Espandi Indice
89.
SEDUTA DI MARTEDÌ 19 GIUGNO 2012
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
INDI DEL PRESIDENTE RICHETTI
Indice
Sullo svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Mandini)
OGGETTO 2728
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"» (40)
(Continuazione esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 2728/1 - Dichiarazioni di voto e reiezione) (61)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
MARZOCCHI, assessore
MANDINI (Italia dei Valori)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MONARI (PD)
NOÈ (UDC)
MARANI (PD)
VILLANI (PDL)
CORRADI (Lega Nord)
VECCHI Alberto (PDL)
PAGANI (PD)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 2753
Delibera: «Approvazione 9° aggiornamento del programma regionale di investimenti in sanità (Allegato O) e contestuale parziale modifica di alcuni interventi di precedenti programmi regionali.» (Proposta della Giunta regionale in data 28 maggio 2012, n. 680) (80)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
PIVA (PD)
VILLANI (PDL)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MANDINI (Italia dei Valori)
MONTANARI (PD)
MALAGUTI (PDL)
OGGETTO 2725
Delibera: «Approvazione del rendiconto consuntivo dell'esercizio finanziario 2011. Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012, assestamento e primo provvedimento di variazione dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 21 maggio 2012, n. 659) (81)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MEZZETTI, assessore
GRILLINI (Italia dei Valori)
Risoluzioni sulla produzione di energia da fonti rinnovabili
(Oggetti 2600 - 2614 - 2616 - 2622 - 2681 - 1021 - Continuazione discussione)
PRESIDENTE (Richetti)
ALESSANDRINI (PD)
MARANI (PD)
MEO (SEL - Verdi)
POLLASTRI (PDL)
MONARI (PD)
NOÈ (UDC)
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Richetti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettronica
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni e risoluzioni annunciate
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
La seduta ha inizio alle ore 15,07
PRESIDENTE (Mandini): Dichiaro aperta la ottantanovesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Giustifichiamo l'assenza per impegni istituzionali del Presidente della Giunta Errani, della vicepresidente della Giunta Saliera, dell'assessore Bianchi e dei consiglieri Filippi e Riva.
Sullo svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Mandini): Comunico che, avendo la consigliera Meo ricevuto dall'assessore risposta scritta alla sua interpellanza, non è richiesto l'intervento in Aula.
Pertanto, chiudiamo i lavori e li riapriremo alle 15,30.
(La seduta, sospesa alle ore 15,08, è ripresa alle ore 15,36)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo i lavori di questa seduta continuando l’esame del seguente oggetto:
OGGETTO 2728
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"» (40)
(Continuazione esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 2728/1 - Dichiarazioni di voto e reiezione) (61)
PRESIDENTE (Richetti): Siamo, nell’ambito dell'esame dell'articolato, all'articolo 18. Vi comunico che, a proposito della discussione sospesa nei lavori della mattinata, è stato presentato un subemendamento numerato come 15, che vi è stato distribuito; a seguito di tale presentazione sono ritirati gli emendamenti 1, 2, 3, 4 a firma della consigliera Marani, mentre il subemendamento sostituisce l'emendamento 5.
Sull’articolo 18 insistono due emendamenti: l’emendamento 2 a firma della consigliera Marani, che è stato ritirato, mentre rimane l'emendamento 11 a firma del consigliere Pollastri. Dichiaro aperta la discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Colgo l'occasione del mio emendamento modificativo al testo per rimarcare - mi sembra questa la sede sotto il profilo politico - quanto accaduto questa mattina. Non potendo più, essendo chiusa la discussione generale, presentare una sospensiva, avevo pensato di rivolgermi al relatore di legge, che è il punto di riferimento istituzionale, presidente, perché quanto è accaduto questa mattina è un problema di natura politica, che poteva rendere opportuno a mio avviso, ai sensi dell'articolo 30, un ritorno del provvedimento in Commissione.
Lo devo dire, perché non possiamo, assessore, sottacere quanto si è consumato in Aula questa mattina rispetto alle prese di posizione del collega dell'Italia dei Valori e della collega Marani del Partito democratico, cosa che probabilmente poteva essere scongiurata prima.
Avrei formulato questa proposta, ma solamente il relatore avrebbe potuto, ai sensi del comma 8, richiedere una sospensiva e rinviare in Commissione il provvedimento. Questo serve perché rimanga agli atti di questa discussione questa problematica, questo intoppo che si è verificato in seno alla maggioranza questa mattina.
Per quanto riguarda invece il testo, sappiamo che l'assessore non recepirà gli emendamenti e nella fattispecie l'emendamento dal sottoscritto proposto, e sotto questo profilo manteniamo quindi il nostro voto di astensione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione dell’emendamento 11. Nomino scrutatori i consiglieri Marani, Carini e Pollastri.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11 a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 11 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 18 così come non emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 18 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 19, sul quale insisteva l’emendamento 3, che è stato ritirato, dunque non insistono più emendamenti. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 19.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 19 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 20. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 20.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 20 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 21. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 21.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 21 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 22. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 22.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 22 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 23. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 23.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 23 è approvato.
Passiamo all’articolo 24, su cui insiste l’emendamento 12 a firma del consigliere Pollastri.
Discussione generale su articolo ed emendamento. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12 a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 12 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 24.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 24 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 25. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 25.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 25 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 26. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 26.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 26 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 27. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 27.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 27 è approvato.
Passiamo all’esame dell’articolo 28. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 28.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 28 è approvato.
Passiamo all’articolo 29. C’è una correzione materiale, che non è neppure da mettere in votazione: al comma 1, dove sono elencati i commi abrogati della L.R. n.1 del 2000, il n. 3 va cassato, perché già abrogato dalla citata legge.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 29.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 29 è approvato.
Passiamo all’articolo 30, su cui insiste l’emendamento 4 a firma della consigliera Marani, che è stato ritirato, e l’emendamento 5, che contiene un subemendamento, il 15, che di fatto lo riscrive, a firma dell'assessore Marzocchi e della consigliera Marani.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo, emendamenti e subemendamento.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Marzocchi. Ne ha facoltà.
MARZOCCHI, assessore: Nel dibattito il tempo che ci siamo dati per affrontare la proposta che l’emendamento presentato dalla consigliera Marani sottoponeva alla nostra attenzione ci ha permesso di fare una valutazione di merito più precisa e puntuale, che spero chiarisca che la preoccupazione colta dalla consigliera Marani, e che anch'io avevo colto, era quella di non fare un percorso che mettesse in difficoltà gli Enti locali.
Questo percorso era previsto dall’articolo 30, che prevedeva un anno di tempo per passare a un'unica Commissione istruttoria per dare atto al percorso di semplificazione. Con questo subemendamento proponiamo che la norma transitoria renda obbligatorio per tutti i Comuni dotarsi della Commissione di livello distrettuale, per cui abbiamo prorogato a due anni. Questo è scritto nel subemendamento e in questo modo abbiamo risolto il problema del dare il tempo di attuazione, senza lasciare dubbi sull'orientamento che è quello del lavoro nel livello distrettuale, quindi non c'è più confusione sul voler ritornare al livello provinciale.
Faccio presente che abbiamo 348 Comuni e 9 Province, i nostri nidi sono presenti in più dell'80 per cento dei Comuni e, se avessimo lasciato gli Organismi istruttori nei livelli comunali o sovracomunali, avremmo mantenuto un eccessivo numero di organismi istruttori territoriali. In questo modo siamo orientati nel lavoro distrettuale, che ci porterà ad avere non 9, ma 38 Commissioni, e valorizziamo il percorso di lavorare sul distretto, così come avevo detto quando vi ho presentato il provvedimento.
La confusione si è generata perché per semplificare questo percorso si era pensato di tornare al livello provinciale con la Commissione che avevamo già. Non vogliamo tornare indietro: vogliamo giustamente andare avanti nel faticoso cammino di costruire un welfare a livello dei territori più vicino ai nostri cittadini e con i Comuni associati. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Marzocchi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Credo che questa sia la dimostrazione che quando l'obiettivo da perseguire è giusto e c’è la volontà di raggiungerlo le strade migliori si trovano.
Prendo atto che l'assessore giustamente si è preoccupata nel ruolo che le compete di farsi carico di una situazione di passaggio perché magari la tempistica inizialmente prevista di un anno non è sufficiente. Se l'assessore dice che servono due anni per garantire maggior tranquillità, non abbiamo motivo per recriminare su questo.
L’importante è che si prosegua sulla strada dell'innovazione, che lo spirito della legge prevede anche per questi casi, e chiediamo all'assessore che venga svolta un'opera di monitoraggio costante presso i distretti, perché si arrivi alla costituzione di queste Commissioni ben prima della scadenza, perché ci devono essere anche degli aspetti funzionali.
In quest'Aula è stato richiamato il discorso sui problemi della maggioranza, ma credo che non sia questo il tema. Il tema è che questa maggioranza è costituita da più sensibilità, che hanno diritto di esprimere la propria opinione, questa maggioranza è composta da più partiti, ma tutti comunque hanno uno spirito collaborativo per cercare problemi nella maggioranza. Siamo sicuramente una maggioranza che discute non nelle segrete stanze, ma nelle sedi preposte come questa Aula sovrana.
Credo che questo sia indice di trasparenza e di buona volontà, e come tale dovrebbe essere apprezzata. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Intervengo per sottolineare che, rispetto al problema e alla confusione (uso le parole utilizzate dall'assessore) che si erano creati questa mattina, avete comunque messo una pezza rispetto a un grande buco presente nel provvedimento.
La domanda che mi faccio e che vi faccio è come mai il Consiglio delle Autonomie locali non avesse evidenziato questo tipo di problematica, perché spesso il Consiglio delle Autonomie Locali serve per dare copertura a pareri rispetto a provvedimenti che la Giunta porta avanti, ma mi sembra che nella fattispecie che si è perpetrata questa mattina sull’articolo 14 sia stato silente o almeno, assessore, non abbiamo avuto notizia su questo.
Proprio per questo motivo avevo chiesto se il relatore su un tema così importante potesse rinviare il provvedimento e farlo tornare in Commissione anche per un altro fatto di natura politica - vedo l'attento collega Montanari - : la direttiva di cui si è tanto parlato questa mattina, che è il punto su cui il nostro Gruppo ha espresso riserve, come ha detto bene il collega Lombardi, nel dare alla Giunta una cambiale in bianco su questo, sembra comunque già pronta, già confezionata e comunque nel cassetto.
Sarebbe stato quindi opportuno (questa è la mia posizione politica) per il primo motivo e per questo motivo un ritorno in Commissione del provvedimento. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per comunicare il nostro voto di astensione su questo subemendamento, ritenendo che siano troppi due anni, pur comprendendo il compromesso della discussione, mentre voto ovviamente positivo come per il resto sull’articolo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Per esprimere ovviamente il voto favorevole, ma anche perché non capisco la strumentalizzazione e francamente, quello accaduto, mi pare un episodio da inquadrare più nell’ambito di emendamenti, di questioni tecniche rispetto a un provvedimento che nella dinamica generale, quotidiana dei provvedimenti viene esaminato in Aula.
Laddove però non solo da parte della maggioranza politica che governa e amministra la Regione Emilia-Romagna, ma in generale anche da associazioni, dal sistema non solo delle autonomie ma anche delle varie rappresentanze della società emiliano-romagnola siano portati suggerimenti o modifiche tesi a migliorare un testo, evidentemente è sempre l’Aula l’ultima istanza per poter toccare tecnicamente un provvedimento che è già stato licenziato e ha terminato il suo iter formale in Commissione.
Sinceramente non capisco tutta questa passione nel sottolineare un emendamento tecnico, che sicuramente poteva essere presentato dalla Giunta come nella modalità, ma che è stato presentato dalla consigliera Marani insieme a un pacchetto di altri emendamenti non per mettere alcuna bandierina politica, perché non sono emendamenti politicamente a vantaggio di qualcuno, ma sono emendamenti che cercano di dare un miglioramento alla messa a regime del provvedimento complessivo.
Dichiaro quindi il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico, ma esprimo anche stupore perché si vuole fare un caso rispetto a una questione che normalmente in una legislatura capita è capitata su qualunque tipo di provvedimento, su qualunque tipo di legge, e viene ovviamente derubricata come fatto tecnico di Aula. Rispetto ovviamente le opinioni dei colleghi e, se c'è stata una modalità un po' stravagante, siamo stati i primi a sottolinearlo, perché evidentemente c'era lo spazio - sono d'accordo con il collega Pollastri - perché il tavolo delle Autonomie locali segnalasse preventivamente, perché fosse un emendamento tecnico presentato dalla Giunta, ma sinceramente non vedo in tutta questa dinamica un pasticcio, anzi, come ben precisato dal collega Mandini, nel tentativo di migliorare su segnalazione degli Enti locali un articolo della legge, abbiamo ritenuto di doverne discutere in Aula serenamente, garbatamente, dando a tutti la possibilità di interloquire.
Non vi è quindi alcuna volontà della maggioranza di votare provvedimenti pasticciati, alcuna problematica di contraddizioni in seno alla maggioranza, ma la prossima volta cercheremo di rispettare e di fare rispettare una procedura consolidata, secondo la quale gli emendamenti della Giunta li presenterà la Giunta. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Per confermare il mio voto di astensione. Non finisce di stupirmi, al di là del fatto che mi stupisce chi non si stupisce, quanto è successo oggi in Aula, ma il tempo che si impiega per spiegarlo è sintomatico della difficoltà nel cercare di minimizzare l'episodio.
Mi dispiace per l'assessore Marzocchi, ed è un peccato che questo provvedimento così come è stato impostato risentirà dei due anni che dovranno passare da un livello autorizzativo che non era quello per cui si era lottato per cercare di semplificare le procedure.
Siamo abituati, aspetteremo altri due anni e comunque adesso rimandiamo il tutto alla direttiva. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 15, che ovviamente preclude l'emendamento 5 perché ne è interamente sostitutivo.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): Il subemendamento 15 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 30, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 30 è approvato.
Passiamo all’articolo 31. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 31.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 31 è approvato.
Torniamo ora sull'articolo 14, che è rimasto in sospeso nei lavori della mattinata. L’emendamento 1 a firma della consigliera Marani è stato ritirato.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 14.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 14 è approvato.
Abbiamo terminato l'esame dell'articolato. Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto complessive sul provvedimento di legge e sull'ordine del giorno ad esso collegato del consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Approfitto della dichiarazione di voto per riprendere brevemente le questioni che sono state sollevate dai colleghi rispetto agli emendamenti di oggi.
Mi pare veramente non corretto, rispetto alla discussione che abbiamo fatto in Commissione con un lungo lavoro di partecipazione di tutti i commissari nel merito del progetto di legge, e anche di una discussione molto libera nella quale sono state trovate le soluzioni più appropriate e più compatibili con la fase di transizione verso un nuovo modello di servizi 0-3 anni, ridurre una questione che è stata posta questa mattina come una preoccupazione, uscita dagli Enti locali - se volete non tempestivamente - in queste ultime giornate rispetto non al far saltare l'impianto della legge, la semplificazione, la distrettualizzazione delle competenze autorizzative, ma semplicemente porre una questione che era la seguente.
Poiché abbiamo avuto dagli Enti locali la dimostrazione che non tutti i Distretti avevano oggi le condizioni per poter procedere con i compiti autorizzativi che la legge attribuisce loro, era opportuno trovare le modalità perché questo non inceppasse un processo autorizzatorio, modalità che in questa fase, anche in relazione ai contenuti della legge (nuove sperimentalità, necessità di procedere verso nuove forme di nidi) potessero consentire di non arrestare questo processo di innovazione e quindi far sì che le Commissioni provinciali già istituite potessero continuare nel loro lavoro.
Ognuno è libero di avere l’opinione che vuole, e credo mi si debba riconoscere di aver assunto sempre posizioni assolutamente libere anche in ambito di Commissione, e non mi sembra imputabile che dietro al proporre di mantenere questa transitorietà si celasse un disegno demolitorio dei contenuti della legge.
Questo non dà valore a un lavoro importante, che è stato fatto nell'ambito del lavoro della Commissione e che mi vede esprimere un parere assolutamente positivo rispetto al testo di legge in approvazione e riprendere in dichiarazioni di voto 3 concetti che ritengo fondamentali di questo progetto di legge e della sua leva innovativa.
Come dicevano i consiglieri intervenuti in mattinata, partiamo da una percentuale di nidi che ci vede primi non solo a livello nazionale ma nel panorama europeo, con una qualità riconosciuta, ma abbiamo scelto di non fermarci su questo modello e di traguardare la possibilità di interpretare i cambiamenti delle nostre famiglie e del lavoro, e quindi l'esigenza di evolvere in questo sistema dell'offerta.
Lo abbiamo fatto tenendo conto di due esigenze: da una parte tenere fermo l'impianto educativo dei nostri servizi strutturati, che hanno un indiscusso riconoscimento nella qualità, dall'altra cercare di mettere in campo un sistema che potesse legare alla ricchezza del nostro sistema educativo anche quelli che abbiamo definito servizi ricreativi e di conciliazione.
Ritengo quindi che il merito di questo progetto di legge, che mi auguro fra poco diventerà legge, sia quello di aver voluto innestare elementi di innovazione sulla base di un impianto solido e collaudato e di fare in modo che tutte le nuove forme legate all'organizzazione delle famiglie, ai servizi ricreativi e conciliativi potessero avere un profilo anche di collegamento con il sistema dei servizi.
Ritengo che il subemendamento, così come proposto dall'assessore, abbia risolto una preoccupazione che ci veniva manifestata dagli Enti locali, che era appunto quella di correre il rischio di non essere pronti dal punto di vista delle strutture autorizzative nel poter procedere con le autorizzazioni necessarie.
Credo quindi che i due anni siano un tempo ragionevole per poterci attrezzare per fare questo, che questo non sia in contraddizione con lo spirito con il quale avevo presentato questi emendamenti e che raccolga questa istanza, e dichiaro quindi il voto favorevole del mio Gruppo al progetto di legge presentato, così come dichiaro il voto contrario all'ordine del giorno del consigliere Pollastri.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Lascio naturalmente al mio Capogruppo la dichiarazione di voto sul provvedimento complessivo, ma finché non verrà modificato il Regolamento, perché mi sembra che vengano avanti anche proposte per disciplinare le dichiarazioni di voto, utilizzo i cinque minuti per illustrare l'ordine del giorno che la collega Marani ha appena annunciato di respingere.
Nella discussione generale, presidente, ho evidenziato i contenuti di preoccupazione sul punto relativamente all'articolo 4, che prevede una categoria dei servizi della primissima infanzia che ha comunque delle tipologie diverse, con requisiti per cui il tipo di personale non necessita di svolgere le medesime mansioni o avere le stesse conoscenze teoriche.
Specialmente i servizi sperimentali più innovativi (questa è la mia posizione, che non è Vangelo) richiedono una minor strutturazione, non un elevato di titolo di studio o la grande esperienza già verificata sul campo. Ricordato che la richiesta di questi elevati titoli formativi rischia - questa è la preoccupazione - di frustrare la nascita di esperienze sperimentali, di cui abbiamo già numerosi casi in Emilia con tanti operatori (so che all'assessore non piace il termine Tagesmutter, ma è anche questo il caso perché vi sono operatori formati, che sono già in attesa di iniziare, e nella provincia di Piacenza sono tanti a non avere questo titolo perché la legge si vota oggi e poi ci sarà anche la famosa direttiva di cui abbiamo già parlato), questo ordine del giorno raccoglie questa preoccupazione, assessore.
Questa parificazione troverebbe infatti questi operatori scoperti per quanto riguarda l'offerta del servizio. Sottolineato che l'articolo 32 della L.R. n. 1/2000 prevede la redazione di una direttiva in cui vi sia questa definizione di titolo di studio, l’atto impegnava la Giunta a consentire in sede di disciplina che la fornitura dei servizi sperimentali possa avvenire anche con personale non dotato di quel tipo di titolo di studio. Questa è la sostanza di un ordine del giorno che prende le mosse da una realtà, non da un'aspettativa futura, che però voi, respingendo questo ordine del giorno, negate nei fatti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Grazie, presidente. Al di là di tutte le argomentazione che ho sentito nella discussione generale di questa mattina e di un atteggiamento molto buonista anche da parte dei colleghi del mio Gruppo che hanno partecipato ai lavori della Commissione, credo che questo progetto di legge sia uno schema all'interno del quale debbano essere messe delle prassi.
Siccome sono più vecchio di appartenenza in questa Assemblea rispetto ad alcuni dei colleghi che sono intervenuti, mi permetto di fare alcune altre considerazioni molto brevemente in dichiarazione di voto, che premetto sarà un'astensione per il lavoro che è stato fatto, ma non per la sostanza di quello che alla fine esce da quest'Aula.
Ormai è un dato assodato che, al di là dei buoni propositi, se leggiamo il dispositivo generale, abbiamo delle parole molto importanti come semplificazione e sburocratizzazione, però la ciccia - consentitemi questo termine non molto urbano - c’è laddove la direttiva della Giunta uscirà con le argomentazioni che servono a livello locale per implementare i servizi.
Non sono quindi del tutto d'accordo con la consigliera Marani quando dice che il nostro sistema è molto accogliente, in grado di dare risposte, perché è un sistema che oggi in tutta la regione, in tutte le Province, lascia fuori dai servizi educativi 0-3 anni migliaia di bambini perché le strutture non ci sono.
Dobbiamo confrontarci quindi con questo dato, e, se parliamo di semplificazione e sburocratizzazione, questo è il dato di partenza, non è il dogma rispetto a un pubblico che deve dettare delle regole ferree, attraverso le quali si incrementa un sistema che non è in grado di accogliere migliaia di bimbi che rimangono fuori dai servizi educativi della Regione Emilia-Romagna.
Ecco perché sono assolutamente scettico davanti a questo progetto di legge, dico che c'è un'astensione e che francamente che sarei stato meno benevolo, però è un'apertura rispetto a quello che ha detto l'assessore, che porterà in Aula la direttiva. Mi rammarico che l'assessore abbia detto di votare la legge perché la direttiva è già pronta e domani ci verrà data. Come tutta la Regione Emilia-Romagna sa, come tutti i dirigenti dei servizi educativi di ogni Comune della Regione Emilia-Romagna sa, la direttiva è uno strumento in itinere da tempo, che comunque avete già cotto prima ancora che questa legge venga votata.
Sono quindi estremamente preoccupato, perché dire che i servizi educativi altri, quelli integrati rientreranno nell'ordinarietà significa produrre l'ennesima legge antisussidiaria della Regione Emilia-Romagna, di cui abbiamo avuto esempi drammatici. La legge antisussidiaria per definizione è quella che ha creato le aziende servizi alla persona, che ha provocato enormi danni a tutti gli Enti locali, ha dissipato il patrimonio che la filantropia di questa Regione datata centinaia di anni aveva accumulato, senza che vi sia una maggiore qualità dei servizi con una minore spesa da parte dei singoli cittadini.
Temo che questo succederà anche con l'approvazione di questa legge, per cui la nostra è un'astensione con cui riteniamo di poter agevolare un dialogo che si traduca in una direttiva, che dia veramente semplificazione, sburocratizzazione, maggiori possibilità di accesso a quelle migliaia di bambini - torno a ripetere, consigliera Marani - che in ogni Comune della nostra Regione sono fuori dai servizi educativi, perché lì non trovano posto.
Ci sono delle esperienze in questa Regione, che sono state combattute in parte anche con procedimenti dell’assessorato competente e di questa Assemblea negli anni passati. Uno per tutti è quello che ha portato nella prima città dell'Emilia-Romagna a implementare in modo organizzato la presenza delle Tagesmutter, per le quali occorre non una laurea ma un percorso abilitativo rispetto a un’esperienza che in Italia vige da tempo, che è quella di Trento, con dei formatori che hanno potuto formare 32 persone che oggi danno questo tipo di servizio, che il Comune controlla, che è giusto che la Regione possa controllare attraverso non organi burocratici.
Non è pensabile che per accedere alla possibilità di erogare questo servizio qualcuno possa stabilire che occorre la laurea in pedagogia, perché non è così, perché la sussidiarietà implica che ci siano una formazione rispetto al servizio erogato e un controllo.
Questa esperienza che c'è a Parma e che già comincia a essere oggetto di attenzione da parte di altre realtà locali, ma che a Trento e Bolzano esiste da molto tempo, e sapete bene che esiste una consuetudine molto datata rispetto alle Facoltà di Sociologia di quelle Università, con questa legge così com’è, senza una direttiva che sia veramente semplificazione e sburocratizzazione, secondo me va a morire.
Credo che in questa regione sia necessario far sì che vi sia una maggiore disponibilità di servizi e una maggiore facilità di accesso. Oggi questa legge è un quadro, ma, se la direttiva non uscirà con alcune caratteristiche laddove vedo la necessità del titolo di studio che, il coordinatore pedagogico che, il Comitato e il sottocomitato, questo mi fa presagire che sarà la solita legge antisussidiaria, che farà sì che a maggior ragione e ancor di più molti bimbi rimangano fuori dai servizi educativi perché le amministrazioni non possono reggere questo peso economico e non c'è soprattutto un'apertura alla società civile, che vuol farsi carico di una responsabilità educativa in un percorso di adeguamento e di formazione, per cui è esattamente il contrario di quello che è.
Mi auguro che ciò non avvenga e che la direttiva che apprendiamo già pronta, quindi preparata ancor prima che la legge venga votata, arrivi in quest'Aula e ci dia la possibilità di esprimere questi concetti che consideriamo di grande apertura, che possono dare una maggiore soddisfazione alla domanda di questi servizi in tutta la Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Villani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Intervengo per annunciare il voto di astensione del Gruppo Lega Nord su questo progetto di legge presentato dalla Giunta, nell'ambito del quale comunque riteniamo opportuno evidenziare la presenza di aspetti importanti, che crediamo possano migliorare l'attuale servizio fornito ai nostri cittadini.
Abbiamo già evidenziato negli interventi precedenti come permangano a nostro giudizio delle criticità, che non sono state del tutto superate con l'accoglimento di alcuni dei nostri emendamenti. Rimane il problema sollevato da altri colleghi rispetto alla capacità degli Enti locali di questa Regione di fornire, in modo universalistico, l'accesso ai servizi alla prima infanzia.
Questo è il problema vero che rimane, abbiamo liste d’attesa molto numerose soprattutto nelle città capoluogo. Provengo da una città che ha circa 1.400 bimbi in lista d'attesa e, pur avendo incrementato enormemente l'offerta, non riesce a star dietro alla crescita della domanda, problema che ritroviamo non solo nelle città capoluogo, ma anche nei Comuni medio-piccoli.
Sottolineiamo con favore l'accoglimento dell'emendamento che ha reintrodotto il lavoro di squadra tra servizi educativi comuni e USL a favore dei bambini affetti da disabilità; sottolineiamo altresì con favore l'accoglimento dell'emendamento che consente ai Comuni soprattutto montani di mettersi in squadra e di consentire l'accesso ai servizi educativi non solo ai propri residenti, ma anche a residenti nei Comuni limitrofi, perché riteniamo che questo sia un modo corretto per favorire la popolazione di quei territori.
Purtroppo ci rammarichiamo di come alcuni passaggi in positivo siano stati fatti nella parte relativa ai servizi baby parking (se vogliamo usare un termine omnicomprensivo) e tuttavia permanga all'articolo 1, essendo stato respinto l'emendamento, la volontà di circoscrivere questo solo ad attività meramente ricreativa, mentre, come abbiamo sottolineato - anche il mio collega l'ha fatto - sia in Commissione che in sede di dibattito in Aula, oggi queste strutture private hanno una tendenza positiva nello sconfinare almeno in parte in progetti educativi, che l'attuale formulazione rischia invece di ricomprimere, riducendo solamente a una funzione di mero parcheggio.
Nel complesso, restiamo in attesa di poter conoscere i contenuti della direttiva, che sarà il vero atto in cui andrete a declinare il provvedimento, ma mi auguro che ci sia da parte della maggioranza la stessa disponibilità dimostrata anche nel testo di legge a collaborare e a tenere in giusta considerazione le proposte e gli interventi dei consiglieri di opposizione. Rinviamo a quella fase un giudizio complessivo rispetto al meccanismo che andiamo a ridisegnare dei servizi all'infanzia, rimarcando ancora una volta come questo aspetto sia per noi fondamentale, perché andiamo a toccare elementi estremamente sensibili perché si parla dei minori e dobbiamo anche tener presente che dietro ogni minore c'è un nucleo familiare spesso in difficoltà, mai forse in difficoltà come in questo periodo, e avere un'offerta che consenta di conciliare il tema del lavoro e il tema dei figli è oggi più di ieri una priorità essenziale per la nostra Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Su questo tema abbiamo dibattuto largamente in Commissione e, come in Commissione ci siamo astenuti, oggi i miei colleghi sono intervenuti motivando questa nostra astensione.
La Regione Emilia-Romagna è una delle prime Regioni in Italia che, come spesso avviene nel nord Italia, ha la capacità di riuscire a dare delle risposte ai problemi della prima infanzia attraverso i servizi educativi. Questo deve indurci a fare sempre meglio, anche se sappiamo perfettamente che con l'evolversi della società questo tipo di domanda ha sempre maggiori esigenze.
Anche se siamo tra le Regioni più all'avanguardia come spesso avviene nel nord Italia, questo deve indurci a cercare di fare ancora meglio per andare incontro alle esigenze espresse dalle famiglie e dei cittadini della nostra Regione. Concordo anch'io come ha detto il consigliere Corradi sui temi importanti di attenzione sui Comuni montani e sulla disabilità.
Rimane certamente anomalo il fatto che in Emilia-Romagna vogliamo modificare ciò che da anni viene fatto in maniera esaustiva e ottimale in altre regioni italiane. Mi riferisco al Trentino Alto Adige, a Trento e Bolzano, dove abbiamo il tema delle Tagesmutter, che sono state portate in alcune città come Parma, come evidenziato dal nostro Capogruppo Villani. Abbiamo una prassi già consolidata, abbiamo anni di attività e risultati ottimali, ma andiamo sempre a modificare per il desiderio di essere sempre un pochino diversi, cercando di essere i migliori, con modalità che invece non fanno altro che creare barriere e limiti, e mettere in difficoltà situazioni già chiare, normate e da anni operative nel resto del territorio.
Credo che si sia inserita troppa rigidità e che debba invece essere centrale il principio di sussidiarietà orizzontale. Se quindi vogliamo far sì che questo sia vincente, non dobbiamo mettere troppe barriere. Tutte le limitazioni che abbiamo introdotto, che danno una caratterizzazione emiliano-romagnola a un'impostazione che era già ottima ed estremamente operativa in altre regioni, non fanno altro che modificare in negativo qualcosa che già opera in maniera eccezionale in Trentino-Alto Adige e quindi anche su Parma. Questo è uno dei motivi per cui ci siamo astenuti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Vecchi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente. È già intervenuta la collega Marani, ma volevo solo precisare una questione in particolare al collega Villani, che paventa l'idea che ci sia una direttiva già preconfezionata rispetto alla quale questa Assemblea per l'autorevolezza e per il suo ruolo sovrano non sia in grado di intervenire.
Si tratta di un percorso già avviato, già messo in agenda rispetto alla Commissione che presiedo, che prevede non solo la discussione aperta rispetto alla direttiva, ma anche un'audizione con tutti i rappresentanti della società interessati a questa materia, che è quella dell’educazione 0-3 anni, che analizzerà e potrà proporre riflessioni ulteriori rispetto a quella direttiva, che vorrei ricordare non nasce da un gruppo segreto che sta scrivendo norme rispetto alle quali noi non possiamo intervenire, ma nasce da un gruppo tecnico, rappresentativo di una parte importante dei Comuni di questa Regione, tra cui anche il Comune di Parma, di oltre 30 tecnici e rappresentanti dell'associazionismo privato, della cooperazione, della FISM e di altre associazioni, che cercherà di fare sintesi con una proposta che passerà dalla Giunta, dalla Commissione, dall'audizione, poi tornerà in Commissione e porteremo in questa Assemblea.
Credo, consigliere Villani, che esistano argomenti rispetto ai quali si marcano le diversità e forse anche un coraggio maggiore rispetto a una serie di innovazioni, però non si può non prendere atto oggi che invece, a differenza di quello che viene ancora detto, sono stati introdotti importanti elementi di flessibilità, elementi che permettono la gestione anche di un associazionismo familiare, dei cosiddetti "micronidi", che dovranno essere poi regolamentati rispetto a ciò che dice la direttiva, che offrono oggi la possibilità di dare una risposta che in questa Regione è oggi una risposta di eccellenza rispetto ai parametri che Lisbona 2020 ci poneva e che altre Regioni in questo Paese non hanno.
Si può poi ragionare se si potesse fare di più, e si può senz'altro fare di più e meglio, ma bisogna prendere atto che rispetto alla rigidità, ai livelli standard, ai livelli funzionali, a tutte le condizioni che impedivano la sperimentazione presso il domicilio familiare e presso micronidi per avviare queste esperienze, oggi questa Assemblea con questa legge le ha tolte o ridotte, mettendo in condizioni di avviare sperimentazioni che attraverso la direttiva dovranno trovare una regolamentazione precisa.
Certo rimane un tema, quello che Pollastri evidenziava, che è quello del titolo di studio, che non sarà il tema della laurea in pedagogia o in psicologia, perché non ci vorranno dei premi Nobel per fare questa sperimentazione. Credo non sia interesse né di questa Regione né di nessuno di noi abbassare i livelli di qualità, perché stiamo trattando di educazione e non semplicemente di badantato e di garantire un’assistenza temporanea a dei bambini in qualunque luogo e in qualunque modo, ma dentro un’esperienza, una tradizione e una storia che è la passione educativa di questa Regione.
Credo che gli strumenti di flessibilità oggi introdotti troveranno nella direttiva, su cui avremo modo di discutere e di confrontarci, gli strumenti per dare corpo ad altre esperienze che vanno verso quell'idea, che condivido, di una sussidiarietà orizzontale, che sta cominciando in nuce a vedersi, che si sta concretizzando in questa Regione, con le difficoltà e i limiti che ci sono a passare da una struttura che ha dato esiti positivi in questi dieci anni e che oggi deve adeguarsi.
Pur mantenendo opinioni diverse rispetto a questa questione, dovremmo avere anche l’umiltà e la responsabilità di capire che oggi approviamo un testo che ci permette di fare ulteriori passi avanti. Se poi questi saranno insufficienti, ognuno trarrà le proprie conclusioni politiche al momento opportuno.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pagani.
Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 2728/1 a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’ordine del giorno è respinto.
Si proceda alla votazione dell’intero testo di legge oggetto 2728, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
39
Assenti
11
Favorevoli
28
Contrari
--
Astenuti
11
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"».
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia per il verbale. Ne ha facoltà.
FAVIA: Per aggiungere il mio voto favorevole, che non è stato registrato.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Abbiamo licenziato l'oggetto 2728.
OGGETTO 2753
Delibera: «Approvazione 9° aggiornamento del programma regionale di investimenti in sanità (Allegato O) e contestuale parziale modifica di alcuni interventi di precedenti programmi regionali.» (Proposta della Giunta regionale in data 28 maggio 2012, n. 680) (80)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo all’oggetto 2753 «Proposta recante: "Approvazione 9° aggiornamento programma investimenti in sanità (Allegato O) e contestuale parziale modifica di alcuni interventi di precedenti programmi regionali. Proposta all'Assemblea legislativa" (delibera di Giunta n. 680 del 28.05.12)».
La Commissione "Politiche per la salute e Politiche sociali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 12 giugno 2012 con la seguente votazione: favorevoli 29, contrari nessuno, 7 astenuti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Grazie, presidente. Dirò poche parole per dichiarare la positività di questo atto deliberativo che vede un impegno di risorse regionali di 11.700.000 euro, ripartiti in diverse aziende sanitarie.
Nella delibera vi sono interventi spalmati su tutto il territorio, che vanno da acquisti di arredi fino ad attrezzature, a innovazioni tecnologiche e ristrutturazione di edifici. Il senso di questa delibera è molto tecnico, però è anche politico in un momento così difficile per la sanità.
Chi è attento avrà infatti letto recentemente il rapporto del Censis, dove si evidenzia come nel 2011 oltre 9 milioni di persone abbiano rinunciato a parte o al totale delle cure sanitarie per mancanza di disponibilità economico-finanziarie e oltre il 30 per cento per le liste d'attesa lunghe. Rinnovare gli edifici e investire sulle tecnologie crea quindi le condizioni di maggiore facilità di approccio ai servizi sanitari.
Riaffronteremo sicuramente questo tema in sede di assestamento di bilancio, perché la sanità avrà un ruolo importante. Ritengo che alcune considerazioni anche di politica sanitaria andranno fatte in quelle sedi. Concludo quindi con un apprezzamento per questo tipo di deliberazione, che premia chi ancora oggi, in questo momento di difficoltà, vuole investire in tecnologia e in innovazione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Il consigliere Piva ha toccato un argomento che diventerà ancora più di attualità, se il Ministro Balduzzi terrà fede a quello che ha già preannunciato in Conferenza Stato-Regioni e a quello che mi risulta anche all'assessore regionale alla sanità, cioè la necessità nell'ambito della spending review di un taglio di ulteriori 1 miliardo e 800 milioni rispetto alla spesa sanitaria.
Da questo punto di vista mi pare di capire che anche noi avremo la necessità di reperire un po' di fondi in ognuna delle nostre aziende universitarie ospedaliere e in ciascuna delle nostre aziende sanitarie locali, soprattutto nelle aziende sanitarie locali in quanto committenti rispetto a molti servizi.
Credo anch'io che questo sarà un argomento molto importante e significativo nei prossimi mesi e che 11.700.000 euro di finanziamenti che vengono messi a disposizione con questo provvedimento non siano assolutamente marginali, però non possano passare facendo di ogni erba un fascio nonostante l'erba buona e qualche stecco secco, senza fare un minimo di autocritica rispetto ad alcune delle situazioni evidenziate in questo pacchetto.
Credo che sia assolutamente uno scandalo che dopo vent'anni ci sia ancora la necessità di erogare più di 5 milioni per l'ospedale di Cona, che è lo scandalo sanitario di questa regione, che ci costa centinaia di milioni di euro per la cattiva gestione, sul quale incombono anche provvedimenti assai pesanti (gli ultimi da pochi giorni). Questo per sottolineare che non possiamo sempre adottare questo buonismo, che ci spinge a dire come siamo bravi, nonostante il clima generale abbiamo 11 milioni, perché il 50 per cento di questi 11 milioni va ancora all'ospedale di Cona, di cui si parlava ben prima del 2000, quando sono giunto in questa Assemblea e rispetto al quale questa Regione ha sperperato quasi 280 milioni di euro.
Dobbiamo dirci queste cose, perché sembra che facciamo delle operazioni fantastiche quando in realtà rincorriamo soluzione di problemi che sono stati creati dalla vostra amministrazione nella fattispecie, e spero che la magistratura, che è sempre molto attenta a tutto quello che vola anche a livello basso in alcune Province dell'Emilia-Romagna, abbia anche l'attenzione dovuta in altre realtà.
Voi avete addirittura individuato il Commissario per terminare quest'opera faraonica che è nata su un terreno da bonificare. Ero nella Commissione quando i soldi sono stati distratti dai capitoli dell'agricoltura per bonificare, perché c'era l' acqua e avevate già fatto le palafitte per realizzare questo ospedale, quindi uno scandalo assolutamente vergognoso di cui spero che qualcuno possa pagare il fio.
È giusto quindi che noi diciamo che il 50 per cento di questi soldi che sono tanti, soldi buoni per la sanità buona, vada a coprire questa vergogna. Oltre a questo, in un tempo di ristrettezze vedo che noi spendiamo 1,5 milioni in arredi, in varie attrezzatura che non si capisce quali siano, nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Piacenza, un ospedale che è stato costruito non più di un decennio fa.
Leggo anche che bisogna rinnovare tecnologie in ambito plurispecialistico e multidisciplinare dell'Azienda ospedaliera Università di Modena (150.000 euro), ma mi sembra che questa azienda abbia una certa valenza, per cui in ambito polispecialistico è una terminologia molto generica, tenendo anche conto che a Modena, a differenza di altre realtà, in venti chilometri ci sono l'Azienda Ospedale Università, Baggiovara, Carpi, Vignola, che è uno sperpero dal punto di vista della razionalizzazione della spesa pubblica che nelle altre province non avete fatto perché avete chiuso i plessi, mentre qui in 25 chilometri ci sono 4 plessi ospedalieri, ma lasciamo stare Modena perché con quello che è successo non deve essere oggetto di una polemica.
Aggiungo la chicca: qualcuno si è permesso di rallegrarsi perché arrivano 2 milioni per l'ospedale dei bambini, ma rispetto a quell'investimento la Regione Emilia-Romagna non ha messo quasi nulla, perché quello è un investimento fatto in parte dallo Stato (pregresso Ministro della sanità di un altro Governo che non nomino), dalla Fondazione Cassa di risparmio di Parma, dal Comune di Parma (pregressa amministrazione che non nomino), da alcuni soggetti privati, nella fattispecie una grande industria alimentare e una grande industria di costruzioni di Parma, senza che la Regione mettesse nulla.
La Regione però arriva buon ultima e mette qualcosa. In un clima di ristrettezze economiche siamo riconoscenti, ma ricordiamoci che rispetto a quello che va all'ospedale dei bambini questo è il nulla.
Siccome però, al di là di quello che mi premeva sottolineare che il 50 per cento va a coprire la vergogna della sanità emiliano-romagnola che è l’ospedale di Cona, ci sono anche alcune questioni che hanno importanza, non sarà un voto contrario, ma sarà un voto di astensione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Villani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Presidente, pur trovando alcuni interventi che non si possono giudicare in maniera negativa, a causa di questi finanziamenti, di questi 5 milioni di euro nel pozzo senza fondo dell'ospedale di Cona, che ha dimostrato tutta la mala gestione amministrativa dal punto di vista dell'edilizia sanitaria in questa regione, noi non potremo votare a favore di quest'atto amministrativo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Ho ascoltato l'intervento del collega Villani, che non vedo più presente in sala, e devo dire che alcune sue considerazioni mi lasciano veramente sconcertata, perché mi appaiono totalmente avulse (probabilmente con la sua consapevolezza) da un contesto generale di riferimento, del quale non si può non tener conto. Provo a contestualizzare.
Con questa delibera modifichiamo un piano già di qualche anno fa, con cui abbiamo stanziato delle risorse a favore di una serie di investimenti alle nostre aziende ospedaliere e sanitarie. Nel corso degli anni, come è giusto che sia, c'è la loro legittima richiesta di modifiche a quel Piano degli investimenti perché possono essere subentrate delle diverse necessità, perché si deve essere efficienti ed efficaci nel prevedere interventi probabilmente in quel contesto più utili alla realizzazione di un interesse di carattere generale.
Con questa delibera, quindi, aggiorniamo - ed è il nono aggiornamento - il nostro programma regionale di investimento, a investimento invariato perché sin dal 2008 è bloccato in sede di Conferenza Stato-Regioni e in sede di Governo tutto il provvedimento che riguarda l'erogazione di un fondo per gli investimenti in sanità, di cui c'è assoluta necessità.
Questo problema di recupero di risorse purtroppo legate alle politiche al contrario di taglio e di ridimensionamento del Sistema sanitario nazionale, a partire dal taglio del fondo nazionale, è la questione centrale della quale dobbiamo tener conto. In Commissione con l'assessore Lusenti siamo già d'accordo che faremo un ulteriore aggiornamento dell'informativa, per esempio della trattativa in merito al Fondo sanitario nazionale del 2012.
Ricordo ai colleghi consiglieri che si è raggiunta un'intesa tra le Regioni tutte e il Ministero della salute per la modalità di distribuzione e di erogazione del Fondo sanitario nazionale per il 2012. A fronte di quella intesa, tutte le Regioni hanno previsto i loro interventi e l’organizzazione della loro spesa sanitaria. Ebbene, a bilanci di previsione approvati, il Ministero dell'economia e delle finanze ha bloccato la sottoscrizione dell'intesa, prevedendo un ulteriore taglio ad anno in corso 2012 di 1,5 miliardi di euro.
Potrei aggiungere altri esempi, ma mi viene in mente questo, quindi la riflessione va fatta tenendo conto oggettivamente del contesto in cui siamo e attribuendo in maniera più corretta le responsabilità delle difficoltà di un sistema, che per quanto riguarda la nostra Regione e il nostro Paese costa una percentuale di PIL inferiore a quella della media europea, che sulla base delle stesse tabelle ministeriali o di valutazioni di istituzioni attribuiscono un livello di efficacia, di efficienza e di economicità appunto che lo rende uno dei migliori sistemi mondiali, dunque l’Italia insieme al Canada e dall'Italia la sanità emiliano-romagnola sulla base di una serie di indicatori.
Nessuno sostiene che non sia necessario lavorare meglio e introdurre quella serie di necessarie modifiche anche di tipo organizzativo, che mettono in condizione di assumere all'interno del sistema i risultati della ricerca medico-scientifica in questo campo. Si tratta di una fondamentale necessità perché dobbiamo offrire la proposta sanitaria al momento migliore, mettendola a disposizione dei nostri cittadini.
Come fa la Regione a redigere delibere di questo tipo e in questo caso ad aggiornare il proprio Piano degli investimenti? Riceve in maniera lineare e trasparente le richieste delle aziende sanitarie, perché questo è quello che avviene, ne esamina le ragioni e riporta in Assemblea legislativa le modifiche a risorse già stanziate. Qui non andiamo a mettere risorse in più, ma ridefiniamo alcune linee di investimento in sanità alla luce di richieste specifiche che ci arrivano dai territori, dalle aziende sanitarie e dalle aziende ospedaliere.
Onestamente non vedo le cose che ha sollevato il collega Villani, credo che alcune discussioni eventualmente vadano fatte a livello di territorio, nella discussione all'interno delle Conferenze sociosanitarie territoriali, quando è il momento di discutere a partire da quel livello i bilanci delle aziende sanitarie e alcune scelte relativamente ai Piani attuativi locali (PAL). Credo che la Regione correttamente metta a disposizione del sistema le risorse che ha, e il fatto che abbia garantito per esempio per il 2010, pur con le difficoltà alle quali facevo riferimento prima, le stesse risorse dell'anno precedente va considerato un risultato non trascurabile.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, in questo momento reperire risorse così importanti e significative per il comparto della sanità emiliano-romagnola è sicuramente un'operazione importante, che ancora una volta ci contraddistingue per la sensibilità rispetto a queste prestazioni fondamentali per i nostri cittadini.
L’entità della cifra stanziata è importante oggi più che in ogni altro momento di fronte alla crisi economica, però c'è anche da osservare che non è un provvedimento solo di natura tecnica, ma evidentemente ha anche una valenza politica. Desidero soffermarmi su questo, più che sulla disamina delle singole spese e della loro destinazione.
Mi voglio soffermare sull'aspetto politico per quanto riguarda il discorso di una programmazione, che, come ricordato prima, deve dimostrarsi capace di essere flessibile e di cogliere il mutamento delle esigenze rispetto ai tempi. Quando parliamo di investimenti così importanti, però, questa flessibilità si deve sempre coniugare con una capacità di progettare le esigenze di un territorio e delle strutture sanitarie a servizio di quel territorio.
Rispetto a questo, non posso non notare che, mentre per alcune fattispecie di spostamento di risorse si fa riferimento alla legge n. 263 del 2009, non può non colpirmi che per il caso dell’USL di Ravenna parliamo di un importante spostamento di risorse rispetto a una decisione iniziale presa il 26 ottobre 2011, che prevedeva il completamento della DEA dell’Ospedale di Ravenna, risorse che vengono spostate ad altra destinazione. Rispetto all'ipotesi iniziale di creare l'hospice, si sceglie di effettuare il completamento della DEA.
Non ho le competenze e neanche gli elementi per valutare se sia più importante completare la DEA dell’Ospedale di Ravenna oppure l'hospice, ma segnalo che a distanza di un solo anno è sorprendente che la Direzione generale dell'azienda faccia questa richiesta di spostamento di questi fondi, pari a 1.500.000 euro.
Per un discorso che riguarda la politica più che la tecnica, credo si debba aprire una riflessione sui criteri con i quali si vanno a nominare i dirigenti e i direttori delle ASL, perché o nel territorio del ravennate e a Ravenna in particolare è successo qualcosa di eclatante, che ha indotto un direttore a fare questa richiesta, oppure un direttore ha cambiato idea rispetto a chi c'era prima oppure non è stato attento alle esigenze di quel territorio e di quelle strutture sanitarie.
È quindi necessario fare una riflessione sui criteri per fare queste nomine. Sebbene in questa regione abbiamo sicuramente raggiunto livelli di grande eccellenza, dobbiamo profondamente valutare tutti se non sia l'ora che la politica faccia qualche passo indietro rispetto a queste nomine e si cominci a ragionare in termini di maggiore competenza di chi va a ricoprire questi incarichi importanti, che riguardano un settore strategico e importante per i servizi ai cittadini, che attrae risorse importanti di questo bilancio della Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: Negli unici tre minuti che ho trascorso fuori dall'Aula mi è stato riferito dell'intervento del consigliere Villani.
Visitate l'ospedale di Cona: è pienamente funzionante, il pronto soccorso è stato l’ultimo pezzo trasportato. È uno spettacolo e sono finiti persino i lamenti sulle superfetazioni.. Discuteremo al momento opportuno, quando verranno le interpellanze presentate in Aula.
Lamenti giusti perché 21 anni sono troppi, non li difendo mica i 21 anni! Io difendo il fatto di essere stato fra quelli che ha ritenuto un'operazione sbagliata avere due ospedali a Ferrara, Sant’Anna e Cona, perché quella era l'impostazione. Quando è arrivato chi ha potuto decidere un'altra impostazione, ha scelto di farne uno insieme alla Regione, e ringrazio la Regione di averci messo tutto quello che serviva e di continuare a mettercelo.
Di fronte alla scelta di costruire un ospedale di eccellenza sovraprovinciale - ovviamente il mio consiglio è di visitarlo come turisti -, il risultato finale è che di fronte alle scosse di terremoto al vecchio Sant'Anna c'è un problema, che non si è verificato nella realtà di Cona.
Non voglio parlare di fortuna, perché 21 anni sono sempre troppi, però faccio parte di quella gente che ringrazia chi ha ritenuto di fare la scelta di cambiare una scelta profondamente sbagliata, che non aveva alle spalle una visione strategica, che non aveva alle spalle l'accordo con l'Università. quindi mancava di una visione scientifica e che non aveva alle spalle i soldi per farlo. L’abbiamo cambiata e il risultato è che là adesso i pazienti ci sono, non si lamentano e vengono curati come si deve.
Se quindi vogliamo fare della polemica fine a se stessa, o invece vogliamo guardare alla realtà, ognuno si prenda la sua fetta di responsabilità e nel mio caso aggiungo l’auspicio che la magistratura faccia fino in fondo il proprio dovere per verificare tutto ciò che non ha funzionato.
Noi non siamo mica quelli - questa Assemblea non lo può neanche fare, ma noi lo impediremmo - che fanno le leggi ad personam per salvare la gente dai processi! La differenza di fondo tra noi e la destra è che noi vogliamo che la magistratura vada fino in fondo e, se qualcuno ha sbagliato, paghi. Lo si faccia velocemente, perché il tempo che intercorre da quando iniziano le indagini a quando finiscono è spesso il tempo che si riempie con la polemica, invece abbiamo bisogno del risultato concreto.
Se qualcuno ha sbagliato, paghi, siano individuati i responsabili, mentre invece ho sempre visto da parte del centrodestra una politica che lamentava un accanimento nei confronti del PdL e di chi ne è il capo supremo.
Dovevo precisare questa distinzione, questa volontà che si concludano le indagini in corso e si arrivi a definire eventuali responsabilità, e al tempo stesso segnalare a questa Assemblea - ci sono stato anche ieri per un'assemblea di Confindustria che si è tenuta all'interno delle sale dell'ospedale - che la gente è stupefatta di una struttura che sta ottenendo un risultato di accoglimento ben oltre qualsiasi immaginazione.
Vorrei infine pregare l'assessore e la Giunta, il Presidente Errani è molto attivo, in merito a un problema che è stato sottolineato nel corso del dibattito e che riguarda il PIL messo a disposizione nel nostro Paese nell'intero comparto della salute. Sono perché si ristrutturi e si taglino i costi di tutto ciò che è ristrutturabile e tagliabile, perché ci si apra alle nuove tecnologie e si faccia tutto quello che si deve fare con una visione di massima efficienza ed efficacia.
Dopodiché sono perché chi ha il compito della gestione ci dica se stiamo ristrutturando o se si sta causando anche un calo dei servizi e della loro qualità. Ho la sensazione che le decisioni che il Governo italiano prenderà in futuro - e lo sappiamo tutti, sono all'ordine del giorno - siano un taglio di quanto è dedicato alla salute delle persone troppo grande rispetto a quello che ha investito di PIL in rapporto ai Paesi europei, quando noi siamo un'eccellenza.
Chiedo a chi è istituzionalmente preposto, di fare per la sanità ciò che si è fatto per l'articolo 18, con la stessa forza, riunendo quanti più alleati per riuscire a spiegare a chi ha l'idea che prima c'è il rigore e poi ce lo sviluppo che quando abbiamo al centro della nostra attenzione la salute del cittadino facciamo anche un'opera che consente di avere una crescita con quella equità e quella qualità che il cittadino può e vuole riconoscere.
Bisogna quindi che l'albero del rigore abbia anche le foglie della crescita e della qualità. Sottolineo questo punto in questo dibattito che è stato molto largo, perché non si sa bene dove piantare questo paletto, e spero di essere stato chiaro nella richiesta che faccio: bene le ristrutturazioni, ma mettere questo punto al centro, un punto su cui bisogna investire e non tagliare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Montanari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.
MALAGUTI: Grazie, presidente. Il collega Montanari sa bene come la pensa il PdL ferrarese sull'ospedale di Cona, e non è una questione delle indagini in corso da parte della magistratura, ma è una questione di uno sbaglio nella programmazione sanitaria.
Tutti sappiamo che due ospedali non si potevano mantenere, e anni fa l’assessore Bissoni aveva dichiarato all'Amministrazione Comunale di Ferrara che due ospedali non si sarebbero potuti mantenere, e di questo siamo tutti consapevoli. L’errore a monte è stato non scegliere di ristrutturare l'Ospedale Sant'Anna, che secondo noi è uno sbaglio in termini di programmazione sanitaria per diversi motivi.
Il primo è dato dal fatto che la concentrazione dell'utenza è in città, tra l'altro una città con alta percentuale di anziani che andavano quindi in ospedale in bicicletta o spendendo 4-5 euro di taxi o anche a piedi, e adesso dovrà spendere molto di più, con tutti i disagi che comporta una viabilità che non è ancora finita.
Ho visitato l’ospedale di Cona in diverse occasioni e - per carità - non si può dire che non sia nuovo (è appena stato aperto), però per quello che ne posso capire in termini di logistica sanitaria è un ospedale costruito male, perché è costruito in orizzontale e chi ne sa più di me mi insegna che sarebbe stato più opportuno costruire in verticale, per non far viaggiare i lettini su corsie lunghissime parallele e verticali costruite su tre piani nell'ospedale di Cona.
D’altronde lì non si poteva costruire in altra maniera, perché sarebbe sprofondato, in quanto è stato realizzato in un' area agricola che sin dal 1800 si sapeva essere situata in un buco che sprofondava. L’idrovora di San Giorgio era stata realizzata nel 1800 per drenare l'acqua da quell'area agricola. Sarebbe stato sufficiente consultare un agricoltore della zona, che avrebbe testimoniato che lì non si doveva costruire, e questa è stata la causa di tutti i successivi guai dell'ospedale di Cona: l'amplificazione delle palificazioni, una continua spesa di denaro pubblico per portare avanti una scelta che era sbagliata a monte, perché questa è la verità.
Oggi possiamo dire quello che vogliamo, possiamo dire che non si può più tornare indietro, certo dobbiamo ringraziare la Regione che investe altri soldi per mantenere una scelta sbagliata, possiamo dire tutto ma non che sia stata una scelta giusta, perché sappiamo tutti che è stata una scelta sbagliata e che tutti gli errori successivi, comprese le eventuali indagini della magistratura, sono conseguenza di una scelta sbagliata in termini sanitari, sbagliata su tutti i punti di vista.
L’Ospedale Sant'Anna si poteva ristrutturare, l'area del Sant'Anna era più che capiente per essere ristrutturata, c'erano problemi di parcheggio ma lì vicino (chi è ferrarese lo sa) c'era la caserma abbandonata di via Cisterna del follo che poteva essere ceduta ed erano già stati fatti passi in questo senso quando era Sottosegretario alla difesa l'onorevole Berselli, e vi si sarebbe potuto realizzare un parcheggio a strati. Anche quel problema poteva quindi essere facilmente risolto. Questa scelta sanitaria sbagliata si ripercuoterà sull'utenza ferrarese per tutti i prossimi anni, per cui oggi si può solo andare avanti perché le scelte dell'Amministrazione comunale ferrarese sono state queste e ormai non si può più tornare indietro, ma non si può far passare una scelta sbagliata per una scelta giusta. Ormai l'ospedale di Cona sarà quello che sarà, speriamo che sia il meglio possibile, però certamente, se al Governo della città di Ferrara ci fosse stato il PdL, la scelta sarebbe stata diversa e sicuramente più apprezzata da molti cittadini ferraresi.
È vero che nelle passate amministrative l'avevamo messo nel programma e i cittadini ferraresi hanno votato un altro programma, quindi secondo i più elementari principi di democrazia è giusto che le cose siano andate così, e su questo non c'è nulla da eccepire. Rimane il fatto però che noi testimonieremo ancora che, secondo noi, la scelta è stata sbagliata.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Malaguti.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, nemmeno in dichiarazione di voto, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 2753.
(L'Assemblea, a maggioranza,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
OGGETTO 2725
Delibera: «Approvazione del rendiconto consuntivo dell'esercizio finanziario 2011. Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012, assestamento e primo provvedimento di variazione dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 21 maggio 2012, n. 659) (81)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Chiamo l'oggetto 2725, Proposta recante: "Approvazione del rendiconto consuntivo dell'esercizio finanziario 2011. Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012, assestamento e primo provvedimento di variazione dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna".
La Commissione "Bilancio, Affari Generali e Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 12 giugno 2012, con 24 voti a favore, 4 contrari e 10 astenuti.
Se nessun consigliere chiede di parlare in sede di discussione generale, do la parola all'assessore Mezzetti per la conclusione del dibattito, per poi passare alle dichiarazioni di voto.
MEZZETTI, assessore: Grazie, presidente. Vorrei ricordare ai colleghi consiglieri alcune linee principali - non mi dilungherò più di tanto - dell'attività svolta nel corso dell'anno dall'Istituto per i beni culturali, che si è concentrato prevalentemente, a seguito anche della riduzione significativa delle risorse che gli sono state messe a disposizione con i tagli di bilancio intervenuti, su un’iniziativa importante, che riguarda il piano dell’assetto informatico e, in particolare, l’aggiornamento del sistema informativo e informatico che consente il monitoraggio costante delle istituzioni bibliotecarie, con il miglioramento conseguente delle funzioni di cooperazione tra le Province per la verifica di rilascio dei dati immessi.
Sono diventati operativi i tavoli di concertazione con i sette poli bibliotecari emiliano-romagnoli per la valutazione e la concertazione delle esigenze evolutive della piattaforma software a supporto della consultazione e del prestito del patrimonio e per la definizione di un contratto standard di manutenzione ordinaria del nostro sistema bibliotecario e delle relative piattaforme informatiche.
Anche nel settore archivistico si è portato avanti un aggiornamento al 2010 dei dati sui conservatori di archivi storici non statali di Comuni, Province e Istituti culturali, nonché del Sistema sanitario regionale.
Nel settore museale sono state migliorate ulteriormente le funzionalità delle piattaforme tecnologiche a disposizione delle Istituzioni e sono state rilasciate nuove funzioni che aggiungono funzionalità negli ambienti back office del nostro sistema. Il portale regionale sui beni culturali è fonte automatica di dati per il portale nazionale CulturaItalia, predisposto dal Ministero per i beni e le attività culturali. Si aggiunge come novità l’introduzione del portale unico della cultura della Regione Emilia-Romagna.
Sono stati condotti censimenti per i beni librari e documentari con 25 interventi di inventariazione di archivi storici e 14 di catalogazione. Nel sistema museale sono stati ultimati 26 interventi, mentre altri 40 sono ancora in esecuzione.
Si sono prodotte anche alcune iniziative per la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale e si è intervenuti in maniera significativa per la chiusura delle celebrazioni dei centocinquant'anni dell'Unità d'Italia.
Ancora, si è andati avanti sulla qualificazione dei musei attraverso gli standard di riconoscimento di qualità dei nostri musei di carattere regionale.
Voglio concludere queste brevi note rapidissime evidenziando, anche a riconoscimento dell'attività dell'Istituto dei beni culturali, troppo spesso un po' misconosciuta, l'importanza che questo Istituto ha avuto in queste settimane, nei giorni drammatici dovuti all'evento sismico. L’Istituto dei beni culturali, infatti, prima ancora che i soggetti istituzionali di carattere statale come le sovrintendenze, ci ha consentito, attraverso il nostro costante e permanente monitoraggio su tutti gli Istituti culturali e i beni culturali nella nostra regione e nelle aree colpite, di effettuare una parte di mappatura rapida dei danni e una conseguente prima ipotesi di valutazione dei danni stessi.
Insieme alle squadre di valutazione che con la sovrintendenza attiveremo e che l’Istituto supporterà in modo egregio, anche attraverso tutte le figure professionali a sua disposizione, procederemo a svolgere celermente una valutazione e, conseguentemente, a liberare o a restringere le cosiddette zone rosse dei comuni colpiti dal sisma.
Il lavoro svolto in queste settimane è stato molto utile, perché a oggi ci consente di avere un quadro, anche se ufficioso e non ufficiale, dei danni e delle esigenze, sia in emergenza, sia nel prosieguo dei lavori, che potremo adottare in favore dei comuni terremotati.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Mezzetti.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla proposta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Come Gruppo ovviamente annunciamo il voto favorevole. Durante l'esposizione dell'assessore mi veniva in mente ancora una volta il tema della digitalizzazione dei beni culturali. Con la rivoluzione digitale noi abbiamo un’enorme opportunità, quella di passare tutto sul supporto digitale.
Io penso che l'Istituto dei beni culturali dovrà svolgere una riflessione da questo punto di vista, come anche noi. La propongo all'assessore, perché, come è noto, oggi si possono contenere in una scatoletta di pochi centimetri le intere biblioteche della nostra regione, mettendole a disposizione di tutti.
È ovvio che questa rivoluzione digitale potrebbe avere anche effetti negativi, nel senso che, se si può trovare un libro con un clic, magari non lo si va a vedere nella sua sede naturale, però, come tutti i passaggi epocali di carattere tecnologico e culturale, le biblioteche potrebbero rinnovarsi e diventare in grado, al di là delle proprie dimensioni, di fornire tutte un servizio rispetto anche a testi protetti da copyright che da altre parti, talora anche giustamente, non si trovano. Da questo punto di vista sarà, dunque, interessante svolgere una riflessione futura.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Mezzetti. Ne ha facoltà.
MEZZETTI: Svolgo solo una precisazione rispetto alla sollecitazione del consigliere Grillini. Si tratta di un lavoro che non è solo oggetto di riflessione, ma che è già in pratica. Naturalmente un'operazione di questo genere prevede tempi e costi, ma l'Istituto dei beni culturali sta già curando la digitalizzazione dell'intero patrimonio librario antiquario, tra cui le cinquecentine di tutte le nostre biblioteche regionali statali e comunali e di tutto il patrimonio fotografico e artistico dell’Istituto dei beni culturali stesso.
Noi siamo già nelle condizioni oggi di avere a disposizione sul portale dell’Istituto molta parte di questo patrimonio e stiamo attivando anche tutti gli strumenti, oggi neanche più innovativi, delle app, sia sul sistema Android, sia su Apple. Alcune sono già attivate e altre le attiveremo, dove sarà possibile, attraverso l'iPad, il computer o i cellulari, smartphone, Android ed Apple, per poter accedere a questo patrimonio. Non è un lavoro concluso, ma è già in essere.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Mezzetti.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 2725.
(L'Assemblea, a maggioranza,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
Risoluzioni sulla produzione di energia da fonti rinnovabili
(Oggetti 2600 - 2614 - 2616 - 2622 - 2681 - 1021 - Continuazione discussione)
PRESIDENTE (Richetti): Abbiamo esaurito gli atti amministrativi. Passiamo agli atti di indirizzo, chiamando il pacchetto di provvedimenti a pagina 3:
oggetto 2600 "Risoluzione proposta dai consiglieri Bignami, Aimi, Bartolini, Malaguti, Pollastri e Filippi per impegnare la Giunta a dare mandato ad ARPA ed USL per svolgere uno studio sulla ricaduta, per la salute pubblica e per l'ambiente, degli impianti basati su energie rinnovabili, istituendo inoltre una commissione regionale di scopo su biogas e biomasse, con rappresentanze di comitati e di esperti ambientali e medici, per monitorare le centrali esistenti ed approfondire eventuali problematiche";
oggetto 2614 "Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Monari, Sconciaforni e Mandini per impegnare la Giunta ad attivare un monitoraggio continuo in coerenza con il Piano energetico regionale con il quale si sono ridefiniti gli obiettivi di incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili";
oggetto 2616 "Risoluzione proposta dal consigliere Favia per rivedere le linee guida approvate dalla Regione Emilia-Romagna per la definizione di un quadro normativo preciso e finalizzato alla riconversione dell'attuale sistema industriale di produzione energetica, in un sistema produttivo maggiormente rispettoso dell'ambiente";
oggetto 2622 "Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Alessandrini, Meo, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Casadei, Bonaccini, Luciano Vecchi, Cevenini, Piva, Montanari, Fiammenghi, Mazzotti, Mumolo e Zoffoli per invitare la Giunta ad esprimere al Governo la propria contrarietà al ridimensionamento degli incentivi per il fotovoltaico e a sottolineare la necessità di elaborare un piano energetico industriale nazionale";
oggetto 2681 "Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Zoffoli, Pagani, Moriconi, Mori, Carini, Pariani, Ferrari, Costi, Barbieri, Mazzotti, Fiammenghi, Montanari, Marani, Casadei, Cevenini e Garbi in merito alla riduzione dei consumi energetici e all'opportunità di favorire il recupero edilizio consapevole e sostenibile anche con l'applicazione della delibera di Giunta 1366/2011";
oggetto 1021 "Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a stabilire una moratoria al rilascio delle autorizzazioni per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di potenza superiore ai 20 KW".
Sono intervenuti in discussione generale e, quindi, non possono più intervenire i consiglieri Naldi, Bernardini, Bignami e Favia. Erano iscritti a parlare i consiglieri Alessandrini, Marani, Meo, Pollastri e Filippi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Non vorrei ripetere le considerazioni già svolte, in particolare dal collega Naldi. Credo che tutti noi possiamo condividere il fatto che una delle risposte che può essere fornita al protrarsi della grave crisi economica che ci coinvolge risieda nell’elaborazione di una seria politica energetica nazionale, capace di affrancarsi dalle dipendenze dall'estero e soprattutto di raggiungere il graduale superamento delle fonti fossili, molto costose e inquinanti.
Noi non disconosciamo la necessità di ridefinire anche l'incentivazione, ma pensiamo che occorrano misura e gradualità. Non è possibile tagliare gli incentivi caricandoli quasi tutti sul fotovoltaico, peraltro creando serissimi problemi a un settore che sta dando una risposta positiva all'economia.
Credo, però, che il problema più importante, il problema vero, sia quello che riguarda la necessità dell’elaborazione di un Piano industriale in cui la politica energetica sia effettivamente un pilastro per elaborare alcuni obiettivi strategici.
Per questo motivo invitiamo la Giunta a esprimere al Governo contrarietà a ridimensionare immediatamente gli incentivi al fotovoltaico. D’altra parte, siamo anche in presenza oggi, il che non esisteva prima, del parere negativo della Conferenza Stato-Regioni, motivato dal fatto che occorrono: un bonus per la sostituzione dei tetti in amianto con pannelli fotovoltaici, incentivi per l'utilizzo di prodotti made in Europe, revisione delle soglie per il registro degli impianti e soprattutto tagli degli incentivi molto graduali.
Invitiamo anche la Giunta a suggerire al Governo di mettere al centro dell'agenda del Paese la questione energetica e la connessa elaborazione di un Piano energetico nazionale. Da questo punto di vista, credo che abbiamo potuto tutti constatare che il decreto sviluppo dei giorni scorsi è obiettivamente molto debole.
Vorrei svolgere un'altra riflessione prendendo a riferimento soprattutto la risoluzione 2681. L’edilizia residenziale può fornire un contributo importante al risparmio e all'efficienza dei consumi energetici. Da questo punto di vista credo che si possa parlare bene, in questo caso, delle misure contenute sempre nel recente decreto per lo sviluppo, anche se sono misure che riguardano un periodo la cui valenza è troppo breve e che, quindi, probabilmente non saranno molto efficaci. Su queste questioni occorrerebbe veramente una maggiore stabilità e durata nel tempo.
Voi sapete meglio di me che il Piano territoriale regionale punta al recupero del patrimonio esistente, elevando anche gli standard di qualità architettoniche e di efficienza dell’energia degli edifici. Va nella stessa direzione lo sforzo della Giunta, della Regione, per promuovere l'adesione dei Comuni del territorio regionale al Patto dei Sindaci.
È vero, però, che a tutt’oggi sono pochi i Comuni della regione che hanno elaborato strumenti urbanistici coerenti con questi indirizzi e, quindi, si rischia obiettivamente di vanificare o comunque di limitare l'obiettivo della drastica riduzione del consumo di suolo, a partire prima di tutto da quello agricolo.
Per questo motivo invitiamo in primo luogo la Giunta, anche in questo caso, a promuovere iniziative di sensibilizzazione culturale sul tema del miglioramento energetico degli edifici esistenti e, in secondo luogo, i Comuni a far sì che inseriscano nei nuovi strumenti urbanistici, in base alla legge regionale n. 20, che è, peraltro, in avanzata fase di definizione, attraverso varianti vere e proprie ai Piani regolatori vigenti, incentivi volumetrici e altre premialità che favoriscano la demolizione e la ricostruzione del patrimonio edilizio obsoleto e la ristrutturazione e il recupero con requisiti di alta efficienza energetica.
Da questo punto di vista credo che si debba fare tesoro di quanto contenuto nel decreto sviluppo dei giorni scorsi, perché prevede una misura apposita per questi aspetti.
Mi fermo a queste due risoluzioni. Immagino che altri colleghi interverranno sulle altre, che meritano ovviamente la stessa attenzione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Alessandrini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Anche se siamo in coda a questa lunga giornata di Aula, credo che l'argomento meriti di essere affrontato, non solo per il pacchetto consistente di risoluzioni, ma anche perché si tratta di un argomento sul quale io credo che sia molto importante cercare di capire come proseguire il lavoro di questa Regione e come rispondere alle tante questioni che sono state poste nelle risoluzioni medesime.
Cercherò di cogliere anche gli aspetti che la volta precedente i consiglieri che hanno presentato le risoluzioni hanno toccato, perché credo che sia davvero importante che riusciamo a cogliere anche gli aspetti comuni della discussione che abbiamo avviato la volta precedente. Solo cogliendo ciò che ci accomuna saremo sicuramente in grado di mettere a punto soluzioni che ci vedano risolvere le problematiche che sono state poste.
Credo che sia importante richiamare, negli interventi della volta precedente, le questioni che hanno accomunato le diverse posizioni. Nessuna delle risoluzioni che sono state presentate nega la necessità di sostituire le fonti fossili con le rinnovabili, nessuna nega come la Regione Emilia-Romagna, nel secondo Piano attuativo del Piano regionale, abbia posto l'obiettivo 20-20-20 in coerenza con gli obiettivi europei, così come nessuno nega come, in questa fase di transizione energetica, abbiamo bisogno di affrontare complessivamente il tema dell'impiantistica da rinnovabili, ivi compresi gli impianti a biogas e biomasse, che sono quelli sui quali si concentrano anche le preoccupazioni e l'attenzione espresse nelle risoluzioni presentate.
Ciò premesso, io credo che noi non faremmo servizio all'auspicio di continuare questo processo migliorandolo, se non affrontassimo un tema che, purtroppo, la volta scorsa è stato eluso in tutti gli interventi. La Regione Emilia-Romagna si è mossa, nei provvedimenti che ha assunto rispetto alle linee guida regionali e anche alle specifiche tecniche, nel quadro di una legislazione nazionale che presenta lacune e problemi con i quali dobbiamo fare i conti.
Il primo è che non abbiamo assolutamente un Piano energetico nazionale, il secondo che la modalità utilizzata con l'ottica semplificativa rispetto all’utilizzazione degli impianti - mi riferisco agli impianti più problematici di biogas e biomasse - ha ridotto la capacità e la potestà autorizzativa, annullando quella degli Enti locali più prossimi ai cittadini, ossia quella dei Comuni. Vorrei ricordarvi che la legge nazionale riconosce questi impianti come di interesse pubblico e come, sotto una determinata dimensione, sia possibile insediarli con una dichiarazione semplice di inizio attività.
Inoltre, nella legge nazionale sono individuati i criteri con i quali sono definiti non idonei i siti per l'insediamento di tali impianti. Sappiamo come nell'incentivazione stabilita a livello nazionale non vi sia stata alcuna valorizzazione del tema dell'utilizzo dei prodotti di scarto o dei reflui e sappiamo anche come non vi sia alcun provvedimento nazionale per la distribuzione del biometano nella rete del gas.
Quando noi ci siamo trovati, attraverso un lavoro che, lo debbo riconoscere, è stato di grande partecipazione a livello di Commissione e anche in quest'Aula, con numerosi emendamenti, a regolamentare attraverso le linee guida l’insediamento di questi impianti, abbiamo dovuto fare i conti e stiamo ancora facendo i conti con questo impianto legislativo nazionale.
Bisogna che innanzitutto operiamo perché, così come abbiamo chiesto di farlo ai nostri parlamentari, si chieda a livello nazionale di colmare questi vuoti legislativi.
Raccogliendo le questioni poste nelle risoluzioni, soprattutto nella risoluzione 2614 presentata dal consigliere Naldi, osservo che noi abbiamo bisogno, dal momento che le linee guida hanno un carattere di sperimentalità, di monitorare attentamente ciò che sta accadendo negli insediamenti di questi impianti sui nostri territori.
Vorrei ricordare che sui temi delle tecnologie costruttive, dei monitoraggi delle emissioni, soprattutto odorigene, e del trattamento del digestato la nostra Regione ha introdotto misure che non sono state introdotte da nessun'altra parte del Paese. Voglio ricordare che, per esempio, poiché un consigliere la volta scorsa lo ha toccato, il tema delle emissioni odorigene ha visto nelle specifiche tecniche della nostra Regione regole poste rispetto alla misurazione, pur non esistendo una legge nazionale in merito, adottando una misura che viene applicata solo in Emilia-Romagna e in Lombardia, costituita dalle unità olfattometriche, con una soglia che è stata indicata nelle specifiche tecniche proprio rispetto alla valutazione attraverso tale unità di misurazione.
Devo anche ricordare, rispetto a una preoccupazione che era stata espressa sugli impianti a biomasse, che recentemente la Giunta regionale ha assunto una delibera, a mio avviso, molto importante, che specifica il saldo emissivo zero, una delle questioni che rispetto al tema dell'inquinamento atmosferico è stata posta in diverse interrogazioni, oltre che in alcune risoluzioni. Occorre, quindi, che teniamo monitorate queste misure, perché la loro efficacia deve essere effettivamente valutata.
Dobbiamo anche stare attenti al fatto che, nell'auspicare politiche come, per esempio, quella virtuosa di andare verso l'utilizzo degli scarti, si misuri bene il criterio che viene citato in alcune risoluzioni, che è quello dell'esclusività. Sappiamo bene come vi sia, rispetto all'utilizzo degli scarti industriali, anche una serie di problematiche che impongono un equilibrio nell'utilizzo di componenti diversi proprio in relazione alle problematiche che noi oggi rileviamo, per esempio rispetto alle emissioni odorigene.
Si pone anche un tema che i nostri Sindaci sentono in modo molto forte e che credo vada condiviso, quello per cui noi dobbiamo restituire anche agli Enti locali la capacità di pianificare l'insediamento di tali impianti. Ciò può e deve essere fatto attraverso i Piani energetici locali, possibilmente su scala sovracomunale.
Anche questa non è una disposizione che la legge prevede. Credo che un'azione politica della Regione in questo senso sia assolutamente importante, perché permetterebbe di evitare che ci siano strane competizioni fra territori, sviluppi non equilibrati di questi impianti e soprattutto zone nelle quali essi si concentrano con una pianificazione non oculata rispetto al tema degli impatti e a quello dell'approvvigionamento del materiale che serve per tali impianti.
Vorrei aggiungere che noi riteniamo, e ciò viene chiesto nella risoluzione che ha presentato il consigliere Naldi - credo che sia una questione sulla quale dobbiamo insistere, poiché le misure che abbiamo adottato, compatibili con la legge nazionale, sono misure che non ci danno tale garanzia fino in fondo -, che venga fissato il rapporto fra la superficie agricola complessiva e quella dedicata a culture dedicate. Oltre a monitorare il fatto che ci sia equilibrio e che si eviti una competizione con le filiere agricole tradizionali, nonché interessi speculativi, credo che ci sia anche davvero la possibilità di ottemperare a quanto illustravo prima, ossia un equilibrio nello sviluppo di tali impianti.
PRESIDENTE (Richetti): Deve concludere, consigliera.
MARANI: Volgo alla conclusione, riservandomi poi nel voto sulle diverse risoluzioni di integrare l’intervento con alcune altre osservazioni più specifiche.
Voglio solo coglierne una rispetto alla risoluzione presentata dal consigliere Bignami, che purtroppo non vedo in Aula. Credo che quello della salute sia un tema al quale dobbiamo assolutamente dare risposta e che non dobbiamo eludere e che su questo tema vada richiamata una delibera della Giunta regionale del 2011 che prevedeva l'istituzione di un apposito organismo rispetto al monitoraggio impianti e salute. Lo dobbiamo richiamare perché ritengo che nell'azione di monitoraggio sia fondamentale questo tipo di investimento su un organismo preposto a tale scopo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Questo dibattito è molto articolato e scaturisce da un elevato numero di documenti che sono stati consegnati. Ovviamente non ci dobbiamo assolutamente né stupire, né spaventare per l'articolazione di questo dibattito, perché il momento richiede questo tipo di attenzione e lo richiede sia alla luce dei percorsi che a livello di Governo centrale e di Europa vengono messi in atto sull'uso, sull’abuso o magari sull’abolizione degli incentivi su queste materie, sia rispetto a una sensibilità assolutamente superiore a quella di soltanto pochi anni fa che noi possiamo rilevare fra i cittadini e sulla popolazione ogni volta in cui si discute di un impianto.
Del resto, se da una parte questa discussione non è facile, dall'altra è necessaria e dall'altra ancora va condotta con estrema cautela e con certezze di modalità.
Sulla necessità di dare vita, nella nostra regione in particolare, a una produzione consistente di energie rinnovabili si discute poco oggi, non solo perché, come sostiene il consigliere Alessandrini, le fonti fossili sono inquinanti e costose, ma anche perché sono ormai drammaticamente limitate e, quindi, hanno un destino segnato rispetto al futuro. La parola “rinnovabile” diventa, in un dato senso, una parola magica, che ci deve assolutamente far riflettere, ma con grande attenzione.
Ricordo veramente pochissimi anni fa, quando c'era un incredibile proliferare di impianti a turbogas. Sembrava che se ognuno non avesse un turbogas nel cortile di casa, non sarebbe stato in grado di affrontare il prossimo futuro. Oggi, in realtà, questa modalità, che pochissimi anni fa sembrava il miracolo, non è più tale e nessuno si sente di rimanere appeso a ciò che magari la Russia o altri Paesi decidono sull'erogazione del gas.
Una discussione seria va affrontata, al di là degli stimoli momentanei che possono far propendere per un sistema piuttosto che per l'altro, alla luce di una modalità tesa semplicemente alla rincorsa dell'incentivo o della possibile speculazione, ma che deve essere veramente un tassello fondamentale nella costruzione del futuro energetico e, quindi, civile e produttivo della nostra regione. Tutto ciò richiede un impegno, e dei percorsi di avvicinamento a una sistemazione più ideale possibile. Mettere mano a ciò in maniera articolata è una necessità che non deve né stupirci, né preoccuparci.
L'Esecutivo comunitario, in una recente missiva dei servizi del Commissario per l'energia, ha criticato severamente il nuovo decreto del Ministero allo sviluppo economico, che riforma il sistema degli incentivi per le energie rinnovabili e punta il dito verso le stesse criticità che erano state sollevate dal Parlamento italiano, dalle associazioni ambientaliste e da quelle rappresentative del settore delle rinnovabili, nonché dalle stesse Regioni, che sono attualmente impegnate nel confronto con il Governo in sede di Conferenza unificata.
L’Europa giustamente critica il meccanismo dei registri, con l'introduzione del quale anche per i piccoli impianti si rischia di affossare un intero settore industriale. Ci sono poi anche altri aspetti da correggere, per esempio la necessità di reintrodurre l'incentivo per la bonifica dell’amianto, una misura che ha consentito di bonificare 12 milioni di metri quadri circa di tetti che ospitano oggi 1.100 megawatt di energia elettrica pulita.
La campagna preordinata per tagliare gli incentivi alle rinnovabili, che già nelle scorse settimane ha visto in prima fila aziende elettriche e attori istituzionali, è una campagna che mira a scoraggiare gli investitori e getta il settore nella più completa incertezza, con il rischio di fermare lo sviluppo dell'energia del futuro.
La crisi climatica, la crisi economica e il peso sulla bilancia dei pagamenti dell'approvvigionamento di fonti fossili dovrebbero far riflettere e indurre il nostro Paese a dotarsi di una strategia che, promuovendo le energie rinnovabili insieme al risparmio e all'efficienza energetica - se non c'è il pilastro del risparmio e dell'efficienza, tutto ciò non ha senso ed è comunque destinato a crescere in modo esponenziale; mi riferisco alla famosa secchia bucata: più acqua e più energia ci si butta dentro, se non si turano le falle, ovviamente sarà sempre insufficiente - garantisca al Paese la coerenza con le politiche europee e internazionali e un percorso verso la decarbonizzazione e la sicurezza energetica.
Gli incentivi, però, vanno modulati con l'obiettivo dello sviluppo del settore delle rinnovabili, garantendo certezze e tarandoli in base ai prezzi e ai costi effettivi. A questo servono le leve economiche.
Il Governo e l'Autorità dell'energia, al contrario, appaiono in preda a un nervosismo dei privilegiati di sempre, i produttori di energie convenzionali (gas, carbone e olio combustibile). Questo è il frutto della totale mancanza di programmazione del settore, che ha portato a un sovradimensionamento dell'offerta di energia convenzionale rispetto alla domanda.
Oggi la produzione di energia rinnovabile è un fattore calmierante sul prezzo dell'energia, come hanno dimostrato numerosissimi studi in questo senso, ma di ciò l'Autorità per l'energia elettrica e il gas non tiene alcun conto, mentre la minaccia di imminenti aumenti viene usata come bomba sociale per indurre il decisore governativo a drastici e irrazionali tagli sugli incentivi.
Se davvero si vuole tagliare la bolletta degli italiani, si prevedano benefici per i cittadini che diventano autoproduttori e provvedimenti per garantire l'accesso agli interventi di efficienza energetica anche alle fasce economicamente più disagiate, perché questi interventi devono essere garantiti anche alle famiglie e ai condomini. Chiunque deve essere messo in grado di risparmiare e di tagliare la propria bolletta.
Inoltre, va fatta chiarezza su tutte le voci della bolletta, dalle regalie agli impianti dei CIP6 ai settori energivori, agli esborsi per gli impianti non funzionanti, per non parlare delle compensazioni sull'uscita dal nucleare, avvenuta ormai 25 anni fa, e di altre voci simili. L’Autorità non ha mai fornito un quadro chiaro e completo di queste voci, di quanto queste voci costano e di quanto sono costate agli italiani.
Occorre, inoltre, un serio esame di tutte le barriere che ostacolano lo sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, comprese le lentezze e gli ostacoli burocratici frapposti nella fruizione degli incentivi. Di fronte al passaggio di un diverso modo di produrre energia occorre innanzitutto mettere mano agli antichi privilegi, individuando, altresì, le modalità di transizione che attenuino i contraccolpi sociali. Che oggi ci sia la necessità di sostituire le energie convenzionali con le rinnovabili è un dato certo e il Governo non può non rispondere a chi difende la proliferazione delle centrali a combustibili fossili e gli investimenti sbagliati.
Gli incentivi per le rinnovabili vanno mantenuti e modulati sull'esigenza di tagliare, fino all'eliminazione completa, le emissioni di CO2 e sviluppare, quindi, un'economia del futuro, cioè una green economy, quella vera naturalmente, e non certo sulla necessità di tappare le falle di un sistema energetico distorto basato esclusivamente sui combustibili fossili.
Il Presidente dell’ENEL, Paolo Andrea Colombo, ha dichiarato che lo sviluppo delle rinnovabili, unito alla stagnazione della domanda, sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendone a rischio la possibilità di rimanere in esercizio. Peccato, però, che queste parole non fossero un mea culpa dell'ENEL e di molte altre utility per non aver saputo vedere dove stava andando il mondo, investendo in modo sbagliato. La collettività non può farsi carico di questi errori.
Nel presentare i decreti, i Ministri interessati, tra i quali ha giocato un ruolo peculiarmente di primo piano quello dell'agricoltura, hanno distorto la storia degli incentivi. L’Italia è stata costretta ad accelerare per rimediare a una situazione pazzesca. L’energia prodotta da fonti rinnovabili era in discesa, forse caso unico al mondo. Se avessimo cominciato per tempo, invece che cedere alla lobby dei combustibili fossili e nucleari, forse si sarebbe potuto modulare meglio questo sistema.
PRESIDENTE (Richetti): Deve concludere, consigliera.
MEO: Ho finito. Taglio rapidamente. Secondo stime autorevoli, queste centrali, soprattutto quelle a biogas e a biomasse, delle quali oggi si parla in altre risoluzioni, se non si avvalgono di elementi di scarto, trasformano ogni anno migliaia di tonnellate di granoturco o di altri vegetali per la cui produzione sono necessari circa 250 ettari di terreno.
Secondo le organizzazioni agricole, la conversione dei campi e gli enormi serbatoi per la produzione di biomasse stanno facendo lievitare il prezzo degli affitti dei terreni per ettaro e le esperienze in atto dimostrano che la sostenibilità economica e l'utilità ecologica anche per la collettività dipendono da come le centrali sono realizzate, da quali dispositivi e strutture si usano per evitare emissioni e da come rispondono al principio della chiusura dei cicli agricoli e non soltanto a logiche speculative senza riguardo per il territorio.
Anche dal punto di vista delle emissioni gli impianti possono essere considerati positivi solo quando utilizzano una prevalenza di reflui e scarti e quando fossero dotati di sistemi di stoccaggio in depressione aspirati, tanto per la massa, quanto per il digestato. Solo così riusciremo veramente a evitare i problemi che oggi si pongono.
Noi riteniamo che la Regione debba acquisire tutti gli strumenti per entrare nel merito di come sono realizzati gli impianti e per poter assicurare una programmazione territoriale atta anche a consentire l'integrazione con i cicli agricoli. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Consigliere Pollastri, lei conferma la richiesta di intervento? Prego, consigliere.
POLLASTRI: Quando mai, presidente, mi sono ritirato? È una battuta.
Intendevo riesplicitare la risoluzione rispetto al dibattito che si è svolto nella precedente seduta, in quanto il nostro Gruppo, o perlomeno gran parte del nostro Gruppo, ha sottoscritto questa richiesta.
Noi volevamo, data la complessità della materia ed essendo noi amministratori, ma non tecnici, chiedere alla Giunta regionale di fornirci ufficialmente un pronunciamento - non vedo, però, in questo momento in Aula l'assessore - sulla nostra richiesta.
Parto dalle cosiddette linee guida sulle rinnovabili, con particolare riguardo alla delibera che da questo Consiglio regionale, o meglio da quest’Assemblea legislativa, è stata votata in data 26 luglio 2011, la delibera n. 51. Tale delibera conteneva un'individuazione di aree e di siti per installare impianti di produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Riprendo la famosa parola "rinnovabile", parola magica usata dalla collega Meo nel suo intervento, che ho attentamente ascoltato. Il riferimento è alle fonti energetiche, eoliche, da biogas, da biomasse e idroelettriche.
Sul territorio tutti i diversi consiglieri regionali si confrontano con comitati, con amministrazioni e con problematiche effettive. Mi rivolgo anche al pubblico. Io guardo il mio territorio di Piacenza, dove ci sono adesso questioni importanti su alcuni impianti, per esempio tra Besenzone e Cortemaggiore, o problematiche che riguardano le pale eoliche tra Farini e Ferriere.
Io ho rapporti costanti, cercando di essere attento, con tutti i miei limiti, alle esigenze della salute dei cittadini, esigenze che chiaramente vanno contemperate con quelle della produzione energetica. Occorre, dunque, calibrare e controbilanciare esigenze contrapposte.
Che cosa chiediamo, non avendo soluzioni magiche in tasca? Noi osserviamo che questa materia è difficile e che viene evidenziato, signor presidente, dalle risultanze effettive e concrete e dalle ricerche che ci sono tratti di problematicità e di incertezza sia sulla salute, sia sull'ambiente.
Il Gruppo del Popolo della Libertà chiede, pertanto, di dare mandato ad ARPA e USL per un approfondito studio sull'effettiva ricaduta della salute pubblica e per l'ambiente di questi impianti basati sulle energie rinnovabili.
Inoltre, chiediamo che venga istituita - vado a memoria, ma penso che lo Statuto lo preveda - una Commissione regionale di scopo, che non è, come il collega ricorderà in inizio di legislatura, una Commissione d'inchiesta come quella che avevamo chiesto sulla sanità e che poi ci fu respinta, ma una Commissione di approfondimento, di scopo, specifica su biogas e biomasse, aperta naturalmente, e mi sembra che il nostro documento sia molto chiaro sotto questo punto, alla rappresentanza dei comitati, di esperti ambientali e di medici, per monitorare le centrali esistenti e approfondire eventuali problematiche che insistono sul territorio emiliano-romagnolo.
Questa risoluzione, io ritengo, è meritevole di accoglimento anche da parte della maggioranza, perché non si pone un problema di voler a tutti costi ottenere chissà che risultato, ma di tutelare la salute dei cittadini. Non so se la maggioranza si sia confrontata con l'assessore di riferimento, ma aspettavo eventualmente su questo tema il parere della Giunta sulla meritevolezza e la fondatezza di questa nostra richiesta, che, lo ripeto, va solo nel senso di approfondire un tema importantissimo, controverso e delicatissimo. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Intervengo solo, visto l'orario, per chiedere se si potesse pervenire a un voto anche per rispetto del pubblico. È già la seconda volta che partecipa ai lavori, essendo ovviamente un pubblico competente poiché fa riferimento a molti comitati civici presenti sul territorio e ha diritto che quest’Assemblea in ogni caso licenzi alcuni ordini del giorno che diano un orientamento alla Giunta da cui, come è contenuto nella risoluzione proposta dai consiglieri di maggioranza, dal collega Naldi, da me stesso e da altri colleghi, possa pervenire un adeguamento, un aggiornamento e un perfezionamento delle linee guida.
Per quanto riguarda quanto il collega Pollastri ha legittimamente sostenuto, il PdL non ha purtroppo nulla da chiedere, perché facente parte del Governo che ha liberalizzato selvaggiamente, senza elaborare compiutamente un Piano energetico nazionale, né una guida, né linee di indirizzo per le fonti di energia alternativa, bensì ci si è preoccupati solo di rastrellare alcune decine di voti tra i settori più biecamente speculativi rispetto all'insediamento di impianti senza alcuna prescrizione o norma degna del rispetto della salute dei cittadini, dei territori e dell'ambiente. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Siamo chiamati questa sera a esprimerci su diversi atti di indirizzo. Riguardando individualmente le motivazioni che spingono i sottoscrittori a svolgere i loro appelli, osservo che, per quanto ci possa essere un generico filo conduttore, gli appelli che si rivolgono vanno ognuno in una direzione diversa. Risulta, quindi, difficile questa sera tenere un dibattito che abbia una sua sensatezza, nel momento in cui ogni singolo intervento deve cercare di concorrere a un ragionamento capace di dar luogo a una sintesi.
Da una parte abbiamo il collega del PdL che chiede di valutare uno studio sulla ricaduta che possono avere determinati impianti di energie rinnovabili sulla salute pubblica e sull'ambiente, dall’altra c'è chi, invece, chiede di attivare un monitoraggio continuo in coerenza con il Piano energetico regionale. Stiamo parlando di due questioni diverse.
Come terzo tema c'è chi, come il collega Favia, chiede di rivedere le linee guida approvate dalla Regione per definire un quadro normativo diverso. Il quarto tema invita, come affermava prima il collega Alessandrini, a esprimere contrarietà rispetto all'ipotesi di ridimensionare gli incentivi per il fotovoltaico.
Si parla ancora di valutare proposte in merito alla riduzione dei consumi energetici e all'opportunità di favorire il recupero edilizio consapevole e sostenibile, che è ancora un altro tema. Infine, c’è una moratoria per il rilascio delle autorizzazioni per impianti di produzione di energia e di fonti rinnovabili con una potenza che sia superiore a 20 KW.
In sostanza, dobbiamo ragionare su mele, pere, arance e banane semplicemente perché tutti questi frutti stanno dentro un'unica cassetta. Io non so che cosa produrrà il dibattito a cui sta dando luogo ognuno di noi. Non capisco se la discussione servirà a qualcosa, quantomeno anche alle persone che sono venute ad ascoltarci.
L’unico appello che vorrei rivolgere a tutti voi è semplicemente questo: io faccio parte di una Regione il cui presidente, che peraltro non ho sostenuto, ha caratterizzato il suo mandato in gran parte su un programma basato sulla green economy e sullo sviluppo delle energie rinnovabili, facendo leva su un fronte che è quello cui noi oggi siamo chiamati, secondo le diverse declinazioni che interpretano le risoluzioni.
Io credo, al di là di tutto, cari colleghi, e l'ho già affermato anche in altre sedi, che sia fondamentale che ci sia all'interno di questa Regione un impianto normativo, un insieme di norme, che siano certe nel tempo per i cittadini, per gli imprenditori, per le Istituzioni, che siano certe e durature nel tempo. Altrimenti non si capisce nulla.
Effettivamente, da un lato c'è chi chiede di governare questa Regione facendo leva in prima battuta sullo sviluppo delle energie, il che è legittimo, ma, dall'altro, ci ritroviamo con un prodotto normativo che mi sembra strattonato da tutte le parti rispetto a chi non lo condivide, a chi vuole rivedere le linee guida, a chi deve installare gli impianti e ai cittadini, che non si sentono sufficientemente coinvolti in una pianificazione.
Alla fine il punto da cui parto e di cui prendo atto in tutta questa discussione è che abbiamo un impianto normativo che non va bene a molti. Rivolgo un appello a questa maggioranza: prendete la decisione di svolgere una riflessione per capire se effettivamente si tratta di un impianto normativo che deve essere rivisto. Bisogna che diamo certezza a ciò che abbiamo, altrimenti dopo non potremo meravigliarci - mi rivolgo in particolare all'amico Naldi, che ha alcune sensibilità sul fronte produttivo e delle tutele sindacali, sensibilità che abbiamo tutti noi - che in questa Regione si faccia fatica a insediate nuovi impianti.
Si fa fatica perché spesso c’è conflitto tra chi vorrebbe costruirli, chi vorrebbe impiantarli e chi giustamente, come i cittadini, nutre dubbi. Siamo sempre combattuti tra chi vuole installarli e i comitati che esercitano pressioni sui Sindaci, i quali, a loro volta, vengono sottoposti a sollecitazioni, con la minaccia di non essere rieletti.
Il problema di base è che c'è una norma che forse alla fine non va bene a nessuno. Dobbiamo attivarci per avere una norma di riferimento che sia certa, duratura e valida per tutti e non da mettere sempre in discussione con risoluzioni, proteste e comitati. Non va bene, perché su questo fronte non investirà mai più nessuno in questa regione. Non meravigliamoci se poi, oltre a non investire, non ci sarà più nessuno che produrrà gli impianti che servono per sviluppare le energie rinnovabili, con conseguente disoccupazione e cassa integrazione.
È opportuno che la riflessione sia veramente ampia sotto tutti i punti di vista, per avere, lo ripeto, un riferimento normativo condiviso, prima di tutto. Deve essere condiviso da questa maggioranza. Oggi all'interno della vostra maggioranza ci sono tantissimi Sindaci che con grande difficoltà non sanno come rapportarsi, giustamente, rispetto a numerose sollecitazioni che provengono dai comitati locali.
Bisogna che ci decidiamo: hanno ragione i comitati locali o hanno ragione le norme, le quali alla fine danno luogo a una Conferenza dei servizi che si pronuncia in una determinata maniera e consente la costruzione di determinati impianti?
Io ho bisogno di capire dov'è il punto nodale che sta generando preoccupazioni, però bisogna che vi decidiate. Al di là di prendere atto, sotto diversi fronti, che ci sono difficoltà, siete voi che dovete decidere se questo impianto normativo fa al caso vostro e del programma elettorale di un Presidente Errani che ha chiaramente in testa, insieme all'assessore Muzzarelli, ciò che intende fare dell’attività politica in questo ambito…
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, fate silenzio.
NOÈ: Questo aspetto fa parte di una decisione politica, se volete consentire alla maggioranza di portare a casa un determinato programma elettorale e, quindi, capire se chi, per alcuni aspetti, sa di poter esercitare una golden share la vuole esercitare oppure no.
Questo è il vero discorso. Ognuno poi dibatte e dibatte dal suo punto di vista, dalla sua angolatura, ma io chiedo la certezza della norma. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Purtroppo, ci sono altri due iscritti in discussione generale, i cui interventi richiedono venti minuti, oltre a tutte le dichiarazioni di voto. Aggiorniamo, dunque, la nostra seduta. Buona serata.
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Richetti): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
2833 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa il gioco d'azzardo ed il codice etico adottato dai baristi che hanno rifiutato l'installazione di macchine automatiche a ciò destinate nei propri esercizi.
2834 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la dichiarazione di aree a "fisco zero" delle zone del territorio regionale colpite dal sisma, e l'attivazione delle connesse procedure.
2835 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, in merito alla situazione del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) dell’Ospedale Malpighi di Bologna.
2836 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito al progetto di legge di modifica della legge regionale n. 17 del 18 luglio 1991, previsto dalla risoluzione n. 1181 del 30 marzo 2011, in materia di attività estrattive.
2837 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito all’emergenza dovuta al terremoto e agli aiuti nazionali e internazionali.
2838 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini e Bernardini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa documentazione della Commissione Grandi Rischi di allerta per la situazione sismica dell’Emilia-Romagna.
2839 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione degli immobili di edilizia scolastica colpiti dal sisma.
2840 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, in merito alla disponibilità del museo Magi di Pieve di Cento di ospitare le opere presenti nella Collegiata di Santa Maria Maggiore gravemente danneggiata dal sisma.
2841 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, in merito alla situazione derivante dal DL 59/12 "Riordino della Protezione Civile", alla necessità di risarcire i danni da calamità naturali ai privati colpiti dal sisma e alle azioni da porre in essere da parte della Regione Emilia-Romagna.
2843 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, in merito alla situazione della stazione ferroviaria Roveri di Bologna, posta sulla linea regionale Bologna-Portomaggiore.
2844 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, in merito alla gestione dell’emergenza post terremoto nella città di Crevalcore (BO).
2845 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, in merito alla prevista realizzazione di un impianto a biogas per la produzione di energia elettrica in Comune di Coriano (RN).
2846 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa lo stato ecologico del torrente Marano (RN), con particolare riferimento agli scarichi in esso confluenti.
2847 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il servizio di guardia medica a Lido Adriano (RA).
2848 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la definizione di un Piano Operativo dettagliato in merito alla possibilità di allocazione delle famiglie dei terremotati in strutture fisse.
2849 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il funzionamento, nei mesi di luglio e agosto, del Reparto di Psichiatria Diagnosi e Cura dell'Ospedale Malpighi di Bologna.
2850 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le metodologie di diagnosi e cura del tumore alla mammella, con particolare riferimento agli Ospedali Bellaria e Malpighi di Bologna.
2851 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa gli interventi effettuati nel 2011 e nel 2012 presso la Chirurgia senologica dell'Ospedale Bellaria (BO). 2852 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la radioterapia intraoperatoria per pazienti con neoplasie mammarie a Bologna.
2853 - Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Naldi, Meo e Donini per impegnare la Giunta a chiedere al Governo italiano di rilasciare un titolo di soggiorno per motivi umanitari ai migranti provenienti dalla Libia.
2854 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa i contributi regionali per feste estive con stands gastronomici.
2855 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa immissioni riguardanti un impianto di produzione di energia elettrica alimentata a biogas sito nel Comune di Medicina (BO).
2856 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa l'annunciata riduzione del personale di Poste Italiane S.p.A.
2857 - Interrogazione dei consiglieri Lombardi, Villani, Pollastri e Bignami, a risposta scritta, circa la concessione di contributi alle Ecofeste, di cui alla delibera della Giunta regionale n. 554 del 2012.
2858 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il ripristino ed il mantenimento del punto di primo intervento di Bondeno.
2859 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la chiusura di Uffici Postali, con particolare riferimento alla tutela delle aree più svantaggiate della Regione.
2860 - Interrogazione dei consiglieri Mumolo e Ferrari, a risposta scritta, in merito alla chiusura di Uffici Postali, con particolare riferimento alle conseguenze sull'occupazione e sulle aree colpite dal sisma.
2861 - Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Pollastri e Alberto Vecchi per impegnare la Giunta a sollecitare il Parlamento affinché venga approvato il disegno di legge sul contrasto ad ogni forma di sfruttamento del lavoro.
2862 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Monari, Naldi, Barbieri, Mandini, Mori, Pariani, Sconciaforni, Ferrari, Luciano Vecchi, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Marani, Fiammenghi, Piva, Zoffoli, Mazzotti e Bonaccini per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Ministero competente affinché la casa di lavoro di Saliceta San Giuliano (MO) venga chiusa.
2863 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Luciano Vecchi, Meo, Grillini, Mandini, Barbieri, Mumolo, Marani, Piva, Paruolo, Pariani, Donini, Monari, Naldi, Mori, Alessandrini, Zoffoli, Sconciaforni, Mazzotti, Bonaccini, Fiammenghi e Ferrari per chiedere al Ministro dell'ambiente di modificare il decreto circa il progetto di stoccaggio di gas naturale nel territorio di San Felice sul Panaro denominato "Rivara stoccaggio"..
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18,04
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI, la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA, l'assessore Patrizio BIANCHI e i consiglieri Fabio FILIPPI e Matteo RIVA.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Tiberio RABBONI.
Votazione elettronica
OGGETTO 2728 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"»" (40)
Presenti: 40
Favorevoli: 29
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 11
Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Assenti: 10
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Vasco ERRANI (g), Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI (g), Marco LOMBARDI, Rita MORICONI, Matteo RIVA (g).
I PRESIDENTI
IL SEGRETARIO
Mandini - Richetti
Corradi
Espandi Indice