Espandi Indice
61.
SEDUTA DI MARTEDÌ 6 DICEMBRE 2011
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE AIMI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
Sullo svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 1675
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Misure per l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione.» (28)
(Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
NOÈ (UDC)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
LOMBARDI (PDL)
MANFREDINI (Lega Nord)
PRESIDENTE (Aimi)
GRILLINI (Italia dei Valori)
BONACCINI (PD)
OGGETTO 1794
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche e integrazioni alla L.R. 2 ottobre 1998, n. 30 e alla L.R. 21 aprile 1999, n. 3.» (29)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
MARANI, relatrice
POLLASTRI (PDL)
MANDINI (Italia dei Valori)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
PRESIDENTE (Mandini)
BERNARDINI (Lega Nord)
PERI, assessore
ZOFFOLI (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
PRESIDENTE (Richetti)
FERRARI (PD)
OGGETTO 1995
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione del Registro unico dei controlli sulle imprese agricole e agroalimentari regionali e semplificazione degli interventi amministrativi in agricoltura.» (30)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
COSTI, relatrice
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
CAVALLI (Lega Nord)
MONARI (PD)
OGGETTO 1934
Delibera: «Approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011 e pluriennale 2011-2013. Secondo provvedimento di variazione e approvazione del bilancio per l'esercizio finanziario 2012 e pluriennale 2012-2014 dell'Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 2 novembre 2011, n. 1559) (66)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
CAVALLI (Lega Nord)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
POLLASTRI (PDL)
VECCHI Luciano (PD)
GRILLINI (Italia dei Valori)
OGGETTO 1933
Delibera: «Modifica del provvedimento istitutivo della Riserva naturale Rupe di Campotrera: modifica della deliberazione del Consiglio regionale 13 ottobre 1999, n. 1268.» (Proposta della Giunta regionale in data 2 novembre 2011, n. 1555) (67)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 899
Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Bignami, Filippi, Lombardi, Leoni, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni dirette a realizzare una completa informazione circa i prodotti agroalimentari per i quali è previsto l'obbligo di indicazione della provenienza (132)
(Approvazione)
OGGETTO 1025
Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Donini, Carini, Moriconi, Zoffoli, Pagani, Piva, Marani, Mori, Pariani, Naldi, Meo, Cevenini, Montanari, Costi, Luciano Vecchi, Garbi, Mazzotti, Fiammenghi, Mumolo e Riva per impegnare la Giunta a sostenere l'iter delle proposte comunitarie circa l'indicazione in etichetta dell'origine dei prodotti agroalimentari e ad attivare iniziative utili a migliorare l'informazione dei consumatori in merito agli acquisti consapevoli (158)
(Approvazione)
OGGETTO 1028
Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Alessandrini e Costi per impegnare la Giunta ad intervenire presso le istituzioni comunitarie competenti per sollecitare la promulgazione del regolamento che impone l'indicazione del paese di provenienza dei prodotti extra-UE commercializzati in Europa (160)
(Approvazione)
OGGETTO 1283
Risoluzione proposta dal consigliere Manfredini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni a sostegno del Comparto produttivo della suinicoltura, accelerare l'entrata in vigore della normativa sull'origine dei prodotti e la loro tracciabilità, vigilare per evitare fenomeni di indebita speculazione nella filiera e favorire la trasparenza sui dati (213)
(Reiezione)
OGGETTO 1859
Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Costi, Luciano Vecchi, Ferrari, Zoffoli, Mumolo, Pagani e Riva per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo, circa la crisi del comparto suinicolo, affinché favorisca la stipula di un accordo quadro nazionale tra allevatori e trasformatori con l'obiettivo di definire congiuntamente livelli di produzione adeguati alle richieste del mercato e caratteristiche qualitative delle carni (297)
(Approvazione)
OGGETTO 1961
Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Carini, Bernardini, Filippi, Corradi, Manfredini, Lombardi, Villani, Pollastri, Bartolini, Malaguti, Aimi, Favia, Alessandrini, Mori, Moriconi, Zoffoli, Pariani, Barbieri, Luciano Vecchi, Bazzoni, Montanari, Naldi, Piva, Marani, Cevenini, Monari, Barbati, Leoni, Costi e Riva per impegnare la Giunta ad attivarsi presso la Commissione europea, tramite il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali al fine di ottenere l'introduzione in etichetta della indicazione del paese di origine dei prodotti extra-UE, compresi quelli IGP e con particolare riferimento all'aglio cinese (317)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2083
Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Monari, Grillini, Barbati, Naldi, Sconciaforni, Bonaccini, Luciano Vecchi e Pariani per impegnare la Giunta a seguire la situazione degli stabilimenti del Gruppo Fiat in Emilia-Romagna, a chiedere che gli investimenti in altri stabilimenti siano aggiuntivi e non sostitutivi di quelli situati nel territorio regionale presentando la relativa pianificazione, ponendo anche in essere azioni presso il Governo affinché la Fiat dia certezze agli impegni relativi al comparto automobilistico, al fine di rilanciare il settore manifatturiero italiano e di tutelare i lavoratori nello stesso operanti (333)
(Approvazione)
OGGETTO 2061
Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Meo, Sconciaforni e Monari per impegnare la Giunta regionale a promuovere, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, azioni volte a rilanciare la progettazione e realizzazione di prodotti di qualità e alto contenuto tecnologico da parte di aziende come la BredaMenarinibus, al fine di difendere e consolidare la presenza, in Italia, di produttori di livello europeo e tutelare i relativi lavoratori (330)
(Approvazione)
OGGETTO 2066
Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni volte ad esaminare le problematiche occupazionali produttive ed industriali riguardanti gli stabilimenti della Ferrari SpA e della Maserati SpA, al fine di tutelare i relativi lavoratori, anche in relazione al trasferimento di siti produttivi ed alla produzione di motori (331)
(Non approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 1807
Mozione proposta dalla consigliera Barbati circa la tutela del pluralismo informativo e dell'emittenza locale e l'applicazione delle disposizioni riguardanti i servizi di media audiovisivi e radiofonici (20)
(Discussione e approvazione)
OGGETTO 1955
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Casadei, Marani, Montanari, Cevenini, Riva, Pariani, Ferrari, Mori, Moriconi, Alessandrini, Pagani, Fiammenghi, Mumolo, Zoffoli, Costi e Vecchi Luciano per invitare la Giunta ad attivarsi affinché vengano messi in atto tutti gli strumenti necessari a salvaguardare i posti di lavoro degli impiegati, personale tecnico e giornalisti del gruppo Rete 7 SpA (315)
(Discussione e approvazione)
OGGETTO 1983
Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta ad emanare linee di indirizzo e provvedimenti che prevedano l'istituzione di un pubblico registro delle WEB TV operanti in Emilia-Romagna, con iscrizione gratuita ma obbligatoria e nel rispetto della "Carta di Treviso", favorendo inoltre l'istituzione di un osservatorio sul settore (319)
(Discussione e approvazione)
OGGETTO 1981
Risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a tutelare l'occupazione nel settore delle testate giornalistiche locali anche in riferimento alla situazione dell'emittente "E'Tv" e del quotidiano "L'Informazione" (318)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
CORRADI (Lega Nord)
OGGETTO 1862
Risoluzione proposta dai consiglieri Pagani, Monari, Bonaccini, Pariani, Zoffoli, Alessandrini, Moriconi, Mori, Ferrari, Mumolo, Barbieri, Luciano Vecchi, Cevenini, Piva, Marani, Garbi, Casadei e Riva affinché l'Assemblea legislativa promuova e sostenga la campagna dal titolo "L'Italia sono anch'io" tesa a raccogliere firme per due proposte di iniziativa popolare relative alla riforma del diritto di cittadinanza (304)
(Discussione)
OGGETTO 2084
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Barbati, Sconciaforni e Ferrari per esprimere il plauso ed il sostegno alle parole espresse dal Presidente della Repubblica circa l'estensione del diritto di cittadinanza ai bambini nati sul suolo italiano e per invitare il Parlamento a svolgere l'iter di revisione del diritto di cittadinanza, rispettando i diritti di chi è nato e cresciuto e si sente italiano (334)
(Discussione)
PRESIDENTE (Richetti)
PAGANI (PD)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MANFREDINI (Lega Nord)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
CAVALLI (Lega Nord)
NALDI (SEL - Verdi)
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Richetti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni e risoluzioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,02
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la sessantunesima seduta dell'Assemblea legislativa.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno il presidente della Giunta Errani. Inoltre, ha comunicato di non poter partecipare l'assessore Gazzolo.
Sullo svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Siamo al punto dell’ordine del giorno relativo alle interpellanze. Poiché tutte e quattro le interpellanze sono di iniziativa del consigliere Filippi, che giustifica la sua assenza per la parte iniziale della seduta, sono rinviate alle prossime assemblee.
Aggiorniamo i nostri lavori alle ore 15,30.
(La seduta, sospesa alle ore 15,03, è ripresa alle ore 15,30)
OGGETTO 1675
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Misure per l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione.» (28) (Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, possiamo riprendere i nostri lavori con l’esame dell’oggetto 1675. Sono intervenuti in discussione generale, dopo la relazione della consigliera Pariani, i consiglieri Lombardi, Pollastri, Alessandrini, Manfredini, Favia, Monari e la consigliera Barbati.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Su questo progetto di legge sulla semplificazione desidero anch’io esprimere un apprezzamento, in particolare sulle modalità che ne hanno contraddistinto l’iter. Si tratta di un progetto di legge aperto, che, attraverso la possibilità di esprimere chiarimenti e integrazioni – ricordo perfettamente l’andamento anche dell’udienza conoscitiva –, ha avuto un miglioramento rispetto al provvedimento iniziale.
Pur essendomi impegnata sin dalla prima seduta nell’esprimere tutte le mie perplessità in merito al progetto di legge, perplessità che in parte sono state comprese e anche recepite nel nuovo testo normativo (mi riferisco in particolare al potere sostitutivo e al potere restituivo), devo dire soprattutto al collega Manfredini, che mi dispiace non sia in Aula ma mi auguro che mi stia ascoltando, che questo progetto di legge, che si è presentato secondo una modalità di estrema apertura e di estrema predisposizione al dialogo, effettivamente ci ha trovato tutti collaborativi laddove c’erano delle proposte e dei suggerimenti da dare.
Lo dico da esponente dell’opposizione, anche a testimonianza della disponibilità che ho trovato da parte della consigliera Pariani nell’ascoltare tutta una serie di suggerimenti, che in prima battuta magari non sono stati recepiti interamente, ma che poi a forza di motivarli hanno trovato anche un riscontro.
Questo lo dico, a onor del vero, perché questo è un progetto di legge che si è contraddistinto negli ultimi sei anni che siedo in questo banco. A nome del mio Gruppo mi esprimerò favorevolmente su questo progetto di legge con una premura, proprio perché mi sono sempre rapportata in modo costruttivo a questo progetto e non ho avuto difficoltà a dire dove sono stati recepiti alcuni passaggi.
Confesso anche – e lo dico in discussione generale – che mi sarebbe piaciuto avere un richiamo più autonomo e specifico all’istituto del silenzio-assenso. Prendo atto che nel testo di legge all’articolo 12 ci sia questo richiamo, però, siccome questo progetto di legge nella sua versione definitiva all’articolo 12, laddove si parla di norme di prima applicazione, dice che «fra gli ambiti prioritari di intervento si prenderà in esame l’applicazione degli istituti di semplificazione alla disciplina statale della Conferenza dei servizi e del silenzio-assenso», mi auguro veramente che questo silenzio-assenso possa trovare un richiamo che non sia solo di riferimento, come previsto nell’articolo 12, ma di principio.
Sollecito quindi in questa discussione l’esigenza che la tabella di marcia dei lavori si riproponga di mantenere l’impegno come citato nel comma 1 dell’articolo 12 su questo silenzio-assenso.
Mi ricollego infine all’intervento del consigliere Marco Monari, ora non presente, che rilevava come questa modalità di lavoro abbia consentito di far vincere la sburocratizzazione. Ne approfitto per dire che si deve cogliere l’opportunità affinché questo metodo ispiri sempre di più le modalità di lavoro di questa Assemblea legislativa e di questo Consiglio regionale. Parlo di una modalità che sempre più si deve porre in termini di ascolto, perché in modo responsabile tutti – e lasciatelo dire, anche da parte delle forze di opposizione – si sono posti in modo costruttivo per addivenire a una conclusione positiva su questo progetto di legge, considerato che la versione iniziale era comunque diversa.
Mi auguro, colleghi, che anche in futuro questo stile ci contraddistingua, perché penso che probabilmente ci saranno occasioni in cui certe proposte legislative emergeranno da un’opposizione, da una minoranza e potranno essere oggetto di ascolto, di meditazione e anche di approvazione.
Mi piacerebbe che anche in questa Regione il Governo nazionale, che ci vede tutti insieme, responsabilmente insieme per affrontare alcuni temi, possa diventare di esempio per le modalità con cui dobbiamo imparare a lavorare insieme. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare in sede di discussione generale, do la parola alla vicepresidente Saliera per la conclusione del dibattito.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Scusatemi per il leggero ritardo. Ringrazio la relatrice Anna Pariani per il lavoro puntuale, approfondito di inquadramento generale su un tema così complesso come la semplificazione e naturalmente sulla proposta di legge.
Vorrei sottolineare brevemente soltanto alcuni punti che ci hanno accompagnato in questi mesi di lavoro. Il primo: la consapevolezza della necessità di un forte e urgente cambiamento nei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese. Le nostre comunità vogliono azioni amministrative efficaci, comprensibili, semplici, trasparenti, amministrazioni vicine e amiche, che sappiano risolvere i loro problemi. Consapevolezza, quindi, del rischio sempre maggiore di essere considerati orpelli anche onerosi in termini sia di tempo, che di denaro.
Un altro elemento è stata la conoscenza e la valutazione dell’azione di semplificazione della pubblica amministrazione in Italia e in Europa sui diversi strumenti che sono stati attivati in Europa o che sono stati previsti dalla legislazione italiana, ma soprattutto sono stati esaminati i loro punti di caduta e i motivi della loro inefficacia nel nostro sistema normativo e amministrativo.
Questi aspetti di approfondimento, di valutazione si sono ampiamente palesati nella relazione della consigliera Pariani, nell’intervento del presidente della I Commissione Lombardi e anche negli interventi degli altri consiglieri.
Il terzo punto è la determinazione e la volontà di avviare un processo di cambiamento culturale. Come? Non certo con approcci demagogici o populisti, falò o cose del genere, ma con lavoro comune, sintonia fra Giunta e Assemblea nell’ascolto dei diversi portatori di interesse (forze sociali, associazioni, imprese), e soprattutto delle autonomie locali, del sistema dei Comuni e delle Province, facendo sì che gli stessi possano diventare protagonisti sia del proporre sia del reale cambiamento.
Altro punto: la ricerca della collaborazione e partecipazione delle strutture organizzative della pubblica amministrazione, indispensabili per perseguire un reale e forte cambiamento. Come avete sottolineato nei vostri interventi, la legge prevede importanti azioni immediate di semplificazione, ma il lavoro nel profondo dei processi inizia da oggi.
Con il Nucleo di valutazione e la sessione dell’Assemblea, che per il 2012 deve avvenire entro giugno, rispetto già alle priorità che sono indicate nel penultimo articolo della proposta di legge, dovremmo definire altri processi di semplificazione normativa e amministrativa, di riforma anche istituzionale, per evitare duplicazioni e sovrapposizioni. L’Assemblea ha un forte ruolo nell’indirizzo, nella valutazione, nel controllo, nel dare suggerimenti di lavoro al Nucleo di valutazione permanente e nel controllare il lavoro svolto nei mesi e i suoi effetti.
Sicuramente un aspetto fondamentale per una riforma vera ed efficace sono le banche dati e il sistema informatico. Le modulistiche omogenee sono le prime azioni da affrontare nel sistema della pubblica amministrazione, anche se sul sistema informatico ci siamo già esercitati in questi anni. Nel 2011, ad esempio, in bilancio abbiamo previsto per le amministrazioni pubbliche 2 milioni di contributi per i sistemi informatici, per formare le banche dati comuni, sistemi di linguaggio comuni e formazione del personale. È il progetto della community network, che da diversi anni sta andando avanti.
Condivido con voi il metodo della concertazione, che è stato efficace: è stata una buona sinfonia che dobbiamo ancora perseguire, lasciando ad altri le cacofonie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, vicepresidente Saliera. Abbiamo concluso la discussione generale.
Passiamo all’esame dell’articolato, nominando scrutatori il consigliere Barbieri, la consigliera Moriconi e il consigliere Vecchi Alberto, che mi coadiuvano nelle operazioni di voto.
Si passa all’esame dell’articolo 1. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 1 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 2. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 2 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 3. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 3 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 4. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 4 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 5. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 5 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 6. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 6.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 6 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 7. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 7 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 8. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 8 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 9. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 9.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 9 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 10. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 10.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 10 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 11. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 11 è approvato.
Si passa all’esame dell’articolo 12. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 12.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 12 è approvato.
Abbiamo esaurito l’esame dell’articolato. Passiamo alle dichiarazioni di voto finali sull’intero provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Per esprimere il voto favorevole del gruppo del PdL rispetto a questo provvedimento di legge, per le motivazioni che abbiamo già illustrato nel corso della discussione generale.
Tengo solamente a riprendere alcuni elementi, che ci possono far capire quanto sia importante questo provvedimento, che ha i connotati di una legge quadro, certo non arriva a indicare tutti i minimi particolari di intervento, ma contribuisce a creare quella semplificazione all’interno della pubblica amministrazione, che studi concreti e approfonditi indicano portare un risparmio di 17 miliardi all’anno per le imprese. In particolare, sono interessati a questi provvedimenti 4,5 milioni di imprese piccole e anche piccolissime con dieci dipendenti, che sono la struttura portante della nostra economia e della nostra Regione.
Tengo anche a sottolineare il fatto che, poiché si è anche detto che alcuni provvedimenti del Governo da questo punto di vista sono stati fumosi, noi stiamo facendo la nostra parte, ma con il Governo precedente con il Decreto taglia oneri erano già state sottoposte a misurazione 71 procedure ad alto impatto sulle imprese, procedure che potevano impattare dal punto di vista economico per 21 miliardi di euro sulle imprese. Questo per dire che alcuni provvedimenti anche di carattere nazionale erano stati presi.
Una semplice puntualizzazione, perché non contesto minimamente le argomentazioni portate dal consigliere Manfredini sulla complessità di questa normativa, giacché anche noi l’abbiamo percepita in questo modo, ma quello che mi porta ad avere un atteggiamento benevolo nei confronti di questa normativa è che mi pare che la complessità rimanga all’interno della pubblica amministrazione, non vada ad aggravare gli atteggiamenti burocratici nei confronti delle imprese e dei cittadini che entrano in contatto con la pubblica amministrazione.
È vero che ci sono diverse sigle anche abbastanza astruse, che ci sono alcuni comitati e altri organismi, però tutto questo serve, così come la sessione per la semplificazione, per poi presentarci nei confronti degli utenti finali con una maggiore semplicità.
L’altra questione, mi consenta il collega Monari, che sosteneva che la legislazione portata avanti a livello governativo era abbastanza fumosa e un po’ astratta, mi pare che – lo abbiamo riconosciuto – anche questo non sia un provvedimento con dei risvolti quotidiani immediati. È una legge che indica delle prospettive importantissime, è una legge-quadro, ma non è che, se la legge è di cornice a livello nazionale è inutile, mentre, se la legge è di cornice a livello regionale, è importante. Valuto con la stessa importanza la legge che stiamo facendo noi come le leggi di cornice realizzate a livello nazionale.
L’ultima segnalazione che in questa sede mi sento di fare è una particolare attenzione all’applicazione di questa legge. Diamo molteplici indicazioni agli Enti locali, quindi alla burocrazia locale, per cui la preoccupazione che quanto abbiamo individuato in maniera corretta venga applicato in maniera altrettanto corretta sul territorio deve essere assolutamente prioritaria per la nostra azione, altrimenti lo sforzo che abbiamo fatto risulta vano.
Se il cittadino che entra in contatto con la burocrazia del piccolo così come del grande Comune non si rende conto dei vantaggi che abbiamo inteso dare con questa legge, abbiamo fallito. Poiché la Regione ha strumenti legislativi, tecnici e anche di moral suasion per intervenire sugli enti locali, su questo bisogna darsi da fare per educare, dove ce ne sia bisogno, all’attenzione che la burocrazia deve avere nei confronti dei cittadini e delle imprese.
Con queste argomentazioni il nostro voto sarà favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. In merito alla provocazione di questa mattina del consigliere Monari, che ringrazio perché ho saltato il pasto e mi fa bene, ho dovuto fare alcune attente ricerche sull’operato dell’ex Ministro Calderoli.
Riguardo l‘azione di semplificazione normativa dell’ex Ministro Calderoli, il collega Monari ha proprio mancato il bersaglio. Sarà meglio, perciò, che gli rinfreschi la memoria. In meno di due anni sono stati eliminati circa 400.000 atti, le leggi sono state ridotte da circa 450.000 a 10.000, cioè è rimasto il 2 per cento delle leggi precedenti, mentre la normativa è stata riordinata e accorpata in settori omogenei in un unico testo.
Questo imponente intervento di semplificazione normativa è proseguito con la realizzazione della normativa vigente, la banca dati pubblica e gratuita, consultabile sul sito www.normativa.it, operazione che consente ai cittadini di conoscere finalmente le regole e di disporre di uno strumento certo, unico e aggiornato.
È stato semplificato l’istituto della Conferenza dei servizi, accelerando i tempi per la dotazione del provvedimento finale, in modo da superare lo stallo del silenzio o del dissenso espresso dalle amministrazioni. Questo consente di ridurre i termini di conclusione dei procedimenti e la disciplina del danno da ritardo.
Un’altra importante iniziativa è stata la disciplina degli sportelli unici per le attività produttive dislocate sul territorio. Si tratta di piattaforme informatiche presso le quali possono essere assolti tutti gli adempimenti amministrativi di interesse per le imprese. Gli sportelli assicurano un elevato grado di efficacia e di efficienza dell’attività amministrativa, e scongiurano il rischio di ritardi o paralisi delle procedure.
Sono state liberalizzate molte attività edilizie con una netta riduzione della burocrazia e lo sviluppo di attività economiche. Gli interventi di manutenzione ordinaria degli immobili e alcuni interventi di manutenzione straordinaria possono ora essere iniziati immediatamente, cosa che in molti Comuni ha già permesso un incremento degli interventi edilizi pari al doppio o al triplo di quelli registrati nel 2009.
È stata introdotta la segnalazione certificata di inizio attività, che sostituisce integralmente la disciplina delle dichiarazioni di inizio attività e consente l’inizio dei lavori il giorno stesso della segnalazione all’amministrazione, senza attendere i 30 giorni previsti in precedenza. Sono stati semplificati gli adempimenti gravanti sulle piccole e medie imprese, sulla base della proporzionalità degli oneri e della dimensione degli impianti produttivi in materia ambientale e di prevenzione incendi. In entrambi i casi, sono stati stabiliti l’eliminazione di oneri non necessari e un maggior ricorso alle autocertificazioni e alle procedure automatizzate.
È stata prevista una riduzione del 20 per cento del numero dei consiglieri comunali e provinciali così come degli assessori, la riduzione delle loro indennità, dei gettoni degli eletti, la soppressione del Difensore civico comunale, delle circoscrizioni con popolazione inferiore a 250.000 abitanti e del Direttore generale dei Comuni con popolazione inferiore a 100.000 abitanti.
Sono stati ridotti del 10 per cento le indennità e i compensi dei componenti degli organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione e organi collegiali, così come quelli degli organici di autogoverno della magistratura ordinaria, amministrativa, contabile, tributaria e militare, del CNEL e del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Sicilia.
Sono state introdotte notevoli semplificazioni in materia di affidamento dei contratti pubblici per velocizzare gli interventi infrastrutturali e ridurre l’enorme mole di contenzioso esistente. È stato semplificato il procedimento per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e il parere obbligatorio del Sovrintendente non è più vincolante per i Comuni, che recepiscono negli strumenti urbanistici le prescrizioni del Piano paesaggistico regionale, e dopo la mancata espressione del parere entro 90 giorni opera l’istituto del silenzio-assenso. È stato anche semplificato il procedimento del rilascio del permesso di costruire con l’introduzione del silenzio-assenso.
Questi sono i fatti sulla semplificazione normativa, che lasciano poco spazio alle vostre chiacchiere inconcludenti. L’azione del Ministro Calderoli ha fornito i migliori servizi ai cittadini e alle imprese, una maggior competitività complessiva nel sistema e consentito l’espansione dell’economia del Paese grazie a un risparmio di 14 miliardi annui.
Se anche la Regione Emilia-Romagna avesse compiuto la stessa azione di Calderoli, su 1.694 leggi regionali ne sarebbero rimaste in vigore soltanto 34, cioè il 2,2 per cento. Queste sono solo alcune cose, ma ce n’è una marea. Ho preso ad esempio quelle che mi interessavano di più.
Veniamo ora al federalismo, di cui abbiamo parlato questa mattina e che tanto sta a cuore anche a voi, il cui cammino era stato favorito dallo stesso Presidente Errani, del quale avevamo apprezzato lo spirito propositivo e il grande impegno. Gli ostacoli purtroppo sono stati tanti, perché si tratta di una riforma epocale e per la prima volta in Italia si è tentato di attuare una vera rivoluzione nel sistema finanziario dello Stato e degli enti territoriali, con il passaggio a un sistema di autonomia impositiva e di riscossione delle risorse da parte delle autonomie regionali e locali.
Si tratta di un processo complesso e delicato perché coinvolge tutti i livelli amministrativi. Quando eravamo noi al Governo eravamo arrivati a un buon punto, e mi pare proprio che oggi sia il Governo Monti a frapporre degli ostacoli, mandando segnali di certo non incoraggianti, come l’eliminazione del Ministero della semplificazione e l’imposizione di ulteriori e gravosi balzelli per i cittadini.
Nonostante tutte le difficoltà, di certo non frapposte dalla Lega Nord, alcune tappe di questa grande riforma erano già state approvate: il federalismo demaniale, che valorizza il patrimonio pubblico e i fabbisogni standard, che sono il costo efficiente di un servizio e che hanno sostituito la spesa storica che finanziava anche l’inefficienza.
Se non abbiamo potuto completare il cammino, la colpa non è certo nostra, e ora siamo proprio curiosi di vedere cosa combinerà il vostro Governo Monti in materia di federalismo.
Concludo dichiarando che la Lega Nord ribadisce che non è contro la semplificazione, anzi: le critiche avanzate questa mattina sono state mosse proprio perché questa legge non costituisce affatto, a nostro parere, un passo in avanti nella semplificazione amministrativa, ma un aggravio, un appesantimento delle procedure che già i Comuni faticano ad eseguire e che i cittadini faticano a sopportare, dovendone sostenere i costi e subirne le conseguenze.
Per questa ragione il nostro voto sarà contrario, in attesa di un vero e sincero provvedimento di semplificazione che vorrete adottare.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Naturalmente il nostro Gruppo voterà a favore di questo provvedimento, perché si potrebbe dire che in materia di semplificazione non si fa mai abbastanza.
Volevo ricordare all’amico Manfredini che nel famoso rogo di Calderoli…
(interruzione del consigliere Filippi)
…falò di Calderoli è andata casualmente bruciata anche la norma che vietava le organizzazioni paramilitari. Questo fu scoperto dall’Ufficio legislativo dell’Italia dei Valori alla Camera, e giustamente gli venne dato discreto rilievo, perché in mezzo a questi falò c’era anche un provvedimento ad personam, che serviva alla Lega per cancellare alcuni processi per costituzione di bande paramilitari.
Non è questo ovviamente il luogo, l’occasione per fare polemica da questo punto di vista, ma in mezzo alle tante leggi bruciate quel birichino di Calderoli ne ha messa anche una che faceva molto comodo alla Lega bruciare. Sta di fatto che, come hanno detto i colleghi, grazie a un eccesso di burocrazia e di complicazioni la vita per le nostre imprese è particolarmente difficile. Ci sono alcuni Paesi dove si apre un’impresa in due giorni e sono quelli dove c’è uno sviluppo che noi in questo momento non abbiamo. Rimuovere gli ostacoli è quindi un potente contributo allo sviluppo.
Credo che sia stata la relatrice a individuare in 70 miliardi i costi per eccesso di burocrazia nel nostro Paese. Volevo ricordare che l’eccesso di burocrazia è poi la strada maestra per la corruzione, che, secondo uno studio pubblicato di recente, costa al nostro Paese 80 miliardi. Se quindi sommiamo gli interessi che paghiamo del debito pubblico, che sono 80 miliardi, agli 80 miliardi che costa la corruzione e ai 70 miliardi che costa l’eccesso di burocrazia, ci rendiamo conto che ben altri potrebbero essere la ricchezza, il benessere, lo sviluppo di questo Paese, se questi tre problemi fossero definitivamente risolti.
Semplificare va bene, però, come ribadito questa mattina dalla consigliera Barbati, quando si istituirà il tavolo tecnico è bene ricordare che comunque questa Assemblea ha il ruolo centrale di decisore finale. Trovo particolarmente positivo che la Regione sia impegnata in un processo per avvicinare le istituzioni ai cittadini. Lo ha fatto con la norma che abbiamo votato questa mattina, lo sta facendo con questa norma e lo farà prossimamente con una norma discussa in Commissione politiche economiche e approvata da tutti i Gruppi, con l’astensione, se non sbaglio, del PdL, quella dell’unificazione dei controlli in agricoltura.
Ritengo che sia nostro compito favorire l’attività economica, mettere meno lacci possibili e superare l’atteggiamento vessatorio, che spesso hanno le istituzioni nei confronti del cittadino impegnato nel lavoro, nella sua impresa e nelle sue attività quotidiane.
Voteremo quindi a favore, con la postilla ribadita anche questa mattina dalla collega Barbati.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bonaccini. Ne ha facoltà.
BONACCINI: Fa bene a girarsi, consigliere Manfredini. Se mi avesse chiesto un parere su quello che avrebbe detto, avrebbe potuto pranzare, perché in maniera molto sintetica le spiegherò in che cosa si è risolta la tanto celebrata semplificazione di Calderoli.
Parto dall’inizio. Intanto è una giornata importante perché, al di là di destra, sinistra, centro, delle dispute tra le parti, oggi c’è una nuova legge che porta a un’ulteriore spinta a modernizzare la pubblica amministrazione. Per noi la modernizzazione della pubblica amministrazione sta dentro un quadro che voglia renderla più vicina, amica per cittadini e imprese.
Penso che il provvedimento che discutiamo possa – insieme al Patto per la crescita sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna, dagli enti locali, dalle parti sociali qualche giorno fa – dare anche il senso e l’esempio per il Paese di come leggi o accordi importanti, che abbiano a cuore il futuro dei propri territori, possano essere fatti con il consenso e la concertazione tra le parti.
Non per negare le differenze, perché è stato un lavoro anche faticoso, ma, consigliere Manfredini, una delle prime differenze tra questa discussione di oggi e la legge Calderoli che lei ha citato è che, oggi discutiamo di un provvedimento e di un percorso che ha visto le parti sociali condividere quanto stiamo facendo con un concorso reale, perché per noi la semplificazione ha l’obiettivo di aiutare a ridurre i tempi e i costi per i cittadini e per le imprese.
Credo che laddove le parti sociali rappresentanti del mondo del lavoro, delle imprese, gli enti locali, che poi dovranno con la Regione dare corso a una serie di norme e provvedimenti, si dicono favorevoli o comunque convinte che il percorso abbia coinvolto positivamente la discussione – ne voglio dare atto alla vicepresidente e alla Giunta – ci sia una grande differenza.
Se lei, Manfredini, avesse chiesto ai sindacati e alle associazioni imprenditoriali cosa pensassero delle norme di Calderoli, avrebbe potuto trovare il tempo per pranzare, perché le avrebbero detto che sono norme assolutamente inutili.
Sono inutili ad esempio perché, non avendo allentato quel Patto di stabilità per il quale poi discuteremo presto, visto l’interrogazione che lei ha fatto, molte di quelle norme che prevederebbero di semplificare l’intervento per piccole e medie opere, ad esempio cantieri, non possono essere applicate perché i soldi dei sindaci non possono essere spesi. Soprattutto ciò che mi sorprende è una Lega Nord che, laddove si fanno provvedimenti su materie per le quali legittimamente vi sentite di rivendicare ciò che avreste fatto mentre governavate – penso al tema della semplificazione oggi, al tema del Patto di stabilità quando lei e i suoi colleghi non votaste a favore, a differenza di quasi tutta l’Aula un anno fa –, avete un atteggiamento coincidente e contrario. La cosa è sorprendente.
Peraltro, lei richiamava il federalismo e tutti sanno che quel federalismo si è risolto che i cittadini oggi, Monti o non Monti, dovranno pagare più tasse per garantirsi i servizi che già avevano ottenuto.
Credo che sia stato fatto davvero un buon lavoro. È un fatto importante, perché in questo anno e mezzo in quest’Aula, tra l’altro a volte con il consenso anche delle opposizioni o di parte delle opposizioni, noi siamo riusciti a varare scelte, provvedimenti, leggi, che hanno dato il senso di guardare alle prospettive della nostra Regione, del nostro territorio. Credo che quella legge che facemmo contro l’illegalità e le infiltrazioni mafiose trovi un riscontro in quell’asse di percorso anche oggi, perché la semplificazione è necessaria non solo per ridurre i costi ed elevare la competitività, ma ha anche come obiettivo fondamentale la legalità, la lotta all’illecito e alla corruzione. Le due cose si tengono.
Credo di poter dire a nome del Partito Democratico che c’è un apprezzamento verso quei Gruppi che sono all’opposizione, che non hanno avuto un approccio ideologico nella discussione di questa legge, e che, concorrendo anche a cercare di migliorarla, fanno sì che oggi questa diventi un provvedimento che, al di là della bontà, del valore e di ciò che il centrosinistra pensa delle scelte di governo, trova un consenso molto più largo, foriero del buon lavoro svolto. Se funziona la pubblica amministrazione, al di là del colore politico di chi governa, un territorio è più forte.
I dati della classifica de Il Sole 24 Ore di ieri dimostrano che questa tanto bistrattata Regione è competitiva nella globalizzazione con i territori più avanzati d’Europa. Credo sia un vanto per tutti, indipendentemente da dove si vota. La dimostrazione di quei dati nella dimensione della qualità della vita dimostra l’Emilia-Romagna ha saputo affrontare la crisi meglio di altri, e credo che questo, pur dovendo sempre migliorare, sia un dato di partenza positivo per le cose buone che dovremo fare. Quella di oggi è una bella giornata.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Bonaccini.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
43
Assenti
7
Favorevoli
41
Contrari
2
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): Proclamo approvata la legge riguardante: “Misure per l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione”.
OGGETTO 1794
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche e integrazioni alla L.R. 2 ottobre 1998, n. 30 e alla L.R. 21 aprile 1999, n. 3.» (29) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): Il testo (n. 4/2011) è stato licenziato dalla Commissione “Territorio Ambiente Mobilità” nella seduta dell’1 dicembre 2011.
Il progetto di legge è composto da 28 articoli.
Relatrice della Commissione è la consigliera Paola Marani, che ha presentato relazione scritta e alla quale cedo immediatamente la parola.
MARANI, relatrice: Proprio perché ho presentato relazione scritta, non leggerò la relazione presentata, ma mi limiterò a cogliere alcuni degli aspetti più salienti di questa proposta.
Devo premettere che l’udienza conoscitiva e il lavoro di Commissione hanno consentito di emendare il testo presentato, e quindi vi è stato un importante lavoro di cooperazione, che ha coinvolto i rappresentanti delle comunità locali nell’udienza conoscitiva.
Mi rammarico del fatto che un numero notevole di emendamenti sia stato presentato nella mattinata di oggi e non abbia quindi potuto essere ponderato con il lavoro particolarmente accurato che abbiamo potuto svolgere nella Commissione. La discussione su questi emendamenti, che hanno tutto il diritto di essere presentati direttamente in Aula, manca quindi di approfondimenti che avrebbero potuto essere più ponderati con un lavoro istruttorio più preciso.
Desidero toccare alcuni punti di questa legge. L’Assessore Peri ama dire che si tratta di un restyling o comunque di una manutenzione alle normative che disciplinano il trasporto pubblico. Io direi che si tratta di un’operazione ben più importante, perché pone davvero le basi per il sistema di governo del nostro trasporto pubblico, facendo riferimento ad alcuni princìpi importanti, che in Commissione abbiamo più volte avuto modo di sottolineare.
La Regione assume un ruolo fondamentale e strategico nel governo del sistema di trasporto pubblico, ruolo che svolge con un’azione che differenzia il governo del ferro da quello autofilotranviario per compiti diversi, che nel caso della gomma sono affidati alle agenzie provinciali.
Il dato straordinariamente importante è quello che nello svolgere questo ruolo la Regione mette in salvaguardia – consentitemi il termine – il patrimonio pubblico delle reti e delle infrastrutture, attraverso la costituzione di una società che ha il compito di gestire questo patrimonio, quindi valorizzando il patrimonio stesso, facendo in modo che esso goda anche di benefici di carattere fiscale, con possibilità di benefici sull’IVA, e quindi possa essere messo a disposizione dei soggetti gestori.
Il nodo importante di questo concetto di liberalizzazione dei servizi sta nel fatto che il pubblico non si sottrae al proprio compito di governo del sistema, di valorizzazione del patrimonio, e mette in campo un sistema di gestione dei servizi che, attraverso la competitività del sistema delle risorse pubbliche e private che oggi svolgono servizi di trasporto, possa conseguire risultati efficienti e una buona qualità del servizio a costi competitivi. Questo mi sembra, peraltro, perfettamente in linea con quanto si sta discutendo in questi giorni sui tavoli del Governo.
Desidero solo accennare a un’ampia trattazione presente nella mia relazione rispetto al fatto che questo provvedimento si inserisce in un periodo particolare, e vedremo quali provvedimenti di restituzione questo Governo vorrà adottare rispetto al tema dei finanziamenti del trasporto pubblico locale. Ci siamo trovati di fatto di fronte a una situazione in cui prima del 2010 i trasferimenti alla Regione ammontavano a oltre 2 miliardi di euro, e dopo la manovra di luglio eravamo a 400 milioni: questo è il taglio effettuato sul servizio di trasporto nella nostra Regione.
Voi sapete bene che la nostra Regione ha reagito attraverso un Patto per il trasporto pubblico locale, che ha consentito di investire 384 milioni nel servizio ferroviario e 752 nel trasporto pubblico locale nel triennio. Ha compiuto questa scelta perché non ha voluto rinunciare all’ambizioso obiettivo, che ispira anche questa modifica legislativa, di un sistema che porti alla tariffazione integrata, all’intermodalità, alla riqualificazione della rete dei mezzi. Proprio sulla riqualificazione della rete dei mezzi vi è un intervento straordinario in investimenti e in infrastrutture, che supera i 400 milioni di euro.
Rispetto all’annosa querelle gomma/rotaia, mi sembrano interessanti fra i dati contenuti in relazione quelli che evidenziano come il trasporto dei passeggeri su rotaia abbia dato risultati straordinari, giacché i passeggeri sono passati da 36 a 41 milioni, 140.000 passeggeri al giorno dal 2006 al 2010.
Vengo ad alcuni riferimenti agli articoli importanti della legge, e quindi al conseguimento degli obiettivi a cui facevo cenno in premessa. Innanzitutto la legge si prefigge di distinguere nettamente il settore autofilotranviario da quello ferroviario, perché, mentre per quanto riguarda il servizio ferroviario la Regione ha compiti di programmazione e anche di progettazione del servizio, per quanto riguarda l’autofilotranviario sono le agenzie provinciali che nell’ambito della programmazione regionale progettano la realizzazione dei servizi.
Nella modifica dell’articolo 13, il principio accennato in premessa della separazione fra la titolarità delle reti degli impianti e la titolarità della gestione dei servizi è fortemente specificato, come la modifica apportata all’articolo 13 della legge n. 30, nella quale si sceglie come modalità di affidamento dei servizi la previsione della gara europea quale unico metodo per l’affidamento dei servizi ferroviari.
Abbiamo avuto un dibattito in Commissione, che credo abbia consentito di chiarire che il criterio dell’aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa non va confuso con quello del massimo ribasso per i parametri di qualità che sono inseriti in questo criterio. Credo che questo sia un elemento di garanzia rispetto alla possibilità di scegliere uno strumento trasparente, che metta in competizione i soggetti in grado di offrire i servizi migliori e, nello stesso tempo, e di garantire la qualità dei servizi erogati.
Vi è poi una proposta di portare l’affidamento per la gomma a dieci anni e per la rotaia a quindici, al fine di responsabilizzare maggiormente i soggetti gestori, perché possano impegnarsi anche in investimenti non solo di carattere infrastrutturale necessari, ma anche sul personale e quindi sulla stabilizzazione e sulla possibilità di poter contare su forme di lavoro maggiormente garantiste.
Rispetto all’altro tema che è stato oggetto di discussione, il tema dei subaffidamenti, il superamento del subaffidamento del 15 per cento, che peraltro è da sempre disatteso, non mette assolutamente in discussione i princìpi della normativa nazionale, che prevede comunque un affidatario principale che deve avere il 70 per cento, e che il subaffidamento non possa superare il 30 per cento. Il pericolo che nasceva da alcune osservazioni in udienza conoscitiva di andare al frazionamento del sistema senza lasciare una forte responsabilità in capo dell’affidatario principale mi pare che sia un pericolo inesistente, poiché norme nazionali e europee ci consentono di evitarlo.
Vi è stata poi una richiesta di rafforzare ulteriormente il ruolo dei comitati degli utenti. Esiste tuttora un comitato che rappresenta gli utenti dei servizi ferroviari, che non ha mai trovato formalizzazione, e anche rafforzando l’articolo contenuto nella legge si è voluta precisare meglio la possibilità che questo comitato divenga soggetto importante nella consultazione rispetto sia alla programmazione dei servizi sia alla fase di verifica degli stessi.
Vorrei citare anche questa importante modifica societaria, cioè la creazione di una patrimoniale, che assume la responsabilità delle reti, delle infrastrutture e diventa stazione appaltante. Questa è il soggetto che ci consente di eliminare – si semplifica anche il quadro dei soggetti che stanno dentro alla governance del sistema di trasporto pubblico – la mai costituita Agenzia per il trasporto pubblico regionale e locale, e quindi sarà questa società, che una è società in house esclusivamente pubblica e prevalentemente regionale che agisce anche come stazione appaltante, che svolgerà i compiti strumentali dell’attività della Regione
Rispetto al tema del ruolo che la Regione avrà, vengono specificati in più punti i temi che riguardano il ruolo di vigilanza e di sorveglianza che la Regione assume, e viene previsto anche, rispetto a questa vigilanza sugli aspetti contrattuali, un comitato tecnico di gestione, che possa vigilare sul contratto.
Dicevo già in premessa come la società patrimoniale che si costituisce abbia i benefici della compensazione dell’IVA. La valorizzazione del patrimonio potrà comportare anche la possibilità di reperire risorse da opportunità che oggi non vengono pienamente sfruttate, per esempio canoni di attraversamento di chi anche parzialmente utilizza la rete ferroviaria.
Vi è una parte consistente che riguarda anche l’adeguamento degli strumenti legati all’attuazione del percorso già iniziato di integrazione tariffaria, quello che l’intermodalità comporta, laddove la creazione di un’unica modalità comporta anche la modifica delle modalità tariffarie che diventano integrate e devono essere quindi valide per tutti i mezzi di pubblici e per tutti i gestori all’interno del territorio regionale.
Pur non andando nello specifico per talune attività di determinazione delle tariffe, la Regione assume un compito regolatorio e di determinazione del quadro e dei livelli tariffari. Questa è anche una risposta ad alcune osservazioni. Alla bigliettazione unica integrata ho già accennato. In relazione a questa tariffazione unica viene inserito anche l’obbligo di validazione del titolo ad ogni cambio di modalità, e anche le eventuali sanzioni.
Le garanzie perché non ci sia un vuoto di attività fra un’aggiudicazione e l’altra sono assicurate da una transitorietà di tre anni, affinché non ci sia un vuoto nella gestione e nel passaggio da un affidatario all’altro.
Dall’articolo 22 della legge si cambia argomento, perché non si parla più di autofilotranviario e di ferroviario, ma si parla di viabilità. Il provvedimento di modifica non alla legge n. 30, ma alla legge n. 3, consente di autorizzare che i finanziamenti regionali siano utilizzati anche per le strade provinciali non trasferite dallo Stato. Questo emendamento consente di fare in modo che nella programmazione delle risorse, pur mantenendo la priorità delle strade di interesse regionale, le Province possano utilizzare queste risorse per il sistema manutentivo sia delle strade provinciali, anche perché, essendo caduta la Bassanini e i relativi trasferimenti, non ci sono vincoli di utilizzo delle risorse legate al trasferimento iniziale, che non esiste più, ma che ci sia la possibilità di rendere omogeneo il sistema manutentivo della viabilità provinciale, sia dei tratti autostradali che possono essere definiti complementari al sistema della viabilità regionale e provinciale.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Marani.
È aperto il dibattito generale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Devo dire che, pur non essendo componente della competente Commissione in cui il provvedimento ha avuto il suo iter naturale, ho cercato, forse frettolosamente, di passare in disamina il provvedimento e la delibera con l’allegata relazione di accompagnamento al progetto di legge, che oggi viene in discussione in Aula e che la collega ha appena illustrato.
Mi sembra in premessa che questo progetto di legge, almeno ad analizzare tutta la parte delle premesse e dei richiami normativi, vada in gran parte a cercare un adattamento rispetto alla normativa europea nel settore dei trasporti ferroviari, autofilotranviari e sulla viabilità, in particolare sulla durata dei contratti, e che introduce alcune novità in merito al demanio ferroviario, ai servizi di trasporto alternativi e alle risorse relative alla manutenzione straordinaria delle vie, come mi sembra di aver colto nella relazione conclusiva della relatrice, che ho attentamente ascoltato.
La materia è quindi particolarmente ostica e difficile, in quanto vi sono tanti richiami normativi. Al fine di effettuare una valutazione di natura politica, mi sono appuntato due o tre riflessioni, che sono state oggetto di riflessione da parte dei componenti del mio Gruppo in Commissione o da altri colleghi, e sono uno spunto per il dibattito.
Un punto che mi sembra di cogliere, ma poi magari nella replica l’Assessore che non vedo presente in Aula potrà eventualmente riferire, riguarda la scissione della società FER da cui nasceranno FER infrastrutture e un’altra società, che si unirà all’ATC di Bologna e si occuperà della gestione dei servizi di trasporto.
Dico questo perché mi sembra giusto come consigliere regionale, pur trattandosi di questioni non direttamente legate al mio collegio elettorale di Piacenza, dato che lo Statuto ci riconosce una funzione di controllo nell’indirizzo generale delle politiche che riguardano la nostra Regione, osservare con preoccupazione come non sia stata mai costituita l’Agenzia regionale dei trasporti.
Sarà quindi FER infrastrutture a fungere da stazione appaltante per i servizi di trasporto regionale? Chi potrà avallare e favorire questa società, forse la società sua gemella nata appositamente per fornire i servizi di trasporto? Non dimentichiamo che unita ad ATC è la più grande agenzia di trasporti della Regione, in quanto l’unica in grado di fornire il trasporto integrato ferro/gomma.
In secondo luogo, vengono ridefiniti i bacini ottimali per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico su gomma, in modo che essi abbiano una dimensione sovraprovinciale. Questo di fatto – e anche qui esprimo una preoccupazione – dà il via libera alla creazione di mega utility (abbiamo visto in questi mesi la vicenda), come sarà anche Seta. Questo può lasciare spazio – spero di sbagliarmi, non ho la sfera di cristallo – a un eventuale allontanamento dalle esigenze territoriali e a un calo della qualità del servizio.
Punto tre, che tocca l’ultimo argomento elencato con molta chiarezza dalla relatrice. Rispetto alla viabilità, verranno ripartite alle Province le risorse per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali non ricadenti nella rete di interesse regionale. Tali risorse vengono date per finanziare singoli progetti, quindi facciamo attenzione a come verrà fatta questa ripartizione, perché, se viene fatta in base al numero di abitanti, le Province più piccole – anche la mia Piacenza – avranno più difficoltà a reperire le risorse per nuove opere straordinarie. Auspico che vi possa essere una sorta di perequazione nel realizzare questo tipo di opere.
Questo provvedimento, pur recependo delle normative europee, avrebbe potuto rendere più snelle le norme per l’affidamento dei servizi e probabilmente improntarle a una maggior concorrenza, favorendo maggiore privatizzazione rispetto alle aziende di trasporto, che – l’ho visto quando ero consigliere comunale di Piacenza – hanno sempre enormi rossi di bilancio. Anche prolungando i contratti e con altre misure, bisogna cercare di migliorare la situazione del trasporto pubblico, di cui indipendentemente dall’amministrazione il cittadino deve pagare i debiti.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Come Gruppo consiliare Italia dei Valori siamo favorevoli a questo provvedimento, che voteremo con convinzione. Vorrei però aggiungere qualche considerazione in merito al provvedimento.
Riteniamo giusto procedere a una separazione tra la gestione delle reti e quella dei servizi, non soltanto per rispondere a direttive europee, ma anche perché riteniamo che, in linea generale, vada preservata la funzione pubblica dei beni pubblici e dei servizi, di cui fa parte il sistema dei trasporti. Anche nell’ambito del rispetto delle leggi e delle logiche di mercato, il servizio pubblico deve essere il principale regolatore.
Siamo favorevoli anche a valutare la possibilità dell’ingresso dei privati nel settore dei trasporti, anche locali, ma solo per la parte che riguarda il servizio di trasporto, non certo per quanto riguarda la gestione delle reti, che vanno sempre protette come beni della collettività dunque totalmente in mano ai soggetti pubblici.
Siamo dunque favorevoli in questo come in altri settori legati ai servizi essenziali ad andare verso un maggiore ruolo di governance della Regione, soprattutto nel momento in cui diventa la principale erogatrice delle risorse economiche e finanziari. Non possiamo dimenticare che a causa dei tagli del precedente Governo, che ha falcidiato le risorse del trasporto pubblico, è sempre più difficoltoso garantire la qualità dei servizi, e ci auguriamo che il nuovo Governo Monti e il nuovo Ministro Passera non aggiungano, come pare siano intenzionati, ulteriori aggravi a questi tagli.
Mentre infatti per quest’anno la Regione è riuscita a tamponare la situazione del trasferimento dei fondi mettendo risorse proprie, per il futuro questi sforzi saranno sempre più difficili da fare. Questo significa creare disagi e tagli ulteriori ai servizi pubblici di trasporto.
Riteniamo inoltre che la logica della fusione debba andare, oltre che nella direzione di incrementare i servizi e di migliorarli, anche nella logica della riduzione dei costi di gestione. E quando parliamo di riduzione dei costi non ci riferiamo solo a quella parte che riguarda la mera gestione del trasporto, ma teniamo in particolare attenzione anche le spese connesse.
Questo significa evitare il proliferare degli apparati, mettere etica nei compensi e nei componenti degli organi di governo di queste società. Crediamo che oggi non sia più possibile – se lo è stato in passato, è stato un errore – permettere che i manager o i componenti pubblici dei Consigli di amministrazione mantengano livelli di indennità e di stipendi quali vediamo oggi.
Non è più concepibile che nel pubblico vi siano manager che guadagnino 300-400.000 euro all’anno: questo è un appello che facciamo per quanto riguarda le aziende del trasporto e tutte le altre società in cui il capitale maggioritario è di natura pubblica.
Nell’ambito del discorso della riduzione dei costi e dell’evitare il proliferare di apparati, troviamo convincente che la società che gestirà la rete svolga anche la funzione di stazione appaltante per quel che riguarda i servizi di trasporto, rinunciando dunque ad attivare quell’Agenzia regionale che era prevista dalla legge n. 3 del 1998 e che con questa viene soppressa.
Per noi dell’Italia dei Valori riduzione dei costi significa anche incentivare un maggiore risparmio, maggiori controlli, un’azione costante che deve mirare a due componenti principali: migliorare la qualità dei servizi e contenere i costi di gestione.
Bisogna prestare molta attenzione al coinvolgimento e all’ascolto dei comitati degli utenti, che, se tante volte hanno protestato, riteniamo sia stato anche a giusta ragione, perché specialmente il servizio dei pendolari non sempre è stato all’altezza delle aspettative, e comunque i pendolari sono le sentinelle sul territorio che misurano la qualità dei servizi.
Ci auguriamo anche che vengano mantenute buone relazioni sindacali con le rappresentanze dei lavoratori, perché anche i lavoratori sono protagonisti, se li vogliamo coinvolgere, del funzionamento del servizio strategico e del suo miglioramento. Chi opera e chi lavora in un servizio è una componente fondamentale della propria qualità.
Ci auguriamo che la Regione, nell’espletamento delle sue funzioni di controllo, faccia una periodica analisi dell’organizzazione interna delle società. Le società partecipate sono ormai riconosciute come i veicoli privilegiati per operazioni non sempre trasparenti riguardo alle consulenze, alle assunzioni e agli appalti. Anche le due società di cui stiamo parlando non sono state immuni da queste casistiche.
Dobbiamo quindi evitare che si creino condizioni di sprechi e nepotismi, dobbiamo insomma inserire una grande dose di trasparenza anche in questa operazione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Inizio leggendo il Regolamento 1370 del 2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo ai servizi pubblici e ai trasporti passeggeri su strada e per ferrovia, che abroga i regolamenti precedenti: «A meno che non sia vietato dalla legislazione nazionale, le autorità competenti a livello locale, si tratti o meno di un’autorità singola o di un gruppo di autorità che forniscono servizi integrati di trasporto pubblico di passeggeri, hanno facoltà di fornire esse stesse servizi di trasporto pubblico di passeggeri o di procedere all’aggiudicazione diretta di contratti di servizio pubblico a un soggetto giuridicamente distinto, su cui l’autorità competente a livello locale, o nel caso di un gruppo di autorità almeno una di esse, eserciti un controllo analogo».
Questo significa che noi non ci stiamo mettendo in linea obbligata con delle normative europee, perché l’Europa ci lascia la facoltà di pensare a una gestione differente. Questa è una scelta politica legittima, che io non condivido, ma comunque è una scelta politica della Regione Emilia-Romagna. Ricordo che quando ci fu il tema – ne abbiamo già parlato in Commissione – della gestione del servizio idrico, chi da altre parti politiche era contro i temi del Comitato referendario sosteneva che la rete rimaneva pubblica, ma che si andava a gara sull’organizzazione del servizio. Le stesse argomentazioni che ho sentito sul pubblico.
Ovviamente sono due tematiche diverse e ne sono cosciente, ma questo per dire che sostanzialmente credo in uno Stato efficiente, in un servizio pubblico efficiente che non debba per forza ricorrere ai mercati, anche perché ritengo il diritto alla mobilità un servizio primario, giacché oggi senza mobilità non si può vivere. Premetto quindi che parto da una posizione politica distinta dal resto dell’Aula e per questo motivo annuncio il voto contrario.
Mi sono riservato, però, di presentare degli emendamenti. Alcuni non ho fatto in tempo, non è stata assolutamente strategia politica. Sono riuscito a presentarli in Commissione, sono stati bocciati, li ripresento qui, mentre per altri non ho fatto in tempo per la Commissione e arrivano oggi in Aula a norma del Regolamento.
Ha ragione la consigliera Marani che sarebbe meglio discuterne in Commissione, ma questo non sempre è possibile perché tutti abbiamo molto da fare e seguiamo più Commissioni, e penso che sia lo stesso motivo per cui oggi lei stessa e il consigliere Zoffoli hanno presentato degli emendamenti in Aula, che valuterò nel tempo dell’Aula e sui quali chiederò al massimo spiegazioni, perché anche l’Aula è un luogo dove ci si confronta e dove si discute al pari di una Commissione, che è sicuramente più idonea, ma finché non cambieremo il Regolamento questo farà parte della discussione dell’Aula, e io credo anche in un’Aula viva, che possa emendare dei provvedimenti.
Dico subito che aver fatto passare una cosa come la fusione FER-ATC in una legge finanziaria con un articolo introdotto all’ultimo momento non sia stato giusto verso i bolognesi, ma soprattutto, come diceva il consigliere Pollastri, verso tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna, perché di fatto in questa nuova società comanderanno la Regione, Bologna e Reggio Emilia, i primi come conferimento di beni, quindi come numero di quote, ad aver diritto di entrare nel CdA.
Che sia dunque chiaro a tutti che andiamo anche ad espropriare, a torto o a ragione, la possibilità agli ambiti locali di non fare la gara, ovvero, visto che una legge non vive solo i tempi di quest’anno o del precedente, ma dovrebbe dare una vision, stiamo dicendo che un giorno, se un ambito avrà un’azienda pubblica in attivo, che funziona, sarà obbligato ad andare a gara, quindi stiamo obbligando gli ambiti locali alla gara, non stiamo lasciando un’opzione facoltativa.
Vedo che l’assessore annuisce, e in effetti è proprio così, perché c’è scritto nero su bianco.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
(interruzione dell'assessore Peri)
Mi dispiace, assessore, che si sia perso l’introduzione. Ha sentito? Non si fa mancare niente. Avremo modo poi di interloquire anche nella discussione dei relativi emendamenti.
Tra l’altro, nei Consigli Comunali si afferma che la fusione FER-ATC serve per razionalizzare, perché fondere le società genera risparmi, ma è l’unica fusione dove uno più uno fa tre, dove si ribaltano le regole della matematica, perché per fare questa fusione le due società FER e ATC dovranno scorporarsi in due società. Quindi ATC farà due società, FER farà due società, e poi ognuna di queste coppie si metterà insieme e farà un’unica società. Quindi uno più uno, per via di questa fusione, farà tre: ATC scorporerà la Sosta e noi scorporeremo infrastrutture da servizio. È quindi difficile capire dove saranno i risparmi.
Anche se il contesto è diverso, si sta ricalcando quello che è successo con Hera e con Iren, ovvero si creano grandi società che gestiranno più ambiti, forse in futuro si arriverà a un’unica società regionale, ma queste società perderanno la vocazione territoriale. Anche ai tempi di Hera ci rassicuravano dicendo che i sindaci avrebbero controllato e avrebbero avuto strumenti per pianificare, per decidere investimenti, tariffe, ma poi abbiamo visto che quando le società diventano così grandi i Comuni non hanno le capacità di tener loro testa e devono prendersi tutto quello viene passato dal gestore, che è giuridicamente privato. Anche qui si dice che il gestore sarà privato.
Al di là del tema della gara, avremmo potuto lavorare scrivendo in questa legge che la società che andiamo a far nascere, che ha un’origine pubblica, dovrebbe rimanere in mano pubblica, invece noi non lo scriviamo: stiamo tecnicamente dando il via libera al fatto che le società di gestione del servizio potranno diventare private.
Una città come Bologna perde la sua azienda comunale, la sua azienda di bacino dopo decenni di onorevole servizio, per diventare qualcosa di più grande, perché oggi, a differenza di quello che ha insegnato la sinistra americana con il famoso libro Piccolo è bello, la sinistra emiliano-romagnola ci insegna che grande è bello. Ormai è la parola d’ordine. Ritengo invece che presto arriverà una controtendenza, e, come diceva quel libro, passeremo dalla produzione per le masse alla produzione delle masse, ovvero si ribalterà il concetto.
Comunque entreremo nel vivo degli emendamenti, questa era una premessa generale, e quindi mi riservo di intervenire puntualmente nella discussione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Vado in scia sull’intervento del consigliere Favia, anche per rimarcare una diversità di approccio da parte di alcune forze politiche a questo passaggio rispetto a quello referendario sull’acqua. Mi si dirà che l’acqua è un bene primario della vita, che bisogna sviluppare il discorso e l’approccio in maniera diversa, ma stiamo facendo il medesimo percorso e quindi rilevo con estremo stupore una differenza di ragionamento e di posizionamento da parte di alcune forze politiche.
Al di là di quella che è sicuramente un’opportunità di restyling di alcune leggi regionali, la n. 30 del 1998, la n. 3 del 1999, che possono anche trovarci d’accordo su alcuni passaggi, c’è però un punto fondamentale sul quale voglio intervenire, perché penso che non sia stata fatta chiarezza a suo tempo, quando – lo ricordava anche il consigliere Favia – con la legge n. 14 del 2010, articolo 38, si diede il via a questa grande operazione FER-ATC, come anche negli ulteriori passaggi che hanno riguardato sia i Consigli di amministrazione interni alla società, sia gli enti locali interessati, in qualche modo soci, di coloro che oggi si apprestano a questa storica fusione.
Dico questo perché, a fronte dei rilievi fatti anche dal collegio sindacale in seno a uno dei due protagonisti, ossia ATC, oggi chi si avvicina a votare i documenti non ha ancora avuto né il piacere, né l’onere di verificare le osservazioni fatte da coloro che all’interno di queste società hanno un compito di garanzia e di controllo per gli stessi soci. È un fatto gravissimo sapere che all’interno di una delle due società che si apprestano alla fusione, vedi ATC, qualcuno dica a tutela dei propri soci che qualcosa non torna, che non tutto è chiaro e bisognerebbe verificare e chiedere ulteriori chiarimenti.
È altrettanto interessante vedere come la relazione sull’esame del piano industriale post-fusione FER e ATC, disposta dalla Provincia di Bologna a una società terza che ha effettuato una relazione sul piano post-industriale, si concluda con una serie di indicazioni altrettanto dubbiose, che dovrebbero fare riflettere sia il regista di questa operazione, sia tutti i consiglieri regionali che in questo momento vanno con il loro voto a darle il via.
Leggo semplicemente l’ultima pagina di questo studio sul piano industriale post-fusione per rendere chiare le perplessità non solo di forze politiche come la Lega Nord, ma anche di chi ha esaminato la documentazione con uno spirito assolutamente oggettivo e professionale. L’ultimo capoverso inizia in questo modo: «Tuttavia non sempre dai documenti esaminati si evincono chiaramente le misurazioni e le quantificazioni degli impatti economico-finanziari conseguenti a tale azioni. In particolare, il piano economico post-fusione non appare quantificare concretamente i benefici potenziali in termini di ricavi derivanti dallo sviluppo dell’intermodalità.
Non vengono misurate le entità degli investimenti necessari per integrare l’offerta dei servizi automobilistico e ferroviario, per rinnovare il parco mezzi e velocizzare la rete, così come non vengono stimate eventuali riduzioni future dei contributi. Lo scrivente organismo ritiene tali aspetti necessariamente collegati da relazione causa-effetto, e pertanto ritiene che questi debbano essere più coerentemente espressi all’interno del piano industriale, al fine di consentire una migliore valutazione delle condizioni di sostenibilità finanziaria».
Questo è ciò che sostiene una società, la TUV, di cui la Provincia di Bologna è committente, e che ha avuto il piacere e l’onere, essendo ben retribuita, di dare un’inquadratura a questo piano industriale.
Di alcuni rilievi vorrei poter verificare insieme al collegio sindacale di ATC la veridicità, ma anche qui nessuno ha avuto la fortuna di poter leggere quel fantomatico documento che non si trova. ATC dice di non darlo perché è coperto da segreto, il Comune di Bologna in qualità di socio dice di non averlo, e questo è emblematico. Come Lega Nord abbiamo fatto richiesta di accesso alla Regione. Spero che per mano dell’Assessore Peri si arrivi finalmente ad avere coscienza e anche conoscibilità di questo documento.
Risulta strano anche che, per ciò che attiene il conferimento di ben 11 milioni di euro della Regione, i beni patrimoniali siano stati oggetto di perizia da parte dell’ingegnere Carlo Alberto Lunghi, che nel 2009 è stato nominato presso il Servizio Ferrovie della Giunta come direttore dell’esercizio della linea ferroviaria Casalecchio-Vignola. Conflitto di interessi? Boh. Inopportunità? Sicuramente sì. L’incarico per predisporre il piano industriale post-fusione guarda caso è stato affidato a KPMG, che da anni beneficia di incarichi e contratti dalla Regione Emilia-Romagna. Conflitto di interessi? Chi lo sa. Inopportuno? Sicuramente sì.
Per la società TUV incaricata dalla Provincia di Bologna richiamo quello che ho letto poc’anzi, per dimostrare tutte le perplessità che questo ente terzo non politico ha dimostrato. Non è stato fornito alcun dato sul bilancio infrannuali delle società, così come non sono stati mai resi pubblici stati patrimoniali analitici, non è stato diffuso alcun dato relativo alla discussione presso i rispettivi consigli di amministrazione e i relativi organi di revisione interna. Non si sa, pertanto, quali valutazioni interne siano state compiute e con quali esiti.
Ritengo che, al di là di un restyling di norme dovuto in parte per adeguamento a direttive comunitarie, in parte per agevolare un quadro normativo all’attualità dei tempi odierni, visto che con questo passaggio si va a innescare quello che è oggetto del ragionamento che ho fatto, da parte del gruppo Lega Nord ci siano tutte le motivazioni per arrivare a un voto contrario. Questo è giustificato dal fatto che oggi non siamo in grado di esprimere una determinata convinzione della nostra volontà politica, se dare disco verde o fare altre valutazioni, perché allo stato dei fatti mancano documenti e chiarimenti importanti posti non dalla Lega Nord, ma da membri dei Consigli di amministrazione o da società che ben remunerate dai committenti hanno avuto l’onere di redigere tali documentazioni.
Al di là di quelli che saranno i passaggi di emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle, dichiaro quindi voto sicuramente contrario.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bernardini.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare in sede di discussione generale, do la parola all'assessore Peri per la conclusione del dibattito.
PERI, assessore: Grazie, presidente. Solo per una parziale precisazione per evitare equivoci mentre siamo chiamati ad assumere un provvedimento che non a caso abbiamo chiamato di straordinaria manutenzione di una legge buona, che sta funzionando e che ha prodotto esiti positivi negli anni alle nostre spalle.
Non è oggi in votazione e nemmeno in discussione la fusione fra FER e ATC, quindi sarebbe fuorviante orientare il dibattito, gli interventi e le valutazioni unicamente su una scelta che pure non sto rinnegando, anzi che vorrei valorizzare, ma lo faremo nelle sedi e nei momenti più opportuni.
Non penso che siamo in una condizione di originalità nazionale. In Emilia-Romagna si è avviato un processo di efficientamento del servizio nelle condizioni date, e invito chiunque ad usare un qualsiasi parametro di confronto con altre realtà di ambito nazionale per verificare in termini oggettivi come il trasporto pubblico locale in Emilia-Romagna si collochi sopra la media con cui viene gestito a livello nazionale, con buone punte di eccellenza.
Questo si evidenzia non perché siamo perfetti, ma perché in questi anni tutte le componenti della filiera (soci pubblici, aziende, tecnici, lavoratori, rappresentanze degli utenti) hanno concorso a produrre un processo di qualificazione e di efficientamento.
Non è un caso che, passando in mezzo a mille difficoltà di carattere economico-finanziario – ce ne sono state diverse in questi anni, molto più rilevanti negli ultimi – noi abbiamo mantenuto quantità e qualità, e si è riusciti anche ad aggredire qualche problema che ancora non è completamente risolto, ma pezzi della soluzione sono in corso.
Ammodernamento straordinario della legge significa accompagnare questo processo che è in corso, tenere anche una linea di autonoma autoriforma rispetto a quanto nell’ambito nazionale sta venendo avanti, e da questo punto di vista negli anni passati abbiamo lavorato in anticipazione rispetto ad altri processi, ma li abbiamo declinati con l’esperienza della Regione Emilia-Romagna, e non sulla base di decisioni assunte a livello nazionale, alle quali bisognava adeguarsi. Abbiamo anticipato, e questo è un altro di quei momenti in cui anticipiamo.
Faccio un esempio che nessuno ha toccato, perché mi pare che conti più la cronaca della sostanza. In questo provvedimento di legge uno degli aspetti più rilevanti è la distinzione tra infrastrutture e servizi, unico caso in Italia: non lo fa nemmeno il grande monopolista nazionale, pure invitato dall’Unione europea a farlo.
Noi anticipiamo quel processo, cioè distinguiamo ciò che è pubblico a disposizione di tutti – la rete, l’infrastruttura – da chi gestisce e produce servizi. Non è una distinzione solo teorica o letteraria: è una distinzione istituzionale, funzionale, organizzativa, che produrrà effetti anche economici e finanziari positivi sul settore, a beneficio della possibilità dello stesso settore di produrre più servizi e di farlo con una trasparenza assoluta.
Secondo. È vero, noi continuiamo a insistere sulla strada delle gare, non perché ci sia un mercato di potenziali competitori, cosa del tutto nota, ma perché continuiamo a scommettere sulla terzietà dei rapporti. I rapporti si regolano con contratti, cercando di rompere esattamente quel conflitto di interessi che veniva sollecitato a sproposito rispetto al tema oggi in discussione. Le modifiche che facciamo vanno nella direzione opposta: cercare di allontanarci dal conflitto di interessi, che adesso è palese, latente.
Gare lunghe per produrre investimenti. Attraverso questo ulteriore passaggio, vogliamo vincolare chi partecipa alla gara a fare investimenti che vadano a migliorare la qualità e la quantità dei servizi. Non c’è niente di non detto, non c'è niente di nascosto: è tutto esplicitato sulla base dell’esperienza fatta negli ultimi anni, che mettiamo a valore.
Poiché veniva detto che gli enti locali e il pubblico perdono il controllo – gli esempi Hera, Iren sono quelli citati –,qui siamo in una fattispecie che ha delle similitudini, ma ha una differenza di fondo: qui si fanno le gare, cioè il committente pubblico ha la possibilità di rafforzare pesantemente la propria autorità e la propria autorevolezza nel suo compito di fondo, cioè dettare le regole e la quantità e decidere come farlo. Attraverso una gara, che è l’elemento fondamentale, centrale del nostro processo di autoriforma che arriva oggi a un compimento alto.
Nelle gare che sono in corso e che si faranno mettiamo anche la progettualità di sistema che l’Emilia-Romagna ha saputo esprimere. Penso alla tariffazione unica regionale, penso all’integrazione modale, penso all’efficientamento che ha riguardato anche la riduzione dei costi generali delle aziende o del sistema nel suo complesso.
Iniettare le gare con questa innovazione è avere terzietà di rapporti regolate da contratti. A me pare che queste siano le due o tre questioni rilevanti che noi mettiamo alla base di questo processo di autoriforma, e che tutto il resto sia volontà politica dei soggetti che ne hanno titolo.
Sulla fusione FER-ATC avremo modo di tornare. Continuo a ritenere che quello sia un progetto di alto valore industriale, che produce effetti positivi nei servizi ai cittadini. Siccome è un processo che dura da tre anni e siamo andati in tutti i Consigli per due volte consecutive, si è passati attraverso perizia del tribunale per due volte consecutive, è stato analizzato da soggetti terzi per due volte consecutive, non so se esista un processo di fusione industriale così analizzato e valutato in trasparenza come questo.
Ovviamente, chi non è d’accordo può leggere qualsiasi dubbio e qualsiasi perplessità come una contrarietà, ma questo fa parte della dialettica, ma non usiamo in modo improprio elementi che sono invece assolutamente normali.
Il processo è arrivato alla sua conclusione, ma, poiché non è in discussione oggi, mi permetto di stare sugli elementi essenziali e di chiudere qui. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Peri.
Passiamo all’esame dell’articolato. Comunico che sono arrivate venti proposte di emendamento, quindici a firma del consigliere Favia e cinque a firma dei consiglieri Zoffoli e Marani.
Sostituiamo il consigliere Barbieri, come scrutatore, con il consigliere Sconciaforni. La consigliera Moriconi non c’è, quindi la sostituiamo con la consigliera Costi. Il consigliere Pollastri sostituisce il consigliere Vecchi.
Iniziamo con gli emendamenti. Leggerò degli emendamenti che istituiscono un nuovo articolo, perciò ci saranno il dibattito generale, le dichiarazioni di voto e il voto.
Sull’emendamento 1 a firma del consigliere Favia apriamo il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Abbiamo deciso di inserire all’articolo 5 della legge n. 30 una lettera all’interno del comma che abbiamo sostituito, che è il comma 3. Abbiamo inserito la lettera e), che dice: “la Regione mediante il PRIT definisce indirizzi cogenti per la pianificazione territoriale, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 1-bis ad ogni livello di pianificazione (…) al fine di ottenere la massima riduzione della mobilità privata”.
Questo significa che il primo livello in cui si pianifica la mobilità è quello dell’urbanistica. A seconda di come sono costruite le città, di come sono disposte le aree residenziali, ci troveremo ad avere più o meno problemi dal punto di vista della mobilità. Lo testimoniano gli stessi rapporti di monitoraggio, dove si segnala che l’aumento di domanda di mobilità è generato dallo sprawl insediativo, ovvero dalla frammentazione. È necessario quindi che il PRIT fornisca precise indicazioni per limitare questo fenomeno, che non solo cementifica il territorio, ma attraverso le politiche e gli interventi connessi, carbonizza l’aria.
Riteniamo che sia determinante e giusto, visto che stiamo facendo un restyling della legge n. 30, inserire questo punto. Nel momento in cui andiamo a fare il piano decennale dei trasporti, è importante che ci sia una voce chiara e decisa sul tema della pianificazione urbanistica.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ho letto l’emendamento e soprattutto ho ascoltato la ratio del proponente. Non so se l’assessore lo accoglierà, ma mi sembra di capire che l’orientamento sarà negativo, però, anche se la maggioranza e la Giunta presumibilmente lo respingeranno, il consigliere Favia ha il merito di porre anticipatamente questo tema della possibilità di valutare, sotto il profilo urbanistico, la cosiddetta pianificazione, il coordinamento dei vari interventi.
Anche se non ho avuto il tempo per approfondire, l’emendamento troverà il mio voto favorevole.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire nel dibattito generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Riteniamo che questo emendamento sia da rigettare, in quanto il riferimento sia al PRIT che alla legge n. 20 è un riferimento che utilizziamo, e quindi non è assolutamente pertinente fare questo riferimento nell’ambito della modifica alla legge n. 30.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Sinceramente, guardando anche la ratio e come sono scritti i testi di legge, non capisco questo accenno, però ne prendo atto. In questa legge diciamo cosa la Regione fa mediante il PRIT, è un articolo già esistente, consigliera Marani, ma semplicemente aggiungiamo una lettera. Vedo due pesi e due misure, come spesso accade.
Il tema dell’urbanistica è un tema centrale, che andrebbe rimarcato cento volte, perché facciamo le urbanizzazioni e poi dobbiamo portare i servizi. In Olanda e nei Paesi dove la classe politica è migliore, creano l’infrastruttura e sull’infrastruttura creano le urbanizzazioni. Noi lavoriamo all’inverso.
(interruzione dell'assessore Peri)
Invece è così, assessore. Avrò modo di rispondere quando torneremo sugli argomenti caldi. È quindi veramente importante ribadire questi concetti. Non capisco perché si va ad abrogare un emendamento che ribadisce concetti che dovrebbero essere universalmente condivisibili, ma come dicevo ne prendo atto.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Passiamo all’emendamento 2 a firma del consigliere Favia. Anche questo istituisce un nuovo articolo, perciò anche in questo caso si svolgeranno il dibattito generale e le dichiarazioni di voto.
L’emendamento 2 è una modifica all’articolo 1, con modifiche all’articolo 5-bis della legge regionale n. 30 del 1998. È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Premetto che farò un intervento che presenterà gli emendamenti 2, 3 e 4, per efficientare i tempi, per semplificare, visto che il tema è comune.
Il tema è quello della pubblicizzazione, della condivisione e della trasparenza. Sono piccoli aggiustamenti, che però ritengo utili. Sul tema della partecipazione: la legge prevede la pubblicizzazione su un quotidiano di portata regionale e noi inseriamo anche il web, che tecnicamente arriva in qualsiasi parte del nostro territorio regionale. Aggiungiamo, sostituendo il comma, una frase in fondo che dice: l’avviso è pubblicato altresì su almeno un quotidiano a diffusione regionale e sulle apposite sezioni dei siti istituzionali della Regione e delle Province. Questo per dare massima pubblicità al PRIT.
Chiediamo anche che il web sia usato non solo per dare diffusione, ma anche per quella che è la sua più grande potenzialità, ovvero l’interazione. Per ricevere osservazioni, quindi, mettiamo delle maschere compilative in cui le osservazioni possono essere ufficialmente inviate all’ente Regione e quindi automaticamente protocollate. Consideriamo fondamentale l’interazione.
Si investe sulla partecipazione, ma sono costi irrisori. È stato fatto il Mobiliter, una due giorni di cui è stata incaricata un’agenzia di Torino pagata decine di migliaia di euro, per far parlare 100 cittadini emiliano-romagnoli selezionati via web della nostra mobilità. Tutto questo senza alcun tipo di livello cogente. Li abbiamo fatti parlare per far vedere che la Regione è partecipativa, ma poi non si è risolto niente.
Hanno scritto su un foglio le questioni emerse, molti criticavano i raddoppi autostradali, il nuovo cemento, però, piuttosto che fare questo tipo iniziative, con cui alcuni cittadini con cui ho parlato si sentono anche presi in giro, sarebbe utile sfruttare il web per interagire attivamente.
Gli emendamenti completano il testo della legge n. 30. Spero che almeno questi siano accoglibili da parte della maggioranza.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Anch’io seguo la stessa presentazione, gli emendamenti 2, 3 e 4 illustrati dal consigliere Favia. Credo che per quanto riguarda gli emendamenti 2 e 4 si vada verso l’allargamento delle forme di comunicazione e di pubblicizzazione del piano, e che quindi l’utilizzo dei siti istituzionali sia possibile. Considero quindi accoglibili entrambi.
Per quanto riguarda l’emendamento 3, è evidente che fra le forme di partecipazione per formulare osservazioni e proposte (nell’elencazione ci sono i vari soggetti che possono farlo), enti e associazioni sono forme organizzate, che hanno possibilità di partecipazione. Parlare dei cittadini residenti nella Regione Emilia-Romagna mi sembra una definizione che, dal punto di vista della forma della rappresentanza, sia molto difficile intercettare con questo livello di genericità. Mi pare quindi che da questo punto di vista l’emendamento 3 non sia accoglibile.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Marani.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire nel dibattito generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Accipicchia, mi avete tolto proprio l’emendamento più importante, quello che mi interessava di più. Me ne passate due su tre e proprio quello più interessante è bocciato.
(interruzione dell'assessore Peri)
Sì, la media è buona, ma il risultato…
Non condivido, ma come al solito, presidente, prendo atto.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2 a firma del consigliere Favia.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è approvato.
Passiamo all’emendamento 3, a firma del consigliere Favia, anche questo istitutivo di nuovo articolo “Modifiche all’articolo 5-bis della legge regionale n.30 del 1998”. L’avete già illustrato, ma devo aprire il dibattito.
Se nessun consigliere chiede di intervenire in discussione generale e in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Passiamo all’emendamento 4 a firma del consigliere Favia “Modifiche all’articolo 5-bis della legge regionale 30 del 1998”. È aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: L’ho già presentato, ma aggiungo un piccolo topic per non andare fuori strada dopo con gli altri emendamenti che dovrò presentare. Volevo sollevare una questione sul tema delle perizie e della massima trasparenza.
Penso che quello indicato dal consigliere Bernardini sia un percorso di metodo, laddove ci sono stati una serie di filtri che però non sono pubblici. Anche gli stessi consiglieri che avrebbero un ruolo ispettivo non riescono a verificare. Non so a chi diate da fare le perizie e come funzioni, ma ritengo che il controllo oggi debba essere più allargato possibile.
Solo per rispondere a quella nota, assessore, altrimenti l’avrei persa.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4 a firma del consigliere Favia.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è approvato.
Passiamo all’emendamento 5 a firma del consigliere Favia “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale 30 del 1998”, anche questo istitutivo di un nuovo articolo.
È aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Ho già visto anche su questo il pollice verso dell’assessore, ma questo è un tema importante, perché riapriamo il faldone della legge n.30 e, se c'è una cosa che grida vendetta nella nostra Regione, è la realizzazione delle piste ciclabili.
Non sono abbastanza, sono scollegate, ma spesso non siamo davanti a delle piste ciclabili, siamo davanti a degli itinerari ad ostacoli ciclabili, perché le piste ciclabili sono delle mani di vernice date in mezzo ai marciapiedi. Basta vedere la situazione di Bologna, che è la più disastrosa, mentre per fortuna in altre città funziona meglio. Non è possibile che la pista ciclabile sia una striscia sul marciapiede in condizioni di totale inadeguatezza.
Visto che noi paghiamo i chilometri di ciclabile agli enti locali, potremmo mettere uno standard sul tipo di pavimentazione che deve essere idoneo alle piste ciclabili, uno standard più adeguato sulle dimensioni, uno standard adeguato sulla protezione. In più potremmo anche creare uno standard sul percorso, perché è inutile pagare piste ciclabili che iniziano e finiscono nel nulla, senza una logicità. Paghiamo dei reali itinerari e delle reali piste.
Non capisco perché lei, assessore, faccia il pollice verso mentre dovrebbe essere d’accordo. Va bene che non è molto favorevole a portare le bici sui treni, mentre io sono un convinto ciclista, basta vedere quello che accade in Austria...
(interruzione del sottosegretario Bertelli)
Può portare i treni sulle biciclette! Questo è un tema importante, perché dei ciclisti muoiono sulle piste ciclabili nella nostra regione e ci deve essere la massima attenzione. Andiamo a riaprire la legge 30 e voglio riaprire anche il tema delle piste ciclabili.
Quello che dico di così riottoso e rivoluzionario è nelle more dell’adozione di detto Regolamento, comma 2-bis: “I finanziamenti regionali previsti dal comma precedente per la mobilità ciclabile sono finalizzati alla realizzazione di itinerari ciclabili aventi le caratteristiche tecniche, che dovranno essere definite da un apposito regolamento che sarà emanato dalla Giunta regionale” lasciamo quindi a voi la responsabilità di fare questo Regolamento regionale “Entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge”.
Ne avreste tutto il tempo e addirittura, assessore, mi fido di lei: le sto chiedendo di farmi questo Regolamento. Nelle more dell’adozione di detto Regolamento le caratteristiche minime di riferimento saranno quelle definite dal decreto ministeriale n. 557 del 30 novembre 1999, recante “Norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”.
Oggi c'è bisogno di fare di più. Evidentemente queste non bastano. Noi dobbiamo ragionare per far sì che quanto si vede oggi nostre città, soprattutto a Bologna, non si veda più.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
La parola all’assessore Peri.
PERI: Grazie, presidente. Noi ci siamo dotati da tempo di linee guida per la progettazione, che comprendono anche le piste ciclabili. Sono un atto della Regione di tre o quattro anni fa, che prevede le rotatorie, gli attraversamenti pedonali, le piste ciclabili. È un atto della Regione, inviato a tutti gli enti che hanno competenza in termini di progettazione, di esecuzione, di appalto e di controllo.
Il PRIT precedente diceva delle cose e quello nuovo auspicabilmente ne dirà altrettante, in coerenza con le politiche della mobilità e le politiche anche di qualità dell’assetto urbanistico delle città. Quello che non possiamo fare è assumere competenze che sono di stretta competenza del Codice della strada e di norme nazionali.
Questa è l’obiezione di merito, e, se questo viene letto come una sottovalutazione del tema delle piste ciclabili, posso dire che negli ultimi sei anni in Emilia-Romagna abbiamo raddoppiato le piste ciclabili vere, non quelle finte. Il numero di chilometri di piste ciclabili protette in sede propria in Emilia-Romagna è più che raddoppiato. Vuol dire che c’è attenzione su quel tema.
Aver appena fatto il bando per realizzare il bike sharing presso le stazioni, per quelle centinaia di utenti che non possono permettersi di portare la bicicletta sul treno, ma che possono affittarla all’uscita dalla stazione, magari significa qualcosa, perché per dieci biciclette che portiamo sul treno, cinquecento le mettiamo in affitto nelle città.
Questa è la scelta, cioè la diffusione più larga possibile dell’uso della bicicletta come un sistema complementare alla mobilità urbana, che deve essere espletato in termini di sicurezza e di garanzia per chi lo usa. È un combinato disposto di azioni, non le fa tutta la Regione. Quando noi finanziamo, deve essere fatto in base alle linee guida già emanate dalla Regione. Mi pare che siamo assolutamente coerenti e non possiamo fare invasioni di campo su norme statali.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Peri.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Non so se ci siamo capiti: non siamo obbligati a pagare le piste ciclabili, è una scelta. Premetto che sul bike sharing sono perfettamente d’accordo, e ci potevamo arrivare anche cinque anni fa, però mi fa piacere…
(interruzione dell'assessore Peri)
Dipende da dove si va, perché per andare in montagna a fare una gita magari posso volermi portare la bicicletta. Se vado a Porretta, a meno che non tagliamo i treni, come si sta facendo…
Al di là del tema turistico, sono assolutamente favorevole e dico che, se questa sensibilità fosse arrivata prima, sarebbe stato meglio, ma va bene così. non pensiamo al passato.
Non siamo obbligati a pagare le piste ciclabili, ma, se le paghiamo, devono corrispondere a determinati standard. Se come lei dice questo sta accadendo, andrò a metterci le mani perché qualcosa non funziona, perché ho visto ancora fare piste ciclabili in Comune a Bologna pagate dalla Regione seguendo standard che, se sono regionali, mi preoccupo, però mi riservo di controllare dandole fiducia.
Detto questo, penso che ci sia una ragione in più per non ritirare l’emendamento, nel senso che, se è già così, perché non prevederlo nella legge? Si può subemendare?
(interruzioni)
Va bene. Ritiro l’emendamento, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Prendiamo atto che il consigliere Favia ha ritirato l’emendamento 5.
Passiamo all’esame dell’ultimo emendamento che istituisce un nuovo articolo, l’emendamento 16 a firma dei consiglieri Zoffoli e Marani.
Ha chiesto di parlare il consigliere Zoffoli. Ne ha facoltà.
ZOFFOLI: Grazie, presidente. L’emendamento insiste sull’articolo 9 della legge regionale n. 30. È un emendamento-articolo che tratta dei criteri per la definizione dei servizi minimi nei vari bacini territoriali.
Questo emendamento è collegato agli altri emendamenti elencati con i numeri 17, 18, 19 e 20, quindi faccio un unico intervento perché si tratta di emendamenti coordinati e integrati, che hanno un’unica finalità.
L’obiettivo è quello di qualificare i servizi del trasporto pubblico locale e la ratio è quella di superare gradualmente il concetto dalla spesa storica, individuando nuovi e diversi criteri di premialità o penalità, che governino l’individuazione, la quantificazione con i relativi finanziamenti dei servizi minimi del trasporto locale nei vari bacini territoriali, favorendo in questo modo le gestioni più virtuose nell’ottica della intermodalità, dell’integrazione ferro/gomma, che è un punto centrale nelle politiche regionali sui trasporti.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Zoffoli.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 16 a firma dei consiglieri Zoffoli e Marani.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 1, sul quale insistono gli emendamenti 6,7,8 e 9 a firma del consigliere Favia. È aperta la discussione sull’articolo e sugli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Mi può rileggere i numeri degli emendamenti?
PRESIDENTE (Mandini): Emendamenti 6, 7, 8, 9.
FAVIA: Perfetto. Chiediamo innanzitutto che la società di gestione che viene a crearsi da questo scorporo rimanga a maggioranza pubblica e che per l’aggiudicazione si applichi il criterio dell’offerta economicamente e qualitativamente più vantaggiosa.
Questo va esplicitato, consigliera Marani, perché lei ha detto nella presentazione che questo non è un massimo ribasso. Sì, tecnicamente non è un massimo ribasso, ma non è che la logica sia molto diversa, perché il massimo ribasso è l’offerta economicamente più vantaggiosa.
So che tecnicamente non è così, ma nella sostanza è l’offerta economicamente più vantaggiosa, perché, se io ribasso del 30 e tu ribassi del 10, vinco io perché la mia offerta è economicamente più vantaggiosa. Se è già così, penso che non ci sia alcun tipo di problema a sottolineare questo punto.
Devo anche aggiungere in merito all’emendamento 6 che prima ho letto il Regolamento dell’Unione europea, che spero abbiano letto anche i legislatori, perché il messaggio che sta passando è diverso, che noi siamo obbligati a fare questa cosa. Vi si dice chiaramente che le autorità competenti a livello locale che forniscono servizi integrati di trasporto pubblico di passeggeri hanno facoltà di fornire esse stesse servizi di trasporto pubblico.
Non leggo tutto il passaggio, che ho letto prima e che possiamo rileggere insieme, assessore: significa che non siamo assolutamente obbligati. Noi invece stiamo obbligando i bacini a fare la gara e quindi togliamo anche una sorta di sovranità, perché su tante materie la Regione perde il controllo come nella gestione del territorio delegando alle Province.
Informo il servizio legislativo che adesso l’audio dello streaming, che era sospeso, adesso funziona.
Noi non siamo obbligati, quindi perché obbligare? Ripenso ai discorsi sull’acqua: abbiamo le società che funzionano e dobbiamo per forza andare a gara, perché?
Quello che vorrei capire da questa maggioranza, assessore, è questo: di fatto la flotta rimane quella, perché la società pubblica deve conferire la flotta, i dipendenti rimangono quelli, le linee di investimento sono decise dal pubblico, non ci si possono inventare sistemi diversi per far girare gli autobus, ma, se i dipendenti, i mezzi e i tragitti rimangono quelli, questo know-how industriale aggiuntivo su cosa andrà a lavorare?
Stiamo mettendo a gara il CdA, perché i nostri CdA pubblici sono stati incompetenti. Voi state ammettendo la sconfitta della politica, state dicendo che livelli dirigenziali manageriali espressi dalla politica, quindi scelti direttamente da voi, non sono in grado di far funzionare bene le aziende, e che invece i privati, che dovranno anche farci un utile perché non vengono per motivazioni filantropiche, sapranno fare meglio.
Voi ammettete che i vostri manager sono incapaci di amministrare le società, nel momento in cui dite che c'è bisogno di andare a gara per accrescere l’efficienza, altrimenti non capisco il motivo. Di fatto, i dipendenti rimangono quelli, la flotta rimane quella, per cui stiamo mettendo a gara un modello organizzativo che più di tanto non si potrà rivoluzionare.
Sinceramente non ne capisco il motivo, mentre farei logiche più stringenti e mi son perso l’emendamento sul tema della trasparenza che non è arrivato in Aula, sul fatto che i bilanci siano espressi nella forma più estesa possibile per verificare tutte le singole spese, e che siano pubblici, a disposizione di tutti perché poi il buongoverno viene quando si sa di essere controllati, mentre con capisco il motivo di queste gare, se terremo dipendenti e flotta.
Proprio sulla flotta va a lavorare l’emendamento 7. Bene, rivolgiamoci ai privati, ma mettiamo dei criteri qualitativi e stabiliamo che, se facciamo la gara, entro 3 anni dall’affidamento del servizio il parco mezzi deve essere in regola con le normative europee sulle emissioni inquinanti, perché oggi abbiamo Comuni che fanno il blocco del traffico, che ti fanno lasciare la macchina a casa e fanno girare autobus a euro zero. Tu se non hai una certa cifra non puoi entrare in centro, ma l’autobus, che è del Comune e che dovrebbe dare l’esempio, è a euro zero e può girare tranquillamente.
Visto che è una gara, decidiamo noi i paletti, e mi sembra un paletto intelligente stabilire che a tre anni dalla gara, privato o pubblico che sia, debbano avere i mezzi a norma con quanto stabilisce l’Unione europea.
Leggo testualmente: «Al fine di perseguire gli obiettivi fissati dal comma 1-bis – quello che dice che tutto dovrà avvenire con la massima compatibilità ambientale, una delle grandi enunciazioni di questa Regione sulla carta – all’art. 1 della presente legge, nel caso in cui la scelta dei soggetti gestori dei servizi venga effettuata attraverso procedure concorsuali, dovranno essere fissati precisi criteri di selezione, che tengano conto di un programma di investimenti attraverso il quale sia garantito, entro lo scadere del terzo anno dalla data di affidamento del servizio, il totale adeguamento del parco mezzi alle norme europee sulle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera».
A proposito di eventuali economie, non vogliamo che queste economie vengano fatte sulla pelle dei lavoratori, quindi ribadiamo un concetto, precisando che le procedure concorsuali di subaffidamento a garanzia dei diritti dei lavoratori debbano prevedere che l’offerta prodotta rispetti le prescrizioni del contratto nazionale di lavoro nel settore trasporti, in particolare che non si preveda un costo orario per il personale dipendente inferiore al trattamento orario minimo stabilito dal contratto stesso.
Ultimo punto sul tema della terzietà di questa Commissione. Posso sapere quanto tempo rimane, presidente?
PRESIDENTE (Mandini): Due minuti, consigliere.
FAVIA: Mi bastano. Sulla terzietà della Commissione, la Regione Lombardia ha fatto una cosa buona, perché a forza di far qualcosa ci si becca o almeno ci provano, visto che non crea problemi metterlo in pratica.
Proprio per quello che diceva il consigliere Pollastri, di cui richiedo l’attenzione, chiediamo che, come è avvenuto in regione Lombardia, questa Commissione terza che dovrà giudicare per le gare sia composta in maggioranza da componenti esterni, terzi, tecnici, e che quindi i giochi non possano essere già fatti, per cui come al solito controllore e controllato sono gli stessi.
Leggo il 7-bis: «Al fine di garantire i princìpi di terzietà e parità di trattamento, nel caso in cui la scelta dei soggetti gestori dei servizi venga effettuata attraverso procedure concorsuali, i soggetti affidatari dei servizi nominano le Commissioni aggiudicatrici delle procedure per l’affidamento, in modo tale che la maggioranza dei Commissari sia formata da esperti esterni all’Amministrazione regionale, agli enti locali partecipanti e alle società di gestione della rete ferroviaria regionale, dotati dei requisiti di professionalità, competenza e indipendenza individuati».
L’ha fatto la Regione Lombardia, quindi penso che potremmo farlo anche noi. Sulla gestione in house in Commissione avevo fatto un’altra proposta anche questa per limitare le spese perché, se è vero che le spese saranno a carico del soggetto che vincerà la gara, è anche vero che alla fine quel soggetto le farà rientrare, per cui si potrebbe optare per un brand unico, ovvero un brand con un’immagine coordinata (pensiamo a tutto ciò che è marketing, ai colori), che viene conferito alla società vincitrice. Se vince ad esempio la società di Bergamo...
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere, ha esaurito il tempo.
FAVIA: Concludo subito. Riprendo in dichiarazione di voto.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà. Ricordo che sono dieci minuti perché ci sono più di due emendamenti.
MARANI: Seguo anch’io gli emendamenti 6, 7, 8 e 9. Cercherò di essere velocissima, anche se sono molte le cose inesatte che ha detto il consigliere soprattutto rispetto all’emendamento 6, quando parla del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Vorrei che facesse riferimento, come ha cercato di fare puntualmente, al Codice dei contratti, dove all’articolo 82, quando si parla del criterio del prezzo più basso, si parla appunto del prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara e di come questo è determinato, mentre all’articolo 83, quando si disciplina il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, si dice testualmente al comma 1 “quando il contratto è affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, il bando di gara stabilisce i criteri di valutazione dell’offerta pertinenti alla natura, all’oggetto, alle caratteristiche del contratto, quali ad esempio…”.
Di seguito elenca tutti i criteri di qualità previsti nel momento in cui si opta non per l’articolo 82, cioè il criterio del prezzo più basso, ma per l’articolo 83, che prevede parametri di qualità.
Della questione dell’affidamento in house abbiamo già parlato e credo che bisognerebbe essere coerenti. Sono molto soddisfatta del fatto che questa sera si plauda alle nostre società pubbliche e a quanto queste con grande efficienza e competenza svolgano i servizi.
Proprio per questa ragione credo che la gara pubblica sia uno strumento per mettere di fatto a confronto nell’ambito di un processo trasparente la capacità e i livelli di prestazione delle nostre società pubbliche, uno strumento del quale, proprio per il valore delle nostre società pubbliche, non dobbiamo avere paura. Non capisco, quindi, perché si utilizzi l’affidamento in house come una questione che in qualche modo andrebbe di fatto a penalizzare il nostro sistema dell’offerta.
Vado velocemente sull’emendamento 7, per dire che gli elementi che lei vi inserisce non possono entrare in legge, ma vanno definiti nel bando di gara, e quindi hanno altra sede in cui essere previsti, così come quello che riguarda il tema del personale dipendente, che è stabilito dalla legislazione nazionale con obblighi per quanto riguarda sia l’affidatario principale che il caso di subaffidamento del servizio.
Per quanto riguarda l’emendamento 9 sulle Commissioni aggiudicatrici, stiamo ragionando rispetto a semplificazioni del sistema e individuazione di modalità che dividano i compiti e le responsabilità. La società che gestisce l’infrastruttura non è l’ente Regione, è la società che gestisce l’infrastruttura.
Se si costituisse una società di questo tipo su scala regionale che avesse al proprio interno delle competenze specifiche, non si vede perché non potrebbero essere affidate a questa società le nomine di esperti che facciano parte della Commissione e che di fatto, avendo la responsabilità di essere stazione appaltante, vadano anche a definire i componenti di questa Commissione.
Ritengo quindi che siano da rigettare tutti e quattro gli emendamenti.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Per l’emendamento 6 ha già detto con molta precisione la collega Marani che mi ha preceduto, e quindi sono d’accordo che per varie ragioni non sia condivisibile.
Chiederei invece alla collega Marani di rivedere il giudizio sull’emendamento 8, perché penso che responsabilizzare il vincitore della gara per eventuali subaffidamenti sia una cosa positiva da parte di questa Assemblea, perché chiedere di applicare al personale una condizione non inferiore a quello del contratto nazionale è una condizione di salvaguardia, che permette anche maggiore libertà, se effettivamente vengono rispettati i diritti fondamentali.
In questo caso io mi esprimo a favore dell’emendamento 8. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Non ho altre richieste da parte dei consiglieri. La parola all’assessore Peri.
PERI: Intervengo solo sul tema dell’emendamento 8 per evitare un equivoco di fondo, perché in Emilia-Romagna abbiamo già fatto le gare, non siamo alla prima generazione di gara, e in tutte le gare già fatte c’è stata l’applicazione della cosiddetta “clausola sociale”, che da Codice civile e da accordi fatti fra le parti prevede l’assoluta garanzia di tutto il sistema contrattuale in essere a quel momento.
Non vedo quindi perché innescare un dibattito che sembra vecchio di vent’anni nell’esperienza già praticata e consolidata in Emilia-Romagna.
In tutto l’articolato normativo della legge 30 vigente, senza l’emendamento in oggetto, ci sono tutte le garanzie per assicurare l’applicazione del contratto e la salvaguardia occupazionale. Ovviamente poi ci dovranno essere gli accordi e i bandi, ma i bandi sono condizionati dalla legge 30, che già prevede queste disposizioni.
Mi sembra di vivere un dibattito che tenemmo – qualcuno di noi l’ha vissuto – almeno otto anni fa, come se nulla fosse accaduto in questa Regione, il che, francamente, appare un po’ surreale.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Peri.
Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su emendamenti e articolo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Al di là della prassi consolidata, avevamo trovato l’articolo inerente la clausola sociale nella legge 30, ma, dopo un’analisi, abbiamo ritenuto più puntuale inserire l’emendamento in oggetto. Sono posizioni. Lo sto ricercando, ma non riesco a trovarlo. Comunque, ci sembrava importante inserirlo in maniera puntuale e rafforzare il tema, non essendo, secondo noi, il comma relativo sufficientemente esaustivo.
(interruzione dell'assessore Peri)
Venendo, invece, all’intervento della consigliera Marani, che ben si esprime citando l’articolo 83, da un punto di vista tecnico non...
PRESIDENTE (Mandini): Non mi pare che ci sia tutto questo brusio rispetto ad altre volte. Vada pure avanti.
FAVIA: A parte l’articolo 83, che citava correttamente la collega, io non ho portato un’equiparazione tecnica delle due questioni. Sostengo che esiste il rischio che possano diventare la stessa cosa.
Per il resto non riferisce questioni esatte, perché noi, come Regione, possiamo invece normare e stabilire che nelle prossime gare il parco mezzi dovrà essere rinnovato. Noi non usurpiamo alcuna competenza. Possiamo creare normativa quadro. La Regione ha questa facoltà legislativa. Abbiamo competenza legislativa.
Io penso veramente che l’emendamento fosse meritorio di attenzione, perché ritengo che avere, come sostiene anche la Regione, un parco mezzi adeguato almeno alle normative europee, ma anche un po’ oltre, sia importante, dal momento che si finanzia solo l’acquisto di mezzi a ridotto impatto ambientale – non si può parlare di basso, ma di ridotto impatto ambientale – e ritengo anche che nel momento in cui andiamo a lavorare sulla legge 30 sarebbe stato adeguato inserirlo in legge.
Sul tema dell’in house io continuo a non essere d’accordo. Innanzitutto vedo pochi competitori. Stento a capire il senso della gara, perché il rapporto può essere chiaro anche attraverso un contratto di servizio. Si accende il proprio contratto di servizio, ci si mette a tavolino, si decidono alcuni paletti, si fissano e si affida, secondo tale contratto di servizio, il rapporto tra gestore e comune. Non capisco perché per fare ciò si debba per forza procedere alla gara, che, in molti casi, sarà più una pantomima che altro.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’articolo 1 è approvato.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo all’articolo 2, su cui insiste l’emendamento 10 a firma del consigliere Favia. Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: L’emendamento 10 può essere considerato cavilloso, ma è comunque tecnico e, quindi, mi riservo di ritirarlo, nel caso in cui ci sia una spiegazione tecnica.
Lo leggo testualmente: “In tutti i casi di successione nell’esercizio del servizio ferroviario regionale il gestore uscente è tenuto a proseguire il servizio sino all’effettivo subentro del nuovo gestore. Per i primi dodici mesi di proroga le condizioni contrattuali al servizio restano immutate. Oltre il dodicesimo mese eventuali modifiche delle condizioni contrattuali sono negoziate fra le parti”.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare in sede di discussione generale su articolo ed emendamento, do la parola all’assessore Peri per la conclusione del dibattito.
PERI: A mio avviso, l’emendamento è proprio pleonastico, perché il suo contenuto è già previsto nella legge 30, all’articolo 14. Ciò vale sia per l’emendamento 10, sia per l’emendamento 11. Entrambi sono già ampiamente garantiti e tutelati da come è scritta oggi la legge. Ripetere il contenuto in questo modo, in questo caso, oltre che essere piuttosto fuori luogo, rischia di diventare elemento di confusione. Nel merito non vedo obiezioni, ma il tema è già ampiamente citato nell’articolo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamento. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’articolo 3, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo all’articolo 4, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 4 è approvato.
Passiamo all’articolo 5, su cui insiste un emendamento, il numero 11 a firma del consigliere Favia. È aperta la discussione generale su articolo ed emendamento. Se nessun consigliere chiede di intervenire, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: L’assessore lo riterrebbe “pleonastico”.
PRESIDENTE (Richetti): Ritira l’emendamento o lo mantiene, anche se pleonastico?
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 5 è approvato.
Passiamo all’articolo 6, su cui insiste un emendamento, il numero 12 a firma del consigliere Favia. È aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Nel testo si dice che il Comitato di utenti può partecipare su invito. Noi sanciamo, invece, che il Comitato utenti partecipa di diritto al Comitato di monitoraggio. Il nostro è, quindi, un rafforzativo. Non ci piace l’espressione generica per cui “può partecipare su invito”. Il Comitato utenti è un soggetto che viene visto dalla Regione come un interlocutore forte, che deve essere presente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Rispetto al Comitato degli utenti, volevo precisare che noi abbiamo accolto le richieste che sono venute anche in udienza conoscitiva perché ci fosse un rafforzamento della funzione consultiva del Comitato stesso.
È evidente, però, che le funzioni del Comitato di monitoraggio non vanno confuse con quelle del Comitato consultivo, perché sono funzioni diverse. Il Comitato di monitoraggio deve avere una presenza e una funzionalità molto più larga. Ovviamente, quando si parlerà di servizio o di livello delle prestazioni e di gradimento degli utenti o di programmazione delle attività stesse, sarà cura del Comitato di monitoraggio sentire, come stabilisce l’articolo, il Comitato degli utenti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Marani. Dichiaro chiusa la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Io, invece, ritengo molto importante, anche alla luce degli ultimi fatti che abbiamo appreso dalla stampa, far entrare il Comitato degli utenti in prima persona nel Comitato di monitoraggio. Questa è la mia idea. Per me le funzioni di un Comitato di utenti sono assolutamente compatibili con quelle del Comitato di monitoraggio. Anzi, è bene, soprattutto per la Regione, coinvolgere gli utenti in tutta la visione generale del tema.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 6 è approvato.
Passiamo all’articolo 7, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 7 è approvato.
Passiamo all’articolo 8. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 8 è approvato.
Passiamo all’articolo 9. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 9.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 9 è approvato.
Passiamo all’articolo 10. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 10.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 10 è approvato.
Passiamo all’articolo 11. Se nessun consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Scusi, presidente, si tratta di un mio errore tecnico, perché il mio emendamento è sull’11-bis, quindi sarà successivo. Chiedo scusa.
PRESIDENTE (Richetti): Non c’è problema. È istitutivo di un nuovo articolo e lo affronteremo subito dopo. Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 11 è approvato.
Passiamo all’emendamento 13, a firma del consigliere Favia, che è istitutivo di nuovo articolo, a seguito dell’articolo 11. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Dopo la lettera c-ter, al comma 1, della legge 30 è inserita la seguente lettera, che recita testualmente: “La promozione di progetti innovativi di condivisione degli autoveicoli privati”.
Che gesto è il gesto della pompetta, Presidente? È una questione che riguarda il futuro in una maniera diversa. Riguarda i veicoli privati, non i veicoli in condivisione pubblici.
C’è un nuovo modo di pensare, che vive il flusso di trasporto privato come un vero tapis roulant aperto, potenziale, di trasporto pubblico. Cerco di spiegarmi. Ci sono esperimenti che stanno crescendo in alcune Province, che sono stati da esse condotti. Lo si potrebbe definire un sistema di autostop certificato; qualcuno lo chiama in questi termini.
In realtà, dietro c’è un grosso lavoro ed è un sistema estremamente serio, con solide basi legali e anche di sicurezza. La maggior parte delle nostre autovetture gira semivuota, ne siamo coscienti. Abbiamo scatole da cinque posti in cui sono incolonnate, se va bene, al mattino una o due persone. Molti di questi riguardano percorsi abituali di persone che si recano al lavoro. Per esempio, il consigliere Vecchi Alberto potrebbe scendere dalla montagna con il consigliere Defranceschi.
Un signore si è inventato un sistema che alcuni Enti locali promuovono, come, per esempio, la Provincia di Trieste, che si chiama Jungo, che anche noi potremmo promuovere e che lavora proprio sul sistema di condivisione, anche attraverso il mobile, di questi mezzi. Si creano linee pubbliche che rappresentano flussi di mobilità privata, su cui ogni cittadino può aggregarsi. C'è anche un sistema economico che lo rende indipendente nel suo svolgimento dai contributi pubblici. Basterebbe dargli un po’ di sprint, un po’di visibilità.
Sono sicuramente sistemi un po’ più innovativi, sui quali, secondo me, si potrebbe lavorare, perché c'è uno spreco di posti all’interno della mobilità privata, che potrebbe essere potenziato. Potrebbe trattarsi di piccole percentuali, ma avrebbe senso sperimentare il sistema ugualmente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, do la parola all’assessore Peri per la conclusione del dibattito.
PERI: Pur avendo dichiarato disponibilità a discutere anche di progetti del genere, essendo ancora in attesa dell’incontro programmato molti mesi fa, ciò non toglie che noi siamo sensibili al tema. L’importante è che ciò sia collocato nel modo più opportuno nell’impianto legislativo.
La proposta è di tenere la stessa dizione, per semplificare. Invece di introdurre un c-quater si propone di inserire il testo all’inizio del c-ter, dove funziona benissimo, nel senso che va in continuità fra il lavoro di promozione e di studio sulla validità di alcuni progetti, nonché sulla loro attuazione.
PRESIDENTE (Richetti): Stiamo discutendo della proposta dell’assessore Peri di modificare la dizione c-quater in c-ter. Ho capito bene, assessore?
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: È sufficiente la dichiarazione dell’assessore, insieme al mio verbale accoglimento del subemendamento, oppure devo di fatto correggere l’emendamento e riportarlo alla Presidenza?
PRESIDENTE (Richetti): Cerco conforto nella struttura. L’importante è che siamo consapevoli di che cosa stiamo votando.
Il consigliere Favia accoglie la richiesta di modifica dell’assessore, una sorta di subemendamento che intendiamo effettuato all’emendamento 13 del consigliere Favia: invece che c-quater la dizione diventa c-ter.
Metterei, dunque, in votazione, con l’assenso del consigliere Favia, questa nuova stesura dell’emendamento. Se non ci sono osservazioni, possiamo proseguire, ritenendo di fatto modificata la proposta di emendamento.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Sono favorevole. Passate le vacanze natalizie dell’assessore, prenoterò un appuntamento per approfondire il tema.
PRESIDENTE (Richetti): Il luogo dove trascorrete le vacanze è quasi un fatto personale. Proseguiamo con i lavori.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, istitutivo di nuovo articolo, con la correzione c-ter al posto dell’attuale scrittura c-quater.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Passiamo all’articolo 12, su cui insiste l’emendamento 17 a firma dei consiglieri Marani e Zoffoli. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 17 a firma Marani e Zoffoli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 12, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 12 è approvato.
Passiamo all’articolo 13, su cui insistono due emendamenti, il numero 18 e il numero 19, entrambi a firma Zoffoli e Marani. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 18 a firma Zoffoli e Marani.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 19 a firma Zoffoli e Marani.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 13, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 13 è approvato.
Passiamo all’articolo 14, su cui insiste l’emendamento 20 a firma Marani e Zoffoli. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 20 a firma Marani e Zoffoli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 14, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 14 è approvato.
Passiamo all’articolo 15, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 15.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 15 è approvato.
Passiamo all’articolo 16, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 16.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 16 è approvato.
Passiamo all’articolo 17, su cui insiste l’emendamento 14 a firma del consigliere Favia. Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Su questo punto faccio arrabbiare l’assessore, perché qui casca la semplificazione. Caliamoci nella realtà. Premesso che non sono neanche tanto d’accordo con l’idea di multare le persone che si dimenticano l’abbonamento, nell’ottica del progetto Mi Muovo, dove c’è bisogno di conoscere i percorsi degli utenti, solo ed esclusivamente in quell’ottica…
PRESIDENTE (Richetti): Consentiamo l’interlocuzione con l’assessore. Prego, consigliere.
FAVIA: Grazie.
Io non ritengo giusta la logica che ha portato fino a oggi a costringere l’utente a esibire il proprio abbonamento. Nell’ottica del Mi Muovo questa logica ha un senso e, quindi, posso comprendere la sanzione, di 6, 4 o 2 euro. Se ne potrebbe discutere. La Regione ha deciso per 6 euro? Va bene, teniamo i 6 euro.
Che cosa, invece, non posso accettare? Io prendo la multa, vado a casa, eseguo un bonifico on line e la burocrazia non mi crea problemi. Se, però, sono una madre con figli, che ha mille cose da fare, ho dimenticato l’abbonamento, sono abbonata, pago, sono una cittadina onesta e responsabile, devo passare comunque metà mattinata per andare a esibire il tesserino, magari presso l’ATC, se ci troviamo a Bologna, e dimostrare che sono abbonata, quando voi avete l’elenco di tutte le persone abbonate.
Con il palmare si può verificare sul momento se la persona è abbonata o meno e, quindi, la si può obbligare solo a pagare la multa, non a doversi recare in un posto e mostrare la validazione.
A proposito di uso di nuove tecnologie e di semplificazione, noi chiediamo di cambiare quest’articolo, inserendo un comma che recita testualmente: “Quando l’utente titolare di abbonamento personale non sia in grado di esibirlo – è quella la colpa –all’agente accertatore, è soggetto esclusivamente alla sanzione pecuniaria nella misura fissa di importo pari a 6 euro”.
Togliamo, dunque, il balzello di dover andare a mostrare l’abbonamento. Ci dovranno essere i tempi tecnici per cui, attraverso il palmare, l’accertatore riesca a svolgere la verifica, ma penso che la Regione su questi temi debba darsi una mossa. È un incentivo sicuramente ad andare avanti in questa linea.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere. Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, do la parola all’assessore Peri per la conclusione del dibattito.
PERI: Poiché ne abbiamo già discusso in Commissione, io pensavo di aver chiarito che è assolutamente possibile procedere come indicava, a titolo di esempio, il consigliere Favia. Atti di Giunta sono assolutamente possibili per regolare e normare l’attuazione di tali metodiche.
Ciò che non possiamo accettare è che ci sia una codifica per legge in cui chi è possessore dell’abbonamento non è tenuto a mostrarlo o a renderlo evidente in una fase successiva alla dimenticanza o ad altre situazioni. Esiste un dovere che corrisponde al diritto che viene formalizzato. La sanzione è minima.
La tecnologia aiuta nell’accertamento, perché non sarà più necessario recarsi presso gli sportelli. Se l’abbonamento è ricaricabile, è anche documentabile la sua titolarità e, quindi, non c’è alcun ostacolo alla remotizzazione degli atti. Al contrario, stiamo effettuando stime del Mi Muovo a posta. Che questo, però, sia il lasciapassare a un’idea che si può anche non portare con sé il titolo di viaggio e che comunque, essendo la sanzione veramente piccola, chiunque può dimenticarselo tranquillamente è inaccettabile.
Le buone intenzioni, quando argomentate e collocate nel posto giusto, trovano la convergenza. Se vengono stressate, come questa, è chiaro che non possono essere condivise.
PRESIDENTE (Richetti): Apro le dichiarazioni di voto. Mi scuso, perché vedo il pubblico e immagino che fosse presente per un atto di indirizzo sulla BredaMenarinibus. I lavori dell’Aula ovviamente proseguono rispetto all’ordine del giorno. Vi ringrazio comunque per la compostezza con cui avete seguito i nostri lavori.
Siamo, dunque, in sede di dichiarazioni di voto congiunte sull’articolo 17 e sull’emendamento 14.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: In base al dibattito della Commissione io ho modificato la mia iniziativa. Come può vedere, assessore, non c’è alcun tipo di marcia indietro sul fatto che ci sia una sanzione per chi non esibisce il titolo di viaggio. Semplicemente noi eliminavamo l’obbligo, come è scritto nella legge che avete presentato, di recarsi a mostrarlo. Se non vi è la volontà di intervenire su questo punto oggi, noi ne prendiamo atto.
PRESIDENTE (Richetti): Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 17, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 17 è approvato.
Passiamo all’articolo 18, su cui insiste l’emendamento 15 a firma del consigliere Favia. Se nessun consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, apro le dichiarazioni di voto su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Questo emendamento è volto a sancire il fatto che anche la società di servizi che nasce dalla fusione è a completo capitale pubblico. Lo leggo testualmente: “Resta di proprietà delle imprese di cui al punto precedente il materiale rotabile acquistato con contributi pubblici. La Giunta regionale attribuisce alle due nuove società di cui al comma 4, a titolo di conferimento o di trasferimento, come sopra specificato, il materiale rotabile e i beni appartenenti alla società acquisita ai sensi della legge regionale 28 dicembre 2000, n. 39. La società per i servizi con funzioni e attività legate al servizio di trasporto risultante dalla scissione di cui al comma 2 è a capitale totalmente pubblico. Nel caso delle cessioni di cui al comma 4, la Regione ne assicura la permanenza del capitale sociale in mano pubblica”.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia. Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 18, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 18 è approvato.
Passiamo all’articolo 19, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 19.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 19 è approvato.
Passiamo all’articolo 20, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 20.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 20 è approvato.
Passiamo all’articolo 21, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 21.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 21 è approvato.
Passiamo all’articolo 22, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 22.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 22 è approvato.
Passiamo all’articolo 23. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 23.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 23 è approvato.
Passiamo all’articolo 24, su cui non insistono emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 24.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 24 è approvato.
Passiamo all’articolo 25. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 25.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 25 è approvato.
Passiamo all’articolo 26. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 26.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 26 è approvato.
Passiamo all’articolo 27. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 27.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 27 è approvato.
Passiamo all’articolo 28. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 28.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): Abbiamo esaurito l’esame dell’articolato. Passiamo alle dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento di legge. Abbiamo cinque minuti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Intervengo molto brevemente per rimarcare le nostre considerazioni. Al di là del dettato normativo dei singoli articoli sui quali ci siamo astenuti, per le implicazioni che il provvedimento ha, con tutto l’iter che va a innescare, il nostro voto sarà contrario. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Come anticipato in sede di discussione generale, per le motivazioni che abbiamo evidenziato e, assessore, per alcune riserve e preoccupazioni che ho dettagliatamente evidenziato in sede di discussione, il Gruppo del Popolo della Libertà, come già in Commissione, si asterrà sul provvedimento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Esprimo voto contrario. La scelta delle gare, ossia di privatizzare la gestione del servizio, nonostante la rete rimanga pubblica – ci mancherebbe –, non è la linea politica del Movimento 5 Stelle. Voteremo, quindi, in maniera contraria.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. Volevo ringraziare per il lavoro prezioso che è stato svolto per arrivare a licenziare questo provvedimento la relatrice Paola Marani, l’assessore Peri e i dirigenti e i funzionari del servizio.
Ovviamente il nostro voto sarà favorevole, perché questo provvedimento importante va nella direzione che è stata richiamata, ossia quella di riconfermare un ruolo strategico e importante svolto in passato dalla Regione a salvaguardia della valorizzazione del primato del patrimonio del servizio pubblico.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Ferrari.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
39
Assenti
11
Favorevoli
30
Contrari
5
Astenuti
4
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 2 ottobre 1998, n. 30 (Disciplina generale del trasporto pubblico regionale e locale) e alla legge regionale 21 aprile 1999, n. 3 (Riforma del sistema regionale e locale)”.
OGGETTO 1995
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione del Registro unico dei controlli sulle imprese agricole e agroalimentari regionali e semplificazione degli interventi amministrativi in agricoltura.» (30) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Il testo è stato licenziato dalla Commissione “Politiche economiche” nella seduta dell'1 dicembre 2011.
Il progetto di legge si compone di 14 articoli. Relatrice della Commissione è la consigliera Palma Costi, che ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale. Vi ricordo che occorre il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della richiesta di autorizzazione alla relazione orale della consigliera Costi, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
32
Assenti
18
Favorevoli
32
Contrari
--
Astenuti
--
La richiesta di autorizzazione alla relazione orale è accolta.
La parola alla consigliera Costi per la relazione orale.
COSTI, relatrice: Grazie mille. Dal momento che anche questo progetto di legge riguarda la semplificazione, ritengo che alcune delle riflessioni svolte questa mattina siano valide anche per questo provvedimento.
Tengo a sottolineare come i contenuti della legge madre, la legge che abbiamo approvato questa mattina, siano i princìpi che reggono anche il Progetto di legge che oggi presentiamo. Il settore agricolo è, infatti, determinante per l’economia della nostra Regione ed è certamente tra quelli più oberati da vincoli procedurali e burocratici. Necessita, quindi, più di altri di essere alleggerito, senza rinunciare alla qualità del controllo pubblico, ma, anzi, rafforzandola.
Da ciò deriva il progetto di legge oggi in discussione, che è stato lungamente discusso e condiviso con le parti sociali e istituzionali ed è stato oggetto di confronto in Commissione. In tale sede è stato ulteriormente arricchito con emendamenti puntuali, che lo rendono ancora più aderente alla concreta risoluzione delle problematiche più generali, le quali, in questo caso, riguardano i controlli più puntuali, il silenzio-assenso, il ruolo del CAA e quello delle organizzazioni agricole, oltre a un intervento specifico sullo smaltimento dei rifiuti speciali in agricoltura.
La proposta di legge è composta da 14 articoli, divisi in tre titoli. I primi 10 articoli riguardano l’istituzione del Registro unico dei controlli. I controlli e le modalità di effettuazione rappresentano uno dei punti di sofferenza per le imprese agricole e per la Pubblica Amministrazione. Oggi svolgiamo circa 10.000 controlli l’anno, di cui 7.000 richiedono ispezioni presso le aziende agricole, e valutiamo che il costo unitario di un controllo sia di circa 250 euro.
Tali controlli si incentrano su diversi aspetti delle attività di impresa, sono effettuati da soggetti diversi, con procedura non sempre omogenea, e comportano per l’imprenditore un costo in termini di burocrazia amministrativa.
Da ciò discende l’esigenza di questo intervento, che noi prevediamo proprio per evitare duplicazioni e aggravi sull’impresa, a fronte soprattutto di dati già in possesso della Pubblica Amministrazione.
Esso ha inoltre come obiettivo quello di ridurre le spese sul fronte della Pubblica Amministrazione. Con questo nostro regime, con questo nuovo sistema di Registro unico dei controlli, stimiamo di diminuire, per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, di circa il 25-30 per cento i controlli in loco, con un risparmio annuo di circa 500.000 euro per la Regione e con benefici evidenti anche sulle imprese, in quanto esse avranno meno giorni impegnati e sottratti all’attività agricola.
Da ciò deriva, come dicevo, il progetto di istituire il Registro unico dei controlli, che prevede la creazione di un archivio informatizzato. Tutte le amministrazioni del sistema regionale sono coinvolte, in relazione alle attività di controllo che vengono da loro effettuate, e sono responsabili dell’implementazione dell’archivio informatizzato e devono utilizzare esse stesse, per i procedimenti di competenza, le risultanze dei controlli che sono riportate nei registri.
Al contempo, l’impresa può consultare direttamente il Registro e avere conoscenza sia del proprio stato, della propria situazione, ma anche delle visite di controllo che sono state programmate in azienda dalle diverse amministrazioni.
Sottolineo che questo Registro è possibile perché la Regione ha investito da anni in sistemi informatizzati in tutti i settori che già oggi contengono i dati fondamentali delle aziende. Pertanto, il Registro unico porta a gestione unitaria l’enorme quantità di dati di cui oggi già disponiamo rispetto al sistema agricolo. Esso sarà interconnesso con l’anagrafe delle aziende agricole, con il sistema informatico di AGREA, con il sistema regionale per l’agricoltura e con il SIAN, il sistema nazionale sempre rispetto all’agricoltura.
Si lavorerà per implementare il Registro anche con i dati in possesso di altre amministrazioni pubbliche. Mi riferisco, in modo particolare, agli Enti statali, quali INAIL e INPS, con i quali si prevede di sottoscrivere specifici accordi di collaborazione. Il nostro obiettivo è quello, ambizioso, di portare a unitarietà tutto il sistema dei controlli regionali, locali e nazionali, che afferiscono alle singole aziende.
Il Titolo secondo prevede 3 articoli e l’avvio di ulteriori processi di snellimento puntuali, il primo dei quali è l’attuazione della normativa di settore, ossia l’applicazione dell’istituto del silenzio-assenso, tema che stamattina è uscito anche nel dibattito della legge madre, con delega di attività istruttoria e documentale ai Centri autorizzati di assistenza agricola.
Insieme al più complessivo lavoro di revisione e di snellimento delle procedure e dei procedimenti questa scelta consentirà di alleggerire anche le amministrazioni pubbliche di alcuni adempimenti.
Con l’articolo 12, sempre per rendere effettiva la semplificazione in modo concreto, si riconosce un ruolo analogo (ma non sul silenzio-assenso) alle organizzazioni professionali agricole. In entrambi i casi la Giunta delibererà con atto proprio per individuare i procedimenti che saranno ammessi sia nell’articolo 11, sia nell’articolo 12, previa la consultazione dei soggetti che siamo tenuti a consultare.
La prima applicazione – è un articolo particolarmente importante e atteso da parte del mondo agricolo – avviene nell’articolo 13, che risolve uno dei problemi che riguardano i rifiuti speciali derivanti dall’attività agricola.
Oggi siamo nella strana situazione per cui gli agricoltori possono trasportare i prodotti necessari all’agricoltura, quali gli antiparassitari e i prodotti fitosanitari, dal rivenditore presso il quale li acquistano al centro agricolo aziendale, ma non possono compiere l’operazione inversa, ossia trasportare i rifiuti degli imballaggi e dei contenuti vuoti a un centro di ritiro, perché tali materiali sono considerati rifiuti speciali, assoggettati a una normativa per trasporto di tali rifiuti.
Con questo articolo si prevede che i concessionari del servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani siano autorizzati ad avvalersi delle organizzazioni professionali e dei Consorzi fitosanitari provinciali proprio per sciogliere questo nodo, che sta creando, come vi riferivo, situazioni particolarmente delicate. Anche in questo caso la Regione regolerà le specifiche modalità di conferimento.
Il Titolo tre demanda alla Giunta tutti gli aspetti di attivazione, nella fase transitoria, che tutti auspichiamo molto celere, indipendentemente dalle date che sono inserite.
In Commissione il consigliere Favia aveva presentato un emendamento, che poi ha ritirato, con l’impegno mio e dell’assessore di introdurre uno specifico riferimento alla storicità dei dati immessi nel Registro per un possibile loro utilizzo anche in futuro.
A tal fine abbiamo proposto in modo congiunto un emendamento all’articolo 8, comma 2, che introduce proprio il concetto del mantenimento della traccia storica di tutte le registrazioni effettuate.
Termino ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile questa proposta, la Giunta, l’assessore, il dottor Mazzotti e il suo staff, il sistema istituzionale decentrato, in modo particolare le categorie presenti nelle Consulte, a iniziare dalle organizzazioni agricole, che, come ricordavo, hanno arricchito il testo.
Il lavoro che la Giunta ha svolto in contemporanea su due progetti di legge e quello svolto dalle categorie agricole e dalle organizzazioni sindacali e istituzionali sui due tavoli di lavoro che riguardano la legge approvata questa mattina e quella ora in oggetto sono stati compiuti con fiducia e spirito di grande cooperazione. Credo che abbiano fornito un risultato di coerenza e di concretezza rispetto a ciò che abbiamo discusso stamattina, ma anche a ciò che ci chiedono soprattutto, in questo caso, le imprese agricole.
Come Assemblea, oggi possiamo essere davvero orgogliosi, in quanto approviamo tre progetti di legge che riguardano proprio uno degli impegni prioritari che il Presidente Errani aveva presentato nel suo programma di governo, quello della semplificazione, sia come Progetto Quadro, sia come progetto specifico, in questo caso riguardante l’agricoltura.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Costi.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Riporto i nostri quesiti espressi in Commissione, anche perché questa è una sede più allargata e con maggiore trasparenza rispetto ai lavori delle Commissioni, e preciso subito che l’idea della semplificazione attraverso l’uso di strumenti informatici ci piace.
Quest’Aula si ricorda che, sin dai primi atti della legislatura, ci siamo mossi in tal senso, pensando, per esempio, alla trasmissione telematica del DURC che abbiamo ottenuto per gli ambulanti, nonché al tema inerente le imprese edili. Non possiamo, quindi, che approvare una simile iniziativa.
Tuttavia, desidero illustrare i quesiti che ho rivolto in Commissione alla Giunta e al relatore. Ho domandato se non fosse possibile inserire questa nuova iniziativa nell’ambito del fascicolo aziendale elettronico dell’impresa agricola, evitando l’utilizzo di più strumenti – riferirò poi le risposte che sono arrivate –, che spesso non dialogano tra di loro.
Ho proposto la potenziale suddivisione del Registro in controlli per sezioni, dedicando una sezione specifica alle aziende bio, data la peculiarità dei controlli a cui sono assoggettate, che vedono anche la presenza di certificatori privati.
Cito poi l’inserimento di un’eventuale relazione del controllo effettuato, in cui vengano riassunti i tipi di controlli e il risultato degli stessi. L’azione, come si è riusciti a inserire nell’emendamento, dovrebbe essere storicizzata.
C’è poi la valorizzazione del CAA, il Centro autorizzato di assistenza agricola. Premetto che tali centri si occupano già della costituzione, dell’acquisizione, della conservazione e dell’aggiornamento del fascicolo aziendale cartaceo ed elettronico e dei relativi documenti codificati tramite la connessa banca dati dell’anagrafe regionale e dell’azienda agricola, essi svolgono, inoltre, attività di supporto e gestione delle domande di ammissione a benefici comunitari, nazionali e regionali, su mandato scritto degli imprenditori agricoli interessati; si occupano della risoluzione di eventuali anomalie presenti nelle dichiarazioni e nelle domande dei produttori, riferibili al mancato aggiornamento dei dati presenti nei fascicoli aziendali; effettuano l’acquisizione, la verifica e l’accertamento della completezza, validità e corrispondenza degli atti e del trattamento delle anomalie di domande e di dichiarazioni risultate dai controlli effettuati da AGREA e riferibili al mancato aggiornamento dei documenti contenuti nei fascicoli aziendali.
A tutte queste domande è arrivata in parte una risposta rassicurante, nel senso che alcune delle questioni poste erano già comunque comprese nella legge.
Per quanto concerne la richiesta di storicizzazione, è stato presentato un emendamento, a firma del sottoscritto e della consigliera Costi, che, come abbiamo già dichiarato, voteremo la legge, il quale non è completamente esaustivo delle richieste del sottoscritto. Noi chiedevamo, infatti, seguendo l’esempio della Regione Toscana, di istituire una sorta di rating delle aziende agricole.
Ciò premesso, la storicizzazione è passata comunque. È già un risultato e, quindi, il nostro voto non può che essere favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Il Gruppo della Lega apprezza fortemente le azioni dirette a semplificare l’attività amministrativa, soprattutto in un settore come quello dell’agricoltura, un settore primario che non può permettersi di sprecare tempo e risorse in farraginosi procedimenti burocratici.
La proposta di mettere a sistema, mediante un archivio informatizzato, gli esiti dei controlli che i diversi Enti territoriali svolgono presso le aziende agricole, è senz’altro condivisibile, così come è emerso dal parere favorevole delle associazioni rappresentative degli agricoltori. La speranza è che il Registro unico dei controlli contribuisca ad alleggerire concretamente gli adempimenti amministrativi che le imprese agricole, soprattutto quelle zootecniche, devono sopportare a causa dei continui sopralluoghi aziendali.
Sarà fondamentale, però, che la Regione operi un’effettiva gestione operativa per il Registro, che sia facilmente consultabile, poiché ci sono già troppe complicazioni e troppa burocrazia. Noi chiediamo, come abbiamo fatto anche in Commissione, che l’attivazione del Registro avvenga il più rapidamente possibile, anche prima di quanto previsto dalla legge, poiché sarebbe un segnale di efficienza sicuramente apprezzato dal mondo agricolo.
Richiamiamo, inoltre, l’attenzione sullo snellimento dei procedimenti, così come previsto dall’articolo 11 del progetto di legge. Il coinvolgimento dei CAA, i Centri autorizzati di assistenza agricola, può essere sì ritenuto positivo, ma con le dovute precauzioni, così come è stato segnalato da più parti, poiché si tratta di informazioni e di dati che possono rivestire una determinata delicatezza e che, pertanto, devono essere resi accessibili e trattati con i dovuti accorgimenti.
Svolte queste precisazioni, anticipo un voto di astensione da parte del Gruppo dalla Lega Nord, in attesa di poter valutare nel concreto i tempi e la modalità di attuazione del Registro e soprattutto di poter conoscere le disposizioni attuative della legge, che, come prevede l’articolo 12, saranno oggetto di una prossima delibera di Giunta. In tale sede occorrerà valutare con estrema ponderatezza e funzionalità i procedimenti, i criteri e le modalità dei procedimenti che saranno sottoposti al nuovo regime. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Immagino che la Giunta non voglia intervenire, ragion per cui passiamo all’esame dell’articolato.
Iniziamo con l’articolo 1. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’articolo 2. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’articolo 3. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo all’articolo 4. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 4 è approvato.
Passiamo all’articolo 5. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 5 è approvato.
Passiamo all’articolo 6. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 6 è approvato.
Passiamo all’articolo 7. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 7 è approvato.
Passiamo all’articolo 8, su cui insiste l’emendamento 1 a firma dei consiglieri Costi e Favia. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma dei consiglieri Costi e Favia.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 8, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 8 è approvato.
Passiamo all’articolo 9. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 9.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 9 è approvato.
Passiamo all’articolo 10. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 10.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 10 è approvato.
Passiamo all’articolo 11. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 11 è approvato.
Passiamo all’articolo 12. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 12.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 12 è approvato.
Passiamo all’articolo 13. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 13.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 13 è approvato.
Passiamo all’articolo 14. Discussione generale. Dichiarazioni di voto. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 14.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 14 è approvato.
Abbiamo esaurito l’esame dell’articolato. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Esprimo ovviamente il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico. Il dibattito che si è sviluppato ci vede assolutamente d’accordo nel dare immediatamente corso a un elemento di semplificazione amministrativa agganciato alla filosofia di fondo del provvedimento cornice che abbiamo votato e approvato questa mattina.
Vorrei, inoltre, esprimere una soddisfazione particolare. Lo preciso per l’Aula, non per il PD. Oggi sono stati approvati importanti provvedimenti di legge. Tre relatrici hanno svolto un enorme lavoro politico per tutti, per le istituzioni, non solo per il Partito Democratico o per la maggioranza, senza nulla togliere al collega Vecchi, a propria volta, anch’egli relatore. Ne hanno ricevuto merito anche dai colleghi delle altre formazioni politiche presenti in Aula che sono intervenuti.
Sto parlando di tre relatrici, di tre donne, di tre consigliere regionali. Se il buon giorno si vede dal mattino, oggi sicuramente è un buon giorno e io ne sono molto fiero. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il Presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
39
Assenti
11
Favorevoli
33
Contrari
--
Astenuti
6
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante: “Istituzione del Registro Unico dei Controlli (RUC) sulle imprese agricole ed agroalimentari regionali e semplificazione degli interventi amministrativi in agricoltura”.
OGGETTO 1934
Delibera: «Approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011 e pluriennale 2011-2013. Secondo provvedimento di variazione e approvazione del bilancio per l'esercizio finanziario 2012 e pluriennale 2012-2014 dell'Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 2 novembre 2011, n. 1559) (66) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Proseguiamo con gli atti amministrativi, chiamando l’oggetto 1934.
La Commissione Bilancio e Affari generali ha espresso parere favorevole con la seguente votazione: 22 favorevoli, nessun contrario e 9 astenuti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Pur apprezzando il tentativo di ridurre le spese relative al bilancio del IBACN nei prossimi esercizi finanziari, la Lega Nord non può esprimere una valutazione positiva sulla gestione complessiva dell’Ente. Per troppi anni abbiamo assistito a una gestione unidirezionale del settore beni culturali da parte della Regione, con una caratterizzazione e un indirizzo di tipo politico non certo pluralista.
Parliamo ovviamente degli appalti per la gestione informatica del sistema, che sono stati affidati alle solite ditte, premiate più per la loro fedeltà alla ‘parrocchia di sinistra’ che per le loro effettive competenze.
Parliamo, per esempio, della logica di affidamento dei lavori di catalogazione, che da tempo ormai non avviene più tramite l’assegnazione diretta ai tecnici, formatisi spesso con forti sacrifici economici nei corsi professionali della rispettiva Provincia, ma che tende, invece, a premiare le immancabili cooperative legate ai partiti della sinistra.
Da troppo tempo evidentemente un solo colore politico domina la nostra Regione e quest’anomalia coinvolge tutti i livelli della nostra società, non ultimo quello culturale. Si tratta dell’egemonia costituita da uno dei presupposti indicati da Gramsci: la conquista comunista del potere.
Oggi questo tentativo di egemonia culturale assume fini meno nobili di quelli indicati a suo tempo dagli iscritti, ma costituisce l’immagine fedele del partito padrone, che con l’assistenzialismo economico intende rimanere tenacemente aggrappato al potere.
Eppure la memoria storica e culturale della nostra Regione meriterebbe un’attenzione diversa e non la politicizzazione degli Enti preposti alla sua conservazione. La nostra grande tradizione andrebbe salvaguardata coinvolgendo tutte le energie migliori e non premiando solo una parte politica.
In attesa, perciò, di una politica culturale volta a garantire un maggior pluralismo alle diverse tendenze emiliano-romagnole, la Lega Nord decide oggi di votare questo bilancio in modo negativo. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Pur condividendo alcune perplessità, in parte anche manifestate dal consigliere Cavalli, annuncio il nostro voto di astensione, semplicemente nell’ottica di come molte azioni vengono compiute e di come i bilanci, per quanto riguarda i settori culturali, siano ormai sempre tagliati.
In quest’ottica, credo che poter mantenere ancora alcuni fondi e strutture – mi riferisco, per esempio, alla tutela degli alberi monumentali che viene effettuata nella Regione Emilia-Romagna – sia almeno un piccolo traguardo.
Il nostro voto, pertanto, è di astensione in fiducia.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Intervengo per sottolineare, come abbiamo già anticipato in sede di Commissione, il nostro voto di astensione, così come era avvenuto per i precedenti documenti contabili dell’Istituto. Essendoci luci e ombre, il Gruppo del PDL si asterrà.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Signor presidente, noi voteremo a favore di questo atto amministrativo, su cui, lo ricordo, siamo tenuti ad esprimerci. Si tratta soltanto di una variazione a un bilancio che abbiamo già approvato, ma che giustamente, per legge, deve essere riconfermata dall’Aula.
Voglio porre l’attenzione a tutte le argomentazioni che sono state sollevate, anche quando sono state sopra le righe  o infondate. Voglio ricordare che vi è un riconoscimento ampio, quasi unanime, sulla qualità dell’azione dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna, dimostrata dal fatto che questo Ente, che ha un bilancio estremamente limitato, svolge una mole di attività importante, anche grazie al fatto di essere capace, per la sua qualità, di attrarre finanziamenti, a cominciare da quelli statali per arrivare a quelli europei. Stato e Unione europea affidano al nostro Istituto regionale la realizzazione di progetti in Italia e in giro per l’Europa.
Questo dovrebbe essere un elemento di orgoglio per tutti. Se non lo è, è un peccato. Per quanto riguarda il Gruppo del Partito Democratico, viene riconfermato un giudizio positivo sull’azione dell’IBACN e quindi, in ogni caso, noi voteremo a favore di questa variazione di bilancio.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Vecchi Luciano.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Sarò velocissimo e anticiperò che anche noi dell’Italia dei Valori voteremo a favore. Il giudizio che esprimiamo sul lavoro di questo Istituto è molto diverso da quello che abbiamo sentito da parte delle opposizioni, verso le quali siamo critici, perché francamente noi non ravvisiamo tali presunte clientele. Il lavoro di questo Istituto è riconosciuto, apprezzato e prestigioso.
Esso si svolge in una sede che, oltretutto, non costa quasi nulla alla nostra Regione e che siamo anche stati invitati a visitare. Io penso che il Presidente Pagani stia organizzando un sopralluogo, che sarà a sua volta assolutamente non costoso.
Esprimo, quindi, voto pienamente favorevole da parte del nostro Gruppo.
PRESIDENTE (Richetti): Abbiamo esaurito la discussione generale.
Non essendoci iscritti in dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 1934.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): La delibera è approvata.
OGGETTO 1933
Delibera: «Modifica del provvedimento istitutivo della Riserva naturale Rupe di Campotrera: modifica della deliberazione del Consiglio regionale 13 ottobre 1999, n. 1268.» (Proposta della Giunta regionale in data 2 novembre 2011, n. 1555) (67) (Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità ha espresso parere favorevole con la seguente votazione: 27 a favore, 2 contrari e 2 astenuti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 1933.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): La delibera è approvata.
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Richetti): È stata avanzata una richiesta di inversione dell’ordine dei lavori a firma del consigliere Manfredini, il quale chiede di passare all’esame degli oggetti abbinati 899, 1025, 1028, 1283, 1859 e 1961, che trovate a pagina 7 della convocazione che reca l’ordine dei lavori.
Sulla richiesta di inversione è possibile svolgere un intervento a favore e un intervento contro.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione del proposta dal consigliere Manfredini.
(È accolta all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La richiesta di inversione è accolta.
OGGETTO 899
Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Bignami, Filippi, Lombardi, Leoni, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni dirette a realizzare una completa informazione circa i prodotti agroalimentari per i quali è previsto l'obbligo di indicazione della provenienza (132) (Approvazione)
OGGETTO 1025
Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Donini, Carini, Moriconi, Zoffoli, Pagani, Piva, Marani, Mori, Pariani, Naldi, Meo, Cevenini, Montanari, Costi, Luciano Vecchi, Garbi, Mazzotti, Fiammenghi, Mumolo e Riva per impegnare la Giunta a sostenere l'iter delle proposte comunitarie circa l'indicazione in etichetta dell'origine dei prodotti agroalimentari e ad attivare iniziative utili a migliorare l'informazione dei consumatori in merito agli acquisti consapevoli (158) (Approvazione)
OGGETTO 1028
Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Alessandrini e Costi per impegnare la Giunta ad intervenire presso le istituzioni comunitarie competenti per sollecitare la promulgazione del regolamento che impone l'indicazione del paese di provenienza dei prodotti extra-UE commercializzati in Europa (160) (Approvazione)
OGGETTO 1283
Risoluzione proposta dal consigliere Manfredini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni a sostegno del Comparto produttivo della suinicoltura, accelerare l'entrata in vigore della normativa sull'origine dei prodotti e la loro tracciabilità, vigilare per evitare fenomeni di indebita speculazione nella filiera e favorire la trasparenza sui dati (213) (Reiezione)
OGGETTO 1859
Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Costi, Luciano Vecchi, Ferrari, Zoffoli, Mumolo, Pagani e Riva per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo, circa la crisi del comparto suinicolo, affinché favorisca la stipula di un accordo quadro nazionale tra allevatori e trasformatori con l'obiettivo di definire congiuntamente livelli di produzione adeguati alle richieste del mercato e caratteristiche qualitative delle carni (297) (Approvazione)
OGGETTO 1961
Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Carini, Bernardini, Filippi, Corradi, Manfredini, Lombardi, Villani, Pollastri, Bartolini, Malaguti, Aimi, Favia, Alessandrini, Mori, Moriconi, Zoffoli, Pariani, Barbieri, Luciano Vecchi, Bazzoni, Montanari, Naldi, Piva, Marani, Cevenini, Monari, Barbati, Leoni, Costi e Riva per impegnare la Giunta ad attivarsi presso la Commissione europea, tramite il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali al fine di ottenere l'introduzione in etichetta della indicazione del paese di origine dei prodotti extra-UE, compresi quelli IGP e con particolare riferimento all'aglio cinese (317) (Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo all’esame degli oggetti 899, 1025, 1028, 1283, 1859, 1961.
Dichiaro aperta la discussione generale su tutti questi oggetti e sull’emendamento del consigliere Manfredini all’oggetto 1859.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto su tutti questi oggetti, metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 899, Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Aimi, Bartolini, Bazzoni ed altri.
(si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Ripeto la votazione, perché più di metà del Consiglio non si è espresso. Se uno scrutatore deputato a farlo vuole dare una interpretazione di questo, a mio avviso, non voto, è libero di farlo. Mi riferisco ai consiglieri Sconciaforni, Costi e Pollastri.
Ripetiamo la votazione, per alzata di mano, della risoluzione oggetto 899.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1025, Risoluzione proposta dai Consiglieri Alessandrini, Monari, Donini, Carini, Moriconi ed altri.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1028, Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Alessandrini e Costi.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1283, Risoluzione proposta dal consigliere Manfredini.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è respinta.
Sull’oggetto 1859, Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Costi ed altri, insiste un emendamento del consigliere Manfredini, che metto in votazione, per alzata di mano, prima della risoluzione.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1859 Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Costi, Luciano Vecchi, Ferrari, Zoffoli, Mumolo, Pagani e Riva, così come emendata.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1961, Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Carini, Bernardini, Filippi, Corradi, Manfredini, Lombardi, Villani e altri.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Abbiamo esaurito le risoluzioni abbinate.
OGGETTO 2083
Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Monari, Grillini, Barbati, Naldi, Sconciaforni, Bonaccini, Luciano Vecchi e Pariani per impegnare la Giunta a seguire la situazione degli stabilimenti del Gruppo Fiat in Emilia-Romagna, a chiedere che gli investimenti in altri stabilimenti siano aggiuntivi e non sostitutivi di quelli situati nel territorio regionale presentando la relativa pianificazione, ponendo anche in essere azioni presso il Governo affinché la Fiat dia certezze agli impegni relativi al comparto automobilistico, al fine di rilanciare il settore manifatturiero italiano e di tutelare i lavoratori nello stesso operanti (333) (Approvazione)
OGGETTO 2061
Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Meo, Sconciaforni e Monari per impegnare la Giunta regionale a promuovere, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, delle infrastrutture e dei trasporti, azioni volte a rilanciare la progettazione e realizzazione di prodotti di qualità e alto contenuto tecnologico da parte di aziende come la BredaMenarinibus, al fine di difendere e consolidare la presenza, in Italia, di produttori di livello europeo e tutelare i relativi lavoratori (330) (Approvazione)
OGGETTO 2066
Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni volte ad esaminare le problematiche occupazionali produttive ed industriali riguardanti gli stabilimenti della Ferrari SpA e della Maserati SpA, al fine di tutelare i relativi lavoratori, anche in relazione al trasferimento di siti produttivi ed alla produzione di motori (331) (Non approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo con gli oggetti abbinati 2083, 2061 e 2066.
Discussione generale su tutti e tre gli oggetti. Dichiarazioni di voto sui tre oggetti. Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione gli oggetti nell’ordine.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 2083 Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Monari, Grillini, Barbati, Naldi, Sconciaforni, Bonaccini, Luciano Vecchi e Pariani.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 2061, Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi e Meo, a cui si aggiungono come firmatari i consiglieri Sconciaforni e Monari.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 2066 Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è respinta.
OGGETTO 1807
Mozione proposta dalla consigliera Barbati circa la tutela del pluralismo informativo e dell'emittenza locale e l'applicazione delle disposizioni riguardanti i servizi di media audiovisivi e radiofonici (20) (Discussione e approvazione)
OGGETTO 1955
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Casadei, Marani, Montanari, Cevenini, Riva, Pariani, Ferrari, Mori, Moriconi, Alessandrini, Pagani, Fiammenghi, Mumolo, Zoffoli, Costi e Vecchi Luciano per invitare la Giunta ad attivarsi affinché vengano messi in atto tutti gli strumenti necessari a salvaguardare i posti di lavoro degli impiegati, personale tecnico e giornalisti del gruppo Rete 7 SpA (315) (Discussione e approvazione)
OGGETTO 1983
Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta ad emanare linee di indirizzo e provvedimenti che prevedano l'istituzione di un pubblico registro delle WEB TV operanti in Emilia-Romagna, con iscrizione gratuita ma obbligatoria e nel rispetto della "Carta di Treviso", favorendo inoltre l'istituzione di un osservatorio sul settore (319) (Discussione e approvazione)
OGGETTO 1981
Risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a tutelare l'occupazione nel settore delle testate giornalistiche locali anche in riferimento alla situazione dell'emittente "E'Tv" e del quotidiano "L'Informazione" (318) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo agli oggetti abbinati 1807, 1955, 1983 e 1981.
Si tratta delle risoluzioni relative al comparto radiotelevisivo con situazioni di crisi aziendale, a seconda degli oggetti.
Sulla Mozione ogg. 1807, insistono cinque proposte di emendamento a firma dei consiglieri Monari e Casadei,
Dichiaro aperta la discussione generale sui quattro oggetti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Spendo due parole brevissime per evidenziare un elemento ai colleghi che non abbiano avuto modo, nel frattempo, di leggere il testo della risoluzione 1983 e per sollecitare la loro attenzione.
Si tratta semplicemente di prevedere la costituzione di un registro delle web-tv locali operanti in Regione Emilia-Romagna, al fine di avere gli strumenti per poter verificare il rispetto della Carta di Treviso. Non è una questione leghista, per esprimersi con una battuta, ma è la carta che prevede la tutela dei minori nelle trasmissioni televisive da parte dei media, ossia una carta per la tutela dei diritti dei minori rispetto ai media.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione prima gli emendamenti sull’oggetto 1807. Si tratta di cinque emendamenti a firma Monari e Casadei.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1807, Mozione proposta dalla consigliera Barbati, così come emendata dai cinque emendamenti Monari e Casadei.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La mozione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1955, Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Casadei, Marani, Montanari, Cevenini, Riva ed altri.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1983, Risoluzione proposta dal consigliere Corradi.
(si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, vi chiedo di esprimere il voto. Ripetiamo la votazione sulla risoluzione oggetto 1983, per alzata di mano.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 1981, Risoluzione proposta dalla consigliera Noè.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
OGGETTO 1862
Risoluzione proposta dai consiglieri Pagani, Monari, Bonaccini, Pariani, Zoffoli, Alessandrini, Moriconi, Mori, Ferrari, Mumolo, Barbieri, Luciano Vecchi, Cevenini, Piva, Marani, Garbi, Casadei e Riva affinché l'Assemblea legislativa promuova e sostenga la campagna dal titolo "L'Italia sono anch'io" tesa a raccogliere firme per due proposte di iniziativa popolare relative alla riforma del diritto di cittadinanza (304) (Discussione)
OGGETTO 2084
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Barbati, Sconciaforni e Ferrari per esprimere il plauso ed il sostegno alle parole espresse dal Presidente della Repubblica circa l'estensione del diritto di cittadinanza ai bambini nati sul suolo italiano e per invitare il Parlamento a svolgere l'iter di revisione del diritto di cittadinanza, rispettando i diritti di chi è nato e cresciuto e si sente italiano (334) (Discussione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo all’oggetto 1862, al quale abbinerei l’oggetto 2084, perché l’oggetto 1862 è una risoluzione proposta dai consiglieri Pagani ed altri affinché l’Assemblea legislativa promuova e sostenga la campagna dal titolo “L’Italia sono anch’io”, tesa a raccogliere firme per due proposte di iniziativa popolare relative alla riforma del diritto di cittadinanza e l’oggetto 2084 è una risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Barbati, Sconciaforni e Ferrari per esprimere plauso e sostegno alle parole spese dal Presidente della Repubblica circa l’estensione del diritto di cittadinanza.
Le abbiniamo e svolgiamo una discussione congiunta.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Il tempo è tiranno, ma cercherò di svolgere un paio di considerazioni.
Si tratta di impegnare l’Assemblea a sostenere la campagna “L’Italia sono anch’io”, che è stata avviata da oltre 20 associazioni, a cui la Giunta della Regione ha già aderito. Tale campagna è rivolta alla riforma del diritto di cittadinanza, in particolare per applicare lo ius solis temperato nel nostro territorio e per il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative ai lavoratori presenti in Italia da oltre cinque anni.
Mi pare che nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia occorra riflettere sulla condizione di un Paese che produce ogni anno stranieri, senza che essi siano costretti a immigrare, perché nascono sul nostro territorio italiano. I dati sono, come credo, noti a tutti. Mi fermo a quelli dell’Emilia-Romagna: 462.000 residenti in Emilia-Romagna sono immigrati, di cui il 20,1 per cento sono minori. Un quinto dei bambini, delle bambine e dei ragazzi che frequentano le nostre scuole sono figli di immigrati. Sono 500 mila quelli nati in Italia, che nascono stranieri, senza dover arrivare con i gommoni.
Si pone, dunque, un tema, quello della piena applicazione dell’articolo 3 della nostra Carta costituzionale, che impegna a rimuovere tutte le cause che impediscono il pieno riconoscimento e il principio di eguaglianza, così come mi pare che si ponga – e concludo, perché il tempo mi obbliga a concludere – il tema di riconoscere il diritto di voto a chi lavora nel nostro Paese e paga le tasse, il che lo fa sentire pienamente nella responsabilità sociale e politica.
Sono oltre 2,5 milioni i lavoratori non italiani iscritti all’INPS. Il 12,5 per cento dei contributi previdenziali è versato da lavoratori non di origine italiana. L’11,1 per cento è la loro incidenza sulla produzione del prodotto interno lordo, secondo i dati Caritas-Migrantes del 2009.
È allora del tutto evidente che i benefici della presenza degli immigrati nel nostro territorio, in termini di costi, sono maggiori rispetto ai costi: 10,827 miliardi è il loro contributo al PIL, 9,950 miliardi il costo complessivo della loro richiesta di servizi sociali nel nostro Paese. Mi pare che, da questo punto di vista, il nostro Paese sia l’unico che non rispetta la Convenzione di Strasburgo del 1992.
In breve, che cosa si chiede con la risoluzione? Si chiede all’Assemblea di farsi promotrice e di sostenere le iniziative, che sono già partite, perché questo è già il secondo D-day che viene promosso dal movimento “L’Italia sono anch’io”. Abbiamo di fronte a noi altri tre appuntamenti: il 17 e 18 dicembre, il 21 gennaio e il 4 gennaio, fino al 3 marzo, quando si concluderà la campagna “L’Italia sono anch’io” per la raccolta di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare da presentare al Parlamento.
Credo sia opportuno che l’Assemblea, anche su invito – vedo che c’è una risoluzione abbinata a questa presentata dai Gruppi di maggioranza – del Capo dello Stato, il quale ha definito una follia non riconoscere questi diritti a bambini e ragazzi che nascono sul nostro territorio, frequentano le scuole coi nostri figli, parlano l’italiano come lo parliamo noi e hanno l’aspettativa di essere riconosciuti nella loro uguaglianza insieme agli altri ragazzi e agli altri bimbi di questo Paese, colga l’occasione per sostenere questa campagna, che sta già raccogliendo grande adesione nel nostro Paese.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pagani.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Sottoscrivo e ribadisco le considerazioni svolte dal collega Pagani sulla risoluzione relativa all’adesione e al sostegno alla campagna “L’Italia sono anch’io”. Ho apposto la mia sottoscrizione proprio perché condivido non solo i contenuti, ma anche la campagna stessa, avendo partecipato a più di un incontro, tra cui quello che ha costituito la rete regionale a Reggio Emilia, la città capofila della campagna.
Credo che ci siano tutte le condizioni, rafforzate anche dai contenuti della risoluzione sottoscritta dai Gruppi di maggioranza a seguito delle dichiarazioni del Presidente Napolitano, per sostenere e dar forza a questa campagna.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. La vostra risoluzione, con riferimento all’oggetto 1862, è volta a sostenere due progetti di legge per la riforma del diritto di cittadinanza e per i minori, introducendo lo ius solis moderato, e per il riconoscimento del diritto di voto alle elezioni amministrative ai lavoratori stranieri presenti in Italia da cinque anni.
In ogni caso, teniamo a sottolineare che in più di un’occasione abbiamo cercato, come Gruppo Lega Nord, di condividere e apprezzare l’operato della Giunta, dimostrandovi senso di responsabilità, di partecipazione e di condivisione di alcuni progetti ai quali abbiamo fornito il nostro contributo.
Noi della Lega Nord riteniamo che la questione vada affrontata diversamente, senza pericolose utopie. Come avevamo già ribadito in occasione della delibera regionale per una proposta di legge che vorrebbe concedere il voto agli stranieri alle elezioni amministrative è, altresì, la possibilità per loro di essere eletti negli Enti locali e nelle Regioni, se questo progetto andasse in porto con il meccanismo del ricongiungimento, anche i genitori diverrebbero cittadini italiani. Nella stragrande maggioranza so per certo che essi non la chiedono, perché non la vogliono.
Si ricorderà bene di ciò il collega Bonaccini. Ne sono certo, perché ho avuto in passato un dibattito nel Consiglio comunale di Modena con il Presidente della Consulta degli stranieri, residente ormai da quasi vent’anni a Modena, il quale dichiarò di non aver mai chiesto la cittadinanza, perché non gli interessava.
Voi pensate davvero che questi individui, nel momento in cui verranno chiamati per la consegna della cittadinanza italiana e dovranno giurare fedeltà allo Stato, rispetteranno il giuramento? Siete davvero sicuri che questi nuovi fratelli saranno pronti alla morte, se e quando l’Italia chiamerà? Me degh et no.
Non siete stati attenti.
(interruzioni)
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, sarebbe interessante provare anche a esaurire  questa discussione. Prego, consigliere Manfredini.
MANFREDINI: Non siete stati attenti. Se volete, vi rileggo il passaggio del ricongiungimento. È lì il punto: non è per i bambini. Secondo noi, queste proposte nascono dal bieco e illusorio tentativo di garantirsi un nuovo elettorato. Ricordiamo che, prima di regalare ai nostri ospiti simili importanti diritti, dobbiamo pretendere il rispetto e la condivisione delle nostre regole e delle nostre leggi.
Ribadiamo, dunque, che è prioritario l’ottenimento della cittadinanza italiana a conclusione di un preciso e serio percorso di integrazione, operazione difficilissima e impossibile proprio per un fatto di cultura e religione. Ne è un esempio l’ennesimo omicidio di una donna di religione islamica, residente a Reggio Emilia, l’ultimo fattaccio, in ordine di tempo, dopo quello di Novi e tutti gli altri di cui abbiamo perso il conto. Quanti ancora ne dovremo vedere?
Davanti a tutti questi efferati omicidi, scaturiti dalla fedeltà alla loro religione e cultura, io vedo che la sinistra vuole offrire la cittadinanza. Le vostre iniziative, peraltro, contrastano anche con le attuali leggi della Repubblica italiana e tendono a stravolgere i principi della nostra Costituzione, di cui a parole vi fate paladini.
Infatti, in base alla legge 91 del 1992, la cittadinanza italiana è oggi basata principalmente sul cosiddetto ius sanguinis, sul diritto di sangue, in base al quale il figlio nato da padre italiano o da madre italiana è italiano. Non vi è lo ius solis, ovvero il diritto di cittadinanza acquisito per il semplice fatto di essere nati in Italia, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori, se non in rarissimi o in particolari casi.
Tra le priorità della nostra gente, priorità che dovrebbero essere anche le principali preoccupazioni di voi amministratori, non figura certamente il diritto del voto agli stranieri. Quando Prodi provò a introdurlo in Parlamento, nella scorsa legislatura, noi avevamo già affermato che avremmo contrastato questo progetto in modo decisivo e concreto. Ora più che mai, nel momento in cui ci troviamo di fronte a un Governo basato sull’alleanza Napolitano-Monti-Goldman Sachs, non molleremo di certo neanche in Regione.
La priorità in questo momento non è certamente la concessione del voto agli immigrati e ai loro figli, bensì la salvaguardia dei posti di lavoro, una sanità efficiente, la possibilità di dare ai nostri e ai vostri figli una buona educazione scolastica. Cari colleghi, credo che la nostra priorità sia quella di far capire che ci sono diritti, ma soprattutto doveri.
Concludo ricordando, per chi se lo fosse dimenticato, che alle ultime elezioni comunali di Torino, che prevedevano oltre 30.000 extracomunitari con diritto di voto, questi si sono presentati alle urne in poco più 300.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Sarò breve. Tengo a intervenire perché queste sono questioni piuttosto importanti, non di competenza della Regione, ma sulle quali credo sia importante accendere dei riflettori.
Tengo a intervenire solo perché mi occupo di diverse tematiche amministrative. Mi arrivò una telefonata, durante una trasmissione radio, che mi chiedeva chiarimenti sul tema. Io non lo conoscevo, non conoscevo le leggi che lo normano, e ho risposto, pur dichiarandomi vicino a tali tematiche, perché mi sono sempre battuto per i diritti civili e, in generale, per i diritti delle persone, che non ne avrei parlato, perché non mi piace parlare a caso.
Ho scoperto poi di essere, invece, un grande seguace dei consiglieri Bernardini e Bignami e vicino alle loro posizione xenofobe. L’ho imparato dalla correttezza del consigliere Naldi, il quale ha scritto una nota pubblica sostenendo queste fesserie, queste sciocchezze finalizzate alla strumentalità politica.
Volevo solo dire al consigliere Naldi che, invece, di parlare a caso, dovrebbe avere almeno la cortesia di chiedere. Annuncio, dunque, il voto favorevole in maniera convinta alle risoluzioni e all’adesione alla campagna, però credo che il consigliere Naldi mi debba delle scuse pubbliche e spero che me le porgerà con gli strumenti adeguati.
PRESIDENTE (Richetti): Lei sta utilizzando l’intervento per chiarire una sua posizione. Immagino che il consigliere Naldi intervenga per un fatto personale, però siamo in fase di discussione generale sulle risoluzioni. Prego.
FAVIA: Grazie, presidente. Come lei ricordava la libertà del consigliere Grillini stamattina, vado a concludere il mio intervento, che in realtà ho già concluso. Ribadisco, dunque, il voto favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Anche se il tempo, ahimè, è scaduto e il Regolamento impone che alle 19,30 dobbiamo terminare…
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, il consigliere Cavalli conosce benissimo il Regolamento e sarà mia cura tutelare la sua prerogativa di avere dieci minuti per intervenire. Prego, consigliere.
CAVALLI: Va bene. Grazie, presidente. Siamo consapevoli che oggi ci accingiamo ad affrontare una risoluzione importante per tutti noi, considerato che i miei interventi rimangono sempre entro i limiti concessi.
Come Lega Nord, noi ci siamo sempre battuti contro questi disegni di legge, anche se sappiamo che ci sono oltre 100 associazioni che si stanno adoperando per un falso problema, che in Italia non esiste, cari colleghi. Credo che il diritto di voto sia una prerogativa che normalmente gli immigrati possono chiedere dopo dieci anni che sono residenti in Italia, al diciottesimo anno di raggiungimento della maggiore età.
Effettivamente, però, questo non è un voler fermare una legge che per noi non è certamente condivisibile, come ha già ripetuto il mio collega Manfredini. Noi su molti atti, su molte norme siamo con voi. Le abbiamo approvate, ci asteniamo, sapendo però che ci possono essere leggi favorevoli.
Su questo punto noi crediamo fortemente in un impegno di tutti per la salvaguardia delle nostre tradizioni e del nostro territorio. I nostri concittadini che posso chiamare “extracomunitari”, come ha già ribadito il mio collega Manfredini – lo ripeto ancora, perché sono dati che ho trovato io – su 30.000 che volevano votare a Torino si sono presentati solo 300.
Credo che non sia un falso problema. Non è un problema del voto o non voto. Loro chiedono lavoro, assistenza, scuole dove portare i loro figli, asili, servizi su cui l’Emilia-Romagna è effettivamente una delle migliori Regioni in Italia, se non la migliore.
Questo voler accelerare i tempi è molto grave. Credo, infatti, che gli Stati che hanno adottato le due proposte di legge che vogliamo portare avanti si stiano pentendo, perché hanno visto che esse non hanno portato i frutti che volevano portassero, anzi, hanno creato in Francia le famose banlieue e in Inghilterra le ribellioni.
Noi dobbiamo fermarci, perché, in un momento di grave crisi economica, non è il caso di liberare migliaia di voti elettorali. Ahimè, avete paura di perdere dei voti. Con la proposta che voi state portando avanti noi ne recupereremo, quindi vi ringraziamo, perché, tutte le volte che avete voluto portare avanti queste proposte di legge, la Lega Nord ha sempre visto l’asticella salire verso l’alto.
Siamo in un momento in cui la gente avrà problemi con la casa. Grazie al Governo Monti verrà reintrodotta l’ICI, iniziativa per cui tutti noi ringrazieremo. Ringrazieremo, perché in questi mesi ci avete accusato di macelleria sociale, ma la vera macelleria sociale sarà stata effettuata da questo Governo, che imporrà oltre 1.000 euro di tasse all’anno per ogni famiglia.
Io credo che, quando andrete alla raccolta delle firme per dare il voto agli extracomunitari, vi risponderanno che prima occorre aiutare i cittadini emiliano-romagnoli, i cittadini del vostro territorio. Bisogna finirla di voler sempre aiutare, mentre Pantalone paga. Lo ha affermato la settimana scorsa il collega Vecchi in Commissione, quando ha detto: “Ora basta, perché paga sempre Pantalone”.
Ahimè, Vecchi, se vuoi passare con il Gruppo della Lega Nord, ti accettiamo molto volentieri, essendo persona preparata, con una cultura sopraffina. Ti accettiamo molto volentieri, perché sono gli slogan che usiamo noi di solito e che a voi danno fastidio. Il voler imporre anche oggi il termine di questa risoluzione significa che, secondo me, voi non siete molto partecipativi. A volte volete proprio far sì che tutti debbano accodarsi.
In alcuni momenti tutti noi abbiamo problemi e, quindi, secca dover portare avanti sempre queste tematiche degli extracomunitari, che hanno diritti e doveri e, secondo me, soprattutto doveri. Tutti i cittadini emiliano-romagnoli stanno subendo una grave crisi economica e la nostra priorità qual è? Noi siamo dei ‘folli’ e io sono contento di esserlo, perché non vogliamo dare il voto agli extracomunitari.
Grazie, signor Presidente Napolitano, la ringraziamo perché noi siamo ‘i folli’, che sono centinaia e migliaia di elettori e di persone che sicuramente saranno contrarie al voto che stiamo portando avanti.
Oggi ci apprestiamo a mettere un solco molto largo tra noi e voi, perché su questa tematica sicuramente non riusciremo mai ad andare d’accordo. Su molte tematiche possiamo essere d’accordo, possiamo venirvi incontro e procedere insieme, perché su alcune tipologie di argomenti possiamo creare un rapporto di collaborazione e di attivazione. Invece, in questo momento, credo che oggi si crei un solco invalicabile su questa risoluzione. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Se il consigliere Naldi è iscritto in discussione generale, la chiudo, perché non ci sono più i tempi e ci sono troppi iscritti a parlare. Se è un intervento per fatto personale, le do l’opportunità di rispondere.
La parola al consigliere Naldi.
NALDI: Sarò velocissimo. Io sono felice, se il mio proditorio attacco pubblico alla sensibilità del consigliere Favia ha prodotto un così rapido ripensamento, una così rapida maturazione delle sue posizioni…
FAVIA: Vergognati!
NALDI: …tale da fargli superare un’ambiguità non troppo felice e molto pericolosa, dal mio punto di vista.
FAVIA: Bravo! Applausi!
NALDI: Sono, altresì, felice di fare tutto il possibile perché queste giovani promesse possano maturare rapidamente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Richetti): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso delle sedute sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
2100 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, sulla notizia riportata dalla stampa per cui l'Associazione "Isde Medici per l'Ambiente" accuserebbe la Regione di aver stravolto i dati del Progetto Moniter finalizzato ad indagare gli effetti sull'ambiente e sulla salute degli otto inceneritori presenti in Emilia-Romagna. (1435)
2101 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, sul bilancio dell'AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po). (1436)
2103 - Risoluzione proposta dal Presidente della Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, su mandato della stessa Commissione, per impegnare la Giunta ad informare l'azione programmatica e amministrativa al perseguimento della piena rappresentanza di genere (a firma della consigliera Roberta Mori). (336)
2105 - Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari, Monari, Alessandrini, Moriconi, Bonaccini, Pagani, Carini, Mazzotti, Marani, Piva, Cevenini, Mori, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Garbi, Fiammenghi, Montanari, Zoffoli e Casadei per impegnare la Giunta a istituire la giornata del "cittadino solidale" al fine di incentivare la gratuità della partecipazione al servizio della collettività. (337)
2106 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le autorizzazioni rilasciate dall'ASL di Modena ad un allevamento di cani nella zona di Cittanova messo sotto sequestro dalla polizia municipale. (1437)
2107 - Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini per esprimere contrarietà alla riforma del sistema pensionistico formalizzato dal Governo guidato da M. Monti. (338)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 19,40
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali, ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l'assessore Paola GAZZOLO.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Simonetta SALIERA.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 1675Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Misure per l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione.»” (28)
Presenti: 43
Favorevoli: 41
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 2
Manes BERNARDINI, Mauro MANFREDINI.
Astenuti: 0
Assenti: 7
Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (m), Gabriella MEO, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 1794Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche e integrazioni alla L.R. 2 ottobre 1998, n. 30 e alla L.R. 21 aprile 1999, n. 3.»” (29)
Presenti: 39
Favorevoli: 30
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 5
Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Mauro MANFREDINI.
Astenuti: 4
Luca BARTOLINI, Mauro MALAGUTI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI.
Assenti: 11
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (m), Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 1995Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione del Registro unico dei controlli sulle imprese agricole e agroalimentari regionali e semplificazione degli interventi amministrativi in agricoltura.»”
Presenti: 32
Favorevoli: 32
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Assenti: 18
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (m), Gabriele FERRARI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Paola MARANI, Gabriella MEO, Gian Guido NALDI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 1995Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione del Registro unico dei controlli sulle imprese agricole e agroalimentari regionali e semplificazione degli interventi amministrativi in agricoltura.»” (30)
Presenti: 39
Favorevoli: 33
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 6
Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Andrea LEONI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI.
Assenti: 11
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (m), Fabio FILIPPI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Aimi - Mandini - Richetti
Cevenini - Corradi
Espandi Indice