Meo hanno detto - siccome non abbiamo mai tenuto un atteggiamento ideologico, essendo un partito che pensa che quando è responsabilità di Governo non ci possa mai essere un pregiudiziale “no”, se non dopo approfondite valutazioni, siamo arrivati alla conclusione che questo progetto sia sbagliato e soprattutto che non serva a quel territorio, perché non risponde alle garanzie di sicurezza a cui hanno diritto i cittadini e le famiglie che ci abitano, proprio per le valutazioni tecniche che sono state fatte dagli esperti, non dai politici.
Credo che sia stato molto importante fare quel percorso insieme alle istituzioni elette dai cittadini con i loro rappresentanti: i Comuni dell’area nord, la Provincia di Modena, la Regione Emilia-Romagna. La posizione del Partito Democratico è stata questa e sarà ferma finché questa battaglia non sarà conclusa e vinta.
In secondo luogo, mi auguro che oggi tutte le forze politiche in quest’Aula si trovino d’accordo sulla risoluzione. Non mi interessa una battaglia per stabilire i torti e le ragioni. Noi peraltro siamo stati sempre coerenti, i cittadini lo sanno e lo possono valutare: chi parla andò anche a rischiare qualche fischio per seguire un percorso coerente con quello che dicevamo.
Per me, quindi, non c'è il problema di stabilire se il PdL e la Lega siano in contraddizione con il Governo nazionale, perché per certi aspetti lo sono: mi interessa che l’Assemblea legislativa possa seguire il percorso che il Presidente Errani, la coerenza dell’assessore Muzzarelli e della Giunta tutta hanno intrapreso per arrivare alla risoluzione che stiamo presentando e alle espressioni che la Regione ha preso.
Vengo al terzo e ultimo motivo. Questo lo devo dire. Siamo in presenza di un dibattito che doveva essere concluso da tempo per bocca dei responsabili e dei rappresentanti ai massimi livelli regionali dell’Emilia-Romagna (l’onorevole Alessandri per la Lega) e del Governo nazionale, ma non è stato possibile farlo perché Giovanardi da un lato e qualche altro rappresentante del Governo dall’altro spingono invece perché questo progetto si possa realizzare.
Sono convinto che in quest’Aula anche il PdL e la Lega possano trovare le ragioni per le quali fare questa battaglia insieme. A Manfredini do atto di aver fatto questa battaglia dal principio. Dovreste aiutarci però a convincere il Governo che bisogna chiudere questa partita definitivamente.
Noi questa battaglia la faremo. So che il presidente Errani ha scritto ai Comitati dicendo che sarà coerente fino in fondo perché questa battaglia non sia vinta. Il Partito Democratico e il centrosinistra staranno in campo finché non si parlerà più di Rivara, non perché siamo contro quel tipo di deposito, ma perché siamo convinti che non vada fatto lì e perché approveremo un Piano energetico di questa Regione - ricordo che il Governo non ha ancora un piano energetico nazionale - nel quale mettere da parte definitivamente il nucleare, cominciare a discutere di un nuovo tipo di sviluppo e di progetto energetico, che parta in particolare dalle fonti rinnovabili.
Voglio ricordare che per primo l’ex sindaco Luigi Costi di Mirandola propose di approfondire anche tutto quello che ha a che fare con il tema della geotermia, essendoci delle acque calde sotto al terreno di cui stiamo parlando. Siamo per un progetto alternativo che porti questo Paese, non solo questa Regione - la Regione lo farà - a puntare decisamente su un nuovo tipo di utilizzo di energia rispetto a tutto il tema delle rinnovabili. Gli investimenti che stiamo facendo vanno in quella direzione.
Al presidente Errani e all’assessore Muzzarelli assicuro che saremo al loro fianco in questa battaglia e mi auguro che PdL, Lega e tutti i partiti dell’opposizione stiano in campo con noi, perché sarebbe un segnale che rafforza la battaglia che l’Emilia-Romagna farà insieme ai cittadini e alle loro famiglie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bonaccini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: La ringrazio, presidente. Come già abbiamo chiarito nei giorni scorsi, la decisione della Commissione di VIA in merito al progetto del deposito di gas a Rivara è interlocutoria, negativa.
Questo è stato confermato dal Ministero dell’ambiente, che per bocca del segretario Catone ha risposto a un’interrogazione parlamentare presentata in Commissione dalla Lega nord. A noi la situazione era già ben chiara e, per sgombrare il campo dalle ombre, abbiamo ritenuto necessario un ulteriore chiarimento. Qualcuno - e sapete bene a chi mi riferisco - in questi giorni ha volutamente creato, attraverso gli organi di stampa, questo ambaradan.
Nella risposta del Ministero si legge chiaramente come «in assenza di una fase di accertamento per confermare la fattibilità tecnico-economica dello stoccaggio e la sua totale sicurezza, la Commissione di VIA ha ritenuto che la ERG non sia in grado di proseguire la valutazione di impatto ambientale (….), ma debba invece avviare un nuovo procedimento per acquisire, da parte del Ministero dello sviluppo economico, di intesa con la Regione Emilia-Romagna, l’autorizzazione per effettuare il programma di ricerca, in base alla normativa vigente». Lo ripeto: autorizzazione ad effettuare il programma di ricerca in base alla normativa vigente.
Solo al termine dell’effettuazione di tale programma di ricerca, una volta acquisiti tutti gli esiti necessari, la società potrà fare richiesta al Ministero dell’ambiente per la riattivazione del VIA secondo la procedura di legge.
Per dirla con parole povere e più chiare, poiché la Commissione di VIA non ha dato nessun via libera per la realizzazione del deposito di gas a Rivara e quindi non ha autorizzato nessun nuovo accertamento, la ERG, se vuole ricominciare tutto daccapo, deve avere il beneplacito del Governatore Errani.
Vengo all’altro punto. Il Ministero dell’ambiente ha smentito categoricamente le voci su presunte autorizzazioni a procedere dei sondaggi e degli approfondimenti, come invece è stato riportato dalla stampa più volte in questi giorni.
Noi abbiamo buona memoria. La vostra risoluzione è assolutamente strumentale e fuorviante, ed è finalizzata soltanto a far dimenticare la vostra storica posizione che si dichiarò inizialmente a favore del deposito di gas a Rivara, per poi effettuare un clamoroso dietrofront incalzato dell’opposizione popolare nei confronti di un progetto che era stato subito avversato dalla Lega nord.
Un minuto di storia per rinfrescarvi la memoria. Si tratta della stessa tattica, già usata in Parlamento, quando gli onorevoli Ghizzoni e Miglioli utilizzarono la Commissione ambiente per fare un’inutile polemica. Peccato che quando gli fu chiesto di fare un atto parlamentare contro il progetto del deposito di gas di Rivara, così come chiesto a gran voce anche dai Comitati, dal PD non arrivarono segnali positivi in tal senso e la Lega nord dovette agire da sola.
Visto il grande errore politico, il PD, due settimane dopo, si pentì e presentò in Parlamento una risoluzione quasi identica alla nostra, a firma dello stesso Bratti. In ogni caso, il nostro obiettivo politico fu raggiunto e la questione venne assunta dal Parlamento. Altro che balle! Quanto detto è tutto documentato.
Noi siamo sempre stati a favore del principio «padroni a casa nostra», e il Ministero dell’ambiente, tramite il decreto, per sua risposta non ha fatto altro che ribadire questa esigenza. Lasciamo facoltà a chi vive sul territorio e a chi l’amministra di valutare e decidere se fare o no il deposito di stoccaggio.
Lascio alla vostra immaginazione capire quale forza politica abbia sollecitato il Ministero a emanare un decreto che demanda alle Regioni la decisione finale sull’opportunità o meno di eseguire un’opera pericolosa o non pericolosa. La palla perciò passa ora nelle mani della Regione, quindi vi invito a non fare troppo i furbi.
Per quanto ci riguarda, abbiamo subito individuato i percorsi alternativi, anche per far capire che non siamo solo il movimento del «no», ma anche un movimento propositivo che agisce per risolvere i problemi. Esistono infatti diverse alternative per l’approvvigionamento energetico che risultano molto più logiche e utili: quelle di riempire i depositi naturali esauriti già presenti, che andrebbero solo collegati con il metanodotto nazionale. È noto a tutti che la somma dei dodici giacimenti esauriti della bassa modenese è superiore di gran lunga a quella del progetto a Rivara.
La sicurezza è certa, meno costosa, meno inquinante per i suoi abitanti, per il territorio, contrariamente alle chiacchiere di esponenti politici come la collega Barbati, che dovrebbe spiegarci dov’era l’Italia dei Valori fino a un anno fa, visto che ai cortei e alle iniziative promosse dai Comitati dei cittadini i suoi esponenti si sono aggregati da pochissimo tempo.
(interruzioni della consigliera Barbati)
Ci manca solo l’IdV. Invito l’ex esponente Nanni a venire, perché c’erano tutte le forze politiche, cara Barbati: io c’ero, lei no, forse lei per arrivare a Rivara ha bisogno del Tom Tom, io no. Ricordo a tutti che la Lega nord ha dato vita al Comitato. Tutte le volte che mi attaccate ingiustamente do la moneta che ricevo.
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere Manfredini, termini il suo intervento rivolto alla Presidenza.
MANFREDINI: Ricordo a tutti che la Lega nord ha dato vita al Comitato e ha addirittura sostenuto le spese di un tecnico per approfondire gli studi sulla questione. Noi infatti siamo il movimento del fare, non raccontiamo bugie e continueremo a batterci per i diritti, per la salute e la sicurezza dei cittadini.
Concludo. Ora che il Ministero si è espresso chiaramente dichiarando chiusa la questione, per i giusti motivi di precauzione e sicurezza che condividiamo, lasciamo al Presidente Errani l’onere e l’onore di mettere la parola fine a questa vicenda.
Checché ne dica la lettera di questa mattina che mi ha dato in visione la collega Costi, alla ERG dico semplicemente che le decisioni del Governatore Errani, in base al decreto legge, sono sovrane.
Riteniamo, Presidente e tutto il Consiglio, come abbiamo ripetuto tantissime volte, che sia insicuro e pericoloso. Questa è la risposta che dovrà dare il presidente Errani.
Abbiamo consegnato il tutto. L’onere e l’onore, come dicevo, vanno al presidente Errani.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Il consigliere Manfredini e il consigliere Leoni hanno presentato un emendamento alla risoluzione che è stato distribuito.
È aperta la discussione generale sulla risoluzione e sull’emendamento, ma ci sarà tempo di intervenire anche in dichiarazione di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Il consigliere Bonaccini ha centrato un punto di questa questione: ha detto che la contrarietà al deposito di gas non nasce da una scelta politica, ma nasce da una scelta dei tecnici.
Questo significa che il Comitato, se la Regione Emilia-Romagna è contro, deve ringraziare prima di tutto un ottimo dirigente regionale, che è il dottor Pignone, che si occupa del servizio geologico, che ha espresso netta contrarietà all’impianto adducendo motivazioni tecniche.
Spesso invece, quando c'è la volontà politica di andare avanti, se il dirigente non ha gli attributi e non riesce a opporsi a una scelta politica, le cose vanno avanti. Sappiamo quanto la qualità dei dirigenti faccia anche la qualità delle politiche pubbliche di un ente come la Regione.
Sono veramente contento che la maggioranza abbia una posizione che condividiamo al 100 per cento e, se mi fosse stato chiesto, senza nessun tentennamento avrei posto la firma sulla risoluzione che voterò convintamente.
Devo dire però che questa attenzione al territorio, alla sicurezza dei cittadini non c'è sempre. Non c'è sempre questa richiesta di partecipazione e d’ascolto. Adesso abbiamo un altro grande progetto in corso che è tutto regionale, dove il Governo non c’entra niente, che è quello dell’autostrada cispadana. Non sembra, a guardare le firme raccolte nei vari Comuni, che i cittadini siano favorevoli, non a una tangenziale a servizio del territorio, ma a un imbuto, a un’autostrada per le merci, che noi vorremmo mettere su ferro ma che vogliamo ancora mettere su gomma.
Quando parliamo di sicurezza, dobbiamo capire a cosa ci riferiamo. Quando parliamo di piano energetico, dobbiamo guardare a una strategia integrata tra le politiche, dalla mobilità ai rifiuti. Un’autostrada che taglierà la Regione in due, con quei flussi di traffico previsti, oltre a produrre Co2, Nox come ricordava la collega Meo, metterà in atmosfera degli IPA, idrocarburi policiclici aromatici, che sono neurotossici, cancerogeni.
Mi preoccupo dei lavoratori del comparto dell’edilizia, perché per qualcuno pensare ai lavoratori è un optional, mi diceva ironicamente l’assessore, ma pare che la vita e la salute delle persone per qualcuno sia un optional, piegato al reddito e al profitto. Per noi no, per noi i cittadini sui grandi progetti vanno sempre ascoltati. Ci vogliono gli approfondimenti tecnici del caso e non attraverso la democrazia di delega: i grandi progetti che cambiano il nostro territorio, che minacciano la nostra salute vanno condivisi con i cittadini.
Questo di Rivara è un caso miracoloso, perché tutta la maggioranza compatta, con determinazione, vuol bloccare il progetto. Sono contentissimo, ma voglio questa stessa determinazione anche su tutto il resto delle politiche.
Ricordo ancora una volta che dobbiamo ringraziare un tecnico, un dirigente di questa Regione assolutamente capace, che ha fatto il suo lavoro con grande serietà.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.
LEONI: Grazie, presidente. Riprendo la parola volentieri su questo tema, dopo averla già avuta nel corso degli anni più volte in quest’Aula, per ribadire quello che abbiamo sempre detto.
Ricordo bene tutta la storia di questo progetto partito anni fa, la disponibilità degli enti locali governati dal centrosinistra, i cambiamenti di posizione in entrambi gli schieramenti, ma ricordo bene che i componenti dei Consigli comunali, del Consiglio provinciale e di questo Consiglio regionale hanno sempre avuto nella priorità della sicurezza un punto cardine del proprio atteggiamento, e non perché vi fosse un atteggiamento contrario ai depositi di gas in quanto tali.
Abbiamo sempre sottolineato che nella provincia di Modena vi sono diversi depositi di gas esauriti, che si potevano e si possono utilizzare, e non abbiamo mai capito perché ci fosse una pervicacia così occhiuta rispetto a questo deposito da fare.
Non l’abbiamo mai capito e allora abbiamo sempre detto che non si poteva fare se non c’era sicurezza. Ad oggi non c'è. Visti gli atti e visto tutto quello che è successo, questa sicurezza non è stato dimostrata e quindi questo deposito non si può fare.
Bene ha fatto prima il collega Manfredini a ricordarci che ora la palla è in mano al Presidente della Regione, non ad altri. Ora penso che calerà definitivamente il sipario su questo progetto. Ha fatto altrettanto bene, però, il collega Favia a ricordarci la disparità di trattamento rispetto a determinate opere. In questo caso, vi è stato - penso anche in maniera molto strumentale da parte del centrosinistra, dopo la rivolta popolare che si è avuta in quei territori - un cambio di atteggiamento rispetto agli inizi, che facevano presagire una posizione favorevole da parte del centrosinistra.
Vi è un cambio di atteggiamento rispetto a un’altra opera come la cispadana, che personalmente ritengo vada fatta, ma con un tracciato diverso da quello attuale. Da questo punto di vista, possiamo solo ed esclusivamente basarci su evidenze tecnico-scientifiche, che in questo caso non ci sono state dimostrate. Se quindi un privato vorrà continuare a presentare dei progetti, lo potrà fare, ma certamente dovrà rispondere senza alcun tipo di deroga alle prescrizioni di legge. Quindi, ad oggi, il deposito di gas a Rivara non si farà.
A questo punto, è evidente che il nostro atteggiamento in quest’Aula è sempre stato coerente. Ricordo bene le mozioni firmate insieme a me dal collega Manfredini e dal collega Aimi. Ricordo bene che mentre firmavamo per chiedere il principio di precauzione ci venivano bocciate dal centrosinistra, mentre noi votavamo le mozioni del centrosinistra. Ho firmato l’emendamento del collega Manfredini per togliere parte di una mozione presentata, che la renderebbe assolutamente invotabile.
Vogliamo dimostrare anche questa volta che da parte nostra c’è l’interesse per il territorio, per la nostra gente e anche per agire in modo corretto. Mi auguro che la maggioranza che ha presentato questa mozione voglia recepire questo emendamento che toglie strumentalità. È presente in altre parti, ma vogliamo guardare oltre, al risultato finale, senza soffermarsi sulle virgole.
Quella parte in particolare, tuttavia, è carica di strumentalità e ci metterebbe nelle condizioni di non poter votare questo documento. Ci aspettiamo che questo emendamento venga accolto e poi ci comporteremo di conseguenza.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Leoni.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Intervengo brevemente, perché come Italia dei Valori sui piani energetici e sulle energie rinnovabili abbiamo sempre avuto idee molto chiare e molto precise da tempo, tanto che il nostro «no» al nucleare risale addirittura all’anno scorso, quando raccoglievano le firme senza l’aiuto di nessuno. Non abbiamo bisogno quindi di un Tom Tom per orientarci in quella che riteniamo sia la salute dei cittadini.
In base a questo, la nostra posizione sul deposito gas di Rivara è sempre stata assolutamente contraria. L’assessore di San Felice sul Panaro, che è là dietro, ha la maglietta esattamente come tutti gli altri cittadini, perché è una battaglia di tutti i cittadini, al di là del colore politico, rende chiara una scelta politica nostra ben precisa: non abbiamo bisogno di sventolare fazzoletti verdi sul territorio per dimostrare che quello che viene fatto a Roma è ben fatto.
Qua ci sono state, soprattutto da parte dell’onorevole Alessandri della Lega, delle grosse incongruenze, che speriamo siano risolte. Mi preoccupa - sono sincera - il nuovo procedimento per la ricerca, perché, se davvero fossero così interessati a chiudere questa partita con la ERG, come io vorrei, avremmo già finito.
A quanto pare, tuttavia, come fa spesso, la Lega dice una cosa ai cittadini e si scalda, per difendere queste posizioni parla di una mia supposta non conoscenza del problema, dimenticando, come ricordo tutte le volte a Manfredini, che due anni fa sono stata segretario provinciale di Modena e in base a quello conosco benissimo il problema.
(interruzioni)
Manfredini, se non mi hai visto non so cosa fare. Resta il fatto che sono stata segretario provinciale di Modena e che i nostri sul territorio hanno seguito una linea ben precisa su queste tematiche. Lo sfido a dire il contrario!
Ribadisco comunque che mi interessa la salute dei cittadini, avere un atteggiamento chiaro e deciso con il «no» al deposito del gas di Rivara.
Dopodiché non voglio avere una bandiera mia come Italia dei Valori, ma mi rifiuto di accettare che ce l’abbia qualcun altro. Sulle energie rinnovabili non dobbiamo difenderci da nessuno e soprattutto non abbiamo bisogno di Tom Tom.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.
AIMI: Grazie, presidente. Ho notato che in quest’Aula quando vi è la presenza di Comitati, di pubblico, si tenta sempre una sorta di captatio benevolentiae di coloro che ascoltano, si fanno proclami, si difendono principi. Per carità, chi è contrario alla salute dei cittadini? Chi vuole il male del prossimo? Chi pensa di non guardare al principio della prevenzione come a uno dei principi cardine, sui quali si deve fondare la politica?
Qui però non siamo di fronte a una questione politica, perché, se andassimo a fare un’analisi molto attenta e approfondita sugli atteggiamenti che tutti i partiti o comunque singoli esponenti dei vari partiti hanno avuto da quando questa vicenda è assurta agli onori della cronaca sino ad oggi, ne vedremmo delle belle.
Oggi possiamo tutti appuntarci con i nostri interventi la medaglia sul petto dicendo che siamo stati i più bravi o i più capaci, cercando di difendere posizioni anche politiche tenute nel corso del nostro mandato, però la verità è un’altra.
Se andiamo a guardare, quello che ha fatto il Governo Prodi non è tanto diverso da quello che hanno fatto altri Governi. L’atteggiamento tenuto da alcuni politici anche presenti in quest’Aula, con posizioni altalenanti, a volte anche comprensibili, è un atteggiamento di incoerenza?
Penso ad esempio all’atteggiamento del Comune di Mirandola, che accetta nei giornali di Mirandola di fare la pubblicità ricevendo soldi da ERG. Quando si vanno a ristrutturare immobili come la Chiesa di San Francesco di Mirandola, il primo sponsor, il numero uno di questa ristrutturazione è la stessa società che gestisce il gas.
Da una parte, quindi, predichiamo in un modo e dall’altra gestiamo in un altro. Cerchiamo di essere chiari una volta per tutte in quest’Aula. Il primo principio è quello della prevenzione, perché l’emergenza, se dovesse succedere qualcosa, costa di più della prevenzione stessa.
Siamo tutti d’accordo su un punto: non è un problema politico, è un problema tecnico, come abbiamo detto in tante occasioni. Lo aveva ribadito anche il Presidente Berlusconi, dicendo che, se non c'è l’assoluta certezza della sicurezza di quell’impianto, non si fa. Noi, coerentemente, dobbiamo essere disponibili a fare tutti un passo indietro.
In quest’Aula, se verrà approvato l’emendamento presentato, che toglie un po’ di quella propaganda politica che ci può anche stare, ma in queste occasioni è opportuno che non ci sia, dobbiamo dare la nostra disponibilità a votare l’ordine del giorno.
Nessun via libera al gas. Non è stato dato dal Governo. Sento cose che non stanno né in cielo, né in terra. Credetemi, fare la parte del bue che dà del cornuto all’asino mi sta un po’ stretto, perciò vi dico: guardiamo ai princìpi fondamentali che debbono regolare la buona amministrazione, comportiamoci di conseguenza.
Abbiamo presentato un emendamento che lima le sbavature di cui parlavo prima, e forse troviamo una soluzione condivisa tutti insieme, senza guardare alle appartenenze o magari anche a qualche legittimo interesse, perché per qualcuno pecunia non olet, guardiamo l’interesse della gente e della sicurezza e votiamo insieme finalmente qualcosa di utile per la nostra comunità.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Aimi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Solo un appunto perché il consigliere Favia ha già espresso i concetti sull’argomento specifico. Sottolineo anch’io l’ipocrisia di questi dibattiti, che, come al solito, tendono a sfociare in frasi come «è colpa di Prodi» o «è colpa di Berlusconi», per cui ognuno va indietro agli anni che preferisce.
Volevo solo rimarcare un punto importante sulla partecipazione, che quando fa comodo e soprattutto quando alle spalle abbiamo i cittadini viene spesso facilmente invocata. La realtà è che nella maggior parte dei casi, che sia la destra o che sia la sinistra, i grandi progetti come i piccoli di questo Paese, le grandi scelte che influiscono poi sulla vita non solo di chi vive nel famoso concetto del mio piccolo orto, del mio piccolo giardinetto, ma anche progetti come la Cispadana che qualcuno vuole spostare pensando che spostando l’inquinamento di duecento metri piuttosto che di venti chilometri cambi qualcosa per la nostra regione, che ormai è devastata da un tasso di inquinamento che non si era mai raggiunto, questo concetto per cui bisognerebbe tutti partecipare a queste scelte non esiste, perché normalmente tutto passa al di sopra della testa dei cittadini, finché, come diceva un famoso libro, i cittadini nel loro piccolo si incazzano e si mettono magari a studiare le carte, passano le notti ad approfondire argomenti molto tecnici e, come è successo in questo e in moltissimi altri casi, si ha la cosiddetta “rivolta popolare”.
Solo in questi casi si va a rivedere e solo nei casi in cui c’è un bacino elettorale da coccolare si vanno a ripensare i diversi atteggiamenti. Allora mi fa un po’ ridere che il consigliere Manfredini affermi che ognuno deve essere padrone a casa propria quando il suo Ministro dell’interno manda i manganelli, i lacrimogeni e gli idranti in Val di Susa, dove qualcuno ha pensato che, visto che il traffico su rotaia è diminuito del 50 per cento negli ultimi anni, sia bene bucare le montagne e spendere miliardi di euro in un Paese che ormai è vicino al default per fare qualcosa che trasporti delle merci.
Spero che i cittadini siano padroni a casa loro non soltanto nel collegio elettorale del consigliere Manfredini, e che, quando si parla così tanto e bene di fronte ai cittadini di partecipazione e di quanto sia importante sentire la loro opinione, questa regola non valga oggi, ma valga per gli anni a venire.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
La parola all’assessore Muzzarelli per la conclusione della discussione generale.
MUZZARELLI, assessore: Come abbiamo detto più volte in quest’Aula e all’esterno, come ha ribadito il Presidente Errani e come ho detto per ultimo nella discussione nell’Assemblea precedente nella relazione al Piano triennale di attuazione del Piano energetico regionale, il parere della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna sul progetto di deposito e stoccaggio del gas in acquifero salino profondo di Rivara è stato, è e resterà negativo. Il Presidente Errani lo ha scritto ripetutamente.
Capisco le schermaglie, ma le cose sono molto chiare: nessun via libera, ma nessun blocco. Il progetto è stato tenuto in campo perché la Commissione - leggo testualmente - ritiene «alla luce dei dati presenti agli atti, di non essere in condizione né di valutare le ipotesi alternative, né di concludere la procedura di compatibilità ambientale del progetto di stoccaggio di gas, e valuta quindi necessario che il proponente esegua la campagna di indagini geognostiche prospettata nel rispetto della normativa vigente».
Con queste parole, quindi, l’impianto è stato tenuto in campo, mentre il Comune, la Provincia e la Regione, insieme all’Unione dei Comuni, hanno sempre espresso un chiaro «no» al deposito. Il Governo - mi pare di dire una cosa normale - non solo non lo ha detto in modo unanime, ma c’è un provvedimento che è stato segnato da una divisione. Il Governo è rotto su questo punto: basta leggere la cronaca quotidiana.
Oggi, quindi, la palla è in mano al Ministero dello sviluppo economico, il quale deve raccogliere la richiesta, dare il parere sulla ricerca e costruire l’accordo con la Regione, che non lo farà. È chiaro o non è chiaro? Bene.
(interruzione del consigliere Manfredini)
Se questo è il tema, l’unica preoccupazione che noi abbiamo, laddove credo che come Assemblea dobbiamo assumere un impegno per seguire gli atti, è che, essendo il Governo rotto, nelle mille costanti proroghe infili qualche birichinata per togliere la competenza dell’accordo alla Regione.
Dobbiamo lavorare perché questo non succeda, e deve essere un impegno di tutti per evitare che dall’accordo previsto per legge si passi a un impianto diverso.
Bisogna che noi su questo terreno continuiamo a lavorare. Ribadisco la posizione della Regione in questo caso, come nel caso di tutte le proposte che comportano un impatto ambientale negativo, laddove è ovviamente non una questione pregiudiziale, ma una questione di merito, fondata su approfondimenti di tecnici autorevoli, perché sono bravi, che hanno messo in evidenza i rischi per l’ambiente e la popolazione, nonché le lacune del progetto, altro aspetto che oggi ci ha portato a essere più forti.
Il principio di precauzione è importante. D’altra parte, come ho detto l’altra volta, la scelta strategica della Regione - e vorrei metterlo a verbale anche oggi - in materia di politica energetica punta sul risparmio energetico e sul ricorso alle fonti rinnovabili. Tra queste la filiera prevista dal Piano energetico è completa e prevede anche gli studi sulla geotermia, e non prevede gli stoccaggi di gas realizzati con le tecniche proposte per Rivara.
Questo non è fare un passo indietro o un passo avanti, ma è stare nella coerenza e nella concretezza di ciò che abbiamo sempre detto e sempre fatto. Sappiamo bene che la coerenza è un punto fondamentale. Essere coerenti significa che siamo una regione con la presenza di depositi strategici di gas al servizio del Paese. Lo siamo già.
Ci stiamo facendo carico, dove è sicuro, dove è seriamente possibile, dove con la ricerca sono state fatte le verifiche necessarie. Quindi, si tratta di fare le cose per bene, costruire livelli di migliore autosufficienza per l’energia, per fare fino in fondo la nostra parte nell’interesse del Paese.
Credo che questo sia un punto importante, come anche concludere questo dibattito dicendo che la coerenza è questa dichiarazione che faccio e che è stata messa anche nella sintesi della lettera del Presidente Errani: qualora il soggetto proponente, a seguito di un parere interlocutorio della Commissione nazionale di VIA, formalizzasse la richiesta di autorizzazione a un programma di ricerca subordinata ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del decreto del Ministero dello sviluppo economico del 21 gennaio 2011 ad una nuova, specifica procedura di VIA di competenza statale, nonché all’intesa con la Regione, il parere sarebbe di nuovo negativo, in piena coerenza e continuità con quanto deliberato e con tutte le valutazioni tecniche e non solo, espresse in ogni sede dall’Amministrazione regionale.
Questa è la sintesi dell’impegno che la Giunta porterà avanti e che oggi ho ribadito in Aula.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
Abbiamo concluso la discussione generale. Apriamo le dichiarazioni di voto congiunte sull’emendamento a firma Manfredini e Leoni e sulla risoluzione.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Costi. Ne ha facoltà.
COSTI: Intervengo velocemente, perché credo che il dibattito in Aula non debba prevedere delle risposte puntuali che si potrebbero dare, perché credo che la responsabilità di questa Assemblea e dei consiglieri che la compongono debba essere quella di sostenere quanto l’assessore, per conto anche del presidente Errani, ha appena ribadito.
Credo quindi che sia possibile accettare l’emendamento proposto a firma Manfredini e Leoni, togliendo il capoverso come loro chiedono, e procedere alla votazione di una risoluzione, che, se avesse il voto complessivo di tutta l’Assemblea, avrebbe una forza e una dimostrazione di intenti particolarmente importanti rispetto al ribadire che quando non c’è la precauzione è inopportuno continuare a procedere con testardaggine.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Costi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Ho già fatto i complimenti per essere stato molto chiaro quindici giorni fa all’assessore Muzzarelli, quando disse che il discorso Rivara è chiuso. Quando ci siamo ritrovati questa risoluzione ci siamo un po’ alterati, anche perché in particolare veniva nominato il nostro nome e operato.
Anche l’assessore Muzzarelli è stato molto chiaro: c’è un decreto, per cui oggi il Governatore Errani ha la possibilità di dire sì o no, grazie al decreto che è stato fatto nel gennaio 2011, non dieci anni fa. Non per piantare bandiere, perché noi abbiamo cercato di coinvolgere da subito tutte le forze politiche, indistintamente, perché il problema esisteva, e soprattutto ci siamo convinti dopo che abbiamo fatto fare uno studio da un tecnico che ha realizzato il deposito di Minerbio, per cui è stata espressa la massima competenza.
Abbiamo sostenuto le spese grazie alla Regione, con i soldi del nostro movimento, per capire se fosse una lotta che potevamo fare o fosse meglio lasciar perdere, come tante altre che purtroppo lasciamo perdere perché mancano gli elementi.
Ci tenevo a dire questo, e non abbiamo mai voluto piantare la bandiera. Il fatto che si venga a confondere le acque per ingenerare confusione nel giudizio dei residenti deve essere molto chiaro. Credo che più di così non si potesse fare: prima c’era una legge che doveva essere fatta, uno può presentare anche due o tre volte, come ha detto lei, assessore, però oggi, grazie a questo decreto fatto nel 2011, deve esserci l’accordo con la Regione.
Gli studi fatti da diverse Commissioni, che passano dalla Provincia e dalla Regione, hanno dichiarato che il deposito non è sicuro e non c’è la possibilità di avere la certezza.
Per questa ragione ringrazio dell’attenzione che avete avuto nel togliere questi due capoversi, perché questo ci avrebbe messo veramente in difficoltà. Li avete tolti convintamente e speriamo che questa sia l’ultima risoluzione che dobbiamo discutere su questo, perché il decreto è stato fatto e viene mantenuto non soltanto per l’Emilia-Romagna, ma per tutte le regioni. Tranquillizzo chiunque sul fatto che per altri depositi o per eventuali siti nucleari, se i Presidenti delle Regioni decidono che non c’è sicurezza, non si fa nulla.
Approveremo sicuramente questa risoluzione, e spero che sia l’ultima volta, che non se ne debba più parlare, perché questa situazione deve essere chiusa perché è molto chiara.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.
LEONI: Grazie, presidente. Sarò brevissimo, anche perché il dibattito ha già espresso il pensiero di ognuno anche da punti di vista diversi. Penso che sia emersa in maniera chiara la volontà di tutelare un territorio e i cittadini e che le cose siano fatte secondo le regole vigenti.
Questa è la situazione attuale. Noi abbiamo sempre anteposto la sicurezza dei cittadini come punto cardine della nostra azione politica. Da questo punto di vista non avevamo garanzie sul tema. Abbiamo mantenuto la stessa posizione dal 2006. Con altri colleghi sono firmatario di tre mozioni, che abbiamo sempre presentato in quest’Aula, dove esprimevamo forti perplessità sulle condizioni di sicurezza rispetto a questo deposito.
Penso anch’io che sarà l’ultima volta che parleremo di questo deposito di gas, e per questo motivo, pur essendo una mozione che non ci aveva visti coinvolti all’inizio, la voteremo per chiudere definitivamente questa pagina.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Leoni.
Non avendo altri iscritti, chiudiamo le dichiarazioni di voto.
Ai sensi del Regolamento, prima di mettere in votazione l’emendamento a firma Manfredini e Leoni, devo chiedere di intervenire alla consigliera Costi, considerato che il comma 2 dell’articolo 106 del Regolamento interno recita che «gli emendamenti possono essere sottoposti a votazione solo dopo il parere positivo del proponente» non di merito, ma ovviamente per autorizzare la votazione.
COSTI: Avevo già dichiarato prima di essere favorevole ad accogliere l’emendamento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Costi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma Manfredini e Leoni.
(È approvato all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1580, così come emendata.
(È approvata all’unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
(Applausi dai banchi del pubblico)
PRESIDENTE (Richetti): Non è consentito applaudire. Siete stati così composti e ligi, quindi vi ringrazio a nome dell’intera Assemblea.
Sono le 12.45, e penso non ci sia il tempo per riprendere l’oggetto 1305. Ricordo che abbiamo chiuso la discussione generale sul provvedimento e siamo in discussione generale sugli emendamenti. Ovviamente, non è più possibile presentare emendamenti e la discussione verterà solo sugli emendamenti presentati, che sono trentasette, due a firma dell’assessore Muzzarelli, trenta a firma del consigliere Favia, cinque a firma dei consiglieri Naldi e Meo.
Riprendiamo da questo punto i lavori alle ore 15. Grazie.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,45
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta:
il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Votazione elettronica
OGGETTO 1488 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Attuazione della Direttiva 2009/147/CE e conseguenti modifiche alla legge regionale 6 marzo 2007, n. 3 (Disciplina dell'esercizio delle deroghe previste dalla Direttiva 79/409/CEE) relativamente alla cattura di uccelli a scopo di richiamo» (22)
Presenti: 44
Favorevoli: 25
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 13
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Gabriella MEO, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Astenuti: 6
Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Roberto SCONCIAFORNI.
Assenti: 6
Enrico AIMI, Marco CARINI, Roberto CORRADI, Fabio FILIPPI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI.
IL PRESIDENTE
I SEGRETARI
Richetti
Cevenini - Corradi
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