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105.
SEDUTA DI LUNEDÌ 5 NOVEMBRE 2012
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE AIMI
Indice
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti)
Annuncio di risoluzioni, interpellanza, interrogazioni e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti)
Interrogazione oggetto 3312
(Decaduta)
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 3326
Interrogazione dei consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione relativa all'immigrazione in Emilia-Romagna.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MANFREDINI (Lega Nord)
MARZOCCHI, assessore
OGGETTO 3328
Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere in ordine a situazioni di disagio riguardanti le zone colpite dal sisma.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NOÈ (UDC)
MUZZARELLI, assessore
OGGETTO 3324
Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, circa un allevamento di visoni da pelliccia sito nel Comune di Noceto (PR).
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MEO (SEL - Verdi)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
OGGETTO 3050
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne» (Testo Base) (45)
(Relazione, discussione e approvazione)
OGGETTO 1049
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Pollastri: «Norme in materia di pesca sportiva»
(Abbinato)
PRESIDENTE (Richetti)
GARBI, relatore
PARUOLO (PD)
BARBIERI (PD)
MEO (SEL - Verdi)
MANFREDINI (Lega Nord)
LOMBARDI (PDL)
MONARI (PD)
BARTOLINI (PDL)
AIMI (PDL)
CARINI (PD)
OGGETTO 3139
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a reti internazionali scientifiche in ambito sanitario» (46)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MARANI, relatrice
PARUOLO (PD)
PRESIDENTE (Aimi)
CORRADI (Lega Nord)
VILLANI (PDL)
BARBIERI (PD)
OGGETTO 3180
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile negli Enti del Servizio sanitario regionale» (Testo Base)(47)
(Relazione e discussione)
OGGETTO 1233
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Barbati e Mandini: «Istituzione della Commissione regionale permanente per gli errori in sanità e la qualità delle prestazioni in campo sanitario»
(Abbinato)
OGGETTO 2656
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: «Autoassicurazione per rischi di responsabilità civile delle Aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale, e sistema di conciliazione»
(Abbinato)
PRESIDENTE (Aimi)
BARBATI, relatrice
CORRADI (Lega Nord)
LOMBARDI (PDL)
CARINI (PD)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
NOÈ (UDC)
VILLANI (PDL)
PIVA (PD)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Risoluzioni, interpellanza ed interrogazioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 9,57
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la centocinquesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Diamo comunicazione delle giustificazioni relative alle assenze di oggi. Sono assenti la consigliera Monica Donini che, ai sensi dell’articolo 65 del Regolamento, non sarà presente alla seduta per motivi istituzionali; il consigliere Fabio Filippi si giustifica per la seduta di oggi, così come si giustifica l’assessore Freda che non sarà presente ai nostri lavori.
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti): Nel periodo trascorso dall'ultima tornata delle sedute assembleari sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
3284 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999 n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale)" (delibera di Giunta n. 1500 del 15 10 12).
3315 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini: "Legge Regionale in materia di salvaguardia occupazionale, incentivi alle imprese e contrasto alla delocalizzazione produttiva fuori Regione" (30 10 12).
È stato presentato il seguente progetto di legge di iniziativa di Consigli Comunali:
3307 - Progetto di legge d'iniziativa dei Consigli Comunali di Galeata, Bertinoro, Savignano sul Panaro, Monte San Pietro, Medicina e Bazzano, recante: "Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti solidi urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale e dell'impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per la gestione del servizio di igiene urbana. Abrogazione e sostituzione della legge regionale 19 agosto 1996, n. 31" (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 4 del 9 ottobre 2012 pubblicata sul BURERT n. 222 del 24 ottobre 2012 e di regolarità n. 5 del 19 ottobre 2012 pubblicata sul BURERT n. 223 del 24 ottobre 2012).
Annuncio di risoluzioni, interpellanza, interrogazioni
e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti): Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i sottonotati documenti:
Risoluzioni
3289 - Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni di sensibilizzazione circa l'impatto che le politiche governative dei tagli lineari e degli interventi sul regime previdenziale e pensionistico causano sul personale del settore della pubblica sicurezza, ed a promuovere l'accoglimento delle istanze manifestate da tale comparto.
3300 - Risoluzione proposta dal consigliere Villani per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo ed in sede di Conferenza Stato-Regioni affinchè venga varato il Piano organico per la non autosufficienza, accogliendo inoltre i progetti di cura ed assistenza domiciliare.
3319 - Risoluzione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a superare le criticità relative all'erogazione, da parte delle banche, dei fondi riguardanti la ricostruzione degli immobili colpiti dal sisma.
3320 - Risoluzione proposta dal consigliere Carini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a tutelare i lavoratori dalla azienda RDB Terrecotte, garantendo la massima estensione temporale dei relativi ammortizzatori sociali.
3321 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Ferrari, Bonaccini, Luciano Vecchi, Costi, Montanari, Piva, Alessandrini, Mori, Barbieri, Mumolo, Carini, Pagani, Mazzotti, Pariani, Marani, Casadei, Zoffoli, Paruolo, Moriconi, Corradi, Defranceschi, Manfredini e Barbati per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a consentire che le eventuali economie di spesa relative al comparto sicurezza e soccorso pubblico non siano frutto di tagli lineari, ma di una programmazione corrispondente alle effettive esigenze di tale comparto.
Interpellanza
3301 - Interpellanza dei consiglieri Defranceschi e Favia circa la costituzione quale parte civile della Regione Emilia-Romagna nel procedimento riguardante un Consigliere regionale.
Interrogazioni
3282 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa l'accorpamento, presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, del Servizio di Radioterapia operante presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
3283 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure relative ai "titoli abilitativi edilizi", con particolare riferimento al Comune di Castel Maggiore (BO).
3286 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa deroghe riguardanti il divieto di rilascio di concessioni nell'Area Tutela Biologica del "Pianasso" (FE), in materia di acquacoltura.
3287 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il ricovero all'Ospedale Bellaria di Bologna di un abitante di Silla di Gaggio Montano (BO).
3288 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la attuale collocazione, a causa dei danni causati dal sisma alla sede municipale del Comune di Galliera (BO), dei relativi uffici.
3290 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la salvaguardia dell'Azienda agricola sperimentale "Mario Marani" di Ravenna.
3291 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le problematiche conseguenti al sisma in materia di burocrazia, tributi e banche, con particolare attenzione ai disagi gravanti sulle imprese.
3292 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la chiusura e la bonifica delle discariche abusive, con particolare riferimento al territorio regionale.
3293 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la riduzione delle spese sanitarie conseguente alla "Spending Review".
3296 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa i beni artistici e gli strumenti veterinari di pertinenza del Centro di Incremento Ippico di Ferrara.
3297 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il Poliambulatorio di Sasso Marconi (BO).
3298 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa la normativa riguardante le concessioni demaniali marittime, in relazione al recepimento della Direttiva Bolkestein.
3299 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa le problematiche riguardanti la carenza di risorse idriche nel territorio bolognese.
3302 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa problematiche di natura sanitaria ed ambientale relative ad uno stabilimento sito a Podenzano (PC).
3303 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa procedure e prospettive riguardanti l'Aeroporto Fellini di Rimini.
3304 - Interrogazione dei consiglieri Donini e Sconciaforni, a risposta scritta, relativa alla condizione abitativa degli sfollati delle zone colpite dal recente terremoto e in particolare alla situazione delle abitazioni sfitte potenzialmente destinabili ai cittadini senza tetto.
3305 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la realizzazione della Caserma dei Pompieri, in via Lasie, a Imola (BO).
3306 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa il Servizio Ferroviario Metropolitano bolognese, i relativi fondi ed il collegamento con l'Aeroporto Marconi.
3308 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la presenza del personale dirigenziale nelle AUSL relative alle zone colpite dal sisma, con particolare riferimento ai giorni in cui è accaduto tale evento ed a quelli successivi.
3309 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori dell'azienda RDB Terrecotte S.p.A., con particolare riferimento agli stabilimenti siti a Borgonovo e Cadeo (PC).
3310 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la realizzazione del "Passante autostradale Nord" e le relative procedure.
3311 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa le procedure relative alla realizzazione di un impianto di cogenerazione nel Comune di Felino (PR).
3312 - Interrogazione della consigliera Donini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per evitare lo svolgimento di manifestazioni contrastanti con i Principi contenuti nello Statuto Regionale, con particolare riferimento a quella svolta a Predappio per l'anniversario della "Marcia su Roma".
3313 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le problematiche relative al sistema fognario di Sesto Imolese, nel Comune di Imola (BO).
3314 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa il G.A.L. dell'Antico Frignano e dell'Appennino Reggiano.
3316 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori della azienda imolese CNH, in prossimità della scadenza della cassa integrazione straordinaria.
3317 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la "Direttiva sul decoro" del Ministero per i Beni Culturali, in relazione alla tutela dei mercati ambulanti.
3318 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il costo dei biglietti relativi al trasporto pubblico a Bologna e Ferrara.
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
3048 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa problematiche riguardanti il nuovo Ospedale di Cona (FE).
3073 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, in merito alla situazione dei circhi equestri in seguito alla DGR 647/2007.
3078 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito all’opportunità di attivare un percorso speciale per le persone che subiscano atti di violenza, sul modello del cosiddetto codice rosa della Regione Toscana.
3088 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa l'erogazione da parte della Regione dei fondi stanziati con il decreto sulla "Spending review", con particolare riferimento agli aiuti alle imprese dei territori colpiti dalle straordinarie nevicate del gennaio 2012.
3092 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, relativa al fenomeno dell’anatocismo bancario, in particolare per quel che concerne i conti correnti della Regione Emilia - Romagna e delle società da essa partecipate.
3093 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, in merito all’uso di coloranti in campo alimentare, in particolare per gli alimenti destinati al consumo da parte dei bambini e dei più giovani.
3095 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, concernente la figura del cardinale Agostino Casaroli e la promozione della sua opera.
3097 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito alle regole regionali per l’accreditamento delle Pubbliche Assistenze e Misericordie che gestiscono ambulanze per i servizi di soccorso e trasporto sanitario.
3098 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, in merito alle modalità di informazione ai cittadini dei divieti di balneazione nel territorio regionale, in particolare per quel che concerne le aree permanentemente non balneabili.
3099 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, in merito al problema dell'accreditamento delle Pubbliche Assistenze e alla necessità di riconoscere alle associazioni di volontariato, in particolare per quelle operanti in territori montani, contributi economici perché possano adeguarsi ai nuovi parametri previsti dalle norme regionali.
3104 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le modalità di svolgimento di prestazioni diagnostiche presso soggetti esterni al Servizio Sanitario Regionale.
3106 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i criteri relativi alla ricostruzione delle case danneggiate da eventi sismici, con particolare riferimento agli immobili ad uso abitazione in comodato gratuito.
3109 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa i controlli relativi ai prodotti agroindustriali destinati agli impianti a biogas.
3138 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la situazione relativa ai servizi assicurativi affidati dalle AUSL romagnole per la copertura Rct/o primo rischio.
3149 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la riorganizzazione del servizio sanitario regionale a seguito della "spending review", con particolare riferimento alla Provincia di Bologna.
3166 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa gli effetti finanziari sul sistema sanitario regionale della sanatoria per gli immigrati del Ministro Riccardi.
3172 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la soppressione del reparto di Geriatria dell'Ospedale di Pavullo nel Frignano e la sua trasformazione in reparto di lunga degenza.
3183 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa l'istituzione di un fondo perequativo a favore dei territori montani.
3192 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'esaurimento, per molte aziende, della cassa integrazione in deroga, con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori della CNH di Imola (BO).
3199 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa le modalità di accesso ai servizi socio-educativi, con particolare riferimento alla documentazione ISEE.
3210 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le convenzioni riguardanti il personale relativo agli organismi di formazione professionale, con particolare riferimento a quello in distacco presso le Province.
3211 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i prefabbricati modulari ad uso scolastico e l'agibilità delle scuole nelle zone terremotate, con particolare riferimento alla situazione esistente a Modena.
3215 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'utilizzazione della Stazione ferroviaria sita in Via Zanolini a Bologna.
3218 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa le modalità di svolgimento del monitoraggio della qualità del trasporto ferroviario regionale.
3222 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori dell'azienda Ceam Ascensori di Calderara di Reno (BO).
3225 - Interrogazione del consigliere Paruolo, a risposta scritta, circa i lavori per la ricostruzione, a causa degli eventi sismici, di edifici scolastici, anche temporanei.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
(Interrogazione ogg. 3312 - Decaduta)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. L’oggetto n. 3312 è una interrogazione della consigliera Donini che decade, non essendo presente la consigliera.
Passiamo all'oggetto seguente:
3326 - Interrogazione dei consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione relativa all'immigrazione in Emilia-Romagna.
Risponde per la Giunta l'assessore Marzocchi.
La parola al consigliere Manfredini per illustrare l'interrogazione.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti, comunico che il consigliere Bernardini purtroppo non è presente a causa di un problema familiare e quindi oggi è, purtroppo, assente.
Assessore, do per scontato che lei abbia letto l’interrogazione che mi pare sia abbastanza chiara, pertanto attendo la risposta.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
La parola all’assessore Marzocchi per la risposta.
MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente. I consiglieri interroganti toccano due temi diversi e ben distinti tra loro, anche in riferimento alle dimensioni quantitative. Il primo riguarda la presenza di immigrati nel nostro paese e, nello specifico, in Emilia-Romagna; si tratta di 530 mila stranieri nel 2011. I dati del dossier Caritas, che voi avete citato, confermano che la presenza di immigrati sul nostro territorio cresce, ma in maniera minore rispetto agli anni precedenti, evidenziando, quindi, una situazione che si va sempre più stabilizzando.
A conferma di quanto descritto si richiamano due dati su tutti, che un terzo dei nuovi assunti nel nostro territorio è rappresentato da lavoratori stranieri e il 50 per cento degli studenti stranieri frequentano le scuole dell’obbligo sono nati in Italia, ripeto, il 50 per cento degli studenti stranieri che frequentano la scuola dell’obbligo, sono nati in Italia.
Questi dati sono indicatori di una forte integrazione nel nostro tessuto sociale ed è alla base di questo che, come Giunta regionale, ma anche come Assemblea legislativa, abbiamo aderito alla campagna "L’Italia sono anch’io", per estendere la cittadinanza italiana agli stranieri nati in Italia. A questo proposito confermo il mio appoggio a iniziative simboliche, come quelle del Consiglio comunale di Bologna, di concedere la cittadinanza onoraria ai bambini figli di immigrati nati in Italia, appoggio, per altro, condiviso con ANCI regionale e metto agli atti una lettera sottoscritta insieme al Sindaco Manca, inviata a tutti i Sindaci del territorio, in cui rappresentavamo queste situazioni.
L’altro tema afferisce alla presenza di millecinquecentoquattro profughi accolti nella nostra Regione, provenienti dalla cosiddetta "Emergenza Nord Africa". Si ricorda che sono lo 0,3 per cento del totale degli immigrati che abbiamo, si ricorda, inoltre, che non si tratta di immigrati ordinari, ma di persone costrette a fuggire dalla Libia, a seguito del conflitto verificatasi nel 2011 e che risiedevano in Libia per motivi di lavoro. A seguito di un accordo con il Governo italiano e con l’allora Ministro degli Interni, Maroni, gli immigrati dell’emergenza Nord Africa vennero accolti e furono oltre 22 mila, equamente distribuiti su tutte le regioni.
La gestione della fase di emergenza è stata assegnata alla Protezione civile e tutto ciò è il risultato della mancanza di un sistema strutturato di accoglienza per i richiedenti asilo, presente invece nei principali paesi europei.
Per indicazione dello stesso Governo, questi profughi provenienti dall’Emergenza Nord Africa furono immessi nel percorso di richiedenti asilo, nonostante fosse già, al momento, considerato una soluzione inappropriata rispetto alle loro caratteristiche. Com’è noto, il decreto-legge della spending review, sancisce la conclusione della fase emergenziale e pone le basi per la successiva fase di gestione ordinaria di accoglienza e integrazione. Appare evidente che la questione della regolare permanenza di queste persone nel nostro territorio sia di fondamentale importanza per garantire l’avvio del percorso di integrazione e per evitare il verificarsi di situazioni di tensione sui territori e problemi di ordine pubblico e nella prospettiva di un minore impatto sui servizi di welfare. La caduta nell’irregolarità di queste persone significherebbe solo un aggravio dei costi del sistema. Fin da subito le Regioni si sono attivate per sollecitare il Governo, attraverso il Ministero degli Interni, a individuare una soluzione adeguata, in quanto l’unica opzione possibile per queste persone è stata la richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato, che si è rilevata del tutto inadeguata, in quanto i richiedenti, come sappiamo, sono provenienti dalla Libia, ma non sono libici.
Il 26 settembre, la Conferenza unificata ha approvato un documento, "Linee di indirizzo per il superamento dell’Emergenza Nord Africa", in cui si sosteneva la necessità prioritaria del riconoscimento dello status giuridico di rifugiato. Questa, quindi, non è una posizione individuale mia e del mio Assessorato, ma è la posizione assunta dalla Conferenza unificata. Oggi moltissime persone sono ancora in attesa di essere audite dalla Commissione territoriale e circa l’80 percento di essi hanno avuto diniego perché, giustamente, non ci sono le condizioni.
Nell’ambito del tavolo di coordinamento nazionale, di cui mi chiedete notizie, che è stato istituito presso il Ministero degli Interni, le Regioni hanno ripetutamente riproposto la questione, come pregiudiziale al passaggio alla gestione ordinaria. Proprio in questi giorni il Ministero degli Interni ha divulgato una circolare che prevede il riesame delle pratiche diniegate, valutando le rilevanti esigenze umanitarie connesse alla recessione dei legami con i Paesi d’origine e alla perdurante instabilità della situazione libica. Tale criterio sarà adottato anche per le domande ancora da esaminare. Le Prefetture, inoltre, si stanno attivando per concludere entro il 31.12.2012 l’esame di tutte le istanze presentate dalle persone in "Emergenza Nord Africa", nel caso di Bologna circa 260 richieste saranno esaminate dal Tribunale di Torino, al fine di consentire il rispetto dei tempi concordati. L’altro obiettivo delle Regioni, nell’ambito del tavolo di coordinamento nazionale, è quello di individuare le modalità di prosecuzione e di accoglienza dopo il 31.12.2012, con particolare riferimento ai soggetti vulnerabili, stante l’impossibilità degli enti locali di farsi totalmente carico dell’eventuale assistenza.
In riferimento al tema dell’assistenza sanitaria, si ricorda che la Costituzione della Repubblica tratta il diritto alla salute come un diritto non del cittadino o del residente, non dell’italiano o dello straniero, ma dell’individuo. Al momento non sono stati fatti studi sull’impatto che la regolarizzazione dei profughi avrà sul servizio sanitario regionale. Si ritiene che, una volta ottenuto il permesso di soggiorno e qualora decidano di risiedere in Emilia-Romagna, dovranno sottostare alle leggi nazionali, comprese quelle in materia fiscale, e verranno definitivamente iscritti al servizio sanitario regionale e la Regione, in sede di riparto del fondo sanitario nazionale, potrà disporre di una quota capitaria che li comprenderà; avrà quindi maggiori risorse. Si evidenzia, inoltre, che la spesa sociale connessa alla permanenza ulteriore degli accordi non è quantificabile, dipendendo dalla condizione giuridica degli stessi e dal tipo di interventi che a livello nazionale verranno posti in essere per favorirne l’autonomia.
Infine, ancora un dato particolarmente significativo del rapporto Caritas: il gettito contributivo e fiscale dei lavoratori immigrati è pari a 12,8 miliardi di euro, a fronte di una spesa per i servizi di welfare, sanità, scuola, pensioni e servizi sociali stimabili in 11,1 miliardi, con un saldo positivo a favore del bilancio dello Stato, e quindi dell’intera collettività, pari a 1,7 miliardi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Marzocchi.
La parola il consigliere Manfredini per la replica.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Abbiamo presentato questa interrogazione, assessore, perché il 30 ottobre 1012 lei ha diffuso un comunicato dal tono molto soddisfatto, e inoltre ho ascoltato molto attentamente i servizi su varie televisioni, in cui ha dichiarato che stiamo diventando una città multietnica, come se questo fosse un grande successo. Sempre nel suo comunicato, assessore, lei scrive che risultano 550 mila stranieri, pari al 12,4 percento dalla popolazione complessiva della Regione Emilia-Romagna, Regione in cui il fenomeno immigratorio conferma le sue caratteristiche di crescita. Inoltre, Assessore, lei ha sostenuto che questa è una risorsa e che deve indirizzare le nostre politiche; forse lei allude al fatto che, in effetti, molti immigrati si sono inseriti onestamente nel mondo del lavoro, ma i dati della Caritas ci dicono che su 550 mila immigrati solo 356 mila risultano alla banca dati come lavoratori. Se le famiglie italiane con mediamente entrambi i genitori che lavorano e un figlio a carico, faticano a sopportare l’imposizione fiscale, le troppe tasse, i costi dei servizi, la casa, della vita, ci spiega allora come vivono i 200 mila immigrati che non risultano avere lavoro e quindi risultano senza alcuna fonte di reddito; parliamo di 200 mila unità, pari al 45 percento.
Da una recentissima relazione della Giunta risulta che in due anni sono stati persi circa cinquantamila posti di lavoro; come pensate di recuperare tale occupazione e aggiungere questi altri 200 mila posti di lavoro per gli immigrati? A me questa pare una impresa impossibile. Come pensate di risolvere questa situazione critica e il disagio sociale di tante famiglie? Queste sono tutte domande a cui lei, Assessore, non ha dato delle risposte, perché l’interrogazione si rivolgeva in modo specifico alle sue dichiarazioni. Chiedo ancora quali siano gli intendimenti presi, anche a livello di Governo, se ci sia davvero da rallegrarsi a dover caricare costi crescenti per centinaia di migliaia di immigrati, completamente a carico della società emiliano-romagnola.
C’è un problema concreto di reperimento delle risorse per gestire queste ondate migratorie, visto che nella nostra Regione ci sono numerosi problemi di difficile soluzione. Questi 200 mila immigrati saranno a carico del welfare locale, facendo venire meno delle risorse che, altrimenti, sarebbero appannaggio delle persone anziane e delle nostre famiglie. Io ricevo continuamente telefonate da cittadini modenesi che non ce la fanno ad andare avanti e ai mancano i servizi essenziali, quali la luce, addirittura ad una signora con due figli hanno staccato l’acqua. Si tratta di cittadini italiani che purtroppo non vengono assistiti dal welfare locale, in questo caso dal welfare modenese, perché non ci sono risorse. Dall’altra parte abbiamo invece 200 mila persone che non risultano iscritte, che non sappiamo come vivono, non sappiamo che cosa fanno e di cui non sappiamo nulla di nulla. Credo, assessore, che nella risposta che mi ha dato, lei abbia cercato di arrampicarsi sugli specchi, ma io non sono per nulla soddisfatto della risposta che ha fornito.
Noi continueremo comunque a tenere sotto controllo questa situazione, perché ci sembra veramente una cosa molto grave, quasi quanto i problemi causati dal sisma.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Abbiamo esaurito l’oggetto 3326. Passiamo all'oggetto successivo:
3328 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere in ordine a situazioni di disagio riguardanti le zone colpite dal sisma.
Per la Giunta risponde l'assessore Muzzarelli.
La parola alla consigliera Noè per l'illustrazione dell'interrogazione.
NOÈ: Grazie, presidente. La scorsa settimana, esattamente nelle giornate di martedì e mercoledì, ho avuto occasione di confrontarmi con alcuni amici, rappresentanti o, comunque, esponenti del mondo agricolo, che mi hanno ribadito la loro estrema difficoltà nell’operare non solo in funzione dei problemi causati dal sisma, ma, purtroppo, anche delle difficoltà legate alla burocrazia, alla tempistica e alle scadenze di pagamento.
Nei giorni scorsi ho avuto anche l’opportunità di partecipare ad una Commissione, alla quale non era presente l’assessore ma era comunque presente la dottoressa Diazzi che, a questo proposito, aveva dato anche delle risposte puntuali, solo che, a fronte di questa puntualità, anche da parte dell’Assessorato, io non immaginavo di ritrovare proprio a ridosso di quella Commissione ancora uno stato d’animo che mi ha veramente oltremodo preoccupato.
Vorrei capire se, effettivamente, da parte della Regione c’è la stessa percezione rispetto alla sollecitazione che ho ricevuto io, e quindi anche di qui a pochi giorni dalla Commissione, capire se c’è qualche evoluzione in corso. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
La parola all’assessore Muzzarelli per la risposta.
MUZZARELLI, assessore: Grazie, presidente.
Per tutti noi lo stato d’animo è un problema, perché l’impegno è costante per migliorare e cercare di dare risposte alle comunità colpite. Abbiamo anche cercato di farlo e stiamo cercando di farlo ogni giorno con una fase di grande ascolto, siamo sul territorio per cercare di migliorare le nostre azioni e mi pare che il Commissario abbia sempre dato la totale disponibilità, anche a migliorare le ordinanze che sono state corrette per cercare di stare vicino alle popolazioni colpite. Nella fattispecie, stiamo ragionando anche di una risposta su un ragionamento che è legato anche al funzionamento dei nuovi CAS, quindi la scelta che il Commissario ha fatto di aggiornare e di migliorare il CAS precedente, si è fatta una scelta molto importante e di questo ne abbiamo parlato anche in Aula, per cercare di aumentare l’importo e migliorare anche le procedure. È chiaro che stiamo ragionando di risorse pubbliche e, come tali, devono essere verificate con attenzione, in uno stretto rapporto di collaborazione con gli enti locali e la nostra struttura dell’Agenzia regionale di Protezione civile che, con determinazione n. 506 del 2012 ha disciplinato il procedimento per l’erogazione del Contributo di Autonoma Sistemazione per il periodo compreso tra la data dell’evento sismico, il 31 luglio, già liquidato con determinazioni del direttore dell’agenzia 701, 712, 725 e 750.
Con ordinanza n. 24 del Commissario delegato del 14 agosto 2012, parzialmente modificata e rettificata proprio dall’incontro e i miglioramenti anche verificati con gli enti locali, si è definito il nuovo CAS. Nuclei familiari sgomberati dalle proprie abitazioni ed è stata accantonata a tal fine una somma di 39.200.000 euro, al valore delle risorse del fondo per la ricostruzione di cui all’articolo 2 del decreto 74, convertito con legge 122.
Al fine di accelerare le procedure di erogazione del nuovo CAS, con decreto del Commissario delegato n. 73 del 26 settembre 2012, sono state definite le modalità per assicurare ai Comuni interessati i trasferimenti in regime di anticipazione delle risorse necessarie alle relative coperture finanziarie, abbiamo, quindi, anche provveduto ad anticipare delle risorse. In particolare è stato previsto il seguente percorso, relativamente al periodo decorrente dal primo agosto fino alla scadenza dello stato di emergenza, fissata dal decreto legislativo al 31 maggio 2013. Il nostro è quindi un impegno per arrivare a coprire tutte le esigenze che, speriamo, ovviamente calino nel tempo, utilizzando il nuovo CAS che, come sapete, è passato da un massimo di 600 a 900 e abbiamo previsto anche una compilazione da parte dei Comuni interessati dell’elenco riepilogativo dei nuclei familiari interessati. Abbiamo anche cercato di fare una manifestazione pubblica, proprio per cercare di fare di tutto per informare i cittadini con iniziative, volantini, interventi nelle tendopoli e, quindi, il fabbisogno finanziario di nuovi CAS relativo al quadrimestre agosto - novembre 2012 e la trasmissione di richieste di trasferimento è già stata avviata.
Abbiamo ricevuto, da parte dei comuni interessati, gli elenchi relativi alle somme a conguaglio fino al 30 novembre 2012, sia il fabbisogno finanziario stimato per il bimestre successivo, dicembre 2012 - gennaio 2013 per trasmetterlo all’Agenzia regionale di Protezione civile entro il 10 dicembre 2012, ai fini della relativa liquidazione. Si tratta, quindi, di un lavoro di intreccio forte tra gli enti locali e l’Agenzia regionale di Protezione civile, per seguire passo passo ogni nostra verifica e ogni nostra azione. Inoltre, l’invio da parte dei Comuni interessati degli elenchi riepilogativi per tutti gli interventi trasmessi all’Agenzia regionale, quindi c’è un elenco con un conguaglio dettagliato, e stiamo proprio cercando di anticipare e di dare risposte costanti.
Il percorso illustrato, prevede, ai fini dell’anticipazione della liquidità necessaria ai Comuni, l’invio di elenchi riepilogativi dei contributi, con stime del relativo fabbisogno finanziario, fatte salve le somme di conguaglio, proprio per anticipare, anche in questo caso, i tempi; si sono fatte, cioè, delle proiezioni, per anticipare i tempi, per poi fare dei conguagli in corso d’opera, per dare la possibilità ai Comuni di avere le condizioni di risposta e di dare le risposte sul territorio, visto che il rapporto è un rapporto molto diretto tra Comune e famiglia e individuo.
Si evidenzia che, a favore dei Comuni che alla data odierna hanno provveduto all’invio del fabbisogno finanziario per il periodo agosto - novembre 2012, con contestuale richiesta di trasferimento delle relative risorse, è stata puntualmente disposta la liquidazione delle somme con diverse determinazioni dell’Agenzia regionale di Protezione civile, che sono elencate, anche se non le riprendo, sono tutte elencate e provvederò poi a fornirvi le note. Si tratta di liquidazioni disposte a favore di ventuno Comuni già operativi, a fronte di cinquantadue Comuni in cui, a suo tempo, erano state presentate domande del primo contributo di autonoma sistemazione.
Preme evidenziare, ovviamente che, come si evince dalla citata tabella riassuntiva, ci sono dei Comuni come Cavezzo, Medolla, San Felice, dove è stata disposta, su loro richiesta, data la complessità, proprio anche della gestione dei Comuni molto colpiti, una parziale liquidazione di somme per il quadrimestre agosto-novembre 2012, al fine di assicurare, in via prioritaria, il contributo a quei nuclei familiari che dovendo abbandonare le tendopoli in via di smobilitazione, sono state tutte smobilitate, avevano l’impellente necessità di reperire automaticamente un alloggio alternativo, e queste risorse sono state importantissime per mettere i cittadini in casa.
In questi giorni stiamo verificando, proprio con i Comuni di Cavezzo, Medolla e San Felice, in particolare, gli elenchi riguardanti i restanti nuclei familiari, relativamente al quadrimestre agosto-novembre 2012, per procedere al completamento degli atti.
A tutti i Comuni, in particolare ai restanti trentuno, anche con comunicazioni scritte e con vie brevi, abbiamo chiesto di avvalersi delle procedure accelerate, di cui al citato decreto commissariale 73 del 2012, per poter accedere alla anticipazione dei fondi e assicurare in tempi ristretti l’erogazione del nuovo CAS a tutti i nuclei familiari interessati. Abbiamo assicurato massima attenzione e posta una chiara formulazione delle ordinanze. Comportamenti amministrativi che trovano fonte giuridica primaria in diverse fonti legislative nazionali, in costante evoluzione sia per il ricorso ai decreti-legge, poi modificati in fase di conversione, sia per l’articolazione della base normativa che, ovviamente, si trova attualmente frazionato in almeno quattro norme primarie, oltre i vari decreti e la presenza del Consiglio dei Ministri. Non sempre tali fonti sono perfettamente coordinate tra loro, e quindi lo sforzo che dobbiamo fare è anche uno sforzo nostro, sulla base di tutte le diverse norme nazionali e fare sintesi comprensibili ed operative. In questo contesto, non sempre organico e lineare di basi normative nazionali, si colloca ovviamente la necessità di definire, attraverso una specifica legge regionale che coordini e consenta una chiara ed univoca attuazione, quanto previsto dal decreto 74.
Infine, in merito all’incremento dei canoni nell’area del sisma, dalla prima verifica sulla quale è comunque previsto un approfondimento di natura analitica, risulta che, a fronte della spinta all’aumento dei canoni, a fronte dell’incremento della domanda conseguente alla indisponibilità di parti del patrimonio edilizio danneggiate dal sisma, non è corrisposto, come in altre occasioni, un significativo e diffuso aumento dei canoni medesimi. Questo per la contestuale emanazione della ordinanza 25, recante i criteri e le modalità di assegnazione degli alloggi in locazione e a favore dei nuclei familiari. In questo caso, vorrei anche sottolineare che il fatto che siamo riusciti a rendere operative anche le ACER, la garanzia delle ACER di riconsegnare l’appartamento nelle stesse condizioni in cui è stato dato, ha sbloccato una parte di problematicità che avevamo sul territorio. Ora, quindi, quell’ordinanza con criteri e modalità di assegnazione degli alloggi in locazione a favore dei nuclei familiari e di abitazioni, ha svolto una positiva opera di calmierazione dei canoni di locazione. È chiaro che ci sono ancora degli schizzi sul territorio, ma stiamo cercando di governare, in uno stretto rapporto con i Comuni, perché riteniamo che nel momento del bisogno, tutti debbono svolgere fino in fondo la propria parte.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
La parola alla consigliera Noè per la replica.
NOÈ: Grazie, presidente e grazie assessore, anche per la volontà di rispondere alla mia domanda con una risposta dettagliata.
Nella mia replica io vorrei lasciare alla sua memoria semplicemente questo messaggio: mi lasci ripetere quello stato d’animo, che è lo stato d’animo che a me ha fortemente colpito e sensibilizzato, perché non è lo stato d’animo di alcuni amici, di alcuni conoscenti, era, purtroppo, l’espressione di una categoria, che circoscrivo, di operatori, di agricoltori riconducibili ad una organizzazione di carattere nazionale che, a breve, ha assolutamente intenzione, in funzione del fatto che alcune richieste non sono state adeguatamente recepite, di procedere ad un’azione molto forte a livello nazionale.
La mia presenza oggi, con questa domanda, era semplicemente per capire se in questa Regione si può fare riferimento ad una espressione come è la sua ma, soprattutto, come è quella del Presidente Errani, in qualità di Commissario straordinario, e se, effettivamente, c’è la disponibilità a farsi carico del fatto che oggi questa categoria non è nelle condizioni di poter, nella maggior parte dei casi, rispettare tutta una serie di adempimenti che sono stati posti a loro carico per metà novembre.
Si ribadisce fortemente la necessità, come è stato fatto con l’Aquila, di avere una sospensione ed un rinvio al 30 di giugno del 2013, confidando appunto nel fatto che a quell’epoca, probabilmente, le risorse saranno arrivate e, quindi, si potrà anche procedere ad una rateizzazione rispetto ai pagamenti cui questi operatori sono tenuti.
Penso a questi operatori, in funzione del fatto che hanno, con grande tenacia, deciso di continuare a svolgere il loro ruolo, se non altro perché non possono nemmeno pensare, come tanti altri operatori possono fare, alla delocalizzazione.
Io penso che questa Regione non debba rimanere indifferente all’appello di chi non chiede l’annullamento e l’azzeramento delle imposte ma chiede un’ulteriore proroga, sperando di arrivare anche all’ottenimento di quelle risorse che la Regione ha individuato. La Regione, anche in accordo con lo Stato deve arrivare, attraverso la Cassa depositi e prestiti, al reperimento di quei fondi che potrebbero anticipare tutta una serie di esborsi che sono chiamati a compiere oggi in questo territorio. La burocrazia che disciplina, forse anche per garantire un corretto monitoraggio di questi enormi flussi finanziari che dovrebbero arrivare sul nostro territorio, li sta esasperando perché anche perizie giurate, certificazioni, DURC, sono tutta una serie di documenti che giustamente devono essere presentati, ma in alcuni casi devono essere duplicati, cioè non è sufficiente averli presentati una volta, ma bisogna ripresentarli.
Visto che in questo momento siamo tutti chiamati ad alleggerire la burocrazia, ci stiamo pronunciando per il decreto semplificazione, penso che nei confronti di questa gente che, giustamente, è disperata e esasperata ci debba essere, almeno sul fronte burocratico, una risposta che sia decisamente più snella. Ecco perché le dicevo che non riesco a discostarmi da uno stato d'animo che mi ha preoccupato e che potrebbe portare, forse, anche ad una reazione oltremodo forte, ma che va, comunque, oggi ancora ascoltata, compresa e corrisposta nei modi giusti.
Io, quindi, vi chiedo, ricapitolando, se da parte nostra c'è la possibilità di fare un'azione forte sul Governo per ottenere questo rinvio che, di qui a breve, invece, vede la scadenza imminente, se è possibile pronunciarci ancora per ottenere questo rinvio al 30 di giugno, e capire se sul fronte regionale, invece, possiamo mettere in pista ulteriori semplificazioni burocratiche. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè. In effetti ha posto ulteriori quesiti, ma eventualmente saranno oggetto di una futura interrogazione, altrimenti non chiudiamo il dibattito.
Abbiamo esaurito l'oggetto 3328. Passiamo all'oggetto successivo:
3324 - Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, circa un allevamento di visoni da pelliccia sito nel Comune di Noceto (PR).
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola alla consigliera Meo per l’illustrazione.
MEO: Grazie, presidente. Comunque la pensiamo in merito agli allevamenti degli animali da pelliccia - io personalmente ne penso molto male - anche perché troppo spesso questi allevamenti sono in condizioni di grave illegalità, sia dal punto di vista del benessere animale, sia dal punto di vista del rispetto delle norme.
Siamo venuti a conoscenza di questo allevamento a Cella di Noceto, infilato praticamente sotto un impianto di pannelli solari. Sappiamo che presso il Comune di Noceto, ad allevamento già avviato, stanno cercando in qualche modo di dotarsi di tutti gli strumenti urbanistici per poter esercitare questa professione, che, però, di fatto, è già in corso e l’allevamento attualmente ospita, ci risulta, più di settemila visoni. Allora, volevamo sapere se tutte le norme per queste attività sono state rispettate, sia dal punto di vista delle norme edilizie, diciamo così, di attività e di autorizzazione sia, soprattutto, dal punto di vista del rispetto delle norme sanitarie: se è andata l'USL, se ha fatto le sue verifiche e se questo allevamento è dotato di tutte le autorizzazioni per poter esercitare. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.
Il servizio veterinario della Azienda Sanitaria di Parma alla fine del mese di giugno del 2012 è venuto a conoscenza dell'intenzione di aprire un allevamento di visoni nel Comune di Noceto in seguito ad un ricevimento di una pratica SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) relativa all'installazione di pannelli fotovoltaici e serre per la coltivazione di limoni, presentata dalla ditta Dolomiti Agrisolar (società agricola a responsabilità limitata con sede legale in provincia di Bolzano e sede operativa in Provincia di Parma, a Noceto).
Nella pratica si chiedeva di convertire una parte della struttura in allevamento di visoni. In seguito all'arrivo della pratica il Servizio veterinario dell’Azienda Sanitaria Locale ha preso contatto telefonico con la ditta Dolomiti Agrisolar per concordare la data del sopralluogo per la valutazione preliminare della struttura. Nel corso della telefonata è emerso il fatto, che i visoni erano stati introdotti nel capannone già nel mese di giugno.
Il servizio veterinario dell’Azienda Sanitaria di Parma ha effettuato immediatamente un sopralluogo rilevando la presenza di 3796 capi stabulati in 960 gabbie. L'allevamento è di proprietà della ditta Mavical, Società Agricola a responsabilità limitata con sede legale a Spilamberto di Modena, che ha preso in affitto dalla ditta Dolomiti Agrisolar il capannone. Gli animali introdotti provenivano dall'allevamento della società agricola Mi-Fo di Gualina Federica e C., con sede a Capralba (Cremona). L'allevamento è risultato conforme alle normative vigenti, i soggetti allevati sono tenuti in buone condizioni di nutrizione e non sono stati rilevati segni di malattie o di comportamenti stereotipati. La consigliera Meo cita come riferimento normativo per le modalità di allevamento, il decreto legislativo del 26 marzo 2001, n. 146, "Attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti". Il decreto è stato, però, modificato dalla legge 26 febbraio 2007, n. 17. In sintesi, dal 1° gennaio 2008 è consentito sia l'allevamento in gabbia sia in recinto a terra. Quest'interpretazione è stata confermata da una nota del Ministero della Salute il 18 gennaio 2008. Il servizio dell'Azienda Unità Sanitaria Locale ha sanzionato la ditta Mavical per non aver notificato l'apertura dell'allevamento. Il Comune di Noceto ha confermato che, dal punto di vista urbanistico ed igienico-sanitario, l’area agricola occupata dall'allevamento è idonea ad accogliere questo genere di struttura.
In Emilia-Romagna sono presenti altri quattro allevamenti di animali da pelliccia e, nello specifico, di visoni: uno a Carpi di Modena, uno a Jolanda di Savoia (FE), uno a Ravenna (in località San Marco) e uno Galatea (Forlì-Cesena). Tutti gli allevamenti sono in gabbia. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola alla consigliera Meo per la replica.
MEO: Grazie, presidente. Come immaginavamo, quest’allevamento è partito, di fatto, in una condizione di illegalità, perché ha chiesto in seguito le autorizzazioni. Mi risulta che gli animali attualmente sono di molto superiori. Sono, diciamo così, soddisfatta del fatto che sia stato già sanzionato per questo. Ovviamente è una situazione che seguiremo con grande attenzione, anche perché queste ditte che spostano le loro attività in giro per il territorio nazionale, lo fanno sempre anche portandosi dietro una serie di semplificazioni "fai da te" nelle norme e nelle procedure che, dal mio punto di vista, sono assolutamente inaccettabili. Seguiremo questa cosa con puntualità e con attenzione, perché riteniamo che, al di là di ciò che viene rilevato di volta in volta, troppo spesso in questi allevamenti ci sono delle situazioni veramente di grande illegittimità e illegalità.
Continueremo a tenere d'occhio questa cosa. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Abbiamo esaurito l’oggetto 3324 e, con esso, lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
OGGETTO 3050
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne» (Testo Base) (45) (Relazione, discussione e approvazione)
OGGETTO 1049
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Pollastri «Norme in materia di pesca sportiva» (Abbinato)
PRESIDENTE (Richetti): Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport", con il titolo: «Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne".
Il progetto di legge si compone di 29 articoli
Il relatore della Commissione, consigliere Roberto Garbi, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale.
Ricordo che occorrono i due terzi dei consiglieri presenti favorevoli a tale richiesta e che la consigliera Donini, oggi giustificata ai sensi dell'art. 65, fa numero ai fini del raggiungimento del numero legale.
Nomino scrutatori la consigliera Costi, il consigliere Ferrari e il consigliere Bignami.
Metto in votazione, con il dispositivo elettronico, la richiesta di relazione del consigliere Garbi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
21
Assenti
29
Favorevoli
21
Contrari
-
Astenuti
-
PRESIDENTE (Richetti): Sospendiamo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10,40, è ripresa alle ore 10,46)
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo i nostri lavori.
Siamo in votazione circa la richiesta del relatore della Commissione, il consigliere Roberto Garbi, sul progetto di legge oggetto 3050, a cui è abbinato il progetto di legge oggetto 1049.
Procediamo con il dispositivo elettronico per la richiesta di autorizzazione alla relazione orale in Aula.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
28
Assenti
22
Favorevoli
28
Contrari
-
Astenuti
-
PRESIDENTE (Richetti): La richiesta di autorizzazione alla relazione orale è accolta.
La parola al consigliere Garbi per la relazione all'Aula.
GARBI, relatore: Grazie, presidente.
Con il presente progetto di legge la Regione intende dotarsi di un nuovo quadro normativo organico per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico, nonché per la disciplina della pesca e dell'acquacoltura nelle acque interne. Si è inteso unificare, infatti, in un unico corpo normativo, le disposizioni relative alla pesca sportiva professionale e all’acquacoltura, attualmente contenute nella legge regionale 11 del 1993, e le disposizioni relative alle licenze per l'esercizio della pesca nelle acque interne, attualmente contenute nella legge regionale 23 del 1978, modificandole per adeguarle alle intervenute normative di carattere comunitario, per corrispondere alle mutate esigenze del contesto socio-economico ed ambientale di riferimento e per dare attuazione ai principi di semplificazione e snellimento delle procedure. Questi obiettivi sono stati ampiamente discussi e condivisi con il territorio, tra i diversi portatori di interessi.
Al lavoro di concertazione dell'impianto della legge, realizzato in particolare dall'assessore Rabboni, si è aggiunto un percorso di discussione nella competente Commissione assembleare, presieduta dal collega Pagani, nelle Commissioni seconda e sesta che hanno esaminato il testo in sede consultiva. Attraverso l'udienza conoscitiva dell' 8 ottobre ultimo scorso, la Commissione quinta ha potuto, inoltre, procedere all'esame dell'articolato, potendo contare su preziosi e puntuali contributi fatti pervenire dalle tante associazioni economiche, sociali e ambientali, e alle quali, anche a nome dei presidenti delle Commissioni coinvolte, esprimo un sincero ringraziamento.
In tale sede, pertanto, il testo è stato ulteriormente arricchito con emendamenti puntuali, che lo rendono ancora più aderente alla concreta risoluzione di alcune problematiche. Va innanzitutto evidenziato che, sul piano della ripartizione delle funzioni, la proposta di legge che si sottopone oggi alla discussione e all'approvazione dell'Assemblea legislativa si colloca in un contesto normativo già definito dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che, come noto, all'articolo 19, comma 1, lettera f), ha confermato in capo alle Province le funzioni amministrative in materia di pesca nelle acque interne. In vigenza di tale assetto sono state approvate, nell'ambito delle misure urgenti per il risanamento dei conti pubblici, di cui al decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214, nuove disposizioni che rivedono il ruolo e le prerogative delle Province anche in termini di esercizio delle funzioni attribuite. Nelle more dell'attuazione di quanto previsto all'articolo 23 del decreto legge 201 del 2011 e stante la necessità di definire nel presente progetto di legge l'attribuzione delle funzioni in materia di pesca nelle acque interne, pur in un contesto di riferimento giuridico in rapida evoluzione rappresentato, da ultimo, dal decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, in materia di razionalizzazione e riduzione della spesa degli enti locali, si è ritenuto utile prevedere una norma a carattere transitorio - articolo 3, comma 2 - di attribuzione delle funzioni alle Province quali enti territorialmente competenti.
Il progetto proposto rafforza, in senso complessivo, l'obiettivo della conservazione e valorizzazione della fauna ittica, con particolare riferimento alle specie autoctone, attraverso la salvaguardia degli ecosistemi acquatici e la disciplina della pesca, evidenziando lo stretto legame tra fauna ittica ed ambiente in cui vive e si riproduce.
Costituiscono un'importante innovazione rispetto alle leggi regionali 23 del ’78 e 11 del ’93 i seguenti aspetti. Sotto il profilo della tutela del patrimonio ittico: il divieto di immissione nelle acque interne di specie ittiche estranee alla fauna autoctona (articolo 9, comma 1); la previsione che la Giunta adotti specifici atti per il contenimento di specie particolarmente invasive (articolo 9, comma 1, seconda parte); la previsione che, nell'ambito degli interventi in alveo, l'ente territorialmente competente impartisca all’interessato le prescrizioni a salvaguardia del patrimonio ittico e gli adempimenti da eseguire, a spese dell'interessato, per il recupero della fauna ittica presente e per l'eventuale successivo ripopolamento (articolo 9, comma 4); le norme concernenti il divieto di cattura delle rane verdi e lo sfruttamento sostenibile delle anguille (articoli 21 e 22).
Sotto il profilo della valorizzazione delle specie ittiche: l'istituzione in zone di particolare rilevanza turistica di aree di pesca regolamentata affidata in gestione ai Comuni. Su tali aree è consentito il rilascio di permessi a pagamento i cui importi sono introitati dal Comune (articolo 20).
Sotto il profilo della semplificazione: l'istituzione a livello territoriale della Commissione ittica locale, unificando le attuali Commissioni ittiche di bacino e Commissioni di gestione delle zone ittiche (articolo 6, comma 5); il superamento della licenza di pesca sportiva e l'individuazione della ricevuta di versamento della tassa di concessione quale titolo abilitativo all'esercizio della pesca sportiva (articolo 14, comma 1); l'istituzione del sistema per la gestione informatizzata delle licenze di pesca sportiva e dei tesserini di pesca regolamentata. A decorrere dalla sua attivazione sarà possibile il pagamento on-line delle relative tasse di concessione (articolo 16).
Costituiscono, infine, ulteriori novità, rispetto all’attuale impianto normativo, la previsione della licenza di pesca sportiva di tipo C di durata mensile (articolo 11, comma 2, lettera c) e l'ampliamento delle categorie dei soggetti esentati dal possesso della licenza di pesca sportiva (articolo 14, comma 2). In particolare è stata abbassata l'età minima, da 13 a 12 anni, al di sotto della quale non è richiesta la licenza. L’esenzione, inoltre, opera fino a 18 anni se si è in possesso di attestato di frequenza ad un corso di avvicinamento all'esercizio della pesca organizzato dalle associazioni piscatorie. Sono stati esentati coloro che hanno superato i 65 anni e i soggetti con handicap di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio '92, n. 104 e gli stranieri per la partecipazione a competizioni sportive.
In sintesi, il progetto di legge è costituito complessivamente da ventinove articoli, divisi in quattro titoli.
Titolo I: "Funzione amministrative e strumenti di programmazione", articoli dall’1 al 7, articolato in due capi: nel capo 1 sono illustrate le finalità della proposta di legge, (articolo 1), specificando che l’ambito di applicazione è quello delle acque interne, (articolo 2), e suddividendo le funzioni tra Regione ed enti territorialmente competenti (articolo 3). A tale ultimo proposito si evidenzia che in Commissione è stato approvato un emendamento con il quale, al fine sia di valorizzare le realtà territoriali di pescatori professionali e degli acquacoltori, sia di contenere l’eccessivo sfruttamento della risorsa ittica, si è stabilito che resta di competenza regionale il sostegno di attività innovative e competitive nell’ambito della pesca professionale e dell’acquacoltura.
Nel capo 2 si disciplinano i diversi strumenti di programmazione e gestione e, in particolare, il piano ittico regionale (articolo 4 commi 1 e 2), la carta ittica regionale (articolo 4 commi 3 e 4) ed i programmi ittici annuali (articolo 5) quali strumenti programmatici, all’interno dei quali si sviluppano gli interventi in favore della fauna ittica. Con riferimento specifico ai programmi ittici annuali, adottati dagli enti territorialmente competenti, si è stabilito che individuino tra loro i bacini di stoccaggio per le specie particolarmente invasive e che per la realizzazione delle azioni ivi individuate, tra le quali rilevano quelle volte al ripristino, alla conservazione e alla valorizzazione delle specie autoctone, si possa avvalere delle associazioni piscatorie, nel rispetto della normativa vigente in materia di contrattualistica pubblica.
È inoltre prevista l’istituzione della Commissione ittica regionale e delle Commissioni ittiche locali (articolo 6), nelle quali è contemplata la presenza di tutti i soggetti interessati, compresi i rappresentanti del mondo scientifico, delle associazioni di pesca professionale, di quelle di pesca sportiva e ricreativa, delle associazioni ambientaliste e di quelle animaliste, nonché i rappresentanti degli enti di gestione per i parchi, la biodiversità di cui alla legge regionale 24 del 2011 e degli enti parco nazionali presenti sul territorio. L’articolo 7, infine, disciplina l’associazionismo.
Titolo II, "Tutela della fauna ittica e dell’ambiente, esercizio della pesca e dell’acquacoltura", articoli 8 - 17, è articolato in due capi: nel capo uno è previsto il coordinamento con le disposizioni in materia di tutela e salvaguardia, sia della risorsa idrica, secondo quanto previsto dal codice dell’ambiente, sia della fauna minore, secondo le disposizioni regionali vigenti (articolo 8). È altresì previsto il divieto di immissione nelle acque interne di specie ittiche estranee alla fauna autoctona (articolo 9, comma 1), con riferimento all’esecuzione di interventi in alveo. È inoltre rafforzato il principio della salvaguardia della fauna ittica (articolo 9, comma 4), stabilendo che l’ente territorialmente competente descrive gli adempimenti da eseguire a spese dell’interessato, per il recupero della fauna ittica presente e il successivo eventuale ripopolamento. È stato, infine, previsto che ogni variazione di livello nei canali di bonifica e negli invasi a uso idroelettrico sia preventivamente comunicato da parte del Consorzio di bonifica o della società di gestione dell’invaso (articolo 9, comma 5). L’articolo 10, inoltre, fissa i principi per l’individuazione e gestione da parte degli enti territorialmente competenti di tratti di corpi idrici nei quali prevedere forme di gestione particolare, zone di ripopolamento e frega, zone di protezione integrale, zone di protezione delle specie ittiche e zone a regime speciale di pesca.
Il capo 2 detta norme per l’esercizio della pesca, in particolare sotto il profilo delle licenze (articolo 11): la licenza di tipo A) che autorizza i residenti all’esercizio della pesca professionale; quella di tipo B) che autorizza i residenti all’esercizio per un anno della pesca sportiva e, infine, quella di tipo C), una delle novità di questa legge, che autorizza i residenti e non all’esercizio per un mese della pesca sportiva.
L’articolo 12 detta divieti in termini sia di mezzi, sia di modalità per l’esercizio della pesca. Al riguardo, si evidenzia che in accoglimento a numerose osservazioni pervenute, è stato previsto il divieto di utilizzare come esche anche i pesci morti, oltre che quelli vivi. L’articolo 13 disciplina la pesca professionale, recependo quanto definito con il decreto legislativo 4 del 2012: nell’ottica dello snellimento delle procedure, è stato previsto che la licenza di pesca sportiva sia costituita dalla attestazione del versamento della tassa di concessione, accompagnata da un documento di identità (articolo 14). È inoltre disciplinato l’uso del tesserino di pesca controllata, necessario per la registrazione delle catture quando s’intende esercitare la pesca nelle acque a salmonidi o timallidi.
Articolo 15, è prevista l’istituzione del sistema per la gestione informatizzata delle licenze di pesca sportiva e dei tesserini di pesca controllata (articolo 16), e sono regolamentati gli impianti di acquacoltura (articolo 17).
Il Titolo III: "Attività collegate alla pesca e disposizioni particolari per attività diverse", (articoli 18 - 22), detta disposizioni in materia di attività agonistiche (articolo 18) e di pesca a pagamento (articolo 19). Detta, altresì, specifiche misure in relazione al divieto di cattura delle rane verdi e allo sfruttamento sostenibile delle anguille, specie in pericolo (articoli 21 e 22). Il Titolo III contiene, infine, l’articolo 20 che disciplina l’istituzione nelle aree di pesca regolamentata. Tale norma consente agli enti territorialmente competenti, sentita la Commissione ittica locale e, previo nulla osta della Regione, di istituire aree di pesca regolamentata, affidata in gestione ai Comuni e sulle quali è consentito il rilascio di permessi a pagamento, i cui importi sono introitati dai Comuni stessi e destinati alla gestione dell’area. Sono inoltre fissati i contenuti minimi dell’atto istitutivo. I Comuni, nel rispetto della normativa comunitaria nazionale, possono avvalersi delle associazioni nella gestione di dette aree.
Titolo IV, "Vigilanza, controlli e disposizioni finali", sono gli articoli dal 23 al 29, articolati in due capi. Nel primo sono individuati i soggetti deputati alla vigilanza ittica, (articolo 23) e ai controlli (articolo 24), sono quantificate le relative sanzioni all'articolo 25, aggiornandone gli importi. Il capo secondo prevede la definizione, con apposito regolamento, delle norme di attuazione del progetto di legge (articolo 26), abroga espressamente le previgenti norme, dettando specifiche disposizioni transitorie con l’articolo 27, contiene la norma finanziaria all’articolo 28 e la clausola valutativa all’articolo 29, i cui contenuti sono stati definiti, recependo in toto le osservazioni pervenute dalla competente Commissione assembleare. Ho finito, grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Garbi.
È aperta la discussione generale. Non ci sono iscritti in discussione generale.
Ci sono due emendamenti presentati in tempo utile dal consigliere Manfredini che si aggiungono ai dieci che sono stati presentati a firma del consigliere Garbi e ai quattro che sono stati presentati a firma della consigliera Meo.
Ha chiesto la parola il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.
PARUOLO: Grazie, presidente. Molto rapidamente, voglio sottolineare il fatto che nel positivo iter che c’è stato in Commissione per questo progetto di legge, sono state ascoltate ed accolte alcune istanze, anche del mondo che guarda con attenzione ai diritti degli animali. Questo ha portato al recepimento di alcuni emendamenti all’interno del progetto di legge per allargare le Commissioni ittiche anche a rappresentanti del mondo animalista: credo sia stato un gesto importante ed opportuno, che ho voluto semplicemente sottolineare, fra le altre cose buone che questa legge contiene. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Paruolo.
Ha chiesto la parola il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Grazie, presidente. Intervengo solo per esprimere soddisfazione rispetto a una nuova legge che ci aiuta e che estende un approccio della Regione, diffuso su tante questioni ma che arriva a toccare anche un tema a volte che rimane laterale, come quello della pesca. Mi sto riferendo al calo di burocrazia e alla semplicità del rapporto fra i cittadini e la pubblica Amministrazione. Mi sembra che le scelte fatte all’interno di questa legge, cioè la fine del patentino di pesca, definiamolo così, tutta una serie di sburocratizzazioni che si sono attuate, siano molto utili, anche perché sappiamo quanti sono gli Emiliano-Romagnoli che praticano questo tipo di sport e devo dire che è anche uno dei pochissimi sport che si può svolgere senza spese folli; in molti casi, infatti, gli sport hanno dei costi molto elevati e quindi anche la scelta di aiutare gli over 65, i portatori di handicap, riconoscendo, in questo senso, comunque un dato positivo alla possibilità di chi svolge l’attività di pesca anche sportiva, di essere all’interno di ambienti naturali e di muoversi, di essere più a contatto con l’ambiente e con la natura. Mi sembra, quindi, che abbiamo fatto una buona legge e che possa aiutare, appunto, i nostri cittadini ad avere meno burocrazia, ad avere più possibilità ed anche meno costi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Barbieri.
Io non ho altri iscritti, per cui, chiudo la fase della discussione generale e passo all’esame dell’articolato, ricordando che sono stati presentati dieci emendamenti a firma del consigliere Garbi, quattro a firma della consigliera Meo e due a firma dei consiglieri Manfredini e Cavalli.
Art. 1. Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 1 è approvato.
Possiamo passare all'articolo 2.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 2 è approvato.
Passiamo all'articolo 3.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 3 è approvato.
Passiamo all'articolo 4.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 4 è approvato.
Passiamo all'articolo 5.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 5 è approvato.
Passiamo all'articolo 6.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 6 è approvato.
Passiamo all'articolo 7.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 7 è approvato.
Passiamo all'articolo 8.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 8 è approvato.
Sull’articolo 9 insiste l'emendamento 1, a firma del consigliere Garbi.
Se non ci sono interventi in discussione generale su articolo ed emendamento, passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 1 a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 9, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 9 è approvato.
Passiamo all'articolo 10.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 10.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 10 è approvato.
Passiamo all'articolo 11.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 11 è approvato.
Sull’articolo 12 insiste l’emendamento 2, a firma del consigliere Garbi.
Se non ci sono interventi in discussione generale su articolo ed emendamento, passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 12, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 12 è approvato.
Passiamo all'articolo 13.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 13.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 13 è approvato.
Passiamo all’articolo 14, su cui insiste l’emendamento 11, a firma della consigliera Meo.
Ha chiesto la parola la consigliere Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Molto brevemente, con questo emendamento introduciamo l’accompagno ai minori di anni 12, che possono esercitare la pesca privi di licenza, però accompagnati da un maggiorenne, comunque munito o di una licenza o di un titolo o esentato ai sensi del presente articolo, quindi magari le persone anziane. Comunque deve essere accompagnato da una persona che ha titolo a esercitare l’esercizio della pesca.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto la parola il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.
PARUOLO: Grazie, presidente. Intervengo solo per sottolineare come sia anche questo un opportuno cambiamento: si tratta di dare il segnale di un approccio educativo che veda i più giovani coinvolti insieme alle persone più mature, che devono essere capaci di trasmettere loro un approccio alla pesca comprensivo di una vicinanza alla natura, e gli insegnamenti che non riducano questa passione a fenomeno consumistico.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Paruolo.
Ha chiesto la parola il consigliere Garbi. Ne ha facoltà.
GARBI: Grazie, presidente. Intervengo solo per dire che l’emendamento è del tutto condivisibile e quindi esprimo parere favorevole. Approfitto del fatto di avere la parola per esprimere il mio parere favorevole anche agli altri tre emendamenti che sono stati presentati dalla consigliera Meo. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Garbi.
Non ho altri iscritti a parlare. È chiusa la discussione generale su articolo ed emendamento.
Dichiarazioni di voto su articolo ed emendamento. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11 a firma della consigliera Meo.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 11 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 14, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 14 è approvato.
Articolo 15.
Sull'articolo 15 insiste l'emendamento 3, a firma del consigliere Garbi.
Se non ci sono interventi in discussione generale su articolo ed emendamento, passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3 a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 3 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'articolo 15, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 15 è approvato.
Articolo 16.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 16.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 16 è approvato.
Passiamo all'articolo 17.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 17.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 17 è approvato.
Articolo 18.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 18.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 18 è approvato.
Articolo 19.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 19.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 19 è approvato.
Passiamo all’articolo 20 su cui insistono quattro emendamenti:
l’emendamento 16 a firma dei consiglieri Manfredini e Cavalli;
l’emendamento 4 a firma del consigliere Garbi;
l’emendamento 5 a firma del consigliere Garbi;
l’emendamento 15 a firma dei consiglieri Manfredini e Cavalli.
È aperta la discussione generale sull’articolo 20 e sugli emendamenti.
Ha chiesto la parola il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Noi abbiamo raccolto alcune osservazioni e proposte presentate dalle Province di Piacenza, di Ravenna e di Modena proprio su questo articolo 20.
L’emendamento n. 15 si riferisce al comma 5. Su questo punto, la Provincia di Piacenza ha chiesto che venisse indicato addirittura il 15 percento. Inoltre, con l’emendamento n. 15, nel punto in cui si dice: "operanti nel territorio" chiediamo che si aggiunga "e prioritariamente alle associazioni piscatorie". Questa è la raccomandazione che ci fanno queste Province, mentre l’emendamento 16 è al punto 1, dove la percentuale si dichiara superiore al 40 percento della superficie delle acque destinate alla pesca, tutte le Province, in particolare quella di Piacenza, suggerivano il 10 percento. Noi abbiamo fatto una mediazione e la proponiamo una percentuale al 20 percento.
Queste sono le richieste delle Province di Ravenna, di Piacenza e di Modena che chiedo siano accolte.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto la parola il consigliere Garbi. Ne ha facoltà.
GARBI: Grazie, presidente. Questa è una discussione, lo dico al collega Manfredini in maniera molto pacifica e costruttiva, che abbiamo già affrontato con il collega Cavalli in Commissione e, effettivamente, il problema esiste.
Per quanto riguarda le associazioni piscatorie e la loro valorizzazione, ho presentato un emendamento che adesso andrà in votazione, in cui si dice che viene aggiunto all’articolo 20, comma 5, dopo le parole di cui al comma 1, la dicitura "alle associazioni di cui all’articolo 7" e le associazioni di cui all’articolo 7 sono le associazioni piscatorie, quindi queste aree di pesca regolamentata potranno essere date dai Comuni in gestione alle associazioni di cui all’articolo 7, che sono, appunto, le piscatorie, e alle associazioni di promozione sociale. Quello che non è possibile fare in una legge è scrivere prioritariamente, cioè dare la precedenza a qualcuno anziché a qualcun altro.
Invito il collega Manfredini a votare l’emendamento con cui inseriamo davanti, ma non in via prioritaria, la dicitura "associazioni di cui all’articolo 7", cioè le piscatorie.
Sull’altro emendamento, che è quello che riguarda le percentuali, abbiamo fatto una riflessione, anche ascoltando tutte le sollecitazioni che ci sono pervenute e devo dire che non ci sono solo le sollecitazioni delle associazioni di pesca sportiva, che giustamente sono preoccupate del fatto che parte dei fiumi possono essere sottratte alla libera pesca, ma ci sono anche gli interessi legittimi, per esempio, dei Comuni, soprattutto quelli turistici, soprattutto quelli di montagna, che chiedono alla Regione di avere delle opportunità, anche legate alla pesca sportiva, per richiamare turisti, pescatori e per creare delle situazioni che abbiano, appunto, un risvolto di natura turistica. Abbiamo cercato di conciliare le due esigenze, tutte e due legittime e condivisibili, attraverso un emendamento che mantiene fino al 40 percento, ma non più, della superficie dei corpi idrici presenti in quel comune o in quella zona, ma fino al 40 per cento, che è la percentuale massima, dei singoli fiumi, dei singoli corpi idrici. Questo per un fatto di semplificazione, anche nel conteggio e, chiaramente, significa che comunque il 60 per cento di tutti i fiumi pescabili viene lasciato alla libera pesca.
A me sembra che con questo emendamento, che parla di singoli corpi idrici, siamo andati incontro alle esigenze dei pescatori, salvaguardando le esigenze dei Comuni che hanno necessità di fare nuove attività e di fare innovazione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Garbi.
Non ho altri iscritti in discussione generale. Passiamo alle dichiarazioni di voto sui quattro emendamenti e sull’articolo.
Ha chiesto la parola il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: A Modena diciamo "è meglio succhiare un osso che un bastone" (ndr: il consigliere si esprime in dialetto), che vuol dire che su qualcosa ci sono venuti incontro e questo significa che il rilievo che abbiamo espresso aveva un fondamento concreto.
Ritiriamo, pertanto, i due emendamenti e voteremo favorevolmente quelli del collega Garbi.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Sono ritirati gli emendamenti 16 e 15.
È chiusa la fase dedicata alle dichiarazioni di voto.
Passiamo alla votazione dei due emendamenti rimasti.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 4 è approvato.
Metto ora in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5 a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 5 è approvato.
Metto ora in votazione, per alzata di mano, l'articolo 20, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 20 è approvato.
Articolo 21.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 21.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 21 è approvato.
Articolo 22.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 22.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 22 è approvato.
Articolo 23.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 23.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 23 è approvato.
Articolo 24.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 24.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 24 è approvato.
Passiamo all’articolo 25, su cui insistono otto emendamenti:
l’emendamento 12 a firma della consigliera Meo;
l’emendamento 6 a firma del consigliere Garbi;
l’emendamento 7 a firma del consigliere Garbi;
l’emendamento 13 a firma della consigliera Meo;
l’emendamento 14 a firma della consigliera Meo;
gli emendamenti 8, 9 e 10 a firma del consigliere Garbi.
È aperta la discussione generale su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto la parola la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Brevissimamente per dire che tutti e tre questi emendamenti, quindi il 12, il 13 ed il 14 hanno l’obiettivo di alzare le sanzioni in caso di gravi reati. Questo sempre nello spirito che anche il consigliere Paruolo sottolineava prima.
Siamo d’accordo con questa attività che comunque aiuta a promuovere il territorio, che comunque promuove un turismo ed è anche una sorta di invito a stare all’aria aperta durante il tempo libero, ma nello stesso tempo ci dobbiamo sempre ricordare che siamo in ambiente naturale e che comunque è un patrimonio indisponibile dello Stato e che, quindi, nel caso si vada oltre i termini previsti dalla presente normativa, è giusto anche applicare in casi gravi, delle sanzioni, che abbiano un senso proprio di attenzione nei confronti dell’ambiente. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Non ho altri consiglieri iscritti a parlare.
Se non ci sono richieste di intervento per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12, a firma della consigliera Meo.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 12 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 6 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 7 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, a firma della consigliera Meo.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 13 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma della consigliera Meo.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 14 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 8 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 9 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma del consigliere Garbi.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento 10 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 25, così come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 25 è approvato.
Passiamo all’articolo 26. Apro la fase della discussione generale.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 26.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 26 è approvato.
Passiamo all’articolo 27. Apro la fase della discussione generale.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 27.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 27 è approvato.
Passiamo all’articolo 28. Apro la fase della discussione generale.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 28.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 28 è approvato.
Passiamo all’articolo 29. Apro la fase della discussione generale.
Non ci sono iscritti a parlare, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 29.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 29 è approvato.
Abbiamo terminato l'esame dell'articolato.
Passiamo alla fase delle dichiarazioni di voto finali sull'intero provvedimento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Anche noi riteniamo, così come formata, buona questa legge che tende a riaffermare principi che nella precedente risultavano sbagliati.
Abbiamo, tuttavia, interesse a formulare una raccomandazione - e vorrei che fosse riportato espressamente a verbale - atteso che un’altra Provincia ci chiede espressamente questo. Stante l’impossibilità di proporre emendamenti, formulo la presente richiesta di inserire, tra le specie oggetto di ripopolamento, il Carassio (Carassius carassius), il Persico trota (Micropterus salmoides) e il Pesce gatto nostrano; quest’ultima, è una specie che ormai sta scomparendo. Questa richiesta è importante visto che vengono compiuti tanti sforzi per mantenere le specie animali.
Chiedo che la richiesta testé formulata sia accolta come "raccomandazione", soprattutto per quanto concerne la specie del Pesce gatto. Chiaramente, voteremo positivamente il disegno di legge.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Solo per ribadire il nostro voto favorevole a questo progetto di legge e ricordare, tanto per rammentare il ruolo dell'opposizione in quest'Aula, che se oggi siamo qui a dire che tutto sommato si tratta di un buon progetto di legge che pone rimedio anche ad alcune antichità della vecchia legge in materia, lo dobbiamo anche all'iniziativa di un consigliere dell'opposizione - il collega Pollastri - che ben sei mesi prima della Giunta ha depositato un progetto di legge ampiamente condiviso dalle associazioni interessate, che poi ha indotto la Giunta stessa a presentare un proprio progetto di legge.
Ovviamente il testo base, come sempre capita, è il testo della Giunta, ma dobbiamo dare atto che molte delle previsioni contemplate nel progetto di legge del collega Pollastri sono state recepite nel progetto di legge della Giunta. Da qui, il nostro atteggiamento benevolo nei confronti di questo atto che oggi ci apprestiamo ad approvare in Aula, anche perché oltre a dare alcune risposte che venivano, in qualche modo, richieste dalle associazioni - tengo a precisare che c'è stata una grande partecipazione rispetto alla redazione di questo progetto di legge riuscendo, nel complesso, a dare adeguate risposte a tutte le domande che il mondo della pesca chiedeva - abbiamo anche attuato alcuni importanti provvedimenti dal punto di vista della semplificazione. E questo, nel momento attuale, certamente non è una cosa sgradita ai nostri cittadini.
Rivendicando, con un certo orgoglio, l'iniziativa rispetto a questo progetto di legge, ci apprestiamo a votarlo con le considerazioni che si sono svolte.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Intervengo per esprimere il convinto sostegno ed apprezzamento, da parte del partito democratico, al progetto di legge. Un ringraziamento che viene rivolto, ovviamente, all'assessore, alla Giunta, al collega Garbi per il lavoro svolto, a tutti i colleghi commissari, alla Commissione che ha lavorato ad un progetto di legge che, come diceva il collega Lombardi, riscuote ed ha riscosso un convinto apprezzamento sia all’interno di quest’Aula che presso tutte le associazioni. Non nascondiamoci che alcune occasioni, ovviamente, devono essere portate "non a sintesi" ma ad un confronto e a un lavoro serio, soprattutto se si vuole arrivare ad un testo e ad un progetto di legge condiviso come quello che ci accingiamo a votare.
Un ringraziamento va anche ai tecnici e a coloro che ci hanno lavorato, nonché a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione di questo provvedimento. E anche io, in conclusione di intervento, voglio unirmi agli apprezzamenti e ai ringraziamenti espressi a favore del collega Pollastri, il quale ha saputo portare un contributo concreto. Ad egli va anche un affettuoso augurio di pronta guarigione, sperando di rivederlo quanto prima seduto al suo posto fra i banchi dell'opposizione. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Monari.
Se nessun alreo consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
39
Assenti
11
Votanti
38
Favorevoli
36
Contrari
--
Astenuti
2
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante "Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne".
Ha chiesto la parola il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.
BARTOLINI: Grazie, presidente. Intervengo per esprimere il mio voto favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bartolini.
Ha chiesto la parola il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.
AIMI: Grazie, presidente. Vedo che non è comparso il mio voto favorevole. Per cui chiedo sia messo a verbale il mio voto, che è favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Aimi.
Ha chiesto la parola il consigliere Carini. Ne ha facoltà.
CARINI: Grazie, presidente. Intervengo per la stessa ragione per cui è intervenuto il collega Aimi. Vorrei essere sicuro che risultasse a verbale il mio voto favorevole.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Carini.
Comunico che risultano a verbale i voti favorevoli dei consiglieri Bartolini, Aimi e Carini.
OGGETTO 3139
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a reti internazionali scientifiche in ambito sanitario» (46) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Politiche per la Salute e Politiche sociali" nella seduta del 23 ottobre 2012, unitamente all’estratto del verbale della seduta, ai sensi dell’art. 39 comma 13 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa.
Il provvedimento è composto da 5 articoli.
La relatrice della Commissione, consigliera Paola Marani, ha presentato relazione scritta.
La parola alla consigliera Marani per la relazione.
MARANI, relatrice: Grazie, presidente. La Regione si avvale dell'Agenzia sanitaria e sociale per la realizzazione di attività di ricerca e sviluppo funzionali a soddisfare le esigenze di trasformazione innovativa della rete dei servizi sanitari e sociali. Queste attività sono definite da un piano triennale la cui elaborazione, formalmente, è orientata da indirizzi formulati dalla Giunta regionale. In particolare, le linee di indirizzo per la predisposizione e l'attuazione del Piano programma 2011-2013 attualmente in corso, prevedono esplicitamente che l'Agenzia socio-sanitaria regionale promuova l'internazionalizzazione del servizio sanitario regionale, favorendo la partecipazione a programmi internazionali di ricerca e sostenendo iniziative di cooperazione e confronto con altri sistemi sanitari. Da questo punto di vista, questa proposta di legge si colloca in coerenza con queste premesse generali avendo la finalità di consentire all'Agenzia sociale e sanitaria di dare continuità al sistema di relazioni internazionali che, da tempo, ha già avuto modo di consolidare, perfezionandolo con la formale adesione, quale partner membro, ai seguenti network internazionali: Regions for Health network dell’Organizzazione mondiale della sanità ("Regioni per la salute" è un network costituito il 17 novembre '92 a Dusseldorf); Health tecnology assessment International (l’Associazione internazionale di valutazione delle tecnologie sanitarie è un'associazione di diritto privato non governativa costituita conformemente alla legge canadese); Society Half of Alberta (disciplinata da un proprio statuto); Guidelines international network (la rete internazionale delle linee-guida è un'associazione di diritto privato non governativa costituita conformemente alla legge del Regno Unito "Company act" del 1985, disciplinata da un proprio statuto); European Regional and local Elsa authorities (il network europeo delle Regioni e degli Enti locali per la salute è una associazione di diritto privato non governativa costituita conformemente alla legge delega 27 giugno 1921 sulle associazioni internazionali senza scopo di lucro e le fondazioni, ed è disciplinata da un proprio statuto); Agency forest technology assessment (l’Agenzia per le valutazioni delle tecnologie sanitarie è una rete di agenzie prioritariamente pubbliche, costituita il 27 settembre 1993 a Parigi, partner della World asset health organization). Le menzionate entità internazionali rappresentano ambiti che già hanno consentito, nel corso di questi anni all'Agenzia socio-sanitaria di portare in evidenza a livello internazionale significativi avanzamenti del servizio sanitario regionale, acquisire maggiore efficienza operativa laddove l'Agenzia sanitaria regionale si è potuta avvalere, nell'espletamento delle proprie funzioni tecniche, di prodotti del lavoro di altri Organismi internazionali evitando così duplicazioni, consolidare una significativa rete di relazioni con esperti internazionali nei settori della metodologia della ricerca clinica, della valutazione delle tecnologie sanitarie e nelle politiche per il miglioramento della qualità dell'assistenza, della sicurezza e delle cure.
In estrema sintesi, per l'Agenzia socio-sanitaria regionale il partecipare alle menzionate realtà associative citate rappresenta l'opportunità di sviluppare quel capitale sociale che per le Organizzazioni, così come per gli individui, costituisce un elemento imprescindibile per lo sviluppo. I cinque articoli che costituiscono il progetto di legge fanno sinteticamente riferimento ai seguenti aspetti: l'articolo 1 indica le finalità della legge e, quindi, le ragioni che hanno motivato la Regione ad aderire alle associazioni citate; l'articolo 2 determina le condizioni a cui è subordinata l'adesione della Regione; l'articolo 3, commi 1 e 2, indica il Presidente della Giunta regionale quale soggetto autorizzato a compiere tutti gli atti necessari per perfezionare la partecipazione della Regione negli Organismi associativi e ad esercitare i diritti attinenti alla qualità di socio; il comma 3 riporta quanto disposto dall'articolo 64, comma 4, dello statuto della Regione Emilia-Romagna in materia di partecipazione della Regione ad Enti, società ed associazioni. L'articolo 4, comma 1, prevede il versamento della prima quota di adesione il cui importo è determinato dagli statuti e atti costitutivi dei rispettivi Organismi associativi. Allo stato attuale la spesa ammonta complessivamente a poco più di 14 mila euro annui. La Regione è altresì autorizzata a corrispondere la quota associativa annuale nell'ambito delle autorizzazioni disposte annualmente dalla legge di approvazione del bilancio regionale. L'articolo 5 dispone l'entrata in vigore della legge, in via di urgenza.
Per concludere, al di fuori della relazione scritta, mi pare quindi che questo sia un atto di straordinaria importanza, in un momento nel quale discutiamo l'innovazione del sistema sanitario regionale e, soprattutto, sappiamo che questa innovazione deve passare attraverso l'acquisizione delle migliori pratiche che sul piano internazionale stanno interessando i sistemi sanitari più evoluti ai quali il sistema emiliano-romagnolo fa riferimento. Anche rispetto alle importanti sperimentazioni che la Regione Emilia-Romagna ha in atto, il potersi riferire a network internazionali per comparare i dati, raccogliere elementi e valutare lo stato di avanzamento della ricerca in Europa e nel mondo, è sicuramente uno strumento utilissimo per le politiche sanitarie della nostra Regione che devono continuare ad essere politiche con le quali noi qualifichiamo la nostra politica regionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie consigliera Marani.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.
PARUOLO: Grazie, presidente. Vorrei sottolineare di questa legge, riconoscendomi nell'illustrazione fatta dalla collega Marani un attimo fa, un aspetto che considero particolarmente significativo ed anche innovativo. Si tratta del fatto che si sia portato all’attenzione dell’Aula un provvedimento complessivo che inquadra le diverse partecipazioni, in ambito sanitario, a reti di tipo internazionale. Rispetto ad un'abitudine che ho avuto modo di vedere in molti Enti, di discutere della singola adesione alla singola rete di volta in volta promossa. Così infatti si rischia di perdere il quadro complessivo di riferimento. Mentre invece trovo del tutto opportuno che si sia scelta una strada diversa, ossia di fare un unico provvedimento che inquadri in modo complessivo le diverse partecipazioni che la Regione decide.
Nell'esprimere, quindi, un sincero plauso per questo tipo di strada che si è scelta, mi permetto di cogliere l’occasione offertami da questo dibattito in Aula per invitare a fare un passo ulteriore in avanti. Non all'interno di questo provvedimento, ma verso il cammino che abbiamo di fronte, occorre cercare di diventare promotori e mettere a sistema anche le partecipazioni che hanno altri Enti locali della nostra regione nel settore sanitario e nel rapporto con Organizzazioni internazionali che sovente sono le stesse di cui si parla qui. Se pensiamo, per esempio, alla relazione con l'Organizzazione mondiale della sanità (la World Health Organization), nella nostra regione, da più di quindici anni, vi è la presidenza della Rete delle Città sane dell'OMS. Presidenza che è stata esercitata per molti anni dal Comune di Bologna, che ultimamente è stata ceduta dallo stesso Comune di Bologna, ed è ora esercitata dal Comune di Modena che esprime questa presidenza.
In generale, c'è una ricchezza molto ampia all'interno della nostra regione per quanto riguarda le partecipazioni a reti internazionali. Si tratta, per l'appunto, di una ricchezza da mettere a sistema. Come la Regione giustamente ha fatto per quel che riguarda le partecipazioni della propria Agenzia sanitaria, così credo sia opportuno vada fatto anche a livello di relazioni fra Enti di tipo diverso, per cercare di massimizzare gli effetti positivi, per il nostro sistema, della presenza delle varie Istituzioni all'interno di questi consessi internazionali. Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
PRESIDENTE (Aimi): Grazie consigliere Paruolo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Intervengo sia per preannunciare il voto di astensione del gruppo Lega Nord su questo provvedimento, che per evidenziare come, nel complesso, comunque apprezziamo lo sforzo della Giunta di portare, con un provvedimento organico, le relazioni internazionali scelte da questa Regione nell'ambito sanitario.
Invitiamo la Giunta, altresì, a valutare, anche al di là delle cinque realtà sulle quali oggi esprimeremo approvazione rispetto ad un percorso di adesione, eventuali ed ulteriori realtà presenti a livello internazionale nell'ambito scientifico e sanitario con le quali estendere collaborazioni.
Invitiamo, infine, la Giunta a valutare la possibilità di percorrere questa strada in sinergia e in collaborazione con altre Regioni del nostro paese, nonché con il Ministero della Salute, in quanto sarebbe più utile e proficuo pensare di lavorare tutti insieme, a livello di "Sistema paese" nell'ambito di queste relazioni internazionali sanitarie al fine di poter interfacciare il nostro sistema sanitario regionale e gli altri sistemi sanitari regionali del nostro paese, con più realtà dell'ambito scientifico piuttosto che vedere varie Regioni - tra cui la nostra - muoversi in assoluta autonomia,; cosa assolutamente corretta e che noi della Lega Nord sosteniamo, ma che comunque rischia di essere limitativa nel momento in cui si scelgono certi percorsi ed altre Regioni, per esempio, aderiscono a realtà internazionali diverse dalle quali anche la nostra Regione potrebbe trarre vantaggio.
L’invito alla Giunta, pertanto, è ad estendere una rete e di entrare in sinergia con le altre Regioni o Assessorati regionali, per verificare se già altre Regioni hanno reti attivate in questa direzione, e dunque se non valga la pena lavorare insieme, come "Paese", per ampliare il numero delle reti di cui si fa parte, traendo benefici e riducendo anche i costi, sebbene mi preme evidenziare non siano certamente altissimi visto che per cinque convenzioni spendiamo poco più di 14 mila euro, come primo anno di adesione.
L'invito alla Giunta è di estendere questo tipo di rapporto al Ministero della Salute e alle altre Regioni, quanto meno quelle più affini, per vedere se già esistono convenzioni, se è possibile diversificarle, se è possibile fare squadra all'interno del nostro "Sistema paese" e porci come interlocutore organico, a livello internazionale, sulle reti di ricerca scientifica in ambito sanitario. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Grazie, presidente. Mi dispiace che sia assente l'assessore, anche perché la collega consigliera Marani ha parlato di un atto di straordinaria importanza. Evidentemente tale non è o non era per l’assessore competente.
Io credo che sia importante che la Regione partecipi ad Organismi nei quali si discute della organizzazione dei servizi sanitari, tanto più in un momento nel quale tutti ci rendiamo conto dei costi che si sostengono per mantenere la quantità e la qualità di questi servizi. Discutere in termini scientifici attorno all'organizzazione dei servizi sanitari significa, molto spesso, riuscire a individuare delle strade che consentono di garantire qualità e quantità dei servizi, magari con dei costi più sostenibili. Questa è una discussione che si è aperta in tutta Europa, direi sostanzialmente in tutto il mondo occidentale avanzato, ed è una discussione che, in qualche misura, ha già mutuato - facendo riferimento alla rete ospedaliera - da altre realtà alcuni aspetti organizzativi importanti. La nostra Regione quando nella rimodulazione della rete ospedaliera si è data l'obiettivo del label stop hub and spoke ha interloquito con realtà internazionali che, da questo punto di vista, avevano già avviato la propria organizzazione delle reti ospedaliere in questo senso. Poi potremmo discutere su quanto sia claudicante in Regione il raggiungimento di questo obiettivo, perché credo che sia del tutto evidente che se da un lato si è raggiunto un certo equilibrio in alcune realtà, in altre realtà questo equilibrio non si è raggiunto. Ma questa, credo sia una discussione che dovrà essere affrontata appropriatamente quando parleremo della spending review che obbliga la Regione ad un abbattimento sostanziale di ulteriori posti letto. Ragione per cui, a mio modo di vedere, ritengo che questo tipo di intervento, che consente di dare una caratura scientifica anche ai dati che escono dall'organizzazione del servizio sanitario regionale, è in confronto continuo con altre realtà, peraltro sempre proficuo. Ritengo tuttavia - ed è una delle motivazioni per le quali ci asterremo - che abbia un senso se queste attività vengono svolte in associazioni che sono espressione diretta o affiliazione dell'Organizzazione mondiale della sanità, soprattutto le prime due che sono state considerate. Sulle altre, che dire? Non abbiamo informazioni adeguate per poter giustificare questo tipo di approccio. Si parla di associazioni di diritto privato non governative, ma un punto interrogativo io ce l’ho e se magari ci fosse stato l’assessore, magari avrei potuto anche avere una risposta; la stessa cosa dicasi per l’European regional and local health authority che ha le stesse caratteristiche di cui sopra.
Sottolineo, infine, anche un altro aspetto che in qualche modo è stato sollevato dalla relatrice, la quale dice "è risibile il costo rispetto alle quote associative". Chiedo: - anche se questa è forse un’altra domanda alla quale non riuscirò ad avere risposta in questa sede - visto che "si parla di prima quota associativa", se è giusto presupporre che lo statuto o altro possa prevedere più quote associative che possono variare anche nella loro quantificazione e non corrispondere più ai 14.000 euro. Questo dubbio è rafforzato anche dall'affermazione che ha fatto la collega, nel momento in cui parlando di questo aspetto, fa riferimento allo stato attuale.
Noi siamo favorevoli in linea di principio all'interlocuzione a livello scientifico dell'Agenzia sanitaria regionale con Organismi che abbiano una caratura internazionale e la cui mission sia certa, permangono tuttavia alcune questioni che, a mio modo di vedere, potevano avere una risposta con la presenza dell'assessore.
Per queste ragioni, il nostro voto sarà di astensione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Villani.
Non ho più nessun iscritto a parlare in fase di discussione generale, passiamo quindi adesso all'esame articolo per articolo.
Apriamo la discussione generale sull'art. 1. Dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): L'articolo 1 è approvato.
Passiamo all'articolo 2.
Se non ci sono interventi, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): L'articolo 2 è approvato.
Passiamo all'articolo 3.
Se non ci sono interventi, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4.
Se non ci sono interventi, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): L'articolo 4 è approvato.
Passiamo all'articolo 5.
Se non ci sono interventi, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): L'articolo 5 è approvato.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
33
Assenti
17
Votanti
32
Favorevoli
22
Contrari
-
Astenuti
10
PRESIDENTE (Aimi): Proclamo approvata la legge riguardante "Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a reti internazionali scientifiche in ambito sanitario".
Ha chiesto di parlare il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Grazie, presidente. Intervengo per comunicare che ho votato ma il tabellone elettronico non evidenzia il mio voto. Il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Barbieri.
Si ponga a verbale il voto favorevole del consigliere Barbieri.
OGGETTO 3180
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile negli Enti del Servizio sanitario regionale (Testo Base)» (47) (Relazione e discussione)
OGGETTO 1233
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Barbati e Mandini: «Istituzione della Commissione regionale permanente per gli errori in sanità e la qualità delle prestazioni in campo sanitario» (Abbinato)
OGGETTO 2656
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: «Autoassicurazione per rischi di responsabilità civile delle Aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale, e sistema di conciliazione» (Abbinato)
PRESIDENTE (Aimi): Il testo (n. 3/2012) è stato licenziato dalla Commissione "Politiche per la salute e Politiche sociali", con il titolo: "Norme per la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile negli Enti del Servizio sanitario regionale".
Il progetto di legge è composto da 9 articoli.
La relatrice della Commissione, consigliera Liana Barbati ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale (occorre il voto favorevole dei 2/3 dei consiglieri presenti).
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’autorizzazione alla relazione orale del progetto di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Aimi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
35
Assenti
15
Votanti
34
Favorevoli
34
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Aimi): La richiesta di autorizzazione alla relazione orale è approvata.
La parola alla consigliera Barbati per la relazione.
BARBATI, relatrice: Grazie, presidente. Con riferimento all'esame del progetto di legge recante il titolo "Norme per la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile negli Enti del Servizio sanitario regionale" oggetto di questa seduta, in qualità di relatrice mi sia consentito rappresentare, anche sinteticamente, gli obiettivi che questo provvedimento legislativo persegue.
In premessa volevo sottolineare, non solo ai fini della completezza, ma anche per scongiurare pregiudizi tanto diffusi, che la pratica medica di qualsiasi natura e portata implica un ineliminabile rischio clinico insito nella stessa prestazione sanitaria quale prestazione a carattere scientifico. Sotto il profilo della natura giuridica e civilistica, infatti, è noto come la prestazione del "sanitario" sia una tipica obbligazione di mezzi per distinguerla dalle obbligazioni di risultato, avendo ad oggetto, la prima un comportamento professionalmente adeguato, le seconde il risultato stesso che il destinatario della prestazione ha il diritto di conseguire.
In altri più semplici termini, e per dirla con il pensiero di Tommaso Moro, è meramente utopistico l'obiettivo di azzerare totalmente il rischio ineluttabile sotteso alla pratica sanitaria. In linea generale, come già è emerso nel dibattito svoltosi nelle sedute della Quarta Commissione, il presente progetto di legge si colloca sistematicamente nell'ambito di un programma regionale per la prevenzione degli eventi avversi e la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile nelle Aziende sanitarie, adottato con la delibera di Giunta n. 1350 del 2012. Il programma, preordinato a promuovere la tutela complessiva della salute dei cittadini, anche per quanto riguarda la gestione dei sinistri e delle relative conseguenze, è strutturato nell'ottica di perseguire due obiettivi generali. In primo luogo, la prevenzione degli eventi avversi - perché la prevenzione è il cardine più importante rispetto alla possibilità che possa succedere qualcosa - in secondo luogo, garantire procedure conciliative di rapido ristoro dai danni eventualmente causati dall'attività sanitaria, in grado di alimentare ed eventualmente ripristinare una relazione di fiducia tra utenti ed operatori sanitari, deflazionando specularmente il contenzioso giudiziario. Questo perché quando noi ci proponemmo una tematica di questo tipo, pensavamo alle pubblicità, che invece ci sono in televisione, di gruppi di avvocati che si arricchiscono proprio sulle spalle di cittadini che pensano di aver subito un danno.
In altri e più semplici termini, come si evince espressamente dall'articolo 1 del progetto di legge, mediante il presente intervento legislativo e successivi atti attuativi la Regione intende farsi garante di tutti i percorsi inerenti la gestione diretta dei sinistri, nell'ottica della trasparenza e dell'imparzialità. Percorsi che si traducono nella completa presa in carico della persona, anche rispetto ai danni eventualmente causati dall'attività sanitaria. Un percorso importantissimo perché se un cittadino, in questo caso "paziente", pensa di aver subito un danno, non si deve assolutamente sentire solo e abbandonato. È giusto che questa persona sia presa in carico dalla Regione per capire se ha davvero subito un danno e se si può aiutarlo.
La sicurezza della cura è un diritto del paziente come presupposto di un'organizzazione sanitaria regionale di qualità elevata in termini di prestazione, organizzazione ed immagine. È questa, quindi, la ragione del progetto di legge oggi in discussione.
L'attuazione e l'efficientamento di tale percorso che si articola nei momenti della prevenzione degli eventi avversi, del monitoraggio degli stessi e della gestione diretta dei sinistri, è affidata specificamente a ciascun ente del Servizio sanitario regionale nei limiti delle relative disponibilità economiche. Ciò al fine di responsabilizzare strutture ed operatori per innescare un processo virtuoso e idoneo a far crescere la consapevolezza degli eventi di danno, l'analisi dei fattori di rischio e, conseguentemente, nel tempo, le azioni più efficaci per prevenire i sinistri. Proprio a tal fine si ritiene opportuno precisare che il programma regionale prevede che presso ogni Azienda sanitaria, si costituisca il Comitato di valutazione dei sinistri chiamato ad effettuare le procedure di valutazione dei sinistri e, quindi, ad interagire con il Nucleo regionale di cui parleremo adesso. Tale progressiva responsabilizzazione degli Enti non si traduce però in una retrocessione del ruolo della Regione che, al contrario, continua ad esercitare un ruolo primario di gestione, coordinamento e supporto nell'espletamento delle funzioni alla stessa attribuite dall'articolo 3 del presente progetto di legge.
Nella logica dell'efficiente cooperazione tra Enti e Regioni, infatti, la realizzazione del sistema descritto mira a garantire un assetto il più possibile unitario ed omogeneo sull'intero territorio regionale nelle fasi della prevenzione degli eventi avversi, della valutazione della pretesa risarcitoria, nonché del monitoraggio. Peraltro, con particolare riferimento alla gestione diretta dei sinistri da parte del Servizio sanitario regionale, l'esigenza di internalizzare la gestione degli eventi avversi e delle relative conseguenze nasce dalla consapevolezza delle sempre maggiori difficoltà di reperire sul mercato compagnie assicurative affidabili e solvibili, come ampiamente dimostrato anche dalle ultime vicende di cronaca. Nell'ultimo decennio, infatti, si è registrato il progressivo abbandono, da parte delle maggiori compagnie assicuratrici italiane, della tutela degli eventi avversi nel settore della responsabilità civile in campo sanitario, con contestuale intervento sul mercato di assicuratori europei internazionali che, di fatto, hanno colmato il vuoto lasciato dalle compagnie italiane. In tale contesto, si è assistito ad un innalzamento progressivo e vertiginoso dei premi di polizza. Inoltre, le compagnie assicurative, ritenendo comunque insufficiente tale incremento, hanno sostituito al contratto assicurativo di tipo tradizionale - caratterizzato dal trasferimento totale del rischio all'assicuratore - altre tipologie contrattuali, introducendo franchigie comportanti ulteriori costi a carico dei soggetti assicurati. Oltre a tale criticità è da considerare che le compagnie assicuratrici tendono a risarcire i danni in tempi molto lunghi, spesso non prima della pronuncia di una sentenza di condanna, e che attualmente i costi complessivi su base regionale delle coperture assicurative, nonché i costi ulteriori derivanti dalle somme in franchigia comunque a carico delle Aziende sanitarie, sono molto elevati. Basti pensare che tra il 2006 e il 2011, a fronte dei circa 260 milioni di costi assicurativi sostenuti dal Servizio sanitario regionale, le compagnie assicurative hanno liquidato circa 40 milioni di euro, con una forbice di circa 220 milioni di euro in sei anni.
Come anticipato, al fine di ovviare a tale criticità gestionale ed economica-finanziaria e per procedere ad una corretta allocazione delle risorse regionali, il progetto di legge prevede e disciplina la gestione diretta degli eventi avversi da parte del Servizio sanitario regionale, attività gestionale che si svolge con modalità differenziate nelle quali, a seconda della tipologia di rischio, l’intervento degli eventi avviene in misura diversificata. Il criterio della diversificazione si fonda sulla consistenza economica della richiesta risarcitoria e si concretizza in una tripartizione delle fattispecie risarcitorie. Infatti, ai sensi dell'articolo 2 del progetto di legge si distinguono i sinistri di prima fascia - fino a 100 mila euro - che hanno la caratteristica peculiare di prevedere il riconoscimento agli Enti di un ruolo diretto alla trattazione che viene effettuata direttamente dall'ente stesso che provvede, altresì, autonomamente alla valutazione della sussistenza della responsabilità e della determinazione del quantum nel rispetto dei criteri organizzativi ed operativi predisposti dalla Regione. Secondo: i sinistri di seconda fascia - tra i 100 mila e 1 milione e mezzo di euro - che sono caratterizzati da una maggiore complessità e da un più rilevato peso economico. Si prevede una forma di cogestione ispirata ai principi di collaborazione tra Ente e la Regione - come espressamente precisato con un emendamento chiarificatore - e in questi casi il risarcimento del danno è liquidato direttamente dagli Enti mediante il fondo di cui all'articolo 6 (su cui tornerò successivamente). Terzo punto: "sinistri di tipo catastrofale" - oltre il milione e mezzo di euro. Per queste richieste di risarcimento di danni da catastrofe si prevede il mantenimento di una copertura assicurativa mediante la stipulazione di un contratto con una compagnia assicurativa scelta mediante procedura ad evidenza pubblica a livello regionale in proprio, nonché a favore degli Enti del servizio sanitario.
Proprio per far fronte alle richieste risarcitorie di maggiore entità, l'articolo 6 del progetto prevede, infatti, l'istituzione di un fondo di risarcimento danni da responsabilità sanitaria, fondo regionale costituito mediante l'accantonamento di una apposita quota a valere sulle risorse definite nell'ambito della programmazione annuale del finanziamento del Servizio sanitario regionale. Il fondo regionale, dal lato dell’utente, rappresenta un mezzo per la rapida liquidazione del ristoro patrimoniale del danno eventualmente subito a seguito di un evento avverso. Dall’altra parte, cioè quella dell'operatore sanitario, costituisce una forma di copertura dei rischi che ontologicamente sono insiti nell'espletamento dell'attività medica.
Anche per fornire una prima indicazione di quello che potrebbe essere l'impianto applicativo di tale tripartizione, si consideri che attualmente le richieste di risarcimento per eventi avversi sono mediamente 1.500 all'anno e che per la maggior parte si collocano nella prima fascia: sinistri fino a 100 mila euro. Alcune decine interessano la facciata tra i 100 mila e il milione e mezzo di euro, mentre non sono statisticamente significative - e meno male! - quelle per importi superiori "da catastrofe". Tale modello di ristoro dei danni derivanti da eventi avversi rappresenta, per vero, la naturale evoluzione del percorso intrapreso con il processo di aziendalizzazione di cui alla L.R. n. 50 del '94 con la quale si è prevista l'obbligo, per le Aziende sanitarie, di assicurarsi per la responsabilità civile verso terzi. Significativo è, peraltro, che anche altre Regioni come la Toscana, il Veneto, il Piemonte, il Friuli-Venezia Giulia, abbiano avviato ed attuato programmi evolutivi di gestione dei sinistri, obliterando il ruolo delle compagnie esterne assicurative per le stesse ragioni di cui si è fatto cenno in precedenza.
L'articolo 4 del progetto di legge prevede poi che la Regione costituisca, mediante delibera di Giunta, un Nucleo regionale di valutazione composto da professionalità esperte nel campo sanitario, medico-legale e assicurativo, con funzioni consultive, propositive, ispettive e di indagine, esercitate con imparzialità decisionale. Più in particolare, tra le funzioni di questo Nucleo si segnala quella di esprimere parere obbligatorio sulla sussistenza, sulla liquidabilità e sulla quantificazione del danno da risarcire rispetto ai sinistri compresi nella seconda fascia, cioè quelli dai 100 mila al milione e mezzo di euro.
Come espressamente previsto dal Programma regionale, alla natura obbligatoria di tale parere consegue che nell'ipotesi in cui l'ente non si attenga al quantum imposto dal Nucleo e liquidi una somma maggiore di quanto indicato nel parere, la Regione non si farà carico del maggiore importo liquidato.
Per quanto riguarda le funzioni ispettive e di indagine, il Nucleo assolvendo il suo ruolo finora svolto dalle Commissioni e dai gruppi d'indagine attivati ad hoc presso l'assessorato, può acquisire documenti, notizie ed informazioni, al fine di accertare la sussistenza, le cause e le responsabilità relative agli eventi avversi. L’attività ispettiva del Nucleo si conclude poi con una relazione dettagliata da trasmettere a tutti i soggetti interessati. Da precisare anche, al fine di prevenire eventuali obiezioni, che tale attività di indagine si svolge, da un lato, senza pregiudicare le indagini eventuali dell'Autorità giudiziaria, dall'altro senza frustrare la Commissione assembleare di inchiesta attivabile ai sensi del disposto dell'articolo 40 dello Statuto e 60 del Regolamento interno.
Come precisato da disposizioni in esame, a seguito di un emendamento che riprende già quanto previsto dal programma regionale, la partecipazione dei componenti al Nucleo non comporta oneri a carico del bilancio regionale e non dà luogo al riconoscimento di alcun emolumento, sarà cioè a costo zero.
Al fine di elaborare le strategie organizzative e funzionali che consentano di rendere effettiva ed efficace, anche per il futuro, la gestione consapevole e diretta degli eventi avversi, è necessaria la più completa cognizione del contesto di intervento e delle peculiarità che lo caratterizzano. A tal fine, l'articolo 5 del progetto di legge prevede la costituzione di un Osservatorio regionale per la sicurezza delle cure, che dovrà provvedere alla ricognizione, organizzazione ed elaborazione delle informazioni relative ai fattori di rischio, ma anche alla prassi clinica e organizzativa di dimostrata efficacia nel prevenirle. In particolare, l'Osservatorio analizza le informazioni rese disponibili dai flussi informativi regionali ed aziendali al fine di procedere ad una valutazione, anche comparativa, delle criticità, dei tassi di sinistrosità e, quindi, della funzionalità e dell'efficienza del Sistema regionale di gestione degli eventi avversi, formula proposta e necessaria per la continua evoluzione e il progressivo efficientamento del nuovo sistema, predispone reports annuali da trasmettere ai soggetti interessati coinvolti nell’attuazione degli obiettivi previsti dalla normativa regionale.
Al pari di quanto previsto per il Nucleo regionale, con un emendamento votato in Commissione si è precisato che la partecipazione dei componenti all'Osservatorio non comporta oneri a carico del bilancio regionale e non dà luogo al riconoscimento di alcun emolumento.
L’articolo 8 del progetto, infine, prevede e disciplina una clausola valutativa. Ai sensi della citata disposizione, la Giunta, quale soggetto principale incaricato dell’attuazione del provvedimento legislativo, è chiamata ad elaborare una relazione triennale che fornisca informazioni sull'andamento dei sinistri e sull'attuazione del programma regionale. Le risultanze derivanti dall'espletamento di tale mandato informativo serviranno a conoscere tempi e modalità di attuazione dell'approvanda legge regionale in rapporto alle finalità perseguite, ad evidenziare eventuali criticità applicative, nonché a valutare gli impatti che ne sono scaturiti per l'intera collettività e per il Sistema sanitario regionale. Con un emendamento migliorativo votato in Commissione, oltre che rendere la clausola valutativa, maggiormente conforme alle osservazioni tecniche rese dal competente Servizio dell'Assemblea, al fine di rendere maggiormente completo il mandato informativo, si è anche precisato che la Regione può promuovere forme di valutazione partecipata coinvolgendo i soggetti attuatori degli interventi previsti dal presente progetto. Peraltro, nella stessa ottica della clausola allocativa, si pone anche l'applicazione sperimentale di cui all'articolo 7 degli istituti introdotti con il progetto di legge, periodo di sperimentazione ad esito del quale sarà effettuata, dalla Giunta stessa, una prima relazione ed un primo riscontro operativo. Tutto ciò affinché la legge regionale di cui sia auspica la più tempestiva approvazione, rappresenti lo strumento efficacemente servente alle finalità di tutela complessiva della salute degli utenti, nonché ad uno stile legislativo nuovo.
Io credo che con questo progetto di legge siamo pronti per dare un grande servizio ai cittadini che quando si avvicinano alla sanità possono anche subire un danno, nonché agli stessi operatori. Io ritengo che questo sia un progetto di legge importantissimo, la sperimentazione ci dirà dove dovrà essere modificato, ma credo che ai cittadini emiliano-romagnoli questo tipo di servizio sarà estremamente utile. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie a lei, consigliera Barbati.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Sentendo i dati, anche a seguito del dibattito in Commissione, verrebbe da dire "meglio tardi che mai". Nel senso che oggi andiamo ad approvare una riforma del sistema degli indennizzi nell'ambito degli errori in campo sanitario, che andrà però a regime su tutto il territorio regionale non prima di un paio d'anni da oggi. Infatti, anche se non è espressamente prevista la data ultima in cui terminerà la fase della sperimentazione, essa nel suo sviluppo, come riferito in Commissione dall'Assessore, dovrebbe investire tre realtà: Reggio-Emilia, Bologna e l'Area vasta Romagna, salvo cambiamenti di indirizzo da parte della Giunta. Fino a quando, quindi, non terminerà questa fase di sperimentazione, non vi sarà l'estensione di questo nuovo regime a tutto il Sistema sanitario regionale dell'Emilia-Romagna. Dico "meglio tardi che mai", perché abbiamo dovuto attraversare situazioni piuttosto spiacevoli e sgradevoli come alcune vicende di contratti assicurativi stipulati da aziende di questa Regione con soggetti che si sono rivelati, col senno di poi, certamente assai poco affidabili e poco solvibili, e gli stessi dati riferiti solo all'ultimo periodo di sei anni - illustrati anche della relatrice - evidenziano che abbiamo speso 220 milioni di euro su 260, in più rispetto alla copertura, con poco meno di 37 milioni di euro all'anno che, per usare un eufemismo, sono stati spesi "in maniera non inutile". Oggi, dunque, andiamo finalmente a modificare questo sistema. Ripeto l'esordio "meglio tardi che mai", mi auguro che la fase della sperimentazione sia breve, mi auguro che si possa presto estendere questo sistema a tutto il Sistema sanitario regionale e non solo alle tre realtà che dovrebbero essere interessate dalla fase della sperimentazione, ma mi chiedo perché non ci si è pensato prima. Ma questo rimane "una bottiglia lanciata nel mare"! Mi auguro, dunque, che il sistema vada a regime in tempi rapidi e che produca gli effetti sperati ed auspicati.
Credo che la forbice dei dati tra quanto si spendeva in premi e quanto veniva poi risarcito ai cittadini, sia tale da garantire comunque un successo dell'iniziativa - anche perché 37 milioni euro all'anno in più di forbice, al di là delle vicende e delle sorti che a volte condizionano i problemi in ambito sanitario, siano comunque tali, questi 37 milioni all'anno, da garantire sicuramente un risparmio - e in questa fase, con la necessità di affrontare una contrazione delle risorse in ambito sanitario, credo che quest'iniziativa sia meritevole.
Come gruppo Lega Nord ci asterremo, ma non perché siamo contrari all'impostazione, bensì perché ancora oggi vogliamo attendere, per esprimere un giudizio positivo, la fase della sperimentazione ma soprattutto la durata e i tempi della stessa sperimentazione. Giudico positiva anche la parte valutativa che consentirà poi all'Aula di seguire da vicino l'evoluzione di questa vicenda, parliamo di una cifra annuale di risparmio teorico molto importante che deriverebbe da questo percorso che oggi andiamo ad attivare, per cui mi auguro che gli esiti confermino quanto auspicato.
Per il momento come Lega Nord esprimiamo un voto di astensione, anche perché, da un lato, forse questo percorso si poteva fare prima, dall'altro lato, vogliamo attendere i dati definitivi e consuntivi per avere un quadro certo rispetto al percorso che oggi avviamo.
Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Non essendo in Commissione mi limiterò a svolgere alcune considerazioni di carattere generale, anche perché una delle vicende a cui faceva riferimento il collega Corradi, cioè di Aziende locali che hanno stipulato contratti con agenzie che poi si sono rivelate abbastanza poco affidabili, riguarda anche l'A.S.L. di Rimini, sulla quale io ho fatto un intervento ispettivo proprio in considerazione di questa anomalia.
Il mio intervento parte da alcune considerazioni a cui faceva riferimento anche il collega Corradi. In pratica qui stiamo a discutere, spesso, di scarsità di risorse e di impossibilità di far fronte a mille impegni, sia in sanità che in altri settori, e poi scopriamo che nell'arco di sei anni abbiamo pagato 260 milioni di euro di premi a fronte di 40 milioni di risarcimenti pagati dalle compagnie di assicurazione! Io penso che in ogni impresa privata, ma anche familiare, nell'arco di questi sei anni qualche domanda qualcuno se la sarebbe fatta, anche per cercare di risparmiare queste notevoli somme. Ed invece ci siamo arrivati in virtù di alcune criticità che sono emerse nei rapporti con la compagnia di assicurazione. Mi viene quindi da pensare che il margine all'interno del quale possiamo operare risparmi consistenti, certamente ci sia.
L'altra considerazione che volevo fare è che queste compagnie a cui abbiamo fatto riferimento, con sedi all'estero, e con un capitale irrisorio tale da fornire le dovute garanzie, hanno però comunque vinto delle gare! Ed allora, anche il tema di come approcciarsi a questa "moda", questa "mania", richiesta dell'Europa di gare in tutti i settori ed aperte a tutti, ci deve far ragionare. Io sono uno di quelli che sostiene che in campo sanitario usiamo poco la nostra piattaforma regionale per gli acquisti, ma è anche vero che in questo settore sulle gare bisogna stare molto attenti, anche perché ci mettiamo all’interno di un meccanismo dove a volte le offerte sono quelle che sono, ma dietro non abbiamo la garanzia che poi il servizio abbia quelle caratteristiche e quelle qualificazioni essenziali per andare incontro ai cittadini.
L'ultima considerazione, questa un po' più di carattere tecnico avendo approfondito il tema relativo all'ASL di Rimini, è la seguente: di questi 40 milioni di euro di risarcimenti pagati nei sei anni, se ne potevano risparmiare una grande parte, perché gran parte di quei risarcimenti derivano dal fatto che l'istruttoria, in alcuni casi fatta preventivamente dalle ASL, poi passata al Centro liquidazione delle assicurazioni, era un'istruttoria assolutamente deficitaria, non professionale e un po' trasandata, che poi alla fine faceva arrivare alle assicurazioni l'evento in condizioni tali che non poteva che essere risarcito. Ecco, una maggiore attenzione la richiamo oggi, perché mentre ci apprestiamo ad avere un risarcimento interno alle ASL e alle assicurazioni, questa fase istruttoria deve essere assolutamente rigorosa e competente per evitare di pagare 80-100 milioni di euro.
Detto questo, mi auguro anche che la Regione, a differenza delle compagnie assicuratrici che sono ovviamente estranee, esterne e che guardano al loro utile aziendale, sia più attenta nei riguardi dei risarcimenti veri. Cioè, occorre combattere il risarcimento truffaldino o addirittura velleitario, ma nello stesso tempo non bisogna usare "le pratiche" delle assicurazioni che mirano, in qualche modo, a dilatare nel tempo il risarcimento al solo fine di stancare l’avente diritto. Bisogna invece comportarsi in maniera diversa perché la Regione, essendo a questo punto direttamente responsabile, ha anche un problema di immagine e di rapporto nei confronti dei cittadini. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Carini. Ne ha facoltà.
CARINI: Grazie, presidente. Noi apprezziamo tantissimo il lavoro svolto dalla Giunta e dall'assessore Lusenti su questo tema che non è soltanto, come da una prima lettura sembrerebbe, un problema di risparmi. È vero che il dato è eclatante, come richiamato anche da altri colleghi, ma l'idea che si siano potuti spendere 260 milioni di euro in premi assicurativi a fronte di un indennizzo complessivo di 40 milioni di euro, rende evidente la forbice e lascia intravedere le possibilità di razionalizzazione ed ottimizzazione che ne conseguono sotto il profilo delle risorse di questa Regione, che in momenti come questi sono particolarmente significative.
Ma noi vorremmo portare l'attenzione su un aspetto di maggior pregio, ancor più rilevante: il fatto che questa Regione non soltanto persegua una ricerca, attraverso una via di sperimentazione, di crescita complessiva del sistema, ma intenda farsi carico in prima persona dei processi di filiera che hanno a che vedere con questo tema. Guardate, colleghi, non è da tutti - ed è abbastanza innovativo da essere probabilmente considerato tra i pochi casi in tutt’Italia - il fatto che, in tutte le fasi di questo processo, dalla prevenzione, allo stesso accertamento, ad un rimborso tempestivo, se dovuto, al monitoraggio continuativo e permanente, ci sia un ente come la Regione che, in prima persona, intenda sovrintendere all’interno processo, è di per sé significativo. Questa cosa comporta un'innovazione metodologica, oltreché tecnologica; comporta una crescita complessiva del sistema; lascia intravedere la necessità - che n’è sicuramente l'esito - di una crescita in termini di formazione del personale delle Aziende sanitarie e complessivamente del sistema sanitario regionale. Ma noi vediamo in questo intervento anche un tema di conciliazione complessiva nella trasparenza, perché mettiamo in un unico fattore di lettura il cittadino, i professionisti, le Aziende sanitarie e il sistema regionale nel suo complesso, che non sono più controparti l'uno dell'altro, ma diventano attori di un unico processo. Quali effetti dovrebbe avere questa cosa? Sicuramente dovrebbe produrre, attraverso la crescita di negoziazioni stragiudiziali, una tempistica di liquidazione più coerente con i bisogni degli utenti, una certezza degli indennizzi, come veniva richiamato anche dal collega Lombardi, magari di maggiore equità rispetto al processo in corso. Ma noi partiamo anche da un dato di realtà: prendiamo in esame questo tipo di sperimentazione non soltanto perché intendiamo risparmiare, ma anche perché, oltre ad essere consapevoli della nostra capacità di crescita come sistema sanitario regionale, prendiamo atto delle difficoltà di mercato che le compagnie assicurative hanno dimostrato di avere, con la crescita delle franchigie, alcuni fallimenti, ahimè, noti nel mondo delle compagnie assicurative che si occupano di materia sanitaria, e conseguente difficoltà a trovare compagnie che siano, al tempo stesso, affidabili e solvibili. Questa cosa produce, oltre all'incremento dei costi nel tendere, anche una franchigia che, alla fine, impatta sull'utente stesso.
Ci piace anche considerare il fatto che in questa crescita mettiamo in essere il nucleo di valutazione regionale, che, da un lato, ha quella funzione ispettiva, dall’altro, concorre a quella formazione complessiva del sistema. Ora, è in ragione di tutto questo, quindi non soltanto di una mera lettura delle razionalizzazioni economiche che ne possono fuoriuscire, ma è in ragione della capacità - lo sottolineo ancora - di questa Regione di rendersi consapevolmente e pienamente responsabile agli occhi di tutti i protagonisti di questo percorso, che può intercorrere in caso di malaugurato evento. Ebbene, in tutto questo, la Regione Emilia-Romagna si candida, attraverso una forma di sperimentazione, ad attivare sulle prime aziende individuate, e poi, ovviamente, registrando il processo in ragione di ciò che viene riscontrato, a spalmarlo sull'intero territorio regionale. Per questo motivo, pur comprendendo le ragioni economiche, si tratta di un provvedimento che va accolto con un plauso generale. Rimando a chi lo trova - secondo me, in modo ingeneroso - tardivo rispetto ai processi che abbiamo vissuto e, quindi, rispetto ai costi che abbiamo supportato, il fatto che si tratta comunque di una innovazione talmente di pregio e talmente originale rispetto al panorama nazionale, che, forse, va valutata con il dovuto occhio e con la dovuta capacità di coglierne tutti gli effetti positivi. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Carini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Prima di intervenire, ho ascoltato quelle che sono le varie posizioni, per avere un quadro compiuto, perché, ad esempio, non capisco perché sia ingeneroso dire che il provvedimento è tardivo. È tra i compiti di questo Consiglio fare denuncia, essere da pungolo per l'Amministrazione.
A tal proposito, ricordo che noi abbiamo protocollato a maggio un progetto di legge, elaborando i dati, che va proprio ad intervenire sul tema dell'autoassicurazione, e il progetto di legge della Giunta è su questa scia. I dati sono impietosi: 260 milioni di euro pagati negli ultimi cinque-sei anni a fronte di 40 milioni di euro effettivamente pagati. I dati dell’ultimo anno, il 2011, sono incredibili: 48 milioni di euro, sommando sia i premi sia il costo generale, a fronte di risarcimenti effettivi pagati per 3 milioni di euro.
Sentiamo dire che - io dico a ragione, non a torto - per fare politica bisogna essere dei buoni padri di famiglia, delle buone madri di famiglia, che bisogna saper far quadrare i conti delle bollette e di tutti i costi. È con questo spirito, di far quadrare i conti, di risparmiare, di prudenza, che dovrebbero comportarsi anche gli amministratori pubblici. In questo caso, siamo davanti a una forbice, un delta, incredibile. Parliamo di milioni e milioni di euro. Avremmo potuto risparmiare ben 220 milioni di euro, che corrispondono proprio al ticket aggiuntivo che è stato messo per ben due anni. Questo per dire che, se in sanità si vuole risparmiare, ci sono delle sacche su cui intervenire, c’è del grasso che si può asciugare. Ma non finisce qui, oltre alla cattiva amministrazione, alle cattive scelte fatte - numeri alla mano - in questi anni, c’è un altro tema, il tema delle persone con cui ci siamo messi ad avere rapporti di tipo negoziale. A tal proposito, voglio citare due casi: Faro Assicurazioni, società ampiamente nota agli operatori del settore per avere problemi economici di cassa che hanno portato alla liquidazione coatta della società; e l’ISVAP, la cui situazione, se possibile, è peggiore: ora ha il divieto di stipulare nuovi contratti. L’ISVAP ha contratto polizze con Aziende sanitarie del nostro territorio, benché fosse noto che la compagine sociale di detta società fosse oggetto di inchieste giudiziarie, con il coinvolgimento della criminalità organizzata, nello specifico della camorra.
A noi fa piacere che la Giunta segua la scia del progetto di legge che noi abbiamo presentato a maggio, tuttavia, vi è da dire che, in parte, si persiste negli errori, perché si decide comunque di assicurarsi per la fascia di danni sopra 1 milione 500 mila euro, quando, statisticamente, i numeri dicono che la maggior parte dei risarcimenti ammontano a circa 100 mila euro, poi ce n'è una parte - vi dico subito la cifra - che arriva fino a 1 milione 500 mila euro - ora non la trovo più -, ma la parte oltre 1 milione 500 mila euro è statisticamente non rilevante. Anche qui potremmo avere un risparmio. Ma non si tratta solo di un tema meramente economico, è anche un tema di politiche sanitarie, perché nel momento in cui ci si auto-assicura, sperando che ci sia una buona amministrazione all'interno delle Aziende, si è costretti a tracciare i livelli di rischio, a valutarli, ad esaminarli, in modo tale da prendere delle precauzioni. Questo serve anche a migliorare il servizio sanitario, perché il servizio sanitario si responsabilizza, non scarica tutto sulle compagnie private. L’errore, a quel punto, diventa un tema che comunque dovrebbe essere affrontato, perché qui parliamo della salute dei pazienti, ma costringe l'azienda a fare delle cose che, fino ad oggi, non ha fatto in maniera compiuta - ci sono dei casi di cronaca a testimoniarlo -, per esempio, fare delle valutazioni più specifiche, valutare i processi, valutare gli interventi, valutare i medici, sicuramente con più attenzione di quanto non sia stato fatto fino ad oggi. A tal fine, abbiamo predisposto tre emendamenti che tolgono l'ambiguità, che abbiamo protocollato a questo disegno di legge, augurandoci che vengano accolti. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Anch'io, come il collega Favia, ho voluto ascoltare i relatori che mi hanno preceduta, perché rispetto a questo provvedimento, pur avendo partecipato ai lavori della Commissione, mi sono interrogata ripetutamente per capire se effettivamente questo cambiamento di gestione, questo cambiamento di approccio, potesse avere delle ricadute importanti sotto tanti punti di vista. Anche perché, in prima battuta, ho avuto molta paura nel cercare di prendere in considerazione l'idea di abbandonare una tutela garantita dal sistema assicurativo. Poi, quando mi sono effettivamente calata nel tema, ed ho avuto modo, confrontandomi con alcuni esperti del settore, di prendere atto della partita doppia che, all'interno di questa Regione, si è manifestata nel corso di questi anni, tra il versato in termini di premio e il liquidato in termini di risarcimento, ho effettivamente compreso l'esigenza di porsi seriamente il problema su dove tutta una serie di risorse veniva adeguatamente finalizzata, visto che le compagnie scelte si sono rivelate non molto affidabili dal punto di vista della liquidazione del premio.
Non nego che, effettivamente, ha destato in me una certa meraviglia prendere atto di come, a distanza di cinque o sei anni, questa scelta coraggiosa non sia stata oggetto di una riflessione anche prima, se non altro perché questa non è un'azienda, ma è un ente che manipola diversi milioni di euro. Tuttavia, la ritengo una scelta che comunque andava fatta. In un senso o in un altro, condivido il fatto che ci si sia posti il problema. Penso che questa Regione non abbia fatto una scelta a cuor leggero, non l’ho mai pensato e, al di là della paura, mi sono sentita più confortata quando, finalmente, tutti noi commissari siamo stati informati di tutta una serie di dati che ci avrebbero rassicurato, nel momento in cui avremmo votato, sul fatto che la sostenibilità economica del nuovo sistema avrebbe potuto reggere sulla garanzia di un passato che, effettivamente, ha visto impegnare risorse che, alla fine, sono state liquidate in misura ben minore. Sebbene abbia paura di questa scelta - ma sono convinta, come dicevo, che questa scelta non sia stata fatta a cuor leggero, perché ho avuto modo anche ascoltando gli esperti che affiancano l'assessore in commissione, ho avuto la percezione che effettivamente è un atto coraggioso che si può fare -, mi auguro che il testo normativo non sia minimamente interpretabile, non abbia un margine di discrezione nell'interpretazione, laddove dobbiamo individuare le responsabilità liquidatorie. Credo che questo sia fondamentale. Per certi aspetti, quindi, per quanto riguarda la fascia che va dai 100 mila euro ad 1 milione 500 mila euro, mi rassicura il fatto che ci sia una sorta di cogestione con la Regione. Ribadisco, però, credo che sia fondamentale evitare che ci siano dei margini di discrezionalità che, alla fine, possano lasciare da solo il cittadino vittima di un evento avverso, e che, purtroppo, magari per volontà di un nucleo regionale, può lasciarlo di fronte alla scelta di doversi trovare una sua giustizia, semplicemente invocando le vie legali. In tal senso, mi raccomando con voi affinché ci sia la minore discrezionalità possibile. Inoltre, siccome la mia paura era che si andasse ad individuare un sistema che, dal punto di vista della tenuta, della sostenibilità economica, potesse riservare delle sorprese, anche se sono confortata dai danni dell'ultimo quinquennio, vi invito a prendere in considerazione il fatto che magari questa verifica non sia da farsi ogni tre anni, ma - perché no? -, se non annualmente, in una prima fase, ogni due anni. Dico ciò anche a tutela degli stessi operatori contabili. Dopodiché, sono convinta che, nel tempo, l’assestamento di questo sistema potrà portare ad una contrazione del margine di rischio, ma, forse, in una fase iniziale, rinviare a tre anni, mi impone l’obbligo di sollecitare la vostra attenzione a valutare se non sia il caso di restringere il riferimento temporale all'anno o al biennio.
Nel corso dell'analisi dell'articolato cercherò di farmi un'idea più precisa rispetto al voto che dovrò esprimere, comunque sia credo che l'atto che oggi stiamo analizzando sia un atto dovuto, in un senso o in un altro. Pertanto, riconoscendo il merito a chi l’ha sollecitato, parteciperò con attenzione alla discussione che seguirà. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliera Villani. Ne ha facoltà.
VILLANI: Grazie, presidente. Credo che quest'anno il Premio Manzi, che eroghiamo annualmente, possa essere conferito alla Regione Emilia-Romagna, o, meglio alla Giunta, perché, a mio avviso, abbiamo liquidato in termini molto frettolosi il fatto che ci si è accorti di uno squilibrio tra premi per 260 milioni di euro e liquidazioni danni per 40 milioni di euro. Se ad un occhio disattento può sfuggire, dopo una prima annualità, perseverare in questo errore comporta tutti i crismi perché la Giunta di questa Regione quest’anno si auto-assegni il Premio Manzi.
Dico questo considerando, però, che il provvedimento che stiamo per votare è un provvedimento importante, che segna comunque una svolta, se non altro in termini di sperimentazione. A tal riguardo, mi sento di rimarcare l'affermazione della collega Noè, in quanto nel testo vi è qualche discrepanza, perché se all'articolo 7, quindi clausola valutativa, si parla di triennio, in un articolo precedente (di cui non mi sovviene il numero, credo l’articolo 5) si parla della potestà della Giunta di individuare gli enti che saranno impegnati in questa sperimentazione, e la data di inizio e di fine della sperimentazione medesima.
È senz'altro un passaggio molto importante, perché significa voltare pagina rispetto al passato, un passato non glorioso, un passato durante il quale abbiamo visto in questa Regione, con molta leggerezza, affidare contratti a società assicurative, già chiacchierate, già ampiamente chiacchierate, perché per quanto riguarda la Faro Assicurazioni, con la quale è stato stipulato il contratto per le Aziende sanitarie dell’Emilia occidentale, non era una novità che fosse una società chiacchierata. Dopo sono emersi fatti che mettono in gioco nomi e cognomi che in questa Regione si rincorrono spesso. Non vi dice niente, infatti, un certo Vittorio Casale o un certo Consorte? Ma non solo questo, dalla padella nella brace, perché il fatto che si verificò a Cesena è emblematico: questa società chiacchierata, che viene messa in liquidazione coatta amministrativa, sulla quale ci sono indagini della procura, eccetera, eccetera, con una procedura negoziale, fatta - passatemi il termine - a "pane e formaggio", si va ad individuare un'altra compagnia, ancor più chiacchierata, la City Insurance, la quale ha ramificazioni rumene, addirittura la società che controlla questa compagnia assicurativa è rumena, ed addirittura viene fuori che il proprietario di questa società, Dacia, è un camorrista.
Ci sono, quindi, tanti errori, che hanno indotto oggi la Regione, in via sperimentale, a provare questo nuovo sistema, ma ribadisco che in passato ci sono state inadempienze, vi è stata superficialità. Evidentemente, i bandi sono stati fatti in termini - a voler essere buoni - molto superficiali, perché non si affida ad una compagnia assicurativa una questione del genere, quando la stessa compagnia ha un capitale sociale di 3 milioni di euro. Ci sono state, quindi, delle gravi inadempienze; ci sono state delle gravi responsabilità da parte di chi ha formulato questi bandi, senza la vigilanza dovuta, vista la materia di cui si trattava.
Mi sembrava doveroso fare queste considerazioni, perché nel corso di questo dibattito si dice: "che bella, che bella la sperimentazione", ma è anche giusto ripercorrere un po’ la storia, capire perché ci siamo arrivati, partendo da quello squilibrio e andando a vedere le compagnie assicurative, la Faro, la Liguria, la City Insurance. Questo bisognava dirselo, altrimenti noi qui diciamo che facciamo questa cosa perché vogliamo fare una sperimentazione, perché vogliamo essere innovativi. Non è così, facciamo questa cosa perché in passato sono stati commessi degli errori, perché i bandi potevano essere fatti in un altro modo, molto più selettivo, e, semmai, la vigilanza necessaria, trattandosi di cifre di questa onerosità, 260 milioni di euro, avrebbe dovuto essere fatta quantomeno annualmente. Il che significa che si possono rinegoziare con broker internazionali, assolutamente affidabili, i contratti stipulati in tempi diversi, o, quantomeno, in tempi che avevano considerato questo squilibrio del tutto evidente, macroscopico, tra premi e liquidazione dei sinistri. Mi sembra evidente. Questa è una questione che, se la vogliamo vedere bene tutta, ha dei risvolti, perché cinque anni procurano alla comunità emiliano-romagnola un danno di oltre 700 milioni di euro, che non sono proprio quisquiglie. Ad esempio, mi farebbe piacere sapere se l'assessore ha valutato la questione in questi termini e se ha intravisto delle responsabilità in tutto quello stuolo di dirigenti amministrativi, di direttori sanitari, con i soloni al seguito, che hanno stipulato, hanno fatto le gare, non hanno vigilato, eccetera, eccetera. Questo è un interrogativo che rimane, che noi cercheremo di approfondire.
Fatte queste considerazioni, preannuncio che noi ci asterremo su questo disegno di legge per alcune questioni, in particolare perché vogliamo vedere, se, in realtà, nella fase applicativa, questo nuovo sistema funziona. Pertanto, la raccomandazione che facciamo è che questa sperimentazione, fatta in una parte circoscritta del territorio regionale, sia una sperimentazione, assessore, non troppo lunga. Vogliamo vedere se funziona rispetto alla capacità di soddisfare le esigenze di chi ha subito una cattiva pratica, e se funziona rispetto all’esborso a cui la Regione andrà incontro.
Credo che si tratti di una questione che forse poteva essere affrontata prima, magari anche in altri termini, comunque, oggi, è chiaro che affrontiamo un mare nuovo, vogliamo non essere tranchant, e verificare, rispetto ai dati economici e rispetto a chi deve essere tutelato, quale sarà l'efficacia. Per questo motivo, il nostro sarà un voto di astensione. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Villani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
Ricordo che siamo sempre in discussione generale.
PIVA: Grazie, presidente. Solo per alcune considerazioni molto rapide. Innanzitutto, sul tema assicurazioni e sanità vi è dottrina e letteratura, direbbero i legali. È un tema vecchio, sempre combattuto, sempre più alla ribalta. Non sfugge a nessuno che anche in televisione vi sono delle forme di pubblicità per far sì che chi pensa di aver subito un evento avverso in medicina possa rivolgersi subito ad un numero verde. Stessa cosa per chi frequenta o legge stampa sanitaria, che sa che da anni, da decenni, ad ogni congresso, ad ogni incontro scientifico, non solo medico, ma in generale di politica sanitaria, di operatori sanitari, in generale, vi sono sessioni dedicate alla cosiddetta medicina forense.
Questo per dire che ci troviamo di fronte ad un provvedimento molto interessante, molto importante, che, da una parte, indubbiamente, tutela maggiormente i cittadini, perché in fondo noi legiferiamo e la domanda che ci dobbiamo porre è: "quello che facciamo va a salvaguardia di più o di meno rispetto a prima?". Entriamo, a proposito di malpractice, invece, in buone pratiche di gestione di questo elemento. In particolare, vi sono compagnie assicurative che, addirittura, non assicurano più alcune specializzazioni mediche, tanto per dire, oppure hanno dei premi elevatissimi. Insomma, siamo in questo contesto, quindi la gestione diretta da parte dell’azienda, da una parte, dall'altra, il nucleo di valutazione, cioè una maggiore attenzione. Da questo tema si arriva anche, pur essendovi altri canali ed altre strutture dedicate, ad una maggiore attenzione all'organizzazione, alle linee guida, perché tutto è fondato, se arriva ad un evento avverso, perché la medicina, come tante altre cose, non è perfetta, però, se è avvenuto seguendo delle linee-guida validate a livello nazionale e internazionale, oppure se vi è stata una malpractice. Pertanto, destinare all'azione diretta delle ASL è una garanzia per tutti, in primo luogo, per i cittadini.
Dopodiché, che si poteva fare prima, si poteva fare dopo, questo fa parte della storia. Oggi, abbiamo il provvedimento, è un provvedimento che, senz'altro, porterà beneficio alle Aziende sanitarie, regolamenterà un pochino questa intricatissima vicenda fra mondo assicurativo e sanità, che, come dicevo all’inizio del mio intervento, si intreccia da sempre, la storia è piena di questi intrecci. Penso, quindi, che sarà tutto molto più chiaro, più trasparente, i cittadini sapranno dove rivolgersi. Oltretutto, la maggior parte dei danni per il 90 per cento è al di sotto dei 100 mila euro di richiesta di risarcimento, che rappresenta il 90 per cento di tutti gli eventi avversi. La richiesta è diretta ed immediata, e, dopo gli accertamenti necessari, l’ASL si rivolgerà direttamente ai cittadini.
Pertanto, il nostro parere è assolutamente favorevole, anzi mi auguro che ci siano sempre più provvedimenti che vadano nella direzione di semplificare e rendere sempre più trasparenti. Peraltro, devo dire che mi ha fatto molto piacere che oggi nessuno abbia usato il termine malasanità, ma eventi avversi. Probabilmente, anche questa è una cosa che, culturalmente, anche la politica, oltreché qualcun altro, dovrebbe cominciare a ricordare. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Piva.
Non vi sono altri consiglieri iscritti a parlare in discussione generale. Desiderava, però, intervenire l’assessore Lusenti, ma essendo ormai le ore 12,57, direi di sospendere i nostri lavori, che riprenderanno nel pomeriggio, alle ore 15,00.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,57
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, la consigliera Monica DONINI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l'assessore Sabrina FREDA e i consiglieri Manes BERNARDINI, Fabio FILIPPI, Sandro MANDINI e Andrea POLLASTRI.
Votazioni elettroniche
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 3050 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne.»" (Mancanza del numero legale)
Presenti: 21
Favorevoli: 21
Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Giuseppe Eugenio PAGANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI.
Assenti: 29
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI (g), Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Monica DONINI (m), Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI (g), Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI (g), Mauro MANFREDINI, Marco MONARI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Andrea POLLASTRI (g), Matteo RIVA, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 3050 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne.»"
Presenti: 28
Favorevoli: 28
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Palma COSTI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 22
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI (g), Galeazzo BIGNAMI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI (m), Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI (g), Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI (g), Mauro MANFREDINI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Andrea POLLASTRI (g), Matteo RIVA, Luciano VECCHI.
OGGETTO 3050 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne.»" (45)
Presenti: 41
Favorevoli: 39
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Gabriele FERRARI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 2
Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA.
Assenti: 9
Manes BERNARDINI (g), Roberto CORRADI, Monica DONINI (m), Vasco ERRANI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI (g), Sandro MANDINI (g), Andrea POLLASTRI (g), Luciano VECCHI.
OGGETTO 3139 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna a reti internazionali scientifiche in ambito sanitario.»" (46)
Presenti: 33
Favorevoli: 22
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Gabriele FERRARI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI.
Astenuti: 10
Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 17
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI (g), Monica DONINI (m), Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI (g), Roberto GARBI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI (g), Gabriella MEO, Roberta MORI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI (g), Matteo RICHETTI, Damiano ZOFFOLI.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 3180 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile negli Enti del Servizio sanitario regionale.»"
Presenti: 35
Favorevoli: 34
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Valdimiro FIAMMENGHI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 15
Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI (g), Marco CARINI, Monica DONINI (m), Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Fabio FILIPPI (g), Roberto GARBI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI (g), Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI (g), Matteo RICHETTI, Damiano ZOFFOLI.
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Aimi - Richetti
Corradi - Meo
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