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72.
SEDUTA DI MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO 2012
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE AIMI
Indice
OGGETTO 1360
Interpellanza dei consiglieri Filippi e Malaguti circa i contributi e le procedure certificative riguardanti lo stabilimento enologico imolese della Cooperativa “Terremerse”. (66)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
RABBONI, assessore
OGGETTO 1401
Interpellanza del consigliere Filippi circa la sburocratizzazione delle disposizioni esistenti in materia antisismica al fine di rilanciare il settore edilizio, di particolare rilevanza nelle zone montane e nell'Appennino reggiano. (67)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 2315
Comunicazione della Giunta: “Emergenza maltempo
(Continuazione discussione)
(Risoluzione oggetto 2320 - Dichiarazioni di voto e reiezione) (376)
(Risoluzione oggetto 2324 - Dichiarazioni di voto e reiezione) (377)
PRESIDENTE (Richetti)
MONARI (PD)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MANDINI (Italia dei Valori)
PRESIDENTE (Aimi)
MANFREDINI (Lega Nord)
NALDI (SEL - Verdi)
OGGETTO 356
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Villani: “Istituzione della figura professionale dell'operatore del benessere termale
(Relazione, discussione e reiezione)
(Ordine del giorno oggetto 356/1 “Non passaggio all'esame degli articoli” - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (55)
PRESIDENTE (Aimi)
LOMBARDI, relatore
PAGANI (PD)
CAVALLI (Lega Nord)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MORICONI (PD)
OGGETTO 2198
Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Manfredini, Corradi e Bernardini per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni, anche di concerto con le altre Regioni interessate, al fine di ripristinare le competenze normative regionali e degli Enti locali in materia di commercio e di tutelare le piccole attività a gestione individuale o familiare (350)
(Continuazione discussione e reiezione)
OGGETTO 2223
Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Manfredini e Corradi per impegnare la Giunta ad attivarsi per contrastare le modifiche contenute nella bozza del Decreto Legge sulle liberalizzazioni che sarà presentato a giorni dal Governo Monti (353)
(Continuazione discussione e reiezione)
OGGETTO 2224
Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Naldi, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi, Mazzotti, Mori, Pagani, Mumolo, Casadei, Garbi, Zoffoli, Piva, Montanari, Marani, Pariani, Moriconi e Carini per impegnare la Giunta ad attivarsi, di concerto con le altre Regioni, per proporre sede di confronto con il Governo sui provvedimenti di liberalizzazione, ribadendo la competenza regionale in materia, con la previsione di requisiti relativi alla prestazione di attività commerciale giustificati da tutela salute e ambiente (354)
(Continuazione discussione e approvazione)
OGGETTO 2328
Risoluzione proposta dal consigliere Favia in merito al Protocollo d'intesa tra il Comune di Modena e associazioni sindacali e dei consumatori per creare un meccanismo di rotazione delle aperture domenicali (380)
(Presentazione, discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Aimi)
BERNARDINI (Lega Nord)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
POLLASTRI (PDL)
BARBATI (Italia dei Valori)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 1027
Risoluzione proposta dai consiglieri Noè, Defranceschi, Villani, Grillini, Cavalli, Corradi, Bernardini, Manfredini, Pollastri, Bartolini, Alberto Vecchi e Riva per impegnare la Giunta ad adottare indirizzi affinché gli uffici provinciali dei servizi per l'impiego accolgano le domande di iscrizione nella lista di mobilità non indennizzata dei lavoratori licenziati da datori non imprenditori (159)
(Ritiro)
OGGETTO 2300
Risoluzione proposta dai consiglieri Noè, Monari, Lombardi, Villani, Naldi, Defranceschi, Grillini, Riva e Manfredini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a modificare la normativa che discrimina i lavoratori licenziati da datori di lavoro non imprenditori (372)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
NOÈ (UDC)
MONARI (PD)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Aimi)
BARBATI (Italia dei Valori)
OGGETTO 1143
Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta ad approfondire e valutare i modelli organizzativi e promozionali che consentono alle Organizzazioni di Volontariato operanti nella Provincia di Parma di conseguire risultati di eccellenza, al fine di valorizzare tutte quelle operanti nel territorio regionale, favorendo anche l'incremento delle entrate di fonte privata (175)
(Discussione e reiezione)
OGGETTO 2105
Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari, Monari, Alessandrini, Moriconi, Bonaccini, Pagani, Carini, Mazzotti, Marani, Piva, Cevenini, Mori, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Garbi, Fiammeghi, Montanari, Zoffoli e Casadei per impegnare la Giunta a istituire la giornata del “cittadino solidale” al fine di incentivare la gratuità della partecipazione al servizio della collettività (337)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
FERRARI (PD)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
PARIANI (PD)
MANDINI (Italia dei Valori)
MANFREDINI (Lega Nord)
MONARI (PD)
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Aimi)
MANDINI (Italia dei Valori)
NALDI (SEL - Verdi)
OGGETTO 2031
Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta regionale a promuovere, presso il Ministro degli Esteri, il Presidente del Consiglio dei Ministri e le istituzioni europee ogni possibile azione politica e diplomatica volta alla liberazione di Rossella Urru e degli altri cooperanti rapiti nei campi profughi saharawi di Rabuni, situati nei pressi di Tindouf, in Algeria (323)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
OGGETTO 1928
Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi circa le azioni da porre in essere per tutelare la cittadinanza da rischi per la pubblica incolumità connessi ai lavori della galleria della Variante di Valico, con particolare riferimento alla situazione esistente nel Comune di San Benedetto Val di Sambro (BO) (312)
(Discussione)
OGGETTO 1949
Risoluzione proposta dal consigliere Mandini per impegnare la Giunta ad adottare misure per ovviare alle criticità segnalate per i lavori della Variante di Valico nel secondo intervento infrastrutturale che interessa la tratta La Quercia - Barberino del Mugello (313)
(Discussione)
OGGETTO 1954
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Cevenini, Luciano Vecchi, Pariani, Moriconi, Casadei, Marani, Montanari, Riva e Costi per impegnare la Giunta ad intervenire presso ANAS e Società Autostrade al fine di valutare i danni arrecati nelle Frazioni di Ripoli-Santa Maria Maddalena a seguito dei lavori per la realizzazione della Variante di Valico e ad assicurare che il monitoraggio degli edifici lesionati sia svolto insieme a rappresentanti della pubblica amministrazione (314)
(Discussione)
OGGETTO 2051
Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Sconciaforni, Donini e Meo per impegnare la Giunta a chiedere ad ANAS e alla Società Autostrade la sospensione cautelativa dei lavori di scavo nella galleria Val di Sambro al fine di accertarne la sicurezza per la prosecuzione dei lavori (328)
(Discussione)
PRESIDENTE (Aimi)
MANDINI (Italia dei Valori)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
NOÈ (UDC)
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Aimi)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettronica
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni e risoluzioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,09
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la settantaduesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Comunico l'assenza a questa seduta del Presidente Errani, ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento.
Comunico inoltre l'assenza della vicepresidente della Giunta Saliera, degli assessori Bortolazzi, Freda, Marzocchi e Melucci e del consigliere Corradi.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo i nostri lavori, per la parte pomeridiana dell'Assemblea, con lo svolgimento delle interpellanze, chiamando l'oggetto:
1360 - Interpellanza dei consiglieri Filippi e Malaguti circa i contributi e le procedure certificative riguardanti lo stabilimento enologico imolese della Cooperativa "Terremerse". (66)
Risponde per la Giunta l'assessore Rabboni.
La parola al consigliere Filippi per illustrare la sua interpellanza.
FILIPPI: Grazie, presidente. Apriamo questa fase della seduta dedicata alle interpellanze con un tema un po' spinoso: la faccenda di Terremerse, una cooperativa imolese che sembrerebbe essere una sorta di scatola cinese. Questa cooperativa prima si chiamava Pempa, poi ha preso il nome di Terremerse, poi ha cambiato nome in Terre Imolesi, poi ha cambiato ancora nome in Copa, e non so se in questi ultimi mesi lo abbia cambiato ulteriormente.
È certo che quando una cooperativa cambia così tante denominazioni sociali deve esserci sotto qualcosa di poco chiaro. È proprio per questo che, nel maggio dell'anno scorso, ho presentato un’interpellanza alla Giunta per chiedere informazioni in ordine a questa cooperativa che ha ricevuto la bellezza di 2.176.000 euro di contributi dalla Regione Emilia-Romagna e di 1.446.375 euro di contributi dalle varie Province (Ferrara, Ravenna e non so quale altra città), per un totale di 3.622.000 euro, insomma è stata trattata bene.
Ho controllato i verbali e, ad esempio, al punto 14 dell'allegato B della deliberazione n. 2548 leggo: “spese non previste ma ammissibili”, si parla di una cifra che potrebbe sembrare modesta, 129 mila euro, per un’azienda come Terremerse. Sono però tanti soldi per un'azienda agricola normale, quella gestita dalle famiglie contadine, 129 mila euro costituirebbero un contributo importante.
Visto che queste spese non erano previste ma ritenute ammissibili, io le chiedo, assessore, se può gentilmente dirmi in che cosa consistono questi 129 mila euro di contributi che avete concesso a questa cooperativa. Le chiedo, inoltre, se gentilmente può fornirmi la copia del certificato di collaudo statico dello stabilimento in oggetto, che avevo già chiesto in Commissione nel 2009. Infine, visto che la cooperativa ha cambiato nome e che i contributi assegnati a un'azienda debbono rimanere a quella, considerato che voi avevate dato a Terremerse il famoso finanziamento di un milione di euro e la cooperativa pochi mesi dopo ha cambiato denominazione sociale, vorrei sapere se ha restituito la quota, almeno parte del milione di euro all'assessorato all'agricoltura. Se avessimo dato questi soldi ad aziende agricole piccole, sicuramente sarebbero stati investiti meglio e avrebbero fruttato di più alle casse della Regione.
Attendo la sua risposta. Grazie, assessore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all'assessore Rabboni per la risposta.
RABBONI, assessore: Grazie, presidente. Con riferimento all'interpellanza richiamata in oggetto, si precisa quanto segue. Le spese non previste ammissibili – ai sensi del punto 14 dell'allegato B alla deliberazione n. 2548 del 2000, così come ripreso e ampliato dal punto 14 del programma operativo, approvato con deliberazione n. 2639 del 2003 – sono riconducibili all'ultimo capoverso del punto medesimo, di seguito riportato: «Non sono considerati varianti gli interventi disposti dal direttore dei lavori relativi ad aspetti di dettaglio o soluzioni tecniche migliorative, purché contenute nell'ambito del 10 per cento del costo complessivo dell'opera, al netto della voce spese generali».
Si tratta, quindi, sulla base di un approccio consolidato, che è sempre stato utilizzato nei procedimenti finalizzati a incentivi a fronte di investimenti strutturali, compresi quelli attualmente in corso, di modifiche di modesta entità per le quali la Giunta ammette un'autorizzazione implicita per non aggravare il procedimento.
Nel caso in argomento, le spese non previste quali precedentemente definite risultano – rispetto a un importo complessivo riconosciuto, al netto della voce spese tecniche, di 2.467.431,21 euro – pari a 129.052 euro, ovvero al 5,2 per cento del costo complessivo dell'impianto.
Il collaudo statico non compete all'Amministrazione regionale e non è prevista la sua acquisizione tra la documentazione da presentare in sede di accertamento di regolare esecuzione del progetto. Infatti, il certificato di agibilità dell'opera oggetto di contributo, agli atti di questa Amministrazione, ricomprende e riassume tutti gli adempimenti e le certificazioni propedeutiche e necessarie al suo rilascio da parte del Comune competente per territorio.
L'iter relativo al finanziamento in oggetto da parte della Regione Emilia-Romagna ha rispettato le fasi procedurali previste e non è iniziato precedentemente all'approvazione del progetto definitivo.
La domanda di contributo, completa di tutta la documentazione richiesta dalla deliberazione della Giunta regionale n. 2639 del 2003, relativa all'approvazione del Programma operativo della Misura 1G, è stata infatti presentata entro il termine perentorio del 10 marzo 2004. Dopo la presentazione della domanda, con nota del Direttore generale agricoltura del 18 aprile 2005, è stata richiesta alla cooperativa Terremerse la documentazione tecnica di cui al punto 12 dell'avviso pubblico, prevista per le iniziative collocate in posizione utile al fine del finanziamento, che è pervenuta entro i termini fissati dal bando, cioè sessanta giorni dalla data di ricevimento della richiesta.
A seguito della dovuta istruttoria tecnica ed amministrativa, l'Amministrazione regionale ha approvato il progetto e contestualmente ha disposto la concessione del contributo, avvenuta con atto formale n. 16792 del 2005.
La disciplina in materia di agricoltura, circa la durata dei vincoli temporali e di destinazione dei beni acquisiti con contributi pubblici, è fissata espressamente dall'articolo 19 della legge regionale n. 15 del 1997. Eventuali modifiche societarie che incidono sui soggetti beneficiari di contributi pubblici non assumono rilievo, a condizione che non modifichino la destinazione originaria dei beni, e previa verifica del mantenimento, da parte del soggetto subentrante, dei requisiti d'accesso previsti...
(interruzione audio)
La cooperativa Terremerse ha provveduto, dopo aver ottenuto la prescritta autorizzazione da parte della Regione Emilia-Romagna, a scindere il proprio ramo d'azienda vitivinicolo, con la costituzione di una nuova cooperativa denominata Terre Imolesi, che successivamente si è fusa con la cooperativa Copa. Di conseguenza, il trasferimento è avvenuto conformemente alla disciplina vigente e la destinazione dell'opera non è stata distolta dalle finalità per cui è stata finanziata.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Rabboni.
La parola al consigliere Filippi per la replica. Consigliere, le restano quattro minuti.
FILIPPI: Grazie, presidente. Assessore, lei mi ha dato una risposta evasiva, mi ha addirittura spiegato cos'è una variante. Io devo comunicarle che ho fatto per vent'anni il libero professionista, quindi credo di sapere meglio di lei cos'è una variante, e per di più ho ancora l'occhio tecnico, che è un occhio particolare. Glielo dico perché ogni volta che vedo un documento di Terremerse vi trovo delle incongruenze, delle cose che non funzionano.
Credo che se fossi stato nominato dal tribunale tecnico di parte ci sarebbero dei guai seri per Terremerse. Visto che voi non mi avete voluto consegnare il certificato di collaudo, me lo sono procurato da un consigliere comunale. Ebbene, a differenza di tutti i collaudi di questo mondo, che sono con marca da bollo, come prevede la legge dello Stato, questo collaudo è privo di marca da bollo e privo di numero di protocollo; esso reca la data – scritta dall'ingegnere, un certo Giovanni Zani – dell'11.10.2006, quindi esattamente tre mesi dopo la fine dei lavori e tre mesi dopo il vostro finanziamento; inoltre, nel protocollo del Comune non si legge alcun numero. Non si capisce come mai il Comune protocolli questo documento tre mesi dopo.
Non solo: l'ingegnere collaudatore, essendo un tecnico e avendo cura di salvaguardare se stesso, non collauda una cantina vitivinicola – perché evidentemente quando ha fatto il collaudo non era una cantina vitivinicola – ma una tettoia per ricevimento uve di metri 44,5 per 33. Evidentemente, quando il collaudatore è entrato nello stabilimento non era finito un bel niente, forse c’era sì e no la copertura, quindi giustamente non ha scritto di collaudare uno stabilimento vitivinicolo, come doveva essere, ma, per tutelarsi, ha collaudato una tettoia. Intendo dire, assessore, che le incongruenze sono tantissime.
Nella marca da bollo che i tecnici appongono al collaudo, come lei sa, c'è una data che viene riportata dall'ufficio in cui la stessa viene acquisita.
(interruzione dell’assessore Rabboni)
In questo caso, però, non c’è la marca da bollo perché evidentemente le date erano incongruenti.
Credo che siano troppe le incongruenze rispetto a uno stabilimento per il quale questa Regione e i cittadini dell'Emilia-Romagna hanno speso per contributi una cifra superiore ai 7 miliardi di vecchie lire. Quando si spendono così tanti soldi – oltre 3,5 milioni di euro in contributi a fondo perduto – ci vorrebbe una trasparenza massima, una casa di vetro. Invece, in questo caso di trasparenza non ce n’è affatto. Voi vi siete rifiutati di dare a un consigliere regionale un certificato di collaudo, che è il minimo che avreste dovuto fare. In una Regione come l'Emilia-Romagna ottenere la copia di un certificato dovrebbe essere una cosa normale. Voi, invece, vi siete rifiutati di produrlo, quindi sono evidentemente legittimato a pensare che molti elementi in questo finanziamento non siano rispondenti alla norma di legge. Diversamente, non vedo la necessità di rifiutarsi di dare a dei consiglieri regionali documenti obbligatori per legge, come lo è il collaudo statico.
Come ha detto lei, assessore, il collaudo statico avviene prima dell'agibilità. Evidentemente, però, se tale collaudo è stato datato, da parte dell’ingegnere, 11.10.2006 ed è protocollato 11 gennaio 2007, avete dato il finanziamento – credo nel maggio del 2006 – cinque mesi prima del collaudo. Sicuramente, pertanto, sono stati prodotti dei documenti non rispondenti alle normative vigenti, né della Regione, né dello Stato.
Insomma, non sono soddisfatto, prima di tutto perché una Regione che si proclama all'avanguardia, di sinistra e trasparente, in questa circostanza non si dimostra né all'avanguardia, né di sinistra, né trasparente, decidendo di tenere nascosti dei documenti. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 1360, passiamo all’oggetto seguente:
1401 - Interpellanza del consigliere Filippi circa la sburocratizzazione delle disposizioni esistenti in materia antisismica al fine di rilanciare il settore edilizio, di particolare rilevanza nelle zone montane e nell'Appennino reggiano. (67)
Risponde per la Giunta l'assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Filippi per illustrare la sua interpellanza.
FILIPPI: Grazie, presidente. Insieme a numerosi colleghi del PdL, ho presentato un'interpellanza sulla normativa sismica, purtroppo le cose non vanno bene, nonostante tutte le rassicurazioni dell'assessore, e nonostante tutte le belle parole. Questa Regione, se ha un pregio, è quello di comunicare bene; anche questa mattina, per una nevicata che, per quanto riguarda l'Emilia, è stata più che normale, avete fatto un comunicato per dire che siete stati bravi, quando invece i treni sono rimasti bloccati per ore e ore, se non per giorni. Quindi, siete stati pessimi da un punto di vista dei trasporti ferroviari – non insufficienti, pessimi – però avete diffuso all’esterno il messaggio che siete bravi, che avete fatto il possibile, che avete fatto i miracoli. Siete bravi a comunicare, questo è il vostro mestiere.
Assessore, nonostante i suoi comunicati tranquillizzanti per dire che i suoi tecnici si impegnano, i professionisti si lamentano – almeno per quanto riguarda la situazione di Reggio Emilia – le pratiche sono ferme, non vanno avanti, per ottenere un'autorizzazione sismica occorrono dai 150 ai 180 giorni, quando mi sembra che il nostro regolamento preveda 60 giorni.
Secondo me, lei dovrebbe dare una tirata d'orecchi ai dirigenti, questa situazione blocca non solo l'edilizia, ma la stessa economia. Visto il momento di crisi, questo costringe le imprese a costruire senza regole, perpetrando abusi edilizi, oppure si bloccano i cantieri.
Cerchiamo di accelerare un po' i tempi! Certo non sono periodi di vacche grasse, è un momento particolare, quindi a quei pochi che hanno intenzione di costruire o di sistemare i fabbricati esistenti dobbiamo dare la possibilità di farlo, finché intendono investire dei soldi.
Chiedo soltanto attenzione da parte sua, assessore; so che lei comprende queste cose, mentre i suoi tecnici le dicono una cosa e ne fanno un’altra.
Attendo risposta. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola per la risposta all'assessore Gazzolo.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Nella massima trasparenza, e visto che l'interpellanza affronta tematiche e aspetti diversi, ho predisposto una lunga, articolata e complessa risposta scritta che consegnerò al consigliere.
Per la parte, invece, che riguarda la normativa antisismica e quindi il processo di semplificazione in atto – che fra l'altro ci è riconosciuto da tutti i soggetti pubblici e privati operanti nel settore – mi limito a segnalare le novità rispetto alla risposta che ho già tracciato in quest’Aula il 6 dicembre scorso e che pensavo fosse, da questo di punto di vista, estremamente esaustiva.
Il 2 febbraio sono stati pubblicati due ulteriori atti di indirizzo diretti a semplificare le procedure burocratiche delle pratiche sismiche: il primo consente un notevole passo in avanti nella standardizzazione del procedimento, stabilendo l'applicazione obbligatoria, su tutto il territorio regionale, di un'unica modulistica unificata; il secondo, interpretativo della normativa tecnica per le costruzioni, semplifica le procedure da seguire per numerosi interventi di ampliamento e di sopraelevazione.
Ricordo inoltre, proprio sul tema citato prima dal consigliere, che dal mese di ottobre è operativa una struttura straordinaria per lo smaltimento dell'arretrato delle pratiche sismiche, la quale ha già concluso, con un mese di anticipo sulle previsioni, l'esame di tali pratiche con l'emanazione dei relativi provvedimenti. Inoltre, nelle prossime settimane comincerà ad essere sperimentata l'applicazione di un sistema di gestione telematica delle pratiche sismiche che consentirà una significativa accelerazione della tempistica e comporterà, da questo punto di vista, anche significativi risparmi dei costi di produzione e di trasmissione di tutti gli elaborati progettuali.
Invece, quanto al secondo aspetto richiamato, ossia cosa fa la Regione per lo sviluppo dell'Appennino, le strutture regionali hanno predisposto una sintesi completa degli interventi portati avanti dalla nostra Regione nel 2011 per i territori montani. Consegno questo schema completo nella risposta scritta. Tuttavia, in questo breve tempo che mi è concesso, vorrei segnalare al consigliere alcuni dati salienti. La promozione del sistema Appennino, come sanno tutti i consiglieri, rappresenta una delle priorità per l'Amministrazione regionale, come è evidenziato dalla stessa legge n. 2 per la montagna.
A tale proposito, visto che è stata di recente approvata la legge di riforma dei parchi regionali, è utile fornire innanzitutto alcune informazioni richieste dal consigliere relativamente agli incentivi per lo sviluppo dei loro territori, in particolare del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano. Si evidenzia innanzitutto che quest'ultimo dovrebbe ricevere finanziamenti per le spese di investimento dal competente Ministero, com’è avvenuto per i parchi nazionali, con cadenza triennale, fino al 2001.
Attualmente i parchi nazionali ricevono, invece, dallo Stato solo finanziamenti per la gestione, tra l'altro con un calo costante. La nostra Regione, invece, ha consentito anche ai parchi nazionali di accedere ad alcune misure del Piano di sviluppo rurale; ha ammesso a finanziamento sull'Asse 4 del POR un progetto di sviluppo turistico-ambientale presentato dalla provincia di Reggio Emilia, che ha come soggetto realizzatore lo stesso parco; ha ammesso a finanziamento, sul piano triennale di tutela ambientale, un progetto presentato dalla Provincia di Reggio Emilia relativo alla realizzazione di un centro visita; ha finanziato la sistemazione della rete escursionistica del crinale compreso nel Parco all'interno del progetto “Alta Via dei Parchi”, per un importo di 335 mila euro; ha previsto, nel programma di utilizzo dei fondi FAS regionali, alcuni interventi che riguardano territori dei Comuni del parco – e il parco ne sarà soggetto realizzatore – per l'importo di un milione di euro.
Relativamente all'incentivazione delle attività produttive in montagna, nel settennio di riferimento il Piano regionale di sviluppo rurale assegna all'imprenditoria agricola 54,5 milioni di euro, per indennità a favore delle zone caratterizzate da svantaggi naturali in montagna.
A questi si aggiungono i fondi dell'Asse 4 Leader, che finanzia i piani di azione locale dei cinque GAL ammessi a seguito della procedura di selezione, quattro dei quali fanno espresso riferimento al territorio appenninico e anche al territorio reggiano, ognuno per un importo ammissibile di oltre 9,5 milioni di euro di finanziamento pubblico.
Vanno poi considerati i 10 milioni di euro stanziati nel 2010 e utilizzati nell'anno corrente a favore delle Comunità e delle Unioni montane per il finanziamento degli accordi quadro per lo sviluppo della montagna, ai sensi della stessa legge regionale n. 2, oltre agli ulteriori 2 milioni di euro per un progetto di potenziamento della banda larga e del segnale televisivo sulla dorsale appenninica.
Anche per quanto riguarda gli aspetti connessi agli incentivi strutturali la Regione ha sempre avuto un'attenzione particolare nei confronti delle zone montane. La legge n. 17, che assegna, per esempio, contributi alle stazioni invernali, è l'unica legge che prevede contributi in conto capitale per interventi sull’offerta turistica che continua ad essere regolarmente finanziata, per circa un milione di euro all'anno.
Aggiungo infine, a titolo di utile informazione – non c'era richiesta nell'interpellanza, ma la ritengo prioritaria – che la Giunta regionale sta concretamente operando per il sostegno e l'incentivazione del sistema Appennino anche attraverso la riduzione delle criticità idrogeologiche.
Il Piano triennale regionale per la prevenzione del rischio idrogeologico, che ricomprende gli interventi dell'accordo di programma con il Ministero dell'ambiente per la realizzazione di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, ha l'obiettivo di garantire in primo luogo una manutenzione diffusa del territorio dei versanti, azione di prevenzione prioritaria per la salvaguardia del nostro Appennino. A questo scopo, assegna ai quattro servizi tecnici di bacino per il territorio appenninico, per la manutenzione diffusa, la somma complessiva di 29 milioni 290 mila euro, e di questi oltre 5 milioni di euro sono destinati ad interventi nel territorio montano della provincia di Reggio Emilia, in particolare nei Comuni di Baiso, Busana, Toano e Ramiseto.
Spero, nonostante la sintesi, di aver riportato un quadro utile per le future interrogazioni e per una discussione di merito. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Filippi per la replica. Consigliere, le restano sei minuti.
FILIPPI: Grazie, assessore, della risposta lunga, articolata e complessa. Tuttavia, se lei stessa ha detto che il 2 febbraio avete avviato due atti di indirizzo per portare avanti la semplificazione, evidentemente i problemi c'erano. Oggi siamo al 15 febbraio, quindi non so dire cos'è successo in questi tredici giorni. Le mie parole si riferiscono a prima del 2 febbraio. Se dal 2 febbraio i problemi sono stati risolti le offro un caffè alla buvette, perché di più non posso, le faccio i complimenti.
Il problema c'è, i tecnici e le imprese si lamentano. La mia, quindi, non è un'interpellanza presentata a vuoto, ma mi sembra che lei stessa, riferendo che sono stati fatti questi atti di indirizzo, abbia confermato che le difficoltà evidentemente c'erano. Non è vero che tutti i tecnici sono d'accordo: ad esempio, gli architetti di Reggio Emilia sono d'accordo con gli ingegneri di Modena che criticano la Regione. Faccio riferimento a una telefonata del 14 gennaio, poiché avremmo dovuto sentirci nello scorso Consiglio. Gli architetti hanno presentato una mozione contro la Giunta e contro le vostre delibere e credo che gli ingegneri di Modena abbiano intentato una causa contro la Regione. Non è vero, dunque, che tutti i tecnici sono concordi con i vostri. C'è ancora un grosso nodo da sciogliere per trovare una forma di collaborazione tra tecnici della Regione e tecnici privati.
Siamo d’accordo sulla necessità della sicurezza, ma non vogliamo, con la scusa della sicurezza, bloccare i cantieri. Quando si parla di sicurezza, si parla di tutto e di niente: c'è la sicurezza, ma ci sono anche il lavoro e la necessità di lavorare.
La mia è un'interpellanza a favore della gente che lavora, un'interpellanza semplice. Io conosco bene i professionisti, si lamentano e mi dicono che il Genio civile di Reggio Emilia è troppo burocratizzato.
Adesso lei mi ha detto che il servizio sarà a Bologna. Qualcuno si lamenta perché se prima per portare una pratica al Genio civile di Reggio Emilia serviva un giorno, adesso, per passare da un piccolo Comune come quello che ha citato lei, Ramiseto, a Bologna, la pratica impiega quindici giorni.
Mi auguro che quello che lei ha detto nella risposta sia vero. Spero che un passo avanti sia stato fatto, nella direzione della semplificazione. C'è bisogno di semplificazione, c'è bisogno di lavoro, c'è bisogno di lasciar lavorare le imprese. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 1401.
Dobbiamo rinviare, a causa dell'assenza giustificata della vicepresidente Saliera, gli oggetti 1529 e 1614.
Sospendiamo la seduta per cinque minuti e riprendiamo dalla discussione generale sulla comunicazione della Giunta e i provvedimenti collegati.
(La seduta, sospesa alle ore 15,37, è ripresa alle ore 15,43)
OGGETTO 2315
Comunicazione della Giunta: “Emergenza maltempo”
(Continuazione discussione)
(Risoluzione oggetto 2320 - Dichiarazioni di voto e reiezione) (376)
(Risoluzione oggetto 2324 - Dichiarazioni di voto e reiezione) (377)
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo i lavori. Siamo in discussione generale sull'oggetto 2315, comunicazione della Giunta relativa all'emergenza maltempo. Nella discussione generale abbiamo abbinato la risoluzione 2320 a firma del consigliere Mandini e la risoluzione 2324 a firma del consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Vorrei fare alcune considerazioni, ma soprattutto avanzare una richiesta che non vuole essere formale. Ho sentito il dibattito, questa mattina, è stato un dibattito convincente. Il Presidente Errani, a mio avviso – ma ho avuto modo di sentire anche l'apprezzamento dei colleghi che sono intervenuti – ha riferito compiutamente e in maniera esaustiva le motivazioni che stanno anche alla base di una dialettica positiva e virtuosa che il nostro territorio e la Regione ha attivato nei confronti del Governo nazionale rispetto ai temi trattati. Sono i temi che riguardano l’emergenza neve, ma anche il funzionamento più generale del meccanismo della Protezione civile.
Colgo l'occasione, ovviamente, per esprimere il mio apprezzamento più convinto per l'opera che è stata compiuta in presenza di un evento di natura cataclismatica, senza precedenti per l'Emilia-Romagna e soprattutto per la Romagna. Ringrazio l'assessore Gazzolo e, tramite lei, tutti gli uomini della Protezione civile, il direttore Egidi, ma anche le singole persone che hanno prestato la loro opera con grande competenza e con quella consuetudine di vicinanza umana che la nostra Protezione civile sa esprimere in questi casi. Un appezzamento particolare va anche al Presidente Errani, che ha seguito personalmente, nelle fasi più critiche, sui territori, lo svolgimento delle operazioni, come stamattina ha ben spiegato.
Infine, vorrei rivolgere una domanda ai colleghi che hanno presentato risoluzioni. Normalmente, per consuetudine, argomenti di questo tipo in quest'Aula si concludono con un ordine del giorno della maggioranza, che la maggioranza politica che governa la Regione vota e approva. In questo caso – lo dico a titolo personale, ma ovviamente anche come Presidente del Gruppo del PD – visto l'evento, la natura dell'evento e anche la natura degli interventi, devo dire che, anche con suggerimenti, con qualche critica, alcune costruttive, altre un po' strumentali, nel dibattito che ho sentito c'è stato un atteggiamento di grande, straordinaria responsabilità, e di presa d'atto, convenendo e non contrastando posizioni espresse dal Presidente Errani nel suo intervento conclusivo.
Ora, io credo che tecnicamente la maggioranza abbia fatto bene ad astenersi dal presentare un ordine del giorno. Come spesso è accaduto qua dentro, sono contento che abbia premiato l'unitarietà dell'Aula, facendo concludere la discussione dall'intervento del Presidente della Giunta.
Ci sono ovviamente nelle risoluzioni – le ho lette – alcune cose condivisibili, altre forse meno, che avrebbero bisogno di essere ritoccate o emendate, ma io ritengo che l'esercizio di un voto su risoluzioni, peraltro singole risoluzioni che vorrebbero mettere la bandierina su di un evento che io considero molto al di sopra, come portata, della risposta che le singole bandierine politiche possono dare – sia, in questo caso, un passo indietro per l'Aula. Le risoluzioni sono legittime, per l'amor di Dio, e alcuni contenuti, lo ripeto, sono anche condivisibili, ma costituiscono un passo indietro.
Come è già avvenuto in altre occasioni, chiedo umilmente ai colleghi che hanno presentato delle risoluzioni, e che comunque in ogni caso hanno già registrato, non solo perché resti al verbale stenografico dell'Aula, ma anche al verbale della politica, le loro posizioni, di ritirare le risoluzioni e di evitare che l'Aula debba esprimersi con voti contrari o favorevoli.
Penso che questo tipo di evento, in questo caso, sentito il dibattito e le posizioni espresse, possa consentire la condivisione di questo tipo di analisi, e mi auguro che la mia richiesta sia valutata positivamente dai colleghi.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Prenderei qualche spunto dalla discussione che si è svolta per evidenziare alcuni punti e, assolutamente senza alcuna polemica, riflettere su quello che è successo e trarne suggerimenti per il futuro.
Vorrei solo far sapere al Presidente – adesso non c’è, come aveva comunicato, ma glielo riferirà il sottosegretario – che noi non abbiamo alcuna pregiudiziale contro i gatti delle nevi. Saremmo ben contenti se potessero essere considerati nel bilancio al posto di tante altre cose inutili: penso al People Mover o alla Cispadana. Sarebbero probabilmente più utili, dal nostro punto di vista. Dunque non abbia timore a portare in discussione in Commissione un argomento del genere, perché anzi potrebbe essere un argomento interessante da approfondire.
Riferisco gli spunti che abbiamo visto in questi giorni e che, dal mio punto di vista, vorrei segnalare. Per quanto riguarda la viabilità, non entro neanche nel tema di come Ferrovie Italiane ha gestito in modo decisamente indecente i collegamenti, in particolare per quanto riguarda le zone appenniniche. Penso, per esperienza personale, alla linea Bologna-Porretta: i carri bestiame probabilmente hanno vissuto tempi migliori. È un dibattito che abbiamo già fatto, dunque non mi addentro.
Segnalo una nota probabilmente importante. Per quanto riguarda la viabilità periferica, nella provincia di Bologna, ad esempio, da tempo un'ordinanza prevede l’obbligo delle gomme da neve o le catene; io le garantisco, per esperienza diretta, che quell’ordinanza ha veramente permesso che la viabilità, nonostante le difficoltà, fosse quasi normale. È evidente che avendo l'abitudine ad avere e a utilizzare questi strumenti è stato possibile circolare, in maniera assolutamente più tranquilla di quanto non è accaduto a Bologna. In uno dei giorni dell'emergenza ho impiegato lo stesso tempo ad arrivare da casa mia all'uscita dell'autostrada e ad arrivare in Regione, glielo garantisco, perché fuori dall'autostrada c'era il delirio.
Dal punto di vista della crisi idrica, non sono così ottimista per quanto riguarda le previsioni meteorologiche, che non sono, sappiamo, una scienza esatta. Le ultime che ho visto stamattina parlano di un innalzamento delle temperature e anche di pioggia da domenica a lunedì. Al di là di quello che accadrà, è evidente che il pericolo e i danni che si potranno verificare a seguito dello scioglimento della neve sono sicuramente da considerare con attenzione.
Mi auguro, come diceva l'assessore – e sono certo che il suo servizio è in grado di farlo, anche se non è altrettanto solerte nel controllare quello che accadrà nella frana di Ripoli – che si monitorerà attentamente quanto può succedere in seguito all'imbibimento del terreno, in una situazione già fortemente compromessa.
La crisi idrica sarà un grosso problema sul quale credo che si debbano fare molti ragionamenti, soprattutto dal punto di vista del risparmio. Sicuramente, se non cambia la situazione meteorologica (credo che sia un'esperienza di tutti), avremo un'estate drammatica.
Vorrei avanzare un piccolo suggerimento – e l’argomento probabilmente sarebbe da portare in Commissione – riguardo al mondo dell'agricoltura: si dovrebbero facilitare le realizzazioni di invasi. Ho continue segnalazioni di agricoltori che vogliono realizzarli, e ci sono anche dei contributi europei per gli invasi di raccolta, ma sono previsti una trafila burocratica e un iter di valutazione di impatto ambientale veramente eterni per realizzare sostanzialmente dei laghetti di raccolta dell'acqua, che invece sarebbero fondamentali e lo saranno, credo, sempre di più nel nostro futuro.
Un’altra raccomandazione riguarda la fauna selvatica, sulla quale le Province si sono mosse con estremo ritardo. La Provincia di Bologna, a titolo d'esempio, ha chiuso la caccia di selezione degli ungulati lunedì mattina, dopo che, colmo dei colmi, è stata proprio l’URCA, una delle associazioni dei cacciatori, a chiederne il blocco. Non entriamo molto nel dettaglio delle motivazioni, ma è evidente cosa vuol dire fare caccia di selezione in territori in cui ci sono due metri di neve. Una raccomandazione che credo vada rivolta alle Province è di monitorare molto più da vicino le condizioni climatiche e determinare se necessario l'immediato blocco di questa attività.
Da ultimo, le scuole. Chiudere o aprire le scuole è un dibattito infinito; qualunque Sindaco che decida di chiudere o di lasciare aperta una scuola sbaglia, questo lo sappiamo, perché se le lascia aperte crea problemi a chi deve portare i bambini a scuola, se le chiude crea problemi a chi non sa dove altro portare i bambini ed è costretto ad andare a lavorare. Non entro neanche in questo tema, probabilmente non c’è un ragionamento esatto che si può fare a questo riguardo. Quello che, però, non è concepibile e non è sopportabile è che chi pensa che la mattina dopo le scuole siano aperte, scopra che invece sono chiuse la sera prima o la mattina stessa, nonostante le previsioni, come sappiamo benissimo, ci abbiano avvisato da giorni delle condizioni climatiche.
Ci sono stati casi tragicomici di ordinanze di sindaci datate 10 febbraio, che prevedevano la chiusura della scuole per il giorno stesso. Penso, ad esempio, al Comune di Grizzana Morandi e al Comune di Monzuno. Poiché il Comune non aveva i numeri di telefono dei genitori, a mezzanotte questi si chiamavano, in un passaparola, per dirsi che la scuola la mattina dopo sarebbe stata chiusa. Non credo che questo debba accadere: si scelga che cosa fare dal punto di vista delle scuole, anche rispetto all'agibilità delle stesse, ma lo si comunichi per tempo.
Colgo l’occasione, a proposito di scuola, per rivolgere un personale augurio di pronta guarigione al sindaco di Monghidoro al quale, proprio mentre verificava la stabilità e l'agibilità di una scuola, è caduta addosso una lastra enorme, che lo avrebbe ammazzato se lo avesse colpito in testa. È stato portato con l'elisoccorso all'Ospedale Maggiore, ha varie ossa rotte. Credo sia giusto fargli gli auguri di pronta guarigione, perché stava facendo qualcosa di utile per il suo Comune.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Il consigliere è già intervenuto, ma poiché il consigliere Monari ha proposto il ritiro delle due risoluzioni, a Favia – e, laddove lo richiedesse, a Mandini – diamo un minuto per rispondere, essendo già intervenuto in discussione generale. Se poi la richiesta non fosse accolta e gli oggetti non fossero ritirati, si può intervenire per dichiarazione di voto.
Prego, consigliere Favia.
FAVIA: Attendo a questo punto le dichiarazioni di voto, quindi ritiro la mia richiesta di intervento. Non ritiro, invece, la mia risoluzione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Consigliere Mandini, le do la parola affinché risponda al consigliere Monari.
MANDINI: Grazie, presidente. Ho colto lo spirito dell’intervento del consigliere Monari, ma onestamente la risoluzione presentata è in appoggio – così riteniamo – a quanto ha detto il Presidente Errani questa mattina. È un segnale rafforzativo rispetto alle iniziative che qui ha riferito di voler attivare rispetto al Governo. Non trovo, dunque, ragioni per ritirare la risoluzione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
È chiusa la discussione generale. Passiamo alle dichiarazioni di voto su entrambi gli oggetti 2320 e 2324.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Brevemente voglio ricapitolare quanto è stato detto questa mattina. Di nuovo esprimiamo apprezzamento per quello che è stato fatto in questa regione nell’emergenza dei giorni scorsi e per l’intervento del Presidente Errani di questa mattina. Ribadisco che quello che ha detto il Presidente Errani è importante, laddove ha parlato di apertura di tavoli con il Governo per poter attivare forme di sostegno diffuso sul territorio rispetto alle emergenze e ai danni subiti.
Ho presentato questa risoluzione che riguarda in particolare il comparto dell’agricoltura e ci tengo che venga sottoposta al giudizio di quest’Aula perché, lo ribadisco, in questa emergenza questo è un settore che più di tutti gli altri ha risentito degli effetti della calamità naturale. È un settore che ha bisogno di risposte veloci per poter cominciare a risollevarsi rispetto alla situazione che si è creata.
Diamo atto di quanto ha fatto il Presidente Vasco Errani rispetto alle richieste inviate al Governo di prorogare i termini degli adempimenti previsti nei confronti dell’Agenzia delle entrate, dell’INPS e dell’INAIL. Sappiamo che è necessario – ce l’ha detto questa mattina – un provvedimento legislativo e non abbiamo dubbi che il Presidente in questo si attiverà.
Abbiamo apprezzato, inoltre, i 2 milioni di euro messi subito a disposizione. Quello che chiediamo a questa Assemblea è di impegnare la Giunta a promuovere ulteriori iniziative rispetto al Governo. Non vedo quale problema ci sia a mandare questo messaggio.
Per quanto riguarda le competenze proprie della Regione, chiediamo di accelerare la tempistica per la definizione delle aree colpite. Anche questo è un procedimento che sta andando avanti e non abbiamo dubbi che si concluderà in tempi brevi.
Per quel che riguarda il primo capoverso, che poteva sollevare qualche perplessità, ho presentato un emendamento, dopo “impegna la Giunta”, che propone di sostituire “di impegnare la Giunta ad adottare ogni misura, nei limiti della propria competenza, tesa a reperire risorse e promuovere l’accesso al credito in maniera agevolata, il tutto finalizzato a un concreto sostegno economico al settore agricolo e zootecnico».
Pertanto, ho ripreso anche il concetto riferito dal Presidente questa mattina di farsi parte attiva verso gli istituti di credito perché si aprano...
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
PRESIDENTE (Aimi): Scusi, consigliere. Sta parlando di un emendamento che a noi non risulta.
MANDINI: Io ce l’ho già timbrato e pensavo che l’avessero distribuito.
PRESIDENTE (Aimi): Fa riferimento alla sua risoluzione?
MANDINI: Alla risoluzione 2320.
PRESIDENTE (Aimi): Non è ancora pervenuto. Siamo in dichiarazione di voto.
MANDINI: Pensavo fosse arrivato.
Dopo lo consegno alla Presidenza. Ne ho dato lettura adesso. In buona sostanza, l’emendamento riprende quello che il Presidente Errani ha auspicato questa mattina.
PRESIDENTE (Aimi): Abbia pazienza, il problema è che siamo fuori termine anche per l'accoglimento dell'emendamento.
MANDINI: È stato protocollato. Ce l’ho qui, presidente, non so che dirle.
PRESIDENTE (Aimi): Qui non è pervenuto. Facciamo una verifica e poi eventualmente dopo ne confermiamo oppure smentiamo l'ammissibilità.
MANDINI: Comunque adesso lo consegno. È stato presentato, lo ripeto, a chiarimento di possibili non corrette interpretazioni di quanto scritto nella risoluzione. Alla luce di tutto questo, chiediamo a quest’Aula di esprimersi favorevolmente su questa risoluzione perché la riteniamo rafforzativa dell'azione che il Presidente Errani e la Giunta intendono attivare in questo campo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
Siamo in dichiarazione di voto, consigliere, ha cinque minuti.
FAVIA: Grazie, presidente. Ho ascoltato con attenzione gli interventi. Ne capisco le motivazioni, ma non posso accettare la richiesta che viene dal Capogruppo del Partito Democratico. Si parla di un problema grosso, c’è una discussione, siamo nella sede…
Chiedo se è possibile disperdere i capannelli, presidente.
PRESIDENTE (Aimi): Colleghi, cortesemente lasciamo intervenire senza chiacchiericcio in Aula. Grazie.
FAVIA: Grazie. Parliamo di un problema e questa è la sede in cui parlarne; questa è la sede in cui fare atti politici, dare degli indirizzi. Questa Assemblea non lavora per la Giunta; tutti insieme lavoriamo per i cittadini, ma questa Giunta è un Governo al servizio di un’Assemblea eletta. È qui, dunque, che dobbiamo prenderci la responsabilità di scrivere degli atti, di fare delle proposte, di portare dei contributi.
Faccio fatica a capire, da un punto di vista politico, perché ogni volta che si fanno delle proposte che non sono facilmente incasellabili in un sì o in un no si debbano ritirare. Non si possono ogni volta fare dei discorsi arrampicandosi sugli specchi, sul valore o meno di portare avanti un atto, se c’è l’opportunità o non c’è l’opportunità. Queste sono chiacchiere.
Qui c’è una proposta politica legittima che riguarda il modo in cui verrà raccolta la neve. Non c’è un allegato tecnico; c’è un input, non c’è un obbligo; c’è una richiesta di tenere in considerazione un problema fidandosi del fatto che la Giunta, di concerto con tutti gli Enti locali, per il bene della collettività e del nostro ambiente – in questo caso si parla di ciclo idrico – possa fare il meglio possibile.
A questo punto bisogna prendersi una responsabilità, si è d’accordo o non si è d’accordo, si è d’accordo perché si sostengono queste motivazioni espresse in premessa e se non si è d’accordo bisogna dire il perché. Forse perché va troppa acqua delle falde? Non lo so. Perché costa troppo? Non c’è un obbligo. Sappiamo tutti che dobbiamo fare i conti con il borsellino, ma visto che i servizi già li paghiamo cerchiamo di prevedere dove è possibile questo tipo di raccolta virtuosa.
Penso che sia importante, consigliere Monari, al di là dei momenti di dura lotta e di duro scontro, anche la collaborazione politica sui temi, senza guardare le bandiere e se lo propone la maggioranza o meno. Riusciamo a rimanere sugli atti, su ciò che c’è scritto nero su bianco su dei fogli di carta, senza guardare il marchio che c’è in alto nella pagina?
Questa è buona politica. Questo tipo di conflittualità sterile, invece, porta a una cattiva politica, è un altro elemento di una cattiva politica, anziché lavorare sui progetti e nel merito.
Abbiamo un tema di falde che si abbassano e di cementificazioni in zone di ricarica di falda; abbiamo un tesoro ai piedi dell’Appennino, ossia il rubinetto della nostra pianura, mentre più a nord i terreni sono argillosi. Dobbiamo difendere questi territori che sono i nostri rubinetti. La neve si scioglierà? Creerà un problema alla portata dei corsi d’acqua, soprattutto a quelli artificiali dove verranno raccolte le acque meteoriche, quindi ai canali dei consorzi di bonifica?
Le casse d’espansione – speriamo che la temperatura farà sciogliere lentamente la neve – non potranno reggere uno scioglimento veloce. Facciamo di un problema una forza, un valore. La neve verrà raccolta dalle città. Portiamola nelle zone di ricarica. Non intendo l’Appennino, ma la zona pedecollinare.
Penso che questo sia un tema importante. Ho già espresso la preoccupazione in merito sui versanti di frana, su cui ci dev’essere la massima attenzione, perché con questa nevicata straordinaria sicuramente si riattiveranno, in merito al tema delle esondazioni e la fase 3, ossia l’emergenza post-neve.
Spero che quest'Aula possa votare la risoluzione in esame, che è di buonsenso. Dal momento che questi non sono atti amministrativi, ma input politici, noi voteremo anche, prendendo atto di fatto dell’emendamento, la risoluzione proposta dall’Italia dei Valori. Speriamo che su questo tema, nel quale l'interesse dei consiglieri è la tutela della comunità regionale del nostro territorio, ci possa essere un’ampia convergenza di tutte le forze politiche.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Rivolgendomi al collega Monari, condivido in parte il suo intervento. Condivido anche l’apprezzamento verso il Presidente Errani per l’impegno che la Regione ha sostenuto in questo frangente.
Non condivido proprio, invece, un’altra questione, per un fatto politico. Spero, collega, di aver capito male quando lei afferma che esiste una maggioranza che deve presentare le risoluzioni e deve votare. Spero di aver capito male. Poi magari, nel momento in cui avrò il dettato, le chiederò scusa, se ho capito male. Io sostengo, invece, che, quando una risoluzione è ben formulata, laddove c’è democrazia, la possa presentare chiunque, anche la minoranza, formata da un solo consigliere.
Lei mi ha veramente sorpreso. Come ripeto, le chiederò scusa eventualmente, se ho frainteso. Noi voteremo queste due risoluzioni, perché riteniamo che siano presentate a favore del territorio e soprattutto dei cittadini.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Ho capito dagli interventi in dichiarazione di voto dei colleghi che, purtroppo, il che mi dispiace, non sono riuscito a spiegarmi. Pensavo, anche spiegandomi male, come spesso mi accade, che voi avreste capito bene. In realtà, temo di essermi spiegato fin troppo bene e che voi siate stati un po’ troppo strumentali nel cercare di capirmi male.
Collega Manfredini, per l’affetto e il rispetto che ho nei suoi confronti – lei lo sa, mi conosce da tempo – ho sostenuto che normalmente i dibattiti di questa portata, con l’intervento conclusivo del Presidente, vengono chiusi con un ordine del giorno di maggioranza. Proprio per rispetto all’Aula ritenevo che il dibattito si potesse concludere con l’intervento del Presidente, che è stato esaustivo su tutti i punti che ha toccato nella risposta, a tal punto che anche molti interventi che ho sentito si sono dichiarati completamente d’accordo con quello che, pur migliorando e pur suggerendo, ha comunicato il Presidente Errani. Anche lei ha assunto questa posizione.
Per rispetto dell’Aula, quindi, ho spiegato che, a mio avviso, né il momento, né l’oggetto di trattazione erano di tale importanza da potersi risolvere con un voto a maggioranza. Ha capito? Bene.
Per questo motivo, e mi sposto sui colleghi Favia e Mandini, ritengo che, coerentemente con quanto ho cercato di spiegare, sia sbagliato svilire un dibattito ricco e approfondito su un tema tanto importante per la comunità emiliano-romagnola con atti di indirizzo che si occupano solo di segmenti. Peraltro, si occupano di segmenti per i quali noi abbiamo avuto dalle parole del Presidente Errani la rassicurazione sul fatto che esistono un’attenzione oggettiva, nonché una soggettiva sua personale nel rapporto con il Governo a far sì che su questi temi ci sia un’inversione di tendenza dell’attenzione nazionale verso i territori. Questo è stato comunicato dal Presidente e in merito abbiamo convenuto tutti.
Avrei molte motivazioni da portare nel merito, ma penso che sia sbagliato proprio il merito. Penso che, come metodo, una discussione come quella di oggi, ricca, approfondita e rispettosa delle diverse posizioni che si sono confrontate, sia svilita da un voto su un singolo ordine del giorno o risoluzione, non mi interessa se di Mandini o di Favia. Ritengo che sia sbagliato politicamente.
Potrei aggiungere anche che lo ritengo pretestuoso, ma mi fermo a sbagliato. Sapete che onestamente, quando mi rivolgo all’Aula rivolgendo proposte di coinvolgimento generale, ho molto rispetto più per voi che le ascoltate e che cercate di valutarle che non per me che le propongo. Io ritengo, quindi, considerato che non mi sono spiegato bene e che non ci siamo capiti – una maggioranza, collega Manfredini, esiste – che il Partito Democratico sia contrario.
Esprimo, quindi, il voto contrario del Partito Democratico e mio personale alle risoluzioni presentate dai colleghi in questo spirito, ossia in uno spirito costruttivo e non distruttivo, uno spirito di pieno rispetto delle istanze e delle posizioni, anche di buonsenso, come ha affermato il collega Favia, che sono contenute nei testi delle risoluzioni.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Ritengo con poche parole di poter affermare che, di fronte a un evento nevoso eccezionale come quello che si è verificato e, tenuto conto anche dei confronti con altre situazioni, non si possa che esprimere soddisfazione per il modo in cui l’emergenza è stata affrontata, naturalmente sapendo che in questi casi ci sono sempre tanti problemi che rimangono aperti e tante persone che hanno dovuto soffrire e faticare per risolvere i problemi che hanno dovuto fronteggiare.
Eseguendo confronti anche con altre situazioni, credo che si fatichi a non dichiarare, se non per puro spirito di polemica, una vicinanza alle istituzioni locali che hanno permesso di realizzare tali obiettivi. Per queste ragioni concordo sostanzialmente con le considerazioni che ha appena finito di svolgere il Capogruppo del PD Monari.
Il consigliere Favia ci ha invitato a esprimere con chiarezza perché si è o non si è d’accordo. Mi esprimo, dunque, con chiarezza, come lui richiede. Non sono d’accordo con la risoluzione che ha proposto perché il ricarico della falda è un fenomeno naturale, poco sostenibile per vie artificiali.
Forse quest’anno, salvo l’ipotetica, e speriamo evitabile, sfortuna derivante da uno scioglimento troppo veloce, il problema del ricarico delle falde non si presenterà. Ritengo che questa nevicata così eccezionale, soprattutto perché avvenuta in collina e in montagna, garantisca abbondantemente questo fatto. Inoltre, date le caratteristiche della nevicata di quest'anno, avvenuta con temperature estremamente basse, è stata usata una tale quantità di sale, soprattutto nella seconda nevicata, sale che è stato usato in particolar modo in città, dare indicazione di portare questa neve sporca e contaminata dal sale nelle falde acquifere sarebbe, secondo me, un errore. L’ideale sarebbe portarla in riva al mare e restituirgli in fretta il sale che da esso proviene.
Francamente, è per questa ragione che non sono convinto della risoluzione. Ci sarebbe anche un problema di costi, ma non mi convince il fatto di contaminare i terreni, oltre che le falde, con neve carica di sale. Un vecchio adagio recitava che, quando passavano le tribù di barbari, era come se avessero cosparso il terreno di sale, nel senso che non cresceva più nulla. Il sale è estremamente dannoso per la fertilità dei suoli agricoli, ragion per cui io penso che sia assolutamente necessario fare il possibile per evitare di contaminarli. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia, ma ha già parlato. Sostiene di essere intervenuto per fatto personale, ma francamente non vedo attinenza alcuna. Sia paziente, non può più intervenire.
Passiamo alla votazione, ma prima nominiamo gli scrutatori: i colleghi Barbieri, Alessandrini e Pollastri.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 2320, risoluzione proposta dal consigliere Mandini.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 2324 proposta dal consigliere Favia.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è respinta.
OGGETTO 356
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Villani: “Istituzione della figura professionale dell'operatore del benessere termale”
(Relazione, discussione e reiezione)
(Ordine del giorno oggetto 356/1 “Non passaggio all'esame degli articoli” - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (55)
PRESIDENTE (Aimi): Passiamo adesso all’oggetto 356. Il testo n. 1/2012 è stato licenziato dalla Commissione “Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport” nella seduta del 25 gennaio 2012 con parere contrario.
Ricordo che il progetto è composto da 11 articoli.
Il relatore della Commissione, il consigliere Marco Lombardi, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale. In merito occorre, lo ricordo ai colleghi, il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della richiesta di autorizzazione alla relazione orale del consigliere Lombardi, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Aimi): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
34
Assenti
16
Favorevoli
33
Contrari
1
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): La richiesta di autorizzazione alla relazione orale è accolta.
La parola al consigliere Lombardi per la relazione orale.
LOMBARDI, relatore: Grazie. Questo progetto di legge si riferisce alla creazione della figura nuova dell’operatore termale e risponde fondamentalmente alla ragione di conformare una particolare figura di operatore degli stabilimenti termali al dettato normativo della legge 24 ottobre 2000 n. 323.
In questo testo legislativo nazionale viene individuato un nuovo concetto di cura termale accanto all’accezione tradizionale sanitaria, che vede le cure termali come elemento precauzionale di prevenzione di alcune patologie o profilassi di cura per il ripristino di condizioni fisiche conseguenti a infortuni o malattie.
Si apre ora il nuovo orizzonte concernente il benessere, che gravita comunque nell’ambito sanitario. Non è mutuabile e non ha bisogno di criteri di fruizione particolari. Questa novità per il settore termale è stata individuata nella legge n. 323, precisamente all’articolo 3, comma 2, laddove si specifica che in ambiente termale possono essere praticate tutte le operazioni inerenti il benessere, ricalcando, non a caso, l'articolo 1, comma 1, della legge n. 1 del 1990, che definisce l'attività della figura professionale dell'estetista diplomato.
Il legislatore nazionale, con questo suo intervento, si è, dunque, dimostrato consapevole che il sistema termale sanitario in convenzione deve dipendere troppo da problemi di bilancio statale che hanno imposto e imporranno sempre più ristrettezze e ha inteso dare sbocco e plasticità al sistema, implementando le attività legate al benessere, già di grande tendenza da anni, di modo che lo stesso possa sostenersi con alcune prestazioni a pagamento dirette o da parte della clientela privata, che va a costituire un secondo e sempre più solido appoggio economico per le realtà termali.
All'interno degli stabilimenti termali andranno, dunque, esercitati altri tipi di attività, oltre a quelle classiche inerenti l'erogazione delle cure, ossia la massofisioterapia, le attività estetiche e quelle di benessere termale.
A ciascuna di queste attività dovranno corrispondere altrettanti profili professionali, quali bagnini tradizionali che accompagnano e assistono il cliente, stendendo anche i fanghi e svolgendo attività complementari, fisioterapisti diplomati, estetisti diplomati e operatori del benessere termale, che svolgono l’attività dell’estetista, ma con l’uso dell’addizione di prodotti termali o loro derivati.
In Emilia-Romagna, contrariamente a quanto avvenuto in altre regioni, prima fra tutte il Veneto, manca l'individuazione di quest'ultima figura di operatore del benessere in ambiente termale, nonché della relativa disciplina. A dire il vero, nell’ordinamento giuridico della nostra Regione una figura professionale di operatore termale esiste ed è individuata con delibera di Giunta n. 1476 del 2005, ma essa non possiede tutte le prerogative che dovrebbe avere chi è tenuto a ricoprire un ruolo significativo e soprattutto completo e moderno nell’esercizio delle attività termali.
In particolare, infatti, la figura individuata dalla Regione non può svolgere le specifiche attività di benessere per il cliente di cui alla legge n. 1 del 1990, quali le tecniche applicative di massaggio, che servono ad aumentare gli effetti dei prodotti termali applicati.
Questo progetto di legge vuole, dunque, colmare una lacuna, creando una figura più completa di quella già esistente di operatore, non solo e semplicemente termale, ma anche in grado di utilizzare le tecniche del benessere termale. Mira, pertanto, a regolamentare sia le attività che esso svolge, sia i requisiti e le procedure occorrenti per acquisire i titoli necessari a esercitare le particolari attività a tale figura inerenti.
Si stabilisce, dunque, in particolare, che l'operatore possa svolgere solo ed esclusivamente in ambiente termale, quindi negli stabilimenti definiti come termali dalla legge n. 323 del 2000, le attività dell’estetista diplomato, dopo aver effettuato i periodi di apprendistato e di tirocinio previsti dalla legge n. 1 del 1990, ma garantendo comunque e facendo salve le professionalità e le esperienze pregresse di chi in questo ambito lavorava prima dell’intervento legislativo regionale.
Le competenze dell'operatore termale del benessere saranno così implementate dai valori sanitari e termali tali da configurare, data la ratio della legge n. 323 del 2000, una professionalità che travalichi il semplice esercizio dell’attività di estetista tradizionale.
In questo modo si mette in atto il concetto di benessere termale voluto dal legislatore nazionale e strettamente connaturato all'ambiente termale, l'unico in cui potrà lavorare l'operatore, che rimane, dunque, in ambito curativo, non potendo esercitare nei generici centri estetici, qualificando e professionalizzando offerte e prodotti che miglioreranno grazie al riconoscimento del valore aggiunto termale.
L’iter di questa proposta legislativa comporterà comunque il passaggio in Conferenza Stato-Regioni, vista la competenza concorrente in materia sanitaria.
Il progetto di legge è composto da 11 articoli. I primi due prevedono l’istituzione e la competenza della figura professionale dell’operatore del benessere termale. L’articolo 3 parla della formazione degli operatori stabilendo, in particolare, che essa dovrà essere a cura della Regione, la quale provvederà a organizzare i corsi e le relative attività didattico-formative. L’articolo 4 chiarisce che il contesto operativo della legge è esclusivamente nell’ambito delle strutture e dei servizi termali definiti dalla legge 24 ottobre 2000. Con l’articolo 5 si propone un doppio requisito per l’accesso ai corsi, ossia diploma della scuola dell’obbligo e compimento del diciassettesimo anno di età. L’articolo 6 individua le materie di insegnamento. L’articolo 7 disciplina il tirocinio obbligatorio per tutti i corsi. L’esame finale e il rilascio dell’attestato sono, invece, disciplinati dall’articolo 8, che, peraltro, stabilisce l’obbligatorietà della frequenza ai corsi.
Infine, gli articoli 9 e 10 salvaguardano i titoli e i servizi pregressi attraverso il credito formativo e il riconoscimento delle esperienze e delle professionalità pregresse per coloro che potranno dimostrare di aver svolto mansioni uguali e analoghe o assimilabili per almeno tre anni.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lombardi.
Comunico ai colleghi che è pervenuto, a firma del consigliere Pagani, un ordine del giorno su questo oggetto 356, il progetto di legge di iniziativa del consigliere Villani, con la richiesta di non passaggio all'esame degli articoli. Questo punto ovviamente non attiene alla discussione generale, ma se ne parlerà in dichiarazione di voto.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente. Vorrei semplicemente riprendere il percorso che la legge ha compiuto in Commissione, la quale ha espresso parere negativo su tutti gli articoli. Questo è anche il senso della presentazione dell’ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli.
Vorrei brevemente, sia in termini di diritto, sia raccontando la storia che c’è dietro al progetto di legge che si ripresenta in questa sede, non nell’Assemblea, ma alla discussione della Regione Emilia-Romagna, come già era stato fatto nella legislatura precedente, soffermarmi su due aspetti.
Il progetto di legge, presentato il 6 agosto dal consigliere Villani, avente come oggetto l’istituzione della figura professionale dell’operatore del benessere termale è identico alla precedente proposta presentata nel 2008, la n. 3819/2008, che fu proposta in sede referente presso la II Commissione assembleare politiche economiche. Essa fu respinta e in merito fu espresso un parere negativo.
Il parere negativo di allora, anche se la proposta di legge non venne in Assemblea, è motivato dalle condizioni legislative che impediscono che questa Assemblea possa esaminare le proposte previste da tale progetto di legge, in quanto vi è un evidente elemento di incostituzionalità legato al fatto che questa istituzione della nuova figura professionale è in contrasto con l'articolo 117, comma 3, della Costituzione. Vengono, infatti, superati i limiti della competenza concorrente regionale nella materia delle professioni, violando i princìpi fondamentali previsti dalla norma statale.
D’altronde, esistono esperienze precedenti per quanto riguarda la Regione Abruzzo e la Regione Piemonte, dove questa legge è stata impugnata con sentenza del 13 luglio del 2005 e dichiarata illegittima, in quanto vi era un mancato collegamento con l’altra legge che disciplina tutta la questione in materia di riordino del settore termale, la n. 323/2000. Essa dispone espressamente che il profilo professionale dell’operatore termale, nell’area delle professioni sociosanitarie, con decreto legislativo n. 502 del 1992, deve essere regolamentato dal Ministero della sanità in concerto con il Ministero della solidarietà sociale, sentita la Conferenza permanente delle Regioni nel rapporto tra lo Stato e le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.
È questo il motivo sostanziale per cui noi abbiamo ritenuto in Commissione di respingere questo progetto di legge e di chiedere con l'ordine del giorno il non passaggio all’esame degli articoli.
Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pagani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. La nostra regione si caratterizza per una storica, significativa e radicata presenza di località termali nelle quali operano ben venticinque stabilimenti, oltre ai numerosi alberghi attrezzati con impianti privati. Il termalismo è una delle nostre offerte turistiche d’eccellenza e contribuisce in modo significativo all’attività della nostra regione, sempre più meta di turisti stranieri.
Negli ultimi decenni il termalismo ha subìto una radicale trasformazione e ora non è più legato al mero aspetto sanitario, avendo trovato nel settore del wellness una nuova frontiera di rilancio e di sviluppo. L’aspetto sanitario del termalismo ha, infatti, risentito di una notevole contrazione, creando tuttora diverse difficoltà a molte società termali, anche a capitale pubblico.
Come Lega Nord, condividiamo il contenuto del progetto di legge in oggetto, poiché siamo convinti che vada nella direzione giusta, cioè l’incremento della qualità dell’offerta termale strettamente connessa alla professionalità del personale e agli operatori del settore. Come movimento ci siamo sempre battuti per la difesa e il rilancio del termalismo della nostra regione, indicando come strada maestra la capacità di intercettare i nuovi bisogni del mercato e di elevare la qualità dei servizi.
Voteremo, pertanto, a favore di questo progetto di legge, come abbiamo sempre fatto nei confronti delle iniziative volte a valorizzare e a rilanciare la capacità attrattiva turistica del nostro territorio.
Anche se consapevoli dell'impegno profuso da parte dell’assessore Bianchi, cogliamo comunque l'occasione per sollecitare una maggiore attenzione, dal momento che molte realtà stanno attraversando una delicata fase di ristrutturazione.
Pensiamo, per esempio, a una delle più importanti società termali della nostra regione, la Società Terme di Salsomaggiore, che ha avviato un impegnativo percorso di risanamento finanziario dal quale la Regione, in quanto socio di capitale, non può rimanere estranea.
Non chiediamo alla Giunta, si badi bene, di iniettare risorse a perdere, come purtroppo è avvenuto nel passato, ma di contribuire alla predisposizione di un concreto piano di rilancio di quella che è, a tutti gli effetti, una delle più prestigiose perle dell’offerta termale a livello nazionale.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Cavalli.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Intervengo molto brevemente per dichiarare che noi voteremo contrariamente a questo progetto per quanto già espresso dal punto di vista della non procedibilità di un simile provvedimento all'interno della nostra Regione.
Resta il fatto che colgo quest’occasione per sottolineare l’importanza dell'argomento e come sicuramente questo tipo di figure professionali possano fare solo bene a strutture che sono in forte difficoltà, in termini anche di una concorrenza che viene dall'estero.
La crisi sta coinvolgendo tutte le strutture termali della nostra regione e io mi auguro che, come promesso dall'assessore Melucci riguardo ai finanziamenti che sono usciti per il turismo congressuale, molto sia fatto in questo senso per questa tipologia di turismo.
Cogliamo, dunque, il punto del progetto di legge, che è sicuramente importante, ma purtroppo, secondo noi, questa non è la sede giusta.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Moriconi. Ne ha facoltà.
MORICONI: Grazie, presidente. Seppure sia molto apprezzabile lo sforzo di occuparsi e interessarsi di questi temi, anche a me sembra di rilevare oggi, come nel 2008, quando lo stesso progetto di legge venne presentato, un forte contrasto tra il progetto e la Costituzione, come osservava prima il collega Pagani in merito al decreto legislativo n. 30 del 2006.
L’elaborazione dell'articolato pare un po’ confusa. Si passa dalla figura dell'operatore del benessere termale, molto vicina alla figura dell'estetista già regolamentata, alla figura dell'operatore di assistenza termale, quasi una figura ausiliaria di ordine sanitario.
Vorrei portare un altro esempio in merito. È stato citato prima dal collega Pagani l'esempio dell'Abruzzo e io vorrei aggiungere quello della Regione Piemonte, che nel 2006 non istituisce la nuova figura professionale degli addetti al benessere bionaturale proposta dal progetto di legge n. 32. Tale figura non viene istituita perché in materia di professioni la potestà legislativa concorrente delle Regioni deve rispettare il principio secondo cui l'individuazione delle figure professionali è riservata, per il suo carattere necessariamente unitario, allo Stato.
Tutto ciò premesso, rimangono ben pochi elementi condivisibili nel progetto di legge, che, al contrario, pone elementi di incostituzionalità e di inammissibilità a procedere. Pertanto, il nostro voto sarà contrario.
Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Moriconi.
Non ci sono altri iscritti, ma prima di passare alle votazioni dobbiamo procedere a cambiare gli scrutatori, perché alcuni non sono più presenti in Aula. Nomino i consiglieri Marani, Alessandrini e Cavalli.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno n. 356/1 del consigliere Pagani per il non passaggio all'esame degli articoli del progetto di legge di iniziativa del consigliere Villani, oggetto 356.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): L’ordine del giorno è approvato.
OGGETTO 2198
Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Manfredini, Corradi e Bernardini per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni, anche di concerto con le altre Regioni interessate, al fine di ripristinare le competenze normative regionali e degli Enti locali in materia di commercio e di tutelare le piccole attività a gestione individuale o familiare (350)
(Continuazione discussione e reiezione)
OGGETTO 2223
Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Manfredini e Corradi per impegnare la Giunta ad attivarsi per contrastare le modifiche contenute nella bozza del Decreto Legge sulle liberalizzazioni che sarà presentato a giorni dal Governo Monti (353)
(Continuazione discussione e reiezione)
OGGETTO 2224
Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Naldi, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi, Mazzotti, Mori, Pagani, Mumolo, Casadei, Garbi, Zoffoli, Piva, Montanari, Marani, Pariani, Moriconi e Carini per impegnare la Giunta ad attivarsi, di concerto con le altre Regioni, per proporre sede di confronto con il Governo sui provvedimenti di liberalizzazione, ribadendo la competenza regionale in materia, con la previsione di requisiti relativi alla prestazione di attività commerciale giustificati da tutela salute e ambiente (354)
(Continuazione discussione e approvazione)
OGGETTO 2328
Risoluzione proposta dal consigliere Favia in merito al Protocollo d'intesa tra il Comune di Modena e associazioni sindacali e dei consumatori per creare un meccanismo di rotazione delle aperture domenicali (380)
(Presentazione, discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Aimi): Proseguiamo con gli atti di indirizzo. Abbiamo all’esame alcune risoluzioni, che, ve lo ricordo, nella precedente tornata avevamo sospeso. Si tratta delle risoluzioni 2198, 2223 e 2224.
Per orientarci meglio, le ricapitolo. La risoluzione 2198 è proposta dai consiglieri Cavalli, Manfredini, Corradi e Bernardini per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni, anche di concerto con altre Regioni interessate, al fine di ripristinare le competenze normative regionali e degli Enti locali in materia di commercio e di tutelare le piccole attività a gestione individuale o familiare.
La risoluzione 2223, proposta dai consiglieri Cavalli, Manfredini e Corradi, impegna la Giunta ad attivarsi per contrastare le modifiche contenute nella bozza di decreto legge sulle liberalizzazioni che sarà presentato a giorni dal Governo Monti.
La risoluzione 2224, a firma dei consiglieri Alessandrini, Monari, Naldi, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi, Mazzotti, Mori, Pagani, Mumolo, Casadei, Garbi, Zoffoli, Piva, Montanari, Marani, Pariani, Moriconi e Carini, impegna la Giunta ad attivarsi, di concerto con le altre Regioni, per proporre una sede di confronto con il Governo sui provvedimenti di liberalizzazione, ribadendo le competenze regionali in materia, con la previsione di requisiti relativi alla prestazione di attività commerciale giustificate da tutela, salute e ambiente.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ricordo che nella seduta pomeridiana del 17 gennaio 2012 in discussione generale avevano già preso la parola i consiglieri Manfredini, Cavalli, Alessandrini, Naldi, Grillini, Favia, io stesso, Noè, Filippi, Pariani e Villani ed erano iscritti i consiglieri Barbieri e Manfredini.
Essendo entrambi i colleghi assenti, se nessun altro consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, aprirei le dichiarazioni di voto.
Poiché lei aveva già parlato, consigliere Favia, le darei la parola in dichiarazione di voto. Se non vuole dichiarare il voto, ne prendiamo atto.
Lasciamo aperta, allora, la fase della discussione generale, in modo che ci orientiamo meglio tutti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Come movimento della Lega Nord, siamo fermamente critici nei confronti di quelle che sono vendute come liberalizzazioni, ma che, di fatto, carte alla mano, non hanno dimostrato di portare alcun giovamento, specialmente in alcuni settori, come quello dei taxi. Il raffronto con i Paesi che hanno conosciuto la liberalizzazione del settore, non ha mostrato evidenti convenienze per quanto riguarda i consumatori e le realtà locali, ed è anche per questo che abbiamo tantissimi motivi per essere contrari. I motivi sono legati alla natura delle licenze dei tassisti, che sono state concepite per loro natura strutturale, ossia si tratta di licenze che sono state comprate a fior di milioni di vecchie lire e di migliaia di euro dopo il 2000.
Intere famiglie, quindi, si sono indebitate per svolgere questo tipo di attività, che oggi è tutt’altro che remunerativa, a fronte anche dell’alto prezzo della benzina e di una crisi economica che colpisce il settore del trasporto pubblico dei taxi.
Inoltre, si sottolinea che è in atto una concorrenza sleale perpetrata nei confronti della stessa categoria da parte di molti tassisti abusivi; la realtà di Bologna ne conosce tanti. Abbiamo già affrontato il problema con interrogazioni in Regione per cercare di arrivare a una forma di disciplina e di controllo del fenomeno dell'abusivismo dei tassisti, che purtroppo oggi vede la categoria ancora vittima di questo disservizio reso anche nei confronti dei cittadini consumatori. Spesso, infatti, si tratta di un servizio che non rispetta le indicazioni tariffarie.
Esiste, quindi, tutta una realtà che sicuramente non deve essere penalizzata con una liberalizzazione tout court, come quella che viene paventata dal Governo Monti. Il settore, invece, andrebbe riformulato e riprotetto anche nei confronti delle devianze che il mercato conosce.
Non è in alcun modo provato, lo ripeto, che una liberalizzazione di questo settore possa comportare un vantaggio per l’economia o per gli utenti, è, altresì, invece provato, che questa è una categoria oggi in sofferenza.
Noi come Lega Nord, chiediamo che la Giunta regionale si attivi per difendere le proprie prerogative in materia e le liberalizzazioni che toccano altri settori del commercio. Penso, per esempio, al commercio al minuto e a liberalizzazioni che agevolano la grande distribuzione. Occorre difendere, come hanno tentato di fare anche altre Regioni, una competenza esclusiva in materia.
Il fine di questa risoluzione è evidente: riprendere la barra del comando, riprendere la barra di una concertazione e di una regolamentazione del settore che non può essere demandata tout court a un ente governativo che, lo ripeto, prima di tutto non capisce o sembra non capire le reali problematiche quotidiane di chi svolge un’attività sul territorio.
Avete oggi la possibilità, con un voto in Aula, di esprimere da quale parte state, se state dalla parte di coloro che tentano di difendere il proprio lavoro di tassisti o di commercianti di fronte a una liberalizzazione selvaggia come questa oppure no.
Non venga raccontato che in America esiste e che, quindi, va bene. Io sono appena tornato dagli Stati Uniti e vi posso confermare che i negozi a Washington chiudono alle sei di pomeriggio e in altre città alle otto di sera. Solo in grandi metropoli possono essere aperti anche nelle ore notturne, come a New York.
Quindi detto ciò, la favola che in America esiste questa liberalizzazione, che aiuta il commercio e che funziona bene, non è vera, perché, a testuali domande, su quando chiude e quando aprono i negozi, mi è stato risposto che hanno orari addirittura più ristretti di quelli che oggi abbiamo noi in Italia.
La liberalizzazione dei taxi, per esempio, in America esiste ed è lampante, ma le tariffe non sono più convenienti di quelle che conosciamo nelle nostre realtà urbane. La favola di queste liberalizzazioni deve essere “smascherata” e in questa risoluzione chiediamo che l’Aula si pronunci al riguardo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Bernardini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie. Concordiamo col fatto che le liberalizzazioni siano utili e che possano dare anche una forma di competitività per il nostro Paese. Ci pare di vedere, però, da questa prima lenzuolata di liberalizzazioni, che si vanno sempre a colpire, come accade in molti casi e come sta accadendo anche per altri tagli e altre manovre, i soliti, coloro dai quali è più facile fare cassa velocemente.
Quando parliamo di liberalizzazioni, ci piacerebbe vedere liberalizzazioni che riguardino anche, per esempio, le autostrade, che riguardino meglio il settore delle telecomunicazioni e quello dei treni e dell’energia, mentre, invece, si vanno a colpire, come al solito, le stesse categorie. Si vanno a colpire i tassisti, come ricordava il consigliere Bernardini, anche se io sono convinto che anche all’interno del sistema di questo tipo di trasporto pubblico ci sia molto cui mettere mano.
È anche vero che passare da un giorno all’altro – ormai parlare di diritti acquisiti non ha più alcun senso, evidentemente – a forme di tipo pensionistico a zero, ossia togliere completamente a coloro che hanno costruito un’attività lavorativa intorno a questo settore, non mi pare il sistema migliore.
Sussiste il sospetto che si vadano a mettere l’una contro l’altra le categorie deboli, di poveri o di persone che non hanno avuto la fortuna di trasportare i capitali in Svizzera e di farli rientrare con lo sconto del 5 per cento, in una contrapposizione sociale che credo abbia anche una pericolosità intrinseca e che spero non debba verificarsi nel nostro Paese.
Un altro aspetto delle liberalizzazioni che preoccupa è quello delle liberalizzazioni degli orari dei negozi. Noi depositiamo un emendamento a questo riguardo, una risoluzione che chiediamo venga collegata per quanto riguarda le aperture dei negozi. L’obiettivo che dobbiamo porci, secondo me, è di conciliare due esigenze. Ve lo dice chi vive in zone in cui la domenica mattina i negozi sono regolarmente aperti e, ve lo garantisco, ampiamente frequentati.
Da una parte c’è l’esigenza, dal punto di vista di servizio, anche di chi ha piacere, comodità e necessità a volte di effettuare determinati acquisti in giornate festive, ma c’è anche, dall’altro, l’esigenza che i lavoratori vengano tutelati e che non vengano costretti a turni massacranti, ai quali non possono opporsi, perché la situazione occupazionale è nota a tutti.
D’altro canto, dobbiamo tutelare i piccoli negozi, i negozi di quartiere, i negozi medio-piccoli delle nostre città e dei nostri paesi. La realtà è che questo tipo di liberalizzazione degli orari, ponendoli a ventiquattro ore e a tutti i giorni festivi, favorisce semplicemente e solamente la grande distribuzione, perché solo la grande distribuzione, solo i centri commerciali sono in grado, dal punto di vista finanziario e del personale, condividendo anche tutta una serie di costi, di garantire questo tipo di servizio. Ciò non è assolutamente accettabile, in termini di una libera concorrenza che noi dobbiamo mantenere, ma anche in un’ottica di tutela delle piccole attività commerciali.
La nostra proposta corrisponde a un esperimento che è stato condotto dal Comune di Modena, il quale prevede che ci sia un massimo di aperture domenicali pari a dodici nell’anno, una soluzione che ha visto incredibilmente d’accordo tutti, sia la Confesercenti, sia tutte le associazioni di categoria, ma anche i sindacati e, quindi, si suppone, tutti i lavoratori. È una soluzione che credo sia interessante, per far sì che anche questo tipo di liberalizzazione abbia una possibilità di essere verificata gradualmente. Lo ritengo un esperimento che dall’Emilia-Romagna possa essere portato al Governo perché ne prenda attenzione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Svolgo due considerazioni sul tema che l’Aula sta dibattendo e che riguardano, da un lato, la progressiva perdita di competenze delle Regioni in una materia concorrente come quella del commercio e, dall’altro, la necessità di tutela dei piccoli esercizi commerciali. Entrambe le questioni centrano, Presidente, problemi reali, veri e concreti, ma va precisato che, così come poste, a mio sommesso parere, non descrivono la vera natura, la vera origine dei problemi stessi.
Vorrei sottolineare, infatti, che lo svuotamento delle competenze regionali non è soltanto una conseguenza del decreto Salva Italia, bensì anche della direttiva Bolkestein, che ha liberalizzato il settore. La legge statale, in questo senso, subisce anche un effetto della normativa europea ed è una legislazione, rispetto a quella comunitaria, per alcuni aspetti, colleghi, superata e obsoleta.
A livello di Stato centrale ci si è limitati a far cadere i paletti che ancora sussistevano, sul presupposto che fossero paletti, il che rende bene il concetto, non più adeguati a fronteggiare questo stato di crisi economica e a cercare di stare al passo – questo è il punto vero – con quanto avviene in Europa ed è già avvenuto negli Stati Uniti, anche, se ascoltando l’intervento del collega della Lega, proprio sugli Stati Uniti è arrivato questo tipo di critica. Questa parte vale a mettere in fila il passaggio sotto il profilo normativo.
Per quanto riguarda, invece, i piccoli esercizi commerciali, il timore è che si vada a chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Sappiamo tutti, soprattutto chi di noi, prima di essere eletto in Consiglio regionale, ha rivestito ruoli nelle amministrazioni comunali, come le normative urbanistiche e i Comuni, che traggono gli oneri di urbanizzazione, abbiano favorito in tanti anni la grande distribuzione. Un caso veramente notevole è quello nel Comune di Piacenza, dove, lo ricordo da consigliere comunale, ci fu la famosa vicenda dell’Ipercoop, che si trascinò per tantissimi anni, a fronte di una grande distribuzione nella mia provincia, che aveva già saturato, signor Presidente, il territorio.
Che cosa può fare la Regione? Essa può avere un ruolo importante, come, per esempio – voglio farmi capire portando esempi concreti –, promuovere incentivi alle botteghe storiche, puntare sulla qualità per assicurare la sopravvivenza di quanto ancora esiste. Gli strumenti urbanistici nei Comuni potrebbero fungere da leva per cercare, in questo momento di difficoltà, di tutelare i cosiddetti “piccoli”. Parliamo sempre del commercio.
Quanto alla posizione politica del mio partito, il PdL ha votato il Salva Italia e le liberalizzazioni, pur evidentemente – vedo che il collega Cavalli mi ascolta attentamente e me ne compiaccio – con alcune differenziazioni. Io stesso ho sempre ritenuto e pensato che, per esempio, la vicenda dei taxi fosse, su un tema così ampio, una “goccia nel mare”.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.
Comunico che è pervenuta una risoluzione, la 2328, a firma del consigliere Favia, per impegnare la Giunta ad attivarsi al fine di valutare l’efficacia del modello definito in Comune di Modena e la possibilità di farsi portavoce al riguardo nella prossima Conferenza Stato-Regioni. Mi confermano che è stata già distribuita.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Sul discorso liberalizzazioni ci siamo già espressi anche a livello nazionale in modo molto chiaro. Il pacchetto delle liberalizzazioni che è stato proposto è, a nostro avviso, molto timido, pur usando un termine che non si addice. Di certo tocca con mano di velluto i settori strategici.
È vero, dunque, che le liberalizzazioni in questo momento sono insufficienti, anche se speriamo che siano migliorabili. Ci paiono, però, più un brodino caldo sul tema di cui questa Italia ha bisogno. Serve molto di più per saziare la fame di modernizzazione del nostro Paese.
Soprattutto non ci piacciono queste liberalizzazioni che sanno molto di pannicello. Sulle banche si tratta solo di belle parole, perché i costi dei servizi bancari restano tra i più cari d’Europa. In più, con questa liberalizzazione, il Governo costringe tutti, anche i pensionati, ad aprire un conto corrente. Penso che forse ci sarebbe voluto maggior coraggio.
Oltre alle banche bisogna intervenire anche sui trasporti. Perché non sciogliere Ferrovie SpA – l’abbiamo vista in azione in questa calamità – e trasformare Trenitalia in una semplice società? La stessa fine dovrebbe spettare all’ANAS. Sull’energia va benissimo intervenire su SNAM e aprire il mercato, ma occorre aprirlo davvero. Per non parlare dell’ENI, che ha il monopolio dei depositi di gas e, quindi, diventa padrona del mercato.
Si aggiungono poi le assicurazioni, con la mega idea della scatola nera, una cortina fumogena. Il cittadino non ci guadagna, perché lo sconto che otterrà, se la monta, verrà sicuramente conguagliato dalle compagnie con l’aumento delle tariffe.
Ciò premesso, si è parlato di svuotamento delle competenze regionali. È vero, anche perché la Regione conosce il territorio e, quindi, ha conoscenza anche...
PRESIDENTE (Aimi): Scusate, colleghi. Chiedo di sciogliere il capannello, consigliere Manfredini, perché la consigliera Barbati sta parlando a fatica. Grazie.
BARBATI: Io auspicherei, quindi, che la Regione Emilia-Romagna, così come ha fatto la Regione Toscana, considerasse l’opzione di impugnare di fronte alla Corte costituzionale le ultime norme del Governo relative alla liberalizzazione del commercio. È evidente che i rischi, che sono stati già esposti in altri interventi, sono che i piccoli commercianti subiscano un tracollo. Tenere aperto l’esercizio per tante ore può diventare difficoltoso.
Penso anche, come donna che lavora, che forse alcuni orari e alcune flessibilità in più mi aiuterebbero a non dover fare le corse per la spesa o a doverla fare il sabato. È evidente, però, che forse, come ha fatto Modena, anche in questo senso si può trovare una formula che venga incontro alle persone che non riescono ad andare a fare la spesa negli orari che esistono attualmente.
L’apertura lasciata completamente a se stessa può diventare davvero un boomerang per i negozi piccoli. Secondo me, in tempo di crisi, la crisi non si supera e i negozi non staranno meglio allungando gli orari. Io mangio le stesse cose e compro le stesse cose: se allungano l’orario, non compro di più e mangio di più, checché ne pensi il consigliere Defranceschi.
Auspico, quindi, che la Regione, pur recependo alcuni princìpi di liberalizzazione che provengono dal Governo, si faccia promotrice ancora una volta dei princìpi di equità, di libero mercato e di concorrenza leale nel doveroso rispetto dei diritti dei lavoratori e del piccolo commercio. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Barbati.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, possiamo mettere in votazione le risoluzioni.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 2198 a firma dei consiglieri Cavalli, Manfredini, Corradi e Bernardini.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 2223 a firma dei consiglieri Cavalli, Manfredini e Corradi.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 2224, i cui primi firmatari sono i consiglieri Alessandrini, Monari, Naldi, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 2328 a firma del consigliere Favia.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è respinta.
Il consigliere Favia ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
FAVIA: Dal momento che non esiste un meccanismo puntuale di raccolta del voto, intervengo per specificare il nostro voto, visto che sulle quattro risoluzioni, con le alzate di mano continue, ci si potrebbe essere confusi. Sulla terza risoluzione, quella a firma Alessandrini, siamo contrari.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ovviamente il suo intervento sarà indicato agli atti.
OGGETTO 1027
Risoluzione proposta dai consiglieri Noè, Defranceschi, Villani, Grillini, Cavalli, Corradi, Bernardini, Manfredini, Pollastri, Bartolini, Alberto Vecchi e Riva per impegnare la Giunta ad adottare indirizzi affinché gli uffici provinciali dei servizi per l'impiego accolgano le domande di iscrizione nella lista di mobilità non indennizzata dei lavoratori licenziati da datori non imprenditori (159) (Ritiro)
OGGETTO 2300
Risoluzione proposta dai consiglieri Noè, Monari, Lombardi, Villani, Naldi, Defranceschi, Grillini, Riva e Manfredini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a modificare la normativa che discrimina i lavoratori licenziati da datori di lavoro non imprenditori (372)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): È pervenuta dalla consigliera Silvia Noè una richiesta di inversione in merito all’oggetto 2300 a pagina 5 della convocazione.
Leggo per tutti le risoluzioni in oggetto. La risoluzione 1027 è proposta dai consiglieri Noè, Defranceschi, Villani, Grillini, Cavalli, Corradi, Bernardini, Manfredini, Pollastri, Bartolini, Alberto Vecchi e Riva per impegnare la Giunta ad adottare indirizzi affinché gli uffici provinciali dei servizi per l’impiego accolgano le domande di iscrizione nella lista di mobilità non indennizzata dei lavoratori licenziati dai datori non imprenditori. Si sono poi aggiunte altre firme.
L’altra risoluzione, la 2300, è proposta dalla consigliera Noè e altri per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a modificare la normativa che discrimina i lavoratori licenziati da datori di lavoro non imprenditori.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Intervengo su quanto lei ha appena comunicato.
Un anno fa è stata presentata questa risoluzione e oggi ne è stata presentata un’altra aggiornata. Si tratta, infatti, di una risoluzione che io ho steso con l’assessorato competente e che trova, nella seconda risoluzione, la firma di tutti i Gruppi presenti in Aula. Era un’inversione sull’ordine.
Chiedo di intervenire sulla seconda risoluzione, che annulla e sostituisce quella di un anno fa.
PRESIDENTE (Aimi): Va bene, consigliera Noè, però le due risoluzioni sono abbinate. Non possiamo dividerle.
NOÈ: Chiedo di ritirare la prima.
PRESIDENTE (Aimi): Lei ritira la risoluzione 1027, la prima. Parla anche a nome degli altri presentatori, consigliera Noè?
NOÈ: Sì.
PRESIDENTE (Aimi): Bene, ne prendiamo atto anche a nome degli altri.
Rimane, dunque, la sola risoluzione 2300.
Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione.
(È accolta all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): La richiesta di inversione è accolta.
Dichiaro aperta la discussione generale sull’oggetto 2300.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Esprimo molta soddisfazione rispetto al fatto che finalmente oggi, in particolare in queste ore in cui anche a livello nazionale si sta parlando di riforma del lavoro e di riflessione sugli ammortizzatori sociali e durante questa Assemblea legislativa, si possa discutere questa risoluzione, che evidenzia un’anomalia e che si ripropone di trovare da parte di tutti noi la disponibilità a sollecitare il Governo affinché intervenga per far venir meno tale anomalia.
Essa consiste nel fatto che, oggi, stante la legislazione attuale, purtroppo noi ci ritroviamo ad avere licenziati di serie A e licenziati di serie B. Mi spiego meglio, senza entrare eccessivamente nel dettaglio della norma. Oggi coloro che vengono licenziati da imprenditori, intendendo per imprenditori quanto recita l’articolo 2082 ai sensi del Codice civile, godono di una serie di benefici, come, per esempio, la possibilità di percepire un’indennità, di iscriversi alle liste di mobilità e, conseguentemente, di percepire l’indennità di mobilità, ma anche di essere “portatori sani”. Essi possono consentire a chi li riassumerà e a chi li ricollocherà sul mercato di beneficiare di sgravi contributivi.
Chi sono, invece, i licenziati di serie B? Si tratta di chiunque venga licenziato da un soggetto diverso dall’imprenditore. Faccio riferimento a studi professionali, ad associazioni e a onlus. In questi casi, non trattandosi esattamente di imprenditori, così come tale figura è citata dalla legge, queste persone rimangono escluse da tutti i benefici che sono previsti, invece, quando il licenziamento avviene nei confronti di persone che sono state allontanate dal mondo dell’impresa.
Di fronte a questa situazione, su cui, peraltro, negli anni scorsi c’è stata anche una pronuncia della Corte di giustizia europea, la quale ha invitato a un’interpretazione non so se estensiva, ma comunque diversa del concetto di imprenditore, intendendolo come datore di lavoro, se per imprenditore dobbiamo intendere qualunque datore di lavoro, in questo caso recepire l’interpretazione che ci dà una sentenza della Corte di giustizia europea ci consente anche di sanare la disparità di trattamento che a oggi in Italia vede  l’iniquità e l’anomalia descritte.
Un anno fa, quando sollecitai, insieme a tanti di voi, la questione, la situazione era tale per cui effettivamente i lavoratori che erano stati licenziati da studi professionali, da associazioni e da onlus non potevano essere iscritti alle liste di mobilità. Oggi questo diritto esiste, però di fatto l’iscrizione non genera tutti i diritti che danno luogo ai benefici e agli sgravi contributivi rispetto a chi li ricolloca.
Ciò premesso, credo che questa sia una situazione che debba essere posta al centro dell’attenzione, alla vigilia di questa riforma del lavoro, ma soprattutto in occasione del grande dibattito che si è aperto sugli ammortizzatori sociali. Mi auguro che il Ministro Fornero, che ha anche la delega alle pari opportunità, possa in questo senso essere maggiormente sensibile a una situazione che riconduca a una parità di trattamento.
Ringrazio, quindi, quest’Aula, che ha voluto esprimere in toto, all’unanimità, solidarietà a questa richiesta e mi auguro che la sollecitazione che giunge da essa possa essere produttiva di effetti.
È importante sottolineare a questo riguardo che anche l’INPS nazionale è perfettamente al corrente di quest’anomalia, se non altro perché io, nel corso di quest’anno, ho rotto le scatole all’INPS non so quante volte. È al corrente della situazione.
Mi ricordo che all’epoca, quando iniziai a occuparmene durante il Ministero Sacconi e mi attivai in questa direzione, esisteva già la consapevolezza di questa disparità di trattamento. Oggi, però, l’INPS, per poter riconoscere sgravi contributivi, che comportano anche la rinuncia ad alcuni contributi e che, per effetto degli sgravi, potrebbero produrre minori entrate, rimanda e chiede che ci sia un intervento legislativo.
Per questo motivo chiedo, non tanto al Parlamento, ma soprattutto a questo Ministero, che al più presto, anche con decreto e comunque all’interno di questa riforma, dia un riferimento normativo che disponga in questa direzione, affinché l’INPS, avendo un riferimento normativo, possa concedere le indennità di mobilità e gli sgravi contributivi ai licenziati di serie B alla stessa stregua di quanto avviene nei confronti di chi viene licenziato dal mondo dell’impresa. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Intervengo per annunciare il voto positivo sulla risoluzione che abbiamo firmato, insieme anche ad altri colleghi Capigruppo. Poiché il testo non è girato, vorrei anche sottolineare il fatto che – lo affermo prendendo la positività di tutte le volte che l’Aula si manifesta in maniera equanime e trasversale e anche perché farà piacere al collega Manfredini, che prima si è dialettizzato un po’ con me – stiamo approvando una risoluzione con il consenso di tutte le parti politiche.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Non entro nel merito degli argomenti specifici, perché sono già stati ben illustrati e ci vedono favorevoli.
Vorrei svolgere, invece, un richiamo riguardo a questo argomento. Ha fatto benissimo l’assessore ad adeguare prontamente la norma, però c’è ancora un po’ di confusione a livello di Province. Io cito, non per condannare nessuno, ma con spirito propositivo, la Provincia di Forlì-Cesena, in cui è riportata una comunicazione che testualmente recita: «L’iscrizione non comporta al lavoratore nessun vantaggio previdenziale: è escluso dal beneficio dell’indennità di mobilità e dalle agevolazioni contributive per nuove assunzioni a tempo determinato o indeterminato, come previsto dal decreto».
Questa, in realtà, è un’informazione un po’ distorta, perché agevolazioni anche per queste categorie ci sono: possono partecipare alla riserva del 30 per cento per le procedure di avviamento a tempo indeterminato, possono, se l’azienda ha presentato domanda, beneficiare dell’integrazione salariale in deroga e anche accedere a determinate forme di ammortizzatori sociali.
Ciò premesso, credo che la Regione dovrebbe fare, con le diverse Province, un po’ di chiarezza su questo punto, perché è evidente che alcuni tipi di comunicazione sono disincentivanti nei confronti di chi non vede alcun motivo per iscriversi in queste liste.
D’altro canto, credo che la Regione si dovrebbe impegnare per quanto riguarda i servizi di aggiornamento e di specializzazione, nonché per favorire l’accesso a percorsi individuali per la qualificazione e anche, eventualmente, per la riconversione di queste persone.
L’altra questione che abbiamo notato e che, invece, andrebbe velocemente ripristinata è quella di creare un vero e proprio monitoraggio. Attualmente il Sistema informativo lavoro della Regione Emilia-Romagna non dispone dei dati del monitoraggio di questo tipo di lavoratori. Non sappiamo quanti lavoratori sono iscritti per Provincia in queste liste, chi siano, quanti sono stati ricollocati e via elencando.
Rivolgo, quindi, un invito all’assessore, che si è mosso velocemente sul primo punto, a fare chiarezza anche per quanto riguarda le Province sugli altri e ad agire a livello di sistema di monitoraggio informatico perché si abbiano i dati di queste persone in mobilità. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Desidero ringraziare per il fatto che, a distanza di un anno, anche il Partito Democratico si sia aggiunto alla firma di questa risoluzione. Ringrazio, perché ci siamo arrivati tutti insieme a distanza di un anno.
Vorrei precisare al consigliere Defranceschi che ciò che riferisce non è del tutto vero o, comunque, che non è corrispondente al vero. Purtroppo oggi l’iscrizione alle liste di mobilità produce alcuni effetti, ma non genera i benefici che citavo io. La mobilità in deroga è una situazione che deriva a prescindere dal fatto dell’iscrizione, perché è un provvedimento che interviene con un’altra legge.
La situazione più che altro è diventata anomala un anno fa, perché nel Veneto ci fu chi, a fronte di questa situazione, riconobbe da parte di una Provincia, che ora non ricordo più esattamente, non solo l’iscrizione alle liste di mobilità, ma anche gli sgravi contributivi nei confronti dei datori di lavoro che assumevano dipendenti provenienti da questo tipo di percorso.
Un anno fa, purtroppo, si è generata una situazione molto anomala, perché ovviamente, per effetto di quanto successe in Veneto, si aprì un dibattito perché l’atteggiamento del Veneto e di alcune sue Province delineò una disparità di trattamento da Regione a Regione.
La Regione Emilia-Romagna all’epoca – come unico intervento – cercò di promuovere l’iscrizione alle liste di mobilità anche di questa categoria di dipendenti, pur non essendo essa riconosciuta, per cercare di compiere un passo in avanti e dare un segnale che è forse l’espressione di un’esigenza di intervento, una sollecitazione in questa direzione. Purtroppo, però, quell’iscrizione non produce molti effetti, se non il primo che lei citava.
Oggi ciò che noi dobbiamo fare in modo compatto, anzi ciò che io chiedo a tutti i miei colleghi in dichiarazione di voto è chiedere che questa sollecitazione non provenga solamente dall’Emilia-Romagna. È un passaggio molto importante, al di là della dichiarazione di voto. Vi inviterei a far sì che anche altri vostri colleghi presenti in altre Regioni potessero sollecitare un intervento in questa direzione.
Mi auguro che non sia semplicemente una voce che esce all’unisono da quest’Aula, dall’Emilia-Romagna. Io ho chiesto a tutti i miei colleghi di tutta Italia di rendersi portatori di questo messaggio ai parlamentari che sono a Roma e sarebbe veramente auspicabile che anche da parte vostra si procedesse in questa direzione.
Ho parlato perché mi sembrava doveroso aggiungere questa precisazione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 2300 proposta dalla consigliera Noè, alla quale si sono aggiunti i consiglieri Naldi, Defranceschi, Grillini, Riva, Manfredini, Monari, Lombardi e Villani.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è approvata all’unanimità dei presenti.
Inversione dell’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Aimi): È pervenuta una richiesta di inversione da parte del consigliere Ferrari in merito agli oggetti 1143 e 2105, che trovate a pagina 17 della convocazione.
La risoluzione 1143 è una proposta del consigliere Corradi per impegnare la Giunta ad approfondire e a valutare i modelli organizzativi promozionali che consentano alle organizzazioni di volontariato operanti nella provincia di Parma di conseguire risultati di eccellenza al fine di valorizzare tutte quelle operanti nel territorio regionale, favorendo anche l’incremento delle entrate di fonte privata.
La risoluzione 2105 è proposta, invece, dai consiglieri Ferrari, Monari, Alessandrini, Moriconi, Bonaccini, Pagani, Carini, Mazzotti, Marani, Piva, Cevenini, Mori, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Garbi, Fiammenghi, Montanari, Zoffoli e Casadei per impegnare la Giunta a istituire la giornata del cittadino solidale, al fine di incentivare la gratuità della partecipazione al servizio della collettività.
Occorrono un intervento a favore e uno contrario.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Noi costituiamo la linea dei Capigruppo per decidere l’ordine del giorno, ma poi mi rendo conto che possono venire nel giro di una settimana anche risoluzioni o ordini del giorno o interpellanze che possono diventare più urgenti di ciò che si è deciso di trattare in riunione dei Capigruppo.
Il tema sollevato dalla consigliera Noè è importante, perché riguarda la vita delle persone, ma se tutti riportano avanti altri argomenti, va a finire che tutti quelli che noi avevamo chiesto di mettere all’ordine del giorno come urgenti finiscono in fondo. Mi pare un modo di lavorare poco corretto.
Io ora mi potrei alzare, presidente, venire da lei e chiedere di porre come urgente un’altra questione e rovesciare di colpo di nuovo tutto l’ordine del giorno.
Mi rivolgo ai colleghi: come facciamo a lavorare in questo modo? Non possiamo arrivare con un ordine del giorno già discusso e poi stravolgerlo. Se è una sola questione, va bene. Può esserci davvero un’urgenza, ma se adesso salta fuori anche la giornata del cittadino solidale... Non sono contraria, però non si può lavorare in questo modo.
Cari colleghi, cerchiamo di trovare un modo corretto per non mettere in imbarazzo le persone che hanno da mesi e mesi in sospeso una risoluzione, ma non riescono mai a portarla avanti, perché passa anche dell’altro.
Io sono contraria, ma non al tema. Sono contraria all’urgenza.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Barbati.
Se non c’è un intervento a favore, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Aimi): Credo che l’inversione sia stata approvata, ma chiederei agli scrutatori di darmi una loro valutazione.
Ripetiamo la votazione, in modo da toglierci da ogni possibile imbarazzo.
Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione.
(È accolta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La richiesta di inversione è accolta.
OGGETTO 1143
Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta ad approfondire e valutare i modelli organizzativi e promozionali che consentono alle Organizzazioni di Volontariato operanti nella Provincia di Parma di conseguire risultati di eccellenza, al fine di valorizzare tutte quelle operanti nel territorio regionale, favorendo anche l'incremento delle entrate di fonte privata (175)
(Discussione e reiezione)
OGGETTO 2105
Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari, Monari, Alessandrini, Moriconi, Bonaccini, Pagani, Carini, Mazzotti, Marani, Piva, Cevenini, Mori, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Garbi, Fiammenghi, Montanari, Zoffoli e Casadei per impegnare la Giunta a istituire la giornata del "cittadino solidale" al fine di incentivare la gratuità della partecipazione al servizio della collettività (337)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): Dichiaro aperta la discussione generale su entrambi gli oggetti, che abbiamo già letto prima, la risoluzione 1143, a firma del consigliere Corradi, e la 2105, a firma dei consiglieri Ferrari, Monari e altri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. Io interverrò sull’oggetto 2105.
La richiesta di inversione, come credo sempre quando la si richiede, non è semplicemente la volontà di sovvertire gli accordi dei Capigruppo, ma è dettata dal fatto che questa risoluzione, che avrebbe dovuto essere votata entro la fine dell’anno passato, facendo riferimento esplicitamente all’anno europeo del volontariato, che era il 2011, non solo è fuori tempo, se l’approviamo nel 2013, ma è anche assolutamente inutile e inefficace.
La proposta che abbiamo avanzato, collegata al 2011, l’anno del volontariato europeo, è quella di istituire – ne abbiamo parlato insieme all’assessore Marzocchi nei giorni e nelle settimane passate – una giornata che abbiamo definito “del cittadino solidale”, che dovrebbe essere individuata nel primo giorno di primavera o nella domenica successiva al primo giorno di primavera.
È vero che siamo in pieno inverno, ne abbiamo parlato questa mattina, ma la primavera non è molto lontana. Mi sembrava ragionevole, giusto e doveroso che la proposta venisse avanzata, così come è stato fatto. Ovviamente, il parere mio e del Gruppo del PD è favorevole a questa risoluzione, mentre per quanto riguarda l’altra risoluzione, che sarà illustrata, immagino, da altri, il nostro parere è negativo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Ferrari.
Ricordo che siamo sempre in discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Presidente, purtroppo il Regolamento consente di svolgere un solo intervento contro, ragion per cui non si è potuto intervenire.
Molto brevemente, se il trend di quest’Aula continua in questo modo, per cui a colpi di maggioranza si stravolge un ordine del giorno, noi annunciamo, dato che siamo anche in diretta streaming, che abbandoneremo la Conferenza dei Capigruppo, perché sta diventando una pagliacciata. Ci sono risoluzioni amministrative importantissime che sono in attesa da settimane, che riguardano il nostro territorio, che vengono ammesse dai Capigruppo e che vengono completamente scavalcate. Sono le ore 17.33, qualcuno della maggioranza alza un gomito e si stravolge l’ordine del giorno. Se questa per voi è democrazia, siamo messi bene.
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Favia, prendo atto delle sue lamentele, però le faccio presente, sempre ai sensi del Regolamento, che comunque la prassi che stiamo utilizzando è prevista. Se viene presentata alla Presidenza una richiesta di inversione dell’ordine del giorno, essa viene messa in votazione e l’Aula è sovrana. Questa è la situazione. Il problema andrà affrontato probabilmente in altra sede, ma il Regolamento lo consente.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Riguardo all’intervento del consigliere Favia, volevo solo far notare che anche il suo Gruppo si è avvalso molto spesso di questa norma del Regolamento, anche con richieste che sono state votate dall’Aula. Le regole ci sono e valgono per tutti: non si capisce perché non debbano valere quando è una richiesta della maggioranza.
PRESIDENTE (Aimi): Ricordo ai colleghi che abbiamo un oggetto ben definito in esame. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Svolgerò una dichiarazione di voto, ma con una piccola premessa. Stiamo discutendo anche la risoluzione 1143 del consigliere Corradi, che non è presente in Aula. Mi sembra inopportuno, al di là dei Regolamenti e della democrazia, trattare risoluzioni in cui il consigliere presente non può parlare.
PRESIDENTE (Aimi): Chiedo scusa, ma, per sgomberare il campo da ogni equivoco, comunico che il consigliere Corradi nella giornata odierna è assente giustificato.
MANDINI: Non è un’accusa al consigliere Corradi. Osservo solo che non è presente in Aula e che, dunque, non può illustrare, né dibattere la propria risoluzione.
Ciò premesso, come dichiarazione di voto mi associo a evidenziare questo atto strumentale, che sarà rispettoso dei Regolamenti, ma è prettamente strumentale.
Consigliere Ferrari, la riunione dei Capigruppo si è tenuta una settimana fa. Se era necessario portare avanti questa risoluzione, si poteva chiedere di farlo in quella sede, visto che, come lei ha evidenziato, è passato più di un anno.
Noi ci asteniamo su entrambe le risoluzioni, perché non possiamo e non vogliamo entrare nel merito con questo metodo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Volevo sostenere il discorso del collega Mandini e il fatto che Corradi, purtroppo, per un fatto personale non può essere oggi presente. Chiedo pertanto che la risoluzione venga sospesa e rinviata, così da poter essere discussa nel corso della prossima assemblea.
PRESIDENTE (Aimi): A questo punto, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di sospensiva formulata dal consigliere Manfredini. Chiedo prima all’Aula una dichiarazione a favore e una contro, se ci sono.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Mi scusi, presidente. Poiché è stato evocato il rispetto per il singolo consigliere assente giustificato, né io personalmente, né il Gruppo del PD andremmo mai incontro a una mancanza di rispetto. Onde evitare la giurisprudenza anomala della Presidenza dell’Aula, osservo che, quando ci sono due oggetti collegati, si votano. Le risoluzioni e gli ordini del giorno non sono di proprietà: i consiglieri della Lega possono spiegare le ragioni dell’ordine del giorno anche in assenza del collega Corradi.
Eviterei di creare novità nella conduzione dell’Aula, perché lei non ha bisogno di giustificarsi, Presidente. Lei deve solo applicare il Regolamento.
PRESIDENTE (Aimi): È quello che sto facendo, consigliere Monari. È facoltà del consigliere Manfredini chiedere la sospensiva.
MONARI: Noi voteremo la sospensiva richiesta dal consigliere Manfredini, però le sottolineo che quella che sta avvenendo oggi è una forzatura, perché si tratta di due oggetti collegati e gli oggetti non sono di proprietà personale, una volta depositati.
Dopodiché, essendo stato chiesto un gesto di rispetto nei confronti di un collega – per me tutti i cinquanta colleghi sono uguali – prestiamo volentieri il rispetto. Il Gruppo della Lega però è presente.
PRESIDENTE (Aimi): Sì, consigliere Monari. Ai sensi del Regolamento, essendo i due ordini del giorno congiunti, è fin troppo ovvio che, chiedendo la sospensiva su uno, si sospende anche l’altro, ma l’Aula in questo momento, nel momento del voto, è sovrana. Faccio presente che, se dovesse passare la proposta del consigliere Manfredini, sospenderemmo entrambi gli ordini del giorno.
Ha chiesto di intervenire contro la sospensione il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Presidente, purtroppo né io, né lei siamo in un ambito informale, ma in un ambito formale, e lei mi ha specificato adesso che, sospendendo l’oggetto 1143, automaticamente viene sospeso anche l’oggetto collegato. È per questo motivo che io le ho rivolto osservazioni sulle modalità di Presidenza.
A questo punto, sono costretto a riferirle che, con tutto il rispetto per l’assenza del consigliere Corradi, noi voteremo contro, perché, essendo il collega Ferrari presente, noi vogliamo discutere, come è avvenuto, e approvare l’oggetto 2105.
Sarà mia premura scrivere anche personalmente al collega Corradi, scusandomi per l’inconveniente, ma spiegando le ragioni politiche di questo intervento.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Aimi): La ringrazio, consigliere Monari. Ero convinto che lei avesse compreso perfettamente perché l’aveva precisato nella sua esposizione.
Ha chiesto di intervenire a favore della sospensione il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Presidente, la risoluzione che ha presentato il mio collega Corradi, riguarda specificamente Parma e vorremmo che fosse lui stesso a presentarla. Siamo abituati a comportarci in questo modo. Purtroppo, non avevamo previsto questa anticipazione. Le prossime volte staremo più attenti e non avremo più di queste sorprese, perché questa è una tematica che aveva approfondito e documentato il collega.
Leggendo l’uno e l’altro documento, vedo che sono temi sul volontariato, ma sembrano completamente diversi: in uno si chiede una giornata, nell’altro si discute su alcuni dati. A me pare proprio evidente che siano due questioni diverse. Non saprei se siano collegate, perché non vedo alcuna connessione.
Per questo motivo ho voluto chiedere, e scusate se insisto, che la possa presentare e discutere il collega Corradi. Sono questioni estremamente diverse, che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Non c’è alcuna somiglianza e non ci sono punti in comune: una è frutta, l’altra è pesce.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di sospensiva.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La richiesta di sospensiva è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 1143 a firma del consigliere Corradi.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 2105 a firma dei consiglieri Ferrari, Monari e altri.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è approvata.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Intervengo sempre perché non viene chiamata la non partecipazione al voto. Ovviamente, saltando di 12 pagine in avanti, non possiamo essere pronti su decine di risoluzioni successive e, quindi, non partecipiamo al voto per le modalità e per la non emergenza con cui, invece, esso è stato anticipato rispetto al resto.
PRESIDENTE (Aimi): La ringrazio. Mettiamo agli atti la sua dichiarazione.
Inversione dell’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Aimi): È pervenuta un’altra richiesta di inversione da parte del consigliere Naldi in merito alla risoluzione 2031, a pagina 5 della convocazione. Si tratta della risoluzione per impegnare la Giunta regionale a promuovere, presso il Ministero degli affari esteri, il Presidente del Consiglio dei Ministri e le Istituzioni europee ogni possibile azione politica e diplomatica volta alla liberazione di Rossella Urru e degli altri cooperanti rapiti nei campi profughi saharawi di al-Rabouni situati nei pressi di Tindouf in Algeria. Ci sono tre emendamenti che sono in corso di distribuzione.
In merito alla richiesta di inversione, chiedo se ci sono un intervento a favore e uno contro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Io non nego l’importanza di questo argomento, che è serio e molto delicato. Denuncio, però, e purtroppo me ne assumo la responsabilità, un atteggiamento politico in quest’Aula che stravolge quanto si concorda nella riunione dei Capigruppo.
Come ripeto, rispetteremo il Regolamento, ma ricordo che tra le emergenze che in questo momento questa Regione ha c’è una frana che sta venendo giù e che sta togliendo le case ai cittadini di questa regione.
Questi tentativi mi sembrano strumentali per evitare e rimandare sempre un dibattito che è urgente svolgere in quest’Aula e che riguarda la frana di Ripoli. Continuiamo a rimandare questo problema, strumentalizzando e proponendo sempre inversioni dell’ordine del giorno.
Noi, perciò, ci dichiariamo contrari non all’argomento, che è serio, ma al metodo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mandini.
Occorre ora un intervento a favore.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Sui lavori dell’Aula non voglio aggiungere polemiche a quelle che già ci sono state. Faccio notare, e me ne possono dare atto coloro che stanno alla Presidenza, che avevo sollevato il problema prima di tali polemiche.
Chiedo di anticipare la discussione e la votazione di una risoluzione che è stata presentata dal Movimento 5 Stelle, sulla quale abbiamo presentato alcuni emendamenti condivisi da tutti i Gruppi. È una discussione che si può svolgere in cinque minuti.
Ho chiesto l’inversione perché siamo di fronte a un’anomalia. C’è una cooperante italiana: Rossella Urru, rapita nella zona dei rifugiati saharawi, una nostra concittadina. Si sono già espressi in tanti a favore della sua liberazione, mentre noi non l’abbiamo fatto due mesi fa, perché eravamo convinti che una gestione soft potesse aiutare le trattative per la sua liberazione. A questo punto, però, riteniamo doveroso esprimerci, come hanno fatto tante altre Istituzioni, in questo senso. È una questione che non ci porta via tempo.
Vorrei precisare, peraltro, al consigliere Mandini che noi abbiamo presentato una risoluzione sul tema di Ripoli che chiede la sospensione dei lavori. Abbiamo, dunque, il medesimo interesse a discutere questo argomento.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.
Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.
(È accolta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La richiesta di inversione è accolta.
OGGETTO 2031
Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta regionale a promuovere, presso il Ministro degli Esteri, il Presidente del Consiglio dei Ministri e le istituzioni europee ogni possibile azione politica e diplomatica volta alla liberazione di Rossella Urru e degli altri cooperanti rapiti nei campi profughi saharawi di Rabuni, situati nei pressi di Tindouf, in Algeria (323)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): Dichiaro aperta la discussione generale sull’oggetto 2031 e sui tre emendamenti, che sono stati distribuiti, a firma dei consiglieri Naldi, Manfredini, Favia e Luciano Vecchi.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 1.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 2.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 3.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 2031.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è approvata.
OGGETTO 1928
Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi circa le azioni da porre in essere per tutelare la cittadinanza da rischi per la pubblica incolumità connessi ai lavori della galleria della Variante di Valico, con particolare riferimento alla situazione esistente nel Comune di San Benedetto Val di Sambro (BO) (312)
(Discussione)
OGGETTO 1949
Risoluzione proposta dal consigliere Mandini per impegnare la Giunta ad adottare misure per ovviare alle criticità segnalate per i lavori della Variante di Valico nel secondo intervento infrastrutturale che interessa la tratta La Quercia - Barberino del Mugello (313)
(Discussione)
OGGETTO 1954
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Cevenini, Luciano Vecchi, Pariani, Moriconi, Casadei, Marani, Montanari, Riva e Costi per impegnare la Giunta ad intervenire presso ANAS e Società Autostrade al fine di valutare i danni arrecati nelle Frazioni di Ripoli-Santa Maria Maddalena a seguito dei lavori per la realizzazione della Variante di Valico e ad assicurare che il monitoraggio degli edifici lesionati sia svolto insieme a rappresentanti della pubblica amministrazione (314)
(Discussione)
OGGETTO 2051
Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Sconciaforni, Donini e Meo per impegnare la Giunta a chiedere ad ANAS e alla Società Autostrade la sospensione cautelativa dei lavori di scavo nella galleria Val di Sambro al fine di accertarne la sicurezza per la prosecuzione dei lavori (328)
(Discussione)
PRESIDENTE (Aimi): Riprendiamo i nostri lavori con le risoluzioni 1928, 1949, 1954 e 2051, relative alla Variante di Valico. Dichiaro aperta la discussione generale sulle quattro risoluzioni congiunte.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Volevo solo far notare che sono stati votati in quest’Aula gli emendamenti e l’oggetto 2031, che, però, sono in distribuzione in questo momento, dopo il voto.
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Mandini, erano già stati distribuiti nell’altra seduta. Sono stati ridistribuiti ora, ma già nell’altra seduta erano stati distribuiti. Svolgo la precisazione per dare una correttezza formale alla questione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Avevo visto l’intervento lampo di Mandini e non avevo capito se era una mozione d’ordine.
Io mi stavo interrogando e parto dal tema che riguarda i lavori di quest’Assemblea. Come sosteneva il collega, un paese sta venendo giù e noi abbiamo una risoluzione, la prima che presentò il Movimento 5 Stelle a novembre, e da allora non siamo ancora riusciti a discutere di questo tema. Un paese nella nostra regione sta franando e da novembre non siamo riusciti a portare in Aula l’oggetto. Esso è sempre stato in cima all’ordine del giorno, ma non siamo mai riusciti ad affrontarlo.
Si spiega, dunque, anche l’acredine e la rabbia di oggi per l’inserimento, dodici pagine più avanti nell’ordine del giorno, della giornata del cittadino solidale. Io sono il primo a sostenere questo tipo di azioni, ma rilevo che teoricamente ci vorrebbe un po’ di collaborazione istituzionale per portare avanti quelle che effettivamente sono emergenze che hanno bisogno di una priorità. Va bene seguire il Regolamento, ma la ratio del Regolamento è che solo davanti alle emergenze possiamo derogare l’ordine del giorno.
In esame c’è una questione che non è urgente, ma è di più, perché ci sono persone che hanno dovuto lasciare le loro case, che magari hanno compiuto sacrifici tutta la vita per entrare in quelle case, un paese, una frazione, Ripoli, che è forse destinata a sparire dalle mappe?
Perché deve succedere questo in un paese e in una regione che ha tutte le strutture e tutti i servizi per poter evitare queste situazioni? Evidentemente perché, quando si sono fatti andare avanti i lavori, quando sono stati pianificati, qualcosa non ha funzionato. Non ha funzionato perché la politica è stata piegata agli interessi delle forze economiche, dei concessionari, in questo caso di Autostrada SpA, e degli operatori delle telecomunicazioni, soggetti che, nonostante la crisi, a livello economico prosperano e che evidentemente sono talmente avidi di guadagni da non farsi scrupoli nell’andare a mettere a rischio la pubblica incolumità delle persone.
È anche sorprendente il fatto che il Prefetto dichiari la pubblica incolumità in questo caso per le nevicate che ci sono state e che la pubblica incolumità non sia stata dichiarata per quanto riguarda Ripoli. Evacuiamo le case ed è chiaro che, non essendovi più nessuno nelle case, non c’è pericolo per la pubblica incolumità. Il giochino è semplice, facciamo presto. Di fatto, però, la situazione che si viene a creare è un pericolo per la pubblica incolumità, che porta poi a dover effettuare gli sgomberi e a dover dichiarare inagibili le case.
Il fatto che in quella zona ci fosse una frana quiescente era noto da anni, lo sapevano tutti. Noi abbiamo permesso a un’azienda come Autostrade SpA di andare a scavare una galleria, sperimentando la più grande fresa del mondo, in una zona dove c’era una frana quiescente sotto un paese. Questo si chiama banditismo.
Io sono andato a fare un giro su YouTube e ho rivisto i proclami dei Presidenti di allora, dal momento che questa Regione ha sempre cambiato, prima di Errani, freneticamente i suoi Presidenti. Ho visto le dichiarazioni anche di Bersani, che era alla guida della Regione, e che affermava: «Noi abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo fatto tutti i controlli e le verifiche ambientali necessarie che servivano – è su YouTube –, ed è tutto in ordine. Aspettiamo il Governo».
Ci sono responsabilità chiare, chiarissime, che hanno portato avanti un’altra di queste grandi opere coi piedi d’argilla. Davanti ai problemi la Regione non ha avuto nemmeno il coraggio, forse perché c’è una contropartita sotto, di sospendere i lavori. Noi ce ne «infischiamo», evidentemente. Sgomberiamo il paese, facciamo sì che venga ricostruito altrove, siamo pronti a dare indennizzi, ma una frazione sparisce e noi permettiamo comunque ad Autostrade SpA di andare avanti come se nulla fosse.
Questo atteggiamento non è accettabile. Stranamente, si accelerano le partite intorno al Passante Nord, quasi come se ci fosse una sorta di tacito scambio, del tipo «tu non mi disturbi troppo da una parte e io spingo l’altra tua opera che riempirà di cemento la regione». Ormai siamo abituati, è uno sport a livello locale.
Qualcuno parlava dello sguardo lungo di Fanti, ma non stiamo capendo che cosa accadrà in termini di crisi energetica e ambientale nei prossimi decenni e continuiamo ad andare avanti con un modello economico di crescita superato. Questi sono gli effetti collaterali, quando non comanda più la politica, l’interesse pubblico e l’interesse dei cittadini, ma comandano gli interessi particolari dei privati, quando si chiudono gli occhi. Abbiamo servizi buoni in questa regione, però rispondono alla politica.
Capiamo che il danno è stato causato alcuni anni addietro e non è sicuramente stato provocato da questa Giunta, ma che cosa facciamo adesso? L’assessore Peri è andato in TV una volta a far intendere che si potevano bloccare i lavori, che la situazione era grave. Poi ne esce un atteggiamento estremamente tollerante verso le politiche aziendali, verso ciò che sta facendo Autostrade SpA.
Per noi non è accettabile. Per noi la tutela del territorio, e non solo la salute dei cittadini, viene per prima. Ho colto l’attenzione del Presidente con il mio falsetto. Per noi viene prima. Sono serio, presidente. Per noi non è solo un problema di mettere in sicurezza i cittadini, è un’altra questione. Noi non possiamo accettare che per l’imperizia di una Regione e per l’avidità di un’azienda scompaia una frazione.
Io voglio capire come la Regione reagirà. Lascerò poi approfondire l’argomento al consigliere Defranceschi, che su questa questione è ormai diventato uno dei massimi esperti.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Consigliera Noè, non so se le basta il tempo. Le do la parola comunque?
NOÈ: Assolutamente sì.
PRESIDENTE (Aimi): Ne ha facoltà.
NOÈ: Su questo tema a che cosa assistiamo? Da un lato, assistiamo a una preoccupazione della popolazione che, per ragioni contingenti, manifesta uno stato di insicurezza. Dall’altro, mi sembra di capire che ci siano dichiarazioni istituzionali che, invece, vanno nella direzione opposta.
Poiché la questione risale all’anno scorso, ormai ad alcuni mesi fa, e purtroppo la situazione è anche in divenire rispetto ai lavori che stanno proseguendo, io chiedo se, a questo proposito, l’assessore Gazzolo può darci un’interpretazione autentica a oggi di come stanno le cose, per poterlo capire, rispetto a questa partita a tennis tra chi si prende palesemente a cuore la tutela dei cittadini rispetto a chi, invece, assume una posizione istituzionale, che comunque penso vada nella stessa direzione, cioè quella di garantire gli abitanti del posto.
Chiedo, però, se in questa sede sia possibile, visto che stiamo dedicando del tempo al tema, riascoltare da lei qual è la situazione, con un’interpretazione autentica al 15 febbraio.
PRESIDENTE (Aimi): Siamo in discussione generale. Ho altri interventi e l’assessore sarebbe disponibile a dare le spiegazioni che vengono chieste, ma lo farà aggiornando la discussione alla prossima seduta.
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Aimi): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dal numero d'oggetto che li precede:
2319 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, sull’iter della richiesta di costruzione di un impianto industriale di produzione energia eolica sul Monte Fontanavidola (BO) e sulle intenzioni in merito all’incentivazione alternativa del microeolico e dei pannelli solari. (1588)
2320 - Risoluzione proposta dal consigliere Mandini per adottare misure urgenti e destinare risorse a favore del settore agricolo e zootecnico regionale danneggiato dalle nevicate eccezionali. (376)
2321 - Interrogazione dei consiglieri Defranceschi e Favia, a risposta scritta, in merito alle corse, di Trenitalia e Fer, annullate o con ritardi superiori ai 15 minuti nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 13 febbraio 2012 a causa delle nevicate e in merito alla possibilità, da parte dei cittadini, di ricevere un indennizzo per i disagi subiti. (1589)
2322 - Interrogazione dei consiglieri Zoffoli e Pagani, a risposta scritta, circa l'ipotesi di un ridimensionamento dell'assistenza pediatrica di base previsto nelle bozze del nuovo patto per la salute 2013-2015. (1590)
2323 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la situazione dei treni e dei trasporti della Romagna. (1591)
2324 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta ad intervenire affinché la neve raccolta in seguito alle recenti nevicate venga accumulata su terreni non impermeabilizzati in zone di ricarica di falda. (377)
2325 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Marani, Monari, Zoffoli, Casadei, Carini, Ferrari, Mori, Alessandrini, Moriconi, Barbieri, Luciano Vecchi, Piva, Mumolo, Mazzotti, Montanari e Bonaccini affinché la Giunta definisca il ruolo del caregiver familiare e si attivi presso il Governo per il riconoscimento del caregiver quale livello essenziale delle prestazioni sociali e sanitarie per le patologie croniche. (378)
2326 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa i controlli svolti dai Servizi veterinari delle AUSL sugli allevamenti di animali, specie in relazione alla diffusione di patologie nei bambini causate dal consumo di omogeneizzati. (1592)
2327 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Mori, Ferrari, Moriconi, Alessandrini, Garbi, Pagani, Fiammenghi, Zoffoli, Mazzotti, Pariani, Casadei, Mumolo, Costi e Marani per esprimere cordoglio per le vittime dell'amianto e per impegnare la Giunta a mantenere alta l'attenzione di vigilanza e controllo in tutte le attività che comportano l'utilizzo e lo smaltimento di materiali contenenti fibre di amianto. (379)
2328 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia in merito al Protocollo d'intesa tra il Comune di Modena e associazioni sindacali e dei consumatori per creare un meccanismo di rotazione delle aperture domenicali. (380)
2329 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, per sapere se la delibera 51 del 26 luglio 2011, che esclude dalla localizzazione degli impianti a biogas il territorio individuato quale "Comprensorio di produzione del formaggio Parmigiano-Reggiano", è applicabile all'impianto che si vorrebbe realizzare in località Gazzata di San Martino in Rio (RE). (1593)
2330 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, per sapere se anche nella nostra Regione si possono essere verificati episodi di truffe riguardanti alcuni farmacisti e medici, come si sono verificati nelle Regioni Piemonte e Lazio. (1594)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA, gli assessori Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Teresa MARZOCCHI e Maurizio MELUCCI e il consigliere Roberto CORRADI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI.
Votazione elettronica
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 356 “Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Villani: «Istituzione della figura professionale dell'operatore del benessere termale»”
Presenti: 34
Favorevoli: 33
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 1
Galeazzo BIGNAMI.
Astenuti: 0
Assenti: 16
Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Roberto CORRADI (g), Monica DONINI, Vasco ERRANI (m), Fabio FILIPPI, Franco GRILLINI, Mauro MALAGUTI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
I PRESIDENTI
IL SEGRETARIO
Aimi - Richetti
Cevenini
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