Espandi Indice
91.
SEDUTA DI MERCOLEDÌ 4 LUGLIO 2012
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
OGGETTO 2720
Interpellanza del consigliere Pollastri circa il ritardo della partenza, da Piacenza, del treno IC 599 avvenuto in data 20 maggio 2012, a causa della regolarizzazione del titolo di viaggio di tifosi che ne erano sprovvisti.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
PERI, assessore
OGGETTO 2690
Interpellanza del consigliere Filippi circa lo sviluppo del settore agricolo privato svincolato dai sistemi di filiera.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
RABBONI, assessore
OGGETTO 2617
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni per la bonifica» (Testo base) (41)
(Continuazione esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)
(Progetti di legge oggetti 90 - 91 - 158 - 1191 - 1710 - Abbinati)
(Risoluzione oggetto 2081 - Approvata)
(Ordine del giorno oggetto 2617/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione) (62)
PRESIDENTE (Richetti)
POLLASTRI (PDL)
MONARI (PD)
CAVALLI (Lega Nord)
MANFREDINI (Lega Nord)
BIGNAMI (PDL)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
GRILLINI (Italia dei Valori)
NOÈ (UDC)
AIMI (PDL)
OGGETTO 2816
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Mandini, Mazzotti, Corradi, Aimi e Bartolini: «Modifica della legge regionale 25 ottobre 2000, n. 29 "Disciplina del referendum sulle leggi regionali di revisione statutaria ai sensi dell'articolo 123 della Costituzione"» (42)
(Relazione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
MAZZOTTI, relatore
PIVA (PD)
OGGETTO 2821
Delibera: «Variazione al bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2012.» (delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 13 giugno 2012, n. 73) (82)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
OGGETTO 2809
Relazione, per l'anno 2011, sull'attività dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna
(Adempimento ai sensi dell'art. 12, comma 4 bis, della L.R. 29/95)
PRESIDENTE (Mandini)
OGGETTO 2822
Richiesta di istituzione, proposta dal consigliere Favia, di una commissione speciale di ricerca e di studio, ai sensi dell'art. 61, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa e dell'art. 40, comma 2, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna sulle concessioni minerarie o ad esse assimilabili, relative alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, nonché sulle loro eventuali correlazioni con le attività sismiche.
(Discussione e ritiro)
PRESIDENTE (Mandini)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
DONINI (Fed. della Sinistra)
BIGNAMI (PDL)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
Risoluzioni sulla produzione di energia da fonti rinnovabili
(Oggetti 2600 - 2614 - 2622 - 2681 - Continuazione discussione e approvazione)
(Oggetti 2616 - 1021 - Continuazione discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Mandini)
MANFREDINI (Lega Nord)
MALAGUTI (PDL)
VILLANI (PDL)
BIGNAMI (PDL)
MARANI (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
ALESSANDRINI (PD)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini)
NALDI (SEL - Verdi)
MONARI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 2585
Risoluzione proposta dai consiglieri Favia, Defranceschi, Manfredini, Noè, Corradi, Filippi e Bignami per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a tutelare e sostenere le persone affette da SLA e le loro famiglie, rivedendo anche i criteri di ripartizione delle relative risorse presenti nella programmazione regionale e garantendo, il più a lungo possibile, la permanenza dei pazienti nelle loro abitazioni
(Discussione e reiezione)
OGGETTO 2932
Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Donini, Marani, Barbati, Monari, Montanari, Piva, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Pariani, Pagani, Zoffoli, Alessandrini, Garbi, Bonaccini, Mori, Mazzotti, Casadei, Ferrari, Meo, Naldi, Villani, Alberto Vecchi, Pollastri, Lombardi e Leoni sugli interventi per l’assistenza a lungo termine delle persone con gravissima disabilità acquisita con particolare riferimento agli interventi per la SLA
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
NALDI (SEL - Verdi)
MONARI (PD)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
DONINI (Fed. della Sinistra)
CORRADI (Lega Nord)
CARINI (PD)
Annuncio di interrogazioni, risoluzioni e interpellanza
PRESIDENTE (Mandini)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni, risoluzioni ed interpellanza annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,02
PRESIDENTE (Mandini): Dichiaro aperta la novantunesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Iniziamo i lavori della seduta pomeridiana dando comunicazione dell’assenza del Presidente Vasco Errani, della Vicepresidente Saliera e degli assessori Bortolazzi, Lusenti e Marzocchi.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo allo svolgimento delle interpellanze, a pagina 21 dell'ordine del giorno. Prendiamo in esame il seguente oggetto:
2720 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa il ritardo della partenza, da Piacenza, del treno IC 599 avvenuto in data 20 maggio 2012, a causa della regolarizzazione del titolo di viaggio di tifosi che ne erano sprovvisti.
Risponde per la Giunta l'assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Grazie, assessore. Questo atto ispettivo, ormai datato, prende le mosse da segnalazioni di diversi cittadini del mio comune.
Stando ai fatti, domenica 20 maggio alle ore 16.00 si è tenuto localmente lo spareggio tra il Piacenza Calcio e il Prato. Come di consueto, i tifosi sono stati scortati dalla polizia verso la stazione ferroviaria. In tal sede vi era un gruppo di un centinaio di persone salite sull'Intercity Milano-Terni, che avrebbe dovuto partire regolarmente alle 18.48 da Piacenza.
Non essendo i suddetti soggetti in possesso di adeguato titolo di viaggio, di supplemento o di prenotazione, si è reso necessario svolgere operazioni di regolarizzazione, componente per componente, di tale gruppo.
Lo svolgimento di queste operazioni ha determinato un disagio ai cittadini normali e comuni per un'ora. Essi sono stati costretti, e perciò si sono rivolti anche allo scrivente, ad attendere per un tempo imprecisato senza ricevere notizie e comunicazioni. Per alcuni di questi cittadini, che erano a Piacenza, vi è stato anche il rischio di perdere coincidenze.
La situazione che ho citato in premessa dell'interpellanza e che si è verificata a Piacenza è una situazione anomala, poiché, quando il passeggero non è dotato del biglietto, il controllore normalmente dovrebbe provvedere a fargli pagare una sovrattassa, ma non a bloccare per un'ora il convoglio. Vedo che l'assessore sorride, ma la realtà è questa.
Andiamo a vedere un altro fatto che mi è stato segnalato. La partita era terminata in tempo utile perché questi tifosi potessero regolarizzare i biglietti in stazione e prendere il treno successivo.
So che c'è il cambio da effettuare, perché, da cittadino e tifoso, sono andato a Prato al ritorno della suddetta partita e so che esiste una linea diretta, ma anche una linea in cui bisogna cambiare.
Ponevo l'attenzione sul tema perché so che l'assessore è sempre molto attento ai rapporti con Trenitalia, nella buona e nella cattiva sorte. In merito ho presentato anche altri atti, ma per questioni meno specifiche e più generali, che discuteremo riguardo le sanzioni. Con ciò ho aperto e chiuso una parentesi.
Chiedo, quindi, le ragioni per cui si sia impedito il regolare transito del convoglio, per quale motivo si sia consentito al citato gruppo di tifosi di salire sul treno non essendo regolarmente dotati del titolo di viaggio e se Trenitalia non fosse a conoscenza della partita e della conseguente necessità di approntare misure straordinarie per fronteggiare il maggior flusso di passeggeri. Questo è il punto vero, il punto centrale dell'interrogazione.
Domando, inoltre, perché non sia stata data informazione ai passeggeri comuni cittadini circa questo disagio, se sia ravvisabile l'interruzione di servizio e comunque quali azioni si intendano porre in essere per quanto verificatosi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola per la risposta all'assessore Peri.
PERI, assessore: Grazie, presidente. Trattandosi di un Intercity, non ricade ovviamente né nei contratti di servizio, né nel potere di controllo di quest’Amministrazione. Abbiamo, in ogni caso, chiesto a Trenitalia di fornirci delucidazioni su ciò che è accaduto, anche per cercare di prevenire eventuali situazioni analoghe in futuro.
Va opportunamente premesso, ed è ciò che ci riferisce Trenitalia, che, proprio al fine di regolare le operazioni di afflusso dei tifosi presenti alla stazione di Piacenza in occasione della partita di calcio che si è svolta il 20 maggio, fin dal 18 maggio precedente era stato programmato e organizzato l’intervento di un presidio straordinario di controlleria a supporto dell'attività di vigilanza del personale ferroviario di Protezione aziendale e della Polfer.
Intorno alle 17.15 i tifosi hanno raggiunto la stazione di Piacenza e, in tale circostanza, mentre il personale ferroviario provvedeva a regolarne l'accesso attraverso il varco appositamente predisposto e presidiato solo per i tifosi, procedendo al controllo e alla regolarizzazione dei titoli di viaggio, un centinaio di tifosi ha forzato il blocco della polizia lato piazza e si è introdotto nell'area ferroviaria. Trenitalia era, dunque, organizzata, ma le forze del nemico erano preponderanti, in quel caso.
Successivamente all'arrivo del treno Intercity 599 alcuni gruppi di tifosi, eludendo il controllo a terra, sono saliti a bordo senza biglietto, costringendo gli agenti di polizia e il personale ferroviario a svolgere le attività di controlleria e di regolarizzazione dei titoli di viaggio in treno.
Ovviamente ciò ha comportato un ritardo, in parte per il controllo dei biglietti, ma in parte anche per motivazioni di ordine pubblico, perché non si sapeva chi fosse ancora fuori dalle regole di sicurezza ferroviaria. Si poneva, dunque, anche un problema di pubblica sicurezza, per evitare che i soggetti che avevano evaso qualsiasi tipo di controllo non si fossero messi essi stessi in condizioni di pericolo.
In realtà l'ora di ritardo è dovuta, quindi, alla concomitanza di questi due motivi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Consigliere, le restano tre minuti.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore, che come sempre si attiva per cercare di fornirmi il maggior numero di informazioni a beneficio della comunicazione per i cittadini, che, come lei ben sa, chiedono risposte.
Dalla sua risposta si evince sostanzialmente che il grosso della responsabilità è dovuta ai teppisti che hanno violato i regolari controlli e che hanno, come leggo nella breve, ma comunque chiara risposta, forzato il blocco della polizia che dal lato piazza aveva cercato di arginarli.
Questo, però, deve servire indubbiamente, ma mi sembra che anche nella sua risposta sia presente e lo rilevo io nella mia replica, per il futuro, perché si è realizzata una situazione non prevista. Se per il futuro accadessero situazioni simili, dovranno essere rafforzati i controlli sia da parte della questura, nella fattispecie quella di Piacenza, sia da parte delle Ferrovie, a prescindere dal fatto che in questo caso, come lei mi ha fatto notare, si trattava di un Intercity e non di un Eurostar.
Io mi dichiaro soddisfatto e continuerò comunque, come lei sa, a vigilare e a sollecitare affinché, presidente, queste incresciose situazioni, come quella accaduta nella stazione di Piacenza, non abbiano in futuro a ripetersi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2720, chiamo l'oggetto seguente:
2690 - Interpellanza del consigliere Filippi circa lo sviluppo del settore agricolo privato svincolato dai sistemi di filiera.
Risponde per la Giunta l'assessore Rabboni.
La parola al consigliere Filippi per illustrare la sua interpellanza.
FILIPPI: Grazie, assessore. La nostra Regione finanzia spesso le imprese agricole integrate in sistemi di filiera dirette da cooperative, il che produce un'evidente crisi all'impianto agricolo, da sempre estraneo a questo specifico modello di filiera.
Assessore, lei ha più volte fornito garanzia sulla ripartizione dei fondi destinati al settore dell'agricoltura, affermando che una parte consistente sarebbe stata riservata alle imprese agricole private. I fondi investiti dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la misura 121 sono insufficienti per una vostra scelta politica, mentre, invece, per la misura 124, fondi vincolati in progetti di filiera, avanzano sempre soldi. Non vengono utilizzati tutti i fondi perché il progetto di filiera non è in grado di assorbire tutti i soldi che gli erogate. Si tratta di una grossa incongruenza, dettata da un motivo politico che lei mi dovrà spiegare.
Esiste il rischio concreto che si formino unioni fittizie pilotate dal sistema cooperativo, con l'unico scopo per le imprese agricole di accedere a progetti di finanziamenti. Le imprese agricole private sono costrette ad assoggettarsi, dunque, a forme di concorrenza sleale e a subire le imposizioni politiche ed economiche delle cooperative.
Le aziende agricole private hanno rappresentato e rappresentano un fondamentale sostegno dell'agricoltura dell'Emilia-Romagna, sono numerose le domande inevase presentate in seguito alla domanda 121.
Si sta sviluppando un sistema monopolistico anche in agricoltura, rappresentato solo dalle grandi cooperative, sia nella produzione, sia nella vendita del formaggio Parmigiano reggiano.
La misura 121 in Regione Lombardia conteggia 1.900 beneficiari, di cui solo 70 cooperative. Su un importo di 480 milioni di euro solo 34 sono riservati alle cooperative. Vorrei che l’assessore memorizzasse i numeri: su 1.930 beneficiari 70 sono cooperative e su 480 milioni 30 sono quelli erogati alle cooperative. Questi sono i dati della Regione Lombardia. Le chiedo anche i suoi numeri.
Relativamente alla misura 123 sempre la Regione Lombardia sul progetto di filiera eroga il 44 per cento alle imprese cooperative e il 41 per cento ai privati, mentre il resto viene concesso a imprese singole.
È evidente, quindi, la palese sproporzione dei finanziamenti che l'Emilia-Romagna conferisce al progetto di filiera rispetto a quelli della Lombardia: si tratta di 1.900 privati contro 70 cooperative, mentre in Emilia-Romagna avviene il contrario, 70 privati contro 1.900 cooperative.
Assessore, chiedo alla Giunta se voglia finalmente impegnarsi nell'interesse comune, io non ho imprese agricole da difendere. Chiedo, nell'interesse dell'Emilia-Romagna e della agricoltura se questa Giunta intenda intervenire, e lo chiedo a lei perché si faccia tramite con il Presidente Errani.
Io so che il colpevole è Errani. Lo ripeto, è il colpevole, perché questa è una politica criminale, che punisce i nostri agricoltori. Io le chiedo, se ha intenzione di invertire la rotta e di dare una mano alle aziende agricole vere.
Cambiando discorso, ieri ho visitato un'azienda agricola, che lei conosce, a Quattro Castella, un'azienda agricola che il Comune porta come modello, la vanno a visitare anche i bambini, un'azienda agricola che l'assessore Rivi, sua collega, presenta alle altre aziende come modello.
Quest’azienda, che ha aperto un nuovo magazzino e uno spaccio vendita, ha chiesto di partecipare ai contributi, ma la Regione Emilia-Romagna non glieli ha concessi, pur essendo una delle migliori aziende dell'Emilia-Romagna.
Tale azienda, assessore, a differenza delle sue cooperative, è composta da una famiglia di padre, madre e tre figli maschi, i quali vivono giorno e notte nell'impresa. Se un problema si verifica di notte nell'azienda, non si comportano come i soci cooperatori, che vanno a dormire a casa. Questi signori dormono nell'azienda, risolvono i problemi e l'azienda va bene.
Tale azienda, però, non è stata finanziata, perché è un’azienda privata, mentre l’azienda a 300 metri, che si chiama Parmareggio o Granterre, riceve 4.860.000 euro a fondo perduto.
Questa non è democrazia. Questi sono atteggiamenti, assessore, che vorrei spiegasse ai cittadini emiliano-romagnoli, non solo per l'azienda di Quattro Castella.
Ieri ci siamo visti alla Terza Torre e io ho avuto l'occasione di parlare con alcuni suoi funzionari, i quali mi hanno riferito che, quando, nel passato, venivano nella collina reggiana, erano accolti a braccia aperte, mentre adesso la gente li fischia, perché non possono più erogare finanziamenti. Se vengono, è per le cooperative.
Sono suoi funzionari che votano a sinistra, ma che si rendono conto a loro volta della grossa sproporzione di cui lei, come assessore, si deve assumere l'onere. Si deve assumere l’onere della grossa sproporzione di finanziamenti che lei eroga a favore di queste cooperative a danno degli agricoltori veri, i quali da duemila anni lavorano la terra e tengono in piedi buona parte dell'economia dell'Emilia-Romagna.
Lo ripeto, io non ho interessi in agricoltura, non possiedo aziende agricole, però sono stato eletto per salvaguardare gli interessi dei cittadini e mi sembra che questo sia un tasto importante, perché i danni, assessore, si vedranno fra venti o trent'anni e lo scopo della politica è quello di guardare avanti. Le aziende non subiscono i danni immediatamente, ma purtroppo li pagano col tempo.
Se devo vedere la mia Regione andare in crisi fra venti o trent'anni per una politica sbagliata che lei porta avanti, io la invito, come cittadino eletto da altri cittadini, a curare gli interessi dei cittadini emiliano-romagnoli. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all'assessore Rabboni per la risposta.
RABBONI, assessore: Grazie, presidente. Lo sviluppo dell’integrazione organizzata tra i produttori agricoli e tra questi e i diversi livelli della filiera alimentare costituisce da almeno un ventennio il principale obiettivo delle politiche agricole europee e di quelle italiane. Dispiace che il consigliere Filippi non ne abbia mai sentito parlare.
La stessa proposta di riforma della politica agricola europea 2014-2020, postulata dalla Commissione europea, di cui è Vicepresidente l’italiano Tajani, che questa mattina Filippi ha più volte citato, verte sullo sviluppo della cosiddetta agricoltura contrattualizzata, vale a dire sull'adesione degli agricoltori alle organizzazioni dei produttori, sullo sviluppo degli organismi interprofessionali per programmare e autoregolamentare la produzione nel rapporto con il mercato, con l'industria e con la distribuzione, sull’aggregazione e sulla cooperazione tra imprese cooperative. Questa è la nuova politica agricola europea del Commissario Tajani.
I progetti di filiera dell'Emilia-Romagna si muovono esattamente in questa direzione e risultano del tutto coerenti con le politiche agricole europee e italiane. La conferma è anche nel giudizio - ciò dispiacerà a qualcuno - assolutamente positivo espresso dalle organizzazioni agricole regionali sui nostri progetti di filiera e nell'unanime richiesta di reiterare per il futuro ulteriori progetti di filiera, a partire da quello lattiero-caseario, che è già stato reso pubblico.
In ogni caso, contrariamente a quanto indicato dal consigliere, non esiste alcuna sproporzione di finanziamenti riversati al sistema della cooperazione e della filiera rispetto alle imprese private. Un esame di natura giuridica al 31 marzo 2012 dei beneficiari dei contributi previsti dalla misura 121 evidenzia che su 2.604 domande ammesse 1.335, circa il 51 per cento del totale, sono state presentate da imprese individuali, 1.176, circa il 45 per cento, da società di persone e 38, l’1 per cento, da società di capitali. Inoltre, 52 domande ammesse, ovvero circa il 2 per cento dell'universo di riferimento, sono state presentate da società cooperative.
Se la Lombardia ha finanziato 70 cooperative su 1.900 domande per la misura 121, l'Emilia-Romagna ne ha finanziate 52 su un numero assai maggiore, di 2.604.
FILIPPI: Gli importi?
RABBONI: Sul piano del confronto con la Lombardia, dunque, la Lombardia è molto più amica delle cooperative di quanto non sia l'Emilia-Romagna, signor consigliere Filippi. Il 98 per cento delle domande ammesse è relativo a soggetti diversi dalle cooperative.
La situazione non cambia considerando i progetti di filiera. Le risorse destinate ai progetti di filiera dal 2009 al 2011 sono state pari a 106 milioni di euro, il che equivale al 10 per cento dell'intero Piano finanziario del Programma regionale di sviluppo rurale e al 24 per cento delle risorse destinate all'Asse 1, pari a 444.354.000 euro. Il 60 per cento è destinato alla misura 121, relativa all’ammodernamento delle aziende agricole, il 30 per cento alla misura 123, quella per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, mentre la rimanente quota del 10 per cento è destinata alle misure sulla formazione e consulenza, informazione e promozione e ricerca pre-competitiva, ovvero la misura 124, relativa alla cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie, che lei, consigliere Filippi, si intestardisce a considerare come una misura che finanzia la cooperazione intesa come imprese cooperative. In tal caso, invece, la cooperazione è intesa come "fare insieme". Lo preciso a futura memoria.
Non esiste nei bandi alcuna riserva di fondi a favore delle cooperative, alle quali è stato attribuito il 5 per cento dell'intero ammontare delle risorse disponibili. Al 31 marzo 2012 sono stati concessi a valere sulla misura 121 contributi per complessivi 162.846.475 euro. Il 5 per cento di questa disponibilità è stato assegnato a società cooperative, mentre il 37 per cento, ovvero circa 60.254.000 euro, è stato attribuito nell'ambito dei progetti di filiera.
Nelle sette province che hanno territori classificati come montani sono state finanziate 135 domande sulle 206 ammissibili, ovvero il 66 per cento del totale.
La situazione è comunque diversificata. In provincia di Bologna e di Piacenza è stato finanziato l'86 per cento delle domande ammissibili, a Modena il 72 per cento, mentre a Reggio Emilia e a Parma, anche in relazione al notevole numero di richieste presentate, superiore alle previsioni iniziali effettuate dalle Province, le istanze effettivamente ammesse sono rispettivamente il 51 per cento e il 49 per cento di quelle considerate ammissibili.
Ciò è stato determinato, oltre che dai limiti generali regionali e provinciali del budget per la 121, anche da scelte autonome compiute dalle Province a proposito di priorità settoriali e territoriali e di ripartizione delle risorse tra le diverse misure del Programma di sviluppo rurale. Diversamente, questo andamento differenziato non si giustificherebbe.
Sulla misura 123, che finanzia gli impianti di trasformazione e di conservazione della produzione agricola, sono stati impegnati, sempre al 31 marzo, circa 81.300.000 euro, il 40 per cento dei quali, pari a circa 32.500.000, su progetti di filiera e il 55 per cento a beneficio di società cooperative.
Non siamo a conoscenza, allo stato, degli atti della costituzione di unioni fittizie o di finte società gravitanti intorno al sistema cooperativo all'unico fine di poter accedere ai finanziamenti regionali. Parimenti, le norme di attuazione del PSR non prevedono il versamento a qualsiasi titolo di quote al soggetto capofila nei progetti di filiera.
Dai documenti in nostro possesso e, in particolare, dal testo degli accordi di filiera sottoscritti formalmente da tutti i partecipanti non emergono comunque situazioni analoghe a quelle paventate dall'interpellante.
Concludo ribadendo il dato comparativo con la Lombardia, che tanto sta a cuore al consigliere Filippi. La Lombardia ha accolto 1.900 domande per la misura 121, di cui 70 di cooperative, mentre l’Emilia-Romagna ha accolto 2.600 domande, di cui 52 di cooperative.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Rabboni.
La parola al consigliere Filippi per la replica. Consigliere, le restano due minuti.
FILIPPI: Assessore, la ringrazio di avermi dato del signore. Evidentemente, sono nato signore. La trasparenza, assessore, è un dono di onestà e di correttezza e lei non è stato trasparente. Lei mi comunica che su 2.000 domande solo 50 sono di cooperative, ma io le ho riferito che in Lombardia su 1.900 domande 70 erano di cooperative e su 480 milioni 34 sono andati a cooperative. Le ho citato, quindi, due cifre.
Lei ha parlato per mezz'ora e non mi ha fornito le cifre. Se presenta domanda una cooperativa e riceve l'80 per cento dell'importo, siamo già arrivati al limite. Io le ho chiesto le cifre, la trasparenza. Questa Regione non sa ancora che cos'è la trasparenza, i numeri della Lombardia, che sono questi, mi sono stati…
(interruzione dell'assessore Rabboni)
Le ho citato chiaramente i numeri, assessore, che mi sono stati forniti dall'assessore della Lombardia. A lei ho rivolto quattro interpellanze e lei mi cita alcune percentuali, ma, o io non sono in grado di capire ciò che lei sostiene, o lei vuole nascondersi? La mia paura è che lei voglia nascondersi per proteggere una politica che, lo ripeto, fra alcuni anni causerà grossi danni alla nostra Regione.
Per quanto riguarda i documenti relativi alle unioni fittizie, le porterò alcune dichiarazioni di agricoltori. Gliele farò vedere, così capirà che il 90 per cento dei progetti di filiera sono progetti non veri.
Assessore, non sono assolutamente soddisfatto della sua risposta. Le chiedo una paginetta con alcuni numeri veri e chiari, perché tutte le volte lei cita numeri che non corrispondono alla realtà. Le chiedo di curare gli interessi dei contadini, degli agricoltori, della Regione. Se le cooperative bruciano, non succede nulla, perché nessuno si preoccupa. In un'azienda agricola privata sono sempre pronti a salvaguardarla.
Cerchiamo di curare l'economia che ci ha rappresentati per duemila anni. Con la finanza abbiamo effettuato i derivati e abbiamo sbagliato tutto. Non sbagliamo tutto anche in agricoltura con questi progetti di filiera.
Lo chiede l'Europa? Lei faccia il 50 per cento di ciò che fa Lombardia e a me va più che bene. Mi accontenterei del 50 per cento, la Lombardia si comporta onestamente e l'Emilia-Romagna no. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l’oggetto 2690.
Per quanto riguarda l'oggetto 2714, "Interpellanza del consigliere Bartolini circa i costi e le procedure relativi al trasferimento in altra sede di uffici regionali siti a Cesena", l'assenza giustificata della Vicepresidente Saliera ci fa rinviare questo oggetto alla prossima seduta. Ringrazio il consigliere Bartolini, che era in Aula.
Interrompiamo per cinque minuti i nostri lavori per consentire l'ingresso dei colleghi e per riprendere in maniera puntuale l'esame dell'articolato, sul quale abbiamo sospeso i lavori della mattinata.
(La seduta, sospesa alle ore 15,31, è ripresa alle ore 15,36)
OGGETTO 2617
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni per la bonifica» (Testo base)
(41) (Continuazione esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)
(Progetti di legge oggetti 90 - 91 - 158 - 1191 - 1710 - Abbinati)
(Risoluzione oggetto 2081 - Approvata)
(Ordine del giorno oggetto 2617/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione) (62)
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, riprendiamo i nostri lavori. Siamo alla prima parte dell'ordine del giorno generale, riferita ai progetti di legge oggetti 90, 91, 158, 191, 1710 e 2617, tutti provvedimenti di legge sulle bonifiche. Il testo base è il 2617, «Progetto di legge d'iniziativa della Giunta "Disposizioni per la bonifica"», a cui è abbinato l'oggetto 2081, «Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini e Cavalli», a cui abbiniamo anche l'ordine del giorno a firma Pollastri, che è stato presentato e che è in distribuzione ai consiglieri. Si svolgeranno poi dichiarazioni di voto conclusive su tutti e tre gli oggetti.
Siamo in sede di esame dell'articolato, all'articolo 6, su cui insiste un emendamento.
È stato presentato un emendamento, n. 10, a firma del consigliere Pollastri. Nominiamo gli scrutatori che mi coadiuveranno nelle operazioni di voto: la consigliera Costi, la consigliera Moriconi e il consigliere Pollastri.
Dichiaro aperta la discussione generale su articolo 6 e relativo emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Scusi, siamo in discussione?
PRESIDENTE (Richetti): Siamo in discussione generale sull'articolo 6 e sul suo emendamento collegato.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 10 a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 10 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 6, così come non emendato.
(È approvato a maggioranza).
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 6 è approvato.
Passiamo all'esame dell'articolo 7, su cui insiste l’emendamento 11, a firma del consigliere Pollastri.
Discussione generale su articolo ed emendamento. Dichiarazioni di voto su articolo ed emendamento.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11 a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’emendamento 11 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’articolo 7 è approvato.
Abbiamo esaurito l'esame dell'articolato. Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero provvedimento, il testo di legge, l’oggetto 2081, «Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini e Cavalli per impegnare la Giunta regionale a sollecitare l'Agenzia Interregionale del Fiume Po a porre in essere interventi di manutenzione degli argini e di pulizia dei canali nei Comuni del territorio modenese e piacentino al fine di evitare esondazioni dei fiumi Po, Secchia e Panaro», e sull'ordine del giorno a firma del consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Presidente, prima della votazione chiedo se si può verificare se in Aula c'è il numero legale, perché mi sembra che in queste votazioni non ci fosse.
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere, al momento del voto verificheremo la presenza del numero legale, come da Regolamento. Peraltro, con il voto elettronico non dobbiamo neanche faticare tanto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Intervengo per osservare che questo progetto di legge, come ricordavano il relatore Zoffoli e molti degli interventi che mi hanno preceduto, rappresenta un altro tassello molto importante del complessivo percorso che questa Regione si è fissata nell'ambito dell'autoriforma e del riordino dell'intero sistema di governance regionale. Ovviamente gli indirizzi contenuti sono stati condivisi anche con il sistema territoriale, con il sistema delle autonomie locali. Non si tratta, quindi, di una rivoluzione coatta o di una forzatura.
In questo senso voglio ringraziare, come Gruppo del PD, il lavoro dell'assessore Rabboni, dell'assessorato e dei servizi, che hanno lavorato a un riordino graduale e calmo di un processo di riforma dei Consorzi di bonifica che non era né scontato, né inizialmente - lo ricordo bene e l'assessore mi passerà l’osservazione con affetto - condiviso, perché poiché si trattava di un sistema chiuso al proprio interno già molto dialettico e frammentato nelle modalità partecipative ed organizzative.
Si è trattato e si tratta di un metodo di lavoro che ha ottenuto un risultato molto positivo e ha colto l'obiettivo e, quindi, di un successo. Ancora una volta, è un successo che mette al centro la condivisione e la concertazione.
Rivolgo, quindi, un ringraziamento a chi ci ha lavorato e anche l'espressione di un voto positivo da parte del Gruppo del Partito Democratico.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Questa è una legge che tocca migliaia di cittadini e, quindi, noi chiediamo di controllare e saremo controllori noi stessi delle diverse modifiche, soprattutto di quelle che potranno portare giovamento ai cittadini emiliano-romagnoli.
Noi auspichiamo che il percorso intrapreso, quello della partecipazione e del confronto con le parti sociali e politiche e della discussione svolta in Commissione dalle differenti forze politiche, che ha portato anche a collaborare su emendamenti condivisi, porti i miglioramenti che tutti noi ci auguriamo.
L’unico rammarico viene da alcuni nostri emendamenti, soprattutto sulla montagna, in merito ai quali abbiamo visto una chiusura da parte della maggioranza e che insieme cercheremo successivamente, se possibile, di migliorare, perché io credo che una legge possa essere scritta bene, ma anche migliorata.
Se, nel prosieguo degli anni di questa legislatura, ci sarà la possibilità di migliorare la legge soprattutto a livello contributivo della montagna, noi saremo molto favorevoli e appoggeremo molto volentieri l'operato dell'assessore.
Il nostro voto oggi è un voto di astensione, un voto di collaborazione con questa maggioranza, perché alcuni temi toccati hanno fatto sì che la legge sia migliorata, ma non ci ha comunque soddisfatto al 100 per cento.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Sto parlando della risoluzione 2081, che stamattina ho sottoposto anche all'assessore Rabboni, il quale l'ha condivisa. Io spero che questa maggioranza condivida la risoluzione, onde evitare che l’AIPO si mantenga estraneo su problemi che deve e ha l'obbligo di trattare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.
BIGNAMI: Grazie, presidente. Il Popolo della Libertà ha partecipato in forma attiva alla redazione e alla costruzione di questo progetto di legge, il quale presenta alcuni elementi da valorizzare, in particolar modo alcuni passaggi all’articolo 4 e, significativamente, il comma 3. Esso ha formato oggetto di una revisione anche in sede di Commissione, con la presentazione di emendamenti da parte del relatore Zoffoli, in un senso che a noi pare opportuno e anche positivo.
Su altri aspetti, invece, è mancato un po' il coraggio da parte dell'Amministrazione regionale e della Giunta di andare a incidere su un alleviamento del peso burocratico che, a nostro giudizio, questo Consorzio di bonifica, anche rispetto alle altre Istituzioni che giocano su questo segmento di competenza, doveva necessariamente andare a realizzare.
Purtuttavia, riteniamo anche che sia doveroso da parte di un'opposizione che si ritiene responsabile dell'andamento della gestione regionale attribuire una linea di credito e di fiducia rispetto al medesimo progetto di legge.
È per questo motivo che andremo in astensione sul voto medesimo, ma con tre puntualizzazioni che ritengo doveroso esprimere, in primo luogo rispetto agli interventi che con atti deliberativi la Giunta regionale dovrà andare a formulare per completare il quadro normativo di riferimento. Anche in questo caso, ritengo che i richiami ai Piani di classifica e ai contenuti dell'articolo 4 debbano necessariamente essere attenzionati dalle opposizioni.
In secondo luogo, cercheremo di sfruttare gli strumenti statutari di valutazione dell'andamento della legislazione che andremo a porre in essere per capire se effettivamente i diversi organi che giocano su questa legge sapranno valorizzarla al punto in cui noi riteniamo che si possa valorizzare.
In terzo luogo, riteniamo che proprio alla tenuta dei fatti si potrà verificare se questa legge può essere migliorata o, al contrario, se debba essere completamente revisionata. Quest’ultimo passaggio richiede, e l'assessore nella sua illustrazione ci ha dato motivo per andare in astensione su questa proposta di legge, una linea di fiducia rispetto alla quale intendiamo inviare segnali alla Giunta, fatta salva con chiarezza la posizione che abbiamo testé citato, ossia che forse si sarebbe potuto giocare un po' di più sulla ridiscussione del peso burocratico da parte dei Consorzi.
Ciò che di buono vi è in questo testo di legge, comunque, per oggi, secondo noi, bilancia quest’assenza di coraggio, per la quale rinviamo a un giudizio successivo nei confronti della Giunta.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bignami.
Chiederei di abbassare un po' il volume e di non dare le spalle alla Presidenza, possibilmente, da parte dei consiglieri in piedi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Sconciaforni. Ne ha facoltà.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Intervengo velocemente per dichiarare il nostro voto favorevole rispetto a questa legge.
Peraltro, anch'io voglio ringraziare il lavoro sia dell'assessore, sia degli uffici, perché mi pare che si siano mostrati attenti rispetto alla proposta iniziale e a numerosi suggerimenti e inviti che sono stati rivolti nel corso del dibattito di questa legge, accogliendo, io credo, alcune proposte importanti e arrivando alla fine a un risultato che, secondo me, risponde in particolare a un tema che per me era piuttosto importante e che sentivo essere un elemento di sofferenza.
Mi riferisco al fatto che a pagare il contributo al Consorzio fossero i cittadini in base non a una semplice residenza, ma al reale usufrutto del servizio. Io credo che con questa legge non solo si pongano le basi, ma si risponda anche in maniera importante a questo elemento, in maniera tale cioè che si superi l'elemento di sofferenza esistente rispetto a un contributo generale che veniva corrisposto indipendentemente dal livello di usufrutto del servizio.
Credo che sia stato importante anche stabilire, rispetto alla fase transitoria di preparazione dei nuovi parametri che classificavano il livello di contributo, che ciò sarebbe avvenuto nell'ambito dei sei mesi, un tempo ragionevole, non le calende greche, in maniera tale da arrivare il prima possibile a determinare il livello di reale usufrutto del servizio dei cittadini interessati dal Consorzio.
Credo sia importante anche, ma è già stato rilevato nel dibattimento, il fatto di aver introdotto una diminuzione dei compensi, in maniera tale da andare in linea con l’atteggiamento che la Regione in generale sta tenendo rispetto ai costi, ossia quello di razionalizzare il più possibile. Credo che anche in questa legge sia stato colto tale principio.
Per questi motivi quello della Federazione della Sinistra sarà un voto favorevole alla legge. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Intervengo brevemente per comunicare che anch'io mi associo a chi ha affermato che questa vicenda è un esempio di buon lavoro della Commissione e di attenzione dell'assessore, cui va dato atto di essere sempre stato presente e disponibile, e che, come hanno osservato anche i colleghi dell'opposizione, quando c'era una proposta ragionevole, tale proposta è stata accolta.
Si è trattato, quindi, di un lavoro collettivo che ha sentito anche le organizzazioni di settore in udienza conoscitiva e di un esempio di efficiente e buon lavoro da parte dell’Amministrazione regionale e dei colleghi tutti.
Nell’annunciare il voto favorevole dell’Italia dei Valori, voglio esprimere innanzitutto un elemento di soddisfazione per l'emendamento che ritocca i compensi dei dirigenti del Consorzio, come ricordava il collega che mi ha preceduto, perché in questa fase è un segnale positivo.
Dall'altro lato, vorrei insistere su una questione che mi sta particolarmente a cuore, essendo un montanaro, ossia sul fatto che uno degli elementi di innovazione più evidenti di questa legge è quello per cui il tributo rimane in montagna, dove noi accusiamo, come tutti sanno, un problema di vivibilità e di mantenimento di una vita sociale, civile, economica e produttiva, senza la quale i problemi del dissesto idrogeologico delle zone di montagna si aggraverebbero ulteriormente.
Certo è che questi tributi non bastano e io credo che sia sempre più necessario discutere di una legislazione per la difesa del suolo che affronti complessivamente tutti i problemi di dissesto che in questa regione con una programmazione in grado di farvi fronte.
Quello che noi inviamo oggi è un segnale importante, un buon segnale di avvio, e, quindi, con la soddisfazione di aver svolto un buon lavoro, annunciamo il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Presidente, intendo annunciare il mio personale voto contrario. Come ho già spiegato anche in discussione generale, il mio territorio, Piacenza, ha storicamente alcune caratteristiche per le quali, sotto il profilo politico - ho già avuto modo di spiegarlo -, la Regione da tantissimi anni è, con il Consorzio di bonifica, sostanzialmente perché non si sono volute cambiare le cose, responsabile di una tassazione ingiustificata sui cittadini del comune di Piacenza per 2 milioni di euro.
Ho già spiegato i motivi e, quindi, anche alla luce del mancato accoglimento di alcuni emendamenti qualificanti da me presentati, che avrebbero dovuto far incorporare nella legge alcune pronunce addirittura della Cassazione a Sezioni unite, per questi motivi, ma anche per la situazione che insiste sul Comune di Piacenza, al quale non sono mai state consegnate le opere costruite dallo Stato, il mio voto sarà contrario.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Annuncio che su questo progetto di legge mi asterrò per le seguenti motivazioni.
Ho preso atto nella discussione che ci ha accompagnato in questi giorni, ma anche tenendo a mente le discussioni che ci hanno accompagnato nello scorso mandato, che su questa materia, come al solito, emerge una sorta di ambiguità su una contesa autonomia che la Regione e il Consorzio rivendicano nella gestione.
Non voglio entrare nel merito dell'autonomia e, quindi, del soggetto cui spetterebbe effettivamente l’autonomia rivendicata o che ribadisce chi, invece, cerca di aumentare la propria nella gestione della materia, però sicuramente rispetto al percorso che ha contraddistinto il progetto di legge in discussione oggi preferisco esprimermi con un giudizio di astensione.
Tutto sommato, al di là dei princìpi che sono stati ribaditi in questa legge, la vera questione sarà contenuta nelle linee guida, che, soprattutto sull'aspetto riguardante i Piani di classifica e di contribuenza, definirà chiaramente quali sono i margini operativi che verranno riconosciuti, penso anche agli stessi Consorzi di bonifica e, quindi, mi auguro, rispetto anche all'attenzione che avrei preferito ci fosse stata nei confronti della montagna in modo compiuto.
Vedo che si susseguono i giudizi positivi sulla sensibilità che questa legge ha rivelato nei confronti della montagna, però non credo che ciò sia avvenuto fino in fondo.
Io mi attendo molto dalle linee guida e dal modo in cui verranno definiti i Piani di classifica, perché il nodo sarà tutto al loro interno, e mi auguro, pur non potendo partecipare alla discussione, che da parte della Giunta e di tutti coloro che interverranno nella definizione degli elementi utili ci sia il buonsenso di comprendere quantomeno ciò che mi ha portato sull'articolo 3 a esprimere un voto negativo, cioè il fatto di riconoscere che, laddove le rendite sono basse, le contribuenze possono essere basse.
Mi auguro che tutto ciò trovi pieno riscontro nelle linee guida e nei relativi Piani, che citavo prima. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo alla fase della votazione.
Ritengo la richiesta del consigliere Pollastri assorbita nel voto sul provvedimento col sistema elettronico, mentre votiamo l'ordine del giorno e la risoluzione con l’alzata di mano.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno oggetto 2617/1 a firma del consigliere Pollastri.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L’ordine del giorno è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2081 proposta dai consiglieri Manfredini e Cavalli.
(È approvata all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Colleghi, è presto per complimentarsi. Resta l'ultima votazione, da svolgere col dispositivo elettronico, sull'intero provvedimento di legge.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
43
Assenti
7
Favorevoli
30
Contrari
1
Astenuti
12
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante «Disposizioni per la bonifica. Modificazioni alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 42 (Nuove norme in materia di Enti di bonifica. Delega di funzioni amministrative)».
Ha chiesto di intervenire il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.
AIMI: Grazie, presidente. Vedo che figura il mio voto favorevole, mentre in realtà il mio è un voto di astensione. Chiedo che ciò venga messo a verbale. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere. Viene corretto in astensione il voto del consigliere Aimi.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
OGGETTO 2816
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Mandini, Mazzotti, Corradi, Aimi e Bartolini: «Modifica della legge regionale 25 ottobre 2000, n. 29 "Disciplina del referendum sulle leggi regionali di revisione statutaria ai sensi dell'articolo 123 della Costituzione"» (42) (Relazione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Chiamo l'oggetto 2816, «Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Mandini, Mazzotti, Corradi, Aimi e Bartolini: "Modifica della legge regionale 25 ottobre 2000, n. 29, ‘Disciplina del referendum sulle leggi regionali di revisione statutaria ai sensi dell'articolo 123 della Costituzione’"».
Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Statuto e Regolamento".
Il progetto si compone di due articoli. Il relatore della Commissione è il consigliere Mario Mazzotti, che ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della richiesta di autorizzazione alla relazione orale del consigliere Mazzotti, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Mandini): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
38
Assenti
12
Votanti
37
Favorevoli
35
Contrari
2
Astenuti
--
PRESIDENTE (Mandini): La richiesta di autorizzazione alla relazione orale è accolta.
La parola al consigliere Mazzotti per la relazione orale.
MAZZOTTI, relatore: Grazie, presidente. Si tratta di un progetto di legge proposto dall'Ufficio di Presidenza all'unanimità, che tende a semplificare e rendere più economici i procedimenti in capo agli Enti locali in relazione ai referendum regionali.
La normativa attualmente prevede, infatti, che si fissi un quorum in un cinquantesimo degli elettori della Regione e che tale quorum sia calcolato attraverso una verifica semestrale delle liste elettorali. Ogni sei mesi gli Enti locali della Regione sono tenuti a comunicare la revisione delle liste elettorali per poi comporre il quorum.
Con il progetto di legge questo adempimento viene modificato e si assumono come riferimento principale le liste elettorali, ossia il corpo elettorale che ha votato per le elezioni dell'Assemblea legislativa regionale.
Si tratta di un adempimento di semplificazione che con l'articolo 2 prende atto, nella Commissione per i procedimenti referendari, quelli di iniziativa popolare, della presenza della Consulta di garanzia statutaria e, quindi, di un adeguamento normativo tra la legge del 4 dicembre 2007, n. 23, e gli altri adempimenti.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Mazzotti.
Se nessun consigliere chiede di intervenire in discussione generale, passiamo all'esame dell'articolato.
Passiamo all’esame dell’articolo 1. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 1.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’articolo 1 è approvato.
Passiamo all’esame dell'articolo 2. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 2.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’articolo 2 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero provvedimento.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
36
Assenti
14
Favorevoli
36
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Mandini): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifica della legge regionale 25 ottobre 2000, n. 29, "Disciplina del referendum sulle leggi regionali di revisione statutaria ai sensi dell'articolo 123 della Costituzione’"».
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Non è stato registrato il mio voto favorevole.
PRESIDENTE (Mandini): Metteremo agli atti il suo voto favorevole, consigliere.
OGGETTO 2821
Delibera: «Variazione al bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2012.» (delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 13 giugno 2012, n. 73) (82) (Approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo all'esame degli atti amministrativi.
Chiamo l’oggetto 2821 «Proposta recante "Variazione al bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2012" (delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 73 del 13.06.2012)».
La Commissione "Bilancio Affari generali e istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 26 giugno 2012, con la seguente votazione: favorevoli 27, contrari nessuno, astenuti 4.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di intervenire si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 2821.
(L'Assemblea, a maggioranza,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 2809
Relazione, per l'anno 2011, sull'attività dell'Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna
(Adempimento ai sensi dell'art. 12, comma 4 bis, della L.R. 29/95)
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo all'oggetto 2809, «Relazione per l'anno 2011 sull'attività dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell'articolo 12, comma 4-bis, della legge regionale n. 29 del 1995».
La Commissione "Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport", nella seduta del 20 giugno 2012, ha preso atto dell’illustrazione dell’oggetto.
Dichiaro aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, non essendo previste per questa fattispecie dichiarazioni di voto, concludiamo l'oggetto.
OGGETTO 2822
Richiesta di istituzione, proposta dal consigliere Favia, di una commissione speciale di ricerca e di studio, ai sensi dell'art. 61, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa e dell'art. 40, comma 2, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna sulle concessioni minerarie o ad esse assimilabili, relative alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, nonché sulle loro eventuali correlazioni con le attività sismiche. (Discussione e ritiro)
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo all'oggetto 2822, «Richiesta di istituzione, proposta dal consigliere Favia, di una commissione speciale di ricerca e di studio, ai sensi dell'art. 61, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa e dell'art. 40, comma 2, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna sulle concessioni minerarie o ad esse assimilabili, relative alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, nonché sulle loro eventuali correlazioni con le attività sismiche».
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Intervengo per specificare quali sono i contenuti e le motivazioni di questa Commissione.
Tengo a precisare, ma basterebbe leggere la richiesta per rendersene conto, che questa non è una Commissione che vuole trovare le cause oscure del terremoto, ma semplicemente una Commissione che vuole poter mettere in condizione i consiglieri regionali di approfondire un tema specifico, quello della correlazione tra alcune tipologie di sfruttamento del sottosuolo e lo stato di alta sismicità del nostro territorio.
Esistono pubblicazioni scientifiche sul fatto che determinati interventi nel sottosuolo possono generare fenomeni di bassa sismicità che comunque potrebbero avere correlazioni anche con fenomeni che derivano dalla spinta della placca africana su quella euroasiatica, i quali sprigionano grandi energie proprio perché c'è uno stress plastico.
Noi ci basiamo, fino a oggi, su una tipologia di classificazione sismica di tipo probabilistico. Essendo presente nel nostro territorio storicamente - abbiamo una buona mappatura - un ritorno di fenomeni sismici, proprio perché ci sono movimenti a livello di sottosuolo, a forza di spingere, a un dato punto, si creano rotture che liberano grandi quantità di energia. Si tratta di fenomeni sismici dovuti agli spostamenti di queste placche.
Ci sono, però, piccoli fenomeni di bassa sismicità, che sono un dato acclarato. Noi vorremmo capire, anche, se in un territorio, che si è scoperto così delicato come il nostro, questi piccoli fenomeni di bassa sismicità possano avere interazioni e correlazioni con fenomeni di più ampia sismicità.
Inoltre, la Commissione vuole approfondire, sempre sul tema del sottosuolo e del sisma, il tema della prevenzione. Esiste uno studio in fase avanzata realizzato dal professor Panza, ordinario di sismologia dell'Università di Trieste, e da alcuni suoi colleghi del Dipartimento di fisica teorica di Miramare, frutto di sei anni di lavoro, in cui, tramite alcuni algoritmi, si arriva a predisporre una mappa e, al suo interno, a individuare una zona nella quale si può prevedere a medio termine un terremoto di magnitudo significativa. Sono studi scientifici questi.
L’utilità di questa Commissione, avendo riscoperto questo territorio come estremamente sismico, riguarda una questione molto delicata, su cui la Commissione, restando aperta anche ai contributi di altri consiglieri, approfondirebbe alcune tematiche.
Noi abbiamo bisogno di informarci di più e meglio. Ci sono anche bufale che girano su Internet, che vanno smentite ufficialmente e altre questioni che, invece, sono da approfondire.
Non abbiamo chiara la situazione per tutti gli interventi sul sottosuolo. Pensiamo, per esempio, a tutto ciò che riguarda lo stoccaggio di Rivara. I comunicati della ERG sono stati, se li andiamo ad analizzare in ciò che è stato scritto, non dico ambigui, ma non hanno sicuramente escluso interventi. Hanno affermato di non aver trivellato, il che non significa, come invece altre testimonianze di cittadini ci raccontano, che non siano intervenuti, non so esattamente per quale motivo, in altri pozzi già esistenti. A me sono state inviate diverse foto e prove oggettive.
Sarebbe l'occasione anche per fare chiarezza su quello che è successo negli ultimi venti giorni prima del sisma, ma soprattutto per approfondire il tema della prevenzione. Se il nostro è veramente un territorio tanto soggetto a questi tragici fenomeni, perché non investire un po' di tempo nell'ascoltare alcuni tecnici e chi ha condotto questi studi e promuovere un’azione di verifica?
Premetto, presidente, che la Commissione d'inchiesta consisterebbe - questo nome suona altisonante - nell'ascoltare in audizione personale tecnico. Non si tratterebbe di pagare consulenti, non ci sarebbero costi aggiuntivi, se non quelli, per i funzionari del Servizio delle Commissioni, di convocare una Commissione in più e di procurare due o tre bottiglie in più d'acqua per i commissari.
Secondo noi - non sono parole che i consiglieri rivolgono a se stessi - si tratta di ascoltare in via ufficiale e istituzionale un certo numero di esperti e di testimonianze e di approfondire e migliorare la conoscenza, sotto il profilo tecnico, del tema da parte dei commissari, per capire effettivamente, tramite la Commissione di studio e di indagine, se, dal momento che abbiamo 514 pozzi aperti di perforazione in questa regione, che si è improvvisamente ritrovata, sotto il profilo geologico, su un equilibrio delicatissimo, questo tipo di intervento artificiale, di origine antropica, sul sottosuolo possa avere un'interazione e se l’interazione sia di un fattore 0, 0,1 oppure 5, oppure, ancora, se solo alcune di queste tipologie hanno un’interazione.
Si parla molto del fantomatico fracking, che in Italia si era asserito fosse vietato, ma si è scoperto, di fatto, che a Grosseto queste tecniche sono state usate, proprio dalla stessa società inglese che è socia di ERG.
Svolgere un certo approfondimento in merito, secondo noi, è importante.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il sottosegretario Bertelli. Sottosegretario, l’avviso che ho altre richieste dei consiglieri. La parola al sottosegretario Bertelli.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Il tema va preso con molta serietà e, ci siamo impegnati a compiere un’azione molto seria.
Il presidente ha scritto una lettera al Commissario dell’Agenzia della Protezione civile nazionale, prefetto Gabrielli, proprio nei giorni scorsi, dopo averne a lungo parlato a seguito delle notizie che circolavano in rete, molte delle quali prive di fondamento, un atto di impegno molto serio, che riguarda non più e non soltanto le ristrette zone sulle quali, pur tuttavia, è avvenuto l'evento sismico, ma anche il problema in generale delle interrelazioni tra le indagini geognostiche delle aziende che cercano idrocarburi e l’attività sismica, il che rappresenta un problema di carattere generale, nazionale e mondiale.
Per fare ciò abbiamo scritto, dunque, al prefetto Gabrielli, il quale si è impegnato a mettere in moto la questione. Il testo della lettera recita: «Gentile prefetto, in riferimento alle riflessioni che abbiamo avuto modo di fare nelle scorse settimane in merito al dibattito che si è sviluppato sulla rete relativamente a possibili relazioni tra le attività di esplorazione finalizzata alla ricerca di campi di idrocarburi e l'aumento di attività sismica nell'area interessata da dette attività, le chiedo di attivare, come da lei suggerito, la Commissione internazionale sulla previsione dei terremoti per la protezione civile - un organismo scientifico di alto profilo, perché composto da membri internazionali esperti del settore -, eventualmente rimodulata secondo le sue valutazioni in riferimento alla specificità dell'oggetto, quindi a persone scientificamente adeguate ad affrontare anche il tema delle ricerche di idrocarburi. Per mettere in relazione le due cose ritengo indispensabile dar corso a tale incarico al fine di ottenere un pronunciamento scientificamente autorevole finalizzato a promuovere quei chiarimenti che oggettivamente interessano tutte le Amministrazioni del territorio e le popolazioni colpite dalla recente calamità. Inoltre, questo autorevole parere sarà importante per le scelte che gli amministratori dovranno assumere in futuro sul loro territorio proprio a proposito delle richieste e delle domande di ricerca di idrocarburi nelle diverse modalità.»
Pensiamo che questo sia il modo scientificamente migliore per dare risposte che tolgano di mezzo un dibattito scientificamente poco attendibile che si sta sviluppando e che si è sviluppato nei mesi scorsi sulla rete e collocare tale rilevante questione ad un livello più opportuno e giusto. Esso riguarderà, infatti, non solo la fattispecie delle verifiche sul campo relative alla nostra area regionale, ma in generale anche il problema che, se dovesse essere riscontrato, dovrà dare origine a una modifica delle normative relative ai permessi di verifica e di indagine.
Questo mi sembra il modo migliore per affrontare in maniera più radicale, approfondita e seria un tema così effettivamente importante affrontandolo nella maniera più accreditata possibile.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Esprimo immediatamente la mia contrarietà, che proverò poi a spiegare, alla proposta specifica del collega Favia e proverò anche a interloquire sulle considerazioni che il collega ha svolto nell'intervento di spiegazione collegata alla richiesta, in cui ha introdotto due questioni, in parte collegate e in parte no.
Una è la questione relativa ai modelli sulla base dei quali è possibile prevedere i terremoti, che sono un tema; l'altra è, invece, la questione dello studio dell'eventuale sismicità indotta o dell'eventuale possibilità da parte dell'intervento umano nello sfruttamento del sottosuolo di attivare faglie sismogenetiche in zone di complicata situazione geodinamica.
Il consigliere Favia ha posto le due questioni, a fronte di una richiesta, questioni che sono non facilmente assimilabili. Sulla prima, ossia sul tema della possibile modalità con la quale si può prevedere e, quindi, prevenire il rischio sismico, la risposta che ci viene dalla comunità scientifica, ovunque organizzata, è che non si possono prevedere i terremoti e che il modello col quale si può attivare una forma di allarme precoce che al momento noi abbiamo in campo e sulla base del quale costruiamo le mappe del rischio sismico del terremoto è il modello testato e al momento accettato dalla comunità internazionale definito probabilistico. Esso studia le conoscenze che si hanno del sottosuolo messe in relazione con lo studio della storia e, quindi, delle successioni sismiche avvenute nel corso del tempo. Ciò determina la probabilità e ci aiuta anche a prevedere l'entità di un possibile evento sismico, con le scadenze temporali.
Un modello di carattere deterministico ci permette, per esempio, di utilizzare rilievi strumentali, come l'emissione di un dato tipo di gas, che può essere il radon, una variabile effettivamente studiata, e ci offre la capacità di misurare, per esempio, anche piccoli movimenti del suolo che possono, correlati da modelli matematici, far scattare un allarme precoce. Tali elementi sono al centro della discussione, ma non sono ancora diventati modelli disponibili.
Ricordo a tutti che la scienza della terra è giovane, recente. La teoria della deriva dei continenti di Wegener è del 1960. Da essa è nato velocemente uno studio specifico che ha ricondotto le evidenze di alcuni fenomeni naturali, quali la sismicità e il vulcanismo, ai movimenti della terra e delle placche crostali, fino ad arrivare, grazie ai dati messi a disposizione dalle società che utilizzano le risorse del sottosuolo per il gas e per il petrolio, ad avere conoscenze sempre più dettagliate del sottosuolo.
Noi conosciamo piuttosto in dettaglio la struttura delle pieghe ferraresi, dette dorsali ferraresi, proprio perché l'Agip e l’ENI ci mettono da anni a disposizione del mondo della scienza e del mondo accademico i risultati della ricerca applicata, perché poi la ricerca scientifica possa procedere a elaborare teorie che, di volta in volta, sono perfezionate.
Esprimo in questo modo, da modesta laureata in geologia, quanto nel mondo della ricerca scientifica ci sia un legame con la ricerca applicata. È evidente che la geologia è una scienza difficile, perché non è possibile sperimentare in laboratorio e ricostruire le condizioni naturali, in primo luogo perché ciò che avviene in natura avviene a chilometri di profondità e, quindi, al di fuori della vista - riprodurre un fenomeno in laboratorio non è possibile, perché lo stesso è difficilmente conosciuto - e, in secondo luogo, l'altra dinamica è il tempo geologico. Si fa fatica a determinare dentro una condizione di sperimentazione la variabile temporale.
Vi porto un esempio. La terra ha 4,5 miliardi di anni e si è messa in movimento da subito. Il movimento crostale ha cambiato la morfologia…
PRESIDENTE (Mandini): Consigliera, le chiedo se può terminare.
DONINI: …della terra spesso nel corso di questi 4,5 di anni. Relativizzando il tempo della terra alla nostra dimensione umana e attribuendole, anziché 4,5 miliardi, 45 anni, è una signora di mezza età, un po' più giovane di me. Oggi ciò significherebbe che i dinosauri si sono estinti pochi mesi fa…
PRESIDENTE (Mandini): La ringraziamo della lezione, ma le chiediamo di terminare.
DONINI: C’è modo e modo, presidente, e lo dico per esperienza, di segnalare che un consigliere ha finito il suo tempo. Ciò premesso, la invito a non commentare, perché chiedo di intervenire per fatto personale. Se lei commenta con una battuta sarcastica il mio intervento, io chiedo di intervenire per fatto personale e pretendo le sue scuse, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Consigliera, non era mia intenzione offenderla. Ho solo parlato di lezione, perché riferita alla preistoria.
DONINI: Lei non si può permettere di commentare, a meno che io non abbia offeso qualcuno…
PRESIDENTE (Mandini): Le avevo già richiesto di terminare l’intervento.
DONINI: Chiedo di intervenire, a questo punto, per fatto personale e proseguo, perché si deve astenere da battute di questo tipo.
Chiudo il mio intervento e domando anche le scuse. Lei non voleva offendermi, ma io, sarò forse suscettibile, invece mi sono un po' offesa.
Noi possiamo attivare meccanismi di Commissioni che ci portano ad ascoltare il confronto del mondo accademico su questi temi. Vi ho citato un esempio di che cosa ci troveremo ad ascoltare durante Commissioni di questo tipo, se le attiviamo. Io credo che ci siano le condizioni per informarci e per seguire il progresso scientifico sostenendo l'attività del nostro Servizio geologico, in relazione con l'Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse. Io stessa ho effettuato accessi agli atti per capire, per esempio, la relazione tra la sismicità indotta nell'attività di sfruttamento del giacimento del Gavone e le condizioni circostanti relative a eventi sismici registrati intorno a gradi tre di magnitudo.
Come ripeto, noi siamo in grado di poter disporre di tutta una serie di dati e di informazioni che in III Commissione possono essere chiesti e presentati grazie al Servizio geologico regionale, grazie alla presenza di un mondo accademico estremamente diffuso sul nostro territorio. La facoltà di scienze della terra si trova a Bologna, a Ferrara e a Parma e lavora su questi temi, grazie anche ai dati messi a disposizione dal sistema di imprese private che da anni sfruttano le ricchezze del nostro sottosuolo.
Personalmente non ritengo, dunque, che sia necessario attivare su questo tema una Commissione d'inchiesta, che all'esterno produrrebbe un effetto, dal punto di vista emotivo, che io ritengo negativo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera. Mi permetta, consigliera Donini, di porgerle le mie scuse.
Nell'ambito della correttezza ricordo a tutti, me stesso per primo, che se cominciamo tutti a sforare di tre minuti i cinque a disposizione, non riusciamo a finire nei tempi utili. Lo ricordo a me stesso per non offendere nessuno.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.
BIGNAMI: Grazie, presidente. La lettera di cui il sottosegretario Bertelli ha dato lettura certamente consente di inquadrare e individuare un soggetto a cui verrebbero deputati gli approfondimenti che in larga misura ispirano anche la proposta del Movimento Cinque Stelle.
Non nego che la supervisione di questa Commissione internazionale sulla previsione dei terremoti della protezione civile consenta l'acquisizione di un quadro istituzionale di cui certamente la Regione si è dotato, ma che consente di riportare a livello nazionale una valutazione, evitando eventuali declinazioni territoriali, di cui anche noi, come ha illustrato la consigliera Donini, intravediamo alcuni rischi.
In questo senso invito il collega Favia a valutare la compatibilità della proposta rispetto alla lettera che abbiamo potuto acquisire, anche perché rimangono inevasi alcuni temi. Mi muovo davvero sul filo dell'acqua perché ritengo che sia un tema estremamente delicato, però è evidente che quanto letto trae origine dalla vicenda nota come quella di Rivara, di cui abbiamo potuto leggere su alcuni giornali, intervento rispetto al quale va dato atto alla Regione di essersi mossa con coraggio nel negare la possibilità di un'indagine e addirittura di un insediamento di stoccaggio in quell'area.
Tuttavia, non si può ignorare che, al contempo, giocano altri due elementi, in primo luogo il fatto che proprio con la delibera con cui la Giunta regionale, la n. 238, se non ricordo male, negava la possibilità di un intervento insediativo, o meglio di una realizzazione di un impianto di stoccaggio, si richiamava l'opportunità di condurre indagini che fossero piuttosto finalizzate alla valorizzazione delle risorse geotermiche, settore su cui credo che convenga svolgere un approfondimento.
Tanto la geotermia, quanto altre indagini nel sottosuolo recano un minimo disturbo. Certamente ciò che ricordava la consigliera Donini è fondato. I tempi della geologia - non lo sostengo io, ma mi sono permesso di informarmi presso gli esperti - non sono di immediata causa ed effetto, però credo che dobbiamo anche valutare ciò che noi oggi potremmo andare a porre in essere su un domani.
In questo senso, questione che certamente i colleghi già conoscono, vi è da parte della Regione una convenzione attiva con diversi Enti locali, finalizzata giustappunto alla ricerca e alla valorizzazione di risorse geotermiche in tali aree.
Quando parlo di tali aree, ed è ovvio che si tratta soltanto di una coincidenza, intendo i comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Mirandola, Medolla, Camposanto e Crevalcore, il che lascia un po' attoniti, soprattutto perché in un'altra delibera, quella in cui la Giunta dice no a Rivara con coraggio, essa formula affermazioni importanti.
In particolar modo, la Giunta regionale indica che l'area è sismicamente attiva. Non dice "potenzialmente attiva", né che "potrebbe diventare attiva", ma che è "sismicamente attiva" ed è stata interessata a terremoti di magnitudo superiore a cinque e di intensità al di sopra della soglia di danno.
È un'affermazione importante. La Regione con coraggio dice no a Rivara, ma non capiamo perché non declini fino in fondo questo coraggio nell'introdurre alcuni sbarramenti sull'attività edilizia che, invece, altre Regioni, come la Toscana, hanno ritenuto di introdurre. Certamente ci sono ragioni ottime per le quali non si è spinto sino in fondo questo coraggio - parliamo del 2010, non della preistoria - e ritengo che in questo senso si possa giustamente ricondurre, magari non nell'ambito della Commissione indicata dal collega Favia, ma neanche in quella indicata dal Sottosegretario Bertelli, un'indagine finalizzata a capire il motivo per cui non si siano introdotti elementi di edificazione, o meglio criteri antisismici adeguati.
Attenzione: non considero l'obiezione fondata sulla cartografia dell'INGV sufficiente, perché, così come mi è stato risposto da geologi citati in questo studio della Regione - non stiamo parlando di eretici, come quelli citati…
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere Bignami, per cortesia, il suo tempo è terminato.
BIGNAMI: Chiudo subito. I geologi citati dalla Regione sostengono che sarebbe stata opportuna una riqualificazione in termini edilizi di questo intervento. Sono interrogativi che mi sono permesso di affacciare in questa sede e che mi auguro che nelle Commissioni che verranno ritenute opportune troveranno risposta.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bignami.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie. Volevo aggiungere a quanto osservato dal collega Favia altri due punti di preoccupazione sull'argomento che dovrebbero farci un po' riflettere. Anche la consigliera Donini, che giustamente, per sua preparazione universitaria, è ferrata sull'argomento, ci parlava delle pieghe ferraresi.
Le problematiche che si sono viste con questo terremoto, nel momento in cui vi è stata addirittura la liquefazione dei terreni, sono note e dovrebbero a loro volta essere oggetto probabilmente di una Commissione e di un approfondimento.
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Mandini): Scusi, consigliere Defranceschi.
Inviterei i colleghi ad abbassare il brusio. Grazie.
DEFRANCESCHI: Queste fasce di sabbie stabili sono altamente note da tempo. Si tratta di antichi corsi di fiume che, in situazioni di questo genere, si possono riattivare e dare luogo al fenomeno della liquefazione, che diversi problemi ha creato durante queste scosse sismiche.
Essendo questi fatti noti, bisogna che vengano spiegati anche ai Consigli comunali e ai sindaci nel momento in cui redigono i PSC. Nonostante ci sia l'obbligo per legge regionale di introdurre queste verifiche geologiche, i PSC sono completamente privi di tali dati e addirittura si consente l'edificazione su questi territori. Non vorrei che fra duecento anni ci dovessimo ripentire di nuovo di ciò che abbiamo disposto in termini edilizi.
Si richiamava e si parla spesso di Rivara, mentre incredibilmente nessun giornale ha parlato di ciò che sta per accadere per quanto riguarda le aree di stoccaggio dell'ENI, che riguardano anche la nostra Regione.
In pieno sciame sismico questo Governo ha autorizzato il raddoppio dello stoccaggio di gas nel sottosuolo, per cui, per esempio, a Minerbio si arriverà a 3.000 metri cubi e a Sabbioncello, in provincia di Ferrara, a 1.000 metri cubi in aree che, come ricordava il consigliere Bignami, sono già definite sismicamente attive.
L’aspetto "divertente"…
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Mandini): Colleghi, per cortesia, sempre nell'ambito di chi si sente offeso o non offeso, abbiamo rispetto per tutti. Grazie.
DEFRANCESCHI: Dal momento che si tratta di zone sismicamente attive, risulta un po' strano che ciò sia stato autorizzato nel silenzio generale, soprattutto dei media - evidentemente l'ENI ha intenzione di pubblicare molte pagine pubblicitarie nei prossimi mesi - e che ci si sia dimenticati di parlare del fatto che andiamo a mettere una bombola di gas sotto aree che attualmente sono cosiddette terremotate.
L’aspetto "divertente" è che queste aree di stoccaggio non sono nuove, perché ci sono già i siti di stoccaggio. Noi andiamo a raddoppiare la pressione del gas in queste aree, peraltro con metodiche che non sono note nemmeno al Ministero che le ha autorizzate. Addirittura il Ministero, nella delibera di approvazione, ci spiega che, se non sarà possibile farlo, dato che le tecniche non sono perfettamente conosciute, si rimanderà a nuovi siti di stoccaggio da realizzare in altri luoghi, perché comunque bisogna far quadrare quel cerchio.
Andiamo sostanzialmente a compiere nel sottosuolo un esperimento sotto i nostri piedi che nemmeno i tecnici sanno se riusciranno a realizzare.
Vanno bene, dunque, l'attenzione per Rivara e il fatto che la Regione si sia comportata negando questo tipo di autorizzazione, però gradirei che ci fosse la stessa attenzione, considerato che sarà la Regione a svolgere la Valutazione di impatto ambientale, anche sulle nuove domande di raddoppio di pressione di queste aree.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ho una richiesta di intervento da parte del consigliere Favia, che è già intervenuto nel dibattito generale. Gli do comunque la parola, perché mi pare d'aver capito che venga ritirata la richiesta.
FAVIA: Grazie, presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per evitare di perdere tempo.
Mi ritengo comunque soddisfatto della reazione della Giunta sul tema che è stato sollevato. Nel caso in cui il sottosegretario si assumesse l'impegno di relazionarci in Commissione sullo sviluppo di questa Commissione internazionale, io mi dichiaro disponibile a ritirare la mia richiesta. Se ora, pubblicamente, il sottosegretario si assume questo impegno, io automaticamente posso dichiarare decaduta la mia richiesta di istituzione della Commissione di ricerca e studio.
Ritengo che sia molto importante prendere sul serio questi argomenti. Mi fa piacere che la Giunta l'abbia fatto e che abbia fornito una risposta concreta. Avrei preferito lavorare in seno alla Commissione, ma tanto meglio se si riesce a mettere insieme un team di esperti a livello internazionale.
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere Favia, la sua disponibilità a ritirare è, dunque, condizionata dalla risposta del sottosgretario Bertelli. È chiaro che, se il sottosegretario Bertelli vuole intervenire, gli do la parola, ma è altrettanto chiaro che non voglio chiudere il dibattito. C'è la richiesta di ritiro dell'oggetto, però i consiglieri prenotati e anche chi intende prenotarsi ovviamente possono intervenire.
Sottosegretario Bertelli, intende rispondere o vado avanti?
La parola al Sottosegretario Bertelli.
BERTELLI: In questi giorni abbiamo sentito la giusta richiesta, pervenuta dai Capigruppo e dal Presidente della I Commissione consiliare, di attivare un rapporto all'interno di quella Commissione, che a me sembra quella più deputata a svolgere questo ruolo, di un raccordo tra le attività del Commissario delegato, il Presidente Errani, alle attività di ricostruzione e a tutte le attività che riguardano le iniziative relative al terremoto. Si tratterebbe di attivare un canale preferenziale tutte le volte in cui ci sono novità o aggiornamenti da svolgere attorno a queste tematiche, a cominciare dal primo incontro, che potremmo già organizzare per la prossima settimana, in cui metteremo al corrente la Commissione e discuteremo con la Commissione anche eventuali indirizzi per la prosecuzione dell’attività.
Dentro tale attività che la Commissione può oggettivamente svolgere per tutta l'Assemblea penso si possa svolgere anche un'informazione sull'evoluzione della richiesta che il presidente ha presentato al prefetto Gabrielli per attivare questa Commissione internazionale e sulle attività che tale Commissione internazionale svolgerà nei prossimi mesi. Ritengo che sia utile a orientare non solo la conoscenza e la diffusione della conoscenza, ma anche eventuali decisioni in merito, dopo che ci saranno i risultati della stessa Commissione, per le Amministrazioni regionali, ma anche per quelle locali che devono procedere ad attivare o negare autorizzazioni di indagine sul campo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli. Do nuovamente la parola al consigliere Favia per capire se la sua richiesta viene ritirata o no.
FAVIA: Grazie, presidente. Specifico meglio la mia posizione, anche in funzione di ciò che lei ha affermato.
Mi ritengo soddisfatto dell'impegno assunto dal sottosegretario Bertelli. Non si tratta di un rinvio in Commissione della proposta di istituzione di una Commissione di ricerca e studio, ma proprio di un ritiro e, quindi, l’oggetto viene a decadere. A fronte delle dichiarazioni ascoltate riconfermo il ritiro dell'oggetto.
PRESIDENTE (Mandini): Prendiamo atto che il consigliere Favia ha ritirato la richiesta di istituzione della Commissione. A questo punto non c'è più oggetto da dibattere, perciò chiudiamo il dibattito, perché non c'è più oggetto. Il consigliere l'ha ritirato.
Prego chi si è prenotato, ossia i consiglieri Villani, Naldi, Paruolo e Costi, di ritirare le richieste di intervento.
Risoluzioni sulla produzione di energia da fonti rinnovabili
(Oggetti 2600 - 2614 - 2622 - 2681 - Continuazione discussione e approvazione)
(Oggetti 2616 - 1021 - Continuazione discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo agli atti d’indirizzo.
Abbiamo all’esame tutti gli oggetti collegati alla tematica delle centrali a biogas, biomasse e fonti energetiche rinnovabili. Gli oggetti sono tutti accorpati e sono i seguenti: 2600, «Risoluzione proposta dai consiglieri Bignami, Aimi, Bartolini, Malaguti, Pollastri e Filippi per impegnare la Giunta a dare mandato ad ARPA ed USL per svolgere uno studio sulla ricaduta, per la salute pubblica e per l'ambiente, degli impianti basati su energie rinnovabili, istituendo inoltre una Commissione regionale di scopo su biogas e biomasse, con rappresentanze di comitati e di esperti ambientali e medici, per monitorare le centrali esistenti ed approfondire eventuali problematiche»;
2614 «Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Monari, Sconciaforni e Mandini per impegnare la Giunta ad attivare un monitoraggio continuo in coerenza con il Piano energetico regionale con il quale si sono ridefiniti gli obiettivi di incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili»;
2616 «Risoluzione proposta dal consigliere Favia per rivedere le linee guida approvate dalla Regione Emilia-Romagna per la definizione di un quadro normativo preciso e finalizzato alla riconversione dell'attuale sistema industriale di produzione energetica, in un sistema produttivo maggiormente rispettoso dell'ambiente»;
2622 «Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Alessandrini, Meo, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Casadei, Bonaccini, Luciano Vecchi, Cevenini, Piva, Montanari, Fiammenghi, Mazzotti, Mumolo e Zoffoli per invitare la Giunta ad esprimere al Governo la propria contrarietà al ridimensionamento degli incentivi per il fotovoltaico e a sottolineare la necessità di elaborare un piano energetico industriale nazionale»;
2681 «Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Zoffoli, Pagani, Moriconi, Mori, Carini, Pariani, Ferrari, Costi, Barbieri, Mazzotti, Fiammenghi, Montanari, Marani, Casadei, Cevenini e Garbi in merito alla riduzione dei consumi energetici e all'opportunità di favorire il recupero edilizio consapevole e sostenibile anche con l'applicazione della delibera di Giunta 1366/2011»;
1021, «Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a stabilire una moratoria al rilascio delle autorizzazioni per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di potenza superiore ai 20 KW».
Vi ricordo che abbiamo aperto il dibattito generale nella seduta pomeridiana del 5 giugno, dibattito proseguito nella seduta pomeridiana del 19 giugno.
Vi informo che sull’oggetto 2600 sono stati presentati due emendamenti a firma della consigliera Marani, che sono stati distribuiti.
Sono già intervenuti nei precedenti dibattiti i consiglieri Naldi, Bernardini, Bignami, Favia, Alessandrini, Marani, Meo, Pollastri, Monari e Noè. Erano iscritti a parlare i consiglieri Vecchi Alberto e Manfredini.
Consigliere Bignami, lei era già intervenuto in discussione generale. Interverrà in dichiarazione di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Come Lega Nord noi pensiamo che gli impianti a biomasse possano rappresentare un importante aiuto alla riduzione della dipendenza dal petrolio, ma solo fino a quando sono realizzati con criterio. Noi siamo a favore quando si tratta di piccoli impianti collegati alle attività agricole o alle aziende di trasformazione a chilometri zero, ovvero in loco, che permettono di utilizzare gli scarti che diversamente andrebbero comunque smaltiti in discarica o in inceneritore.
Viceversa, per gli impianti di grandi dimensioni, soprattutto con l'utilizzo prevalente di colture dedicate, per esempio come quella di Russi, che prevede l'utilizzo di cippato, necessitano di una notevole estensione di terreno agricolo. Si stimano dai 300 ai 400 ettari di terreno per ogni megawatt di Potenza.
I grandi impianti devono affrontare un notevole impatto ambientale dovuto al trasporto per conferire all'impianto il materiale necessario, oltre a un gran consumo di terreno destinato sicuramente a un altro prodotto. Conseguentemente si aggiungono l'emissione di CO2, il dissesto delle arterie viarie e l’aumento dell'impatto acustico.
Non si può, inoltre, non considerare l'utilizzo di ingenti quantità di acqua e fertilizzanti solo per produrre materiale da bruciare.
Inoltre, le nuove regole contenute nel decreto del Ministero dello sviluppo economico, orientate a escludere dal 1° gennaio 2013 agevolazioni e contributi alle colture dedicate alla produzione di bioenergie, richiedono un ripensamento da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Vorremmo risposte da questa Amministrazione. Come può essere compatibile questo progetto con le norme dello Statuto e con la politica di salvaguardia del territorio e della popolazione residente? L’articolo 3 dello Statuto della Regione Emilia-Romagna recita: «…al fine di assicurare le migliori condizioni di vita, la salute delle persone e la tutela dell'ecosistema, anche alle generazioni future, promuove: la qualità dell'ambiente […], la conservazione e la salubrità […] dell'aria e dell'acqua» e, inoltre, il contenimento dei rumori e delle emissioni inquinanti.
Se le parole hanno un significato e un loro peso, basterebbe solo questo a dire no alle grandi centrali, come quelle delle biomasse da 30 megawatt elettrici al sito dell'ex zuccherificio Eridania di Russi.
Tutto quanto in queste risoluzioni va al di sopra di piccoli impianti per noi - anticipo anche una dichiarazione di voto - non va bene e, quindi, non lo voteremo. Voteremo solo ed esclusivamente, ma non ne ho viste citate, le costruzioni di piccoli impianti.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Ricordo che siamo ancora in dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.
MALAGUTI: Grazie, presidente. Quella energetica è una questione complessa, una questione che mette a dura prova le forze politiche, perché rappresenta legittime necessità a volte in antitesi tra di loro: da una parte c'è la necessità di svincolarsi dall'uso degli idrocarburi e dei carburanti fossili, dall'altra quella di tutelare comunque i cittadini ogniqualvolta vi sia una produzione di energia, in qualunque modo essa avvenga, perché noi tutti sappiamo che, quando si produce energia, spesso si verificano, in conseguenza, danni ambientali.
I cittadini e tutti noi accendiamo la lampadina quando andiamo a casa e, quando possiamo, compriamo la lavastoviglie. Il fabbisogno energetico è in continua crescita. Tutti noi sappiamo che, quando c'è una combustione, ci sono anche emissioni nocive in aria e molto spesso, purtroppo, in buona parte di noi sovviene la sindrome cosiddetta del NIMBY, Not in My Back Yard, ossia "fate ciò che volete, ma non a casa mia", perché nessuno di noi vorrebbe le conseguenze negative di ciò che comporta la produzione energetica.
È una materia che comporta anche ambiguità e ipocrisie. Tutti conosciamo i risultati del referendum contro l'energia nucleare, eppure il nostro Paese continua a comprare energia a basso costo da Paesi limitrofi, come la Francia o l'ex Jugoslavia, che producono anche attraverso l’energia nucleare, con tutte le conseguenze che comporterebbe un problema che avvenisse nelle centrali nucleari a noi vicine.
Anche per quanto concerne le fonti rinnovabili e, quindi, gli impianti a biogas e a biomasse ci sono alcune problematiche. La Regione ha programmato la realizzazione di questi impianti sostanzialmente con le due delibere principali, la n. 51 e la n. 1495 del 2011, che, a nostro avviso, non sono sufficientemente a tutela dei cittadini.
Pur condividendo che sia necessario utilizzare le fonti rinnovabili per svincolarsi dai carburanti fossili, noi sappiamo che anche gli impianti a biogas e biomasse hanno, purtroppo, conseguenze negative sull'ambiente.
Per quanto concerne gli impianti a biogas, se non hanno rilevanti emissioni nocive di NO2 o PM10 o PM 0,5, particelle sottili in aria, come le hanno, invece, gli impianti a biomasse, comportano, però, altre conseguenze per l'ambiente, tra cui un’incidenza sul traffico locale e alcune emissioni odorifere.
Essi hanno anche un altro aspetto, che purtroppo non è contemplato nelle delibere regionali, ossia che, quando si realizza uno di questi impianti troppo vicino alle abitazioni delle persone, il prezzo di mercato di tali abitazioni si svaluta. È una legge di mercato a cui sottostiamo tutti e a cui non c'è rimedio.
Per questo motivo, a nostro avviso, sarebbe stato opportuno inserire in quelle delibere di programmazione, la n. 51 e la n. 1495, distanze precise dalle abitazioni civili o anche dai siti sensibili, come gli ospedali e le scuole. Purtroppo, queste distanze non sono state introdotte, probabilmente perché c'erano la volontà e la necessità di produrre in fretta questi impianti per arrivare al progetto di raggiungere il 20-22 per cento del fabbisogno energetico regionale con impianti a energie rinnovabili.
Come ribadisco, è un problema complesso, un problema che, a nostro avviso, avrebbe potuto essere affrontato con una maggiore sensibilità verso i cittadini, i quali subiranno più da vicino le conseguenze della realizzazione di questi impianti.
In più, una particolare attenzione si dovrà prestare anche alla concentrazione di tali impianti, perché è chiaro che nella fascia di pianura tra Ravenna, Bologna e Ferrara ci sarà la loro maggiore concentrazione.
Gli effetti a lunga scadenza non sono noti, perché, dove ci sarà questa concentrazione, per esempio, di impianti a biogas, ci sarà anche una sovrapproduzione del compostato che verrà lavorato nell'impianto. Di per sé esso è un fertilizzante naturale che non ha composti chimici, ma, se prodotto in larga quantità, potrà produrre effetti a lunga scadenza, perché andrà comunque a incidere nei canali di scolo agricoli, i cui risultati saranno evidenti, purtroppo, solo tra alcune decine d'anni.
Se, da un lato, questo è un tema difficile da affrontare politicamente per chiunque, perché ci sono legittime esigenze e necessità in contrasto tra loro e, quindi, se, da un lato, si può condividere che questi impianti siano stati incentivati dalla Regione per affrontare, sopportare e diminuire la dipendenza dai carburanti fossili, che sortisce altri effetti nocivi a livello ambientale, dall'altro lato, forse, un po' più di attenzione nella programmazione si sarebbe potuta avere, inserendo in tali delibere, per esempio, le distanze a maggior tutela dei cittadini, nonché nel cercare di evitare la concentrazione in taluni luoghi di tali impianti, le cui conseguenze, purtroppo, ancora non si conoscono e saranno evidenti a lunga scadenza. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Malaguti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Grazie, presidente. Quello del quale stiamo dibattendo è un argomento al centro non solo della discussione nel mondo scientifico, ma ormai anche prepotentemente all'interno della discussione che riguarda la produzione di energia nel nostro Paese a tutto campo. È un argomento che nella nostra Regione assume una valenza particolare, perché biomasse o biogas, con le differenze che tutti conosciamo, sono comunque interessanti rispetto al particolare insediamento di attività produttive che insistono sul nostro territorio.
Da un lato, credo che sia sbagliato affrontare questa discussione sostenendo che, trattandosi di fonti rinnovabili, ben vengano comunque, a prescindere, ma, dall'altra parte della forbice, credo anche che sia sbagliato avere un atteggiamento ostativo concettuale rispetto a una tipologia di impianti per la produzione energetica che, invece, può avere un interesse, sempre nell'ambito di alcune considerazioni che io credo la Regione abbia recepito anche negli ultimi provvedimenti che sono stati assunti in quest'Aula.
Porto un esempio che mi è molto caro: il ridimensionamento della possibilità di insediare centrali a biogas laddove si produce parmigiano reggiano. Credo che questa sia stata un’assunzione molto importante, perché è uno degli aspetti negativi legati alla produzione di biogas. La produzione attraverso biomasse ha altre problematiche, ma sorvolo.
Da questo punto di vista credo, dunque, che occorra essere rigorosi. Essere rigorosi, come è già stato osservato, significa implementare e autorizzare tipologie di impianto che possono vivere della particolare condizione geografica e, quindi, della particolare produzione del materiale energetico che viene apportato a questo impianto senza una grande movimentazione e, quindi, non incrementando l'inquinamento per il trasporto, ovvero senza che vi sia una grossa necessità, per esempio parlando del biogas, di spargere il digestato in termini ridondanti rispetto alle necessità o alla capacità di utilizzo di un territorio e senza cadere - ce l’ha insegnato il boom del fotovoltaico in questo Paese - nell’errore di considerare che comunque, a prescindere, dal momento che ci sono incentivi, occorre percorrere una determinata via.
Se noi guardiamo al fotovoltaico, ci accorgiamo di alcuni errori che sono stati commessi. Poiché parliamo di una produzione che nei prossimi dieci anni sicuramente avrà un suo significato, evitiamo questi errori anche dal punto di vista di questa iniziativa.
Non voglio stare a parlare, come abbiamo fatto nel dibattito precedente, di questioni che non competono a quest’Assemblea. Dal punto di vista scientifico c'è già chi studia, chi monitorizza, chi programma e chi prospetta. Noi parliamo rispetto ai nostri territori dei pro e dei contro. Riferendomi al fotovoltaico, il bombardamento di incentivi ha portato questo Paese a raggiungere prima del previsto la quota parte che l'Unione europea ci aveva indicato, ma con un rincaro sulla bolletta che paga la signora Maria molto significativo.
Ricordo a ognuno di voi che per molto tempo ci è stato indicato di utilizzare energia elettrica nelle ore notturne perché avremmo risparmiato, mentre, in realtà, nelle ore notturne ci siamo resi conto tutti che, anziché risparmiare, il costo che pagavamo schizzava. In larga misura ciò è dovuto proprio al fatto che si è "larghizzato" con gli incentivi sul fotovoltaico.
Anche da questo punto di vista, parlando del materiale legnoso o vegetale e di biogas, si può verificare una questione di questo tipo. Le lobby premono da questo punto di vista e credo che anche la Regione non sia esente dal sentire tale pressione.
Svolgo un unico e molto rapido riferimento a una questione che, a mio modo di vedere, deve essere regolamentata, in quanto il nostro territorio presenta caratteristiche produttive particolari.
Ricordo ai rappresentanti della Giunta che l'Emilia occidentale rappresenta una delle parti più importanti a livello nazionale di produzione e trasformazione dell'agroindustria. Io vedo in tale ambito un interesse che deve essere coltivato da parte della Regione affinché la filiera si metta assieme e veda di percorrere la strada giusta.
Porto un esempio nelle nostre province molto sentito, che è molto oneroso per chi produce, ma che può avere, d'altra parte, se affrontato in termini diversi, un riscontro economico significativo per gli agricoltori, per chi trasforma il prodotto dell'agricoltura, per chi lo commercializza, ma anche per il territorio.
Penso, per esempio, alla coltura del pomodoro. Il buccinato del pomodoro è proprio un esempio tipico di quanto un materiale possa essere riutilizzato nella produzione di energia, ossia di biogas.
Penso al distretto di Langhirano, laddove, nelle diverse fasi della produzione del prosciutto di Parma, si producono scarti animali consistenti e importanti, i quali hanno una grandissima resa energetica, che non hanno neppure i rifiuti nei più moderni termovalorizzatori, rispetto allo smaltimento dei quali i produttori sono obbligati a spendere moltissimo, con una ricaduta che molto spesso è fuori della Regione.
Colgo l'occasione dell'intervento che svolgo affinché, al di là di alcuni esperimenti che stiamo effettuando nelle province di Piacenza, di Parma e in parte anche di Reggio per mettere tutto questo, ci sia un’iniziativa della Regione in questa direzione.
Sarebbe un modo congruo, con ricadute economiche importanti e significative, per gestire un problema che esiste. Si tratta di un rifiuto considerato tale dal punto di vista dell’eccedenza della lavorazione dei prodotti di origine animale, che sui nostri territori insistono molto, dalla coppa piacentina, al salame felino, al prosciutto. Sono aspetti che ineriscono al discorso che stiamo facendo oggi, ma non devono essere affrontati dal punto di vista scientifico delle percentuali perché c’è già chi lo fa. Devono essere affrontati dal punto di vista industriale, con le ricadute che possono avere sul territorio.
Un passo significativo è stato fatto preservando il territorio del parmigiano reggiano da alcune attività che sarebbero state nocive per quell’habitat, e mi piace sottolineare tale iniziativa legislativa regionale. Bisogna, però, considerare anche questo. Credo che altrimenti si andrebbe incontro a quanto è successo in Brasile, dove una strategia politica di produzione energetica ha visto sottrarre all’alimentazione umana ampi territori per mantenere delle macchine. Oggi si sono resi conto che occorre tornare indietro.
Noi non dobbiamo fare lo stesso errore, ma dobbiamo prendere in considerazione gli esempi di soluzioni già studiate e sperimentate, anche se non dal punto di vista industriale, sui nostri territori, per esempio nella produzione della barbabietola, attraverso la realizzazione di impianti - non centrali, quindi - al di sotto del megawatt allo scopo di adottare misure regionali che consentano di unificare il percorso della filiera. Credo che sarebbe un grosso vantaggio.
In questo settore occorre una regolamentazione ferrea perché altrimenti si rischia di cadere nelle contraddizioni che oggi stanno spingendo alcuni Paesi che si erano lanciati molto avanti a fare un passo indietro.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Villani.
È chiusa la discussione generale. Sono aperte le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.
BIGNAMI: Annuncio che accogliamo l’emendamento proposto dalla consigliera Marani. Il testo è da intendersi, pertanto, riformulato in modo conseguente all’emendamento presentato e accolto.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bignami.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Nel dichiarare voto favorevole alla risoluzione a firma Bignami, vorrei sottolineare che la preoccupazione espressa nella risoluzione del collega Bignami a proposito delle azioni necessarie affinché questi impianti siano costantemente monitorati dal punto di vista degli eventuali impatti sulla salute, l’abbiamo ritrovata, e per questo suggeriamo i due emendamenti, nella delibera n. 373/2010 con la quale la Giunta si impegna a istituire un organismo in grado di assumersi il compito di avviare le iniziative tecniche utili a tale monitoraggio.
Chiediamo, quindi, che a tale atto deliberativo del 2010 sia data attuazione attraverso la creazione di un centro studi che porti avanti una puntuale analisi scientifica delle ricadute degli impianti da fonti rinnovabili per la salute pubblica e l’ambiente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Avrei una richiesta di chiarimento.
Le dichiarazioni di voto sono complessive?
PRESIDENTE (Mandini): Sì, consigliere. Sono congiunte perché gli oggetti che trattiamo sono collegati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Il tema è sempre più attuale. Ieri sono stato a Crespellano a una riunione sulla locale centrale a biomasse e la sala era piena. Dobbiamo affrontare l’argomento perché è cruciale.
Mi trovo un po’ in imbarazzo a votare in un unico calderone queste risoluzioni, anche se capisco che da parte di chi ha organizzato i lavori non c’è né malafede, né la volontà di deviare il discorso. L’analisi è del tutto politica. In questo momento il tema delle biomasse e del biogas è così rilevante sotto il profilo politico che va trattato a sé.
In ogni caso, non posso votare a favore delle risoluzioni proposte dal Partito Democratico perché nelle premesse hanno un’impostazione che a me non convince. Basta pensare a quella sugli incentivi per il fotovoltaico. Noi vogliamo lavorare sull’autoconsumo prima di tutto, non far arrivare i miliardi delle nostre bollette nelle tasche dei grandi gruppi che realizzano i grandi impianti. Noi abbiamo un’idea più democratica e diffusa dell’energia, mirante a combattere anche i fenomeni di retroazione, ovvero di dispersione nella rete.
Non voglio, però, entrare nel dettaglio perché le risoluzioni sono molte e non ci sarebbe il tempo. Torno sul tema delle biomasse. Voterò a favore della risoluzione presentata dal collega Bignami, che afferma qualcosa che per noi è largamente condivisibile. Lo stesso vale per la risoluzione oggetto 2614 e per le risoluzioni, ormai datate, che anche noi avevamo presentato su questo tema.
Dobbiamo metterci in testa che occorre fare una buona politica e usare l’intelligenza per raggiungere gli obiettivi europei. Non si raggiungono gli obiettivi europei tornando al Medioevo, bruciando legna o realizzando questi "palloni" in mezzo alla campagna che danneggiano la nostra agricoltura. Al di là delle misure col fiato corto e dei soldi che adesso entrano nelle tasche di quegli agricoltori, a lungo andare danneggeremo il nostro sistema agricolo e ne abbasseremo la qualità. Lo stesso dicasi per la combustione: non esiste una combustione pulita. Tutta la pianura emiliano-romagnola ha sforato i livelli di inquinamento consentiti ed è una delle aree più avvelenate al mondo.
Non possiamo tornare indietro. Dobbiamo riuscire a centrare gli obiettivi che l’Europa ci chiede con un’altra intelligenza. Dobbiamo porci obiettivi sfidanti sul risparmio energetico. Inoltre, si è fatto ancora poco per la solarizzazione dei tetti e per questo presenteremo una proposta di legge nei prossimi mesi. Possiamo fare più di quanto abbiamo fatto fino a oggi, mettendo al centro il principio della condivisione dell’energia, per cui l’utente diventa anche produttore. Non vogliamo che le energie rinnovabili siano usate con la stessa concezione con cui abbiamo impiegato il carbone fino a oggi. Serve un cambiamento culturale.
Mi auguro che, anche con un dibattito in Commissione su questi temi, potremo operare ulteriori aggiustamenti. Le riflessioni da fare sono ancora molte e profonde. Oggi, per fortuna, i cittadini si stanno battendo con il coltello tra i denti. Ci sono progetti per centrali a biomasse collocate a 300 metri dalle scuole senza un confronto partecipato e i rischi dal punto di vista della salute sono gravi.
Dobbiamo assolutamente intervenire.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
In merito all’imbarazzo espresso dal consigliere Favia per il fatto di discutere e votare tutti questi oggetti, preciso all’Aula che l’abbinamento viene fatto per argomento, ma in Conferenza dei Capigruppo chiunque può chiedere di stralciare il proprio oggetto dall’accorpamento. È un chiarimento che vale per tutti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: La mia è una dichiarazione di voto a favore della risoluzione 2614, che nelle intenzioni di chi l’ha presentata vuole fare un bilancio della prima parte di applicazione di una normativa che abbiamo introdotto poco meno di un anno fa e cerca di fare una valutazione realistica e critica, nel tentativo di rafforzare gli strumenti per un governo positivo dei processi attraverso un monitoraggio continuo.
Ci sono troppe differenze tra ciò che accade in realtà e ciò che viene descritto nei depliant di chi presenta, anche per via digitale, i propri progetti e i propri impianti. La settimana scorsa sono stato a Castenaso e un conto è vedere quello che c’è su internet e un conto è vedere come funziona concretamente l’impianto che trabocca liquami da tutte le parti, inondando una porzione dei territori circostanti.
Il governo del territorio parte da piani energetici comunali o intercomunali, che devono essere partecipati. Il tema della salute è già stato introdotto dalla collega Marani, ma io penso che la delibera di Giunta sul saldo emissivo zero e la stessa risoluzione che presentiamo, la quale prevede che venga estesa la copertura in aspirato del digestato, permettano di fare passi in avanti in questa direzione. C’è poi il tema della chiusura dei cicli e dell’uso prevalente di materiale di scarto delle lavorazioni agro-alimentari e agro-industriali.
È evidente che alcuni dei temi che noi solleviamo potrebbero essere risolti più agevolmente con correzioni significative della legislazione nazionale che premiassero gli impianti di qualità, ma la risoluzione muove dalla consapevolezza che, come Regione, dobbiamo fare la nostra parte.
Veniva chiesto da colleghi intervenuti in precedenza se questa risoluzione comporti una modifica delle linee guida. Io credo che certamente questa risoluzione ne comporti un aggiornamento, almeno per quanto riguarda i punti più significativi che citavo, cioè l’uso prevalente del materiale di scarto e la copertura del digestato.
Voglio aggiungere che, quando abbiamo approvato il piano energetico e le linee guida, non era ancora stato introdotto il burden sharing nazionale, che adesso c’è e ci affida quote diverse da quelle che erano state preventivate. Ci assegna, infatti, quote più contenute di energia da fonti rinnovabili e invece compiti maggiori del previsto sul piano del risparmio energetico. Credo che dovremmo tornare su questo argomento per aggiornare le scelte di politica energetica che abbiamo compiuto consapevolmente - io ho partecipato e quindi non mi sottraggo alle mie responsabilità - in questa Regione.
Dalla discussione concreta e dall’aggiornamento del burden sharing nazionale deriva il fatto che dobbiamo rivedere questa materia.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarazione di voto sulle risoluzioni 2622 e 2681.
Per quanto riguarda la prima, non disconosciamo la necessità di ridefinire gli incentivi finanziari per il fotovoltaico, ma riteniamo che occorra gradualità e misura. Soprattutto riteniamo che occorra mettere al centro dell’agenda del Paese un vero e proprio piano energetico nazionale.
Per quanto riguarda la seconda, crediamo che l’edilizia residenziale possa dare un contributo molto importante al risparmio e all’efficienza dei consumi energetici. È evidente, almeno a parer nostro, che per evitare il consumo di nuovo territorio occorra fare il possibile per inserire nei nuovi strumenti urbanistici, in base a ciò che prevede la legge n. 20/200, incentivi volumetrici e altre premialità che favoriscano la demolizione e la ricostruzione del patrimonio edilizio con soluzioni ad alta efficienza energetica.
Queste sono le due motivazioni alla base delle nostre risoluzioni.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Alessandrini.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, passiamo alle votazioni, cominciando dagli emendamenti.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della consigliera Marani, alla risoluzione oggetto 2600.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma della consigliera Marani, alla risoluzione oggetto 2600.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2600, a firma dei consiglieri Bignami, Aimi, Bartolini, Malaguti, Pollastri e Filippi, così come emendata.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2614, a firma dei consiglieri Naldi, Monari, Sconciaforni e Mandini.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2616, a firma del consigliere Favia.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2622, a firma dei consiglieri Monari, Alessandrini, Meo, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Casadei, Bonaccini, Luciano Vecchi, Cevenini, Piva, Montanari, Fiammenghi, Mazzotti, Mumolo e Zoffoli.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2681, a firma dei consiglieri Alessandrini, Monari, Zoffoli, Pagani, Moriconi, Mori, Carini, Pariani, Ferrari, Costi, Barbieri, Mazzotti, Fiammenghi, Montanari, Marani, Casadei, Cevenini e Garbi.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1021, a firma del consigliere Favia.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è respinta.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo al gruppo di risoluzioni che vertono sull’IMU.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Intervengo sull’ordine dei lavori. Mi pare che avessimo deciso di terminare gli argomenti già in corso di discussione. A questo punto, quindi, dovremmo trattare le risoluzioni sulla SLA.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Ricordo bene il dibattito svoltosi in Conferenza dei Capigruppo e il gentleman agreement con il quale avevamo stabilito di concludere la discussione degli oggetti rimasti in sospeso.
Ha ragione - ahimè - il collega Naldi. Dovremmo provvedere a rispettare il patto concluso in Conferenza dei Capigruppo, altrimenti è inutile che si riunisca.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Propongo all’Assemblea che un consigliere chieda l’inversione dell’ordine dei lavori.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Chiedo l’inversione dei lavori per anticipare la risoluzione oggetto 2585.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
La procedura prevede un intervento a favore e uno contrario alla richiesta di inversione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Siamo favorevoli, presidente. La risoluzione aspetta da troppo tempo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Comunico che alla risoluzione oggetto 2585 è abbinata la risoluzione oggetto 2932 "Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Donini, Marani, Barbati, Monari, Montanari, Piva, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Pariani, Pagani, Zoffoli, Alessandrini, Garbi, Bonaccini, Mori, Mazzotti, Casadei, Ferrari, Meo, Naldi, Villani, Alberto Vecchi, Pollastri, Lombardi e Leoni sugli interventi per l’assistenza a lungo termine delle persone con gravissima disabilità acquisita con particolare riferimento agli interventi per la SLA", documento presentato il 4 luglio 2012.
A tale risoluzione sono stati presentati quattro emendamenti, già distribuiti ai consiglieri, a firma dei consiglieri Naldi e Barbati. Inoltre, la consigliera Barbati ha ritirato la propria firma dalla risoluzione oggetto 2585.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.
(È accolta all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): La richiesta di inversione è accolta.
OGGETTO 2585
Risoluzione proposta dai consiglieri Favia, Defranceschi, Manfredini, Noè, Corradi, Filippi e Bignami per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a tutelare e sostenere le persone affette da SLA e le loro famiglie, rivedendo anche i criteri di ripartizione delle relative risorse presenti nella programmazione regionale e garantendo, il più a lungo possibile, la permanenza dei pazienti nelle loro abitazioni (Discussione e reiezione)
OGGETTO 2932
Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Donini, Marani, Barbati, Monari, Montanari, Piva, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Pariani, Pagani, Zoffoli, Alessandrini, Garbi, Bonaccini, Mori, Mazzotti, Casadei, Ferrari, Meo, Naldi, Villani, Alberto Vecchi, Pollastri, Lombardi e Leoni sugli interventi per l’assistenza a lungo termine delle persone con gravissima disabilità acquisita con particolare riferimento agli interventi per la SLA (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Comunico che il consigliere Bignami ha apposto la propria firma sulla risoluzioni oggetto 2585.
È aperta la discussione generale congiunta su entrambi gli oggetti e sugli emendamenti
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Vorrei illustrare gli emendamenti, esprimendomi anche sul resto. Ho sottoscritto insieme ad altri colleghi - i primi due firmatari sono i consiglieri Favia e Defranceschi - la prima risoluzione depositata sulla SLA e l’ho fatto dopo averne discusso in maniera abbastanza approfondita con loro.
Sono soddisfatto che si sia prodotta una discussione a proposito della condizione concreta di questi malati e delle famiglie che li accudiscono e ritengo che la risoluzione 2932, che è stata depositata oggi, contenga degli aspetti positivi perché precisa quali possono e devono essere gli adempimenti del nostro sistema sanitario nei confronti delle persone affette da questa patologia e da patologie del tutto similari.
Mi pare che anche la seconda risoluzione affronti il problema in maniera corretta e non credo si possa dire che sia più generica di quella che abbiamo presentato noi. Tutt’al più vi sono dei punti ancora da chiarire. Credo in particolar modo che si dovrebbe fare uno sforzo per arrivare a un’unica risoluzione. Ce lo dovrebbe imporre la natura estremamente delicata di questo argomento e delle persone che sono coinvolte a vario titolo.
Per questo, con il primo e il terzo degli emendamenti che ho presentato insieme alla collega Barbati chiedo di eliminare quei riferimenti, forse involontari, che corrono il rischio di mettere in contrapposizione quanto la Regione ha fatto fin dal 2004 e il risultato che è stato ottenuto a livello nazionale dalle associazioni dei familiari e dei pazienti affetti da SLA.
Credo che la Regione possa giustamente rivendicare ciò che ha sempre fatto in materia di aiuto alle non-autosufficienze senza mettersi in contrapposizione con chi ha avviato un’iniziativa per ottenere dei risultati, iniziativa che, a mio parere, rimane meritoria. Non è colpa di queste associazioni se il Governo, mentre dava un contributo per queste malattie, cancellava il fondo per le non-autosufficienze. Non lo possiamo addebitare a loro.
Ritengo, quindi, che vadano tolti di mezzo questi possibili equivoci. Le cose andrebbero dette, come cerchiamo di fare anche con l’emendamento 2, in maniera positiva, non addebitando alle associazioni responsabilità che non possono avere.
Infine, l’emendamento 4 chiede di aggiornare i criteri di ripartizione delle risorse, basando il riparto, oggi che i dati sono noti, in maniera molto precisa sul numero e sulla condizione delle persone affette da patologia.
Credo che, se questi emendamenti verranno accettati, il testo che è stato presentato oggi risponderebbe a tutti i problemi sollevati dalla risoluzione che io ho firmato. Se saranno accettati, per me non c’è ragione che rimangano due risoluzioni.
Chiederei, quindi, ai primi due sottoscrittori della risoluzione oggetto 2585 di ritrarla per convergere su una sola.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Vorrei dire due cose molto sintetiche, poiché penso che sarebbe importante votare oggi le risoluzioni, così da poter dare un segnale inverso rispetto ad altre sedute, in cui purtroppo, non le colpe o le responsabilità di qualcuno in particolare, ma ordini del giorno complessi ci hanno impedito di svolgere compiutamente la discussione e il voto.
Gli emendamenti proposti dal collega Naldi, a nostro avviso, sono condivisibili e perciò accoglibili. Penso che il testo emendato, che rimetto alla valutazione generale dei colleghi, compresi quelli dell’opposizione, tenga conto delle esigenze e del rispetto che si deve ai malati di SLA, ma anche alle associazioni che li rappresentano e sia, quindi, aperto alle firme di chiunque voglia sostenerlo per provare, su un tema così delicato per tante famiglie dell’Emilia-Romagna e non solo, a giungere ad un provvedimento complessivo, votato, come in altri casi è stato fatto, dall’intera Aula.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Non riesco a capire una cosa. Cerco di spiegarmi. C’è una risoluzione presentata senza simboli di partito e firmata dalla maggior parte delle forze politiche presenti in quest’Aula e, oggi, arriva un’altra risoluzione presentata da una sola forza politica ed emendata da uno dei firmatari della prima risoluzione perché la volontà è quella di rimanere tutti uniti.
Io di proposte emendative alla risoluzione originale, che è in ballo da un po’, non ne ho viste. Eppure, se lo spirito è quello di un’Aula che vuole fare il suo dovere, e non distinguersi a priori per "bandierine" di maggioranza od opposizione ed è quello di lavorare su un tema che dovrebbe unire, io mi aspetto di ricevere qualche richiesta di emendamento. Se, nel momento in cui viene presentata un’altra risoluzione, vengo invitato a firmarla per mantenere l’unità dell’Aula, mi sembra che il percorso sia all’incontrario.
Secondo me, inoltre, la seconda risoluzione è eccessivamente morbida e preferisco mantenere il testo originale. Rispondo, quindi, al collega Naldi che non ritirerò la risoluzione da me firmata. Voterò comunque la seconda risoluzione perché piuttosto che niente è meglio piuttosto e perché dice anche cose importanti.
Allo stesso tempo non capisco il motivo per cui, a fronte di un testo senza simboli di partito, firmato da molte forze politiche, dovrei ritirare il mio testo, con una firma in più che si è aggiunta oggi.
Nel merito, vorrei ripercorrere la situazione. Le associazioni dei familiari dei malati di SLA fanno pressione sul Governo a Roma per non essere lasciate sole, per non essere abbandonate. La sclerosi laterale amiotrofica, di cui ho avuto modo di occuparmi anche in passato per lavoro, perché realizzai un reportage, è una malattia devastante. Chi nel proprio nucleo familiare ha una persona affetta da questa patologia non riesce più a vivere come prima.
Queste persone, di fatto abbandonate, premono sul Governo e riescono a ottenere 100 milioni di euro. Questi soldi dovevano servire per la loro assistenza domiciliare, per riuscire a respirare un po’. Alcune Regioni lo hanno fatto. La nostra Regione ha preferito usare questi soldi per il sistema complessivo dei servizi sociali, dando poco o niente direttamente alle famiglie che affrontano questa gravissima difficoltà quotidiana.
La risoluzione chiede che, in maniera consistente, i fondi che il Governo ha stanziato vadano effettivamente alle famiglie, che potranno così pagare l’assistenza domiciliare, avere un po’ di respiro e cercare di svolgere una vita praticabile. La Regione, fino a oggi, ha utilizzato in maniera non corretta quei soldi, che dovevano arrivare ai familiari dei malati di SLA e non essere utilizzati per il sistema complessivo.
Se viene tagliato il fondo per la non-autosufficienza, ne prendiamo atto e faremo delle scelte, ma non la scelta di togliere alle famiglie dei malati di SLA i soldi a loro destinati. Questo non è giusto. Se vogliamo tagliare, abbiamo altri posti e altri costi in questa Regione su cui intervenire per alimentare il fondo per la non-autosufficienza. In passato noi abbiamo presentato emendamenti in cui le maggiori economie realizzate andavano proprio a tal fine.
Noi siamo d’accordo sul fatto che il fondo per la non-autosufficienza debba essere alimentato con regolarità, anche se dovremmo riflettere su alcune voci di spesa. Non siamo, però, d’accordo nel prendere i soldi dai più deboli, soldi che hanno conquistato con una battaglia fortissima a livello governativo, come qualcuno forse ricorderà.
Tra parentesi, non condividiamo quanto la maggioranza afferma sull’ISEE. Per le disabilità gravi l’ISEE non va calcolata. Considerando i dati di chi è malato di SLA, dove e con quale reddito in Emilia-Romagna, costerebbe troppo mettere in moto il meccanismo per quelle poche persone che dovrebbero pagare. Faremmo prima a stabilire che per le disabilità gravi - sono problematiche davvero grandi per una famiglia - non si fa riferimento all’ISEE. Anche per questo non condividiamo l’atto.
La risoluzione è molto dettagliata. Voglio sintetizzare perché ne ho già espresso la sostanza e perché, come diceva il collega Monari, vorremmo chiudere entro oggi. Concludo, confermando il voto favorevole alla risoluzione proposta dal Partito Democratico, pur con qualche distinguo, ma confermando anche la risoluzione che abbiamo protocollato, ormai, da settimane.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Ho ascoltato l’intervento del collega Favia e apprezzo la sua disponibilità.
Ammetto che il testo è arrivato all’ultimo momento, perché è stato protocollato oggi, ma ricordo che la questione sospensiva fu posta circa un mese e mezzo fa in ragione di necessari approfondimenti su quello specifico tema, approfondimenti richiesti dal fatto che, a differenza di altre Regioni, citate anche nella proposta di risoluzione sottoscritta da molti Gruppi e consiglieri, tra i quali il consigliere Favia, noi abbiamo una condizione particolare per affrontare i temi delle non autosufficienze, legata al fatto che abbiamo il Fondo regionale per le non autosufficienze.
Ricordo, però, per fare un esempio, che ci siamo trovati in una situazione analoga, quella di arrivare a proporre all’ultimo momento un testo che poi ha assorbito le posizioni dei singoli Gruppi, quando alcuni Gruppi di opposizione presentarono una risoluzione sulla vicenda della cura Zamboni (il collega Bignami, se non ricordo male) e alla fine, pur essendo anche quello un tema complesso, legato a una specificità e alla necessità di famiglie e di persone afflitte da una gravissima patologia, abbiamo trovato una composizione che tenesse conto delle varie questioni in gioco, e la Regione ci ha dovuto illustrare i dettagli di alcuni aspetti.
In questo caso, il riparto di quei 100 milioni di euro destinati alle Regioni era vincolato all’utilizzo per i malati di SLA. Il controllo del vincolo di destinazione è stato effettuato dal Ministero e la Regione Emilia-Romagna è stata in grado di produrre un suo piano e un suo progetto, ammesso poi a questo riparto dai Ministeri competenti.
Non è vero che ci sono stati dei tagli o delle destinazioni diverse della quota del riparto, che mi pare ammonti a 7 milioni 400 mila euro, legati a quei fondi di 100 milioni. La Regione Emilia-Romagna dal 2005 - e non voglio dilungarmi - ha un progetto specifico che si occupa delle gravi disabilità acquisite in seguito a patologie neurologiche, tra le quali la SLA (e non solo). A fronte di necessità assistenziali particolari, oltre 1.300 persone, tra le quali 270 malati di SLA, hanno potuto utilizzare, dal 2005, i fondi destinati a questa patologia particolare, oltre 11 milioni di euro all’anno.
È evidente che questi soldi in più arrivati con il Fondo nazionale saranno destinati in maniera vincolata ad affrontare gli enormi bisogni assistenziali di questi malati, nell’ottica però - è quella che noi cerchiamo di ristabilire - di non mettere in competizione i diversi bisogni e di dare quanto è giusto, anche sulla base degli accordi nazionali, senza creare meccanismi sgradevoli di competizione tra bisogno e bisogno e tenendo in equilibrio il sistema.
Le associazioni hanno agito positivamente, hanno fatto il loro mestiere, ci hanno sollecitato a farci carico di un tema particolare. Esse chiedono di poter partecipare di più alla progettualità che interessa loro direttamente, e io ritengo che sia una richiesta legittima; chiedono di migliorare la nostra capacità - per questo ritengo che siano utili anche gli emendamenti proposti dal consigliere Naldi, perché rendono il testo più efficace nella parte dispositiva - anche di modificare i criteri sulla base dei quali noi offriamo un supporto, ad esempio la modalità con la quale forniamo gli assegni di cura, che sono un aspetto importante per queste famiglie. Insomma, ci chiedono di ripensare al modo con il quale a volte un po’ troppo statisticamente determiniamo o predeterminiamo l’entità del bisogno.
Siamo invitati a utilizzare un sistema più puntuale e credo che sia giusto e legittimo. Questa rivendicazione delle associazioni dei familiari e dei malati di SLA ritengo sia utile alla causa generale, perché ci induce a cambiare anche alcuni approcci, di cui - ripeto - si dovrebbero avvantaggiare tutte le realtà.
Voglio ribadire che la Regione non ha tagliato, perché ha coperto i 31 milioni di euro venuti a mancare dalla cancellazione del riparto del Fondo nazionale - non c'è Fondo nazionale per la non autosufficienza - con risorse proprie. Dunque, in questo tema e su questo ambito, invito il collega Favia a documentarsi, perché se c'è un ambito nel quale questa Regione non ha tagliato un euro, nel corso degli ultimi anni, è proprio quello del Fondo per la non autosufficienza, accollandosi l’onere di coprire in realtà risorse che non ci sono state più trasferite.
Questa è stata un’occasione per ripensare al sistema. Vogliamo tenerlo insieme, vogliamo creare un equilibrio e, chiaramente, in rapporto con le realtà delle associazioni, vogliamo migliorare la nostra capacità di dare delle risposte concrete.
Credo che sia un provvedimento completo; la premessa è formativa perché spiega anche i meccanismi - che sarebbe il caso di conoscere, almeno per noi, consiglieri regionali - con i quali di fatto si agisce. Ritengo che il dispositivo sia assolutamente condivisibile, perché assume molte delle indicazioni contenute nella risoluzione che è stata presentata e sottoscritta da molti consiglieri, compreso il collega Naldi, che è intervenuto a proporre gli emendamenti.
Aggiungo anche il mio invito a esaminare il provvedimento con attenzione. Casi del genere sono già accaduti; è un tema sul quale non vale la pena di mettere bandierine o dividersi, ma credo che ci siano tutte le condizioni per approvare all’unanimità una risoluzione che è completa e che risponde alle sollecitazioni che le associazioni ci hanno fatto pervenire.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Cercherò di essere succinto il più possibile per lasciare spazio ai colleghi e garantire comunque che si possa votare l’oggetto.
Annuncio che, come Gruppo Lega Nord, voteremo convintamente a favore della risoluzione oggetto 2585 e a favore, sia pure con riserva, della risoluzione oggetto 2932 presentata solo oggi, che riporta nel testo originario le firme dei colleghi del PD e del Gruppo dei Verdi (salvo errori di lettura).
Rispetto a questa risoluzione annunciamo fin da subito che voteremo favorevolmente agli emendamenti presentati dai colleghi Naldi e Barbati, che vanno in minima parte a epurare il testo originale della risoluzione di alcuni aspetti che, francamente, ci convincevano assai poco. Innanzitutto, mi riferisco alla parte in cui si stigmatizzava, nel testo della risoluzione della maggioranza, la scelta del Governo di stanziare l’una tantum di 100 milioni che, se è vero che rappresentano un una tantum, è altrettanto vero che rappresentano il primo impegno ufficiale da parte di un Governo di questa Repubblica su questa tematica e su questa particolarissima patologia invalidante, la SLA.
Finora solo la Regione Lombardia - ne abbiamo dibattuto anche in quest’Aula - aveva intrapreso provvedimenti ad hoc, tenendo conto delle peculiarità di questa malattia e degli impatti che essa ha nei confronti non solo di coloro che ne sono affetti ma anche del nucleo familiare e di tutto ciò che ruota attorno ai malati. La Regione Lombardia ha previsto una serie di misure che vanno soprattutto nella direzione del sostegno alla famiglia. Lo spirito del provvedimento nazionale era proprio finalizzato in questa direzione. Certo, il rammarico è che si trattasse di uno stanziamento una tantum e si aggiunge l’ulteriore rammarico che, seppur non collegato a questo aspetto, le vicende delle necessità di bilancio hanno indotto i Governi che si sono succeduti, compreso - mi pare di capire ampiamente - anche quello in carica, a sforbiciare ulteriormente, a non rifinanziare più il Fondo per la non autosufficienza.
Detto questo, in quella circostanza, grazie soprattutto (ma io direi esclusivamente) alla mobilitazione delle associazioni che rappresentano le famiglie dei malati, queste avevano ottenuto - e il merito è solo loro - questo importante risultato.
Con la risoluzione presentata dalla maggioranza si stempera e si annacqua l’importante risultato ottenuto dalle associazioni, destinato a riverberarsi, credo con poco più di 7 milioni di euro, anche sul nostro territorio regionale. Ci fa piacere che questa Regione comunque si sia fatta carico di mantenere dei livelli di assistenza all’intero mondo della non autosufficienza. Ricordo, però, che poco meno di un quarto (quindi, uno su quattro) dei non autosufficienti gravi di questa Regione sono affetti da SLA.
Voglio ricordare - anche se non è proprio il tema del dibattito di oggi, ma credo sia una notizia che fa piacere a tutti, indipendentemente dalla posizione politica di ognuno - che la settimana scorsa in Italia è stato fatto il primo trapianto mondiale di cellule staminali sui malati di SLA. È un esperimento che mette la nostra ricerca medico-scientifica in questa direzione ai vertici della ricerca mondiale. Credo che si debba dare atto, almeno nell’ambito del dibattito, di questo importante risultato raggiunto.
Si tratterà di vedere gli sviluppi di questa embrionale attività sperimentale e di ricerca, che è stata validata, dopo anni, dal Ministero della salute. Abbiamo diciotto pazienti (il primo è già stato appunto trapiantato) che a breve avranno il trapianto di cellule staminali da adulti, quindi senza alcun problema etico, e credo che anche questo sia un elemento da sottolineare.
Concludo il mio intervento, altrimenti mancherei all’impegno preso di essere breve e succinto, ribadendo il voto convintamente favorevole alla risoluzione oggetto 2585 e il voto comunque favorevole alla risoluzione oggetto 2932, perché riteniamo che il testo, pur non essendo brillante, quanto meno dopo l’approvazione degli emendamenti possa essere comunque votabile. Da parte nostra, per quanto possa servire, va un grande augurio ai pazienti oggetto della fase di ricerca e il grande auspicio che questa sperimentazione da parte della scienza medica italiana, che ha raggiunto questo primo traguardo, attualmente unico a livello mondiale, possa dare gli effetti sperati e si arrivi finalmente a individuare una cura per questa grave malattia. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ricordo, per rinfrescare la memoria a tutti, che alla risoluzione 2585 è stata aggiunta la firma del consigliere Bignami e ritirate quelle del consigliere Naldi e della consigliera Barbati, e che alla risoluzione oggetto 2932 si sono aggiunte le firme dei consiglieri Villani, Alberto Vecchi, Pollastri, Lombardi, Leoni e Naldi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Carini. Ne ha facoltà.
CARINI: Grazie, presidente. Poiché per noi è molto importante arrivare rapidamente al voto, colgo l’occasione per una dichiarazione di voto onnicomprensiva, riguardante anche gli emendamenti proposti dal consigliere Naldi.
Ringrazio particolarmente le forze politiche che hanno voluto aderire alla nostra proposta, che aveva una sola tensione. Non ripercorrerò gli aspetti tecnici che sono stati già precedentemente illustrati, ma voglio ricordare a tutti - in particolare al consigliere Favia - che questa è una Regione che ha delle logiche culturali, prima ancora che politiche. La prima logica culturale che voglio ricordare è che in questa Regione nessuno si salva da solo, c'è un’attenzione alla comunità e nel concerto di una comunità si svolgono le azioni e le proposte. Grazie a questo abbiamo mantenuto il Fondo regionale per la non autosufficienza a livelli che nemmeno lo Stato raggiungeva.
In base a questa logica, mi sento nella forza e nella posizione di poter dire che, grazie ad atteggiamenti come questi, noi non contrapponiamo una patologia a un’altra, una difficoltà a un’altra, ma siamo attenti a tutti. Credo che questo si debba doverosamente riconoscere a una Regione che in questo momento non ha eguali nello scenario nazionale.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Carini.
Apriamo le dichiarazioni di voto congiunte sulle risoluzioni 2585 e 2932 e sugli emendamenti.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2585, a firma dei consiglieri Favia, Defranceschi, Manfredini, Noè, Corradi, Filippi e Bignami.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è respinta.
Metto in votazione l’emendamento 1 a firma dei consiglieri Naldi e Barbati alla risoluzione 2932.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione l’emendamento 2 a firma dei consiglieri Naldi e Barbati.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione l’emendamento 3 a firma dei consiglieri Naldi e Barbati.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 3 è approvato.
Metto in votazione l’emendamento 4 a firma dei consiglieri Naldi e Barbati.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 4 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2932, a firma dei consiglieri Carini, Donini, Marani, Barbati, Monari, Montanari, Piva, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Pariani, Pagani, Zoffoli, Alessandrini, Garbi, Bonaccini, Mori, Mazzotti, Casadei, Ferrari, Meo, Naldi, Villani, Alberto Vecchi, Pollastri, Lombardi e Leoni, così come emendata.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Chiudiamo qui i lavori. Grazie e arrivederci.
Annuncio di interrogazioni, risoluzioni e interpellanza
PRESIDENTE (Mandini). A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
2915 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa lo svolgimento dell'iniziativa delle scuole di musica europee denominata "Allegromosso".
2916 - Interrogazione del consigliere Ferrari, a risposta scritta, circa la soppressione del servizio ferroviario di trasporto passeggeri nella tratta Bedonia-Passo del Bocco-Chiavari.
2917 - Risoluzione proposta dai consiglieri Carini e Monari per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche presso il Governo, volte alla tutela dei lavoratori del Gruppo RDB, operante nel settore della produzione di mattoni, calcestruzzi e strutture prefabbricate, ed al rilancio di tale azienda, evitandone la liquidazione.
2918 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa il servizio di ossigenoterapia e ventilo-terapia dell'AUSL di Rimini.
2919 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa i disagi per i pendolari, con particolare riferimento alla tratta ferroviaria Rimini-Bologna-Piacenza.
2920 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa le problematiche relative al funzionamento del sistema digitale terrestre ed alla ricezione dei programmi televisivi.
2921 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa le problematiche relative alla ricezione del segnale televisivo digitale della RAI.
2922 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa dichiarazioni riguardanti l'AUSL di Modena.
2923 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa problematiche relative al Pronto Soccorso dell'Ospedale Maggiore di Parma.
2924 - Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad istituire un registro ufficiale della presenza di amianto e di altre sostanze pericolose nelle macerie e negli edifici pericolanti a causa del sisma, aprire una pagina apposita sul sito dell'Emilia-Romagna dedicata alle segnalazioni dei cittadini, garantendo inoltre la sicurezza dei lavoratori che rimuoveranno le macerie e l'amianto.
2925 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa i contributi, provenienti anche dal Fondo nazionale della Protezione civile, da mettere a disposizione delle zone terremotate.
2926 - Interrogazione della consigliera Moriconi, a risposta scritta, circa le procedure relative alla sospensione dei pagamenti delle imposte dei tributi nelle zone colpite dal sisma, con particolare riferimento al budget annuale assegnato alla Direzione Provinciale delle Entrate di Modena.
2927 - Risoluzione proposta dai consiglieri Paruolo, Marani, Carini, Monari, Naldi, Pariani, Alessandrini, Moriconi, Costi, Luciano Vecchi, Garbi, Grillini, Meo, Donini, Barbati, Barbieri, Piva, Montanari, Mumolo e Casadei sulla modifica della Legge n. 180/1978 (legge Basaglia), introdotta dal DDL, in discussione alla Camera dei Deputati, conosciuta come DDL "Ciccioli", con particolare riferimento alla disciplina del trattamento sanitario obbligatorio (TSO).
2928 - Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Monari, Naldi, Barbati, Montanari, Piva, Marani, Barbieri, Pariani, Meo, Mori, Moriconi, Alessandrini, Donini, Mumolo, Luciano Vecchi e Grillini in merito al comportamento tenuto dal poliziotto Forlani, condannato per omicidio colposo per la morte di Federico Aldrovandi e in merito alle iniziative da intraprendersi fra le quali il riconoscimento in Italia del reato di tortura, così come definito dalle Nazioni Unite.
2929 - Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Lombardi, Bazzoni, Filippi, Pollastri, Malaguti, Bignami, Alberto Vecchi, Alessandrini, Monari, Bonaccini, Zoffoli, Pagani, Grillini, Pariani, Carini, Costi, Marani e Montanari per invitare la Giunta a sottoporre al Governo e alla Conferenza Stato-Regioni la necessità di discutere celermente il Decreto che si propone di sbloccare i crediti che le imprese vantano nei confronti della P.A.
2930 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, per sapere se corrisponde al vero l'intenzione di rilasciare nuove concessioni di pesca nella Sacca di Goro (FE) dove le coltivazioni di mitili rappresentano una risorsa di sostentamento per molte famiglie del Basso ferrarese.
2931 - Interrogazione della consigliera Moriconi, a risposta scritta, circa lo stoccaggio di anidride carbonica nel giacimento sito nel Comune di Cortemaggiore (PC).
2932 - Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Donini, Marani, Barbati, Monari, Montanari, Piva, Costi, Luciano Vecchi, Barbieri, Mumolo, Pariani, Pagani, Zoffoli, Alessandrini, Garbi, Bonaccini, Mori, Mazzotti, Casadei, Ferrari, Meo, Naldi, Villani, Alberto Vecchi, Pollastri, Lombardi e Leoni sugli interventi per l'assistenza a lungo termine delle persone con gravissima disabilità acquisita con particolare riferimento agli interventi per la SLA.
2933 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa lo svolgimento, sul territorio regionale, di mostre e fiere di allevatori.
2934 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa l'edizione 2013 del carnevale di Cento (FE).
2935 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la convenzione tra AUSL di Ravenna e l'IRST di Meldola per gli esami TAC PET.
2936 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa il fiume Lamone che, all'altezza di Faenza, rimane in secca per alcuni mesi all'anno.
2937 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa i danni causati dal sisma nel Comune di Minerbio (BO) ed i relativi sopralluoghi ed indennizzi, con particolare riferimento alla situazione in cui versa il Municipio.
2938 - Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta ad attivarsi per favorire il raggiungimento di un'intesa tra l'APA di Parma ed i lavoratori della stessa al fine di non compromettere la realizzazione della Mostra Nazionale del Cavallo Bardigiano.
2939 - Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Cavalli, Manfredini, Bernardini, Zoffoli, Pagani, Montanari, Bonaccini, Sconciaforni, Costi, Monari, Naldi, Grillini, Corradi, Villani, Noè, Filippi, Marani, Piva, Luciano Vecchi e Paruolo per impegnare la Giunta a proseguire nell'opera di semplificazione delle procedure di reinsediamento sul territorio delle attività danneggiate dal sisma e a disincentivare la delocalizzazione permanente delle attività produttive all'esterno delle aree colpite dal sisma.
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18,03
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI, la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA e gli assessori Donatella BORTOLAZZI, Carlo LUSENTI e Teresa MARZOCCHI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 2617 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni per la bonifica.»" (41)
Presenti: 43
Favorevoli: 29
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 1
Andrea POLLASTRI.
Astenuti: 13
Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ.
Assenti: 7
Luca BARTOLINI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (g), Valdimiro FIAMMENGHI, Gabriella MEO, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 2816 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Mandini, Mazzotti, Corradi, Aimi e Bartolini: «Modifica della legge regionale 25 ottobre 2000, n. 29 "Disciplina del referendum sulle leggi regionali di revisione statutaria ai sensi dell'articolo 123 della Costituzione."»"
Presenti: 38
Votanti: 37
Favorevoli: 35
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 2
Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA.
Astenuti: 0
Non votanti: 1
Sandro MANDINI.
Assenti: 12
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (g), Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Mauro MANFREDINI, Matteo RIVA, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 2816 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Richetti, Mandini, Mazzotti, Corradi, Aimi e Bartolini: «Modifica della legge regionale 25 ottobre 2000, n. 29 "Disciplina del referendum sulle leggi regionali di revisione statutaria ai sensi dell'articolo 123 della Costituzione."»" (42)
Presenti: 37
Favorevoli: 37
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 0
Astenuti: 0
Assenti: 13
Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Vasco ERRANI (g), Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
I PRESIDENTI
IL SEGRETARIO
Mandini - Richetti
Corradi
Espandi Indice