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88.
SEDUTA DI MARTEDÌ 19 GIUGNO 2012
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
Indice
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti)
Annuncio di petizione, risoluzioni, interpellanze, interrogazioni e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2780
Interrogazione dei consiglieri Grillini e Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attuazione degli obiettivi programmatici di valorizzazione e tutela del turismo naturista di cui alla L.R. 16/06, con specifico riferimento alla situazione di Lido di Dante (RA).
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
GRILLINI (Italia dei Valori)
MELUCCI, assessore
OGGETTO 2832
Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione riguardante l'obiezione di coscienza negli Ospedali dell'Emilia-Romagna, in relazione alla garanzia di accesso all'interruzione volontaria della gravidanza.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
LUSENTI, assessore
OGGETTO 2836
Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito al progetto di legge di modifica della legge regionale n. 17 del 18 luglio 1991, previsto dalla risoluzione n. 1181 del 30 marzo 2011, in materia di attività estrattive.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NALDI (SEL - Verdi)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 2837
Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito all’emergenza dovuta al terremoto e agli aiuti nazionali e internazionali.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 2838
Interrogazione dei consiglieri Manfredini e Bernardini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa documentazione della Commissione Grandi Rischi di allerta per la situazione sismica dell’Emilia-Romagna.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MANFREDINI (Lega Nord)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 2839
Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione degli immobili di edilizia scolastica colpiti dal sisma.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NOÈ (UDC)
BIANCHI, assessore
OGGETTO 2841
Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito alla situazione derivante dal DL 59/12 "Riordino della Protezione Civile", alla necessità di risarcire i danni da calamità naturali ai privati colpiti dal sisma e alle azioni da porre in essere da parte della Regione Emilia-Romagna.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 2820
Delibera: «Convalida della elezione del consigliere Giuseppe Paruolo, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale".» (delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 13 giugno 2012, n. 74) (79)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2728
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"» (40)
(Relazione, discussione ed esame articolato)
(Ordine del giorno oggetto 2728/1 - Presentazione) (61)
PRESIDENTE (Richetti)
CASADEI, relatore
BARBATI (Italia dei Valori)
LOMBARDI (PDL)
CAVALLI (Lega Nord)
POLLASTRI (PDL)
CORRADI (Lega Nord)
BARBIERI (PD)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
PAGANI (PD)
NOÈ (UDC)
MARZOCCHI, assessore
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MARANI (PD)
MANDINI (Italia dei Valori)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MONARI (PD)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettronica
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Petizione, risoluzioni, interpellanze ed interrogazioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 9,34
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la ottantottesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute
- antimeridiana del 5 giugno 2012 (n. 86);
- pomeridiana del 5 giugno 2012 (n. 87)
inviati ai consiglieri unitamente all'avviso di convocazione di questa tornata.
Se non ci sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Richetti): Do comunicazione delle giustificazioni. Risultano assenti per la seduta antimeridiana il consigliere Bernardini, il consigliere Bignami, il consigliere Riva e per i lavori sia della mattina sia del pomeriggio il consigliere Filippi.
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti): Nel periodo trascorso dall'ultima tornata delle sedute assembleari sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
2805 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l’approvazione della legge di assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012 e del bilancio pluriennale 2012-2014. Primo provvedimento generale di variazione" (delibera di Giunta n. 773 del 11 06 12).
2806 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Assestamento del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2012 e del bilancio pluriennale 2012-2014 a norma dell’art. 30 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo provvedimento generale di variazione" (delibera di Giunta n. 774 del 11 06 12).
2814 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Defranceschi, Favia e Noè: "Norme in materia di concorso alla copertura del costo dei servizi sociali, socio-educativi e socio-sanitari e ampliamento delle possibilità d'utilizzo del fondo regionale per l'occupazione delle persone con disabilità - modifica e integrazione alla legge regionale 12 marzo 2003, n. 2 (norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) ed integrazione alla legge 1 agosto 2005, n. 17 (norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)" (12 06 12).
2816 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Mandini, Mazzotti, Corradi, Aimi e Bartolini: "Modifica della legge regionale 25 ottobre 2000, n. 29 "Disciplina del referendum sulle leggi regionali di revisione statutaria ai sensi dell'articolo 123 della Costituzione"" (13 06 12).
È stato presentato il seguente progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121 della Costituzione:
2813 - Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi: "Istituzione della zona franca di Comuni emiliano-romagnoli nelle aree di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, colpite dagli eventi sismici del mese di maggio 2012" (12 06 12).
PRESIDENTE (Richetti): Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 31/05/2012 al 13/06/2012:
DPGR n. 126 del 01/06/2012
Azienda Usl di Modena - Nomina Direttore Generale.
DPGR n. 129 del 04/06/2012
Dichiarazione di decadenza di componenti del Consiglio delle Autonomie Locali a seguito della cessazione dalla carica e nomina in sostituzione dei nuovi componenti.
DPGR n. 132 del 06/06/2012
Azienda Usl di Ravenna - Nomina Direttore Generale.
DPGR n. 135 del 12/06/2012
Nomina della Sig.ra Marisa Savorelli quale consigliere della Camera di Commercio, Industria, Artigiano e Agricoltura di Ravenna in sostituzione del Sig. Mauro Baruzzi.
Annuncio di petizione, risoluzioni, interpellanze, interrogazioni
e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti): Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i sottonotati documenti:
Petizione
2824 - Petizione popolare concernente l'inclusione delle zone di San Biagio e di Ceretolo nei confini del territorio a tariffa "urbana" del Comune di Casalecchio di Reno (BO), ai fini del trasporto pubblico urbano (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 72 del 05 06 12).
Risoluzioni
2791 - Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia per impegnare la Giunta regionale a liquidare immediatamente alle imprese ubicate nelle zone terremotate dell'Emilia-Romagna i crediti di diretta pertinenza della Regione, facendosi inoltre garante, anche tramite anticipazioni direttamente corrisposte a dette imprese, dei crediti dalle stesse vantati nei confronti di altre Pubbliche Amministrazioni o società a partecipazione pubblica.
2796 - Risoluzione proposta dai consiglieri Marani, Monari, Mumolo, Piva, Alessandrini, Mori, Garbi, Pariani, Paruolo, Pagani, Carini, Moriconi, Mazzotti, Casadei, Ferrari, Montanari, Zoffoli, Bonaccini, Fiammenghi, Costi e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni volte a tutelare i vigili del fuoco volontari dal punto di vista assicurativo per gli incidenti avvenuti in servizio, a facilitarne il reclutamento riducendone la precarietà, a semplificare l'accesso ai corsi di formazione e prevedendo la gratuità delle visite mediche specialistiche necessarie per l'idoneità al servizio.
2797 - Risoluzione proposta dal consigliere Bazzoni per impegnare la Giunta a predisporre e diffondere un piano di comunicazione che, affiancandosi all'operato dell'APT regionale, contrasti gli effetti negativi del sisma utilizzando anche i media nazionali ed esteri, al fine di sostenere il turismo quale componente fondamentale dell'economia romagnola e regionale.
2799 - Risoluzione proposta dai consiglieri Favia e Defranceschi per monitorare l’estensione della pratica degli interventi di protesi all’anca metallo su metallo in Regione e per assumere iniziative analoghe a quelle poste in essere dall'Agenzia britannica sui farmaci e sui dispositivi medici (MHRA).
2815 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, nei confronti dei Presidenti dei Tribunali delle Province emiliane colpite dal sisma, volte a prendere in considerazione la riduzione delle pene accessorie convertibili in lavori di pubblica utilità nelle zone terremotate attraverso convenzioni con gli Enti territoriali, invitando inoltre gli stessi a stipulare dette convenzioni.
2826 - Risoluzione proposta dal consigliere Cavalli per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a promuovere ogni iniziativa utile a concludere definitivamente l'utilizzazione del sito di Caorso quale impianto nucleare, escludendone in modo assoluto anche l'uso per lo stoccaggio di sostanze radioattive.
2828 - Risoluzione proposta dai consiglieri Meo, Naldi, Monari, Sconciaforni e Mandini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo volte alla previsione di detrazioni fiscali pari al 55% e relative a tempi non superiori a tre anni per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici dal rischio sismico con IVA agevolata al 4%, unitamente al prolungamento fino al 2020 delle detrazioni relative alla riqualificazione energetica degli edifici.
2829 - Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a sostenere la petizione promossa dalla FIAB per riconoscere la tutela assicurativa per chi sceglie la bicicletta per recarsi al lavoro prevedendo la relativa copertura assicurativa per infortuni in itinere anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico, favorendo inoltre l'interesse per tale modalità di trasporto alternativo all'automobile anche nei confronti dei privati.
2830 - Risoluzione proposta dal consigliere Carini per impegnare la Giunta a monitorare il completo smantellamento della Centrale Nucleare di Caorso, verificando lo stato di avanzamento dei relativi lavori, i tempi riguardanti il piano di decommissioning e di smaltimento di tutte le scorie radioattive, ribadendo inoltre la totale indisponibilità della Regione Emilia-Romagna ad ospitare siti di stoccaggio di materiali di scarto derivanti dalla produzione di energia nucleare.
Interpellanze
2786 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'incarico di Direttore Generale Sanità e Politiche Sociali della Regione Emilia-Romagna.
2819 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa il mantenimento dell'operatività dell'Aeroporto di San Damiano di San Giorgio (PC) e della relativa base militare, sede del 50° Stormo dell'AMI.
2827 - Interpellanza del consigliere Filippi, in merito ai finanziamenti regionali concessi a Società per azioni, con particolare riferimento al settore lattiero-caseario.
Interrogazioni
2781 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa l'adozione, la pubblicizzazione e l'attuazione della "Carta dei Servizi Sociali" ed il progetto riguardante il Tutore Volontario.
2782 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa le disposizioni relative al numero minimo di alunni per classe, e le azioni da porre in essere in relazione all'Istituto Fantini di Vergato (BO).
2783 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per combattere la diffusione della "vespa cinese" ed i relativi danni ai castagneti.
2784 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le spese relative alla rimozione dei detriti causati dal sisma che ha colpito l'Emilia-Romagna, e la relativa normativa.
2785 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le spese di demolizione degli edifici privati, delle case e dei condomini lesionati dal sisma che ha colpito l'Emilia-Romagna, e la relativa normativa.
2787 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa i parametri e le procedure relative alla certificazione di agibilità sismica.
2788 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa le problematiche connesse alla chiusura del laboratorio di analisi dell'Ospedale di Novafeltria.
2789 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la rappresentanza dell'area romagnola nell'ambito dell'Agenzia territoriale dell'Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti (ATERSIR).
2790 - Interrogazione del consigliere Carini, a risposta scritta, circa la situazione riguardante l'Asp Azalea di Borgonovo Val Tidone (PC).
2792 - Interrogazione del consigliere Casadei, a risposta scritta, circa l'estensione del servizio di connessione "X DSL" alle zone collinari e montane, con particolare riferimento alla situazione esistente a Portico e San Benedetto (FC).
2793 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa i tempi di attesa riguardanti i servizi di Cardiologia e di Allergologia, con particolare riferimento all'AUSL di Imola.
2794 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la normativa riguardante l'incentivazione delle Unioni di Comuni, con particolare riferimento alla situazione relativa alla fusione di Comuni della Valsamoggia.
2795 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa l'installazione di guard-rail che aumentino la sicurezza, con speciale riferimento ai motociclisti.
2798 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa il programma di utilizzo degli stanziamenti del Fondo europeo per la valorizzazione del patrimonio culturale e sui progetti relativi al recupero e alla valorizzazione della Pieve di Pastino.
2800 - Interrogazione dei consiglieri Favia e Defranceschi, a risposta scritta, circa il controllo del fenomeno degli interventi di protesi all’anca metallo su metallo in Regione, sulla presenza di eventuali contenziosi e sulle iniziative da assumere in merito.
2801 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa i prelievi di vongole conseguenti a determinazioni del Servizio per lo Sviluppo dell'Economia Ittica e della Produzione Animali regionale.
2802 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la messa in sicurezza degli edifici colpiti dal sisma e le spese di demolizione e di rimozione delle macerie.
2803 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente (ARPA).
2804 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa l'inserimento della città di Ferrara nell'elenco dei Comuni che beneficiano della sospensione dei termini circa i versamenti e gli adempimenti tributari.
2807 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le iniziative da porre in essere per la ripresa delle attività delle strutture sanitarie danneggiate dagli eventi sismici, con particolare riferimento al Polo Sanitario "Barberini" di Crevalcore (BO).
2808 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le iniziative da porre in essere per valutare i danni, mettere in sicurezza e recuperare gli edifici scolastici colpiti dagli eventi sismici, con particolare riferimento alla situazione relativa al Comune di Crevalcore (BO).
2810 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa questioni riguardanti vertenze sul subappalto del trasporto pubblico in provincia di Reggio Emilia, e le connesse normative.
2811 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, sulle misure adottate dalla Regione per individuare i capannoni e i siti industriali che possono accogliere temporaneamente le attività produttive bloccate dagli eventi sismici.
2812 - Interrogazione del consigliere Mandini, a risposta scritta, sullo stato di avanzamento delle opere di salvaguardia idraulica pianificate dalla Regione e, in particolare, sulla realizzazione delle vasche di laminazione sul torrente Lavino in comune di Zola Predosa (BO).
2817 - Interrogazione della consigliera Barbati, a risposta scritta, circa le azioni poste in essere a seguito dell'approvazione, da parte dell'Assemblea legislativa regionale, della risoluzione riguardante le criticità connesse alle attività cosiddette di "compro oro".
2818 - Interrogazione dei consiglieri Favia e Defranceschi, a risposta scritta, circa le procedure riguardanti l'appalto del servizio di trasporto pubblico locale, con particolare riferimento alla situazione relativa al trasporto ferroviario.
2825 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il mantenimento della condizione di "aree agricole svantaggiate di montagna" in relazione del procedimento di fusione riguardante i Comuni di Castello di Serravalle, Savigno e Monteveglio.
2831 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa un incarico attribuito dall'AUSL di Piacenza.
2832 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione riguardante l'obiezione di coscienza negli Ospedali dell'Emilia-Romagna, in relazione alla garanzia di accesso all'interruzione volontaria della gravidanza.
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
2551 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche relative alla tratta ferroviaria Modena-Carpi.
2557 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il monitoraggio delle falde acquifere regionali e le azioni da porre in essere a fronte delle problematiche connesse alla siccità.
2559 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il Documento preliminare del PSC associato dell'Unione dei Comuni del Bazzanese e di Zola Predosa, con particolare riferimento alla localizzazione di una azienda produttrice di conglomerati bituminosi.
2565 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la riconversione dello stabilimento saccarifero di San Pietro in Casale (BO).
2577 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, in merito alla situazione idrica della bassa Valtrebbia e, in particolare, relativamente alle proposte operative presentate dal competente Consorzio di Bonifica.
2581 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la razionalizzazione delle procedure relative alle concessioni necessarie per attingere acqua dai pozzi per uso irriguo.
2593 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa l'aeroporto Ridolfi di Forlì.
2609 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa incarichi relativi al Comune di Lizzano in Belvedere (BO).
2620 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la situazione dell'Azienda LAMM Spa con sede a San Secondo P.se (PR).
2624 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la chiusura della Scuola dell'Infanzia nella frazione di Riola Ponte, nel Comune di Grizzana Morandi (BO).
2632 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il trasferimento del reparto di Otorinolaringoiatria dell'ASL di Imola.
2639 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le linee-guida regionali per l'offerta di alimenti e bevande nelle scuole.
2644 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa la realizzazione, a Lugo (RA), di una pista per lezioni di guida riservata ai motociclisti, nell'area verde di via Rivali San Bartolomeo.
2646 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, in merito alla situazione idrica della Val Trebbia ed alle strategie da approntare per la gestione delle risorse idrografiche della valle.
2648 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa l'attivazione di una consulenza legale presso l'Azienda ospedaliero-universitaria Sant'Orsola-Malpighi.
2649 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la realizzazione del casello autostradale di Toscanella di Dozza (BO).
2652 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa i nuovi servizi relativi al pagamento dei ticket sanitari ed il progetto RUDI (Reti Unificate di Incasso).
2658 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, in merito alle intenzioni dell'Azienda Ospedaliera Maggiore-Bellaria di porre a pagamento il parcheggio sito in via Altamura a Bologna.
2661 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa il diritto del malato alla cura ed alla scelta della stessa, con particolare riferimento al metodo Di Bella.
2665 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori della Società consortile Ageform.
2668 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure relative alla graduatoria ed ai contributi regionali relativi al progetto denominato Bolognoise.
2671 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'abbattimento di parte di una fascia boscata sita nel Comune di Castel Maggiore (BO), nei pressi di Viale Europa.
2673 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere, anche tramite interventi di natura legislativa, per contrastare la criminalità organizzata, con particolare riferimento al settore degli appalti di opere e di servizi.
2680 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le competenze legislative regionali, con particolare riferimento alle disposizioni riguardanti l'associazionismo.
2689 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le procedure e le sanzioni relative alla certificazione energetica degli immobili.
2692 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le modalità di contrasto della diffusione della vespa cinese (Dryocosmus kuriphilus) e le azioni da porre in essere per combattere l’infestazione dei castagneti.
2748 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le procedure relative all'affidamento del Servizio Ferroviario Regionale e le disposizioni contenute nel relativo contratto.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo lo svolgimento dei nostri lavori con le interrogazioni a risposta immediata.
Chiamo l'oggetto seguente:
2780 - Interrogazione dei consiglieri Grillini e Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attuazione degli obiettivi programmatici di valorizzazione e tutela del turismo naturista di cui alla L.R. 16/06, con specifico riferimento alla situazione di Lido di Dante (RA).
Risponde per la Giunta l'assessore Melucci.
La parola al consigliere Grillini per illustrare la sua interrogazione.
GRILLINI: Intervengo brevemente in sede di illustrazione, anche perché l'interrogazione mi pare sufficientemente esaustiva, per riferire che sabato mattina c'è stata una manifestazione nazionale a Ravenna sulle note questioni, cioè il fatto che nella spiaggia locale denominata "la Bassona", a Lido di Dante, spesso si svolgono operazioni di Polizia, di Guardia forestale e persino di Carabinieri con motovedette e dispiegamenti di forze, che potrebbero essere usati con ben altri scopi, per quello che chiamo io un infastidire od ostacolare la pratica del naturismo in una spiaggia vocata a tale pratica da una quarantina d'anni.
Si è svolta, dunque, una manifestazione contro l'ostilità dell'Amministrazione ravennate verso questa pratica, ostilità nuova, perché la precedente Amministrazione l’aveva, invece, favorita in tutti i modi.
È stato presentato un ordine del giorno trasversale nel Consiglio comunale di Ravenna, votato da tutti i partiti, per cercare di risolvere questa questione. L'Associazione dei commercianti locali, soprattutto in una fase di crisi, è favorevole a questa forma di turismo, che contribuisce e anche in maniera non irrilevante all'economia locale.
Vorrei informare l’assessore che è intercorsa una telefonata tra me e il Sindaco, il quale si è dichiarato disposto a ricevere una delegazione per cercare di risolvere il problema. La Regione dovrebbe compiere la sua parte, e questo è il punto più rilevante dell’interrogazione, definendo le caratteristiche tecniche delle recinzioni delle aree private e pubbliche destinate alla pratica naturista, così come previsto dalla legge regionale n. 16 del 2006 all'articolo 5, comma 3 - si tratta di una legge di sei anni fa -, il quale prevedeva che tali caratteristiche avrebbero dovuto essere individuate entro sei mesi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
La parola all'assessore Melucci per la risposta.
MELUCCI, assessore: Grazie, presidente. Con riferimento alle questioni poste nell'interrogazione oggetto 2780 si esprimono le seguenti considerazioni.
Il litorale compreso tra il Lido di Dante a nord e il Lido di Classe a sud è istituito riserva naturale dello Stato (con decreto ministeriale del 1979) Duna costiera ravennate e foce del torrente Bevano. Organismo di gestione della riserva naturale è il Corpo forestale dello Stato, ai sensi della legge n. 394 del 1991 e l’area è, altresì, parte della rete Natura 2000.
Negli anni dal 2000 al 2006 il Sindaco di Ravenna emise apposita ordinanza per regolarizzare la pratica del naturismo sulla spiaggia del Lido di Dante. Successivamente detta ordinanza non fu più emanata per mancanza dei requisiti previsti dalla legge regionale dell'Emilia-Romagna del 31 luglio 2006, n. 16, "Valorizzazione del turismo naturista", la quale individua ben precisi spazi, tempi e modalità della pratica legata al naturismo.
Con l'emanazione della legge regionale n. 16 del 2006 il Corpo forestale dello Stato, Ufficio territoriale per la biodiversità di Punta Marina, competente territorialmente, sentito l'Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato in Roma, espresse, infatti, parere negativo in relazione all'installazione di servizi igienici sulla spiaggia o nell'immediata retroduna, con motivazioni di tipo ambientale.
Dall'estate 2007, pertanto, l’area non è più adibita a tale pratica per l'impossibilità di costruire, come chiaramente specificato nella legge regionale n. 16 del 2006, i servizi previsti dalla normativa. Fin dall'anno 2008 furono, pertanto, collocati agli ingressi principali della riserva a cura del Comune di Ravenna cartelli recante la seguente dicitura: «Questa spiaggia non è destinata alla pratica del naturismo. Si rammenta che il Codice penale punisce sia colui che compie atti osceni (art. 527 del Codice penale), sia la persona che in luogo pubblico pone in essere atti contrari alla pubblica decenza». Il testo è tradotto anche in inglese, francese e tedesco.
Di fronte a questa situazione appare del tutto evidente che, a fronte di una chiara volontà della Regione, con la legge n. 16 del 2006, e del Comune di Ravenna di individuare correttamente nella spiaggia della Bassona un'area destinata al turismo naturista, non è stato possibile realizzare tale obiettivo a causa della mancanza delle necessarie autorizzazioni ambientali per i servizi minimi indispensabili. Penso che tutti noi concordiamo che una spiaggia frequentata da centinaia e, in alcune situazioni, migliaia di persone richieda alcuni servizi minimi, legati soprattutto all’igiene della persona.
La Regione, in accordo col Comune di Ravenna, ritiene necessario per una risposta positiva al problema che si è creato - me lo conferma lei nell'esposizione che ha svolto poco fa dell'interrogazione - prendere in considerazione un nuovo confronto con gli Enti preposti, a iniziare dal Corpo forestale dello Stato, al fine di giungere a una soluzione che garantisca i servizi, così come previsti dalla legge regionale del 2006, e contemporaneamente il rispetto ambientale della zona interessata, raggiungendo al tempo stesso l'obiettivo di individuare un'area dedicata al turismo naturista.
All'interno di questo ragionamento ovviamente la Regione compirà la sua parte per quanto riguarda il completamento dell'iter legislativo, che è partito nel 2006, stabilendo un Regolamento per l’installazione delle recinzioni e per la delimitazione delle spiagge, così come previsto dalla legge. Da parte nostra saremo particolarmente solleciti nel risolvere questo problema, ma è evidente che in via preliminare occorre trovare un accordo col Corpo forestale dello Stato tramite il Comune di Ravenna per trovare una soluzione che garantisca tutti gli aspetti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Melucci.
La parola al consigliere Grillini per la replica. Consigliere, le restano tre minuti.
GRILLINI: Io credo che l'assessore abbia svolto considerazioni positive. Per parte mia vorrei aggiungere che occorre anche una legge nazionale. All’epoca mi sono adoperato da questo punto di vista, perché il naturismo è una pratica comune a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, in cui non ci sono i problemi che, invece, ci sono in Italia.
Trovo positivo il fatto che l'assessore si sia impegnato anche ad adoperarsi in quanto Regione per un rapporto con le parti interessate. È chiaro che il turismo naturista è un turismo rispettoso dell'ambiente, non violento, tranquillo, svolto da famiglie e da persone che vogliono vivere in simbiosi con l'ambiente stesso. Io penso che anche il Corpo forestale della locale zona dovrebbe essere più tollerante, perché ci sono ben altre questioni. Oltretutto, tale turismo insiste su una fascia ristretta, non si inoltra nella foresta e non danneggia l'ambiente. Si tratta di un evento che non è si mai verificato.
L'articolo 726 del Codice penale relativo agli atti contro la pubblica decenza è un vecchio rottame del nostro Codice penale, che andrebbe cancellato. Tutte le sentenze della Cassazione in relazione al naturismo sostengono che il naturismo non c'entra nulla con questo articolo, che invece il Corpo forestale continua pervicacemente ad applicare, perseguitando persone che stanno svolgendo turismo e naturismo con denunce e processi e, quindi, anche con perdite di tempo e di danaro, che regolarmente si concludono con l'archiviazione. Non c'è stata una sola condanna.
Io penso che occorra l'accordo di tutte le parti interessate nell'interesse di tutti, soprattutto in un periodo di crisi come questo, in cui, io credo, non bisogna trascurare nessun segmento di turismo, soprattutto un segmento come questo, un turismo che si pone come etico.
Voglio sperare che da parte di tutte le persone interessate e di tutti gli Enti preposti non ci sia un tardo e falso moralismo, che non c'entra nulla con l'evoluzione dei costumi e con la modernità, e che finalmente si possa consentire, ovviamente con le dovute regole e nei dovuti luoghi, debitamente regolamentati, una pratica che è ormai diffusa in tutto il mondo occidentale e che contribuisce anche all'economia locale delle zone turistiche. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2780, passiamo all'oggetto seguente:
2832 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione riguardante l'obiezione di coscienza negli Ospedali dell'Emilia-Romagna, in relazione alla garanzia di accesso all'interruzione volontaria della gravidanza.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Sconciaforni per illustrare la sua interrogazione.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Ora mi limito seccamente alla domanda. Svolgerò le considerazioni in sede di risposta. Chiedo di conoscere quale sia la situazione degli ospedali emiliano-romagnoli in merito all'obiezione di coscienza, con particolare riferimento ai dati delle singole strutture, in modo da verificare che l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza sia garantito su tutto il territorio regionale.
La seconda domanda è quali iniziative anche rispetto al Governo centrale intende intraprendere la Giunta affinché il diritto sancito dalla legge n. 194 continui a essere garantito. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Sconciaforni.
La parola all’assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Riguardo all'obiezione di coscienza in Emilia-Romagna si può osservare una percentuale minore di obiettori rispetto al livello nazionale. Dall’analisi rispetto alle diverse Aziende sanitarie emerge anche nel 2011 una situazione eterogenea.
Gli ultimi dati disponibili evidenziano una percentuale di medici ginecologi obiettori del 51,9 per cento in Emilia-Romagna, contro il 70,7 per cento del livello nazionale. Analogamente, le percentuali di obiettori fra i medici anestesisti sono del 33,4 per cento, contro il 51,7 del livello nazionale e per il personale infermieristico e tecnico la percentuale di obiettori è del 28,4 per cento, contro il 44,4 per cento del livello nazionale.
L’analisi del monitoraggio delle interruzioni volontarie di gravidanza viene effettuata annualmente e trasmessa a tutti i livelli istituzionali della Regione ed è pubblicata sul sito www.saluter.it. I dati relativi all'anno 2011 sono stati inoltrati ai consiglieri regionali con nota del 16 febbraio 2012.
La legge n. 194 del 1978 all'articolo 9 dispone, a garanzia dell'assistita e dell'erogazione delle prestazioni da lei richieste, che gli Enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l'espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La Regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale.
La situazione regionale, come si evidenzia dalla rilevazione annuale che raccoglie i dati di tutte le interruzioni volontarie di gravidanza effettuate presso le strutture sanitarie della Regione, al momento non ha evidenziato impedimenti a garantire alle donne il diritto all'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza.
Il monitoraggio comprende anche i tempi di attesa tra il rilascio del certificato e l'interruzione di gravidanza, evidenziando eventuali criticità per i necessari interventi correttivi da parte delle aziende sanitarie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Sconciaforni per la replica. Consigliere, le restano cinque minuti e mezzo.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. La ringrazio, assessore, per la risposta puntuale. Chiedo di poterla avere anche via e-mail, in maniera tale da poterla utilizzare pienamente.
Mi soffermerò su alcune considerazioni, partendo dal fatto che constatiamo con una discreta soddisfazione che sicuramente in Emilia-Romagna la percentuale degli obiettori di coscienza su questo tema è sensibilmente inferiore alla media nazionale. Tuttavia, essa è ancora, secondo me, molto alta, anche se non posso non sottolineare con soddisfazione che almeno sul nostro territorio il diritto delle donne ad accedere all'interruzione volontaria viene, almeno stante questa situazione e non avendo dati diversi, ampiamente garantita.
Non posso non sottolineare come, invece, sia del tutto evidente che questo diritto garantito dalla legge n. 194 oggi sia oggettivamente sotto fortissimo attacco. Oggi viene oggettivamente messa in discussione la legge n. 194 e con essa un principio che io ritengo fondamentale per una Repubblica laica e democratica come dovrebbe essere la nostra, il principio dell'autodeterminazione delle donne, ossia il fatto che le donne su questi temi abbiano la prima e l'ultima parola. Sul loro corpo le donne devono avere la prima e l'ultima parola.
Perché sostengo che oggettivamente questo diritto nel nostro Paese è messo sotto attacco? Stanno avvenendo diversi fatti. Il primo avverrà domani, quando la Corte costituzionale discuterà dell'articolo 4 della legge n. 194, attraverso un'iniziativa giuridica mossa da un magistrato con l'evidente intento di svuotare e, quindi, di annullare i contenuti e gli effetti della legge n. 194 stessa.
L’altra vicenda grave che sta succedendo nel nostro Paese riguarda proprio il tema dell'obiezione. Se è vero che nella nostra regione ci sono ancora percentuali comunque molto alte, per me assolutamente troppo, che, però, ancora non mettono in discussione questo servizio, ci sono intere regioni del nostro Paese, soprattutto al Sud, dove l'obiezione di coscienza raggiunge livelli superiori all'85 per cento. Nei fatti ci sono intere zone del nostro Paese dove questo diritto non può essere esercitato dalle donne. Si tratta di un diritto garantito da una legge dello Stato che viene messo in discussione dalla cosiddetta obiezione di coscienza, che io sinceramente non esito a definire in molti casi assolutamente, per quello che mi riguarda, opportunista.
In questo caso si tratta di un'obiezione di coscienza che mette in discussione un diritto fondamentale delle donne, per non parlare poi del clima politico che c'è nel nostro Paese, un clima politico ben orchestrato da alcune forze politiche, ma anche dal Vaticano, che tende a rimettere in discussione e a cancellare la legge n. 194 affinché la donna non sia più portatrice di un’autodeterminazione totale sul proprio corpo, ma ritorni a essere l'angelo del focolare e a occuparsi solo di riproduzione.
In questo senso vanno, per esempio, io ritengo, gli attacchi pesantissimi allo stato sociale e ai servizi sociali che stanno avvenendo nel nostro Paese. Sono innanzitutto attacchi che colpiscono le donne, coloro che dovranno subire e stanno già subendo le conseguenze pesantissime di tali attacchi.
È un quadro che io giudico estremamente preoccupante, in cui l'attacco alla legge n. 194 rappresenta ben più che un campanello d'allarme e rispetto al quale io penso che la risposta che dovrebbero fornire la politica e le Istituzioni sia quella di respingere tale attacco all’autodeterminazione delle donne.
Prendendo atto dei dati che la Giunta ci ha appena fornito e anche della volontà espressa in maniera molto chiara dall'assessore nel ribadire la garanzia della Giunta su questo diritto alle donne, mi permetto ugualmente di sollecitare di tenere alta la guardia, perché anche in Emilia-Romagna i dati sull'obiezione sono allarmanti.
I dati oggi non mettono in discussione un diritto, ma, se si continua di questo passo, domani questo diritto anche in Emilia-Romagna sarà fortemente messo in discussione. Io penso che la Giunta emiliano-romagnola, per le sue tradizioni, il suo passato e i suoi valori, debba agire anche in anticipo e con grande determinazione perché in un modo o nell'altro la legge n. 194 e, quindi, il principio dell'autodeterminazione delle donne, non vengano assolutamente messi in discussione nella nostra Regione, né, attraverso anche campagne politiche, in altre parti del nostro Paese. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2832, passiamo all'oggetto seguente:
2836 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito al progetto di legge di modifica della legge regionale n. 17 del 18 luglio 1991, previsto dalla risoluzione n. 1181 del 30 marzo 2011, in materia di attività estrattive.
Risponde per la Giunta l'assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Naldi per illustrare la sua interrogazione.
NALDI: Grazie, presidente. Come stava riassumendo lei un minuto fa, il 30 marzo 2011 quest’Assemblea ha approvato una risoluzione con la quale si impegnava la Giunta a procedere celermente all'aggiornamento delle normative sulle attività estrattive. Si riteneva necessario fare ciò per introdurre regole più cogenti nelle attività di scavo, per il ripristino al termine della loro coltivazione e per introdurre strumenti più efficaci per disincentivare la collocazione in discarica degli inerti provenienti dalle demolizioni, incentivandone, invece l’utilizzo in alternativa ai materiali di cava.
La ragione di questa mia interrogazione a risposta immediata sta nel fatto che sono passati quasi 15 mesi e che, quindi, c’è stato tutto il tempo necessario e soprattutto che questo tema è urgente. Obiettivamente è urgentissimo, è il terremoto che l'ha fatto diventare urgente, dal momento che, purtroppo, ci sarà una quantità enorme di materiali di demolizione. È assolutamente indispensabile una nuova regolamentazione che ne favorisca il reimpiego.
Credo che sia anche indispensabile alla luce del fatto che tra il terremoto e le crisi finanziarie continuiamo a chiedere soldi ai poveracci. Anche i cavatori, io ritengo, possono contribuire con un aumento delle tariffe previste.
Chiedo, pertanto, con quali tempi si intende iniziare in Commissione e in Consiglio la discussione sulla proposta di legge, che è, a mio parere, assolutamente urgente. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
La parola all'assessore Gazzolo per la risposta.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Naldi perché pone nell'interrogazione gli stessi quesiti e gli stessi obiettivi che si pone anche la Giunta.
Come già avvenuto in occasione della discussione della risoluzione del 30 marzo 2011 presentata dal Gruppo SEL-Verdi, si conferma che è intenzione della Giunta procedere nella riforma complessiva della disciplina delle attività estrattive di cui alla legge regionale n. 17 del 1991.
Sebbene sia tutt'altro che risolta a livello nazionale l'attribuzione delle competenze nell'ambito della rifunzionalizzazione delle autonomie locali, con particolare riferimento al ruolo dell'Ente Provincia, si comunica l'intenzione della Giunta regionale ad avviare il confronto con i Gruppi assembleari e con le forze economiche e sociali in tempi brevi.
Il progetto di legge elaborato dalle strutture dell'Assessorato, che verrà discusso a breve in Giunta regionale, vuole rispondere alle esigenze poste di semplificazione, riduzione della tempistica e aggiornamento normativo. Esso definisce i nuovi contenuti del Piano delle attività estrattive e ne cura le sinergie con la pianificazione di bacino, introduce elementi di tutela ambientale, prevedendo criteri innovativi di riqualificazione ambientale delle cave e mettendo a frutto le migliori esperienze a oggi sviluppate, e dispone la priorità dell'utilizzo degli inerti riciclati rispetto al depauperamento del territorio attraverso l'eccessiva estrazione dei materiali.
Per quanto riguarda l'emergenza legata al sisma del 20 maggio e successivi, su richiesta della Regione Emilia-Romagna il decreto legge n. 74 prevede un approccio innovativo alla gestione delle macerie e dei rifiuti, che deve avvenire secondo criteri di sicurezza per i lavoratori e l'ambiente, di celerità, di semplificazione, di controllo dei costi e di massimizzazione del recupero dei rifiuti.
Va ricordato che nella recente circolare n. 2 del Commissario delegato, Presidente Vasco Errani, relativa alla gestione delle macerie derivanti dal sisma del 20 maggio e seguenti si è previsto quanto segue. Leggo testualmente: «Si precisa che, per quanto concerne le frazioni di materiali derivanti dalla filiera degli inerti, gli stessi, quale risultato dell'operazione di recupero, sono destinati prioritariamente alla realizzazione di opere pubbliche sulla base di un accordo interistituzionale che ne prevederà l'area di stoccaggio in attesa del loro riutilizzo, le condizioni economiche, nonché la destinazione.» Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Naldi per la replica. Consigliere, le restano tre minuti e mezzo.
NALDI: Grazie, presidente. L’assessore ha svolto, in particolar modo nella seconda fase del suo intervento, alcune considerazioni di merito che potrebbero essere, anzi che sono condivisibili. Io mi auguro che si possano discutere finalmente anche da parte del Consiglio.
In generale le sue considerazioni sarebbero assolutamente condivisibili in particolar modo se fosse la prima volta che le sentiamo. Poiché, però, non ricordo più se questa sia la seconda o la terza volta, ma temo che sia piuttosto la terza, è questo che rende meno significativa l'espressione positiva delle sue osservazioni.
Con molta tranquillità le riferisco, assessore, che io non troverei più giustificabile un rinvio di questa materia e lo asserisco sulla base della mia piccola quota di partecipazione a questa maggioranza. Non trovo più giustificabile il rinvio, anzi, il tema della lotta all’infiltrazione malavitosa nella ricostruzione, secondo me, è un tema che oggi anche su questa materia deve essere ripreso urgentemente.
Chiedo a lei e alla Giunta di portare al più presto in Commissione, in Aula, il provvedimento di legge, in modo tale che possa essere discusso, perché ce n’è assolutamente bisogno. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2836, passiamo all'oggetto seguente:
2837 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito all’emergenza dovuta al terremoto e agli aiuti nazionali e internazionali.
Risponde per la Giunta l'assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Favia per illustrare la sua interrogazione.
FAVIA: Grazie, presidente. Abbiamo appreso che, pochi giorni dopo la seconda scossa che ha colpito i territori del modenese, del reggiano e del ferrarese in Emilia-Romagna, la Regione Abruzzo ha fornito un campo medico con strumentazioni al Comune di Cavezzo.
La questione è stata sollevata anche da alcuni media, i quali hanno mostrato la rabbia dei cittadini della tendopoli. Secondo i cittadini stessi, infatti, la risposta dell'Unità sanitaria locale è stata che non c’era bisogno di alcun tipo d'aiuto. Un po’ con la coda tra le gambe, quindi, l'ospedale da campo che era stato gentilmente offerto dalla Regione Abruzzo è stato mandato indietro.
Premesso che parliamo di campi con 500 sfollati, con le più diverse criticità, con molti bambini e anziani, contestualmente, nel momento in cui si affermava che l’organizzazione era efficientissima e che non c’era bisogno di nulla, altri medici di base, su un'altra emittente, testimoniavano che non sapevano come visitare i loro pazienti perché non avevano, all'epoca in cui accadde il rifiuto della Regione - mi auguro che adesso i container siano arrivati - strutture adatte a disposizione, essendo i loro ambulatori inagibili.
Contestualmente, l'esercito aveva dato la disponibilità per prevenire fenomeni di sciacallaggio. Sappiamo che molti Comuni hanno problemi nel presidiare zone rosse. Spesso si fanno aiutare da volontari organizzati informalmente, ma, purtroppo, altre volte sono costretti a impegnare il loro personale, come la Polizia municipale, in un compito che potrebbe tranquillamente essere svolto dall'esercito. La Polizia municipale sarebbe assolutamente utile in questo momento per altri tipi di funzioni.
È anche emerso che il coordinamento dell'emergenza tra i Sindaci latita. Interessante su questo fronte è stata la testimonianza di un carabiniere, che riporto testualmente, il quale riferisce che: «Nei giorni scorsi ha fatto una fugace apparizione il premier Monti. È stato accompagnato a visitare la tendopoli più organizzata, ovviamente così da far sembrare tutto in regola nella macchina dei soccorsi, ma non è così. Si percepisce perché non facciamo vedere come sono realmente sistemati gli sfollati: in una tenda dove normalmente ci sono otto brande vivono venti cittadini. Non si ha la mappatura delle tende, è caos. Sembra che nelle scorse sere siano avvenute delle liti nelle tendopoli, forse per avere un posto letto, forse per lavarsi o forse per accaparrarsi un tozzo di pane o una minestra.»
La testimonianza è molto caricata, probabilmente, ma sicuramente alcuni piccoli problemi ci sono stati e io li ho riscontrati anche parlando con i volontari della Protezione civile che stanno operando sui territori. Pensiamo, per esempio, al controllo e agli accessi ai campi e alla mensa, con discrepanze di numeri incredibili tra chi è ospitato nel campo e i picchi, in alcuni giorni, di chi si reca per usufruire dei servizi che sarebbero destinati ai terremotati.
C’è anche un problema di comunicazione nell'abbattimento delle case. Si chiede un po' più di attenzione affinché un cittadino già provato dal grave disagio di avere la casa inagibile non si trovi poi senza un normale preavviso la casa demolita.
Inoltre, ci ha molto stupito anche il fatto, ma questa non è competenza della Regione, che siano stati respinti gli aiuti internazionali dal Governo italiano.
Noi vorremmo chiedere alla Giunta, se non l’ha fatto, di non peccare di presunzione e far presente che aiuti come quello offerto dalla Regione Abruzzo, secondo noi, in quel contesto e in quel momento, non andrebbero rifiutati. In questo momento tutta la solidarietà e tutte le disponibilità che si attivano, che vengano dal Ministero della difesa, dalla Regione Abruzzo o da altri Stati, senza peccare d'orgoglio, dovrebbero sicuramente essere ricevuti. Dobbiamo essere efficienti nel coordinarli e nel metterli il più possibile a sistema con tutta la macchina dei soccorsi.
Le annuncio anche, assessore, fuori interrogazione, che, tentando di portare il nostro contributo come cittadini ai servizi di volontariato, siamo stati respinti più e più volte dalla Protezione civile, con la giustificazione che non c'era bisogno di nulla, ma anzi che i volontari erano scocciature in questi momenti e creavano solo caos. Informandoci in via diretta tramite i Comuni, abbiamo scoperto, però, che non c'erano volontari per presidiare le zone rosse, che mancavano nei campi autogestiti - non si aveva evidentemente la mappatura delle necessità dei campi autogestiti, dove la Protezione civile non era presente - le persone per distribuire i pasti e via elencando.
Anche su questo punto, a proposito di rifiutare gli aiuti, capisco che sia difficile gestire risorse umane, ma la mia impressione è stata non tanto che mancassero effettivamente lavoro o iniziative che potessero coinvolgere i volontari, quanto la forza di coordinarli. Questa è, a mio avviso, una pecca organizzativa della Protezione civile.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia. Ha utilizzato tutti i sei minuti a disposizione, ma potrà ovviamente dichiararsi o meno soddisfatto della risposta.
La parola all'assessore Gazzolo per la risposta.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Consigliere e consiglieri, dall'inizio dell'emergenza che vede protagonista il nostro territorio sono già intervenuta in Aula due volte, portando relazioni il più possibile dettagliate sulle azioni intraprese dalla Regione Emilia-Romagna per fronteggiare la grave situazione determinata dalle scosse di terremoto che si sono susseguite a partire dal 20 maggio.
Le mie comunicazioni in Assemblea si sono costantemente basate su un presupposto rimasto immutato: ho sempre rappresentato quella in atto non come un'emergenza di carattere regionale, bensì nazionale ed europea e ciò in considerazione della vastità del territorio colpito, che si estende su quattro province, della popolazione complessiva che vive nelle aree ferite dal sisma, di oltre 900.000 persone, del fatto che i comuni interessati dal terremoto ospitano ben 77.000 imprese e 340.000 addetti capaci di produrre l'1,8 per cento del PIL nazionale.
Non trovo, quindi, corrispondenza tra quanto sostenuto dalla Giunta dell'Emilia-Romagna e quanto riportato dal consigliere Favia, secondo il quale la Regione sarebbe convinta di una sorta di autosufficienza che la porterebbe a rifiutare le proposte di aiuto giunte su scala nazionale e internazionale.
Al contrario, è stata effettuata un'attenta ricognizione, che è tuttora in corso, delle numerose forme di solidarietà manifestate alla nostra comunità in funzione delle esigenze del territorio, dimostrando e attuando la piena integrazione del sistema regionale di Protezione civile in quella nazionale.
Quella che richiede il consigliere, ossia di dare priorità ad attivare azioni straordinarie per assistere in particolare le fasce deboli della popolazione, è stata la scelta che da subito abbiamo intrapreso e che sta attuando l'intero sistema integrato di Protezione civile. Alla data di ieri, per esempio, accanto alla colonna mobile regionale operavano sul territorio le colonne mobili di tredici regioni, la Croce Rossa, cinque organizzazioni nazionali di volontariato e tre associazioni nazionali. Sono 13.928 i cittadini a cui viene fornita ospitalità, di cui 9.931 nei 37 campi di accoglienza, 1.119 nelle 48 strutture coperte e 2.878 in albergo, oltre a usufruire dell'assistenza che viene fornita ai campi spontanei e a coloro che hanno scelto l'autonoma sistemazione.
L’assistenza, quindi, per noi non è mai stata limitata all'accoglienza, ma anzi l'abbiamo sempre interpretata come estesa alla dimensione sanitaria e sociale.
Per quanto riguarda la prima, è stata assicurata allestendo punti medici avanzati nei pressi degli ospedali inagibili. Nell’immediatezza dell’evento sismico del 20 maggio, è stata effettuata dal Dipartimento nazionale della Protezione civile l’allerta dei moduli sanitari regionali di quattro regioni vicine: Veneto, Lombardia, Toscana e Marche. Valutate le necessità in accordo con il Dipartimento nazionale, la Regione ha chiesto il supporto del modulo della Lombardia, che si è rivelato sufficiente per assicurare l’assistenza fino al momento in cui è stata implementata l’organizzazione sanitaria.
Non sono pervenute all’assessorato alle politiche per la salute segnalazioni di criticità in merito all’organizzazione dell’assistenza nei campi di accoglienza, a disservizi o alla mancata presa in carico di persone anziane o disabili che non siano poi state risolte.
Dal punto di vista sociale, invece, mi preme sottolineare come sia stato siglato un importante accordo con ANCI Emilia-Romagna per raccogliere le disponibilità di personale educativo e sociale dei Comuni della Regione pronti a operare nelle zone terremotate, così com’è in corso una collaborazione con l’ordine degli assistenti sociali per integrare gli organici attivi sul territorio. L’assessorato competente regionale sta organizzando anche la dimensione della collaborazione dell’intero sistema di volontariato regionale.
I Comuni, per quanto attiene alle demolizioni, attuano le ordinanze di demolizione per ragioni di pubblica incolumità in seguito a sopralluogo con i vigili del fuoco, ne definiscono l’urgenza e la preventiva informazione ai proprietari.
Da ultimo, fin dal principio del terremoto è stata posta particolare attenzione all’incremento del personale delle Forze dell’ordine, a cui si è aggiunto recentemente l’esercito, che tra l’altro ha un costo estremamente elevato, non solo in funzione antisciacallaggio, ma anche al fine di garantire la sicurezza e l’assistenza alla popolazione.
A oggi sono attivi sul territorio 632 carabinieri con 186 mezzi, 280 poliziotti con 85 mezzi, 63 finanzieri con 22 mezzi, 343 militari con 69 mezzi, senza contare gli agenti di Polizia municipale di tutta la regione che stanno prestando attività e servizio sul territorio segnato dal sisma, un impegno sul fronte della sicurezza che trova la sua piena espressione nella presenza, all’interno della DICOMAC, di un rappresentante dell’esercito e di ciascuna forza dell’ordine.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Favia per la replica.
FAVIA: Grazie, presidente. La maggior parte delle cose dette le conoscevamo, ma non ho avuto risposta sull’esempio dell’ospedale da campo dell’Abruzzo, che era l’oggetto della domanda.
Avrò modo di approfondire ulteriormente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2837, passiamo all’oggetto seguente:
2838 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini e Bernardini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa documentazione della Commissione Grandi Rischi di allerta per la situazione sismica dell’Emilia-Romagna.
Risponde per la Giunta l’assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Manfredini per illustrare la sua interrogazione.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Nei giorni scorsi abbiamo appreso dalla stampa dell’esistenza di un verbale della Commissione grandi rischi, che già il 28 gennaio 2012 raccomandava di mantenere l’allerta in Emilia-Romagna a causa di un significativo aumento dell’attività sismica negli ultimi otto mesi.
Stando a quanto scritto dalla stampa, pare che nel verbale si raccomandasse alla Regione Emilia-Romagna di continuare le verifiche strutturali sugli edifici e di sensibilizzare le associazioni di categoria e i cittadini, incrementando anche le esercitazioni della Protezione civile.
Le chiediamo, assessore, se, ricevuto il documento della Commissione grandi rischi, il Presidente Vasco Errani, oggi peraltro commissario straordinario per l’emergenza, abbia inviato i tecnici per le dovute verifiche e se siano state avvisate prefetture e questure del significativo aumento dell’attività sismica. Inoltre, chiediamo se ci si sia avvalsi della legge sismica regionale per controllare l’applicazione delle norme nei capannoni e negli stabilimenti produttivi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
La parola all’assessore Gazzolo per la risposta.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Cercherò di essere breve, ma in questa risposta mi preme fare chiarezza sia su quanto accaduto sia su quanto realizzato complessivamente dalla Regione. Ringrazio il consigliere Manfredini perché credo che chiarezza andasse fatta.
Il comunicato di sintesi del Governo del 7 giugno scorso fa chiarezza sull’attività svolta dalla Commissione grandi rischi (settore rischio sismico) per analizzare le problematiche della pericolosità e rischio sismico nell’intera area della Pianura Padana, con l’audizione dei maggiori esperti nazionali. L’attività si è svolta in tre sedute nel 2012, si è conclusa il 5 giugno e la sintesi del lavoro svolto è stata trasmessa con un documento del 6 giugno scorso al Dipartimento di Protezione civile.
Il 7 giugno 2012 il Governo si è riunito per un esame approfondito della situazione e della sequenza sismica in atto anche in Emilia-Romagna, con la partecipazione del Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. A questa riunione hanno partecipato il Capo del Dipartimento della Protezione civile e gli esponenti della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi: il presidente onorario, Giuseppe Zamberletti, il presidente Luciano Maiani, il coordinatore del settore rischio sismico, Domenico Giardini, il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Stefano Gresta.
La Commissione grandi rischi ha ribadito che i terremoti non possono essere previsti e dichiarato che, nel caso si realizzasse l’attività sismica nell’area già interessata dalla sequenza in corso, si concentrerebbe con maggior probabilità - e sottolineo con maggior probabilità - nel settore orientale, nella zona compresa tra Finale Emilia e Ferrara, anche con eventi di magnitudo paragonabili a quelli del 20 e 29 maggio.
In riferimento al comunicato diramato dal Governo al fine di predisporre azioni utili ad accelerare ulteriormente la messa in sicurezza delle attività civili, sociali e produttive delle zone colpite dal terremoto delle scorse settimane, si è chiesto e ottenuto dal Governo, da parte del Commissario per la ricostruzione d’intesa con i presidenti delle Province, i sindaci dei Comuni capoluogo di Bologna, Modena, Ferrara e Reggio Emilia, e il Dipartimento di Protezione civile, il potenziamento immediato delle seguenti attività: un ulteriore rafforzamento, con l’arrivo di un contingente di 300 unità, dei vigili del fuoco destinati all’accelerazione delle fasi di verifica sulle diverse tipologie di edifici, anche finalizzata alla rapida conclusione della fase di messa in sicurezza preventiva degli stessi; l’attivazione, da parte del Dipartimento nazionale della Protezione civile, in collaborazione con le università, gli ordini professionali e i Comuni, del maggior numero possibile di tecnici professionisti nelle zone colpite dal sisma per accelerare ulteriormente le verifiche di agibilità delle strutture; l’attivazione di un contingente militare per aumentare il presidio ai fini della pubblica sicurezza, in particolare nelle zone rosse dei centri abitati colpiti, come richiesto dagli stessi sindaci; ulteriori misure organizzative atte a creare più efficaci presidi di accoglienza nell’ambito delle aree interessate.
In precedenza all’evento sismico in atto - e quindi prima del documento del 7 giugno - la Regione ha attivato nel corso degli anni coerentemente e continuativamente azioni di prevenzione e di pianificazione di protezione civile, di preparazione all’emergenza, di attenta pianificazione territoriale rispetto al rischio sismico, anche in anticipazione delle misure attivate a livello nazionale. Cito d esempio le disposizioni riguardanti la normativa sismica e le attività di protezione civile della Regione Emilia-Romagna degli anni antecedenti la classificazione sismica del territorio del 2003.
La Regione, a seguito delle sequenze sismiche tra la fine degli anni Novanta e inizio Duemila, anche nei territori non classificati dal punto di vista del rischio sismico impose per gli interventi di ripristino dei danni, nel territorio parmense e reggiano in particolare, l’applicazione di parametri per la realizzazione degli interventi che tenessero conto della sollecitazione sismica avvenuta.
Con delibera della Giunta regionale n. 1166/2004 sono state fornite, mediante linee guida regionali per la pianificazione di emergenza, le indicazioni sulla predisposizione dei piani di emergenza comunali e provinciali anche per il rischio sismico. Sono state realizzate e sono in corso, in raccordo con le Province della Regione, l’individuazione e la progettazione di aree di ammassamento e di accoglienza da utilizzare per la prima accoglienza in caso di emergenza, ricomprese quindi nei programmi di previsione e prevenzione.
È stata costituita la colonna mobile regionale per l’assistenza alla popolazione con il concorso delle organizzazioni di volontariato, i cui aderenti sono stati specificamente formati. Sono stati organizzati centri logistici per lo stoccaggio di attrezzature di pronto impiego in caso di necessità. La colonna mobile e i centri logistici sono stati immediatamente impegnati nella gestione dell’emergenza in corso.
La Regione ha coordinato, in stretto raccordo con il Dipartimento di Protezione civile, la costituzione della colonna mobile delle Regioni, che ha fornito, mediante l’attivazione dei moduli, gran parte della risposta assistenziale all’emergenza in corso. È stato ricostituito il nucleo di valutazione regionale per la verifica dell’agibilità degli edifici. Dal 2000 la Regione Emilia-Romagna dispone, infatti, di un proprio nucleo di valutazione regionale, esperto nel rilevamento del danno, nel pronto intervento e agibilità nell’emergenza post-sismica.
Negli ultimi anni, inoltre, sono stati promossi dalla Regione percorsi formativi che hanno coinvolto nel 2010 il collegio dei geometri, nel 2011 gli ordini degli architetti e nel 2012 gli ordini degli ingegneri, al fine di effettuare una formazione specialistica per la verifica dell’agibilità e supportare il nucleo sopra indicato. Tali tecnici sono tutti oggi impegnati sul territorio regionale nell’ambito delle squadre di rilevamento del danno.
Sono state effettuate numerose esercitazioni per testare l’efficienza dei piani e delle procedure di attivazione delle colonne mobili, in raccordo col Dipartimento e con la partecipazione di Province e Comuni. Sono state svolte iniziative divulgative per la conoscenza del rischio sismico, in particolare con il coinvolgimento delle scuole e anche mediante la predisposizione e la distribuzione di apposito materiale informativo.
Non tratto della legge regionale n. 19/2008, che è entrata in vigore il 1° giugno 2010, perché più volte discussa, anche negativamente da parte di alcuni consiglieri, nel merito della sua applicazione e della sua importanza.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Manfredini per la replica.
MANFREDINI: Grazie, presidente. La sua risposta, assessore, si è basata nell’ultima parte sul post-terremoto. Quello che più ci interessava capire è se questo documento sia stato secretato. Non è stato detto. Con il senno di poi siamo tutti bravi. Quando il Presidente Errani diede la prima informazione intervenni insieme al collega Naldi.
Io mi sento un po’ responsabile. Dopo aver approvato la legge sismica regionale, avremmo avuto tutto il tempo di inviare alle associazioni di categoria un comunicato per informare che la legge era cambiata e che il nostro territorio era considerato a rischio, seppur basso. Avremmo dovuto avvisarli perché si assicurassero che tutto fosse in regola o quanto meno perché controllassero, ma non l’abbiamo fatto.
È vero che nessuno può prevedere un terremoto, ma gli strumenti di cui disponiamo tengono sotto controllo le piattaforme. Se i movimenti erano abbastanza frequenti, si doveva capire e immaginare che poteva succedere qualcosa di superiore al rischio di livello 3. Questo documento è stato tenuto riservato e, secondo noi, il problema è stato sottovalutato perché la nostra zona era classificata di livello 3.
Sono soddisfatto in parte della risposta, assessore. Dal punto di vista delle precauzioni probabilmente avremmo potuto agire in modo diverso, anche se i terremoti non sono certamente prevedibili.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2838, passiamo all’oggetto seguente:
2839 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione degli immobili di edilizia scolastica colpiti dal sisma.
Risponde per la Giunta l’assessore Bianchi.
La parola alla consigliera Noè per illustrare la sua interrogazione.
NOÈ: Grazie, presidente. Vorrei sapere come procederà la Regione per quanto riguarda la ricostruzione degli immobili scolastici, tenendo conto che alcuni sono parzialmente agibili, alcuni sono stati dichiarati totalmente inagibili e altri invece saranno abbattuti.
Penso in particolare a quelli su cui sarà possibile effettuare un intervento che consenta la rioccupabilità e il riutilizzo per la ripresa dell’anno scolastico. Vorrei capire come la Regione intenda gestire la situazione, laddove non sia possibile rientrare a scuola.
Mi interessa anche sapere, dal momento che la ricostruzione si baserà sui fondi previsti in modo concorrenziale, stando all’ultimo atto sottoscritto dal Presidente Errani, se parteciperanno anche le scuole paritarie e private con piena dignità.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
La parola all’assessore Bianchi per la risposta.
BIANCHI, assessore: Rispondo d’intesa con la collega Teresa Marzocchi. Ringraziamo molto la consigliera Noè per questa richiesta.
Sappiamo che le scuole sono il centro della vita della comunità. Ci è chiaro. Fin dal 20 maggio noi tutti siamo stati immediatamente sul campo e immediatamente abbiamo valutato la situazione. Lascerò una risposta scritta con tutti i numeri dettagliati.
La situazione è indubbiamente grave. Consideri che abbiamo fatto verificare gli edifici più volte perché purtroppo gli eventi sono stati molteplici. Abbiamo fatto le verifiche dopo le scosse del 20 maggio, dopo quelle del 29, che fra tutte sono state le più dannose, e dopo quella del 2 giugno. Ricordo che ancora due giorni fa nel cratere c’è stata una scossa di magnitudo superiore a 4.
Abbiamo dovuto aggiornare con continuità e in tempo reale la lista dei danni. Sono state fatte 429 verifiche di edifici scolastici ed educativi. Insieme alla collega Marzocchi abbiamo tenuto conto fin dall’inizio, in totale parità, delle scuole dell’obbligo, delle scuole superiori, delle scuole dell’infanzia e degli asili nido a prescindere dalla loro gestione. Abbiamo ritenuto che siano tutti figli nostri.
Sulla base di questo, abbiamo svolto e stiamo svolgendo una verifica puntuale. Sono 191 gli edifici agibili, cioè classificati "A" dalla Protezione civile e dalla sismica. Abbiamo 152 edifici più altri 9 classificati come "B", "C" e "D", cioè edifici inagibili a differenti gradi, ma recuperabili, sui quali l’ordinanza n. 2 prevede che il commissario, usufruendo della struttura speciale del commissariato e sulla base della contabilità speciale a cui lei ha fatto riferimento, permetta ai Comuni e alle Province di intervenire direttamente. Ricordo che le scuole dell’obbligo sono di proprietà dei Comuni e le scuole superiori sono di proprietà delle Province.
Le scuole superiori versano in gravi difficoltà. Le scuole superiori di Cento, di Mirandola e di Finale Emilia sono strutture di grande rilevanza. Hanno tra i 700 e i 1000 studenti.
NOÈ: Anche Molinella.
BIANCHI: Le situazioni sono diverse, ma le scuole secondarie sono strutture molto complicate perché hanno laboratori e persino officine, quando si tratta di istituti professionali e tecnici.
Abbiamo avuto la possibilità di disporre di quasi 300 persone per le verifiche; verifiche che, come ripeto, abbiamo dovuto purtroppo ripetere successivamente a ogni grave scossa. Abbiamo, quindi, 65 edifici direttamente inagibili e 12 inagibili perché il contesto locale li rende tali. Abbiamo dovuto ulteriormente verificare altre 30 strutture.
È molto difficile che queste scuole possano riaprire in tempi adeguati. Insieme alla struttura speciale stiamo ragionando su possibili soluzioni transitorie, che però considereremo caso per caso perché una cosa solo le scuole in centro e un’altra quelle fuori. Stiamo valutando, insieme a Comuni e Province, i siti più adeguati per evitare che la localizzazione di strutture complesse alteri le dinamiche urbane.
Per le scuole che possono essere ripristinate con miglioramenti, l’ordinanza n. 2 del commissario ha già permesso ai Comuni di muoversi e, a quanto mi risulta, quasi tutti lo stanno già facendo. Per le situazioni più complesse il commissario sta prevedendo la disposizione di strutture temporanee, ma la prego di tener conto della dimensione del fenomeno. Come tutti sappiamo, sono coinvolte ben più di 800.000 persone e pertanto in proporzione anche la dimensione delle scuole deve essere adeguata.
Rispetto all’ultima domanda che mi ha rivolto, in questo calcolo abbiamo compreso tutto il ciclo educativo, da zero a tre anni, da tre a sei, da sei a quattordici e da quattordici fino alla maturità. Devo aggiungere che fra le strutture universitarie la più danneggiata è l’Università di Ferrara con i suoi studentati. Abbiamo, però, un quadro complessivo e, come le ripeto, insieme a Teresa Marzocchi abbiamo tenuto conto di tutte le situazioni.
Spero di averla soddisfatta. I numeri sono come sempre a disposizione di tutti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Bianchi.
La parola alla consigliera Noè per la replica.
NOÈ: Grazie, presidente. Sul fronte del terremoto penso di essere stata una positiva rompiscatole. L’assessore Gazzolo mi è testimone perché quasi quotidianamente la contatto per metterla a conoscenza di alcune situazioni.
Per questo non mi sento di appoggiare la considerazione che faceva il collega Favia a proposito del fatto che questa Regione avrebbe tenuto un atteggiamento presuntuoso di autosufficienza. Da parte degli assessori di riferimento e di tutto lo staff, collega Favia, ho sempre riscontrato grandissima disponibilità. Anche io mi sono iscritta nelle liste, ma in questo momento mi sembra forzato arrivare a certe conclusioni.
Fatta questa premessa, apprezzo il lavoro e la tabella di marcia che vi siete dati sul fronte scolastico. Tifo per l’ottimismo del Presidente Errani circa l’imprimatur che ha voluto dare alla ricostruzione delle scuole per rendere di nuovo accessibili i locali che oggi sono parzialmente agibili. Richiederanno un buon lavoro di manutenzione, ma presumibilmente potranno essere riaperti.
Ritengo, però, che non si possa perdere neanche un secondo di tempo. Oggi la burocrazia è stata pesantemente denunciata da quella parte del mondo produttivo che sta cercando di ottenere la certificazione di agibilità sismica anche se non ha subito alcun danno. Le istituzioni chiamate ad affiancare chi deve compiere opere di ristrutturazione devono rendersi conto che la burocrazia, senza pregiudicare la sicurezza, deve essere però agilissima. Deve, anzi, essere una "buccia di banana" che consenta di accelerare sempre di più i tempi.
In secondo luogo, ho qualche dubbio che in tre mesi si possa raggiungere un livello di sicurezza tale per cui gli edifici oggetto della ricostruzione possano essere un giorno considerati completamente sicuri sotto il profilo dell’antisismicità o quanto meno ai sensi della legge regionale del 2008. Credo che la riconduzione alla staticità antisismica degli immobili costruiti nei primi anni Ottanta o dopo il 2005 richiederà più tempo. Vi raccomando attenzione affinché questo sia compatibile con la tabella di marcia che vi siete dati.
Mi permetto di farvi osservare due aspetti. Quando arrivano i soldi? Tutto dipende da questo. È fondamentale accelerare l’arrivo delle risorse, ma soprattutto è fondamentale poter utilizzare le risorse in capo ai Comuni e alle Province, laddove ce ne sono. Per quanto riguarda i Comuni, assessore Bianchi, i problemi sono minori perché sappiamo che il premier Monti ha concesso una deroga al patto di stabilità. Le Province, invece, non sono state minimamente coinvolte dallo sbocco del patto di stabilità.
Tuttavia, come diceva lei prima, sono riconducibili alle Province le scuole non dell’obbligo, e sono molte. Lei stesso ne ha citate diverse che sono difficilmente agibili, se non addirittura completamente inagibili e forse da distruggere. Vorrei farvi notare solo questo.
Avete giustamente optato per una tabella di marcia molto veloce. Credo che questa Giunta, con il nostro Presidente Errani, debba farsi immediatamente portavoce di alcuni tasselli. Uno di essi è l’estensione della deroga dal patto di stabilità, oltre che ai Comuni, anche alle Province, se non altro per la competenza sull’edilizia scolastica.
Mi auguro che il mio pessimismo razionale possa essere sconfitto dal vostro ottimismo. Credo però che si debba lavorare con l’obiettivo di non perdere tempo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2839, passiamo all’oggetto seguente:
2841 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito alla situazione derivante dal DL 59/12 "Riordino della Protezione Civile", alla necessità di risarcire i danni da calamità naturali ai privati colpiti dal sisma e alle azioni da porre in essere da parte della Regione Emilia-Romagna.
Risponde per la Giunta l’assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interrogazione.
POLLASTRI: Grazie, presidente. L’articolo 2 del Decreto Legge n. 59/2012, relativo al riordino della Protezione civile, prevede che i danni ai privati derivanti da calamità naturali siano risarciti unicamente attraverso assicurazioni stipulate su base volontaria dai privati stessi. Questa interrogazione guarda, quindi, avanti, non riguarda l’attuale contingenza.
Secondo quanto recita il primo comma di questo articolo, che sarà in discussione, al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità sui fabbricati a qualunque uso destinati e al fine di garantire adeguati, tempestivi e uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione di beni immobili privati destinati a uso abitativo danneggiati o distrutti da calamità, possono essere estese ai rischi derivanti le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati.
È prevista la redazione di un regolamento che si occupi di definire tutti gli aspetti di dettaglio. In base a quanto contenuto all’articolo 2, comma 2, tale regolamento deve prevedere strumenti non onerosi per la finanza pubblica per agevolare la stipula di convenzioni private, tra cui incentivi di natura fiscale nel rispetto del principio di invarianza del gettito, tramite regimi agevolativi dell’imposta sul premio di assicurazione ovvero la deducibilità, anche parziale, del premio dalla base imponibile ai fini IRPEF e IRES dell’assicurato.
Il comma 3 di questo regolamento obbliga il Dipartimento di Protezione civile a fornire elementi circa la mappatura del territorio per grado di rischio, la stima della platea dei soggetti interessati, i dati percentuali sull’entità dei contributi pubblici finora concessi in caso di stato di emergenza e la simulazione dei premi suddivisi per tipologie assicurative.
Se i premi delle assicurazioni avranno come riferimento l’ammontare dei contributi concessi in stato di emergenza, come da articolo 2, comma 3, i dati risulteranno decisamente sottostimati perché negli ultimi anni è stata risarcita solo una parte minima dei danni effettivamente subiti e purtroppo nell’ultimo decennio vi è stato un grave aumento delle calamità naturali, non ultima quella drammatica che abbiamo vissuto.
Ciò che si chiede, assessore, è se la Regione possa in futuro creare un proprio capitolo di bilancio, se rispetto a quanto accaduto si potranno aumentare nel futuro bilancio le risorse per la Protezione civile e se il Presidente della Giunta regionale - è il punto politico - possa attivarsi affinché nella scrittura del regolamento previsto dal Decreto Legge n. 59 non si tenga conto solo dei contributi concessi negli anni passati, ma delle reali necessità che si sono manifestate territorio per territorio.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all’assessore Gazzolo per la risposta.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Come sa il consigliere Pollastri, è in corso in queste ore la discussione parlamentare relativa alla conversione del Decreto Legge n. 59/2012, una norma su cui le Regioni hanno espresso da subito parere fortemente negativo in sede di Conferenza unificata, giudizio relativo innanzitutto al metodo seguito nella definizione delle nuove disposizioni, che non ha recepito la richiesta di un percorso condiviso, preferendo la strada della decretazione d’urgenza.
A questo si sommano ampie perplessità sul merito delle disposizioni, motivo per il quale le Regioni hanno presentato una serie di emendamenti, non accolti dal Governo in sede di adozione del decreto. Da qui il parere negativo dato in sede di Conferenza unificata.
Per quanto riguarda nello specifico il tema delle assicurazioni private per il risarcimento dei danni provocati da calamità naturali, disciplinate dal decreto legge su base volontaria, come diceva il consigliere, la proposta attualmente avanzata dalla Commissione ambiente e territorio della Camera dei deputati è quella di stralciare l’articolo 2 e le norme correlate dal testo di legge in esame e disciplinarlo nell’ambito di un provvedimento ad hoc, capace di farne un vero strumento di equità, come prima richiesto.
L’oggetto della discussione, infatti, coinvolge aspetti di così grande rilievo che necessita di precise valutazioni e approfondimenti in merito alla base assicurativa da coprire, al rapporto tra guarentigie assicurative e indennizzi pubblici, che andranno comunque mantenuti, nonché alle diverse tipologie in cui si articola il patrimonio edilizio del nostro Paese.
Le disposizioni sulle assicurazioni private rappresentano, quindi, un traguardo che richiede un percorso approfondito e condiviso per giungere a un punto di arrivo soddisfacente ed equo. È la posizione che anche io mi sento di condividere.
Al momento, quindi, mi risulta difficile rispondere ai quesiti posti dal consigliere Pollastri sulle iniziative che assumerà la Regione Emilia-Romagna in assenza di un testo di legge definitivo e in mancanza di decisioni in merito al rifinanziamento del fondo regionale di Protezione civile, azzerato a partire dal 2009. Questa discussione riguarderà ovviamente la formulazione del bilancio per il 2013 e i prossimi anni.
Quello che mi preme sottolineare è che ci stiamo occupando attivamente dell’emergenza in corso. Questo ci permette anche di misurare i limiti e l’effettiva operatività del Decreto Legge n. 59. Si stanno confermando le ragioni degli emendamenti presentati dalle Regioni unitariamente.
Il fondo che stiamo costituendo oggi è legato all’emergenza. Con il provvedimento di assestamento è stato previsto un fondo straordinario di complessivi 47 milioni di euro, 22 milioni per spese correnti e 25 per spese di investimento, oltre ai 2 milioni di euro stanziati per affrontare gli impegni derivanti dallo stato di emergenza legato alle nevicate del febbraio scorso.
Il Governo, proprio per i limiti del decreto legislativo n. 59 che prima citavo, ha emanato, come sapete, il Decreto Legge n. 74 per l’emergenza in atto in Emilia-Romagna, con il quale ha nominato i Presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto commissari delegati per gli interventi nei territori di competenza colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio. L’articolo 3 di tale decreto prevede contributi per la ricostruzione delle abitazioni private e degli immobili a uso abitativo nonché contributi a favore delle imprese da definire di concerto con il Governo.
Questa è l’attività in corso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Pollastri per la replica.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore e mi dichiaro soddisfatto della sua risposta perché ha evidenziato che i quesiti posti con questo mio atto ispettivo urgente hanno un fondamento.
È in corso una discussione, che va al di là dell’emergenza, su come migliorare e modificare il Decreto Legge n. 59/2012 secondo esigenze sopravvenute in questi anni. Mi sembra che l’assessore, impegnata nel difficile compito delle ultime settimane, abbia anche presenti le possibilità di intervenire in futuro per migliorare questo provvedimento.
Sapevamo dell’assestamento perché l’assessore aveva riferito in Commissione circa le risorse stanziate. È un riferimento che esula dal mio quesito.
Sono soddisfatto perché la Giunta ha ben presente il tema che ho voluto porre in Aula questa mattina, nell’interesse di tutta la comunità emiliano-romagnola.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2841 e con esso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Aula.
OGGETTO 2820
Delibera: «Convalida della elezione del consigliere Giuseppe Paruolo, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale".» (delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 13 giugno 2012, n. 74)
(79) (Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Nella seduta antimeridiana del 23 maggio 2012 è stato proclamato eletto consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, per surrogazione, il signor Giuseppe Paruolo, ai sensi dell’art. 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 (Norme per l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale).
Trascorsi ora i quindici giorni prescritti dal secondo comma dell’articolo 17 della citata legge n. 108/1968, l’Assemblea deve provvedere alla convalida di tale elezione.
Dato atto che la Regione Emilia-Romagna non si è data una propria legge in materia di ineleggibilità e incompatibilità, trova, pertanto, applicazione la relativa normativa statale.
A norma dell’art. 4 del Regolamento interno, l’Ufficio di Presidenza ha proceduto all’esame delle condizioni del predetto Consigliere proclamato eletto così formulando la propria proposta di convalida ai cui contenuti rimando (deliberazione dell’Ufficio di Presidenza 13 giugno 2012, n. 74) che do per letta.
Domandando al consigliere Barbieri, al consigliere Carini e al consigliere Pollastri di coadiuvarmi come scrutatori,
Invito tutti i componenti dell’Assemblea, qualora consti alcunché di diverso, a farlo presente.
Non avendo chiesto la parola alcun consigliere, chiedo all’Assemblea di convalidare, ad ogni effetto, l’elezione del consigliere Giuseppe Paruolo.
Si proceda, quindi, alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 2820.
(L'Assemblea, all'unanimità dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea convalida.
OGGETTO 2728
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"»
(40) (Relazione, discussione ed esame articolato)
(Ordine del giorno oggetto 2728/1 - Presentazione) (61)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo all’oggetto 2728 «Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 ‘Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia’" ».
Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport". Il progetto di legge si compone di 31 articoli.
Il relatore della Commissione, il consigliere Thomas Casadei, ha fatto riserva di chiedere l'autorizzazione alla relazione orale (ricordo che occorre il voto favorevole dei 2/3 dei consiglieri presenti).
Si proceda alla votazione della richiesta di autorizzazione alla relazione orale del consigliere Casadei, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
30
Assenti
20
Favorevoli
30
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Richetti): La richiesta di autorizzazione alla relazione orale è accolta.
La parola al consigliere Casadei per la relazione orale.
CASADEI, relatore: Grazie, presidente. Riprogettare il sistema educativo con riguardo alla fascia 0-3 anni, come ci apprestiamo a fare con questa discussione, significa assumere un punto di vista che porta a pensare alla nostra comunità regionale come a una comunità educante, quindi a tutti i suoi protagonisti, a partire naturalmente dalle bambine e dai bambini, e con loro agli insegnanti, agli operatori, alle istituzioni territoriali.
Si tratta, quindi, di un atto che guarda al futuro e che credo possa ispirare fiducia in tempi non facili, in cui spesso si è concentrati doverosamente sull’emergenza del presente.
La modifica della normativa in materia di servizi per la prima infanzia risponde essenzialmente a tre esigenze che la Regione Emilia-Romagna considera essenziali per i servizi educativi e sociali. Questi tre princìpi sono assolutamente decisivi per l’idea di società che si vuole incarnare. Il principio guida è mantenerne e implementarne la qualità; il secondo principio è perseguirne la sostenibilità; il terzo è perseguirne la sostenibilità anche attraverso percorsi di semplificazione.
Questi obiettivi sono stati ampiamente condivisi innanzitutto con il territorio, grazie al lavoro dell’assessore Marzocchi e dei servizi che fanno capo al suo assessorato. Voglio ricordare il lavoro prezioso e costante della dottoressa Govi, del dottor Passerini, della dottoressa Benedetti. Per oltre un anno si è svolto un confronto capillare con gli amministratori locali, in ciascuna delle province, promosso dall’assessorato in raccordo anche con la Commissione assembleare V e, ovviamente, in collaborazione e in costante dialogo con ANCI, UPI e Legautonomie.
Nell’ambito di questo percorso il 29 settembre 2011 si è svolto in Regione un convegno nazionale che ha dato voce in maniera partecipata ai gestori pubblici e privati e alle rappresentanze sindacali. Nell’ambito di questo convegno si sono in qualche modo definiti i tre princìpi chiave che poco fa richiamavo. A questo si è accompagnato un percorso di discussione nella V Commissione presieduta dal collega Pagani, ma anche nella IV Commissione presieduta dalla consigliera Donini.
Da questo percorso si sono ricavate sostanzialmente due fondamentali constatazioni. La prima: gli strumenti di regolazione, le norme regionali, i regolamenti comunali, e la continuità degli investimenti degli Enti locali hanno consentito alla Regione Emilia-Romagna di raggiungere negli anni risultati importanti in termini di qualità e quantità dei servizi educativi rivolti ai bambini e alle loro famiglie.
D’altro canto - questa la seconda, fondamentale constatazione - la fase attuale ci richiede di semplificare alcune procedure, introdurre elementi di flessibilità e differenziazione che consentano un equilibrio sul fronte della sostenibilità economica, salvaguardando però - lo ribadisco - la qualità dei servizi.
Si tratta, insomma, di realizzare e in qualche modo riprogettare un sistema infanzia composto di servizi educativi, ma anche, a corredo, di servizi ricreativi e di conciliazione in grado di offrire risposte adeguate a nuove e diverse esigenze delle famiglie e del territorio.
Il percorso che si è seguito, di cui oggi affrontiamo una parte fondamentale, ossia la revisione della legge, vede anche - parallelamente - una proposta di revisione della direttiva regionale n. 646 del 2005 in materia di requisiti strutturali ed educativi e, proprio a rimarcare l’importanza della valutazione del sistema, una proposta di linee guida per la valutazione dei servizi educativi per la prima infanzia. Sono i tre tasselli di un unico mosaico.
Per quello che riguarda la proposta di revisione della legge n. 1 del 2000 di cui oggi discutiamo, questa è certamente mirata e propedeutica ai passaggi successivi di cui, però, già in seno alle Commissioni IV e V si è discusso e di cui si continuerà a discutere nelle prossime settimane.
Gli interventi di modifica che sono contenuti nell’articolato di legge, su cui vale la pena soffermarsi, riguardano innanzitutto una revisione dei requisiti organizzativi. Qui si è registrata, pur a partire da posizioni diversificate, in seno alle Commissioni una condivisione sulla visione di insieme del sistema.
Il nuovo assetto prevede una riorganizzazione dei servizi in aree di intervento diversificate: i nidi, ovviamente, perno del sistema, ma anche i servizi domiciliari, i piccoli gruppi educativi, che usciranno da una fase di sperimentazione che ha dato esiti significativi ed entreranno a pieno titolo in un sistema corredato da un’idea di comunità educante. Insieme a nidi e servizi domiciliari, ad integrare questo sistema, stanno anche servizi sperimentali integrativi che potranno fornire risposte per garantire proposte educative anche a piccoli gruppi, indipendentemente dal luogo ove queste vengano realizzate.
Insieme a questa revisione di assetto e a questa revisione dei requisiti organizzativi occorre concentrare l’attenzione anche su un tema che riguarda i rapporti numerici tra gli educatori e i bambini, con la precisazione che nell’organizzazione quotidiana di questi luoghi è fondamentale e possibile mantenere una flessibilità - a salvaguardia sempre della qualità - basata sull’effettiva presenza dei bambini.
Un altro aspetto chiave della revisione della normativa riguarda il ruolo dell’educatore nei servizi educativi per l’infanzia. Un punto saliente attiene al fatto che medesimi saranno i titoli per tutte le tipologie dei soggetti che compongono il sistema; questo per ragioni di equità e di fungibilità del personale. Credo che questo sia un elemento di particolare rilievo all’insegna della qualità.
Un altro aspetto relativo agli assetti strutturali riguarda naturalmente i soggetti chiave di una proposta educativa, quindi gli insegnanti. I gestori pubblici e privati, in seno anche al gruppo tecnico che ha condiviso il percorso, hanno convenuto sulla necessità di prevedere una proroga della previsione di obbligatorietà del titolo di laurea triennale. I titoli di studio nei prossimi anni rimarranno inalterati per l’accesso al ruolo di educatore, salvo ovviamente opportuni adeguamenti e aggiornamenti rilevanti connessi alla normativa statale.
Per quello che riguarda i servizi sperimentali, la revisione della legge assicura una continuità nel riconoscimento di servizi volti alla valorizzazione e al sostegno di possibilità di risposte e di servizi per l’infanzia che abbiano caratteristiche adeguate e corrispondenti ai diversi contesti territoriali sociali. In seno alle Commissioni che si sono occupate di questo tema, è emersa con particolare rilievo la necessità, da parte soprattutto dei territori montani, dei piccoli comuni, di far fronte a bisogni emergenti che risposte standard non riescono più a soddisfare pienamente. È per questo che nella proposta è dedicata particolare attenzione a quelle sperimentazioni che si innestano all’interno del sistema che andiamo a costruire.
Per quello che riguarda gli aspetti della semplificazione, credo sia importante - visto che spesso ne parliamo, anche quando ci accingiamo a rivedere testi normativi o a proporre leggi - sottolineare come in questa proposta vi sia una revisione di semplificazione relativamente alle autorizzazioni con riferimento al funzionamento.
La normativa regionale precedente prevedeva due organismi istruttori a supporto del Comune: una commissione tecnica provinciale e un organismo tecnico collegiale. Ebbene, il progetto di revisione propone il superamento di tale doppio livello attraverso la costituzione di una sola commissione tecnica. Credo che questo sia un esempio molto concreto di un sostanziale snellimento burocratico che è finalizzato a evitare possibili valutazioni diverse tra il livello provinciale e quello locale. Questo comporterà certamente una riduzione significativa dei tempi del rilascio dell’atto di autorizzazione.
La riforma punta, inoltre, a rafforzare il ruolo del coordinamento pedagogico provinciale, formando coordinatori affinché siano in grado di verificare, oltre alla qualità del sistema, oltre alla qualità complessiva a livello territoriale, anche la sostenibilità finanziaria dei servizi offerti alle famiglie.
In questo modo i coordinatori pedagogici assumeranno una funzione di garanti e di custodi della qualità complessiva del sistema su scala territoriale. Credo che questo sia un punto qualificante che andrà ulteriormente approfondito anche con la discussione che svolgeremo con riferimento alla direttiva.
Questa proposta di revisione ha avuto - lo rimarcavo prima - un percorso molto articolato. Tengo a sottolineare come molto approfondito sia stato il lavoro nelle Commissioni presiedute rispettivamente da Monica Donini (la IV) e da Giuseppe Pagani (la V). In seno alle Commissioni c'è stata occasione anche di approvare alcuni emendamenti all’insegna di una condivisione d’insieme che punta alla costruzione di un sistema flessibile e aperto. A questo riguardo, tengo a segnalare l’importanza di una messa in forma della possibilità di stipulare convenzioni tra Comuni limitrofi, in particolare nelle zone montane, per l’utilizzo degli asili nido e la messa in rete di servizi per l’infanzia. Sono esperienze peraltro già in atto nel nostro territorio, ma approvando un emendamento proposto dai colleghi Cavalli e Corradi abbiamo voluto mettere in forma esplicita questa possibilità ormai consolidata.
Abbiamo voluto altresì segnalare il bisogno di avere degli strumenti di rendicontazione, di verifica e di trasparenza che consentano di misurare anche la qualità del servizio attraverso la preparazione e la formazione del personale. Va in questa direzione un emendamento approvato in Commissione che mira a istituire appositi albi del personale a cui attingere per chi organizza servizi ricreativi e di conciliazione, anche per quello che riguarda i baby parking, le ludoteche, il babysitteraggio.
Sono elementi, questi, che fanno la qualità di un sistema; un sistema flessibile e aperto, come dicevo. Insisto su questo aspetto, nel concludere questo mio intervento, perché la flessibilità - e lo abbiamo visto con riferimento ad altri ambiti come quello del lavoro - a volte è viatico per la precarietà, per l’emersione di criticità, per la strutturazione di ambiguità che a volte non fanno (anzi quasi mai fanno) qualità di sistema.
Penso, invece, che il tipo di flessibilità che questa revisione normativa consentirà sia una flessibilità positiva, perché si inserisce all’interno di coordinate d’insieme condivise e qualificate che hanno dei tasselli e dei puntelli di misurazione di questa qualità.
Quando tocchiamo le questioni della formazione e dell’educazione, specie per la prima infanzia, a mio avviso dobbiamo mettere questo bisogno al centro, come stella polare delle nostre riflessioni, delle nostre azioni e dei nostri provvedimenti normativi.
Credo che averlo fatto, grazie al lavoro di tanti, sia stato un buon esempio di una comunità istituzionale che sa cooperare, dialogare e costruire soluzioni avanzate per nuovi bisogni, tenendo sempre ferme quelle che sono state le acquisizioni conseguenti di un passato lontano e anche vicino.
Con questa costruzione di un ponte tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà in materia di servizi educativi concludo questo intervento di presentazione, all’insegna di uno sguardo al futuro che parte dalle nuove generazioni.
Credo che questo sia un buon segnale anche in epoca di crisi e soprattutto di emergenze per la nostra comunità.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Casadei.
Apriamo la discussione generale sul progetto di legge. Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Ovviamente esprimo un apprezzamento a queste modifiche e a queste integrazioni su una materia, quella dei servizi educativi per l’infanzia, che non dico ci rende famosi in tutto il mondo, ma comunque di cui siamo orgogliosi come regione.
Un’unica preoccupazione che qui mi sento di esprimere è riferita al coordinatore pedagogico, che anche in funzione dell’articolo 26, che modifica una legge regionale del 2000, assume un ruolo molto importante, diventando garante dell’indirizzo e del sostegno tecnico di tutti gli operatori, ma anche della promozione e valutazione, del monitoraggio, della documentazione delle esperienze, della sperimentazione, del raccordo tra i servizi educativi, sociali e sanitari, insomma un ruolo molto importante.
Penso che una responsabilità di questo tipo debba avere delle grandi garanzie di preparazione. So che i coordinatori pedagogici in questa regione hanno svolto fino adesso una funzione estremamente importante; mi preoccupa un po’ l’ampliamento di queste funzioni, che a questo punto non sono pedagogiche in senso stretto ma diventano anche di valutazione del servizio sanitario. Penso anche a esperienze di necessità, in cui magari gruppi di genitori si mettono insieme per aprire un nido d’infanzia, proprio per le esigenze del territorio, dal momento che non tutti i bambini che fanno richiesta trovano spazio nelle strutture.
Chiedo di tenere presente il ruolo di questi coordinatori pedagogici, in modo che possano avere davvero una grande preparazione, considerato che mettiamo nelle loro mani il destino di alcune strutture o di alcune realtà.
Ritenendo questa figura estremamente importante, mi auguro che ci sia, in sede di applicazione vera e propria, un controllo molto forte sulla preparazione e sulle capacità di questi coordinatori pedagogici, verificando chi li prepara, quale merito hanno, se sono laureati o meno e via dicendo. Mi sfugge ancora un po’ la formazione di figure che all’interno di queste modifiche e integrazioni diventano il perno più importante dello svolgimento dell’educazione pedagogica in questa regione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Ovviamente questo è un campo in cui tutti noi prendiamo atto di una disciplina che certamente è moderna e all’avanguardia per molti aspetti. Devo dire che il percorso per cui siamo arrivati a quest’ultima definizione di indirizzi non è un percorso che nasce oggi, ma affonda le sue radici in anni - lustri, direi - di ragionamenti fatti anche all’interno di quest’Aula. Questa premessa mi serve per dire che alcune aperture, alcune rappresentazioni della realtà all’interno della normativa regionale sono anche merito dell’attività svolta negli anni in quest’Aula dall’opposizione per mitigare alcune impostazioni ideologiche (mi riferisco ad atteggiamenti di qualche anno fa) che si scontravano con una realtà che è molto più complessa e variegata.
Parliamo di un campo, quello dell’educazione della prima infanzia, nel quale le famiglie hanno avuto e hanno un ruolo determinante che la Regione, gli enti pubblici, le istituzioni in qualche modo possono accompagnare, verificare nei suoi standard qualitativi, ma non possono certamente entrare nel merito delle scelte. Lo dico perché questo percorso negli anni si è visto: siamo passati da una struttura assolutamente rigida, in cui l’istituzione pretendeva di regolamentare e governare ogni cosa, ad alcune esperienze e alcune realtà presenti sul territorio, ad esempio quelle applicate nella provincia di Parma, in maniera certamente attuale e con risultati positivi ma diffuse su tutto il territorio regionale, che vengono oggi inserite a pieno titolo all’interno del sistema dell’Emilia-Romagna.
Questa, però, è anche la parte che più ci preoccupa. Di qui l’atteggiamento che noi abbiamo avuto in Commissione, e che ribadiremo in Aula, di attenzione ma non di piena condivisione degli indirizzi. Resta la preoccupazione che petizioni di principio debbano poi trovare un’esatta attuazione nelle direttive. Non ci sentiamo di dare questa cambiale in bianco alla Giunta regionale, quindi valuteremo nel merito dell’applicazione di queste direttive se saranno prese in considerazione le istanze che anche in Commissione abbiamo più volte evidenziato.
Il nostro atteggiamento, pur tenendo certamente conto di un percorso in avanti che è stato fatto, poiché ancora si vuole tenere uno spazio a nostro avviso troppo discrezionale in seno alla Giunta, ci porta a non condividere particolarmente un percorso di questo tipo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Giunta e maggioranza si sono dimostrate parzialmente collaborative accogliendo, durante la discussione in Commissione, alcuni nostri emendamenti, tra cui quello finalizzato a promuovere azioni e programmi per la messa in rete dei servizi per l’infanzia, per la stipula di convenzioni tra Comuni limitrofi, in particolare quelli della montagna, per l’utilizzo degli asili nido che favoriscano la più ampia scelta di servizi e orari di apertura.
Di tali azioni e programmi, sarà tenuto conto delle linee di indirizzo e dei criteri generali di programmazione, che servono soprattutto a favorire le famiglie. Questa modifica se applicata dalla Giunta con i dovuti criteri potrà rivoluzionare le modalità di fruizione degli asili, eliminando insensati vincoli e restrizioni che finora hanno precluso a molte famiglie l’accesso al prezioso servizio.
Mettendo in rete queste strutture, le famiglie, in particolare le mamme, sulle quali grava maggiormente il compito della cura familiare dei propri figli, potranno decidere in libertà in quale asilo portare i loro bambini, scegliendone magari uno più vicino all’attività lavorativa o vicino alla casa dei nonni.
In Commissione ci siamo dimostrati collaborativi con la maggioranza e ringrazio il presidente Pagani e tutti i commissari della V Commissione dove si è svolto un ottimo lavoro per cercare di migliorare una legge che comunque ha dato ottimi frutti negli anni. Possiamo, infatti, affermare che Piacenza è fanalino di coda della Regione, ma non possiamo dire che la Regione Emilia-Romagna abbia dei grossi gap; al contrario, è l’unica Regione italiana che rispetta gli standard europei. Siamo riusciti a migliorare ancora di più questa importante legge molto importante per le famiglie.
In merito alle altre osservazioni espresse dalla Lega Nord sul PdL della Giunta lascio al mio collega Corradi il compito di illustrare quelle che, a nostro giudizio, restano alcune criticità che auspichiamo vengano corrette in questa sede. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. La posizione politica del Gruppo è stata espressa in maniera semplice, chiara ed esaustiva dal collega Lombardi.
Questo provvedimento è molto importante e noi l’abbiamo seguito fin dall’inizio. Abbiamo cercato, anche attraverso emendamenti, ma soprattutto con l’ordine del giorno che abbiamo formalizzato, di cogliere quella che è la nostra preoccupazione futura, ossia che il ragionamento che riguarda la problematica dei titoli di studio per i servizi sperimentali venga contenuto nella direttiva a cui lei stessa, assessore, faceva riferimento in Commissione.
Rimane questo punto di nostra preoccupazione sotto il profilo politico. Evidentemente, se non verrà accolto l’emendamento numero 1 all’articolo 4, comma 1, così come modificato, che toglie il vincolo rispetto ai servizi sperimentali, abbiamo presentato l’ordine del giorno, che illustreremo nel dettaglio, che coglie la preoccupazione che anche il collega Lombardi prima di me ha evidenziato. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Innanzitutto do atto a tutti i colleghi e alla Giunta che vi è stato, pur nella brevità dei tempi messi a disposizione delle Commissioni, un significativo lavoro che ha consentito ai consiglieri di integrare e di proporre emendamenti che in parte sono stati anche recepiti, con la finalità di migliorare il testo. Come ha detto il relatore nel suo intervento - a cui do atto di un operoso e proficuo lavoro di cucitura -, nel trattare questo specifico oggetto si è valorizzato significativamente il lavoro del Consiglio.
Ripeto che se avessimo avuto, come Commissioni, più tempo per lavorare sul testo, forse si sarebbe potuto ottenere un miglior risultato, che comunque, allo stato attuale, ritengo tutto sommato soddisfacente. Rimangono altri passaggi, che però sono oggetto di presentazione di emendamenti.
Do atto alla Giunta di aver dimostrato sensibilità nel recepire alcune nostre indicazioni, ad esempio quella che ha riproposto una norma che era stata originariamente tolta, finalizzata a favorire la piena integrazione dei bambini disabili, che è stata riproposta pedissequamente nel testo a seguito dell’accoglimento di un nostro emendamento.
Credo, tuttavia, che rimangano alcune criticità che si devono sottolineare, e noi lo facciamo presentando gli emendamenti che sono già stati distribuiti, sui quali invito i colleghi a prestare attenzione. Non mi riferisco ai nostri emendamenti, ma in generale a quelli presentati da tutti i Gruppi, poiché ritengo che su questo progetto di legge vi sia stato un forte impegno da parte di tutti i Gruppi, che si è estrinsecato in sede di dibattito in Commissione e immagino proseguirà in quest’Aula oggi.
L’obiettivo alto è quello di portare ognuno un proprio contributo migliorativo rispetto a un progetto di legge che ha ad oggetto un bene estremamente prezioso, come è stato detto, cioè la tutela dei nostri bambini e dell’infanzia, con finalità educative ma anche con l’obiettivo di dare risposte alle esigenze dei familiari.
Purtroppo, non possiamo non rimarcare come in questa Regione, soprattutto nelle città capoluogo, permangano gravi criticità in termini di capacità di risposta dei servizi rispetto alle aspettative e alle attese dei genitori e delle famiglie. Abbiamo - ahimè - liste d’attesa più o meno (ma temo più) lunghe in tanti capoluoghi di provincia. Io vengo da una città che è stata citata anche poc’anzi come una città che in questa direzione ha fatto molto, ma purtroppo la domanda è talmente in continua e repentina crescita che ancora quest’anno abbiamo, se non ricordo male i dati recenti, circa 1.400 bambini in lista d’attesa nel Comune di Parma.
Va detto che questa percentuale, più o meno oscillante, si rileva in tutte le città grandi della nostra regione e anche in quelle medie o piccole, a dimostrazione di come vi sia una forte richiesta da parte delle famiglie per poter accedere a questi servizi e di come, purtroppo, sia sempre più faticoso adeguare l’offerta alle richieste che provengono dalle famiglie.
Abbiamo avuto incrementi demografici e, soprattutto in considerazione del cambiamento degli assetti sociali e della positiva partecipazione delle donne nel mondo del lavoro, la domanda in questa direzione è alta, ma purtroppo le risposte da parte degli enti pubblici non sempre sono quantitativamente oltre che qualitativamente all’altezza delle aspettative.
Rimane questo grande tema, che un po’ esula da questo progetto di legge, pur essendo estremamente connesso, che immagino debba trovare impegnata questa Regione, al pari di tutti gli altri enti territoriali, Province e Comuni, nel tentativo di dare risposte molto concrete.
Con questo progetto di legge si aprono alcuni spazi di offerta in più rispetto a quelli precedenti. Poiché si va a normare ed a regolamentare, mi auguro che questo approccio sia positivo e non finisca, nella sua declinazione concreta, con il tradursi in eccessivi oneri di carattere burocratico nei confronti dei soggetti che si accingeranno a fornire questi tipi di servizi. Mi auguro altresì che tali oneri siano interpretati nella direzione di una migliore tutela e attenzione e di maggiore qualità rispetto all’offerta che forniamo ai bambini e alle famiglie.
In questa fase ritengo comunque di poter esprimere un giudizio tutto sommato positivo del lavoro svolto. Attendo la fase del dibattito e della votazione degli emendamenti per cercare di spingere l’Aula a validare alcune modifiche e correzioni che credo vadano della direzione di dare sempre più adeguati livelli di risposte ai nostri bambini e più capacità di risposta, anche in termini quantitativi, alle famiglie che oggi sono in sofferenza rispetto alla necessità di accedere a questi servizi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Grazie. Penso che mettere al centro della nostra azione amministrativa le nuove generazioni, e in particolare l’infanzia, sia una scelta di carattere sociale e politico. Non solo la condivido, ma credo che sia una di quelle questioni che fanno la qualità di un territorio, un elemento distintivo non solo sul piano locale, ma in Europa e nel mondo, che segna un’alta qualità del tenore di vita di queste zone.
Devo dire che, sulle questioni educative, anche con questo testo e con questi aggiornamenti che la legge odierna introduce, esiste una storia straordinaria di passione educativa che viene da culture diverse, che viene dai tentativi dei primi Enti locali della sinistra di dare risposte autorevoli a questo tema e dall’esperienza del mondo cattolico, con esperienze testimonianze altamente qualificate, nella storia di questa regione,.
Aggiornare quindi oggi la legislazione mi pare sia stata un’azione su cui vorrei evidenziare molto velocemente alcuni meriti indubbi.
In primo luogo il confronto con il territorio, con gli Enti locali ma anche con i soggetti privati oltre che pubblici. Parlo di un confronto sul campo, la verifica sui limiti della legge precedente, su come rendere più attuale la normativa. Mi sembra che questo sia stato l’elemento che ha fatto la differenza e che ha aiutato a definire scelte di alto livello.
Questo ha determinato indubbiamente due elementi che spesso non vanno a braccetto, ma sono antitetici: il tema della qualità e il tema della flessibilità. Mi pare invece che, in questo caso, siamo riusciti a trovare una buona sintesi. Questa legge rende più flessibile e più veloce l’approccio, non solo rispetto alle esigenze tecniche e strutturali, ma anche per le aree montane, per le aree più disagiate. È quindi una risposta di maggiore flessibilità nel mantenimento di garanzie di sicurezza e di qualità. Questo riguarda sia gli standard strutturali ma anche la qualità e la qualificazione degli operatori, i coordinatori pedagogici. Questo criterio viene applicato anche ai servizi sperimentali. Sappiamo che in altre regioni l’esigenza di rendere più agevole e più flessibile il rischia di lasciare delle lacune o dei problemi.
Chiudo immediatamente questo breve intervento dicendo che questo lavoro mi convince molto. Adesso vedremo l’altro passaggio, quello della direttiva, insieme all’assessore, però se questa è la premessa siamo sicuri che anche la direttiva aumenterà la capacità di dare risposte.
Penso sia assolutamente importante che, in un momento come questo - con la crisi economica, il dramma del terremoto, il fatto che alcune donne abbiano dovuto abbandonare il lavoro e rimanere a casa con i propri figli per carenza di opportunità o per difficoltà oggettive - non si siano attuate scelte diverse, ma sia stata concretizzata la voglia di una comunità di continuare ad investire su questi temi e di continuare a guardare al futuro, tenendo alto il livello di comunità e di servizi offerti alle persone. Vogliamo continuare a crescere, a lavorare, a dare risposte educative di alta qualità.
È una legge che mi convince. Sono peraltro contento che, al di là delle posizioni, anche all’interno di quest’Aula non ho sentito strali, ma interventi - anche quelli più critici - che riconoscono diversi elementi positivi.
Ribadisco infine che il tema dell’infanzia è un tema che fa la differenza per la qualità di una comunità.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Barbieri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni. Ne ha facoltà.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Anch'io esprimo complessivamente una valutazione positiva di questo dispositivo di legge, ovviamente - aggiungo subito - aspettando la direttiva, perché è del tutto evidente che ci troviamo di fronte a una legge che affronta una serie di elementi di principio, di linee guida, ma la loro attuazione pratica sui territori segnerà la differenza e il possibile salto di qualità.
Credo di dire una cosa scontata, che non ha nulla a che vedere con l'impegno e la volontà politica fino ad oggi espressa dall'assessore rispetto a questa riforma che ci viene proposta, laddove giudico positivamente gli intenti che l'assessore ha espresso in Commissione, ma ovviamente c’è un lavoro pratico da fare, anche tenendo conto dell’esperienza e delle sperimentazioni fatte in questi anni.
Penso che forti siano state ad esempio la volontà di sottolineare, a partire da questa proposta di legge, il fatto che, sebbene non parliamo di scuola ma di servizi educativi, l’elemento pedagogico ed esecutivo viene sottolineato e curato con forza. Non ci troviamo solo di fronte a come badiamo ai bambini, ma, sebbene sia un servizio sociale, l'elemento pedagogico è centrale e fondamentale.
La cura della Giunta rispetto a questo è dunque importante, e prendo come paradigma la parte attinente ai cosiddetti «centri ricreativi», perché da questo punto di vista possono essere una specie di linea di confine, dove è facile passare da una parte all'altra, «spacciare» - diciamo così - certe attività come attività con finalità pedagogiche ed educative quando invece non lo sono affatto perché hanno altre finalità.
Dai centri ricreativi che vengono posti all'interno dei supermercati per consentire ai genitori di fare tranquillamente la spesa, parcheggiando - uso questo termine un po' provocatorio - i bambini per un paio d'ore a giocare non ci si aspetta un servizio con particolari finalità pedagogiche. Stanno nascendo tanti di questi centri e non solo all'interno dei supermercati, dove la finalità è evidente, ma anche in città e Comuni, e vengono presentati come centri puramente ricreativi, dove un bambino può essere parcheggiato a giocare per un paio d'ore per consentire alla mamma o al papà di svolgere altri servizi.
Il rischio è però che diventino luoghi dove i bambini restano quotidianamente, per un numero fisso di ore. A quel punto si pone il problema del servizio pedagogico educativo, perché altrimenti si fa molta confusione nell'età estremamente delicata da 0 a 3 anni.
Credo che già in questa proposta di legge siano stati introdotti alcuni elementi che cercano di specificare la differenza tra centri con finalità puramente ricreativa e i centri che devono avere altre finalità, quindi sia stata introdotta una specifica importante. Sarà poi materia della direttiva articolare nella maniera più esaustiva questo aspetto, però ritengo che le premesse siano state poste in maniera adeguata, che la finalità scritta in questa proposta di legge sia positiva, per cui esprimiamo una valutazione positiva anche rispetto ai cambiamenti introdotti rispetto alla proposta originale.
Adesso valuteremo gli ultimi emendamenti presentati, e ringraziamo l'assessore per aver dichiarato immediatamente la sua volontà di far seguire a questa proposta di legge l'iter della direttiva negli stessi termini della proposta di legge, quindi consentendo - di questo voglio ringraziarla - ai consiglieri, quindi alla Commissione preposta, il pieno coinvolgimento anche nell'elaborazione di una parte, la direttiva, che considero altrettanto importante della proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente. Sono tante le suggestioni che oggi mi attraversano rispetto alla discussione su questo progetto di legge di modifica della legge n.1 del 2000, e il percorso che l’ha accompagnato e ci ha portato oggi a questa discussione.
Vorrei sottolineare il metodo, con un lavoro che è partito fuori dalla Commissione ma che l’ha coinvolta pienamente con l'attività dell'assessore sul territorio in tutte le province della nostra regione, da settembre dello scorso anno, per avviare un confronto che partiva da una riflessione nata in Commissione e condivisa da tutti.
Va dato atto all'opposizione di avere svolto un ruolo costruttivo nella riflessione sulla necessità di andare a una rivisitazione di una legge, che ha determinato - questo va detto - un livello di civiltà e di qualità dell'educazione, della formazione, della tenuta sociale sul territorio della nostra Regione che non ha pari in tutto il territorio nazionale, che ha retto per oltre dieci anni dentro un sistema economico-finanziario.
Vorrei ricordare che le finanziarie dal 2008 ad oggi hanno praticamente azzerato il fondo per i servizi all'infanzia, mentre questa Regione ha continuato in questi anni a investire su questo settore come un settore prioritario ed essenziale per la crescita, per lo sviluppo, per la formazione alla cittadinanza in questa nostra Regione, per le pari opportunità tra uomini e donne attraverso la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Si tratta di un dibattito che, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, ha visto il coinvolgimento delle istituzioni della nostra Regione a tutti i livelli, da Piacenza a Rimini, il coinvolgimento delle associazioni di rappresentanza anche del privato sociale, che operano dentro questo ambito della formazione e dell'educazione 0-3 anni, il coinvolgimento dei gestori privati.
Il dibattito ha rischiato di tingersi di tinte ideologiche rispetto a tempi che sono mutati, a una difesa a volte orgogliosa di ciò che è stato fatto, ma che oggi necessitava di una revisione e di una normativa più flessibile, che ci desse la possibilità di rispondere con la stessa passione educativa con cui tutta questa Regione in tutte le sue componenti e non solo le istituzioni, ma anche il mondo dell'associazionismo privato, il mondo cattolico nella sua organizzazione formativa sul nostro territorio, con le scuole parificate e tutto quello che è avvenuto in termini di progresso e di civiltà educativa in questa nostra Regione.
Questo percorso poteva vederci isolati, ma necessitava di trovare strumenti di nuova flessibilità per dare risposte nuove a contesti profondamente cambiati. Parlo di proposte nuove e una cornice entro cui inserire una direttiva, che ci dessero la possibilità (e oggi ci danno questa possibilità) di un intervento. Forse si possono specificare ulteriormente, nella discussione sulla direttiva, alcuni aspetti di flessibilità introdotti. Mi riferisco ad esempio alle quattro macrotipologie di servizi della prima infanzia che sono state inserite e a come è stata recuperata in termini innovativi e propositivi anche una dimensione che apre all’associazionismo familiare e che, nelle competenze e nello specifico dei titoli e degli standard di qualità richiesti dalla legge (e che verranno specificati dalla normativa) si apre a una sussidiarietà, a una capacità di accogliere le proposte, le esigenze, le innovazioni che possono venire dalla nostra comunità territoriale, riconoscendo l’esperienza fatta.
Vengo da una provincia che attraverso "Reggio Children" e altre esperienze ha fatto di questo un modello, un marchio da esportare nel mondo, a volte anche con la rigidità che c’è nel pensare che dietro a questo - non lo nego - ci sia solo la possibilità dell'istituzione di intervenire e non la capacità di autoproduzione da parte della società di organizzarsi.
Credo che questa legge abbia avuto l'intelligenza di creare le condizioni per cominciare a dare delle risposte nuove. Sono state descritte molto bene dal relatore, Thomas Casadei, e mi pare di poter dire che il percorso avviato in maniera così partecipativa e coinvolgente dalla nostra società emiliano-romagnola debba accompagnare anche il discorso sulla revisione della direttiva.
Come dicevo prima, infatti, nella revisione della direttiva ci giocheremo davvero la possibilità di individuare gli strumenti, i percorsi, la concreta specificazione degli standard funzionali, degli standard strutturali, degli elementi di semplificazione di cui spesso parliamo. Penso a tutta la semplificazione evitando quel doppio livello che viene superato per concedere le autorizzazioni al funzionamento previste dalla legge precedente, che oggi abbiamo modificato e reso più veloci, rapidi e vicini alla comunità in questa Commissione tecnica distrettuale.
Credo che le cose sostanziali siano state già evidenziate da chi mi ha preceduto. Avrei voluto solo rimarcarle per dare atto di un lavoro importante, laddove, pur sapendo che si parte da presupposti che avrebbero potuto portarci (mi auguro che non accada sulla direttiva) a scontri ideologici, che sono fuori dal tempo e dalla storia, è necessario riconoscere il contributo che anche l'opposizione ha dato in Commissione per migliorare il testo attraverso gli emendamenti e per accogliere una serie di riflessioni. Forse si poteva fare di più, perché si può sempre fare meglio, ma credo però che questa sia una buona strada per dimostrare che quando ci sta a cuore, come credo stia a cuore a tutti noi, l’obiettivo di una comunità che a partire dai bambini e dall'infanzia costruisce la sua immagine, è possibile fare un percorso importante.
Da o a 3 anni non è assistenza, non è ricreazione, per questa comunità regionale non è mai stato un tema relegato solamente al "badantato" e alla ricreazione: 0-3 anni è per noi un percorso educativo, perché l'educazione non è solo un diritto, ma a partire da quell'età diventa una chance per godere della piena cittadinanza nel nostro Paese.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pagani.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Inizio il mio intervento partendo dall'ultimo, quello del consigliere Pagani, perché per certi aspetti mi fa piacere sentir riconoscere come su questo tema l’opposizione abbia partecipato in modo costruttivo. Vorrei comunque rendere noto anche al collega Pagani che questa è un'azione svolta da anni, come ricordo per la testimonianza che ho portato nello scorso mandato, ma anche rispetto a chi prima del mandato rivestito la scorsa legislatura si era già adoperato. Penso anche all'opera svolta dal consigliere Varani sul fronte delle Tagesmutter.
Probabilmente i tempi sono maturati solo adesso, consigliere Pagani, ma questo la dice lunga anche su quelli che sono ogni tanto i vostri tempi di maturazione su certi temi. Mi lasci dire che i tempi sono un po' lunghi anche in un momento sociale dove le dinamiche, i cambiamenti, i comportamenti si stanno modificando a una velocità, a cui sarebbe opportuno dare un riscontro e una risposta più tempestivi, comunque meglio tardi che mai.
Di fronte a questa proposta di legge, di fronte a questa modifica, il mio esordio si può sintetizzare dicendo che era ora, finalmente! Rispetto a questo progetto di legge su questa revisione normativa mi pongo con soddisfazione, però declinando in tre punti l’espressione di un giudizio sia positivo, sia critico.
Potrei sintetizzare i miei tre giudizi positivi dichiarando che mi fa piacere che ci sia stato uno sforzo per rendere questo impianto più flessibile rispetto alle esigenze delle famiglie per quanto riguarda i servizi educativi rivolti alla prima infanzia, prevedendo forme differenziate come i servizi domiciliari, integrativi e sperimentali; abbiamo previsto accanto ai servizi educativi anche servizi ricreativi/ di conciliazione, come suggeriva la consigliera Marani, i quali possono rappresentare un ulteriore supporto per le famiglie, anche attraverso l'introduzione di Albi professionali; con questo progetto si tende a semplificare la procedura, eliminando il livello autorizzativo provinciale e lasciandolo solamente a livello distrettuale, anche se giustamente nella legge spesso si fa riferimento alla Provincia, livello istituzionale da considerare in taluni contesti.
Mi auguro solo, assessore Marzocchi, che in questa traslazione dal livello provinciale al livello distrettuale non si faccia rientrare dalla finestra quello che si è fatto uscire dalla porta e che quindi questo ambito territoriale rimanga tale e consenta un alleggerimento delle procedure.
Tra gli aspetti che invece ritengo vadano monitorati e meglio definiti c’è innanzitutto capire meglio cosa si intenda per «coordinatore pedagogico». Capisco l'intento dell'assessore Marzocchi nel voler riconoscere a questa figura di coordinatore pedagogico un importante ruolo di raccordo tra tutti gli attori coinvolti nel percorso educativo, ma guarderò con molta attenzione come questa figura verrà declinata e disciplinata, perché non voglio assolutamente correre il rischio che questa figura finisca per limitare la libertà educativa del soggetto proponente e compromettere la scelta della libertà educativa.
Vorrei che fosse un soggetto molto terzo e non compromettesse soggettivamente ciò che oggettivamente ha ragione di esistere proprio in funzione di questo nuovo apparato normativo di cui vogliamo dotarci.
L’altro monitoraggio che farò sicuramente sarà per verificare che siano garantiti a tutti i servizi educativi i contributi per le strutture. Tale contribuzione è necessaria non solo per quanto riguarda l'aspetto gestionale, ma anche perché consente che questo coordinamento pedagogico proceda nel modo più neutro possibile. Monitorerò quindi che ci siano i contributi per le strutture, per il coordinamento pedagogico e anche per la gestione, perché voglio che ci sia la garanzia della libertà della scelta educativa per le famiglie.
Un’altra criticità meritevole di attenzione è l’esigenza che il percorso di accreditamento sia meglio definito nella direttiva che andremo ad assumere. Poiché ritengo che questa sarà una direttiva dalla quale dipenderà nel dettaglio l'attuazione di questa volontà di revisione normativa, ad oggi mi limito a esprimere un giudizio rispetto all'evoluzione positiva, all'ascolto e al recepimento di tutta una serie di esigenze che purtroppo oggi forse abbiamo messo anche davanti al fatto compiuto, laddove rispetto a una domanda l’offerta che il sistema poteva spontaneamente offrire non era tale da garantire un'adeguata soddisfazione, quindi vi ha spinto finalmente ad aprire le maglie.
Mi preme rilevare però che c'è stato questo sforzo in senso positivo, ci sono ancora alcuni aspetti critici che mi auguro vengano chiariti all'interno della direttiva, a cui subordinerò l’attenzione per capire se si riesca ad attuare in concreto quella che oggi rappresenta già una buona volontà di azione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Chiudiamo la discussione generale dando la parola all'assessore Marzocchi.
MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente. Alcune parole per sottolineare il senso del percorso che ci vede qui oggi, parole che ho già detto nelle Commissioni ma che è utile ribadire in questa sede.
Credo che il lavoro fatto in questo periodo di poco più di un anno che ci ha portato qui oggi sia un lavoro dovuto, che ci ha visti insieme, maggioranza e minoranza, perché la responsabilità è di tutti. Qualcuno prima ha usato una frase che io riprendo, perché oggi abbiamo il compito di dare continuità a una straordinaria storia di passione educativa, perché quello che ci ha permesso di essere la Regione di punta per gli interventi per la prima infanzia non è la norma fatta bene o fatta male, più stretta o più larga, ma la passione con cui tutti si sono messi sul campo per fare in modo di arrivare fin qua.
Non entro nel dibattito sull’avere fatto tardi e finalmente vi siete sbloccati, perché non mi interessa. Ciò che mi interessa è che siamo qui oggi e dobbiamo lavorare insieme su una cosa di importanza capitale che riguarda l'educazione dei nostri figli, cioè l'accesso alla socialità (perché l'educazione è questo) e la costruzione di percorsi di cittadinanza partecipata, che comincia dalla nostra esperienza delle scuole della prima infanzia.
La sfida che dovevamo affrontare era quella di fare ancora bene, fare sempre meglio, quindi valorizzare la qualità, ma non ci potevamo permettere di fare solo quello, quindi abbiamo dovuto aggiungere la sostenibilità e il discorso della flessibilità. Abbiamo voluto lavorare sul fare educazione cercando di tenere presenti i principi della conciliazione, cercando di trovare gli strumenti, senza però trascurare che un conto è l'educazione e un conto è la conciliazione e che bisogna dare pane al pane e vino al vino, senza rendere tutto uguale, altrimenti perderemmo gli obiettivi per cui facciamo il nostro intervento.
Oggi aggiorniamo la legge cercando di fare un intervento di orientamento e di riferimento che possa restare nel tempo. Questo non è che uno dei provvedimenti di revisione del sistema educativo della prima infanzia della nostra Regione, e da domani mattina avremo tutti tra le mani la bozza di direttiva, che non potevamo fare prima perché prima c'è la legge, abbiamo un mese di tempo per farla e dovremo farla entro luglio per rendere agibili tutti i provvedimenti per l'inizio dell'anno scolastico.
Verrà in Aula anche la direttiva: quale più importante scelta, più importante politica di questa? Credo che si debba andare oltre quando si parla di queste cose, per cui la faremo insieme per applicare i princìpi contenuti nella legge, che è stata fatta così cercando di arrivare al massimo possibile.
Ribadisco che accanto a questi due provvedimenti ci sono delle linee di indirizzo sulla qualità e sulla valutazione, che tengono insieme rispetto all’adeguatezza del percorso, perché un conto sono i requisiti di accesso e un conto è l'accompagnamento e la verifica del percorso educativo, che non può essere e non è di parte, ma è condiviso e fatto da tutti.
Vi rassicuro rispetto a questo, perché i coordinatori pedagogici sono citati nella legge e ne parleremo nella direttiva, ma il documento della qualità e della valutazione che abbiamo presentato e portato in Commissione è stato scritto dal gruppo dei coordinatori pedagogici.
Li abbiamo già, sono già organizzati e c'è già un referente provinciale che li raccoglie e li accompagna, e sono quelli che hanno accompagnato l'evoluzione di contenuto educativo del nostro servizio. In questa legge si vuole solo dare valorizzazione alla loro presenza in questi dieci anni in cui è stata strutturata e a loro si riconosce la validità del lavoro fatto.
Permettetemi un altro accenno alla rigidità malevola che ci ha portato fin qui. Il modo di lavorare adottato in questi undici anni nella nostra Regione, la legge, le norme, la fermezza con cui si è portato avanti il settore ci hanno permesso oggi di alleggerire le regole, perché, se non ci fossero state delle persone molto convinte di voler fare la storia dei nidi così, questi non sarebbero diventati strumento e patrimonio comune.
Tanto rispetto alla storia, quindi, anche se è stata una storia di grande fermezza, se non rigidità, perché solo quell’esperienza ci può permettere adesso di poter eliminare delle regole, perché è diventata scuola, è diventata metodo e abbiamo la garanzia. Non rinnego niente del passato, ma ringrazio chi ha fatto questi undici anni di storia perché adesso ci permette di fare questi passi. Questo è l'atteggiamento che io credo vada tenuto.
Ho guardato con voi gli emendamenti che avete presentato, ci sono dei cardini che abbiamo introdotto nella legge e dobbiamo mantenere. Non riusciremo ad abbattere le difficoltà di fare i servizi: stiamo cercando di abbattere le difficoltà di rispondere maggiormente ai servizi adeguando il sistema organizzativo, ma avremo comunque difficoltà perché non abbiamo più risorse per dare risposte e quindi dovremmo comunque stare qui a lavorarci sopra.
Non abbiamo risolto con questo le difficoltà (ne sono consapevole), però la qualità è da mantenere. Abbiamo messo come paletto nell'innovazione il fatto che uno dei requisiti di garanzia della qualità sia il titolo di accesso degli educatori e abbiamo ampliato la tipologia delle risposte attraverso nidi servizi per il piccolo gruppo, servizi integrativi e servizi sperimentali, però il requisito di accesso è che l'educatore deve essere formato.
Quando mi chiedete emendamenti per togliere il titolo di accesso che abbiamo reso uguale per tutti i servizi sperimentali, non vi posso dire di sì e ve l'ho già detto tante volte, perché la qualità va garantita anche così, però va accompagnata.
Riteniamo di molto valore l’introduzione dei servizi sperimentali, però questi non possono essere diversi da un contesto educativo e lì devono essere garantiti. Gli altri emendamenti che avete presentato sono tutti compatibili con il percorso che avete fatto, quindi indipendentemente da chi li ha presentati sono dell'idea di accoglierli, perché li abbiamo fatti insieme, ci abbiamo lavorato.
Ho accolto favorevolmente un emendamento che ho visto tra le carte che mi sono state presentate, in cui si propone di riportare nel livello provinciale la revisione dei requisiti per l’accompagnamento invece che nel livello distrettuale. Questo nasce dall'attuale esigenza dei territori di non lavorare nel livello distrettuale, quindi nel livello provinciale va bene e sta sempre dentro al percorso di semplificazione, perché abbiamo comunque dimezzato le Commissioni per l’autorizzazione. Prima erano due, ora rimane una sola nel livello provinciale, perché non è ancora chiaro quale sarà l'evoluzione del livello provinciale e come riusciremo a far ricadere sui territori anche queste funzioni.
Vi ringrazio molto di quello che avete fatto insieme a noi, sono contenta perché vi siete sentiti partecipi di questo percorso. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare nel prossimo mese, per cui vi chiedo di mantenere lo stesso atteggiamento e anche la stessa disponibilità di tempi per continuare a lavorare e fare in modo che questa storia di straordinaria passione educativa continui anche per i prossimi anni con gli strumenti normativi che ci stiamo dando.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Marzocchi.
Dichiaro chiusa la discussione generale. Sono stati presentati su questo progetto di legge 14 emendamenti, 5 a firma della consigliera Marani, 2 a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli, 3 a firma del consigliere Defranceschi, di cui uno poi ritirato e uno sostitutivo, 3 a firma del consigliere Pollastri, 1 a firma del consigliere Corradi e un ordine del giorno a firma del consigliere Pollastri.
Passiamo all'esame dell'articolato.
Cominciamo con l’esame dell’articolo 1. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 2. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 3. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 3 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 4, su cui insiste un emendamento, il n.10 a firma del consigliere Pollastri.
Se nessun consigliere chiede di intervenire in discussione generale su articolo ed emendamento, dichiaro aperte le dichiarazioni di voto su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Come avevo espresso anche all’assessore, il voto è condizionato rispetto a questo emendamento, che comunque nella sua replica mi ha già motivato che non verrà accolto. L’emendamento toglieva dall'articolo la frase «ivi compresi quelli sperimentali», era modificativo nel senso che andava a modificare il testo per la preoccupazione che avevo espresso in sede di discussione generale sui titoli di studio. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10 a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 10 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 4 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 5. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 5 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 6. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 6 è approvato.
L’emendamento 8, istitutivo di nuovo articolo dopo l’articolo 6, è stato ritirato dal consigliere Defranceschi, per cui lo consideriamo superato.
Passiamo all’esame dell’articolo 7, su cui insistono 3 emendamenti: l’emendamento 6 a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli, l'emendamento 7 a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli e l'emendamento 14 a firma del consigliere Corradi, che risulterebbe precluso se fosse approvato l’emendamento 7.
Dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo 7 e sui 3 emendamenti ad esso riferiti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Intervengo anche a nome del collega Cavalli per annunciare che ritiriamo l'emendamento 7, ma permane l'emendamento 14, così evitiamo anche un problema di eventuale incompatibilità tra i due emendamenti.
Vorrei illustrare gli emendamenti che abbiamo presentato. Con riferimento all’emendamento 6 mi rimetto al voto dell'Aula, come ovviamente anche per il 14. Lo spirito di questi articoli va nella direzione di una presa d'atto della difficoltà che, come dicevo nell'intervento in discussione generale, oggi molte famiglie incontrano nell’avere a disposizione i servizi per la prima infanzia, perché purtroppo le liste d'attesa sono cospicue.
In questa regione abbiamo quindi assistito alla nascita del variegato mondo dei cosiddetti «baby parking», che comprendono realtà di tutti i tipi. Nell'ambito di questo mondo molto variegato - mi ricollego anche alle considerazioni del consigliere Sconciaforni - abbiamo anche alcune realtà che, pur non avendo alcuna pretesa di contribuire a un percorso educativo, hanno comunque avviato meccanismi di parziale affrancamento dalla funzione di mero parcheggio dei bambini.
Con questi emendamenti, soprattutto con l'emendamento 14, avevamo quindi l'obiettivo di non comprimere verso il basso queste realtà, ma di consentire loro, pur con la finalità prevalente di attività ricreativa, di conservare quel percorso che potrebbe portarli a inserirsi a pieno titolo nei progetti sperimentali o a diventare veri e propri asili con funzione educativa. Lo spirito dei nostri emendamenti va in questa direzione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Rimangono dunque gli emendamenti 6 e 14.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Casadei. Ne ha facoltà.
CASADEI: Grazie, presidente. Su questa materia c'è stato un confronto serrato. Vorrei rimarcare il fatto che il sistema che andiamo a costruire non è a due velocità, non ci sono due ambiti distinti, ma è un unico sistema con una distinzione molto chiara tra servizi educativi e servizi ricreativi e di conciliazione.
Stante una chiarezza di impostazioni di questo tipo, l’emendamento 14, che mira a semplificare ulteriormente la forma dell'articolo 7, comma 4, sopprimendo le parole «a fini puramente ricreativi» per quello che ci riguarda può essere accolto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Casadei.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6 a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 6 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14 a firma del consigliere Corradi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 14 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 7 così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 7 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 8. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 8 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 9. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 9.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 9 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 10. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 10.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 10 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 11. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 11 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 12. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 12.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 12 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 13, su cui insistono 2 emendamenti, il 9 e il 13, a firma del consigliere Defranceschi. Specifico che l’emendamento 13 sostituisce il 9.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento 13.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: È solamente un emendamento tecnico, volto a finalizzare la raccolta delle informazioni e di tutti i dati che pervengono tramite l'Osservatorio regionale per l'infanzia e l'adolescenza e servono solo come database di informazione per gli operatori, ma anche per noi, per tutti, per gli amministratori per valutare l'efficacia e l'efficienza degli interventi realizzati anche con questa legge.
Una piccola precisazione sull'emendamento ritirato, che era rivolto all'autismo. Tramite un confronto con l'assessore, è stato rilevato che era ridondante in quanto la nostra indicazione era già presente all’interno del Progetto autismo della Regione Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Casadei. Ne ha facoltà.
CASADEI: Intervengo solo per dire che la proposta di emendamento, che mira a costituire un unico sistema informativo, va nella direzione della filosofia d’insieme della legge, ovvero quella di avere anche una concentrazione di dati a cui poter accedere nella pluralità dell'offerta educativa, quindi questo emendamento può essere accolto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Casadei.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13 a firma del consigliere Defranceschi che istituisce un nuovo comma.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 13 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 13 così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 13 è approvato.
Passiamo ora all’articolo 14, su cui insiste l’emendamento 1 a firma della consigliera Marani.
Se nessun consigliere chiede di intervenire in discussione generale, dichiaro aperte le dichiarazioni di voto su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Tutti e cinque gli emendamenti sono collegati allo stesso tema, quindi non riprenderò poi la parola.
Nella proposta di legge si disponeva che la Commissione per le autorizzazioni al funzionamento avesse un ambito di azione su scala distrettuale, al fine di avvicinare maggiormente ai territori la possibilità di avere un organismo preposto a questo. Si è verificato nelle consultazioni con gli enti locali che questo porterebbe a un'eccessiva frammentazione (oltre 30 Commissioni che dovrebbero assolvere a questa funzione), con le difficoltà, soprattutto negli ambiti distrettuali più deboli, che hanno strutture meno organizzate, ad adempiere a questa funzione.
Questo e gli altri 4 emendamenti successivi riportano esattamente la normativa precedente, che restituisce questa funzione alla Commissione in ambito provinciale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Dichiaro il voto contrario a questo emendamento e a tutti i successivi, come illustrato dalla consigliera Marani, perché sentendo le parole dell'assessore, che ha detto giustamente che parliamo di una legge che guarda avanti, facendo dei passi avanti rispetto alla situazione attuale, ci pare che questi emendamenti invece vadano in senso diametralmente opposto.
Viene infatti ripristinata una Commissione tecnica della Provincia, un ente che - piaccia o non piaccia - tra due anni non esisterà più come è oggi. Mantenere in vita un organismo che tra due anni non esisterà più, per cui dovremo comunque creare una nuova struttura e rimettere mano a questa legge, ci sembra veramente un passo da gamberi.
Le motivazioni della consigliera Marani rispetto alla situazione differenziata dei distretti ci portano a dire che, laddove ci sono dei distretti con situazioni deboli (così come le ha definite), è compito di tutte le amministrazioni rafforzarli. Non possiamo fotografare la realtà e, in caso di situazioni non positive o negative, non risolverle e ripristinare la situazione precedente, ma bisogna lavorare per superare queste situazioni di difficoltà sul territorio e andare avanti.
Ribadisco quindi il voto contrario a tutti gli emendamenti presentati dalla consigliera Marani.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Ho compreso le argomentazioni e sono d'accordo che noi dobbiamo garantire, attraverso questa legge di riforma e di riordino della materia insieme alla direttiva che verrà, che a settembre ci sia la piena operatività. Di conseguenza, dobbiamo poter contare sulla collocazione e allocazione giusta e garantita delle competenze in chi è in grado di svolgerle nell'immediato.
Anch'io esprimo però qualche perplessità, ma mi adeguo perché, se mi viene chiesto di avere un po' di realismo, questo non mi manca. Forse sarebbe stato meglio con più calma - e non so se ci siano le condizioni, quindi la mia non è una richiesta formale, presidente - procedere con altri articoli, tenere in sospeso questo e fare un approfondimento per inserire un’eventuale norma transitoria.
Se il tema è quello di avere la piena funzionalità del sistema e quindi di mantenere l'organizzazione precedente perché è la scelta più facile, deve essere chiaro che questo è legato a un periodo di transizione, ad esempio, così come abbiamo scritto in altre leggi, a quel che verrà sulla base dell'attuazione del famoso decreto che ha sancito il destino delle Province.
Così si crea una situazione dal mio punto di vista troppo definitiva e troppo stabile. Ho sempre sostenuto, assessora (e l'ho sempre apprezzata molto in queste occasioni), che uno degli sforzi che dobbiamo fare tutti è quello di consolidare anche dal punto di vista organizzativo le funzioni dei distretti come luoghi che sono più vicini e legati al territorio, per cui garantiscono una capillarità maggiore non solo nella diffusione dei servizi, ma anche nelle realtà che valutano, controllano, tengono monitorati e aggiornano quei servizi sulla base delle specifiche necessità di quelle comunità.
È una scelta politica, che lei ci ha convinto a fare anche attraverso diversi strumenti, ad esempio la modalità con la quale da due anni a questa parte distribuiamo per esempio le risorse del fondo sociale. Non voglio dilungarmi qui. È possibile conciliare l'esigenza dell'immediato con la proposta di prospettiva, che ha una valenza di carattere politico, perché è una scelta strategica, vedendo di inserire questo che è un tema vero e concreto all'interno di una transizione stabilita da norme transitorie piuttosto che ripristinare contenuti della legge del 2000, così come nel 2000 era sicuramente necessario.
Ricordo che l'organizzazione per zone sociali è soltanto successiva alla legge n. 2 del 2003 ed è diventata concreta attraverso il Piano sociosanitario del 2008-2010, ed è evidente che nel 2000 non era previsto e prevedibile quel tipo di organizzazione di competenze, ma adesso ce l'abbiamo e dobbiamo essere capaci di consolidarla. Questa è la riflessione.
Troviamo dunque una forma per coniugare la necessità dell'immediato con il tipo di prospettiva e di scelta strategica che abbiamo deciso di fare per il futuro.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Marzocchi. Ne ha facoltà.
MARZOCCHI: Vi abbiamo portato qui una proposta di provvedimento che poi è solo una Commissione istruttoria, però anche il "solo" è un segnale.
La delicatezza magari va spiegata: ho sempre detto che il nostro welfare è comunitario di livello distrettuale, quindi il percorso consisteva nell’andare in quella direzione. Bisogna però tenere in considerazione che stiamo parlando di servizi educativi, quindi la fragilità è mettere nel livello distrettuale un servizio di carattere non sociale o sociosanitario, ma educativo.
Si tratta quindi di un cambiamento molto forte nella non chiarezza del futuro, perché non c'è scritto da nessuna parte che le funzioni educative che adesso sono sulla Provincia potranno ricadere sul distretto. Ho fatto anche un approfondimento per vedere se fosse possibile, ma ancora non c'è scritto nulla: sappiamo che non ci saranno più quelle funzioni nella Provincia, ma non c'è ancora un provvedimento che ci dica il livello.
Avevamo due Commissioni, una sulla Provincia e tante sui Comuni, e passare in una forma non definita su 38 Commissioni era un cambiamento organizzativo pesante, per cui abbiamo proposto di lasciarla provvisoriamente ancora sulla Provincia fino a quando dalla Provincia sposteremo tutte le competenze che ci sono ancora, perché lì ci sono ancora le competenze dei fondi, che non dovranno più esserci perché non abbiamo potuto spostarle, ma sposteremo.
Se voi siete d'accordo e ce la facciamo, proporrei di rimetterla sulla Provincia come provvedimento transitorio, in attesa di definire dove verrà assegnata la Commissione. È chiaro che questa Commissione è transitoriamente esercitata dalla Provincia. Potremmo quindi elaborare l'articolo in modo che si evinca che è un percorso transitorio in attesa dell'evoluzione.
Stiamo ancora dentro la semplificazione, perché comunque abbiamo solo nove Commissioni e non duplicate nei Comuni, per cui, se ci lasciate il tempo di valutare con i tecnici la Commissione provinciale, che non è quella di prima ma transitoriamente fa questa funzione, può essere una soluzione, anche per non chiedere ai Distretti di istituire una competenza che ancora nessuna scelta assegna loro.
Sul sociale e sul sociosanitario sarei tranquilla, mentre la funzione educativa è più delicata.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Marzocchi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Mi sembra di aver capito che la proposta della consigliera Donini abbia trovato condivisione anche nelle parole dell’assessore Marzocchi. Considero quindi positivo e coerente, sfruttando anche il tempo della pausa pranzo, sospendere l'esame di questa parte di articolato e, come è già capitato in altre occasioni, esaminare i capitoli di articoli successivi, per dare tempo, presidente, ai servizi di confrontarsi e scrivere la norma transitoria di cui si sta discutendo. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Mi perdoni, ma questa situazione non è molto chiara. Ricordo perfettamente quando in Commissione l'assessore parlò dell’evoluzione che c'era stata nel passaggio dal riferimento provinciale al distrettuale, e mi ricordo con quale enfasi, assessore, faceva presente come questo cambiamento avrebbe semplificato ulteriormente le procedure.
Non a caso rimango molto stupita, perché quando ho fatto il mio intervento fra i 3 punti che ho considerato a favore di questo provvedimento avevo indicato la semplificazione delle procedure, eliminando il livello autorizzativo provinciale e lasciando solo quello distrettuale.
Sinceramente questa situazione è un po' imbarazzante, ma la maggioranza è in grado di gestirla e risolverla dentro casa sua, però è necessario fare chiarezza, anche perché nello stesso intervento di discussione generale dell'assessore Marzocchi nulla è stato detto a questo riguardo e prima di procedere all'esame dell'articolato ci siamo lasciati senza fare alcun passaggio rispetto al cambiamento, che addirittura adesso sembriamo voler ricondurre a una norma transitoria. È bene che facciate chiarezza a questo riguardo.
Condivido pienamente l'obiezione del consigliere Mandini, ma mi ritengo in perfetta buona fede, perché è stato uno dei punti che mi hanno portato a giudicare in senso positivo la semplificazione burocratica. Adesso qui stiamo cercando una soluzione di rimedio, transitoria, quindi chiaritevi al vostro interno perché la cosa non mi sembra molto trasparente, così come sta venendo avanti adesso. Questo è un pasticcio!
Se le cose non stavano così, probabilmente anche nella stessa replica dell'assessore ci sarebbe dovuta essere una precisazione in quella direzione. Io stessa ho iniziato a votare tenendo conto anche di questo passaggio.
Ricordo perfettamente gli interventi - io rispondo per il mio - al di là di quello dell'assessore in Commissione sul passaggio dell'eliminazione del livello autorizzativo distrettuale, ma io stessa adesso ho ribadito il giudizio positivo sulla semplificazione delle procedure e nulla mi è stato obiettato da parte dell'assessore, perché giustamente l'assessore si basa su quello che lei ci ha illustrato in Commissione.
Adesso non capisco. Siccome notoriamente questa maggioranza emenda in sintonia con gli assessorati, questa situazione mi imbarazza e mi sorprende.
PRESIDENTE (Richetti): La situazione però è molto lineare: siamo all’articolo 14, sul quale insiste un emendamento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Visto che è intervenuta l'assessora, si sono riaperte le dichiarazioni di voto, ripeto che faccio fatica in questa forma a votare gli emendamenti, pur comprendendone la ragione. Come ha detto anche il collega Monari, chiedo al relatore di trovare una forma, anche sospendendo momentaneamente e procedendo su altri articoli, sui quali non insistono emendamenti, di procedere con l'esame dell'articolato, per vedere se attraverso la presentazione di subemendamenti, perché in questa fase possiamo fare solo questo, quei contenuti possano essere inseriti in una norma transitoria, che sarebbe il modo più lineare.
Ci sono dei precedenti: abbiamo utilizzato questa modalità quando si parlava delle vecchie competenze da ribadire e delle nuove da attribuire alle Province, e abbiamo utilizzato questa forma per esempio sulla legge regionale sulla Valutazione di impatto ambientale.
Qualora - ve lo dico chiaramente - arrivassero i decreti o i provvedimenti attuativi dell'articolo 23 del decreto Monti e successivamente all'intervento che la Regione farà per riempire quel vuoto che si crea, noi non saremmo costretti (come invece siamo in questo modo) a riportare questa legge in Aula per modificarla, cosa che vorrei evitare.
Stabiliamo che siamo in una fase di transizione e normiamo questa fase di transizione attraverso le modalità con le quali si fa nelle leggi. La proposte è più di metodo che di contenuto: troviamo il modo nell'economia del nostro tempo e nel rispetto delle regole di proporre formalmente questa soluzione, se ritenete che possa essere valida.
PRESIDENTE (Richetti): Sono prontissimo a sospendere e ad andare avanti con gli altri articoli, ma vorrei fosse chiaro che l'unica cosa che può intervenire è un subemendamento all'emendamento. Nessuno in fase di dichiarazione di voto può presentare emendamenti all'articolato o istituire nuovi articoli. Negli interventi che sono stati fatti in Aula non ho capito se ci sia questa volontà, altrimenti è inutile che io sospenda il lavoro. Finiamo gli interventi in dichiarazione di voto su questo punto e poi assumiamo una decisione.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Ritengo opportuno che, avendo presentato gli emendamenti, io possa rispondere alle obiezioni che sono state sollevate.
Non esiste alcun problema nei confronti né dell'assessorato né della maggioranza. Credo che le obiezioni poste siano legittime, in quanto abbiamo ragionato su un progetto di legge che aveva una diversa formulazione, pertanto un emendamento di questo tipo presentato in Aula è giusto che possa creare perplessità e che ci siano richieste di chiarimento.
La volontà di assegnare queste funzioni ai Distretti e di semplificare anche tutte le norme di carattere autorizzativo si è scontrata, rispetto alla verifica fatta con i Distretti stessi, con la possibilità non di adottare le norme semplificatorie che sono rimaste e stanno negli emendamenti successivi da me presentati, ma che immediatamente i Distretti siano attrezzati con Commissioni che possano dare l'autorizzazione.
Questa questione viene proposta solo al fine di non immobilizzare l’attività autorizzativa e quindi di non porre un ostacolo nei territori dove non ci sono queste condizioni immediate, per cui mi pare che la proposta che il Presidente di questa Assemblea faceva di concordare un eventuale subemendamento nel quale si dica che rimane ferma la volontà di attrezzare i territori affinché sia la scala distrettuale ad assolvere i compiti autorizzativi e che nella fase transitoria (decidiamo quale: un anno, un mese, sei mesi) si possa comunque non immobilizzare l'attività, lasciando queste competenze alle Province, possa conciliarsi con l’esigenza di andare in questa direzione ma di non porre immediatamente un vincolo all'Autorità autorizzativa stessa.
Nella pausa che penso ci sarà fra pochi secondi credo che si possa verificare insieme ai Capigruppo il testo del subemendamento, se quest'Aula ritiene che questa possa essere una soluzione.
PRESIDENTE (Richetti): Senza ledere la prerogativa del consigliere Mandini che ha chiesto di intervenire, mi pare di capire che sospendiamo l'articolo 14 e l'emendamento ad esso collegato e andiamo oltre.
Alla fine dell'esame dell’articolato, riprenderò l'articolo 14 e, azzerando la discussione generale e le dichiarazioni di voto, le rifacciamo. Ciò che può avvenire in questa pausa di lavoro è un subemendamento all'emendamento Marani sull'articolo 14. Se non ricevo modifiche rispetto a questa situazione, metto in votazione l'emendamento e l’articolo.
Lo dicevo, consigliere Mandini, per non farla intervenire su una situazione che cambierà e che lei potrà a quel punto commentare sulla base della modifica. Se invece vuole intervenire, le do immediatamente la parola.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Credo che siamo tutti qui per dare un contributo costruttivo. Capisco fino a un certo punto, consigliera Marani - la mia non è polemica - l’intenzione che l’ha ispirata in questi emendamenti.
Se però l'assessore nel testo presentato anche in Aula ritiene che i distretti siano il luogo naturale in cui si vanno a fare queste politiche per l'infanzia e lei viene a dire qui che non ci sono le condizioni perché alcuni distretti sono deboli e non attrezzati, la verifica è stata fatta da lei o dall'assessore? Credo che l'assessore abbia fatto questa verifica preliminare, e non ho dubbi da questo punto di vista, e, se è riportata nel testo della legge, credo che questa verifica abbia dato esito positivo, tanto che nell'ambito dell’applicazione della legge c'è un anno di tempo per costituire queste Commissioni distrettuali.
La flessibilità è quindi già prevista da questa legge, per cui non so dove si voglia arrivare, fermo restando che come Gruppo siamo aperti a esaminare ogni altro tipo di soluzione, laddove però lo scopo finale è quello di semplificare nell’ottica del futuro, e faccio fatica a comprendere che in un anno in questa Regione, con questa qualità amministrativa gli enti preposti non riescano a organizzare le Commissioni distrettuali, perché sarebbe un esempio di cattiva politica che credo che nessuno di noi sia interessato a portare avanti.
Detto questo, vediamo le proposte che verranno.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Volevo fare un commento sulla situazione che si è creata, perché quando eravamo in Commissione (credo fosse una delle prime volte che l'ho sentito dire) anch'io ho apprezzato molto che l'assessore fosse andata oltre le Province, perché ormai da un anno ci poniamo il dubbio che qualcun altro adesso anche nella maggioranza si pone, ovvero che prima o poi dovremo tornare in Aula a ridiscutere una serie di norme, in quanto dovremo semplicemente eliminare da una moltitudine di leggi che abbiamo approvato nel frattempo la parola "Provincia".
Da un lato mi stupisce che oggi ci si stupisca di doverlo fare, però è un atteggiamento strano. Per la prima volta si salta il discorso della Provincia e si va avanti verso una riorganizzazione, ma vedo che la voglia di Provincia ritorna dalla finestra e si cerca di riproporre questo emendamento.
Credo che in questa pausa sia assolutamente fondamentale superare questo scoglio, che, come giustamente ricordato, non era stato discusso in Commissione, proprio perché sembrava la procedura migliore per non avere problemi tra un anno o due.
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro quindi sospesi l'articolo 14 e l’emendamento 1 a firma della consigliera Marani.
Passiamo all’esame dell’articolo 15. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 15.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 15 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 16. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 16.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 16 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 17. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 17.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 17 è approvato.
I lavori della mattina si chiudono qui. Alla ripresa concluderemo l’esame dell’articolato, riprendendo in chiusura l’articolo 14.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,43
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Fabio FILIPPI e Matteo RIVA.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Votazione elettronica
Autorizzazione alla relazione orale
OGGETTO 2728 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"»"
Presenti: 30
Favorevoli: 30
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Assenti: 20
Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI (g), Galeazzo BIGNAMI (g), Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI (g), Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Antonio MUMOLO, Silvia NOÈ, Giuseppe PARUOLO, Matteo RIVA (g), Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
IL PRESIDENTE
IL SEGRETARIO
Richetti
Corradi
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