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86.
SEDUTA DI MARTEDÌ 5 GIUGNO 2012
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
Indice
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti)
Annuncio di petizione, mozione, risoluzioni, interpellanze, interrogazioni e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2762
Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione relativa all'Azienda Sperimentale "Vittorio Tadini", sita nel Comune di Podenzano (PC).
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
RABBONI, assessore
OGGETTO 2765
Interrogazione dei consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli, di attualità a risposta immediata in Aula, sulle misure che si intendono assumere per la ricollocazione in territorio regionale delle attività produttive delle province di Bologna, Modena e Ferrara danneggiate dagli eventi sismici.
(Svolgimento)
OGGETTO 2770
Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per scongiurare il rischio di delocalizzazione, nelle zone colpite dal terremoto, dei siti produttivi.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
BERNARDINI (Lega Nord)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
MUZZARELLI, assessore
OGGETTO 2769
Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la destinazione, a favore di interventi urgenti per le popolazioni ed i territori colpiti dal terremoto, di risorse riguardanti il bando regionale "Ecofeste Emilia-Romagna".
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NOÈ (UDC)
FREDA, assessore
OGGETTO 2767
Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, sulla procedura amministrativa di valutazione ambientale relativa al progetto "Rete adriatica" della Snam Rete Gas SpA, in particolare per il tratto Sestino-Minerbio, e sugli intendimenti che si intendono assumere in merito.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MEO (SEL - Verdi)
MUZZARELLI, assessore
Commemorazione delle vittime del sisma
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2758
Comunicazione della Giunta di aggiornamento sulla situazione dei territori delle province colpite dal sisma del 20 maggio 2012, a seguito delle nuove scosse di terremoto registratesi in data 29 maggio 2012.
PRESIDENTE (Richetti)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 2679
Delibera: «Programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale (L.R. n. 3/2010, art. 6).» (Proposta della Giunta regionale in data 2 maggio 2012, n. 543) (77)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
MUMOLO (PD)
POLLASTRI (PDL)
MONARI (PD)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
BERNARDINI (Lega Nord)
NOÈ (UDC)
NALDI (SEL - Verdi)
DONINI (Fed. della Sinistra)
BARBATI (Italia dei Valori)
MAZZOTTI (PD)
OGGETTO 2726
Delibera: «Approvazione del rendiconto dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2011. Conseguente variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 16 maggio 2012, n. 61) (78)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MAZZOTTI (PD)
LOMBARDI (PDL)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MONARI (PD)
BARBATI (Italia dei Valori)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Petizione, mozione, risoluzioni, interpellanze ed interrogazioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 9,39
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la ottantaseiesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute
- antimeridiana del 23 maggio (n. 84);
- pomeridiana del 23 maggio (n. 85)
inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali s’intendono approvati.
(Sono approvati)
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti): Nel periodo trascorso dall'ultima tornata delle sedute assembleari è stato presentato il seguente progetto di legge:
2728 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"" (delibera di Giunta n. 662 del 21 05 12).
PRESIDENTE (Richetti): Comunicazione ai sensi del comma 1, lettera d) dell’art. 68:
Il consigliere Giuseppe Paruolo, con propria nota del 23 05 2012, (prot. n. 20987 del 01 06 2012), ha dichiarato di aderire al Gruppo assembleare Partito Democratico.
PRESIDENTE (Richetti): Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 17/05/2012 al 30/05/2012:
DPGR N. 109 DEL 21/05/2012
Nomina del Sig. Dell'Otti Marco quale Consigliere della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Parma in sostituzione della Sig.ra Salvatori Antonella.
DPGR N. 113 DEL 21/05/2012
Nomina della Sig.ra Salvatori Antonella quale Consigliere della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Piacenza in Sostituzione del Sig. Dell'Otti Marco.
DPGR N. 114 DEL 23/05/2012
Nomina di Componenti del Comitato di Gestione del Fondo Speciale per il Volontariato dell'Emilia Romagna ai sensi della L.R. n. 12/2005.
DPGR N. 115 DEL 23/05/2012
Nomina del Sig. Morselli Massimo quale Consigliere della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia in sostituzione del Sig. Giuseppe Zanardi.
DPGR N. 120 DEL 28/05/2012
Procedimento di estinzione per inerzia dell' Ipab "O.P. Dinelli" di Fanano (Mo) - Nomina del Commissario ad acta incaricato della redazione dell'inventario del patrimonio e della ricognizione dei rapporti attivi e passivi.
DPGR N. 121 DEL 28/05/2012
Procedimento di estinzione per inerzia dell' Ipab "O.P. Sartori" di Fanano (Mo) - Nomina del commissario ad acta incaricato della redazione dell'inventario del patrimonio e della ricognizione dei rapporti attivi e passivi.
DPGR N. 122 DEL 28/05/2012
Procedimento di estinzione per inerzia dell' Ipab "O.P. Parri" di Fanano (Mo) - Nomina del commissario ad acta incaricato della redazione dell'inventario del patrimonio e della ricognizione dei rapporti attivi e passivi.
Annuncio di petizione, mozione, risoluzioni, interpellanze,
interrogazioni e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti): Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i sottonotati documenti:
Petizione
2727 - Petizione popolare circa una diversa organizzazione dei servizi ferroviari nella tratta Pistoia-Porretta (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 60 del 16 05 12).
Mozione
2751 - Mozione proposta dalla consigliera Barbati circa la riduzione dei contributi assegnati ai Gruppi assembleari e la destinazione dei fondi residui ad azioni volte a fronteggiare le criticità determinate dagli eventi tellurici.
Risoluzioni
2747 - Risoluzione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a riconoscere l'acqua come diritto umano fondamentale, la natura pubblica della proprietà e della gestione del servizio e del ciclo idrico integrato, da considerare quale servizio pubblico essenziale di interesse generale privo di rilevanza economica, impugnando inoltre avanti la Corte Costituzionale le normative statali contrastanti con tali principi.
2752 - Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad evitare l'applicazione dell'IMU sulla prima casa ai cittadini del Comune di San Benedetto Val di Sambro (BO) raggiunti da ordinanze di sgombero conseguenti a fenomeni franosi, supplendo al mancato introito del relativo gettito fiscale con risorse regionali.
2755 - Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Cavalli, Manfredini e Bernardini per impegnare l'Assemblea, previa restituzione da parte dei Gruppi assembleari di somme non spese nel 2011 e ricevute a titolo di "contributo al funzionamento dei Gruppi", a porre in essere azioni volte a destinare tali risorse ad interventi a favore delle zone terremotate, consentendo inoltre a detti soggetti di rinunciare, per le stesse finalità, a risorse relative al 2012.
2766 - Risoluzione proposta dai consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli per assumere misure che favoriscano la ricollocazione in territorio regionale delle attività produttive delle province di Bologna, Modena e Ferrara danneggiate dagli eventi sismici.
Interpellanze
2743 - Interpellanza del consigliere Filippi circa gli appalti, i servizi ed i finanziamenti regionali riguardanti la Cooperativa Coopservice.
2744 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa la caccia, la riorganizzazione e la semplificazione della relativa normativa e la ripartizione dei rimborsi erogati per danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole.
2756 - Interpellanza dei consiglieri Favia e Defranceschi circa le azioni da porre in essere presso il Governo affinchè la quota relativa all'otto per mille dell'Irpef relativa al 2012 sia destinata al sostegno delle popolazioni e delle aziende dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto, sospendendo inoltre, per detti soggetti, gli adempimenti fiscali ed i connessi pagamenti di imposte, tasse, tributi nazionali e locali e di contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi obbligatori.
Interrogazioni
2740 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la mancanza di un punto di ristoro all'interno dell'Ospedale Bellaria di Bologna, ed il prezzo del relativo servizio mensa per i dipendenti.
2741 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa l'installazione di una nuova antenna per la telefonia mobile in un quartiere residenziale di Reggio Emilia e le connesse problematiche dovute all'inquinamento elettromagnetico.
2742 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la tutela del settore agricolo, con particolare riferimento alla normativa riguardante l'utilizzazione dei voucher.
2745 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il Codice delle autonomie locali, con particolare riferimento alla legislazione regionale sugli ambiti associativi.
2746 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la frana riguardante la ex Strada Statale 324, nel Comune di Gaggio Montano.
2748 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le procedure relative all'affidamento del Servizio Ferroviario Regionale e le disposizioni contenute nel relativo contratto.
2749 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le priorità da seguire in tema di pagamenti dei fornitori da parte della sanità regionale.
2750 - Interrogazione dei consiglieri Bernardini e Manfredini, a risposta scritta, circa il programma di riqualificazione urbana "PRU Ghigi" del Comune di Morciano di Romagna (RN).
2754 - Interrogazione del consigliere Mumolo, a risposta scritta, circa disservizi riguardanti il Sistema Sanitario Regionale.
2757 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure relative al lascito disposto dall'Avv. Cesari Federici a favore dell'Ospedale di Budrio (BO).
2759 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione relativa al progetto "Appennino accogliente/inclusivo", riguardante i Comuni di Montecreto (MO) e Lizzano in Belvedere (BO).
2760 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il recepimento delle disposizioni contenute nel decreto 2/11/2011 n. 264 circa la "Ricetta elettronica".
2761 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa l'applicazione dell'ICI e dell'IMU ai terreni, con particolare riferimento a procedure relative all'edificabilità poste in essere nel Comune di Gossolengo (PC).
2762 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione relativa all'Azienda Sperimentale "Vittorio Tadini", sita nel Comune di Podenzano (PC).
2763 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto.
2764 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, in merito alle disposizioni relative alla Presidenza del Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto.
2765 - Interrogazione dei consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli, di attualità a risposta immediata in Aula, sulle misure che si intendono assumere per la ricollocazione in territorio regionale delle attività produttive delle province di Bologna, Modena e Ferrara danneggiate dagli eventi sismici.
2767 - Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, sulla procedura amministrativa di valutazione ambientale relativa al progetto "Rete adriatica" della Snam Rete Gas S.p.A., in particolare per il tratto Sestino-Minerbio, e sugli intendimenti che si intendono assumere in merito.
2768 - Interrogazione dei consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi a risposta scritta, circa la mobilitazione dell'esercito per fronteggiare fenomeni di "sciacallaggio" e presidiare le zone terremotate.
2769 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la destinazione, a favore di interventi urgenti per le popolazioni ed i territori colpiti dal terremoto, di risorse riguardanti il bando regionale "Ecofeste Emilia-Romagna".
2770 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per scongiurare il rischio di delocalizzazione, nelle zone colpite dal terremoto, dei siti produttivi.
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
2465 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la procedura di infrazione aperta dalla Comunità Europea nei confronti dell'Italia relativamente a discariche non conformi alla normativa europea, con particolare riferimento alla situazione esistente nel territorio regionale.
2473 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa i tempi relativi alle procedure di rinnovo delle patenti di guida, con particolare riferimento alle persone affette da handicap.
2481 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il progetto "Pubblicità in ospedale" relativo all'Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi.
2483 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa i procedimenti riguardanti la Cooperativa Terremerse.
2485 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la tutela della salute in relazione a lavori svolti in un cantiere vicino all'Asilo sito in Via Cadriano, a Granarolo dell'Emilia.
2488 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la manifestazione denominata "Primavera sui prati", prevista a Bologna in data 24 marzo 2012.
2494 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la localizzazione di una azienda produttrice di conglomerati bituminosi nel Comune di Zola Predosa (BO).
2498 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le problematiche riguardanti la Variante di Valico, con particolare riferimento alla Valle del Setta ed alla realizzazione di un ponte in località Molino Cattani.
2502 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa i lavori relativi alla Variante di Valico, con particolare riferimento alla frana esistente nel territorio del Comune di San Benedetto Val di Sambro.
2506 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa i tempi di completamento della ristrutturazione del Centro Dialisi presso l'Ospedale Maggiore di Bologna.
2507 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la gestione delle risorse idriche regionali.
2520 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le problematiche relative all'utilizzo di prodotti lubrificanti, con particolare riferimento alla tutela dell'ambiente e della salute.
2521 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa uno scolo fognario sito in via Tardini, a Formigine (MO).
2533 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa un presunto inquinamento, dovuto a solventi clorurati, delle falde acquifere in alcune zone di Faenza.
2535 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa i finanziamenti regionali al Circondario imolese, con particolare riferimento all'attuazione degli strumenti urbanistici di cui alla L.R. 20/2000.
2539 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la previsione e la promozione di correttivi che mitighino gli incrementi, anche a livello comunale, della tassazione sugli immobili.
2556 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa il Prontuario Terapeutico Ospedaliero definito dall'Area Vasta Emilia Nord (AVEN) e la distribuzione di un farmaco contro l'artrite reumatoide.
2563 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa la distribuzione diretta dei farmaci nell'ASL di Rimini.
2612 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo.
2628 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la collaborazione con le Associazioni degli utenti per la redazione del programma attuativo per l'assistenza domiciliare ai malati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
2635 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa il Piano Regionale per l'accesso al lavoro dei giovani e per operazioni a sostegno delle strategie di sviluppo delle imprese.
2637 - Interrogazione della consigliera Moriconi, a risposta scritta, circa l'Ospedale A. Franchini di Santarcangelo di Romagna in relazione al Piano Sanitario Regionale.
2663 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa le visite diagnostiche presso l'Ospedale S. Anna di Ferrara.
2669 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa la riforma del Servizio Civile Nazionale e la tutela di tale istituto, con particolare riferimento anche alla salvaguardia del Servizio Civile Regionale.
2693 - Interrogazione dei consiglieri Zoffoli e Lombardi, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere, anche dal punto di vista normativo, per contrastare la guida di veicoli da parte di soggetti in stato di alterazione da droga e alcol e ridurre il numero dei conseguenti incidenti.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Richetti): Procediamo con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Iniziamo i lavori di questa tornata prendendo in esame il seguente oggetto:
2762 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione relativa all'Azienda Sperimentale "Vittorio Tadini", sita nel Comune di Podenzano (PC).
Risponde per la Giunta l'assessore Rabboni.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interrogazione.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Colleghi consiglieri, questa interrogazione urgente riguarda un'importante azienda del territorio piacentino e la sua origine, assessore, verte su alcune preoccupazioni che sono state raccolte in merito al futuro della citata azienda. Rimango ai fatti in premessa dell'interrogazione, per passare poi alle richieste di chiarimenti.
L’Azienda Sperimentale "Vittorio Tadini" è sita nel Comune di Podenzano ed è un ente morale senza fini di lucro posto sotto la tutela della Regione Emilia-Romagna. Storicamente è nata da un lascito del conte Vittorio Tadini a favore della cattedra di agricoltura ed era finalizzata allo sviluppo rurale, essendo, come l'assessore ben sa, il territorio piacentino molto vocato all’agricoltura.
Per alcuni decenni quest’azienda ha operato sotto la tutela del Ministero dell'agricoltura ed è passata successivamente sotto il controllo e la vigilanza della Regione Emilia-Romagna, che ne nomina il Consiglio direttivo, costituito da rappresentanti delle Istituzioni (Provincia di Piacenza e Comune di Podenzano), del mondo agricolo, del mondo agroindustriale, delle scuole a indirizzo agrario e dell'università. In particolare, ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto aziendale, sono scelti direttamente dalla Regione il presidente e un componente, nonché i revisori dei conti.
L’azienda ospita un importante laboratorio di analisi dei terreni e la ripartizione agrometeorologica della provincia di Piacenza, il laboratorio di analisi del latte, gestito dall'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, di cui abbiamo recentemente, assessore, votato alcune modifiche, e il centro di formazione.
Attualmente l'azienda impiega 13 dipendenti e ha un indirizzo produttivo di tipo misto, foraggero-zootecnico e cerealicolo-orticolo da industria. L’attività zootecnica aziendale consiste in 120 vacche di produzione e 120 capi di allevamento, mentre le principali produzioni aziendali sono il pomodoro e il latte, che vengono conferiti, il che è molto importante, ad alcune cooperative di trasformazione.
L’azienda è componente del capitale azionario di La Faggiola Srl, società a responsabilità limitata, che si occupa della promozione di prodotti enogastronomici piacentini. Tutto ciò serve a inquadrare la questione sotto il profilo storico-fattuale e giuridico.
Passiamo alle considerazioni e alle richieste di informazioni che io rivolgo alla Giunta regionale. Non ho verificato i bilanci, però è apparso anche in notizie di stampa che l'azienda è in una situazione di difficoltà. Sembra - uso sempre, assessore, prudenzialmente il condizionale, perché non ho la verità in tasca e non pretendo che i miei atti ispettivi siano il Vangelo o siano oro colato - che siano stati alienati 35 ettari di terreno con l'obiettivo di ridurre la proprietà da 103 a 50 ettari.
Con delibera della Giunta regionale n. 830 del 2008 - credo che lei fosse l’assessore in carica - la Regione ha nominato il Consiglio attualmente operante, la cui durata triennale avrebbe previsto, essendo triennale, la decadenza dello stesso Consiglio, l'organo che governa l'azienda, il 29 giugno 2011.
Per questi motivi, per questa preoccupazione, per queste considerazioni, che stanno a fondamento dell’interrogazione urgente, io le chiedo, assessore, quale sia la situazione finanziaria, ossia di fornire un’informativa all'Assemblea legislativa sui dati di bilancio e sullo stato del patrimonio, nonché se corrisponda al vero - la mia è una domanda dubitativa - la notizia dell'alienazione di questa importante porzione di terreno. In caso affermativo, vorrei sapere da chi sia stata decisa e quando, se corrisponde al vero la notizia secondo cui vi sarebbe un Piano per ridurre…
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere, ha esaurito tutti i sei minuti. Le chiedo di concludere.
POLLASTRI: Arrivo alla conclusione, presidente. Chiedo, dunque, se corrisponde al vero la notizia per cui ci sarebbe un Piano per ridurre il patrimonio fondiario. Si tratta di un patrimonio fondiario importante, presidente.
Infine, domando le ragioni per cui - il dato, in questo caso, è oggettivo - per cui il Consiglio direttivo non sia stato rinnovato e quando da parte della Regione si intenda rinnovarlo. Evidentemente, se mi attengo all'articolo 3 dello Statuto, l'organo direttivo è già in scadenza dal 2011.
Mi sembra, assessore, che queste mie preoccupazioni, che ho portato nel massimo consesso della Regione, debbano da parte sua, sotto il profilo politico, ricevere una risposta. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri. Ha esaurito tutto il tempo a sua disposizione.
La parola all'assessore Rabboni per la risposta.
RABBONI, assessore: Consigliere, l'Azienda Sperimentale "Vittorio Tadini", come lei sa, è un ente morale costituito nel 1933 dotato di personalità giuridica privata che opera sotto la vigilanza della Regione. L’azienda realizza attività di supporto alla sperimentazione nel settore zootecnico e agronomico, gestisce un centro di formazione professionale e, a causa della progressiva riduzione, iniziata già negli anni Novanta del secolo scorso, delle risorse pubbliche destinate alle attività recentemente indicate, ha progressivamente accumulato un’esposizione finanziaria non recuperabile con la normale gestione dell'Ente, rappresentata dalla conduzione dell'attività agricola e zootecnica su terreni e con animali non impegnati nella sperimentazione.
Dall'assestamento di bilancio del 2011, ultimo documento contabile in possesso della Regione, e da ulteriori informazioni assunte presso l'azienda si evidenziano i seguenti dati: un disavanzo della gestione corrente di circa 157.000 euro, che per il 2012 si prevede di contenere con la riduzione della spesa del personale per pensionamento del direttore e cessazione di un rapporto di lavoro a tempo determinato e uno stato patrimoniale complessivo pari a 11.370.332 euro, formato da beni immobili per 7.849.590 euro, da immobilizzazioni finanziarie e tecniche pari a 2.261.539 euro e da residui attivi per 1.259.202 euro. Le passività pareggiano a 11.370.332 euro e risultano formate da debiti a medio e lungo termine per 2.730.392 euro e da debiti a breve termine per 2.085.560 euro. Il patrimonio netto ammonta, quindi, a 6.554.379 euro.
Nel 2009 il Consiglio di amministrazione, per ridurre la propria posizione debitoria e sostenere alcuni investimenti produttivi, quali la realizzazione di un bioreattore per la produzione di biogas e di un impianto fotovoltaico su una parte significativa dei fabbricati di proprietà, ha deciso di alienare 33 ettari di terreno degli 84 che deteneva in proprietà. Oggi l'azienda Tadini è, quindi, proprietaria di 51 ettari di terreno.
La Regione Emilia-Romagna ha avviato le procedure per il rinnovo del Consiglio di amministrazione. L'ultima designazione da parte dei soggetti previsti dal vigente Statuto, la Provincia di Piacenza, il Comune di Podenzano, le organizzazioni professionali agricole piacentine maggiormente rappresentative, l'Associazione degli industriali di Piacenza, l'Istituto tecnico agrario "Rainieri-Marcora" e l'Università Cattolica del Sacro Cuore, facoltà di agraria, di Piacenza è pervenuta l'8 maggio 2012, solo poche settimane fa.
A breve, quindi, la Regione Emilia-Romagna potrà concludere la procedura di nomina del nuovo Consiglio direttivo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore. Consigliere, lei ha esaurito tutto il suo tempo, ma le concediamo 15 secondi per riferire se è soddisfatto o meno.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Mi dichiaro parzialmente soddisfatto. La risposta dell'assessore è circostanziata ed esaminerò nel dettaglio i dati contabili che mi ha fornito, ma sotto il profilo politico rimane forte, come consigliere regionale di Piacenza, la mia preoccupazione per il futuro di quest’azienda, storicamente molto importante per il mondo agricolo piacentino. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2762, passiamo agli oggetti seguenti in forma abbinata:
2765 - Interrogazione dei consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli, di attualità a risposta immediata in Aula, sulle misure che si intendono assumere per la ricollocazione in territorio regionale delle attività produttive delle province di Bologna, Modena e Ferrara danneggiate dagli eventi sismici.
2770 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per scongiurare il rischio di delocalizzazione, nelle zone colpite dal terremoto, dei siti produttivi.
Risponde per la Giunta a entrambe le interrogazioni l’assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Bernardini per illustrare l’interrogazione oggetto 2765.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Do per lette le domande alla base dell’interrogazione e cerco di accompagnarle con un po' di ragionamento.
Noi riteniamo che la vera emergenza di domani sarà la questione legata al lavoro, all'occupazione e alla ripresa delle tante aziende e dei tanti capannoni che si sono visti cambiare radicalmente lo scenario nuovo normativo cui fare riferimento per calcolare l'adeguatezza e la regolarità dei luoghi dei capannoni in cui si svolgono le attività lavorative. Si parla di migliaia di siti che dovranno essere messi a norma. Essere messi a norma significa, in alcuni casi, addirittura procedere a demolizione e ricostruzione e in altri a lavori molto costosi che si protrarranno per moltissimo tempo.
Abbiamo l'esigenza, quindi, di porre subito al centro della questione quella che, lo ripeto, sarà la vera emergenza di domani. È già un’emergenza di oggi, in realtà, ma si prolungherà ancora di più nel tempo nei prossimi mesi: mi riferisco al tema dell'occupazione, che riguarda sia gli imprenditori, sia i lavoratori.
È in questa categoria omnicomprensiva, che riguarda il mondo del lavoro, che riteniamo non ci debba essere e non si debba sviluppare un conflitto d’interesse che spesso, purtroppo, ha allontanato gli uni dagli altri. La partita è uguale per tutti, perché salvare le fabbriche significa salvare la nostra economia e i nostri posti di lavoro.
Riteniamo che quello assunto oggi dal nostro Presidente Errani sia un ruolo di grande responsabilità e prestigio per la nostra Regione. Aver concesso la possibilità a chi oggi già amministra la Regione di curare in forma di commissario anche tutta la fase post-emergenziale e post-terremoto è comunque un riconoscimento di grande responsabilità.
Per questo motivo come Lega Nord siamo felici di questa nomina, perché riteniamo che il Presidente Errani sia la persona più adeguata a seguire la questione. Sicuramente ci saremmo arrabbiati maggiormente se fosse arrivato lo straniero di turno, nominato magari in chissà quale ambito, a gestire una fase che, invece, richiede competenza e conoscenza del territorio, ma anche sensibilità nei confronti delle popolazioni interessate.
Abbiamo proposto, la settimana scorsa, alcune idee su come lavorare a questa fase emergenziale. Come Lega Nord continueremo a proporre idee e suggerimenti che vengono concertati con le categorie interessate. Anche noi abbiamo un sindaco, il Sindaco di Bondeno, che è stato a sua volta duramente colpito. Siamo in contatto diretto con le Istituzioni locali, con le associazioni di categoria, con il mondo agricolo e anche con le associazioni sindacali per trovare risposte immediate. Con grande piacere, nella nostra autonomia di Gruppo, le porteremo a questa Presidenza e a questo Consiglio regionale. Allo stesso modo, saremo molto vigili nel controllare che tutto ciò avvenga nel rispetto dei princìpi sacrosanti di trasparenza, di celerità e di rispetto delle esigenze del territorio.
Chiudo con una nota polemica, andando un po' fuori tema, ma, dal momento che è l'assessore Muzzarelli a rispondere, butto un sasso nel lago, perché bisogna che cominciamo a mettere i puntini sulle "i".
Abbiamo registrato alcuni casi su cui io le chiedo, assessore, di essere molto fermo: le chiedo di valutare se alcune crepe siano veramente il frutto delle scosse del terremoto o se non siano situazioni pregresse che oggi, in un modo molto abile, vengono imputate al terremoto per ottenere magari i soldi che prima non erano disponibili per sistemarle.
Non mi riferisco ai Comuni direttamente colpiti, ma a zone molto limitrofe. Ci sono casi specifici documentabili, con interrogazioni che, come Lega Nord, abbiamo presentato, in alcune realtà comunali, dove l’inagibilità dei luoghi era stata già dichiarata a febbraio per motivi legati alla neve e al maltempo, mentre oggi viene imputata al terremoto.
I soldi che arriveranno e le energie del nostro lavoro devono essere finalizzati veramente a chi ne ha bisogno, ai territori colpiti, ai Comuni colpiti e agli edifici colpiti. Se c'è qualcuno che, preso dalla sindrome della crepa - non voglio usare un’altra definizione per imputare alla mala fede quello che magari oggi viene sollevato e imputato al terremoto - cerca di usare la tragedia capitata al nostro territorio per ottenere finanziamenti e sistemare ciò che non si era sistemato ieri perché non c’erano i soldi, invito a stare attenti. Cerchiamo di mandare un messaggio chiaro subito fin da ora. Le posso assicurare, assessore, che alcuni casi sospetti alle orecchie e anche tra le mani, stanno arrivando, perché ci sono i documenti. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini. Ha usato quasi tutto il tempo a disposizione. Le restano venti secondi.
La parola al consigliere Sconciaforni per illustrare l’interrogazione oggetto 2770.
SCONCIAFORNI: La ringrazio, presidente. Approfitto anch'io della presenza dell'assessore per poter porre una domanda molto chiara, volendo sottolineare l'aspetto che più mi preme, cioè il fatto che, di fronte al terremoto e ai danni di tutti i tipi che ha causato, a partire dalle vittime, si sta delineando un altro specifico, almeno per me, elemento di pericolosità, per non dire di tragedia.
Mi riferisco al fatto che vi sono stati, come è uscito sui giornali, casi fortemente denunciati, non solo, il che mi ha colpito, dalle organizzazioni sindacali, ma anche addirittura dal presidente di Unindustria Bologna, Vacchi, il quale ha testualmente affermato: «Questo drammatico momento non può assolutamente diventare una scusa».
Il fatto che ciò sia osservato dal presidente dell'Associazione degli industriali di Bologna significa evidentemente che il problema è grave. Mi riferisco al fatto che ci sono alcuni capannoni che sono venuti giù come castelli di carta e, mentre abbiamo visto anche sui giornali artigiani, piccoli industriali e piccoli imprenditori che si sono tirati su immediatamente le maniche della camicia e hanno cominciato a cercare di riprendere l'attività, anche con forme originali e lodevoli per l'iniziativa, ci sono casi di aziende e, quindi, di imprenditori, che alla chetichella, di notte, senza alcun annuncio, senza alcun comunicato e senza alcuna discussione, caricavano sui camion i macchinari per andare via, lasciando a casa, infischiandosene, centinaia di lavoratori.
Penso al caso più eclatante della Marelli di Crevalcore. È stato il caso più eclatante anche per le dimensioni dell'azienda, ma ce ne sono stati tanti altri. Soltanto il pronto intervento dei lavoratori, che si sono sistemati davanti ai cancelli della fabbrica, ha impedito la chiusura e la fuga di quell'imprenditore e dei suoi macchinari. Faccio notare che i lavoratori, dopo essersi messi in tale posizione, hanno fatto in modo che si riaprissero le trattative e che si arrivasse ad alcuni accordi, cioè a trovare il modo per continuare l’attività.
È forte la sensazione che siamo di fronte a chi sta utilizzando il terremoto per compiere scelte economiche e produttive che se ne infischiano dell'ambito in cui quegli stessi imprenditori si muovono e lavorano, nonché delle conseguenze sociali ed economiche per i territori e per le persone che vi lavorano.
Io credo che su questo punto la Regione - ho già visto alcune dichiarazioni e interventi, ma approfitto della sua presenza per una risposta più sistematica, assessore - non possa assolutamente far passare atteggiamenti di totale sciacallaggio (non ho altro termine per definirli) di chi nella notte carica i macchinari e scappa. Io penso che la Regione debba assumere posizioni chiare per evitare questo tipo di comportamenti. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Sconciaforni.
La parola all’assessore Muzzarelli per la risposta a entrambe le interrogazioni.
MUZZARELLI, assessore: Svolgo prima una riflessione per i due consiglieri. La prima questione è che occorre l'impegno di tutti. Dobbiamo ovviamente tenere alte le antenne sui territori per avere la certezza del diritto e delle risorse che noi stiamo cercando di trovare, giorno dopo giorno, con l'impegno del Governo nazionale, con le risposte che si sono date fino a oggi e con quelle che dovranno continuare ad arrivare, dal momento che le riteniamo importanti ma non ancora sufficienti. Penso alle risorse ottenute dopo l'incontro di domenica con il Commissario Hahn.
Dobbiamo cercare di dare il buon esempio e di utilizzare questa drammatica occasione per sviluppare anche un nuovo modo di agire. Credo che da questa sofferenza possa venir fuori anche una ricostruzione morale, oltre che materiale, delle nostre comunità e di conferire un senso profondo a queste parole.
In più vorrei aggiungere, prima di leggere la risposta, che questo drammatico momento deve essere affrontato con responsabilità e coscienza, con l'obiettivo di aumentare innanzitutto la sicurezza. È un concetto che affermiamo, ma che deve passare in modo puntuale.
Per essere esplicito, non tutto ciò di cui stiamo ragionando è teso a ritornare a prima del 19 maggio, ma per compiere azioni migliori per il 5 giugno e per il futuro.
Credo che questo sia l’impegno per agire presto e bene, consapevoli che il tempo fa e farà la differenza, soprattutto per il punto chiave della nostra discussione, ossia le imprese e il lavoro, che sono la priorità per ripartire. In caso contrario, senza lavoro rischiamo che le persone non cerchino più la casa sul posto, perché la andranno a cercare da un'altra parte, dove forse troveranno il lavoro, ma questa è un'altra dinamica.
Si parla di imprese in rete, di subforniture, di imprese che stanno nel mondo, ma, come sostengo in questi giorni dappertutto, il mondo ci ama, ma non ci aspetta e, quindi, dobbiamo trovare le condizioni per compiere uno sforzo aggiuntivo.
Nelle relazioni tra le imprese nel tavolo regionale abbiamo manifestato la totale disponibilità ad affrontare i casi puntuali del biomedicale e delle altre imprese anche per spostamenti parziali e temporanei, ma concordati. Si ragiona in un giorno e si attuano queste iniziative, che si stanno verificando giorno dopo giorno. Abbiamo elenchi di capannoni disponibili nelle aree e si stanno sviluppando alcune azioni.
La maggior parte dei dipendenti è legata quanto l'imprenditore al lavoro e all'impresa, perché c'è un humus straordinario di piccola e media impresa in cui cu sono impegno e passione per agire nel migliore dei modi.
Questa era la riflessione rispetto alle osservazioni finali che i due consiglieri hanno svolto. Tengo però a precisare le operazioni che stiamo compiendo. Immediatamente dopo aver dedicato la massima attenzione e il massimo impegno alle misure di emergenza per l'incolumità, l'accoglienza e il conforto alle popolazioni civili, la Giunta regionale ha preso in esame la situazione dell'economia del territorio colpito dagli eventi tellurici.
L’economia dell'area produce circa l'1,8 per cento del PIL nazionale e comprende filiere produttive di valore nazionale e internazionale: biomedicale, meccanico, agroalimentare, tessile e abbigliamento.
L’interruzione temporanea e parziale dell'attività ha riflessi pesanti sull'occupazione e sul reddito, sul piano sia locale, sia nazionale. Interruzioni prolungate e ritardi nella ricostruzione delle condizioni di vita e di lavoro, come ho ricordato, potrebbero portare ad aprire la strada a delocalizzazioni produttive in Italia e all'estero, come giustamente paventato dagli interroganti.
La Giunta regionale ha tempestivamente elaborato, di intesa con il tavolo per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, una strategia complessiva di rilancio che si basa su diversi punti: cassa integrazione guadagni per tutti i lavoratori coinvolti nell'interruzione dell'attività produttiva (si sono già firmati anche gli accordi territoriali); sospensione dei pagamenti tributari, fiscali e contributivi (il Ministero dell'economia e delle finanze ha decretato la sospensione fino al 30 settembre; dobbiamo fare il punto per capire realmente quali sono i danni e quali sono le imprese colpite: quelle che non sono colpite giustamente devono pagare e quelle colpite non devono pagare); moratoria delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere; pagamento immediato della pubblica amministrazione verso le imprese e i professionisti operanti nell'area, con impegno diretto della Regione (dobbiamo trovare l'impegno a livello nazionale, dal momento che stiamo ragionando di una cifra enorme di oltre 500 milioni a livello nazionale); semplificazione delle procedure per la messa in sicurezza di stabilimenti e la ricostruzione e il trasferimento delle nuove edificazioni; misure straordinarie di sostegno per il credito a tasso agevolato e per gli investimenti con garanzie del Fondo centrale; contributi a fondo perduto per la copertura di danni almeno in percentuale causati dal sisma. Quanto al Fondo nazionale per la ricerca e l'innovazione, stiamo lavorando insieme a Patrizio Bianchi per vedere che cosa si può fare, dal momento che per una fase le nostre imprese rimarranno fuori dal mercato e non riusciranno a partecipare, a causa delle caratteristiche di chiusura.
Stiamo liberando i depositi delle multinazionali o delle grandi imprese del biomedicale. Ci sarà un rifornimento, rispetto ai contratti, ancora per un mese, ma poi il mercato dovrà essere sostituito e noi dovremo lavorare per dare una mano alla ricerca e rientrare sul mercato anche con prodotti a costi innovativi per cercare di riaprire una fase. In caso contrario, accuseremo un danno enorme in termini di posti da lavoro, perché ragioniamo di imprese che occupano da 500 a 1.000 persone. È una situazione veramente pesante.
Stiamo ragionando con l'Unione europea per capire come possiamo trovare meccanismi per sbloccare la situazione. L'impegno di domenica c'è stato, ma stiamo facendo in modo di considerare gli aiuti europei alle aziende colpite come aiuti comunque non esigibili, anche se non hanno finito i lavori e, quindi, evitare di aggiungere ansia su ansia.
Abbiamo chiesto anche l'esclusione dal Patto di stabilità interno delle spese degli Enti locali per la ricostruzione, oltre alla massima attenzione alla legalità nella fase di costruzione. Ci siamo impegnati anche ad aprire un tavolo specifico per le white list.
L’insieme di misure meglio dettagliate, accompagnate da altri specifici punti di interesse per le imprese e le famiglie, dovrà essere tradotto in un decreto ulteriore del Consiglio dei Ministri, in decreti ministeriali e in atti conseguenti e coerenti di Regioni, Province e Comuni.
Come sapete, stiamo lavorando su tre Regioni, Emilia, Lombardia e Veneto. In particolare, la Regione ha chiesto che nella casistica dei contributi alle imprese sia compresa anche la concessione di aiuti per la localizzazione temporanea di strutture gravemente danneggiate dal sisma. L’individuazione di aree e sedi idonee è stata, invece, affidata agli Enti locali, come vi ho riferito, e alle associazioni di categoria, che stanno già lavorando in tal senso.
Per quanto riguarda le imprese multinazionali, le più esposte al rischio di delocalizzazione, sono stati attivati tutti i canali, compresi i contatti personali, per cercare di stare loro vicino, giorno per giorno, e trovare le condizioni di fornire risposte alle necessità quotidiane.
Stiamo anche ragionando su come far ripartire tali aziende, che hanno subìto danni anche alle camere bianche e ai punti chiave delle stesse produzioni, con i problemi enormi che sono stati evidenziati.
Abbiamo ragione di ritenere che il pacchetto che abbiamo predisposto incontri interlocutori positivamente disponibili. Stiamo ragionando giorno per giorno sul territorio con le imprese e con le associazioni per cercare di ottenere tutto quanto descritto.
Vorrei concludere con un messaggio altrettanto chiaro. Va da sé che tutti i contributi europei, nazionali, regionali e locali saranno concessi esclusivamente alle imprese che confermeranno la loro presenza sul nostro territorio.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Bernardini per la replica. Consigliere, le restano venti secondi.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Mi piace molto l’ultima affermazione. Vedremo come sarà sviluppata.
Lancio anche un’idea che non è emersa nei diversi punti, ed è quella di ragionare come sistema territoriale e di aiutare tutto il sistema territoriale, magari con defiscalizzazioni o altre forme di aiuti che possono toccare e riguardare non solo chi è stato colpito, ma anche tutta l'area comunale. Su di essa deve essere puntata una strategia di ricostruzione e di rilancio del tessuto economico non solo mirata alla singola azienda, ma anche al comparto, con una visione temporale che noi indichiamo, e lo faremo con una proposta, calibrata sui dieci anni. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
La parola al consigliere Sconciaforni per la replica. Le restano due minuti e mezzo.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'assessore, a partire dall'ultima affermazione sulla destinazione dei fondi alle aziende che decidono di rimanere sul territorio. Anche le parole dell’assessore dimostrano come lo sforzo da parte della Regione in un momento difficile come questo sia notevole, venendo incontro alle attività industriali e produttive in tutti i modi possibili.
A questo punto non può essere accettabile in alcun modo l'atteggiamento di chi fino a ieri ha beneficiato del valore aggiunto di questa regione, anzi dei tanti valori aggiunti di questa regione, e poi, di fronte a un evento sicuramente di grave difficoltà, invece che affrontarlo insieme agli altri, ha deciso semplicemente di fuggire con i soldi della cassa, lasciando a casa centinaia di lavoratori. Questo atteggiamento non può essere accettabile e nelle parole dell'assessore ho trovato un chiaro riscontro in questa direzione.
Mi dichiaro, pertanto, soddisfatto. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Abbiamo esaurito gli oggetti 2765 e 2770, passiamo all'oggetto seguente:
2769 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la destinazione, a favore di interventi urgenti per le popolazioni ed i territori colpiti dal terremoto, di risorse riguardanti il bando regionale "Ecofeste Emilia-Romagna".
Risponde per la Giunta l'assessore Freda.
La parola alla consigliera Noè per illustrare la sua interrogazione.
NOÈ: Grazie, presidente. Sono venuta a conoscenza nei giorni scorsi del fatto che la nostra Regione finanzia un bando "Ecofeste Emilia-Romagna" che offre contributi ai Comuni, alle associazioni onlus e alle pro loco che promuovono feste impiegando materiali non usa e getta, ma riutilizzabili, come i piatti in ceramica, le posate in metallo, i bicchieri in vetro, stoviglie e lavastoviglie industriali, per un importo di 300.000 euro.
Io credo che lo scopo di questo bando, che è quello di premiare e attivare comportamenti virtuosi, sia meritevole assolutamente di attenzione, ma credo anche che, in questo particolare momento, non sia fondamentale.
Posso anche condividere lo scopo di questo bando che lei, assessore, ha voluto finanziare per un importo di 300.000 euro, però credo che mai come in questo momento, considerato che il bando scade il 15 giugno, di fronte al sisma, per il quale la Regione Emilia-Romagna ha assunto un forte impegno affinché le risorse siano prioritariamente finalizzate a sollevare i territori colpiti, esso passi in secondo piano.
Vorrei sapere da parte sua e magari anche da parte del Presidente se, a fronte di questa situazione, vi sembra più opportuno mantenere attivo questo bando con la copertura finanziaria di 300.000 euro o se, invece, tali risorse oggi, rispetto a una semplice premialità, possano essere sospese per essere finalizzate a interventi urgenti come quelli sul terremoto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
La parola all’assessore Freda per la risposta.
FREDA, assessore: Grazie, presidente. Con il bando "Ecofeste Emilia-Romagna" la Regione intende promuovere la sostenibilità ambientale di eventi ricreativi che sono espressione della cultura e delle tradizioni locali e che comunque in ogni caso avrebbero luogo indipendentemente dall'intervento di codesta amministrazione, la quale, peraltro, non si spende per una premialità, ma eroga contributi per l’acquisto di attrezzature che consentano la riduzione dei rifiuti, che è uno degli obiettivi principali per quanto riguarda le politiche ambientali della strategia regionale.
Non si tratta, dunque, di una premialità, ma di contributi stanziati per l'acquisto di attrezzature. Si tratta di un numero molto consistente di iniziative che, se non correttamente gestite, possono produrre significativi impatti sull'ambiente in termini di produzione e di gestione dei rifiuti, anche in ragione del loro svolgersi in contesti periferici e/o rurali.
I contributi regionali concessi serviranno a finanziare misure per la raccolta differenziata e per la prevenzione della produzione dei rifiuti, quali la riduzione dell'uso di stoviglie usa e getta e degli imballaggi. Peraltro, ridurre l'impatto dei rifiuti legati a questo tipo di eventi assume una particolare rilevanza in questo momento di emergenza, in cui l'impiantistica regionale è chiamata a gestire quantitativi aggiuntivi di rifiuti indifferenziati provenienti dalle zone più colpite dal sisma.
Si ritiene, pertanto, opportuno mantenere attivo il bando "Ecofeste" con l'attuale copertura finanziaria, né si intende in alcun modo derogare ai princìpi e alle pratiche di attenzione e di salvaguardia dell'ambiente, che richiedono un impegno costante e la capacità di perseguire gli obiettivi della pianificazione ambientale, i quali generalmente richiedono tempi medio-lunghi, con la continuità necessaria a garantire il raggiungimento dei risultati.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Freda.
La parola alla consigliera Noè per la replica.
NOÈ: Assessore, io non discuto sullo scopo del bando. È logico che un bando che si ripromette di contenere l'impatto sull'ambiente delle manifestazioni ricreative, sportive e culturali promuovendo l'adozione di diverse misure gestionali e favorendo anche la scelta di materiale riutilizzabile, come piatti in ceramica, posate in metallo e bicchieri in vetro possa essere un obiettivo nobile, però, come ripeto, credo che oggi le priorità siano altre.
Al di là del fatto che questa possa o meno a lei sembrare una premialità, io credo che forse oggi determinati comportamenti virtuosi debbano essere suggeriti e che non importi nemmeno più finanziarli, quanto meno in un momento in cui possiamo sospendere il riconoscimento e l'erogazione di queste risorse per destinarle prioritariamente a persone che oggi vivono un grandissimo dramma.
Per esempio, ieri ho avuto modo di apprendere, e non lo sapevo, che oggi le popolazioni che vivono questo dramma e le cui case, i cui immobili…
FREDA: La stavo ascoltando.
NOÈ: Per fortuna lei riesce ad ascoltare. Con lei è difficile rapportarsi: o non è capace di guardare in faccia chi parla…
PRESIDENTE (Richetti): Rimaniamo nell'ambito della replica all’interrogazione.
NOÈ: Non è gradevole interloquire con una persona che magari mi ascolta, ma che scrive messaggi. Sto parlando di problemi molto seri. Poiché non è la prima volta, chiedo cortesemente di essere ascoltata.
Assessore, mi faccia capire che lei mi sta ascoltando, allora.
PRESIDENTE (Richetti): Restiamo alla replica all'interrogazione, per cortesia.
NOÈ: Vorrei parlare con qualcuno che mi guarda, tutto qui.
Nella giornata di ieri mi è dispiaciuto molto prendere atto che ci sono alcune persone - parlo a lei, dottor Bertelli; preferisco rivolgermi a lei - che oggi, a fronte di questo terremoto, se hanno immobili estremamente pericolanti perché dichiarati inagibili, debbono provvedere con le proprie risorse alla distruzione degli immobili, ma non solo. Come se non bastasse, devono provvedere anche allo smaltimento di tutti i calcinacci.
BERTELLI: Ma non è così!
NOÈ: È così, perché ieri col Sindaco di Cavezzo abbiamo dovuto decidere se un immobile destinato alla distruzione era da mettere a carico del proprietario.
In tal caso, è bene che rendiamo un’interpretazione autentica, perché il Sindaco di Cavezzo in questo momento sta procedendo in un determinato modo.
Ciò premesso, io credo che oggi ci sia una priorità e che sia quella di individuare quali sono le risorse prioritariamente necessarie per mantenere un sistema sanitario e un sistema sociale. A fronte del dramma che noi stiamo vivendo probabilmente oggi alcune di queste risorse possono essere sospese e momentaneamente dirottate per finalità più importanti rispetto a quella, comunque pregevole di attenzione, di contenere l'impatto ambientale rispetto a un bando come quello che lei, assessore, ha costruito nel caso specifico.
Da questo atteggiamento, da questa scelta dell'assessore di mantenere attivo tale bando mi faccio comunque l'idea che, se le risorse da qualche parte devono essere tratte, perché la coperta è quella che è, qualcheduno alla fine dovrà compiere una rinuncia. Poiché in questa iniziativa di grande solidarietà a sostegno dei nostri corregionali dobbiamo anche noi tirarci su le maniche, come Regione, chiedo che, di fronte ad alcune iniziative, ci si renda conto se effettivamente possono essere momentaneamente sospese per essere destinate a questioni o a cause sicuramente più urgenti, per non usare la parola "più nobili".
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2769, passiamo all’oggetto seguente:
2767 - Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, sulla procedura amministrativa di valutazione ambientale relativa al progetto "Rete adriatica" della Snam Rete Gas SpA, in particolare per il tratto Sestino-Minerbio, e sugli intendimenti che si intendono assumere in merito.
Risponde per la Giunta l'assessore Muzzarelli.
La parola alla consigliera Meo per illustrare la sua interrogazione.
MEO: Grazie, presidente. Ho ripresentato oggi quest’interrogazione a risposta immediata perché ha attinenze specifiche con il rischio sismico e con i problemi connessi, benché sia stata oggetto di una mia interpellanza presentata a suo tempo all'assessore, che, purtroppo, credo non abbia ancora ricevuto risposta. È di forse un anno fa.
Oggi mi sono sentita di ripresentarla in quest’Aula perché, a mio parere, una delle questioni che questo evento così drammatico impone all'attenzione di tutti è rappresentata dalle modalità e dalle attenzioni di progettazione delle opere a forte impatto ambientale che vengono a vario titolo e, secondo i diversi proponenti, collocate sul nostro territorio.
In questo senso io vorrei interrogare la Regione e l'assessore, che gentilmente mi risponde, rispetto a questo progetto che SNAM Rete Gas ha presentato nel 2005 per la realizzazione del metanodotto che sta attraversando il nostro territorio, denominato Rete adriatica, della lunghezza complessiva di 687 chilometri, lungo un tracciato che va dalla provincia di Taranto fino a Minerbio.
Si tratta di un'opera le cui parti sono funzionalmente connesse e programmate per realizzare un'unica struttura di attraversamento di una parte rilevantissima della dorsale appenninica che interessa dieci regioni, tre parchi nazionali, uno regionale e oltre venti siti di importanza comunitaria.
Per questo motivo, alla luce di queste caratteristiche così particolari, ma connesse fra loro, di questo progetto e della sua rilevanza, a nostro parere appare irragionevole la decisione di procedere attraverso una serie di procedure di Valutazione di impatto ambientale parziali e minime, anziché assoggettare il tutto a un'unica procedura VAS, prendendo in considerazione tutto il progetto quale un unico piano o programma, ovvero un unico procedimento di Valutazione di impatto ambientale. Perché l’opera non è stata valutata come unica e unitaria?
Non è chiaro, altresì, quali siano le motivazioni che hanno fatto sì che questo progetto sia stato dirottato verso la dorsale appenninica, dove incontra criticità non esistenti sul versante costiero, quali il notevole tasso di sismicità della stessa, oltre all'elevata qualità ambientale dei territori coinvolti.
La Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA e VAS del Ministero dell’ambiente, pur perfettamente a conoscenza dell'alto rischio sismico dei territori interessati dal progetto SNAM e consapevole della mancanza di studi di dettaglio precisi su queste aree, ha, a nostro parere assurdamente, espresso il proprio parere favorevole all'opera.
Il 26 ottobre dello scorso anno la Commissione ambiente della Camera dei deputati, proprio in ragione degli enormi pericoli derivanti dal rischio sismico, ha approvato all'unanimità una risoluzione che impegna il Governo a disporre la modifica del tracciato e a individuare attraverso un tavolo nazionale una soluzione alternativa, comunque al di fuori della dorsale appenninica.
Chiedo alla Giunta e all'assessore competente a quale punto si trovi attualmente la procedura amministrativa dell'intera opera del tratto Sestino-Minerbio, che interessa il territorio emiliano-romagnolo, e se la Regione non ritenga opportuno chiedere al Ministero dell’ambiente di sospendere il decreto di compatibilità ambientale, di disporre i necessari approfondimenti sull'opera e di mettere in atto le opportune iniziative per dare immediata e piena attuazione a quanto deciso dalla Camera dei deputati. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
La parola all’assessore Muzzarelli per la risposta.
MUZZARELLI, assessore: Nel 2005 la società SNAM Rete Gas ha presentato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il progetto del metanodotto Sestino-Minerbio per le procedure di cui all'articolo 81 del DPR 616/1977. In data 29 ottobre 2008, al fine dell'unificazione delle procedure autorizzative, la stessa società ha ritirato la suddetta istanza e ha presentato il progetto al Ministero dello sviluppo economico per l'autorizzazione all'esecuzione e all’esercizio delle opere ai sensi dell'articolo 52-quinquies del DPR 327/2001.
L’opera proposta è stata sottoposta a procedura di Valutazione di impatto ambientale ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, a seguito del quale il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il decreto n. 1693 del 9 dicembre 2008, ha espresso il giudizio favorevole di compatibilità ambientale con prescrizioni.
Nell'ambito di tale procedura la Giunta regionale ha espresso il proprio parere favorevole con prescrizione e condizione con delibera n. 2181 del 2007. Il MISE in data 30 dicembre 2008 ha avviato il procedimento autorizzativo, chiedendo alle Regioni interessate, Emilia, Marche e Toscana, di esprimere le proprie valutazioni in merito. La Regione Emilia-Romagna ha, dunque, attivato a tale scopo l'istruttoria di propria competenza.
Nel gennaio del 2012 la società SNAM ha comunicato al MISE di aver apportato modifiche al progetto del tracciato originario, in parte per ottemperare alle prescrizioni dettate in sede di VIA, in parte a causa di ottimizzazioni progettuali.
Il MISE, con nota n. 3264 del 17 febbraio 2012, assunta dal protocollo regionale, ha trasmesso a tutte le amministrazioni interessate il nuovo progetto sostitutivo di quello precedentemente inviato, richiedendo l'espressione dei relativi pareri e concordando, nel contempo, una prima seduta di Conferenza dei servizi per la data del 29 marzo 2012.
Con nota del 13 marzo 2012 la Regione ha segnalato al MISE e alla SNAM la necessità di verificare se le varianti e l’ottimizzazione apportate al progetto siano da assoggettare a VIA, nonché quella di integrare la documentazione progettuale con gli esiti degli adempimenti di pubblicità e comunicazioni previste dalle norme vigenti in materia di esproprio.
Nel corso della prima seduta della Conferenza in data 29 marzo 2012 il MISE ha dato atto della nota n. 7262 del 23 marzo 2012, con la quale il Ministero dell'ambiente ha comunicato che le varianti apportate sono di entità tale da necessitare che la società SNAM Rete Gas attivi la verifica di assoggettabilità al VIA ex articolo 20 del decreto direttivo n. 152 del 2006.
Nella medesima seduta anche il Ministero per i beni e le attività culturali si è riservato di esprimere il proprio parere successivamente all'esito della suddetta verifica di assoggettabilità.
Nella stessa occasione il responsabile del procedimento ha, inoltre, confermato la necessità che, a seguito dell'esito della procedura di cui sopra, la società proponente debba procedere a una nuova pubblicazione dell'intero tracciato del progetto, con riapertura dei termini di presentazione delle nuove osservazioni.
La prima seduta della Conferenza dei servizi si è, quindi, conclusa con il rinvio a una successiva seduta in data da definire. Per la formazione del parere regionale d'intesa dovranno poi essere acquisiti i pareri di merito dei Consigli comunali dei Comuni, delle Province e delle altre amministrazioni locali interessati.
Il nuovo parere della Regione terrà ovviamente conto anche della risoluzione votata dalla Commissione ambiente della Camera dei deputati. Lavoreremo con le Regioni interessate, in particolare, oltre a Toscana e Marche, anche Abruzzo e Umbria, sul tavolo nazionale per la definizione di un tracciato compatibile con le esigenze energetiche territoriali.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
La parola alla consigliera Meo per la replica. Le resta un minuto e mezzo.
MEO: Grazie, assessore. Seguiremo con attenzione questo processo. Ci rendiamo conto che è molto articolato. Se posso esprimere un auspicio rispetto a questa complessa procedura, le cui implicazioni certamente non ci sfuggono, è quello di guardare a tutta questa progettualità - sono certa che la Regione lo farà - con particolare attenzione e veramente con gli occhiali giusti.
Credo che tutte queste nuove vicende, oltre alla vicenda sismica, anche quelle legate al rischio idrogeologico che abbiamo visto su tante questioni, inducano a valutare con un'attenzione maggiore e più puntuale anche rispetto al recente passato qualsiasi grande opera che attraversa l'Emilia-Romagna e non solo. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2767 e con esso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Commemorazione delle vittime del sisma
PRESIDENTE (Richetti): Prima di passare all'ordine del giorno ordinario, colleghi, avrete visto che il bilancio delle vittime per la nostra regione si è aggravato. Ieri l'intera regione ha ovviamente osservato la Giornata di lutto nazionale. Chiederei, però, anche a quest’Assemblea un minuto di silenzio per le diciassette vittime che hanno segnato il territorio modenese e che si aggiungono alle sette della provincia di Ferrara che abbiamo registrato nella prima scossa del 20 maggio.
Sapendo di interpretare lo spirito di tutti voi, rendiamo omaggio alle vittime con un minuto di silenzio di quest’Assemblea.
(L’Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)
OGGETTO 2758
Comunicazione della Giunta di aggiornamento sulla situazione dei territori delle province colpite dal sisma del 20 maggio 2012, a seguito delle nuove scosse di terremoto registratesi in data 29 maggio 2012
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, colleghi. Riprendiamo i nostri lavori. La Conferenza dei Capigruppo, d’intesa con la Giunta, ha fissato l'oggetto 2758, «Comunicazione della Giunta di aggiornamento sulla situazione dei territori delle province colpite dal sisma del 20 maggio 2012, a seguito delle nuove scosse di terremoto registratesi in data 29 maggio 2012».
L’oggetto è aggiornato d'ufficio, perché purtroppo la terra continua a tremare.
La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha inoltre convenuto di non aprire la discussione su questa comunicazione che l’assessore Gazzolo esporrà all’Aula per conto della Giunta.
La parola all’assessore Gazzolo.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Consiglieri e consigliere, nell’apprezzare la qualità del dibattito di questa Assemblea seguito alla prima comunicazione sulle conseguenze del sisma in atto, avrei voluto poter partire dal bilancio di quanto realizzato dalla Giunta sulla base degli indirizzi dati da questo Consiglio unanimemente. Purtroppo dobbiamo ripartire, ripartire dalle 9,03 di martedì 29 maggio, quando le lancette dell’orologio sono tornate indietro, si sono azzerate le speranze dei precedenti nove giorni e si è ricominciato.
Una nuova forte scossa di terremoto ha segnato la regione Emilia-Romagna, in particolare le province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna, venendo avvertita in tutto il Nord Italia e oltre, fino alla Toscana e all’Umbria, una scossa di magnitudo 5.8 a 11,09 chilometri di profondità seguita da altre 158 nella stessa giornata. Sono 638 le scosse fino alle 7,36 di oggi, delle quali tredici di magnitudo pari o superiore a 4, e fra queste sette superiori a 5. La più significativa è stata quella delle 12,55 dello stesso 29 maggio di magnitudo 5.3 e poi quella di domenica 4 giugno, quando la terra ha ancora tremato alle 21,21 con magnitudo 5.1.
Se quest’ultima scossa non ha causato vittime, pur portando con sé il crollo della torre di Novi, unita a quelle di martedì ha avuto esiti ben più drammatici in particolare nei comuni prossimi all’epicentro, un epicentro fisico che ha fatto subito da contraltare a un epicentro più intimo, quello del dolore che ha colpito il cuore di ciascuno di noi, di ciascun emiliano, di ciascun italiano.
Dolore causato innanzitutto dalla tragedia delle diciassette persone che hanno perso la vita sotto i crolli. Tra loro, dodici operai morti, un imprenditore, e un esperto verificatore mentre svolgevano il loro lavoro quotidiano, oltre al parroco di Rovereto di Novi sepolto dalle macerie della sua chiesa nei pochi attimi in cui era rientrato nell’edificio per recuperare una statua della Madonna. Ai familiari di ciascuna delle vittime esprimiamo e rinnoviamo il cordoglio e la solidarietà dell’intera Regione e di tutta la comunità emiliano-romagnola.
Accanto ai morti, l’epicentro del dolore sta anche nei 350 feriti, nelle case lesionate, nei capannoni distrutti, nelle scuole inagibili, nei tesori artistici e architettonici della nostra terra profondamente feriti, negli occhi spaventati delle donne e degli uomini che erano già proiettati alla ricostruzione dopo la prima scossa, che erano pronti a rialzarsi e a rimboccarsi le maniche per ripartire con quel pragmatismo e quella dedizione per il lavoro che sono la forza della nostra gente e del nostro territorio.
Una situazione drammatica, che ha portato alla seconda dichiarazione emergenziale e all’istituzione, nella giornata di ieri, del lutto nazionale nel cordoglio del Paese per le ventiquattro vite umane perdute. Una situazione drammatica che ha coinvolto una parte della nostra terra con un’estensione geografica molto grande, che conta quasi un milione di abitanti, dove operano 340.000 lavoratori nelle 77.000 imprese che rappresentano, come diceva il collega Muzzarelli prima, l’1,8 per cento del PIL nazionale, e dove studiano oltre 50.000 studenti, generazioni e genti che si stanno dimostrando capaci di affrontare con estrema compostezza e dignità la tragedia del terremoto.
Proprio alla popolazione si sono da subito rivolte le azioni di assistenza messe in campo dal sistema di Protezione civile. In particolare, il Capo Dipartimento nazionale, Franco Gabrielli, ha firmato lo scorso 2 giugno l’ordinanza con cui ha istituito la Direzione di comando e controllo (DICOMAC) nella sede dell’Agenzia regionale di Protezione civile, atto che ha consentito il trasferimento nella nostra Regione del coordinamento di componenti e strutture operative del servizio nazionale della Protezione civile, a supporto delle attività del Capo Dipartimento.
Al tempo stesso è stato affidato il coordinamento della DICOMAC al Direttore dell’Ufficio gestione delle emergenze del Dipartimento dalla Protezione civile e ne è stata disciplinata la composizione in dodici funzioni di supporto, ciascuna coordinata da un referente e un vicario: tecnica di valutazione, rilievo di agibilità, sanità, volontariato, logistica, assistenza alla popolazione, informazione e comunicazione, supporto informatico, supporto telecomunicazioni, gestione del personale e automezzi, autorizzazioni di spesa e supporto amministrativo.
Alla DICOMAC è assegnata la funzione delicata di garantire il supporto alle attività dei centri di coordinamento territoriali istituiti a livello provinciale, che a loro volta sostengono i centri operativi attivati dai Sindaci nei propri territori, il tutto assicurando una gestione unitaria dell’emergenza ossia delle attività volte al soccorso, all’assistenza alla popolazione e alla realizzazione degli interventi provvisionali connessi alle prime necessità del post-terremoto.
A livello operativo, come già in occasione del terremoto del 20 maggio, la priorità è stata quella di non lasciare nessuno solo, di raggiungere tutti, garantendo in primo luogo l’accoglienza. In questo, un ruolo fondamentale è giunto dalla collaborazione tra l’Agenzia regionale di Protezione civile, il Dipartimento nazionale e la Protezione civile delle altre regioni. Nei due giorni successivi alla scossa, infatti, sono giunte in Emilia-Romagna dieci nuove colonne mobili da tutta Italia. Oggi ne contiamo ventisette dalle regioni, comprese le nostre.
A fronte di una disponibilità complessiva di 15.754 posti, i cittadini che a oggi risultano accolti sono pari a 12.180. Erano 5.292 in seguito alla scossa del 20 maggio. 9.265 sono alloggiati nei trentacinque campi allestiti sul territorio, 2.915 nelle strutture al coperto (scuole e palestre), altri 2.048 hanno invece trovato ospitalità in albergo. Nelle ore immediatamente successive alla seconda scossa, infatti, la Protezione civile regionale ha sottoscritto un’importante convenzione con Federalberghi e Asshotel Emilia-Romagna, grazie alla quale si sono resi disponibili 10.000 posti letto da parte di strutture ricettive di tutta la regione. L’obiettivo perseguito è quello di superare progressivamente soluzioni provvisorie in tenda, offrendo un’accoglienza più adeguata per chi ha le case inagibili.
Al momento sono oltre 1.500 i volontari di Protezione civile impegnati sul territorio, soprattutto nel fornire assistenza alla popolazione, a cui si aggiungono operatori ed esperti della Protezione civile, dei vigili del fuoco, delle forze armate e dell’ordine e degli Enti locali per un totale di oltre 4.500 uomini e donne al lavoro. Un impegno prezioso e indispensabile, senza il quale non sarebbe stato possibile fornire una risposta pronta e immediata alla popolazione, assistenza assicurata anche dal punto di vista sanitario.
Il sisma del 29 maggio ha reso inagibile l’ospedale di Carpi e in provincia di Ferrara risultano chiusi l’ospedale di Bondeno, parte di quello di Cento e il servizio psichiatrico di diagnosi e cura del Sant’Anna. Danni considerevoli si sono registrati anche per quanto riguarda le strutture educative. Per questo l’obiettivo a cui la Regione ha da subito lavorato è stato quello di salvare l’anno scolastico e garantire il regolare svolgimento degli scrutini e degli esami di licenza media e di maturità.
Nello specifico, sono 219 le scuole statali lesionate - erano 69 all’indomani del 20 maggio -, 121 totalmente inagibili e 94 parzialmente. A queste si devono aggiungere 50 scuole paritarie dell’infanzia - per altre 52 sono ancora in corso le verifiche -, sedi universitarie, in particolare Ferrara, e cinque centri di formazione professionale. Una fotografia resa disponibile grazie al fatto che, al pari dell’assistenza alla popolazione, da subito abbiamo considerato prioritari gli accertamenti sulla stabilità degli edifici sia quelli pubblici, dalle scuole ai municipi, sia le abitazioni private e le strutture produttive.
Lavoro, imprese, beni artistici, immobili pubblici e abitazioni sono le emergenze sulle quali stiamo operando con il massimo impegno. L’obiettivo resta quello di salvaguardare la fondamentale dimensione di vita economica e sociale della nostra comunità attraverso il coordinamento delle istituzioni locali, un’esigenza che è diventata ancora più forte in seguito agli eventi del 29 maggio che hanno reso indispensabile procedere a un’ulteriore verifica anche degli immobili già accertati in precedenza.
Fino a ieri, lunedì, erano 1.150 i vigili del fuoco attivi sul territorio per compiere le verifiche speditive. In media se ne sono terminate 1.500 al giorno, ma sono destinate ad accrescersi in seguito all’assegnazione di ulteriori cento unità di personale entrate in servizio nella mattinata di oggi. Dal 20 maggio al 3 giugno si sono effettuate 19.890 verifiche e nell’arco di una settimana si prevede di ultimare le restanti 13.976.
Così come già avvenuto dopo la prima scossa, al fianco dei vigili del fuoco stanno operando anche squadre di tecnici regionali abilitati alla compilazione delle schede AEDES, intenti a valutare le strutture in condizione di maggiore criticità o per le quali viene chiesto un ulteriore accertamento a seguito della verifica speditiva. Il 31 maggio ne erano attive 50, salite a 92 nella giornata di ieri e a 103 questa mattina.
Il loro numero sta quindi aumentando rapidamente, anche in funzione dell’accordo raggiunto con le facoltà di Ingegneria delle università di Bologna, Parma, Modena - Reggio Emilia e Ferrara, che hanno messo a disposizione 14 squadre composte da esperti impegnati nei rilievi su edifici strategici in collaborazione con i tecnici della Protezione civile. Dodici squadre in particolare sono occupate nella conclusione delle verifiche sugli istituti scolastici. Insieme al Dipartimento vogliamo accrescerle di almeno altre 50 unità per favorire in tempi rapidissimi la chiara fotografia dell’intero patrimonio edilizio pubblico e privato colpito e delle opere idrauliche compromesse.
Vogliamo ripartire coniugando i tempi con il principio di sicurezza, principio che vale a partire dalle produzioni che si svolgono nei capannoni. È necessario agire per fare riacquistare la dovuta serenità a imprenditori e dipendenti, uniti in questi giorni dal valore del lavoro, che in Emilia-Romagna ha sempre occupato un ruolo preminente entrando a far parte dell’etica di questa regione.
A tal fine, l’ordinanza del prefetto Gabrielli del 2 giugno scorso, d’intesa con le tre regioni coinvolte, ha introdotto un meccanismo di velocizzazione delle verifiche sismiche sugli edifici produttivi, prevedendo che la certificazione di agibilità possa essere acquisita direttamente da un professionista abilitato e successivamente depositata al Comune territorialmente competente. Vi saranno conseguenti norme esplicative per rendere praticabile in tempi celeri e certi questo indispensabile percorso.
Gli accertamenti sulla stabilità degli immobili rappresentano una priorità assoluta al fine di consentire ogni successiva azione di programmazione, ciò anche in considerazione del fatto che la dimensione economica dei comuni terremotati, secondo le stime preliminari di cui siamo in possesso, è pari a oltre 25 miliardi di valore aggiunto (0,6 nell’agricoltura, 8,98 nell’industria e 15,7 nel terziario), nonché a oltre 15 miliardi di esportazioni verso l’estero. Anche la quota percentuale sul totale dell’Emilia-Romagna è estremamente significativa: 21 per cento del valore aggiunto e 31 per cento delle esportazioni verso l’estero.
Nelle aree colpite dal sisma operano, infatti, oltre 77.000 imprese, pari al 20,2 per cento del totale regionale, con 343.000 lavoratori, come prima richiamato. Di questi, 70.000 persone sono impiegate nella meccanica e nella produzione di macchinari, 20.000 si occupano del tessile e dell’abbigliamento, 10.000 dell’alimentare e 4.000 delle ceramiche. Si tratta in sostanza di oltre il 60 per cento degli addetti complessivi delle province di Modena e Ferrara, più del 20 per cento di Reggio e Bologna, numeri che acquistano un rilievo ancora maggiore se si considera il solo settore industriale. Un lavoratore su quattro impiegato nell’industria emiliano-romagnola lavora nell’area che ha subito gli effetti del sisma.
Per quanto riguarda l’agricoltura, il numero delle imprese potenzialmente coinvolte dal sisma si attesta sulle 14.119 unità, 672 delle quali con allevamenti, che operano su una superficie agricola utilizzabile di 215.976 ettari, circa il 20 per cento del totale regionale. A essere colpiti sono stati abitazioni e fabbricati rurali, attrezzature fisse e mobili, allevamenti, strutture di lavorazione, conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli, dai caseifici agli stabilimenti enologici, alle acetaie.
Il crollo o il danneggiamento di ricoveri zootecnici sta provocando consistenti difficoltà nella conduzione degli allevamenti, che non può subire nessun tipo di interruzione prolungata, specie per l’alimentazione e la cura degli animali, il trasporto e la lavorazione del latte.
I due eventi sismici hanno inoltre provocato gravissimi danni alle strutture di stagionatura del parmigiano reggiano. Il Consorzio di tutela in questa prima fase stima in oltre 150 milioni di euro i danni subiti a seguito delle scosse. Risultano, infatti, inagibili oltre dieci caseifici, mentre sono state danneggiate circa 630.000 forme di formaggio, recuperabili in misura parziale. Gli allevamenti conferenti ai caseifici coinvolti dal sisma sono quasi 700. Al momento attuale il latte prodotto viene trasferito e lavorato presso altre strutture, mentre sta proseguendo l’opera di recupero e di classificazione delle forme crollate e il trasferimento di quelle che possono proseguire la stagionatura in altri magazzini.
Di fronte a questa situazione, le misure adottate dal Consiglio dei Ministri del 30 maggio - stiamo attendendo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale - hanno rappresentato un passo in avanti importante per restituire fiducia ai cittadini, ai Sindaci, ai lavoratori e alle imprese a partire dai 2,5 miliardi destinati al territorio in tre anni. A questo si aggiungono le proposte formulate dalla Regione Emilia-Romagna in particolare a favore del rilancio del sistema produttivo: contributi a fondo perduto per la ricostruzione rivolti a privati e aziende; plafond a tasso agevolato per la ricostruzione; sospensione dei pagamenti di imposte personali e aziendali, del primo acconto dell’IMU, dei contributi previdenziali e assistenziali, delle rate dei mutui e degli altri tributi locali; fondo a tasso zero per la ricostruzione e il ripristino rivolto alle imprese; attivazione di ammortizzatori sociali ordinari e in deroga; sospensione delle procedure di sfratto; allentamento del Patto di stabilità per favorire gli investimenti degli Enti locali.
Un primo decreto legge di ieri va in questa direzione e ci consentirà di completare le verifiche per definire i successivi provvedimenti. L’obiettivo deve ora essere quello di continuare a lavorare insieme, Governo, Regioni, Enti locali e cittadini, per affrontare le enormi difficoltà che dobbiamo superare e garantire il ritorno alla normalità, avviando una ricostruzione rapida e trasparente.
Particolarmente positivo si è rivelato in proposito l’incontro svolto nella giornata di domenica 3 giugno tra il Presidente Errani, il prefetto Gabrielli, il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, e il commissario Hahn per le politiche regionali. Come evidenziato dallo stesso Presidente, le istituzioni comunitarie hanno dimostrato di aver ben chiara la gravità della situazione in Emilia-Romagna, garantendo un sostegno concreto alle nostre comunità e all’economia così duramente messa alla prova.
In particolare, sono in arrivo circa 150-200 milioni di euro dal fondo di solidarietà per le calamità naturali, pari al 2,5 per cento dei danni subiti, che secondo una prima stima vengono calcolati in oltre 5 miliardi. Si tratta di risorse che verranno destinate interamente alle pubbliche amministrazioni per interventi su edifici e strutture pubbliche. D’altro canto, l’Europa non chiederà la restituzione dei fondi già erogati per progetti comunitari che non potranno essere completati a causa del terremoto e stanzierà ulteriori finanziamenti per le imprese attraverso i fondi di sviluppo regionale e i programmi operativi.
A ciò si aggiungeranno gli interventi attuati tramite i bandi per l’innovazione e il sostegno ai distretti produttivi, quali le iniziative per il settore delle costruzioni e il supporto alla green economy: Tra le proposte avanzate dalla Regione c’è anche l’avvio di un progetto pilota legato alla ricostruzione di edifici pubblici, capace di valorizzare il rispetto delle norme antisismiche e il ricorso alla sostenibilità ambientale. È in corso, inoltre, la definizione, di concerto con il Governo, di importanti azioni a sostegno dell’agricoltura, tra le quali la richiesta avanzata all’Unione europea di anticipare da dicembre a luglio 2012 l’acconto del 50 per cento dei pagamenti PAC spettanti alle aziende agricole dei territori colpiti dal terremoto.
Tra le Iniziative per il credito vi è il fondo straordinario di rotazione, che consentirà anche alle imprese agricole e agro-industriali, come a quelle di tutti i settori produttivi e commerciali, di beneficiare, in attesa degli indennizzi di competenza, di finanziamenti anticipati con abbattimento degli interessi a carico dello Stato o della Regione, nonché garanzie e contro-garanzie a costo zero per l’attivazione dei finanziamenti previsti dallo stesso fondo straordinario e dalle banche.
Si sta inoltre lavorando per avviare il ritiro dal mercato del formaggio irrimediabilmente danneggiato, integrando risorse europee attivabili per i ritiri annuali di prodotti vari da destinare agli indigenti, risorse nazionali aggiuntive e fondi derivanti dall’autofinanziamento dei produttori soci del Consorzio DOP.
Per quanto riguarda la ricostruzione, infine, cito lo stanziamento di un fondo aggiuntivo di 100 milioni di euro a favore dell’Emilia-Romagna nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2007-2013, reso possibile dalla decisione delle altre regioni italiane di destinare il 4 per cento dell’annualità 2013 dell’asse 1 dei rispettivi programmi operativi regionali alla nostra regione e il cofinanziamento del Ministero dell’agricoltura, scelta che contribuisce a rendere concreto e attuale il principio dell’unità giuridica ed economica della nazione sancito dalla Carta costituzionale.
A questa importante forma di solidarietà se ne aggiungono altre, le più diverse: quella delle migliaia di cittadini che in questi giorni hanno inviato la loro donazione via sms al numero 45500; quella di chi ha effettuato un versamento sul conto corrente attivato dalla Regione Emilia-Romagna, che in soli nove giorni ha raccolto 504.000 euro, 375.942 euro nella sola giornata di venerdì 1° giugno; quella dei volontari di Protezione civile e delle altre associazioni impegnate direttamente sul campo; e ancora quella delle consigliere e dei consiglieri regionali che hanno svolto un ruolo fattivo nel sostenere le popolazioni, così come quella degli artisti che si sono mobilitati per un grande concerto il prossimo 25 giugno a favore delle popolazioni terremotate.
Proprio alla galassia delle iniziative di solidarietà attivate in questi giorni è dedicata un’apposita sezione del nuovo sito, "Dopo il terremoto", realizzata dall’agenzia di stampa della Giunta regionale nell’intento di fornire un’informazione sempre più completa, immediata ed efficace sul sisma, aprendo al tempo stesso la prospettiva della ricostruzione. Oltre ai fondi, sono i gesti di solidarietà che rendono grande un Paese. Questo sta accadendo in mille forme e ne siamo orgogliosi.
Appena sarà pubblicato il decreto che assegnerà al Presidente i poteri derogativi straordinari, necessari alla gestione di tutte le attività per il ritorno alla normalità della vita e del lavoro in quelle zone, si istituirà una governance adeguata per un effettivo, pieno e reale coinvolgimento del sistema degli Enti locali, attraverso la costituzione di uno specifico comitato istituzionale partecipato da tutti i Comuni e le Province interessate.
Sappiamo che la ricostruzione inevitabilmente comporterà un lavoro lungo e impegnativo. Noi vogliamo assicurare che questo avvenga nel rispetto dei principi fondamentali: sicurezza, legalità, trasparenza, efficienza e rapidità. Vogliamo snellire tutte le procedure nella coerenza di una corretta gestione delle regole. Sono in atto una serie di altre azioni della Regione con gli altri Enti locali della nostra regione e dell’intero Paese che non riprendo qui e che comunicheremo in seguito. È evidente che siamo di fronte a un terremoto che riguarda, per dimensioni e gravità, l’intero Paese e l’Europa, così come siamo riusciti a far cogliere nel lavoro e nelle relazioni di questi giorni.
Una serie di elementi, quelli citati, che dimostrano come l’Emilia-Romagna abbia tutte le risorse per uscire dall’emergenza e avviare una ripresa che rappresenti al tempo stesso una rinascita della nostra terra. Il valore aggiunto di cui siamo portatori sta nella gente di questa regione, gente operosa e capace di affrontare le difficoltà. Per riuscirci è indispensabile restare uniti, lavorare tutti insieme per lo stesso obiettivo. La Regione è pronta a fare la sua parte e lo ha dimostrato da subito. Al suo fianco sa di poter contare sull’intero sistema istituzionale e sociale.
Abbiamo sin qui fatto dei passi importanti. Il 7 giugno sarà con noi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e mi permetto di chiudere proprio con le sue parole: «Ce la faremo, e lo dico con fiducia a voi, gente dell’Emilia, conoscendo la vostra tempra».
Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo, anche per le puntuali informazioni fornite ai consiglieri circa la situazione e le iniziative in atto.
Come ricordavo, la comunicazione non prevede discussione. Pertanto abbiamo esaurito l’oggetto 2758.
OGGETTO 2679
Delibera: «Programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale (L.R. n. 3/2010, art. 6).» (Proposta della Giunta regionale in data 2 maggio 2012, n. 543) (77) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Proseguiamo i nostri lavori chiamando l’oggetto 2679 Proposta recante: "Proposta all’Assemblea legislativa del programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale (L.R. n. 3/2010, art. 6)".
La Commissione "Statuto e Regolamento" ha espresso parere favorevole nella seduta del 22 maggio 2012 con la seguente votazione: 24 favorevoli, nessun contrario e 10 astenuti, apportando un emendamento alla delibera della Giunta.
Ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2010, la sessione è aperta dalla proposta del programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale, redatta anche sulla base della relazione annuale del nucleo tecnico. Il programma è accompagnato da una relazione sulla partecipazione nel territorio della regione contenente un’analisi dello stato dei processi partecipativi e proposte per la loro evoluzione e il loro miglioramento. L’Assemblea legislativa approva il programma di iniziative per la partecipazione, che contiene anche gli indirizzi su criteri e modalità per la concessione dei contributi regionali.
È aperta la discussione generale congiunta su provvedimento ed emendamenti.
Sono già stati presentati quattro emendamenti: uno a firma della consigliera Noè e tre a firma dei consiglieri Manfredini e Bernardini. Sarà possibile presentare emendamenti fino alla conclusione della discussione generale, che prevede interventi di dieci minuti. Passeremo poi alle dichiarazioni di voto congiunte.
La parola alla vicepresidente Saliera per l’illustrazione del provvedimento.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente, e buongiorno a tutti.
Il primo programma di iniziative della Giunta per il sostegno ai processi partecipativi e la relazione annuale del nucleo tecnico di integrazione che ci approntiamo a discutere interpretano appieno lo spirito della legge regionale n. 3/2010, che venne votata dall’Assemblea con voto unanime.
L’obiettivo dalla legge è produrre una qualità nuova della partecipazione per rispondere alla crescente domanda di dialogo attivo tra amministratori o amministrazioni e cittadini e di discussione aperta con l’altro affinché si possano creare adeguate condizioni per la costruzione di un rapporto di fiducia reciproca.
Siamo convinti che sostenere i processi partecipativi significhi contribuire a rifondare i legami di fiducia e di condivisione. Significa assumere un’ottica nuova per ricreare uno spazio pubblico. In questo modo potrà farsi strada, anche con il nostro sostegno, la capacità di una comunità di rispondere effettivamente ai propri problemi in modo collettivo.
Il compito sarà quello di favorire e promuovere percorsi organizzati e indirizzati per accrescere competenze nella comunità, a partire da chi formalmente e istituzionalmente è al governo locale dei processi partecipativi.
Dai dati disponibili, frutto del lavoro di ricognizione compiuto dall’Osservatorio della partecipazione istituito dalla Giunta regionale nel 2008, emergono interessanti elementi di contesto che brevissimamente desidero ricordare. Le esperienze di partecipazione in Emilia-Romagna nel 2011 sono cresciute del 60 per cento rispetto al 2009 e del 27 per cento rispetto al 2010. Il 73 per cento delle esperienze partecipative si realizza a livello comunale; il 19 per cento a livello intercomunale; il 9 per cento a livello provinciale e il 4 a livello regionale.
Il 55 per cento delle esperienze è contraddistinto da una forte spontaneità. Nascono cioè su impulso dei soggetti promotori, che raccolgono l’esigenza di un coinvolgimento dal basso per la definizione delle politiche pubbliche. Soltanto il 10 per cento dei processi partecipativi si avvia in base a un procedimento previsto per legge.
In Emilia-Romagna la forma più diffusa di partecipazione (30 per cento dei casi) è la co-decisione, che possiamo considerare la forma più matura di partecipazione in quanto in essa si realizzano maggiore interazione e maggiore coinvolgimento, generando proposte congiunte da parte di autorità pubbliche e cittadini.
Le aree tematiche su cui più si concentrano i processi partecipativi sono quelle legate alla riqualificazione e progettazione urbana, come piani della mobilità, piani strategici e piani strutturali; quelle legate al tema della coesione sociale, che comprendono, ad esempio, la programmazione per il welfare, l’educazione e la promozione della cittadinanza attiva; quelle legate alle tematiche ambientali.
Risulta con ciò di tutta evidenza che nella nostra regione esiste un robusto tessuto di esperienze partecipative al quale dobbiamo, tuttavia, dare ulteriore sistematicità e vigore. Con la legge n. 3 e con il programma di attività che si discute oggi intendiamo dare ulteriore respiro e opportunità ai territori affinché siano messi in condizione di alimentare un sempre più elevato e qualificato coinvolgimento di cittadini, operatori economici, parti sociali e altre espressioni della società civile per costruire un sistema amministrativo regionale e locale coeso, garantendo nel contempo la tempestività e l’efficacia dell’azione amministrativa.
Venendo al programma, la Giunta regionale ha lavorato in piena collaborazione con il tecnico di garanzia, partecipando alle attività del nucleo tecnico di integrazione con le autonomie locali. Questo intenso lavoro ha permesso un confronto costante sulla definizione dei criteri per l’erogazione dei contributi agli Enti locali a sostegno dei processi partecipativi. Credo che i risultati, che trovate nella relazione e che la Commissione ha discusso, siano di tutta evidenza.
Mi preme in questo senso sottolineare alcuni elementi salienti contenuti nel documento. Pur nel rispetto della piena autonomia di scelta sulle tecniche da utilizzare per la realizzazione dei processi partecipativi e sugli ambiti tematici da parte degli Enti locali e degli altri soggetti che intendono richiedere il sostegno finanziario regionale, si dà grandissimo risalto alla certificazione di qualità dei processi partecipativi. Ciò consentirà nel tempo di accrescere le caratteristiche della democrazia deliberativa, affievolendo le esperienze partecipative di mera facciata.
Un altro elemento che considero importante, già presente nella legge e richiamato nel documento della Giunta, è costituito dal fatto che per presentare un progetto di partecipazione, anche di iniziativa di singoli cittadini, è necessaria l’adesione del soggetto pubblico titolare della decisione amministrativa, impegnandolo in questo modo a farsi carico dei risultati del percorso. Un criterio di premialità è stato previsto per le unioni di Comuni o unioni montane, allacciandoci in tal modo alle politiche istituzionali che la Regione da molti anni ha intrapreso in questo senso.
Un’importanza particolare è stata conferita ai casi di processi partecipativi che siano avviati sulla base di petizioni e istanze presentate all’autorità politica titolare della decisione da attori organizzati (associazioni, imprese) o da nuove formazioni (comitati).
Molto significativo è il rilievo che diamo alla presenza di un accordo formale sottoscritto dai responsabili del processo dell’ente richiedente e dai principali attori organizzati, in quanto esso rappresenta già un impegno forte fra i soggetti. Si tratta, quindi, di avviare una fase sperimentale al termine della quale la Regione si impegna a valutare i risultati e a considerare le eventuali azioni migliorative.
Ringrazio le Commissioni consiliari per il loro fattivo e operoso contributo a che si possa giungere a una efficace e non burocratica gestione della legge.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Saliera.
Considerato che abbiamo accorpato la discussione benché il Regolamento preveda due dibattiti su provvedimento ed emendamenti, comunico che gli emendamenti sono diventati sei: uno a firma della consigliera Noè, tre a firma dei consiglieri Manfredini e Bernardini, due a firma dei consiglieri Naldi, Donini, Monari, Barbati, Bernardini e Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.
MUMOLO: Grazie, presidente. Quando si parla di partecipazione ci si riferisce a quelle azioni che portano le persone a prendere parte a un determinato atto o processo. La partecipazione alle scelte di governo e di chi governa è il fondamento della democrazia. Tra l’altro, è un fenomeno molto antico che si fa risalire solitamente alle attività che si svolgevano nelle polis greche.
Oggi si assiste alla riscoperta del metodo partecipativo quale strumento efficace diretto a influenzare sia le scelte dei decisori che le decisioni stesse. In questa Regione, dopo un lungo e articolato processo, c’è stata l’adozione nel 2009 delle linee di indirizzo sui processi di partecipazione e nel 2010, come sappiamo tutti, della legge regionale n. 3.
Alla luce dei risultati ottenuti negli anni, con l’atto di cui discutiamo oggi la Regione dà concreta attuazione alla legge n. 3 allo scopo di rendere i cittadini dell’Emilia-Romagna ancora più protagonisti delle scelte degli Enti locali, rafforzando il coinvolgimento delle singole persone e dei gruppi di cittadini attraverso un bando annuale in specifici e delicati momenti e temi, dal progetto sulla mobilità sostenibile alle scelte relative alla riqualificazione urbana, dai temi ambientali alle nuove infrastrutture.
Dal 1998 al 2011 i processi partecipativi in Emilia-Romagna sono stati oltre 260 e i dati su di essi sono monitorati dall’Osservatorio regionale sulla partecipazione, progetto unico nel panorama italiano. Le indagini condotte dall’Osservatorio sui processi partecipativi svolti dal 2009 al 2011 hanno dato alcuni indicatori molto importanti, che sono già stati ricordati dalla vicepresidente Saliera e sui quali pertanto non mi dilungo. Possiamo, però, dire che sinora le occasioni di partecipazione si sono connotate come forme di consultazione istituzionale e formalizzata, spesso regolata da una normativa di settore o talvolta basata su pratiche consuetudinarie.
Nel merito dei processi partecipativi occorsi su tutto il territorio, forse vale la pena distinguere tra quelli che sono stati avviati prima dell’adozione della legge regionale n. 3/2010, tra i quali si può osservare come buona parte risulti priva della pratica inclusiva delle istanze di diversi soggetti portatori di interessi, bisogni e visioni, e quelli successivi. La consultazione istituzionale viene percepita, e di fatto lo è, come un momento lontano dalle esigenze reali delle persone e inadeguato a rappresentare i loro interessi. Si distinguono da questa connotazione più concertativa-consultiva le esperienze partecipative promosse dalla Regione dopo l’approvazione della legge regionale n. 3.
L’atto in esame conferisce corpo e sostanza alla partecipazione. È una cornice di sistema e rappresenta l’opportunità per la politica di dare spazio e ruolo alla collettività. È un’occasione di semplificazione amministrativa per superare i limiti delle esperienze partecipative degli anni passati.
Ci sono delle esperienze di partecipazione significative che forse, visto che discutiamo di questo tema, vale la pena ricordare. Una di esse è il coinvolgimento dei cittadini di Reggio Emilia nel piano di rigenerazione urbana del parco del Rodano attraverso la segnalazione delle esigenze principali legate, per esempio, ai temi dell’integrazione con altri spazi dei mezzi di trasporto. Sulla stessa linea è anche il progetto di riqualificazione del lungofiume a San Lazzaro di Savena e dell’ex cava di Rimini.
In tema di mobilità sostenibile, invece, il piano urbano del traffico di Porto Maggiore a Ferrara è stato realizzato anche grazie alla partecipazione dei cittadini, del sistema delle imprese e dei territori, mentre a Savignano sul Panaro, attraverso la partecipazione, si è realizzato un progetto relativo agli spazi pubblici, così come è avvenuto a Scandiano e a Castelnuovo di Sotto in provincia di Reggio Emilia. Infine, nel comune di Piacenza la partecipazione dei cittadini è stata possibile soprattutto attraverso il web per la realizzazione, tra l’altro, del PSC e della riqualificazione di piazzetta Plebiscito.
Sono alcune delle esperienze realizzate ed è importante ricordarle per capire cosa significherà questo atto e cosa possiamo fare per la partecipazione dei cittadini. Queste esperienze attestano due elementi: per un verso, la diffusione dell’istituto della partecipazione su tutto il territorio regionale e, per un altro verso, come il cittadino informato e coinvolto si senta parte di un organismo, di un gruppo, di una comunità con positive ricadute per la coesione sociale e la ricchezza del territorio.
L’oggetto in esame disciplina l’insieme delle linee-guida che compongono il Programma regionale per la partecipazione e fa il punto sulle esperienze realizzate e in essere. In sostanza, si avvia un percorso di accompagnamento degli Enti locali per la partecipazione attiva dei cittadini alle scelte di programmazione e di intervento sul territorio e di qualità dei servizi. Non solo consultazione, quindi, ma veri percorsi di partecipazione alla costruzione dei progetti di welfare, urbanistici, ambientali eccetera.
La Regione sosterrà con 200.000 euro le proposte attività di partecipazione degli Enti locali e soprattutto metterà a disposizione le proprie competenze e il proprio lavoro per sostenerne i progetti.
(brusio in Aula)
Spero che i consiglieri dimostrino maggiore interesse per gli emendamenti.
A questi contributi potranno accedere, oltre agli Enti locali, soggetti pubblici e privati anche in forma associata, purché abbiano ottenuto l’adesione formale di almeno un ente titolare della decisione amministrativa pubblica che è collegata al processo relativo alla partecipazione.
I progetti di partecipazione che intendono accedere ai contributi dovranno seguire un preciso iter, che porterà alla predisposizione di una graduatoria formata sulla base di punteggi che ne evidenzieranno le caratteristiche premianti. Al termine del processo di partecipazione il soggetto richiedente elabora un documento di proposta partecipativa che viene consegnato all’ente responsabile della decisione finale.
Questo è il processo previsto. Io mi limito a dire che non solo come gruppo condividiamo in toto la proposta della Giunta, ma la appoggiamo anche perché è corrispondente e conseguente alla legge sulla partecipazione che abbiamo fortemente voluto.
Abbiamo sentito tante dichiarazioni di intenti sulla partecipazione. Questo atto dimostra la concreta volontà della Giunta e di questo Consiglio regionale di rendere sempre più partecipi i cittadini alle scelte di governo del territorio che riguardano la nostra comunità e la vita di tutti quanti noi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mumolo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Vicepresidente, colleghi, il mio sarà un breve intervento per svolgere qualche semplice riflessione su un tema importante.
Ben vengano le politiche partecipative. Oggi discutiamo questa proposta della Giunta regionale, ma dobbiamo fare attenzione al congegno delle proposte, che devono fungere da stimolo e fornire idee e soluzioni condivise. Le linee guida fondamentali per i bandi che consentono l’attivazione della partecipazione devono restare sempre in capo all’amministrazione pubblica.
Sono sempre molto cauto quando si parla di partecipazione perché in certi campi abdicare da parte della politica ai propri compiti decisionali può a volte produrre effetti non rispondenti all’obiettivo che, in buona fede, ci si era dati. La partecipazione e la pratica partecipativa devono essere un arricchimento su argomenti importanti.
Mi sono appuntato il punto 2.b di pagina 7. Mi pare che puntiate molto sul tema delle politiche sociali. Credo che occorra vigilare affinché certe proposte di gruppi organizzati o comitati non diventino un freno rispetto agli obiettivi prefissati. In passato - questa è una riflessione di carattere generale - abbiamo assistito alla nascita un po’ artificiosa di comitati o enti che, con il paravento della partecipazione, anziché favorire un progetto o la soluzione di certi temi con il coinvolgimento del cittadino, hanno creato problemi.
A volte è difficile scegliere gli interlocutori, valutare i portatori di certe istanze e tutelare, nel contesto di bandi o progetti, i portatori di interesse che rimangono esclusi pur avendo una progettualità ben più elevata.
Da parte mia rimane la prudenza rispetto a questo provvedimento, che sotto il profilo finanziario contiene uno stanziamento di 200.000 euro. In Commissione ho avanzato alcune richieste circa il nucleo operativo stabile e forse mi confermerà nella replica che non vi saranno oneri aggiuntivi. Vi è poi la questione dell’unione dei Comuni, un altro tema che desta la mia preoccupazione e che ritengo richieda un approfondimento. Le chiedo di darmi, se possibile, maggiori rassicurazioni.
A fronte di un’iniziativa meritevole, su cui molti colleghi hanno insistito presentando emendamenti che poi verranno discussi, il mio timore è che questa partecipazione possa diventare propaganda, senza ricadute e un reale valore pratico.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Riepilogando, gli emendamenti presentati sono sette: uno a firma della consigliera Noè, tre a firma dei consiglieri Manfredini e Bernardini, due a firma dei consiglieri Naldi, Donini, Monari, Barbati, Bernardini e Favia, uno a firma dei consiglieri Monari, Naldi, Donini, Barbati, Favia e Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Vorrei esprimere particolare soddisfazione per il lavoro che è stato compiuto. Ringrazio la vicepresidente Saliera e tutti coloro che, ivi compresi i colleghi consiglieri, hanno contribuito a questo provvedimento.
Questa fase politica è un po’ caotica, ma si parla tanto, in buona fede e con entusiasmo, del coinvolgimento pieno e concreto dei cittadini, degli operatori economici, delle parti sociali e delle altre espressioni della società civile, sottolineando a mio parere surrettiziamente, ma in modo rilevante, il grado di rappresentatività delle espressioni fondamentali della società italiana ai vari livelli, a partire dalla politica. A essere messo in discussione è il sistema e questo deve farci interrogare.
Il provvedimento in esame dà una risposta parziale, ma autentica a queste istanze. Sono molto contento del fatto che insieme ai capigruppo di maggioranza e opposizione abbiamo scritto e depositato, in linea con quanto l’assessore Gazzolo a nome del Governo regionale, ci ha illustrato a proposito degli atti che si stanno predisponendo e si predisporranno a favore delle zone colpite dalla catastrofe del terremoto, un emendamento che rivolge particolare attenzione, nell’ambito delle priorità del processo partecipativo, a questa parte della popolazione e del territorio dell’Emilia-Romagna.
La partecipazione, infatti, non è solo un momento della coesione che tutti quelli di noi che hanno visitato le zone terremotate hanno visto scaturire in maniera spontanea. C’è anche una fase successiva, cioè quella della normalità. Con la vicepresidente Saliera ci interrogavamo sulla positività di questa parola, che per abitudine adoperiamo in modo quasi pleonastico, ovvio o in certi casi scontato. La ripresa della normalità della vita e di procedure che in questo caso prevedono l'inclusione non solo a consuntivo, ma preventivamente di componenti rilevanti della società che anche in questi territori va sottolineata.
Il provvedimento che quest’Aula si accinge ad approvare credo debba essere salutato come un provvedimento della buona politica e della buona amministrazione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Innanzitutto vorrei fare chiarezza sulla legge n. 3/2010. Si tratta di una legge sulla partecipazione e non di una legge sulla democrazia partecipativa, di cui questa regione avrebbe molto bisogno. Non finanziamo percorsi decisionali avviati direttamente da cittadini informati. Ci preoccupiamo solo della fase di informazione e tendenzialmente del momento in cui non bisogna decidere se realizzare un progetto, ma come realizzarlo.
A oggi le esperienze di partecipazione, realizzate spesso con costi notevoli e il coinvolgimento di agenzie fuori regione che si occupano di marketing e di comunicazione e che si sono fatte pagare a peso d’oro, non hanno soddisfatto i cittadini, anche perché in molti casi le scelte uscite da questi open space technology o town meeting sono state disattese. C’è il rischio di finanziare iniziative che costano, ma che di fatto non servono.
Per prima cosa devo dire che, come Movimento 5 Stelle, riteniamo che questo tipo di partecipazione sia uno specchio per allodole. È meglio di niente perché quando un cittadino può partecipare e discutere è una cosa buona, ma rimane comunque uno specchio per allodole.
Benché capisca che la formulazione non è semplice, mi sembra bizzarra la tabella dei punteggi. Come ho già sostenuto in Commissione, c’è un tema centrale, quello del cofinanziamento. Come sappiamo, quando ci sono finanziamenti, spesso gli Enti locali tendono ad accedervi, anche se non ne hanno la necessità, pur di ottenere soldi. Il cofinanziamento, invece, responsabilizza l’Ente locale.
Qui siamo però davanti a una pratica differente e non a un finanziamento per l’urbanistica o per la mobilità. Il rischio è che, dando un punteggio elevato al cofinanziamento, vadano avanti i progetti decisi dall’amministrazione, quando questa legge dovrebbe per prima cosa tutelare la volontà di partecipare dei cittadini, che in un sistema di democrazia delegata hanno la possibilità fattiva di incidere sulle scelte di un Comune solo una volta ogni cinque anni. Forse siamo ripiombati all’età della pietra della democrazia. Qualcuno citava la polis di Atene: lì poteva esserci forse maggiore controllo e più partecipazione, soprattutto quando parliamo di progetti che cambiano in maniera irreversibile la natura e la sostanza di un territorio.
Ho preparato un emendamento che presenterò al termine del mio intervento. Chiedo, quindi, alla presidenza di poterlo depositare e di avere trenta secondi in più alla chiusura dell’intervento, se non ve ne saranno altri, per completarlo. Il tema è quello della vera richiesta popolare di partecipazione. Io penso, vicepresidente Saliera, che noi dovremmo favorire l’adesione popolare a un progetto, se parliamo di partecipazione popolare.
In questo caso, dovrebbe valere il numero di sottoscrittori e non la presenza della pubblica amministrazione per poter accedere a un progetto partecipativo. Non è semplice misurare tale numero perché ogni Comune ha le sue regole per accedere alle petizioni. Ho semplicemente pensato di attenermi ai regolamenti comunali, prevedendo però non solo un punteggio generico nel caso di petizioni, ma specificando e assegnando un punteggio fisso nel caso di petizioni e un punteggio di due punti fino a un massimo di sei per ogni petizione aggiunta.
I comitati e i soggetti che chiedono l’istanza di petizione possono essere diversi. Come ho specificato, i firmatari devono essere differenti. Può anche darsi il caso di opere estremamente impattanti che coinvolgono più comuni. In questo caso penso che vada stabilita una premialità qualora a proporre istanze siano più comitati di diversi comuni. Sarebbe buonsenso visto che rischiamo di finanziare il progettino per rifare una scuola che interessa all’amministrazione per farsi pubblicità e trascurare invece progetti legati alla rete autostradale o ai grandi impianti energetici che coinvolgono più comuni, in ognuno dei quali c’è una vera richiesta di partecipazione da parte della cittadinanza. Dobbiamo decidere se fare il politburo o se dare uno strumento ai cittadini per poter partecipare.
È anche grave, secondo me, che il finanziamento debba essere ridato nel caso in cui il Comune non rispetti l’esito del processo. Se non facciamo questo, rischiamo di spendere dei soldi - e in quel caso avrebbe ragione la consigliera Noè - per poi non riuscire a ottenere il risultato della partecipazione, ovvero l'influenza sulle decisioni dei nostri delegati a livello quinquennale.
Per questo presento l'emendamento e chiedo comunque di valutare anche il tema della restituzione.
PRESIDENTE (Richetti): Immagino che lei, consigliere Favia, facesse riferimento a un ulteriore emendamento oltre al numero 8, che è già stato presentato.
Do quindi comunicazione del fatto che il consigliere Favia ha presentato un emendamento a firma sua, il numero 8, e annunciato un subemendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Non mi dilungherò, perché il dibattito che ha accompagnato questo disegno di legge è stato molto esaustivo anche all'interno della Commissione e politicamente possiamo dire che si può fare sicuramente di più in termini di partecipazione diretta e indiretta.
Specialmente per quanto riguarda la partecipazione diretta, gli esempi presenti anche in altre realtà amministrative, non solo italiane, risultano sicuramente da studiare, da prendere ad esempio, da approfondire e anche da fare proprie, perché sicuramente danno un valore aggiunto all’apporto del cittadino nei processi decisionali, sicuramente non sostitutivi degli Enti locali, che comunque mantengono un potere decisionale proprio, ma in grado di dare la possibilità all'interno di certi parametri, con certe regolamentazioni, di attivare percorsi decisionali che vanno a completare il compito istituzionale dell'Ente locale amministrativo.
Su questo possiamo ancora fare tanto, sono strade nuove da percorrere e in questo mi trovo particolarmente d’accordo sulle analisi del collega Favia, perché specialmente per quanto riguarda processi decisionali nella realtà ed Enti locali di medie e piccole dimensioni si potrebbe anche provare in via sperimentale alcune esperienze e vedere come funzionino.
Per quanto riguarda una forma di partecipazione, questo impianto normativo ci trova sostanzialmente d'accordo da un punto di vista oggettivo e normativo. Alcuni emendamenti sono stati approvati in sede di discussione e qui come Lega Nord ne presentiamo tre, che oggi saranno oggetto di discussione, con particolare attenzione a quei percorsi d’inizio che trovano nelle petizioni e nelle istanze la loro origine.
Riteniamo doveroso aumentare di poco il punteggio inizialmente riconosciuto, per evidenziare il valore di partecipazione che lo strumento delle petizioni e delle istanze già riconosce.
Un altro emendamento è teso a dare la possibilità di vedersi riconosciuti spazi gratuiti per il soggetto richiedente, quindi l'ente pubblico, allo svolgimento delle attività attinenti al processo partecipativo, perché spesso, come emerso in sede di discussione in Commissione, molti dei soldi stanziati per l'attivazione di processi partecipativi sono spesi per il recupero di spazi e luoghi dove poter svolgere effettivamente la partecipazione.
Altri emendamenti, che sono stati proposti da altri Gruppi, uno dei quali è sottoscritto anche dal nostro, vanno ad allargare anche ai soggetti che partecipano al riconoscimento di punteggi come promotori di questi processi partecipativi, sul quale ci troviamo sostanzialmente d'accordo.
Rimettiamo quindi alla votazione degli emendamenti quello che comunque è già un giudizio positivo sul contenuto del disegno di legge. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bernardini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Innanzitutto mi fa piacere vedere che poco fa è stato presentato un emendamento da parte della maggioranza, anche a firma degli altri colleghi, dove si è colta anche la sensibilità di dedicare determinate risorse all'emergenza che in questi giorni ci sta caratterizzando. Mi fa piacere che quindi questa sensibilità alla fine sia saltata fuori. Lo dico con soddisfazione, se non altro perché avevo presentato un emendamento che è stato immediatamente distribuito in Aula proprio non tanto rispetto al merito della questione, ma soprattutto per la finalità delle risorse, analogamente a quanto avevo chiesto prima all’assessore Freda, però vedo che per fortuna nell'ambito di questa discussione c'è una disponibilità diversa, più matura e responsabile, che apprezzo.
Per certi aspetti, quindi, forse avrei preferito che queste risorse fossero state interamente dedicate a obiettivi concreti per la ricostruzione, perché in termini di utilità e priorità oggi forse sarebbe stato più opportuno dedicarle subito al fare, però, assessore Saliera, comunque apprezzo, perché conosco anch'io le dinamiche di questa Aula, si intuiscono e anche nel mio piccolo riesco a coglierle. Mi fa piacere che comunque ci sia stata una sintonia e che finalmente rispetto a dove mettere i soldi non si debba esagerare.
Apprendo quindi con favore che, anche se non daremo direttamente a queste persone le risorse, favoriremo questo processo partecipativo, laddove in sintonia con il collega Favia riconosco che in questa Regione ci sarebbe molto da dire sulla partecipazione, e lo dico da esponente dell'opposizione.
Mi fa piacere che questo emendamento sia stato anche sottoscritto dal collega Naldi, con cui proprio ieri eravamo in trasmissione insieme in radio, dove annunciavo questo emendamento. L’opportunità di finalizzare le risorse nei confronti dell'emergenza terremoto piuttosto che a questo tema, per quanto nobile, laddove nella discussione di ieri lui ribadiva l'opportunità invece di rimanere sul tema del percorso partecipativo. Mi fa piacere che oggi invece assieme ai suoi colleghi e riflettendo abbia deciso di finalizzare seppure in modo diverso, prima transitando dalla partecipazione e dalla discussione, in modo che queste risorse vadano a finire per il bene dei nostri terremotati e della ricostruzione.
Tengo comunque in essere il mio emendamento, perché sono ancora convinta che le risorse sarebbero da dare immediatamente a queste terremotati, però nella discussione generale tenevo anche a pensare a voce alta rispetto alla dinamica di come oggi certi atti sono stati presentati e firmati. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Ci rendiamo conto da tempo che i consueti canali della rappresentanza e della partecipazione immediata dei cittadini non sono più sufficienti anche in una regione come la nostra, che storicamente ha avuto il pregio di inventare i quartieri o ha cercato di applicare in maniera seria gli strumenti della concertazione.
La concertazione, però, così come si è consolidata nel nostro Paese, è uno strumento che è stato messo pesantemente in discussione dal Governo Monti, che ha scelto di ascoltare, poi decidere e non concertare più, cosa che non mi scandalizza perché per me la concertazione è sempre stata un mezzo e non un fine anche quando facevo il sindacalista.
La concertazione però è in crisi perché esclude dal confronto dei punti di vista e delle esigenze che sono fondamentali per il futuro di tutti noi, del Paese, del mondo, esigenze che dovrebbero essere fondamentali punti di vista per costruire l'interesse generale.
Noi tutti spesso ci lamentiamo della difficoltà di costruire e di riconoscere l'interesse generale, che è la fatica della politica di questi ultimi anni (credo non soltanto in Italia, ma in Italia, patria del particolarismo, forse più che in altri Paesi). Il problema è che la difficoltà - se non impossibilità - di scegliere le cose giuste parte proprio dal livello massimo di cui dovrebbe occuparsi la politica, dall’impossibilità di poter discutere le scelte sulla sostenibilità dell’ambiente e sulla sostenibilità sociale in sede globale e poi via via a scalare.
Noi siamo in un mondo nel quale negli ultimi anni - se non negli ultimi decenni - le grandi scelte non sono state messe a disposizione di un rapporto democratico con i cittadini, sono state sottratte al controllo democratico sia a livello globale, sia ultimamente in maniera piuttosto robusta e robustamente teorizzata anche a livello nazionale.
Non riesco a dimenticare che tanti commentatori abbiano sostenuto l'utilità del Governo Monti, dicendo che in fin dei conti il vantaggio di Monti era che non doveva ripresentarsi alle elezioni, quindi hanno sostenuto che era utile perché non democratico, perché alla fine si tratta di questo, se uno può sottrarre la propria azione alla verifica del consenso.
Non vorrei sembrare troppo parziale, ma purtroppo mi pare che il Governo tecnico stia già attraversando una fase di malinconica decadenza, che lo inibisce anche dal prendere delle decisioni significative. Passera dichiarava che 28 milioni di cittadini sono colpiti dalla crisi e che ci pensa tutto il giorno, però non si capisce bene cosa stia producendo questo pensiero.
In Italia è stato compiuto questo tentativo di rendere tecnico ciò che dovrebbe appartenere invece alle scelte democratiche per il futuro di un Paese. Torno al tema del territorio e parto da lì perché secondo me il tema è innanzitutto questo. Siamo di fronte a una nuova richiesta di democrazia e partecipazione sul territorio, ed è vero che si esprime spesso con quello che definiamo «comitatismo», con i suoi limiti ma anche con alcuni pregi di cui dobbiamo tenere conto, perché si esprime a volte in casi discutibili, però ha la forza di chi vuole capire, partecipare, essere informato, avere tutti gli elementi a disposizione. C'è una nuova capacità di smascherare gli interessi particolari, che spesso stanno dietro al presunto interesse generale.
Ritengo che questa domanda di partecipazione non possa essere ignorata o aggirata. A differenza del Movimento 5 Stelle, il mio punto di vista è che l'autonomia della politica debba essere riconquistata sul territorio, ma non solo; non basta, se non viene riconquistata rispetto ai grandi interessi che premono: non si può riconquistare sul territorio, se non si riconquista anche in campo globale e nazionale, perché, se l'autonomia della politica è inibita dalle grandi scelte, è difficile poi recuperare a livello territoriale.
Oggi, il problema della politica è cercare di riconnettere la tutela del territorio, l'attenzione del territorio con le grandi scelte a disposizione di un Paese e spero dell'Europa, e credo che possano essere espresse con un progetto di cambiamento. Per tornare più strettamente ai nostri compiti, ritengo che, se l’amministrazione del territorio vuole essere buona amministrazione, deve mettersi in un rapporto positivo con i cittadini e cercare di costruire con i cittadini le scelte attraverso un metodo democratico.
Ritengo che la legge di cui stiamo discutendo offra queste opportunità, e finalmente diamo corso applicativo. C'è stato un robusto lavoro di preparazione della Giunta e anche della Presidenza dell’Assemblea attraverso i suoi organi, e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a formulare questa proposta. Insisto che è uno strumento a disposizione delle amministrazioni per la partecipazione dei cittadini e al tempo stesso anche uno strumento a disposizione dei cittadini per stimolare, convincere e forse costringere le amministrazioni a farsi carico di processi partecipativi.
Sono d'accordo con il consigliere Mumolo, questo non è uno strumento lontano da alcune esperienze avanzate come i laboratori di urbanistica partecipata fatti nel Comune di Bologna, e Mumolo ha citato molti altri esempi e conosco altre esperienze che sono in corso. Certo che - per rispondere al consigliere Favia - non esaurisce il tema della partecipazione, perché non credo che la partecipazione possa essere imbrigliata, in quanto alcuni aspetti di protagonismo dei cittadini continueranno a esprimersi anche al di fuori di questo.
Per ragioni di età ho conosciuto il movimento del 1977, e ricordo ai miei coetanei che lo avessero dimenticato che i settantasettini (non ero di quelli) teorizzavano che la partecipazione la facessero gli altri, considerando inutile partecipare ai comitati di quartiere quando i pensionati del PCI li mettevano sempre in minoranza! Per questo motivo preferivano prendere le loro decisioni in solitudine, perché così erano e così volevano continuare a essere.
Non possiamo impedire che qualcuno la pensi così anche oggi, mutate tutte le condizioni, che qualcuno voglia infischiarsi degli strumenti che mettiamo a disposizione, però ritengo che il nostro compito sia quello di rafforzare la tenuta democratica delle istituzioni, perché siamo non a un convegno di ultrà, ma in un'Assemblea legislativa che deve mettere a disposizione dei cittadini e delle amministrazioni degli strumenti per migliorare il rapporto con i cittadini e per fare in modo che si possa concorrere a fare le cose bene.
Per quanto riguarda l'ultimo aspetto, quello che mi ha sollecitato la consigliera Noè, ritengo che la partecipazione debba essere uno strumento fondamentale per la ricostruzione. Credo che serva un grande sforzo progettuale…
PRESIDENTE (Richetti): Deve concludere, consigliere.
NALDI: …da conciliare anche con esigenze di tempestività per la ricostruzione, perché in questo caso sono d'accordo con le considerazioni dell’assessore Muzzarelli, noto per il suo pragmatismo e il suo moderatismo riformista: non possiamo tornare a prima del 20 maggio, ma dobbiamo pensare alla ricostruzione per fare meglio di come era prima del 20 maggio.
Per fare questo, è necessario un grande processo partecipativo, e credo che questo sia uno strumento per accompagnarlo. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Durante il dibattito sono state dette molte cose, che eviterò di ripetere. Ringrazio la vicepresidente Saliera non solo perché ha presentato questa delibera complessa e importante, perché la prima iniziativa attuativa formale è la legge n. 3 del 2010 (in realtà altre iniziative sono state assunte) e anche perché è sempre utile valorizzare una positiva collaborazione tra il livello rappresentato dalla vicepresidente Saliera, che è la Giunta e l'esecutivo, e l'attività dell'Assemblea legislativa.
Peraltro questa legge nasce da un principio che è quello della reciproca assunzione di responsabilità in una dimensione di leale, costruttiva e concreta collaborazione tra Giunta e Assemblea legislativa.
In Commissione c'è stato un dibattito approfondito, come è stato rilevato da molti colleghi, e già in Commissione erano stati presentati alcuni emendamenti che sono stati approvati. La Commissione ha chiesto alla vicepresidente Saliera di farsi carico di una serie di questioni rimaste in sospeso dal dibattito in Commissione, e credo che oggi la vicepresidente renda conto di questa indicazione che la Commissione aveva dato e ci risponda positivamente.
Mi sento di esprimere questo apprezzamento non personale, la valorizzazione del lavoro politico attraverso un metodo che dovrebbe essere il metodo sempre utilizzabile. Quando nel 2010 siamo arrivati dopo una lunga discussione all'approvazione della legge n. 3, abbiamo avuto occasione di fare il punto e l'aspetto positivo di quel lavoro è stato quello di acquisire tutti una maggior consapevolezza e condivisione rispetto a un tema sul quale la regione non era certo nel 2010, perché anche adesso è all'anno zero.
Lo ha detto il collega Mumolo e non voglio ripetere molte considerazioni interessanti che ha fatto, ma rilevo il fermento che c’è in questa regione, questa sorta di attitudine al coinvolgimento, alla pratica della partecipazione nelle sue forme anche più rarefatte e informali, che è la voglia di discutere in tutti i luoghi di questa regione, dallo stereotipo classico con cui viene rappresentata soprattutto la realtà provinciale della nostra regione, che è la discussione al bar, ai livelli più formali.
Questa è la regione che ha inventato i quartieri, e ricordo il Sindaco Dozza a Bologna, quindi una dimensione che sin dall'inizio dell’era repubblicana attivava anche forme non previste allora dalla Costituzione e dalle leggi che regolavano le attività degli Enti locali, raccordi con la cittadinanza intesa non come una sorta di entità monolitica o un soggetto passivo, ma come gruppi di donne e uomini con precisi diritti e precisi doveri, perché il tema della partecipazione si gioca sempre all'interno di questo binario fondamentale, che è avere lo spazio per poter legittimamente rappresentare i propri bisogni percependoli come diritti, nella consapevolezza che l'agire dentro una comunità impone anche una serie di doveri.
Questa legge partiva dalla consapevolezza che questo tessuto fatto di tante esperienze ci permetteva di fare un ulteriore salto di qualità, cercando di qualificarla ulteriormente senza un eccesso di dominio centralizzato, perché, come diceva il collega Naldi nella chiosa del suo intervento, la cosa crea una sorta di contraddizione in termini, laddove un eccesso di governo e di controllo di questi fenomeni può annullare lo spazio concreto in cui si sviluppano la partecipazione e soprattutto l'innovazione in questo campo, che è la spontaneità con le quali i cittadini e le cittadine in rapporto anche con le istituzioni locali decidono di assumersi un impegno di protagonismo civile, cosa quanto mai importante per evolversi.
Anche io sono d'accordo che viviamo un clima di diffidenza - e le ragioni sono tante, non voglio metterne in fila molte - nei confronti della politica e delle sue istituzioni, per cui tutto quello che viene deciso dalla politica crea diffidenza. È evidente quindi che anche questo tipo di legge non coprirà a sufficienza l'interesse che in questa regione si è sviluppato e ha definito una sua attitudine generale, ma credo che questo nostro impegno sia importante.
La legge n. 3 del 2010 è diventata una legge sulla quale si sono basate o si basano altre leggi importanti che abbiamo successivamente approvato, quindi questo non è il primo atto che la formalizza. Ricordo che sulla parte relativa alla partecipazione della legge istitutiva il nuovo ATO regionale la legge n. 3 è stata individuata come quella che mette a disposizione gli strumenti per il controllo democratico da parte dei cittadini.
Un richiamo analogo è stato fatto nella nuova disciplina, che ha modificato quella previgente sulla valutazione di impatto ambientale, e anche in questo caso la legge n. 3 del 2010 viene richiamata e di conseguenza diffusa e attuata perché è in grado di rispondere a una serie di esigenze, più legate al tema appunto del controllo democratico, che è un aspetto importante.
Adesso lo attuiamo attraverso due aspetti, uno dei quali è l'inizio di questo lavoro di monitoraggio, di rendicontazione puntuale delle varie esperienze di partecipazione democratica, che in questa regione speriamo cresceranno ulteriormente grazie alle risorse che con questo bando mettiamo a disposizione, l’altro sé rappresentato dalle risorse concrete.
Considero opportuno valorizzare il fatto che l'Assemblea legislativa si è impegnata formalmente a dotare questo bando di risorse - non so se adeguate e appropriate - da mettere a disposizione. È stata una scelta che abbiamo voluto come Assemblea legislativa e abbiamo concorso a mettere a disposizione queste risorse, anche per ribadire dal punto di vista politico l'importanza che ha per noi l'attuazione anche di questa parte della legge.
Allo stesso modo su un altro terreno (ne discuteremo nella delibera successiva) che è la rendicontazione del bilancio dell'Assemblea siamo impegnati a mettere a disposizione delle risorse per far fronte a questa emergenza drammatica che stiamo vivendo con il sisma in Emilia.
Dichiaro immediatamente il mio voto favorevole ai contenuti del provvedimento, che migliorerà ulteriormente con l'approvazione degli emendamenti che qui sono stati presentati. Dichiaro la mia disponibilità a votare i tre emendamenti presentati dal collega Bernardini, perché ritengo che possano arricchire ulteriormente il contenuto del bando.
Sul tema delle petizioni credo che la proposta del collega Bernardini possa tener conto meglio di questa specifica necessità con una visione di insieme di quella del collega Favia, che, se approvata, creerebbe un problema complessivo di armonia del provvedimento per un eccesso di quantificazione, quindi di punteggio per alcune tipologie di esperienze partecipative rispetto ad altre. Bisognerebbe rivedere complessivamente l'impianto sul tema delle petizioni.
Anche in Commissione su una proposta iniziale che avevano fatto i colleghi della Lega, che prevedevano addirittura i sei punti per le petizioni, dissi che allora bisognava rivedere complessivamente l'attribuzione del punteggio, perché questo aspetto crea una disarmonia.
Rischiamo quindi di introdurre degli elementi - comprendo le ragioni, senza malafede o confusione di idee - che potrebbero creare forme di discriminazione rispetto a progettualità sul tema della partecipazione, che in parte possiamo prevedere perché sono previste nei regolamenti comunali, ma non in altri ambiti perché viva la partecipazione, viva l'innovazione e anche l'informalità che può emergere da alcune proposte nuove!
PRESIDENTE (Richetti): Deve concludere, consigliera.
DONINI: Voterò gli emendamenti sottoscritti da molti colleghi e dall'intera maggioranza, auspicando che, grazie all'attività del gruppo di supporto sul tema della partecipazione, del garante, del tecnico, della collaborazione tra Giunta e Assemblea, la prossima relazione possa consentirci di registrare un'ulteriore innovazione nei processi partecipativi nella nostra regione, perché questa è la finalità che ci prefiggiamo con il bando che andiamo a finanziare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati.
Comunico che gli emendamenti presentati sono dieci: uno a firma della consigliera Noè, tre a firma dei consiglieri Manfredini e Bernardini, due a firma dei consiglieri Naldi, Donini, Monari, Barbati, Bernardini, Favia, uno a firma dei consiglieri Monari, Naldi, Donini, Barbati, Favia e Manfredini, tre a firma del consigliere Favia, di cui il numero 9 subemendamento all'emendamento numero 8.
Prego consigliera Barbati.
BARBATI: Grazie, presidente. Vicepresidente Saliera, la delibera che ci apprestiamo a votare oggi è molto importante perché cerca di dare voce e di regolamentare la presenza attiva dei cittadini all'interno delle scelte della Regione e dei Comuni.
Come Partito, su queste tematiche noi siamo sempre stati molto presenti, quindi ben venga una delibera che si occupa di partecipazione. Forse si poteva usare una parola che comprendesse anche la democrazia della partecipazione, ma credo che adesso sia inutile discutere sulla terminologia e che all'interno del titolo della delibera ci sia questa volontà di far partecipare i cittadini.
La delibera è anche estremamente delicata, perché, se il risultato sul territorio non sarà efficace, ancora una volta i cittadini saranno delusi da quello che la politica fa, perché la politica ha bisogno dei cittadini soprattutto nelle scelte, ma anche i cittadini hanno bisogno di credere in una politica efficace.
In questi interventi si è citata anche la provincia di Reggio da cui provengo, e molti esempi di partecipazione sui vari territori ci sono. Da questi credo che si debba partire, perché dobbiamo sperimentare quello che sarà realizzato effettivamente. Credo che anche sulla tabella punti che lei ha presentato si possano correre rischi, ma solo attraverso una sperimentazione o una prova effettiva si potrà vedere se ci sia bisogno di sottoporre a verifiche risultati e poi anche di adattarli efficacemente all'attuazione della democrazia della partecipazione .
È un termine un po' abusato in questo periodo, che è stato anche svuotato del vero significato in campagna elettorale, e bisogna anche capire cosa si intenda veramente. È molto facile in campagna elettorale dichiarare l’intenzione di far partecipare i cittadini, ma più difficile metterla in pratica.
Dobbiamo credere in quello che lei oggi ha proposto, perché è quello che ha mosso molte azioni dell'Italia dei Valori sui territori, dove comunque abbiamo cercato di mettere in pratica la partecipazione dei cittadini attraverso tutta quella serie di raccolte di firme che noi abbiamo attivato da dieci anni a questa parte, anche su temi importanti come i beni pubblici, il nucleare, il legittimo impedimento, non ultimo quello sui rimborsi elettorali.
Ci crediamo fermamente e speriamo che questa delibera ci tranquillizzi e vada avanti, ne vediamo i rischi, ma sarebbe importante che fosse chiaro anche cosa succeda se un Comune non mette in pratica quello che chiediamo come Regione. Prevedere quindi una restituzione, ma proprio un controllo sugli esiti di questa delibera sui territori è un'ulteriore garanzia per i cittadini.
Abbiamo pensato di apportare qualche miglioramento attraverso gli emendamenti firmati anche dall'Italia dei Valori, abbiamo visto quelli della Lega Nord che rispettano questo spirito e quindi avranno senz'altro il nostro consenso, ma nutriamo preoccupazione sugli emendamenti del Movimento 5 Stelle che riguardano la tabella punteggi, perché questo è un percorso da verificare.
Sappiamo che i comitati svolgono un enorme e importante lavoro nei confronti della politica, ed è evidente che un comitato lo svolge se riguarda il bene comune, perché, se nasce per un interesse personale o particolare, viene a mancare la volontà stessa della partecipazione.
Ne abbiamo visto degli esempi anche adesso sulla discarica di Roma, dove l’ipotesi di realizzare la discarica a villa Adriana proprio per la forza e la volontà dei cittadini e di alcuni amministratori è stata eliminata, non ho informazioni precise sulla bontà della scelta però vedo che è già nato un comitato per l’altra zona. Credo che dovunque l’ipotesi della discarica di Roma troverà un comitato pronto a dire di no.
Ho citato questo esempio per dire che, se la politica deve avere una maturazione in questa Assemblea cercando di tutelare e di ascoltare i cittadini, credo che anche i cittadini abbiano bisogno a volte di fare un percorso di crescita nei confronti delle scelte politiche. È un percorso che facciamo insieme, politica e cittadini, e insieme dobbiamo ottenere dei risultati. Credo molto nella parola "insieme", per cui cerchiamo di portarla avanti e di evitare che abbia esiti negativi, perché sarebbe una grande delusione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati. Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Sono stati presentati a questo punto dieci emendamenti: uno a firma della consigliera Noè, tre a firma dei consiglieri Manfredini e Bernardini, due a firma dei consiglieri Naldi, Donini, Monari, Barbati, Bernardini e Favia, uno a firma dei consiglieri Monari, Naldi, Donini, Barbati, Favia e Manfredini, tre a firma del consigliere Favia.
Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto congiunte sul provvedimento e sugli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente, per dichiarare il nostro voto e ribadire la richiesta di voto favorevole per gli emendamenti.
Mi chiedo solo - adesso non vedo in Aula la consigliera Donini - come si possa dire che questo renda disarmonico l'impianto del punteggio quando la Giunta ci ha portato il Commissione una proposta che prevedeva e prevede un punteggio da 1 a 9 in base al finanziamento dell'Ente locale, quindi un punto legato alla quota del 10 per cento del finanziamento dell'intera somma. Quello sì che rendeva di fatto tutti gli altri punteggi inutili, perché solo con la volontà dell’amministrazione locale saremmo riusciti ad attribuire i finanziamenti a un progetto piuttosto che a un altro.
Si tratta di prevedere questa possibilità solo in casi eccezionali, perché solo in alcuni casi si possono portare più petizioni o una petizione plurima tra più Comuni, e qui ci siamo fermati a un punteggio di 6 punti proprio per non spiazzare altre ipotesi. Non ci sembra disarmonico e non vediamo alcun pericolo rispetto alla visione complessiva, come è un fatto di responsabilità.
Diamo questi finanziamenti non per impartire lezioni ai cittadini, ma per far sì che i cittadini possano decidere e influire sulle decisioni del proprio territorio. Se quindi la finalità è la seconda, è giusto che, se il Comune disattende la volontà dei cittadini, questi soldi tornino alla Regione, e a quel punto il Comune paghi la finta partecipazione.
A me dispiace che finora non siano stati espressi pareri favorevoli sugli emendamenti, perché potrebbero dare sostanza a questa proposta. Qualora gli emendamenti vengano approvati, noi voteremo a favore della proposta, ma in caso contrario ci asterremo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Grazie, presidente. Nel corso del dibattito generale, i colleghi hanno già motivato la posizione del Gruppo. Voglio solo sottolineare rapidamente tre questioni, la prima sulla natura del provvedimento.
Con questo provvedimento cerchiamo di fare un’operazione: rendere più efficace la democrazia, rafforzare le istituzioni elettive e rappresentative, garantendo uno scambio costante e virtuoso tra le comunità, le istituzioni sulle scelte da adottare. Compiamo dunque un'operazione che tende ad affrontare positivamente ciò che è presente nella nostra società, nel nostro Paese e anche in Europa, cioè quella crisi e quello svuotamento che rischiano di appannare la democrazia rappresentativa e di creare un serio problema anche al rapporto tra i cittadini e le istituzioni.
C'è un intervento attivo, quindi uno strumento che andrà ovviamente verificato in corso d’opera e di attivazione, uno strumento che tende a rafforzare le istituzioni e i corpi intermedi della società di fronte a questo pericolo di desertificazione.
Il provvedimento è equilibrato rispetto alle funzioni delle istituzioni, cioè alla necessità di concludere i processi di partecipazione con una decisione che deve essere condivisa, cioè un rapporto più fecondo tra gli strumenti della decisione che sono in capo alle istituzioni e le funzioni partecipative che sono in capo ai soggetti sociali, che in questo modo hanno la possibilità e la facoltà di intervenire in maniera più forte.
Siamo quindi di fronte non a uno specchio per le allodole, ma a uno strumento concreto. Lo specchio per le allodole sarebbe invece costruire un sistema nel quale c'è un'abdicazione delle funzioni, nel quale le istituzioni delegano il loro compito di prendere decisioni, in una sorta di democrazia totale che svuota l'istituzione e quindi il potere effettivo dei gruppi che intendono partecipare attivamente e determinare con il loro consenso le finalità delle scelte.
Su questo aspetto abbiamo intenzione di proseguire un cammino che la legge n. 3 aveva già individuato e sul quale andranno misurati concretamente i progetti presentati.
Quando facemmo la legge (lo ricordava bene la consigliera Doni), ci ponemmo il problema di non fare una legge manifesto, cioè semplicemente di scrivere belle parole, e di non fare qualcosa di inutile, che alla fine avrebbe anche potuto intralciare i processi decisionali, rispetto ai quali invece occorre una forte determinazione. La traduzione concreta di quest'atto conferma che si tratta non di una legge manifesto, ma di una legge concreta, che con gli strumenti di regolazione mette in sintonia i livelli istituzionali e fissa dei punti certi su cui costruire il percorso di partecipazione.
Giustamente nel bando si scrive che il percorso di partecipazione deve fare in modo di proseguire un percorso già avviato in questa regione, che si concentra soprattutto sugli strumenti di programmazione e di pianificazione, sui luoghi nei quali la partecipazione può e deve contare di più. Un conto è partecipare alla decisione sul piano energetico comunale, che è il luogo nel quale ad esempio le comunità si interrogano sulla responsabilità e il contributo che i cittadini possono dare per raggiungere un obiettivo di buona sostenibilità, un conto ragionare semplicemente su un singolo impianto.
In quel caso, in una dialettica che rischia di essere centrata, prevalgono i comitati in opposizione oppure pareri che rischiano di non tenere conto dell'interesse generale, a cui far riferimento con iniziative di governo di carattere amministrativo.
Credo che il criterio dei punteggi funzioni. Si tratta di un criterio equilibrato, che magari si può correggere dando più peso alle petizioni (vedo alcuni emendamenti che vanno in quella direzione), ma il tema è invece mantenere l'equilibrio, perché il punto di equilibrio è tenere la barra della non abdicazione della funzione decisionale, che resta in capo alle istituzioni. Sviluppo il progetto di partecipazione non delegando la mia funzione di amministrazione comunale sugli atti che sono miei o intercomunali se riguardano più Comuni o regionali se riguardo la Regione, ma semplicemente mi avvalgo in più di uno strumento che consente ai cittadini di partecipare, attraverso fasi delineate, al processo decisionale.
Il punteggio tende a tenere un equilibrio di questa natura, mantenendo funzione deliberativa decisionale in capo alle istituzioni, funzione partecipativa in capo alla soggettività sociale, che viene stimolata con questa legge.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mazzotti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Al di là dell'esito dei singoli emendamenti, il Gruppo del Popolo della Libertà si asterrà sul provvedimento nel suo complesso per quella serie di perplessità, di preoccupazioni e di riflessioni che sono state evidenziate in sede di dibattito generale, nonostante la maggioranza abbia enfatizzato questo tipo di atto.
Queste nostre riserve rispetto ai meccanismi e alla concreta ricaduta di questo percorso partecipativo fanno sì che in questo momento come Gruppo siamo orientati all'astensione sul provvedimento in generale. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri. Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Nomino scrutatori i consiglieri Marani, Moriconi e Pollastri.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma della consigliera Noè.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 1 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 a firma dei consiglieri Bernardini e Manfredini.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 2 è approvato. Questo emendamento preclude l'emendamento 9 a firma Favia.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3 a firma dei consiglieri Bernardini e Manfredini.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 3 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma dei consiglieri Bernardini e Manfredini.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 4 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5 a firma dei consiglieri Naldi, Donini, Monari, Barbati, Bernardini e Favia.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 5 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6 a firma dei consiglieri Naldi, Donini, Monari, Barbati, Bernardini e Favia.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 6 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7 a firma dei consiglieri Monari, Naldi, Donini, Barbati, Favia e Manfredini.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 7 è approvato.
Non mettiamo in votazione l’emendamento 8 in quanto il consigliere Favia lo ha sostituito con l’emendamento 9, la cui votazione è però preclusa dal voto sull’emendamento 2.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 10 è respinto.
Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2679.
(L’Assemblea, a maggioranza,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
OGGETTO 2726
Delibera: «Approvazione del rendiconto dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2011. Conseguente variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 16 maggio 2012, n. 61) (78) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo all’oggetto 2726 Proposta recante: "Approvazione del rendiconto dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2011. Conseguente variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012".
La Commissione "Bilancio Affari Generali ed Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 31 maggio 2012 con la seguente votazione: 32 favorevoli, contrari nessuno, 2 astenuti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Grazie, presidente. Poche parole per illustrare questo bilancio consuntivo 2011, che presenta un andamento importante.
Faccio una premessa prima di passare rapidamente ai numeri: stiamo proseguendo un lavoro che abbiamo iniziato con l'avvio della legislatura, impostato dall'Ufficio di Presidenza e costantemente approvato sia dai Capigruppo che dall'Aula, che tende a razionalizzare l'utilizzo delle risorse a disposizione dell'Assemblea e a migliorare l'efficienza stessa dell'Assemblea nelle sue varie articolazioni.
Sta in questo percorso quello che abbiamo attuato nel corso di questi anni e soprattutto nel corso di quest'anno, anche utilizzando sempre con le medesime risorse nuovi strumenti e dando attività e strumenti a nuove funzioni come quelle dei garanti, che sono stati attivati e svolgono ottimamente il proprio lavoro senza alcun incremento nell'utilizzo delle risorse.
Si tratta di numeri che si muovono in un alveo definito, importante, che come Ufficio di Presidenza abbiamo intenzione di affinare ulteriormente nelle prossime settimane attraverso un'ulteriore operazione di revisione complessiva (lo abbiamo già annunciato in Commissione) della parte relativa alle istituzioni.
Si tratta quindi di una sorta di normativa quadro, che interesserà il finanziamento dei Gruppi, il funzionamento degli stessi, il tema dell'indennità e il tema complessivo del finanziamento delle strutture speciali e del personale, quindi un lavoro in itinere nel quale il consuntivo rappresenta una tappa di un ragionamento che abbiamo avviato.
Di questa tappa fa parte, come è stato annunciato in Commissione e anche alla stampa, la destinazione di 2 milioni di risorse, che sono a disposizione per interventi a sostegno delle popolazioni colpite dall'evento sismico di questi giorni, e sono il frutto di una riduzione non parziale ma strutturale della spesa. Non sono solo 2 milioni che vanno a buon fine, ma sono 2 milioni che rappresentano una riduzione strutturale del fabbisogno e che quindi anche sul prossimo Bilancio preventivo dell'Assemblea legislativa (l'abbiamo detto in Commissione ed è stato richiesto anche sia dal Presidente Lombardi che in altri interventi in quella sede) consentiranno di abbassare la richiesta di risorse di finanziamento del bilancio generale, di cui è parte integrante il bilancio stesso dell'Assemblea legislativa.
Venendo più concretamente ai numeri, ci troviamo di fronte a un incremento della disponibilità di avanzo di amministrazione, che non deve trarre in inganno perché si tratta in questo caso di avanzo dentro il quale ci sono risorse che sono in effetto di trascinamento, quindi provengono dagli esercizi scorsi e sono trascinabili nell’esercizio prossimo, e in ogni caso ci mettono in condizione di avviare positivamente la discussione per il preventivo dei prossimi anni e di abbassare il nostro fabbisogno.
Desidero sottolineare che nelle voci che hanno visto un minore impegno anche da consuntivo alcune sono dovute all'informazione, al periodo elettorale che ha impedito di sviluppare il programma che abbiamo attivato, quindi formazione e comunicazione, che non sono un dato strutturale, ma solo un dato legato alla contingenza, che è quella specifica dell'anno di riferimento.
Altri interventi sono più di carattere strutturale, riguardano la logistica, gli affitti, i risparmi realizzati negli acquisti. A differenza degli altri, questi fanno parte di quel lavoro di razionalizzazione prima citato.
C’è poi da annotare la diminuzione complessiva del costo di funzionamento dell’Assemblea stessa.
Cito solo alcuni numeri perché restino agli atti. Dal 2010 al 2012 c'è stata una riduzione di 456.444 euro alla voce "Indennità di carica", che è il 10 per cento in meno dalla spesa, 94.798 euro sulla voce "Indennità di funzione", che è il 15,8 per cento, 144.000 euro di risparmi che riguardano la viaria e i rimborsi per le spese chilometriche (il 6,3 per cento), 40 milioni di risparmi su 80 (il 50 per cento) nelle spese per le missioni.
Abbiamo avuto 119.000 euro di risparmio dovuto alla diminuzione del contributo ai Gruppi, che è il 4,9 per cento, una diminuzione del 45,9 e di 87.200 euro per le spese di rappresentanza, una diminuzione di 85.000 euro (il 65,4) per gli interventi che abbiamo messo in atto per il servizio automobilistico, una diminuzione di 808.000 euro per il personale, che riguarda i Gruppi, gli organi monocratici, le strutture speciali, per un totale di 1.834.000 euro, pari all'11,8 per cento.
Questi sono risultati già ottenuti, che è giusto rivendicare perché sono il frutto di un costante lavoro di monitoraggio della spesa da parte dell'Ufficio di Presidenza e dell'Assemblea stessa con il consenso di tutti i Gruppi.
Il consuntivo che approviamo sta su questo filone, se qualcuno vuole intervenire sui numeri, sono pronto a dare ulteriori delucidazioni e specificazioni. Credo che questo lavoro che abbiamo fatto si collochi in un filone consolidato, che va perseguito anche i prossimi mesi, per il prossimo preventivo. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mazzotti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente, solamente per ribadire il fatto che, come illustrato dal consigliere Mazzotti, mi pare che il bilancio di questa Assemblea abbia contribuito a quel rigore che tutti noi ci proponiamo.
Dopo aver sentito elencare gli ultimi dati dal collega Mazzotti, mi chiedo anche se quest'opera di doveroso rigore sia stata riconosciuta all'esterno di quest'Aula. Non per le nostre figure personali, perché ognuno risponde personalmente di quello che fa, ma come istituzione ho il cruccio di ritenere che questa opera sia stata inutile per recuperare l'immagine della politica e delle istituzioni pubbliche. Si tratta di un'opera che comunque andava fatta indipendentemente da questo risultato, ma consentitemi questa considerazione.
L’altra considerazione che volevo fare in questa sede è che a tutto c'è un limite, quindi non vorrei che la foga di riduzione continua limitasse, perché ognuno di noi svolge l'attività istituzionale, e il lavoro delle Commissioni, il doveroso lavoro di controllo rispetto alle politiche messe in campo dalla Giunta, tutte funzioni istituzionali che noi abbiamo, hanno anche bisogno di risorse, quindi una riduzione all'infinito dei costi andrebbe a discapito dell’attività vera e propria. Questo ovviamente deve sempre essere contemperato con le esigenze di rigore a cui facevo riferimento prima.
Mi preme infine sottolineare - devo darne atto all'intera Commissione bilancio che ha trattato di questo provvedimento - che, al di là delle intenzioni già palesate dall'Ufficio di Presidenza, l'intera Commissione, quindi tutte le forze politiche che vi hanno partecipato, il 100 per cento di quest'Aula, ha aderito di buon grado alla devoluzione dei 2 milioni di euro del risparmio ottenuto sul bilancio regionale a favore delle popolazioni terremotate. Per questo ci sarà bisogno di un ulteriore atto, che la Commissione si è già dichiarata disponibile a effettuare non appena i tempi saranno maturi.
Ricordo a tutti che, fatto questo provvedimento, il funzionamento di questa Assemblea ritorna dal punto di vista economico ai livelli del 2005, e quindi mi pare che dobbiamo essere tutti consapevoli del lavoro svolto e della bontà di quanto abbiamo messo in campo, quindi del rigore a cui il bilancio di questa Assemblea fa riferimento.
Dovremmo anche avere tutti ben chiara la situazione del panorama nazionale, per prenderci i giusti meriti e anche per valutare quello che altre Regioni invece non stanno facendo, perché noi ci siamo presi la briga di essere precursori in questa attività e mi sembra che la stiamo svolgendo con il massimo rigore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apriamo le dichiarazioni di voto sul provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Molto brevemente, per comunicare e motivare il nostro voto contrario al bilancio 2011, in quanto, come è noto, il bilancio 2011 contiene alcune cose per le quali ormai combattiamo politicamente da due anni.
In particolare per quanto riguarda i rimborsi chilometrici contiene una modalità che ci ha sempre visto contrari e che finalmente l'Assemblea legislativa nell'Ufficio di Presidenza è arrivata cambiare e ha effetto dal 2012, un concetto dei vitalizi che non ci trova d'accordo e che è ancora contenuto in questo bilancio, in quanto saranno aboliti dalla prossima legislatura. Non condividiamo la modalità di erogazione dei rimborsi forfettari (anche questa è cosa nota), nonché una generale mancanza di trasparenza delle spese dei Gruppi assembleari.
Sono argomenti che abbiamo ampiamente affrontato in quest'Aula, che non mancheremo di riaffrontare in sede di Bilancio di previsione e anche il Bilancio generale della Regione Emilia-Romagna.
Queste sono motivazioni per noi forti e importanti, che ci impediscono di votare questo provvedimento. Questo non toglie che vada riconosciuto in generale un calo delle spese e anche un certo impegno a rivedere determinati tipi di costi e anche a razionalizzarli in una migliore funzione e in un miglior rendimento.
Condividiamo ovviamente, come è stato espresso in Commissione, l'utilizzo di questo avanzo di 2 milioni di euro per le zone colpite dal sisma, che credo sia un atto doveroso anche se provengono da un giusto esercizio di risparmio e razionalizzazione dei costi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Intervengo per complimentarmi con lei e con l'Ufficio di Presidenza per la gestione, poiché ovviamente la rappresentanza dell'Aula è un onore, ma spesso anche un onere di cui ognuno deve farsi carico, ovviamente non può gravare solo sulle spalle del Presidente dell'Assemblea e dell'Ufficio di Presidenza.
Intervengo quindi per sottolineare il buon lavoro che è stato fatto, per ribadire che c'è ancora spazio - so che è all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza - per ulteriori modifiche migliorative rispetto al Regolamento, al trattamento dei singoli consiglieri, dei Gruppi, per perseguire senza alcuna venatura che rincorra posizioni volgari, demagogiche e populistiche, un’appropriatezza della spesa nel rispetto delle funzioni e nella ricerca di recupero, nel rigore e nella sobrietà, di quell'autorevolezza che quest'Aula e questa Assemblea richiedono, sia per l'esterno, nei confronti della società in questo momento particolarmente afflitta da eventi drammatici, sia per l'interno, cioè per i rapporti tra di noi, che, ancorché nel pluralismo delle opinioni in alcuni casi anche dissenzienti rispetto alle posizioni della maggioranza, devono comunque sempre essere orientati al rispetto reciproco e alla comprensione umana.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Intervengo molto velocemente, perché voglio stare nel poco tempo che ci rimane. Certo, si poteva fare meglio, ma credo che sia stato fatto molto, quindi apprezzo le cose che ci sono, che forse potevano essere migliori laddove credo che ogni Gruppo avrebbe voluto che si facesse di più.
Per quanto riguarda i vitalizi, però, credo che questa Regione abbia fatto molto, che sia stato un grande passo avanti, non il passo perfetto perché, se non ci fossero stati i diritti acquisiti, avremmo potuto eliminarli da questa legislatura. Mi è parso che non fosse possibile, siamo convinti che ci sarebbero stati molti problemi, quindi credo che questa Regione debba vantarsi del fatto che comunque l'abolizione ci sarà, anche se nella prossima legislatura.
Sulla trasparenza dei fondi, credo che anche per merito del Presidente Richetti siamo trasparenti come una casa di vetro. È merito suo, presidente, e merito nostro, di tutti i consiglieri, perché abbiamo fatto tutti insieme questo percorso e nessuno si è mai detto contrario al fatto che fosse tutto pubblicato in rete.
Forse potevano esserci modifiche migliorative, ma credo che questa Regione e in questo caso la delibera che ci apprestiamo a votare abbiano fatto tanto. Abbiamo anche presentato una risoluzione, che però arriverà ovviamente dopo, in cui chiediamo di fare un passo ulteriore sulla riduzione dei fondi ai Gruppi. Non so se sarà votata oppure no, certo è che l'abbiamo presentata perché ci sentivamo di farlo.
Per quanto riguarda la trasparenza dei fondi, sono molto serena delle attività che facciamo come Gruppo e presumo che lo siano anche gli altri. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2726.
(L’Assemblea, a maggioranza,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L’Assemblea approva.
Colleghi, aggiorniamo i nostri lavori alle ore 15.
Buon pranzo a tutti.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,51
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
IL PRESIDENTE
IL SEGRETARIO
Richetti
Corradi
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