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129.
SEDUTA DI MARTEDÌ 21 MAGGIO 2013
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
Indice
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OGGETTO 3641
Interpellanza del consigliere Filippi circa i poli fieristici regionali, con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori dipendenti di "Reggio Emilia Fiere Srl".
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
FILIPPI (PDL)
MUZZARELLI, assessore
FILIPPI (PDL)
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 3694
Interpellanza del consigliere Bartolini circa problematiche e procedure riguardanti il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
BARTOLINI (PDL)
FREDA, assessore
BARTOLINI (PDL)
OGGETTO 3695
Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'individuazione della rete di itinerari ciclabili regionali e la costituzione del relativo Gruppo di lavoro.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
POLLASTRI (PDL)
PERI, assessore
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 3742
Interpellanza del consigliere Favia circa la tutela della salute e della sicurezza dei pazienti e degli utenti dell'Ospedale di Cona (FE) a seguito dei disservizi connessi alla progettazione ed alla realizzazione di tale opera.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
FAVIA (Misto)
LUSENTI, assessore
FAVIA (Misto)
OGGETTO 3966
Comunicazione della Giunta sulla situazione nelle zone terremotate ad un anno dal sisma.
(Continuazione discussione)
OGGETTO 3999
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Barbati, Naldi, Sconciaforni, Noè, Aimi, Filippi, Manfredini, Malaguti e Pollastri in merito alle misure adottate dal Governo e agli ulteriori interventi da intraprendersi per la ricostruzione dell'Emilia colpita dagli eventi sismici del maggio 2012.
(Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
MARANI (PD)
FILIPPI (PDL)
LEONI (PDL)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MONTANARI (PD)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
AIMI (PDL)
MONARI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
OGGETTO 3979
Delibera: «Convalida della elezione della consigliera Luciana Serri, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale".» (Delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 15 maggio 2013, n. 75) (113)
(Dichiarazioni di voto e approvazione)
OGGETTO 3980
Delibera: «Convalida della elezione del consigliere Giampaolo Lavagetto, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale".» (Delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 15 maggio 2013, n. 76) (114)
(Dichiarazioni di voto e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 3979 - 3980/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (78)
PRESIDENTE (Costi)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MANFREDINI (Lega Nord)
LAVAGETTO
GRILLINI (Misto)
BARBATI (Italia dei Valori)
NOÈ (UDC)
NALDI (SEL - Verdi)
FAVIA (Misto)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
LAVAGETTO
MONARI (PD)
OGGETTO 1423
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Manfredini: «Integrazione della legge regionale n. 12 del 25 giugno 1999: "Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche" in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.»
(Abbinato)
OGGETTO 3284
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999 n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale) (Testo base).» (59)
(Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 1423 - 3284/1 - Presentazione, discussione e ritiro) (79)
PRESIDENTE (Costi)
NALDI, relatore
POLLASTRI (PDL)
MANFREDINI (Lega Nord)
GRILLINI (Misto)
FAVIA (Misto)
PRESIDENTE (Costi)
FAVIA (Misto)
ALESSANDRINI (PD)
CAVALLI (Lega Nord)
MELUCCI, assessore
NALDI (SEL - Verdi)
FAVIA (Misto)
MANFREDINI (Lega Nord)
POLLASTRI (PDL)
FAVIA (Misto)
PRESIDENTE (Costi)
FAVIA (Misto)
NOÈ (UDC)
PRESIDENTE (Costi)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Costi)
LOMBARDI (PDL)
OGGETTO 3897
Delibera: «Modifica di alcuni interventi del programma regionale di investimenti in Sanità.» (Proposta della Giunta regionale in data 22 aprile 2013, n. 475) (115)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
FAVIA (Misto)
MONTANARI (PD)
OGGETTO 3947
Delibera: «Modifica del perimetro e della zonizzazione della Riserva naturale Contrafforte Pliocenico in provincia di Bologna.» (Proposta della Giunta regionale in data 6 maggio 2013, n. 533) (116)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 3979-3980/1 - 3979 - 3980 - 3284
Emendamenti oggetto 3284
Ordini del giorno oggetti 3979-3980/1 - 1423-3284/1
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
La seduta ha inizio alle ore 15,04
PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centoventinovesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali, ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco Errani.
Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Saliera, l'assessore Rabboni e il consigliere Mandini.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Costi): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.
Chiamo la prima:
3641 - Interpellanza del consigliere Filippi circa i poli fieristici regionali, con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori dipendenti di "Reggio Emilia Fiere Srl".
Risponde per la Giunta l'assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Filippi per illustrare la sua interpellanza.
FILIPPI: Grazie, presidente. Stando a quanto mi risulta, permangono dubbi circa la volontà da parte della presidenza e dei soci, pubblici e privati, di salvare la società "Reggio Emilia Fiere Srl", società che è stata, ed è tuttora importante punto di riferimento per l’economia reggiana.
Come lei sa meglio di me, dopo la richiesta di attivazione di cassa integrazione straordinaria in deroga, sono a rischio una decina di posti di lavoro riguardanti i dipendenti, quattro dei quali, a quanto risulta, sono stati licenziati poco tempo fa; mentre pare che il direttore di Reggio Emilia Fiere (naturalmente nominato dai vertici del PD) sia stato confermato nel suo ruolo, con un compenso di circa 90 mila euro all’anno.
Non risulta essere stato ancora presentato il tante volte preannunciato piano industriale, che dovrebbe rilanciare e salvare il centro esposizioni di Reggio Emilia.
Si parla da tempo di una fusione fra Reggio Emilia Fiere e l’Ente Fiera di Parma. In questo caso, naturalmente, la struttura reggiana sarebbe destinata a divenire una succursale di quella parmense.
Il centro fieristico reggiano non è mai stato riconosciuto dalla Regione come ente fieristico, è sempre stato considerato un centro espositivo di serie B.
Tutto ciò premesso, chiedo: che cosa intenda fare la Regione, in questo contesto precario e privo di prospettive per le Fiere di Reggio Emilia, per definire la geografia dei poli fieristici; se la Regione intenda attivarsi al fine di salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti di "Reggio Emilia Fiere Srl"; se la Regione intenda operare per rilanciare la Fiera di Reggio Emilia, esigendo, peraltro, da parte dello stesso ente l’attuazione di un piano industriale coerente con le caratteristiche del territorio di Reggio Emilia. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all'assessore Muzzarelli per la risposta. Prego.
MUZZARELLI, assessore: Grazie, presidente. A parte le gratuite affermazioni sulle nomine, eccetera, affermazioni sulle quali, a mio avviso, sarebbe opportuno un certo stile e una buona dose di responsabilità, trovandomi in una sede istituzionale, nel dare la risposta mi atterrò ad profilo istituzionale.
Innanzitutto, la legge regionale n. 12 del 2000 parla di ordinamento del sistema fieristico regionale, e la parola "sistema" non è certo lì per caso, la posizione della Regione in relazione alla geografia dei poli fieristici è risultata molto chiara.
La Regione, sulla base di questi principi, ha sempre agito per favorire la crescita dei quartieri e delle società fieristiche che in essi operano. Allo stesso tempo, ha sempre auspicato e sostenuto ogni iniziativa indirizzata alla collaborazione fra le diverse realtà fieristiche, al fine di rafforzare le azioni che potessero rappresentare sintesi fra i diversi programmi e progetti dei vari operatori del mercato fieristico regionale.
Con l'evoluzione dei mercati internazionali e il rapido sviluppo dei sistemi fieristici esteri, che ad essi hanno saputo adeguarsi, l'attuale competizione fieristica - nazionale ed internazionale - necessita di sempre maggiore specializzazione e qualificazione sia degli eventi sia delle strutture espositive. Ma ancor di più l'elemento di forza in grado di potersi affermare e risultare vincente riteniamo sia quello dell'integrazione delle società fieristiche.
Con l'istituzione del Tavolo per il sistema fieristico regionale, la Giunta ha posto una serie di obiettivi al centro della propria politica di sostegno al sistema fieristico, sia a livello locale sia a livello nazionale, dialogando direttamente con i quartieri, tutti i quartieri, consiglieri, tutti, con gli organizzatori, con gli amministratori pubblici locali, i quali ultimi non di rado detengono posizioni rilevanti negli assetti societari.
Negli anni recenti, l'attività fieristica in Emilia-Romagna si è consolidata ed è cresciuta attorno ai tre grandi poli di Bologna, Rimini e Parma. È questa, quindi, la geografia dei poli fieristici. Il polo di Bologna è l'unico ad avere già ottenuto un buon risultato in termini di strategia di integrazione con Modena e Ferrara.
È in corso un lavoro di confronto con la fiera di Parma, con la fiera di Piacenza, con la fiera di Reggio Emilia, per verificare se sussistano le condizioni per integrare strategie, economie di scala e funzionalità. Questo è quanto stiamo cercando di fare, con gli stimoli verso la Romagna.
Nella grande realtà fieristica italiana, i centri di Bologna, Rimini e Parma coprono oltre l'80 per cento dell'attività fieristica che si svolge in Regione. Come dicevo, Bologna governa anche Modena Fiere e Ferrara Fiere, mentre le altre realtà, integrano e completano il sistema in alcune specializzazioni. Stiamo operando per questa dimensione.
Oggi le alleanze sono fondamentali. Con queste parole, vorrei dare un messaggio all'esterno: non possiamo accettare che i livelli nazionali, siano essi industriali sia politici, portino avanti azioni che vanno nella direzione di costruire una fiera del Nord (Milano e Verona). Noi vogliamo che ci sia un impegno da parte del Governo per assicurare che il sistema fieristico regionale sia all'interno delle strategie, compresa Parma, perché vorrei ricordare che si sta sviluppando un'operazione nella dimensione nazionale che cerca di utilizzare le opportunità del Nord per staccare il sistema fieristico della nostra Regione per portarlo in una dimensione milanese, o comunque di integrazione tra Milano e Verona con Bologna e Rimini. In tal senso, noi abbiamo già espresso chiaramente il nostro diniego, e lo ribadiremo, perché per quanto ci riguarda il polo fieristico regionale ha tre gambe, sulle quali deve correre per creare opportunità e futuro, qui e nel mondo.
Le difficoltà per la Fiera di Reggio Emilia sono iniziate nel 2008, e proseguite negli anni seguenti, con un bilancio 2012 chiuso con perdite per circa 2,7 milioni di euro. Attualmente pende la richiesta al Tribunale di Reggio Emilia di concordato preventivo. Per questo, era stata richiesta dall'azienda, con condivisione mediante accordo sindacale, la cassa integrazione straordinaria in deroga per undici dipendenti fino a fine 2012 e per dieci dipendenti fino allo scorso 8 marzo. A febbraio è stata attivata la procedura di licenziamento per quattro funzionari, che hanno direttamente impugnato il provvedimento.
È di questi giorni la notizia che il Tribunale di Reggio ha concesso altro 60 giorni per la presentazione del piano di ristrutturazione nella procedura concordataria in corso, per poter concludere l'accordo con le banche creditrici. L'auspicio è quello di vedere rapidamente il superamento delle difficoltà con l'alleanza dell'Area Emiliana.
Tale alleanza potrebbe assicurare una risposta non solo al tema del personale, ma anche al tema della prospettiva dei poli, e quindi la valorizzazione delle specializzazioni.
Concludo dicendo che noi stiamo lavorando nell'ambito della strategia di Expo 2015. Abbiamo intenzione di sviluppare un'azione nei primi sei mesi del 2015, in concomitanza con l'evento milanese, per creare un asse di fiere in tutto il percorso fieristico, da Piacenza a Rimini, e valorizzare tutti i brand fieristici più importanti. Credo che, se per quell'occasione avessimo già un’integrazione, una strategia unitaria, un vero e proprio polo che veda insieme Piacenza, Reggio e Parma, che per noi rappresenta il fulcro di questa strategia, potremmo valorizzare Cibus, valorizzare la Suinicola, valorizzare Geofluid, cioè mettere in campo una strategia di immagine e di economia, che può servire alla nostra Regione, alle nostre imprese e al nostro sistema.
A mio avviso, è necessario che noi tutti si faccia uno sforzo per superare la visione localistica, e per metterci in campo con una visione strategica di sistema, al fine di valorizzare le economie locali, ché questo intendiamo portare a compimento in questa programmazione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Filippi per la replica. Ha cinque minuti, consigliere.
FILIPPI: Grazie, presidente. A parte lo stile, che può piacere o non piacere, l'obiettivo della mia interpellanza era - ed è - quello di salvaguardare i posti di lavoro dei quattro ragazzi che sono stati licenziati, e quindi spero vengano reintegrati, e quelli degli altri dieci dipendenti in cassa integrazione, non so se sia già terminata, il 2012 si è concluso ormai da cinque mesi, oggi è il 21 maggio 2013. Il tempo passa, ed io non ho letto di grosse novità circa l'ente fiera di Reggio Emilia.
Assessore, lei sa meglio di me che l'ente fiera di Reggio Emilia era governata da due società, SOFISER e SIPER. Sempre nomi complessi, perché la gente meno capisce, meglio è. La SOFISER è una società in mano al Comune di Reggio, alla Provincia di Reggio, alla Camera di Commercio di Reggio Emilia, tre enti, bene o male, governati da un'amministrazione pubblica di chiaro segno politico…
(interruzione dell'assessore Muzzarelli)
Sì, sto dichiarando pubblicamente che il presidente si chiama Enrico Bini, sulle cui simpatie politiche lei si può facilmente informare. La SOFISER, oltreché dal Comune, Provincia e Camera di Commercio, era governata da un gruppo di banche reggiane. Il core business di questa società era rappresentato dalla gestione delle aree, cioè comprava e rivendeva aree. Finché l'economia e l'edilizia tiravano, comprava terreni a pochissime euro, le trasformava in aree edificabili, le rivendeva, poteva permettersi di fare favori agli amici, come ha sempre fatto, e non succedeva…
(interruzione dell'assessore Muzzarelli)
Quanto dico, assessore, è a verbale, è tutto in Tribunale, i libri sono stati depositati in Tribunale, quindi potete andarli a vedere. Finché l'edilizia tirava, dicevo, la SOFISER riusciva a sbarcare il lunario. Sennonché, l'edilizia è andata in crisi, la SOFISER ha continuato a comprare aree, le vendeva rimettendoci, quindi producendo risultati negativi. Che cosa succede, dunque? Succede che la SIPER, l’ente di gestione fiera, pagava 400 mila euro di affitto, che non è una cifra modesta. Ciononostante, la SIPER, l’ente fiera di Reggio Emilia, guadagnava. Il problema è che la SOFISER ha soffocato la SIPER. I libri, come ho detto, sono in Tribunale. Qualcuno ha fatto affari d'oro, a rimetterci sono i dipendenti, sono i lavoratori.
Con la mia interpellanza intendo dire: ci sono stati degli errori, cerchiamo di porvi rimedio, ma badiamo a salvaguardare i posti di lavoro. Ebbene, per quanto riguarda i posti di lavoro, nella sua risposta, non ho avuto alcuna certezza, pertanto mi dichiaro non soddisfatto. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.
Comunico che sono rinviate l’interpellanza oggetto 3710, stante l’assenza giustificata dei consiglieri Barbati e Mandini, e l’interpellanza oggetto 3750, stante l’assenza dell'assessore Rabboni, il quale stamattina ha comunicato che sarebbe stato assente dai lavori della seduta odierna per impegni istituzionali.
Passiamo all’interpellanza successiva:
3694 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa problematiche e procedure riguardanti il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.
Risponde per la Giunta l'assessore Freda.
La parola al consigliere Bartolini per illustrare la sua interpellanza.
BARTOLINI: Grazie, presidente. Mi riservo di intervenire dopo la risposta dell'assessore.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.
La parola all'assessore Freda per la risposta.
FREDA, assessore: Grazie, presidente. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è stato istituito nell'ottobre del ’93 sulla base di una larga condivisione sia delle Regioni sia degli enti locali territorialmente interessati.
Nel versante regionale dell'Emilia-Romagna, la creazione del Parco Nazionale è stata preceduta dall'azione della nostra Regione che, nel 1988, con la legge regionale n. 11, diede vita ad otto parchi regionali, tra i quali anche quello su cui mi interpella, consigliere.
Dopo i primi anni di vita del Parco, lo stesso ha subito un lungo periodo di commissariamento, in coincidenza con la gestione del Ministero dell’allora ministro Matteoli. Solo cinque anni fa è stato possibile, tramite l'intesa tra il Ministero e le Regioni, ripristinare gli organismi di gestione previsti dalla legge, presidente e consiglio direttivo, che hanno permesso all'ente di riprendere un rapporto democratico con le popolazioni e le istituzioni locali.
Dalla scadenza del mandato quinquennale del presidente, avvenuta nel luglio del 2012, il Parco è stato diretto dal vicepresidente. Nei mesi scorsi, inoltre, ha preso il via, per iniziativa della Comunità del Parco, un'ampia riflessione programmatica circa i risultati conseguiti dall'ente nel quinquennio passato per tracciare così prospettive e azioni future.
Nell'ambito di questa riflessione è emersa la proposta, condivisa all'unanimità da parte della Comunità del Parco, di candidare alla presidenza dell'ente l'attuale sindaco di Stia, in provincia di Arezzo, Luca Santini. Tale proposta è stata inoltrata, per la relativa intesa, al Ministero dell'Ambiente e, dopo un confronto serrato tra le Regioni e il Ministero, nelle scorse settimane, l'ex ministro Clini ha nominato il sindaco di Stia commissario. Non presidente, ma commissario dell'ente, in attesa dell'insediamento delle competenti commissioni parlamentari, che dovranno esprimere il loro parere sulla proposta che consentirà di terminare l'iter procedurale di nomina.
Quest'iter è stato particolarmente complesso, in quanto il profilo del sindaco Santini, ancorché individuato all'unanimità dalla Comunità del Parco, ha trovato l'opposizione da parte di alcune realtà associative a causa di alcune sue caratteristiche specifiche.
Per quanto riguarda il regolamento del Parco, l'ente ha approvato una prima proposta dello stesso per proporla alla discussione e al confronto con la comunità del Parco, e tutti i soggetti pubblici e privati interessati. Attualmente è in atto la consultazione, che è stata avviata circa due mesi fa. Le osservazioni che i vari soggetti coinvolti avanzeranno all'ente, una volta esaminate, consentiranno al consiglio direttivo dello stesso di rielaborare i contenuti della proposta attualmente in discussione.
Conclusi tutti i passaggi partecipativi e decisionali, l'ente trasmetterà la proposta di regolamento alle due regioni e contemporaneamente al Ministero per la sua approvazione, che dovrà avvenire d'intesa con gli stessi.
Pertanto, riteniamo prematuro intervenire in questa fase sui contenuti del regolamento, in quanto si tratta di una semplice proposta che potrà essere oggetto di profonde modifiche, ed infine perché la Regione è chiamata ad esprimersi non singolarmente, ma di concerto con la regione Toscana ed il competente Ministero.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Freda.
La parola al consigliere Bartolini per la replica. Ha otto minuti, consigliere.
BARTOLINI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore Freda per la risposta. Al di là della cronistoria del parco, del quale peraltro sono stato consigliere quando è nato, alla fine degli anni Ottanta, fino all'inizio degli anni Novanta, devo dire che si tratta di un parco che, come tanti altri in Italia, a suo tempo fu calato dall'alto, cioè ci furono delle zone che, dalla sera alla mattina, si ritrovarono all'interno del parco, per effetto di una decisione presa a tavolino dal Ministero senza consultare le popolazioni locali e quant'altro. Si tratta, quindi, di un parco più che altro subito dalle popolazioni in questi anni, che non ha dato quel ritorno che molti amministratori si aspettavano.
Peraltro molti amministratori erano d'accordo ad entrare nel parco, perché erano amministratori di comuni che, dal punto di vista economico, hanno sempre vissuto momenti di difficoltà, che quindi vedevano nel parco una prospettiva di sviluppo compatibile con la salvaguardia dell'ambiente, che peraltro è già salvaguardato di suo, perché parliamo di territori che per l’80-90 per cento sono di proprietà della Regione Emilia-Romagna, quindi sono territori demaniali, gestiti dall’ex ARF, Azienda regionale foreste, che deriva ASFD, Azienda di Stato foreste demaniali, perché nel dopoguerra, per dare lavoro ai pochi cittadini rimasti in quei territori, lo Stato, ai tempi di Amintore Fanfani, sia nel versante toscano di Pratovecchio, sia nel versante romagnolo, acquistò terreni dai privati per farli rimboschire da operai del luogo, dando lavoro per qualche decennio agli abitanti della zona, uno dei pochi lavori che ancora rimanevano in quel periodo.
Non vi è dubbio che tale operazione produsse molto assistenzialismo, non aiutò le realtà coinvolte ad avere grosse prospettive imprenditoriali, nel senso che non vi fu un grande sviluppo imprenditoriale, perché vi era quest’assistenzialismo di Stato che pagava sia chi lavorava molto sia chi lavorava poco.
Terminata questa fase assistenzialistica, i territori sono rimasti un po' in stato di abbandono; sono territori comunque vincolati, perché di proprietà pubblica, e sono entrati in questo Parco, su cui c'erano molte aspettative, che, ahimè, sono state disattese.
Arrivo alla conclusione che è oggetto della mia interpellanza, la quale nasce dal fatto che un ministro della Repubblica, il ministro Clini, sapendo che per nominare un presidente serve l'intesa con le regioni interessate, come ha affermato l'assessore, quindi lo nomina il ministro d’intesa con le regioni interessate. L'assessore diceva che con il ministro Matteoli non era stato possibile nominare un presidente, perché? Perché il ministro Matteoli proponeva un nome che i presidenti delle regioni Toscana ed Emilia-Romagna non condividevano, e poiché era necessaria la condivisione, alla fine nominava un commissario. Lo so perché ho seguito la vicenda da vicino sia in passato sia negli ultimi anni.
In questo caso, invece, una volta che gli enti locali, con l'espressione delle realtà romagnola e toscana, propongono all'unanimità un sindaco - peraltro mi ritrovo a difendere un sindaco di una parte politica che non è la mia -, il sindaco di Stia, Luca Santini, il ministro Clini scrive nero su bianco al Presidente Errani e al Presidente Enrico Rossi esprimendo molte perplessità per quanto riguarda la candidatura di Luca Santini, candidato scelto dalle comunità locali. Per quale motivo? Perché è un cacciatore. Il fatto di essere cacciatore non può essere motivo di pregiudizio. È stata molto più elegante l'assessore quando ha detto che la figura di Luca Santini ha un profilo discutibile. Secondo me, invece, è discutibile il fatto che una persona non veda bene solo perché è cacciatore, come se fosse marchiato a fuoco. Mi sembra un po’ come la polemica che si sta aprendo in questi giorni sui cani. È una polemica che serve a colpire una categoria, quella dei cacciatori, che ha il marchio dell'infamia.
Prendo atto che, alla fine, il ministro Clini, sapendo che il Governo era in scadenza, se n’è lavato le mani, nominando commissario Luca Santini, lasciando il compito di decidere nel merito al governo e alle commissioni successivi. Questa è stata la strada intrapresa. Ci auguriamo che questi pregiudizi decadano, e che quindi le commissioni parlamentari, ma soprattutto il nuovo Ministro dell'Ambiente, prendano atto della volontà degli enti locali, che è quella di indicare colui che loro presumono, come mi auguro, essere il migliore presidente possibile in questa fase, per far sì che questo territorio possa godere, tramite il Parco, di periodi migliori in termini di sviluppo, compatibili con la salvaguardia dell'ambiente circostante. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.
Passiamo all'interpellanza successiva:
3695 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'individuazione della rete di itinerari ciclabili regionali e la costituzione del relativo Gruppo di lavoro.
Risponde per la Giunta all'assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza. Prego.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
(interruzioni)
PRESIDENTE (Costi): Chiedo un attimo di tranquillità, prego, consigliere Pollastri, prosegua.
POLLASTRI: Il collega Naldi non mi distoglierà dall’illustrazione dell’interpellanza…
(interruzioni)
PRESIDENTE (Costi): La prego di continuare, collega Pollastri, perché la giornata è ancora abbastanza lunga. Prego.
POLLASTRI: La ringrazio, presidente, faccia scattare qualche cartellino giallo.
Con delibera n. 83/13, che credo tutti i colleghi abbiano letto, la Giunta riconosce "l’importanza di promuovere azioni per supportare e sostenere la mobilità ciclistica, anche allo scopo di perseguire la migliore fruizione del territorio mediante la diffusione in sicurezza dell’uso della bicicletta, anche in combinazione con i mezzi pubblici e collettivi e i servizi del sistema turistico regionale". Ho citato testualmente il passaggio della delibera di Giunta.
A tal fine propone di "individuare e promuovere una rete di itinerari ciclabili regionali, estesi e continui, di ampia scala e connessi ai sistemi locali, con le relative infrastrutture e servizi, che attraverso la propria articolazione risponda sia alle esigenze di collegamento tra i singoli centri urbani (favorendo la mobilità ciclabile locale) sia tra le destinazioni del - cosiddetto - sistema turistico regionale, con attenzione alle risorse naturali e paesaggistiche, nel migliore rispetto delle caratteristiche ambientali del territorio".
Nonché di "attuare forme di collaborazione con le province - finché esisteranno -, i comuni, gli enti gestori dei parchi e del sistema delle aree naturali della Regione Emilia-Romagna, le associazioni turistiche maggiormente rappresentative a livello provinciale e le associazioni nazionali e regionali che promuovono in modo specifico gli spostamenti in bicicletta, al fine di meglio individuare e realizzare, anche con la collaborazione di privati, la rete di itinerari ciclabili".
Questi interventi rientrano a pieno titolo nelle nuove frontiere delle politiche della nostra Regione, miranti a favorire un turismo lento e sostenibile, che permetta di valorizzare anche luoghi ad oggi non interessati dai grandi flussi.
Nel contenuto, quindi, credo di esprimere, collega Naldi, una interpellanza che possa trovare anche la vostra condivisione.
Assessore, considerato che, ai sensi della succitata delibera, la Direzione generale reti infrastrutturali, logistica e sistemi di mobilità (sostanzialmente tutti uffici che fanno capo al suo assessorato), dovrà individuare la rete di itinerari ciclabili regionali, predisporre i necessari documenti tecnici, comprensivi di una relazione tecnica e del relativo allegato cartografico, e costituire un gruppo di lavoro interdirezionale.
Fatte queste doverose premesse per consentire a tutta l’Assemblea di comprendere le ragioni di questa mia interpellanza, che - ripeto - credo possa trovare momenti di condivisione da parte di altri gruppi di maggioranza, vado a titolo meramente informativo, quindi in maniera costruttiva, affinché tutti in questa Assemblea possano, sapere, premessa questa vostra delibera, chiedo, in primo luogo, quali siano i tempi previsti per la costituzione del gruppo di lavoro e per l’elaborazione della carta che citavo in premessa; in secondo luogo, con quali criteri verranno scelti gli itinerari da inserire nella carta; in terzo luogo, con quali modalità verranno coinvolti gli enti locali; se l’inserimento degli itinerari nella carta comporterà automaticamente la realizzazione di investimenti strutturali per la fruizione degli stessi (servizi, segnaletica e dotazioni); infine, se i percorsi ciclabili collegati agli itinerari francigeni piacentini e parmensi, valorizzati dalla Regione, ai sensi della risoluzione oggetto 2456, di cui ero primo firmatario, approvata all’unanimità da questa Assemblea il 13 marzo 2012, possano rientrare a pieno titolo nella programmazione di cui alla delibera di Giunta regionale n. 83 del 2013.
Presidente, concludo dicendo che ho inteso utilizzare, come prevede il Regolamento, lo strumento dell'interpellanza perché questa è una richiesta di informazioni che riguarda tutto il territorio, quindi ha un’indubbia importanza e un'indubbia ricaduta sul territorio. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all'assessore Peri per la risposta. Prego.
PERI, assessore: Grazie, presidente. Seguendo l'ordine, alla prima domanda rispondo che il gruppo di lavoro è stato costituito il 13 marzo 2013, e che, all’atto della costituzione, è fissato un anno di tempo per produrre i risultati del lavoro.
In secondo luogo, la delibera definisce come indirizzo l’individuazione di itinerari estesi e continui, di ampia scala, con le relative infrastrutture e servizi, che risponda sia alle esigenze di collegamento tra i singoli centri urbani (quindi favorendo la mobilità ciclabile locale) sia tra le destinazioni del sistema turistico regionale, con attenzione - come scritto in delibera - alle risorse naturali e paesaggistiche.
Vengono inoltre richiamati gli itinerari europei "EuroVelo" e "Revermed" e quelli italiani di "Bicitalia".
In terzo luogo, la rete regionale dovrà connettersi e integrarsi con i sistemi di pianificazione locale, ed è previsto il massimo coinvolgimento degli enti locali, sia in riferimento al tema della mobilità sia a quello del turismo e dell'ambiente. È inoltre previsto che il coinvolgimento dei parchi e delle aree naturali, delle associazioni turistiche e delle associazioni nazionali e regionali che promuovono gli spostamenti in bicicletta, al fine di meglio individuare, anche con la collaborazione di privati, la rete di itinerari ciclabili.
Quarta risposta. La carta costituirà un quadro di riferimento regionale con il fine di orientare la progettualità degli enti territoriali e orientare le risorse che si renderanno disponibili, definendo inoltre una serie di requisiti minimi infrastrutturali (caratteristiche tecniche, segnaletica e quant’altro l’interpellante citava), prestazionali (servizi di intermodalità, servizi turistici - a tal proposito ricordo che tutto il sistema della ciclabilità è già inserito nel sistema regionale di mobilità, anche attraverso il bikesharing, per fare l'esempio della mobilità urbana -), e di sicurezza per gli utenti della rete.
Infine, rispondendo all'ultima domanda, i percorsi richiamati, quelli francigeni piacentini e parmensi, rientrano nelle grandi ed importanti direttrici europee e italiane, ed ovviamente anche nel nostro sistema vengono assunti come infrastrutture da valorizzare nell'ambito degli itinerari ciclabili previsti. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Ha un minuto, consigliere.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore per la risposta puntuale a tutti i cinque quesiti che ho posto alla sua attenzione.
Interpello spesso l'assessore Peri perché mi dà sempre delle risposte significative, anche sotto il profilo politico. Per esempio, è una novità per me (non lo sapevo) che questo gruppo di lavoro lavorerà un anno. Mi riservo, quindi, di verificare, tenendo sempre sotto controllo le mie richieste ispettive, che cosa produrrà e che cosa accadrà tra un anno.
Per quanto riguarda i criteri, l’assessore mi ha risposto su ampia scala, il che è positivo per tutto il territorio regionale. Così com’è positivo quanto lei ha riferito su servizi, segnaletica e quant'altro.
Da ultimo - e su questo vigilerò, assessore -, per quanto riguarda gli itinerari di Piacenza e Parma, essendo inseriti nelle grandi direttrici europee (uso le sue testuali parole), è importante che con il passare del tempo abbiano davvero quella fruibilità e quel passaggio legato a questo tipo di promozione di mobilità ciclistica che molti cittadini si aspettano.
Mi rendo conto che la mia richiesta era abbastanza articolata e specifica, tuttavia, avendo io l'abitudine di controllare le vostre delibere di Giunta, nell'ambito del mio mandato ispettivo e di controllo sugli atti della Giunta, cerco di portare all'attenzione dell'Assemblea quelle particolarmente interessanti e significative sotto l’aspetto generale, per avere maggiori informazioni, perché si tratta di questioni che riguardano veramente ed effettivamente tutto il territorio. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Passiamo all’interpellanza:
3742 - Interpellanza del consigliere Favia circa la tutela della salute e della sicurezza dei pazienti e degli utenti dell'Ospedale di Cona (FE) a seguito dei disservizi connessi alla progettazione ed alla realizzazione di tale opera.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Favia per illustrare la sua interpellanza. Prego.
FAVIA: Grazie, presidente. Quest'interpellanza risale al 19 marzo, quindi non è più di stretta attualità, specialmente con riferimento a quanto accaduto tre settimane dopo il crollo del soffitto.
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Costi): Consigliere, le chiedo scusa, mi parlano e devo rispondere. La prego di scusarmi, consigliere Favia. Prego, proceda.
FAVIA: Si figuri. Con quest'interpellanza, che fu ripresa anche dai mass-media, che la Regione intervenisse, chiedendo un risarcimento per i danni ormai incalcolabili sotto il profilo dell'immagine, ma devo dire che la Regione ha fatto tanto da sola, recati da ProgEste.
Ebbene, tre settimane dopo, la Giunta ha deciso di fare un passo avanti, chiedendo un risarcimento per danni d’immagine, quindi, assessore, buona parte del contenuto di quest’interpellanza ha già ricevuto risposta nei fatti.
Tuttavia, sono convinto che lei conosca molto bene tutte le vicende che ruotano attorno all'Ospedale di Cona, quindi, al di là di quanto le avranno scritto i dirigenti nella risposta, sono a chiederle quale sia la situazione reale del vostro rapporto con ProgEste, con cui è in atto un contenzioso che i cittadini non capiscono bene che cosa sia, ma si preoccupano che questo contenzioso possa peggiorare i rapporti tra l'Azienda ospedaliera ed il soggetto che avrà in gestione per trent'anni i servizi all'interno dell'ospedale, chi l'ha costruito con le grandi capacità che ormai sono a tutti note. Un ospedale che avrà vita per cent'anni, ci sono voluti vent’anni e mezzo miliardo di euro per costruirlo. È storia che conosciamo, ma è sempre bene ricordarcene perché è il pasticcio maggiore che in termini di edilizia sanitaria questa Regione abbia prodotto, sicuramente non per sua diretta responsabilità, ma dobbiamo ricordarcene, perché stiamo parlando di un ospedale che ancora oggi presenta grossi problemi: costi di trasporto aumentati, treni che sarebbero dovuti arrivarvi ma che non arrivano.
Pertanto, assessore, la pregherei di aggiornarci sulla situazione dell'Ospedale di Cona e soprattutto sul delicatissimo rapporto con un concessionario che dovrà stare in casa nostra trent'anni. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta. Prego.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. Credo che la risposta contenga, in buona parte, anche le sollecitazioni fatte dal consigliere Favia prendendo atto che alcune cose, dalla presentazione dell’interpellanza ad oggi, nei fatti sono già state realizzate.
In premessa mi sembra opportuno ricordare e precisare la natura del rapporto contrattuale che l'Azienda ha con l'associazione temporanea di imprese aggiudicataria.
Il modello negoziale prescelto dall'Azienda è riconducibile alla fattispecie della concessione e gestione. In tale modello coesistono due elementi funzionalmente connessi, ma giuridicamente scindibili e diversi. Da un lato, l'affidamento e l'esecuzione dei lavori (nel caso in specie i lavori di completamento e ampliamento dell'Ospedale di Cona); dall'altro, la gestione delle opere realizzate in virtù di quei lavori. In questo caso, la gestione dei servizi di supporto alle attività assistenziali, cioè i cosiddetti servizi no core, nonché dei servizi commerciali compatibili.
L'elemento caratterizzante la concessione di opere pubbliche è il trasferimento, in tutto o in parte, al concessionario delle funzioni oggettivamente pubbliche proprie del concedente e necessarie proprio per la realizzazione dell'opera, rimanendo in capo al concedente esclusivamente un potere di controllo. Tale trasferimento comporta l'acquisizione da parte del concessionario del ruolo di organo indiretto della Pubblica Amministrazione, ossia di soggetto che agisce per fini propri di quest'ultima. Il ruolo assunto dal concessionario, che pure sia, come nel caso di cui ci stiamo occupando, un soggetto estraneo alla Pubblica Amministrazione, determina pertanto un rapporto di servizio con la Pubblica Amministrazione e conseguentemente la sussistenza di una responsabilità diretta del concessionario per gli atti da questo compiuti nell'esercizio delle funzioni pubbliche ad esso trasferite.
Tutto ciò premesso, che inquadra le norme, i rapporti e le diverse responsabilità del concessionario e del concedente, per quanto riguarda il primo previsto quesito posto dall’interpellanza circa la risposta ai disservizi manifestatisi nel corso degli ultimi mesi, si sottolinea che è prassi che il concessionario venga direttamente attivato dai reparti dell'ospedale per la risoluzione degli inconvenienti. Il servizio tecnico dell'Azienda provvede al controllo dell’effettiva e corretta esecuzione degli interventi. Inoltre il servizio tecnico provvede a sollecitare gli interventi a carico del concessionario, nei casi in cui i tempi di risoluzione degli inconvenienti risultino intempestivi. Il sollecito avviene sia per le vie brevi sia in modo formale con contestazioni scritte. Nel caso di problemi dovuti…
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Costi): Colleghi, vi chiedo di abbassare la voce, altrimenti l’assessore ha difficoltà a rispondere. Prego.
LUSENTI: … nel caso di problemi dovuti a difetti costruttivi, la contestazione viene segnalata anche alla commissione di collaudo.
Riguardo al contratto con ProgEste per la gestione dei servizi no core, dalla data di attivazione della struttura, tutti i servizi previsti, compresa la manutenzione ordinaria, sono stati assicurati.
Il contratto con ProgEste andrà a regime con la sottoscrizione degli atti aggiuntivi esecutivi, i cosiddetti ATAGES, che sono in corso di completamento, compreso quello per la manutenzione.
Per il canone della logistica, invece, è in corso una decisione giudiziale.
In relazione, infine, a quanto chiesto circa il risarcimento dei danni, vale rilevare che, per danni ingiusti subiti dall'amministrazione per responsabilità della concessionaria, lo stesso Codice civile precisa che l'appaltatore risponde delle difformità o dei vizi dell'opera. L'appaltatore risponde altresì di ogni altro eventuale danno ingiusto provocato, direttamente o indirettamente, con la propria azione o omissioni.
L'Azienda, pertanto, a causa dei disservizi riscontrati, ha provveduto a diffidare la concessionaria per mezzo di numerose note e successivamente ad attivare un contenzioso giudiziario per il riconoscimento del danno ingiusto subito e della conseguente sua quantificazione economica nel rispetto della istruttoria indicata dalla legge.
Tutto quanto detto e riportato, credo di potere affermare che l'Azienda, nel suo ruolo di concedente, si è attivata al fine di limitare i disservizi, in modo da evitare ricadute negative sui pazienti.
Infine, mi preme sottolineare, per circoscrivere le questioni, che pure esistono, al loro ambito e alla loro natura oggettiva, che non ha alcun riscontro l'affermazione contenuta nell’interpellanza in merito a problemi connessi alle infezioni nosocomiali.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Favia. Ha cinque minuti, consigliere.
FAVIA: Grazie, presidente. Assessore, lei dovrebbe sapere che sono stati documentati dei problemi agli impianti di condizionamento all'interno dell'ospedale, con creazione di condense, e lei sa che, quando questo accade in riferimento agli abitanti d’areazione, si sviluppano dei batteri che possono portare ad infezioni nosocomiali…
(interruzione dell'assessore Lusenti)
Sì, possono, quindi non dica che lei non capisce il riferimento alle infezioni nosocomiali, perché si capisce. È chiaro che noi dobbiamo lavorare sulla prevenzione, perché è un tema, specialmente sugli ospedali (parlo di legionella, ma non solo), su cui porre estrema attenzione.
Dopodiché, sono soddisfatto del fatto che la mia Regione, il mio assessorato, l'Azienda sanitaria siano intervenuti con un atto di giustizia, perché se noi paghiamo qualcuno - e l’abbiamo pagato per trent'anni con cambi e tutto quanto conosciamo -, e per avere un ospedale ci mettiamo vent'anni, almeno vorremmo che i tubi fognari, con relativi residui fisiologici, non finissero all'interno di un pronto soccorso in attività. Dobbiamo pretenderlo.
Non so come siano abituati a lavorare all'estero, però so di nostre aziende che hanno provato a partecipare a gare all'estero, qualcuna vinta, e so che, quando un chiodo è piantato male, viene fatto demolire e ricostruire tutto. Non so come funzioni da noi, ma a vedere dai risultati, secondo me, sul tema delle gare, sul tema del monitoraggio, eccetera - non riprendo il tema degli appalti perché non è tema dell’interpellanza, forse dovremmo riflettere un po' di più.
Massima allerta, quindi, e comunque soddisfazione per il fatto che la Regione sia intervenuta. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia. Termina così la parte dei nostri lavori dedicata alle interpellanze.
OGGETTO 3966
Comunicazione della Giunta sulla situazione nelle zone terremotate ad un anno dal sisma.
(Continuazione discussione)
OGGETTO 3999
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Barbati, Naldi, Sconciaforni, Noè, Aimi, Filippi, Manfredini, Malaguti e Pollastri in merito alle misure adottate dal Governo e agli ulteriori interventi da intraprendersi per la ricostruzione dell'Emilia colpita dagli eventi sismici del maggio 2012.
(Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Riprendiamo il dibattito sull'oggetto 3966: Comunicazione della Giunta sulla situazione delle zone terremotate ad un anno dal sisma, la cui discussione ricordo essere abbinata a quella dell’oggetto 3999: Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Barbati, Naldi, Sconciaforni, Noè, Aimi, Filippi, Manfredini, Malaguti e Pollastri in merito alle misure adottate dal Governo e agli ulteriori interventi da intraprendersi per la ricostruzione dell'Emilia colpita dagli eventi sismici del maggio 2012, che è già stata presentata e sottoscritta da tutti i gruppi presenti in Aula.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Grazie, presidente. Credo che impiegherò meno dei dieci minuti a mia disposizione, perché credo che la discussione che ha avuto luogo questa mattina sia stata esauriente, e perché negli interventi degli assessori abbiamo avuto comunicazioni ricche di dati e di elementi che in parte hanno risposto a questioni che l'Assemblea avrebbe potuto porre.
Mi sembra opportuno iniziare dicendo che è giusto che questa ricorrenza inizi con un ricordo, come giustamente è stato ripreso tante volte stamattina, dei ventisette morti e dei trecento feriti, colpiti da questa strage. Credo che il bilancio dei danni, che questa mattina venivano illustrati dagli assessori, sia veramente un bilancio che oggi, che possiamo trarre le prime conclusioni, sia davvero drammatico. Ed il dato dei 6 miliardi di danni alle 35 mila imprese di un territorio che da solo produce 2 per cento del Pil nazionale è sicuramente uno dei dati che giustificano quello che è stato il forte intervento, precisato molte volte stamattina dall'assessore Muzzarelli, circa le misure per la ripresa del nostro sistema economico e produttivo.
Credo che abbiate tutti notato come, in questi giorni, i giornali nel riprendere e nel ricordare questi eventi, abbiano descritto, sì, la fatica, la sofferenza e le difficoltà di questi mesi, ma abbiano nel contempo sottolineato come la nostra Regione abbia accumulato, nell’ambito di quest'emergenza, quello che è stato definito un "nuovo sapere su se stessa", un sapere non solo, come ricordava l'assessore Gazzolo, relativo alla pericolosità sistemica, ma un sapere fatto di straordinarie mobilitazioni di volontari e di associazioni, di innumerevoli iniziative di solidarietà, e da aspetti (penso al tema della valorizzazione del nostro patrimonio artistico) che per certi versi hanno meravigliato persino noi, nello scoprire come, a pochi chilometri dalle nostre case, venissero da secoli custodite del Carracci, del Guercino, del Gandolfi che, in quest'occasione, sono stati valorizzati dagli amministratori, in tutti i livelli istituzionali, per tutto il valore che rappresentano per le nostre terre.
Ma è emersa anche la fragilità non solo dei monumenti con secoli di storia alle spalle, ma anche la fragilità di queste nostre città, di questi nostri capannoni accartocciatisi in pochi secondi, di edifici con pochi decenni di vita che sono rimasti gravemente danneggiati dal sisma.
Così come abbiamo avvertito, come ricordava bene il Presidente Errani, una certa fragilità, che abbiamo immediatamente contrastato, del rischio di infiltrazioni mafiose attratte dall’occasione del business della ricostruzione.
Ebbene, io credo che stiano in questi saperi gli ingredienti all'emiliana della gestione del post terremoto. La legge regionale sulla ricostruzione e le oltre centocinquanta ordinanze che hanno seguito le due leggi nazionali hanno rispettato proprio questi principi, che non voglio toccare perché stamattina si è ampiamente parlato di legalità, di equità, di trasparenza, di partecipazione e di un continuo e costante confronto con gli enti locali, con le imprese, con i cittadini e con le loro rappresentanze.
Quest'Assemblea potuto seguire passo dopo passo queste fasi, dall'emergenza all'accoglienza, alle opere immediate per la messa in sicurezza delle infrastrutture e degli edifici, e poi gli interventi per consentire la regolare ripresa delle attività scuole, e per fare ripartire il lavoro. Poi i provvedimenti per la ricostruzione: risorse, regole, modalità di accesso ai contributi. Tutti passaggi che stamattina abbiamo sentito sottolineare con precisione dagli assessori. Centinaia di provvedimenti che si perfezionavano in una continua verifica sulla loro applicazione, un’opera costante di operazione col Governo, con il Parlamento e con le istituzioni europee.
Certamente tutto ciò, e qui vengo a quelli che sono gli elementi critici che abbiamo visto anche in questi giorni emergere nella verifica di questi dodici mesi di lavoro, rallentamenti e incertezze, però non possiamo non dire, e l’ho ritrovato anche nelle parole dei Consiglieri di minoranza, come rallentamenti e incertezze non abbiano impedito di vedere oggi chiaramente disegnata la strada. Un immenso quartiere in ogni territorio colpito, non abbiamo città fantasma nelle periferie dei nostri paesi, le soluzioni messe in campo all’atto della chiusura dei campi hanno consentito risposte diverse a chi non poteva rientrare nelle proprie case, ogni ragazzo e ragazzo ha potuto riprendere la scuola regolarmente, nove lavoratori su dieci sono tornati al lavoro. Ecco, è vero che i cittadini e le imprese quando hanno potuto sono partiti da soli, così come è stato necessario adottare procedure e tecnologie per le quali occorreva attrezzare tutti i livelli istituzionali coinvolti e formare centinaia di professionisti.
Tutto questo la consapevolezza delle difficoltà credo che sia stata ben espressa sul Corriere di domenica dal Presidente di Confindustria Marchesini, il quale diceva testualmente: "le ordinanze le abbiamo fatte insieme, partendo da zero" - è il concetto che stamattina il Presidente Errani ha toccato - "le lamentele sono del tutto giustificate ma abbiamo fatto un lavoro complicato che non è ancora finito; basti pensare agli emendamenti dei quali si sta discutendo proprio in queste ore in Parlamento" e riprendendo un concetto caro al Presidente Errani, anche Marchesini conclude con l’auspicio che "se sapremo gestire bene la ricostruzione possiamo diventare meglio di prima".
Ecco, quindi l’occasione che veniva ripresa ampiamente dall’assessore Gazzolo stamattina di ripensare alla sicurezza, alla sostenibilità ambientale ed energetica degli edifici, al recupero dell’esistente in un’ottica di contrasto alla dispersione urbanistica, per accompagnare questo processo, per dare risposta ai problemi, per i quali servono provvedimenti su scala nazionale, abbiamo però bisogno che si rafforzi e che vadano in porto quelli che sono i provvedimenti che si stanno discutendo proprio in queste ore al Senato e i provvedimenti che spettano al Governo. La proroga dello stato di emergenza 2014 è evidente che è un provvedimento che sta dentro alla proroga del decreto assolutamente necessario ma anche le questioni che sono state ben delineate, quindi non le voglio riprendere, perché sono anche in modo molto preciso definite nella nostra risoluzione che verrà presentata in contemporanea a questo oggetto da questa Assemblea.
Consentire ai cittadini e alle imprese di diluire i tempi di assolvimento dei propri impegni con lo Stato sulle tasse, sui mutui, sui tributi e promuovere una fiscalità di vantaggio nel rispetto delle norme europee strettamente legate ai comuni colpiti dal sisma, coprire nei comuni colpiti dal sisma il mancato incasso dell’IMU, azzerare per il 2013 il Patto di stabilità per favorire gli investimenti, e sospendere al 2013 il pagamento dei mutui nei comuni presso la Cassa Depositi e Prestiti, queste sono alcune delle questioni nella loro descrizione analitica che sono contenute nella risoluzione presentata all’unanimità da questa Assemblea.
C’è ancora molto lavoro da fare, l’immenso lavoro che veniva descritto stamattina dal Presidente Errani sul tema del programma delle opere pubbliche tocca fortemente anche il tema della congruità dei dieci miliardi di risorse che faticosamente il Presidente è riuscito a portare su questo territorio regionale. Credo però che possiamo dire anche quasi a conclusione di questo dibattito di oggi anche negli interventi di chi mi ha preceduto che il lavoro collegiale della Giunta e il raccordo costante con i territori hanno consolidato un sapere condiviso che contribuirà a rafforzare il nostro sistema di governance così come stamattina diceva il Presidente Errani che è stato il coinvolgimento dell’intero nostro sistema istituzionale la forza con la quale si è potuto passo su passo costruire dal niente un sistema di regole e di interventi e credo che anche le critiche siano state utili perché sono sicuramente servite a migliorare l’efficacia della nostra azione amministrativa.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Grazie, presidente. Rinnovo la mia solidarietà e la mia vicinanza alle famiglie delle vittime e a tutti coloro i quali sono stati colpiti dal sisma del 20 e del 29 maggio. Ringrazio di nuovo tutti i volontari e tutti coloro i quali si sono impegnati e che si stanno impegnando per la ricostruzione, senza però esagerare perché sarà ben difficile far tornare i nostri territori più belli di quelli che erano prima, perché è difficile ricostruire la Torre dell’Orologio com’è stata costruita forse mille anni fa. Ognuno di noi deve assumere le proprie responsabilità e non rimpallare e dare responsabilità e competenze ad altri, dire che la colpa è dello Stato o della Provincia. La Regione, i Comuni e lo Stato si devono assumere le proprie responsabilità perché rimpallarsi le responsabilità nel caso di sisma non è certo un atto elegante nei confronti dei cittadini che giorno per giorno devono soffrire i danni di questo terremoto. Stamattina l’assessore Muzzarelli diceva che la macchina burocratica è ben assestata. Mi dispiace che adesso non ci sia perché la macchina burocratica messa in piedi dalla Regione non è ancora ben assestata e non funziona ancora bene. I tecnici liberi professionisti si lamentano - non sono il primo a dirlo ma l’hanno detto tutti i colleghi dell’opposizione - dell’eccessiva burocrazia, si lamentano della poca collaborazione da parte degli addetti comunali. Il carico burocratico per la presentazione delle pratiche è eccessivo e cozza con i tanti convegni che ogni settimana vengono indetti nella nostra Regione. È difficile trasformare una tragedia in una risorsa, come ha detto il collega Grillini, perché è facile dirlo a parole ma molto meno farlo con i fatti, come non è facile fare con i fatti la trasformazione di un edificio ad esempio di categoria G, per quanto riguarda il contenimento energetico, in un edificio di categoria A. È pressoché impossibile da un punto di vista tecnico a meno che non si proceda alla demolizione. Qui la maggioranza si deve accordare, perché il Presidente Errani ha detto che per intervenire nei centri storici occorre il rispetto di regole urbanistiche molto rigide, quindi se si rispettano le regole in un modo le si devono rispettare anche nell’altro. Non si può da una parte fare quello che si vuole e dall’altra rispettare le regole. È facile parlare e meno facile fare.
Mi spiace che non ci sia il Presidente Errani perché il problema dei capannoni agricoli c’è. Se lei clicca in internet e apre il modulo che si chiama "Sfinge", il modulo per la richiesta di capannoni agricoli non c’è ed è per questo che la stalletta che lamentava il collega Manfredini non è stata accettata. Non è stata accettata perché manca da un punto di vista burocratico la compilazione del modulo, quindi invito gli uffici o chi farà da portavoce a predisporre questo modulo per i capannoni agricoli, perché se blocchiamo l’agricoltura, chiaramente blocchiamo una parte di quello che è il reddito della nostra regione. Quindi attenzione alla burocrazia, la Giunta cerchi di dare una certa elasticità ai tecnici dei comuni perché alcuni di loro si lamentano in quanto dicono che non sono coperti da assicurazione, perché è un comune piccolo, quindi non lo tutela con l’assicurazione, e quindi chiedono più documentazione di quella già obbligatoria per legge, e chiaramente i liberi professionisti si trovano a produrre chili di carta per pratiche a volte anche semplici e tenete presente che non è più come una volta perché il committente incarica il professionista e dice che paga quando gli arriveranno i soldi, quindi se uno studio è affermato non ha problemi e ha la copertura, ma se c’è uno studio di ragazzi giovani, che noi dobbiamo tutelare, questi non hanno i soldi da sborsare a tutela del loro committente, quindi bisogna anche prevedere che ci sono dei giovani che iniziano a entrare nel mondo del lavoro e hanno bisogno di lavorare e questi giovani devono anticipare dei soldi per i loro clienti, perché quest’ultimi sapendo che la Regione paga dicono che pagano quando gli arrivano i soldi. Dobbiamo cercare quindi di guardare questi punti che non sono certo trascurabili. Per quanto mi riguarda, ho firmato la risoluzione proposta dalla maggioranza, ma anche dalla minoranza perché ho visto che ha firmato anche la collega Noè, perché siamo d’accordo nel sospendere e nel correggere gli studi di settore nelle aree colpite dal sisma, siamo d’accordo di coprire le entrate delle multiutility nelle zone di cratere, siamo d’accordo di introdurre un riconoscimento anche per le abitazioni di classe A che hanno subito danni rilevanti, siamo d’accordo di introdurre un credito di imposta per la realizzazione degli interventi di sicurezza sismica e vogliamo rendere strutturale il credito di imposta per le ristrutturazioni edilizie al 50 per cento. Per queste motivazioni naturalmente voterò a favore di questa risoluzione e chiedo al Sottosegretario, che è l’unico che rappresenta alcuni esponenti della Giunta, di valutare la troppa burocrazia e cercare di dare una mano ai giovani professionisti che iniziano a fare questa attività, perché non ne hanno altre da fare, quindi ai vostri dipendenti e ai vostri collaboratori, che sono tanti nelle amministrazioni, ditegli di valutare anche se si presenta davanti loro, lo studio Rocksoil, che è un nome famoso a livello nazionale o se si presenta l’ingegnerino appena laureato che lavora in uno studio con due soci che devono farsi le ossa. Grazie presidente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.
LEONI: Grazie, presidente. Anche io mi unisco al ricordo, a un anno dal sisma, di chi ha perso la vita in quei tragici giorni, e mi unisco al ringraziamento nei confronti di chi ha lavorato alacremente sia dentro le istituzioni, sia, per mestiere, nelle forze dell’ordine, sia ai tantissimi volontari che ci hanno onorato e gratificato della loro presenza nelle nostre zone, che hanno speso il loro tempo per dare una mano alle nostre popolazioni. Di questo sento l’esigenza. Di un ringraziamento. In questi giorni ci sono tantissime manifestazioni pubbliche nelle quali vengono ringraziate tutte queste persone e davvero la popolazione è grata, e lo possiamo vedere in maniera evidente, del lavoro che è stato svolto; quindi, da questo punto di vista, va a tutti un ringraziamento sincero e sentito.
Parto però dall’intervento anomalo, fatto a metà di questa discussione, del Presidente Errani, per dire sommessamente, e senza voler sembrare irriguardoso (per fortuna Errani è modesto, altrimenti chissà cosa ci avrebbe detto questa mattina, e forse potevo trovare il mantello di "Super Errani") perché prima ci ha detto che era modesto, ma, poi, che aveva fatto tantissime cose, che siamo il modello per tutti, che tutto va benissimo, che tutti ci guardano e che tutti stanno prendendo l’esempio da noi; fortuna che era modesto...
Io non ho mai fatto parte del partito né di quelli che dicevano che andava tutto male né di quelli che dicevano che andava tutto bene, ma ho sempre ritenuto - e rivendico da questo punto di vista l’operosità dell’opposizione, quanto meno quella fatta dal sottoscritto - nel senso che non si è mai lasciato andare a populismi inutili: non abbiamo mai alimentato le tante proteste che soprattutto nei primi periodi ci sono state, e ci sono ancora, perché continuo a ricevere proteste da molte persone, alcune valide, altre meno; perché chi vive in condizioni di difficoltà spesso non si rende ben conto delle cose, ma alcune sono anche molto sensate; mai abbiamo alimentato alcun tipo di populismo, perché abbiamo sempre detto che il terremoto non ha colore. Lo dissi nel primo intervento fatto in quest’Aula e lo ribadisco oggi: il terremoto non ha alcun colore, le tante cose fatte bene, penso siano anche merito nostro, ma ci sono però ancora tante cose che devono essere fatte.
Quando dico che non abbiamo atteggiamento populistici, lo dico perché alcune cose sono state accettate e altre sono rimaste, ahimè, lettera morta. Ne potrei citare alcune, ma voglio citarne una in particolare, perché come al solito, e anche oggi, veniamo tacciati di demagogia, cioè la "no tax area". Personalmente, nella seduta di ferragosto dell’anno scorso fu bocciata da questa maggioranza la mia risoluzione per la "no tax area" selettiva e mi dispiacque molto, perché quella risoluzione non diceva che bisognava fare la "no tax area" ma che bisognava iniziare a valutare con attenzione la possibilità di poterla richiedere. Quindi da questo punto di vista chi ci taccia di demagogia non fa oggi una bella figura. Sono andato a rivedere quel primo intervento perché molte delle cose che avevo detto allora sono rimaste attuali.
Conoscendo l’imprinting dirigista di questa regione, che da sempre ha un imprinting ideologico notevolmente statalista, dove la voglia di codificare spesso in maniera fin troppo ossessiva ha sempre preso il sopravvento, già allora dissi che ci saranno miliardi di cose da fare, che non era il momento di fare delle valutazioni e di fare attenzione perché niente sarebbe stato semplice. Il Presidente nella sua qualità di commissario ha grandi poteri, ma bisognava fare attenzione alla burocrazia, che rischiava di vanificare anche le cose positive che oggettivamente sono state messe in campo. Era una profezia banale, sicuramente anche dai banchi della Giunta ne sentivano il pericolo e, ahimè, è esattamente avvenuto questo, cioè una burocrazia ingombrante, farraginosa, frammentaria che fa fatica a relazionarsi con i vari organismi del pubblico, e quindi ci troviamo in una condizione dove all’unisono, praticamente tutti quelli con cui veniamo a contatto, si lamentano di questa situazione.
Anche oggi abbiamo sentito il "modesto" Presidente dirci che questo in effetti è un punto da mettere in campo e anche noi oggi lo ribadiamo, ben sapendo che non è semplice. Non è che dicendo che bisogna tagliare la burocrazia, essa si taglia, ma penso che sia nostro dovere riportare qua quello che ci viene detto, che associazioni di categoria come incontrano voi incontrano anche noi, i cittadini come incontrano voi incontrano anche noi, e quindi riportiamo nella sede propria, cioè nel posto dove dobbiamo dirlo, le cose che è bene dire.
Anche io voterò l’ordine del giorno che è stato presentato, pur non avendo avuto l’opportunità di firmarlo, perché, oggettivamente, ci sono tante cose che sono necessarie; io mi limito a segnalarne due, il periodo della sospensione dei pagamenti e la proroga sulle ristrutturazioni. Per quanto riguarda la prima, il Presidente oggi ha spiegato bene, e nessuno dice che non è così, e mi chiedo se si può trovare, soprattutto dopo che sarà chiusa la procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese, se verrà chiusa, con il Governo una metodologia per avere delle sospensioni di più lungo periodo. Lei sa meglio di me che abbiamo avuto addirittura sospensioni di tre mesi. È evidente che in tre mesi non si programma nulla, ma in tre mesi si programma solo che tre mesi dopo bisognerà pagare le tasse e si è terrorizzati di dire che non si possono spendere determinati soldi perché magari tre mesi bisogna pagare la multiutility, l’INAIL e tasse di qualsiasi genere, che tutti noi italiani dobbiamo pagare ma che normalmente proprio in quell’area pesano in maniera notevole.
Per quanto riguarda la proroga sulle ristrutturazioni c’è agli atti una mia risoluzione, quello che in questo working progress, che è la gestione del terremoto; che è peraltro la cosa più importante di questa legislatura, per l’impegno prioritario della Giunta ma anche perché l’Aula è stata più volte chiamata a doversi confrontare su questo argomento; penso che a un anno dal sisma sia importante davvero non far spegnere i riflettori. Leggendo i giornali in questi giorni, soprattutto in quelli di rilevanza nazionale, è un po’ passata la retorica dell’emiliano bravo che ce la fa da solo e francamente questa retorica ho paura che ci crei dei danni perché, una volta spenti i riflettori, se passa in maniera reiterata la retorica dell’emiliano bravo che ce la fa da solo, che è la verità, per carità, ho l’impressione che possa essere per quelle zone dove c’è ancora un mare di cose da fare una retorica molto dannosa.
Tocca a noi con grande senso di responsabilità non alimentare alcun tipo di populismo e alcun tipo di volontà protestataria fine a se stessa, anzi agevolare il lavoro degli enti locali, della Regione, dello Stato che possa rimettere in campo un’azione più rapida possibile per rimettere in campo le cose, ma anche non alimentare questa retorica che francamente ho paura che rischia di arrecare tanti danni a una zona che ancora per almeno dieci - quindici anni avrà bisogno di interventi continuativi e quindi che andranno anche oltre questa legislatura, per cui vedrà impegnati ancora tanti di noi e i prossimi colleghi che verranno, in un’opera che è fondamentale per far rinascere un territorio che è davvero fondamentale per il bene del nostro paese.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Leoni.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Anche io aggiungo alcune considerazioni a questo dibattito articolato dopo aver ascoltato e apprezzato le relazioni introduttive e l’intervento del Presidente Errani che indubbiamente ha chiarito alcuni aspetti, anche complicati da decodificare, sulla filiera delle relazioni, su chi ha la responsabilità delle decisioni. È evidente che il primo pensiero va alle vittime - lo abbiamo detto - e sicuramente non è un atto formale di immagine, e il pensiero va anche a un’affermazione di principio che è il "mai più", perché si pensa alle vittime di un anno fa e contestualmente si ha anche l’impegno di fare il possibile per creare le condizioni perché mai più tutto ciò debba avvenire e debba avvenire con queste conseguenze.
È un anno che continuamente, giustamente, la nostra Assemblea legislativa, la Commissione competente e i mille incontri, anche informali, che si hanno con gli assessorati ci mettono nelle condizioni di avere un’informazione larga ed esaustiva e ogni volta che acquisiamo i dati fatichiamo, a volte un po’ con sgomento, a prendere coscienza di un fatto oggettivo, che nella storia che in qualche modo troviamo registrata negli archivi storici dei secoli nel nostro paese non è mai avvenuto un terremoto di queste intensità in pianura con questa dimensione spaziale col coinvolgimento di un numero così alto di persone in una realtà ad alto valore produttivo corrispondente al 2 per cento del PIL nazionale, per cui è oggettivamente faticoso fare delle comparazioni e ottenere da altre esperienze vissute in un paese come il nostro ahimè ad alto rischio sismico dalle Alpi fino alla Sicilia, esempi e confronti perché la vicenda che la nostra terra sta vivendo ha di per sé una serie di caratteristiche che la rendono ahimè unica.
È anche vero che in questi anni nel nostro paese dal mio punto di vista si è persa progressivamente l’idea del ruolo che hanno le istituzioni, lo Stato e la Repubblica. Il Presidente Errani ha detto che non si presta, perché ha a cuore il rispetto del suo ruolo istituzionale, a scaricare responsabilità su altri diversi livelli. Questo gli fa anche onore nell’atteggiamento ma un passaggio che io ho condiviso molto l’ha fatto l’assessore Gazzolo nella sua relazione in questo senso, cioè che dobbiamo dirci un po’ di cose. Nella storia di questo paese siamo partiti con uno Stato che non garantiva il diritto al legittimo risarcimento dei danni subiti dalle persone e che è stato refrattario a lungo di fronte alle richieste, secondo me legittime, del sistema delle imprese, degli artigiani, dei cittadini di quei territori.
Io ricordo che il tema della copertura del cento per cento, che direi che è una questione naturale, è stato oggetto di iniziative successive, anche parlamentari, per cui prendo atto e ringrazio come cittadina emiliano-romagnola e consigliera regionale anche chi si è prodigato in questo tipo di iniziativa e attività per ottenere il riconoscimento del cento per cento quando per mesi abbiamo avuto l’80 per cento e siamo stati costretti a scrivere per esempio le prime ordinanze, perché era una necessità di carattere oggettivo intervenire tempestivamente per creare le condizioni e offrire le soluzioni per chi aveva il diritto di ottenere soluzioni in tempi rapidi, con un certo tipo di impostazione che poi è stata cambiata e ha previsto la necessità di rilanciare, di riscrivere e di rivedere le nostre norme normative, il tema delle normative in un paese in cui non esiste un impianto normativo generale sul tema grande che è quello della ricostruzione, non esistono norme che attivano quei percorsi virtuosi anche finanziati per un recupero significativo di sicurezza sul territorio. È chiaro che ogni norma che si deve fare può essere registrata, perché non c’è una fonte generale; intanto è elaborata direttamente da chi si trova in piena emergenza e poi ineluttabilmente risulta un di più e quindi un sovraccarico.
Anche io incontro le comunità di quel territorio, i cittadini e nei loro confronti ho un grandissimo rispetto e anche la comprensione della condizione anche rivendicativa in cui si trovano determinata dalla condizione di disagio, di sofferenza, apprensione e di paura per il futuro, dove ogni elemento in più di lavoro può diventare un peso. Noi abbiamo scelto una modalità di intervento che di per sé è originale, che è quella di responsabilizzare i territori e le comunità locali, fare una struttura commissariale che non concentra e non riduce in uno la responsabilità ma distribuisce i compiti. Il fatto che tutti i sindaci siano i vicecommissari in questa fase è un fatto non di nomina onorifica ma di attribuzione precisa di responsabilità che lega sicuramente il modo col quale si interviene al tipo di finalità che vogliamo perseguire, che è quello di ricostruire il senso di appartenenza a un territorio e a quelle comunità locali, riconoscendo in loro il diritto di contribuire a scrivere il loro presente e il loro futuro.
Questa distribuzione di relazioni e compiti per esempio - faccio due riflessioni che aggiungo alla riflessione che qui qualcuno ha introdotto anche sull’ordine del giorno che è stato presentato e che tra poco verrà messo al voto - si lega ai problemi relativi alla burocrazia, che a volte si risolvono accompagnando le persone attraverso molte altre persone che, impegnate nelle istituzioni locali, sono in grado di fornire informazione, accompagnare lungo gli iter che necessariamente presuppongo anche dei controlli di carattere rigoroso, e sul tema della legalità abbiamo fatto più di un passaggio e più di un riferimento, approfondimenti anche a livello locale attraverso mille diverse iniziative, il tema generale sulla coniugazione di due necessità, che sono una la possibilità di ricostruire in fretta laddove purtroppo c’è stata distruzione, ricostruire al meglio in modo tale che quel che ci sarà dopo sia rispettoso della tradizione, di quel che prima c’era, ma che sia meglio dal punto di vista qualitativo in maniera significativa, quindi il tema dell’antisismica e del rispetto energetico coniugato con una serie di regole generali che sono quelle del rispetto del territorio e della sua vocazione, delle norme più generali e urbanistiche.
Lo sappiamo com’è stata la discussione sulla legge per la ricostruzione che abbiamo approvato qualche mese fa e come questo esercizio è stato un esercizio che abbiamo tentato di fare ogni volta. Al tema dell’apparente eccesso di potenza della burocrazia si risponde creando dei percorsi certi di diffusione di una corretta informazione che presuppone la possibilità di avere una dotazione organica sia ai comuni sia alla struttura commissariale in grado di affrontare quelle che sono le legittime necessità dei cittadini e delle imprese di quel territorio, di essere accompagnati. Più volte ci siamo detti che nessuno si deve sentire solo di fronte a un dramma di questo genere in questa realtà regionale di fronte alle varie emergenze che nel corso ahimè di questi anni ci siamo trovati a dover affrontare anche con scadenze troppo ravvicinate, la soluzione è avere persone al servizio delle pubbliche amministrazioni in modo tale da garantire questo tipo di processo, e non rinunciare mai al lavoro quotidiano per ottenere il meglio possibile per le nostre comunità; non che quello che è stato sia da sottovalutare o venga minimizzato come risultato perché non sfugge a nessuno che far partire un anno scolastico nei tempi e nelle scadenze previste è stata un’impresa non piccola, o dare una risposta immediata al bisogno sanitario in un territorio dove il bisogno di salute è aumentata dal momento che ahimè il terremoto ha fatto ammalare di più quelle comunità producendo un maggiore disagio.
C’è tutto il tema della ricostruzione, del produttivo, c’è bisogno di chiedere al Governo, di perfezionare molti suoi provvedimenti. Gli enti locali hanno bisogno di uscire dal peso e dal giogo pesante e assurdo in generale del Patto di stabilità, hanno bisogno di assumere personale e questo è un punto forte. Questo paese, non solo per quel territorio che è stato colpito, ha bisogno di avere degli strumenti concreti, attuativi dei principi. Sul tema dell’antisismica la questione dell’introduzione del credito di imposta per gli interventi di ripristino o di recupero di sicurezza sismica deve essere rivendicato non solo per il territorio del cratere. La possibilità di una deroga al principio che consentiva al credito di imposta del 50 per cento sulla ristrutturazione va ribadito, rilanciato e chiesto in ogni luogo di questo paese perché questa esperienza deve servire a migliorare le condizioni di vita nei diversi territori di questa regione e di questo paese. È un lavoro per garantire davvero sempre di più il diritto al risarcimento, all’indennizzo di queste persone, il diritto alla copertura dei costi effettivi perché riprendano una condizione di vita normale sia le imprese sia i cittadini con le loro case. Questa è una tensione costante dentro la quale ci riconosciamo e che diventa un imperativo morale e obbligato per ognuno di noi.
Chiudo con un passaggio che può sembrare conservatore. Ci sono degli elementi all’interno di ogni emergenza e catastrofe che mostrano il volto classista: chi è povero e chi ha meno evidentemente è colpito non allo stesso modo di chi è ricco, ma di più, e questo è un fatto oggettivo. La povertà a volte determina un’esclusione che non aveva neanche inserito in maniera corretta dentro la comunità, e noi come istituzioni dobbiamo renderci conto di questo aspetto ed essere ancora più attenti. Ci sono degli aspetti che sicuramente vanno corretti.
Ho apprezzato un passaggio del presidente nella sua comunicazione ed è evidente che per esempio nell’accordo faticoso, complicato e positivo come esito che la Regione ha avuto con le banche a fronte di questo accordo nazionale ABI e Cassa Depositi e Prestiti, il tema del merito creditizio è un tema vero e non consente a chi non ha "meriti" da questo punto di vista di sentirsi incluso dentro il processo. È una questione che ci dobbiamo assolutamente porre. Il fatto che per esempio sul prestito ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti per quel che riguarda la copertura giusta delle tasse, sulla quale abbiamo noi stessi, come Assemblea, dato un indirizzo con una risoluzione approvata mesi fa, è prevista la totale garanzia pubblica a copertura di quei debiti, non è prevista la stessa copertura dei mutui per il ripristino e la ricostruzione. Chiedere di estendere questo sistema di coperture pubbliche attraverso una rivisitazione e correzione di quella convenzione credo sia ottenere un risultato concreto in più capace di includere più persone possibili.
Non sarà l’ultima delle comunicazioni, è un atto dovuto ricordarci a un anno dal terremoto, però è un dato di fatto e vorrei che la stampa lo sapesse. Non è che ci siamo dimenticati nel corso dei precedenti undici mesi e venti giorni. È stato un lavoro continuo di riflessione e proseguirà. So che la Presidenza stessa dell’Assemblea è impegnata, se ce n’è bisogno, a stimolare un continuo contatto tra la struttura commissariale e l’Assemblea stessa attraverso le comunicazioni della Giunta e continueremo questo lavoro sempre perché adesso come adesso non vale solo per le popolazioni del cratere ma questo tipo di esperienza deve servirci a imparare molte cose e a rendere migliore il modo col quale si sta e si vive nel territorio anche in altri luoghi. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Montanari. Ne ha facoltà. È l’ultimo intervento in fase di discussione generale, e ricordo che dopo ci saranno le dichiarazioni di voto.
Vorrei informare tutti i consiglieri che chiaramente, esaurito questo oggetto, dopo sono previsti all'ordine del giorno tutti gli altri atti e anche le leggi.
Prego consigliere Montanari
MONTANARI: Grazie presidente. Colleghi, anche io, come tutti, mi unisco al cordoglio per le vittime, esprimendo alle famiglie sentimenti di vicinanza e solidarietà. Aggiungo queste parole - ce ne era eco anche nell’intervento che mi ha preceduto, che condivido - "Una vita non si risarcisce e non esiste un risarcimento per una vita umana, ma ciò che stanno risarcendo gli istituti preposti alle famiglie non è dignitoso, è vergognoso. Siccome c’è un padre che ieri a Ferrara ha dato la sua testimonianza e ha fatto la sua richiesta al Presidente della Camera e oggi è sui giornali ed è una persona che esprime, insieme agli altri, una dignità enorme, dentro quest’Aula si deve sentire la voce dell’Assemblea legislativa a fianco di quel padre e di quei familiari, in una richiesta che facciamo a chi è preposto a dare le risposte, a modificare il quadro delle risposte che finora sono state date. Fino ad ora conosco solo risposte vergognose e se ci sono altre informazioni vengano riportate. Il tema va sollevato radicalmente perché è elettivo. Nel momento in cui si esprime solidarietà ai familiari, partendo dal fatto che nessuno riuscirà mai a ridare indietro una vita, non ci si può comportare come ci si è comportati finora. Non mi interessa se la risposta che viene data è "siamo secondo le norme", visto che siamo in un’Aula dove tutti abbiamo detto di sburocratizzare. Bisogna modificare il quadro perché così non va bene. Alzo questa voce, la propongo e sono certo di trovare il consenso di tutti i colleghi.
Secondo punto: sia ieri a Ferrara sia oggi, il Presidente Errani ha fatto un’affermazione che trovo molto importante, che "quando c’è stato il terremoto eravamo in totale assenza di norme". Io vorrei che ci fermassimo un attimo su questo punto. L’assenza di norme - lo dico per me e non certo per i colleghi - non vuol dire che si può fare ciò che si vuole ma l’opposto, cioè che non si può fare niente se non occuparsi dei feriti. Non si può fare niente, quindi tutto quello che si è fatto a partire da venti minuti dopo il terremoto è stato deciso nella responsabilità del prefetto capo della Protezione Civile e del Presidente della Regione e successivamente con la responsabilità che gli è stata assegnata. Quando si dice questo, si dice che non si vuole parlare dei problemi? Abbiamo un documento fatto tutti insieme con i problemi che solleviamo e che devono essere risolti, quindi certo che ci sono. Io mi aggancio a questo punto per parlare un secondo, visto che è stato sollevato e per me è un tema che fa molto riflettere, dal penultimo intervento, il fatto che "l’emiliano bravo che ce le fa da solo a volte ci può recare qualche danno". Se è detto con un’idea del volere bastare a se stessi, questo sì. Io penso invece che l’interpretazione che bisogna cercare di dare sia questa: l’emiliano che vogliamo rappresentare, lo spirito della nostra gente, è l’emiliano che non vuole assistenza e non vuole fare la cresta sul terremoto. È questo Cittadino Emiliano che l’Italia e l’Europa conoscono visto che con quel terremoto e con quelle caratteristiche (2 per cento del PIL, 900 mila persone, in pianura, le fabbriche e quelle case) l’Europa e il mondo ci riconoscono di aver fatto tantissimo. Come mai noi facciamo a volte fatica a valorizzarlo? Mica solo in quest’Aula, ma anche nei confronti con i cittadini. Bisogna trovare una misura giusta, raccontare di come eravamo messi, cioè terremotati da tutti i punti di vista, privi di un euro e privi di una norma, e al tempo stesso non negare i problemi perché il primo che non ci ascolta non sono i pluralismi politici che ci sono in quest’Aula, ma i cittadini e gli imprenditori, se non sottolineiamo quali sono i problemi. Però problemi e risultati e possibili altri risultati da portare a casa devono stare insieme, perché l’emiliano che non vuole assistenza e non vuole fare la cresta è il modello migliore che abbiamo per portare a casa ciò che ci serve e che è arrivato e deve arrivare dai luoghi dove, ciò che ci serve, c’è. Fine dei discorsi. Io esprimo un apprezzamento sul fatto che c’è questa convergenza nel documento che tutti i capigruppo e qualche altro consigliere hanno firmato - io mi sento rappresentato dal mio capogruppo - però è una convergenza, spero, non data dal fatto che non si può dissentire da un documento così, altrimenti altri se ne accorgono (i cittadini), ma che è fatta su richieste molto precise di assegnazione di investimenti, che guarda le imprese, le abitazioni, il tema del finanziamento, che guarda il tema delle tasse, il Patto di stabilità e che guarda tutto quello che è stato elencato, e che chiede a chi lo deve chiedere, di fare la propria parte, mentre noi stiamo facendo la nostra, partendo dal fatto che oltre al terremoto (danno) avevamo una situazione di assenza di norme e di soldi, e abbiamo fatto una cosa complicatissima; totale assunzione di responsabilità, nessun piagnisteo e abbiamo collegato la sicurezza e la legalità alla soluzione dei problemi. Io me le ricordo le riunioni con gli imprenditori che dicevano di aprire le attività perché avevano le commesse e gli si diceva che non potevano aprire fintanto che non erano in sicurezza. Eravamo tutti lì, chi con più responsabilità e chi con meno, per il ruolo che si assolve, e poi si sono trovate le soluzioni che si dovevano trovare. Così come è giusto chiedere il riconoscimento dei lavori straordinari del personale. Io ricordo a Sant’Agostino, a Mirabello, a Poggio Renatico, ovunque, quando si andava alla sede provvisoria del Comune alle 9.00 trovavi le stesse persone che lavoravano che trovavi alle 19.00, sempre col sorriso e sempre con la capacità di essere in moto e non stanchi. Di fronte a un’energia così grande che si è espressa e di fronte a un così alto senso di responsabilità, secondo me quest’Aula fa bene a essere unita nelle richieste per risolvere i problemi che abbiamo, ma anche nel valorizzare come siamo arrivati fin qua, perché valorizzare non significa negare i problemi, ma avere una forza in più per rappresentarci e portare a casa quello che chiediamo unitariamente nel documento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.
Ha chiesto di intervenire il sottosegretario Bertelli. Ne ha facoltà.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Non intendo prendervi altro tempo anche perché ritengo molto esaustivo l’intervento del Presidente Errani a fine della mattina. Soltanto qualche rapidissima risposta ai vari interventi e una considerazione.
Ringrazio i consiglieri e tutta l’Aula perché anche la discussione di oggi, oltre che la firma sulla risoluzione che voteremo più avanti, è frutto di un concorso da parte di tutti. A partire dal commissario Errani che, come ha voluto significare anche con il suo intervento, ha impostato il suo lavoro cercando collaborazione, dividendo responsabilità, costituendo un Comitato istituzionale e passando in quest’Aula tutte le volte che si è ritenuto utile avere un contributo. Ebbene, questo contributo l’ha ottenuto sia dai sindaci, dalle altre istituzioni, dalle forze economiche e sociali, sia in quest’Aula da parte di tutti i consiglieri, compresi quelli dell’opposizione. Questo voglio ribadirlo perché anche la discussione di oggi è una discussione improntata ad affrontare e risolvere ancor meglio una parte dei tanti problemi che ancora abbiamo nella gestione di questa difficile vicenda.
Il termine più usato dalla stampa, ma citato spesso anche qui in Assemblea è il termine "burocrazia", naturalmente inteso in senso negativo e spregiativo. Su questo, vorrei però far notare che la ricostruzione del terremoto che impegnerà oltre dieci miliardi di risorse non può sussistere senza una giusta burocrazia. Noi non potremmo liquidare pratiche per alcuni milioni, perché di questo parleremo quando avremo i progetti grossi di ricostruzione delle aziende, senza che a supportare la liquidazione dei tanti contributi ci siano le carte che testimoniano che quel contributo è stato dato giustamente e in linea con quelle che sono le norme di ricostruzione. Lo sottolineo perché verremo giudicati anche sulla base della correttezza dei comportamenti tenuti nei confronti delle migliaia di persone coinvolte nei vari procedimenti; sia quelle che hanno avuto l’abitazione distrutta, sia quelle che hanno ottenuto i contributi del CAS, sia quelli che hanno avuto le imprese distrutte, paragoneranno il trattamento che hanno ricevuto con il trattamento che è stato ottenuto da qualcun altro. Noi abbiamo il dovere di essere giusti, e per essere giusti dobbiamo avere una documentazione a supporto che funzioni. Per cui, non si può alimentare l’idea che la burocrazia è solo un qualcosa di negativo e che si può far senza. Senza non è possibile, perché chi vuole riparare o ricostruire un’abitazione deve consegnare un progetto credibile, perché in quel progetto c’è la verifica della congruità e del miglioramento sismico di quell’edificio, che per il post terremoto sarà decisivo.
Il consigliere Filippi nel suo intervento ha citato i giovani professionisti. Tenete presente che chi svolge una determinata professione nell’area del terremoto, ma anche oltre all’area del terremoto, vedrà aumentare a dismisura la propria attività e anche le proprie entrate sulla base delle tante procedure e delle tante pratiche svolte. Inizialmente avevamo pensato di stabilire un limite al numero di pratiche che potevano essere affidate a un singolo professionista. Ma ci è stato contestato perché il rapporto privato tra privati è un rapporto libero, pur tuttavia questo è un problema, perché la grande concentrazione su pochi professionisti di tante pratiche interferisce nella scorrevolezza e nella capacità di concludere quelle pratiche e fare in modo che una pratica affidata diventi rapidamente una domanda, un progetto approvato e una ricostruzione realizzata.
È un problema ed è un problema serio, e noi dovremmo diffondere l’idea che è meglio probabilmente distribuire il più possibile, perché in quel modo si abbreviano i tempi per la predisposizione delle pratiche e si avvicina di più il tempo per la riscossione dei contributi necessari alla ricostruzione. È vero che un professionista che non ha solidità alle spalle fa più fatica ad avviare una procedura, e tuttavia, ascoltando professionisti e il mondo imprenditoriale, abbiamo introdotto dei meccanismi che sono addirittura una sorta di anticipazione del primo stato di avanzamento e che consente a chi è agli inizi della propria attività il vantaggio di avere immediatamente liquidato la prima parte della procedura burocratica; in tale maniera un professionista anche giovane può cominciare ad affrontarne delle altre.
L’ultima questione è quella che richiamava il consigliere Leoni sul prolungamento ulteriore della sospensione dei pagamenti. Crediamo sia uno dei problemi con cui impatta una buona parte delle persone che vivono su quell’area del terremoto e fanno davvero fatica e sono angosciati dall’idea di riprendere a pagare cifre che non hanno nemmeno guadagnato. Quindi, se si creeranno le condizioni non demorderemo dall’idea di allungare il termine per la restituzione di queste risorse perché sicuramente è una scelta attesa e giusta, sempre che ci siano le condizioni per farlo. Finisco con questo perché non credo di dover aggiunger null’altro a quello che già il Presidente questa mattina ha svolto. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.
AIMI: Grazie, presidente. Per evidenziare il voto positivo del gruppo del PDL in merito all’oggetto 3999, una risoluzione che abbiamo votato convintamente, non fosse altro per gli impegni che la stessa evidenzia ed elenca, impegni che il prossimo Governo dovrà assumere. Ovviamente voglio anche ricordare, come hanno fatto in tanti in quest’Aula, e lo vorrei fare a nome di tutto il partito, il dolore profondo per le vittime, vorrei ricordare anche e soprattutto quelle famiglie che hanno perso persone care che certamente qualsiasi cosa noi possiamo attuare in questa fase non sarà mai sufficiente nemmeno per lenire il dolore, però la vita continua, abbiamo ancora tante imprese, abbiamo commercianti, un tessuto connettivo da far ripartire ed è questo l’impegno che noi dobbiamo assumere in questa fase, ed è già volato un anno da quei momenti terribili del 20 e del 29 maggio.
L’emergenza è stata affrontata e ora dobbiamo guardare con determinazione alla ricostruzione. È una parola che leggiamo spesso, la leggiamo nelle carte, nelle ordinanze, ma chi vive in quei luoghi non è purtroppo ancora riuscito a viverla e toccarla con mano, perché dobbiamo guardare le cose in faccia, dobbiamo dirci la verità, soprattutto quando affrontiamo i problemi da quest’Aula. Quindi a un anno da quei fatti l’impegno che dobbiamo prendere è uno solo: tradurre gli impegni e gli intendimenti in azioni concrete. Quindi bisogna riconoscere il grande impegno di tutte le istituzioni nella fase dell’emergenza in cui sono state aiutate decine di migliaia di persone che in un attimo hanno perso affetti, ricordi e la loro sicurezza. Proprio la casa che rappresenta da sempre il punto cardine su cui costruire la famiglia, il luogo sicuro in cui rifugiarsi, a un anno di distanza purtroppo vediamo che questa ricostruzione non si è verificata e non è avvenuta così come avremmo sperato.
Abbiamo visto la grande generosità dell’Italia, cui si è subito messa in moto per alleviare le sofferenze e l’incredibile dignità dimostrata dalla popolazione colpita che ha saputo rimboccarsi le maniche e cercare di ripartire. Il Governo Monti però ha disatteso i suoi doveri lasciando sola l’Emilia. Questo è il primo terremoto industriale ed è stato affrontato senza risorse adeguate e con una burocrazia soffocante, perché se guardiamo il numero di domande presentate e quante sono state evase ci rendiamo conto perfettamente che la burocrazia in queste situazioni di emergenza è la prima responsabile della non ricostruzione e di quello che si sarebbe potuto realizzare. È stato quindi un terremoto industriale affrontato senza risorse adeguate e oggi potremmo denunciare le tante cose che non sono andate bene, dalle pochissime domande presentate dalle imprese per avere i contributi alle numerose richieste avanzate e mai portate a termine. Vi è anche l’incompleta ripartenza di presidi sanitari del territorio, e anche questo è un punto estremamente importante, e i continui ritardi nel pagamento dei CAS. Questo è dovuto anche al ridotto impiego dei vigili del fuoco e del genio militare nella ricostruzione. Se fossero stati disponibili avremmo potuto fare molto di più.
Dell’intervento del Presidente Errani mi è dispiaciuto un aspetto: l’attacco che è stato fatto alla ricostruzione dell’altro terremoto gravissimo che ha visto perdere la vita a ben più persone e ben più imponente nella sua devastazione che ha riguardato L’Aquila. Credo che a L’Aquila il Governo Berlusconi si sia contraddistinto da risultati concreti e tangibili, estremamente diversi dalla ricostruzione che è avvenuta in Emilia. Dopo otto mesi erano state consegnate migliaia di abitazioni già ammobiliate, in muratura e quindi anche con caratteristiche antisismiche, è stata istituita una zona franca urbana e sono state dilazionate le tasse in svariati anni e i vigili del fuoco sono ancora là insieme al genio militare per la ricostruzione. Credo che se vogliamo guardare le cose in faccia non possiamo metterci a dire chi è stato più bravo e chi è stato meno bravo. Ci sono dei risultati e vanno riconosciuti. Oggi io vedo in questo terremoto emiliano una carenza e al di là dei propositi e delle tante parole purtroppo quello che sentiamo quando andiamo sui territori è una situazione di disagio molto forte da parte dei cittadini, ed è per questo che gli auspici che abbiamo in questa risoluzione sono condivisi dall’intero gruppo del Popolo della Libertà nella speranza che si possa partire finalmente con una ricostruzione vera, autentica e forte.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Aimi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
Ricordo i cinque minuti che sono a disposizione di ogni consigliere per le dichiarazioni di voto.
Prego consigliere Monari.
MONARI: Grazie, presidente. Per annunciare ovviamente il voto positivo e pienamente convinto all’ordine del giorno che abbiamo presentato e anche per sottolineare che ritrovarsi qui a un anno dal devastante sisma che ha scosso la nostra regione e poter parlare di una ricostruzione avviata e di dati ovviamente che rispetto al disastro che un anno fa era sotto gli occhi di tutti i colleghi e di tutto il mondo, possiamo commentare senza voler né apparire né immaginare di voler apparire i primi della classe ma possiamo dirci che è stato un grande risultato. Questa terra e i suoi cittadini non mi importa in questo momento le vicende legate alla politica e ai partiti, le vicende elettorali, penso alle comunità e alle persone che hanno dimostrato fin dall’inizio che c’era una voglia di reagire che andava al di là anche di possibili facili strumentalismi. Un percorso ovviamente che è ancora in essere, sarebbe stato ridicolo immaginare allora e anche oggi che in un anno le questioni fossero tutte risolte, e lo è stato detto da chi è intervenuto prima di me. Ma devo anche sottolineare che se l’Emilia si è rialzata in fretta da questo disastro è anche perché non si è divisa, com’è capitato altre volte e anche in altre parti di Italia, e ha saputo lavorare unita, e se questa regione, come ha spiegato stamattina il Presidente Errani, ha saputo vincere l’avversità anche di un quadro normativo nazionale confuso e sbagliato, e quindi pericolosissimo per tutti quelli che sono stati toccati dal terremoto, è anche perché in quest’Aula maggioranza e opposizione hanno pensato più alle politiche e meno alla politica, mettendo da parte quindi contrapposizioni di bandiera e tenendo alto l’interesse dei cittadini dell’Emilia-Romagna davanti a ogni altra ragione di parte. Quindi un voto convinto del gruppo del Partito Democratico e un riconoscimento ovviamente sincero al Presidente Errani e alla Giunta che hanno ben lavorato in tutto questo arco di tempo consapevoli ovviamente che ci sono ancora tante cose da fare e da parte nostra il non abbassare la guardia dal punto di vista legislativo, amministrativo e nei rapporti con il Governo nazionale. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Abbiamo firmato anche noi questa risoluzione con grande piacere con l’auspicio che le richieste fatte al nuovo Governo vengano accettate, anche se penso che non ci fosse stato neanche necessario, perché il pacchetto che abbiamo ricevuto da Monti è un pacchetto molto restrittivo, e uno Stato responsabile di una zona che è la colonna portante dell’economia che ha sorretto per tutti questi anni e che sorreggerà anche il futuro, ci aspettavamo che fossimo trattati diversamente, come cioè quelle zone che hanno avuto maggior benefici senza aver subito questi disastri. Il nostro voto sicuramente è positivo e lo voteremo con grande soddisfazione. Abbiamo interessato anche i nostri Senatori di andare a firmare gli emendamenti che sono stati accordati insieme agli altri parlamentari dell’Emilia-Romagna in sede dell’ufficio sia del nostro Presidente. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Nomino scrutatori i consiglieri Mumolo, Alessandrini e Cavalli.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3999, a firma dei consiglieri Monari, Barbati, Naldi, Sconciaforni, Noè, Aimi, Filippi, Manfredini, Malaguti e Pollastri.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata all’unanimità.
OGGETTO 3979
Delibera: «Convalida della elezione della consigliera Luciana Serri, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale".» (Delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 15 maggio 2013, n. 75) (113) (Dichiarazioni di voto e approvazione)
OGGETTO 3980
Delibera: «Convalida della elezione del consigliere Giampaolo Lavagetto, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale".» (Delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 15 maggio 2013, n. 76) (114) (Dichiarazioni di voto e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 3979-3980/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (78)
PRESIDENTE (Costi): A questi due oggetti abbino l’ordine del giorno che è stato presentato dai consiglieri Naldi, Barbati, Sconciaforni, Monari, Noè, Manfredini, Grillini e Bazzoni, riguardante le tematiche relative all’applicazione della nuova normativa, in modo particolare del D.Lgs. n. 235/2012.
Il dibattito chiaramente è abbinato. Nessuno ha chiesto di intervenire in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per comunicare che voterò a favore dell’oggetto 3979 (convalida della consigliera Luciana Serri) mentre è mia intenzione non partecipare assolutamente alla votazione dell’oggetto successivo, il 3980 (convalida del consigliere Giampaolo Lavagetto) in quanto non sono assolutamente d’accordo a partecipare a questa situazione kafkiana in cui ci troviamo, dato che un altro consigliere è agli arresti domiciliari, a convalidare una persona che per sua autocertificazione, nonché da notizie di stampa, risulta essere stato condannato in primo grado per un reato che peraltro prevede l’interdizione dai pubblici uffici. Al di là della mia valutazione etica sul fatto che questa persona ritenga consono ricoprire un ruolo di pubblico ufficio all’interno di quest’Aula e non abbia minimamente pensato di non avere i requisiti per stare qui dentro, credo che anche se comprendo che la Presidenza si sia dovuta confrontare con una normativa assurda che o è fatta da persone che non hanno particolarmente idea di quello che stavano facendo quando l’hanno votato oppure è volutamente farraginosa per far sì che vengano tutelate persone in questa condizione, resta il fatto che non ho avuto modo di accedere a tutta la fase istruttoria di quello che immagino sia stato uno studio corposo dato che, com’è noto, per scelta deliberata, il Movimento 5 Stelle non è rappresentato nell’Ufficio di Presidenza. Pertanto credo che la maggioranza che governa questa regione si dovrà giustamente assumere la responsabilità di applicare questa legge, l’opposizione, in particolare il PDL, che ha come sua abitudine candidato delle persone che risultavano indagate, si assumerà la responsabilità di quello che ha fatto allora, io non ho intenzione di partecipare e chiedo la votazione col voto elettronico.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Io ho firmato questo ordine del giorno per il fatto che il collega Corradi, che fa parte dell'Ufficio di Presidenza, ha espresso questa posizione, in sostanza noi riteniamo, essendoci una lacuna legislativa su casi di questo tipo, che praticamente sia un atto dovuto. Noi l’abbiamo firmata e comunque noi la voteremo, anche se l’auspicio è che magari questo vuoto venga colmato da un giusto percorso in modo che le cose, dovesse eventualmente capitare ancora non soltanto qui nella nostra regione, ma anche in altre regioni, siano molto più chiare in modo da poter fare delle scelte. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lavagetto. Ne ha facoltà.
LAVAGETTO: Grazie, presidente. Naturalmente non voglio entrare nel merito della votazione dell’Assemblea, che mi parrebbe una cosa inopportuna. Devo rettificare invece le dichiarazioni non vere fatte dal consigliere Defranceschi, che non conosco, però vedo che conosce ancora meno me perché ha detto cose non vere. In primo luogo ha detto che il PDL candida persone che sono sottoposte a indagini e le ricordo che nel 2010 non ero sottoposto né a nessun’indagine né a nessuna condanna né a nessun avviso di garanzia. Questi sono fatti avvenuti un anno e mezzo dopo, quindi aspetto le sue scuse non a me ma al partito del PDL.
Per quanto riguarda invece il sottoscritto, la seconda cosa non vera è che io ho scritto specificatamente che io non sono interdetto da nulla, perché qui in Italia esiste una normativa vigente che prevede che la condanna in primo grado non è una sentenza definitiva ma prevede una sospensione della pena e quant’anche i diciotto mesi di pena accessoria sospesi, quindi non sono assolutamente attivi, sarebbero già trascorsi, quindi non sono interdetto da nulla. Voi siete chiamati invece a giudicare una legge avvenuta tra l’altro tre anni dopo che io mi sono candidato, quasi venti mesi dopo in cui è avvenuta la condanna in primo grado in un paese che, ripeto, e in questo le do ragione, ha due pesi e due misure perché se io fossi in Parlamento sarei accettato benissimo e anzi vi invito forse a rinnovare la vostra dignità di consiglieri regionali, perché secondo me è giusto che le due assemblee legislative abbiano lo stesso trattamento. Lei ha dei parlamentari che sono colleghi del suo partito e faccia presente che forse anche quando si è in Parlamento si dovrebbe essere sospesi. Non vedo perché non lo fa presente ai suoi colleghi parlamentari.
L’ultima cosa, e finisco, è che è miope anche perché in un paese in cui giustamente penso che si debba tutelare l’ente pubblico dal diritto del cittadino, in eccesso, ma anche il contrario io aspetto da 19 mesi l’appello, perché la ratio di quella legge che voi state per discutere dice che 18 mesi di sospensione si fanno perché ci dovrebbe essere l’appello. Io aspetto da 19 mesi l’appello, non è neanche stato messo all’ordine del giorno, quindi non è colpa mia se per lentezza della legge italiana mi trovo in questa situazione a venti mesi dalla condanna in primo grado. Chiudo dicendo che è talmente difficile l’interpretazione che io sarei il secondo caso in Italia. Il primo riguarda un collega consigliere del Molise che due mesi fa è stato sottoposto a sospensione, ma era un caso diverso dal mio, ha fatto ricorso contro una cosa che non ritiene giusta, dopodiché mi atterrò scrupolosamente a quello che quest’Assemblea legislativa deciderà di fare.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lavagetto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Noi siamo chiamati ad esprimere un voto previsto dalla normativa, la legge 108 del 17.02.1968 che parla della sostituzione di un consigliere e dice che il Consiglio procede alla temporanea sostituzione affidando la supplenza per l’esercizio e le funzioni di Consigliere candidato alla stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti. Questo era l’art. 16 bis. L’art. 17, sempre della legge 108, dice che al Consiglio regionale è riservata la convalida dell’elezione dei propri componenti secondo le norme del suo regolamento interno.
Quindi è evidente che ci troviamo di fronte a una situazione che ci impone un atto dovuto, perché se non lo facessimo il consigliere interessato si potrebbe rivalere e comunque in ogni caso, per quanto mi riguarda, essendo garantista da sempre, una persona è colpevole quando è condannata col terzo grado di giudizio.
Rispetto alla normativa vigente il consigliere Lavagetto può prendere il suo incarico anche se la normativa vigente è contraddittoria, perché nel momento in cui siamo chiamati a esprimere il voto di convalida, i consiglieri dovrebbero essere anche liberi di votare quello che vogliono, cosa che non c’è e nei fatti non c’è la possibilità di esercitare liberamente il dettato costituzionale all’art. 67, cioè che il mandato non ha limiti alcuno. Stante questa situazione, noi che abbiamo firmato in tanti questo ordine del giorno, siamo perché l’atto dovuto sia fatto, perché se è dovuto deve essere fatto, perché non c’è alternativa. Si tratta di modificare la legislazione vigente e da questo punto di vista penso che ci possiamo prendere l’impegno, oltre al fatto che la Regione può mandare delle proposte di legge al Parlamento, di stilare una norma che eviti queste contraddizioni evidenti e palesi. Nel frattempo credo che secondo la normativa vigente, essendo stato eletto il consigliere Lavagetto, può assumere l’incarico e come tale noi in questo momento coerentemente ci comporteremo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Per ribadire alcune cose che ha già detto il consigliere Grillini. L’Assemblea nel 2013 con l’atto 111 ha accertato che il consigliere Lavagetto è il secondo nella classifica del PDL alle elezioni regionali. La legge 108/68 e quell’articolo 16 bis cui faceva riferimento il consigliere Grillini ci obbliga a votare la convalida del secondo e quindi non entro nel merito della situazione del consigliere Lavagetto, perché in questo momento sarebbe assurdo, e mi limito a votare la convalida del secondo degli eletti del PDL. L’altra cosa che invece è di competenza e nelle possibilità di quest’Assemblea, alla quale tengo molto e che in effetti è riportata anche in quell’ordine del giorno che abbiamo presentato e firmato in tanti, è l’impegno intanto a chiedere che a livello nazionale mettano chiarezza in questa normativa che ci costringe magari a fare delle cose che si preferirebbe fare diversamente ma anche ad adottare l’unico atto di competenza in capo a questa Assemblea che è una modifica della legge regionale per quello che riguarda la quantificazione dell’assegno di carica quando esiste una sospensione, ma questo è un atto successivo. Quindi per me va bene questa impostazione e credo che sia importante ribadire che in questo caso noi votiamo la convalida del secondo degli eletti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Io rispetto all’adempimento a cui siamo chiamati oggi non ho alcuna intenzione di entrare nel merito della questione perché non è di mia né di nostra competenza. Ci siamo documentati tutti insieme di fronte ad alcuni interrogativi come Consiglieri regionali, abbiamo ritenuto opportuno eventualmente elaborare anche una risoluzione, ma nel caso specifico io prendo atto del fatto che c’è una legge, quella del 1968, all’art. 16 dove testualmente dice che: "Il Consiglio procede alla nomina per la supplenza". A questo punto non credo che da parte nostra ci debba essere alcuna valutazione di merito, prendiamo atto e procediamo. Poi saranno gli organi competenti che si pronunceranno in merito alla questione che è stata sollevata. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Penso, e lo penso da quando abbiamo cominciato a discutere di questo argomento, che siamo in una situazione molto imbarazzante ed è inutile negarlo. È imbarazzante perché siamo di fronte a degli aspetti contraddittori di una normativa nazionale che volendo giustamente colpire e contrastare la corruzione, in realtà, nel nostro caso, determina un paradosso evidente, perché il 26 marzo questa Assemblea, in ossequio alla legislazione vigente, ha adottato il provvedimento di riduzione dell’indennità al 50 per cento del consigliere Villani, che è agli arresti domiciliari, quindi impossibilitato, e l’unica cosa che è a nostra disposizione è quella di attribuire, cambiando la legge regionale, una diversa percentuale di corresponsione dell’indennità, sempre per legge siamo tenuti a garantire la piena funzionalità del Consiglio, convalidando l’elezione del consigliere Lavagetto in sostituzione per supplenza del consigliere Villani. Le mie considerazioni critiche prescindono dalle persone coinvolte e dalle vicende giudiziarie nelle quali queste persone sono coinvolte, quindi non entro nel merito di nessuna vicenda giudiziaria, ma vorrei entrare nel merito, e apprezzo un ordine del giorno che cerca di sollevare il tema, di due leggi che noi siamo tenuti ad applicare che sono in evidente contrasto una con l’altra perché ci troviamo a dover decidere che abbiamo contemporaneamente un consigliere in carica, con tutti i costi che ne derivano, e un consigliere sospeso sostituito per legge al quale comunque questa Regione è tenuta a corrispondere costi per il 50 per cento. Io penso che questa sia una situazione assurda a prescindere da tutte le altre considerazioni che possiamo fare e quindi mi ritrovo nell'ordine del giorno che ho sottoscritto perché esprime bene questa situazione contraddittoria, le ragioni per cui andrebbe modificata e, nel prendere responsabilmente atto della funzione del voto che dobbiamo esprimere, impegna questo Consiglio a intervenire sull’unico punto sul quale possiamo direttamente intervenire, cioè modificare la percentuale che dipende dal provvedimento di legge fino a renderla una quota puramente simbolica. È solo per questa ragione che io aderisco, per senso di responsabilità, all’atto dovuto che dobbiamo compiere istituzionalmente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Rispetto la decisione dei consiglieri che hanno firmato l'ordine del giorno e ne capisco appieno i motivi, però noi oggi siamo qui a esprimere un voto e abbiamo una capacità discrezionale. Io credo che il consigliere Lavagetto abbia benissimo compreso che non vi è nessun attacco di tipo personale, ma noi qui mandiamo dei messaggi all’esterno. In questo paese, ma anche nella nostra regione, ci sono casi che poi la giustizia approfondirà fino al terzo grado di giudizio di consiglieri indagati, rinviati a giudizio, e oggi in quest’Aula anche di consiglieri condannati in primo grado. È un dato di fatto. Io in questo momento storico la responsabilità di far passare il messaggio che noi a fronte di un consigliere agli arresti domiciliari, che tra l’altro percepisce ancora metà dell’indennità, facciamo entrare in Consiglio un consigliere condannato - gli auguro che risolva al meglio le sue questioni - non me la prendo e quindi condivido e mi associo alla scelta del consigliere Defranceschi di non partecipare al voto lasciando l’Aula.
Aggiungo, sempre per spezzare una lancia in difesa del consigliere Defranceschi, anche se sono cose che non attengono a questo dibattito, che, consigliere Lavagetto, sulla selezione della classe dirigente, dei candidati alle elezioni che alcuni partiti hanno fatto in questi anni è veramente difficile fare una difesa d’ufficio. Abbiamo visto cosa è successo, anche lì sicuramente saranno state questioni ininfluenti ma lei era già stato indagato nel 2009, quindi prima delle elezioni regionali, però è una scelta che un partito legittimamente può fare. Sono di un’altra idea, cioè credo che la sanzione reputazionale per la politica venga prima del timbro della Cassazione e quindi comunque su questi temi ho un’altra idea ma rispetto, pur non condividendole, le altre idee. Detto questo, nulla di personale nei confronti del consigliere Lavagetto, ma proprio per i messaggi che noi dobbiamo mandare al di fuori di quest’Aula non parteciperò al voto. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi per fatto personale. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Premesso che io non ho nulla di personale contro il signore che nemmeno conosco, l’11 maggio 2009 la Repubblica scrive: "Giampaolo Lavagetto, Assessore comunale, candidato alle elezioni provinciali per PDL e Lega Nord è finito nel registro degli indagati per l’inchiesta... L’iscrizione sarebbe giustificata dal fatto che Lavagetto si è rifiutato di firmare la liberatoria che avrebbe permesso di avviare le indagini".
In secondo luogo, come da verbale della Capigruppo, siamo stati informati come Capigruppo che lei ha autocertificato di essere interdetto dai pubblici uffici e a questo mi attengo. Se poi non è vero, rileggeremo insieme il verbale o comunque l’audio. Detto questo, ribadisco che non ho nulla di personale nei suo confronti e le auguro di risolvere tutti i suoi problemi. Credo che se lei ritiene eticamente corretto stare in quest’Aula se gli altri Consiglieri decideranno di farla stare, ci può stare tranquillamente. Le auguro buon lavoro nell’interesse unico esclusivo della regione Emilia-Romagna e dei suoi cittadini.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lavagetto per fatto personale. Ne ha facoltà.
LAVAGETTO: Grazie, presidente. Io non so che documenti abbia ricevuto dall’Ufficio di Presidenza. In quel documento io ho scritto che la condanna in primo grado, visto che lei cita Repubblica, è per un utilizzo improprio del telefonino per 408 euro e si ricordi che in Italia si è dichiarati condannati quando si è condannati in via definitiva e soprattutto in ogni caso per quanto riguarda l’articolo di Repubblica non è vero che sono stato indagato perché mi sono rifiutato di presentare liberatorie ma perché sei giorni dopo che mi è stato detto che c’era un problema sul telefono, l’allora sindaco ha fatto un esposto alla Procura, tra l’altro solo del mio quando erano coinvolti altri dieci telefonini, dopodiché non voglio mettere in difficoltà nessuno però siccome per una condanna di utilizzo di telefonino di 408 euro sono quasi due anni che aspetto l’appello, non so cosa farci se la legge italiana ha una lentezza dal punto di vista della parte giudicante e una celerità per quanto riguarda le leggi che riguardano solo gli eletti. Io non è che mi ritengo superiore agli altri, ma ritengo di avere il diritto che in questo paese è sancito dalla Costituzione, e cioè che i miei diritti sono tali fino a quando non avviene una sentenza passata in giudicato, dopodiché non so moralmente come si ritiene lei, ma quando lei deve mandare dei messaggi all’esterno che riguardano le altre persone si informi prima. Questo è il principio morale numero uno per chi fa politica. Lei quando parla col microfono e parla delle persone che sono qua dentro si informi, perché quando lei dice che sono interdetto dai pubblici uffici, e non è vero, che sono condannato, e non è vero perché lo si è quando si è condannati in via definitiva, lei lancia messaggi devastanti per le altre persone. È moralmente scorretto. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lavagetto.
Chiudo gli interventi per fatto personale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. In premessa devo dire che non trovo congrua la discussione dell’Aula rispetto alle vicende che riguardano il consigliere Lavagetto. Non è questa l’aula dove si deve fare questa discussione. Ho sentito molti interventi entrare nel merito di questioni che a mio avviso non conoscono neanche i colleghi che sono intervenuti. Noi abbiamo due questioni da tenere sottolineate - mi riallaccio a quello che ha detto, che condivido, il collega Naldi - ovvero che c’è un punto politico e un punto amministrativo. Sul punto amministrativo penso che ci siano delle questioni che travalicano anche l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna perché occorre che le regioni, e qui parlo alla Presidente dell’Assemblea e anche al Presidente della Regione, debbano discutere e ancora omogeneizzare rispetto ai rapporti che hanno con le applicazioni delle leggi nazionali, ovvero se ci sono pezzi di normativa nazionale che deprimono o in qualche modo invalidano il significato costituzionale che hanno le assemblee legislative ci sarà da omogeneizzare provvedimenti di impugnativa per cambiare la normativa nazionale. Non lo dico solo all’applicazione e recepimento della legge 235 come quella che stiamo discutendo ma anche a recepimento della legge 174 che a quanto mi risulta non è vero che è stata omogeneamente applicata e recepita in tutte le regioni di Italia da Trento a Palermo, quindi ci sono delle questioni normative che vanno valutate e guardate, anche rispetto allo status dei consiglieri regionali.
Poi vi sono questioni politiche. Evidentemente il collega Favia non ha visto o non ha letto bene l’ordine del giorno che abbiamo sottoscritto e presentato, la risposta politica, che non è una risposta personale nel merito di questioni che non ci riguardano, è contenuta nell’ordine del giorno che abbiamo presentato e ci accingiamo a votare. Qui c’è la risposta politica e non c’è bisogno né di strumentalizzare né di fare propaganda su una questione che mi sembra chiara e nemmeno, a mio avviso, ma è una questione di etica personale, di fuggire dall’Aula per fuggire dalle proprie responsabilità istituzionali. Grazie presidente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
Il dibattito è concluso.
Procediamo alle operazioni di voto che, come richiesto dal consigliere Defranceschi, si svolgeranno con sistema elettronico.
Si proceda alla votazione dell’ordine del giorno, oggetto 3979-3980/1, a firma dei consiglieri Naldi, Barbati, Sconciaforni, Monari, Noè, Manfredini, Grillini e Bazzoni, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
38
Assenti
12
Favorevoli
38
Contrari
--
Astenuti
--
L’Assemblea approva.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della delibera, oggetto 3979, convalida della consigliera Luciana Serri, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
40
Assenti
10
Favorevoli
40
Contrari
--
Astenuti
--
L’Assemblea approva.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della delibera, oggetto 3980, convalida del consigliere Giampaolo Lavagetto, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione. I consiglieri Andrea Defranceschi e Giovanni Favia
escono dall'Aula durante la votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
39
Assenti
11
Favorevoli
39
Contrari
--
Astenuti
--
L’Assemblea approva.
OGGETTO 1423
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Manfredini: «Integrazione della legge regionale n. 12 del 25 giugno 1999: "Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche" in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.» (Abbinato)
OGGETTO 3284
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999 n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale) (Testo base).» (59) (Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 1423-3284/1 - Presentazione, discussione e ritiro) (79)
PRESIDENTE (Costi): Passiamo ora ai due progetti di legge. Questi due oggetti sono abbinati, il testo base è il progetto di legge di iniziativa della Giunta. Il testo, composto da dieci articoli, è stato licenziato dalla Commissione Politiche Economiche e il relatore della Commissione, il consigliere Naldi, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale.
Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole sul progetto di legge oggetto 3284.
Procediamo alla votazione per l’autorizzazione alla relazione orale, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
36
Assenti
14
Votanti
35
Favorevoli
35
Contrari
--
Astenuti
--
L’Assemblea approva.
Consigliere Naldi, a lei la parola per la relazione sul progetto di legge.
NALDI, relatore: Grazie, presidente. Questa proposta di legge, pur nella sua snellezza, affronta diversi aspetti importanti del settore del commercio avendo come punto più significativo la volontà di regolamentare il commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica, ma interviene anche su altri punti significativi, per adottare la direttiva Bolkestein nel senso di dare la possibilità, come previsto dalla legge, ai detentori di concessioni di altre regioni di esercitare anche sul territorio regionale, introduce l’istituto della diffida amministrativa modificando la legge 21 dell’84, prevede una diversa regolamentazione della concessione dei posteggi e modifica la legge 1 del 2011 per certificare la regolarizzazione contributiva, il DURC. Scusandomi per il fatto che non presenterò la legge secondo l’ordine dei suoi articoli ma per argomenti, partiamo da quest’ultimo provvedimento, che è l’art. 7 bis, con il quale si consente di ridurre da sei a tre mesi il periodo di sospensione della licenza nel caso in cui l’interessato certifichi la propria regolarità contributiva e in questo modo rispondiamo anche a sollecitazioni che sono arrivate da parte di associazioni di categoria, sollecitazioni a tenere conto di chi provvede a regolarizzare in tempi certi e brevi la propria posizione.
Con l’introduzione dell’art. 1 bis si modifica l’art. 2 della legge 12/1999 per una diversa regolamentazione delle autorizzazioni nei mercati e nelle fiere. Un medesimo soggetto giuridico - si dice - non può essere titolare o possessore di più di due concessioni nell’ambito del medesimo settore merceologico, nelle aree mercatali con meno di cento posteggi oppure di tre nelle aree con più di cento posteggi, salvaguardando i diritti acquisiti fino alla prima data di scadenza degli stessi. Con questa norma recepiamo anche un’intesa nazionale in sede Conferenza Stato - Regioni. Con l’art. 7 si propone di modificare la legge 21/1984 introducendo l’istituto della diffida amministrativa in luogo dell’immediato accertamento della violazione. In questo modo si dà la possibilità al trasgressore di sanare tempestivamente la violazione di cui è accusato. La diffida amministrativa non è rinnovabile né prorogabile, non si applica a chi opera senza licenza, concessione e autorizzazione. È un provvedimento nella sua chiarezza che comunque tende al rapporto amichevole con gli utenti. Ho già accennato all’art. 2, che recepisce la Bolkestein, modificando l’art. 3 della legge 12/1999, che estende la possibilità di esercitare l’attività in forma itinerante e partecipare alle spunte nei mercati anche ai titolari di autorizzazioni di tipo A di altre regioni. Infine vi è la regolamentazione degli hobbisti.
Questo è il secondo tentativo di dare una regolamentazione a un settore che ne è privo. Il primo tentativo fu fatto nella legislazione precedente e non dette alcun esito, e anzi scontò molte resistenze che lo fecero fallire, resistenze in nome della vivacità del commercio, in particolar modo nelle zone cosiddette a rischio desertificazione commerciale. Si è determinata in questo modo, anche per questo ritardo, una situazione poco chiara che non riesce a distinguere tra veri hobbisti e commercianti camuffati da hobbisti. D’altra parte l’udienza conoscitiva e le lettere che abbiamo tutti ricevuto rappresentano in maniera molto evidente le tensioni determinate da questa situazione di incertezza e ambiguità. La legge che ci apprestiamo a discutere, e mi auguro a votare, rappresenta un tentativo serio di superare questa situazione confusa cercando di definire in modo rigoroso l’attività degli hobbisti nei mercati avendo anche osservato come altre regioni hanno cercato di risolvere questo problema, tenendo conto delle numerose osservazioni, richieste di cambiamento, emendamenti che sono arrivati anche dai colleghi della minoranza. L’art. 5 e l’art. 6 della proposta di legge definiscono e disciplinano i mercatini degli hobbisti e gli stessi hobbisti; viene introdotto il tesserino rilasciato dal Comune di residenza che dà diritto a partecipare a dieci manifestazioni all’anno per un massimo di due anni nell’arco di cinque anni, un tesserino per ogni nucleo familiare o, meglio, unità immobiliare, che non è cedibile né trasferibile e deve essere esposto e vidimato dal Comune che organizza il mercato. Gli hobbisti non possono esporre e vendere più di un pezzo di valore superiore a cento euro - qui abbiamo già colto uno dei suggerimenti che venivano avanzati perché inizialmente era previsto di 250 euro - e non può esporre e vendere nel banco merce superiore a un valore complessivo di mille euro totali. Gli hobbisti devono consegnare al momento della vidimazione del tesserino al Comune l’elenco completo dei beni che espongono, vendono e barattano, il loro prezzo e la provenienza di questo materiale e sono previste sanzioni adeguate per ciascuno di questi mancati adempimenti. Infine abbiamo inserito una clausola valutativa o, meglio, un periodo di sperimentazione e monitoraggio perché vorremmo approcciare questa innovazione con uno spirito pragmatico verificando concretamente come andranno le cose per poi essere in grado anche di correggere eventuali errori o cose non previste. Direi che la legge vuole definire una normativa per riportare il fenomeno degli hobbisti a una situazione corrispondente alla denominazione, cioè distinguendo hobbisti veri da commercianti che invece si camuffano da hobbisti per continuare a fare un lavoro, introducendo degli elementi di concorrenza sleale rispetto ai commercianti che mantengono la definizione e la normativa vera e propria. Credo che comunque questa normativa vada vista da parte dei Comuni anche come un’occasione di riqualificazione dei mercati per superare un eccessivo inflazionamento di questi mercatini e una conseguente dequalificazione delle manifestazioni che negli ultimi anni è innegabile si sia avverata. Finisco insistendo sul fatto che noi non possiamo mancare questa occasione, dobbiamo darci una normativa nella consapevolezza che poi dovremo osservare attentamente l’applicazione per correggerne eventualmente errori. Ringrazio tutti i Consiglieri che hanno portato molte osservazioni che sono state utili per definire in maniera più precisa questa proposta di legge, in particolar modo il consigliere Manfredini che ha dato un notevole contributo alla definizione di questa proposta di legge.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
Apro il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ringrazio il relatore per la comunicazione sul punto e faccio alcune osservazioni pur non essendo componente della competente Commissione ho esaminato il documento. Questa legge sul commercio ambulante si compone essenzialmente in due parti. Da una parte recepisce la direttiva Bolkestein che prevede la liberalizzazione degli accessi alla nostra regione degli ambulanti che hanno licenze rilasciate da altre regioni, dall’altra parte crea e regolamenta i mercatini dei cosiddetti hobbisti. Sotto questo aspetto, il primo di questi due punti della legge, è un atto dovuto e direi, anche per entrare nel merito e dare un giudizio, in un certo senso positivo perché introduce questo principio di liberalizzazione che può, a mio sommesso parere, favorire la qualificazione della rete attraverso l’introduzione di banchi di qualità provenienti anche da altri territori che non siano della nostra regione. Per quanto riguarda invece la seconda parte, ci sembra una risposta in un certo senso sproporzionata e parziale rispetto a un problema che però effettivamente ha una sua fondatezza e una sua ragione. È vero, colleghi e assessori, che la proliferazione di questi mercati di hobbisti necessitava di una disciplina, nel senso che stava diventando senza controllo e chi andava a praticare questo tipo di attività non aveva alcuna licenza e in molti casi risultava essere di fatto un proprio e vero lavoro e l’hobbismo a volte mascherava delle forme di commercio che si generavano con una concorrenza molto forte con quello ambulante. Vi sono però alcuni miti, a mio avviso, da sfatare.
Gli hobbisti non fanno concorrenza al commercio ambulante perché generalmente hanno un’attività - credo mi conforti il collega Manfredini, che ha dato il suo contributo - e spesso sono dei generi merceologici diversi. Vi sono giorni in cui questo tipo di commercio non è consentito, però mi corregga, assessore se sbaglio, e diversi hobbisti ormai, proprio perché si è configurato questo tipo di situazione, hanno ottenuto una licenza commerciale e chiedo se gran parte di loro sono gestiti da associazioni di organizzazioni eventi che ne garantirebbero anche la legalità e la qualità. Anticipo che ho presentato un ordine del giorno sul punto che chiedo ai colleghi di valutare e al relatore di esaminare se può essere condiviso e se può essere meritevole di un riscontro positivo e di un accoglimento positivo. L’hobbismo non è che si possa regolamentare come se fosse una professione vera e propria perché tale non è. Non esiste una legge nazionale che lo regolamenti.
Fatte queste premesse e queste osservazioni, la nostra Regione, ma mi sembra dallo studio comparativo fatto anche altre - non so se i suoi uffici hanno verificato anche questo - hanno fatto una legge estremamente restrittiva; infatti agli hobbisti è data la possibilità di fare solo dieci eventi per due anni ossia circa quattro eventi all’anno. Ciò porterà anche alla scomparsa di diversi mercatini anche tradizionali. Ricordo alcuni suggestivi del mio territorio come quello dell’antiquariato a Caorso e quello di Fontanellato e quindi una serie di eventi minori che costituivano un’attrattiva turistica, un intrattenimento per cittadini e residenti e un’integrazione al commercio in sede fissa ma anche ambulante che tutto sommato era anche apprezzata non solo dalla gente ma dagli stessi operatori promotori di eventi commerciali poiché attirano gente, considerato questo momento storico, assessore, di crisi economica.
Si tratta quindi di una legge con troppi legami, un po’ troppo restrittiva - è un giudizio politico - fatta in un momento storico difficile e sicuramente è inutile che sottolinei che avrà un certo contraccolpo, e qui vado a motivare il mio ordine del giorno, e che avrà sulle zone turistiche già provate un crollo, colleghi consiglieri, delle presenze in quei mercati che insistono e sono di carattere hobbistico. Era necessario, collega Naldi, prevedere una differenziazione tra comuni che hanno la cosiddetta etichetta di comuni turistici e quelli che in effetti non hanno questa vocazione, e proprio per questo chiedo all’Aula di valutare senza pregiudizio e di accogliere il mio invito alla Giunta regionale proprio per temperare questo tipo di problematica. In ultimo, dopo tutta questa lunga riflessione, esprimo, per andare alla conclusione del mio intervento, delle riserve su questo provvedimento e quindi anche - lo dico subito e sgombero il campo in questa discussione - il mio voto personale sarà condizionato dall’accoglimento del mio ordine del giorno. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Solo due minuti per ringraziare l’Assessore, i dirigenti, il relatore e soprattutto i colleghi che hanno contribuito alla nascita di questa legge in cui noi abbiamo colmato un qualcosa che era nato un po’ distorto. Con molta chiarezza dico che questa legge non è come l’avrei voluta. Infatti ho presentato un progetto di legge sulla materia sia nella passata legislatura sia in questa attuale. L’obiettivo di queste mie proposte è sempre stato quello di garantire equità e trasparenza, cioè di porre sullo stesso piano sia commercianti regolari sia hobbisti, specificando che di hobbisti se ne vedono tanti che fanno poco o nulla di hobbismo e molto commercio. Molti si nascondono infatti dietro alle vesti di hobbisti, sappiamo benissimo che frequentano regolarmente e assiduamente i mercati, non rilasciano ricevute fiscali né scontrino, vendono oggetti nuovi o acquistati in forme varie da grossisti o riciclate e non si sa come. Tutti questi aspetti poco chiari e scorretti nei confronti di chi è regolare, soprattutto elusivi di imposte, tasse e contributi, costituiscono un male oscuro che non può essere tollerato. Comprendo che in molti centri storici mercatini chiamati degli hobbisti servono a riempire domeniche o altri periodi di feste paesane, tuttavia non può ignorarsi che l’attività così svolta favorisce elusione fiscale, lavoro nero e danneggia chi il commerciante lo fa per mestiere assumendosi tutti i rischi e gli oneri contributivi.
Nonostante la mia posizione, però in Commissione ho contribuito alla discussione, ho suggerito alcuni emendamenti che sono stati accolti dalla maggioranza, i quali introducono alcuni principi da me auspicati.
L’inclusione del tesserino è una novità: esso comprende dieci presenze in un anno e questa è una regolamentazione che può soddisfare sia l’hobbista sia commercianti regolari.
Altro punto che ritengo importante è l’elenco della merce in vendita sul quale deve essere specificata la provenienza, perché un commerciante regolare ha un libro apposta laddove deve descrivere da dove proviene la merce mentre gli hobbisti fino a questo momento non hanno avuto niente. Altro punto è che non dovrà superare complessivamente i mille euro il valore commerciale. Consigliere Pollastri, lei mi ha detto di confortarla tramite il suo ordine del giorno, perché quando scrive che in un momento di crisi c’è gente che soffoca con la corda al collo e non arriva a pagare quello che deve pagare, e che queste attività possono essere utili a favorire l’integrazione e la creazione di nuove possibili occasioni commerciali auspicabili in questa epoca di crisi economica, in questa crisi economica voglio proteggere chi ha un lavoro serio, chi ha delle spese e chi ha delle tasse da pagare. Lei forse è al di fuori di questo lavoro, ma c’è gente che lo fa per doppio lavoro, e sono quelli più importanti. C’è gente che ha comprato furgoni, ombrelloni e attrezzature per 50 - 60 mila euro. Io credo che con questa legge, anche se non è del tutto soddisfacente, queste persone che intendono veramente fare il lavoro di hobbista hanno una licenza, che è libera, e faranno quello che dovranno fare nel rispetto di tutti gli agi e oneri. Quello che dà fastidio sono proprio coloro i quali dal secondo lavoro hanno tratto un reddito perché non hanno spese ed è tutto guadagno, e abbiamo chiesto un controllo tra due anni circa per vedere come la legge e la trasformazione che noi auspichiamo venga fatta.
Concludo ritenendo che questa legge sia comunque un passo in avanti e vada a colmare quella lacuna normativa che era oggettivamente presente. Anticipo che mi asterrò benevolmente perché sia pur convinto di alcuni aspetti, avrei preferito trovare in quest’Aula il coraggio di andare fino in fondo ed equiparare sotto il profilo fiscale gli hobbisti ai commercianti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Brevemente per dire e sottolineare alcune cose già in parte accennate dai colleghi. Prima di entrare nel merito dell’articolato, faccio una considerazione, cioè che, come tutti sanno, questi mercatini degli hobbisti - magari c’è qualche hobbista vero e qualche furbo, motivo per cui questa legge si fa - vengono utilizzati dai comuni per vivacizzare la vita locale, per fare in modo che in alcune feste ci sia una frequentazione dei centri dei paesi, delle cittadine, che viceversa non ci sarebbero.
È evidente che in una situazione di questo tipo che finora è stata essenzialmente anarchica, cioè priva di qualsiasi regolamentazione, c’era ovviamente chi ne ha approfittato, chi per esempio aveva una licenza di ambulante magari l’ha restituita per fare questi mercati senza dovere tenere una partita IVA e senza soggiacere agli obblighi fiscali relativi, quindi questa regolamentazione che, come ha sottolineato l’assessore in sede di Commissione, non vuole avere la caratteristica di definitività, cioè si apre una fase di sperimentazione e se questa fase ci dirà che questa sperimentazione ha successo si proseguirà su questa strada, altrimenti in sede di clausola valutativa, come diceva il consigliere Naldi, si potranno prendere in considerazione gli aggiustamenti che si renderanno necessari.
È una legge anche abbastanza severa - lo diceva anche il consigliere Manfredini prima che aveva espresso inizialmente molte perplessità - che pone dei paletti molto seri, come il numero dei mercati che si possono fare, un limite di cinque anni, il tesserino, abbiamo proposto l’emendamento sul tetto complessivo del valore e quando l’abbiamo proposto qualcuno ci ha chiesto che senso avesse proporre il tetto complessivo se ci sono le sanzioni, ma in realtà le sanzioni sono previste dalla legge, come per esempio il ritiro per inosservanza del tesserino stesso. Senza il tesserino non si potrà partecipare ai mercatini degli hobbisti. A proposito del valore complessivo del banco, cioè i mille euro, chi non dichiarerà il valore degli oggetti esposti sarà soggetto a sanzioni. Mi veniva da dire merce però è una contraddizione perché con l’hobbismo ci dovrebbe essere più che altro un baratto. Abbiamo visto di recente che ha avuto un grande successo proprio qui a Bologna alle Officine Minganti, a poche centinaia di metri da qua, un’iniziativa tutta basata sul baratto, che ha visto migliaia di persone, quindi da questo punto di vista si può prendere anche in considerazione l’idea di incentivare forme nuove di scambio tra le persone. Viviamo in un mondo che produce un sacco di beni e che li butta anche via. Basta entrare nelle nostre case e vedere quanti oggetti inutili abbiamo. Io sono uno di quelli che hanno la casa piena di oggetti da cui non riesco a disfarmi, c’è addirittura una branca della psicologia che ultimamente sta studiando questa cosa e aiuta le persone a liberarsi degli oggetti che non sono necessari. Chiunque di noi, se apre un cassetto della propria casa, si rende conto di quanta roba giace inutilizzata. Tutte queste cose inutilizzate potrebbero avere nuova vita e potrebbero essere utilizzate invece da persone per le quali questi oggetti sono realmente utili, quindi da questo punto di vista esiste un problema di carattere culturale assai rilevante.
In una società che abbiamo definito semplicisticamente consumistica ma che è consumistica perché molti bisogni sono indotti, e non ho bisogno di citare i manoscritti economico-filosofici di Karl Marx perché tutti sappiamo bene qual è l’induzione del bisogno - pensiamo per esempio anche alla rincorsa che si fa all’ultimo gadget tecnologico, e io sono tra costoro per cui non è un elemento di critica ma una constatazione - e quindi favorire per esempio il liberarsi dagli oggetti in più che molte persone hanno e fare in modo che questi oggetti non vadano nelle discariche ma siano riutilizzati è un fatto di grande valore, di grande risparmio e penso anche un fatto culturalmente rilevante. È una questione che attiene ovviamente agli stili di vita, per cui in quest’ottica il mercato o i mercati degli hobbisti, anche se è un ossimoro parlare di mercato hobbistico, può avere un senso.
Nel momento in cui con questa legge noi andiamo a regolamentare, mettiamo un freno agli abusi che ci sono stati finora, quindi penso che questa legge possa essere condivisa da tutti. Non deve essere vista come punitiva da coloro i quali finora in buonafede, onestamente, senza approfittarne, senza furbizie sono stati protagonisti di questi mercati, e rimane al di là di questo da fare il ragionamento più complessivo su una moderna forma di scambio che non significa tornare all’età della pietra, come qualcuno ha detto, ma significa ridare vita e valore a oggetti che magari per molti di noi non hanno più senso e valore e invece per molti altri questo valore potrebbe essere molto rilevante. Questa però è tutta un’altra partita che magari ci spinge a fare una riflessione su un intervento legislativo di altra natura in un altro momento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
(si verificano problemi all’impianto microfonico)
FAVIA: Ho seguito in Commissione questo progetto di legge e devo dire che sicuramente c’è una nota positiva, ovvero si interviene...
(si verificano problemi all’impianto microfonico)
FAVIA: Venendo al tema di cui oggi parliamo, che è un tema molto serio, che deve essere preso con la giusta attenzione, noi siamo davanti oggi a un fenomeno che è cresciuto negli ultimi tempi e sta ancora crescendo in modo esponenziale. Questo fenomeno che si sta sviluppando grazie ai comuni, alle pro loco ma non solo di fatto è un fenomeno di commercio abusivo. C’è un tema enorme di elusione fiscale, e parliamo di cifre che sono sottratte all’utilizzo pubblico per le scuole, per la sanità, ecc. c’è un problema di tracciabilità della merce - dopo interverrò sull’articolato nel dettaglio, che secondo me non risolve il problema per quanto concerne ricettazione e non solo - e avrei preferito un altro approccio da parte di una regione che ha fatto della legalità una bandiera. Abbiamo fatto una legge contro le infiltrazioni mafiose, facciamo convegni e facciamo interventi. Assessore, io capisco che c’era bisogno di intervenire e che avete cercato un compromesso, ma qui la legge c’è già, ossia la legge sul commercio in area pubblica. Noi avremmo dovuto semplicemente applicare la legge nazionale e dichiarare abusivi questi commercianti che lavorano in nero, che non pagano le tasse, che non pagano in regola i loro dipendenti, collaboratori, ecc. Avremmo dovuto forse riconoscere l’hobbismo per quello che è.
L’hobbismo non è l’hobby di chi svuota le cantine. La mia cantina la svuoto una, due o tre volte nella vita. L’hobbismo è di chi ama collezionare i puffi, i soldatini di piombo, le figurine Panini, che giustamente si vuole trovare con persone che hanno il suo stesso hobby e scambiarsi dei beni. Questo scambio deve afferire all’economia solidale, al baratto. C’è un bellissimo mercatino a Bologna per i vestiti dei bambini, dove si va con i vestiti dei figli che sono cresciuti, all’entrata li valutano, danno dei gettoni e con quei gettoni si prendono altri vestiti di altri genitori. Non c’è scambio commerciale. Noi invece sulla spinta dei comuni e delle pro loco che evidentemente non erano capaci di fare marketing territoriale e avevano bisogno di questi mercati per riempire bar, ristoranti e alberghi...
(si verificano problemi all’impianto microfonico)
FAVIA: Dicevo che noi davanti a un fenomeno di questo tipo dovevamo applicare la legge...
(si verificano problemi all’impianto microfonico)
PRESIDENTE (Costi): Sospendo la seduta per verificare l'impianto microfonico.
(La seduta, sospesa alle ore 18,28, è ripresa alle ore 18,32)
PRESIDENTE (Costi): Speriamo che tutto sia a posto.
Ridò la parola al consigliere Favia.
FAVIA: Grazie, presidente. Dicevo che la legge esiste già, e mi pare che sia la legge Bersani sul commercio su area pubblica. Noi avremmo dovuto ammettere che avevamo di fatto a livello di enti locali istituzionalizzato una pratica abusiva di commercio perché, come accade troppo spesso in questo paese, quando vi è una zona grigia ci si infila e avremmo dovuto fare questo proprio per rispettare chi lavora seriamente. Io capisco che sia difficile per un commerciante oggi svolgere l’attività, ma la politica ha il compito di rendere queste attività più funzionali. Se il problema è che lo Stato che vessa con le tasse il commerciante, gli oneri burocratici troppo elevati e complessi, la crisi economica che sta riducendo gli acquisti delle persone, dovremmo intervenire in quei settori. Non si può far sì che questi commercianti vadano subito in pensione, si trasformino in hobbisti o ancora peggio lascino la professione per diventare hobbisti. Il commerciante che lascia la professione per diventare hobbista mettiamo che versasse 20 mila euro di tasse l’anno precedente, quei 20 mila euro nel bilancio dello Stato non ci sono più e li abbiamo persi perché ci sono degli assessori che non sono in grado di tenere vivi i loro centri urbani e i loro centri storici. Questo non è possibile.
L’hobbista può essere riferito semplicemente a uno scambio non commerciale, perché l’oggetto è già alla fine, è stata pagata l’IVA, a quel punto lavoriamo sugli scambi e comunque a una determinata categoria merceologica. Questo dovrebbe essere l’hobbismo. Noi oggi invece cerchiamo di salvare capra e cavoli. Otteniamo che non risolviamo il problema degli hobbisti ma andiamo a svilire i veri hobbisti. Perché se io sono un hobbista devo pagare un tesserino 200 euro? Noi dobbiamo valorizzare l’impegno nel tempo libero delle persone. Con questo tesserino da 200 euro in realtà disincentiviamo il vero hobbismo e legittimiamo i commercianti che vogliono fare gli hobbisti. Si dice che abbiamo risolto in primo luogo perché facciamo un tesserino che sarà timbrato dove si possono fare massimo venti mercati con un limite temporale per unità immobiliare, ma ci sono anche i mercati delle altre regioni, e i commercianti si muovono su un’area interregionale, in secondo luogo faccio fare un tesserino a un amico, gli do 200 - 300 euro, fanno il tesserino a loro nome e le pro loco e i Comuni timbrano. Questo sta già avvenendo. C’è una terza cosa perché questa misura non funzionerà - potrà limitare un po’ ma non risolverà il problema - cioè che tanti comuni non timbreranno. Dovrebbero timbrare anche le fiere che non sono annoverate ma che comunque sono in realtà business per questi commercianti abusivi che potranno continuare a fare la loro attività - la cifra di 200 euro è una cifra ridicola - e poi si è detto di mettere il valore della merce massimo a mille euro e massimo cento euro per ogni prodotto, ma non c’è registratore di cassa. Se io commerciante hobbista vendo il mio prodotto a cento euro, quando viene un controllo, chi mi controlla non sa se ho già venduto il prodotto a cento euro. Continuiamo a caricare la pubblica amministrazione di regole, di oneri e di cartellini ma complichiamo le cose. La politica dovrebbe creare delle leggi semplici in base alle quali una cosa o si può fare o non si può fare, se c’è un guadagno, se c’è uno scambio di soldi, ci sono delle vendite ci sono già delle regole fatte. Non possiamo creare delle sperequazioni perché le persone non ce la fa più. In questo paese chi è onesto si sente un fesso e vincono i furbi. Non possiamo legittimare questa mentalità.
Semplicemente io concordo con l’assessore che questa legge vada a mettere dei freni e quindi migliori una situazione di anarchia, ma non posso accettare l’idea che chiudiamo gli occhi davanti a una cosa; cerchiamo un po’ di normarla, ma legalizziamo qualcosa che di sua natura è illegale e non è riconosciuta dalle leggi dello Stato e anzi è un qualcosa che porta elusione fiscale, lavoro nero, ecc. Andate a comprare i giornali di settore e guardate quanti sono i mercati degli hobbisti. Crescono in modo esponenziale e ormai sono i commercianti che si devono inserire nei mercati degli hobbisti perché lì c’è gente. Allora togliamo le tasse a tutte le attività imprenditoriali, deregolamentiamo il lavoro e sono convinto che l’economia giri di più, ma è questa la ratio che stiamo adottando? Perché quei mercati funzionano proprio sulla pelle dell’evasione fiscale, sul fatto che non ci sono oneri. A proposito di legalità, con l’hobbismo si può fare anche ricettazione, ma abbiamo inserito la tracciabilità della merce. Ma quale tracciabilità? Si può presentare semplicemente un foglio dove si dice che quelle determinate cose sono state prese dalla propria cantina, ma chi va a controllare? Il registro di un commerciante è un qualcosa di serio e ci sono le fatture, si ha una contabilità e si vede dove si comprano le cose. Qui invece non c’è nemmeno garanzia per l’utente. Parliamo di garanzia dei consumatori ma qui si comprano cose che non si sa da dove provengono, e con questo sistema non riusciremo a riportare questi commercianti abusivi o nel fare altra occupazione o nel tornare a essere commercianti regolari. Per questo io non voterò questa legge e perché il termine hobbista è una foglia di fico.
L’hobbista non è il commerciante saltuario ma è una persona che ha un hobby, che è un qualcosa di specifico, lavora su cose di nicchia, categorie merceologiche definite, ma soprattutto si fanno degli scambi tra appassionati. Qualcosa che afferisce all’hobby è la passione e non il guadagno. Chi vuole svuotare la cantina si rivolge per esempio a chi di lavoro svuota le cantine. Se si ha del materiale usato di cui ci si vuole liberare esiste il conto-vendita. Il modo per ridare vita a dei prodotti che abbiamo abbandonato c’è e non c’è bisogno di diventare commercianti hobbisti, che è un obbrobrio per definizione. Se invece vogliamo fare fiere specifiche, mercati con competenze specifiche le strade sono altre e dobbiamo utilizzare l’economia solidale, lo scambio e la condivisione di una passione. Oggi i commercianti sfibrati dalla crisi economica e da uno Stato che li tartassa - sappiamo qual è la situazione - non sono per nulla felici di questa legge. Poi meglio questo che il nulla di prima sicuramente per loro ma come mai in udienza conoscitiva non c’erano gli hobbisti? Dove sono? Ormai parliamo di mille espositori in questa regione ma ce n’era uno che a un certo punto si è alzato timido. Perché non si fanno vedere? Io sto dalla parte dei commercianti onesti che hanno una regolare licenza a tutela del consumatore, a tutela del nostro Stato, perché pagano le tasse, pagano i contributi, ecc. Non condanno la Giunta, capisco la buona volontà, ma è un compromesso che a mio avviso penalizza gli hobbisti e non sana una situazione di legalità ma la rende più complicata.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Io credo che nella sfera economica, e non solo, non è tutto bianco o nero. Dal momento in cui si dice che un hobbista può partecipare a massimo venti manifestazioni in cinque anni, come si fa a pensare che quello si debba regolarizzare e diventare un commerciante a tutti gli effetti. Vuol dire non permettere quel genere di attività e non a caso quando abbiamo approcciato questo progetto di legge ci siamo posti subito un problema e cioè far convivere delle figure che non hanno alcun requisito di professionalità con quelli che invece svolgono il commercio in maniera professionale, che quindi sono regolarmente iscritti al Registro imprese della Camera di Commercio e quindi hanno una professionalità. Proprio a partire da questa considerazione abbiamo cercato - lo diceva anche il relatore che c’è stato un ampio contributo da parte di tutti - di far convivere queste due esigenze. Obiettivamente ci sono degli interessi diversi, a volte anche confliggenti, ma il bello e il positivo secondo me di questa legge è che abbiamo fatto le cose pensando di essere riusciti a fare convivere questi interessi e a non far sì che ci sia qualcuno che si sente penalizzato rispetto agli altri tenendo conto di chi fa questa attività senza alcuna professionalità rispetto ai commercianti puri. Infatti abbiamo dato la possibilità a soggetti individuali di realizzare un progetto che corrisponde più a passione che a un mero interesse economico, abbiamo cercato di far sì che non venga compromessa in qualche modo la redditività dei soggetti che invece svolgono un’attività commerciale regolarmente e cerchiamo di impedire quindi la concorrenza sleale perché con tutto si può combattere ma non con quella. Credo che sia stato giusto anche cercare di tenere conto delle esigenze che volenti o nolenti molti comuni pongono (pro loco e associazioni), cioè di utilizzare queste forme di hobbismo per qualificare le feste, le sagre, le manifestazioni caratteristiche e tradizionali che segnano in qualche modo l’identità dei territori. Noi ad esempio sappiamo perfettamente che i comuni si aspettavano qualche cosa di più, però proprio in funzione di quello che dicevo all’inizio, cioè di fare comprendere gli interessi di tutti e tre questi soggetti abbiamo trovato questo equilibrio e anche per questo, e chiudo, non è consigliabile l’accoglimento dell’ordine del giorno che è stato presentato dal collega Pollastri perché effettivamente andremmo a compromettere un equilibrio che abbiamo trovato con grande difficoltà. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alessandrini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Vorrei ringraziare l’assessore Melucci e la dott.ssa Castellini perché dopo tanti anni siamo riusciti ad arrivare alla fine di un iter, grazie soprattutto al collega Manfredini, alla realizzazione di una legge che tocca diversi settori della vita di tutti i giorni, dagli hobbisti agli ambulanti, ai commercianti, ai comuni, agli amministratori, alle pro loco e ai semplici cittadini che tutti i giorni o tutte le domeniche vanno in questi mercatini a passare la loro giornata e anche a divertirsi. Credo che sarebbe stato più facile per noi esprimere un voto contrario ma abbiamo preferito essere propositivi. La legge non ci piace fino in fondo, come ha detto il collega Manfredini, e siamo consapevoli che sarebbe migliorabile sotto certi aspetti su forme completamente diverse perché in ogni gruppo credo che ognuno abbia la sua visione della legge che stiamo andando ad approvare, però credo che il merito di questa legge sia mettere un punto di partenza, e chiedo all’assessore qui presente, anche se l’ora è tarda, di darci uno step annuale per vedere gli effetti veri e propri di questa legge sui territori, perché per i comuni come il mio, dove c’è un mercatino molto famoso, come tanti altri, come Fontanellato per esempio, credo che sia una normativa impegnativa, e soprattutto, assessore, nella Conferenza Stato - Regione chiedo che la normativa venga equiparata a tutte le regioni perché credo che con le norme restrittive che noi andiamo ad approvare avvantaggeremo soprattutto i commercianti delle regioni limitrofe.
Credo che quella di oggi sia una legge importante, è una legge che ha un punto di partenza serio perché quando si amministra bisogna anche mettersi dei paletti. Il collega Favia dice che la legge Bersani dava già dei paletti, è vero, ma è anche vero che ahimè alla fine dell’anno circa trentamila commercianti chiuderanno, tanti commercianti perderanno il lavoro e credo che dobbiamo darci delle regole precise perché anche gli ambulanti, che è la categoria che rappresenta Manfredini, sono una categoria importante che va rispettata, come tutte le categorie che vivono su questa regione. Credo che oggi questa legge sia un punto di partenza - noi l’avremmo fatta completamente diversa, l’avremmo modificata - e tra un anno, conoscendo l’assessore Melucci, verrà in Commissione a riportarci un report sugli effetti che avrà sul territorio, anche se abbiamo ricevuto tutti noi Consiglieri lamentele dicendo che è troppo restrittiva, che è troppo permissiva, però dovevamo colmare un vuoto legislativo. Questo vuoto da oggi viene colmato con un voto di astensione perché crediamo che essere propositivi è molto più importante che dire sempre no. Grazie presidente e grazie assessore.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Cavalli.
Non ci sono altri iscritti, per cui chiudo il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare l’assessore Melucci. Ne ha facoltà.
MELUCCI, assessore: Grazie, presidente. Io non so se è un punto di partenza o un punto di arrivo ma sicuramente il lavoro che è stato fatto è importante su una materia complicata e talmente complicata che nella passata legislatura, come ha ricordato il consigliere Naldi, non ce l’abbiamo fatta a fare la legge per pressioni contrastanti che non ci hanno portato a regolamentare. A mio parere non la discussione di questa sera ma il confronto che è andato avanti in questi anni parte da alcuni equivoci. Il primo è quello dei sindaci che ritengono che con questa si riduce l’attrattività delle proprie comunità perché non ci saranno più i mercatini. Allora rispondo a questi sindaci che l’oggetto è il mercatino e non lo stato giuridico di chi va a fare i mercatini, nel senso che è tranquillamente possibile che quei mercatini siano ancora più qualificati e fatti da commercianti professionisti, cioè ambulanti. Questo avviene normalmente in molte città della nostra regione. Già attualmente oltre alle aree mercatali ci sono anche i mercatini fuori dai mercati tradizionali organizzati direttamente dall’associazione degli ambulanti. Infatti a quei sindaci che mi hanno posto il problema anche recentemente ho detto che avremmo fatto un incontro con le associazioni degli ambulanti per vedere insieme a loro come dare una risposta ai mercatini, che sono sicuramente un’attrazione per quelle comunità. Il secondo equivoco è chi sono gli hobbisti. È chiaro che l’hobbista dovrebbe essere uno che fa opere di ingegno fatte a mano con la propria attività e non dovrebbe essere una rivendita, cioè si prendono cose vecchia da una parte e si rivendono. Questa è la definizione di hobbista per quanto riguarda la possibilità di vendita. Poi ci sono gli hobby che sono rappresentati da collezioni che possono avere altri strumenti e altre filiere per poter far scambio o vendita. Per quanto riguarda gli hobbisti che fanno opere di ingegno e rigorosamente cose fatte a mano, noi diamo la possibilità, con questi venti mercatini in cinque anni, di poter continuare a fare l’hobbista. È per quello che non abbiamo cancellato la possibilità di fare l’hobbista; per la semplice ragione che facciamo riferimento anche a norme nazionali perché gli hobbisti ci sono su tutto il territorio nazionale.
Consigliere Favia, voglio dire che questa legge che si sta per approvare in Assemblea legislativa è la più restrittiva che c’è in Italia perché i tesserini li hanno anche in altre regioni ma sono rinnovabili all’infinito e quindi è soltanto un adempimento burocratico. Qui invece è una ricognizione di quanto sono gli hobbisti e alla fine è un fenomeno che verrà ridotto drasticamente perché dopo i cinque anni o le venti volte non è più rinnovabile quel tesserino in quell’unità immobiliare. È vero che ci sono gli amici ma è un po’ complicato, perché uno dovrebbe prestare la propria faccia a un altro per andare sui mercatini e faccio notare che ci sono anche interventi sempre più ripetuti da parte della Guardia di Finanza che va a controllare qual è il valore della merce che viene venduta in quei mercatini. Quindi abbiamo una legge che è abbastanza rigorosa. Ho già detto dei problemi che hanno sollevato i sindaci e come intendiamo dare una risposta.
Consigliere Pollastri, quell’ordine del giorno non lo possiamo accogliere per una ragione molto semplice: lei fa riferimento ai comuni turistici, che sono praticamente tutti i comuni della regione Emilia-Romagna perché per essa noi abbiamo usato la classificazione dei comuni turistici in riferimento alla possibilità delle aperture delle attività commerciali, quindi sono quasi tutti i comuni dell’Emilia Romagna, ma soprattutto se lei scrive "nei comuni a prevalenza economia turistica", le dico che i comuni che hanno prevalente attività turistica, quelli più grandi, chiedono che venga fatta questa legge rapidamente perché non sanno più come gestirsi il proliferare delle domande di questa forma di hobbismo che in questo caso è una forma di ambulantato truccato. Sono i primi che ci chiedono di fare presto. Si fanno centinaia di iniziative di pro loco, comitati turistici all’interno di ciascuno dei quali ci sono ambulanti ma anche hobbisti, ma con quelle caratteristiche che prima venivano richiamate, cioè forme truccate di ambulantato. Questa norma è restrittiva ma coerente con la forma dell’hobbismo, è pienamente libertaria, perché dà a chiunque le possibilità che vuole perché se un hobbista vuol continuare a fare quell’attività in maniera integrativa della propria pensione e in maniera continuativa può tranquillamente chiedere la licenza da ambulante dato che sono licenze libere.
Abbiamo trovato un equilibrio, sono d’accordo sulla clausola valutativa, è un emendamento che verrà aggiunto, quindi tra un anno facciamo la verifica di cosa succede, se c’è da correggere correggeremo perché le leggi non sono scritte sulla pietra e si possono modificare e vogliamo modificarle tenendo conto di quello che avviene nella realtà monitorando e quindi con la massima disponibilità da parte della Giunta e da parte degli uffici di mettere in campo quei correttivi che vadano nella direzione che condividiamo, cioè di avere da una parte la possibilità di chi fa questa forma di hobbismo di poterla continuare a esercitare ma dall’altra parte di stroncare ogni forma di ambulantato truccato sotto l’hobbismo, perché credo che questo sia inaccettabile per un principio di equità, di correttezza e di trasparenza.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Melucci.
A questo punto passiamo all'esame dell'articolato. Sono stati presentati tre emendamenti e un ordine del giorno. Desidero far presente che l’emendamento a firma del consigliere Naldi, rispetto al titolo della legge, emendamento 2, è identico al titolo della legge licenziata dalla Commissione. Il titolo precedente mancava di un punto ma il testo licenziato era già corretto, per cui mi rivolgo al consigliere Naldi chiedendo se ritira l’emendamento.
NALDI: Lo ritiro.
PRESIDENTE (Costi): Prendiamo atto del ritiro dell'emendamento 2.
Apro il dibattito generale sull’articolo 1 della legge.
Nessuno chiede la parola, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono richieste di intervento.
Prima di passare alla votazione sostituisco i consiglieri Mumolo e Cavalli con i consiglieri Garbi e Manfredini nelle funzioni di scrutatore. Confermo il consigliere Alessandrini.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 1 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 2.
Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Per dire che mi asterrò su tutto l’articolato.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Non ci sono dichiarazioni di voto. Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 2 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 3.
Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 3 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 4.
Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 4 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 5.
Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 5 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 6.
Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 6 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 7.
Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 7 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 8.
Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 8 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 9.
Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 9 è approvato.
A questo punto abbiamo due emendamenti, istitutivi entrambi dell’art. 9 bis, uno è a firma solo del consigliere Manfredini e uno è a firma del consigliere Naldi e del consigliere Manfredini.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Chiaramente ritiro l'emendamento 1, in quanto ne è stato fatto uno insieme al consigliere Naldi.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
L'emendamento 1 è ritirato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma dei consiglieri Manfredini e Naldi.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 3 è approvato.
Apro il dibattito generale sull’art. 10. Nessuno ha chiesto di intervenire, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 10 è approvato.
Sono aperte le dichiarazioni di voto congiunte su ordine del giorno e intero testo di legge.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Solo per registrare la posizione dell’assessore che mi ha chiarito quella differenza che probabilmente io non avevo colto sui mercatini, quindi ritiro l’ordine del giorno.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
L'ordine del giorno è ritirato.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Per dichiarare il mio voto contrario alla legge.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
28
Assenti
22
Votanti
27
Favorevoli
21
Contrari
1
Astenuti
5
PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999, n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114), alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale) e alla legge regionale 10 febbraio 2011, n. 1 (Presentazione del documento unico di regolarità contributiva da parte degli operatori del commercio sulle aree pubbliche).»
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Non è stato registrato il mio voto contrario e chiedo di metterlo a verbale.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Non è stato registrato il mio voto di astensione.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
Prendiamo atto delle dichiarazioni dei consiglieri Favia e Noè.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Costi): Passiamo all’oggetto 129.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Sull’ordine dei lavori, perché essendo assente il relatore del progetto di legge, chiederei di rinviarlo alla prossima seduta in maniera da poter continuare col resto dei lavori.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.
Accetto la sua richiesta e ritengo di non doverla nemmeno mettere in votazione perché non c’è il relatore e vista anche l’ora lo esamineremo nella prossima seduta.
Passiamo agli atti amministrativi.
OGGETTO 3897
Delibera: «Modifica di alcuni interventi del programma regionale di investimenti in Sanità.» (Proposta della Giunta regionale in data 22 aprile 2013, n. 475) (115) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): L’oggetto 3897 è stato esaminato in Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per comunicare il mio voto contrario a un provvedimento che ancora svuota dalle casse di quello che nulla diventerà ma che oggi è il Sant’Anna per portarle in quel pozzo senza fondo che è invece l’ospedale di Cona e questo renderà impossibile gestire un’area che doveva essere invece dedicata ai servizi ospedalieri di varia natura per i quali mancano 24 milioni di euro. Continuando a toglierne 1,2 alla volta immagino che si trasformerà in condomini, come molti di voi avete previsto.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Ho denunciato lo svuotamento del Sant’Anna, la speculazione privata che si prepara sull’area e anche io ritengo che questo atto non possa essere accettato proprio per le motivazioni che sono inerenti a uno dei nodi più difficili della nostra sanità che riguarda l’ospedale di Cona, e quindi Ferrara.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: Grazie presidente. Colleghi, se ci sarà una speculazione nell’ex Sant’Anna saremo i primi a contrastarla. Siccome lo dovranno decidere le autorità di governo locale, insieme ad altre, ritengo che nessuna speculazione ci sarà. Ci sarà modo di provarlo e di discuterlo. Il fatto che reiteratamente si giochi questa carta politico-ideologica mi sembra una cosa che lascia un certo amaro in bocca.
Sono stato tra i primi a criticare quella localizzazione dove adesso c’è Cona, ma anche fra i tanti che si sono adoperati per dare alla sanità ferrarese un ospedale funzionante e che sta sulle pagine dei giornali molto su alcune disfunzioni, ma non per tutto il positivo che si crea. Basta andare là dentro e incontrare le famiglie, i medici e i paramedici per sapere com’è fatto. Non abbiamo mai discusso altre pratiche che stanno molto indietro che riguardavano precedenti interpellanze. Ventuno anni sono troppi, sono stati fatti tanti errori, ma c’è una cosa che bisogna dire in modo molto chiaro: il Sant’Anna non era ristrutturabile per i costi, non avrebbe dato una cura della salute adeguata ai cittadini - mancavano gli spazi - e col terremoto ci sono molti luoghi molto lesionati. Allora cerchiamo di fare questa discussione una volta per tutte senza battute propagandistiche su una delibera di questo tipo.
Facciamo una discussione come si deve su quello che ancora rimane da fare e da migliorare e su quello che effettivamente si è fatto. Le cose propagandistiche non vanno da nessuna parte a iniziare, e finisco, dal fatto che è in corso una speculazione immobiliare. Questa la rimetto totalmente al mittente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.
Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 3897.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
OGGETTO 3947
Delibera: «Modifica del perimetro e della zonizzazione della Riserva naturale Contrafforte Pliocenico in provincia di Bologna.» (Proposta della Giunta regionale in data 6 maggio 2013, n. 533) (116) (Approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Passiamo all’oggetto 3947. È stato esaminato dalla Commissione Territorio Ambiente e Mobilità, che ha espresso parere favorevole.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito e apro le dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 3947.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
Grazie e alla prossima seduta.
(Le comunicazioni prescritte dall'articolo 69 del Regolamento interno, inviate a tutti i consiglieri, sono riportate in allegato)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 19,15
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Gian Carlo MUZZARELLI e Alfredo PERI.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA e il consigliere Sandro MANDINI.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 3979-3980/1 "Ordine del giorno proposto dai consiglieri Naldi, Barbati, Sconciaforni, Monari, Noè, Manfredini, Grillini e Bazzoni sul procedimento di attivazione della sospensione e decadenza di diritto per incompatibilità alle cariche regionali."
Presenti: 38
Favorevoli: 38
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Monica DONINI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 12
Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Giampaolo LAVAGETTO, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Matteo RIVA.
OGGETTO 3979 Delibera "Convalida dell'elezione della consigliera Luciana Serri, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale". (delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 15 maggio 2013, n. 75 )." (113)
Presenti: 40
Favorevoli: 40
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 10
Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Giampaolo LAVAGETTO, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Matteo RIVA, Luciana SERRI.
OGGETTO 3980 Delibera "Convalida dell'elezione del consigliere Giampaolo Lavagetto ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale". (delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 15 maggio 2013, n. 76)." (114)
Presenti: 39
Favorevoli: 39
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Monica DONINI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 11
Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Giampaolo LAVAGETTO, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Matteo RIVA.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 3284 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999 n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale)".
Presenti: 36
Favorevoli: 35
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Non votanti: 1
Luciano VECCHI.
Assenti: 14
Liana BARBATI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA.
OGGETTO 3284 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999 n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale)". (Testo base) (59)
Presenti: 30
Favorevoli: 21
Tiziano ALESSANDRINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 2
Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA.
Astenuti: 6
Enrico AIMI, Stefano CAVALLI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI.
Non votanti: 1
Marco BARBIERI.
Assenti: 20
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Fabio FILIPPI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI.
Emendamenti
OGGETTO 3284 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999 n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale)". (Testo base) (59)
Emendamento 1, a firma del consigliere Manfredini:
«Dopo l'articolo 9 è inserito l'articolo 9 bis:
"Articolo 9 bis
Monitoraggio e valutazione
1. L'Assemblea legislativa, tramite la commissione assembleare competente per materia, attua il monitoraggio sull'applicazione e gli effetti della presente legge in relazione a:
a) dati relativi al commercio su aree pubbliche in forma itinerante;
b) dati specifici relativi alle autorizzazioni rilasciate agli hobbisti ed alla loro partecipazione ai mercati ed alle fiere;
c) modalità di raccordo e coordinamento fra i livelli amministrativi ed i servizi competenti a rilasciare autorizzazioni ed a svolgere controlli;
d) eventuali criticità riscontrate.
2. Per le finalità di cui al comma 1, ogni due anni, la Giunta, anche a seguito del coinvolgimento in forme di valutazione partecipata da parte di cittadini e soggetti attuatori, trasmette al Presiedente dell'Assemblea, con nota di accompagnamento a firma dell'assessore competente, una apposita relazione."»
(Ritirato)
Emendamento 2, a firma del consigliere Naldi:
«Il titolo della legge è così modificato:
"Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999 n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114), alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale) e alla legge 10 febbraio 2011 n. 1 (Presentazione del documento unico di regolarità contributiva da parte degli operatori del commercio sulle aree pubbliche)
(Ritirato)
Emendamento 3, a firma dei consiglieri Naldi e Manfredini:
«Dopo l'articolo 9 è inserito il seguente:
"Art. 9 bis
Clausola valutativa
1. L'Assemblea legislativa, tramite la commissione assembleare competente, esercita il monitoraggio e il controllo sull'attuazione degli articoli 6 e 7 della presente legge e ne valuta i risultati ottenuti. A tal fine la Giunta regionale, trascorso un anno dall'entrata in vigore della legge e con successiva periodicità biennale, presenta alla Commissione assembleare competente una relazione sui seguenti aspetti:
a) diffusione dei mercatini degli hobbisti nella Regione Emilia-Romagna;
b) numero dei tesserini rilasciati agli operatori hobbisti;
c) evoluzione del settore del commercio sulle aree pubbliche nel territorio regionale.
2. Per le finalità di cui al comma 1, ogni due anni, la Giunta, anche a seguito del coinvolgimento in forma di valutazione partecipata da parte di cittadini e soggetti attuatori, trasmette al Presidente dell'Assemblea, con nota di accompagnamento a firma dell'assessore competente, un'apposita relazione.
(Approvato)
Ordini del giorno
OGGETTO 3979-3980/1 - Ordine del giorno proposto dai consiglieri Naldi, Barbati, Sconciaforni, Monari, Noè, Manfredini, Grillini e Bazzoni sul procedimento di attivazione della sospensione e decadenza di diritto per incompatibilità alle cariche regionali. (Approvato)
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
di fronte alle problematiche relative all'applicazione del D.Igs. 235/2012, nel sottolineare che, sul piano dei valori costituzionali:
-le disposizioni in tema di incandidabilità sono volte alla tutela della libera determinazione degli organi elettivi;
-le disposizioni in tema di ineleggibilità sono volte a garantire e tutelare la libertà di voto, facendo sì che la sua espressione rimanga immune da condizionamenti derivanti dalla posizione del candidato, cosi come previsto dall'art. 48 della Costituzione;
-le disposizioni in tema di incompatibilità riguardano, infine, il libero esercizio del mandato parlamentare e dei mandati regionali e locali, cosi come previsto agli artt. 67, 121 e 122 della Costituzione.
Evidenziato che tutte queste disposizioni sono volte alla tutela degli interessi dell'intera collettività e a garantire il buon andamento e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche.
Dato atto che il D.lgs. 235/2012 "Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell'articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190" pur procedendo a introdurre una utile disciplina organica in materia di incandidabilità, armonizzando le disposizioni previste per diversi livelli elettivi ed amministrativi nazionali e sovranazionali, presenta, per quanto riguarda la parte relativa alle regioni, problemi di coordinamento con le leggi e le norme regionali.
Evidenzia
che il procedimento di attivazione della sospensione e decadenza di diritto per incompatibilità alle cariche regionali previsto all'art. 8 del D.lgs. 235/2012 è sviluppato in forme complesse e articolate, che implicano l'intervento di più soggetti su più livelli istituzionali con tempi differenziati e non omogenei, e quindi l'esercizio di voto da parte dell'Assemblea legislativa è tale da configurarsi come atto dovuto;
tutto ciò determina incongruenze e problemi applicativi oltre che il rischio di determinare contenziosi laddove si sottrae all'Assemblea legislativa, in presenza di quelle fattispecie previste dal D.Igs. 235/2012 che comportano la sospensione temporanea dalla carica di Consigliere regionale, la competenza relativa alla convalida degli eletti, affidate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Chiede
al Presidente della Giunta regionale di attivarsi attraverso la Conferenza delle Regioni per un intervento urgente di correzione della normativa che riconosca, entro un quadro nazionale che ne regoli in modo omogeneo le cause, la piena titolarità delle Assemblee legislative per quanto concerne l'avvio e l'emanazione del provvedimento di sospensione e di decadenza.
Si impegna
ad adottare l'unico atto di competenza in materia in capo all'Assemblea legislativa, vale a dire una modifica della Legge Regionale che regola la quantificazione dell'assegno sostitutivo dell'indennità di carica previsto in caso di sospensione riducendone significativamente gli importi e a prendere in esame ulteriori provvedimenti per arrivare ad una modifica dall'attuale situazione.
(Approvato all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 21 maggio 2013)»
OGGETTO 1423-3284/1 - Ordine del giorno proposto dal consigliere Pollastri per impegnare la Giunta a prevedere una differenziazione nel numero dei mercatini realizzabili e nella turnazione degli hobbisti per le Città d'arte ed i Comuni a prevalente economia turistica, rispetto agli altri Comuni. (Ritirato)
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che:
È in corso di discussione l'ogg. 3284 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Regolamentazione del commercio sulle aree pubbliche in forma hobbistica. Modifiche alla legge regionale 25 giugno 1999 n. 12 (Norme per la disciplina del commercio su aree pubbliche in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 28 aprile 1984, n. 21 (Disciplina dell'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale)", che all'art. 6 introduce nuove norme riguardanti gli hobbisti.
Considerato che:
I mercatini degli hobbisti costituiscono un'attrattiva turistica, un apprezzato intrattenimento per i residenti ed un'integrazione al commercio in sede fissa e ambulante, utile a favorire l'integrazione e la creazione di importanti occasioni commerciali, auspicabili in questa epoca di crisi economica.
Considerato, altresì, che:
Le limitazioni inserite nel citato Progetto di Legge risultano particolarmente punitive per le Città d'arte ed i Comuni a prevalente economia turistica, già provate dal calo delle presenze registrate negli ultimi anni;
Esse rischiano di compromettere altresì eventi tradizionali e già consolidati che hanno un notevole indotto come, ad esempio, i mercatini dell'antiquariato.
Impegna la Giunta regionale:
A prevedere una differenziazione nel numero dei mercatini realizzabili e nella turnazione degli hobbisti per le Città d'arte ed i Comuni a prevalente economia turistica, rispetto agli altri Comuni.»
Comunicazioni prescritte dall'art. 69 del Regolamento interno
«Nel corso della seduta sono pervenuti i sottonotati documenti:
Interrogazioni
3998 - Interrogazione dei consiglieri Sconciaforni e Naldi, a risposta scritta, circa le società partecipate dalla Regione, con particolare riferimento alla situazione relativa a Lepida SpA.
4000 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa le analisi urgenti non programmate effettuate con strumentazione POCT presso l'ospedale di Novafeltria.
4001 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il parco-macchine di TPER.
4002 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure ed i contributi regionali relativi al progetto "Alt-Stazione: arte e bici alla fermata del treno" riguardante il Comune di San Giovanni in Persiceto (BO).
4003 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa il Consorzio CO.P.A.F., con sede in Brisighella (RA), con particolare riferimento alla relativa situazione economica ed ai contributi pubblici dallo stesso ricevuti.
4004 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori di Telecom Italia, con particolare riferimento alle sedi di Ferrara e di Piacenza.
4005 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito alla situazione di disagio che vive la frazione di San Pellegrino in Alpe del Comune di Frassinoro a causa della frana che ha interrotto una strada.
4006 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure relative alla copertura di una posizione di dirigente medico nel settore della medicina fisica e della riabilitazione presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli.
Risoluzione
3999 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Barbati, Naldi, Sconciaforni, Noè, Aimi, Filippi, Manfredini, Malaguti e Pollastri in merito alle misure adottate dal Governo e agli ulteriori interventi da intraprendersi per la ricostruzione dell'Emilia colpita dagli eventi sismici del maggio 2012 (documento in data 21 05 13).»
(Comunicazione n. 52 prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno - prot. 21772/2013)
LA PRESIDENTE
I SEGRETARI
Costi
Corradi - Meo
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