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121.
SEDUTA DI MARTEDÌ 12 MARZO 2013
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti
OGGETTO 3529
Interpellanza della consigliera Barbati circa l'effettuazione di una indagine conoscitiva sulla diffusione, nel territorio regionale, del gioco d'azzardo tra i minori e le azioni da porre in essere per contrastare tale fenomeno.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
BARBATI (Italia dei Valori)
MARZOCCHI, assessore
BARBATI (Italia dei Valori)
OGGETTO 3557
Interpellanza del consigliere Mandini circa la riduzione delle risorse spettanti alla Regione Emilia-Romagna a seguito dell'approvazione della "legge di stabilità", con particolare riferimento al sistema sanitario regionale ed alla sua riorganizzazione.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
MANDINI (Italia dei Valori)
LUSENTI, assessore
MANDINI (Italia dei Valori)
OGGETTO 3564
Interpellanza del consigliere Mandini circa i criteri volti ad evitare infiltrazioni della criminalità organizzata nell'assegnazione degli appalti.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
MANDINI (Italia dei Valori)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
MANDINI (Italia dei Valori)
OGGETTO 3590
Interpellanza del consigliere Cavalli circa le azioni da porre in essere in relazione all'acquisto ed all'immatricolazione di autoveicoli all'estero.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
CAVALLI (Lega Nord)
PRESIDENTE (Mandini)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
CAVALLI (Lega Nord)
OGGETTO 3484
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena»
(Continuazione discussione e conclusioni)
OGGETTO 3685
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena".» (Proposta del consigliere relatore Antonio Mumolo su mandato della Commissione I) (106)
(Continuazione discussione, dichiarazioni di voto e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
NALDI (SEL - Verdi)
PRESIDENTE (Costi)
MUMOLO, relatore
SALIERA, vicepresidente della Giunta
MANFREDINI (Lega Nord)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MUMOLO (PD)
NOÈ (UDC)
MANDINI (Italia dei Valori)
MANFREDINI (Lega Nord)
BIGNAMI (PDL)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 3659
Delibera: «Approvazione, ai sensi dell'art. 22, comma 5 della L.R. 24 marzo 2000, n. 20, dell'estensione del Piano paesistico regionale al territorio dell'Alta Valmarecchia presentata dalla Provincia di Rimini.» (Proposta della Giunta regionale in data 25 febbraio 2013, n. 188) (107)
(Approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 3659/1 - Presentazione e reiezione) (75)
PRESIDENTE (Costi)
BERNARDINI (Lega Nord)
OGGETTO 2007
Risoluzione proposta dai consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli per invitare il Circondario Imolese ed il Comune di Dozza a non modificare l'originaria localizzazione della fermata ferroviaria di Toscanella, mantenendola lungo la Strada provinciale SP 30 Trentola.
(Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Costi)
PARIANI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
Iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Costi)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MONARI (PD)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 3711
Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a mettere in campo gli strumenti per la ricollocazione lavorativa dei lavoratori della BV TECH.
(Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Costi)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MUZZARELLI, assessore
VECCHI Alberto (PDL)
MARANI (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 3186
Risoluzione proposta dai consiglieri Favia e Defranceschi per impegnare la Giunta ad incrementare il contributo mensile per i malati di SLA (sclerosi laterale amiotrofica), rivedere la programmazione regionale perseguendo l'obiettivo prioritario di consentirne il più a lungo possibile la permanenza nel proprio domicilio, garantire un'adeguata assistenza tenendo conto della situazione familiare, ed innalzando inoltre l'attuale limite di sbarramento ISEE.
(Ritiro)
OGGETTO 3682
Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a dare piena attuazione alla risoluzione già approvata dall'Assemblea legislativa in merito all'aumento dell'attuale assegno di cura per le persone con gravissima disabilità acquisita, e quindi anche per i malati di SLA.
(Ritiro)
OGGETTO 3691
Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a dare piena e rapida attuazione alla risoluzione approvata dall'Assemblea legislativa in merito all'aumento dell'attuale livello dell'assegno di cura per le persone con gravissima disabilità acquisita e per i malati di SLA.
(Ritiro)
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 1324
Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia per impegnare la Giunta ad agevolare il progetto di fusione, redigendo in tempi rapidi un progetto di legge, dei Comuni di Castel di Casio, Granaglione e Porretta Terme, sostenendo anche lo svolgimento di una consultazione popolare e fornendo i relativi strumenti informativi.
(Discussione)
OGGETTO 1334
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari e Cevenini per verificare quale sia la volontà dei tre Comuni di Castel di Casio, Granaglione e Porretta Terme circa l'ipotesi della loro fusione.
(Discussione)
OGGETTO 2231
Risoluzione proposta dai consiglieri Noè e Riva per impegnare la Giunta regionale a modificare le disposizioni contenute nella L.R. n. 24/96 in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni ed alle fusioni di Comuni, con particolare riferimento alle nuove norme introdotte circa il referendum.
(Discussione)
PRESIDENTE (Costi)
VECCHI Alberto (PDL)
BIGNAMI (PDL)
VECCHI Alberto (PDL)
MONARI (PD)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
PRESIDENTE (Costi)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 3685 - 3659/1 - 3659
Ordine del giorno oggetto 3659/1
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
La seduta ha inizio alle ore 15
PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centoventunesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il presidente della Giunta Vasco Errani; gli assessori Sabrina Freda e Maurizio Melucci; i consiglieri Gabriele Ferrari, Andrea Leoni e Marco Lombardi.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Costi): Diamo inizio ai lavori della sessione pomeridiana con lo svolgimento delle interpellanze.
Chiamo il primo oggetto:
3529 - Interpellanza della consigliera Barbati circa l'effettuazione di una indagine conoscitiva sulla diffusione, nel territorio regionale, del gioco d'azzardo tra i minori e le azioni da porre in essere per contrastare tale fenomeno.
Risponde per la Giunta l'assessore Marzocchi.
La parola alla consigliera Barbati per illustrare la sua interpellanza.
BARBATI: Grazie, presidente. Assessore, sulla dipendenza dal gioco d'azzardo e sul fenomeno della ludopatia siamo intervenuti spesso in quest’Aula. Il problema esiste, è continuo e preoccupante. Il 28 giugno abbiamo presentato una risoluzione che è stata approvata all'unanimità; il 18 dicembre 2012 abbiamo presentato una mozione condivisa dalle forze politiche di maggioranza. Inoltre, è attualmente pendente l'esame del progetto di legge regionale recante: "Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo, nonché delle problematiche e delle patologie correlate", di cui la sottoscritta è stata nominata relatrice e il cui primo firmatario è il consigliere Pagani.
Devo dire, però, che non ci siamo mai occupati, in particolare, della ludopatia e della diffusione del gioco d'azzardo tra bambini ed adolescenti. Ma i dati emersi da una recente indagine dell'EURISPES e di Telefono Azzurro ci impongono un'ulteriore riflessione sulla tematica.
L'indagine conoscitiva del 16 gennaio 2013, che riguarda proprio l'infanzia e l'adolescenza in Italia, rileva che è particolarmente diffuso il fenomeno del gioco, inteso in senso generico, tra bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, e tra gli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Come risulta da questo documento, sono state interessate 23 scuole di ogni ordine e grado. Dai dati elaborati si desume che il 17,1 per cento dei bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni gioca soldi on-line; il 25,9 per cento ha dichiarato di aver giocato soldi non on-line. Sostanzialmente, quindi, un bambino su quattro risulta essere coinvolto. Il report sottolinea, inoltre, che il gioco prediletto dai bambini, il gratta e vinci, ha un audience del 33,7 per cento; mentre l'11,4 e l'11,1 hanno giocato, rispettivamente, alla lotteria e al bingo. Per quanto riguarda i videopoker e le slot-machine, vi hanno giocato bambini ed adolescenti, rispettivamente, per il 7,8 per cento e per il 6,9 per cento.
Si tratta, come vedete, di numeri importanti. Sottolineo, altresì, che il 12 per cento degli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 18 anni utilizza il canale on-line per giocare a soldi; mentre il 27 per cento gioca a soldi con modalità non on-line.
L'indagine pone l'accento anche sull'uso di internet, stabilendo che il 39,9 per cento dei giovani gioca on-line a tutti i giochi disponibili in rete, che è inutile citare perché li conosciamo tutti. Vi è poi la frequentazione delle edicole, delle tabaccherie, dei bar-ristoranti preferiti, eccetera.
L'ambito in cui si registrano le percentuali più elevate è quello delle scommesse sportive, che coinvolge un intervistato su cinque, cioè il 20 per cento degli adolescenti.
Interpelliamo la Giunta per sapere se a livello regionale è stata fatta un’indagine conoscitiva sulla diffusione del gioco d'azzardo tra minori, e, nel caso, quali dati sono in possesso dell'assessore. Se non è stato fatta, chiediamo se non si ritenga opportuno programmare un'indagine conoscitiva sul fenomeno in esame, per avere dei dati precisi con riferimento proprio alla nostra Regione. Chiediamo, inoltre, quali strategie e quali azioni l’assessore ritenga essere idonee al fine di prevenire e contrastare queste pratiche di gioco tra i minori. Consequenzialmente, se e quali misure intende effettivamente predisporre ed entro quali termini.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.
La parola all'assessore Marzocchi per la risposta.
MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio la consigliera Barbati che, con la sua interpellanza, ci consente di fare il punto su questo che è un tema di interesse molto condiviso in quest’Aula e che è gestito in parte dall'assessorato alla Sanità ed in parte dal mio.
La prima parte della sua interpellanza chiede se siano stati condotti studi o ricerche sul fenomeno del gioco d'azzardo tra i minori e quali impegni abbia assunto la Regione.
Tutti sappiamo che vige il divieto di pubblicità del gioco durante le trasmissioni televisive e cinematografiche rivolto prevalentemente ai minori; vige il divieto di ingresso in sale gioco e sale scommesse. Ci sono, quindi, tutte le azioni che riguardano questi divieti; ci sono i controlli specifici delle forze dell'ordine, e la futura definizione delle distanze minime dalle scuole, dagli impianti sportivi e ricreativi con riferimento all’apertura di nuove sale gioco.
Il nostro assessorato alla Sanità ha lavorato per monitorare i dati che riguardano anche questa fascia di età, con due tipologie di intervento. L'osservazione dei consumi di sostanze psicoattive ed altri comportamenti a rischio da parte della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni, che è stato condotto con l'indagine nazionale IPSAD, con lo scopo, appunto, di monitorare i consumi delle sostanze psicoattive ed altri comportamenti a rischio nella popolazione in generale, secondo gli standard metodologici indicati dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze.
Questo studio è stato condotto dal CNR attraverso la somministrazione di un questionario anonimo, inviato per posta ad un campione di popolazione in età. Questa ricerca è stata condotta anche nel biennio 2010-2011, ed il dato nazionale è stato confrontato con quello del biennio precedente. Consigliera, sarà mia cura mettere a sua disposizione tutti i documenti con l'analisi dei dati che, ovviamente, non riuscirò a leggere per questioni di tempo.
Da queste analisi, che riportano i dati anche per gli adulti, per quanto riguarda i minori, risulta, per la popolazione di età compresa tra i 18 e i 24 anni, rispetto alla precedente osservazione, un aumento delle prevalenza in tutti e due i generi, maschile e femminile, e in quasi tutte le classi di età; mentre per i giovani si registra, nel secondo biennio di osservazione, un leggero decremento tra i maschi. Si registra, invece, un incremento nella popolazione di età compresa tra i 55 e i 64 anni e tra i 45 e i 54 anni. Dunque, se aumenta il gioco d'azzardo nella fascia adulta, non si vede quest’aumento, seppur per termini molto bassi, rispetto alla popolazione giovanile.
Sul territorio conduciamo un’altra ricerca che ci fornisce i dati relativi alla prevalenza dei consumi di sostanze psicoattive, legali ed illegali, nella popolazione studentesca, dati estratti dallo studio campionario di IPSAD Italia. Entrambe le indagini sono di livello nazionale, di lungo tempo, quindi sono sostanzialmente affidabili, con uno spaccato in più per il gioco d'azzardo. Da questo punto di vista, ci sono molti dati da analizzare, che credo lei guarderà con interesse, consigliera, perché si analizzano i comportamenti dei giochi, con uno spaccato rispetto alle città e ai giochi che si utilizzano. Si tratta, quindi, di un lavoro molto di dettaglio. L'attenzione sul gioco d'azzardo, una volta tanto, è produttiva, perché almeno si riesce a conoscere il fenomeno e a preoccuparcene adeguatamente. Non leggo tutto perché la ricerca è veramente corposa.
Ho citato questi studi per dire che stiamo già facendo le indagini conoscitive; mentre, rispetto alla lettura dei dati, non riteniamo di investire ulteriormente perché sembra sufficiente. Vi è da dire, però, che, a prescindere dalle azioni volte a far rispettare il divieto di gioco tra i minori, non di competenza dell'assessorato, il Servizio sanitario regionale ha messo in atto delle azioni di prevenzione e dei programmi di tipo preventivo nelle scuole e tra i giovani (ricorderà il convegno che abbiamo fatto). L'assessorato è partito a fianco degli interventi previsti dal decreto Balduzzi, ma ancor prima, perché questa Regione aveva già manifestato una sensibilità in tal senso, con un'attivazione da parte dell'assessorato, con tutti i costi completamente a carico della Regione, perché dal Governo centrale sono arrivati gli orientamenti ma non la copertura, e peraltro non ci sono interventi aggiuntivi, e questo è un elemento da tenere in considerazione perché è importante. Questi programmi prevedono, tra l'altro, un’attivazione da parte degli insegnanti di matematica per approfondire le conoscenze delle reali probabilità di vincita, cioè gli insegnanti dovrebbero spiegare ai ragazzi che non è vero che si vince così facilmente.
La nostra riflessione, che credo lei condivida, è che la quantità e la qualità dei messaggi pubblicitari che incitano al gioco e il fatto che sia comunque lo Stato, anche attraverso l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, oggi assorbita dall'Agenzia delle Dogane, a promuovere questo comportamento rischia di togliere ogni efficacia alle contrazioni preventive.
Concludo dicendo che noi cerchiamo di fare il possibile compatibilmente con le nostre disponibilità; guardiamo i dati e siamo molto allertati, siamo allertati in maniera trasversale sia rispetto agli assessorati sia rispetto ai territori, perché si possa intervenire, ma bisogna dire che questo non è sufficiente, ci vorrebbero anche azioni dirette di minore pubblicità e di diffusione della pericolosità di questo che non è un gioco da proporre ai nostri giovani, ma è ben altro, e che le azioni preventive, con tanta fatica messe in atto, rischiano davvero di non avere gli effetti desiderati.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Marzocchi.
La parola alla consigliera Barbati per la replica. Consigliera, ha quattro minuti.
BARBATI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore Marzocchi. Non so se è la prima volta, ma sono completamente d'accordo con lei. Mi riservo di verificare se è una novità della giornata.
L’assessore mi ha rubato una battuta, perché sullo "Stato biscazziere" siamo tutti d'accordo.
Il nostro è uno strano Governo, uno strano Paese, dove le cose che fanno male sono gestite perlopiù addirittura dallo Stato, a partire dal fumo, tanto per indicarne una, ed è lo Stato che ne ricava un guadagno effettivo. Pertanto, non credo che ci sia la volontà a livello statale di arginare il fenomeno, diversamente non si spiegherebbe come mai dallo Stato centrale non arrivi alcuna copertura a prevenzione di fenomeni così drammatici, mentre lo Stato ci guadagna. Sinceramente, questa circostanza desta in me preoccupazione e perplessità.
Prenderò atto dei dati che lei gentilmente vorrà fornirmi, perché i dati che abbiamo in mano al momento, ed io dico anche in attesa che la Regione si doti di una legge, riguardano perlopiù divieti, divieti di aprire sale gioco vicino a scuole, a luoghi di culto, ma sono divieti che al giorno d'oggi, quando ci si sposta facilmente, sono davvero risibili, in tal senso il limite di 500 metri è assolutamente inefficace, tanto più alla luce del fatto che il fenomeno maggiormente diffuso è quello del gioco in internet. Il mondo avanza, e la distanza minima è una presa in giro, non funziona. La Regione, quindi, ha compiuto una presa d’atto, spero che riesca anche a licenziare la richiamata legge, il cui esame è in corso in Commissione.
Mi dispiace constatare che, nonostante i divieti, la pubblicità viene tranquillamente trasmessa sulle reti televisive, con l’escamotage di una scritta piccolissima in fondo alla schermo che informa che l’uso è severamente vietato ai minori. Credo che si tratti anche questa di una misura abbastanza risibile. A tal proposito, cito solo un esempio. Nel Comune di Reggio, che si dichiara contrario alle sale da gioco, che a Reggio stanno nascendo come funghi, la rotonda più grande, quella all'uscita dell'autostrada, è sponsorizzata con tanto di cartello dal "Macao", che è una sala giochi. Si tratta, evidentemente, di una pubblicità autorizzata dallo stesso Comune, altrimenti non ci sarebbe il cartello.
Speriamo davvero che ci sia la volontà se non altro di arginare il fenomeno, esattamente come la Regione ha avuto volontà di arginare e di combattere determinati fenomeni, poi non sempre le battaglie si vincono, speriamo - dicevo - che ci sia questa volontà, perché ormai, anche a causa della situazione in cui versano le famiglie, nelle tabaccherie e nei bar ci si gioca veramente la vita ai videopoker.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.
Passiamo all’oggetto successivo:
3557 - Interpellanza del consigliere Mandini circa la riduzione delle risorse spettanti alla Regione Emilia-Romagna a seguito dell'approvazione della "legge di stabilità", con particolare riferimento al sistema sanitario regionale ed alla sua riorganizzazione.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Mandini per illustrare la sua interpellanza.
MANDINI: Grazie, presidente. Parto da quanto è stato rendicontato in sede di Commissione I, nel corso della seduta del 14 novembre 2012, da cui, analizzando la documentazione tecnica illustrata dalla Corte dei Conti, si evince che la situazione finanziaria del settore della sanità, pur in progressivo miglioramento, versa ancora in una situazione che può essere definita problematica.
Lo stesso assessore ha più volte ribadito, in particolare nel corso di una seduta della Commissione IV del dicembre del 2012, che, allo stato attuale, senza tener conto di tutte le possibili variabili che potrebbero determinare un notevole cambiamento, per il 2013 ci dovrebbe essere una riduzione delle risorse spettanti alla Regione Emilia-Romagna di 260 milioni di euro.
È ovvio che bisogna intervenire, abbiamo anche - e giustamente - ribadito il principio di non perseguire la logica dei tagli lineari che tanti danni hanno fatto al Paese, e ampiamente praticati sia dal Governo Berlusconi sia dal Governo Monti, ma, in quest'ottica di razionalizzazione delle risorse e di riorganizzazione delle strutture e dei servizi, come ho avuto modo di dire in sede di relazione al bilancio 2013, ancora oggi la nostra Regione conta ben 11 Aziende sanitarie locali, molte diverse tra di loro sia per dimensione territoriale, sia per bacino d'utenza, sia per qualità e quantità dei servizi erogati, chiedo, come peraltro avevo fatto in quell'occasione, considerato il costo della dirigenza, del cosiddetto top management, degli amministratori di queste 11 Aziende sanitarie locali, che hanno un costo di quasi 5 milioni di euro all'anno, se l'assessore non ritenga opportuno, in considerazione delle risorse economiche che diminuiscono sempre di più, procedere ad una riorganizzazione e riduzione delle 11 Aziende sanitarie. Ricordo che in quel momento ci si confrontava anche sull'ipotesi della riorganizzazione e riduzione delle Province, purtroppo finita in un cassetto, ipotesi che comunque poteva essere un punto di partenza, posto che abbiamo l'anomalia di due Aziende in più rispetto al numero attuale delle Province. Chiedo se non si ritenga opportuno prendere a base di ragionamento alcuni dei criteri che si individuarono per la riorganizzazione e la riduzione delle Province, per una corrispondente riduzione del numero delle Aziende sanitarie locali.
Visto che per il 2013 la Giunta ha annunciato che si doveva procedere ad un taglio del 10 per cento sui beni e servizi, in considerazione del fatto che anche la Giunta ha più volte sostenuto che è necessario mettere in campo misure di riorganizzazione, non so se l'ultima, ma mi risulta che nella delibera n. 199 del 2013, la Giunta, fissando le quattro linee di intervento all'interno delle quali viene anche prevista la riconversione dei piccoli ospedali e di altre strutture, ebbene, di fronte a tutte queste problematiche, che mi pare che la Giunta abbia ben presenti, chiedo se il taglio di 260 milioni di euro previsto dalla legge di stabilità è confermato; se vi è la volontà di andare ad una ridefinizione degli ambiti territoriali delle Aziende USL; e, nel caso questo non fosse tra gli obbiettivi della Giunta, in quale altro modo intenda procedere ad una riduzione dei costi dell'apparato aziendale, che, ripeto, sono notevoli.
Assessore, apro una piccola parentesi, alla quale non pretendo una risposta perché è di stretta attualità e non è contemplata in quest'interpellanza. Dagli organi di stampa abbiamo appreso di una consulenza d'oro per l'ospedale di Cona, dove sembra che un professionista abbia incassato circa 1 milione di euro in 10 anni per delle prestazioni consistenti in elaborazioni grafiche al computer e via dicendo. Mi sembra che questa situazione denoti il fatto che forse non vi è una perfetta attenzione all'esigenza di spendere oculatamente i fondi della sanità.
Scommetto, anzi ne sono certo, non scommetto neanche, che anche i direttori generali di queste Aziende hanno percepito negli anni il bonus per il raggiungimento degli obiettivi, ne sono sicuro. La mia non vuole essere una polemica, ma mi sia consentita una battuta, forse sarebbe opportuno chiedere a chi l’ha percepito la restituzione del bonus per il raggiungimento degli obiettivi, perché non credo che questo fosse tra gli obiettivi.
Chiudo subito la parentesi, assessore, perché la questione non è oggetto dell’interpellanza, ma non si può non rilevare come essa denoti la situazione che vige nella dirigenza di queste ASL, dove forse, assieme alla riduzione, bisogna cominciare veramente a fissare e a comprendere i reali criteri di competenza e di oculata gestione.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta. Prego.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Ho avuto modo di illustrare, nella seduta del 12 febbraio scorso, in Commissione IV, il contesto che è sotteso alla definizione delle linee di programmazione per il 2013. Il quadro generale è di un forte e significativo de-finanziamento del servizio sanitario nazionale e regionale.
Il 2013 è il primo anno dalla nascita del servizio sanitario nazionale, che ricordo essere il 1978, in cui il fondo sanitario nazionale è inferiore, in valore assoluto, all'anno precedente, e lo sarà anche nei prossimi anni, fino al 2015.
La riduzione del fondo sanitario nazionale per il 2013 è pari ad 1 miliardo 56 milioni di euro, cui si aggiunge un aumento dei costi valutabile almeno nel 3,5 per cento in corso d'anno. Ciò determina uno sbilanciamento tra fabbisogno e finanziamento del servizio sanitario regionale, per il 2013, pari a circa 260 milioni di euro. Tale cifra tiene anche conto del contributo di 150 milioni da parte del bilancio regionale, senza il quale il disallineamento regionale sarebbe stato di 410 milioni di euro.
La situazione così descritta è il risultato della somma delle due manovre dell'estate del 2011, del cosiddetto decreto "Salva Italia", della spending review e della legge di stabilità del 2013.
Al quadro generale si aggiungono alcuni elementi di aggiornamento. Non è più vigente il Patto per la Salute, scaduto il 31 dicembre 2012, non n’è stato approvato un altro e non ci sono nemmeno i presupposti per un nuovo Patto per la Salute. Inoltre, non c'è nemmeno la proposta di riparto del fondo sanitario nazionale per il 2013 che dovrebbe essere il primo anno di entrata in vigore dei criteri sul federalismo fiscale, e cioè l'applicazione dei cosiddetti costi standard, di cui però non ci sono ancora le norme applicative. Il decreto sui requisiti standard dell'assistenza ospedaliera, inoltre, previsto dalla spending review, non è stato discusso perché mancano i presupposti per trattare la questione. Infine, la proposta dei nuovi LEA, presentata dal ministro della Salute, non è stata condivisa dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, per cui non è arrivata al tavolo di confronto con le Regioni. Dunque siamo in una condizione, da un lato, di scarsità di risorse, e, dall'altro, di forte incertezza normativa.
L'annuale delibera di programmazione e finanziamento delle Aziende sanitarie, la delibera n. 199 del 25 febbraio 2013, affronta, pur in questo quadro, il 2013 dando per acquisite condizioni valutate solo in via previsionale. La definizione della dotazione del fondo sanitario regionale è calcolata pari a 7 miliardi 850 milioni di euro, invarianza della quota d’accesso, cioè a criteri di riparto invariati.
Nell'atto sono identificate alcune azioni per dare sostenibilità al 2013: l'ulteriore efficientamento delle Aziende sanitarie, soprattutto riguardo alla spesa farmaceutica, all’integrazione dei servizi, alle unioni d'acquisto; la revisione tariffaria, che riguarda sia le strutture pubbliche sia quelle private, che è oggetto da settimane di confronto con l'ospedalità privata accreditata; gli accordi integrativi regionali per le convenzioni, in merito ai quali è in corso un confronto con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali; infine, la parziale copertura del turnover che dovrà essere limitato rispetto agli anni precedenti sulla base di un'analisi di dettaglio condotta per ogni azienda; la realizzazione delle strutture complesse; l'avvio di politiche d’integrazione delle funzioni tecnico-amministrative tra le aziende.
La Giunta sta comunque lavorando anche ad una programmazione di più ampio respiro, che consenta di superare il 2013 in una visione di medio e lungo periodo. Tali azioni, riguardanti appunto il medio e lungo periodo, sono contenute in un documento sottoscritto il 4 febbraio con tutte le organizzazioni confederali sindacali.
In merito alla ridefinizione degli ambiti territoriali delle Aziende sanitarie e alla loro riduzione, occorre fare presente che la Giunta regionale non può e non deve sottrarsi alla necessità di riflettere anche su tali possibili profili di innovazione istituzionale del servizio sanitario regionale. Tuttavia, ritengo che un tale processo non debba essere affrontato in modo fine a se stesso per inseguire logiche demagogiche che vanno contro la politica e contro le istituzioni, ma deve trovare le solide basi in un nuovo e più ampio ridisegno delle responsabilità territoriali ed istituzionali, e soprattutto deve essere coerente con l'esigenza di dare migliori risposte, garanzie e qualità nei servizi nell'interesse dei cittadini, degli utenti e degli operatori del servizio sanitario regionale.
Un tale processo di riordino, pertanto, non potrà che partire dal basso, dalle istanze locali e territoriali, secondo il modello di governance fatto proprio dalla legge n. 29, che vede la condivisione delle responsabilità strategiche nell'organizzazione dei servizi sanitari tra la Regione, soggetto che finanzia e gestisce i servizi, e gli enti locali, che programmano e vigilano il loro andamento. Al momento, la riduzione delle Aziende trova una sua prima possibile sperimentale applicazione nell'Area Vasta Romagna, dove proprio in questi tempi le Conferenze territoriali stanno discutendo i futuri assetti istituzionali delle attuali quattro Aziende. A seguito degli esiti del confronto, la Giunta regionale potrà quindi sottoporre all'Assemblea la necessità di una riflessione sulla riduzione delle Aziende in quel territorio.
In quanto alle osservazioni ulteriori che il consigliere Mandini faceva circa l'Azienda ospedaliera di Ferrara e riguardo al tema dei contratti di consulenze in quella e in altre Aziende, non essendo oggetto dell'interpellanza, in quest’occasione non fornisco alcuna risposta, ma sarò ben lieto di fornire ampia e documentata risposta nel caso in cui mi venga sottoposta un’interrogazione o un'interpellanza specifica al riguardo.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Mandini per la replica. Consigliere, ha due minuti.
MANDINI: Grazie, presidente. Assessore, per quanto riguarda la questione delle cosiddette consulenze d'oro dell'ospedale di Cona, proprio oggi ho depositato un'interrogazione specifica. D’altra parte, io stesso avevo premesso che si trattava semplicemente di un accenno e che non mi aspettavo alcuna risposta in questa sede.
Assessore, i suoi argomenti, per un verso, sono ampiamente condivisibili, con riferimento alla situazione finanziaria, all'incertezza normativa e allo sforzo fatto dalla Regione per riuscire a mettere in piedi la delibera con cui fissa i criteri e dà delle prospettive di garanzia di un livello buono - almeno spero, anche se ho dei dubbi - dei servizi, fissando dei principi che vanno, da un lato, al contenimento dei costi, ma cercando al contempo di mantenere la qualità.
Assessore, mi perdoni, ma non posso dichiararmi soddisfatto della sua risposta, quando lei afferma che, iniziare un percorso, con una spinta ad opera della Giunta, di riorganizzazione delle Aziende sanitarie locali, possa essere definita una logica demagogica. Tutti rispettiamo - credo che l'abbiamo dimostrato in varie sedi, in vari modi, anche con leggi - i territori della nostra Regione e le istituzioni territoriali della nostra Regione. Siamo contenti che nella Romagna si sia avviato un dibattito. Chiediamo, assessore, che ci sia una spinta propulsiva da parte della Giunta su questi temi, e non che la Giunta aspetti la buona volontà dei singoli territori prima di affrontare queste tematiche. Credo che sia compito della Giunta, in sede di programmazione del settore sanitario, responsabilmente, oggi più di ieri, a causa della situazione economica in atto, riflettere sulla necessità di operare nella direzione della riduzione delle Aziende sanitarie e dei relativi costi. Ma aggiungo che non sempre si tratta solo ed esclusivamente di un discorso relativo alla situazione economica, nel senso che certe cose ormai sono state superate dai fatti. In tal senso, si rischia che, se non arriva lo stimolo da parte dei territorio, di rimanere nell'immobilismo, e credo che questo non sia più accettabile. Pertanto, invito la Giunta, al di là della buona volontà e dell’iniziativa dei territori, ad essere protagonista di proposte, di progetti, di iniziative volte al contenimento dei costi dell'apparato manageriale delle Aziende sanitarie locali, perché spesso purtroppo i risultati non sono all'altezza dei compiti dati, e comunque si tratta di un costo che, a mio avviso, oggi non ci possiamo più permettere, neanche dal punto di vista etico, al di là dei limiti di bilancio.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
Comunico che l'interpellanza oggetto 3563 del consigliere Bartolini è ritirata su richiesta dello stesso proponente, il quale ha chiesto di avere risposta scritta.
Passiamo, quindi, all'oggetto successivo:
3564 - Interpellanza del consigliere Mandini circa i criteri volti ad evitare infiltrazioni della criminalità organizzata nell'assegnazione degli appalti.
Risponde per la Giunta l'assessore Saliera.
La parola al consigliere Mandini per illustrare la sua interpellanza.
MANDINI: Grazie, presidente. Si tratta di una questione di per sé specifica che, però, ovviamente, riguarda un tema molto più ampio, qual è quello delle infiltrazioni mafiose nell'apparato industriale, nei servizi e nell'economia, di cui abbiamo ampiamente trattato in varie occasioni in quest'Assemblea, su cui quindi non mi dilungherò.
Venendo al caso specifico, stiamo parlando di un'azienda, la AIMERI, che svolge un servizio in appalto per conto di Hera, sulla quale esistono due filoni di problemi: uno riguardante il sospetto coinvolgimento di infiltrazioni mafiose; l'altro riguardante il fatto che quest’azienda, in vari casi, non solo nella nostra regione, ma anche nel milanese, nel calabrese ed altrove, non paga i propri dipendenti.
Ebbene, visto che mi risulta che, almeno fino a prova contraria, per i contratti che Hera fa nella nostra regione, vi è un pagamento, una corresponsione pronta alle aziende che prestano servizi, non si capisce per quali motivi la AIMERI non paghi i propri dipendenti, perché, ripeto, risulta che incassi i soldi da Hera.
Peraltro, parlando di un’azienda - mi riferisco ad Hera - a maggioranza di capitale pubblico, non che questo faccia differenza dal punto di vista normativo, per l'amor del cielo, ma dal punto di vista della sensibilità, non essendo un soggetto privato, credo che se ne debba tenere conto, quando ATERSIR, che è l’ATO regionale, ha messo in campo le condizioni sulla base dei quali fare i bandi, ed Hera ha provveduto a farli per affidare i servizi, perché non ha proceduto ad un controllo sui soggetti che hanno partecipato a questi bandi? Tanto più che oggi (almeno così mi pare) le condizioni per fare i controlli nei vari settori dell'economia ci sono. Mi sorprende che un'azienda su cui ci sono dei sospetti di infiltrazioni mafiose - tra l'altro, non ne parliamo solo oggi, perché qualcosa era emerso anche in passato - sia riuscita a vincere una gara pubblica.
Chiedo, in primo luogo, se i criteri atti ad evitare infiltrazioni della criminalità organizzata nell’assegnazione degli appalti, alla luce dei fatti descritti, siano stati completamente rispettati; in secondo luogo, se, partendo dalle situazioni descritte, vi siano rassicurazioni da parte di Hera ed AIMERI a garanzia della continuità dei servizi erogati; infine, se, partendo dalle situazioni descritte, vi siano rassicurazioni da parte di Hera ed AIMERI a garanzia della continuità occupazionale e della retribuzione dei lavoratori.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
La parola all'assessore Saliera per la risposta. Prego.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. In relazione all'interpellanza, si premette che, ai fini di dare corretta risposta, sono state acquisite dall'Agenzia territoriale dell'Emilia-Romagna per i servizi idrici e per i rifiuti, ATERSIR, le informazioni che sto per dare.
Infatti, ATERSIR dichiara che i criteri adottati per controllare ed evitare infiltrazioni mafiose negli appalti trovano applicazione in alcuni passaggi, i seguenti: le imprese che intendono partecipare alle gare di appalto indette dai gestori citati dalla sua interpellanza, in questo caso Hera e GEOVEST, devono preliminarmente acquisire la qualifica di fornitori. All'interno di tale iter procedurale, i soggetti interessati devono fornire una serie di requisiti, tra i quali un certificato rilasciato da parte del Casellario giudiziario in merito all'assenza di eventuali procedimenti penali, civili e amministrativi in corso.
In fase di espletamento della gara di appalto, la stazione appaltante, al termine della procedura di selezione della migliore offerta, ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 2006, dichiara l'aggiudicazione provvisoria al miglior offerente. Nel periodo intercorrente tra l'aggiudicazione provvisoria e quella definitiva, GEOVEST ed Hera attuano le verifiche in merito alla regolarità dell'impresa aggiudicataria, relativamente a pagamenti ed adempimenti previdenziali, assistenziali ed assicurativi, nonché di tutti gli altri obblighi previsti dalla normativa vigente nei confronti di Inps, Inail e Casse Edili, attraverso Inps, che è l'ente che emette il DURC, il Documento Unico di Regolarità Contributiva. Infine, compiono autonoma verifica presso il Casellario giudiziario in merito all'assenza di procedimenti penali, civili e amministrativi in corso.
L'aggiudicazione definitiva diviene efficace solo dopo la verifica del possesso da parte dell'aggiudicatario di tutti i requisiti prescritti. Sia detto per inciso, uno degli argomenti che abbiamo affrontato anche per altri versanti, riguarda una collaborazione continua con i punti di riferimento della Prefettura, come punto di conoscenza e di indagine.
Dagli elementi conosciuti a mezzo stampa e dai comunicati ufficiali emerge un effettivo coinvolgimento di diverse persone alle dipendenze della AIMERI in un'operazione della DDA di Catania.
Con riferimento alla garanzia di continuità dei servizi e alla garanzia di continuità occupazionale, sia Hera sia AIMERI hanno fornito ad ATERSIR rassicurazioni anche in relazione ad interventi messi in campo da parte di quest'ultima per risolvere i problemi di liquidità che si sono verificati. Si segnala comunque che, nel caso dovessero proseguire e verificarsi situazioni ancora di possibile criticità e continuare, il contratto di appalto con l’ATI, di cui AIMERI fa parte, prevede che Hera possa/debba sostituirsi direttamente o tramite altre imprese per l'effettuazione dell'attività.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Mandini per la replica. Consigliere, ha cinque minuti.
MANDINI: Grazie, presidente. Vicepresidente, io non ho dubbi che nelle more delle procedure seguite per le aggiudicazioni degli appalti si siano espletate tutte le procedure che la legge sugli appalti prevede, altrimenti saremmo di fronte a casi eclatanti, che nemmeno sfiorano il mio pensiero. Ma visto che è confermato che esiste una situazione, denunciata dalla DIA, di persone di quest'azienda che hanno collusioni con l'apparato organizzativo, in questa sede, come giustamente ricordava anche lei, abbiamo detto varie volte che è necessario mettere a punto e sicuramente migliorare le informazioni e le procedure, al fine di evitare di ritrovarsi in situazioni come questa.
Secondo me è grave che, dopo anni che si denunciano questi problemi, con documenti e buone intenzioni, rimangano ancora delle maglie aperte in cui si può infiltrare la criminalità organizzata. È indice del fatto che, probabilmente, non voglio dire che ancora non si è preso coscienza del problema fino in fondo, ma forse, purtroppo, in certi settori anche della politica, anche delle istituzioni, non parlo della nostra Regione, ci sono dei soggetti che pongono resistenze ad andare in una direzione di ulteriore restringimento delle maglie.
Per quanto riguarda i dipendenti di quest'azienda, prendo atto che siamo ancora nell’ambito delle buone intenzioni. Mi risulta, infatti, che nel milanese i dipendenti sono da due mesi senza stipendio, nell'imolese la situazione è all'attenzione, ma ancora non è stata risolta, nel calabrese l’ATO si è sostituita all'impresa per pagare gli stipendi. Pertanto, a fronte di tante buone intenzioni, mi auguro e spero che queste buone intenzioni si concretizzino celermente in azioni e, con riferimento alla nostra Regione, auspico che Hera, dopo aver messo attorno ad un tavolo tutti i soggetti, dia dei tempi ristrettissimi perché l'azienda adempia ai propri obblighi oppure che si vada ad una risoluzione del contratto e quindi ad una sostituzione del servizio.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
Passiamo all'oggetto successivo:
3590 - Interpellanza del consigliere Cavalli circa le azioni da porre in essere in relazione all'acquisto ed all'immatricolazione di autoveicoli all'estero.
Risponde per la Giunta la vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Cavalli per illustrare la sua interpellanza.
CAVALLI: Grazie, presidente. La tassa automobilistica è una tassa di possesso che è dovuta dai proprietari dei veicoli iscritti al Pubblico Registro Automobilistico.
I proventi del bollo auto vengono trattenuti dalle Regioni alle quali spetta altresì la gestione e la riscossione. La Regione Emilia-Romagna incamera circa 500 milioni di euro ogni anno dai proventi dalla tassa automobilistica.
L’articolo 132 del Codice della strada, permette ai possessori di autoveicoli con targa estera di circolare in Italia per la durata massima di un anno dalla data di immatricolazione, attestata sul certificato dello Stato di origine, rendendo obbligatoria per il periodo successivo la registrazione negli elenchi della Motorizzazione Civile.
Appreso che da tempo si sta diffondendo la pratica di acquistare e immatricolare auto all’estero, prevalentemente in Germania e nei paesi dell’Est europeo.
Considerato che chi è italiano o comunitario e risiede stabilmente in Italia e guida un’automobile immatricolata all’estero gode di alcuni vantaggi: non è tenuto a corrispondere la tassa automobilistica; paga premi assicurativi molto più bassi e non versa il conseguente contributo al SSN; sfugge più facilmente agli accertamenti fiscali del "redditometro"; non è tenuto ad effettuare le periodiche revisioni; elude più facilmente il pagamento delle sanzioni amministrative indirette, ad esempio l’autovelox; la sanzione prevista per la violazione dell’articolo 132 del Codice della strada è compresa tra gli 80 e i 318 euro.
Ritenuto che la diffusa pratica sopra descritta comporta ingenti danni per l’erario regionale; le sanzioni di cui all’articolo 132 del Codice della Strada sono irrisorie, se si considerano i benefici e gli sgravi collegati a detta pratica.
Si interroga la Giunta per sapere a quanto sia ammontato il gettito fiscale derivante dalla tassa automobilistica per gli anni 2010, 2011 e 2012; e per sapere se la Regione abbia registrato un calo del gettito fiscale; e quali misure intenda adottare a contrasto di questo fenomeno che danneggia l’erario regionale e nazionale, e se queste includano un apposito progetto di legge alle Camere.
Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
La parola alla vicepresidente Saliera per la risposta.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Gentile consigliere, in merito al primo punto, il gettito fiscale riscosso, derivante dalla tassa automobilistica, per gli anni 2010, 2011 e 2012, risulta così ripartito (arrotondo riservandomi di consegnarle apposita documentazione): nel 2010, 495 milioni di euro; nel 2011, 500 milioni di euro; nel 2012, 495 milioni di euro.
In merito al secondo punto, si rileva che, comparando il dato delle immatricolazioni con quanto riscosso, non esiste al momento una perdita rilevante, nonostante il momento congiunturale di crisi socio-economica e il trend in discesa in tutti i settori produttivi. Il tendenziale mantenimento del gettito è legato al numero dei veicoli circolanti in regione che si è mantenuto abbastanza stabile.
In merito al terzo punto, nel quale si chiede quali misure la Regione intenda adottare per contrastare il fenomeno della circolazione in Italia con un’automobile immatricolata all'estero al fine di godere di rilevanti vantaggi economico-fiscali, si comunica che in capo alla Regione spetta la sola competenza all'accertamento tributario. Tale attività non si estende al controllo sulla circolazione stradale che, come correttamente rilevato nella sua interpellanza, è attività di esclusiva spettanza degli organi di polizia individuati dal Codice della strada.
Si ritiene che la sensibilizzazione al controllo, per ragioni di equità fiscale e per motivi legati all’omogenea e trasparente azione della Pubblica Amministrazione, sia un fatto degno della più attenta valutazione. Per tali ragioni il settore tributi della Regione, per consolidata prassi, invia segnalazioni puntuali su casi concreti oggetto di accertamento tributario agli organi di polizia, affinché lo stesso organo proceda, qualora il fatto abbia rilevanza, alla verbalizzazione delle violazioni alle norme che regolano la circolazione stradale.
Considerato che il fenomeno da lei segnalato merita comunque una sua ponderazione anche a livello di rapporti interregionali, si ritiene di dover riportare i fatti, così come sono stati segnalati, all'attenzione del Comitato Interregionale delle Tasse Automobilistiche, CITA, affinché in esso se ne discuta e venga proposto all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni.
Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Cavalli per la replica. Consigliere, ha quattro minuti.
CAVALLI: Grazie, presidente. La risposta della vicepresidente Saliera è soddisfacente, perché crediamo che la Regione in questo campo abbia delle competenze molto limitate. Cionondimeno, chiediamo un'attività di controllo da parte della Regione perché tale pratica venga ad essere sottoposta all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni, perché si tratta di un fenomeno che forse può riguardare numeri piccoli, ma i furbi - mi lasci passare il termine, vicepresidente - devono essere puniti, perché tutti abbiamo dei diritti ma abbiamo anche dei doveri.
Credo, quindi, che coloro che eludono la Pubblica Amministrazione immatricolando le automobili nei paesi stranieri e girando sul territorio nazionale, debbano essere puniti.
Grazie.
OGGETTO 3484
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena.»
(Continuazione discussione e conclusioni)
OGGETTO 3685
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena".» (Proposta del consigliere relatore Antonio Mumolo su mandato della Commissione I) (106)
(Continuazione discussione, dichiarazioni di voto e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Riprendiamo i lavori della sessione antimeridiana con l’esame dell’oggetto 3484, Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena", e dell’oggetto 3685, Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena".
Riprendiamo la discussione generale congiunta dei due oggetti.
Ha chiesto la parola il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Siamo nuovamente di fronte ad un progetto di fusione che viene presentato da coloro che lo conoscono più da vicino, penso in particolare all'intervento del consigliere Zoffoli…
(interruzioni)
Siete perdonati. Viene presentato come un progetto non strettamente reso necessario dalle difficoltà dei comuni, ma come una scelta ottimale, qualificante per il futuro. Però, come per la Valsamoggia, si ammette onestamente che questi comuni vengono da un’esperienza di unione con altri comuni, se non erro sono in tre, che ha avuto parecchie difficoltà. In qualche modo, quindi, il progetto di fusione viene presentato anche come un tentativo per superare i limiti dell'unione.
Ebbene, a differenza del progetto della Valsamoggia, che ho avuto modo di conoscere da vicino, non sono in grado di rappresentare delle considerazioni più ravvicinate, quindi non ho intenzione di insistere più di tanto con le mie osservazioni, tuttavia, desidero esprimere due concetti di carattere generale.
A mio parere, nel nostro modo di procedere come Consiglio regionale, come Amministrazione regionale, vi è qualcosa che non funziona, se non riusciamo a promuovere le fusioni laddove veramente sarebbero necessarie, dove sono indispensabili, data la scarsa consistenza, da tanti punti di vista, di comuni troppo piccoli, mentre le portiamo avanti dove non sarebbero estremamente necessarie. Io ho sollevato questo problema anche a conclusione del percorso della Valsamoggia. Per il momento non ho ottenuto risposte. Ripeto anche questa sede che sono un moderato e che quindi non pretendo di avere ragione subito, ma mi piacerebbe che chi di dovere rispondesse a questo tema.
Inoltre, vorrei dire che in Valsamoggia abbiamo consumato molte energie e abbiamo praticato molti scontri che si potevano evitare con un reale processo partecipativo che sembrava fosse possibile, ma che poi non è stato messo in atto. È stato detto in quest’Aula, se non ricordo male anche dalla vicepresidente, ed è stato ribadito oggi dalla consigliera Marani, che noi non possiamo e non vogliamo procedere se non quando l'iniziativa parte dal basso, cioè dai Consigli comunali. Per noi la partecipazione nasce dal basso proprio perché nasce da un Consiglio comunale, ma sia chiaro che, a livello comunale, quando si dice "dal basso", si intende un'altra cosa, s'intende dai cittadini al consiglio comunale. È per questo che, così come ho fatto in Valsamoggia, e penso che sarebbe stata una buona pratica, anche in questo caso, mi sono permesso di chiedere in Commissione, e ribadisco la domanda in Aula, perché non applichiamo la legge sulla partecipazione, che è una legge regionale? È possibile che non troviamo la modalità per rendere veramente partecipi i cittadini di questi progetti? Che cosa osta? Il fatto che tutte le volte arriviamo a ridosso della discussione del problema in quest'Aula con dei tempi troppo stretti? Io penso che questo non sia il modo di procedere.
Dopodiché, in questo caso, come ho cercato di dire nel mio intervento, non ho delle particolari obiezioni da fare, ma non vorrei scoprire, non vorrei che scoprissimo assieme - io non sono nelle condizioni per dire se vi siano o meno questi elementi di criticità - che i cittadini, in realtà, manifestano problemi che in questo momento non siamo in grado di vedere.
Grazie.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
Non essendovi altri iscritti a parlare in sede di discussione generale, do la parola al consigliere Mumolo, relatore della legge.
MUMOLO, relatore: Grazie, presidente. Solo alcune brevi considerazioni. Intanto ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti perché con le loro riflessioni hanno sicuramente arricchito questo dibattito.
Registro una particolarità, se così vogliamo definirla, che avevamo già apprezzato nella discussione sulla fusione dei comuni della Valsamoggia, e cioè che tutti coloro che sono intervenuti hanno detto che, in linea di principio, sono favorevoli alle fusioni, ma che disgraziatamente non sono favorevoli a questa fusione. Non ho capito benissimo perché, ma sarà sicuramente un mio limite.
Devo dire che noi oggi abbiamo sostanzialmente replicato la discussione che vi è stata in commissione circa la valutazione dei possibili esiti del referendum, senza entrare nel merito della legge. Io vorrei provare a ribadire il merito della questione. Il merito della questione, intanto, è che la scelta di procedere è dei comuni, e il percorso è iniziato su sollecitazione dei Consigli comunali, con l'accordo delle parti sociali e delle realtà produttive. Peraltro, vorrei dire al collega Naldi, i cui interventi apprezzo sempre molto, che la normativa relativa alle fusioni ha una scansione temporale che impedisce l'applicazione della legge cui egli fa riferimento, mentre su questo punto bisognerebbe ricordare - magari ricordarsene quando nei Comuni si parla di fusione - che vi è un'altra possibilità, e l'altra possibilità è fare in modo che ci siano dei referendum comunali prima che la proposta di legge venga inviata in Regione. In quel caso, il referendum consultivo non si tiene, si tiene un referendum comunale prima. Si può fare, chiunque lo può proporre. In tal caso, avremmo una consultazione dei cittadini, quella che sostanzialmente auspica il collega Naldi, preventiva alla proposta che viene inviata alla Giunta regionale.
Ma in questo caso, si è parlato di questa fusione per moltissimi anni. Si è arrivati alla determinazione di procedere con la richiesta da parte dei Consigli comunali, a maggioranza qualificata. Una volta che la richiesta è arrivata in Regione, il nostro è semplicemente un atto dovuto, non possiamo fare altro. Noi possiamo limitarci a prendere atto della richiesta, verificare che ci siano i requisiti, verificare che lo studio di fattibilità effettivamente consigli di andare in quella direzione. Dopodiché, non possiamo fare null'altro, se non dare la parola ai cittadini, cosa che dovremmo fare tutti assieme oggi.
Ebbene, che cosa si otterrebbe con la fusione? Molti colleghi hanno fatto riferimento allo studio di fattibilità. Io ce l’ho sottomano, e posso dire che è molto chiaro: si compone di cinque capitoli, in ogni capitolo … Il collega Manfredini diceva che a Gravedona ed Uniti, in quei famosi tre Comuni, Rumo, Germasino e Gravedona, vi è stato un grande studio. Collega, per tutte le fusioni vi è uno studio di fattibilità, anche qui vi è uno studio di fattibilità, che, tra l'altro, come dicevo, verifica la situazione esistente, dice che cosa potrebbe accadere se i Comuni si fondessero per tutte le situazioni ipotizzabili, quindi i cittadini, il territorio, i servizi, e poi fa anche una comparazione tra il nuovo Comune che si andrebbe ad istituire ed un Comune analogo, omogeneo per territorio e per popolazione, facendo un'analisi dei servizi, analizzando come sono sviluppati nel comune omogeneo e come si svilupperebbero nel nuovo Comune. Ora, è lecito ritenere che lo studio sia poco approfondito, io l'ho letto, a me sembra molto approfondito, ma uno studio c’è, e c'è in tutti i casi in cui si parla di fusione.
Dicevo: che cosa si otterrebbe con la fusione? Intanto si otterrebbe un Comune più efficiente, e qui c'è uno studio di fattibilità che lo dice, ma lo dice anche il buonsenso, un minimo di buonsenso, di cui tutti quanti siamo - ne sono certo - ampiamente dotati. Un Comune più efficiente, ovvero capace di offrire, a fronte della situazione di crisi, identici servizi, se non migliori, ai cittadini; ed identici servizi sarebbe un grande risultato, e tutti quanti lo sappiamo, perché in questo momento i servizi diminuiscono, perché non ci sono le risorse, ed anche garantire per i prossimi 10/15 anni identici servizi sarebbe un gran risultato, ma puntiamo a fare un passo in più, puntiamo a migliorare questi servizi con la fusione. Si otterrebbe un argine alla crisi finanziaria che attanaglia gli enti locali, da un lato, risparmiando, e, dall'altro, ottenendo cospicui finanziamenti. È un fatto importante. Risparmiando, perché? I risparmi derivano da economie di scala evidenti; derivano dal fatto che si riduce il personale politico ed amministrativo: un solo sindaco al posto di due, una sola Giunta al posto di due, un solo Consiglio comunale al posto di due, un solo segretario comunale al posto di due. Poi ci sono i finanziamenti - ne abbiamo parlato, ma vorrei sottolinearlo nuovamente - dello Stato per una cifra stimata di circa 10 milioni di euro in 10 anni, finanziamenti dalla Regione Emilia-Romagna per una cifra stimata di 5 milioni 625 mila euro in 15 anni. Si otterrebbero finanziamenti dalla posizione privilegiata che si otterrà in modo automatico in tutti i bandi per i finanziamenti regionali. Queste sono tutte somme che arrivano al Comune, ma sono somme che saranno utilizzate per i cittadini, per l’economia di quel territorio. Ma tutto questo non basta: il nuovo Comune funzionerà molto meglio e sarà più efficiente anche per un'altra ragione, perché godrà dell'esenzione per due anni dal Patto di stabilità, e questo significa, andando a fare i conti solo per il 2014, 2 milioni di euro in più di spesa possibile tra contributi e risparmi, oltre alla possibilità di utilizzare altri 4 milioni di euro derivanti dall’esenzione dal Patto di stabilità.
Questo è il merito e questi i risultati che noi puntiamo ad ottenere. Noi riteniamo che siano risultati importanti. Dopodiché, se sono importanti o meno lo decideranno i cittadini con il referendum consultivo. Oggi noi dobbiamo semplicemente decidere se indire o meno il referendum. Una volta che il referendum si sarà tenuto, noi valuteremo i risultati, e lo faremo in quest'Aula, come prevede la legge, ma tenendo presente anche le posizioni delle comunità e delle istituzioni locali. Noi rispettiamo e terremo senz'altro conto del parere di chi si esprimerà per il no, il cui voto vale esattamente quanto quello di chi si esprimerà per il sì, e ne terranno conto in primis i sindaci e i Consigli comunali che faranno le loro valutazioni dopo il referendum, esattamente com’è avvenuto per i Comuni della Valsamoggia. Noi ne terremo conto veramente, collega Manfredini, non com'è successo nel famoso Comune di Gravedona ed Uniti, dove il 55 per cento dei cittadini ha votato per il no, ma la maggioranza, Pdl e Lega, ha deciso di procedere alla fusione. Noi ne terremo conto veramente.
Concludo, presidente, dicendo, soprattutto ai colleghi dell'opposizione, a coloro che si sono espressi con delle critiche, che sono assolutamente non solo legittime ma utili, che noi possiamo pensarla diversamente, e questo è un bene, perché dal confronto non può che uscirne un miglioramento, il confronto può servire soltanto al miglioramento, quindi è assolutamente utile, ma spero almeno che, per quanto riguarda l'indizione del referendum, saremo capaci di dare un segnale di unità votando tutti insieme la delibera che indice referendum e lasciando la parola ai cittadini. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mumolo.
Ha chiesto la parola la vicepresidente Saliera, che concluderà il dibattito generale per la Giunta.
Prego, vicepresidente Saliera.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Solo pochissime riflessioni.
Intanto ringrazio il relatore Mumolo sia per la relazione iniziale, sia per le puntuali osservazioni nella sua conclusione.
La riflessione è la seguente: spesso stiamo rincorrendo una discussione ed una realtà che è molto più avanti, che ha ben presente le difficoltà della vita quotidiana, l'impossibilità degli amministratori di dare servizi, di mantenerli, a fronte di bisogni che aumentano in modo esponenziale di giorno in giorno.
Laddove nasce il seme della fusione, secondo le riflessioni che ho sentito qui, ma che sono anche le mie, tale seme va curato, fatto crescere. Allora, se si crede nelle fusioni, la pianta si innaffia e si continua ogni giorno a farla crescere in termini di fiducia perché quelle amministrazioni vogliono dare una speranza al loro territorio, in termini di risorse e di servizi, non affrontare il futuro a mani basse ed impotenti. Qui sta il nodo, cioè chi vuole affrontare questo tema e chi, di volta in volta, trova un motivo.
Da qui a breve, probabilmente, dovremo affrontare altri tre progetti di fusione che stanno venendo avanti dal territorio in modo naturale. E sono amministrazioni di centrosinistra e di centrodestra. A voi una valutazione. Ma sono Comuni e amministratori che si pongono il tema dei loro cittadini e dei servizi da qui a tre, cinque, dieci anni. E c'è un altro aspetto che vorrei sottolineare: nel 2010 il Governo di allora ha approvato una legge che obbliga tutti i Comuni al di sotto di una determinata soglia a mettere insieme le funzioni, attraverso convenzioni, definendo un Comune capofila, e quindi tutto nel bilancio di quel Comune, o attraverso l'unione, ripeto, tutte le funzioni di un Comune, questo aspetto, che di fatto è una fusione, ma non vi è stato il coraggio di definirla tale e di affrontare una soglia di esistenza dei Comuni, quegli amministratori che oggi devono affrontare il tema, perché hanno l’obbligo di farlo entro il 1° gennaio 2014, e non nei confronti della Regione, ma nei confronti dello Stato ai sensi della suddetta legge del 2010, si pongono il problema di come rispondere direttamente ai cittadini della qualità e della tenuta dei servizi. Il consigliere Naldi diceva: "ma perché non incentivate, non fate partire i processi di fusione laddove ce n'è bisogno, nei Comuni piccoli?". La fusione nasce spontaneamente dal punto di vista politico di una comunità o dei suoi rappresentanti in Consiglio comunale. La Regione non forza - almeno per quanto mi riguarda come Giunta - nessun processo di fusione, li accompagna laddove c'è la volontà. Ma i Comuni piccoli ci stanno arrivando, e ci stanno arrivando perché vogliono conservare, nel superare la soglia dell'obbligo, una loro autonomia di scelta di che cosa eventualmente decidere di mettere in un sistema di cooperazione e di unione, ma in un vero sistema di riorganizzazione, che abbia delle ricadute positive nei servizi, e che quindi tutto il lavoro di retrobottega sia ridotto al minimo, ma che ci siano più servizi, più sportelli, più rapporti con i cittadini.
Sono questi gli aspetti che dobbiamo e che i Comuni vogliono affrontare. La Regione, come sapete, sta concludendo, in base alla legge che quest'Assemblea ha approvato, tutto il tema della definizione degli ambiti ottimali e delle unioni, e quindi affiancherà chi vuole cooperare nel sistema delle unioni, ma all'interno degli ambiti ottimali, in diverse province, ci sono molte realtà che stanno decidendo, nei diversi Consigli comunali, di affrontare anche la fusione, non solo per sopravvivere, ma per mantenere un'autonomia e un rapporto diretto con i cittadini.
Credo che in termini di responsabilità politica, di crescita, di speranza vera per il futuro, il dibattito che si apre, che si è aperto più volte, e immagino che nei prossimi mesi ogni volta che verrà avanti una fusione, si ripercorrerà lo stesso film, che sia non adeguato alle necessità che hanno quegli amministratori e quei cittadini, che hanno il coraggio di ragionare e di valutare se possono trovare un sistema in cui l'istituzione non solo sopravviva nominalmente, ma riesca a continuare in un rapporto virtuoso e di servizi a favore delle proprie comunità.
Per quanto riguarda i processi di partecipazione, il consigliere Mumolo è stato molto chiaro, ma le forze politiche che pensano che il referendum non sia sufficiente per fare esprimere i cittadini, ma che occorra un percorso di partecipazione, visto che ci sono Comuni che sono andati o stanno andando in Consiglio, ce ne sono altri che sui vostri territori stanno ragionando se affrontare o meno la fusione adesso, fra una anno o due anni, ma stanno avviando quei percorsi che in altri territori, come la Valsamoggia o il Rubicone di cui stiamo discutendo oggi, sono anni che ne discutono. A questo punto la domanda è: perché non siete lì, su quei territori, ad avviare processi di partecipazione, aiutando quelle amministrazioni, quelle comunità, suggerendo loro processi, ai sensi della legge regionale n. 3, o altri processi di referendum comunali? Allora, forse, arriveremmo, fra un anno o due anni, dove il percorso virtuoso, che voi chiedete, è stato attivato.
Ma questi aspetti non sono il frutto di un dibattito di un giorno, sono il frutto di un lavoro sui territori, di confronti, di esame di tutte le situazioni, e di grande impegno politico e di lavoro, di rapporto con i cittadini interessati o con quei Consigli comunali che vogliono affrontare la realtà facendo delle proposte.
Nei prossimi giorni invieremo altre proposte che ci sono pervenute. Si tratta di grosse realtà che non ce la fanno e di realtà molte piccole. Si tratta di realtà governate in modo assolutamente trasversale, perché tutti coloro che ogni giorno devono rispondere ai cittadini allo sportello, e non solo allo sportello, perché i cittadini bussano ed entrano alla porta dei sindaci, ovviamente, perché i rapporti nei Comuni sono questi, sono rapporti con la realtà, quali risposte possono dare? Ed oggi gli amministratori, di qualunque appartenenza politica, non riescono a dare risposte, se non: "no, non ce la faccio, non riesco a chiudere il bilancio; e se ho i soldi non riesco a spenderli, a causa del Patto di stabilità". Pensate, quindi, all'opportunità che viene data, in un ambito di fusione, per due anni riuscire a mettere in moto - ovviamente, se ci sono amministratori capaci - un volano, che altrimenti è impedito, in termini di lavori sul territorio, di servizi. In questo periodo, peraltro, questa è l'unica possibilità, e non speriamo che domani mattina ci alziamo e i Comuni o gli enti o la Regione abbiano una potenzialità di spesa diversa.
Pertanto, ancora una volta, con la passione e l'entusiasmo, perché questa Giunta ha passione ed entusiasmo nel seguire tutte le diverse situazioni che si presentano sui territori, noi siamo al fianco di chi vuole innovare, di chi prova a cambiare, di chi prova a dare risposte. Chi rimane immobile, si presenta verso il futuro senza possibilità di dare risposte.
Il percorso di fusione - lo ripeto - nasce sul territorio, e quando nasce lo accompagniamo. La parte che, invece, riguarda gli ambiti ottimali, la cooperazione fra gli enti, il mettere insieme, la forziamo, nel senso di un lavoro costante e continuo di convincimento, perché anche questo dà la possibilità di rafforzare i servizi, di fare di più con meno risorse, perché questa è la realtà.
Grazie di tutto il vostro lavoro e del vostro apporto. Ringrazio il collega Manfredini per il materiale della Lombardia. Si tratta del materiale per il Piano territoriale regionale. Credo che anche la Regione Emilia-Romagna le possa produrre un certo quantitativo di studi sul tema del piano territoriale, sui piani strategici, sui piani di settore. Le voglio solo ricordare che gli studi di fattibilità dei Comuni, quando ci sono Comuni che non possono dare consulenze, che non hanno i soldi per dare consulenze, anche nel prossimo futuro (lo so perché li ho visti), cominceranno sempre di più a fare studi di fattibilità al loro interno, con le competenze che hanno, e ragionando sui servizi e sui conti che hanno, perché ormai siamo al lumicino.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, vicepresidente Saliera.
È chiusa la discussione generale.
Prima di passare alle dichiarazioni di voto, nomino scrutatori i consiglieri Marani, Moriconi e Bignami.
Sono aperte le dichiarazioni di voto sull'oggetto 3685.
Ha chiesto la parola il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Solo due minuti, farò presto. Risponderò forte e chiaro alla domanda del collega Zoffoli: voi ci troverete sempre d'accordo nel momento in cui la decisione, la scelta, tramite il referendum consultivo, sia fatta prima che le amministrazioni, di qualsiasi colore, decidano autonomamente. Noi chiediamo il rispetto della volontà dei cittadini residenti in quei singoli comuni. Nel modenese, la montagna sta parlando veramente, assessore, e coloro che ho sentito sono tutti d'accordo. Pertanto, lì non ci saranno problemi. Probabilmente, se i cittadini continueranno a pensarla così, lo voteremo a pieno titolo.
Come ha detto qualcuno, le consultazioni si fanno prima. Ed una volta che il risultato è chiaro, per noi appoggiarle è un atto dovuto.
Al collega Monari rispondo che i nostri consiglieri comunali mi hanno confermato che nel programma elettorale non risulta scritto nulla con riferimento alla fusione del Comune A con il Comune B e viceversa. Notizia ricevuta alle ore 12,39 dai capigruppo di quei Comuni. Collega Monari, non c'è nessuna traccia…
(interruzione della consigliera Donini)
È falso? Vuol dire che mi farò mandare il programma. Vero è che se ne parla da tanto tempo, ma solo ultimamente queste amministrazioni hanno deciso di fondersi.
Sul progetto di fusione abbiamo già ascoltato gli interventi della maggioranza e non ci hanno convinti. Al relatore Mumolo dico: caro collega, abbiamo parlato dei presunti risparmi di spesa, di un miraggio di efficienza, ma sono tutti argomenti che non sono documentati in nessun atto che ci sia stato sottoposto. Nei nostri uffici arrivano tanti documenti, ma di questo non vi è stata alcuna traccia, neanche in occasione delle commissioni. Se realmente ci vuole convincere con i numeri, mi chiedo perché non ce l'abbia trasmesso in tempo utile. Senza numeri e senza dati, risulta chiara solo la certezza che ci saranno disagi e disguidi per i cittadini.
Noi crediamo che il metodo inverso, quello proposto stamattina da una collega - ma lo pensavo anch'io - sia il migliore, perché allontanerebbe tutti questi dubbi.
Stando così le cose, per tutti questi motivi, il nostro voto sarà contrario, così come lo è stato quello dei nostri consiglieri nei Consigli comunali di quei Comuni.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto la parola la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Ribadisco in dichiarazione di voto che io ritengo essere un atto dovuto la delibera sull'indizione del referendum, perché questo è quanto viene chiesto oggi a quest'Assemblea. Pertanto, ogni nostra considerazione rispetto al presunto atteggiamento che avremo sulla lettura dell'esito del referendum non è sufficiente per impedire un esercizio democratico qual è quello del referendum popolare. Questo per rispondere alle considerazioni del collega Manfredini, alcune delle quali apprezzo e condivido. Anch'io sarei perché sul percorso delle fusioni si intervenisse utilizzando un altro degli aspetti procedurali previsti dalla legge n. 24 del 1996, cioè per il referendum prima. Ripeto, collega Manfredini, c'è anche l'iniziativa popolare come possibilità offerta da quella legge, ma nessuno, nessuno, sicuramente non la forza politica che lei rappresenta in questo Consiglio regionale, né altre forze politiche organizzate su quel territorio, ha chiesto di attivare quella procedura, sebbene su questa fusione la discussione fosse aperta sin dai primi anni Duemila.
Non è vero che non si sono costruiti sul tema della fusione impegni in maniera trasversale in tutti i programmi elettorali, non ultimo quello che ha prodotto il cambio dell'amministrazione comunale di Gatteo due anni fa, dove nel programma elettorale anche della coalizione sostenuta dalla Lega era esplicitata l'indicazione della fusione. Io la campagna elettorale lì l’ho fatta, e glielo posso dire proprio come testimone, così com'era in tutti i programmi elettorali dei partiti.
Inoltre, aggiungo che nessuno ha chiesto di utilizzare un altro strumento. Io sono perché si proceda ad indire un referendum, perché riterrei sbagliato e discutibile che noi bloccassimo in questa fase quel percorso in nome della partecipazione. Stiamo ai fatti, non alle presunzioni, non ai processi alle intenzioni, non ad argomentazioni discutibili e non coerenti col tipo di finalità che si vuole perseguire. Riaffronteremo la discussione a fronte del risultato dei referendum popolari, che essendo referendum senza quorum, ed io sono d'accordo, per funzionare dovranno prodursi in una partecipazione popolare vera e consapevole. Ci sono tutte le condizioni per lasciare a quelle comunità il diritto di esprimersi su questo tema.
Per quanto riguarda lo studio di fattibilità, ce ne sono due: uno prevedeva la fusione a tre, mentre quest'ultimo sul quale si poggia il progetto di fusione è quello relativo alla fusione a due. Per dire come la storia in quel territorio attorno alla fusione è una storia lunga e complicata, quando nel 1999 l'amministrazione di centrosinistra perse le elezioni nel Comune di Savignano sul Rubicone, perché vinse una lista civica appoggiata, più o meno esplicitamente, dal centrodestra e da una serie di realtà civiche di quel territorio, due Comuni su tre, vale a dire Gatteo e San Mauro Pascoli, avevano deciso di procedere lo stesso con la fusione a due anziché a tre. Sennonché, si sviluppò una discussione su quei territori, una discussione partecipata, e si decise di aspettare per fare in modo che tutti e tre fossero contemplati in questo percorso. Questa attesa, che, secondo me, allora è stato un atto di responsabilità, è durata a lungo, purtroppo non si è ricomposta l'idea originale di quel progetto.
In ogni modo, ripeto, noi qui siamo di fronte alla richiesta esplicita di indire un referendum. Io non credo che ci sia un argomento valido per impedire una consultazione democratica. Chi impedisce una consultazione democratica si assume la sua responsabilità.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.
MUMOLO: Grazie, presidente. La dichiarazione di voto del gruppo del PD, ovviamente, è di approvazione della delibera ed è ancora una richiesta, lo dico ancora una volta, ho chiesto la parola solo per questo. Vorrei ribadire anche quanto diceva la collega Donini: qui oggi noi non discutiamo del merito. Rispetto a quanto diceva il consigliere Manfredini, qui ho lo studio di fattibilità, glielo consegno. Io l'ho già letto. Magari potrà servire per la prossima discussione che faremo, perché dovremo tornare qui a discuterne, e lo dico senza nessun tipo di ironia. Io l'ho trovato, mi è stato consegnato, l’ho chiesto in quanto relatore, ma era a disposizione di tutti i consiglieri. Può esserle sfuggito, lo lascio, non c'è nessun problema in tal senso.
Ma chiedo davvero alle opposizioni di dare un segnale di unità. Dobbiamo semplicemente decidere di dare la parola ai cittadini. Dopo l'esito del referendum dovremo tornare qui a discutere; dovremo riguardare insieme l'articolato; dovremo decidere che cosa fare. Probabilmente, decideranno i cittadini, definitivamente, in un senso o nell'altro, quindi non ci sarà la discussione in quest’Aula, però almeno oggi chiedo davvero a tutti i componenti di quest’Assemblea di dare un segnale di unità, almeno nel concordare di dare la parola ai cittadini per il referendum consultivo.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mumolo.
Ha chiesto la parola la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Rifacendomi proprio alle parole del collega Mumolo, che ci invita di fronte all'espressione di voto sull'indizione del referendum, collega, io la prendo in parola, io voto favorevolmente per l'indizione del referendum, perché è giusto che ci sia, è previsto per legge e quindi mi esprimerò favorevolmente a questo proposito.
L'unica cosa che vorrei dire, proprio perché non vorrei che la discussione di oggi fosse vanificata, e che da parte vostra ci fosse, come al solito, l'indisponibilità a ascoltare anche quello che stiamo dicendo o che si sta dicendo da altri banchi.
Valutiamo una volta per tutte se questo referendum è giusto farlo ante o post. Lo stesso appello che avete fatto a noi dicendo di cercare di avere un atteggiamento unanime, ben venga questo appello!
Possiamo anche cercare di essere performanti, almeno, per quello che mi riguarda, io do questa disponibilità, ma quello che a me interessa, ripeto, è che io voglio rimettere la chiarezza di questa volontà prima di tutto a un referendum che mi consenta di capire esattamente come è bene che poi si pronunci un Consiglio comunale.
Siccome lo prevede, però, di fatto, lo stiamo facendo tutti dopo...
(interruzione del consigliere Mumolo)
Certo, ma è per questo che io dicevo che sarebbe opportuno, visto che ad oggi la palla viene sempre scaricata su di noi, perché non proviamo a responsabilizzare ulteriormente, a fare anche una verifica di questo tipo?
Non mi si può venire a dire...
(interruzione del consigliere Mumolo)
Se da parte di questa Regione arrivasse comunque un messaggio che fosse di suggerire di provare a far sì che i Comuni iniziassero a testare questa volontà popolare, ante più che post, potrebbe essere comunque una raccomandazione che i Comuni potrebbero iniziare ad ascoltare. Ad ogni modo mi auguro che tutta questa discussione non venga vanificata, mi fa piacere sentire che oggi altri Comuni sono interessati a questa procedura, anche perché ci sono dei soldini e oggi credo che diventino tutti più sensibili.
Effettivamente, però, proprio per dare maggiore senso di responsabilità, per evitare quelle situazioni come sulla questione del Rubicone, in modo tale che sia chiara quella che è la volontà della popolazione di ogni singolo Comune, facciamo questo sforzo di ascolto.
Mi dispiace che l'assessore non sia presente in Aula, ma sono convinta che avrà il modo di ascoltarci, io voglio vedere se effettivamente dopo questa discussione uscirà qualche atto che tenga conto anche di quello che stiamo dicendo noi, perché si tratta solamente di anticipare una verifica referendaria, è solo questo quello che stiamo chiedendo.
Faccio presente anche un'altra cosa e cioè che sarebbe stato ovviamente più opportuno avere il materiale a disposizione spontaneamente rispetto a tanti altri documenti che noi riceviamo.
Al di là di questo, comunque, io mi ricordo che anche sulla fusione della Val Samoggia chiesi di poter avere un'audizione, perché sarebbe anche opportuno, al di là dello studio che andiamo a fare noi, di poter sentire anche la gente; abbiamo interpellato la popolazione per varie cose, ne abbiamo sentite di tutti i colori, sentire anche la voce di alcuni rappresentanti comunali che vengono a dire a noi consiglieri le motivazioni che li hanno indotti a determinate scelte, magari anche solo da parte dei singoli presidenti dei Consigli comunali, che ci vengono a dire le motivazioni che li hanno spinti a fare questa scelta, delle pressioni che hanno ricevuto realmente da parte del territorio.
Io non credo di dover fare una lezione di democrazia a voi, insomma, il fatto stesso per cui anche il consigliere Naldi abbia fatto pressione in questa direzione, vi stimoli a provare ad uscire dalle vostre convinzioni, dalle vostre vedute, che sono sempre ottuse e non siete mai capaci un attimo di ascoltare e di provare a mediare una volta tanto.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
Sempre per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Noi siamo molto favorevoli alla fusione di questi Comuni come secondo passaggio dopo quello della Val Samoggia. Siamo favorevoli per vari motivi che sintetizzo: perché è l'indirizzo giusto, la strada giusta che i Comuni possono prendere rispetto al migliorare le condizioni dei propri territori da tutti i punti di vista, come servizi, economia, pianificazione; perché è conforme a quanto ci siamo detti in quest'Aula, approvando le leggi per una riorganizzazione dell'assetto territoriale ed inoltre perché siamo convinti che fondersi non vuol dire cedere ma vuol dire acquisire vantaggi.
In questo caso, accogliamo favorevolmente la proposta che viene da quei territori. Rispetto alla precedente esperienza della Val Samoggia, riteniamo che siano messi in campo miglioramenti nell'aspetto del percorso partecipativo dei cittadini, perché, sotto questi aspetti, per quello che riguarda la Val Samoggia, in effetti, c'è stata qualche carenza. Implementiamo quindi, sia come Regione, sia come organi locali, sia come sensibilizzazione di tutti i soggetti che su quei territori svolgono un ruolo istituzionale e non, l'informazione e anche il confronto.
In quest'Aula ho sentito per l'ennesima volta l'appello ad ascoltare i territori e su questo siamo concordi, abbiamo sentito però ancora una volta termini come "ottusità" o non capacità di ragionamento, questi li respingiamo, perché qui non stiamo parlando di visioni ottuse, qui stiamo parlando del futuro di questi territori.
Parlando del futuro di questi territori, ribadiamo che queste sono opportunità, colte nel momento giusto, sviluppate nel modo giusto, informate nel modo giusto, sono valori aggiunti che dobbiamo stimolare per essere, appunto, raggiunti.
Voto favorevole, quindi, da parte del gruppo consiliare Italia dei Valori su questo oggetto, con l'augurio che ci ritroveremo periodicamente in quest'Aula ad approvare ulteriori fusioni tra i Comuni della nostra Regione.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini per una brevissima rettifica rispetto al voto. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Presidente, sull'appello del relatore Mumolo e nel rispetto della libertà popolare, voteremo a favore, poi, magari, in un secondo tempo, staremo a vedere cosa succede.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini, anche perché è stato nei tempi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.
BIGNAMI: Grazie, presidente. In estrema sintesi, per annunciare il voto contrario del Popolo della Libertà, come avevamo già preannunciato in sede di discussione generale.
Tuttavia, mi corre l'obbligo, nei confronti dell'assessore Saliera, di puntualizzare due elementi. In primo luogo, assessore, noi siamo pronti a fare la nostra parte per costruire una condivisione in ordine ai processi di fusione, purché vi sia la disponibilità della Giunta di rivedere il congegno legislativo che governa questo processo.
Non potete chiedere - e mi riferisco al collega Mumolo - un voto favorevole, quando ci avete deliberatamente e coscientemente escluso dai processi di valutazione, di redazione, di costruzione, di approvazione degli strumenti legislativi, che ci vedono contrari non per partito preso ma perché sbagliati. Sbagliati perché contemplano solo alla fine del processo la volontà popolare, sbagliati perché vincolano la volontà popolare all'esito complessivo e non all'esito Comune per Comune, sbagliato perché non vi è alcuna formula che consenta una retrocessione nelle partite di deliberazione, sbagliato, infine, perché, contrariamente ai presupposti che la Giunta stessa fissa nell'andare a indicare i contributi per le fusioni, non vi è garanzia alcuna in ordine al contenimento della spesa, ai risparmi e al raggiungimento di standard e obiettivi di qualità economiche e prestazionali che, invece, secondo noi sono sottesi, necessariamente sottesi a qualsiasi processo di fusione.
Per questo non possiamo essere a favore, per questo ribadiamo il nostro voto contrario con dispiacere, perché, esattamente come sulla Val Samoggia e esattamente come in questa sede, se da parte della maggioranza vi fosse stata un po' meno arroganza e un po' meno prepotenza, si sarebbe potuto addivenire alla proposta e alla volontà che il collega Mumolo rappresentava.
Diversamente, procedere per scatti e arrivare alla fine a richiedere un consenso del centrodestra, non è ammissibile.
Dimostreremo, come ho già detto, sulla mozione del PD riguardante una fusione che riguarda i Comuni della Valle del Reno, una disponibilità al dialogo. Diverso il ragionamento, invece, sulla mozione del Movimento 5 Stelle, che ci sembra non meno brutale, me lo perdonerà il collega Defranceschi...
(interruzione del consigliere Defranceschi)
Ci pare comunque non meno brutale dell'approccio del PD, ma su questa proposta di legge non possiamo evidentemente accogliere né la richiesta di dialogo dell'assessore, né da parte del collega Mumolo, ed è un'altra occasione persa.
Lo dico con vivo rammarico, perché quei processi che venivano rievocati dall'assessore e dal consigliere Mumolo non li si può annunciare in Aula, salvo poi avere prima costruito le condizioni perché non si possa partecipare alla discussione in maniera almeno utile.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bignami.
Ha chiesto la parola il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Solo per confermare il voto positivo del Movimento 5 Stelle a questo progetto di legge, analogamente a quanto è avvenuto per la Val Samoggia e per richiedere la votazione con il sistema elettronico.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 3685, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
39
Assenti
11
Votanti
38
Favorevoli
31
Contrari
7
Astenuti
--
L'Assemblea approva.
OGGETTO 3659
Delibera: «Approvazione, ai sensi dell'art. 22, comma 5 della L.R. 24 marzo 2000, n. 20, dell'estensione del Piano paesistico regionale al territorio dell'Alta Valmarecchia presentata dalla Provincia di Rimini.» (Proposta della Giunta regionale in data 25 febbraio 2013, n. 188) (107) (Approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 3659/1 - Presentazione e reiezione) (75)
PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Territorio Ambiente, Mobilità" ha espresso parere favorevole nella seduta del 7 marzo 2013 con la seguente votazione: favorevoli 25, contrari nessuno, astenuti 11.
L'oggetto viene dibattuto in modo congiunto con l'ordine del giorno oggetto 3659/1, che è un ordine del giorno presentato dai consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli.
Apro il dibattito congiunto sull'oggetto 3659 e sull'ordine del giorno 3659/1.
Non ci sono iscritti in discussione generale. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono richieste di intervento per dichiarazioni di voto congiunte.
A questo punto la votazione avviene in modo separato, prima si vota l'ordine del giorno a firma dei consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Chiedo che si votino entrambi gli oggetti con il dispositivo elettronico.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bernardini.
Mi è stato chiesto di votare con il sistema elettronico sia l'oggetto 3659 che l'ordine del giorno 3659/1.
Si procede alla votazione dell'ordine del giorno, oggetto 3659/1, a firma dei consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
37
Assenti
13
Votanti
36
Favorevoli
12
Contrari
24
Astenuti
--
L'ordine del giorno è respinto.
Si procede alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 3659, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
31
Assenti
19
Votanti
30
Favorevoli
21
Contrari
3
Astenuti
6
L'Assemblea approva.
PRESIDENTE (Costi): Passiamo agli atti di indirizzo.
OGGETTO 2007
Risoluzione proposta dai consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli per invitare il Circondario Imolese ed il Comune di Dozza a non modificare l'originaria localizzazione della fermata ferroviaria di Toscanella, mantenendola lungo la Strada provinciale SP 30 Trentola. (Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Costi): Era stata approvata, se vi ricordate, una sospensiva. Passiamo alla discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Io intervengo, in realtà, per dichiarare il voto contrario a questa risoluzione, perché credo si basi su una serie di presupposti superati dall'elaborazione del PSC del Circondario imolese.
In particolare, io non voglio soffermarmi su tutto quello che la risoluzione lascia sottintendere dietro le scelte del Comune, ma ci sono scelte molto limpide che riguardano la pianificazione territoriale di quel territorio e che hanno a che fare nel Comune di Dozza con la costruzione del nuovo casello autostradale, che è già prevista nell'accordo con la Società Autostrade, e con la stazione ferroviaria di Toscanella, indicata nello studio di fattibilità della Provincia del servizio ferroviario metropolitano, prevista nel cosiddetto assetto potenziato.
È molto semplice, tutto quello che la risoluzione dice, in realtà, non è suffragato dagli atti del Comune. Nell'atto di indirizzo relativo allo sviluppo residenziale e infrastrutturale della frazione di Toscanella, che il Comune di Dozza ha approvato e ha inviato poi al Circondario per la redazione del PSC, è presente l'individuazione non di una localizzazione precisa della fermata ferroviaria del servizio ferroviario metropolitano, e quindi non è legata a nessuna espansione residenziale, ma è previsto un corridoio molto largo che percorre sull'asse ferroviario tutta la frazione di Toscanella, indicando che in quel corridoio le Ferrovie dello Stato faranno le loro valutazioni su dove collocare la fermata.
Non c'è l'individuazione puntuale, con l'espansione residenziale della frazione, visto che comunque tutto il corridoio è previsto come collocazione possibile della fermata, laddove è presente oggi una urbanizzazione esistente e un'urbanizzazione già prevista anche nel passato.
Non vi è dubbio che naturalmente questo porta con sé anche l'adeguamento di tutto l'assetto stradale, assetto stradale comunque già previsto in adeguamento, in atti già attuativi, e cioè l'accordo con la Società Autostrade per la realizzazione della quarta corsia autostradale e la realizzazione del casello autostradale di Toscanella, che prevede anche opere accessorie nel riassetto di tutta la viabilità che dal centro di Toscanella arriva fino all'autostrada, quindi attraversa con più attraversamenti le ferrovie, e incrocia anche la possibilità di individuare lì una viabilità e parcheggi di accesso per la stazione del servizio ferroviario metropolitano. C'è, quindi, un teorema in questa risoluzione che non è suffragato dagli atti del Comune e per questo noi voteremo contro.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Pariani.
Ha chiesto la parola il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Solo per dire alla collega Pariani, indipendentemente dal fatto che ci sono delle cose che lei ha messo in evidenza che sono realtà, il problema è che il 27 marzo il PSC viene adottato, ragion per cui, se si potesse dare un aiuto in merito, credo sarebbe un grande gesto per i cittadini di Dozza e Toscanella che sono vent'anni che aspettano questa stazione che non è mai arrivata.
Pertanto, io invito a votare, poi, chiaramente c'è l'adozione il 27 di marzo, oggi ne abbiamo 12, tra dieci giorni, credo che se diamo un segnale in questo senso forse potremmo anche favorire i residenti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Non ho più nessuno iscritto a parlare in discussione generale. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti a parlare per dichiarazione di voto.
A questo punto, prima di votare, ristabilisco nuovamente il collegio degli scrutatori perché manca uno scrutatore. Chiedo al consigliere Paruolo di sostituire la consigliera Marani, nelle funzioni di scrutatore. Confermo Moriconi e Bignami che mi aiuteranno nella verifica del voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2007, a firma dei consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli.
(È respinta a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è respinta.
Iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Costi): Signori consiglieri, ho la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno del consigliere Favia; si tratta dell'oggetto 3711 che vi è già stato distribuito. La risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a mettere in campo gli strumenti per la ricollocazione lavorativa dei lavoratori della BV Tech.
Ricordo che per l'iscrizione e per l'inversione dell'ordine dei lavori possono intervenire un consigliere a favore e uno contro.
Metto in discussione l'iscrizione all'ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire a favore il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Anche alla luce del fatto che abbiamo ritirato la risoluzione che era prevista per oggi come prioritaria sulla SLA, invito l'Aula a votare questa iscrizione e poi questa inversione. Il tema è quello dei lavoratori della BV Tech, vicenda stretta a doppio filo con la Regione.
Tra l'altro, da questa mattina abbiamo gli ex operai e impiegati dall'azienda che sono con noi, quindi, penso sarebbe anche il caso di accelerare il più possibile questa discussione e andare alla trattazione oggettiva dell'atto.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto la parola il consigliere Monari per parlare contro l'iscrizione. Ne ha facoltà.
MONARI: Mi scusi presidente, è un intervento un po' fuori procedura, perché, dovrebbe essere un intervento contro poiché il collega Favia sa bene del gentlemen agreement che i presidenti dei gruppi hanno condiviso da molto tempo e hanno quasi sempre osservato in Aula, quello di non iscrivere e chiedere inversioni di ordini dei lavori che non siano per oggetti iscritti nella Conferenza dei Capigruppo, ovvero per oggetti di immediata valenza di cronaca.
Il mio quindi dovrebbe essere un intervento contrario, ovviamente a favore dell'iscrizione ma contrario all'inversione.
Per rispetto però del pubblico presente sugli spalti, mi accingo a dire che sono d'accordo perché venga trattato, voglio in ogni caso sottolineare che è un fuori procedura per il quale oggi il PD acconsentirà alla trattazione anche per onestà politica e intellettuale, poiché siamo contro e voteremo contro questa risoluzione. Soprattutto per rispetto alle persone che sono in tribuna, che non costituiscono in ogni caso un precedente, perché l'Aula dell'Assemblea legislativa non organizza i propri lavori a seconda della presenza o meno del pubblico, e questo vale per tutte le sigle e le forze politiche rappresentate, in primo luogo per il PD.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno.
(È accolta all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): La risoluzione 3711 è iscritta all'ordine del giorno.
A questo punto procediamo con l'inversione dell'ordine dei lavori. Un intervento a favore e uno contro.
Ha chiesto la parola il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Ringrazio il capogruppo Monari per la disponibilità alla votazione, capisco anche la ratio del ragionamento, ricordo, però, che ci sono numerosi precedenti in quest'Aula. Ricordo un'inversione proprio dovuta al pubblico, rispetto a quello che era l'ordine normale, inerente il deposito di gas di Rivara, ma se scavassi nella memoria e nei video del Consiglio sono sicuro ne troverei altri.
Condivido, però, il fatto che se c'è un ordine del giorno, questo vada rispettato, è anche vero che ci siamo permessi più volte delle eccezioni. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Non ci sono richieste di interventi contro, pertanto, mettiamo in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell'ordine dei lavori.
(È accolta all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'inversione è stata accolta, si discute, pertanto, la risoluzione oggetto 3711 proposta dal consigliere Favia.
OGGETTO 3711
Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a mettere in campo gli strumenti per la ricollocazione lavorativa dei lavoratori della BV TECH.
(Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Costi): Ci sono interventi in discussione generale?
Prego consigliere Favia.
FAVIA: Presidente, aspettavo, non per complicarle il lavoro, ma perché, avendo un solo intervento in discussione generale e avendo già sentito la contrarietà espressa, nell'intervento precedente, dal capogruppo Monari, volevo aspettare di sentirne le motivazioni per poi replicare.
In questo caso verrò, dunque, direttamente alla presentazione dell'atto.
Qui ci troviamo davanti a una situazione e a una storia che questa Regione conosce molto bene. Un'azienda che funzionava, che lavorava che, grazie alla complicità del nostro Governo, è stata assorbita da una multinazionale che aveva solo interesse ad eliminare la concorrenza e nessun interesse a tenere attivo lo stabilimento e verso l'economia reale, ma, una volta fatto il suo giochino d'acquisto, l'interesse primario era, appunto, quello di liberarsi di asset e di lavoratori.
Ricordo anche che quando Tremonti fece l'accordo disse che ci sarebbe stata la garanzia totale del mantenimento degli impianti e non disse che, in realtà, questo era un accordo di facciata, perché poi era prevista una penale che, di fatto, la multinazionale non ha avuto problemi a pagare. Ovvero, si è monetizzato il destino dei lavoratori.
Dopodiché, la Regione si è fatta garante, è intervenuta, è iniziata la questione con l'assessore Campagnoli, ha acquistato l'area a un prezzo estremamente vantaggioso e si è fatta garante del piano industriale che avrebbe dovuto riassorbire i lavoratori.
C'è stato un iter che è costato alle casse pubbliche, un’attività di formazione che è stato un processo farlocco e che non poteva avere un futuro. All'epoca, però, si è andati sui giornali dicendo che, con grande capacità politica, questa crisi era stata superata. Bene, le cose non sono andate in questo senso.
L'area è stata abbandonata, è stato ormai presa di mira dai vandali, la Regione ha fatto un concorso di architettura su un'area che è tutelata dalle sovrintendenze, quindi un concorso che è costato un milione di euro per, di fatto, un'area che non può essere più di tanto stravolta a livello architettonico.
I lavori del tecnopolo continuano a essere rimandati nell'avvio, per adesso siamo alla politica degli annunci. Il tecnopolo avrebbe dovuto assorbire parte di questi lavoratori e oggi ci siamo trovati che tutta la lista di ammortizzatori sociali sia praticamente conclusa, è a fine vita e il tessuto produttivo non c'è più.
Noi ci siamo fatti garanti di qualcosa, abbiamo creato un'aspettativa in questi lavoratori e, per il momento, non siamo minimamente stati all'altezza.
È stata votata in quest'Aula una risoluzione che chiedeva delle cose specifiche, richiedeva un intervento della Giunta e, a fronte di quello che si è visto fino ad oggi, a mio avviso, l'intervento non è stato sufficiente.
Noi siamo qui, in maniera costruttiva, per aiutare l'assessore, per indicargli qualche strada da seguire e per capire quali saranno i prossimi passi, visto che per ora davanti ai lavoratori ancora non c'è la luce della speranza di poter trovare una nuova collocazione sicura.
Quello del lavoro è un tema prioritario, lo sarà sempre di più, saranno molti altri i casi che ci troveremo davanti in quest'Aula e, a mio avviso, dovremmo sempre metterli - e sono sicuro che questo avverrà - in capo all'agenda politica.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto la parola l'assessore Muzzarelli. Ne ha facoltà.
MUZZARELLI, assessore: Grazie, presidente. Intanto mi verrebbe subito una battuta: se seguono quella strada, vanno nel fosso. Se lei li vuole mandare nel fosso, li sta mandando nel fosso. Glielo dico in modo molto chiaro e spiego anche l'affermazione.
La crisi aziendale della BV Tech di Bologna è stata per anni oggetto di attenzione e di tentativi per dare risposte ai problemi occupazionali in tavoli di crisi ai quali hanno partecipato proprietà, istituzioni, organizzazioni sindacali. La Giunta è stata attiva nelle trattative sindacali, ma non è stato possibile giungere ad accordi, né a livello regionale né nazionale.
La possibilità di trovare un accordo sulla cassa integrazione straordinaria per cessazione per due anni si è manifestata, ma non ha trovato il consenso delle organizzazioni sindacali e lo stesso vale per la cassa integrazione in deroga.
Come ebbi modo di dire lo scorso 10 ottobre, a conclusione del tavolo di crisi, concluso con un mancato accordo - vorrei che l'Aula lo sapesse: mancato accordo che io rispetto, ma è un mancato accordo -, ho preso atto con disagio e disappunto del fallimento della strategia più volte delineata dalla ditta BV Tech e del suo piano industriale, che era "farlocco", e sempre con rispetto ho preso atto che la maggioranza dei lavoratori non ha accettato l'accordo non aderendo alla proposta di provare a prorogare gli ammortizzatori sociali.
In un momento economico così difficile e pesante, è una conclusione di difficile comprensione, ma l'Istituzione regionale non può certo forzare la mano a nessuno, tantomeno ai sindacati.
Non è pensabile che per un'azienda specifica si attivino strumenti specifici, andando - come dice la risoluzione - ad estrapolare, dal sistema informativo lavoro, le aziende potenzialmente interessate all'assunzione di profili professionali dei lavoratori interessati dalla chiusura BV Tech. Io ne ho migliaia di crisi, è chiaro?
Si può fare solo un lavoro generale per l'occupazione, non per singola azienda. Per i lavoratori della BV Tech si è agito secondo l'impegno previsto anche dalla risoluzione approvata dall'Assemblea legislativa regionale, senza discriminare altri lavoratori, anzi - me la faccia dire così - ho messo, forse, la faccia troppo in questa questione, ho forse telefonato troppo ad imprese per chiedere occupazione. È bene che io faccia un passo indietro, visto che il comportamento è questo.
Si è fatto già di più rispetto ad altre realtà...
FAVIA: Cosa significa fare un passo indietro?
MUZZARELLI: Adesso glielo spiego, consigliere.
Una risoluzione è un atto di indirizzo, non altro! La risoluzione non è un bando di lavoro o di assunzione! È un atto di indirizzo e io qui, in quest'Aula, ho ragionato di quest'argomento. Ho ragionato con la consigliera Mori e con il consigliere Naldi che sono venuti a ragionare di questo argomento e anche a ragionare con imprese su questo argomento, perché non c'è scritto da nessuna parte che uno deve andare a cercare il mondo, anzi, vorrei specificare di più: ho scritto una decina di lettere, prendendomi la responsabilità di fare qualcosa che non è tutto dritto, perché l'ho scritto per questi e non per altre migliaia di lavoratori - questo, però, non è tenuto in considerazione - che sono nelle stesse condizioni. Le domande di lavoro sono personali per localizzazione e per esigenza.
Noi abbiamo convocato ripetutamente i lavoratori e ci sono andato io personalmente ad incontrarli, non i funzionari soli - a parte che con me spesso c'era anche il responsabile delle crisi, il gestore delle crisi, quello che firma gli accordi, su mia delega, per le crisi aziendali - ma ci sono andato io, perché mi volevo fare carico di quello che il Consiglio aveva chiesto. Ho chiesto ai lavoratori quali erano anche le loro intenzioni e qualcuno mi ha detto "noi abbiamo fatto domanda anche alla VM Motori", così faccio anche nomi e cognomi, e io mi sono preso la briga di telefonare alla VM Motori. Mi hanno detto che avevano fatto la domanda l'Intertaba e con il consigliere Naldi stavamo lavorando per questo, ma, se questo è il metodo, allora noi dobbiamo ritornare a fare le istituzioni e rimettere tutti uguali nello stesso piano. È chiaro il concetto?
Io all'incontro Intertaba col consigliere Naldi non ci andrò, perché, se questo è il comportamento, non vado a fare un incontro per dire di prendere questi anziché altri, perché, se tutto era secondo un filo di responsabilità, anche dei lavoratori che io incontravo, allora si teneva un determinato livello, ma nel momento in cui si fa uscire ufficialmente un comportamento di questo tipo, io ritorno a tenere un comportamento ufficiale, perché non posso agire diversamente, altrimenti ho altre migliaia di lavoratori che mi dicono di comportarmi in un altro modo. Deve essere chiaro questo punto.
Attualmente non vi sono finanziamenti o tavoli tali da proporre soluzioni ad hoc per i lavoratori BV Tech, e non c'era scritto da nessuna parte che devono andare a lavorare alla Manifattura.
Vi sono attività per favorire la rioccupazione delle migliaia di lavoratori che hanno perso il lavoro in Regione. Naturalmente, essendo in mobilità, i lavoratori della BV Tech possono usufruire dei numerosi servizi per l'impiego delle province, come normativa. Si ricorda anche che una risoluzione non può disporre dell'uso di finanziamenti, né prevedere benefici economici che vanno, semmai, posti a bilancio e fare un ragionamento e non per la BV Tech, ma per i lavoratori che sono in mobilità. Lei sa che a Roma abbiamo non pochi problemi per far passare la logica di accesso alla mobilità.
Quanto alla mancata comunicazione nella lettera degli incentivi che un'azienda riceve se assume lavoratori iscritti a liste di mobilità, le aziende ne sono ben a conoscenza, ma qualsiasi direzione del personale opera assunzioni sulla base delle norme esistenti e sceglie le più consone e le più convenienti. In casi simili a questo vi sono stati interventi del Governo in crisi occupazionali: noi abbiamo fatto il "tavolo delle due ruote", abbiamo portato a casa anche fondi europei di adeguamento alla globalizzazione - devono ancora arrivare, ma l'impianto è stato assunto - che prevedono regole precise, accordi con le aziende.
Quindi, stiamo cercando di lavorare e io ho chiesto anche questa mattina, dopo averli convocati per il 19, ma stamattina avevo già risolto il problema con l'incontro che ho fatto con i lavoratori della BV Tech, perché avevo bisogno di un elenco aggiornato per capire dove hanno fatto le domande per intervenire verso le aziende, perché c'è chi sta verso San Giovanni e ha una esigenza di andare verso Cento e c'è chi sta dall'altra parte e ha esigenza da andare verso Sasso Marconi o da un'altra parte. Quindi c'è tutta la nostra disponibilità a continuare a lavorare, ma è chiaro che adesso bisogna rimettere il filo dritto, vorrei dirlo all'Aula intera, perché noi dobbiamo essere in grado di lavorare e io continuerò a lavorare con Naldi, con la Mori, con chi vuole lavorare per queste cose e non con chi vuole fare solo della polemica.
Quindi, di fronte a questo quadro, confesso che questo atteggiamento non aiuta a fare un salto in avanti e, quindi, penso che sia corretto che l'Istituzione faccia completamente l'Istituzione e, quindi, trovi le soluzioni sulla base di regole, regolamenti e leggi e che personalmente io valuti diversamente il mio comportamento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Muzzarelli.
Ha chiesto la parola il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Grazie, presidente. Io ho letto la risoluzione e poi ho sentito la risposta dell'assessore. Io mi rendo conto del risentimento dell'assessore, perché si è trovato un problema che non ha creato lui, da assessore, ma l'ha creato l'assessore precedente, Duccio Campagnoli, che, chiaramente, dopo aver creato il problema, adesso è all'Ente Fiera in un ruolo molto importante.
Quindi, chiaramente, quando uno eredita un problema, è chiaro che può esserci po' di arrabbiatura, essendo questo un problema che ormai si protrae da anni. Però c'è un problema di fondo e, dall'altro lato, bisogna mettersi anche nei pensieri dei lavoratori.
Ci sono dei percorsi molto chiari su questa vicenda: fortunatamente ci sono dei documenti sottoscritti dalle istituzioni, firmati e controfirmati, con delle parole precise che sono state regolarmente disattese.
È chiaro che, se noi oggi ci poniamo il problema e proviamo a risolvere il problema nel pieno dell'esplosione della crisi economica, è difficilissimo riuscire a riconvertire o a ricollocare nel mondo del lavoro questi lavoratori, quando ce ne sono altre migliaia che hanno queste problematiche.
Io, però, invito l'assessore e invito la Giunta a fare un ragionamento e a leggere le carte da quando sono partite, quando bisognava e si doveva intervenire, quando la situazione economica era completamente diversa e c'erano probabilmente una serie di possibilità ed opportunità per potere ricollocare queste persone, nel rispetto di ciò che era stato firmato. Peraltro è un'operazione costruita sull'ex Manifattura Tabacchi, su un progetto faraonico che non è ancora partito. Una parte importantissima di questo progetto sarebbe legata, perché questo non avverrà mai, al trasferimento dell'ENEA di Bologna all'interno della Manifattura Tabacchi e posso dire con assoluta tranquillità che questo mai avverrà, perché, addirittura, essendo questo ente in taglio di fondi, stanno pensando di tenere solo le sedi produttive e le sedi produttive di proprietà dell'ENEA, quindi non andando a spendere milioni di euro nell'ex Manifattura, perché ci sono già, è del Brasimone, è di proprietà dell'ENEA. Quindi, se proprio uno deve fare qualche spostamento, se li porta a casa sua, dove già ha la sede e dove già ha il posto per far lavorare le persone e non spende milioni di euro per andare a fare una nuova sede all'ex Manifattura Tabacchi. Questa notizia che porto è di due giorni fa ed è certa.
Quindi, da un lato è chiaro che l'assessore dice di avere delle continue pressioni su quest'argomento, prova ad impegnarsi, però è questo il percorso...
(interruzione dell'assessore Muzzarelli)
Ma non è vero, assessore! Diciamo che lei ha provato a mandare una serie di lettere di impegni, meritori, però bisognava andare a vedere un attimo che tipo di risposta queste richieste potevano produrre.
Io credo che l'impegno debba andare avanti, ma soprattutto la Regione, a differenza degli altri lavoratori, che sono lavoratori tutti degni di grande rispetto, ma che sono frutto di situazioni locali e di aziende entrate in crisi, questa realtà è diversa: qua la Regione Emilia-Romagna è stata parte operativa, insieme al Comune di Bologna, all'allora assessore all'Urbanistica Merola, per decidere su quest'area e per dare l'okay su questa area a far sì che ci fosse la dismissione di un'azienda che era in attivo. Questa è una cosa completamente diversa! Io posso capire che il problema de La Perla - cito La Perla - è un problema importantissimo, come possiamo citare altre cento aziende dell'Emilia-Romagna, ma quelli sono dei problemi che sono nati per la crisi di queste aziende. Questo è un problema leggermente diverso: è un problema che è nato perché le istituzioni, dalla Regione alla Provincia al Comune, hanno dato l'okay e hanno garantito una determinata operazione che, ad oggi, alla Manifattura Tabacchi non ha prodotto nulla, perché c'è solo degrado, sporcizia e i senza fissa dimora, che ogni tanto entrano e vengono mandati fuori, e i lavoratori che non sono ancora ricollocati.
Quindi, se da un lato comprendo l'arrabbiatura dell'assessore, d'altra parte credo che l'assessore debba comprendere il dramma di queste persone che è anni che aspettano una soluzione, quindi, non dico che non si sta facendo niente, ma io dico che bisogna assolutamente trovare una soluzione per provare a ricollocare questi lavoratori che, in realtà, dovevano essere ricollocati da anni. È chiaro che, ponendo il problema oggi, il problema diventa ancora più grave, perché oggi siamo nel momento più acuto della crisi economica e, quindi, è difficile anche che determinate richieste riescano ad andare a compimento.
Io invito ancora a riflettere molto su questa cosa, perché, comunque, non è come le altre aziende: questi sono lavoratori che sono rimasti a casa quando le istituzioni si sono prese l'impegno preciso, invece di ricollocarli.
Per il resto, assessore, le garantisco che, se lei chiede la collaborazione a Naldi, anche noi e anch'io personalmente, se vuole, la collaborazione gliela do...
(interruzione dell'assessore Muzzarelli)
Perfetto, ottimo! Sono perfettamente d'accordo.
Quindi noi siamo a disposizione, se ci sono delle opportunità e delle possibilità, per cercare di risolvere questo problema. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.
Ha chiesto la parola la consigliera Marani. Siamo sempre in discussione generale.
Prego, consigliera. Ne ha facoltà.
MARANI: Grazie, presidente. Io credo che, se l'intento del consigliere Favia era quello di risolvere o aiutare a risolvere una questione così difficile e così dolorosa, certamente non ha dato un grosso contributo oggi a fare passi avanti in questa vicenda.
Primo, voglio porre una questione di rispetto anche di quest'Aula e delle funzioni che hanno i consiglieri in quest'Aula. La risoluzione che è stata presentata nel pomeriggio di oggi è una risoluzione che, rispetto al contenuto, non dà assolutamente la possibilità ai consiglieri di contribuire con degli elementi, e quindi con delle opinioni in qualche modo documentate, discusse e approfondite, rispetto alla conduzione di questa vicenda. Credo anche che sia molto difficile accettare per l'assessore - del quale capisco bene il risentimento - il fatto che, a fronte di una questione annosa sulla quale sono stati fatti - come è citato peraltro nella risoluzione - diversi interventi al di fuori anche di quelle che sono le procedure formali e istituzionali, si possa accettare che la rilettura di questa situazione sia fatta di passaggi nei quali si dice che vi sono stati incontri senza nessun esito dove l'assessore si è presentato senza la presenza di esperti del Servizio Lavoro, che l'assessore ha inoltrato una lettera generica e mal formulata, sia dal punto di vista formale sia logico-sostanziale, che gli interessamenti che l'assessore ha avuto, quindi le azioni, le lettere che ha scritto, sembrano finalizzate esclusivamente a mostrare una parvenza di interesse alla risoluzione del problema, poi c'è una elencazione di tutte quelle che sono le strade che si sarebbero dovute seguire e le collaborazioni di cui l'assessore avrebbe dovuto avvalersi, cercando di spiegare all'assessore cosa è Silver e qual è la funzione di Silver, e anche quali sono le procedure attraverso le quali affrontare il problema della ricollocazione di lavoratori di aziende in crisi.
Ecco, io penso che questa non sia la modalità attraverso la quale si possa ricostruire quello che è stato l'impegno della Regione per poter affrontare una crisi che certamente ha delle specificità, per quella che è la genesi e da dove nasce, ma che in qualche modo, purtroppo, rappresenta una del moltissime crisi delle imprese, che abbiamo nella nostra regione, per la quale credo che tutti noi conosciamo l'impegno personale dell'assessore e anche il grosso lavoro che viene fatto dalla Regione e dalle strutture che si occupano della ricollocazione al lavoro.
Se poi in questa vicenda si inserisce en passant da parte del consigliere il tema "questione Manifattura", che viene ripreso dal collega Vecchi dicendo "progetto faraonico, non è stato fatto niente", quindi, di fatto, si butta in un calderone tutta la vicenda, ecco io credo che l'informazione andrebbe fatta in modo corretto e con cognizione di causa partendo dall'investimento che questa Regione ha fatto sulla ex Manifattura, dei 27 milioni di euro che furono stanziati, del concorso internazionale per il progetto di recupero che si è chiuso e che ha portato all'aggiudicazione ad uno studio tedesco, che mi pare si chiami Marg, del progetto di realizzazione delle opere nell'ex Manifattura, che siamo nella fase nella quale, a livello di aggiudicazione, dovranno essere stabilite le modalità di realizzazione degli interventi in project piuttosto che in realizzazione a stralci e sono tutti atti che sono desumibili da quelli che sono i provvedimenti che la Regione ha assunto.
Così come apprendiamo oggi, forse in diretta lo apprende anche l'assessore, del fatto che ENEA abbia altre intenzioni. A noi risulta che nell'ambito...
(interruzione dell'assessore Muzzarelli)
Per la collocazione di ENEA all'interno del polo.
Noi siamo ufficialmente a conoscenza, se le cose non sono cambiate da due giorni fa, che dentro al polo ENEA, il Rizzoli e l'Università di Bologna, per quello che riguarda le start-up, abbiano un accordo per potere essere collocate all'interno del polo. Queste sono le informazioni ufficiali che quest'Aula ha.
Rispetto al come questa vicenda è stata catapultata qui oggi, dobbiamo certamente partire dal risultato positivo di una azione nella quale si ridiscute questa questione. Il risultato è quello di lavorare e collaborare con l'assessore affinché, nell'ambito di questo disegno all'interno del quale il tema della ricollocazione dei lavoratori della BV Tech è un tema delicato e importante e che certamente è cresciuto nelle difficoltà di ricollocazione esaurita la fase degli ammortizzatori sociali rispetto a quella che è la gravissima crisi economica e occupazionale. Siamo, quindi, ben consapevoli che la questione anche delle azioni che a livello informale l'assessore ha sviluppato, sia una strada che non solo l'assessore non deve abbandonare, ma è la strada sulla quale, proprio per la delicatezza di questa partita, vanno messe in campo tutte le iniziative possibili.
Quindi, a nome del gruppo del Partito Democratico, io credo che debba esserci innanzitutto una informazione e un confronto nelle sedi dei rapporti diretti con l'assessorato, ma anche di momenti di verifica approfonditi che si possono chiedere sugli stati di avanzamento di questa vicenda. Con questo chiediamo all'assessore di continuare il suo impegno affinché questa vicenda si concluda non solo rispetto alla ridefinizione e alla collocazione definitiva delle attività che dovranno essere collocate nell'ex Manifattura Tabacchi, ma che anche il tema dei lavoratori della BV Tech possa avere una positiva soluzione, senza lasciare nulla di intentato rispetto a tutte quelle che sono le strade che si possono mettere in campo.
Credo che quest'Aula, nella sua interezza, sia ovviamente a disposizione collaborativa rispetto a tutto quello che si può fare, perché si possa, al di là delle strumentalità o delle delle azioni nelle quali si danno giudizi e si esprimono valutazioni talvolta ingenerose, si possa arrivare a una buona soluzione di questa vicenda.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto la parola il consigliere Naldi, sempre in discussione generale.
Prego, consigliere. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Io ho tanti problemi, penso di avere tanti problemi, ma non ho il problema - sono sicuro - di dimostrare che mi sta a cuore la condizione dei lavoratori, quindi parlo proprio come mi viene dal cuore, perché su questo sono assolutamente libero.
La riflessione critica sul passato, consigliere Vecchi, l'abbiamo già fatta quando abbiamo discusso dell'altra risoluzione. Io sono del tutto convinto che ci siano state delle responsabilità, però non è che tutte le volte la possiamo far daccapo. Abbiamo cercato, con la risoluzione della volta precedente, di farci carico di un problema, perché c'è una condizione materiale delle persone e una condizione psicologica gravissima a cui va data risposta, quindi abbiamo cercato di dare risposta.
Io, semplicemente per il fatto che conosco la storia della Manifattura Tabacchi, le relazioni che aveva con le altre imprese del territorio, ho cercato di mettere a disposizione dell'assessore alcuni rapporti che ho con queste imprese e i lavoratori, o almeno i loro delegati, sanno che rapporti posso aver messo a disposizione.
Il problema, a questo punto, è che con una gazzarra di questo tipo, se questa gazzarra viene riportata sui giornali, quelle aziende lì ci mandano a cagare!
PRESIDENTE (Costi): Consigliere, per piacere, usi una terminologia adatta all'Aula! Si capisce bene anche con altri eufemismi.
NALDI: Chiedo scusa, ma così si capisce meglio.
Quindi, la mia preoccupazione adesso è solo questa, perché le imprese non sono chiamate a risolvere i nostri problemi. Se lo fanno, lo fanno in virtù di rapporti positivi e di un rapporto buono che vogliono tenere con le istituzioni, ma non perché noi abbiano dei casini fra di noi e qualcuno fa più casino di altri e qualcun altro utilizza in maniera strumentale delle cose.
Quindi, è per questo che considero del tutto fuori luogo quello che è stato fatto in quest'occasione, quindi voto contro, senza nessun problema, perché considero sbagliato e deleterio averlo sollevato in questa sede. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere.
Non ho più nessuno iscritto in discussione generale. A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto.
Consigliere Favia, prego, per dichiarazione di voto.
FAVIA: Purtroppo avrò pochi minuti, presidente, per rispondere, per via di questo regolamento che non facilita il dibattito.
Assessore, io glielo voglio dire con gentilezza: ritengo che l'intervento, che lei ha fatto prima, sia un fatto ingiusto, prima ancora che istituzionalmente scorretto. Primo, perché io non ho attaccato nessuno; secondo, perché qui non siamo al bar, non siamo alla bocciofila, siamo in un'Aula di Consiglio regionale dove esiste il diritto di critica, che non è lesa maestà e inviterei tutti ad un po' più di maturità. Conosco già altri che confondono il diritto di critica con la lesa maestà.
Io non ho rapporti privilegiati con la Giunta, sono un consigliere di opposizione e, quando ho chiesto un appuntamento, mi sono visto fissare la data come se fossi un qualsiasi cittadino. Faccio i miei atti alla luce del sole, ricevo informazioni - il mio compito è quello di portare la voce di chi mi segnala delle situazioni - e alla luce del sole le denuncio. Sta a lei rispondermi nel merito se quello che scrivo è falso o meno.
Non credo di aver fatto nessuna gazzarra, non credo di avere messo in pericolo nessuna cosa e mi preoccupa sentire che lei dica, a fronte di una risoluzione che io ho presentato oggi e che noi discutiamo qui, che adesso - con tono minaccioso - fa un passo indietro, come se dovesse far pagare a qualcuno e non so a chi si riferisse, perché, se lei dice che si sottrae dal suo lavoro - e ci rimettono i lavoratori - arrabbiato col consigliere Favia, io spero di aver capito male. Spero di aver capito male, perché, se così fosse, mi preoccupo.
Io ho solo detto che, secondo me, le lettere che lei ha inviato, per quello che ho potuto constatare io, non rispondevano a ciò che noi abbiamo scritto nella risoluzione precedente e mi sono permesso, magari sono uno sciocco, sono un ingenuo, non ho l’esperienza del consigliere Naldi, mi sono permesso di mostrarne una, che secondo lei significa andare nel fosso, ne prendo atto, anche se non ho ben capito il perché, ma lei potrebbe aver ragione, mi sono anche permesso, da persona fallibile quale sono, di mostrare un’opzione propositiva per questi lavoratori. Tutto il resto non dico che sia teatrino, perché amo troppo il teatro, ma non lo comprendo. Qui non c’è nessuna gazzarra o meglio, c’è stata, ma non certo per via di un Consigliere che si permette di fare una critica e di suggerire, per quanto possa essere sciocca, una proposta.
I metodi sono quelli della nostra democrazia assembleare, se non vanno bene, qualcuno mi dica il perché, consigliera Marani, per il resto, se voi volete votare contro ciò che chiede questa risoluzione, potete farlo, è un vostro diritto, ma teniamo i toni un po’ più bassi, teniamo le accuse un po’ più basse e, magari facciamo un po’ più di confronto tecnico sulle questioni, piuttosto che aggredire chiunque si permetta di fare una critica, non dico dura, ma scritta. Il mio intervento è stato, mi sembra, assolutamente equilibrato e non di distruzione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Non ho altri iscritti a parlare per dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3711 per impegnare la Giunta a mettere in campo gli strumenti per la ricollocazione lavorativa dei lavoratori della BV Tech, a firma del consigliere Favia.
(È respinta a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è respinta.
Ringrazio i lavoratori per la loro presenza in quest’Aula.
OGGETTO 3186
Risoluzione proposta dai consiglieri Favia e Defranceschi per impegnare la Giunta ad incrementare il contributo mensile per i malati di SLA (sclerosi laterale amiotrofica), rivedere la programmazione regionale perseguendo l'obiettivo prioritario di consentirne il più a lungo possibile la permanenza nel proprio domicilio, garantire un'adeguata assistenza tenendo conto della situazione familiare, ed innalzando inoltre l'attuale limite di sbarramento ISEE. (Ritiro)
OGGETTO 3682
Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a dare piena attuazione alla risoluzione già approvata dall'Assemblea legislativa in merito all'aumento dell'attuale assegno di cura per le persone con gravissima disabilità acquisita, e quindi anche per i malati di SLA. (Ritiro)
OGGETTO 3691
Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a dare piena e rapida attuazione alla risoluzione approvata dall'Assemblea legislativa in merito all'aumento dell'attuale livello dell'assegno di cura per le persone con gravissima disabilità acquisita e per i malati di SLA. (Ritiro)
PRESIDENTE (Costi): Informo che l’oggetto 3186, la risoluzione proposta dai consiglieri Favia e Defranceschi sulla SLA e la risoluzione oggetto 3691, risoluzione proposta dal consigliere Favia, sempre sul tema della SLA, sono state ritirate con comunicazione dei giorni precedenti. La risoluzione oggetto 3682 è stata ritirata oggi, pertanto decadono tutte e tre le risoluzioni.
OGGETTO 1324
Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia per impegnare la Giunta ad agevolare il progetto di fusione, redigendo in tempi rapidi un progetto di legge, dei Comuni di Castel di Casio, Granaglione e Porretta Terme, sostenendo anche lo svolgimento di una consultazione popolare e fornendo i relativi strumenti informativi. (Discussione)
OGGETTO 1334
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari e Cevenini per verificare quale sia la volontà dei tre Comuni di Castel di Casio, Granaglione e Porretta Terme circa l'ipotesi della loro fusione. (Discussione)
OGGETTO 2231
Risoluzione proposta dai consiglieri Noè e Riva per impegnare la Giunta regionale a modificare le disposizioni contenute nella L.R. n. 24/96 in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni ed alle fusioni di Comuni, con particolare riferimento alle nuove norme introdotte circa il referendum. (Discussione)
PRESIDENTE (Costi): Passiamo, quindi, alla risoluzione oggetto 1324 proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia sul progetto di fusione dei Comuni di Castel di Casio, Granaglione e Porretta Terme. Alla risoluzione oggetto 1324 sono abbinate le risoluzioni oggetto 1334, proposta dai consiglieri Monari e Cevenini e oggetto 2231 proposta dai consiglieri Noè e Riva.
Nel frattempo sulla risoluzione oggetto 1334 è pervenuto un emendamento a firma del consigliere Alberto Vecchi, già distribuito.
È aperto il dibattito generale congiunto.
Ha chiesto la parola il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Grazie, presidente. Chiedo, gentilmente, di procedere con la verifica del numero legale.
PRESIDENTE (Costi): La verifica, consigliere, la si fa, chiaramente, al momento del voto.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.
BIGNAMI: Grazie, presidente. Molto rapidamente, anche perché il tema è già stato affrontato, almeno in parte, nella discussione precedente, sul tema della proposta di legge che abbiamo poc’anzi votato. In questo senso, l’orientamento del Popolo della Libertà, sia sulla risoluzione del Movimento 5 Stelle che su quella del PD, aggiungo anche quella della consigliera Noè che è limitrofa al tema strettamente affrontato, della fusione, è, come ho già detto, di contrarietà su quella del Movimento 5 Stelle e di favore, però con un emendamento presentato sempre dal PDL che, immagino verrà illustrato, rispetto alla risoluzione del consigliere Monari. È di favore rispetto alla risoluzione della collega Noè.
Voglio spiegare in che quadro inseriamo questo atteggiamento di voto: per quanto riguarda la risoluzione del Movimento 5 Stelle ho già detto che rimane comunque, secondo noi, perfettibile il congegno legislativo che abbiamo prima descritto e, quindi, un passaggio deliberativo dei Consigli comunali, con cui gli stessi hanno evidentemente una finalità… Sento una campanella suonare, è vero che c’era una richiesta di verifica di numero legale, quindi comprendo l’attenzione del presidente. Devo dire, però, che si suona prima del voto, presidente, non durante la discussione generale, perché sennò è un voler richiamare "alle armi", i colleghi che non sono assenti. Questo lo comprendo perché fa parte della gestione dell’Aula, però deve essere fatto alla fine!
Riprendo il filo del mio ragionamento. Siamo dell’idea che serva una deliberazione degli Enti locali coinvolti e, quindi, in questo senso il passaggio illustrato dal Movimento 5 Stelle ci pare un po’ troppo, non dico populista perché so che Defranceschi è contento se dico così, diciamo un po’ troppo assembleare, nel contempo intendiamo concedere una linea di credito alla ipotesi di procedere sulle fusioni, come ci è stato richiesto dall’assessore Saliera, con un perimetro aperto, vale a dire non nel contesto di un progetto di legge e, quindi, di un iter legislativo fissato con le norme della legge 36 ma, al contrario, come una mozione, una risoluzione d’impulso, immaginando, e la collega Noè credo che formalizzerà qualcosa nei prossimi giorni, immaginando in sede di revisione delle leggi che governano i processi di fusione, la possibilità di rendere effettivamente più forte il presidio democratico che governa queste fusioni.
Per questo richiamo l’articolo 133 che, credo, non casualmente il capogruppo Monari ha fatto nella propria risoluzione, ci persuade perché individuare nella volontà dei Comuni delle popolazioni interessate la stella polare di riferimento, e, ripeto, le popolazioni dei Comuni interessati, non le popolazioni dei territori complessivamente interessati, ci pare debba essere preso come punto di riferimento. In questo senso, e lo dico già adesso, se Castel di Casio, ed è una postilla che aggiungiamo nel voto favorevole, non ritiene di partecipare a questa fusione, non è evidentemente ammissibile un processo di annessione da parte di altri Comuni, ma ugualmente se i Comuni di Granaglione e Porretta intendono dar vita ad un processo di fusione, noi siamo fin da adesso disponibili a dare il nostro contributo positivo, purché non vi sia lo scatto del meccanismo che poc’anzi descrivevamo, ma ci sia l’effettiva volontà, Comune per Comune, di procedere nel senso indicato.
Le ragioni di questo voto favorevole stanno, evidentemente, nei contenuti; riteniamo che già da tempo questi Comuni stiano ragionando in una prospettiva di questo tipo, riteniamo che si debba dare fiducia agli amministratori, che sono persone che lo fanno davvero senza alcun interesse personale e con grande spirito di sacrificio, e la fiducia che diamo loro è evidentemente finalizzata a rendere, come diceva l’assessore Saliera, migliore e più efficienti i servizi, ma riteniamo anche che questo debba essere sottoposto al vaglio della popolazione, nell’ottica di quel principio democratico che certamente è contenuto anche nella risoluzione di Defranceschi, ma che forse troviamo eccessivamente accentuato nei processi che deve governare.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bignami.
Ha chiesto la parola il consigliere Alberto Vecchi, sempre in discussione generale. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Grazie, presidente. In riferimento a quello che andremo a votare, io personalmente, in accordo con il Gruppo, ho presentato solamente un emendamento sulla risoluzione a firma Monari del PD che, come ha già detto il collega Bignami, coerentemente con quanto dichiarato sempre in quest’Aula e in Commissione, parlando dell’Alta Valle del Reno, dico che qualora questo processo venga dal basso e ci sia rispetto assoluto della volontà dei singoli Comuni, è chiaro che in quella porzione di territorio ci sono le caratteristiche per arrivare a una fusione dei Comuni, sempre che si rispetti la premessa, e cioè che sia condivisa dai cittadini e che, soprattutto, l’operazione parta dal basso. L’emendamento presentato è il seguente: "qualora in tutti e tre i Comuni si manifesti la volontà di fusione". L’inserimento di questa frase non è casuale, noi veniamo da aspre polemiche sulla fusione della Val Samoggia, quello che è successo nella Val Samoggia non vogliamo che si ripeta ancora e chiediamo che ci sia chiarezza preventiva su questo percorso e condividiamo questa risoluzione perché già in premessa la risoluzione evidenzia come i due Comuni di Porretta e Castel di Casio abbiano deliberato in maniera opposta. Siccome il primo passaggio è quello del coinvolgimento del Comune e del Consiglio comunale che vota a favore, già in questo territorio, purtroppo, non ci sono le premesse, però ragionando e cercando di far incontrare le persone, io sono convinto che si possa fare - e su questo siamo d'accordo sulla risoluzione - un ragionamento più ampio per spiegare le caratteristiche positive che potrebbe portare una fusione, però questa volta chiediamo, siccome diamo una apertura di credito anche nel rispetto di quello che abbiamo sempre detto, che ci siano regole chiare, prima di cominciare a prendere qualsiasi tipo di impegno.
Per quanto riguarda la risoluzione del Movimento 5 Stelle, mentre quella del PD è una risoluzione che lascia al territorio la scelta finale, pur spiegando le positività di una fusione, quella del Movimento 5 Stelle è completamente orientata verso una soluzione già predefinita e questo è ciò che noi non abbiamo mai voluto sposare, perché non dobbiamo essere noi, Consiglio regionale, Assemblea legislativa che dobbiamo dare questo percorso, ma noi dobbiamo dare ai cittadini lo strumento per farlo. Non dobbiamo noi indirizzare ed evidenziare con un documento di questo tipo votato, quale sia la nostra scelta di campo, eventualmente questo sarà frutto di un dibattito successivo, in cui noi potremmo andare a esprimerci assieme ai cittadini, ma se noi votiamo questo documento del Movimento 5 Stelle, è come se avessimo noi già dato una linea di indirizzo su quello che si deve fare, invece la pensiamo esattamente in maniera opposta. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.
Ha chiesto la parola, sempre in dibattito generale, il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. È una risoluzione datata quella che stiamo discutendo ma che torna nella discussione odierna, anzi è calzante nella discussione odierna, perché questa mattina ci siamo dedicati a un altro provvedimento di fusione che è quello relativo ai Comuni della costa romagnola della Provincia di Forlì e Cesena.
Voglio essere molto sincero e molto chiaro perché altrimenti rischiamo di fare confusione e invece di cercare di capirci, rischiamo di non capirci affatto. Lo dico solo per chiarire quale sia la nostra posizione.
Contrariamente al collega Alberto Vecchi, non sono sicuro che in quel territorio siamo pronti per la fusione perché c’è un problema di peculiarità territoriale che è molto distante dalla peculiarità culturale dei cittadini delle comunità che risiedono in quel territorio. Quelle comunità non sono assolutamente d’accordo nel fondersi, anzi sono trentacinque anni che cercano qualunque motivo di qualunque genere per stare non solo nel chiuso del loro recinto ma, possibilmente, dato il loro recinto territoriale, chiuderlo ancora di più. Se potessero fondare tre masi chiusi, lo farebbero!
Come ho detto stamattina, Castel di Casio è, sostanzialmente, un quartiere di Porretta, ma la gente di Castel di Casio ha una identità, una soggettività, una peculiarità molto più elevata che a Tokyo e a Tokyo non pongono i problemi che pongono a Castel di Casio. Gli abitanti di Castel di Casio non sanno dov’è Tokyo, ma ritengono assolutamente assodato che a Tokyo sappiano tutti dove è Castel di Casio! Questa è la questione, è il classico caso in cui bisogna verificare e di processi di partecipazione bisogna metterne in campo venti, prima di andare a parlare di qualunque tipo di iniziativa referendaria, perché le condizioni sul territorio sono quelle che ho descritto: non pretendo di avere la verità in tasca ma sono difficilmente d’accordo, essendoci tre bar nel paese, in quale dei tre bar andare a bere il caffè quando hanno voglia di bere un caffè. Ognuno ha le proprie responsabilità, il Centrodestra, il Centrosinistra, il Centro, la Sinistra, la Destra, perché ognuno ha inzuppato il biscottino della politica.
Dato tutto ciò, nella risoluzione originale, a firma mia e del compianto Cevenini, c’era scritto di verificare se in quei Comuni, in quelle comunità c’era la volontà di arrivare alla fusione. Queste volontà vanno verificate e va promossa, se si vuole arrivare alla fusione, una iniziativa di partecipazione in chiaro, applicando modelli di legge regionale sulla partecipazione, in maniera da stanare, sottolineo stanare, quelli che sono sempre d’accordo con l’ultimo che ha parlato, che è la peculiarità che unisce il Centrodestra e il Centrosinistra di quel territorio. Questa è la fotografia di quel posto. Siccome sono circa trentacinque anni che ne parliamo, come per la Val Samoggia, e ci sono cultori della materia molto più esperti di me, mettiamo in campo una iniziativa che sia chiara, ma che dia a loro la responsabilità di autodeterminazione e per darla a loro, io sono anche per prendere l’emendamento che propone il consigliere Alberto Vecchi alla nostra risoluzione, chiarendo però che se si dovesse andare verso un percorso di fusione, chi si fonde adotta le regole che fino qui abbiamo adottato negli altri modelli referendari sulle fusioni, non è che per la Valle dell’Alto Reno si fanno delle regole apposite.
Grazie, presidente e mi scusi per il tono un po’ naif del mio intervento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto la parola il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Io speravo che il consigliere Monari, invece di questa filippica etno-sociologica che ci ha fatto, mi spiegasse cosa significa l’impegnativa che è contenuta nella sua risoluzione, forse ho capito che verificare la volontà dei tre Comuni coinvolti supponga fare il giro dei tre bar.
(interruzione del consigliere Monari)
Davvero faccio fatica a capire come questa si faccia a verificare e, a questo punto, non capisco a cosa serva questa risoluzione presentata una settimana dopo la nostra, ad altri scopi. Posso anche concordare con quanto detto dal collega Bignami sul fatto che la nostra risoluzione sia una forzatura, ma, probabilmente, è necessaria, perché è in atto nel territorio una forma di resistenza attiva e passiva da parte di qualcuno che, come ha detto anche il collega Monari è da anni che inzuppa il biscottino nella politica e c’è, infatti, un Comune che si oppone strenuamente a questa fusione, nonostante gli altri due Comuni abbiano votato sostanzialmente all’unanimità per la fusione, si oppone strenuamente, dimenticandosi, per altro, che gli altri due Comuni sono quelli che forniscono i servizi, perché in questa logica di separazione di capanne e zulù che ci ha presentato il collega Monari, c’è anche questa sensazione per cui è molto comodo per un Comune usufruire del Tribunale fino a quando c’è stato, dell’ospedale, delle scuole, senza ovviamente averne i costi indiretti. In questo Comune il sindaco, dopo avere ampiamente navigato nel Comune a fianco, separati dal fiume Limentra, dopo essere stato per anni in questo Comune, per fortuna è uscita una legge per cui non si poteva più candidare, essendo passate due legislature, ha fatto il salto del fosso e si è candidato nell’altro Comune, in un allegro inciucio tra Destra e Sinistra, che oggi porta le conseguenze che vediamo anche in quest’Aula. Ci troviamo, quindi, nella situazione in cui sette persone all’interno di un Consiglio comunale stanno bloccando un intero processo che tutti a parole definiamo "virtuoso", all’interno di questi Comuni. Bloccato e assolutamente fermo, con una forma di resistenza anche attiva, ricordo un caso emblematico in cui addirittura fu negato al locale comitato che si era formato per la fusione l’uso di una sala civica per presentare i propri argomenti: questo è il grado di democrazia. Capisco la difficoltà di perdere determinate poltrone, di perdere determinati e atavici vantaggi di relazioni sul luogo e, a questo punto, forse ci vuole una forzatura, l’altra volta sulla Val Samoggia abbiamo fatto esattamente quello che ci pareva in quest’Aula, per cui abbiamo deciso che anche gente che non voleva fondersi lo ha fatto, qua addirittura però non possiamo neanche chiederglielo. Non abbiamo neanche il diritto di chiederglielo.
Ci sono altri strumenti che ci ha spiegato l’assessore Saliera, c’è, ad esempio, lo strumento di fare un referendum locale; immaginate se questo Comune, che ho appena descritto, va a chiedere il parere dei propri cittadini! Se ne guarda bene! Potremmo anche raccogliere le firme, spero che l’assessore Saliera si renda conto di che cosa vuol dire raccogliere il cinquanta più un per cento di firme, le garantisco che non solo non sono in grado di farlo i comitati dei cittadini, ma non è in grado neanche il PD in questi luoghi a raccoglierli, perché questo rientra nell’assurdità di questa legge che tutto fa, fuorché favorire la vera volontà dal basso, perché qui si è po’ mischiato tra volontà dal basso di un Consiglio comunale e tra la volontà dal basso dei veri cittadini. In questa legge, tra gli strumenti che abbiamo a disposizione non c’è nulla che permetta ai cittadini di portare avanti questo progetto e di chiedere a tutta la popolazione che cosa vogliono fare.
Indubbiamente c’è questa forzatura che mira a vincere questo stallo, però le fusioni è vero che non sono tutte uguali, i territori non sono tutti uguali, però guardi, consigliere Monari, che a Sasso Marconi non c’è il cartello "hic sunt leones", non si va di bar in bar per abbindolare i montanari, non si regalano calze collant. Probabilmente a Castel di Casio molti sanno dov'è Tokyo, e le garantisco che la geografia non è molto nota neanche a Bologna centro, non siamo degli zulù! Siamo perfettamente in grado di capire che cosa è uno studio di fattibilità, lo studieremo e lo abbiamo studiato attentamente, siamo divisi come i quartieri di Bologna, come è divisa la Val Samoggia, siamo tutti divisi però, probabilmente, a maggior ragione in montagna, tra noi montanari arretrati arriverà prima la crisi, arriverà prima la difficoltà di gestire, come diceva l’assessore, dei bilanci dei Comuni. Non riusciremo, probabilmente, nel breve periodo a portare via la neve, per cui rimarremo chiusi nelle nostre capanne per lungo tempo. Possiamo dire che rispettiamo la democrazia dei territori, per cui vogliamo che tutto venga dal basso, per lo stesso ragionamento le posso dire che se i montanari non sono in grado di intendere, di volere e di comprendere, forse è meglio se li forziamo noi prima che vadano giù nel burrone.
Credo, pertanto, che sia necessaria questa forzatura che non è una forzatura antidemocratica, perché mi insegnate, dalla questione della Val Samoggia, che il referendum è la massima espressione democratica, mi sfugge come adesso pensiate che lo sia leggermente meno, probabilmente i Comuni non sono tutti uguali e qualche referendum è più valido dell’altro.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Sono le ore 18,08, deve ancora intervenire in discussione generale la consigliera Noè; quindi dovremmo passare alle dichiarazioni di voto. Sospendiamo la discussione relativa agli oggetti 1324 - 1334 e 2231. Nella prossima seduta riprenderemo da queste risoluzioni, tenendo conto della prenotazione della consigliera Noè.
(Le comunicazioni prescritte dall'articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18,08
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizia BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI; gli assessori Sabrina FREDA e Maurizio MELUCCI e i consiglieri Gabriele FERRARI, Andrea LEONI e Marco LOMBARDI.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 3685
Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena" (proposta del consigliere relatore Antonio Mumolo su mandato della Commissione I). (106)
Presenti: 39
Favorevoli: 31
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 7
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Fabio FILIPPI, Mauro MALAGUTI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.
Non votanti: 1
Palma COSTI.
Assenti: 11
Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (g), Gabriele FERRARI (g), Franco GRILLINI, Andrea LEONI (g), Marco LOMBARDI (g), Rita MORICONI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 3659/1 - Ordine del giorno, proposto dai consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli sull'istituzione del Parco interregionale Sasso Simone e Simoncello. (75)
Presenti: 37
Favorevoli: 12
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.
Contrari: 24
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Non votanti: 1
Palma COSTI.
Assenti: 13
Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI (g), Gabriele FERRARI (g), Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI (g), Marco LOMBARDI (g), Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 3659
Delibera: «Approvazione, ai sensi dell'art. 22, comma 5 della L.R. 24 marzo 2000, n. 20, dell'estensione del Piano Paesistico Regionale al territorio dell'Alta Valmarecchia presentata dalla Provincia di Rimini». (Proposta della Giunta regionale in data 25 febbraio 2013, n. 188) (107)
Presenti: 31
Favorevoli: 21
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 3
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Andrea POLLASTRI.
Astenuti: 6
Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Alberto VECCHI.
Non votanti: 1
Palma COSTI.
Assenti: 19
Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI (g), Gabriele FERRARI (g), Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI (g), Marco LOMBARDI (g), Paola MARANI, Gabriella MEO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Matteo RICHETTI, Luigi Roberto SCONCIAFORNI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Ordine del giorno
OGGETTO 3659/1 - Ordine del giorno, proposto dai consiglieri Bernardini, Manfredini, Corradi e Cavalli sull'istituzione del Parco interregionale Sasso Simone e Simoncello. (75) (Respinto)
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Vista la proposta recante "Approvazione ai sensi dell'articolo 22, comma 5 della L.R. n. 20/2000 dell'estensione del Piano Paesistico Regionale al territorio dell'Alta Valmarecchia presentata dalla Provincia di Rimini".
Considerato che
Pennabilli è l'unico dei 7 comuni dell'Alta Valmarecchia che ha una parte del proprio territorio all'interno del Parco Sasso Simone e Simoncello del quale ne detiene il 33%;
dopo il passaggio di Provincia e quindi di Regione suddetto Parco si sarebbe dovuto trasformare da Regionale ad Interregionale ma ad oggi, dopo tre anni di tentati accordi, nessun risultato è stato ottenuto;
gli attuali confini dell'area contigua comprendono all'interno alcuni centri abitati e i vincoli esistenti creando disagi e spese ai residenti;
il Consiglio Comunale ha approvato nel 2012 un Ordine del Giorno per ottenere la riperimetrazione dell'area contigua, atto inviato alla Regione Emilia-Romagna con prot. 4854 in data 23/07/2012.
Appreso che
ad oggi la Regione Emilia-Romagna non si è ancora espressa in merito e non ha perfezionato alcun accordo con la Regione Marche;
in data 21/01/2013 con delibera n. 26, la Regione Marche ha nominato il nuovo Presidente del Parco e previsto la partecipazione dei soli comuni Marchigiani facenti parte del Parco stesso;
dato atto che annualmente la Regione Emilia-Romagna assegna all'ente di gestione del Parco naturale, contributi regionali per le spese di funzionamento, pur nelle more dell'istituzione di un apposito parco di carattere interregionale, ai sensi della normativa vigente sulle aree protette;
dato atto inoltre che la Regione Emilia-Romagna ha istituito sin dal 27 aprile 2010 un gruppo di lavoro interregionale finalizzato all'istituzione del parco naturale interregionale del Sasso Simone e Simoncello;
ritenuto importante ed urgente che nel territorio dell'Alta Valmarecchia si proceda, non solo per l'adeguamento della pianificazione territoriale, bensì anche per accordi finalizzati alla gestione del territorio e del Parco Sasso Simone e Simoncello dato che la mancanza di accordi sta pregiudicando obiettivi regionali, finanziamenti già stanziati dal Parco all'interno del Comune di Pennabilli, nonché la realizzazione del progetto "Parco Interregionale";
vista la legge 3 agosto 2009, n. 117 "Distacco dei Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria e Talamello dalla Regione Marche e loro aggregazione alla Regione Emilia-Romagna, nell'ambito della Provincia di Rimini, ai sensi dell'art. 132, secondo comma, della Costituzione.
Invita
La Giunta regionale ad esprimersi sulle richieste inviate dal Consiglio Comunale di Pennabilli in data 23/07/2012 e ad assumere iniziative ed azioni per l'urgente istituzione del Parco Interregionale Sasso Simone e Simoncello e la gestione emiliano-romagnola per quanto di competenza.»
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
«Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:
Interrogazioni
3706 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la situazione, conseguente ai danneggiamenti causati dal sisma del maggio 2012, relativamente all'azienda Haemotronic di Medolla.
3707 - Interrogazione dei consiglieri Pollastri e Filippi, a risposta scritta, circa il finanziamento degli spettacoli nell'ambito del Cartellone Verdi 200.
3709 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione relativa ai lavori di ammodernamento della Strada Statale n. 64, nella zona tra Silla di Gaggio Montano e Vergato (BO).
3714 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere a tutela degli acquirenti di alloggi della cooperativa COPALC, a seguito del fallimento di tale impresa.
3715 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per tutelare i cittadini nigeriani immigrati presenti presso la struttura dismessa di Via dei Prati di Caprara (BO).
3716 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per garantire la sicurezza dei cittadini nel settore della mobilità, anche in relazione al Piano Regionale Integrato dei Trasporti 2010-2020.
3717 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa l'organizzazione del servizio di Call center presso l'ASL di Ravenna.
Interpellanza
3710 - Interpellanza dei consiglieri Barbati e Mandini circa incarichi professionali riguardanti la realizzazione dell'Ospedale di Cona (FE) ed i relativi servizi.
Risoluzioni
3711 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta a mettere in campo gli strumenti per la ricollocazione lavorativa dei lavoratori della BV TECH (documento in data 12 03 13).
3712 - Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Monari, Pariani, Bonaccini, Zoffoli, Pagani, Alessandrini, Marani, Piva, Montanari, Mazzotti, Luciano Vecchi, Casadei, Fiammenghi, Mori e Moriconi per invitare la Giunta a proseguire nell'opera di razionalizzazione e di integrazione funzionale delle Aziende sanitarie regionali al fine di contenere le spese riducendo l'impatto sulla universalità dell'accesso gratuito al sistema (documento in data 12 03 13).
3713 - Risoluzione proposta dal consigliere Bignami per impegnare la Giunta ad attivarsi, presso l'Agenzia delle Entrate, al fine di individuare soluzioni volte ad evitare agli acquirenti di alloggi della cooperativa COPALC, fallita, azioni di recupero della differenza tra IVA agevolata al 4% e quella pari al 10%, a seguito della incolpevole decadenza dall'agevolazione del beneficio "prima casa", oltre alle connesse sanzioni ed interessi (documento in data 12 03 13).»
(Comunicazione n. 47 prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno - prot. 11312/2013)
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Costi - Mandini
Corradi - Meo
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