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51.
SEDUTA DI MERCOLEDÌ 12 OTTOBRE 2011
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
Comunicazioni prescrittte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti)
Annuncio di mozioni, risoluzioni, interpellanze, interrogazioni e risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti)
Interrogazione oggetto 1760 (1197)
(La Giunta non intende rispondere)
PRESIDENTE (Richetti)
Sull'attribuzione del Premio Nobel per la pace
PRESIDENTE (Richetti)
Interrogazione oggetto 1817 (1237)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MANDINI (Italia dei Valori)
MUZZARELLI, assessore
Interrogazione oggetto 1834 (1250)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
LUSENTI, assessore
Interrogazione oggetto 1840 (1254)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NOÈ (UDC)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
Interrogazione oggetto 1844 (1258)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
CORRADI (Lega Nord)
LUSENTI, assessore
Interrogazione oggetto 1850 (1264)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NALDI (SEL - Verdi)
FREDA, assessore
Interrogazione oggetto 1853 (1266)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
LUSENTI, assessore
Interrogazione oggetto 1781 (1214)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MONARI (PD)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
OGGETTO 1771
Delibera: «Indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell'offerta di istruzione e di istruzione e formazione professionale ed organizzazione della rete scolastica, aa.ss. 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 19 settembre 2011, n. 1330) (55)
(Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 1771/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (43)
PRESIDENTE (Richetti)
BIANCHI, assessore
PRESIDENTE (Mandini)
LOMBARDI (PDL)
VECCHI Luciano (PD)
CAVALLI (Lega Nord)
PAGANI (PD)
BARBATI (Italia dei Valori)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
POLLASTRI (PDL)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MARANI (PD)
OGGETTO 1755
Delibera: «Determinazione conclusiva del procedimento unico relativo alla realizzazione del nuovo polo scolastico agroalimentare nel comune di Parma, ai sensi dell'art. 36-sexies, comma 17, della L.R. n. 20 del 2000 "Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio".» (Proposta della Giunta regionale in data 12 settembre 2011, n. 1297) (56)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
VILLANI (PDL)
FERRARI (PD)
CORRADI (Lega Nord)
BARBATI (Italia dei Valori)
PERI, assessore
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 1708
Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30 "Norme in materia di programmi speciali d'area". Modifica della deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 193 del 21 ottobre 2008 di approvazione dell'accordo del Programma speciale d'area "Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della Città di Ferrara".» (Proposta della Giunta regionale in data 4 agosto 2011, n. 1229) (57)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
MALAGUTI (PDL)
OGGETTO 1709
Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. "Norme in materia di programmi speciali d'area". Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 1212 del 29 luglio 1999 e successive modifiche di approvazione dell'accordo del Programma speciale d'area "Valle del Reno".» (Proposta della Giunta regionale in data 4 agosto 2011, n. 1230) (58)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MARANI (PD)
BERTELLI, sottosegretario alla presidenza della Giunta
OGGETTO 1752
Delibera: «Approvazione del programma di informazione e di educazione alla sostenibilità (INFEAS) della Regione Emilia-Romagna per il triennio 2011-2013, ai sensi della legge regionale n. 27 del 2009 e in attuazione del "Decennio per l'educazione allo sviluppo sostenibile" (DESS UNESCO 2005-2014).» (Proposta della Giunta regionale in data 12 settembre 2011, n. 1292) (59)
(Discussione)
PRESIDENTE (Mandini)
FILIPPI (PDL)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Mozioni, risoluzioni, interpellanze ed interrogazioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 9,40
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la cinquantunesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute:
- antimeridiana del 21 settembre 2011 (n. 49)
- pomeridiana del 21 settembre 2011 (n. 50)
inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali s’intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l’assenza dell’assessore Bianchi nella seduta pomeridiana. Anticiperemo, quindi, gli atti amministrativi di sua competenza per consentire l’interlocuzione piena tra Aula e assessore.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna l’assessore Bortolazzi, per impegni istituzionali in sede di Conferenza a Roma, l’assessore Marzocchi (per la seduta antimeridiana) e l’assessore Melucci.
Invito i colleghi ad alzarsi in piedi per l’esecuzione dell’Inno di Mameli, come di consueto in questo anno 2011.
(L’Assemblea, in piedi, ascolta l’esecuzione dell’Inno di Mameli)
Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti): Nel periodo trascorso dall'ultima tornata delle sedute assembleari sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
1794 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche e integrazioni alla L.R. 1 aprile 1998, n. 30 e alla L.R. 21 aprile 1999, n. 3" (delibera di Giunta n. 1349 del 19 09 11).
1827 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Naldi, Meo, Sconciaforni e Donini: "Modifiche e integrazioni al titolo IV della legge regionale del 12 marzo 2003, n. 2" (05 10 11).
PRESIDENTE (Richetti): Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 15/09/2011 al 05/10/2011
DPGR n.180 del 30/09/2011
Costituzione Consiglio di Amministrazione Ipab "Colonia Agricola G. Del Bianco" di Misano Adriatico (RN)
Annuncio di mozioni, risoluzioni, interpellanze, interrogazioni
e risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti):Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i sottonotati documenti:
Mozioni
1786 - Mozione proposta dai consiglieri Bazzoni, Aimi, Bartolini, Bignami, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri, Alberto Vecchi e Villani per impegnare la Giunta a rivedere le scelte effettuate tramite l'adozione della delibera n. 1190/2011, riguardante l'esenzione dal ticket sanitario, al fine di modificarla introducendo diverse valutazioni dei carichi e dei componenti delle famiglie, utilizzando l'ISEE, il quoziente famigliare o il fattore famiglia (documento in data 22 09 11). (18)
1793 - Mozione proposta dalla consigliera Barbati circa le azioni da porre in essere per dare attuazione a politiche di sostegno al popolo Saharawi ed ai popoli del Maghreb (documento in data 26 09 11). (19)
1807 - Mozione proposta dalla consigliera Barbati circa la tutela del pluralismo informativo e dell'emittenza locale e l'applicazione delle disposizioni riguardanti i servizi di media audiovisivi e radiofonici (documento in data 28 09 11). (20)
Risoluzioni
1785 - Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Bernardini, Manfredini e Corradi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, di concerto con le Provincie ed i Comuni, volte alla programmazione condivisa e integrata in materia di orientamento e modernizzazione del settore agricolo, definendo standard relativi agli indennizzi ed agli sgravi destinati ai soggetti proprietari di fondi forestali (documento in data 22 09 11). (287)
1789 - Risoluzione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla prevenzione della tubercolosi (documento in data 23 09 11). (288)
1800 - Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a modificare il criterio di accredito della formazione continua degli operatori sanitari, reintroducendo anche il criterio della valutazione della congruità formativa di ogni singolo corso (documento in data 27 09 11). (289)
1804 - Risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta ad adottare, circa i nuovi ticket sanitari su farmaci, visite ed esami specialistici, il criterio denominato "fattore famiglia" in sostituzione di quello attualmente utilizzato (documento in data 27 09 11). (290)
1808 - Risoluzione proposta dal Presidente della I Commissione, su mandato della stessa Commissione, recante: "Sostegno all'iniziativa in atto presso il Parlamento europeo a tutela della popolazione del Saharawi occidentale, per sollecitare la richiesta di un parere alla Corte di Giustizia sulla compatibilità con i Trattati del nuovo protocollo fra l'Unione europea e il Regno del Marocco che fissa le possibilità di pesca e la contropartita finanziaria previste dall'accordo di partenariato nel settore della pesca tra la Comunità europea e il Regno del Marocco" (a firma dei consiglieri Marco Lombardi, Luciano Vecchi e Fabio Filippi) (documento in data 28 09 11). (291)
1816 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mazzotti, Carini, Mori, Monari, Ferrari, Pariani, Costi, Alessandrini, Luciano Vecchi, Zoffoli, Pagani, Casadei e Fiammenghi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Ministero competente, al fine di ottenere una proroga di almeno 6 mesi dei termini, in scadenza in data 30 settembre 2011, relativi al riconoscimento della ruralità degli immobili ed all’attribuzione delle conseguenti categorie catastali (documento in data 29 09 11). (292)
1820 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa le azioni da porre in essere per preservare, consentendone la fruizione pubblica con servizi a vantaggio della cittadinanza, l'edificio che ospitava la clinica odontoiatrica "Beretta" di Bologna (documento in data 05 10 11). (293)
1826 - Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Mazzotti, Barbieri, Piva, Pagani, Pariani, Cevenini, Monari, Costi, Luciano Vecchi, Mori, Casadei, Ferrari, Fiammenghi, Bonaccini, Montanari e Zoffoli per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, utilizzando ogni mezzo programmatico ed economico disponibile, volte a sostenere il Trasporto Pubblico Locale, denunciando anche in ogni sede opportuna l'insostenibilità dei tagli attuati dal Governo (documento in data 05 10 11). (294)
1837 - Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Monari, Meo, Sonciaforni, Mandini, Favia e Defranceschi per esprimere la piena condivisione delle motivazioni e degli obiettivi alla base della manifestazione nazionale contro la centrale a carbone di Porto Tolle che si svolgerà ad Adria (RO) in data 29 ottobre (documento in data 06 10 11). (295)
1851 - Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Bignami, Bartolini, Bazzoni, Aimi, Filippi, Leoni, Malaguti, Lombardi, Pollastri e Alberto Vecchi per impegnare l'Assemblea legislativa e la Giunta regionale a sostenere ogni iniziativa del Governo italiano, sia nei confronti delle autorità egiziane sia in sede europea ed internazionale, per fermare il martirio della comunità cristiana e difendere la libertà religiosa in Egitto (documento in data 10 10 11). (296)
Interpellanze
1806 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'attività svolta dalla Società ERVET SpA, di cui la Regione Emilia-Romagna è azionista di maggioranza. (76)
1812 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'attività svolta dalla "Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati" e dalla "Fondazione Scuola Interregionale di Polizia Locale". (77)
Interrogazioni
1783 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere circa la qualità dell'acqua del Torrente Idice (BO) ad evitare episodi di inquinamento. (1215)
1784 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il rispetto delle procedure relative ad interventi edilizi posti in essere in Via S. Vitale Est nel Comune di Medicina (BO). (1216)
1787 - Interrogazione dei consiglieri Pollastri e Bignami, a risposta scritta, circa la campagna informativa regionale relativa al ticket sanitario. (1217)
1788 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa le procedure di nomina dei dirigenti utilizzate dall'ASP del Distretto Cesena-Valle del Savio. (1218)
1790 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa gli ampliamenti ed i flussi di smaltimento della discarica di Cà dei Ladri di Gaggio Montano (BO). (1219)
1791 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la situazione idrogeologica relativa alla discarica di Cà dei Ladri (BO) e l'eventualità di un suo ampliamento. (1220)
1792 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa i collegamenti a disposizione degli studenti che frequentano scuole a Cesena, con particolare riferimento a quelli provenienti da Cervia. (1221)
1795 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa l'attivazione degli impianti di cattura di uccelli di specie cacciabili per il loro utilizzo a scopo di richiamo nelle Provincie di Forlì-Cesena e di Ravenna. (1222)
1796 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la costruzione di un canile a Canova, in località Pianelli, nel Comune di Ramiseto (RE). (1223)
1797 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere a fronte dei disagi per i pendolari dovuti alla soppressione del treno regionale n. 2124, che collegava Ancona a Piacenza. (1224)
1798 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa le procedure relative alla costruzione di una centrale a biomasse nel Comune di Trecasali (PR). (1225)
1799 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa l'attivazione dei corsi professionali destinati ai lavoratori in cassa integrazione in deroga. (1226)
1801 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa incrementi delle tariffe relative ai rifiuti, con particolare riferimento alla Provincia di Ravenna ed alle richieste avanzate da HERA alle ATO. (1227)
1802 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le valutazioni espresse dall'Agenzia di rating Standard & Poor's nei confronti della Regione Emilia-Romagna. (1228)
1803 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa il futuro del Centro Addestramento della Polizia di Stato di Cesena. (1229)
1805 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa l'elaborazione e la gestione dei dati ricavati dalla "ricerca sulla pratica sportiva non organizzata", cofinanziata dalla Regione Emilia-Romagna. (1230)
1809 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la nomina del responsabile del reparto di cardiologia del Policlinico di Modena. (1231)
1810 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la tutela dell'utenza e dei pendolari che utilizzano le tratte ferroviarie Piacenza-Castelvetro-Cremona e Fidenza-Castelvetro-Cremona. (1232)
1811 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa la riorganizzazione del servizio svolto tramite il 118, relativamente alle aziende AUSL di riferimento dell'Area Vasta Emilia Centrale. (1233)
1813 - Interrogazione dei consiglieri Favia e Defranceschi, a risposta scritta, circa l'Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Diagnostica dell'Ospedale Maggiore Azienda USL Città di Bologna (1234)
1814 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa la normativa relativa alla protezione degli animali durante il loro trasporto. (1235)
1815 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa notizie riguardanti la chiusura dello stabilimento di Bologna dell’Azienda Bruno Magli, e la tutela dei relativi lavoratori. (1236)
1817 - Interrogazione dei consiglieri Mandini e Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il piano di ristrutturazione dell'azienda Bruno Magli S.p.A., la chiusura del suo stabilimento bolognese e le azioni da porre in essere per tutelare i relativi lavoratori. (1237)
1818 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa adeguamenti alla rete elettrica della Valle del Savio (FC), con particolare riferimento al trasformatore della Cabina Primaria di Quarto, nel Comune di Sarsina. (1238)
1819 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la regolamentazione dell'assistenza domiciliare delle persone anziane. (1239)
1821 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la raccolta differenziata di rifiuti elettrici. (1240)
1822 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la costruzione di nuovi inceneritori ed il potenziamento delle linee già esistenti. (1241)
1823 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la prevenzione e la sicurezza nei posti di lavoro, anche in riferimento alla situazione relativa a Poste Italiane SpA. (1242)
1824 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa i tempi di attesa relativi alle prestazioni mediche in regime mutualistico. (1243)
1825 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la costruzione, nel Comune di Serramazzoni (MO), di un inceneritore di rifiuti organici (biomasse) in località San Dalmazio. (1244)
1828 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa l'applicazione di un ticket aggiuntivo riguardante prestazioni sanitarie effettuate in regime di libera professione. (1245)
1829 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa un rave party svoltosi, in data 25 settembre 2011, in una golena nei pressi di Alfonsine (RA). (1246)
1830 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa gli istituti scolastici che hanno usufruito della possibilità di utilizzare reti di connettività senza fili (WiFi), con particolare riferimento alla Provincia di Ravenna. (1247)
1832 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa le procedure relative alla scelta del gestore di una struttura sportiva nel Comune di Rubiera (RE). (1248)
1833 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa i lavori relativi alla riqualificazione dell'aeroporto Marconi di Bologna. (1249)
1834 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le procedure di alienazione, da parte dell'AUSL di Piacenza, dell'ex Albergo San Marco, e gli eventuali interventi di recupero e valorizzazione di tale edificio. (1250)
1835 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa i progetti riguardanti l'area della darsena di Ravenna ed i problemi relativi all'inquinamento esistente nella città. (1251)
1836 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa i disservizi riguardanti la linea ferroviaria Suzzara-Ferrara. (1252)
1839 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori dello stabilimento della società Hermann di Pontenure (PC). (1253)
1840 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le risorse regionali impegnate in società partecipate, i connessi risultati e la convocazione di udienze conoscitive riguardanti tali tematiche. (1254)
1841 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione ambientale, con particolare riferimento alla eventuale presenza di amianto, esistente in località "Ca' Zerbetto" nel Comune di Medicina (BO). (1255)
1842 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la regolamentazione delle assenze nei corsi riguardanti attività formative di cui alla delibera della Giunta Regionale n.105 del 1° febbraio 2010. (1256)
1843 - Interrogazione dei consiglieri Defranceschi e Favia, a risposta scritta, circa lo svolgimento dei compiti di controllo in materia di sicurezza e igiene del lavoro e l'incremento delle relative risorse. (1257)
1844 - Interrogazione del consigliere Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la mobilità passiva riguardante l'ASL di Parma ed i relativi dati. (1258)
1845 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa il Piano di Risanamento della Qualità dell'Aria della Provincia di Ravenna, con particolare riferimento al particolato PM10. (1259)
1846 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa l'acquisto, da parte dell'Ospedale di Cesena, di una apparecchiatura PET-TAC, e la diffusione di tali impianti nel territorio dell’"Area Vasta Romagna". (1260)
1847 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa un immobile in precedenza sede dell'INAIL, sito nel Comune di San Benedetto Val di Sambro (BO). (1261)
1848 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le procedure poste in essere per il recupero e la consegna, a strutture convenzionate, di cani e gatti randagi. (1262)
1849 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa le direttive-guida dei piani di classifica dei consorzi, i tempi di redazione degli stessi ed i connessi contributi. (1263)
1850 - Interrogazione dei consiglieri Naldi e Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il volume d'acqua presente nell'invaso di Ridracoli, la sua utilizzazione e gli interventi strutturali da porre in essere per favorire la riduzione dei consumi idrici. (1264)
1852 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il decesso, durante il parto cesareo presso l'Ospedale di Bentivoglio (BO), di una giovane donna. (1265)
1853 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa lo svolgimento dei compiti di controllo in materia di sicurezza ed igiene del lavoro ed il potenziamento delle risorse e delle strutture relative a tali settori. (1266)
1854 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il nuovo centro Dialisi presso l'Ospedale di Bentivoglio (BO). (1267)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
1606 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la nomina del Direttore generale dell'Ospedale di Sassuolo (MO). (1076)
1609 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le condizioni di lavoro del personale operante presso lo stabilimento TNT di Le Mose (PC). (1078)
1610 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure di nomina negli enti controllati dalla Regione Emilia-Romagna. (1079)
1613 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le procedure riguardanti il trasferimento di un dipendente al Comune di Castelfranco Emilia. (1082)
1623 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa richieste, avanzate dal Servizio Tecnico di Bacino Romagna nei confronti di cittadini, in materia di pertinenze demaniali del demanio idrico. (1088)
1626 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la concentrazione di batteri escherichia coli in un tratto di mare antistante Lido di Savio (RA). (1090)
1627 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la chiusura della sede di Parma della ditta TAS S.p.A. (1091)
1629 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa le richieste avanzate dal Consiglio Comunale di Castel Bolognese (RA) relativamente a problematiche sanitarie. (1093)
1631 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le cause di una moria di pesci avvenuta nel fiume Idice, nei pressi del ponte di Castenaso. (1095)
1633 - Interrogazione del consigliere Carini, a risposta scritta, circa la situazione riguardante l'azienda TNT di Piacenza, e la tutela dei relativi lavoratori. (1097)
1634 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa la realizzazione dello Zoo di Ravenna. (1098)
1638 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i disagi per gli utenti della linea Modena-Sassuolo, con particolare riferimento alla chiusura estiva delle biglietterie. (1101)
1641 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il piano strategico e attuativo locale 2010-2013 redatto dall'AUSL di Imola, con particolare riferimento all'Ospedale di Castel San Pietro Terme (BO). (1104)
1643 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il ripristino della viabilità della strada che collega la frazione "Tabina" alla frazione di "Prunarolo", nel comune di Vergato (BO). (1105)
1645 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, per sapere se la Giunta intenda coinvolgere gli Ordini degli Architetti nella predisposizione delle procedure per la selezione degli interventi da ammettere a finanziamento nell'ambito della riqualificazione urbana dei Comuni. (1107)
1646 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, in merito alla modifica statutaria della Fondazione Istituto sui Trasporti e la Logistica. (1108)
1648 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa un procedimento relativo alla costituzione di parte civile della Regione Emilia-Romagna e le connesse azioni risarcitorie e funzioni in materia edilizia, urbanistica, paesaggistica e ambientale. (1110)
1649 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, per ottenere ulteriori informazioni in merito alle procedure amministrative e alle disposizioni in materia sismica relativamente a Villa Beatrice, appartenente al Comune di Argelato (BO), già oggetto di precedente interrogazione (n. 253). (1111)
1650 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, in merito allo smaltimento dei rifiuti nella Regione ed, in particolare, dell'attività di raccolta e smaltimento operati dalla ditta Orbit di Vigarano Mainarda (FE). (1112)
1651 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, in merito alla situazione sanitaria e ambientale dell'edificio di proprietà del Comune di Bologna sito in Piazza Liber Paradisus. (1113)
1654 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa il protocollo d'intesa sottoscritto con la Prefettura di Bologna in tema di emergenza abitativa e circa i dati relativi ai fondi erogati in favore di inquilini inadempienti nel pagamento del canone di locazione. (1114)
1659 - Interrogazione dei consiglieri Bazzoni e Bernardini, a risposta scritta, circa gli stanziamenti necessari alla messa in sicurezza degli argini nella zona del bagnacavallese. (1117)
1661 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa una procedura di progressione verticale riguardante dipendenti di profilo D attuata dalla AUSL di Bologna. (1118)
1664 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa guasti ai caselli ferroviari nel territorio cervese. (1119)
1668 - Interrogazione dei consiglieri Costi, Luciano Vecchi e Bonaccini, a risposta scritta, circa le procedure relative alla realizzazione, a Sassuolo, di un Centro pasti. (1122)
1669 - Interrogazione dei consiglieri Costi, Bonaccini e Luciano Vecchi, a risposta scritta, circa la situazione relativa al servizio di Neuropsichiatria Infantile della ASL di Modena. (1123)
1678 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, sulla situazione della società ALFA spa di Novafeltria. (1130)
1681 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, in merito alle difficoltà, dei possessori di smartcard obsolete, di presentare domande di accesso ai contributi definiti con la delibera di Giunta 666/2011 "Bando per l'innovazione tecnolgica della PMI e delle RETI di PMI dell'Emilia-Romagna - Anno 2011". (1133)
1686 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, in merito all'assegnazione della prima quota del finanziamento statale (con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 28 maggio 2010) per le Associazioni di consumatori. (1138)
1691 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, sulla situazione carceraria e relativamente alle azioni della Regione da porre in essere per risolvere le problematiche relative agli Istituti Penitenziari dell'Emilia-Romagna. (1143)
1724 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa il Piano Operativo Comunale riguardante la darsena di Ravenna. (1170)
1756 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere a seguito dell'incidente verificatosi nel sito francese di stoccaggio di scorie nucleari di Marcoule. (1193)
Interrogazione oggetto 1760 (1197) (La Giunta non intende rispondere)
PRESIDENTE (Richetti): La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:
1760 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa lo svolgimento dell'iniziativa svolta presso il Museo Cervi di Gattatico in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Sull’attribuzione del Premio Nobel per la Pace
PRESIDENTE (Richetti): Desidero approfittare di questa Assemblea per formalizzare un apprezzamento diffuso, che anche molti di voi hanno registrato, in maniera assolutamente trasversale, in merito all’attribuzione del Nobel per la Pace a tre donne che si sono contraddistinte per l’impegno per la pace e i diritti umani, ricordando che questa Assemblea si era espressa sull’attribuzione del Nobel alle donne africane, col consenso di molti Capigruppo e di molti Gruppi consiliari.
Penso che questo sia anche un importante riconoscimento della pertinenza dell’indicazione fornita da questa Assemblea.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo i nostri lavori con le interrogazioni a risposta immediata, prendendo in esame il seguente oggetto:
1817 - Interrogazione dei consiglieri Mandini e Barbati, di attualità a risposta immediate in Aula, circa il piano di ristrutturazione dell’azienda Bruno Magli SpA, la chiusura del suo stabilimento bolognese e le azioni da porre in essere per tutelare i relativi lavoratori. (1237)
Risponde per la Giunta l’assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Mandini per l’illustrazione.
MANDINI: Grazie, presidente.
L’illustrazione sarà molto breve perché il tema è all’ordine del giorno. C’è questa nuvola comparsa improvvisamente sul cielo delle attività produttive bolognesi. L’azienda Magli ha comunicato l’intenzione di spostare parte delle proprie attività a Milano con il rischio di licenziare sicuramente novanta dipendenti e di metterne altri dieci in mobilità forzata.
Prontamente i vari soggetti e la parte pubblica, tra cui anche l’assessore Muzzarelli, sono intervenuti e c’è stata una riunione in Regione.
La richiesta che presentiamo è quella di avere un aggiornamento sulla situazione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
La parola all’assessore Muzzarelli per la risposta.
MUZZARELLI, assessore: Debbo dire che la situazione è molto difficile.
A seguito dell’annuncio del fondo che ha la proprietà della Bruno Magli di voler chiudere entro fine anno lo stabilimento e il negozio bolognesi, tenendo aperto semmai un ufficio sostanzialmente amministrativo, abbiamo immediatamente convocato un tavolo istituzionale.
Il tavolo ha rappresentato la prima occasione in cui la Regione ha potuto essere ascoltata e dialogare. Non eravamo mai stati contattati. Proprietà e parti sociali si sono trovate attorno a un tavolo. Erano convinti di risolvere il problema con il sindacato a livello locale punto e basta.
Questa è una storica impresa bolognese, un brand tra i più noti a livello nazionale e internazionale del settore calzaturiero e della moda. A quell’incontro sono intervenuti ovviamente tutti. Al tavolo abbiamo concordato sull’opportunità di prendere tempo, ma purtroppo poco. Abbiamo riconvocato il tavolo, come dirò, il 25 prossimo venturo per fare un approfondimento, per vedere che cosa sia possibile mettere in campo.
La Bruno Magli ha, infatti, circa 200 addetti, dei quali circa 140 in Emilia-Romagna, 130 impiegati nello stabilimento di Bologna e 7 negli outlet di Castelguelfo e Fidenza.
Come dicevo, il 25 ottobre riproveremo, anche se sappiamo che la partita è molto difficile. Stiamo ragionando in una dimensione più di finanza che di impresa e quindi la cosa si fa complicata.
Ho ribadito che non accettiamo che venga cancellata un’impresa così importante per Bologna e per l’Emilia-Romagna, portandola semmai in parte a Milano o chissà dove. Soprattutto, in questa logica non va bene che ci venga detto che loro rispondono solo a Londra. C’è oggi anche un problema di relazioni.
Sappiamo che è un brand importante e che ci sono delle difficoltà reali. Non dobbiamo far finta che non esistano. Il bilancio è in difficoltà, però ci possono essere spazi di manovra, se prevalgono il buonsenso e la responsabilità.
Abbiamo quindi chiesto a tutto il tavolo, nell’ambito delle proprie responsabilità e funzioni, di verificare le possibilità di mantenere intanto il punto di riferimento strategico su Bologna, visto che è un marchio dell’Emilia-Romagna e di Bologna. È il primo punto e mi pare che su questo si potrebbe anche arrivare a un accordo.
Il secondo punto è mantenere l’attività produttiva a Bologna. Siamo disponibili a un ragionamento su questo aspetto, diretto o indiretto, ma comunque chiediamo disponibilità a continuare a garantire il lavoro e la produzione della parte scarpe donna a Bologna.
Il nostro impegno è quello di approfondire ogni ipotesi di cassa integrazione o di riorganizzazione produttiva, non di chiusura, che possano rafforzare la produttività e la competitività dei prodotti Magli, anche con sondaggi sul mercato per trovare eventuali soluzioni interessanti per i consumatori.
Come ripeto, non ci arrendiamo all’idea di un abbandono repentino. È ovviamente difficile perché il percorso è stretto. Occorre molta responsabilità, come ho già detto, perché la determinazione dei manager che fanno riferimento a Londra è forte. Vi confesso che è stato un confronto molto difficile, per essere eleganti.
Per noi ovviamente l’impegno è salvare i posti lavoro, cercando anche di salvaguardare professionalità importanti. Se le scarpe donna sono apprezzate nel mondo è perché sono bravi a lavorare, perché c’è qualità. Abbiamo lanciato un appello a Confindustria e agli imprenditori per provare a capire se sul territorio ci siano le condizioni per valorizzare questa impresa del settore calzaturiero per noi estremamente importante.
Credo che il problema non sia quello del trasferimento da Bologna a Milano, dove hanno ipotizzato di andare a completare il design. Ho cercato di spiegare loro che in Emilia-Romagna ci sono molti brand di alta qualità. Il problema è avere qui l’azienda e una quota di produzione che garantisca il lavoro, in modo diretto o indiretto, e trovare le condizioni per assicurare una prospettiva a un’azienda che ha un mercato internazionale proprio per le caratteristiche di alto brand che rappresenta.
È un lavoro difficilissimo, ne siamo consapevoli. Continuiamo con determinazione a sondare tutte le ipotesi, dalla disponibilità del proprietario dello stabilimento a evitare aumenti o comunque a garantirne l’utilizzo a un prezzo ragionevole fino a sostegni in tema di ricerca e innovazione di cui avessero bisogno.
L’impegno c’è, anche se credo che la strada sia molto stretta. Dobbiamo provarci fino in fondo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Mandini per la replica.
MANDINI: Grazie, assessore.
Devo dare atto a tutte le parti pubbliche di essersi mosse con tempestività su questo problema, che aggrava e si aggiunge alla situazione di crisi economica della Provincia di Bologna, a cui faccio riferimento per il momento.
Devo dare atto alla Regione di essersi espressa, con questo tavolo, in termini molto costruttivi e con grande disponibilità a mettere in campo le azioni possibili per mantenere la parte produttiva dell’azienda, in modo particolare, a Bologna.
Mi pare di aver capito, e dalle sue parole ho avuto la certezza, che la disponibilità da parte dell’azienda sia molto limitata e questo è un fatto grave. Mi pare di poter affermare che prevalga la logica della finanza spicciola e pura rispetto a un discorso di imprenditorialità.
Apprezzo tutte le condizioni che lei ha messo in campo ed è disposto a mettere in campo a nome della Regione. Credo che sarà dovere di tutti monitorare continuamente questa situazione per cercare di togliere a questa impresa ogni spazio e ogni scusa possibile per abbandonare il nostro territorio.
Mi auguro anche che l’associazionismo imprenditoriale, dell’industria e quant’altri in questo caso faccia sentire la propria voce. A livello nazionale in questo ultimo periodo mi pare di aver colto affermazioni di grande senso di responsabilità provenire dall’associazione degli industriali con riguardo alla grande crisi che attraversa il nostro Paese e rispetto alla quale manca una risposta in termini di programmazione economica a livello governativo.
Mi auguro che anche a livello locale queste associazioni si muovano in appoggio, in supporto e a fianco della Regione per cercare di risolvere al meglio il problema.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1817, passiamo all’oggetto seguente:
1834 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le procedure di alienazione, da parte dell’AUSL di Piacenza, dell’ex Albergo San Marco, e gli eventuali interventi di recupero e valorizzazione di tale edificio. (1250)
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per l’illustrazione.
POLLASTRI: Grazie, signor presidente.
L’interrogazione a risposta immediata riguarda una vicenda che per Piacenza è molto importante e che fu sollevata sette mesi fa dal collega Stefano Cavalli del Gruppo della Lega Nord, che ringrazio. Abbisognava, signor presidente, di un’ulteriore richiesta perché da allora non vi sono state novità sul punto.
La novità consiste, assessore, nel fatto che si è formata, capitanata dall’ex sindaco Stefano Pareti e da un gruppo di intellettuali della città non certo di centrodestra, una delegazione di cittadini ma anche di ex amministratori estremamente preoccupati per la vicenda dell’ex Albergo San Marco, che come lei ben sa ha fondamenti storici importantissimi. Al suo interno si trovava, infatti, l’appartamento utilizzato da Giuseppe Verdi quando soggiornava a Piacenza e vi sono pregiatissimi elementi architettonici in stile liberty di fine Ottocento.
Questo albergo ha una storia alle spalle. Fu in parte adibito dal Comune di Piacenza a ufficio di igiene, ospitò il Comando dei vigili urbani e alla fine diventò di proprietà dell’Azienda sanitaria. Questo edificio, assessore, presenta gravi problemi. Mi è stata mostrata una documentazione fotografica al proposito. C’è un enorme buco nel tetto, quindi anche la stabilità è problematica. La pensilina è pericolante.
Tutte queste questioni, che sollevo ufficialmente oggi in Aula proprio per l’urgenza del caso, sono state rappresentate formalmente al direttore generale dell’AUSL. È stato aperto un bando, assessore, che è andato deserto, presumibilmente perché – e questo è anche uno dei motivi del mio atto ispettivo - il valore della base d’asta era troppo elevato, date le condizioni di questo storico albergo che insiste nel centro della città.
Chiedo informazioni a lei, come massimo rappresentante della Giunta per la delega che detiene. Dalla richiesta del collega Cavalli di sette mesi fa è calato il buio e il silenzio su questa vicenda. Era giusto oggi in Aula riaccendere i riflettori perché tantissimi cittadini del Comune di Piacenza si interrogano, come ben sanno anche l’assessore Freda e l’assessore Gazzolo (che vedo impegnata al telefono).
È una vicenda che il nostro Comune, colleghi della Giunta, ha estremamente a cuore. Io mi faccio modestamente "parte diligente" di tutti quei cittadini che su questa questione chiedono informazioni. Questo albergo, come voi ben sapete, colleghi assessori, è un pezzo di storia della nostra città.
Attendo notizie da parte dell’assessore Lusenti e chiedo di poter seguire il percorso che verrà intrapreso. È una questione cara a tutti, come ripeto, non solo ai rappresentanti dell’una o dell’altra parte politica, ma a tutta la società politica e civile del comune di Piacenza. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all’assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Il mancato successo dell’asta pubblica per la vendita dell’ex Albergo San Marco, effettuata nel 2009, è dovuto a diversi fattori: la proprietà parziale dell’immobile, la crisi economica che ha colpito il settore delle costruzioni e gli importanti vincoli sulla struttura.
Su questi ultimi, in particolare, il Ministero dei beni culturali, al termine delle procedure di legge, aveva autorizzato nel 2008 l’alienazione dello stabile, prevedendo numerosi vincoli, fra i quali i più significativi sono relativi alla garanzia di tutela e valorizzazione del bene, alla garanzia di future destinazioni compatibili con il carattere ricettivo-abitativo, all’assenza di variazioni all’attuale originario assetto plani-volumetrico, alla conferma dell’assetto compositivo e dell’articolazione degli ambienti esterni, alla salvaguardia e al restauro dell’apparato pittorico, degli stucchi e dei ferri battuti originari e infine all’esclusione di destinazioni commerciali, artigianali e del frazionamento finalizzato alla realizzazione di mini residenze.
L’Azienda valuterà la possibilità di una seconda asta quando la situazione economica ne renderà più presumibile la vendita.
Si precisa comunque come, pur trattandosi di un edificio di fatto parzialmente vuoto dal 2005, non siano presenti problemi di carattere strutturale. I lavori di manutenzione sulla copertura, consistenti nella riparazione del foro causato dalla rottura di alcuni arcarecci, saranno eseguiti prima dell’inizio della stagione invernale.
In relazione, invece, alla pensilina in ferro posta sul fronte principale, si ritiene non proponibile un intervento di smontaggio e ricovero in deposito perché potrebbe causare danni al manufatto, oltre a non dare sufficienti garanzie di conservazione in attesa di una futura ricollocazione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per la replica.
POLLASTRI: Ringrazio l’assessore perché ha riferito con precisione alcuni elementi nuovi sopravvenuti che possono far chiarezza rispetto alle richieste avanzate sette mesi fa dal collega Cavalli, che per primo sollevò la questione sul punto.
Però, essendo passato tanto tempo e avendo una delegazione di cittadini reiterato questa richiesta per un manufatto così importante per la città, al di là della novità dei lavori d’urgenza sul tetto che, come l’assessore ha appena dichiarato, saranno compiuti prima dell’inverno, attendiamo di vedere come finirà e come verrà gestita la seconda asta, nella speranza, assessore, che non vada deserta come la prima.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1834, passiamo all’oggetto seguente:
1840 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le risorse regionali impegnate in società partecipate, i connessi risultati e la convocazione di udienze conoscitive riguardanti tali tematiche. (1254)
Risponde per la Giunta la vicepresidente Saliera.
La parola alla consigliera Noè per l’illustrazione.
NOÈ: Debbo dire che dopo cinque o sei anni come consigliere regionale sono imbarazzata a porre questa domanda oggi in Aula.
Trovo imbarazzante riscontrare che ancora oggi, a metà ottobre, questa richiesta, che ho posto esattamente nel novembre dell’anno scorso, di convocare una commissione che valuti l’opportunità e l’efficacia di alcune partecipazioni che la Regione detiene in determinati enti è stata completamente ignorata.
Ho dovuto ricorrere al question time per conoscere le ragioni di questo silenzio.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
La parola alla vicepresidente Saliera per la risposta.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
Con l’interrogazione a risposta immediata, la consigliera Silvia Noè sembra presupporre un’intenzionale inerzia della Giunta. Ma così sicuramente non è per le ragioni che si possono qui riassumere.
Per preciso vincolo statutario ogni decisione rilevante attinente alla vita di una società partecipata dalla Regione è prerogativa di legge regionale o quanto meno oggetto di obbligatoria comunicazione all’Assemblea. Sono significative al riguardo le recentissime norme votate dall’Assemblea legislativa sul sistema aeroportuale regionale con la legge n. 4/2011.
È altrettanto significativa, sotto questo profilo, la norma contenuta all’articolo 49 dell’ultima legge finanziaria. A essa deve essere ricondotta una decisione strategica assunta dalla Regione, la quale ha stabilito che le società partecipate fino a quella data erano da considerarsi perfettamente rispondenti ai rilevanti interessi generali della collettività per i quali erano state istituite e a cui tuttora corrispondono, ragion per cui se ne manteneva la partecipazione.
Proprio in questo contesto e dato che la normativa statale ed europea si evolveva rapidamente, la Giunta si impegnava effettivamente a esaminare, alla luce della situazione attuale, gli interventi necessari sull’assetto delle singole società e a riferire all’Assemblea legislativa decorsi sei mesi dall’approvazione della legge.
Il periodo di tempo intercorso dall’entrata in vigore della norma regionale ha visto il susseguirsi di numerose norme statali, per lo più ospitate nelle manovre finanziarie, estremamente scoordinate fra di loro, fino all’ultima di esse, il decreto legislativo 138, ispirata a un approccio di pura emergenza lontanissimo da una prospettiva di razionalizzazione e riorganizzazione della galassia societaria.
L’obiettivo di una revisione organica dell’assetto societario non solo è condiviso dalla Giunta, ma anche praticato. Nel 2007, solo per citare una tappa di questo processo, su proposta della Giunta l’Assemblea approvò la legge n. 26/2007, attuativa della finanziaria statale sempre per il 2007, con la quale si introdussero forti razionalizzazioni nell’assetto organizzativo e nei compensi per i componenti degli organi societari.
D’altronde, nomine, compensi e costi a carico del bilancio regionale sono trasparentemente illustrati nei siti dell’amministrazione regionale e in particolare su quello dell’Assemblea legislativa.
Per queste ragioni è certamente utile che la Giunta riferisca all’Assemblea sul sistema delle partecipate regionali, come la consigliera Noè esorta a fare e come siamo pronti a fare, inviando e dimostrando alla Commissione preposta il materiale relativo.
La Giunta ritiene comunque che per poter valutare se gli obiettivi di efficacia e di efficienza siano stati raggiunti nel sistema delle partecipate sia necessario che l’analisi della situazione si svolga possibilmente settore per settore con gli assessorati di riferimento in cui le società operano. Solo questo modo potrà consentire, pur nella cornice di ordine generale, una valutazione oggettiva della rispondenza dei modelli societari alle finalità pubbliche cui devono tendere.
Siamo pronti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, vicepresidente Saliera.
La parola alla consigliera Noè per la replica.
NOÈ: Vicepresidente Saliera, lei sa che la stimo, però è stato imbarazzante assistere al suo imbarazzo di fronte al tipo di risposta che mi ha dato.
Io le chiedo di sapere perché avete impiegato un anno per dirmi quello che giustamente lei intanto ha illustrato nella sua risposta e che invece avrebbe dovuto essere dibattuto all’interno di una Commissione, così come io avevo richiesto. Allo stesso modo, a fronte ai numerosi solleciti del presidente Lombardi, questa richiesta, ritenuta opportuna, aveva trovato la disponibilità del presidente Errani a essere dibattuta nei primi mesi del 2011. L’indifferenza è totale.
Quello che io condanno, assessore Saliera, è questo atteggiamento. È un fatto gravissimo che a distanza di un anno io non abbia ricevuto una risposta corrispondente ai miei diritti. Io mi sento censurata nei miei diritti e lo trovo molto grave, rispetto ai numerosi solleciti e alla disponibilità di rispondere dopo quindici giorni che lo stesso presidente Errani aveva confermato.
Lo trovo un atto gravissimo sotto due punti di vista. Dal punto di vista formale, anche se il nostro Statuto e il nostro Regolamento non indicano un termine entro il quale la Giunta deve rispondere, un anno si commenta da solo. Formalmente è ingiusto e grave, ma sostanzialmente è gravissimo. In un momento in cui tutti stiamo discutendo su come impiegare al meglio le risorse di questa Regione, un’analisi sui risultati, sull’efficacia e sull’efficienza, come dice giustamente lei, degli investimenti regionali nelle nostre partecipate avrebbe dovuto essere un atto spontaneo di riflessione.
Ma lei dice che verrà rimesso alla discussione di questa Assemblea, anche se ho avuto l’intuizione di chiedervelo prima. Comunque non capisco perché non mi si informi nel modo adeguato.
Le dico con molta onestà che questo atteggiamento, che per me è di censura, mi porterà a valutare se sia il caso di attivare un’azione di censura nei confronti di chi non mi ha risposto. Soprattutto, alla luce degli strumenti di cui disponiamo come Assemblea legislativa, considererò se su questo tema sarà il caso di avviare una missione valutativa.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1840, passiamo all’oggetto seguente:
1844 - Interrogazione del consigliere Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la mobilità passiva riguardante l’ASL di Parma ed i relativi dati. (1258)
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti.
La parola al consigliere Corradi.
CORRADI: Grazie, presidente.
Con questo question time sostanzialmente ponevo l’accento su due aspetti, uno con riferimento ai dati della mobilità passiva riscontrati in provincia di Parma e il secondo aspetto - ho commesso un errore di valutazione in ordine alle tabelle - con riferimento ai dati di valutazione della mobilità attiva.
Dopo un chiarimento poc’anzi fornitomi cortesemente dall’assessore, ritiro i punti due e tre del petitum dell’interrogazione perché effettivamente nascevano da un travisamento dei contenuti delle tabelle. Ringrazio, quindi, l’assessore per la precisazione.
Con riferimento, invece, al tema della mobilità attiva di mio prevalente interesse, con questa interrogazione chiedo alcuni chiarimenti. Fatto il rapporto tra mobilità passiva e numero di abitanti, pur considerando che una parte rilevante della mobilità passiva che si registra a Parma è di fatto infra-gruppo, cioè tra l’ASL e l’ospedale, anche al netto di questo rimane un dato abbastanza discordante, a mio avviso, rispetto alle medie regionali.
Il costo della mobilità passiva in provincia di Parma, infatti, risulta molto superiore a quello di tutte le altre province di questa Regione. Facendo un calcolo pur approssimativo, come nel caso di tutte le approssimazioni statistiche, si parla di 611 euro per abitante contro, per esempio, i 143 e i 124 euro di Rimini e di Forlì-Cesena.
Peraltro, chiedo anche un chiarimento rispetto alla grande forbice di mobilità passiva che si registra presso l’azienda ospedaliera di Parma confrontata, a titolo di esempio, con il vicino ospedale di Reggio Emilia. La mobilità passiva a Parma è trentuno volte superiore a quella che si registra nell’ospedale di Reggio Emilia.
Pur nella consapevolezza che una parte significativa della mobilità passiva si registra tra l’ASL di Parma e lo stesso ospedale di Parma, quindi nell’ambito dello stesso territorio provinciale, mi preoccupava rilevare come anche la mobilità attiva a Parma abbia una percentuale di attrattività da altri territori circoscritta più o meno al 10-12 per cento, e quindi al di sotto della media delle altre Province.
Mi domando se questi dati aggregati non indichino una difficoltà del sistema sanitario parmense nel suo complesso, ASL e ospedale, e pertanto, una minore attrattività anche rispetto a pazienti di altri territori. Queste due cose insieme mi auguro possano essere valutate dalla Giunta per individuare quei settori, quei reparti, quelle specialità che eventualmente necessitino di maggiore attenzione e di maggior potenziamento per evitare una fuoriuscita di pazienti da Parma in direzione di Province, ma soprattutto di Regioni vicine.
In questo modo si potenzierebbe anche l’attrattività del nostro sistema sanitario in un’ottica di ammortamento dei costi complessivi rispetto ai pazienti di altri territori e, perché no, di altre Regioni. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
La parola all’assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Rispetto all’interrogazione è necessario richiamare due premesse. La prima è che la pubblicazione dei bilanci di esercizio delle aziende sanitarie si riferisce all’anno 2010 e non al 2011 come riportato nell’interrogazione, essendo l’esercizio 2011, come evidente, ancora non completato e in corso.
La seconda precisazione è che le aziende ospedaliere non hanno per definizione mobilità passiva, come invece citato più volte nel testo. Addirittura la mobilità passiva delle aziende ospedaliere nell’interrogazione viene sommata al dato delle aziende sanitarie locali e viene citata in cifre, ed è difficile capire a quali cifre ci si riferisca.
Tralascio gli elementi della risposta riguardanti il confronto tra tabelle e dati non omogenei, di cui il consigliere Corradi ha già preso atto. Su questo punto, però, voglio richiamare il fatto che gli aggiornamenti dei dati seguono regole ben precise, che sono oggetto di specifiche comunicazioni con le aziende sanitarie e con il privato accreditato e non sono mai il risultato di operazioni di opportunismo e convenienza.
Per quanto riguarda il tema specifico della mobilità passiva dell’azienda USL Parma, si ribadisce che il flusso di pazienti verso l’azienda ospedaliera non va considerato fuga. L’azienda ospedaliera è l’erogatore d’elezione per i cittadini dell’azienda sanitaria. Inoltre il rapporto tra l’azienda USL e l’azienda ospedaliera è regolato da specifici accordi di fornitura per prestazioni sanitarie.
Per quanto riguarda il dato puntuale della mobilità passiva infra-regionale dell’azienda USL di Parma, il valore pro capite risulta tra i più bassi del territorio regionale ed è pari a 33 euro per cittadino in un range tra 31 e 88,3 euro per cittadino/anno.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Corradi per la replica.
CORRADI: Prendo atto dei dati forniti dall’assessore. Mi riservo di verificarli e chiederò cortesemente all’assessore di potermi fornire le specifiche che portano alla cifra menzionata di 33 euro per cittadino.
I numeri, su cui mi riservo di fare ulteriori approfondimenti, e la conoscenza del territorio mi inducono a supporre e ritenere che vi sia comunque una forte mobilità extra-regionale, con una capacità attrattiva notevole delle strutture sanitarie della confinante Regione Lombardia, soprattutto per Parma e Piacenza, e del Veneto per quanto concerne Ferrara.
Credo che tutto sommato, se si ritiene, sarebbe opportuno attivare meccanismi di valutazione per cercare di affrontare questo problema ed evitare il più possibile, anche per i costi che gravano sul servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna, le condizioni che oggi portano una quota significativa dei nostri cittadini ad accedere ai servizi sanitari forniti dalle strutture sanitarie di Regioni confinanti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1844, passiamo all’oggetto seguente:
1850 - Interrogazione dei consiglieri Naldi e Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il volume d’acqua presente nell’invaso di Ridracoli, la sua utilizzazione e gli interventi strutturali da porre in essere per favorire la riduzione dei consumi idrici. (1264)
Risponde per la Giunta l’assessore Freda.
La parola al consigliere Naldi.
NALDI: Grazie, presidente.
Quelli che conoscono l’impianto di Ridracoli mi dicono che c’è acqua ancora per una settimana, dieci giorni. D’altra parte questo viene confermato dall’Agenzia regionale di Protezione civile, che ha emanato la Dichiarazione di stato di attenzione idrica per le Province che dipendono da Ridracoli, vicina alla soglia minima di 9 milioni di metri cubi.
Sappiamo che purtroppo la siccità sta continuando. Non sono previste, mi pare nemmeno per le prossime settimane, piogge abbondanti, quindi il problema rimane in tutta la sua gravità. Non si può attingere acqua dai fiumi romagnoli perché sono soggetti allo stesso fenomeno di siccità e comunque Ridracoli nel 2010 ha fornito il 57 per cento del totale dell’acqua utilizzata in quelle Province.
La cabina di regia tecnica regionale ha messo in campo azioni, quali la riduzione della pressione in rete e l’attivazione dei prelievi dai pozzi, ma sappiamo che vicino alla costa, per esempio, si corre il rischio di creare l’ingresso di acqua salata nelle falde. C’è un progetto di potabilizzazione delle acque del Canale emiliano romagnolo e si parla anche di una campagna di informazione per il risparmio della risorsa idrica.
Con la interrogazione noi chiediamo se effettivamente esistano queste ragioni di allarme così acuto, data la riduzione dell’acqua stoccata a Ridracoli, quali sono le previsioni del suo utilizzo per le prossime settimane e quali alternative possono essere già valide per l’anno in corso.
Considerando che, a quel che si dice, questo è stato un anno di eccezionale siccità, ma che forse ormai dobbiamo abituarci al rapido susseguirsi di anni siccitosi, si chiede quali sono, invece, le misure di carattere strutturale per i prossimi anni e, in particolar modo, quali sono le misure per la riduzione dei consumi idrici, che mi sembra l’investimento più a portata di mano fra tutti i possibili.
Si chiede inoltre se la Regione intenda confermare - e non è ovviamente la stessa cosa - le ipotesi avanzate in cabina di regia di introdurre deroghe ai parametri di potabilizzazione delle acque. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
La parola all’assessore Freda per la risposta.
FREDA, assessore: Grazie, presidente.
Parto dall’ultima questione. Sicuramente la Regione non ha intenzione di introdurre deroghe ai parametri di potabilizzazione delle acque.
Come è stato ricordato, attraversiamo un periodo critico dal punto di vista della disponibilità e della possibilità di approvvigionamento della risorsa idrica, però siamo sicuri di riuscire a farvi fronte. Visto che la risorsa fornita da Ridracoli è in effetti ai livelli di allerta, potremo utilizzare le altre fonti locali, che presentano la necessaria disponibilità e che fino ad ora non sono state sfruttate al pieno della loro potenzialità. Intendiamo, quindi, affrontare questo momento critico utilizzando le fonti locali.
Per quanto concerne gli interventi di carattere strutturale per favorire la diminuzione dei consumi idrici ed evitare nei prossimi anni il ripetersi delle condizioni attuali, l’azione che riguarda l’educazione al risparmio, e quindi all’uso efficiente della risorsa, è partita fin dal 2007, un anno segnato da una crisi idrica importante nel territorio romagnolo. Abbiamo inoltre previsto interventi all’interno del Piano di tutela delle acque, in particolare una campagna di sensibilizzazione delle utenze. Sono in corso anche progetti a livello europeo che codificano l’uso razionale della risorsa anche in altri settori, come per esempio quello agricolo e quello produttivo. Il versante educativo e di sensibilizzazione delle utenze ha chiaramente un punto di caduta concreto a lungo termine.
C’è poi un versante più strutturale che si prefigge di reperire nuove fonti di approvvigionamento, in particolare da acque superficiali. In questo senso, è stata avviata da tempo la procedura di Valutazione di impatto ambientale che prevede il prelievo di acque dal fiume Po e la loro consegna, mediante la rete del Canale emiliano romagnolo, a parte del territorio romagnolo.
Su questo progetto, che come detto è in corso di valutazione, la Regione ha delle attese proprio per affiancare alla necessaria educazione all’uso sostenibile della risorsa la possibilità di fronteggiare in modo concreto le crisi, anche più gravi di questa, che si dovessero verificare, posto che pensiamo di poter superare questo momento critico utilizzando, come si diceva all’inizio, le fonti locali. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Freda.
La parola al consigliere Naldi per la replica.
NALDI: Grazie, assessore.
Prendo atto con soddisfazione della chiara risposta sulla non modifica dei parametri per la potabilizzazione, così come delle sue affermazioni concernenti l’esigenza del risparmio. Si tratta comunque di un fatto culturale e di modelli di consumo sui quali servirebbero altre riflessioni, che spero avremo occasione di fare.
Sulle fonti locali probabilmente impattiamo in un discorso che vale anche in prospettiva. Le fonti locali in questo contesto corrono il rischio di essere semplicemente la potabilizzazione dell’acqua del Po. Faccio presente che c’è anche un problema di efficienza. Con questo modello si corre il rischio di utilizzare l’acqua della diga di Ridracoli, cioè acqua "pulita", anche per uso industriale e di utilizzare, invece, l’acqua potabilizzata del Po (che prima di essere potabilizzata fa abbastanza schifo) anche a fini civili.
È evidente che questa è una contraddizione che ha un costo elevato. Prelevare acqua pulita per usi sporchi e acqua sporca per usi civili è un problema che andrà affrontato. Avremo occasione di parlarne. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Abbiamo esaurito l’oggetto 1850, passiamo all’oggetto seguente:
1853 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa lo svolgimento dei compiti di controllo in materia di sicurezza ed igiene del lavoro ed il potenziamento delle risorse e delle strutture relative a tali settori. (1266)
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti.
La parola al consigliere Favia.
FAVIA: Grazie, presidente.
Passo direttamente alla risposta. Pur sapendo che la competenza è dell’assessore Lusenti, mi dispiace che non risponda l’assessore Muzzarelli che, invece, ha presieduto la conferenza stampa di cui, sinceramente, non ho compreso i termini.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
La parola all’assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Il richiamo del Presidente della Repubblica, avvenuto in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, ad attuare tutte le misure necessarie a ridurre gli infortuni sul lavoro costituisce un monito e uno sprone a migliorare gli interventi diretti alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
La Regione intende realizzare tutte le azioni necessarie per raggiungere e superare gli obiettivi posti dalla programmazione nazionale e, attraverso l’attuazione del Piano della prevenzione regionale 2010-2012, vuole porsi in linea con le più avanzate programmazioni europee.
In questa Regione nel primo semestre 2011 sono stati denunciati all’INAIL 50.754 infortuni sul lavoro, 43 sono stati gli eventi mortali. Si tratta di dati da considerarsi ancora provvisori in ragione dei tempi tecnici necessari per una corretta ascrivibilità degli eventi al lavoro. Non sono a tutt’oggi disponibili dati aggiornati all’ottobre del corrente anno per carenza di invio da parte dell’INAIL.
Nel 2010 sono stati segnalati 105.939 infortuni, in diminuzione dell’1,5 per cento rispetto al 2009, quando ne erano stati segnalati 107.564. Nel periodo 2001-2010 gli infortuni denunciati sono diminuiti del 24,7 per cento, passando da 140.766 a 105.993. Gli infortuni mortali nello stesso intervallo sono diminuiti del 50 per cento, passando da 174 a 87.
Il confronto tra il 2009 e il 2010 conferma l’andamento decrescente degli infortuni anche se in misura più contenuta rispetto all’anno precedente, quando la crisi economica, con i propri effetti sul piano produttivo e occupazionale, aveva determinato un calo record degli infortuni, meno 13,1 per cento rispetto al 2008. Nel 2009 gli infortuni mortali, per la prima volta in Regione, sono scesi sotto la soglia dei 120 l’anno. Nel 2010 questo dato positivo è stato confermato (87 eventi).
Gli assicurati INAIL nei diversi settori di attività economica della Regione, che corrispondono ai lavoratori occupati in attività a rischio infortuni o malattie professionali, nel 2005 erano 1.563.620. Nel 2008 erano aumentati di 125.546 unità, per un totale di 1.687.166, mentre nel 2009, ultimo dato disponibile, vi è stata una riduzione di 92.999 unità, pari al 5,5 per cento degli occupati, per un totale di 1.596.172. Il numero degli addetti comprende anche i lavoratori in cassa integrazione.
Il rapporto, quindi, fra infortuni mortali e occupati in lavorazioni a rischio è il seguente. Nel 2005 sono deceduti 8 lavoratori su 100.000 esposti. Il dato si è mantenuto stabile nel 2006 ed è sceso a 7 su 100.000 nel 2007, mantenendosi tale nel 2008, mentre nel 2009 vi è stata un’ulteriore riduzione, che ha portato il rapporto a 5 ogni 100.000.
Il dato relativo al 2010 non è ancora possibile calcolarlo, in quanto mancano i relativi addetti. Qualora si utilizzi lo stesso numero di addetti INAIL relativo al 2009, il rapporto risulta in lieve flessione.
Lo standard di vigilanza fissato a livello nazionale per ogni Regione prevede il controllo annuale di almeno il 5 per cento delle aziende attive sul territorio, individuate come PAT, cioè Posizioni assicurative territoriali. La Regione ha recepito le indicazioni nazionali e ha fissato, a partire dal 2007, il progressivo incremento dell’attività di vigilanza per pervenire nel 2009 e mantenere nel 2010 un livello di copertura più alto di quello stabilito a livello nazionale, cioè il controllo di almeno il 9 per cento delle Posizioni assicurative territoriali.
In esecuzione alla programmazione regionale, le aziende ASL nel periodo 2007-2010 hanno incrementato in maniera significativa l’attività di vigilanza. Nel 2010 sono state controllate 22.506 aziende, pari al 9,6 per cento delle imprese presenti sul territorio regionale, con un aumento complessivo di 6528 unità rispetto al 2007.
L’attività di vigilanza nel 2010 ha riguardato in particolare l’edilizia (54,7 per cento delle aziende controllate), il settore dei servizi (8,1 per cento) e la metalmeccanica (8,1 per cento). Il 23,6 per cento delle aziende verificate è stato segnalato per violazione all’autorità giudiziaria. I comparti in cui il rapporto tra aziende controllate e aziende sanzionate è risultato più elevato sono stati il tessile-abbigliamento, dove il 65 per cento delle aziende è risultato irregolare, il legno, 44,4 per cento, e il settore della pesca, 42,8 per cento.
Gli indici di irregolarità non devono, tuttavia, considerarsi come indici di illegalità dei comparti cui fanno riferimento, in quanto le aziende controllate non sono state scelte con criteri statistici, bensì sulla base di specifici indicatori finalizzati a individuare le aziende a maggior rischio di irregolarità.
La Regione Emilia-Romagna, con il Piano regionale di prevenzione 2010-2012, ha fissato i propri obiettivi in materia. Nel triennio di vigenza è prevista la riduzione del 15 per cento degli infortuni totali e la realizzazione di azioni volte alla riduzione dei fattori di rischio responsabili dell’insorgenza delle malattie professionali, con particolare riguardo alle patologie neoplastiche.
Il Piano coglie i suoi elementi di forza: 1) nel personale delle unità operative preposte alla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dei dipartimenti di sanità pubblica delle aziende ASL, il cui numero nel periodo 2007-2010 è aumentato, passando dai 390 operatori del 2007 ai 420 del 2010, e ciò in controtendenza rispetto alla maggior parte delle altre Regioni; 2) nella qualificazione del personale: in ragione della spiccata specializzazione delle discipline e della diversità delle competenze necessarie, è stato garantito l’aggiornamento e la formazione degli operatori; il personale di vigilanza è mediamente in grado di trattare con competenza la materia, di individuare le soluzioni più efficaci al fine della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, di affrontare con capacità e professionalità il contenzioso che quotidianamente viene contrapposto alla sua azione, nonché di svolgere in modo qualificato le attività di informazione e formazione sulle problematiche specifiche; 3) nel sistema informativo regionale sugli infortuni sul lavoro, che grazie all’incremento delle risorse attribuite è in grado di produrre flussi costanti di dati e la loro elaborazione, incrementabili su richiesta per specifici comparti e rischi, di gestire i flussi informativi relativi alle malattie professionali, di fornire informazioni in grado di indirizzare l’attività di vigilanza aumentandone l’efficacia; 4) infine, nella programmazione coordinata degli interventi degli enti competenti in materia, che assicura l’uniformità degli stessi e il necessario raccordo con il Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro e con la Commissione consultiva permanente, garantendo la corretta e puntuale realizzazione sul territorio regionale delle indicazioni elaborate a livello nazionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Favia per la replica.
FAVIA: Grazie, presidente.
Io non so se chi scrive queste risposte lo faccia apposta. Mi sono stati ripetuti i dati già forniti in conferenza stampa quando io, sostanzialmente, ho posto alcuni quesiti nuovi. Il primo è se nel conteggio dei lavoratori occupati vengano compresi anche i cassintegrati, perché è chiaro che poi il coefficiente cambia. Non l'ho trovato scritto, ma grazie, assessore, prenderò copia scritta della risposta.
Chiediamo, soprattutto per quanto riguarda i cantieri edili, se non si ritenga opportuno aumentare ancora di più i controlli.
Oggi non abbiamo i dati, ma mi sono basato sull'Osservatorio certificato Vega e sulle Aziende USL, nel 2010 sono stati notificati 32.992 cantieri e ne sono stati controllati 6.362, pari al 19,2 per cento. Di questi cantieri un terzo è risultato irregolare.
Ciò che mi ha dato più fastidio in questa questione è che in Commissione il sottoscritto ha chiesto i dati, gli è stato garantito che li avrebbe avuti in tempo breve e poi due giorni dopo, in una conferenza stampa, la questione è stata imbellettata facendo uscire il messaggio che la Regione è così brava e ho appreso, almeno parte dei dati che avevo chiesto, attraverso la conferenza stampa, facendo il paragone, come è stato fatto nella risposta all'interrogazione con ciò che è cambiato negli ultimi dieci anni. Ma è chiaro che non possiamo confrontarci con ciò che è successo dieci anni fa: dobbiamo analizzare i dati di oggi.
Mi chiedo come mai in conferenza stampa siano stati diffusi i dati del 2010, se avevamo anche già buona parte dei dati del 2011. Il dato che esce, ma che è stato censurato, è che noi siamo la prima Regione in Italia per rapporto tra morti nell'edilizia e cittadini abitanti. Ne abbiamo poco meno della Lombardia, ma abbiamo la metà dei suoi abitanti.
Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questo dato. Si dice che la sanità è in attivo, che non abbiamo un problema - ne abbiamo parlato a proposito dei ticket - di recuperare risorse, ma davanti ai morti non possiamo chiudere gli occhi.
La competenza dei controlli è in via primaria della Regione, della Azienda USL, e penso che non sia accettabile che la Regione non faccia passare questo messaggio, ovvero: se apri cantiere, sappi che ti farò controllare. Allora vedremo che tutti si metteranno l’imbragatura quando vanno sul ponteggio, le mascherine, le tute: non c'è altro modo.
Abbiamo fatto formazione, ci sono le scuole, ma purtroppo ora, almeno quelle aziende che non rispettano le regole, capiranno che bisogna fare un salto in avanti dal punto di vista della sicurezza del lavoro solo se sapranno che subiranno dei controlli.
Oggi i controlli sono troppo pochi e parliamo non di multe alle macchine in divieto di sosta, ma di persone che muoiono tutti gli anni la nostra Regione (siamo la prima in Italia nel rapporto con gli abitanti per morti sul lavoro nell'edilizia), per cui dobbiamo fare qualcosa.
Visto che abbiamo le risorse, chiedo che la Regione si dia delle priorità politiche, e quella della sicurezza sul lavoro è una priorità, e aumenti l'organico delle Aziende USL destinato a questi controlli.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Abbiamo esaurito l'oggetto 1853, chiamo l'ultima delle interrogazioni a risposta immediata:
1781 - Interrogazione del consigliere Monari, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito alla situazione determinatasi con l’istituzione del giardino geologico di Via della Fiera 8 (Bologna) e alla necessità di adeguare la segnaletica pedonale soprattutto a favore delle persone non vedenti. (1214).
Risponde per la Giunta la vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Monari.
MONARI: Grazie, presidente. Intervengo per ribadire e sottolineare la situazione oggettiva di pericolo dovuta al fatto che nel giardino geologico, così come è denominato, attrezzato a fianco della terza torre della Regione esiste e insiste un percorso abilitato all'uso dei non vedenti.
Benissimo il percorso e benissimo l’obiettivo di favorire i non vedenti nell'utilizzo del percorso che termina alla fermata del bus e prosegue, sempre apprezzato nella logica di mettere il non vedente a proprio agio, fino all'attraversamento pedonale. Peccato che le strisce pedonali, invece di essere concomitanti con la fine del percorso attrezzato e agevolato, siano 250-300 metri prima, cioè non in concomitanza con la fermata dell'autobus, ma in concomitanza con gli uffici della sede RAI dell'Emilia-Romagna.
Si viene così a determinare una sorta di pericolosa "selezione della specie", Presidente, perché il non vedente, incentivato dal percorso attrezzato, potrebbe essere indotto ad attraversare la strada proprio nel punto dove, in mancanza di strisce pedonali, gli automobilisti scalano le marce - lo faccio anch'io - perché all'uscita della curva possono riprendere velocità.
Si sta ingenerando quindi, una situazione in cui, nel cercare di dare un servizio efficiente, che superi le parziali discriminazioni a tutela delle persone inabili, si coglie invece l'obiettivo di rendere ancora più difficile e pericoloso l'attraversamento pedonale.
Ritengo che tale questione non sia nella sola disponibilità della Regione, ancorché il parco geologico sia regionale, ma, nella fattispecie, dei rapporti con il Comune di Bologna e più precisamente con il quartiere, che dovrebbe provvedere a spostare la zebratura, quindi le strisce pedonali, portandole in concomitanza con la fine del percorso attrezzato.
Mi piacerebbe che questo provvedimento venisse condiviso e attuato con una certa rapidità. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
La parola alla vicepresidente Saliera per la risposta.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Rispetto a ciò che il consigliere Monari ha appena illustrato riteniamo che sia una questione di estrema importanza, per garantire alle persone che hanno problemi la possibilità di girare tranquillamente e in libertà in tutta la zona attorno alla Regione come le altre persone con meno problemi.
È quindi nostra cura e abbiamo già attivato il nostro servizio di manutenzione perché possa procedere e si attivi in tempi brevissimi per tutta la parte che riguarda la competenza stretta della Regione, ma soprattutto, come ha evidenziato il consigliere, anche per la parte da fare insieme al Comune di Bologna, ossia la parte stradale.
La ringrazio quindi per questa sollecitazione, ma contemporaneamente ci facciamo carico in tempi brevi della soluzione di questo problema.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, vicepresidente.
La parola al consigliere Monari per la replica. Le rimangono due minuti.
MONARI: Intendo esprimere ovviamente soddisfazione e ringraziare la vicepresidente Saliera: non avevo dubbi, anche a dimostrazione della bontà dell'intuizione che è connessa al fatto che, oltre a istituire il parco geologico, che peraltro - lo dico a vanto dell'ente - è una bella iniziativa non solo per l’arredo urbano, ma utile dal punto di vista pedagogico, la fruizione sia correttamente in coerenza con quello che abbiamo istituito, ovvero sia disponibile a tutti coloro, anche i meno dotati, che frequentano il parco. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Abbiamo esaurito le interrogazioni a risposta immediata.
Sulla base della comunicazione di questa mattina relativa alla presenza dell'assessore Bianchi, procediamo con l'ordine del giorno.
OGGETTO 1771
Delibera: «Indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell'offerta di istruzione e di istruzione e formazione professionale ed organizzazione della rete scolastica, aa.ss. 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 19 settembre 2011, n. 1330) (55) (Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 1771/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (43)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport ha espresso parere favorevole nella seduta del 28 settembre 2011.
Il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso parere favorevole.
Sull’oggetto 1771 è stato presentato un ordine del giorno, oggetto 1771/1, a firma dei consiglieri Luciano Vecchi, Casadei, Pagani, Sconciaforni, Barbati e Naldi.
La parola all’assessore Bianchi per l’illustrazione della delibera.
BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Con questa delibera la Giunta propone all’Assemblea legislativa l'adozione di indirizzi regionali per la programmazione dell'offerta formativa ed educativa e per l’organizzazione della rete scolastica per il triennio 2012-2015.
Tali indirizzi sono stati presentati ai membri della Conferenza regionale per il sistema formativo, della Conferenza per la concertazione interistituzionale nella seduta del 18 luglio, della CRT, cioè la Conferenza regionale tripartita il 19 luglio, e ha ottenuto il parere favorevole del CAL nella seduta del 14 settembre.
L’atto è strutturato in indicazioni generali, indirizzi per i Comuni e indirizzi per le Province. Ritengo di dover precisare in maniera puntuale che questo nostro intervento, che è in coerenza con tutta la nostra legislazione precedente, in particolare con la legge n.12 del 2003, deve tener conto necessariamente a tutt'oggi dell’intervento dell'art.19, comma 4 del decreto n. 98 del 2011, in cui a livello nazionale vengono predeterminati dei tetti massimi riguardanti il dimensionamento delle istituzioni scolastiche.
La Regione Emilia-Romagna, così come altre Regioni italiane, ha fatto ricorso alla Corte costituzionale contro questo provvedimento presente in finanziaria, perché, come è stato più volte dimostrato dalla giurisprudenza e da interventi diversi della Corte, la determinazione delle competenze riguardanti l’organizzazione scolastica è in via esclusiva delle Regioni.
Detto questo, tuttavia, con un ampio lavoro condotto anche con le altre Regioni in seno alla Conferenza delle Regioni, abbiamo ritenuto comunque di valorizzare il ragionamento sugli istituti comprensivi, assumendo come dimensionamento il numero di 1.000 alunni e 500 in particolare per i territori di montagna a livello regionale, ma dando un forte carattere di gradualità e di flessibilità al provvedimento, ritenendo necessario tener conto delle condizioni specifiche del territorio, che è il dato essenziale con cui si giustifica in linea di principio la competenza esclusiva delle Regioni in materia.
Abbiamo ritenuto di dare come riferimento un range del 20 per cento sopra e sotto i due termini prima citati, per indicare come questi siano termini di riferimento nell'ambito di un processo che nel triennio, periodo di vigenza degli indirizzi, deve tendere a questi livelli.
Ricordo inoltre che la Regione Emilia-Romagna ha da tempo sposato il tema degli istituti comprensivi, ma ricordo anche che la loro istituzione va fortemente riferita ai territori specifici, discorso rilevante per chiunque, ma ben caro a tutti noi per quanto riguarda soprattutto le scuole di montagna.
Ricordo che la presenza di un dirigente non è fatto accessorio, né meramente burocratico, ma è elemento fondamentale per la buona gestione di una scuola. Su questo abbiamo insistito da tempo e stiamo lavorando insieme con l’USR per dare senso a questa idea di responsabilità.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Bianchi.
Apriamo il dibattito generale congiunto sulla proposta e sull'ordine del giorno abbinato.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà
LOMBARDI: Grazie, presidente. Questo provvedimento riguarda una razionalizzazione all'interno della rete scolastica regionale e, come già ci siamo pronunciati in Commissione, è un provvedimento che ci vede contrari perché pare essere più di natura ideologica nei confronti di una critica sull'attività del Governo che non essere ispirato dal reale desiderio di razionalizzare la materia in Emilia-Romagna.
Dico questo perché, al di là della fondatezza del ricorso costituzionale, che ovviamente lascia spazio alle varie interpretazioni e alle varie posizioni giuridiche, perché è vero che spetta alla Regione la determinazione del personale della rete scolastica sulla Regione, ma è altrettanto vero che spetta al Governo un’indicazione di carattere generale sulla struttura scolastica nell'intero Paese, qui parliamo degli istituti comprensivi.
Come diceva giustamente l'assessore, questi fanno parte non voglio dire di un pilastro, ma comunque di una convinzione precisa della Regione Emilia-Romagna, quindi si tratta esclusivamente di valutare se le determinazioni che il Governo fa, tenuto conto poi delle varie eccezioni possibili, siano prevaricatrici dell’autonomia regionale oppure no, e se questa presunta prevaricazione sia un elemento reale o semplicemente un modo per contestare questa ristrutturazione.
Alla fine il punto è sempre quello: quando parliamo di scuola dobbiamo distinguere la questione dei tagli dalla questione della razionalizzazione. I tagli sono una cosa, razionalizzare al meglio la struttura scolastica e le spese in materia di istruzione è un'altra: i tagli soprattutto ultimamente non hanno colpito la scuola, a meno che non parliamo invece di una razionalizzazione per quanto riguarda il personale scolastico.
Sono di questi giorni le indicazioni che arrivano per esempio rispetto al tema dei precari; da una parte, c'è un aumento delle assunzioni a tempo indeterminato all'interno della scuola, che credo nessuno possa vedere come un fatto negativo, dall'altra ovviamente c'è una riduzione dei precari, perché una parte di questi viene inserita nella struttura a tempo indeterminato della scuola.
Il problema dei precari è un problema che ci trasciniamo da decenni perché frutto di una politica a nostro avviso sbagliata in tema di scuola, ma oggi mi sembra che si stia provvedendo a razionalizzare questo settore. Fra l'altro, alcune indicazioni che provengono dall'OCSE - spesso ci fa piacere citare i dati europei - dicono che si va esattamente nella direzione prevista dall'Europa.
Se poi andiamo a vedere i dati sull'investimento in materia scolastica, si constata che negli ultimi anni sono aumentati del 6 per cento per quanto riguarda gli studenti e dell'8 per cento per quanto riguarda gli universitari.
Credo quindi che tutti questi dati così catastrofici debbano essere visti anche sotto un'ottica diversa. Aumenta anche la qualità della nostra scuola, perché non dobbiamo mai dimenticare da dove eravamo partiti, perché con il modello precedente la scuola era all'ultimo posto, gli insegnanti erano i peggio pagati in Europa, mentre oggi si sta cercando di fare qualcosa di meglio. Considero questo un aspetto assolutamente positivo.
La questione di cui stiamo parlando in specifico, cioè quella della razionalizzazione delle strutture scolastiche incide esclusivamente sul numero dei dirigenti scolastici, un problema che possiamo considerare ma che non incide in maniera così pressante né sugli studenti, né sui professori, né sui genitori: credo che i colloqui e i rapporti con i dirigenti scolastici non siano così frequenti da parte degli studenti e dei genitori.
I dirigenti scolastici hanno un compito importante di organizzazione, e per questo sono profumatamente pagati, perché è bene ricordare che oggi un dirigente scolastico ha anche un compenso assolutamente dignitoso. Si fa sempre il classico esempio a mio avviso marginale degli istituti comprensivi disseminati sul territorio. In alcuni casi ci sono e sarà onere del dirigente scolastico cercare di districarsi rispetto a queste esigenze logistiche profumatamente pagate. I disagi per gli utenti della scuola non sono così significativi come si vuol far credere.
Il nostro atteggiamento contrario non deriva nemmeno dalla natura dell'atto in sé, ma deriva dall'impostazione che è stata data a quest'atto e dalle rivendicazioni a nostro avviso di carattere ideologico che vengono fatte con l'occasione della discussione su questo provvedimento.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Noi votiamo convintamente l’atto che ci viene proposto dalla Giunta sia per i suoi contenuti, sia per il fatto che è frutto di un'opera di concertazione con i livelli istituzionali locali, territoriali della nostra Regione e con il mondo della scuola.
Abbiamo voluto accompagnare l’approvazione dell’atto, così come avevamo proposto nella riunione in Commissione V, con un ordine del giorno che è in assoluta sintonia con la delibera di Giunta, ma che vuole esplicitare ancor meglio un aspetto di grande importanza, che vorrei riprendere non prima però di sottolineare un evidente problema di natura sia istituzionale che politico.
Questo deriva dalla manovra di luglio di quest'anno e dal modo in cui essa ricade su questo aspetto importantissimo delle autonomie scolastiche. In questo Paese evidentemente esiste un problema di rispetto delle competenze istituzionali, così come sono definite dalla nostra stessa Costituzione, che affida determinate competente alle Regioni; ma c'è più in generale un problema di mancanza oggi di concertazione politico-istituzionale, che è fondamentale per un ambito come quello dell'istruzione.
Su cosa è giustificato il ricorso alla Corte Costituzionale da parte delle Regioni? Persino la cosiddetta «riforma Gelmini» di due anni fa, al Titolo I, art.1, quando parla della riorganizzazione della rete scolastica, spiega che questa verrà adottata rispetto ai parametri e ai criteri con decreto del Ministro «previa intesa in sede di Conferenza unificata». Dice cioè che fino all'entrata in vigore del regolamento di cui al comma 1, quindi quello adottato insieme alle Regioni, continua ad applicarsi la disciplina vigente, che risale al 1998.
Quanto previsto dalla manovra di luglio è quindi in aperta contraddizione non solo con la normativa vigente, non solo con le prerogative istituzionali, ma persino con la legge Gelmini, che da questo punto di vista rileva correttamente una indispensabilità della concertazione tra il Governo nazionale e gli enti locali.
Detto questo, credo che, dato che anche su questo aspetto il decreto di luglio è scritto in maniera un po' ambigua, sia giusto che in questa Regione gli enti istituzionali e gli istituti di istruzione cerchino di utilizzare al meglio gli spazi che restano, salvo il fatto che comunque è pendente un ricorso di molte Regioni alla Corte costituzionale, il cui esito mi pare abbastanza scontato (sarà positivo), ma non sono scontati evidentemente i tempi nei quali vi sarà la sentenza.
Occorre utilizzare i parametri minimi che vengono fissati dal decreto di luglio, che sono molto più elevati rispetto a quelli della normativa vigente, in maniera flessibile, non immediata, ma con una certa possibilità di programmazione. Stando alla lettera, anche se non credo che questa fosse l'intenzione di chi ha scritto la manovra di luglio, questi parametri riguardano soltanto i nuovi istituti comprensivi, così come costituiti e non quelli già esistenti.
Già questo ci dice che noi dobbiamo operare con una legislazione nazionale che è farraginosa, contraddittoria e molto spesso improvvisata. Siccome tutti teniamo molto al rispetto dei conti pubblici e dei parametri, meglio varrebbe che di concerto con le Regioni si fissassero dei criteri e le Regioni avessero la possibilità assieme agli enti locali e agli enti di istruzione di costituire, confermare o abolire autonomie nel territorio regionale, tenendo meglio conto di quelle che sono le necessità territoriali, le tradizioni e le esigenze del territorio.
Voterò convintamente la delibera di Giunta e l'atto che la rappresenta, così come voteremo l'ordine del giorno di sostegno ad esso.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. La posizione del Gruppo Lega Nord è sempre stata particolarmente propositiva su quanto concerne il sistema di istruzione e formazione della Regione Emilia-Romagna.
La Regione Emilia-Romagna ha raggiunto percentuali tra le migliori in Italia per quanto riguarda l'inserimento dei bambini nelle scuole dell'infanzia, percentuali vicine agli standard imposti dal Trattato di Lisbona. Siamo consapevoli che si tratta di un tema fondamentale e determinante, cruciale per i giovani e quindi per il futuro di questa società emiliano-romagnola.
Per quanto concerne l'atto di oggi, esprimiamo, così come avvenuto in Commissione, un parere negativo, in quanto riteniamo che gli indirizzi tracciati dal testo siano alquanto vaghi. La Giunta ha perso un'occasione amministrativa, ed è stata più attenta forse a cogliere l'ennesima opportunità politica di attaccare il Governo nazionale, mentre il contenuto della deliberazione è costituito da indirizzi generali, rinvii ad indirizzi precedenti, con esplicita precisazione che «tali procedure potranno essere oggetto di modifica da parte della Giunta»: politichese puro.
L’occasione è principalmente colta per muovere - a mio parere sotto forma sbagliata - forti critiche nei confronti delle misure di contenimento della spesa pubblica, critiche che non possono essere condivise viste le difficoltà contingenti.
Troviamo assolutamente non condivisibile il dispositivo nel quale la Giunta auspica la statalizzazione per le scuole d'infanzia, proprio in una fase storica in cui la mole delle spese e dei costi a carico dello Stato necessita di essere ripensata e si discute sull'apporto del privato nell'organizzazione e nella fornitura di servizi e strutture in settori come gli asili nido, le scuole materne e gli istituti di formazione. Riteniamo quantomeno anacronistico e controproducente l'auspicio proposto dalla Giunta.
L’articolo apparso l’11 ottobre su Il Resto del Carlino del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, non certamente un sindaco leghista, propone una maggiore partecipazione dei privati per l'offerta di asili nido e scuole per l'infanzia.
Per questi motivi a nome del Gruppo e mio personale votiamo convintamente contro questa proposta.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente. Capisco il livello della dialettica politica ma intervengo solamente per esprimere lo stupore rispetto a queste dichiarazioni sia del consigliere Cavalli che del consigliere Lombardi.
Capisco che nella dialettica politica ci sia la necessità di allinearsi rispetto alle posizioni del Governo nazionale, però mi meraviglia sentir dire che questa delibera è politichese e non colpisce nel segno della necessità di dare ordine a una riorganizzazione scolastica e, se permettete, a un sistema scolastico che sta continuamente subendo gli attacchi ormai anche dello stesso Ministro Gelmini, che ha dichiarato sui giornali di ieri che è ora di smettere di tagliare sulla scuola, parlando al suo vero Ministro della pubblica istruzione, che è il Ministro Tremonti.
Cari colleghi, due questioni devono essere chiare, e francamente, Cavalli, mi sorprendo che venga definita politichese questa attenzione, laddove si vogliono dare risposte a una riorganizzazione territoriale che è competenza del territorio, delle Province e della Regione, e che questa critica venga fatta dalla tua parte, che afferma continuamente la necessità di un federalismo territoriale e di portare le politiche legate al territorio laddove vi sono le esigenze.
In questa delibera la Giunta dà la possibilità con una flessibilità del 20 per cento di fare fronte a quell’assurdo impegno che la Ministra Gelmini ha imposto rispetto all'aggregazione degli istituti comprensivi, che vorrei ricordare che nella nostra Regione, che si annovera tra le più virtuose, è già superiore al 63 per cento, dando così risposta a quelle necessità di una parte del nostro territorio, e vorrei ricordare, Cavalli, il territorio più debole, quello della montagna, dove, se applicassimo alla lettera le disposizioni di luglio, che non solo sono in contraddizione con la Gelmini, ma con le quali ci troveremmo a piegare la condizione della scuola nella nostra montagna e quindi ad eliminare un luogo decisivo per la formazione, ma anche per i diritti di cittadinanza, per la crescita, per la conservazione delle comunità insediate della nostra montagna.
Ben venga quindi questo intervento della Regione e il ricorso che la Regione ha fatto alla Corte costituzionale rispetto a questa invadenza sulla competenza - lo ribadisco, perché è un disco che ci suonate troppo spesso a Roma e poi vi dimenticate di suonarlo quando siete in Emilia-Romagna - che va ad interferire rispetto alla possibilità dei territori di essere in autonomia organizzatori dell’organizzazione scolastica sul territorio stesso, più attenti a quelle che sono le problematiche del territorio, più rispondenti ai bisogni delle comunità e quindi del sistema scolastico nella nostra comunità emiliano-romagnola.
Finisco perché mi pare che già il collega Luciano Vecchi abbia detto cose importanti su questo tema. Vorrei sapere però come si possa non tenere presente ciò che è avvenuto in questa regione, dove aumenta il numero dei ragazzi e delle ragazze che frequentano le nostre scuole di ogni ordine e grado e diminuisce in misura proporzionale il personale della scuola, sia docente che ATA; si diffonde questa esperienza delle pluriclassi in determinati comuni della nostra provincia, mettendo fortemente a rischio la capacità di apprendere e quindi di conoscere di intere generazioni, e dimostrando come il capitale umano non sia al centro delle politiche del Governo, dove c'è invece solo un atteggiamento sulla spesa che va a penalizzare in particolare un settore decisivo per la crescita e per lo sviluppo del Paese.
Vorrei sapere alla fine come si possa dire che con questi interventi del Ministro Gelmini il sistema scolastico italiano sia migliorato in qualità. Basta guardare i dati OCSE-PISA, che non sono stati approntati dal centrosinistra o dal Soviet supremo, per vedere come stiano calando in maniera preoccupante - non lo dico per rafforzare la mia posizione: lo dico preoccupato - le capacità di conoscenza, di interpretazione di un testo o di svolgere gli esercizi più elementari della matematica anche nella nostra Regione, che era e rimane a livelli standard superiori sui dati OCSE-PISA e sui dati Invalsi, laddove si rileva una perdita di capacità delle conoscenze primarie, delle conoscenze fondamentali che diventano decisive anche per l'inserimento nel mondo del lavoro.
Concludo, signor presidente, chiedendo scusa della foga, ma mi pare che questa delibera meritasse maggiore attenzione anche da parte dell'opposizione per le cose in essa contenute e per l'atteggiamento che ha nei confronti della comunità emiliano-romagnola, per l'attenzione nei confronti delle famiglie che per la prima volta portano i figli a scuola, dotandoli non solo della carta per le fotocopie, ma anche della carta igienica, perché non c'è più neanche questa nelle nostre scuole.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pagani.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Signor assessore, il tema delle risorse destinate al funzionamento del sistema dell'istruzione rappresenta nel nostro Paese una delle questioni per le quali si registra una forte conflittualità sociale.
Non c'è bisogno di guardare i nostri telegiornali: basta parlare con gli studenti, ma anche con le famiglie e gli operatori scolastici, ovvero coloro che la scuola la vivono ogni giorno, consapevoli che attraverso di essa e dentro di essa si costruiscono le speranze per il futuro delle giovani generazioni, temi che gli studenti hanno espresso venerdì scorso, scendendo in novanta piazze delle città italiane, e che insegnanti e genitori hanno ripreso ieri con una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
In questa lettera esprimono tutta la preoccupazione per la condizione in cui versa la scuola pubblica statale, defraudata delle risorse umane e materiali necessarie a svolgere il ruolo che la Costituzione le assegna. Del resto, basta leggere le cronache dei giornali per scoprire che l'anno scolastico si è aperto con le scuole che non riescono a rispondere alla richiesta di tempo pieno o che si arrabattano chiedendo soldi alle famiglie, sacrifici agli insegnanti e agli operatori, tra cattedre scoperte, insegnanti precari che protestano, sedi che mancano o sono ormai fatiscenti.
Risparmio il discorso della carta igienica, che molto spesso i genitori si devono portare da casa, tema anche questo non di secondo ordine. Non solo: con la riduzione delle ore degli insegnamenti e i nuovi regolamenti sulle classi di concorso, migliaia di insegnanti rischiano di vedere vanificate le proprie competenze conquistate con anni di formazione e di esperienza sull'altare del risparmio.
La scuola pubblica italiana è allo stremo, massacrata dai tagli e da una gestione della complessa macchina organizzativa caratterizzata da superficialità e da generale incompetenza, incompetenza che arriva fino ai massimi vertici dell'organizzazione ministeriale, come testimoniano purtroppo le iniziative assunte in questi ultimi tre anni di Governo dal centrodestra.
Risparmio per carità di patria ogni considerazione sui testi sbagliati del concorso per dirigenti scolastici, per non parlare del tunnel tra Ginevra e il Gran Sasso. Certo che, se di federalismo voleva parlare la Lega, non so di cosa stia parlando: forse in questo momento sta parlando del bagno da 36.000 euro che stanno facendo nella sede del Ministero del nord. Il costo è quello, e di quello devono rispondere ai cittadini: 36.000 euro è una cifra importante.
CAVALLI: I rimborsi.
BARBATI: Quali rimborsi?
PRESIDENTE (Mandini): La invito, consigliera Barbati, a non accogliere provocazioni e invito i colleghi a non farle.
BARBATI: Quando non si sa rispondere nel merito delle cose, l'attacco agli avversari in questo modo becero e maschilista è tipico di chi non ha più parole e si trova di fronte a un immane disastro.
In questi anni tra l'altro l'incompetenza e la superficialità si sono saldate, forse non casualmente, con un'impostazione ideologica tipica delle destre contemporanee. Lo smantellamento del sistema scolastico pubblico è funzionale non solo a generare risparmi nella spesa pubblica smantellando, ma anche a creare cittadini privi di senso critico, dunque facilmente manipolabili.
A fianco di un sistema scolastico pubblico depotenziato, si fa strada l'idea di affiancare una scuola di élite privatizzata, fortemente ideologizzata e finalizzata a creare le future classi dirigenti ma con il contributo dello Stato. Non possiamo dimenticarci i contributi che sono andati a enti come il CEPU, di cui abbiamo letto notizie sui giornali, ma lì si aprirebbe poi un altro discorso.
Di fronte a questo scenario, è necessario mettere in campo strategie che mirino a mantenere un'offerta scolastica che garantisca elevati standard di qualità e la capillarità della rete scolastica. Il provvedimento in esame, partendo dalla premessa che i confusi interventi apportati dal Governo in ultimo con la legge n.111 di cui abbiamo già sentito parlare qui in Aula, contro i quali giustamente la Regione ha presentato ricorso alla Corte costituzionale, hanno ridotto drasticamente le risorse destinate all'organizzazione e al funzionamento della rete scolastica, conferma ai Comuni l’indirizzo a favore del modello organizzativo basato sul sistema degli istituti comprensivi statali.
Esprime la raccomandazione del massimo coordinamento tra le amministrazioni pubbliche in sede di programmazione degli interventi, con particolare attenzione alle comunità montane, e introduce una tolleranza del 20 per cento sul numero minimo di alunni iscritti consentiti dalla legge, al di sotto del quale sarebbe prevista la chiusura dell'istituto scolastico.
Si tratta di un altro modo, un altro modo di parlare e un altro modo di rapportarsi rispetto non solo agli interventi che abbiamo sentito dall'opposizione in quest'Aula, ma purtroppo dall'impostazione che si ha a livello nazionale dallo stesso Ministero "della distruzione".
Ci troviamo come tutte le Regioni italiane nella condizione di dover far fronte a una contingenza, che rischia di innescare politiche di carattere regressivo, effetto perverso di un governo dell'economia che cerca di erodere dalle fondamenta i pilastri del sistema della pubblica istruzione. Non è quella del disinvestimento nel settore dell'istruzione e della formazione la strada che deve percorrere il nostro Paese, pur nella consapevolezza delle criticità e delle difficoltà del momento.
Riteniamo che l'istruzione, la formazione, il sistema della conoscenza dei saperi caratterizzi le società più evolute, le società che sanno immaginare e costruire il proprio futuro, ed è a questi modelli che il nostro Paese deve guardare.
Mi auguro che questa fase regressiva termini al più presto e che la scuola italiana possa di nuovo riprendere con serenità la sua funzione. Come Capogruppo dell'Italia dei Valori, annuncio che voteremo a favore di questa delibera.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Barbati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. La scuola diventa spesso un argomento di propaganda.
Vorrei dire due cose: la prima è che voteremo la delibera, la seconda è che non siamo comunque convinti dell'efficacia della stessa, ma, essendo d'accordo in linea di principio con le motivazioni che hanno portato alla scrittura della delibera, daremo il nostro voto favorevole.
Il dibattito però oggi in quest'aula è uscito dal tema specifico della delibera.
PRESIDENTE (Mandini): Consiglieri, vi invito a dimostrare attenzione. Chi non è interessato…
FAVIA: Il dibattito è uscito dal singolo argomento della delibera, ed è passato alla scuola in generale.
Cosa hanno fatto i Governi, almeno negli ultimi quindici anni (ma potremmo risalire oltre), sul tema della scuola? Ognuno si è fatto la sua riforma e ogni volta è stato un colpo sempre più duro alla scuola pubblica.
Nessuno è esente da responsabilità: non ho mai sentito una parola di mea culpa neanche dal centrosinistra. Possiamo dire insieme che le politiche del Governo sono criminali dal punto di vista dell'istruzione pubblica, ma cosa ha fatto la sinistra quando era al Governo? Senza scomodare il livello governativo, in Regione Emilia-Romagna chi ha aperto le porte ai privati, sottraendo quindi risorse alla scuola pubblica? Fu l'assessore Rivola con la legge sulla parità scolastica. È inutile che qualcuno abbia piccoli sussulti: è così e lo ricordo perché in quel periodo ero dall'altra parte come studente a manifestare, e furono le più grosse manifestazioni (fino alle ultime contro il Governo Berlusconi) realizzate in Emilia-Romagna. Incontrai anche l'assessore con una delegazione di studenti, e avevamo ben chiaro cosa stesse succedendo da un punto di vista della distruzione della scuola pubblica, e quale fosse il piano.
Spero che queste battaglie da parte del Partito Democratico, che oggi condivido, si tramutino un giorno anche in fatti concreti e a tutela della scuola pubblica, perché fino ad oggi non ci siamo potuti fidare di nessun Governo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia. Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Come già anticipato anche da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, pur non essendo componente della competente Commissione, ho analizzato la questione e, assessore, in premessa dobbiamo dire che questo tema della scuola avrebbe dovuto essere oggi ma anche nelle scorse settimane scevro dalle continue polemiche di natura politica. Si tratta di un tema che le sinistre hanno sempre cavalcato, anche quando il centrodestra si trovava al governo.
Ritengo che questa delibera oggi al vaglio dell'Assemblea dovesse avere una valenza squisitamente amministrativa, invece, nel corso del dibattito in quest'Aula, più che parlare di istruzione e formazione professionale si è voluto costantemente usare la clava contro il Governo centrale.
Vi è un aspetto della delibera, assessore, che sottolineo: nel testo ci criticano delle razionalizzazioni che, ahimè, hanno dovuto essere applicate, salvo poi dire che questi interventi mirano a garantire «presìdi dotati di massa critica e di qualità, sostenibili nel lungo periodo e a cui vengono assicurati servizi di supporto per l'accesso e la frequenza». Sono condizioni, assessore, che l'attuale frammentazione sembrerebbe non garantire.
Abbiamo quindi colto sotto il profilo politico una certa contraddizione. Se risaliamo al 2000, al dimensionamento quando era ancora Ministro Berlinguer, certamente vi erano delle condizioni economiche non solo nel Paese, ma nel mondo estremamente diverse da quelle attuali. Oggi, nell'ambito della finanza pubblica complessivamente si sono resi necessari dei tagli per ridurre il deficit.
Nel merito, le critiche della Regione riguardano due aspetti: la riduzione dei finanziamenti alla scuola e la riduzione degli organici. Riteniamo di avere alcune riserve su entrambe queste visioni. È chiaro che la riduzione dei finanziamenti è fisiologica, anche perché anni addietro nella scuola vi era stata una continua crescita della spesa pubblica. Successivamente, la politica dei tagli è in linea con altri settori.
Non so se a lei risulti, assessore - magari mi risponderà nella replica - che vi sia un prospetto del sindacato CISL, per il quale saranno in arrivo assunzioni e stabilizzazioni per 66.000 posti tra docenti e personale ATA, forse, assessore, ancora pochi, ma in netta controtendenza con la logica imperante.
Poiché oltre alle critiche bisogna evidenziare anche le luci e le ombre nell'analisi della delibera, appare positiva la richiesta di un coinvolgimento attivo delle Regioni e degli enti locali per sostenere l'offerta formativa, perché con la riforma del Titolo V hanno in capo la competenza sull'istruzione.
Questa prima parte del mio intervento è naturalmente un cappello politico di carattere generale sui temi, ma entrando più nel dettaglio del provvedimento si vede che creare ambiti territoriali è uno strumento che, pur senza sacrificare qualità e servizi, riduce i costi. Come ben ricordava anche il collega Lombardi, qui si tratta non di chiudere delle scuole, come propagandato pomposamente sulla stampa da qualche politico nelle scorse settimane, ma di accorpare presidenza e segreteria per il contenimento della spesa.
Vi è poi l'introduzione di un modello verticale, di cui molti osservatori e opinionisti riconoscono meriti organizzativi e pratici. Ho poi sentito che vi sarebbe una penalizzazione delle scuole di montagna - su questo è aperto il dibattito - poiché vi è una flessibilità del 20 per cento rispetto agli standard previsti, e laddove siano in corso sperimentazioni di tipo tecnologico non vi saranno tagli o riduzioni di sorta.
Vorrei esprimere anche alcune osservazioni sulla programmazione provinciale. Positivo è il fatto che l'attivazione di nuovi indirizzi non avvenga qualora nel distretto ve ne siano già di uguali e si intenda usufruire delle strutture già presenti in coerenza con l'identità dell'istituto, inserendosi in un programma di sviluppo socio-economico del territorio.
Ho un dubbio: normalmente sono a far passare le proposte emendative ai sensi del Regolamento direttamente alla Commissione, però avrei un emendamento dell'ultima ora circa l'obbligo di avere almeno due prime per attivare i nuovi indirizzi. Se ciò fosse stato anche in passato, soprattutto nei distretti periferici, sarebbero stati attivati pochi, nuovi indirizzi, che invece, pur avendo una sola classe, sono attivi e hanno successo di iscritti e risultati in termini di diplomati e di occupati.
Anche per replicare a un collega della maggioranza intervenuto, per quanto riguarda i dati del rapporto OCSE di cui si è parlato durante questo fattivo e importante dibattito in Aula, riferisco che sull'istruzione in Italia si conferma la necessità di proseguire nella direzione delle politiche adottate dal Governo e se ne indicano alcuni risultati positivi.
Tralascio la mera descrizione di ciò che segue, ma il succo del ragionamento è questo. Confido, assessore, dato il suo impegno sul punto, che lei eventualmente possa valutare - credo di poter presentare la proposta emendativa - prima della chiusura della discussione generale, e per quanto riguarda l'allegato A, al paragrafo che riguarda gli indirizzi per le Province, fatto salvo il numero complessivo degli interventi, l'ente Provincia può prevedere per l'anno scolastico successivo nuovi corsi in sostituzione di quelli previsti per l'anno precedente, ma non attivati a causa della mancanza del numero complessivo minimo di iscritti.
È una sollecitazione e, se anche non verrà formalmente recepita e quindi non inciderà direttamente nel provvedimento da approvare, ha una fondatezza che è dettata da una ragione concreta e pratica che abbiamo avuto modo di sperimentare. A volte, fatto salvo il numero di interventi sulla formazione per Provincia, l'ente Provincia potrebbe aumentare il numero dei corsi riferiti alle qualifiche previste, se alcune qualifiche non trovassero un'adesione minima alle iscrizioni.
PRESIDENTE (Mandini): Mi scusi, consigliere, ha esaurito il tempo a disposizione, dunque la invito a concludere.
POLLASTRI: Concludo con un esempio pratico e le chiedo scusa, presidente, perché non abuso mai del tempo previsto dal Regolamento.
Se in una Provincia sono previsti dieci corsi suddivisi in cinque qualifiche (esempio meccanico elettrico) e due di queste come ad esempio grafico e comparto edile non trovano adesione, fatto salvo il numero complessivo dei corsi la Provincia può aumentare il numero dei corsi per singola qualifica, per soddisfare l'esigenza espressa dalle famiglie con una comunicazione alla Regione, supportata dai dati.
Questo per non creare ulteriori disagi e problemi alle famiglie che hanno già avuto magari un «insuccesso scolastico» del figlio nel precedente corso di formazione. Grazie, assessore.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Non ripeterò quanto già detto e condiviso dal consigliere Favia. Vorrei aggiungere solo due note, perché ero in Commissione e anche in quel caso fu fatta una difesa a spada tratta della riforma scolastica da parte di questo Governo, di questo Ministro molto esperto di tunnel e di neutrini.
In quella occasione si arrivò a dire che le direzioni scolastiche non servivano a nulla. In questa sede sento affermare che non ci sono tagli di personale nella scuola, che non ci sono problematiche legate, per esempio - e vengo al mio punto - ai servizi scolastici in montagna.
Devo rassicurare, invece, il consigliere Pollastri sul fatto che la situazione dei tagli in montagna è già in corso. Nelle scuole di montagna si stanno già effettuando fusioni di classi.
Il mio era un pensiero rivolto alla giustezza del contenuto e all'allarme per l'importanza delle scuole più periferiche. Credo che sia quasi inutile ripetere quanto l'elemento scolastico sia la base fondamentale per mantenere la popolazione in montagna. È uno dei servizi base per il quale probabilmente le montagne si vanno a spopolare.
Compio un’aggiunta rispetto a quanto non contenuto in questa delibera. È una questione anche strutturale delle nostre scuole, in particolare delle scuole di montagna, ma che purtroppo riguarda la maggior parte delle scuole di questo Paese e anche di questa Regione. Mi riferisco all'adeguatezza delle strutture, in base all'antisismica, che nella maggior parte dei casi non c'è, ma anche alla presenza di strutture che offrono i servizi per i quali, anche se esiste la piccola scuola di montagna, la gente possa restare.
Noi possiamo continuare a investire perché nel paesino di 2 mila abitanti rimangano tutte e otto, distinte, le classi che possono servire e compiere gli investimenti, ma poi a 6 chilometri di distanza c'è la scuola che ha anche la palestra, che prevede il tempo lungo, che offre determinati servizi, con un collegamento di trasporto migliore, anche questo un dato molto importante. È ovvio che comunque il genitore sia portato ad andare in quest'altro tipo di scuola.
Razionalizziamo, dunque, gli investimenti e creiamo strutture in cui la gente effettivamente possa portare i propri bambini. Per il resto, condividiamo, anche se ovviamente ritengo un po' vaghe le indicazioni e anche poco pratiche da attuare, il senso e il contenuto della delibera.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Anch'io intervengo brevemente per offrire alcune considerazioni e dichiarare il voto favorevole su questa proposta di delibera.
Io non trovo, a differenza di alcuni colleghi consiglieri, vago e approssimativo il contenuto di questa delibera. Intanto sta all’oggetto di competenza, perché, da un lato, è anche giusto allargare le proprie riflessioni, tenendo conto di un contesto che evolve, temo, sempre in maniera più negativa, che è quello di cui avvertiamo l'impatto, ma, dall’altro, nello stesso tempo, occorre anche assumere l'atteggiamento responsabile di chi, per appropriatezza, sa utilizzare gli strumenti giusti orientati al tema specifico di cui si discute adesso.
Io trovo questa una delibera che compie una descrizione intellettualmente onesta, perché basata su fatti oggettivi legati alla condizione in cui vivono le scuole nel nostro sistema regionale. Essa tenta di affermare un principio che con gli ultimi provvedimenti di questo Governo viene messo sistematicamente in discussione, ossia la titolarità, la responsabilità, il dovere di intervenire sul terreno anche con scelte di dimensionamento e di organizzazione che competono agli Enti territoriali, perché sono gli unici soggetti in grado di valutare il bisogno reale del territorio.
Quando si parla di bisogno reale e al centro c'è il tema della scuola, sono mille i comparti della vita di un territorio che interagiscono, che sono importanti e che condizionano, per esempio, la qualità dell'offerta formativa.
Affermare questo principio malgrado un tentativo da parte del Governo di procedere con questo meccanismo assurdo e incoerente di scelte lineari, avulse dal contesto reale, di affermazione di principio - lo sostenevano alcuni colleghi - e a sostegno a un'idea di federalismo che riporta in mano il potere di scelta a chi vive il rapporto col territorio, contestualmente comporta la negazione nei fatti di tale diritto.
È una confusione. La Ministra Gelmini, che da tre anni procede con una determinazione grande, al di là delle gaffe e delle battute, a innestare nei fatti del nostro sistema i contenuti di questa sua controriforma, ha recentemente rilasciato un’intervista alla Repubblica, in cui incredibilmente ha dichiarato di essersi resa conto, dopo tre anni, che forse il movimento studentesco nato a contestare i suoi provvedimenti aveva alcune ragioni, che forse aveva commesso alcuni errori e che probabilmente ciò che noi sistematicamente denunciamo, cioè che al centro di questi provvedimenti non c'è un interesse reale a qualificare l'offerta formativa e il mondo delle scuole statali e dell'istruzione statale del nostro territorio, ma, al contrario, la logica dei tagli, probabilmente è vero. La Gelmini considera ormai lei per prima inaccettabile proseguire in questo modo.
Inviterei i colleghi dell'opposizione a essere un po' cauti a considerare e a difendere l'indifendibile, perché si rischia effettivamente di trovarsi a difesa di un bidone vuoto. In questa Regione c'è una storia consolidata di relazioni positive con il mondo, con l’istituzione autonoma che disciplina l'attività scolastica e l’istruzione, con gli Enti locali per quanto attiene a tutto il tema delle scuole dell'infanzia. C'è la volontà di continuare a proseguire innovando questo sistema fino al punto che non si rifugge dal necessario obiettivo politico di ribellarsi a questo sistema con gli strumenti che si hanno a disposizione.
Ricordo che la Regione Emilia-Romagna ha presentato recentemente ricorso in Corte costituzionale proprio sulla parte relativa agli interventi sul dimensionamento, sull'obbligo calato dall'alto di assumere, in un’aberrazione di pensiero unico, come unica forma organizzativa ammessa, quella delle verticalizzazioni, che possono funzionare, possono andar bene e hanno dato anche risposte positive, laddove gli Enti locali dei territori e le Conferenze provinciali che si occupano di queste questioni hanno ritenuto che ci fossero le condizioni per apportarle, ma non possono essere imposte e calate dall'alto. Questo è un esempio.
C'è un passaggio di questa delibera, tra i tanti che vorrei sottolineare, che, secondo me, aiuta a chiarire anche una riflessione che a volte viene svolta e che è afflitta da un condizionamento di carattere ideologico.
Io sono tra coloro che furono dall'inizio contrari ai contenuti della legge di parità, la legge Berlinguer, per una serie di ragioni che vi risparmio, ma anche per un fatto pratico, ossia che questa legge avrebbe prodotto danni in una realtà come la nostra, l'Emilia-Romagna, dove l'esperienza delle scuole dell'infanzia gestite dai Comuni, dopo la legge sulla parità voluta da Berlinguer, era annoverata tra quella delle scuole non statali. La legge Berlinguer sulla parità distingue, infatti, tra scuole statali e non statali e di fatto le scuole materne gestite dai Comuni venivano considerate tout court alla stregua delle scuole private, senza alcuna distinzione, proprio per via di tale normativa.
Io sono convinta che nessuno di noi, se ha un po' di onestà intellettuale, in questa Regione, non possa considerare che uno dei valori aggiunti che la nostra Regione ha dato nella proiezione anche all'esterno, nell'immagine che la Regione Emilia-Romagna ha all'estero, sia, per esempio, l'esperienza a Reggio Emilia, che ha dato vita a esperienze analoghe in quasi tutte le realtà.
Trovo coraggioso e interessante e, se vogliamo, anche provocatorio dal punto di vista politico, nonché utile ai fini del chiarimento, pur considerando il valore e l'esperienza di quella ribellione da parte di quegli Enti locali nei confronti del loro Stato nazionale - parliamo degli anni Settanta, quando hanno deciso il motto "non fate nulla voi, ci pensiamo noi" - affermare ora che statalizziamo tali scuole.
Trovo che questo passaggio sia politicamente denso e che sia anche una provocazione, figlia di una ribellione all'attuale condizionamento che le politiche nazionali sul tema della scuola stanno portando avanti.
Aggiungo un'ultima considerazione a un passaggio svolto dal collega Favia. Allora io ero impegnata in ruoli politici dentro il partito e fui uno dei promotori del referendum e della raccolta firme per l'abolizione dell'allora legge Rivola, che istituì le forme di borse di studio per integrare le rette agli allievi che frequentavano le scuole private.
Nacque un movimento vasto e nel territorio si arrivò al numero di firme necessarie per poter svolgere il referendum. Era il 2000. Ricordo bene quella fase, che fu l'occasione anche per intrecciare diverse lotte e soprattutto per creare una connessione tra tante realtà di movimento, gli studenti, le associazioni storiche, quelle legate all’Associazione Scuola e Costituzione, i sindacati - ricordo che la UIL era tra i promotori, per citare un esempio - e alcuni partiti politici, che erano anche rappresentati in questa Regione.
Il referendum non si tenne, perché prevalse l'opzione politica. Quando si raccolgono le firme per svolgere il referendum, si possono ottenere due risultati. Uno di essi è che la mobilitazione sia sufficientemente forte per produrre sul sistema politico, reso permeabile da questa mobilitazione, la voglia di tornare sui propri provvedimenti e cambiarli, e così è stato sulla legge Rivola, che è stata cambiata. Il cambiamento della legge fu dichiarato dalla Corte coerente alle finalità dei quesiti referendari e si chiarì meglio in questa Regione.
Io posso avere una mia opinione, ma intendo dare il seguito di come è finita quella vicenda di contestazione rispetto alla legge Rivola. Ci possono essere strascichi relativamente al fatto che fosse buona o non buona, non voglio tornare su quel tema, ma intendo mostrare che in questa Regione il tema dell'offerta formativa, delle prestazioni scolastiche, della giustizia e della modalità con la quale si interviene…
PRESIDENTE (Mandini): Consigliera, ha esaurito il suo tempo. La invito a chiudere.
DONINI: Nel settembre 2010 la Regione ha deliberato proprio sull'ampliamento dell'offerta formativa uno stanziamento particolare e specifico per le scuole dell'infanzia statali come scelta e come via di finanziamento. Spero che i controlli sugli Enti locali e sulle Province abbia reso possibile l'attuazione di questo tipo di scelta.
Io sono convinta che sia importante sui temi della scuola compiere ognuno la propria parte. Secondo me, la Regione in questo momento e in questa fase sta facendo la sua parte, anche affermando di voler difendere la posizione giusta, cioè che la responsabilità sta ai territori, nonché il principio di autonomia della scuola, che è un principio di democrazia.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Intervengo in dichiarazione di voto e non riprendo le questioni che sono state toccate dagli interventi precedenti.
PRESIDENTE (Mandini): Consigliera, le ricordo che siamo ancora in discussione generale.
Non essendoci altri interventi in discussione generale, do la parola all’assessore Bianchi.
BIANCHI: Ringrazio veramente tutti, perché sono convinto che sia molto importante parlare di scuola come di un momento cruciale, sia per lo sviluppo del Paese nel suo complesso, sia per lo sviluppo delle comunità.
Lei ha ragione, consigliera, noi dobbiamo difendere le scuole, perché sono l’identità di una comunità, particolarmente laddove le condizioni richiedono questo impegno.
Rispetto all'intervento del consigliere Lombardi, il 13 luglio, appena uscita la finanziaria, il direttore generale dell'istruzione Luciano Chiappetta ha inviato una lettera ai dirigenti degli Uffici Scolatici Regionali, significando come vi fossero fortissimi profili di incostituzionalità nel comma previsto in finanziaria, di fatto rimandando agli organi di riferimento competenti, cioè alle Regioni, la necessità di chiarire e stabilizzare i termini di riferimento normativi per la programmazione territoriale.
Quella norma era chiaramente indicata nella sua fragilità dallo stesso Ministero e, dato che debbo rilevare, noi abbiamo fatto esattamente questo, cioè abbiamo dato significatività a una norma che ci siamo sentiti di impugnare, perché va a ledere uno dei princìpi fondamentali della nostra competenza, che riconosce come le autonomie scolastiche debbano coniugarsi con le autonomie locali. Questo è il principio a cui ci siamo rifatti.
L’abbiamo fatto avendo chiaro che, tuttavia, quella norma va applicata e, in coerenza con le norme nazionali e con le competenze regionali, di cui abbiamo più volte avuto conferma nei precedenti ricorsi alla Corte su questa materia, abbiamo rilevato che le flessibilità attribuite e le gradualità nell'arco del triennio fossero lo strumento per confermare il fatto che, a mio parere, non si tratta solo e soltanto di una questione di dirigenti, ma anche di una questione di autonomie. Le due questioni, in realtà, sono, se vuole, convergenti, ma separate e devono essere tenute separate. È un problema di autonomie che vanno preservate.
All'interno di questo punto debbo dare risposta alle indicazioni che il consigliere Pollastri ha posto e che mi sembrano entrambe di fatto molto opportune.
Per quanto riguarda la flessibilità da parte delle Province, organo di programmazione, noi abbiamo ritenuto di sottolineare che questa programmazione in materia di offerta di IFP fosse prevista per gli anni successivi, anche tenendo conto dell'andamento dell'offerta nell'anno 2011-2012, che è l'anno di partenza.
A quanto ho inteso, la sua considerazione era convergente su questo punto. Comunque noi daremo ulteriori indicazioni alle Province perché tengano conto delle considerazioni che lei ha avanzato.
Per quanto riguarda, invece, il tema di una soglia minima di attivazione di nuovi indirizzi di studio con almeno due classi prime, e non solo una, avevamo noi stessi svolto in merito una considerazione importante. Volendo dare il massimo di articolazione su questo tema nell'ambito della Conferenza della scuola, in cui è presente l’Ufficio scolastico regionale, si è convenuto sul termine di due classi, proprio per dare prospettive di consistenza e di tenuta ai nuovi indirizzi di studio.
Capisco, però, il tema, lo colgo, proveremo a rilanciarlo prossimamente, tenendo conto, proprio in quel principio di leale collaborazione, anche del posizionamento dell'Ufficio scolastico regionale. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Bianchi.
Comunico che sono pervenuti due emendamenti, che credo siano già stati distribuiti a tutti, a firma del consigliere Pollastri: gli emendamenti 1 e 2. Prima di passare alle dichiarazioni di voto, apro la discussione su questi emendamenti.
Non essendoci richieste di intervento, apro le dichiarazioni di voto, che, lo ricordo, sono congiunte per i due emendamenti appena presentati e distribuiti, per l'ordine del giorno oggetto 1771/1 e per il provvedimento oggetto 1771.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Come preannunciato nel dibattito generale, il nostro voto rispetto alla delibera sarà contrario. Ovviamente, invece, il voto sugli emendamenti del collega Pollastri sarà positivo, e negativo quello sull'ordine del giorno.
Il fatto che il collega Pollastri abbia presentato alcuni emendamenti, di cui, peraltro, almeno uno apprezzato nel merito dall'assessore, dimostra come noi rispetto a questo provvedimento, al di là del ruolo politico-istituzionale che abbiamo all'interno di quest'Aula, ci siamo posti anche con spirito costruttivo.
Notiamo, però, e di qui deriva il nostro voto negativo - mi rivolgo all'assessore, perché i rapporti con lui sono assolutamente corretti - che, quando ci sono provvedimenti di questo tipo, invece di attenersi al merito della questione nella discussione generale e anche in Commissione, si pone l'accento su questioni legate al contrasto al Governo in tema di politiche scolastiche e il discorso si ingarbuglia e, come accennava anche il collega Favia, forse si corre il rischio di non parlare del merito della questione, ma di rimanere sul campo generale.
Se leggo la delibera, vedo che c'è un punto iniziale dove si fa espresso riferimento alla legge n. 111 del 2011, che parla di possibili riduzioni e razionalizzazioni nel campo della scuola, ma prevede espressamente, e in questo la delibera è corretta, che tutte le riduzioni che debbono avvenire nella rete scolastica, debbono farlo a fronte di attenta valutazione e del mantenimento principalmente nelle aree montane di un presidio scolastico significativo in termini di massa critica.
Se la stessa legge, pur stabilendo criteri di razionalizzazione della rete scolastica, lascia questa ampia possibilità e poi veniamo a sapere da lei che lo stesso direttore generale del ministero vi mette sull'esca rispetto ad alcune incongruenze, credo che vada enfatizzato questo aspetto, se vogliamo arrivare al merito della questione, piuttosto che affermare che, invece, si vogliono attuare iniziative calate dall'alto, senza tener conto del territorio e delle realtà difficili dal punto di vista territoriale, con particolare riferimento alle realtà montane.
La legge nazionale, seppure qualcuno intende che abbia travalicato le competenze della Regione, e la Corte su questo punto si esprimerà, lascia comunque già spazio agli Enti locali, il che è lo scopo di questa delibera, quello cioè di precisare meglio l'intervento degli Enti locali in questo senso.
Se la impostiamo così, probabilmente sono più i motivi di accordo rispetto a questa programmazione che non i motivi di contrarietà. Se, invece, partiamo dal fatto che si taglia la scuola, non si tiene conto delle realtà territoriali, si vogliono togliere i presìdi nelle zone montane, si vuole fare della scuola un'industria o un'azienda, senza tener conto degli studenti e dei professori, noi non ci stiamo. Il segnale che vogliamo dare da questo punto di vista è assolutamente contrario, di qui il voto contrario che prima ho specificato.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Nel dichiarare il voto contrario ai due emendamenti del consigliere Pollastri e il voto favorevole all'ordine del giorno presentato dal consigliere Luciano Vecchi, oltre che ovviamente alla delibera che è stata presentata, vorrei rilevare - mi spiace, perché siamo in conclusione di dibattito - che le questioni che sono state sollevate questa mattina nel merito del tema scuola davvero non hanno dato giustizia non solo del dibattito svolto in questi anni, ma anche delle azioni concrete che la Regione Emilia-Romagna ha compiuto, con il sistema degli Enti locali, per supplire a quello che è stato un disinvestimento costante da parte dello Stato nei confronti della scuola.
Vi è molta confusione fra il sistema di istruzione obbligatoria e le azioni a sostegno del sistema educativo, anche in relazione al concorso di altri soggetti nell'ambito del sistema educativo. I dati dell'intervento della Regione in supplenza dello Stato parlano chiaro su moltissimi aspetti. Pensiamo ai più recenti: l'anno scorso la Regione è intervenuta con 2.100.000 euro per supplire alle difficoltà che nei nostri territori si sono registrate rispetto al tema scuole dell'infanzia e tempo pieno scuola primaria, sostenendo le reti di scuole. È di pochi giorni fa una delibera della Giunta regionale che stanzia 700 mila euro a sostegno del tema scuole dell'infanzia, liste d'attesa e interventi di continuità per le azioni già avviate nell'anno precedente.
Basterebbero questi dati, uniti a quelli che venivano sollevati da qualcuno in termini di edilizia scolastica. Faceva bene il collega Defranceschi a sollevare il problema della situazione dei nostri edifici scolastici anche in termini di sicurezza. Sono due anni che la legge n. 23 non viene rifinanziata. Il patrimonio edilizio scolastico è indecoroso per un Paese civile.
Vorrei tornare, nella mia dichiarazione di voto, al merito della delibera che andiamo ad approvare. A me sembra che con molto rigore la Giunta regionale abbia adottato un atto deliberativo con il quale coerentemente svolge ciò che dovrebbe esserle, ma non le è, riconosciuto. È quindi opportuno il ricorso alla Corte costituzionale, ma anche l'avere continuato questo importante ruolo che la Regione ha svolto in questi anni attorno alla programmazione della rete scolastica, che ha portato ai risultati migliori che abbiamo in Italia: il 63 per cento dei nostri istituti sono già organizzati come istituti comprensivi, contro una media nazionale del 54 per cento.
Ciò significa che questo ruolo di pianificazione è un ruolo al quale la nostra Regione non si è mai sottratta, un ruolo che oggi viene leso da questo provvedimento che il Governo ha assunto. È un ruolo, però, al quale in questo atto deliberativo, attraverso una forte concertazione con le Province, con i territori e con i Comuni, la Regione ha posto alcune questioni estremamente rilevanti, che sono state toccate nel dibattito.
Io raccomando all'assessore, rispetto alle questioni che ha già annunciato nella sua relazione introduttiva, che alcune delle questioni che sono il cuore di questo atto deliberativo e che sono state richiamate e anche meglio precisate nella relazione siano quelle con le quali noi affianchiamo questo processo.
Per primo c’è il tema della definizione, per cui saranno solo i nuovi istituti comprensivi quelli che dovranno sottostare a queste norme, ossia quelli di nuova istituzione.
In secondo luogo, vi sono la gradualità e la flessibilità: è un processo complicato per molte realtà territoriali ed è bene, quindi, che il principio della gradualità sia un principio sul quale si affianca l'azione degli Enti locali.
Inoltre, credo che un altro tema importante sulla montagna, che è già stato sollevato da altri, è il riferimento preciso all'articolo 2 del DPR n. 233, affinché la riduzione numerica legata a territori particolarmente fragili, come quelli della montagna, possa valere anche per altre zone che abbiano le stesse criticità e che, quindi, ci sia un'interpretazione estensiva di questo provvedimento.
Credo che sia un altro elemento importante, se si vuole provare ad accompagnare la difficile situazione che oggi vivono i territori montani.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Intervengo per ribadire il nostro voto contrario, che non è, però, un voto contrario all'operato di questa amministrazione nell'ambito della scuola.
Nel mio intervento ho ribadito che le percentuali raggiunte dall'Emilia-Romagna sono tra le migliori e forse le migliori in Italia.
Ma questo, come dopo si è visto, è soltanto un atto nei confronti del Governo, che su alcune questioni può aver operato in modo non precisamente corretto, ma che tuttavia ha cercato di razionalizzare le spese e gli sprechi. Sappiamo benissimo che si pone il problema della montagna, anche perché il territorio di Piacenza, da cui io vengo, ne ha la percentuale più alta. Si cerca di razionalizzare tutti gli istituti comprensivi, anche perché bisogna in tutti i modi dare maggiore istruzione ai nostri figli e ai nostri nipoti.
Credo che con questo atto di indirizzo non ci sia questa prerogativa, ma il fatto di volere privatizzare alcuni istituti, elemento che nessuno ha ribadito, ma che ribadisco io, mentre invece bisogna portare avanti un processo in cui il privato deve entrare nel mondo della scuola per aiutare maggiormente ad aumentare il livello scolastico emiliano-romagnolo.
Alcuni dati parlano chiaro e ne abbiamo parlato anche in Commissione, dove sono stati affrontati. Il costo medio per l’inserimento dei bambini risulta di oltre 10 mila euro nella scuola pubblica e di 5 mila euro in una privata. Dobbiamo trovare un punto di incontro per favorire sia il privato, sia il pubblico, con l’obiettivo di aumentare il livello scolastico e di formazione.
Mi fa piacere che il collega Lombardi, sempre molto attento e preparato, abbia rimarcato questi aspetti e soprattutto alcune questioni fondamentali. La nostra azione in Aula e in Commissione è sempre stata propositiva e tesa a proporre soluzioni che possono dare valore aggiunto a quest’Assemblea e a questa Giunta, non certamente per sfavorire o per denigrare il suo operato, assessore.
Siamo fortemente a favore di una scuola regionalizzata e federalista al 100 per cento, perché crediamo che in un momento come questo abbiamo bisogno di tutte le risorse sul nostro territorio. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
Non essendoci altre richieste di intervento per dichiarazione di voto, apro le operazioni di voto nominando scrutatori il consigliere Sconciaforni, il consigliere Alessandrini e il consigliere Lombardi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento n. 1, a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento n. 2, a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 1771/1 a firma dei consiglieri Luciano Vecchi, Casadei, Pagani, Sconciaforni, Barbati e Naldi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’ordine del giorno è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all’oggetto 1771.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 1755
Delibera: «Determinazione conclusiva del procedimento unico relativo alla realizzazione del nuovo polo scolastico agroalimentare nel comune di Parma, ai sensi dell'art. 36-sexies, comma 17, della L.R. n. 20 del 2000 "Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio".» (Proposta della Giunta regionale in data 12 settembre 2011, n. 1297) (56) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Ritorniamo all'ordine del giorno iniziale dei lavori con l'oggetto 1755, proposta recante "Determinazione conclusiva del procedimento unico relativo alla realizzazione del nuovo polo scolastico agroalimentare nel Comune di Parma".
Ricordo che la Commissione "Territorio Ambiente Mobilità" ha espresso parere favorevole nella seduta del 22 settembre 2011 con la seguente votazione: favorevoli 28, nessun contrario, nessun astenuto.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Non essendovi consiglieri che chiedono di intervenire, chiudo la discussione generale e dichiaro aperte le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Intervengo per annunciare il voto favorevole a questo provvedimento da parte del Gruppo del Popolo della Libertà. Rivolgiamo un plauso perché si conclude un lungo iter di razionalizzazione di un settore formativo e dell'educazione particolarmente importante per la nostra provincia, trattandosi della riorganizzazione di un plesso scolastico che ha subìto negli anni alcune traversie e che, con l'avvio di questo provvedimento, vede una sua definitiva razionalizzazione, che riguarda anche, peraltro, aspetti molto importanti per gli sbocchi che questo istituto può avere proprio in provincia di Parma, trattandosi del settore agroalimentare e dell’agroindustria.
Con questo provvedimento, dopo un lungo iter durato alcuni anni, anche con alcune incongruenze rispetto a scelte che poi non si sono rivelate all'altezza della situazione, siamo particolarmente soddisfatti, perché si trova definitivamente una collocazione adeguata a un plesso scolastico particolarmente importante per il settore agroalimentare e dell’agroindustria in provincia di Parma.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Villani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Intervengo per esprimere la soddisfazione per questa conclusione. Non c'è stato mai alcun problema rispetto a questo istituto scolastico, che finalmente viene collocato all'interno di un'area che consentirà di avere anche l'azienda di servizio nelle immediate vicinanze. Per una realtà come quella di Parma, che è il centro dell'agroalimentare a livello internazionale ed è considerato un polo straordinariamente importante, si dà una risposta al livello giusto sia per l'attività degli studenti della scuola superiore di secondo grado, sia come luogo dove poter dar corso a corsi di formazione specialistica dopo il livello della scuola secondaria di secondo grado.
In verità, questo provvedimento non avrebbe dovuto arrivare in quest'Aula, perché la conclusione naturale sarebbe dovuta essere tutta in sede locale. In merito c'è un accordo di tutti, della Provincia, del Comune e delle altre istituzioni che concorrono, ma, per le ben note vicende, il Comune di Parma, che si trova nella situazione difficile che conosciamo bene, a Parma e non solo, non è stato in grado di approvare e di ratificare all'interno del Consiglio comunale questo provvedimento.
Quest’Assemblea è, quindi, chiamata a supplire a un compito che era di altri. Ovviamente lo facciamo con piacere, perché è certamente un passaggio importante per la comunità parmense. Credo che l’attività che si potrà organizzare e realizzare in modo più compiuto da oggi in avanti farà bene non solo a Parma, ma anche all'intero territorio emiliano-romagnolo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Ferrari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Intervengo per esprimere a nome mio personale e particolare, essendo peraltro della provincia di Parma, e del Gruppo Lega Nord, voto favorevole. In generale, credo di potermi fare interprete, come altri colleghi che sono intervenuti, della soddisfazione dei cittadini di questa importante fetta di territorio per questo atto, che di fatto conclude un procedimento avviato da tempo per la realizzazione di un nuovo polo scolastico dell'agroalimentare, che per noi di Parma, ma credo anche per tutta la Regione Emilia-Romagna, è un elemento di eccellenza che ci rende famosi non solo sul territorio nazionale, ma anche sul panorama internazionale.
Questo nuovo polo scolastico va finalmente a portare strutture adeguate sotto il profilo della loro collocazione e anche, mi auguro, della loro realizzazione, strutture che dovrebbero dare vita alla formazione di quelle professionalità di eccellenza che necessitano per le nostre imprese e per le nostre industrie, al fine di mantenere sempre ai massimi livelli la capacità produttiva e anche innovativa nel settore agroalimentare del nostro territorio.
C’è una grande soddisfazione da parte mia personale e da parte del Gruppo Lega Nord per questo percorso, che consentirà alla città di Parma di avere un ulteriore polo di eccellenza, potenziato con strutture assolutamente adeguate e, mi auguro, di avanguardia, per il settore dell'agroalimentare. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Svolgo una brevissima osservazione. Noi riteniamo che questo provvedimento abbia una particolare rilevanza per la città di Parma, ma anche per tutta la Regione Emilia-Romagna, non solo per la necessità, ormai non più rinviabile, di provvedere alla realizzazione di una struttura adeguata allo svolgimento dell'attività didattica, ma soprattutto per la rilevanza che assume l'aspetto formativo generale e specialistico in una città che fa del settore agroalimentare una delle sue eccellenze, in tutti gli aspetti nei quali esso è declinabile, didattico-formativo, manifatturiero, fieristico-espositivo, culturale e istituzionale, con la sede dell'Autorità europea per la sicurezza agroalimentare.
Il nuovo polo scolastico che sorgerà nell'area rurale dell'azienda sperimentale Stuard, che svolge attività di supporto, assistenza e sperimentazione nel settore agrario, permetterà alla città di Parma di realizzare un sistema formativo completo in ogni suo grado, dall'istruzione superiore di secondo grado, a quella universitaria, con la facoltà di agraria, al quale si aggiungono i percorsi dell'istituto tecnico superiore, del quale il polo scolastico agroalimentare è tra i soci, che fornisce una formazione post-diploma alternativa a quella universitaria e produce tecnici altamente specializzati nel settore agroalimentare.
Per questo motivo come Italia dei Valori diamo un grande valore positivo al provvedimento e voteremo a favore di questa determinazione, perché ci sembra che questo tema importante della sicurezza alimentare sia ormai diffuso su tutto il territorio nazionale. In special modo, credo che Parma possa essere molto contenta di mantenere questa specificità, che l'aiuterà senz'altro a portare avanti il nome di Parma a livello italiano e anche all'estero, al di là del contesto in cui versa in questo momento la situazione parmense.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Barbati.
La parola all'assessore Peri.
PERI, assessore: Prendo atto con soddisfazione del consenso unanime che riscuote questa delibera, e non poteva che essere così. Ha ragione il consigliere Ferrari, quando afferma che non dovevamo nemmeno arrivare in questa sede come procedura deliberativa.
Ho chiesto la parola solo per precisare un punto. Noi siamo intervenuti volentieri in questo procedimento attivato dalla Provincia di Parma, che è il soggetto promotore per la realizzazione del nuovo polo scolastico individuato nel territorio del Comune di Parma. Il Comune non è stato in condizioni di procedere alla convocazione del Consiglio comunale per corrispondere ai propri doveri istituzionali, quelli di dire sì o no rispetto alla collocazione urbanistica.
La legge regionale prevede la surroga da parte della Regione, in caso di dissenso o di non espressione dell'assenso, rispetto alla procedura urbanistica. Va segnalato il fatto che nel merito noi abbiamo riunito in una sorta di Conferenza di servizi il Comune e la Provincia per valutare le volontà. Abbiamo preso atto, attraverso il verbale della riunione, che non c'era dissenso nel merito rispetto alla collocazione urbanistica, ma l'impossibilità formale di convocazione del Consiglio per le vicende che sono state richiamate durante il dibattito.
Ovviamente in questo caso il ruolo della Regione è quello di accelerare e consentire la realizzazione di un intervento a fini assolutamente e largamente condivisi, come quello della realizzazione di un nuovo polo scolastico, facendo leva sulla programmazione provinciale e sull'intervento che la stessa Provincia di Parma ha promosso in quel territorio e trovando poi il consenso da parte di tutti.
Da questo punto di vista, la delibera di oggi chiude la fase di approvazione del progetto preliminare. Ovviamente le fasi successive, che riguarderanno la predisposizione del progetto definitivo e il successivo avvio dei lavori, non comporteranno più nessun passaggio in questa sede, avendo surrogato l'elemento programmatorio, cioè la collocazione urbanistica e, nello specifico, la necessità di realizzare una variante urbanistica rispetto agli strumenti di pianificazione territoriale attualmente in vigore a Parma. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Peri.
Informo che, a termini di Regolamento, chi vuole intervenire nuovamente con dichiarazioni di voto dopo l’intervento dell'assessore lo può fare.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Intervengo per condividere, come abbiamo già fatto in Commissione, quanto è stato attuato dalla Giunta, cui rivolgo un apprezzamento per essersi arrogata il dovere e l'onere di portare avanti questo progetto molto importante.
Rilevo come sia un fatto anche piuttosto straordinario, viste alcune risposte che ho avuto da alcuni suoi colleghi di questa Giunta, assessore Peri, in materia di urbanistica e di edilizia. Quando si vuole, si può entrare nel merito delle funzioni normalmente delegate ai Comuni in materia di urbanistica e di edilizia, perché normalmente mi è sempre stato risposto che, essendo tali competenze delegate ai Comuni, la Regione non aveva voce in capitolo. Vedo, invece, che, quando invece si vuole e c'è la giusta necessità, si interviene.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Non essendoci altre richieste di intervento per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all'oggetto 1755.
(L'Assemblea, all'unanimità dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 1708
Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30 "Norme in materia di programmi speciali d'area". Modifica della deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 193 del 21 ottobre 2008 di approvazione dell'accordo del Programma speciale d'area "Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della Città di Ferrara".» (Proposta della Giunta regionale in data 4 agosto 2011, n. 1229) (57) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): La Commissione "Bilancio Affari generali ed Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 27 settembre 2011 con la seguente votazione: favorevoli 20, nessun contrario, 14 astenuti.
Dichiaro aperta la discussione generale sul provvedimento.
Non essendovi consiglieri che chiedono di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.
MALAGUTI: Intervengo solamente per anticipare il mio voto favorevole a questa delibera e, credo, anche quello dei colleghi, visto che ho già parlato con il Capogruppo.
Vorrei solo cogliere l'occasione di sottolineare quanto le risorse dedicate a una città come Ferrara, che ha ovvia vocazione turistica, e ai suoi beni architettonici siano particolarmente importanti, perché non sono solo della provincia, ma anche di tutta la regione Emilia-Romagna, essendo Ferrara città che ha peculiarità come quelle di essere stata la prima in Europa ad avere un Piano regolatore.
È una città che ha bellezze architettoniche uniche non solo in regione, ma anche in Italia e nel mondo, ragion per cui, votando questa delibera, colgo l'occasione per sottolineare quanto l’impegno in questo senso per questi beni architettonici sia fondamentale anche dal punto di vista dell'attrazione turistica, non solo per la provincia di Ferrara, ma anche per tutta la regione Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Malaguti.
Non essendoci altre richieste per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all'oggetto 1708.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 1709
Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30 "Norme in materia di programmi speciali d'area". Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 1212 del 29 luglio 1999 e successive modifiche di approvazione dell'accordo del Programma speciale d'area "Valle del Reno".» (Proposta della Giunta regionale in data 4 agosto 2011, n. 1230) (58) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): La Commissione "Bilancio Affari generali ed Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 27 settembre 2011 con la seguente votazione: favorevoli 27, 2 contrari, 9 astenuti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Io sono, come per il caso della città di Ferrara, peraltro in questo caso per quanto riguarda la Valle del Reno, favorevole al fatto che vengano sbloccate, dopo dieci anni che stavano a decantare, importanti risorse per sviluppare l'Appennino dal punto di vista turistico, ma anche per quanto riguarda le infrastrutture e la logistica.
Chiesi in Commissione, però, che ci fosse un minimo di controllo su come vengono gestiti questi fondi e su come i Comuni procedono all'attuazione del programma.
In particolare, in merito al programma che riguarda il Comune di Grizzana Morandi ci sono stati notevoli problemi e penso che ce ne saranno anche in futuro.
In questo caso sono improvvisamente iniziati i lavori nella piazza antistante l'importante chiesa di Alvar Aalto all'incirca intorno al 20 maggio e sono stati improvvisamente bloccati per motivi misteriosi. Ha cercato di spiegarli il sindaco. Vi leggo Il Resto del Carlino di martedì 7 giugno. È importante, perché il sindaco di Grizzana Morandi, Graziella Leoni, ci informa di quanto segue: «Avevamo già chiesto lo svincolo alla Sovrintendenza prima di aprire il cantiere, anche se a loro non risulta essere arrivata nessuna documentazione». Evidentemente in Sovrintendenza perdono facilmente i fax. «Prima di iniziare qualsiasi attività la direzione dei lavori ha voluto aspettare di essere in possesso di tutte le autorizzazioni. Abbiamo già fatto richiesta alla Sovrintendenza e siamo fiduciosi di avere tutto il necessario nel giro di un paio di settimane». Ricordo che era il 7 giugno.
L'8 settembre, dopo 60 giorni dalla mia interrogazione, l’assessore Muzzarelli risponde, con nota di risposta del 6 giugno, ossia del giorno prima del sindaco, che «Si conferma che non sono state presentate richieste di autorizzazione paesaggistica».
Questi sono gli amministratori dei nostri fondi pubblici. Nella stessa risposta l'assessore Muzzarelli svolge una lezioncina di che cosa siano il Codice dei beni culturali e del paesaggio e il Piano territoriale regionale e spiega che l'area che entro i 150 metri dal fiume Reno è tutelata dalla legge Galasso, pur essendo in fascia di tutela fluviale, è esclusa dal vincolo paesaggistico, in quanto la zona si trova all'interno di centri edificati perimetrati.
Quando si impartiscono lezioncine, bisognerebbe anche studiare e leggersi le stesse leggi regionali, in cui si spiega che «le disposizioni del PTPR sono cogenti per gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica e prevalgono sulle eventuali disposizioni difformi previste dai medesimi strumenti di pianificazione e dagli atti amministrativi posti in essere da città metropolitane, Province e Comuni».
Come è ovvio e noto in realtà a tutti, le disposizioni del PTPR e del PTCP prevalgono su qualunque Piano regolatore comunale, sono sovraordinate. Se nel Piano stralcio dell'assetto idrogeologico del bacino Reno questa è area di tutela fluviale, è un’area di tutela fluviale e, quando si va a citare una perimetrazione di un territorio urbanizzato, bisognerebbe andare a controllare che cosa è riportato sugli stessi siti della Regione.
È vero che attualmente l'area della piazza si trova all'interno del territorio urbanizzato, come è disponibile sul sito della Provincia di Bologna, però ciò è riferito al 2010. Lo era anche nel 2000, ma nel 1993 non lo era e nemmeno nel 1980.
Torno a leggere che cosa risponde l'assessore Muzzarelli. Se non lo era nel 1993, come faceva a essere all'interno dei centri edificati nel 1985? Credo che in questi Comuni ci sia una gestione un po' strana della tutela del territorio e delle risposte che vengono date.
Non entro nel dettaglio, ma non è la sola questione. Al Corpo forestale dello Stato viene risposto che un'area non è all'interno del Sito di interesse comunitario, quando qualunque geometra del primo anno vede, guardando le cartine della regione, che è assolutamente compresa all'interno.
Nel progetto che è stato presentato verranno realizzati un centro culturale, una sala polifunzionale, un centro visite, un info point per l'Appennino, tutte strutture alle quali siamo assolutamente favorevoli. Dato, però, che sia la piazza, sia questo nuovo centro prevedono non solo l'esborso di denari della Regione, ma anche un’azione da parte del Comune, che dovrà, come ha fatto in questo caso, indebitarsi ulteriormente per 500 mila euro totali presso la Cassa depositi e prestiti, visto anche che non ci sono i soldi per attuare altre iniziative - sempre in Commissione è stata praticamente annullata la ciclovia prevista da anni sul fiume Reno, che grandi benefici avrebbe potuto tutto portare per il turismo della zona - vi pongo una domanda: sapete dove intendono costruire questo nuovo centro culturale? In un'area che nel piano di stralcio dell'assetto idrogeologico e in tutte le cartine riportate nel PTCP e nel PTPR è un’area di inondazione primaria, a forte rischio di esondazione.
Torno a ripetere che sono favorevolissimo acché si investano questi soldi, però, come capita in molti altri casi, credo anche che la Giunta farebbe molto bene a controllare come vengono spesi e a non nascondersi sempre dietro le funzioni delegate che vengono date ai Comuni.
Sono favorevole alla delega, a far sì che i Comuni e le Province vivano i loro territori e spendano i loro soldi, perché sanno come devono farlo, ma non esimiamoci dai nostri compiti di vigilanza, altrimenti succedono queste cose. Non so se ciò possa mettere a rischio le casse del Comune di Grizzana Morandi, ma resta il fatto che in questo cantiere, che doveva durare in piazza 90 giorni ed è iniziato a fine maggio, a oggi sono state posate esattamente una ventina di piastrelle.
Siamo a ottobre e ancora non è finito e per tutta la stagione turistica questa piazza, per tutto il periodo in cui c'è l'afflusso di turisti nel nostro Appennino, è stata assolutamente bloccata, con grave danno per il turismo e per le attività commerciali della zona.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Guardando la storia di questo accordo di programma speciale di area, io credo che si evincano, rispetto ad alcune questioni, la fragilità e la necessità di interventi di questo tipo in territorio montano.
La seconda questione è come nella ricerca di un programma che potesse avere le caratteristiche di valorizzazione del debole impianto produttivo di questa zona, della riqualificazione di aree anche di pregio dal punto di vista architettonico e con capacità di poter esercitare un valore dal punto di vista turistico, i soggetti che hanno partecipato alla redazione di questo accordo d’area abbiano davvero rimodulato costantemente questo Piano, che ha subìto molte modifiche rispetto alle questioni di fattibilità degli interventi, di congruità economica rispetto alle risorse che erano in campo, nonché di valutazione precisa di quelle che erano operazioni - penso al tema, per esempio, della zona produttiva di Sassatello - che hanno subito diverse modifiche. Nel caso specifico, l'impianto iniziale era un impianto che, come si è visto alla prova dei fatti, non poteva essere così realizzato.
Io credo che sia importante richiamare il fatto che la Regione, nel coordinare diversi soggetti che operano in un intervento che presenta tanti aspetti e tanti coinvolgimenti, istituzionali e non, abbia avuto la capacità di non comprimere e non limitare le possibilità dei cambiamenti del programma e, anzi, abbia dato una mano per assecondare questi cambiamenti e per portare a conclusione questo programma d’area.
Ritengo importantissimo che la filosofia di una pianificazione, che sia una pianificazione di sistema che tenga insieme i diversi elementi territoriali, da quello produttivo a quello paesaggistico, a quello culturale, possa esserci, soprattutto in zone come queste, solo con una forte regia e con una capacità che la Regione è in grado di esercitare.
Rispetto a quanto osservava il consigliere Defranceschi, io, che vengo da un'altra storia, quella di sindaco di un Comune che ha partecipato a programmi d'area, ho vissuto esattamente la percezione opposta a quella che il consigliere solleva in termini di poco controllo e di poca vigilanza rispetto a come vengono utilizzate le risorse.
Programmi di questo tipo, che comportano rapporti autorizzativi con moltissimi Enti, dalle sovrintendenze a tutti gli altri soggetti, e che hanno, quindi, vincoli pesantissimi che comportano tempi, ma anche impedimenti di qualsiasi natura, hanno bisogno che la Regione eserciti nella giusta funzione di controllo anche la capacità di riconoscere innanzitutto la potestà che hanno gli Enti locali e la responsabilità diretta nelle politiche urbanistiche e di gestione del proprio territorio, nonché che ci siano forme di semplificazione e di capacità di adattamento dei provvedimenti che tengano conto del fatto che l'iter va concluso in tempi ragionevoli e che occorre rispettare anche i diversi ambiti di competenza.
Se si può svolgere un'osservazione sui Piani d'area è che, proprio in virtù dei problemi che citavo prima, i tempi si dilatano enormemente, i cambiamenti anche progettuali sono difficilissimi da concretizzare e spesso si vanificano operazioni di sistema importanti come questa.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Marani.
La parola al sottosegretario Bertelli.
BERTELLI, sottosegretario alla presidenza della Giunta: Non ho letto i verbali della Commissione preparatoria dei lavori di quest’Assemblea e quindi non conoscevo la discussione che si è svolta in Commissione a proposito delle questioni illustrate dal consigliere Defranceschi.
Mi preme esprimere un concetto molto semplice. La Regione ha approvato una legge sui programmi speciali d'area, che ha come filosofia l'utilizzazione di fondi strutturali, che prevede la possibilità di lavorare tra Regione e sistemi territoriali, ossia Comuni e Province, attraverso un meccanismo di programmazione negoziale.
Si tratta di individuare un problema e di cercare di affrontarlo in maniera complessa e intersettoriale tra le istituzioni regionali, che contribuiscono all'individuazione del problema e alla messa a disposizione di una quota di finanziamenti che naturalmente deve essere compensata da altrettanti finanziamenti in sede locale e anche da finanziamenti privati.
Questo meccanismo regge nella misura in cui ognuno fa il proprio mestiere, altrimenti rischiamo di pretendere che ogni istituzione ripeta ai diversi livelli le stesse attività, operazione che la stessa Costituzione non prevede. Essa ci ha delegato a svolgere azioni diverse, per fortuna, anzi, quando ci sono azioni sovrapposte, bisogna toglierle, altrimenti si generano un dispendio di energie e una sovrapposizione inutile di attività e di controlli.
Capisco che possano succedere le situazioni che il consigliere Defranceschi ha illustrato e che, naturalmente, sono da verificare. Capisco che possano succedere e vanno evitate, però ciò significa fare bene il proprio mestiere.
Un programma speciale d'area ha uno sviluppo costruttivo che passa attraverso una progettazione effettuata dagli esecutivi e un'approvazione normalmente effettuata in Assemblee, in Consigli comunali in sede territoriale, in consultazioni che vedono il coinvolgimento di soggetti, anche privati, e con approvazione in sedute congiunte e in Conferenze di programma di tutte le istituzioni che partecipano alla definizione di questi programmi, fino all’approvazione della stessa Regione in Assemblea legislativa.
Bisognerebbe davvero che ci mettessimo nelle condizioni di fare bene ognuno il proprio mestiere. Lei sostanzialmente chiede alla Giunta di erogare risorse e di verificare la realizzazione di questi programmi, compiendo anche interventi, in un dato senso, aggiuntivi rispetto a quelli che, a mio giudizio, devono essere lasciati nella responsabilità delle istituzioni che esercitano e realizzano tali interventi. Se noi a tutti i livelli ripetiamo controlli e verifiche, secondo me, rischiamo di non far bene il nostro mestiere.
Ciò non toglie che, se emergono problemi, e spesso capita che finanziamenti pubblici statali e regionali non vadano a buon fine perché ci si era immaginati un percorso, si era avviata una procedura, ma poi non tutte le operazioni sono state seguite e realizzate a puntino - potrei citare tanti casi che ricordo, persino di ospedali, piazze e interventi di sistemazione urbana che si sono bloccati a causa di situazioni tipo quelle che lei ha citato - è bene che la fase di individuazione delle cose da fare avvenga, come previsto dalla legge e come preteso dalla nostra legge nella maniera più larga possibile, nel senso del coinvolgimento sia delle istituzioni, quindi dei Consigli comunali e nel nostro caso dell'Assemblea, ma anche dei cosiddetti portatori di interessi, ossia di chi interviene con azioni che amplificano la portata del programma d’area, come i cittadini che, intorno alla realizzazione del programma d'area evidentemente hanno interessi migliorati oppure negati.
Naturalmente i presupposti per cui un programma d’area vada a buon fine sono quelli della corretta gestione dal punto di vista di tutte le prassi, le procedure e le fasi di realizzazione, in fase progettuale, in fase di ottenimento dell'autorizzazione e in fase realizzativa, ma io tendo a fidarmi del fatto che le amministrazioni, che sono pienamente responsabili di ciò che fanno, riescono a portare avanti le operazioni nei modi più corretti possibili.
Quando ciò non avviene, è giusto aprire un rapporto, effettuare interventi, se possibile, correttivi, lavorando insieme, come nei programmi d’area normalmente si fa. È il caso del programma d’area che abbiamo appena approvato, che prevede la possibilità per cui, di fronte a problematiche che emergano nello sviluppare i cantieri o a urgenze impreviste al momento dell'approvazione del programma d’area che mettono in campo nuove necessità, ci sia una collaborazione tra i soggetti più direttamente impegnati sul territorio, che normalmente sono i Comuni, le amministrazioni provinciali e le Assemblee dei portatori di interesse del programma d’area, nonché della Regione, che segue e accompagna questo processo per portare a buon fine la realizzazione degli sforzi.
Consigliere, lei ci chiede sostanzialmente un’attenzione maggiore nelle fasi esecutive e realizzative. Bisogna che siamo in grado di mettere in capo ciò a chi ha la piena responsabilità dell’esecuzione delle opere immaginando che soprattutto in sede locale e decentrata ci siano cittadini, consiglieri comunali e amministratori in grado di fungere da sollecitazione diretta e attenta delle amministrazioni che dovrebbero aver scelto queste opere nel più ampio coinvolgimento possibile e che nel più ampio coinvolgimento possibile dovrebbero portarle a capo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli.
Non essendovi consiglieri che chiedono di intervenire per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all'oggetto 1709.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 1752
Delibera: «Approvazione del programma di informazione e di educazione alla sostenibilità (INFEAS) della Regione Emilia-Romagna per il triennio 2011-2013, ai sensi della legge regionale n. 27 del 2009 e in attuazione del "Decennio per l'educazione allo sviluppo sostenibile" (DESS UNESCO 2005-2014).» (Proposta della Giunta regionale in data 12 settembre 2011, n. 1292) (59) (Discussione)
PRESIDENTE (Mandini): La Commissione "Territorio Ambiente Mobilità" ha espresso parere favorevole nella seduta del 29 settembre 2011 con la seguente votazione: favorevoli 22, 6 contrari, 2 astenuti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Oggi abbiamo in discussione il programma riguardante l'informazione e l’educazione alla sostenibilità INFEAS previsto nel triennio 2011-2013.
"Educazione alla sostenibilità" è un termine importante, ma significa tutto e niente. Di certo si tratta di un programma, come quello che abbiamo approvato alcuni mesi fa relativamente alla Provincia di Ravenna, cioè uno di quei programmi che il centrosinistra preferisce licenziare a inizio legislatura, senza troppa pubblicità.
Sono delibere il più delle volte emanate per accontentare alcuni amici, che è meglio che restino chiuse in queste quattro mura, programmi che forse alla sinistra servono politicamente, ma non le danno certo lustro e che non sono oggetto di plauso da parte dei cittadini.
Conviene, quindi, come ho osservato, approvarli subito, lontano dalle elezioni regionali, in modo che i cittadini se ne scordino immediatamente, mentre invece è nostro dovere di eletti dai cittadini informarli dei contenuti e delle spese, spesso inutili, previste in alcuni provvedimenti che solitamente passano inosservati in quest'Aula.
Noi abbiamo esaminato parte del lavoro svolto dalla Regione e alcune iniziative che io interpreto come politico-propagandistiche, mentre voi giustamente le chiamate educative e sostenibili.
È da una quindicina d'anni che questa Regione spende decine di milioni di euro per progetti INFEAS, soldi dei cittadini, ma non credo che i cittadini se ne siano accorti e non credo nemmeno che abbiano apprezzato questi progetti, al di là di alcuni insegnanti o educatori avvantaggiati da questi generosi finanziamenti.
Abbiamo visionato parte del materiale - brochure, riviste, libri, supporti audiovisivi, cd, pubblicità in alcuni quotidiani vicini al partito - abbiamo notato una certa partigianeria, una politicizzazione degli argomenti, usati spesso come arma contro il Governo e raramente per l'educazione sostenibile, che mi pare un concetto inventato dalla sinistra, ma che forse andava di moda alcuni anni fa. Oggi, secondo me, è superato.
Ci sono problemi più importanti. In molti Comuni della nostra regione e nelle nostre città le saracinesche delle botteghe artigiane sono state abbassate, in quanto nessuno dei nostri giovani ha più il coraggio di intraprendere un'attività in proprio, un mestiere autonomo, come si faceva una volta. Dobbiamo trovare, come Regione, il modo di trasmettere ai giovani questi concetti importanti, più che buttare via soldi dalla finestra. Dobbiamo insegnare ai giovani il coraggio, dobbiamo trasmettere loro il coraggio di tornare a lavorare presso gli artigiani per imparare a fare un mestiere, un lavoro. Sono troppe le pasticcerie, le carrozzerie, i lavaggi auto, le falegnamerie, le botteghe che oggi abbassano le saracinesche per raggiunta età pensionabile dei titolari, senza che nessuno dei nostri giovani abbia il coraggio di entrare e chiedere di imparare a fare un mestiere.
Invece voi insegnate loro a diventare guardie ecologiche, guardie provinciali, guardie ambientali, eventualmente infastidendo i contadini che sono rimasti a lavorare la terra. È ora di cambiare disco, siete rimasti indietro. Gli investimenti che voi effettuate andavano bene alcuni anni fa, ma oggi, secondo me, dovete ammodernarvi.
In Emilia-Romagna le nostre Province, per andare al concreto, sono tutte vostre, come la maggioranza dei Comuni. Togliamo Piacenza, che da due anni ha cambiato maggioranza. Le altre sono tutte vostre. Sono quarant'anni che amministrate i Comuni e le Province e avete causato danni ambientali irreparabili. Voi governate i Comuni e non potete sostenere che è Roma che elabora il Piano regolatore. I Piani regolatori sono elaborati da voi, le speculazioni edilizie con le cooperative sono svolte da voi e i danni ambientali sono stati causati dal centrosinistra.
Mi viene in mente un episodio che è giusto raccontare a quest'Aula, relativo a uno stretto legame tra Coop rosse, amministrazioni rosse e interessi di partito. È un caso emblematico che ho appreso quest’estate ed è giusto che io lo racconti a quest'Aula.
Mi hanno interpellato alcuni elettori, illustrandomi un problema di alcuni anni or sono. Siamo a Reggio Emilia e la potente cooperativa Orion, che non so neanche più se esista - prima aveva un nome, poi l’ha cambiato non so per quale gioco di prestigio - compra un’area equivalente, negli anni Ottanta, a 30-40 miliardi di vecchie lire, ossia un’area importante.
In quest’area dovranno sorgere un supermercato, naturalmente a marchio Coop, un palazzo di prestigio, da vendere a persone con un dato reddito, e una piazza pubblica, perché giustamente bisogna cedere al Comune qualcosa, e sotto la piazza alcuni garage che devono servire alla Coop Nord Emilia per i parcheggi.
Uno dei manager della Coop Nord Emilia, un genio in economia, si domanda per quale motivo si debbano pagare 120 garage per far parcheggiare i propri clienti, quando sopra c'è una piazza pubblica. La prima intuizione è, quindi, quella di vendere i garage a ignari cittadini, per incamerare una data cifra.
Parlo di ignari cittadini perché io ho letto poi la convenzione, in cui c'era scritto che il solaio è di chi acquista il garage e così tutte le spese. Nei rogiti naturalmente queste disposizioni non erano indicate.
Che cosa succede? Succede che la Coop apre e si trova la piazza, dove parcheggiava l'assessore Zanichelli, occupata tutte le mattine. La nuova piazza è comoda alla stazione e, quindi, i pendolari la utilizzavano come parcheggio. Trovare la piazza della coop sempre occupata, evidentemente non va bene. Che cosa fa il Comune per favorire la Coop? Mette il parcheggio a pagamento. Naturalmente la prima ora è gratuita, perché chi fa la spesa non deve pagare. A causa del cambio d’uso da parcheggio libero a pagamento, tutti coloro che si recavano in stazione e parcheggiavano la macchina sono stati costretti a trovare altri parcheggi.
Questo esempio per dire come gli accordi tra amministrazioni rosse e Coop rosse a volte danneggiano la cittadinanza. Dov’è la tutela dell'ambiente, dove è la tutela degli interessi dei cittadini? Si continuano a prendere in giro i cittadini, a volte ricorrendo anche a sotterfugi e a operazioni al limite della legalità come quella illustrata. Sono operazioni da un punto di vista formale corrette, ma da un punto di vista sostanziale sono fregature per i cittadini.
I cittadini naturalmente sono in causa con il Comune. Ora il Comune è senza soldi e il problema è che questi cittadini che sono rimasti fregati si trovano garage di valore economico zero e sono costretti a spendere circa 200 mila euro per sistemare la piazza sovrastante utilizzata quasi esclusivamente della Coop . Nord-est
Ho voluto riferire questo episodio in Aula, perché voi venite in Aula a difendere i vostri provvedimenti e andate nelle scuole a predicare, ma poi succedono questi episodi. Si spendono tante belle parole, che però non trovano una corrispondenza nella realtà.
Queste amministrazioni sono più attente al business delle aree edificabili che agli interessi dei cittadini e alla salvaguardia dell'ambiente. Come ho riferito, negli ultimi quarant’anni da quando è nata la Regione e avete governato ininterrottamente, avete bruciato la bellezza di 100 mila ettari di territorio, trasformati da agricoli a urbanizzati, da verde ad asfalto e cemento, 100 mila ettari di territorio coltivabile.
Un ettaro sono 10 mila metri quadrati, ragion per cui, traducendo e rendendo la cifra più chiara, si tratta di un miliardo di metri quadrati di terreno trasformati da terreno agricolo ad asfalto e terreno edificabile, soprattutto per compiacere gli interessi del partito.
Invece i casolari e le case sparse venivano vincolati perché erano beni storici, quindi intoccabili.
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere, ha esaurito il suo tempo. La prego di concludere velocemente.
FILIPPI: Se tali edifici non possono essere ristrutturati , alla fine sono crollati. Questa è la finta tutela che insegnate. Secondo me, i milioni di euro che la Regione ha investito in questi progetti non hanno dato frutti, ma hanno forse creato danni.
PRESIDENTE (Mandini): La invito a terminare, consigliere.
FILIPPI: Continuerò in dichiarazione di voto, confermando il voto che abbiamo espresso in Commissione. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Filippi.
Riprenderemo il dibattito nella seduta pomeridiana. Sono già iscritti i consiglieri Meo e Pollastri.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,59
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Donatella BORTOLAZZI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta:
il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza della Giunta Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Simonetta SALIERA.
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Mandini - Richetti
Cevenini - Corradi
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