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80.
SEDUTA DI MARTEDÌ 17 APRILE 2012
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
Indice
OGGETTO 2014
Interpellanza del consigliere Filippi circa le procedure relative all’intervento di messa in sicurezza di un tratto del Rio Medici, nel Comune di Casalgrande (RE).
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
FREDA, assessore
OGGETTO 2391
Interpellanza dei consiglieri Meo e Naldi circa la messa in mora inviata all’Italia dalla Commissione Europea relativamente alle discariche di rifiuti, con particolare riferimento alla situazione esistente in Emilia-Romagna.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MEO (SEL - Verdi)
FREDA, assessore
OGGETTO 2340
Interpellanza del consigliere Pollastri circa lo stato delle lastre di eternit poste su edifici siti nel quartiere “Farnesiana” di Piacenza.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
LUSENTI, assessore
OGGETTO 2390
Interpellanza del consigliere Favia circa lo Sportello unico per le attività produttive.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MUZZARELLI, assessore
OGGETTO 2048
Progetto di legge d’iniziativa della Giunta: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 recante disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale» (Testo Base) (36)
(Esame articolato, dichiarazione di voto e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 2048/1 - Dichiarazione di voto e approvazione) (60)
OGGETTO 2307
Progetto di legge d’iniziativa del consigliere Favia: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 “Disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale”»
(Abbinato)
PRESIDENTE (Richetti)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
DONINI (Fed. della Sinistra)
POLLASTRI (PDL)
MEO (SEL - Verdi)
MANFREDINI (Lega Nord)
OGGETTO 2293
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche all’art. 8 dell'Accordo, parte integrante della Legge Regionale 1 febbraio 2000, n. 3 (riordino dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna)» (37)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
CARINI, relatore
CORRADI (Lega Nord)
BARBATI (Italia dei Valori)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 2487
Delibera: «Approvazione del piano regionale degli interventi e dei servizi ai sensi della L.R. 27 luglio 2007, n. 15 (Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l'alta formazione) - aa.aa. 2012-13, 2013-14 e 2014-15.» (Proposta della Giunta regionale in data 19 marzo 2012, n. 317) (73)
(Approvazione)
OGGETTO 2503
Relazione, ai sensi del comma 2 dell’art. 28 della L.R. 15 del 2007, circa il “Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l’alta formazione”
(Abbinata)
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2587
Risoluzione proposta dai consiglieri Lombardi, Defranceschi, Bernardini, Noè, Barbati e Piva per esprimere il parere favorevole dell'Assemblea legislativa all'aggregazione dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio alla Regione Emilia-Romagna
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
LOMBARDI (PDL)
PIVA (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
DONINI (Fed. della Sinistra)
NOÈ (UDC)
MONARI (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
BARBATI (Italia dei Valori)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 2583
Risoluzione proposta dai consiglieri Richetti, Mandini, Cevenini, Mazzotti, Aimi, Bartolini, Corradi, Monari, Villani, Manfredini, Barbati, Defranceschi, Noè, Naldi, Sconciaforni e Riva per chiedere alla Giunta di porre in essere azioni, anche presso il Ministero dello Sviluppo Economico e l'AGCOM, volte ad escludere il canale 24 UHF dalle frequenze inserite nella procedura ad evidenza pubblica denominata “beauty contest” volta alla cessione del dividendo digitale a favore degli operatori della comunicazione
(Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Richetti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni e risoluzioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,11
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta l'ottantesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Do comunicazione della giustificazione per impegni istituzionali dell'assessore Marzocchi e della vicepresidente Saliera, che non saranno presenti alla seduta pomeridiana di oggi.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, riprendiamo i nostri lavori e apriamo la seduta pomeridiana con lo svolgimento delle interpellanze.
Svolgiamo il seguente oggetto:
2014 - Interpellanza del consigliere Filippi circa le procedure relative all’intervento di messa in sicurezza di un tratto del Rio Medici, nel Comune di Casalgrande (RE).
Risponde per la Giunta l'assessore Freda.
La parola al consigliere Filippi per illustrare la sua interpellanza.
FILIPPI: Grazie, presidente. Con l'approvazione del decreto legge n. 468 del 2001 venivano istituiti attraverso apposite perimetrazioni i cosiddetti Siti di interesse nazionale (SIN), nei quali è possibile intervenire con il contributo di apposite somme messe a disposizione dal Ministero dell'ambiente al fine di provvedere in via prioritaria alle necessarie analisi chimico-fisiche dei luoghi più esposti a rischio, nonché alle loro messe in sicurezza definite di emergenza, le cosiddette MISE.
Nel caso della Regione Emilia-Romagna sono state individuate due aree SIN in particolare, quelle di Fidenza a Parma e quella di Sassuolo-Scandiano tra Modena e Reggio. Quello di Parma mi pare sia andato a buon fine.
Il SIN di Sassuolo-Scandiano, che riguarda anche il Comune reggiano di Casalgrande, il quale confina naturalmente con Sassuolo, ha visto i Comuni lavorare e presentare tutte le documentazioni che la legge richiede, ma pare che la Regione Emilia-Romagna, attraverso il suo assessore, ostacoli la messa in sicurezza di un tratto del Rio Medici, riconosciuto dal Ministero come altamente inquinato.
Chiedo all'assessore competente perché non venga messa in sicurezza questa parte del Rio Medici e che cosa impedisca alla Regione di favorire la richiesta di un Comune, peraltro politicamente vicino al modo di pensare dell'Amministrazione regionale. Si tratta, infatti, del Comune di Castellarano, un Comune di centrosinistra come questa Regione.
Il Comune di Casalgrande ha prodotto tutti i documenti necessari, ha concordato con il Ministero la messa in sicurezza di questo tratto del Rio Medici, ma pare che l'assessore Freda, che, guarda caso, sorride – sorride sempre, questa è una fortuna – tenga il freno a mano bloccato.
Assessore, le chiedo quali motivazioni costringono il suo assessorato a non dare seguito a finanziamenti già concessi dal Governo italiano, peraltro ora non più presieduto da Berlusconi, ma da un Governo tecnico. I soldi sono disponibili e aspettano di essere investiti. Se lei va avanti di questo passo, tali soldi verranno persi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all'assessore Freda per la risposta.
FREDA, assessore: Grazie, presidente. Premesso che all'interno del sito nazionale di Sassuolo-Scandiano, oltre alle aree del Comune di Casalgrande, sono state individuate anche aree afferenti ai Comuni di Sassuolo, Castellarano, Maranello, Rubiera e Castelvetro, come si evince dalla perimetrazione effettuata dal Ministero dell'ambiente, e che le risorse messe a disposizione dal Ministero dell'ambiente per il sito nazionale Sassuolo-Scandiano ammontano in totale a circa 15 milioni di euro, di cui oltre il 90 per cento è stato impegnato a favore del Comune di Casalgrande, se ne ricava la dimostrazione che non c’è alcuna volontà di ostacolare un ripristino ambientale, che si ritiene, anzi, necessario.
Si precisa, tuttavia, che non tutte le risorse acquisite dal Comune di Casalgrande sono state utilizzate su specifici interventi. In particolare, il Comune di Casalgrande, oggetto dell’interpellanza del consigliere Filippi, nel corso del 2011 ha risparmiato, attraverso un ribasso d'asta, circa 2 milioni di euro. Ciò succedeva nel mese di aprile del 2011, ma è stato comunicato alla Regione soltanto nel novembre dello stesso anno, impedendo di fatto il recupero delle somme e la possibilità di effettuare un ulteriore impegno entro lo stesso anno per altri interventi.
Inoltre, sempre nel corso del 2011 – non so il Governo fosse sempre quello di Berlusconi o già quello tecnico – il Comune di Casalgrande non ha trasmesso la rendicontazione, come, invece, è richiesto annualmente dal Ministero, delle somme trasferite al Comune medesimo.
Per questo motivo il direttore della Direzione ministeriale competente, in risposta alla richiesta avanzata dal Comune di ulteriori 1,5 milioni di euro per effettuare la messa in sicurezza del Rio Medici, ha richiesto alla Regione e al Comune stesso la ricognizione delle effettive risorse disponibili per una corretta valutazione della richiesta avanzata. Questo è il quadro.
Pertanto, a seguito di questi avvenimenti, dell'incompletezza delle risposte e di ritardi che sono da imputare alla gestione del Comune medesimo, da un lato, non c'è stata la possibilità di utilizzare risorse risparmiate e, dall'altro, è da evidenziare che quelle messe a disposizione del Ministero per il sito di Sassuolo-Scandiano e trasferite alla Regione sono quasi esaurite.
Per la precisione, sono rimasti come fondi disponibili circa 223.000 euro. Questa somma chiaramente non è sufficiente a soddisfare le richieste inoltrate, non solo dal Comune di Casalgrande, che è oggetto dell’interpellanza del consigliere Filippi, ma anche dal Comune di Castelvetro e dal Comune di Sassuolo.
Peraltro, il direttore della Direzione generale ambiente e il responsabile del servizio competente si sono recati al Ministero dell'ambiente con l’obiettivo di reperire ulteriori fondi, contrariamente a quanto affermato nell'interpellanza del consigliere Filippi. Il Ministero ha dichiarato di non essere disponibile in tal senso.
Si ritiene, peraltro, di evidenziare anche che le azioni già effettuate nel Rio Medici hanno ridotto il rischio ambientale di tale area e che la Regione ha il compito di utilizzare i fondi in base ai criteri di priorità connessi al rischio sanitario e ambientale di tutte le aree del sito nazionale.
Da un lato, dunque, la gestione dei fondi del Comune di Casalgrande non ha consentito un tempestivo recupero delle somme e, quindi, le somme attualmente in disponibilità della Regione ammontano soltanto a 223.000 euro; dall'altro, la messa in sicurezza del Rio Medici è già tale da escludere rischi sanitari almeno prioritari.
All’atto del recupero delle somme la Regione valuterà quali saranno le priorità per mettere a disposizione i fondi recuperati ai casi che risulteranno più urgenti. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Freda.
La parola al consigliere Filippi per la replica. Consigliere, le restano quattro minuti.
FILIPPI: Grazie. La risposta dell'assessore mi è parsa molto generica. Ha attribuito le responsabilità della Regione al Comune di Casalgrande, il che non è assolutamente vero, il Comune di Casalgrande ha stilato tutti i documenti e ha ricevuto il via libera del Ministero, mentre questa Regione, sotto il suo assessorato, caro assessore Freda, ha bloccato la messa in sicurezza di questa parte del Rio Medici.
Peraltro, la Regione, sempre sotto il suo assessorato e sotto la sua guida, ha preteso la riscrittura del conto economico di quel cantiere del Rio Medici, nonché la formale restituzione nelle casse della Regione delle citate somme da utilizzare per altri interventi più urgenti.
Le faccio presente che ho presentato l'interpellanza il 16 novembre. Da un anno lei aveva i soldi in cassa. Mi sembra strano che si sia attivata a novembre, quando io le ho presentato l'interpellanza, ma le ricordo comunque che a tutt'oggi – da novembre a oggi sono passati altri sei mesi – presso gli uffici competenti del Ministero non è ancora stato depositato nulla da parte della Regione, tant'è che, mancando il materiale su cui discutere, non si è tenuta e non è stata nemmeno convocata alcuna Conferenza dei servizi, l’organo deputato a valutare gli interventi nei siti di interesse nazionale, come quello di Sassuolo-Scandiano.
Che cosa può esserci di più importante della messa in sicurezza di emergenza all'interno di un sito da bonificare di interesse nazionale, per la quale si è già espressa sostenendo che va eseguita e subito in sede decisoria della Conferenza dei servizi? La Conferenza dei servizi si è espressa e per noi la risposta è ovvia.
Stiamo parlando, assessore, se ricorda bene, di fondi nazionali e non di somme messe a disposizione dalla Regione. Anziché essere il Ministero a farlo, questa volta è la Regione a bloccare finanziamenti che sono già stati assegnati da Roma per il sito di Sassuolo-Scandiano e approvati da un apposito decreto legge che vede il ruolo della Regione come di controllore delle attività.
Tale decreto attribuisce alla Regione un compito di coordinamento amministrativo e non un ruolo, come lei ha inteso, di stazione appaltante. La Regione non è stazione appaltante e nemmeno ufficio di progettazione, né, tanto meno, ha un ruolo di regolatore territoriale dei finanziamenti. I soldi vanno a finanziare interventi approvati in sede di Conferenza e messa in sicurezza di territori, come prevede il Ministero con l'apposita legge.
Peraltro, neanche a farlo apposta, in queste settimane è sorto un altro problema, sempre nella stessa zona. Assessore, io le chiedo non di svincolare, perché non è lei a svincolare i fondi, ma di dare il via libera al Comune di Casalgrande per mettere in sicurezza il citato tratto del Rio Medici e portare finalmente in sicurezza tutta l'area circostante. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2014. Chiamo l'oggetto seguente:
2391Interpellanza dei consiglieri Meo e Naldi circa la messa in mora inviata all’Italia dalla Commissione Europea relativamente alle discariche di rifiuti, con particolare riferimento alla situazione esistente in Emilia-Romagna.
Risponde per la Giunta l'assessore Freda.
La parola alla consigliera Meo per illustrare la sua interpellanza.
MEO: Grazie, presidente. Come leggeva nel titolo – peraltro, questa è un'interpellanza di fine febbraio – la Commissione Europea ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora per il mancato rispetto della direttiva europea 1999 sulle discariche di rifiuti.
In particolare, questa procedura sarebbe stata avviata contro il nostro Paese per non essersi conformato all'articolo 14, secondo cui gli Stati membri avrebbero preso alcune misure per assicurare che le discariche preesistenti, discariche a cui è stato concesso un permesso e che erano già operative al momento della trasposizione della direttiva in oggetto, non avrebbero continuato a operare dopo il 16 luglio 2009, qualora non fossero ancora conformi con la direttiva europea.
Secondo le notizie che abbiamo appreso dalla stampa sarebbero almeno 102 le discariche non conformi, di cui tre di rifiuti pericolosi, e alcune di esse si troverebbero in Emilia-Romagna.
Considerando che la Corte di giustizia europea, a conclusione di questa procedura, ha già condannato l'Italia per la gestione dei rifiuti in Campania, in quanto non avrebbe adottato tutte le misure necessarie per evitare pericoli all'ambiente e alla salute umana e considerando anche che la lettera per la costituzione di mora rappresenta la prima tappa per la procedura di infrazione, un procedimento a carattere giurisdizionale volto a sanzionare gli Stati membri dell'Unione europea responsabili di violazione del diritto comunitario, a cui segue il parere motivato, se il Paese non si conforma ancora, in questo caso ovviamente viene proposto il ricorso per inadempimento presso la Corte di giustizia europea.
A questo punto a noi interesserebbe conoscere quali sono le discariche dell'Emilia-Romagna oggetto della messa in mora perché non rispettano le norme europee, in particolare per quali specifici motivi tali discariche vengono ritenute non conformi e quali azioni la Regione intende avviare per evitare l'eventuale pagamento di sanzioni comunitarie. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
La parola all'assessore Freda per la risposta.
FREDA, assessore: Grazie, presidente. La direttiva n. 1999/31/CE ha stabilito che le discariche già in funzione al 16 luglio 2001 possano rimanere aperte solo se è presentato un Piano di adeguamento entro il 16 luglio dell'anno successivo.
Lo Stato italiano ha attuato la direttiva soltanto nel 2003, mentre il termine di scadenza era il 16 luglio del 2002, con il decreto n. 36 del 2003 e, dunque, tale ritardo ha generato da allora l'avvio di una procedura di infrazione, precisamente la n. 4506 del 2003.
L’attività di istruttoria conseguente allo sviluppo della procedura ha consentito alla Regione Emilia-Romagna di risolvere progressivamente le situazioni critiche emerse, tant'è che nel 2010 risultavano in via di soluzione anche le criticità inerenti due impianti di discarica situati nella provincia di Parma, entrambi autorizzati al conferimento di rifiuti non pericolosi.
Si è, di conseguenza, determinata la decisione da parte della Commissione europea di archiviare queste due procedure, che erano state aperte, ma che già prevedevano un Piano di adeguamento – la procedura, come riferito prima, dipendeva da un ritardo di recepimento da parte del livello centrale –, precisamente il 30 settembre del 2010.
Successivamente, nel novembre del 2010, la Commissione europea ha riavviato alcune valutazioni sulla precedente situazione di adeguamento delle discariche. Tale circostanza ha determinato una nuova richiesta di osservazione allo Stato italiano e, quindi, la costituzione in mora dell'infrazione n. 2215 del 2011 sulle discariche esistenti che non rispettavano la direttiva europea.
La costituzione in mora non individua puntualmente e nominalmente quali siano le discariche dell'Emilia-Romagna oggetto di criticità. Si ritiene, pertanto, che per rispondere alla domanda su quali siano gli impianti oggetto della messa in mora ci si debba riferire a quanto già comunicato al Ministero dell'ambiente nel corso del 2010 dalla Regione Emilia-Romagna.
Probabilmente, pur non avendone certezza, perché non sono stati individuati nominalmente, gli impianti a cui la Commissione europea si riferisce sono i due critici che si trovavano in provincia di Parma.
La comunicazione del 2010, come già indicato, faceva riferimento a due discariche che risultavano chiuse ai conferimenti dei rifiuti, ma che non rispettavano l'articolo 14 della direttiva, cioè l'ultimazione dei lavori di adeguamento e chiusura. Si trattava di una sorta di criticità amministrativa, non operativa.
Si evidenzia che la situazione di maggiore criticità del 2010 ha determinato, nel frattempo, l'impegno della Provincia di Parma a completare i lavori di adeguamenti funzionali alle chiusure degli impianti. In particolare, per il caso della discarica situata nel Comune di Borgo Val di Taro, che era forse quella più critica, con tre delibere la Regione ha finanziato l'adeguamento mediante interventi finalizzati alla messa in sicurezza e al monitoraggio ambientale della stessa discarica, suddivisi in tre interventi tecnici differenti.
Pertanto, si ritiene che allo stato attuale tutte le discariche localizzate sul territorio regionale possano essere considerate conformi. Dovremo aspettare l'individuazione puntuale da parte della Commissione per essere sicuri di ciò, però, in base agli approfondimenti finora possibili, pensiamo che la situazione sia questa. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Freda.
La parola alla consigliera Meo per la replica. Consigliera, le restano cinque minuti.
MEO: Me ne occorrono anche meno. Non ho repliche da svolgere. La mia era una richiesta di informazioni e ringrazio l'assessore della puntualità della risposta.
Mi preme soltanto commentare che ricordo bene la discarica a Borgo Val di Taro, in particolare in località Tiedoli. Ignoravo che fosse questa, in verità, però la ricordo bene perché, quando fu chiusa, a suo tempo, era in gestione alla Comunità montana. Addirittura non furono accantonate le risorse necessarie per la vita post-mortem della discarica.
Ci troviamo, quindi, a livello di Stato italiano e di Europa a rischiare le messe in more, a volte, per la scarsa avvedutezza dei nostri amministratori. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2391. Chiamo l'oggetto seguente:
2340 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa lo stato delle lastre di eternit poste su edifici siti nel quartiere “Farnesiana” di Piacenza.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Questa interpellanza a risposta orale prende le mosse, come sempre e come ormai l'assessore sa, perché sono un paio d’anni che svolgo attività ispettiva rispetto alle problematiche della mia città e del mio territorio, da istanze e segnalazioni di cittadini che, assessore, si rivolgono direttamente presso il mio ufficio, aperto nel centro della città, dove io ricevo tutti i sabati mattina chiunque voglia conferire con me.
Alcuni cittadini di un condominio si sono personalmente lamentati per la situazione in Via Caduti del Lavoro a Piacenza, dove vi sono edifici coperti da lastre di fibrocemento in eternit.
È un’ubicazione diversa da quella per cui circa un anno e mezzo fa avevo presentato analoga interpellanza e che riguardava la presenza possibile – usiamo sempre potenzialmente il condizionale – di eternit sempre nella zona che insiste, come le colleghe di Giunta di Piacenza sanno, nel Quartiere 4, un quartiere della periferia della mia città, assessore, che è spesso soggetto a problematiche. Questa evidentemente è particolarmente sentita dalla gente.
Sembra infatti che alcune delle suddette strutture non più utilizzate non avrebbero avuto né controllo, né manutenzione. Via Caduti del Lavoro, e questo è un tema che intendo ribadire, essendo, come ho accennato, uno dei quartieri più popolosi della città di Piacenza, ha nel suo cuore l'asilo, la scuola elementare, il parco giochi e un centro commerciale estremamente frequentato.
Considerato, quindi, che la legge n. 257, che lei ben conosce, vieta l'uso di materiali che contengono l'amianto e determina i criteri per lo smaltimento controllato dello stesso, richiamata la stessa legge, i cittadini si sono attivati, nell'inerzia generale, e hanno presentato in data 14 febbraio 2011 una richiesta di verifica di pericolosità della situazione al Comune di Piacenza e all'ASL, rispettivamente al sindaco Reggi e al direttore generale dottor Bianchi.
A un anno di distanza – sto ricostruendo i fatti, assessore, perché cerco sempre di stare ai fatti: prima i fatti e poi i giudizi – l'unica risposta pervenuta è quella del Servizio ambiente del Comune, il quale, spiegata la normativa vigente, ha “rimpallato” la questione per competenza all’ASL.
Considerato che essa riguarda la salute dei cittadini, mi sembrava giusto presentare l’interpellanza, come faccio ormai da tempo, direttamente nell'Aula del Consiglio regionale, che mi sembra il consesso deputato a trattare questo tipo di problematiche, riconoscendo comunque, assessore, al di là del caso di specie, ossia del caso singolo che richiamo in questo atto ispettivo, che la Regione si è attivata sul tema della pericolosità dell'amianto. Sono stati effettuati alcuni finanziamenti e sono stati emessi alcuni bandi.
Per correttezza, bisogna riconoscere all'Amministrazione regionale di essersi data da fare, ma certamente, come vede, il tema, che è caro anche ad altre forze politiche presenti in questo consesso, non si può esaurire in questo modo, perché vi sono casi come questo che segnalo e ve ne saranno sicuramente tanti altri.
Presidente, è mio dovere, come rappresentante dei cittadini di Piacenza, segnalare questo episodio all'assessorato competente, affinché, a cascata, l'assessore, con la sua autorevolezza, possa rispetto alla dirigenza dell'ASL di Piacenza e agli organi pubblici di Piacenza fornire una risposta per chiarire quali sono i fatti, rassicurare eventualmente i cittadini e, laddove si possa, assumere misure sul punto. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. In data 16 febbraio 2011 – per la precisione non è il 14 febbraio 2011, ma il 16 – l'amministratore del condominio residenza “Farnesiana”, ubicato in Via Caduti del Lavoro dal numero civico 47 al 55, ha trasmesso una nota all'azienda ASL di Piacenza, indirizzata anche al sindaco del Comune di Piacenza, che segnalava la presenza di materiali con possibile contenuto di amianto a copertura di edifici nelle proprietà confinanti con il complesso condominiale.
Il Servizio ambiente del Comune di Piacenza, con nota del 25 febbraio 2011, ha informato il Dipartimento di sanità pubblica dell'azienda ASL di Piacenza di aver provveduto a inviare al proprietario degli edifici in questione e, per conoscenza, anche all'amministratore, che ne aveva segnalato la presenza, la richiesta di provvedere a inoltrare allo stesso, cioè al Comune di Piacenza, entro sessanta giorni dal ricevimento della presente una valutazione sulle coperture in questione, tesa ad accertare la presenza o meno di amianto e, nel caso affermativo, la formulazione di un giudizio sullo stato di conservazione di tali materiali secondo le linee guida della Regione Emilia-Romagna.
La stessa nota del Comune di Piacenza segnalava che, nel caso in cui quanto richiesto non fosse pervenuto nei tempi indicati, il Comune avrebbe provveduto a incaricare l'azienda ASL di effettuare le verifiche tecniche.
A seguito di quanto premesso emergono i seguenti fatti. Con nota ricevuta dal Comune di Piacenza in data 22 aprile 2011 il proprietario dell'immobile ha trasmesso l'esito dell'accertamento, da cui risultava che il giudizio sullo stato di conservazione delle coperture dei fabbricati ubicati nell’area oggetto dell'interrogazione era scadente e ha proposto di effettuare l'intervento di bonifica entro tre anni.
Con nota inviata il 9 maggio 2011 il Comune di Piacenza ricordava al proprietario degli edifici che, nel caso di valutazione scadente di un manufatto in cemento-amianto contiguo ai luoghi con presenza di persone, il tempo previsto per gli interventi di bonifica è di un anno, secondo quanto previsto dalle linee guida della Regione Emilia-Romagna.
Il Dipartimento di sanità pubblica dell'azienda ASL di Piacenza non era tenuto, quindi, a trasmettere al proprietario dell'immobile, già informato dal Comune di Piacenza, cioè alla residenza “Farnesiana”, la richiesta di attuazione degli adempimenti previsti dalla normativa vigente, in particolare dal decreto del 6 settembre 1994, in quanto già inviata da parte del Comune di Piacenza al proprietario degli edifici e, per conoscenza, all'Amministrazione del succitato condominio.
Infine, il Comune di Piacenza, al termine del periodo previsto – si tratta di un anno a decorrere dal 9 maggio 2011; il periodo terminerà, quindi, il 9 maggio del 2012 –, qualora il proprietario non abbia provveduto a effettuare l'intervento di bonifica, informerà il Dipartimento di sanità pubblica dell'azienda ASL di Piacenza, il quale provvederà ai controlli previsti e, nel caso in cui ne fossero ravvisate le condizioni, inoltrerà una proposta di ordinanza al sindaco finalizzata alla bonifica delle coperture in parola, di cui sarà data comunicazione a tutti gli aventi diritto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Consigliere, le restano tre minuti.
POLLASTRI: Probabilmente non li utilizzerò tutti, perché devo riconoscere all'assessore Lusenti di avermi fornito, con date certe, una risposta esaustiva. Bisogna darne atto all'assessore, che sempre si sforza, incalzato dalle mie richieste, di fornire risposte circostanziate.
Ciò è importante, perché questo problema specifico è – assessore, mi creda – pentitissimo. Ho avuto incontri e ho ricevuto non le riferisco quante telefonate per la grande preoccupazione degli abitanti della zona. Ora abbiamo anche una risposta da fornire a loro direttamente.
L'elemento importante nella sua risposta è non solo che il 9 maggio, una data imminente, scade il famoso termine annuale – il proprietario aveva chiesto tre anni, ma per l'amianto non si possono aspettare le calende greche. Io so, come anche l'assessore, quali possono essere gli effetti nefasti di questo tipo di sostanza – ma anche che il Dipartimento di sanità pubblica dell'ASL, che provvederà ai controlli, inoltrerà una proposta di ordinanza del sindaco finalizzata alla bonifica delle coperture in parola.
In chiusura, mi consenta la battuta, assessore: spero che il suddetto sindaco possa essere un altro, non di centrosinistra, ma quello che candideremo noi alle elezioni di Piacenza.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri. Ognuno compie i suoi auspici, ovviamente.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2340. Chiamo l'oggetto seguente:
2390 - Interpellanza del consigliere Favia circa lo Sportello unico per le attività produttive.
Risponde per la Giunta l'assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Favia per illustrare la sua interpellanza.
FAVIA: Grazie, presidente. Una delle questioni che i cittadini lamentano è rappresentata dall'eccesso di burocrazia e dall'inefficienza della pubblica amministrazione. Si afferma sempre che il cittadino si trova davanti a carrozzoni, a sistemi che non funzionano e, come vengono spesso chiamati, a uffici di complicazioni delle cose semplici.
In questo caso approfondiamo uno strumento molto importante, che dovrebbe essere un pilastro del nostro sistema produttivo ed economico, il SUAP, lo sportello unico telematico che cittadini e aziende dovrebbero usare in maniera semplice, intuitiva e friendly, come si dice adesso, per interfacciarsi con la pubblica amministrazione.
Il progetto di questa Regione era di far usare tale strumento da tutte le Amministrazioni, ma pare che molte preferiscano scartarlo questo strumento, così come impostato dalla Regione, e utilizzare la posta certificata o lo strumento nazionale ComUnica, che pare essere molto più efficiente del SUAP.
Le Amministrazioni che, invece, si sono “incaponite” nel voler far usare ai propri funzionari il SUAP si trovano davanti a numerosissime proteste. A prima a vista lo strumento sembra funzionare, ma, quando si cerca di usarlo effettivamente, ci si rende conto di un sacco di limitazioni che, nonostante una fase di avvio che dura ormai da dieci anni, non sono ancora superate.
Questo è l'oggetto della nostra interpellanza. Vorremmo capire se si supereranno queste criticità, quale sarà il destino del SUAP o se non si preferisca andare in altre direzioni.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
A proposito di registrazione telematica, le ricordo che, oltre a quella delle imprese, c'è anche quella dei consiglieri. È bene inserire la tessera, in modo che garantiamo la riconoscibilità dell'intervento.
La parola all'assessore Muzzarelli per la risposta.
MUZZARELLI, assessore: Ho già avuto modo di trasmettere al consigliere Favia una risposta di sei pagine, che evito di leggere per la lunghezza delle stesse, anche perché sono scritte in piccolo. Il processo diventerebbe ancora più complicato e consumerei tutto il mio tempo.
Mi pare che già nell'impostazione del ragionamento, che noi abbiamo inviato con molta trasparenza, abbiamo messo in campo le scelte che la Regione ha compiuto e soprattutto le accelerazioni che stiamo cercando di realizzare anche in questa fase.
Ieri a Reggio Emilia abbiamo sottoscritto un accordo con una delle realtà più avanzate dal punto di vista del percorso di utilizzo non solo del SUAP, ma anche delle dinamiche della certificazione, soprattutto per quanto riguarda gli appalti.
L’accelerazione c'è. Abbiamo sottoscritto alcuni accordi e soprattutto appuntamenti con le comunità locali, sia Comuni, sia Province. Mi pare che uno dei temi che noi avevamo sul tavolo e che erano oggetto anche di verifica rispetto agli ordini e al funzionamento complessivo del peso, attenga soprattutto al tema delle pratiche edilizie. Si trattava di uno dei punti con maggiore problematicità proprio perché il peso di tutto il pacchetto è molto robusto.
Con Lepida nei mesi scorsi si è affrontato il tema da parte del collega Peri e si sta potenziando la piattaforma. Accanto al funzionamento del SUAP per le pratiche più leggere, che sta funzionando, o almeno questo mi riferiscono i sindaci e le Province, sull'urbanistica e sulla piattaforma legata al tema del rapporto con gli uffici tecnici dei Comuni avevamo un problema, che abbiamo affrontato e che stiamo risolvendo, come nell'ultima delibera che abbiamo emanato, e mi riferisco al tema del passaggio del rapporto tra SUAP, AIA, ed alle altre scelte che abbiamo messo in campo per assicurare il decollo completo degli aspetti di relazione telematica tra la pubblica amministrazione e i cittadini, ma soprattutto, in questo caso, cittadini e professionisti.
Una delle questioni che abbiamo registrato era proprio legata al tema del rapporto tra la pubblica amministrazione e i professionisti. Stiamo lavorandoci e mi pare che ci siano tutte le condizioni per risolverlo. Anche le Amministrazioni che avevano scelto di utilizzare altre piattaforme oggi hanno deciso con noi di utilizzare al meglio quella che stiamo rafforzando.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Favia per la replica. Consigliere, le restano cinque minuti.
FAVIA: Grazie, presidente. Mi fa piacere che ci sia la volontà di migliorare lo strumento. Si può anche notare - dalle sei pagine di risposta che mi sono arrivate, avevo chiesto anche delucidazioni in merito ai costi - che dal 2009 a oggi sono stati investiti sullo strumento 582.000 euro.
Per quanto riguarda l'utilizzo, la risposta all’interpellanza è ottimista. Nel mese di aprile 2011 erano state registrate 82 pratiche inviate tramite lo strumento del SUAP, mentre oggi siamo arrivati a 212.
Non sarei del tutto soddisfatto da questi risultati. Mi chiedo ancora perché numerosi Comuni e numerosi funzionari indirizzino le imprese sull'uso della posta certificata, per esempio, e ritengano il SUAP uno strumento inadeguato.
Non è ben fruibile per un cittadino. Noi stiamo affermando che in realtà è uno strumento molto comodo e facilmente utilizzabile, ma vi assicuro che, se si provasse a utilizzarlo – sono pronto a eseguire una prova in questa sede, con cinquanta consiglieri – in pochi riuscirebbero in un pomeriggio ad arrivare al termine della pratica.
Mi fa comunque piacere che ci sia la volontà di riconoscere che soprattutto sul fronte dell'urbanistica ci sono alcuni limiti e che si sta lavorando per cercare di migliorare lo strumento.
In merito ai sindaci, non so che cosa dicano i sindaci dello SUAP e nemmeno i dirigenti, so però che ho avuto modo di contattare alcuni funzionari dei Comuni, disperati perché il dirigente ha imposto loro l'uso del SUAP. Navigano a vista.
La cura di tutto il progetto è comunque in capo alla Regione, comprese la funzionalità del sito e la standardizzazione delle procedure. Penso che non possiamo fare spallucce e lasciare l’incombenza ai Comuni.
Sicuramente tra sei mesi mi rioccuperò della questione, sperando che i difetti dello strumento vengano superati e che esso diventi sempre più diffuso tra le aziende.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2390. Avendo precedentemente comunicato la giustificazione dell'assessore Saliera, l'oggetto 1753, l'interpellanza del consigliere Filippi, viene rinviato.
OGGETTO 2048
Progetto di legge d’iniziativa della Giunta: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 recante disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale”» (Testo Base) (36)
(Esame articolato, dichiarazione di voto e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 2048/1 - Dichiarazione di voto e approvazione) (60)
OGGETTO 2307
Progetto di legge d’iniziativa del consigliere Favia: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 “Disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale”» (Abbinato)
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo i nostri lavori. Siamo all'esame dell'articolato dell'oggetto 2048, il testo base del progetto di legge d'iniziativa della Giunta “Riforma della legge regionale 18 maggio 1999 n. 9 recante disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale”.
Nominiamo gli scrutatori che mi coadiuveranno nelle operazioni di voto: il consigliere Roberto Piva, la consigliera Moriconi e il consigliere Pollastri.
Siamo all'articolo 2. Dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo e sui tre emendamenti che insistono su di esso, emendamenti n. 3, n. 4 e n. 5, tutti a firma del consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Presento questi emendamenti una sola volta, ma ci ritornerò nel corso della discussione.
Siamo all'interno di uno scenario che l'assessore all'ambiente della Provincia di Ravenna ci ha ben descritto nell'udienza conoscitiva. Stiamo parlando del riferimento alle deleghe che noi attribuiamo alle Province in questa legge.
Nell'udienza conoscitiva l'assessore ci chiedeva conto del motivo per cui si continuassero a trasferire competenze a livello provinciale senza trasferire, però, adeguate risorse, nonostante il decreto Monti del 2011, all'articolo 23, comma 18 – leggo testualmente – reciti: «Lo Stato e le Regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, provvedono a trasferire ai Comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province, salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle Regioni, sulla base di princìpi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. In caso di mancato trasferimento delle funzioni da parte delle Regioni entro il 31 dicembre 2012 si provvede in via sostitutiva […] con legge dello Stato».
Contestualmente, l'assessore spiega che sono stati apportati pesanti tagli ai bilanci delle Province, che si sommano al blocco delle assunzioni già esistente e, quindi, nell'udienza ci chiede come si possa senza risorse prendere in carico dalla Regione tali deleghe e se la Regione stessa non stia pensando di lasciare l'incombenza di organizzare la transizione direttamente allo Stato, dal momento che non c'è assolutamente alcuna volontà da parte di questo Ente di legiferare in modo tale che le competenze arrivino direttamente ai Comuni o che, ancora meglio, come dovrebbe essere, altrimenti tale Ente conterà sempre meno, rimangano in capo alle Regioni.
È chiaro, quindi, che c'è un disegno politico molto chiaro, per fortuna, dopo anni, che vuole andare verso l'abolizione delle Province. In quel momento incontreremo grosse difficoltà, perché siamo una di quelle Regioni che meno si assumono le responsabilità di governare il territorio e che, con la scusa del Governo partecipato, delegano sempre di più alle Province funzioni territoriali che a livello provinciale risentono molto più dell'influenza delle lobby locali. Pensiamo, per esempio, al discorso sulle cave.
Noi continuiamo, invece, a delegare, perché svolgere il nostro lavoro pianificatorio, di gestione e di controllo del territorio dal livello regionale scontenterebbe alcuni feudi da un punto di vista politico. Il nostro Presidente Errani ha, quindi, adottato la strategia di lasciare la responsabilità delle scelte finali alle Province, se non sulle grandi opere, almeno quelle su cui gli interessi sono maggiori.
Noi vogliamo una legge regionale che si assuma le sue responsabilità e non ci interessa che oggi le Province esistano. Che problema c'è? Va bene, oggi esistono, ma non siamo obbligati a delegare loro tutte queste funzioni. Dovremo tener conto, però, per responsabilità, del quadro nazionale.
Come minimo determinate funzioni avrebbero dovuto rimanere in capo alla Regione o andare direttamente ai Comuni, ma la Regione non ha compiuto nessuna di queste due scelte. Ha continuato, invece, a mantenere la centralità dell'Ente Provincia, che sta in mezzo tra il Comune e la Regione, creando così alcuni problemi. Noi siamo sempre l'Amministrazione dello scaricabarile, dal Governo fino al singolo Comune.
Per questo motivo abbiamo presentato alcuni emendamenti, ora all'articolo 2, ma che ritorneranno nel corso della legge, i quali chiedono di abrogare tutti i riferimenti alle deleghe che noi abbiamo trasferito alle Province. Penso che ciò sia assolutamente rispettoso della volontà popolare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Io non so se tutto ciò, come sosteneva il collega Favia, sia in linea o meno con la volontà popolare, ma mi sento di affermare, come più volte abbiamo fatto in Commissione, che il tema del futuro decentramento, ripensato alla luce dei contenuti del decreto Monti, non può certo essere risolto o anticipato da una legge di procedura che si occupa della valutazione di impatto ambientale.
È vero che il decreto Monti all'articolo 23 pone alcune questioni con un dato tipo di tempistica e affida alcune responsabilità. È vero anche, però, che al momento l'attuazione di quel decreto non è in vigore. È vero, infine, che noi, come ho affermato più volte in Commissione, ci occupiamo di una materia di competenza dello Stato, ragion per cui è difficile per le Regioni prevedere sul tema specifico della tutela ambientale e delle procedure per la valutazione di impatto ambientale quali saranno le scelte dello Stato.
Non tutto ciò che viene affidato alle Province è il frutto di una scelta autonoma e indipendente della Regione. Come ho già scritto nella relazione, in nome di un principio, che è quello della semplificazione e della non duplicazione dei procedimenti, noi abbiamo tentato di razionalizzare, affidando ai diversi Enti territoriali il cumulo delle responsabilità su alcuni atti e autorizzazioni che sono necessari per autorizzare gli impianti sottoposti a screening e a VIA. Abbiamo fatto ciò, lo ripeto, non solo per evitare la duplicazione di diversi momenti istruttori e analitici, con costi e perdite di tempo, ma anche perché è necessario – mi permetto di esprimere anche una valutazione di carattere politico personale – se quello della valutazione dell'impatto ambientale è un tema, come sosteneva la collega Meo, inserito in un percorso che si compie con il tempo in maniera sempre più approfondita, diffondere competenza e cultura su questo argomento.
La volontà della Regione sin dal 1999 è stata quella di fare in modo che si favorisse, a livello di pubblica amministrazione, dai Comuni alle Province, la crescita di alcune professionalità. Noi prevediamo l'istituzione in ogni Comune, laddove possibile, e sicuramente a dimensione provinciale, di veri e propri servizi che si occupino di questo tipo di problema, proprio perché abbiamo bisogno, come ripeto, di far crescere nella pubblica amministrazione, che deve interiorizzare sempre di più questo tema, competenze e professionalità di carattere specifico.
Secondo me, questa è una ragione che continua a essere valida. Non so in futuro che cosa sostituirà l'organizzazione provinciale e che tipo di Ente intermedio ci sarà, ma, proprio perché dobbiamo favorire il più possibile questo tipo di cultura e, contestualmente, i processi di partecipazione, credo che un legame col territorio vada sempre – mi permetto di affermarlo – considerato e contemplato.
In ogni modo, noi abbiamo inserito in Commissione, dopo una bella discussione tra diversi commissari su questo tema, un emendamento, che trovate nella proposta nell'Aula – non è, dunque, un emendamento, perché è stato votato e approvato in Commissione – all'articolo 34, quello delle norme transitorie. Non si nega il tema, ma si fa un esplicito riferimento al fatto che all'articolo 23 il decreto Monti stabilisce un determinato destino per le Province.
Noi mettiamo in chiaro questo punto e stabiliamo di procedere in questo modo, in attesa che vengano emanate le norme attuative dell'articolo 23 del decreto Monti. Ci adegueremo anche noi, quando sarà il momento.
Come ripeto, il tema complessivo esiste. Il collega Favia nel suo intervento ha allargato molto la riflessione. Anch'io mi sono permessa, probabilmente, di allargarla.
Chiudo tornando sul tema specifico della valutazione di impatto ambientale. Non è con questa legge che risolviamo il problema. Con questa legge al momento abbiamo il dovere di risolvere e di raggiungere altri obiettivi, che sono quelli della semplificazione, del coordinamento delle procedure, della razionalizzazione dei tempi. È quanto stiamo predisponendoci a fare.
In altri punti della legge il collega Favia, come anticipato, solleva la questione delle Province e propone coi suoi emendamenti di togliere le attribuzioni di competenze a esse, arrivando anche, legittimamente, per coerenza con la sua posizione, a proporre modifiche sostanziali agli allegati alla legge. Non ho intenzione di intervenire più su questo tema, perché si è deciso di procedere secondo la proposta che vi è stata inviata.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale sull'articolo 2 e sugli emendamenti e apro le dichiarazioni di voto congiunte.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Ovviamente la crescita delle professionalità è un tema che condivido. La direzione in cui si vorrebbe andare, dal momento che ci sono alcuni Comuni che non sono neanche in grado di redigere un PSC da soli, è quella, superando l'Ente Provincia, della fusione dei Comuni, con un processo partecipativo che consenta al cittadino comunque di riuscire a partecipare e a influire sulla vita pubblica, altrimenti anche le fusioni diventeranno un’operazione che, delle due opzioni, peggiora la situazione.
In realtà, se la Regione avesse la volontà di lavorare sul tema, potrebbe cercare di iniziare determinati percorsi, come in alcune zone si sta facendo.
Le ragioni della collega sono tutte condivisibili, ma in questo contesto non si vuole vedere che cosa accadrà sul tema delle Province a breve, contando che i costi dello Stato saranno per forza, in un’equazione matematica, tagliati e che ovviamente inizieremo da tutto il grasso che ha reso obesa la macchina della pubblica amministrazione. Sicuramente le Province sono un tasto interessante su cui intervenire.
Noi possiamo mettere la testa sotto la sabbia ora, ma dovremo affrontare il tema in seguito e avremo una grande difficoltà nel gestire la transizione, perché noi, più di altri, abbiamo delegato.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà. Ha cinque minuti di tempo.
POLLASTRI: Volevo soltanto, essendomelo appuntato, sottolineare che la richiesta e la preoccupazione del Movimento 5 Stelle per quanto riguarda il decreto legislativo del 6.12.2011, che all'articolo 23 stabilisce le funzioni delle Province, è fondata anche su quanto stiamo discutendo effettivamente.
In un contesto più ampio bisognerà andare a vedere, e sarà una scelta anche della Giunta regionale, quali saranno le competenze fondamentali che un domani, abolite le Province, le Regioni dovranno riassumere in sé, per tacere poi del tema del personale delle Province stesse.
Volevo evidenziare che la preoccupazione che avete evidenziato sul punto è fondata.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, sono chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3, a firma del consigliere Favia, che insiste sull'articolo 2.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 3 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 4 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 5 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 2, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’articolo 3, su cui insiste l’emendamento 6, a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Siamo all’articolo 3, presidente. Me lo conferma?
Con l'emendamento intendiamo tagliare il punto in cui si parla della legge regionale n. 3 del 2010. La legge regionale n. 3 del 2010, quella che chiamano la legge sulla partecipazione, ma che è, in realtà, la legge della burocratizzazione e del finanziamento della partecipazione e non è, invece, una legge su un procedimento standard nei processi decisionali sulla partecipazione, finanzia, con un sistema di garanti, le iniziative in cui i cittadini possono approfondire determinate tematiche.
Noi vorremmo che i processi partecipativi si attivassero in maniera automatica e non a discrezione, come è scritto al comma 3, dell'interessato. Sappiamo che poi, questi processi partecipativi, quando andranno a richiederli i cittadini, di fatto non riusciranno mai a farli scattare.
Noi abbiamo tolto questa parte e ci siamo limitati a una formulazione che garantisse un'attivazione dei meccanismi di partecipazione, secondo la legge n. 3 del 2010, in maniera automatica.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Di questo pezzo della legge, di questo articolo 3, vado particolarmente fiera, per la verità, non sul piano personale, ma proprio perché è il risultato di alcune sperimentazioni e prassi ormai consolidate, che su questa materia e su altre applichiamo già sul territorio.
Si tratta di un modo per richiamare l'attuazione di una legge importante di questa Regione, la legge n. 3 del 2010 sulla partecipazione, la quale articola in maniera più specifica tutto il tema conferendogli anche una valenza formale molto importante.
Non so perché il collega Favia nutra un pregiudizio rispetto al modo con il quale le pubbliche amministrazioni debbano o possano agire, qualora il pubblico interessato chieda l'istruttoria pubblica nei tempi e nei modi previsti da questa norma. Questa norma pone sullo stesso piano sia il proponente il progetto, sia il pubblico interessato, che, tra le definizioni, comprende anche il singolo cittadino.
Una parte della legge chiarisce le definizioni che vengono utilizzate nella legge stessa. Anche in quel caso vi è chiarezza: l’espressione “il pubblico interessato” non è neanche più riferita ad associazioni con valenza di carattere regionale o alle associazioni più rappresentative, formulazioni che abbiamo trovato in passato ogni volta in cui si parlava del tema della partecipazione. Per “pubblico interessato” ci si riferisce al cittadino, anche singolo. Quest’ultimo può chiedere e, qualora lo faccia, l'Amministrazione competente deve attivare l'istruttoria pubblica.
Non vedo, dunque, la necessità di accettare l'emendamento del collega Favia, perché non considero necessario, a maggior garanzia della partecipazione, intervenire ulteriormente su questo articolo 3.
Aggiungo un'ultima riflessione. Se non c'è la richiesta o del proponente o dei cittadini per aprire un'istruttoria pubblica, ma per qualunque tipo di progetto sottoposto, sulla base dei nostri criteri, a procedure di screening o di VIA, è obbligatoria l'Assemblea pubblica, noi rischiamo di inflazionare lo strumento della partecipazione su questioni che potrebbero non essere di interesse di carattere generale, anche su progetti i più diversi, qualunque essi siano.
Il tema della partecipazione è assolutamente collegato a un’azione, alla promozione di una diversa consapevolezza, al tentativo di esercitare un controllo di carattere democratico. Questa delega alla pubblica amministrazione rischia, secondo me, sempre e comunque, di mortificare e, in qualche modo, di passivizzare lo straordinario patrimonio di energie e di competenze che nella società può muoversi, se attivata e rispettata nel suo protagonismo.
La norma rispetta il protagonismo della cittadinanza attiva. A me piace, lo ammetto francamente, così com'è impostata e queste sono le ragioni per le quali suggerisco di non accettare l'emendamento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto sull'articolo e sull'emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: In realtà, l'emendamento è stato presentato proprio perché le lamentele che spesso riceviamo dai territori sostengono che a singoli cittadini non venga riconosciuta la possibilità di avere l’accesso agli atti.
Nella teoria la relatrice sostiene che in questa legge abbiamo superato l'ostacolo. Per noi era comunque importante ribadire il concetto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Vi inviterei a non voltare le spalle alla Presidenza. L’Aula è ordinata secondo alcuni criteri e vi chiederei di continuare a svolgerli in maniera decorosa.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà. Ha cinque minuti di tempo.
DONINI: Sarò velocissima. Collega Favia, lei non ha torto quando sostiene che nel rapporto con la pubblica amministrazione su questo tema non ci sono solo esperienze positive, però le ricordo che le novità introdotte dall'ultimo decreto legislativo, che ha modificato il n. 152, il decreto n. 128 del 2010, sono del 2010 e che anche la nostra legge sulla partecipazione è una legge del 2010. Se anche noi, con la precedente legge n. 9 del 1999, avevamo sperimentato forme di istruttoria pubblica su richiesta, in questo caso, solo della pubblica amministrazione, adesso dovremmo vedere i frutti dei combinati disposti dei citati provvedimenti legislativi.
È un po' presto per dichiarare insoddisfacente il sistema che si è definito in questi ultimi anni. Vedremo i risultati fra un po'. Esiste la clausola valutativa in questa legge e avremo, dunque, modo di valutare anche l'efficacia di questi aspetti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, sono chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 6, a firma del consigliere Favia, che insiste sull'articolo 3.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 6 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 3, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo all’articolo 4, su cui insistono sette emendamenti: i nn. 19, 20, 21, 22, 8, 9 e 7, tutti a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo 4 e sugli emendamenti collegati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Ho presentato due emendamenti sull'articolo 4. Le risulta, presidente? Mi sembra che ne abbia letti di più.
PRESIDENTE (Richetti): Ne ha presentati sette sull'articolo 4.
Poiché lei fa riferimento agli allegati all’articolo 4 – A1, A2, B1 e B2 – con gli emendamenti nn. 19, 20, 21 e 22, tali emendamenti vengono inseriti nella discussione di questo stesso articolo.
FAVIA: Vengono accorpati agli altri anche gli emendamenti sugli allegati?
PRESIDENTE (Richetti): Sono accorpati agli altri gli emendamenti relativi agli allegati A1, A2, B1 e B2. Ci sono quattro emendamenti sugli allegati, i nn. 19, 20, 21 e 22, mentre gli emendamenti 8 e 9 sono sull'articolo e il 7 è istitutivo di nuovo comma in fondo al comma 3 dell'articolo 4.
FAVIA: Sull'articolo 2 ho già presentato la motivazione degli emendamenti e il tema è sempre quello delle deleghe alle Province. Non c'è bisogno che ripresenti gli emendamenti. Posso darli già per presentati e si può passare alla fase di voto.
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro chiusa la discussione generale. Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazioni di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 19 a firma del consigliere Favia, che sostituisce l'allegato A1.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 19 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 20 a firma del consigliere Favia, che sostituisce l'allegato A2.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 20 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 21, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 21 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 22, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 22 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 8, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 8 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 9 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 7, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 7 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 4, così come da stesura originale.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 4 è approvato.
Passiamo all’articolo 5, su cui insiste un emendamento, il n. 10, a firma del consigliere Favia. Discussione generale. Dichiarazioni di voto su articolo ed emendamento.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 10, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 10 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 5 è approvato.
Passiamo all'articolo 6, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 6.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 6 è approvato.
Passiamo all’articolo 7, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 7 è approvato.
Passiamo all’articolo 8, su cui insiste l'emendamento 11, a firma del consigliere Favia. Se nessun consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, apro le dichiarazioni di voto congiunte sull’emendamento 11 e sull'articolo 8.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Mi ero prenotato per la discussione generale, ma non penso che la situazione cambi.
PRESIDENTE (Richetti): Avendole chiuse, siamo in dichiarazione di voto.
FAVIA: Lei è velocissimo, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Cerchiamo di condurre i lavori al meglio. Per la dichiarazione di voto ha cinque minuti.
FAVIA: Grazie per la comprensione. Comunque la sostanza non cambierà.
Noi volevamo limitare il riferimento alla definizione di “opere pubbliche”. È vero che la consigliera, la relatrice Donini, ha svolto alcune congiunzioni per poi arrivare alla definizione di pubblica utilità. È anche vero, però, che ho sentito parlare di interesse pubblico. «Qualora sopravvenga l’interesse pubblico», si afferma nella relazione di presentazione della legge.
In un punto in cui si parlava delle varianti urbanistiche questo è un passaggio pericoloso. È un passaggio pericoloso perché, alla fine, chi decide, quando c'è l'interesse pubblico? È nella discrezione dell'amministratore pubblico, che, se vuol compiere una “porcheria”, alla fine la compie.
Ci troviamo, per esempio, urbanizzazioni su zone di ricarica di falda e, per un interesse privato, per delocalizzare un'azienda privata di un chilometro, l'interesse pubblico consiste nel fatto che, realizzando una variante dove attualmente risiede la fabbrica, si potranno costruire villette, negozi e, magari, un asilo. Quello è l'interesse pubblico per cui noi andiamo in deroga a un Piano Strutturale Comunale.
Alla fine noi emaniamo leggi e princìpi, però – esulo un po' dal singolo emendamento, perché non sto più parlando della pubblica utilità, ma dell'interesse pubblico; chiedo scusa alla relatrice se esco dal tema – io sono spaventato da questa discrezionalità. Se si investono risorse e si impiegano due anni per approvare un Piano Strutturale Comunale e poi un amministratore riesce a dimostrare, a sua discrezione, la pubblica utilità, è un problema, perché la pubblica utilità è dappertutto. Anche una casa ha una pubblica utilità. Entriamo in un circolo vizioso da cui non usciamo più e in cui ovviamente facciamo sempre gli interessi delle lobby.
Noi abbiamo voluto, in questo caso, limitare la situazione a “opere pubbliche” ben definite dal punto di vista della legislazione. Sappiamo che, ahimè, l'uso del project financing, il sistema con cui si privatizzano gli utili per socializzare le perdite, è ormai diffuso. Anche per questo motivo abbiamo voluto mantenere la dicitura esclusiva di “opere pubbliche”.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Questo è un tema complicato. Si rischia davvero di entrare molto nel dettaglio tecnico-giuridico, per poi sentirsi accusare di parlare solo in legalese.
Capisco l'apprensione che esiste e che ha sollevato il collega Favia, però onestamente non è il Far West. È evidente che le opere pubbliche sono quelle promosse e realizzate dal pubblico e per opere di pubblica utilità, opere che, lo ricordo a tutti, sono contemplate nel decreto n. 152 proprio rispetto al tipo di intervento che noi stiamo compiendo. Sono opere realizzate anche da un privato, ma che possono essere riconosciute, attraverso alcuni passaggi formali, nel novero delle opere di pubblica utilità.
Una situazione analoga, uno dei criteri per mettere in relazione i due tipi di intervento, è rappresentata dal fatto che anche per le opere di pubblica utilità è prevista la disciplina degli espropri. Per esempio, questo è un criterio che crea, dal punto di vista formale, un’analogia.
Non è vero che qualunque amministratore o privato può convincere un'Amministrazione a considerare qualunque tipo di opera, in qualunque tipo di categoria di interventi, un'opera di pubblica utilità, perché in realtà alcune norme varie – il problema sta nel ricostruire tutte le fonti – stabiliscono alcune categorie di interventi, di progetti e di iniziative soltanto in precisi ambiti dichiarabili di pubblica utilità. Vi si annoverano le opere connesse al ciclo di smaltimento dei rifiuti e interventi relativi alla produzione energetica, per portare alcuni esempi. So che questo non tranquillizza il collega Favia, ma esistono fonti normative che disciplinano la materia.
So che il tema è delicato e che è un tema vero. Se vogliamo parlare della variazione agli strumenti urbanistici, aspettiamo, perché ci sono alcuni emendamenti, l'articolo 20 e svolgiamo l'approfondimento.
In questo contesto dobbiamo elencare le opere e le procedure collegate alla VIA previste per le opere pubbliche. In questo caso difficilmente possiamo togliere le opere di pubblica utilità, per il fatto che sono contenute e indicate nel decreto n. 152. Che piaccia o meno, in materia conta quanto viene indicato dal Codice nazionale dell’ambiente. Quello in oggetto è un articolo che stabilisce la procedura, diversamente dalle proposte dei privati, delle opere pubbliche, laddove non interviene il SUAP, per la quale dobbiamo richiamarci ai contenuti del decreto n. 152.
All'articolo 20 discuteremo del grande tema delle varianti urbanistiche e del legame tra varianti urbanistiche e iter positivo della procedura di VIA.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, sono chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11 sull'articolo 8, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 11 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 8 è approvato.
Passiamo all’articolo 9, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 9.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 9 è approvato.
Passiamo all’articolo 10, su cui insiste un emendamento, il n. 12, a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Con questo emendamento noi vogliamo cercare di rendere la valutazione di impatto sanitario automatica e di affiancarla alla valutazione di impatto ambientale. È un tema cruciale, perché viviamo in una delle pianure più inquinate del mondo. Basta guardare la mappa dal satellite. Lo ripeto sempre, perché dobbiamo ricordarcelo.
Abbiamo una grande responsabilità, come amministratori di questo territorio e la nostra attenzione ai temi della salute deve essere alta. La vera prevenzione non consiste nel farsi gli esami diagnostici ogni sei mesi, ma nell’eliminare i fattori di rischio. È dimostrato che, nonostante sicuramente tutte le patologie abbiano un approccio multifattoriale, uno dei principali fattori di rischio è l'inquinamento ambientale.
Conosciamo già la situazione, tra autostrade e autoinceneritori. Si aggiunge un problema da un punto di vista del clima, perché c’è un vento che va da Est a Ovest che mantiene le polveri all'interno dalla pianura e questo ci crea il maggior problema, oltre alla forte antropizzazione del territorio.
In una regione come l'Emilia-Romagna è fondamentale, nel momento in cui ci sono appetiti e interessi economici per realizzare centrali e altre opere – abbiamo da sempre un’economia materiale di crescita che, e tra un po' ce ne renderemo conto, non sarà la via maestra per uscire dalla crisi, ma non apro questa parentesi –, davanti a tutte queste richieste che noi ci poniamo anche il tema della valutazione di impatto sanitario.
La valutazione di impatto sanitario non deve essere semplicemente uno standard o un protocollo di tipo epidemiologico. Il principio da cui dobbiamo partire è che, se si seminano veleni, si raccolgono malattie e in una pianura, in una bolla, in una cappa già intossicata dai veleni mettere altri veleni è un atto quasi criminale.
Dal momento che sul sito di ARPA questi veleni sono resi noti e figurano tutti, dal particolato fine agli idrocarburi policiclici aromatici, fino agli ossidi di azoto e sappiamo che tutti questi iter autorizzativi, che si tratti di edilizia non di qualità, di autostrade o di centrali a ciclo combinato, comportano l'emissione di questi inquinanti, è importante che ne teniamo seriamente conto, quando si svolge tale valutazione.
Mi si risponderà che nelle finalità, nei primi articoli della legge, abbiamo inserito anche la tutela della salute umana. È troppo poco. Mi si obietterà che non ci sono protocolli chiari a cui appellarsi. Nessuno ci vieta di rimboccarci le maniche e di cercare di andare in quella direzione.
Sempre in udienza conoscitiva – cito testualmente – Emanuela Bedeschi, Direttore del servizio di igiene pubblica dell'AUSL di Reggio Emilia afferma che «tra gli obiettivi di questo progetto viene ribadita l'importanza della componente popolazione nelle valutazioni di impatto che devono essere presentate. Una delle criticità che in questi dieci anni abbiamo verificato in tutte le AASSLL della nostra Regione è stata, da un lato, il fatto che il tema salute della popolazione viene ricompreso solo tra gli obiettivi. Non viene in alcun modo definito da un punto di vista procedurale in che modo tali valutazioni debbano essere espletate».
Ci ricorda poi che ci sono valutazioni diverse da Provincia a Provincia e che, da un punto di vista del Protocollo regionale della VIS, ormai la sperimentazione è a buon punto. Per citare il punto esatto, «la VIS è un’entità riconosciuta anche a livello internazionale. La nostra Regione ha avuto un finanziamento per la realizzazione di un progetto assieme ad altre Regioni, di cui è capo fila, per la definizione di un Protocollo per la valutazione degli impatti sanitari nelle Conferenze dei servizi a supporto dell'attività dei Dipartimenti di salute pubblica.»
Non si tratta solo dell'attività dei Dipartimenti di sanità pubblica: la VIS è a supporto di quello che già oggi è il loro lavoro.
Due mesi fa, quando si è tenuta l’udienza conoscitiva, la dottoressa Bedeschi affermava: «Il nostro progetto si sta concludendo e il nostro rapporto sarà disponibile ad aprile.» Siamo esattamente ad aprile, a meno che non si smentisca quello che ha detto questo esperto nell’udienza conoscitiva.
PRESIDENTE (Richetti): Dovrebbe concludere, consigliere.
FAVIA: Bene, mi avvio verso la conclusione, e magari per concludere il ragionamento utilizzerò la dichiarazione di voto. Dico che sicuramente è positivo, sicuramente l'ordine del giorno è un risultato del lavoro fatto in Commissione, cosa di cui sono ben contento, ma ritengo che avremmo dovuto prevedere direttamente in un articolo di legge un sistema, una modalità per comprendere anche questo, magari anticipando, lasciando la VIS a delle direttive della Giunta, però avremmo dovuto già prevedere in legge il riferimento alla VIS.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. La Giunta ha rispettato i termini che erano stati annunciati e il 28 marzo scorso si è svolto il convegno nazionale per pubblicizzare i risultati di questo lavoro, di questo rapporto all'interno appunto del Progetto VISPA.
Dai lavori del rapporto emerge la definizione di una serie di fasi della sperimentazione, alcuni esempi concreti su alcuni progetti, sui quali è stata applicata la valutazione di impatto sanitario, ma la conclusione è fatta da una serie di domande aperte, perché la sperimentazione non ha ancora consentito – ed è scritto nero su bianco – di mettere a punto una serie di procedure di dettaglio, a partire dalla scelta dei soggetti tenuti ad avere la responsabilità dell'elaborazione e della gestione della valutazione di impatto ambientale.
Non è ancora chiaro, per esempio, se sia corretto incardinare la VIS all'interno delle norme di VIA o debba trasformarsi in uno strumento autonomo. Personalmente non sarei d'accordo, ma sono domande che la comunità scientifica (perché per certi versi è ancora accademia) si sta ponendo.
Abbiamo a disposizione l’esito di un'esperienza sulla quale abbiamo investito molto: abbiamo ricevuto dei finanziamenti, ma molte risorse sono state messe a disposizione dalla Regione. Ricordo che la valutazione degli impatti sulla salute è uno dei temi previsti nel piano triennale per la prevenzione, che abbiamo approvato. Sulla base di questo piano, sono stati definiti degli strumenti, che sono quelli che vengono utilizzati in seno alla Conferenza dei servizi da parte dei rappresentanti dei Dipartimenti della salute pubblica di tutte le Aziende sanitarie.
Ricordo che non c'è un'esclusione del tema: non solo il tema è posto tra gli obiettivi e le finalità, posto tra i contenuti obbligatori dello studio di impatto ambientale, ma in Conferenza dei servizi vengono sistematicamente coinvolte le Aziende sanitarie attraverso i Dipartimenti territoriali di sanità pubblica, e quei funzionari, quegli esperti lavorano attingendo competenza dall'esperienza fatta sul grande tema della valutazione degli impatti sulla salute.
Sono d'accordo con il consigliere Favia sul fatto che quella frontiera debba essere assolutamente superata, e mi risulta che questa Regione stia lavorando in quella direzione. Quello che contesto dell'emendamento del consigliere Favia è che in questo si faccia riferimento in maniera specifica alla procedura di valutazione di impatto ambientale sulla salute (VIS) che non c'è, per cui questo è un problema di ordine formale, perché stiamo cercando di ottenere la sostanza in attesa che arrivi la definizione di una procedura testata e normata e la stiamo realizzando in via sostanziale attraverso altri strumenti.
Mettere in legge un richiamo a una procedura che non c'è, che non è normata, che non è contenuta in una direttiva europea, che non è contenuta in una norma di linee guida nazionali, che non è contenuta nelle leggi quadro che qui stiamo attuando non è consentibile dal punto di vista normativo e giuridico.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Non avendo altri iscritti, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Ribadisco il voto favorevole perché do un'interpretazione diversa. Siamo un'Assemblea sovrana, che deve muoversi entro determinati paletti, ma credo che cercare di aggiungere un percorso che desse maggiore attenzione al tema dell'impatto sulla salute dei cittadini sicuramente non avrebbe creato problemi.
Penso anche che avremmo potuto inserire uno strumento più semplice, meno evoluto ma comunque chiaro ed evidente, anche non elaborato. Se fossimo partiti dalla quantità delle emissioni, ragionando anche su quelli che sono i parametri e gli sforamenti che abbiamo in questa Regione, senza correlazioni dirette con le singole patologie, sarebbe stato un approccio diverso.
Oggi, questo approccio, consigliera Donini, non c'è minimamente. Andremo ad approvare quattro nuove autostrade, che lei conosce (più due, mi verrebbe da dire), e un inceneritore di cui non conosciamo nemmeno la maggior parte delle sostanze all’interno e quello che esce.
Forse è vero che c'è una forzatura nella nostra proposta, ma sono orgoglioso di proporre questa forzatura, che sicuramente, se studiata bene, non sarebbe andata a mettere in crisi l'impianto della legge dal punto di vista giuridico.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro chiede di intervenire in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 12 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 12 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 10.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 10 è approvato.
Passiamo all’articolo 11, su cui insiste l'emendamento 13 a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Un’informazione tecnica: vorrei capire se la relatrice abbia presentato un sub-emendamento su questo.
PRESIDENTE (Richetti): No, sarebbe stata mia premura comunicarlo all’Aula.
FAVIA: Era una comunicazione privata con il relatore, presidente. È positivo quando un relatore si interessa agli emendamenti presentati e cerca delle soluzioni: ci vedo una prassi positiva, che forse migliorerebbe il lavoro che si fa in quest'Aula, se ci fosse sempre questa disponibilità al confronto, al di là della forza politica di appartenenza.
Questo è un emendamento sostitutivo e riguarda la trasparenza. Lo leggo testualmente, come così come noi lo formuliamo: «Gli elaborati sono depositati a cura del proponente su supporto informatico, nonché, in considerazione della necessità di garantire ai sensi dell'articolo 3 l'informazione e la partecipazione del pubblico, su supporto cartaceo per quarantacinque giorni presso l'Autorità competente e presso i Comuni in cui è localizzato il progetto.
Sul BUR è pubblicato, a cura dell'Autorità competente, l'avviso dell’avvenuto deposito, nel quale sono specificati l'oggetto e la localizzazione del progetto, il proponente, l'indicazione dei luoghi e dei termini di deposito. Dell'avvenuto deposito è dato sintetico avviso all'Albo pretorio dei Comuni interessati. Gli elaborati sono inoltre pubblicati…» e qui viene il punto discordante «sul sito web dell'Autorità competente», intendendo tutti gli elaborati e le integrazioni agli elaborati, cosa che oggi di fatto è impossibile recuperare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Il tema della pubblicazione sul sito web è l'emendamento 1 e si trova su un altro articolo, che però fa il punto sul tema della pubblicazione. L’unica differenza tra il testo originale e l'emendamento sostitutivo presentato dal consigliere Favia sta nella parola «principali» riferita agli elaborati. Ai sensi del 152, vanno pubblicati soltanto i principali elaborati dello studio preliminare ambientale e la relazione, mentre secondo la proposta Favia qualunque documento depositato va immediatamente pubblicato e messo a disposizione.
Noi siamo stati all'interno delle indicazioni del 152, anche per favorire in questa fase (sono poi acquisibili le evoluzioni del progetto) la partecipazione nell'atto in cui è necessario procedere con quella tempistica da parte del pubblico interessato a prendere visione e a presentare le osservazioni.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 13 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 13 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 11 è approvato.
Passiamo all’articolo 12, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 12.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 12 è approvato.
Passiamo all’articolo 13, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 13.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 13 è approvato.
Passiamo all’articolo 14, su cui insistono tre emendamenti: l’emendamento 24 a firma dei consiglieri Naldi e Meo e gli emendamenti 14 e 15 a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo.Ne ha facoltà.
MEO: Intervengo per presentare il nostro emendamento. Siamo all'articolo in cui si definiscono i contenuti della fase di scoping e noi chiediamo di aggiungere al punto f) un punto f-bis) che, al di là della numerazione definitiva, prevede l'aggiunta di una descrizione della fase finale di decommissioning dell'opera. Credo sia abbastanza chiaro.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Non avendo altri iscritti, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Anch'io intervengo nella discussione sull'oggetto. Il tema è quello della dismissione dell'opera e del ripristino dei luoghi ante operam.
Purtroppo non riusciremo ad applicare questo principio alla maggior parte degli impianti di biomassa che si stanno approvando, che sono quelle vasche, quei palloni che riempiranno la nostra pianura, che non so con quali soldi dismetteremo quando finiranno i finanziamenti pubblici, se rimarranno come fantasmi nei nostri campi agricoli. Sicuramente condivido lo spirito dell'emendamento della consigliera Meo, quindi voteremo a favore dell'emendamento.
L’emendamento 14 riguarda sempre la valutazione di impatto sanitario e quindi non c'è bisogno che ripeta quanto ho già detto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: L’emendamento 24 proposto dai consiglieri Meo e Naldi è accettato, e peraltro questo riporta in luce un contenuto dell'Allegato C, mentre invece respingiamo l'emendamento 15 del consigliere Favia perché tocca lo stesso tema, ma chiede il ripristino iniziale dei luoghi, ed è immaginabile che questa sia una richiesta impossibile.
L’emendamento 14 riporta ancora il tema della VIS e su questo ci siamo già soffermati precedentemente, per cui sì all’emendamento 24, no agli emendamenti 14 e 15.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 24 a firma dei consiglieri Naldi e Meo.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 24 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 14, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 14 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 15 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 15 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 14, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 14 è approvato.
Passiamo all’articolo 15, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 15.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 15 è approvato.
Passiamo all’articolo 16, su cui insiste l’emendamento 1 a firma della consigliera Donini.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro aperte le dichiarazioni di voto su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Solo per dire che qui sono inseriti i siti web.
PRESIDENTE (Richetti): Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma della consigliera Donini.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 16, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 16 è approvato.
Passiamo all’articolo 17, su cui insiste l’emendamento 16 a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: «Qualora non abbia luogo l'istruttoria pubblica, l'Autorità competente promuove anche su richiesta del proponente un contraddittorio tra lo stesso e coloro che hanno presentato osservazioni». Questo ci sembra il minimo.
Il «può promuovere», che invece è inserito nel testo della Giunta, sinceramente non mi piace: sono le classiche tre parole che magari rovinano l'obiettivo di una normativa. Riteniamo che anche qui il confronto tra proponente e cittadini, comitati, associazioni debba scattare in automatico nel momento in cui non abbia luogo l'istruttoria pubblica.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Se si accetta la modifica di Favia, allora è inutile far riferimento al proponente perché vuol dire che la pubblica amministrazione deve promuoverla sempre e comunque, e su questo tema siamo già intervenuti, quindi è no.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Le sarei grato, consigliere Villani, se desse una mano anche lei a tenere ordine in Aula.
Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 16 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 16 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 17, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 17 è approvato.
Passiamo all’articolo 18, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 18.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 18 è approvato.
Passiamo all’articolo 19, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 19.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 19 è approvato.
Passiamo all’articolo 20 su cui insiste l’emendamento 25 a firma dei consiglieri Naldi e Meo.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Volevo sottolineare come con l'entrata in vigore della legge regionale n. 20 del 2000 si stia assistendo a continui episodi di varianti più o meno giustificate e spesso di discutibile interesse pubblico, che scardinano i piani urbanistici e territoriali, gli unici strumenti in grado di avere una visione di area vasta e di lungo periodo negli interventi territoriali con obiettivi di sostenibilità.
Che questa possibilità sia riconosciuta anche dalla procedura di VIA proposta dalla valutazione e dalla minimizzazione degli impatti ambientali appare un ossimoro e certamente appare come uno dei punti di questa norma che individuo come critici.
Nella legge n. 9 del 1999, la legge precedente, la possibilità che un'opera sottoposta a VIA possa fare variante al PRG è già prevista, ma con questo PDL si estende la possibilità di fare variante anche all'intero PTCP.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Ne abbiamo parlato in Commissione, però vorrei far presente alla consigliera Meo che nell'articolo si spiega con chiarezza che tutto ciò serve per correggere errori materiali oppure «le proposte di variante alla pianificazione territoriale provinciale possono attenere unicamente a specifiche modifiche cartografiche degli strumenti stessi, ma non modificano le norme dei PTCP».
In ogni modo, per arrivare alla modifica degli errori e alle modifiche cartografiche, è necessario il voto non della Giunta, ma del Consiglio provinciale, che ha trenta giorni di tempo per ratificare, altrimenti c'è la decadenza della variante. Direi quindi che ci sono delle garanzie. Si tratta di una questione anche di ordine tecnico, perché proprio attraverso le procedure di VIA per gli strumenti urbanistici comunali che per gli strumenti di pianificazione territoriale provinciale emergono a volte errori materiali che, se non corretti tempestivamente, possono creare una serie di problemi di ordine funzionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Condivido l'emendamento della consigliera Meo, ma questa è la parte, consigliera Donini, in cui nella presentazione parlò anche del sopravvenuto interesse pubblico, quindi ritengo che questa sia la parte cruciale, il punto debole.
Nella tranquillità di quest'Aula rischiamo di far passare norme che in realtà peggiorano il quadro dal punto di vista della cementificazione e dell'inquinamento di questa Regione, quindi sinceramente non ci sto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 25 a firma dei consiglieri Naldi e Meo.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 25 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 20.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 20 è approvato.
Passiamo all’articolo 21, su cui insistono due emendamenti: l’emendamento 26 a firma dei consiglieri Naldi e Meo, e l'emendamento 17 a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Abbiamo affrontato questo tema anche in Commissione. Chiediamo che le Conferenze dei servizi siano pubbliche, perché, a proposito di crescita della professionalità, deve crescere anche la consapevolezza del cittadino, che deve essere coinvolto. Non possiamo sempre calpestare il volere delle comunità.
È quindi importante che i cittadini possano liberamente partecipare in maniera passiva, quindi ascoltando senza la possibilità di intervenire, alle Conferenze di servizi. Chiedo infatti se ci sia qualcosa da nascondere in queste Conferenze dei servizi, perché, se non c'è niente da nascondere, non capisco quale sia il problema, visto che si decide il destino del territorio.
Mi è stato detto che sono assimilabili alle Giunte, che non sono momenti pubblici, ma chi l’ha detto? Per Statuto, infatti, la Giunta dell'Emilia-Romagna sarebbe pubblica, nessuno lo vieta, mentre i Consigli comunali invece sono pubblici e ovviamente c'è una regolamentazione per l'accesso. Nessuno ci vieta di far conoscere o andiamo contro qualche norma: ciò che non è vietato è consentito in questo Paese, quindi nessuno ci vieta di aprire al pubblico le Conferenze dei servizi.
Visto che in campagna elettorale ci si riempie la bocca di parola come partecipazione e trasparenza, adesso il Partito Democratico mi deve spiegare perché è contrario a questa misura, così come tutti i partiti che sono in coalizione, dall’Italia dei Valori a SEL-Verdi, a Federazione della Sinistra.
Vorrei capire, perché per me questo è un passaggio importantissimo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Scusi presidente, ma c’è un po’ di confusione in quest’Aula, e non me ne farà una colpa. Solo per spiegare il nostro emendamento, che nella sostanza è simile a quello che adesso ha illustrato il collega Favia. Avevamo già fatto questa discussione anche in Commissione, per cui gli esiti sono già noti e non siamo stupiti di questo.
Mi permetto soltanto di dire che pubblicità dei lavori della Commissione non significa necessariamente presenza fisica dei cittadini nelle sedute delle stesse Conferenze, quindi il senso è lo stesso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Sì, è vero: abbiamo argomentato molto questa cosa in Commissione, per cui è noto l’orientamento di respingere entrambi gli emendamenti.
Credo che la garanzia della trasparenza non sia solo nella pubblicizzazione di tutto quel che avviene. Cito un esempio dalla mia esperienza personale: da insegnante non considero corretto svolgere in forma pubblica gli scrutini per ovvie ragioni come le eventuali pressioni, il condizionamento rispetto alla libertà di insegnamento. Qui c'è un tema anche deontologico.
Al riguardo non voglio farla lunga perché abbiamo tempi abbastanza stretti, in Aula si può riportare tutto e a me è anche piaciuto discutere su tutto, però ricordo che la Commissione ha lavorato molti ore su queste proposte e si era chiarito anche su queste proposte. Non me ne vogliano i colleghi Favia e Meo, ma non ripeto molte discussioni fatte e la posizione è contraria a entrambi gli emendamenti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Non avendo altri iscritti, dichiaro chiusa la discussione generale. Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Mi sorprende, relatrice Donini, che proprio da lei venga l'affossamento di questi due emendamenti, anche perché in Commissione comunque chiudemmo – scusate il gioco di parole – con un'apertura, destinata poi ai lavori del Consiglio, e penso che lei stia un po' snaturando anche il suo percorso politico e i suoi princìpi.
Come evidenziato dalla consigliera Meo, pubblicità non significa presenza fisica, ma può anche voler dire registrazione e diffusione anche solo audio di quello che si dice, ma qui non stiamo facendo gli scrutini di studenti di quinta superiore, qui la deontologia e la libertà d'insegnamento non c'entrano nulla: qui parliamo del futuro del territorio, dei Comuni in cui abitano i cittadini, del condizionamento delle loro vite.
L’esempio non è proprio azzeccato, non c'entra assolutamente nulla, mi trovi un'altra argomentazione politica perché questa non regge, lo dico sul serio.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 26 a firma dei consiglieri Naldi e Meo.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 26 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 17 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 17 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 21.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 21 è approvato.
Passiamo all’articolo 22, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 22.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 22 è approvato.
Passiamo all’articolo 23. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 23.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 23 è approvato.
Passiamo all’articolo 24. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 24.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 24 è approvato.
Passiamo all’articolo 25. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 25.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 25 è approvato.
Passiamo all’articolo 26. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 26.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 26 è approvato.
Passiamo all’articolo 27. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 27.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 27 è approvato.
Passiamo all’articolo 28. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 28.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 28 è approvato.
Passiamo all’articolo 29, su cui non insistono emendamenti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 29.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 29 è approvato.
Passiamo all’articolo 30. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 30.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 30 è approvato.
Passiamo all’articolo 31. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 31.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 31 è approvato.
Passiamo all’articolo 32. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 32.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 32 è approvato.
Passiamo all’articolo 33, su cui insiste l’emendamento 18 a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Siamo all'articolo 38, presidente?
PRESIDENTE (Richetti): Al 33.
FAVIA: Chiedo scusa, ritiro l'intervento.
PRESIDENTE (Richetti): Va bene, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 18 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 18 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 33.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 33 è approvato.
Passiamo all’articolo 34. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 34.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 34 è approvato.
Passiamo all’articolo 35. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 35.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 35 è approvato.
Passiamo all’articolo 36. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 36.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 36 è approvato.
Passiamo all’articolo 37. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 37.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 37 è approvato.
Passiamo all’articolo 38. È stato presentato un sub-emendamento all'emendamento 23 a firma del consigliere Favia. La consigliera Donini propone nel sub-emendamento che vi viene distribuito di togliere la penultima riga che recita: «all'interno dei quadri conoscitivi della», e il testo nuovo risulta «dalla pianificazione territoriale generale settoriale».
A questo punto, però, forse è bene che attendiamo la distribuzione, così potete cogliere meglio il contenuto. Sospendiamo l’articolo 38, su cui insistono l'emendamento 23 e il sub-emendamento 27.
Passiamo all’articolo 39. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 39.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 39 è approvato.
Passiamo all’articolo 40. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 40.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 40 è approvato.
Torniamo all’articolo 38. Sull'emendamento 23 a firma del consigliere Favia vi stanno distribuendo il sub-emendamento 27 a firma della consigliera Donini.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo, emendamento e sub-emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Accetto il sub-emendamento della collega Donini, perché non cambia la natura della sostanza dell'emendamento da me presentato.
Per economia dei tempi, anticipo un intervento, così evito di farlo successivamente. Vorrei ricordare che siamo andati a modificare una legge che riguardava la valutazione di impatto ambientale, le procedure di VIA. In questa legge sono stati portati dalla Giunta, anche nell'ultima seduta di commissione, degli emendamenti che non c'entravano affatto con la legge che si andava a modificare, ma modificavano punti di altri leggi. Ci siamo occupati, con singoli articoli, di demanio idrico, delle linee elettriche e del piano d'azione ambientale.
Non considero corretto questo procedimento, perché è il classico metodo di inserire degli articoli e degli emendamenti che poi vanno a lavorare su altre leggi. Abbiamo fatto tutta una presentazione sulla valutazione di impatto ambientale, non su altri temi. Non è il metodo giusto, così come accade tutti gli anni in finanziaria, e non posso che censurare questa metodologia di lavoro.
In Commissione si è in parte riparato facendo, poi, un incontro con l'assessore sul tema del Piano di azione ambientale, ma più in generale mi viene da denunciare questo modo di agire all'interno dei lavori del Consiglio regionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
C'è quindi un parere favorevole da parte del proponente l'emendamento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Solo per dire che l'emendamento del consigliere Favia tende a spiegare meglio la valenza dell'elaborazione del Piano di azione ambientale.
Credo che con questo sub-emendamento si colga lo spirito, per cui vi invito a votare il sub-emendamento che modifica l'emendamento e poi l'articolo come emendato.
PRESIDENTE (Richetti): Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, il sub-emendamento 27, a firma della consigliera Donini.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): Il sub-emendamento 27 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 23 a firma del consigliere Favia così come subemendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 23 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 38 così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 38 è approvato.
Abbiamo esaurito l'esame dell'articolato.
Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto finali sul progetto di legge e sull'ordine del giorno oggetto 2048/1 a firma dei consiglieri Donini, Zoffoli, Ferrari, Meo e Mandini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Solo per rimarcare una cosa. Noi apprezziamo il lavoro che il Presidente e la Commissione hanno fatto, ma è chiaro (non ci vuole un veggente!) che questa legge ha un paletto non di poco conto.
Mi spiego meglio: nell'udienza conoscitiva tutti gli assessori e gli esponenti degli enti locali hanno rimarcato con forza come questa legge trasferisca loro i procedimenti, ma non trasferisca le risorse, con il rischio – ne siamo certi, perché ormai sappiamo come funzionano gli enti locali – che da una semplificazione si passi al blocco delle autorizzazioni. A questo paletto bisognerà provvedere, perché altrimenti, anziché semplificare, andiamo a complicare le cose.
Da subito si era pensato di votare contro, ma vogliamo almeno apprezzare il lavoro che è stato fatto, anche se qualcosa è da modificare, però c'è questo punto rimarcato anche dal consigliere Favia che noi rimarchiamo con forza, auspicando di trovare queste risorse, altrimenti le autorizzazioni verranno bloccate. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 2048/1 a firma dei consiglieri Donini, Zoffoli, Ferrari, Meo e Mandini.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’ordine del giorno è approvato.
Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge oggetto 2048, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
43
Assenti
7
Favorevoli
31
Contrari
2
Astenuti
10
(Il consigliere Zoffoli dichiara voto favorevole)
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante «Riforma della Legge Regionale 18 maggio 1999, n. 9 (Disciplina della Procedura di Valutazione dell’Impatto Ambientale). Disposizioni in materia ambientale.»
OGGETTO 2293
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche all’art. 8 dell'Accordo, parte integrante della Legge Regionale 1 febbraio 2000, n. 3 (riordino dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna)» (37)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Testo licenziato dalla Commissione “Politiche per la Salute e Politiche sociali” nella seduta del 10 aprile 2012.
Il progetto di legge si compone di 3 articoli, il relatore della Commissione è il consigliere Marco Carini.
La parola al consigliere Carini per la relazione.
CARINI, relatore: Grazie, presidente. Gentili colleghi, con questo progetto di legge ci proponiamo di ridefinire la struttura del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna.
Prima di scendere molto brevemente nel dettaglio della proposta, è forse utile riportare alla memoria di quest'Aula le importanti funzioni svolte da tale istituto, che è ricco di una storia ormai più che secolare, essendo la sua origine da ricercare nel lontano 1907, e che oggi opera su 20 Province e 20 ASL, svolgendo la sorveglianza epidemiologica, la ricerca sperimentale, la formazione del personale, il supporto di laboratorio e la diagnostica nell'ambito del controllo ufficiale degli alimenti.
Preposti al controllo della sanità animale, della salute e qualità degli alimenti di origine animale, all'igiene degli allevamenti e alle attività correlate a questi aspetti, con la legge n. 503 del 1970, gli Istituti Zooprofilattici sperimentali diventano enti sanitari di diritto pubblico e si inseriscono nel contesto del Servizio sanitario nazionale, sottoposti alla vigilanza del Ministero della sanità.
Il decreto legislativo n. 270 del 1993, infine, ha meglio definito la loro collocazione istituzionale, prevedendo che, pur mantenendo la loro autonomia gestionale e tecnica, essi operino come strumento tecnico-scientifico dello Stato, delle Regioni e delle Province autonome nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, garantendo i servizi veterinari delle Regioni e delle Province autonome delle Aziende sanitarie locali, le prestazioni e la collaborazione in materia di igiene e sanità pubblica.
Tale decreto inoltre ha demandato alle Regioni di competenza la definizione degli obiettivi e degli indirizzi per l'attività degli istituti, compito a cui l'Emilia-Romagna ha assolto con la legge regionale n. 3 del 2000, ed è proprio su questa legge che interviene il Progetto di legge che oggi proponiamo al voto dell'Aula, mirando ad adeguarne le previsioni al nuovo quadro legislativo nazionale, che con il decreto n. 78 del 2010 ha sancito che, a partire dal rinnovo successivo, gli organi di amministrazione e quelli di controllo, ove non già costituiti in forma monocratica, possano essere composti da un massimo di 5 persone.
Mi preme tuttavia sottolineare che, sebbene il passaggio da 7 a 5 membri (1 di nomina ministeriale e 2 per ciascuna regione) sia un atto dovuto, ben si colloca nel processo di razionalizzazione e di riduzione della spesa pubblica che la nostra Regione già da anni persegue, dallo snellimento dei CdA dei Consorzi di bonifica alla riduzione delle Comunità montane, passando per la ridefinizione degli ambiti ottimali delle agenzie di mobilità, solo per limitarmi a qualche esempio.
La Commissione ha inoltre accolto gli emendamenti proposti dalla Giunta al comma 2 dell'articolo 8 dell'accordo e dall'articolo 2 della legge n. 3 del 2000, recependo la modifica dei criteri di nomina analogamente a quanto stabilito dalla Lombardia con la Legge Regionale n. 5 del 2012.
In tal modo trasferiamo la competenza delle nomine dei rappresentanti regionali nel Consiglio di amministrazione dall'Assemblea alla Giunta o al suo Presidente, nel rispetto di quanto sancito dallo Statuto Regionale e stabilito dalla Legge Regionale n. 24 del 1994, per cui all'Assemblea competono le nomine per cui vi sia l'obbligo di assicurare la rappresentanza della minoranza consiliare, mentre al Presidente o alla sua Giunta sono assegnate le nomine di organi di amministrazione attiva come il presente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Carini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Anticipo anche la dichiarazione di voto, così faccio un unico intervento per dire che come Gruppo Lega Nord esprimeremo un voto di astensione rispetto alle modifiche normative che ci accingiamo a votare, richiamando, come già avvenuto in Commissione, soprattutto la Giunta a porre attenzione ad alcuni aspetti.
Premesso che il mio voto di astensione è anche motivato dal fatto che facciamo fatica a riconoscerci in un percorso di modifica normativa che ha imposto alla Commissione prima ,ed impone all’Aula oggi, di procedere con assoluta urgenza a ratificare le norme…
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Richetti): Consentiamo al consigliere Corradi di intervenire in un clima differente, sciogliamo un po' di riunioni.
Prego, consigliere Corradi.
CORRADI: Grazie, presidente. Ci troviamo oggi a votare un provvedimento che è arrivato in tempi brevissimi all'Assemblea ed anche alla Commissione, documento che siamo chiamati a ratificare con assoluta urgenza, malgrado il tema fosse all’ordine del giorno da molti mesi.
Siamo consapevoli, ed è stato anche spiegato, che questo è dovuto alla necessità di mettere in sincronia quello che ci accingiamo a votare oggi con quanto adottato dalla Regione Lombardia, ma tuttavia non posso esimermi dall'esprimere rammarico perché oggi, come Assemblea, ci troviamo a dover votare a scatola chiusa, come è avvenuto in Commissione, senza avere la facoltà di apporre qualsivoglia tipo di emendamento al testo, per ragioni connesse all'urgenza di ratifica di questo provvedimento.
Richiamo la Giunta, come ho già fatto in Commissione, visto che non è possibile emendare il testo, all’auspicio che venga nei fatti superata la norma che è presente in questo testo come in quello precedente, che in termini di nomina individua, riconosce la facoltà di designare persone «anche» esperte in materia sanitaria. Francamente a noi della Lega, ed a me in particolare, questo dà piuttosto fastidio, perché in un organo estremamente importante, come tutti riconosciamo essere l'Istituto Zooprofilattico, in funzione dell'attività che svolge a tutela della salute di noi cittadini, l'idea che sia normativamente prevista la possibilità di nominare soggetti anche non esperti in materia sanitaria ci lascia quantomeno molto perplessi.
L’auspicio già formulato in Commissione alla Giunta è quello di procedere come se l'«anche» non ci fosse, però ci dobbiamo limitare agli auspici, non essendo emendabile il testo.
Sulla riduzione dei posti in Consiglio di amministrazione siamo assolutamente concordi, rimarchiamo come nostro giudizio che in realtà non è così scontato che le nomine debbano essere poste direttamente in capo alla Giunta, mentre avremmo auspicato la possibilità che le nomine, anche in questo caso, avvenissero nell'ambito dell'Assemblea legislativa, come avveniva peraltro in precedenza, posto che rispetto a questa tematica il quadro normativo vigente non è oggi diverso rispetto a quello esistente all'epoca in cui abbiamo provveduto alle nomine precedenti.
Detto questo, approfitto di questo intervento per annunciare il voto di astensione del Gruppo rispetto a questo provvedimento. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Molto velocemente, in quanto la riduzione delle persone a 5 è un atto importante. La cosa che ci lasciato un po' perplessi – ci siamo espressi anche in Commissione – è il comma 2 dell'articolo 8, cioè i criteri di nomina che passano dall'Assemblea alla Giunta.
Ormai le prerogative dell'Assemblea si sono estremamente ridotte, ma vedevo comunque nell'Assemblea una garanzia maggiore di partecipazione e di trasparenza. Non apprezzo quindi questo passaggio, anche perché ritengo che, se dobbiamo correre dietro alla Regione Lombardia in fatto di nomine, sono molto preoccupata, e avrei avuto più fiducia nella Regione Emilia-Romagna e nella sua Assemblea.
Per questo condivido il problema che nasce da quell'«anche», secondo me estremamente superfluo, per non dire pericoloso, perché «anche esperti» significa che potrebbero anche non esserlo, quindi la cosa mi preoccupa, visto che noi puntiamo sempre di più non solo alla trasparenza nelle nomine, ma anche al merito e alle capacità delle persone. Non vedo quindi la motivazione di questo «anche».
Il problema della riduzione è un problema importante, e capiamo anche l'importanza dell'istituto, quindi voteremo a favore. Ci resta però un pensiero estremamente negativo su questa forzatura, che in questo caso toglie all'Assemblea una delle poche priorità che ancora possiede.
Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Non avendo altri iscritti, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
Sull’articolo 1 insiste l'emendamento 1 a firma del consigliere Defranceschi.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente.
Cercherò di essere molto breve anche per rispetto nei confronti di persone che sono venute da un posto molto lontano, che contiamo che per quanto riguarda la nostra Regione diventi più vicino.
Mi sono un po' insospettito dagli emendamenti presentati in Commissione, in quanto con questi si toglie la nomina al Consiglio, come è già stato evidenziato. Siccome quando sono entrato in quest'Aula mi era stato spiegato che questa Regione è una casa di vetro, sono andato a vedere il sito dell'Istituto Zooprofilattico cercando di sapere che stipendio prendessero questi consiglieri, dato che sulla Legge Regionale è specificato che c'è un tetto massimo pari al 65 per cento dei consiglieri regionali, che attività avessero svolto, quante riunioni ci fossero state.
Premesso che ne erano indicate 6 all'anno, come da Statuto, non ho trovato nulla di tutto ciò, non ho trovato nemmeno i curricula delle persone che questa Regione ha nominato (non voglio neanche andare a guardare quelli della Regione Lombardia). Ho trovato persone che in termini di attività mi hanno lasciato perplesso. Uno è un ex deputato, che è stato 5 anni in Parlamento, ha fatto 3 interventi in Aula a verbale, 1 in Commissione, 3 interrogazioni, 2 progetti di legge.
L’altra persona nominata – anche qui senza alcuna competenza, come giustamente richiamato da altri consiglieri – a dirigere un settore che si occupa di sanità pubblica, in particolare veterinaria, è un laureato in giurisprudenza, un pubblicista, che dal 1972 ormai è un esperto di tutti i Consigli di amministrazione possibili (ospedali, Mostra internazionale dell'artigianato, Lega delle cooperative, Comitato di gestione dell’ASL, Comitato economico e sociale dell'Unione europea), fino a essere chiamato direttamente al Ministero del lavoro con uno stipendio di 73.000 euro lordi, premi compresi, da parte del Ministro Brunetta, quando contemporaneamente era Vicepresidente della Free foundation, una Fondazione del Ministro Brunetta che si occupa di pubblicare libri molto interessanti, che vi invito francamente a vedere.
Il sospetto che nasce quando si tolgono le nomine da un consesso pubblico e si chiudono all'interno della Giunta è che anche questo istituto, nonostante sia molto valido e molto importante per quanto riguarda la sanità pubblica veterinaria, sia l'ennesimo poltronificio per sistemare qualcuno a cui non si sa cosa far fare. Sospetto o realtà, sta di fatto che quando scriviamo che persone che dovrebbero andare a fare cose importanti in materia di sanità possono avere competenze «anche» in sanità questo sospetto si acuisce.
Siccome il Comitato di amministrazione di questo ente dovrebbe parlare di programmazione pluriennale e annuale in materia di sanità pubblica veterinaria, verificare la coerenza con i Piani sanitari regionali, valutare la relazione gestionale annuale di argomenti molto complessi e molto tecnici, si spera che almeno ci sia una competenza non dico in sanità ma addirittura in veterinaria.
Per questo – e credo sia condivisibile anche dagli altri consiglieri intervenuti – ho presentato un emendamento, per cui i membri di questo ente di gestione siano dei laureati in medicina veterinaria, che abbiamo un'esperienza qualificata in termini tecnico-sanitari in enti privati o pubblici che siano.
Credo che questo aiuterebbe a garantire le qualità tecniche di questo ente e forse dissiperebbe anche il dubbio che sia semplicemente un ufficio di collocamento per qualcuno che dobbiamo sistemare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1 a firma del consigliere Defranceschi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 1 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’articolo 2. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’articolo 3. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge oggetto 2293, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
40
Assenti
10
Favorevoli
36
Contrari
1
Astenuti
3
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche alIa Legge Regionale 1 febbraio 2000, n. 3 (Riordino dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna)».
OGGETTO 2487
Delibera: «Approvazione del piano regionale degli interventi e dei servizi ai sensi della L.R. 27 luglio 2007, n. 15 (Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l'alta formazione) – aa.aa. 2012-13, 2013-14 e 2014-15.» (Proposta della Giunta regionale in data 19 marzo 2012, n. 317) (73)
(Approvazione)
OGGETTO 2503
Relazione, ai sensi del comma 2 dell’art. 28 della L.R. 15 del 2007, circa il “Sistema regionale integrato di interventi e servizi per il diritto allo studio universitario e l’alta formazione”
(Abbinata)
PRESIDENTE (Richetti): La Commissione “Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport” ha espresso parere favorevole nella seduta del 28 marzo 2012 con la seguente votazione: favorevoli 24, nessun contrario, 11 astenuti.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione del partito di deliberazione di cui all'oggetto 2487.
(L'Assemblea, a maggioranza,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
OGGETTO 2587
Risoluzione proposta dai consiglieri Lombardi, Defranceschi, Bernardini, Noè, Barbati e Piva per esprimere il parere favorevole dell'Assemblea legislativa all'aggregazione dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio alla Regione Emilia-Romagna (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Penso di raccogliere il sentimento dell'Assemblea passando a trattare la risoluzione 2587. Ringrazio per la pazienza e l'attenzione con cui avete seguito i nostri lavori.
Ai proponenti si aggiunge il consigliere Piva. Dichiaro aperta la discussione generale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Ovviamente l'intervento, che meriterebbe maggiore ampiezza, sarà assolutamente ridotto perché oggi è prevalente l'esito finale di questa discussione.
Tengo però a sottolineare alcune cose, intanto il grande senso di responsabilità di questa Aula (mi riferisco alla maggioranza e all'opposizione) perché nel discutere di questo parere diamo risposte ad una esigenza sentita dalle popolazioni di due Comuni, che hanno con difficoltà portato avanti una procedura relativa a un referendum esattamente uguale agli altri 7 Comuni dell'Alta Valmarecchia, ma che si sono trovati e tuttora si trovano impantanati nelle pastoie burocratiche in cui in questo Paese spesso ci si trova, che provocano un sentimento di disaffezione verso la politica, che invece oggi con quello che stiamo facendo in quest'Aula contribuiamo nelle nostre possibilità a limitare.
Dico grande senso di responsabilità, perché mi rendo conto – ne do atto alla maggioranza di quest'Aula – che, mentre per l'opposizione è più facile in queste occasioni tenere un certo atteggiamento, capisco che per la maggioranza, che ha anche vincoli di affinità con la Regione Marche, possono esserci delle difficoltà in più.
Segnalo alcuni elementi che possono essere utili soprattutto per quei colleghi che non conoscono in maniera approfondita la vicenda. Parliamo di due Comuni, che hanno fatto un referendum con un quorum altissimo, assieme a questi due Comuni l'hanno fatto anche altri due Comuni, l'esito per quei due Comuni è stato negativo, quindi non c'è il rischio che ci sia una slavina istituzionale per cui creiamo ulteriore problematicità all'interno della Regione Marche: con questo provvedimento la questione della probabile aggregazione alla nostra Regione finisce e queste popolazioni riguardano due Comuni che non hanno tutte le problematicità che invece avevano gli altri 7 Comuni (scuole, caserme di polizia, vigili del fuoco, ospedale).
Qui non abbiamo niente di tutto questo: si tratta semplicemente di dare attuazione alla richiesta democratica di circa 2.600 persone relativamente a tutti e due Comuni, che, seguendo un percorso istituzionale previsto dalla nostra Costituzione, ambiscono ad avere un pronunciamento. Oggi, noi siamo nelle condizioni di dare questo pronunciamento, che ovviamente per quanto mi riguarda sarà favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Chiedo a tutti di tenere conto anche dell'orario dei lavori.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Grazie, presidente. Accolgo anche in maniera interessata l'invito a rimanere in tempi molto ristretti.
Penso che questa sia una dimostrazione, al di là dei ruoli che rivestiamo, maggioranza e opposizione, del ruolo della Giunta di dare atto a un referendum regolarmente svoltosi secondo i criteri che la legge prevede, con un esito già ricordato dal consigliere Lombardi, per cui non sto a dilungarmi.
Oltre a essere favorevole alla risoluzione, il parere tiene conto della volontà popolare. Si ricordava che furono quattro i Comuni che si recarono al voto, due decisero per volontà popolare di non aderire alla richiesta di passaggio alla Regione Emilia-Romagna, invece i Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio hanno aderito in modo positivo. Anche questo dimostra che non sono forzature, ma sono espressione di volontà popolare.
Per lasciare anche ad altri la possibilità di intervenire, concludo esprimendo il parere favorevole del mio Gruppo di appartenenza.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Già il 30 gennaio feci un'interrogazione per cercare di capire quali fossero le ragioni per cui la Regione Emilia-Romagna non si fosse ancora espressa con un parere sulla richiesta di aggregazione e se intendesse provvedere al più presto affinché l'Assemblea legislativa lo formulasse.
L’assessore e vicepresidente della Regione, la dottoressa Saliera, mi ha risposto raccontandomi una marea di bugie, perché praticamente responsabilizza il Governo, e leggo anche la conclusione perché le parole hanno un significato. Aveva invitato il Presidente della Regione Emilia-Romagna a richiedere ai rispettivi Consigli regionali il parere previsto dall'articolo 132, senza però allegare lo schema di disegno di legge sul quale esprimere il parere stesso, da contatti informali assunto allora dagli uffici del Ministero richiedente. Nel 2007 c'era, perché qui c'è un timbro che posso mostrare; c'era la data 26 novembre 2007. Chiaramente il parere è favorevole, e conclude così: «alla luce di quanto scritto, non si può che confermare l’opportunità di attendere il disegno di legge governativo».
Questo è un disegno governativo di cui facevano parte anche gli altri Comuni, ma hanno gli stessi diritti e possono farlo con maggior facilità perché, come illustravano i colleghi che mi hanno preceduto, non ci sono ospedali e grandi cose da muovere.
Conclude infine dicendo che «gli elementi richiamati e a maggior ragione le ben note difficoltà della situazione economica generale impongono all’amministrazione regionale e in primo luogo alla sua Assemblea legislativa, che è l'organo incaricato di esprimere il parere quanto l’esperienza ha ampiamente dimostrato, ovvero che provocano ripercussioni sul piano istituzionale, finanziario e normativo».
Credo che la conclusione del Vicepresidente sia solo un discorso finanziario, perché questo ha un costo. Dopo posso mostrarle la documentazione, presidente, ma noi siamo comunque d’accordo e aspettiamo che nei prossimi giorni tutta l'Assemblea e la Regione Emilia-Romagna si prendano carico di questi due Comuni, che hanno il desiderio di venire sotto l'Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Intervengo velocemente per dichiarare il voto favorevole del Gruppo della Federazione della Sinistra a questa risoluzione. Non ripeto le argomentazioni dei consiglieri Piva e Lombardi, perché sono le stesse che avrei offerto alla nostra Assemblea. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Posso arrivare a comprendere le motivazioni che hanno spinto il collega Manfredini ad esprimersi in una certa maniera, perché anch'io avevo presentato una domanda nello stesso periodo e avevo ricevuto un certo tipo di risposta, però oggi, a distanza di un anno, abbiamo avuto modo di chiarire che rispetto a quando la Lanzillotta purtroppo non poteva contare sulla presentazione di un disegno di legge oggi la situazione è stata superata.
Ci sono infatti dei disegni di legge Manfredini presentati sia alla Camera che al Senato, ma soprattutto possiamo contare su una pronuncia della Corte Costituzionale, che ribadisce nelle due parti prima di tutto che si manifesti chiaramente la volontà popolare dei Comuni coinvolti attraverso l'esito referendario e soprattutto che si evidenzi, come ci auguriamo avvenga oggi in quest'Aula all'unanimità, l'espressione favorevole anche di questa Assemblea legislativa.
Credo che, se oggi avremo questo consenso unanime, la democrazia avrà avuto modo di dare giustizia a una disparità di trattamento che probabilmente rischiava di manifestarsi qualora ciò non fosse accaduto, perché qui ci sono due Comuni che hanno compiuto la stessa procedura di altri Comuni poco tempo fa e quindi non si capisce per quale ragione non possano vedersi riconosciuta l’annessione alla Regione Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Il consigliere Piva è già intervenuto in maniera esauriente ed esaustiva, ma per ribadire il voto favorevole del Partito Democratico e anche per dire che questa discussione ha sempre visto una unanimità di consensi, di condivisione – lo dico anche per il pubblico che ascolta questo dibattito – laddove è del tutto evidente che c'è un principio di autodeterminazione delle comunità, ma esiste anche un principio di ordine istituzionale quando comporta che alcune questioni di modifiche di confini territoriali siano condivise e concertate dai vari ambiti istituzionali.
Il nostro è sicuramente un voto favorevole, un auspicio che le ragioni identitarie e culturali di appartenenza e di sentimento, che ci pare siano state espresse nel referendum, qui in questa aula oggi, anche alla presenza di molti cittadini, vengano soddisfatte da un pronunciamento anche in sede istituzionale nazionale. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Anch'io nell'esprimere il voto a favore del Gruppo SEL-Verdi volevo dire che, come hanno dichiarato i miei colleghi, mi sembra giusto sostenere la volontà dei cittadini, ma dobbiamo anche pensare a come dovremo essere all'altezza delle loro attese, che forse è l'aspetto più importante. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Siccome sono una delle firmatarie della risoluzione, accenno soltanto una breve considerazione. L’ho firmata perché ritengo che, al di là delle motivazioni che sono già state espresse (alcune un po' ideologiche), la motivazione fondamentale sia quella di dare anche ulteriori strumenti, quindi cose pratiche ai cittadini anche sotto forma di servizi più vicini, che credo non sia un fatto di poca importanza, e anche perché alla base c’è comunque il rispetto della volontà dei cittadini che si sono già espressi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Dichiaro chiusa la discussione generale e aperte le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Brevemente, come firmatario di questa risoluzione a nome del Movimento 5 Stelle esprimo il nostro voto favorevole. Mi preme solo sottolineare una cosa, indipendentemente da tutte le ragioni storiche, geografiche, culturali che ci possono essere, che sono sicuramente importantissime e di corredo, quello che secondo me deve contare di più di questi tempi è sicuramente la volontà popolare, che è stata espressa in modo chiaro, netto, inequivocabile.
In tempi in cui la volontà popolare non è facilmente rispettata o viene spesso calpestata, credo che in quest'Aula compiamo un atto significativo di come invece vogliamo considerare i nostri cittadini.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2587 a firma dei consiglieri Lombardi, Defranceschi, Bernardini, Noè, Barbati e Piva.
(È approvata all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
(applausi dai banchi del pubblico)
PRESIDENTE (Richetti): Non sarebbe consentito, ma una volta che si prendono applausi chi li ferma. Grazie per l'attenzione.
OGGETTO 2583
Risoluzione proposta dai consiglieri Richetti, Mandini, Cevenini, Mazzotti, Aimi, Bartolini, Corradi, Monari, Villani, Manfredini, Barbati, Defranceschi, Noè, Naldi, Sconciaforni e Riva per chiedere alla Giunta di porre in essere azioni, anche presso il Ministero dello Sviluppo Economico e l'AGCOM, volte a escludere il canale 24 UHF dalle frequenze inserite nella procedura ad evidenza pubblica denominata “beauty contest” volta alla cessione del dividendo digitale a favore degli operatori della comunicazione (Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Si tratta di un oggetto di massima urgenza e non a caso porta la firma di tutti i membri dell’Ufficio di Presidenza e di tutti i Capigruppo.
Sarebbe importante giungere all'approvazione di questo atto per le ragioni evidenziate con i Capigruppo.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessuno consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2583 a firma dei consiglieri Richetti, Mandini, Cevenini, Mazzotti, Aimi, Bartolini, Corradi, Monari, Villani, Manfredini, Barbati, Defranceschi, Noè, Naldi, Sconciaforni e Riva.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Richetti): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati al numero d'oggetto che li precede:
2609 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa incarichi relativi al Comune di Lizzano in Belvedere (BO).
2610 - Risoluzione proposta dalla Presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per invitare la Giunta a sostenere le esperienze territoriali già in essere di organizzazioni integrate dirette e favorire la costituzione, attivazione e certificazione, come raccomandato dall'Unione europea, in una logica di trattamento specializzato di cancro della mammella (CM).
2611 - Risoluzione proposta dai consiglieri Piva e Lombardi in merito alla decisione della filiale della Provincia di Rimini di Poste Italiane S.p.A. di limitare i giorni di apertura al pubblico dell'ufficio di Perticara e Miniera, nel comune di Novafeltria.
2612 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo.
2613 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Alessandrini, Mori, Ferrari, Pariani, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Montanari, Piva, Cevenini, Marani, Mazzotti, Casadei e Pagani per invitare Governo e Parlamento a ridefinire la classificazione delle Fondazioni bancarie al fine di eliminare l'equipollenza fra queste e gli Enti no-profit, con particolare riferimento all'IMU.
2614 - Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Monari, Sconciaforni e Mandini per impegnare la Giunta ad attivare un monitoraggio continuo in coerenza con il Piano energetico regionale con il quale si sono ridefiniti gli obiettivi di incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
2615 - Risoluzione proposta dal Presidente Lombardi, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione comunitaria 2012. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".
2616 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia per rivedere le linee guida approvate dalla Regione Emilia-Romagna per la definizione di un quadro normativo preciso e finalizzato alla riconversione dell'attuale sistema industriale di produzione energetica, in un sistema produttivo maggiormente rispettoso dell'ambiente.
2619 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa la messa in sicurezza della Strada Statale 309 Romea.
2620 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la situazione dell'Azienda LAMM Spa con sede a San Secondo P.se (PR).
2621 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, per sapere se la regione intende legiferare circa il fatto che le persone disabili possano fruire dell’offerta turistica in modo completo e in autonomia visto anche il riparto delle competenze Stato/Regioni delineato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 80 del 5 aprile 2012.
2622 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Alessandrini, Meo, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Casadei, Bonaccini, Luciano Vecchi, Cevenini, Piva, Montanari, Fiammenghi, Mazzotti e Mumolo per invitare la Giunta ad esprimere al Governo la propria contrarietà al ridimensionamento degli incentivi per il fotovoltaico e a sottolineare la necessità di elaborare un piano energetico industriale nazionale.
2623 - Risoluzione proposta dai consiglieri Cavalli, Corradi, Piva, Pollastri, Filippi, Costi, Bazzoni, Defranceschi, Mumolo, Monari, Pariani, Fiammenghi, Bonaccini, Pagani, Alberto Vecchi, Lombardi, Meo, Bartolini, Noè, Marani, Cevenini, Alessandrini, Carini, Barbieri, Luciano Vecchi, Montanari e Barbati per impegnare la Giunta a promuovere l'acquisto di defibrillatori e a sostenere, ai sensi della L.R. 18/2007, la formazione all'uso dei defibrillatori semiautomatici esterni (DAE).
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 17,56
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA e l'assessore Teresa MARZOCCHI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 2048 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 recante disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale».” (36)
Presenti: 44
Favorevoli: 32
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 2
Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA.
Astenuti: 10
Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano CAVALLI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.
Assenti: 6
Enrico AIMI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Mauro MALAGUTI, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 2293 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche all'art. 8 dell'Accordo, parte integrante della Legge Regionale 1 febbraio 2000, n. 3 (riordino dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna)»” (37)
Presenti: 40
Favorevoli: 36
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Maurizio CEVENINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 1
Andrea DEFRANCESCHI.
Astenuti: 3
Roberto CORRADI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ.
Assenti: 10
Enrico AIMI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Mauro MALAGUTI, Matteo RIVA, Luigi Giuseppe VILLANI.
IL PRESIDENTE
I SEGRETARI
Richetti
Cevenini - Corradi
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