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85.
SEDUTA DI MERCOLEDÌ 23 MAGGIO 2012
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
OGGETTO 2477
Interpellanza del consigliere Pollastri circa le problematiche causate dalla linea ferroviaria che attraversa Borgotrebbia (PC).
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
PERI, assessore
OGGETTO 2562
Interpellanza del consigliere Pollastri circa la creazione di una centrale unica per le chiamate al numero 118 relativamente all'Area Vasta Emilia Nord (AVEN), con particolare riferimento alla Provincia di Piacenza.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
LUSENTI, assessore
OGGETTO 2597
Interpellanza del consigliere Favia circa la sperimentazione, nella Rete regionale FER, di servizi di accesso ad internet in modalità wireless, a favore dei viaggiatori.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
PERI, assessore
Commemorazione dell'ex assessore regionale Giuseppe Gavioli
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2718
Comunicazione della Giunta in merito al sisma che nella notte del 20 maggio 2012 ha interessato i territori delle province di Ferrara, Modena e Bologna.
(Risoluzione oggetto 2735 - Dichiarazioni di voto e approvazione)
(Risoluzione oggetto 2736 - Dichiarazioni di voto e reiezione)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
MANFREDINI (Lega Nord)
MEO (SEL - Verdi)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
RIVA (Misto)
BONACCINI (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
BERNARDINI (Lega Nord)
LOMBARDI (PDL)
BARBATI (Italia dei Valori)
DONINI (Fed. della Sinistra)
CORRADI (Lega Nord)
OGGETTO 2645
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Cevenini, Mandini, Mazzotti, Corradi, Bartolini e Aimi: «Modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali)» (38)
(Relazione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MUMOLO, relatore
OGGETTO 2618
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all’Associazione Rete politecnica regionale» (39)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MORICONI, relatrice
PRESIDENTE (Mandini)
CAVALLI (Lega Nord)
PAGANI (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
NOÈ (UDC)
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 2601
Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell'Accordo di collaborazione operativa tra la Regione Emilia-Romagna ed il Ministero del Lavoro, Affari Sociali e Pari Opportunità della Repubblica di Albania (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 11.04.12).» (76)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
VECCHI Luciano (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
OGGETTO 2586
Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari, Monari, Costi, Luciano Vecchi, Piva, Mumolo, Montanari, Alessandrini, Carini, Mori, Cevenini, Bonaccini, Fiammenghi, Pariani, Marani, Pagani, Mazzotti e Donini per invitare la Giunta ad esprimere apprezzamento e sollecitare la diffusione dell'iniziativa, in corso presso Comuni emiliano-romagnoli, riguardante il conferimento della cittadinanza italiana onoraria ai bambini nati da genitori stranieri residenti nei relativi territori
(Continuazione discussione e dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE (Mandini)
MUMOLO (PD)
VECCHI Alberto (PDL)
CAVALLI (Lega Nord)
AIMI (PDL)
FERRARI (PD)
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Mandini)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni e risoluzioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,07
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la ottantacinquesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Possiamo riprendere i nostri lavori dando comunicazione della giustificazione per impossibilità a partecipare ai lavori della seduta pomeridiana dei consiglieri Carini, Defranceschi e Leoni, degli assessori Bortolazzi Marzocchi e Muzzarelli, e della vicepresidente Saliera.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.
Chiamo il seguente oggetto:
2477 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa le problematiche causate dalla linea ferroviaria che attraversa Borgotrebbia (PC).
Risponde per la Giunta l’assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Questa interpellanza prende le mosse, assessore, da un problema molto sentito nel territorio che rappresento, un tema che è stato anche al centro di dibattiti e di atti ispettivi anche nel Consiglio comunale della mia città, e riguarda segnatamente la frazione di Borgotrebbia, attraversata dalla linea ferroviaria Piacenza-Torino.
Questa linea, che un tempo era periferica rispetto al centro abitato, e quindi agli insediamenti e alle abitazioni, con l’evolversi e l'espandersi dello stesso centro è stata man mano inglobata dalle abitazioni.
Considerato - questa è la sottolineatura - che il passaggio dei treni a pochi metri dalle case genera rumore, scosse, inquinamento dell'area soprattutto dovuto al sollevamento di un pulviscolo, che sembrerebbe (uso il condizionale perché recepisco istanze dei cittadini) aver danneggiato anche delle carrozzerie di vetture in sosta, e che evidentemente l’alta velocità peggiora questo tipo di problematica, vi era da parte delle ferrovie una previsione per mitigare i disagi e realizzare delle barriere di insonorizzazione.
Ricordo che tanti anni fa, quando sedevo sui banchi del Consiglio comunale di Piacenza, avevo già sollevato - è agli atti - una tematica di questo tipo, quindi chiedevo a lei, assessore, che so essere oberato da mille problemi ben più grandi di questo che le segnalo, ma d'altra parte rappresento non solo gli interessi generali della Regione ma anche i miei particolari del Collegio elettorale in cui sono stato eletto, e chiedevo alla Giunta regionale se attraverso ARPA, che è la nostra Agenzia regionale, siano stati compiuti dei monitoraggi per valutare questa segnalata presenza del pulviscolo, ma soprattutto gli effetti di questo pulviscolo sull'area circostante, perché sono questi gli effetti sulla salute che preoccupano i cittadini che vi abitano.
Vorrei chiederle inoltre se si intenda verificare la velocità con cui i convogli attraversano l'abitato di Borgotrebbia di Piacenza e quali siano i tempi previsti per la costruzione delle barriere di insonorizzazione.
È un tema piuttosto sentito e, fiducioso dell’impegno che l'assessore Peri mette sempre nell'ambito del suo Assessorato, ho proposto questa interpellanza in Aula. La ringrazio, assessore, perché spesso lei mi risponde anticipatamente per iscritto e la ringrazio della cortesia, ma generalmente quando propongo un'interpellanza è perché, data l'importanza dell'argomento per i miei concittadini, se non vi sono particolari documenti o complessità di interrogazione è importante che anche nell'Aula, che è il massimo organismo rappresentativo dei cittadini, vi possa essere una risposta.
Sono consapevole del suo impegno e della sua correttezza anche nei confronti dei consiglieri di opposizione e quindi sotto questo profilo attendo la risposta ufficiale in questa sede. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all’assessore Peri per la risposta.
PERI, assessore: Grazie, presidente. La località che viene citata nell'interrogazione, che immagino sia quella di Borgotrebbia, ha determinate chilometriche che sono quelle interessate dalle abitazioni.
Su questa tratta non sono stati mutati i limiti di velocità, che sono quelli previsti non solo dalle normative, ma è importante sottolineare che sono previsti dall’utilizzo del sistema di sicurezza SCMT, che in automatico impedisce il superamento di determinati limiti di velocità. Se quindi su quella tratta è previsto quel limite, è tecnicamente impossibile superarlo. I limiti quindi sono quelli e vengono assolutamente rispettati.
Sottolineo, ma lo dico titolo di cronaca, che questa ferrovia è stata costruita nel 1860, e presumibilmente quando fu costruita attorno non c'era nulla, quindi tutto il tema della ferrovia che provoca danni alle abitazioni vicine, se uno andasse in punta di fioretto, dovrebbe essere ribaltato, in quanto scelte fatte nei secoli oltre che negli anni più recenti hanno portato a condizioni effettivamente più complesse da gestire, essendo stata la costruzione edilizia in quelle zone troppo ravvicinata rispetto a una ferrovia preesistente. Dico questo per inquadrare correttamente il tema.
C'è da dire che il pulviscolo prodotto dal transito dei treni è costituito, come avviene su quasi tutte le linee, da polvere di ferro e ghisa, dovute soprattutto all'azione frenante, e non risultano elementi che dimostrino che tali polveri possano danneggiare auto in sosta, anche facendo normali verifiche da parte degli organi di controllo.
In data 19 marzo, l’ARPA di Piacenza, riscontrando una richiesta di valutazione avanzata il 6 marzo dal Comune di Piacenza sulla presenza di pulviscolo, ha rilevato che il contributo del traffico ferroviario all'inquinamento dell'aria risulta in generale piuttosto contenuto soprattutto in caso di trazione elettrica, come è nella fattispecie. Anche il particolato prodotto in prossimità delle tratte ferroviarie, dovuto soprattutto all’abrasione dei freni delle ruote e delle rotaie, in genere non origina particolari situazioni di disagio ambientale.
In ogni caso, ARPA nella sua risposta sottolinea che «nel caso fosse richiesto un monitoraggio specifico sulle polveri, si renderebbe necessaria l'esatta individuazione delle abitazioni, nominativi e indirizzi, i cui occupanti lamentano quanto segnalato, al fine di effettuare uno specifico sopralluogo» per uscire dal generico ed entrare nello specifico e valutare singolarmente ogni singola situazione.
In tal senso, il Comune di Piacenza con nota del 4 aprile 2012, sempre in risposta a un'interrogazione del consigliere comunale Civardi che è assonante rispetto all'interrogazione di oggi, ha manifestato la propria disponibilità affinché vengano eseguiti i rilievi strumentali, ed è in attesa delle indicazioni da fornire poi all'ARPA per dare seguito, quindi mi pare che siamo già in procedura aperta per fare ulteriori, specifiche verifiche.
In merito al risanamento acustico sulla linea ferroviaria Piacenza-Torino, proprio in corrispondenza di Borgotrebbia sono previste barriere acustiche a protezione delle abitazioni lungo la tratta oggetto della segnalazione. Ovviamente le barriere acustiche vengono installate sulla base di un piano nazionale di interventi per il contenimento e l’abbattimento del rumore, fatto dal soggetto che ne ha titolo, cioè Rete Ferroviaria Italiana.
Questo ha previsto due interventi, uno dei quali dal chilometro 92.664 al 93.937 (quindi 1 chilometro e 273 metri), programmato per il settimo anno, che prevede la realizzazione di barriere acustiche di altezza compresa fra i 2 e i 6,5 metri. Il secondo intervento con le chilometriche della lunghezza di poco più di un chilometro, programmato anche questo per il settimo anno con barriere più o meno della stessa dimensione.
Occorre evidenziare che il primo stralcio del Piano nazionale degli interventi di contenimento di cui dicevo, relativo alle prime quattro annualità, è stato approvato nel 2004 ed è attualmente in corso di realizzazione. Queste sono previste alla settima, mentre le prime quattro sono in corso di esecuzione posso testimoniare con qualche difficoltà non sempre di carattere economico. Quando infatti si va a realizzare le barriere, gli stessi che avevano manifestato il problema si ritrovano talmente chiusi da un’infrastruttura importante che richiedono di soprassedere. Non so se in questo caso si verificherà, però andrebbe valutato con grande attenzione.
Per quanto concerne il secondo stralcio, relativo alle annualità successive alla quarta e quindi a partire dalla quinta in poi, la Regione è in attesa della convocazione della Conferenza Unificata per l'approvazione dei piani attuativi, e quindi appena ne avremo contezza ne daremo opportuna informazione anche ai consiglieri regionali.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Consigliere, le restano tre minuti.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Esprimo soddisfazione per la risposta dell'assessore Peri, in maniera dettagliata ha specificato e inquadrato il tema.
Vero è che la premessa era un po' generica (sono il primo a sottolinearlo), vero è che non è colpa né mia né sua, assessore, se la linea vecchissima è poi stata accerchiata dalle abitazioni, in quanto si tratta di scelte di natura urbanistica avvenute nel tempo, però noi ci ritroviamo con questa oggettiva situazione di disagio.
È importante il passaggio sull'ARPA, perché nella risposta il punto nodale è individuare quei nominativi, quegli indirizzi, quelle persone fisiche che lamentano questo tipo di problematica, per andare poi a quantificarne e misurarne la postazione e fare sopralluoghi e valutazioni.
Vi è poi nella risposta il riferimento al Piano nazionale degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore, e l’assessore mi rassicura sui tempi di previsione di queste barriere acustiche, che, come apprendo oggi dalla sua risposta, i cittadini aspettano ma poi magari al momento concreto della realizzazione potrebbero avere non dico qualche ripensamento, ma quando lei mi rispondeva mi ha evocato un po' l'effetto carcere.
D’altra parte il tema c'è, il problema è stato più volte sollevato in Consiglio comunale a Piacenza, quindi, assessore, confido nella sua vigilanza. Chiudo la mia replica apprezzando la sua risposta, ma confido nella sua vigilanza affinché vengano rispettati i tempi, le previsioni e soprattutto la conformità a tutte le normative rispetto a questa problematica, estremamente sentita da chi abita lì.
La ringrazio, assessore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2477, chiamo l’oggetto seguente:
2562 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa la creazione di una centrale unica per le chiamate al numero 118 relativamente all'Area Vasta Emilia Nord (AVEN), con particolare riferimento alla Provincia di Piacenza.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Rispetto alla precedente interpellanza, che forse riguardava una piccola porzione della popolazione (scusate il gioco di parole) del territorio di Piacenza, questa interpellanza invece ha una veste e un contenuto di respiro regionale e ben oltre.
Il tema è a lei noto, anticipo già, prima di attendere la sua posizione politica e la sua risposta, che mi sembra di aver colto un suo passaggio in Commissione non tanto tempo fa su questo specifico tema, che peraltro è stato sollevato, assessore, non solo da esponenti del mio partito, ma anche da esponenti e rappresentanti della maggioranza e comunque del centrosinistra.
Si sono levate tantissime voci sul tema e, dato che questo è importante, mi sembrava corretto inquadrarlo ai sensi del Regolamento in questo tipo di atto ispettivo, ma andiamo alle premesse della mia richiesta.
L’Area Vasta Emilia Nord è l'associazione volontaria delle sette aziende sanitarie ricadenti nelle Province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, nata l’8 aprile 2004. Essa ha come primario e principale obiettivo lo sviluppo di attività finalizzate a favorire processi di aggregazione, per agevolare le sinergie, ottimizzare i costi, condividere le risorse e omogeneizzare gli standard dell'offerta assistenziale.
Le attività di cui si occupa sono l'attivazione e il coordinamento di specifici gruppi tecnici di lavoro su vari aspetti clinico-assistenziali, l'acquisizione integrata di medicinali, di beni e servizi, l'attivazione di pratiche e procedure amministrative comuni, la gestione del polo logistico unico, il cosiddetto Magazzino centralizzato, lo svolgimento soprattutto di ricerca, formazione e informazione a livello di Area Vasta, temi importantissimi.
Vi sono delle ipotesi di razionalizzazione, e tra queste, anche da notizie apparse sugli organi di informazione, l'accorpamento di tutte le centrali del 118, presidente (la guardo perché riguarda anche Modena), in un'unica area a livello di Area Vasta.
Lei potrà dirmi che la mia interpellanza ha sapore campanilistico, ma comunque la Provincia di Piacenza, dove - bisogna dirlo, assessore, anche se, mi creda, lo dico molto serenamente perché lì ho anche degli amici - la centrale operativa ha raggiunto un notevole livello di eccellenza sul nostro territorio, che ha anche zone poco popolate come ad esempio Morfasso (ho qui dei collaboratori che sono di Piacenza, che lo sanno bene) e richiede una conoscenza approfondita da parte degli operatori, al fine di fornire un'indicazione certa, un'esatta localizzazione dei servizi di emergenza.
Tale conoscenza può essere garantita a nostro avviso (ma è la posizione che aveva assunto anche il Presidente della Provincia di Piacenza) da una struttura in loco. A fronte di questo, poiché nessuno può pretendere di avere la verità in tasca, presidente, o la bacchetta magica, né tantomeno il sottoscritto pretende di dire che ciò che scrive sia oro colato, chiedo all'assessore alla sanità se l'ipotesi di questa creazione di un'unica centrale del 118 a livello generale corrisponda al vero (quindi la prima è una domanda cui rispondere sì o no), quanti siano i risparmi attesi per l'ASL di Piacenza, perché avrete fatto una previsione, una simulazione con i tecnici, con gli uffici, con i dirigenti, con la struttura burocratica dell'ASL, quali garanzie vengano fornite circa l'ottimale funzionamento della Centrale unica.
Vorrei chiederle se non si ritenga più opportuno infine, a fronte del buon funzionamento del 118 di Piacenza, mantenere la struttura stessa. Mi sembra di aver ricostruito in premessa la vicenda, le considerazioni, le fondamenta di questo tema molto sentito, e nelle domande di essere stato circostanziato e di aver posto dei quesiti di chiarimenti, di rassicurazione perché, mi creda, assessore Lusenti, è un tema che nella città di Piacenza è estremamente sentito, altrimenti non sarei qui a rappresentarglielo, a interrogarla, a chiedere.
So che anche in tanti locali tra gli esercenti della città di Piacenza vi sono dei moduli con delle sottoscrizioni, con delle richieste a sostegno del mantenimento del 118, e vi sono grande allarme e preoccupazione sul punto. Devo anche dire, assessore, perché negli atti bisogna innanzitutto guardare la data del protocollo, che la presentazione di quest'atto risale al 3 aprile. Quando l’atto va alla Presidenza e si mette in moto tutto il processo affinché arrivi in Aula, evidentemente vi è un lasso di tempo in cui possono essere sopravvenuti delle novità, delle prese di posizione diverse.
Resta il punto che io attendo sotto il profilo politico una sua risposta.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all’assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Fin dal 2003 nei documenti di programmazione regionale, cioè il Piano sociale e sanitario regionale, si auspicavano territori di riferimento ampi in relazione all'adozione di tecnologie in grado di automatizzare la ricezione, la gestione delle chiamate e l’invio e il monitoraggio degli spostamenti dei mezzi di soccorso.
Attualmente è operativa la Centrale unica dell'Area Vasta Romagna, che ha visto aggregarsi gradualmente tra la fine del 2006 e il 2008 le centrali operative delle quattro aziende romagnole.
Questa esperienza, all'inizio osteggiata da obiezioni identiche a quelle oggi formulate, ha dimostrato l'efficacia di una scelta che concentri la tecnologia più avanzata e costosa, liberando risorse professionali (in particolare infermieri) sul territorio, a vantaggio di una risposta più pronta.
Proprio utilizzando l'esperienza citata e al fine di delineare una soluzione operativa che tenga conto delle specifiche caratteristiche locali, in Area Vasta Emilia Nord è stato costituito ed è attivo un gruppo tecnico, coordinato dal direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera universitaria di Parma, con la partecipazione dei direttori dei sistemi 118 delle quattro province.
Questo gruppo tecnico di AVEN ha proceduto a una ricognizione delle performances propedeutica allo studio di fattibilità vero e proprio, anche attraverso l'uso di indicatori sperimentati nelle realtà che aggregano consistenti volumi di utenza, non solo la Romagna ma anche tutta la Provincia di Bologna, che è servita da una centrale che copre più di 1 milione di abitanti.
Il gruppo tecnico inoltre sta elaborando lo studio di fattibilità, che ha per oggetto la centrale unica, con il mantenimento del governo provinciale dei sistemi di soccorso territoriale. Il gruppo porterà il progetto all'attenzione dell'Assemblea dei direttori generali e prima dell'approvazione sarà avviato il percorso di condivisione istituzionale.
Allo stato attuale dei lavori, non è ancora possibile valutare dettagliatamente costi cessanti e costi emergenti, e in ogni caso la finalità di queste valutazioni non è economica, ma è quella di concentrare, qualificare e migliorare il livello tecnologico e professionale di ciascuna centrale, mentre le garanzie sul funzionamento saranno rese possibili da un lato dal potenziamento tecnologico che l'unificazione può permettere di sviluppare, e dall'altro dalla possibilità di utilizzare le competenze professionali costruite in questi anni per il potenziamento del sistema di emergenza e urgenza territoriale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Consigliere, lei ha utilizzato tutti gli otto minuti, ma le diamo trenta secondi per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta dell'assessore.
POLLASTRI: Grazie, presidente, per la sua cortesia istituzionale. Esaminerò nel dettaglio la copia dell'interrogazione che l'assessore gentilmente vorrà fornirmi, mi sembra che siamo allo stato iniziale del progetto che avete in mente, mentre invece sulle altre richieste l'assessore per ora non è in grado di dare risposta.
Una risposta però l’ha data dichiarando che il criterio a suo avviso non è quello economico, ma di funzionamento. Terrò comunque monitorata la situazione e vedremo più avanti quali decisioni verranno assunte. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2562, chiamo l’oggetto seguente:
2597 - Interpellanza del consigliere Favia circa la sperimentazione, nella Rete regionale FER, di servizi di accesso ad internet in modalità wireless, a favore dei viaggiatori.
Risponde per la Giunta l'assessore Peri.
La parola al consigliere Favia per illustrare la sua interpellanza.
FAVIA: Grazie, presidente. Il tema è quello della connettività. Come Regione Emilia-Romagna, abbiamo funzioni di pianificazione, di miglioramento del servizio per quello che riguarda il trasporto ferroviario.
Non vogliamo fare nulla di straordinario, nulla di nuovo, in quanto ci sono già esempi in Italia, c'è una sperimentazione in Lombardia, abbiamo il Wi-Fi sui Frecciarossa e abbiamo grandi esperienze all'estero: dal 2004 in Canada, sulla linea Toronto-Montreal, dal 2006 in Danimarca vi è l'accesso gratuito sui treni a lunga percorrenza e successivamente sull'intera rete, fino a tram e autobus, quindi è connessa Wi-Fi tutta la rete di trasporto.
Dal 2008, invece, in Francia sul 25 per cento della rete ferroviaria francese in costante espansione, e poi ci sono esperienze anche nelle ferrovie inglesi, americane, tedesche, svizzere e giapponesi.
Come dicevo, c'è il servizio di Trenitalia e noi pensiamo che sia un servizio importante per una Regione in cui si usa molto il treno e si tratta di studenti e lavoratori, che quindi avrebbero veramente bisogno di poter avere la connettività in treno, e sarebbe anche un ottimo mezzo di promozione nei confronti dei turisti.
La Regione Emilia-Romagna, oltre al superamento del digital divide, si propone (leggo testualmente dai punti che avete presentato alle elezioni) «di fare della connettività un diritto agibile per ogni cittadino emiliano-romagnolo, costituendo al contempo un valido supporto allo sviluppo delle imprese».
Per questo chiediamo se non sia il caso nella Carta dei servizi per l'anno 2013 di prevedere nell'ambito dei servizi regionali svolti almeno su una singola tratta la sperimentazione di accesso a internet in modalità wireless a favore dei viaggiatori in maniera gratuita. Ovviamente abbiamo tanti problemi da risolvere e ne siamo coscienti, in quanto c’è un problema di orario, un altro di pulizia, ma pensiamo che per una grande regione come l'Emilia-Romagna sia oggi un fatto di civiltà riuscire a garantire la connettività in treno.
Risolviamo quindi anche gli altri problemi, che non dovrebbero esistere, e cerchiamo di guardare di più al futuro e a un’eccellenza che purtroppo manca.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
La parola all’assessore Peri per la risposta.
PERI, assessore: Grazie, presidente. Nella doppia veste di assessore ai trasporti e anche alla rete telematica non posso che condividere la sollecitazione che viene dal consigliere Favia. Dotare però di equipaggiamento che permetta la fornitura di una connessione Wi-Fi i materiali rotabili utilizzati per il trasporto regionale attualmente si scontra con alcuni problemi che, se vogliamo essere concreti, devono essere segnalati e successivamente affrontati.
Il primo tema è che abbiamo materiale rotabile di età media superiore ai venti anni, materiale non nostro ma di proprietà dell'attuale gestore per l’80 per cento, rispetto al quale l'investimento per tale connessione è da ritenere non coerente con l'aspettativa del mantenimento in servizio dei convogli più anziani.
Si è sostenuto negli ultimi anni lo sforzo di equipaggiare tali convogli con dispositivi obbligatori, che garantiscano prioritariamente la sicurezza della circolazione, ma un ulteriore investimento tecnologico su questi materiali ha poca ragione di essere immaginato, vista la vetustà dei mezzi che abbiamo di fronte.
Molti dei materiali rotabili hanno una limitata capienza di posti a sedere (inferiori ai 200) e sono utilizzati per viaggi della durata media inferiore ai trenta minuti. Altri elementi sconsigliano di porre con elevata priorità la questione del Wi-Fi sollevata. Il territorio dell'Emilia-Romagna è attualmente coperto da segnali delle reti telefoniche, che permettono soprattutto in pianura il mantenimento della connettività a bordo dei treni, in base ovviamente ai diversi piani tariffari delle compagnie di telefonia mobile.
I materiali rotabili messi in circolazione da NTV, che pure promette connettività a bordo treno, stanno tuttora registrando diversi problemi di funzionamento. Aver previsto la connessione gratuita a bordo treno su treni ad alta velocità estremamente costosi dal punto di vista sia del materiale, che delle tariffe, può forse trovare una giusta motivazione nella particolare conformazione dei tracciati, che prevedono lunghi tratti in galleria e impediscono la connettività attraverso le reti delle imprese telefoniche.
In conclusione, non mi sento di rigettare la proposta che viene rappresentata, anzi abbiamo di fronte due occasioni per affrontare anche in via sperimentale questo tipo di soluzione. La prima è dovuta alla gara che verrà bandita nei prossimi mesi, quindi più che la Carta dei servizi, che non è il luogo più adatto per imporre un investimento o concorrere all'investimento con l'attuale gestore, attraverso la gara si può prevedere l'utilizzo di materiale dotato delle necessarie attrezzature tecnologiche.
Siccome attraverso la gara chiederemo al gestore - è un'anticipazione - di fare un forte investimento per abbassare l'età del materiale rotabile almeno di dieci anni (questa è la proposta sulla quale stiamo lavorando), è evidente che su quel materiale, al pari di tante altre esperienze che cominciano ad essere messe in pratica anche in altri Paesi, si potrà avviare una concreta sperimentazione, almeno sulle tratte che prevedono tempi di percorrenza sufficienti.
Aggiungo che è nostra intenzione, al di là di questi elementi, lavorare nel frattempo anche sulle stazioni, che sono un luogo assolutamente più semplice da attrezzare in termini di dotazione tecnologica, per fornire in luoghi ben definiti un servizio di quel tipo, che riguarda in quel caso tutte le tipologie di viaggiatori sia quelli della lunga percorrenza, che quelli dei servizi ferroviari sia regionali che del servizio metropolitano di Bologna.
Da questo punto di vista, il lavoro è già molto più avanzato per adottare le aree esterne delle stazioni e comunque i luoghi di pausa o di transito anche di questo servizio aggiuntivo. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Favia per la replica. Consigliere, le restano cinque minuti.
FAVIA: Il tema delle stazioni non era oggetto di interrogazione, perché il punto critico è quello del viaggio, quindi l'intervento dovrebbe essere sul convoglio.
Noi chiediamo una tratta sperimentale, l’inizio di un progetto che si possa espandere gradualmente. Ho sentito tutte le sue opposizioni tecniche, ma non vorrà dirmi che non si riesce a trovare in Emilia-Romagna una tratta che abbia le condizioni per attuare la sperimentazione!
Mi fa piacere che dalla prossima gara si potrà e si dovrà a mio avviso prevedere anche questo requisito, però pensare che fino ad oggi non ci siano stati i soldi in una società che deve andare nell'ottica della connettività per sperimentare questo tipo di azione mi lascia un po' dubbioso.
Prendo comunque atto della risposta e credo che iniziare a lavorare dalle stazioni potrà essere un inizio.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2597 e con esso lo svolgimento delle interpellanze, in quanto l’oggetto 2546, "Interpellanza del consigliere Filippi circa un dirigente regionale", è rinviato in accordo con l'assessore Bortolazzi.
Diamo un minuto di sospensione per consentire a tutti i consiglieri di raggiungere l’Aula e procedere al momento di commemorazione dell'ex consigliere e assessore Giuseppe Gavioli.
(La seduta, sospesa alle ore 15,47, è ripresa alle ore 15,53)
Commemorazione dell'ex assessore regionale Giuseppe Gavioli
PRESIDENTE (Richetti): Ricomponiamo la nostra presenza in Aula per ricordare un ex collega anche a nome del Presidente Errani e della Giunta. Questi sono per noi giorni di lutto e dolore, perché pochi giorni fa a Modena ci ha lasciato Giuseppe Gavioli, che per questa Regione è stato consigliere e assessore regionale.
Impegnato in questa Istituzione dal 1980 al 1990, Giuseppe Gavioli è morto a 77 anni dopo una lunga malattia. Era nato in un piccolo paese nella provincia di Mantova e giovanissimo si era trasferito a Modena per frequentare l’università, e da Modena non se n’è più andato. Qui Giuseppe aveva formato la sua famiglia, aveva cominciato l’attività politica, che ha proseguito poi per tutta la vita prima nel PSI, poi nel PC e in ultimo nei DS.
Diventato consigliere regionale nel 1982, viene nominato assessore ai trasporti e il suo impegno passa alla Giunta dal 1985 al 1987, e successivamente assessore all'ambiente e alla difesa del suolo dal 1987 al 1990.
Concluso il mandato in Regione, Gavioli ha continuato il suo impegno sui temi della sostenibilità ambientale prima come consulente presso l'Autorità di bacino del fiume Po, poi come assessore all'ambiente della Provincia di Parma e infine come promotore e animatore a livello nazionale del Gruppo 183.
Mi piace ricordare anche il suo impegno come Presidente del CIDIEP, il Centro di educazione ambientale sul Po, che oltre al suo impegno ha visto la collaborazione di tanti territori anche fuori regione.
La presenza in questo momento di ricordo di tanti che hanno lavorato con lui, l'hanno conosciuto e l'hanno apprezzato dimostra che di Giuseppe davvero dobbiamo conservare (soprattutto chi ha avuto modo di conoscerlo come me per quanto riguarda il mio impegno politico su Modena) la sua vasta cultura, la sua passione, non solo l'impegno strettamente politico e di partito, ma anche la sobrietà e il rigore civico con cui Gavioli ha caratterizzato tutta la sua vita, oltre che l'impegno sociale e politico.
In questo momento questa Assemblea rivolge il suo pensiero affettuoso ai familiari, un pensiero di cordoglio e vicinanza, e un ultimo tributo all'impegno di Giuseppe Gavioli, che vi chiedo di esprimere con un minuto di silenzio in sua memoria.
(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, colleghi. Riprendiamo i nostri lavori.
OGGETTO 2718
Comunicazione della Giunta in merito al sisma che nella notte del 20 maggio 2012 ha interessato i territori delle province di Ferrara, Modena e Bologna.
(Risoluzione oggetto 2735 - Dichiarazioni di voto e approvazione)
(Risoluzione oggetto 2736 - Dichiarazioni di voto e reiezione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo agli oggetti abbinati alla Comunicazione della Giunta in merito al sisma che nella notte del 20 maggio 2012 ha interessato i territori delle province di Ferrara, Modena e Bologna, la risoluzione oggetto 2735 "Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Villani, Manfredini, Favia, Riva e Noè circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia e i relativi impegni della Giunta regionale nei confronti dei cittadini, imprese e lavoratori per proseguire negli impegni già assunti per il ripristino delle più diverse situazioni" e la risoluzione oggetto 2736 "Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Ferrara e Bologna e i relativi impegni della Giunta regionale e per invitare i gruppi assembleari a sollecitare le rispettive segreterie politiche a devolvere in favore delle popolazioni colpite dal sisma l'importo relativo ai rimborsi elettorali dell'anno 2012".
Dichiaro aperta la discussione generale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole alla risoluzione firmata da tutti i Capigruppo, e per dire che questa mattina, nonostante tutti i Gruppi abbiano espresso degli interventi moderati, tesi al cordoglio per le vittime e alla solidarietà per le famiglie colpite dal sisma, un esponente della sinistra ha trovato il modo di speculare sui morti e ha offeso - non con le parole, ma lanciando delle pietre - tutti i sindaci dei Comuni che hanno rilasciato le licenze edilizie, tutti i tecnici comunali che hanno approvato i progetti edilizi, tutte le imprese che hanno lavorato per costruire gli immobili, ha sparato a zero sui prefabbricatori, che il più delle volte sono delle cooperative che costruiscono in stabilimento degli immobili.
Non credo che qualcuno abbia costruito capannoni con l'intenzione di farli cadere, specialmente i progettisti, quindi cercare un capro espiatorio, accusare tutti gli imprenditori di essere delinquenti, mi è sembrato un intervento veramente di basso livello.
Per quanto riguarda la sismica, ricordo a quel consigliere che l’Ordine degli ingegneri di Modena, quindi un Ordine ufficiale, è intervenuto contro la Regione Emilia-Romagna, facendo un esposto non per criticare la legge sismica, perché la legge sismica è una legge sacrosanta, che funziona e va rispettata, ma soltanto per criticare una burocrazia che supera il livello del buonsenso, quindi un intervento lecito che gli ingegneri devono fare nell'interesse dei loro clienti e nell'interesse del bene comune, nessun tecnico, ripeto, costruisce perché caschi un capannone.
Mi ricollego alle parole del Presidente Errani, che ringrazio del suo intervento, lo ringrazio soprattutto per l'impegno che ha assunto per la provincia di Reggio Emilia, per cercare di inserire i comuni più colpiti della nostra città (Guastalla, Luzzara, Reggiolo, Campagnola, San Martino in Rio) nella dichiarazione di stato di calamità, in quanto questi comuni hanno subito danni rilevanti.
Con un grazie ancora ai cittadini dell'Emilia-Romagna per la loro dignità, un grazie alla Protezione civile, un grazie ai volontari, un grazie a tutti i colleghi che sono intervenuti con il cuore, non cercando motivi di scontro o lanciando delle pietre, ma per esprimere la loro solidarietà e la loro vicinanza in seguito a un sisma che colpisce l'Emilia-Romagna una volta ogni mille anni, quindi in modo imprevedibile, guardiamo anche il bicchiere mezzo pieno, perché i morti potevano essere di più.
Se infatti questo sisma si fosse scatenato in altre zone della terra, sarebbero morti forse 70, 7000 o 70.000, quindi nella disgrazia le nostre costruzioni, il nostro modo di costruire, l'impegno della nostra gente, ha tenuto.
Esprimo ancora vicinanza alle famiglie e un grazie a tutti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Come ho detto questa mattina, abbiamo firmato questa risoluzione come tutte le altre forze politiche, pur ritenendola comunque una risoluzione debole.
Come ho fatto rilevare questa mattina, sul punto b), in cui si evidenzia «la possibilità per i Comuni e le Province interessate di derogare il Patto di stabilità», nutro forti perplessità, pur sperando che lo si faccia. Credo che questo punto avrebbe dovuto essere più incisivo, inserendo anche le responsabilità della Regione, come è stato fatto negli anni scorsi con 100 milioni di euro erogati ai Comuni per alleggerire il loro Patto di stabilità. Oggi ci sarebbe quindi piaciuto che avvenisse lo stesso, quantomeno per avere la sicurezza che la Regione faccia la sua parte, offrendo questa possibilità di natura finanziaria.
In secondo luogo, nell'ipotesi in cui non venisse accettato, presenteremo una risoluzione perché le somme annualmente concesse per alleggerire il Patto di stabilità vengano concesse d’ora in poi a chi ha subito questi danni. Il nostro voto è comunque favorevole, perché, anche se nutriamo perplessità su alcuni punti.
Avrei voluto responsabilizzare di più la Regione, per rassicurare chi ha avuto questi danni ed ha oggi urgente bisogno di ripartire e di lavorare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Solo poche parole per condividere con questa Assemblea un sentimento che oggi il Presidente Errani ha espresso molto bene.
Ci siamo trovati di fronte a un evento con delle caratteristiche straordinarie per quanto riguarda la nostra regione, ma comunque un evento di dimensioni estremamente significative, con dei risvolti tragici che non dovremo mai dimenticare.
Condivido fino in fondo il senso e le parole scritte in questo documento, così come condivido anche lo spirito positivo di dire ancora una volta come questa Regione di fronte a questioni di questo tipo scelga innanzitutto di camminare dritta e di cercare soluzioni immediate ai problemi e alle difficoltà che le popolazioni vivono in quel preciso momento.
Unisco il mio ringraziamento a quello degli altri nei confronti delle forze di Protezione civile, di tutti coloro che si sono attivati nelle ore immediatamente successive al sisma e di tutti i cittadini che nel loro piccolo stanno cercando di superare una fase della loro vita sicuramente drammatica.
Aggiungo soltanto una piccolissima considerazione non per ritornare sulle parole del consigliere Filippi, perché non ne vale la pena, ma solo per dire che ancora una volta questo evento deve indurci a cambiare gli occhiali e a guardare in maniera diversa da come abbiamo fatto fino adesso i temi delle costruzioni, della sicurezza, dell'antisismica, dell'essere pronti e prevenire, non tanto perché questi eventi siano prevedibili perché sappiamo benissimo che non lo sono…
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Richetti): Chiedo scusa, collega, ma l’intervento non si sta svolgendo in un clima di attenzione. Grazie.
MEO: Noi donne siamo spesso abituate a questo. Ma non solo rifugiandoci dietro l’idea che forse un fatto di questo genere potrà accadere fra un numero "x" di anni, cosa che non ci deve assolutamente consolare né ispirare nella nostra azione di pianificazione per il futuro.
Oggi dobbiamo avere un occhiale diverso, che, alla luce delle nostre attuali conoscenze e di quello che accade oggi nel nostro Paese, ci consenta una programmazione e una pianificazione che guardino al futuro da questo punto di vista, perché oggi, a parte i monumenti storici, a parte questa ferita difficilmente riconducibile nella nostra storia e nella nostra cultura, sono purtroppo crollati molti manufatti assolutamente moderni, che pongono - il Presidente Errani oggi l'ha detto - uno straordinario focus di attenzione sul livello di sicurezza che noi riteniamo necessario per le nuove costruzioni.
Non si tratta di appesantire, non si tratta di mettere lacci e lacciuoli: si tratta di trovare una via snella ma determinata per garantire la sicurezza. Non dimentichiamo che altrove i primi luoghi caduti sono le scuole, non dimentichiamo che abbiamo avuto un ospedale relativamente recente da sgombrare in tutta fretta.
Questi sono pezzi di storia che non vogliamo consegnare al futuro, questa è la storia che noi abbiamo il dovere di cambiare in queste ore, non certo per appesantire un settore in difficoltà, ma per garantire un futuro ai nostri figli, ai lavoratori, alle persone normali, e per essere il più possibile preparati non solo ad affrontare l'emergenza, che abbiamo dimostrato anche in questo caso di essere in grado di affrontare con relativa razionalità, ma soprattutto di prevenire fatti drammatici come le morti e il pericolo attraverso una pianificazione territoriale e una modalità costruttiva che siano il più possibile a garanzia di tutti.
Questo è un dovere che noi prima di altri dobbiamo riuscire a interpretare, perché, se la nostra vuole essere, come è, una Regione estremamente avanzata da questo punto di vista, oggi deve porsi questo problema come uno dei problemi da risolvere per il futuro e per la sicurezza nostra, dei nostri figli e delle popolazioni che abiteranno queste regioni fra mille anni, perché bisogna sempre porsi il problema, ma bisogna veramente cambiare gli occhiali. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Intervengo anche per presentare la risoluzione che ho presentato durante il dibattito generale.
La risoluzione non ripete, nell'impegno, ciò che abbiamo già sottoscritto nella risoluzione firmata da tutti i Capigruppo e che condivido, ma punta i riflettori su altri due temi. Uno è quello della trasparenza dei finanziamenti, ovvero chiediamo che tutti i finanziamenti che verranno erogati sul conto corrente della Regione siano tracciabili sul sito istituzionale, e che si renda conto anche ai cittadini della destinazione di questi finanziamenti in maniera puntuale. Ritengo che sia il minimo che si debba fare in questi casi.
L’altro punto riguarda invece quello che possiamo fare noi come forze politiche. Alcuni partiti, attraverso questo Governo che sostengono, chiedono estremi sacrifici agli italiani. Oggi dobbiamo vedere se i partiti siano disposti, in questo momento, a fare sacrifici. Sappiamo che legalmente, ma in maniera a mio avviso illegittima, in barba a un referendum del 1993 i partiti si sono riempiti le tasche con i soldi degli italiani. Adesso c'è tutta una rincorsa a dire rivediamo, riduciamo, aboliamo. Ma è una rincorsa colpevolmente tardiva, che quindi non li salva dalle loro colpe.
Anche per le elezioni regionali si prendono rimborsi e noi tutti Gruppi politici abbiamo indicato, durante le elezioni, un referente a cui intestare i rimborsi. Qui si tratta non di una crisi del sistema, ma di un fatto tragico, grave, di popolazioni in grossa difficoltà che hanno bisogno di risorse per ripartire.
Ritengo che questo sia il momento ideale per fare un gesto concreto da parte delle forze politiche, e quindi nella risoluzione invito i Gruppi assembleari qui presenti a sollecitare le rispettive segreterie politiche per destinare la rata dei rimborsi elettorali, che si pagherà a luglio 2012, alle popolazioni colpite dal terremoto. Mi pare di aver letto oggi qualche proposta simile, che non trovo più nelle risoluzioni presentate che andremo a votare.
Faccio quindi un appello a tutta l'Aula per sostenere questa risoluzione, che chiede, sostanzialmente, trasparenza e l'erogazione della rata dei rimborsi elettorali, che arriverà a luglio 2012, ai territori colpiti dal terremoto, chiedo a tutte le forze politiche di votare questa risoluzione. Possiamo dare il messaggio di una politica diversa, che fa gesti concreti e non solamente chiacchiere.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Riva. Ne ha facoltà.
RIVA: Grazie, presidente. Desidero intervenire oggi in dichiarazione di voto perché mi sarei aspettato che su una disgrazia come quella che è capitata al nostro territorio oggi si potesse davvero essere tutti uniti in un unico testo, ma così purtroppo non è stato.
Nell'esprimere il mio cordoglio personale e la vicinanza a chi più da vicino è stato colpito dal terremoto, e anche l'orgoglio e l'apprezzamento per il lavoro svolto dal Presidente Errani, dall'assessore Gazzolo e dalla Giunta nel suo complesso sugli interventi di emergenza iniziali, devo dire che mi dispiace che il collega Favia abbia voluto presentare una risoluzione come al solito all'ultimo minuto per distinguersi.
Anche lui in questa risoluzione, che io comunque voterò, si è adeguato al sistema partitocratico, che da quando è qui sta contestando. Chiede infatti alle segreterie politiche di fare una cosa che non faranno mai, e che lui stesso e il suo movimento non possono fare come nemmeno io posso fare, perché non posso sollecitare al momento alcuna segreteria politica.
Voglio comunque votare questa risoluzione - lo dico precisando quanto dichiarato - e voglio dire anche di più: mi piacerebbe leggere un domani o nei prossimi giorni come questa sollecitazione che qui auspichiamo possa essere attuata dalle forze politiche che davvero possono trasferire queste risorse dai partiti ai terremotati.
Dichiaro quindi il mio voto favorevole con questa precisazione a questa risoluzione e ovviamente alla risoluzione che anch'io ho firmato di tutti i Gruppi consiliari. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Riva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bonaccini. Ne ha facoltà.
BONACCINI: Innanzitutto mi permetta di esprimere un apprezzamento per la mobilitazione, la tempestività, il coordinamento emerso anche dal dibattito e per la verità riconosciuto più o meno da tutta quest'Aula questa mattina.
Sono peraltro tra coloro non dico più coinvolti, perché tutti sono coinvolti da queste vicende anche abitassero a duemila chilometri di distanza, ma, essendo lì di fianco, già nei primi minuti dopo le 4.00 siamo stati immediatamente cercati o abbiamo cercato gli amministratori del territorio, che spesso sono perfino amici e non solo colleghi o rappresentanti delle Istituzioni.
Credo che in questa occasione un pezzo d'Italia, indipendentemente dal colore politico perché i territori ferraresi colpiti vedono amministrazioni non certamente di centrosinistra, abbia lavorato attraverso i propri amministratori con la Regione, le Province coinvolte, lo Stato, la Protezione civile e anche il senso di grande solidarietà e responsabilità delle stesse popolazioni colpite, che credo abbia dimostrato al Paese che non è vero che tutto fa schifo e non funziona.
Questo è un fatto davvero importante, che va ben oltre le appartenenze politiche, come è stato detto, e che adesso deve vederci impegnati, davvero uniti nella fase di ricostruzione che non sarà, né è semplice, facile e breve, basti pensare come per fortuna più o meno tutte le abitazioni abbiano retto, ma molte di queste siano inagibili.
Come diceva il Presidente Errani, c'è anche un tema di sensibilità, e penso a tante persone anziane che ho visto nelle interviste avere il timore di rientrare ai piani alti, sebbene la loro abitazione sia in piena agibilità.
Voglio sottolineare la tempestività e la solidarietà del resto del Paese, in quanto sono arrivati strutture, strumenti, mezzi un po' da tutta Italia nelle ore immediatamente successive. Credo che in primo luogo sia stato giusto pensare alle persone in carne ed ossa, ma che vi è un tema che riguarda anche tutto il sistema economico imprenditoriale, per non dire del patrimonio culturale, architettonico, religioso, che è stato profondamente colpito.
C'è bisogno dunque di un lavoro di concerto con il Governo nazionale, per il quale noi diciamo subito bene i 50 milioni che il Governo ha istituito, ma per quanto ci riguarda non bastano: serve un intervento più profondo, e ci aspettiamo che per tutto ciò che, come è stato scritto nella risoluzione, riguarda il rinvio del pagamento dell'IMU per le abitazioni e gli stabilimenti industriali che saranno dichiarati inagibili, insieme ad altre misure relative a popolazioni, famiglie, aziende colpite ci sia un lavoro che veda il Governo e l'intero Parlamento tener conto delle proposte che in maniera unitaria stanno venendo dalle Istituzioni dei nostri territori.
Credo che questa sia la cosa più importante, perché questo dramma incrocia una crisi economica profonda, mai conosciuta nel dopoguerra non solo dal Paese, ma nemmeno da queste parti.
Mi dispiace davvero - lo dico al consigliere Favia - che, nel momento in cui si cerca una soluzione unitaria, nel momento della tragedia si cerchi cinicamente di speculare, oggi che la campagna elettorale è finita e non c'è bisogno di raccogliere voti, su un tema che riguarda i soldi dei partiti. Dico al consigliere Favia che tra poche settimane chiederemo conto di quanto il Movimento 5 Stelle verserà alle Istituzioni e di quanto verseranno gli altri partiti.
Accetto questa sfida: abbiamo già aperto un conto corrente, tutti insieme devolveremo una cifra, non mi interessa quale perché è sempre un fatto individuale e perché persone che danno magari 5 euro dentro i partiti hanno la stessa dignità di chi ne offre 10.000, perché magari non si possono permettere altro.
Capisco il fatto di chiedere alla politica uno sforzo, e ieri è stato finalmente approvato in Parlamento il dimezzamento dei rimborsi elettorali, per cui ci si arriva in ritardo ma si arriva finalmente a un fatto giusto, e sono soldi che lo Stato risparmia. I rimborsi elettorali dovrebbero servire per il funzionamento dei partiti e della politica, e ciò che non si usa dovrebbe tornare indietro: ogni soldo deve essere usato per le finalità che possiede.
PRESIDENTE (Richetti): Deve concludere, consigliere.
BONACCINI: Concludo subito. Siamo dunque per votare la risoluzione che avevamo trovato questa mattina in maniera unitaria per un’Assemblea legislativa che non si dividesse in un momento così importante, siamo per accettare la sfida perché i partiti, ognuno per quello che ritiene e può, ci mettano del loro, e noi ce ne metteremo tanto, perché si chieda al Governo nazionale di implementare le risorse che sono state previste e che non bastano.
Noi chiederemo di fare la nostra parte e quello stesso dimezzamento che abbiamo fatto di risparmio per lo Stato può servire degnamente a dare le risorse a Parlamento e Governo come chiedono. D’altra parte, non vogliamo entrare in una disputa e in una divisione che sarebbe inutile in questo momento, e siamo convinti in ogni caso che ognuno di noi saprà fare la propria parte. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bonaccini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: La mia collega, Gabriella Meo, ha già dichiarato il nostro voto a favore di una risoluzione alla quale abbiamo contribuito e nella quale anche personalmente mi riconosco, in quanto risponde anche al tema sollevato nel mio intervento, cioè alla necessità di accertamento anche delle eventuali responsabilità, se ci sono, per cui la voto del tutto convinto.
Ho fatto un intervento più che appassionato, indignato per il fatto che trovo insopportabile che si possa morire in questo modo, lavorando in una situazione in cui le norme di sicurezza non erano garantite. Ho chiesto la verità, ho detto che dobbiamo cercare la verità, verificare se vi sono delle responsabilità di imprenditori o di chi ha il compito di controllare.
Non ho lanciato alcuna accusa indifferenziata, ma ho chiesto di accertare la verità. Mi spiace che il consigliere Filippi adesso non sia presente, ma mi risulta che ci sia un'indagine della Procura di Ferrara su questo argomento, quindi evidentemente c’è qualche motivo di preoccupazione da questo punto di vista.
Forse il consigliere Filippi ha male interpretato, perché era molto risentito e aveva la coda di paglia per cose che ho detto nel mio intervento; avevo cercato di non personalizzare nel mio primo intervento, ma confermo adesso che Filippi nel suo intervento polemico contro le applicazioni delle norme antisismiche, in quest'Aula il 13 marzo, ha detto di non avere notizia di alcun morto a causa di eventi sismici. Sarebbe utile un po' di conoscenza della storia di questa regione.
Al consigliere Favia vorrei dire che per quanto mi riguarda sulla trasparenza non c'è problema e penso che ci siamo già dotati di strumenti per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata, anche se si può fare meglio soprattutto verificando in concreto come stanno le cose.
Per quanto riguarda la parte finale della sua risoluzione, questa è una fase in cui secondo me serve anche la responsabilità individuale, perché potrei farlo anch’io che appartengo a una forza politica che di finanziamenti pubblici ha visto poca roba o niente, costa poco dire che gli altri devono metterci delle cose. Prendiamoci le nostre responsabilità: perché non diciamo, consigliere Favia, dato che lo possiamo dire, cosa ci mettiamo noi per contribuire a sollevare la condizione delle popolazioni colpite? Almeno parliamo di cose che possiamo decidere!
Diciamo, consigliere Favia, lei e io, consigliere Naldi, cosa ci mettiamo, come contribuiamo, rendendola una discussione responsabile, perché è comodo parlare genericamente dei partiti quando - guarda caso - alcuni non hanno finanziamenti pubblici.
Allora, diciamo responsabilmente cosa ci mettiamo noi e allora questa sarà una discussione responsabile, all'altezza del momento drammatico che viviamo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Condivido gran parte dell'intervento del consigliere Bonaccini su quelli che rappresentano un’esigua parte di soldi stanziati dal Governo, 50 milioni di euro sono pochi perché i danni che saranno calcolati sono sicuramente di più, come testimoniano i tanti servizi e resoconti dei mass media e di chi è andato di persona a toccare con mano quelle realtà, portando la solidarietà a tutte le famiglie e le persone coinvolte, a tutti gli operatori e i volontari che si stanno adoperando per limitare i tempi di sofferenza del nostro territorio e delle popolazioni coinvolte.
Considero inopportuno innescare oggi una gara su chi da di più, su quale conto corrente saranno presenti più soldi, su quale consigliere sembrerà avere la moralità più elevata per aver versato una quota maggiore. Per questo, in linea con la posizione assunta dal nostro movimento, anche nella votazione di ieri a Roma che ha riguardato tutte le forze politiche interessate al finanziamento pubblico, miriamo a lavorare sul finanziamento pubblico come una risorsa che si possa recuperare perché già stanziata, liquida ed esigibile da parte delle forze politiche, quindi immediatamente disponibile per essere convogliata sulle attuali esigenze e priorità del territorio.
A fronte di un Governo che stanzia solo 50 milioni di euro per i danni, ritengo che non sia una strumentalizzazione politica, perché è in un contesto che esula dal territorio emiliano-romagnolo, in quanto la discussione sul finanziamento ai partiti che sta avvenendo in un contenitore ben più ampio che è quello nazionale, a fronte delle richieste del territorio, a fronte di una somma liquida ed esigibile non sia un’eresia dire che quella deve essere indirizzata per una priorità che oggi il territorio richiede.
Per questo motivo, come Lega Nord voteremo sia la risoluzione di cui il nostro stesso Gruppo è firmatario, sia la risoluzione del Movimento 5 Stelle, perché questo la propone oggi con uno scopo in Aula e altrettanto abbiamo fatto ieri nel Parlamento, indirizzandola - e come forza politica abbiamo il dovere di farlo per aver vissuto in prima persona i pericoli della gestione non oculata di soldi pubblici per il finanziamento dei partiti - verso qualcosa che oggi ritengo abbia una priorità nella scala di valori e anche un valore maggiore rispetto alla sua destinazione naturale, perché per legge è destinata ai partiti.
Accogliamo con favore questa indicazione, perché tende a rimettere al centro di determinate gerarchie, comprese quelle dei capitoli di spesa d’interesse nazionale, le esigenze del territorio. Oggi l’Emilia-Romagna ha bisogno per i territori interessati anche di quei soldi, che tutti i partiti purtroppo fanno fatica a togliere dalle proprie tasche. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Non sono intervenuto nella discussione generale perché ho condiviso gran parte delle considerazioni dei miei colleghi sia di opposizione che di maggioranza, che, essendo più vicini ai territori colpiti, avevano anche più argomentazioni.
In questa fase, proprio per la dimensione dell'intervento, sento di dover ricordare alcune cose prima di esprimere il mio voto. Esprimo innanzitutto un telegrafico apprezzamento per quanto questa Regione ha fatto attraverso la Protezione civile. L’altra considerazione è un richiamo che questa mattina faceva anche il Presidente Errani, quindi non lo faccio certo a lui, a proseguire in quest'opera di accompagnamento delle persone colpite, perché oggi questo evento è inserito in un contesto completamente diverso da quello per esempio del terremoto dell'Aquila.
Oggi, rispetto a quel periodo la gente è molto più esasperata, è molto più delusa anche dalla politica, e quindi ciò che di buono la politica e le Istituzioni possono fare in questo momento serve per recuperare o per tentare di recuperare questo rapporto molto di più di quanto è avvenuto nell'altro drammatico evento che ha colpito le popolazioni dell'Aquila.
Mi sento di fare un’altra considerazione telegrafica rispetto alle considerazioni espresse sulla disciplina antisismica. Su questo bisogna essere molto chiari: la disciplina deve esser la più rigorosa possibile, certamente non si può prevedere l'imprevedibile e non si può gravare oltremodo una qualsiasi attività per prevedere cose che capitano una volta ogni mille anni, ma la disciplina deve essere assolutamente rigorosa.
Se privati cittadini o aziende non hanno rispettato le norme, quando sarà ora ne risponderanno, però attenzione perché gli imprenditori per quanto riguarda la normativa antisismica non hanno mai chiesto di ridurre la sicurezza: chiedono invece di ridurre la burocrazia che sta dietro a questa disciplina, a queste tutele antisismiche.
Come ho sentito affermare anche dalla consigliera Meo, probabilmente da una posizione diversa dalla mia, non è sufficiente dire che non vogliamo aggravare la burocrazia e le questioni relative all'impresa, ma bisogna che come Istituzione (e ovviamente la maggioranza ha qualche responsabilità in più) cerchiamo di creare dei meccanismi, che da una parte tutelino la sicurezza delle persone, ma dall'altra non impediscano di fare le cose. Poiché quindi in questo momento potremmo essere troppo presi dalla drammaticità degli eventi accaduti, non dobbiamo perdere di vista invece anche l'operatività delle cose.
Rispetto alle due risoluzioni, ovviamente voterò quella concordata da tutti i Capigruppo, mentre per le motivazioni già espresse da altri non voterò quella del consigliere Favia. Peraltro, non mi sento di coinvolgere nessun altro e, quindi, molto tranquillamente comunico che non la voterò, ma non tanto perché non condivido il merito.
Collega Favia, se vuole dopo, nell’intimità del nostro ufficio, scriviamo insieme una bella lettera ai partiti e magari anche a Grillo, se vuole contribuire personalmente. Essendo un milionario, lo può fare. Gli scriviamo una lettera - io sono disposto a scriverne una ad Alfano - per contribuire a destinare i fondi del rimborso ai partiti.
Agire con un atto così eclatante in questa sede non mi pare che sia opportuno. È questo il motivo per cui voterò contro, non per il merito, ma perché in questa sede, secondo me, avrebbe dovuto essere privilegiata l'unità di questa Assemblea, mentre lei, con la sua risoluzione, ha introdotto furbescamente un meccanismo di distinzione politica, entrato a pieno diritto nel teatrino della politica, legittimamente - nessuno si scandalizza di ciò -, mentre in questo momento si sarebbe dovuto privilegiare l'altro aspetto.
Peraltro, credo che lei abbia partecipato alla stesura dell'ordine del giorno che voteremo tutti insieme. Avrebbe potuto in quel momento inserire anche le sue considerazioni e, come ognuno di noi ha fatto quando si è cercato di arrivare a un provvedimento condiviso, qualcuno ha tolto elementi e qualcuno li ha inseriti.
È molto più importante in questo momento che parta un segnale univoco da questa Regione. Secondo me, nel merito abbiamo agito bene, ma avremmo potuto agire anche meglio nel corso di quest’Assemblea.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Ci sono momenti che richiedono unità, al di là delle diverse appartenenze politiche. Per questo motivo era senz'altro importante che da quest'Aula uscisse una posizione del Consiglio regionale e dei suoi componenti che non si diversificasse.
Leggendo i giornali, ho apprezzato il fatto che addirittura la comunità dei Sikh si sia attivata per portare aiuto alle popolazioni. Una divisione di questa Assemblea, a torto o a ragione, mi sembra oggi la posizione più brutta che noi possiamo assumere.
Parlo anche a nome di un partito che sia sulla trasparenza dei finanziamenti, sia sulla totale cancellazione dei rimborsi elettorali ha organizzato i banchetti quindici giorni fa. Noi siamo stati per un mese a raccogliere firme, abbiamo raggiunto le 500.000 firme e le abbiamo consegnate proprio l'altra settimana a Roma.
Non ho problemi, dunque, a parlare di rinunciare ai fondi o a chiedere al mio partito di attivarsi. Avremmo potuto, noi dell'Italia dei Valori, fare i primi della classe, ricordando che noi ci avevamo già pensato prima e avevamo speso tempo e attività in questa direzione. Non l'abbiamo volutamente fatto, perché ci sembrava più importante che lo scopo principale fosse quello che da quest’Assemblea uscisse per tutti i cittadini terremotati, di qualsiasi colore e appartenenza politica, una posizione unita, dimostrando che quest’Assemblea c'è e farà di tutto per dare una mano.
Prendo atto che non è così e ciò sinceramente mi mette molto in difficoltà, come mi mette molto in difficoltà della risoluzione presentata dal Movimento 5 Stelle il primo punto che segue le parole «impegna la Giunta regionale e l'assessore competente», punto che chiede di pubblicare immediatamente su un apposito sito, adeguatamente pubblicizzato, tutte le offerte ricevute.
Io appartengo a una cultura in cui la beneficenza di solito non ha un nome. Nella mia famiglia mi hanno insegnato che bisogna sempre attivarsi per aiutare il prossimo, ma che non bisogna mettere la firma. Mi pare veramente molto brutto che in quest’Assemblea si senta la necessità di precisare chi ha versato quanto e giocare al rialzo.
FAVIA: Non c’è scritto così!
BARBATI: Se ho capito male, consigliere Favia, ne sono contenta. Mi fa piacere. Se non è così, è meglio, perché veramente mi sembrava brutto. Per me era inaccettabile.
Sul controllo di come verranno versati questi fondi, invece, sono d’accordo. È ovvio che sia necessario, ma credo anche che non ci sia bisogno di chiederlo agli assessori competenti, perché credo che verrà effettuato.
Avremmo voluto anche, all'ultimo punto del suo documento, poter inserire una questione molto importante. Si parla di devolvere a favore delle popolazioni colpite dal sisma l'importo relativo ai rimborsi elettorali del 2012. Ripetendo che come partito abbiamo già iniziato questo percorso, vorrei aggiungere, ma non credo che sia possibile farlo, perché l'ho appena chiesto, che vorremmo devolverle non solo alle popolazioni colpite dal sisma, che sono le nostre in questo momento, ma anche a quelle de L'Aquila e, perché no?, della Liguria. Non vorrei compiere diversità, visto che adesso tocca a noi. Noi adesso ci attiviamo addirittura a livello nazionale perché una parte dei rimborsi elettorali che vanno ai partiti arrivino in questa regione.
Ci sono alcuni elementi in questa risoluzione che fondamentalmente non mi convincono, collega Favia. Le ripeto, parlo con la coscienza pulita, nel senso che io su questi temi, come i colleghi che ho fianco, che sono stati ai banchetti sulle strade, non ho proprio nulla da nascondere, soprattutto sul discorso dei rimborsi elettorali, a differenza forse di altri partiti che sono presenti in quest'Aula.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarare il voto, mio e del Gruppo della Federazione della Sinistra, favorevole alla risoluzione sottoscritta da tutti i Capigruppo dell'Assemblea legislativa. La votiamo convintamente, facendo prevalere l’essenziale sui dettagli particolari.
Per esempio, noi avremmo preferito che in questa risoluzione fosse messo maggiormente in discussione il vincolo del Patto di stabilità ai Comuni, piuttosto che limitarsi alla richiesta di allentamento, o che fosse assunta una posizione sul tema dell’IMU non limitata al rinvio del pagamento, ma accompagnata da un'affermazione chiara sull’assurdità di prevedere anche un domani il pagamento su case dichiarate inagibili.
Ciò premesso, siamo convinti che in questa fase sia di significato, oltre che simbolico, anche concreto il fatto che si arrivi a un documento condiviso dall'intera Assemblea e che a quelle popolazioni si mandi la prova che il sistema politico-istituzionale è al loro fianco e individua con chiarezza le priorità, riconoscendo la centralità dei loro bisogni.
Per fare ciò credo che ognuno di noi debba, come hanno dimostrato alcuni colleghi di alcuni Gruppi che hanno ritirato i loro documenti, compiere un gesto di disponibilità e rinunciare a un pezzo dell’io per far prevalere il processo collettivo.
Sarò una signora che proviene dal Novecento, però credo a questi sistemi e mi dispiace questo tentativo dell'ultimo istante di distinzione di un Gruppo politico. Mi dispiace. Ognuno fa ciò che vuole e si assume le sue responsabilità, ma l'hanno affermato anche altri colleghi: non si capisce, secondo me, e probabilmente è una delle ragioni delle diversità, il principio sulla base del quale le Istituzioni possono agire non con consociativismo, ma con senso di solidarietà.
Inoltre, svolgo due considerazioni al volo. In entrambi i documenti si tocca il tema di politiche nazionali delle quali la Regione Emilia-Romagna non ha competenza, perché non è la Regione - l’hanno sottoscritto anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle - a stabilire le modalità con le quali si applica l'IMU. Non è la Regione Emilia-Romagna, che pure ha fatto il possibile a trovare norme per allentare il Patto di stabilità. La Regione ha fatto quanto poteva su questo tema, unica in Italia. Non sono la Regione Emilia-Romagna o i Gruppi politici dell'Emilia-Romagna in grado di determinare le scelte - su questo punto aggiungerò una considerazione in seguito - che i partiti a livello nazionale compiono sul finanziamento pubblico ai partiti.
Mi stupisce la posizione del collega Favia, il quale ha dichiarato durante la discussione sul tema delle spese militari le ragioni per le quali il suo Gruppo non partecipava a quella discussione e a quel voto, quando noi chiedevamo di destinare tali somme alle emergenze sociali, e vivaddio questa lo è. Oggettivamente, adesso il suo Gruppo propone, sia con la firma, sia con un’autonomia iniziativa, di intervenire su politiche di questo tipo. Mi devono spiegare perché una decisione è valida un giorno e il giorno dopo non lo è più.
Io rivendico la validità e il dovere, oltre che il diritto, delle nostre Istituzioni di stabilire corrette relazioni tra il basso e l’alto e, quindi, di condizionare, orientare ed esprimersi sulle politiche pubbliche nella loro dimensione più vasta, così come io mi occupo volentieri di Europa, di mondo, di Paese, di Emilia-Romagna e del dettaglio delle realtà dei nostri Enti locali. Sono contraddizioni che devono emergere.
Nella risoluzione proposta c'è un cambiamento di posizione politica, perché i colleghi del Movimento 5 Stelle hanno sempre sostenuto la necessità di rinunciare al finanziamento pubblico ai partiti, mentre con questa risoluzione si chiede che i partiti prendano questi soldi e li devolvano in altro modo.
Il mio partito - non avrei sollevato la questione, ma giustamente il collega Bonaccini ha parlato per il suo Gruppo e ha reso conto il modo in cui l'Italia dei Valori è intervenuta - ha istituito già da lunedì, come scelta nazionale, quella che noi chiamiamo una cassa di resistenza, ossia un fondo che metteremo a disposizione dei bisogni delle popolazioni. Affronteremo specificatamente, in questa fase, il problema occupazionale collegato all'emergenza dei lavoratori. L’entità di questo fondo sarà un contributo che offrirà il mio partito. Lo stabiliremo collettivamente, così come il contributo degli iscritti e delle iscritte, esattamente secondo le considerazioni che svolgeva il collega Bonaccini.
Si compie questa come una scelta spontanea. Questo è il tema. Giustamente affermava la collega Barbati che, dal momento che sono scelte nazionali e che, ahimè, questo è un Paese in perenne emergenza, in cui sono tanti i luoghi diversi delle differenti emergenze, io mi rifiuto, proprio perché ho questo approccio di carattere generale, di sottoscrivere un documento che chiede, non so in virtù di che cosa, che l'intero Paese si faccia carico specificatamente dell'emergenza emiliano-romagnola, che noi ribadiamo essere nazionale, ma che non consideriamo essere l'unica emergenza attualmente presente nel Paese. Si tratta di un problema nazionale, di uno dei tanti di cui il Paese, come sostiene giustamente il Presidente Errani, si deve far carico.
Queste sono alcune delle ragioni per le quali voteremo contro la proposta dell'ordine del giorno del collega Favia.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Intervengo anch'io per confermare che come Gruppo, voteremo la risoluzione firmata da tutti i rappresentanti dei Gruppi presenti in quest'Aula, sottolineando, come hanno fatto molti colleghi, che, al di là dei contenuti, comunque importanti, anche perché altrimenti non l’avremmo sottoscritta, ci riconosciamo nella necessità che oggi l'Assemblea regionale invii un segnale forte ed unitario alle popolazioni colpite da questo triste evento, ahimè anche fonte di lutti, che ha devastato una parte molto importante del nostro territorio.
Abbiamo presentato una risoluzione che abbiamo provveduto a ritirare, riconoscendo prioritaria non solo la sintesi della risoluzione 2735, ma anche e soprattutto la necessità di inviare un segnale di unità, convinti come siamo che, di fronte a vicende tristi e preoccupanti come questa, l'importanza delle Istituzioni si misuri anche nella capacità di riuscire a parlare con una voce sola ai cittadini, i quali, fortemente preoccupati e gravemente colpiti e danneggiati da questo evento, si attendono e hanno il diritto di attendersi comportamenti univoci da parte delle Istituzioni stesse.
Inserisco un breve inciso in questo dibattito, rivolgendo un invito, che non abbiamo ancora formalizzato come risoluzione, ma ci proponiamo di farlo nei prossimi minuti - e sarà oggetto di discussione, mi auguro, in un molto prossimo futuro - a quest’Aula.
Invito a una riflessione rispetto a un gesto che l’Aula, non il Governo, né la Giunta o altri, ma noi potremmo compiere: lancio la proposta di prendere l'impegno da parte di quest'Aula di destinare gli avanzi che i Gruppi hanno registrato nell'anno 2011 e che, per effetto contabile, si trascinano nel bilancio dell'Assemblea - si tratta del nostro bilancio - e a compiere gli atti necessari affinché l'Ufficio di Presidenza, redigendo una variazione di bilancio, possa destinare queste somme alla Giunta, finalizzandole agli interventi nelle aree terremotate.
Sono soldi che avevano a disposizione i Gruppi politici di quest'Aula e che non sono stati spesi nel 2011, anno di riferimento, soldi che, per effetto delle nostre norme di bilancio, vengono trascinati e si aggiungono a quelli del 2012. Dal momento che non sono stati spesi in quell'anno, ritengo che possano essere destinati agli interventi in questa direzione. Sarebbe un segnale importante che non deleghiamo o chiediamo ad altri, ma che possiamo inviare noi in prima persona. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, sono chiuse le dichiarazioni di voto. Il consigliere Favia è già intervenuto e non ravviso gli elementi del fatto personale per consentirgli di intervenire di nuovo. Abbiamo chiuso il dibattito.
FAVIA: Chiedo di intervenire per fatto personale. Lei non può non riconoscere mai il fatto personale.
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere Favia, decida lei se rimanere in Aula o accomodarsi. Lei non può parlare alla Presidenza sostenendo che non può non riconoscere qualcosa. Mi ha posto una richiesta e io non ravviso gli elementi del fatto personale. Se non si riconosce in questa Presidenza, ci sono altri strumenti per esprimersi che non parlare a microfono spento.
Sono chiuse le dichiarazioni di voto. Nominiamo ora gli scrutatori: la consigliera Costi, il consigliere Ferrari e il consigliere Pollastri.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'oggetto 2735.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Presidente, chiedo la votazione elettronica.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Si proceda alla votazione dell’oggetto 2735, "Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Villani, Manfredini, Favia, Riva e Noè circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia e i relativi impegni della Giunta regionale nei confronti dei cittadini, imprese e lavoratori per proseguire negli impegni già assunti per il ripristino delle più diverse situazioni", con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
40
Assenti
10
Votanti
39
Favorevoli
39
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Si proceda alla votazione dell’oggetto 2736 "Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Ferrara e Bologna e i relativi impegni della Giunta regionale e per invitare i Gruppi assembleari a sollecitare le rispettive segreterie politiche a devolvere in favore delle popolazioni colpite dal sisma l'importo relativo ai rimborsi elettorali dell'anno 2012", con l’uso del dispositivo elettronico a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
38
Assenti
12
Votanti
37
Favorevoli
6
Contrari
31
Astenuti
--
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è respinta.
OGGETTO 2645
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Cevenini, Mandini, Mazzotti, Corradi, Bartolini e Aimi: «Modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali)» (38)
(Relazione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo ai progetti di legge. Chiamo l'oggetto 2645 «Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Cevenini, Mandini, Mazzotti, Corradi, Bartolini e Aimi "Modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13."»
Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Statuto e Regolamento” nella seduta del 16 maggio 2012.
Il relatore della Commissione, il consigliere Antonio Mumolo, ha fatto riserva di chiedere l'autorizzazione alla relazione orale sul progetto di legge, che si compone di tre articoli.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della richiesta di autorizzazione alla relazione orale del consigliere Mumolo, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
37
Assenti
13
Favorevoli
37
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Richetti): La richiesta di autorizzazione alla relazione orale è accolta.
La parola al consigliere Mumolo per la relazione orale.
MUMOLO, relatore: Grazie, presidente. Si tratta di un progetto di legge che apporta alcune modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13, la legge che istituisce il Consiglio delle autonomie locali. È un progetto di legge, peraltro, condiviso dall'Ufficio di Presidenza, costituito da tre articoli.
L’articolo 1 introduce una serie di modifiche alla legge istitutiva del Consiglio delle autonomie locali.
Il comma 1 prevede l'abrogazione della disposizione relativa alla sede del CAL, che non è più presso l'Assemblea legislativa.
Il comma 2 prevede la possibilità per i componenti del CAL di delegare un assessore alla partecipazione delle sedute del CAL e delle Commissioni, per agevolare la possibilità di svolgere le riunioni con tutti i componenti, dal momento che in passato i sindaci non potevano farsi sostituire. Con questa modifica, invece, potranno farsi sostituire da un assessore.
Il comma 3 stabilisce che, nell'ipotesi che non sia possibile sostituire un componente elettivo decaduto a causa della mancanza di candidati nella graduatoria dei non eletti - precedentemente sussisteva il caso in cui l'elenco si poteva esaurire; se un consigliere era decaduto, non c'era la possibilità di sostituirlo, il che ovviamente comportava l'impossibilità per il CAL di riunirsi -, cioè che si esaurisca la lista, il CAL potrà tranquillamente riunirsi, anche se non sono presenti tutti i componenti, perché uno è decaduto e non è possibile sostituirlo. In questo caso non sarà richiesto il rispetto del rapporto previsto dalla legge istitutiva del CAL tra Comuni montani e Comuni non montani.
Al comma 4 è previsto che, qualora nel corso della legislatura decada più della metà dei componenti elettivi, si proceda a nuova elezione di tutti i componenti.
Il comma 5 abroga la disposizione che prevedeva che i componenti uscenti svolgessero la loro funzione fino alla nomina dei successori.
Queste sono le modifiche. L’articolo 2 "Disposizione transitoria" dispone che le modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2009 introdotte dalla presente legge si applicano anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge.
L’articolo 3 stabilisce semplicemente che la legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna.
Per il momento mi fermo, presidente. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mumolo. Se nessun consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, passiamo all'esame dell'articolato.
Passiamo all’esame dell’articolo 1. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 1.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 2. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 2.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 3. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 3.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento di legge. Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
33
Assenti
17
Favorevoli
33
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge recante «Modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali)»
OGGETTO 2618
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all’Associazione Rete politecnica regionale» (39)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Chiamo l'oggetto 2618 «Progetto di legge d'iniziativa della Giunta "Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione Rete politecnica regionale"».
Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport" nella seduta del 15 maggio 2012, unitamente all'estratto del verbale della seduta ai sensi dell'art. 39, comma 13, del Regolamento interno.
Il progetto di legge si compone di tre articoli. La relatrice della Commissione, consigliera Rita Moriconi, ha presentato relazione scritta.
La parola alla consigliera Moriconi per la relazione.
MORICONI, relatrice: Il progetto di legge oggi presentato nasce con l'obiettivo di consolidare, anche sul piano formale, la Rete politecnica regionale degli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Costruire un sistema unitario che sia in grado di mettere ancora di più in rete i soggetti che operano in campo educativo e formativo con il sistema delle imprese e dei centri di ricerca scientifica e tecnologica darà modo di sviluppare nuove sinergie funzionali e processi di innovazione di cui il nostro apparato industriale e scientifico ha oggi particolarmente bisogno.
L’obiettivo di sviluppare e modernizzare il settore della formazione superiore in campo tecnologico e professionale consentirà di favorire una crescita intelligente e sostenibile, che potrà contribuire a sviluppare un'economia che parta dalla conoscenza per arrivare all'innovazione, raccordandosi con l'impresa e con i centri di ricerca, con più efficiente e sostenibile utilizzo delle risorse esistenti, favorendo, nel contempo, la crescita dell'occupazione, in particolare nel settore giovanile, che tanto sta soffrendo della difficile congiuntura economica e sociale che stiamo vivendo.
Dare la prospettiva di un futuro lavorativo più sicuro ai nostri giovani significherà, perciò, non soltanto offrire più stabilità e speranze per il futuro alla nostra società, ma anche favorire la ricerca, fornendo alle nuove generazioni strumenti e risorse per fare e costruire innovazione, il che favorirà la crescita complessiva di tutta la collettività, concedendo spazio a nuove forme di sviluppo economico e di occupazione.
La Rete politecnica regionale sarà, dunque, da intendersi come un sistema regionale unitario di relazione tra istituzioni scolastiche, Enti di formazione professionale, università, centri di ricerca e imprese, capace di sviluppare e portare a valore la cultura professionale, tecnica tecnologica e scientifica qualificando e innovando competenze e professionalità e valorizzando le specifiche specializzazioni proprie di ciascuna fondazione ITS, specializzazione intelligente e rete formativa in rapporto costante con l'impresa e la ricerca scientifica.
La Regione Emilia-Romagna ha, dunque, deciso di dare organicità e sistematicità alla programmazione regionale dell'offerta formativa in tutti i suoi segmenti, cioè alta, specialistica e superiore, sostenendo lo sviluppo di una cultura tecnologica, scientifica e professionale e promuovendo il rinnovamento del proprio sistema territoriale, dando vita a un'offerta stabile, articolata e condivisa.
In linea con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008, la Regione Emilia-Romagna nella programmazione del Piano territoriale triennale 2008-2010 dell'offerta di formazione superiore ha deciso, al fine di evitare inutili sovrapposizioni o duplicazioni dell'offerta, di istituire nuovi ITS caratterizzati da un preciso e immediato collegamento con il mercato del lavoro, prevedendo diverse tipologie formative, che non facevano riferimento alla durata dei corsi in termini di ore, ma erano rivolte alle specifiche esigenze dei contesti territoriali in relazione alle figure professionali formate nell'ambito delle aree considerate strategiche dagli indirizzi nazionali di programmazione economica.
Vennero così delineati i poli tecnici all'interno di una rete regionale di attività proposti da diversi soggetti concepiti per trovare sinergie al fine di progettare e realizzare obiettivi comuni volti allo sviluppo dell'occupazione, dell'innovazione e della ricerca scientifica applicata al mercato del lavoro.
Prioritaria è risultata, dunque, l'esigenza di costruire nuove forme di collaborazione a livello territoriale fra i diversi soggetti formativi, il mondo del lavoro e della ricerca nell'ambito dei poli tecnici regionali, con l'obiettivo di favorire e sostenere l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e di sostenere lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo, incentivando la qualificazione e le competenze degli operatori.
Partendo dal DPCM del 2008 sono stati individuati specifici ambiti settoriali collegati con particolari vocazioni produttive territoriali che rappresentano i principali settori di sviluppo e di innovazione strategica per la Regione Emilia-Romagna, tenendo in considerazione per l'individuazione degli ambiti settoriali sia l'offerta di istruzione già presente sul territorio, sia l'esperienza già maturata dei soggetti formativi ivi presenti.
Le corrispondenze tra i territori provinciali, gli ambiti settoriali regionali e le aree tecnologiche nazionali sono così riassunte: Piacenza logistica dei trasporti, Parma agroalimentare, Reggio Emilia meccatronica, Modena meccanica e materiali, Bologna automazione meccanica, Forlì-Cesena ICT e innovazione organizzativa, Ferrara abitare, edilizia e recupero nuovi materiali, Ravenna energia e ambiente e Rimini turismo e benessere.
Alla luce di quanto già precisato è diventato, dunque, essenziale dare concretezza e visibilità all'offerta formativa collegata alle vocazioni del territorio, contestualizzando i poli tecnici nel quadro di una rete regionale. Così sono stati costituiti sette ITS distribuiti sui diversi territori provinciali, che nell'anno 2011 hanno avviato nove percorsi biennali a copertura degli ambiti individuati dal piano triennale.
Dal punto di vista giuridico questi ITS sono configurati nella forma della fondazione di partecipazione senza fini di lucro, come previsto dal Codice civile, con natura privata. La composizione minima della fondazione ITS è costituita da un Istituto Secondario Superiore, statale o paritario, con funzione di Ente di riferimento, una struttura formativa accreditata dalla Regione per l'alta formazione, un'impresa del settore produttivo di riferimento, un dipartimento universitario o un altro organismo appartenente al sistema della ricerca scientifica e un Ente locale.
Gli ITS rappresentano, dunque, un validissimo strumento, differente dal canale universitario, per dare risposta occupazionale al sistema scolastico e rispondere all'attuale forte carenza sul mercato del lavoro di tecnici altamente specializzati.
Con la programmazione del Piano triennale Rete politecnica 2011-2013 la Regione Emilia-Romagna ha confermato le scelte e gli obiettivi già definiti dal precedente Piano e ha deciso di rinforzare le reti regionali in forme stabili e coese, scegliendo di formare un'Associazione degli ITS dell'Emilia-Romagna nell'ottica di consolidare la Rete politecnica per far sì che si costruisca una vera e propria rete di collegamento che rafforzi numericamente e qualitativamente le professionalità della nostra regione e dia modo alle imprese di potersi avvalere di personale formato e qualificato per le proprie esigenze.
Per quanto riguarda l'illustrazione del dispositivo, l'articolo 1 spiega le finalità e le condizioni per la partecipazione della Regione Emilia-Romagna in qualità di socio fondatore all'Associazione Rete politecnica regionale, che avrà sede a Bologna e prevede la nomina da parte della Giunta regionale di un rappresentante della Regione all'interno dell'organo esecutivo dell'Associazione.
L’articolo 2 stabilisce le condizioni per la partecipazione finanziaria della Regione Emilia-Romagna alla costituzione del patrimonio dell'Associazione, con una quota pari a 25.000 euro, prevedendo una quota di adesione annuale di importo definito a seconda delle disponibilità del bilancio regionale annuale.
L’articolo 3, infine, per assicurare una copertura agli oneri derivanti dalla partecipazione della Regione all'Associazione prevede una variazione del bilancio regionale e l'istituzione di un apposito capitolo all'interno dell'unità previsionale di base esistente, ovvero l'istituzione di una nuova apposita unità previsionale di base che sarà dotata della necessaria disponibilità in sede di approvazione della legge annuale di bilancio.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Moriconi, per l’illustrazione.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Siamo stati favorevoli all’istituzione dei poli tecnici, poiché riteniamo che siano fondamentali per definire un nuovo ordinamento di istruzione superiore. Condividiamo che vi sia un'offerta formativa adeguata per garantire la diffusione della cultura scientifica e tecnica di supporto alle misure per la crescita sociale ed economica del territorio.
Tuttavia, la presente proposta ci ha sollevato alcune perplessità. La partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'ennesima Associazione comporta infatti vincoli e adempimenti che avremmo preferito lasciare all'autonomia e alla capacità auto-organizzativa dei diversi ambiti settoriali regionali.
Se è proprio ritenuto indispensabile partecipare come socio fondatore all'Associazione della Rete politecnica regionale, sarebbe, a nostro parere, opportuno mappare, così come si sta facendo per gli altri casi, tutte le partecipazioni della Regione Emilia-Romagna ad Associazioni o Enti e cominciare a scegliere per importanza, definendo ambiti di priorità e urgenza di intervento, fissando obiettivi e scadenze determinati, al fine di poter valutare i risultati attesi e la misura delle risorse investite.
La quota associativa di 25.000 euro, che la si ritenga esigua o cospicua, è comunque una somma che non è possibile valutare, in quanto non si indica nel progetto di legge a che cosa sarà destinata, né se le prossime quote annuali saranno di pari o superiori importo. Si tratta di un’indeterminatezza che, dal nostro punto di vista, conduce a spese a carico del bilancio regionale che potrebbero essere evitate.
Per queste ragioni il Gruppo della Lega Nord si astiene. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli. Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, passiamo all’esame dell’articolato.
Passiamo all’esame dell’articolo 1, "Istituzione, finalità e condizioni per la partecipazione". Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all'articolo 2, "Partecipazione finanziaria". Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all'articolo 3, "Norma finanziaria". Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero articolato del progetto di legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente. Credo che con questo progetto di legge, pur composto di soli tre articoli, questa Regione porti a compimento un progetto importante, perché all'interno del sistema complessivo di istruzione, di formazione professionale e di sostegno alla creatività e alla nuova imprenditorialità di questa regione si conferisce una centralità alle risorse umane e, quindi, ai giovani e alle giovani di questa regione, come elemento decisivo per uscire dalla crisi e per trovare nuove forme di lavoro e new skills for new jobs, come si dice.
Occorre immaginare una Regione in grado di mettere in campo nuove professionalità per l'approdo a un’uscita da questa crisi, che richiederà una nuova creatività e una nuova fantasia anche dal punto di vista imprenditoriale. A tal fine noi mettiamo in rete nove Istituti Tecnici Superiori che hanno già avuto nella loro costituzione un elemento di straordinaria dinamicità da parte di questa Regione, la quale ha messo insieme Istituzioni, Enti di ricerca ed Enti di formazione e soprattutto le imprese, che sono all'interno di queste fondazioni e che hanno determinato una co-progettazione e una co-determinazione dei progetti educativi di sviluppo e di formazione che, lo voglio ricordare, sono svolti per il 50 per cento in aziende e per il 50 per cento in formazione tradizionale.
Si tratta di un elemento molto importante, perché attraverso l’individuazione di questi nuovi Istituti Tecnici Superiori specialistici noi forniremo nuove risorse e nuove opportunità a oltre 650 giovani che già aderiscono ai percorsi che sono stati avviati nella Regione Emilia-Romagna, dimostrando come in pochissimo tempo, dalla fine dell'anno 2011, tutte le Province si siano attrezzate per poter costituire le fondazioni e come in questo modo, nella sinergia che tanto viene reclamata in quest'Aula tra formazione e lavoro, tra formazione e impresa, tra mondo della formazione, dell'istruzione e della ricerca e mondo delle imprese vi sia una capacità di coesione in grado di fornire risposte effettive e puntuali alle esigenze delle nuove imprese della nostra Regione.
Io credo che la scelta che la Regione Emilia-Romagna ha compiuto e che porta a termine il processo complessivo di istruzione e formazione e di avviamento al lavoro sia una scelta molto importante e che da essa trarrà beneficio non solo il sistema formativo, non solo la situazione occupazionale dei giovani in questa nostra Regione, ma anche, così come hanno dimostrato, aderendo in maniera importante, le imprese principali per la loro specificità. In ogni territorio provinciale della nostra provincia oggi c’è un Istituto Tecnico Superiore che ha una sua vocazione conforme alla vocazione territoriale delle imprese prospettate, in prospettiva di ricerca e di innovazione per il futuro.
Credo che sia una risposta intelligente, una risposta importante, che rientra nell'ottica dell'impegno che questa Regione ha assunto, con il Patto per la crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, di fornire una risposta agli obiettivi di Europa 2020.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pagani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Credo che in questa Regione si stiano compiendo iniziative importanti e pregevoli, che io apprezzo, a sostegno della cultura tecnico-scientifica, il che significa, a mio parere, anche un sostegno al valore del lavoro.
Una delle ragioni della crisi del nostro Paese e forse, più in generale, dell'Occidente, a esclusione della Germania, che probabilmente è sempre riuscita a mettere in valore la propria cultura calvinista del lavoro, è che noi in questi ultimi decenni abbiamo creato una cultura veramente scellerata, per la quale il lavoro, in particolar modo il lavoro manuale e tecnico, è stato molto spesso di fatto equiparato alla peggiore delle condizioni. In effetti, ci sono molti elementi che confermano questo fatto, a partire da quanto viene riconosciuto sul piano sociale ed economico alle persone che lavorano.
Si è molto parlato anche nel nostro Paese di economia della conoscenza, la si è anche mitizzata e in molti casi si è cercato di scimmiottare quello che era possibile fare nei grandi distretti informatici, siano essi a ridosso della Silicon Valley o in India. Se parliamo dell'economia della conoscenza nel nostro territorio, però, dobbiamo innanzitutto avere la capacità di valorizzare i suoi enormi bacini di conoscenza e di know-how.
Il Piano che è stato predisposto per gli Istituti Tecnici Superiori cerca proprio di riferirsi a questi giacimenti di conoscenza, depositati in decenni di esperienza, che ci sono stati invidiati e ci sono ancora in gran parte invidiati da tutto il mondo.
Io conosco, in particolar modo, un settore, quello del packaging, per la parte meccanica. Fra Bologna, Modena e Reggio e anche una parte della Romagna c'è un giacimento di competenze tecnologiche che è invidiato perfino dalla Germania intera, grande potenza industriale.
Io credo che noi stiamo compiendo un’azione positiva, cercando di segnalare attraverso queste nuove opportunità un bisogno anche di riorientare le scelte scolastiche e le scelte professionali. Dobbiamo constatare, pur lasciando ai giovani la libertà e la possibilità di realizzare i propri sogni, che, quando ci ritroviamo con alcune migliaia, se non con decine di migliaia di lauree in scienze della comunicazione, dobbiamo poi gestire un problema enorme di riqualificazione di quei giovani, che hanno dedicato molto tempo della loro vita a uno studio per un mestiere che non offre le possibilità che erano state prospettate soltanto dieci anni fa.
Noi abbiamo una grande tradizione, una grande capacità tecnica, in particolar modo nei settori meccanici, ma anche in altri, e io credo che offrire ai giovani e alle imprese la possibilità di avere ulteriori strumenti di questo tipo sia assolutamente fondamentale.
È per questo motivo che trovo opportuno anche questo ulteriore strumento che viene messo in campo per cercare di conferire ancora maggiore organicità a questo progetto. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: In merito a questo progetto di legge esprimo un voto di astensione, perché lo ritengo come impostazione concettualmente interessante. Effettivamente potrebbe favorire un incontro tra l'esigenza del mondo del lavoro, la vocazione del territorio e quella che sarebbe anche un'adeguata formazione in quella direzione.
Se, però, guardo come è stata strutturata l’organizzazione di questi istituti, obiettivamente nutro grandi perplessità. Vedere che abbiamo istituito una fondazione per ogni ITS e che poi successivamente istituiremo la fondazione delle fondazioni mi sembra un andare a strutturare troppo una realtà che organizzativamente avrebbe già potuto trovare risposte secondo percorsi molto più semplici.
È ciò che mi è stato riferito anche da molte Province rispetto a questa impostazione. Io mi ripropongo di vedere, fra due o tre anni, se queste strutture saranno adeguate per fornire una risposta a ciò che concettualmente considero interessante.
Ripeto, però, che ho un esempio anche nella mia stessa città di Bologna, dove, di fronte all'esistenza di una Fondazione Aldini Valeriani, riconosciuta da tempo, l’ITS ha dovuto creare un'ulteriore sovrapposizione, costituendo un'altra fondazione.
Staremo a vedere. Al momento preferisco esprimermi con un voto di astensione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. A nome del mio Gruppo, essendo solo, esprimo un voto di astensione…
BIGNAMI: Male, ma sei accompagnato!
POLLASTRI: Chiedo scusa, collega Bignami. Non ti avevo visto.
Esprimiamo, dunque, un voto di astensione su questo progetto di legge, che nella finalità è positivo per le possibili prospettive e ricadute tra l'attività delle imprese e il mondo del lavoro. Spesso, però, sappiamo che il tradurre in pratica e l’avere riscontri concreti potrebbero incontrare alcune difficoltà e, quindi, al buio noi non voteremo a favore.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
34
Assenti
16
Favorevoli
25
Contrari
--
Astenuti
9
PRESIDENTE (Mandini): Proclamo approvata la legge recante: "Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione Rete politecnica regionale"».
OGGETTO 2601
Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell'Accordo di collaborazione operativa tra la Regione Emilia-Romagna ed il Ministero del Lavoro, Affari Sociali e Pari Opportunità della Repubblica di Albania (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 11.04.12).» (76)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo agli atti amministrativi. Chiamo l’oggetto 2601 "Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell'Accordo di collaborazione operativa tra la Regione Emilia-Romagna ed il Ministero del Lavoro, Affari Sociali e Pari Opportunità della Repubblica di Albania (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 11.04.12)".
La Commissione "Bilancio, Affari Generali ed Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 7 maggio 2012, con la seguente votazione: favorevoli 20, contrari nessuno e 15 astenuti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Signor presidente, volevo molto brevemente svolgere una valutazione che ovviamente corrisponde al voto a favore che abbiamo già espresso in Commissione su questo accordo.
Quando ci si interroga sul tema se sia utile o meno avere una proiezione internazionale della nostra Regione, se ciò sia proporzionato o adeguato ai tempi e alle limitazioni economico-finanziarie, se si tratti, in sostanza, di uno spreco o meno, osservo che questo protocollo è una delle dimostrazioni del fatto che essere presenti in maniera attiva sulla scena della cooperazione internazionale, in questo caso su richiesta, peraltro, del Ministero degli affari esteri italiano, ossia del Governo italiano, è uno degli elementi di investimento strategico non soltanto per l'Ente Regione, ma anche per il sistema delle Istituzioni locali, per il sistema delle imprese e per il sistema territoriale.
In questo caso si tratta di utilizzare il know-how di questa Regione, non soltanto della macchina regionale, ma anche del sistema di Istituzioni decentrate, nonché del sistema dei centri di ricerca e di formazione, per aiutare a stabilire, in questo caso per la Repubblica di Albania, un sistema efficace di governance sulle questioni sociali. In questo modo si riuscirà non soltanto a portare un contributo importante alla governance di questioni e di temi che hanno una ricaduta, diretta o indiretta, anche sul nostro territorio - pensiamo ai temi dell'immigrazione e alle questioni delle opportunità, della tutela ambientale e via elencando - ma anche e soprattutto a mettere il nostro sistema territoriale in grado di utilizzare le opportunità legate allo sviluppo di questo e di altri Paesi, per poter essere presenti con i nostri elementi di qualità su mercati nuovi, che tendono a essere sempre più interessanti.
Il voto è, dunque, favorevole, come abbiamo già espresso in Commissione. Si tratta di una dimostrazione di come, con investimenti molto limitati nel nostro bilancio per tutte le attività di proiezione, di cooperazione e di presenza internazionale, riusciamo ad attrarre risorse aggiuntive nazionali o europee. Abbiamo un sistema di qualità rispetto agli altri sistemi territoriali italiani e facciamo un favore al sistema del territorio, al sistema delle imprese e al sistema delle Istituzioni del nostro Paese.
Ricordiamocelo, perché è sempre opportuno che nella discussione e nel dibattito politico, dove legittimamente si possono e si devono esprimere opinioni diverse, evitare di buttare via il bambino con l'acqua sporca e minare alle fondamenta uno degli elementi di competitività qualitativa che la nostra Regione possiede. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in sede di discussione generale, apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Questa proposta è stata approvata dalla Giunta l'11 aprile scorso. Da allora a oggi gli avvenimenti che sono avvenuti nella nostra Regione dovrebbero essere tenuti in considerazione.
Per questa ragione noi esprimiamo voto contrario. Riteniamo, infatti, che in questo momento disastroso, destinare risorse all'Albania sia un insulto per tutte le famiglie e le aziende emiliano-romagnole che oggi stanno vivendo enormi difficoltà di natura economica.
In particolare, io esprimo voto contrario perché credo che, coerentemente, dopo tutti i buoni propositi espressi questa mattina per aiutare e sostenere le zone colpite dal terremoto nei giorni scorsi, non possiamo accettare accordi statali di oltre 11 milioni di euro a cui la Regione aderisce e che cofinanzia.
Chi voterà questa proposta dovrebbe, secondo me, avere il coraggio di andare fuori tra la gente, nelle imprese e fra le macerie del territorio a spiegare che si vogliono spendere oltre 11 milioni di euro per elaborare linee guida, per svolgere concertazioni, per studiare modelli, proposte e scambi di esperienze…
Andate da chi è rimasto senza casa e senza lavoro a spiegare che non si sa quando arriveranno gli aiuti, ma che, nel frattempo, si spenderanno 11 milioni di euro per l'acquis comunitario.
Non solo esprimo voto contrario, ma chiedo anche formalmente, alla luce delle circostanze e delle emergenze prioritarie da risolvere, che si sospenda l'approvazione di questa proposta e la si rinvii in Commissione. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini. Le ricordo, però, che siamo in dichiarazione di voto e che non è ammissibile la richiesta di far ritornare il provvedimento in Commissione.
Metto in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all'oggetto 2601.
(L'Assemblea, a maggioranza, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L’Assemblea approva.
OGGETTO 2586
Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari, Monari, Costi, Luciano Vecchi, Piva, Mumolo, Montanari, Alessandrini, Carini, Mori, Cevenini, Bonaccini, Fiammenghi, Pariani, Marani, Pagani, Mazzotti e Donini per invitare la Giunta ad esprimere apprezzamento e sollecitare la diffusione dell'iniziativa, in corso presso Comuni emiliano-romagnoli, riguardante il conferimento della cittadinanza italiana onoraria ai bambini nati da genitori stranieri residenti nei relativi territori
(Continuazione discussione e dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE (Mandini): Ricordo all'Assemblea che era aperto l'oggetto 2586, su cui avevamo già tenuto il dibattito generale nella seduta pomeridiana dell’8 maggio, relativo alla "Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari, Monari, Costi, Luciano Vecchi, Piva, Mumolo, Montanari, Alessandrini, Carini, Mori, Cevenini, Bonaccini, Fiammenghi, Pariani, Marani, Pagani e Mazzotti per invitare la Giunta ad esprimere apprezzamento e sollecitare la diffusione dell’iniziativa, in corso presso Comuni emiliano-romagnoli, riguardante il conferimento della cittadinanza italiana onoraria ai bambini nati da genitori stranieri residenti nei relativi territori".
Ricordo che erano già intervenuti in discussione generale i consiglieri Ferrari, Cavalli, Lombardi, Pagani e Naldi e che al momento della sospensione erano iscritti a parlare i consiglieri Filippi, Mumolo, Manfredini e Alberto Vecchi.
Si è prenotato il consigliere Naldi, che era già intervenuto. Potrà intervenire in dichiarazione di voto. Siamo ancora in dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.
MUMOLO: Grazie, presidente. Ho chiesto di intervenire perché sono uno dei firmatari della risoluzione e vorrei aggiungere alcuni elementi in più rispetto a quelli che sono già stati espressi in quest’Aula.
Questo pomeriggio sono tornato da un'esperienza molto bella, la nave della legalità. Si tratta di una nave partita ieri da Civitavecchia e sbarcata a Palermo questa mattina, insieme a un'altra nave, che è partita da Napoli ed è arrivata, a sua volta, a Palermo. A bordo c’erano 3.000 ragazzi, che sono arrivati a Palermo, dove li aspettavano altri 2.000 ragazzi di scuole palermitane, ragazzi di scuole medie e superiori che hanno lavorato durante l'anno a progetti di legalità che sono stati premiati con questo viaggio a Palermo per ricordare le vittime di mafia, Falcone e Borsellino. Tra questi ragazzi c'erano centinaia e centinaia di stranieri, immigrati, nati in Italia, che frequentano le nostre scuole, partecipano a progetti come questi e si sentono assolutamente italiani.
Un altro elemento è stato già ricordato sulla questione del terremoto, ossia che le comunità straniere che vivono in Italia hanno dato immediatamente la loro disponibilità. Bisogna che su queste questioni ragioniamo opportunamente, perché la discussione rischia di assumere connotati ideologici che non dovrebbero entrare in un tema del genere. Io ho sentito nella discussione precedente in Aula considerazioni di questo tipo.
È presente il consigliere Cavalli, che stimo, per carità, è una persona presente, che si impegna, ma ha parlato della spending review. Vorrei capire davvero che cosa c'entra la spending review con una questione che riguarda la cittadinanza, in questo caso, peraltro, onoraria, a ragazzi che sono nati in Italia.
Ho sentito che la sinistra chiede la cittadinanza o la modifica dello ius soli e, quindi, l’introduzione del diritto di cittadinanza nel momento in cui si nasce su questo territorio - sappiamo che, invece, l'attuale normativa prevede lo ius sanguinis - per una sorta di convenienza politica o addirittura per una sopravvivenza politica.
Vorrei riportare il tema su ciò che la risoluzione prevede. Intanto essa parte dal fatto che più di 60.000 bambini nati da genitori stranieri e residenti in Emilia-Romagna sono italiani nel sentire e nell'appartenenza, ma non sono oggi italiani nei diritti. Non sono considerati italiani e noi sappiamo tutti che, al compimento del diciottesimo anno di età, rischiano di essere mandati via.
Sappiamo qual è l’enorme apporto che l’immigrazione porta in questa Regione. Ci sono oltre mezzo milione di lavoratori stranieri che portano un contributo fondamentale al nostro tessuto produttivo e sociale.
Noi abbiamo sostenuto più volte che l'attuale legge non è adeguata e anche in quest'Aula abbiamo chiesto più volte una modifica della legge nazionale, affinché la cittadinanza italiana venga conferita a tutte le persone nate sul nostro suolo, ovviamente con alcuni correttivi, magari non immediatamente dopo la nascita. La proposta è quella che abbiamo illustrato in quest’Aula più volte, nella campagna "L’Italia sono anch'io", che mirava proprio a questo obiettivo.
Queste proposte a oggi non sono state raccolte e allora potremmo compiere un gesto simbolico. È tutto qui: la risoluzione chiede semplicemente questo, un gesto simbolico, che, peraltro, alcuni Comuni di questa Regione hanno già compiuto, conferendo la cittadinanza italiana onoraria ai bambini nati da genitori stranieri residenti nei territori di quei Comuni.
Noi chiediamo semplicemente questo. È un gesto simbolico, ma spesso i gesti simbolici portano alla modifica delle normative. Se non ci siamo riusciti in altra maniera, forse potremmo riuscirci in questo modo.
Ricordo a tutti che i gesti simbolici servono a modificare normative radicate. La prima donna nera che sedette in un autobus in un posto riservato ai bianchi commise un illecito, un gesto illegale, dal momento che la legge all'epoca prevedeva una situazione diversa, però quel gesto simbolico ha comportato la modifica alla normativa relativa all'Apartheid.
È un gesto che noi dobbiamo compiere oggi insieme. Probabilmente, se tanti Comuni dell'Emilia-Romagna aderiranno, noi invieremo un segnale forte al Governo e a chi ci governerà nei prossimi anni perché questa normativa sia modificata e i cittadini stranieri, soprattutto i ragazzi stranieri, non si sentiranno stranieri in quella che oggi è la loro Patria. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Mumolo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Su questo argomento ci siamo trovati su posizioni divergenti, anche perché abbiamo più volte ricordato che la cittadinanza italiana si ottiene tranquillamente con una scelta consapevole al compimento dei diciotto anni, nel momento in cui la si richiede. A nessuno viene preclusa questa possibilità. Non esiste alcun tipo di discriminazione da questo punto di vista. Vigono leggi precise.
Chiaramente nel mondo ci sono situazioni diverse, che hanno anche generato scelte diverse. Gli Stati Uniti d'America avevano bisogno di popolare un territorio enorme e, quindi, hanno adottato scelte diverse, perché quella era l'esigenza del Paese in quel momento, che aveva bisogno di portare milioni di persone nel suo territorio.
Noi certamente non abbiamo oggi questa esigenza, anzi, la situazione attuale e il mantenimento di una qualità di stato sociale, anche se è sempre più difficile mantenerlo, vista la crisi, non vanno certamente nella direzione di quanto si chiede in questo momento.
Peraltro, verrebbero a crearsi, e ne abbiamo già parlato, situazioni difficilmente risolvibili dal punto di vista legale. Vengono da noi genitori che hanno più figli. Supponiamo che una coppia di genitori abbia due figli nati in Nigeria e, quindi, nigeriani. Il terzo nasce in Italia e diventa italiano. In questo modo ci sarebbero due figli nigeriani e uno italiano all'interno di una stessa famiglia. Anche queste sono situazioni che non vengono né chiarite, né spiegate.
Vado oltre. Ci sono clandestini nel nostro Paese. Nel momento in cui nascono in Italia, i loro figli diventerebbero italiani. È chiaro che, a quel punto, anche i genitori automaticamente non verrebbero considerati più clandestini, ma a tutti gli effetti come soggetti che devono rimanere in Italia.
Ci sono implicazioni che non vengono chiarite. Si parla di ragionamenti di principio. Io credo che sul fatto che si è tutti uguali e che bisogna avere le stesse possibilità siamo d’accordo. L’Italia è un Paese che offre a chiunque la stessa possibilità di poter crescere dal punto di vista economico e lavorativo. Questo aspetto è importante. La cittadinanza, però, è una scelta consapevole, ragion per cui, poiché non viene preclusa e a diciotto anni la si può chiedere, da quel momento in avanti, il cittadino che lo fa compie una scelta consapevole e sceglie di essere cittadino italiano.
Manterrei questa situazione, anche per evitare tutte le problematiche che ho prima espresso. Non c'è alcuna discriminazione nei confronti di nessuno, è semplicemente un punto di vista completamente diverso su un argomento molto delicato.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli, ma, poiché è già intervenuto in discussione generale, potrà intervenire in dichiarazione di voto. Siamo ancora in dibattito generale.
Se nessun altro chiede di intervenire in sede di discussione generale, apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Mumolo dell'attestato di stima. Ne sono contento, ma ricordo che i nostri nuovi cittadini, nati in Italia, al diciottesimo anno possono richiedere, attraverso le nostre leggi, la cittadinanza italiana. Non vorrei, però, come giustamente lei ha affermato e come ha ricordato il consigliere Pagani, che tale proposta avesse in sé un valore simbolico.
Alcuni mesi fa noi abbiamo votato una risoluzione sempre di questo genere, adesso ci apprestiamo a votarne un'altra e fra alcuni mesi un'altra ancora. Questo ritornello sembra essere un campo di battaglia molto forte e sentito da parte vostra. Ne siamo consapevoli e anche per questo motivo ci sono una maggioranza e un'opposizione in quest'Aula.
L’aspetto che più fa male - mi sono fatto consegnare il verbale della seduta scorsa - sono le dichiarazioni del collega Pagani, che non è in Aula, e me ne dispiace, quando sostiene che ho svolto dichiarazioni che lui ha definito imbarazzanti.
Mi fa molto piacere, ma forse, prima di parlare di un collega, bisognerebbe capire la sua storia, la sua vicenda politica e il suo operato sul proprio territorio, quando è stato assessore. È tutto agli atti e chi vuole, al giorno d'oggi, con Google può vederlo in tempo reale.
Io sono stato ideatore di diverse manifestazioni culturali, come "Out of Africa" e "Cielito Lindo" sul mio territorio, in cui sono state invitate orchestre, cantanti e complessi africani, perché sono convinto che conoscere gli altri sia un bene per la comunità, un valore per far integrare il nostro territorio con queste comunità. Nulla toglie il fatto, però, che abbiamo leggi che vanno rispettate, che ci sono regole ben chiare e che nessuno vieta a queste persone di chiedere la cittadinanza italiana.
Onestamente mi spiace, ma prima di svolgere determinate dichiarazioni sarebbe opportuno valutare l'operato di tutti noi nei propri territori, con riferimento a chi ha avuto la fortuna di fare l'assessore, come il sottoscritto. Se siamo in quest’Aula è perché abbiamo ricoperto alcuni ruoli nella società civile e soprattutto perché ci hanno votato i cittadini, in quanto hanno creduto in noi. Il valore del nostro voto espresso nel 2010 è stato importante soprattutto per ciò che abbiamo fatto sui nostri territori.
Credo che la nostra posizione, come Gruppo della Lega Nord, non sia un valore preconcetto, ma rappresenti il rispetto delle regole in un momento come questo, in cui vediamo che i nostri giovani non riescono a trovare lavoro e i nostri anziani fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, mentre la priorità di quest’Assemblea è di conferire un valore simbolico ai cittadini nati sul suolo emiliano-romagnolo.
Io credo che, come penso affermerà anche il mio collega Bernardini, come Gruppo della Lega Nord esprimeremo un convinto voto contrario. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.
AIMI: La ringrazio, presidente. Intervengo per annunciare il voto contrario del Gruppo del PDL e, ovviamente, anche mio personale. Sarei voluto intervenire anche in dibattito generale, ma credo di poter illustrare quanto desidero sostenere in maniera argomentata e puntuale anche in questa fase.
Innanzitutto osservo che lo ius sanguinis, che è previsto dal nostro ordinamento giuridico, è un principio riconosciuto anche da norme costituzionali. Mi riferisco all'acquisto della cittadinanza per nascita nel momento in cui uno dei due genitori, il padre o la madre, è cittadino italiano.
È così da secoli, da millenni. Dobbiamo prestare molta attenzione a non confondere il principio della cittadinanza con quello della razza, che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. La cittadinanza italiana è uno status, non un diritto, e anche questo è un aspetto estremamente importante.
Far rientrare il nostro ordinamento in questa materia nell'ambito dello ius soli significa innanzitutto stravolgere i princìpi cardine del nostro ordinamento in materia. Peraltro, noi in Regione Emilia-Romagna, come ricordava anche il consigliere Mumolo, stiamo discutendo questa risoluzione con cui io credo che si voglia semplicemente lanciare un sasso in piccionaia, come si suol dire, ossia semplicemente discutere su un argomento che può essere di grande interesse, ma sul quale la Regione Emilia-Romagna può incidere ben poco.
Come ripeto, siamo di fronte a una legislazione che in materia è chiara. Peraltro, rischieremmo anche di essere isolati in Europa, posto che lo ius soli è considerato legge dello Stato solo in un Paese europeo, ossia la Francia. Tutto il resto dell'Europa adotta come principio cardine quello dello ius sanguinis.
Lo ius soli, come affermava giustamente il consigliere Alberto Vecchi, è valido per Paesi di poca tradizione, per i nuovi Paesi, come l'Australia, Paesi che devono essere popolati, che hanno vissuto fasi di grandi immigrazione. In questi casi ha una ragione giuridica e un legame anche con il sentire della popolazione. Non si tratta di compiere discriminazioni, anche perché, lo ripeto, essendo uno status e non un diritto, esiste la possibilità di scegliere.
Commetteremmo un grande errore anche sotto il profilo tecnico. Mi domando e domando anche agli amici della maggioranza che cosa avverrebbe nel caso in cui due cittadini di uno Stato che prevede lo ius sanguinis e una sola possibilità di cittadinanza, cioè escluda la possibilità di avere più di una cittadinanza, avessero un figlio nel momento in cui venisse applicato questo principio e, quindi, il nuovo nato si trovasse ad avere due cittadinanze.
Anche questo è un problema che dovrà essere affrontato. In più, non credo di affermare un'eresia, ma ricordo a me stesso prima che a voi tutti che non mi pare sia un problema di particolare importanza. Non è una priorità. Quella della cittadinanza in questo momento, soprattutto in quest'Aula, non è una priorità.
Quali sono le conseguenze? Immaginate se all'improvviso in Italia venisse adottato il principio dello ius soli. Ci ritroveremmo dall'oggi al domani a diventare la sala parto di tutti gli stranieri che vogliono acquisire una sorta di diritto in Italia. Arriverebbero a partorire tutti, con conseguenze anche per lo Stato sociale che sarebbero a dir poco disastrose.
Ricordo che su questo punto noi non siamo così isolati, a parte la Lega: anche il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è su questa posizione in materia. Prestiamo attenzione anche a valutare questo aspetto. Valutiamo questo ragionamento con molta ponderazione.
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere, ha esaurito il suo tempo.
AIMI: Mi avvio alla conclusione.
Mi domando che cosa accadrebbe nel momento in cui i figli di clandestini venissero al mondo in Italia. Ci sono tanti problemi che noi dobbiamo valutare e, quindi, io credo che sia opportuno e doveroso esprimere un voto contrario, proprio perché non esistono minimamente i presupposti e i princìpi che possano legittimare, anche sotto il profilo del diritto positivo, il passaggio di questo provvedimento.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Aimi.
Ho in elenco cinque prenotazioni, ma abbiamo il tempo per ascoltare solo un intervento, quello del consigliere Ferrari. Poi chiuderemo le dichiarazioni di voto e ci aggiorneremo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Credo che anche dagli interventi di oggi e dal dibattito che abbiamo ascoltato in seguito alla precedente seduta emerga con chiarezza quanto non solo il tema sia importante, ma anche, come ricordava il Ministro Riccardi alcuni giorni fa in un convegno, che questo è il secolo del vivere insieme e che noi dobbiamo creare una società sempre più intercomunitaria, perché dovremo vivere sempre di più insieme.
Credo che già in ciò sia racchiuso il senso di un dovere da parte nostra. Si può parlare non solo di ius soli, ma anche di ius culturae. Oggi i ragazzi che vivono in mezzo a noi e che vengono da altre storie, da altre culture e da altri Paesi sono totalmente immersi nella cultura italiana. È solo un atto dovuto che le persone che vivono in mezzo a noi e che, insieme alle loro famiglie, contribuiscono anche e non solo alla crescita economica - perché la crescita culturale di una comunità vale molto di più della sola crescita economica - del nostro Paese vengano riconosciute anche nei diritti.
Il 2013, come molti di noi sanno, sarà l'anno europeo della cittadinanza e, quindi, questo nostro insistere su un tema così importante è anche una modalità perché si possa arrivare, come sempre in un convegno recente ricordava il Ministro Riccardi, a questo risultato. C’è una proposta, che è già stata avanzata e che è largamente condivisa, ma che andrà poi portata in sede legislativa, ed è quella di pensare a una modalità che consenta, per esempio alla conclusione del primo ciclo scolastico, di conferire la cittadinanza ai bambini che l’abbiano completato.
Il nostro parere, come è scontato, è favorevole e credo che su questo tema avremo modo di ritornare. Spero anche che ciò che pensiamo noi della maggioranza possa diventare gradualmente un patrimonio condiviso su una scala più larga, perché ci sono nel mondo che noi viviamo oggi, in questo contesto, situazioni, vicende e percorsi tracciati che anche da chi non vuol vedere o fa finta di non vedere alla fine dovranno essere percorsi e condivisi.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Ferrari.
Torneremo sicuramente sull'argomento nella prossima seduta.
Comunico all'Aula che la consigliera Donini ha sottoscritto la risoluzione.
Chiudiamo i lavori. Li riprenderemo nel prossimo Consiglio dalle dichiarazioni di voto. Buonasera a tutti.
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Mandini): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
2724 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa il ripristino dei danni causati dal sisma del 20 maggio 2012 ed il riconoscimento dello stato di emergenza naturale anche per le aree del territorio reggiano.
2729 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa gli istituti scolastici primari di Cocomaro di Cona e di Quartesana (FE).
2730 - Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, a seguito degli eventi sismici del 20/5/2012, volti a sensibilizzare il Governo ad adottare interventi in materia di IMU, di pagamenti fiscali e contributivi per i cittadini e le imprese, di patto di stabilità, di aiuti da parte del sistema bancario, di ammortizzatori fiscali, di accise e di rimborsi elettorali.
2731 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa l'applicazione, ai lavoratori dell'Ospedale di Montecatone, del contratto riguardante la sanità pubblica.
2732 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Sconciaforni e Barbati circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Bologna e Ferrara ed i relativi impegni della Giunta regionale nei confronti dei cittadini, imprese e lavoratori per proseguire negli impegni già assunti per il ripristino delle più diverse situazioni.
2733 - Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi circa il terremoto che ha colpito la nostra regione nel mese di maggio 2012 e per impegnare il Presidente e la Giunta a promuovere iniziative volte a garantire l’assistenza e il sostegno alle popolazioni ed alle imprese colpite dal terremoto.
2734 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, per il ripristino, per l’anno scolastico 2012-2013, della classe prima del corso "Cure Estetiche" organizzato dall’ente di formazione professionale ENAC-ER a Fidenza.
2735 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Villani, Manfredini, Favia, Riva e Noè circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia e i relativi impegni della Giunta regionale nei confronti dei cittadini, imprese e lavoratori per proseguire negli impegni già assunti per il ripristino delle più diverse situazioni.
2736 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Ferrara e Bologna e i relativi impegni della Giunta regionale e per invitare i gruppi assembleari a sollecitare le rispettive segreterie politiche a devolvere in favore delle popolazioni colpite dal sisma l'importo relativo ai rimborsi elettorali dell'anno 2012.
2737 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, sul Servizio di informazione dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.
2738 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la revisione del progetto "People Mover", a seguito di nuovi elementi di valutazione tra i quali anche scelte operate dall'Università di Bologna.
2739 - Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Donini, Naldi, Grillini, Monari, Pariani, Bonaccini, Montanari, Piva, Mazzotti e Fiammenghi sui canoni annui per le concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative a seguito dell'entrata in vigore della direttiva Bolkestein.
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18,01
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA, gli assessori Donatella BORTOLAZZI, Teresa MARZOCCHi e Gian Carlo MUZZARELLI e i consiglieri Marco CARINI, Andrea DEFRANCESCHI e Andrea LEONI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Sabrina FREDA, Carlo LUSENTI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Alfredo PERI.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 2735 "Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Villani, Manfredini, Favia, Riva e Noè circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia e i relativi impegni della Giunta regionale nei confronti dei cittadini, imprese e lavoratori per proseguire negli impegni già assunti per il ripristino delle più diverse situazioni."
Presenti : 40
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non votante: 1
Matteo RICHETTI.
Assenti: 10
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI (g), Andrea DEFRANCESCHI (g), Vasco ERRANI, Andrea LEONI (g), Rita MORICONI, Silvia NOÈ, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 2736 "Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa il terremoto che ha colpito nel mese di maggio 2012 la nostra regione ed in particolare i territori di pianura delle province di Modena, Ferrara e Bologna e i relativi impegni della Giunta regionale e per invitare i gruppi assembleari a sollecitare le rispettive segreterie politiche a devolvere in favore delle popolazioni colpite dal sisma l'importo relativo ai rimborsi elettorali dell'anno 2012."
Presenti: 38
Votanti: 37
Favorevoli: 6
Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Giovanni FAVIA, Mauro MANFREDINI, Matteo RIVA.
Contrari: 31
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 0
Non votante: 1
Matteo RICHETTI.
Assenti: 12
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI (g), Andrea DEFRANCESCHI (g), Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI (g), Rita MORICONI, Silvia NOÈ, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Autorizzazione alla relazione orale
OGGETTO 2645 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Cevenini, Mandini, Mazzotti, Corradi, Bartolini e Aimi: «Modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali)»
Presenti: 37
Favorevoli: 37
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Assenti: 13
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI (g), Andrea DEFRANCESCHI (g), Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI (g), Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 2645 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Cevenini, Mandini, Mazzotti, Corradi, Bartolini e Aimi: «Modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2009, n. 13 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali)»" (38)
Presenti: 33
Favorevoli: 33
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Assenti: 17
Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI (g), Thomas CASADEI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI (g), Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Giuseppe Eugenio PAGANI, Matteo RIVA, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 2618 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione Rete politecnica regionale»" (39)
Presenti: 34
Favorevoli: 25
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI.
Contrari: 0
Astenuti: 9
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.
Assenti: 16
Gianguido BAZZONI, Marco CARINI (g), Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI (g), Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI (g), Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Gabriella MEO, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
I PRESIDENTI
IL SEGRETARIO
Mandini - Richetti
Corradi
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