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135.
SEDUTA DI MARTEDÌ 2 LUGLIO 2013
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
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OGGETTO 4149
Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere al fine di provvedere al pagamento di quanto dovuto ai Vigili del Fuoco per le ore di lavoro straordinario effettuate a seguito del sisma.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
VECCHI Alberto (PDL)
GAZZOLO, assessore
VECCHI Alberto (PDL)
OGGETTO 4205
Interrogazione della consigliera Moriconi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere da parte della Regione Emilia-Romagna per superare lo stato di emergenza nelle aree colpite dal terremoto avvenuto il 21 giugno 2013, ed i tempi e le modalità della loro attuazione.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
MORICONI (PD)
GAZZOLO, assessore
MORICONI (PD)
OGGETTO 4176
Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la costituzione di un'azienda unica regionale di trasporto pubblico locale integrato.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
PERI, assessore
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
OGGETTO 4202
Interrogazione del consigliere Grillini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i dati riguardanti la diffusione della disfunzione erettile nel territorio regionale e la promozione di campagne informative e di sensibilizzazione sulla prescrivibilità, da parte del Servizio sanitario regionale, dei relativi presidi sanitari.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
GRILLINI (Misto)
LUSENTI, assessore
GRILLINI (Misto)
OGGETTO 4203
Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per mantenere nel territorio regionale la produzione dell'azienda Dometic Italy di Forlì, operante nel settore dei condizionatori per camper.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
NALDI (SEL - Verdi)
MUZZARELLI, assessore
NALDI (SEL - Verdi)
OGGETTO 4204
Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attivazione di forme diversificate di distribuzione dei farmaci.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
NOÈ (UDC)
LUSENTI, assessore
NOÈ (UDC)
OGGETTO 4206
Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa problematiche relative allo svolgimento del soggiorno obbligato nel territorio regionale di soggetti indiziati di appartenere ad associazioni di stampo mafioso e di persone pericolose per la sicurezza e l'ordine pubblico.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
BERNARDINI (Lega Nord)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
BERNARDINI (Lega Nord)
OGGETTO 4077
Delibera: «Nomina del Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) - ai sensi dell'articolo 3, comma 5 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 1.» (122)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
GRILLINI (Misto)
OGGETTO 4078
Delibera: «Elezione dei componenti del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) ai sensi dell'articolo 3, comma 6 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 1.» (123)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
CAVALLI (Lega Nord)
MONARI (PD)
FAVIA (Misto)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MONTANARI (PD)
PARUOLO (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
NOÈ (UDC)
FAVIA (Misto)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MONARI (PD)
OGGETTO 3220
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pagani, Monari, Barbati, Sconciaforni e Naldi: «Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate». (Testo base) (61)
(Relazione e discussione)
(Ordine del giorno oggetto 3220/1 - Presentazione e discussione) (85)
OGGETTO 3773
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Bignami e Pollastri: «Norme in materia di Gioco d'Azzardo Patologico ed esercizio di attività di gestione delle sale da gioco e degli altri punti della rete fisica di raccolta del gioco».
(Abbinato)
OGGETTO 2655
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: «Interventi di promozione del gioco misurato, responsabile e consapevole, promozione di interventi di prevenzione per contrastare le dipendenze patologiche da gioco».
(Abbinato)
OGGETTO 2654
Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: «Disposizioni per l'accesso consapevole e responsabile al gioco lecito».
(Abbinato)
PRESIDENTE (Mandini)
BARBATI, relatrice
POLLASTRI (PDL)
PAGANI (PD)
PRESIDENTE (Mandini)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettronica oggetto 3220
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
La seduta ha inizio alle ore 9,35
PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centotrentacinquesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute
- antimeridiana del 18 giugno 2013 (n. 132)
- pomeridiana del 18 giugno 2013 (n. 133)
- antimeridiana del 19 giugno 2013 (n. 134)
inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Costi): Ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa, il Presidente della Giunta Vasco Errani comunica che non prenderà parte ai lavori della seduta assembleare odierna per impegni istituzionali precedentemente assunti.
Si comunica inoltre che l'assessore Bianchi non sarà presente alla seduta antimeridiana dell'Assemblea legislativa, in quanto impegnato in un’iniziativa istituzionale.
Sono state inviate a tutti i consiglieri, le comunicazioni previste all'articolo 68 del regolamento interno, perciò le do per lette.
(Le comunicazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Costi): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Aula.
Chiamo il primo oggetto:
4149 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere al fine di provvedere al pagamento di quanto dovuto ai Vigili del Fuoco per le ore di lavoro straordinario effettuate a seguito del sisma.
Risponde per la Giunta l’assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Vecchi Alberto per illustrare la sua interrogazione.
VECCHI Alberto: Grazie, presidente.
Per quanto riguarda l'interrogazione, credo che sia abbastanza chiara e definita.
In questi giorni, peraltro, sono usciti alcuni articoli perché la volevo presentare, sennonché, per una serie di disguidi, è arrivata solo oggi, ma l'avevo preparata già prima.
Con riferimento ai Vigili del Fuoco, il tema è che sussiste un problema nei pagamenti degli straordinari per lavori svolti sul territorio. Una parte dei fondi necessari, almeno così mi era sembrato di capire dalle parole dell’onorevole Tajani quando venne a farci visita, si poteva attingere da fondi europei dedicati proprio al dramma dell'Emilia-Romagna, mentre un'altra parte era stata stanziata direttamente dal Governo.
Chiedo di conoscere lo stato dell'arte, per riuscire ad avere un quadro chiaro della situazione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.
La parola all'assessore Gazzolo per la risposta. Prego.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.
L'interrogazione del consigliere Vecchi mi permette di rinnovare la sincera gratitudine della Regione Emilia-Romagna per il grande lavoro compiuto dai Vigili del Fuoco fin dalle prime ore successive al sisma e tuttora in corso.
Ad un anno dal terremoto il loro impegno ha permesso di portare a termine oltre 65 mila verifiche speditive sulla stabilità degli edifici e più di 55.200 interventi di soccorso, demolizioni e messa in sicurezza degli edifici pericolanti.
Attualmente risultano ancora operanti 70 unità di personale in provincia di Modena fino al prossimo 31 agosto, per assicurare, senza soluzione di continuità, l'esecuzione delle opere previsionali urgenti, demolizioni e messa in sicurezza, nonché l'assistenza specialistica per l'accesso alle zone rosse e agli edifici inagibili ed il recupero di beni.
Venendo poi al merito del question time, nel mese di marzo il Dipartimento nazionale della Protezione civile ha trasferito al Ministero dell'Interno le risorse finanziarie necessarie alla copertura degli oneri del personale, per il periodo tra il 20 maggio e il 31 dicembre 2012, attingendo dalla quota del Fondo europeo di solidarietà stanziata dall'Unione europea a favore dell'Italia.
Consapevole del ruolo determinante ricoperto dai Vigili del Fuoco per fronteggiare la grave tragedia che ha colpito l'Emilia, il Commissario delegato Vasco Errani ha da subito agito per velocizzare i tempi di liquidazione delle ore straordinarie.
Come già precisato in quest'Aula, lo scorso 8 aprile, il direttore dell'Agenzia di Protezione civile ha disposto la liquidazione al Ministero dell'Interno di un acconto pari al 50 per cento della spesa autorizzata fino al mese di marzo, con cinque successive ordinanze del Commissario.
Pochi giorni dopo, il 18 aprile, è stato consegnato in Banca d'Italia, sede di Bologna, il conseguente ordinativo di pagamento per un importo di circa 5,3 milioni di euro.
All'acconto è seguito, il 14 giugno, il saldo pari ad oltre 2,8 milioni di euro, ed il relativo ordinativo di pagamento il successivo 25 giugno, rispettando pienamente i tempi che avevo indicato nel mio intervento in Aula dello scorso 3 giugno in risposta ad una ulteriore interrogazione.
Da ultimo, in data 21 giugno 2013, è pervenuta all'Agenzia regionale di Protezione civile la rendicontazione del lavoro svolto dal Corpo nazionale nel periodo 1 aprile - 31 maggio, per un totale di circa 1,38 milioni di euro. Ad oggi, è in corso l'istruttoria tecnico-amministrativa finalizzata alla liquidazione.
In questi mesi, dunque, la Giunta regionale ha fatto propria la preoccupazione sul pagamento delle ore straordinarie prestate dai Vigili del Fuoco e ha mantenuto gli impegni assunti, supportata anche dalla risoluzione approvata lo scorso 27 febbraio dall'Assemblea legislativa.
A tal fine, si sono avviate attività di confronto e dialogo costante con il Dipartimento nazionale di Protezione civile e con il Ministero dell'Interno. In base ad informazioni acquisite presso la Direzione centrale per l'emergenza e il soccorso tecnico del Ministero dell'Interno, risulta che con lo stipendio di luglio verranno liquidati gli oneri al personale del Corpo nazionale coinvolto nell'emergenza sisma per il periodo dal 20 maggio 2012 al 31 dicembre 2012.
Mi impegno fin d'ora a confermare anche per il futuro una continua attenzione della Giunta regionale e mia personale per una celere liquidazione degli straordinari spettanti per l’attività svolta nel 2013. Si tratta di un debito di riconoscenza per il prezioso lavoro che i vigili del fuoco hanno portato a termine e stanno ancora concludendo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Alberto Vecchi per la replica. Ha cinque minuti, consigliere.
VECCHI Alberto: Grazie, presidente.
Mi dichiaro soddisfatto della risposta, nel senso che adesso abbiamo un quadro chiaro della situazione. È stato detto che per il 2013 ci sarà una particolare attenzione, perché finora abbiamo parlato del periodo fino al 31 dicembre 2012.
Chiedo cortesemente che venga depositata presso gli uffici della segreteria copia del documento letto in Aula dall’assessore, in modo da riuscire a leggerlo con calma, anche se mi sembra, da quanto ho ascoltato, che, ancorché con una certa fatica, siamo riusciti a risolvere la prima parte di quest’importante problema per il periodo fino al 31 dicembre 2012.
Per quanto riguarda il 2013, vedremo con quali tempi e con quali modalità si provvederà alla risoluzione della restante parte del problema.
Mi dichiaro comunque soddisfatto della risposta. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.
Chiamo l'oggetto successivo:
4205 - Interrogazione della consigliera Moriconi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere da parte della Regione Emilia-Romagna per superare lo stato di emergenza nelle aree colpite dal terremoto avvenuto il 21 giugno 2013, ed i tempi e le modalità della loro attuazione.
Risponde per la Giunta l’assessore Gazzolo.
La parola alla consigliera Moriconi per illustrare la sua interrogazione. Prego.
MORICONI: Grazie, presidente.
Assessore, considerato che il 21 giugno 2013 si è registrata una forte scossa di terremoto di magnitudo 5,2 della scala Richter che ha colpito le zone della Garfagnana e della Lunigiana con epicentro Fivizzano seguita nei giorni successivi da un intenso sciame sismico, di cui le ultime scosse si sono registrate la scorsa domenica verso sera.
Considerato che il Consiglio dei Ministri, per voce del Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, ha approvato lo stato d'emergenza nazionale per le aree della Lunigiana e della Garfagnana colpite dalla violenta scossa, e che la scossa è stata distintamente avvertita in Emilia-Romagna, a partire dalla provincia di Piacenza fino a quella di Bologna, ma in modo più intenso nelle zone montane tra Parma e Reggio Emilia e Modena, quelle più vicine all’epicentro.
Preso atto che nelle zone appenniniche della provincia di Reggio Emilia sono stati registrati danni in diversi comuni; che al Comando dei Vigili del Fuoco di Reggio Emilia sono arrivate una quindicina di segnalazioni di danni nella montagna reggiana, seppure di lieve entità; che a Castelnuovo ne’ Monti è risultato lesionato un edificio di dodici appartamenti, dei quali cinque abitati, che è stato dichiarato inagibile con conseguente evacuazione delle famiglie che vi abitavano, e che, sempre a Castelnuovo ne’ Monti, sei persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni nel centro storico in attesa di verifica e sono state ospitate in appartamenti della Croce Verde. Preso atto altresì che, sempre nel reggiano, a Collagna il sindaco ha ordinato la chiusura della scuola materna, mentre la chiesa parrocchiale di Ligonchio presenta diverse crepe e diverse attività commerciali hanno subito danni; che anche nelle aree montane delle province di Parma e Modena si sono verificati danni ad abitazioni ed attività commerciali e produttive.
Credo che sia necessario e giusto informare al più presto le popolazioni colpite in merito ai provvedimenti che intende prendere la Regione Emilia-Romagna a sostegno delle famiglie attualmente sfollate e delle attività che sono state danneggiate.
Chiedo, pertanto, alla Giunta che l'assessore competente relazioni all'Assemblea regionale sulla situazione dei danni causati dal sisma, quali provvedimenti la Regione Emilia-Romagna intenda prendere per superare lo stato di emergenza nelle aree colpite dal terremoto del 21 giugno e quali sono i tempi e le modalità per la loro attuazione.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Moriconi.
La parola all'assessore Gazzolo per la risposta. Prego.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.
Consigliera Moriconi, alle 12.33 dello scorso 21 giugno, la terra è tornata a tremare in tutto il nord d’Italia. Un sisma di magnitudo 5.2 della scala Richter ha colpito le zone della Garfagnana e della Lunigiana con epicentro nel comune di Fivizzano (Massa Carrara), seguito da ulteriori 50 scosse solo nelle 4 ore successive. Alla data di ieri, 1 luglio, si sono contati 1351 eventi prevalentemente di entità molto bassa. Al primo ne sono seguiti 4 con magnitudo compresa tra 4 e 5, e 16 con magnitudo compresa tra 3 e 4.
Il terremoto si è avvertito sul territorio regionale da Piacenza a Bologna, più distintamente nelle aree montane delle province di Reggio Emilia e Modena, perché maggiormente vicine all'epicentro.
Fortunatamente, non si segnalano conseguenze per le persone, anche perché l'area dell'epicentro è situata in Toscana. Immediatamente si è, però, attivato l'intero sistema di Protezione civile. Entro un'ora dalla prima scossa era operativo il Centro operativo regionale, con le funzioni di assistenza alla popolazione e tecnico-scientifica, così come si erano avviati i contatti con prefetture e province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna, con il 118 e con il Corpo dei vigili del fuoco, per la richiesta di comunicazione degli interventi effettuati nelle zone più prossime all'epicentro.
A sei ore si era costituita l'Unità di crisi del volontariato di Protezione civile presso l'Agenzia regionale, e si era richiesto al Dipartimento nazionale di Protezione civile la disponibilità di un’unità medica mobile, oltreché di un modulo di assistenza alla popolazione per 250 persone, con la possibilità di produrre e distribuire 500 pasti a turno.
Già il giorno successivo, sabato 22 giugno, sono partite le verifiche di agibilità degli immobili, con tre squadre di tecnici operative sul territorio per lo svolgimento dei sopralluoghi nei comuni di Collagna, Busana, Ramiseto, Ligonchio, Castelnovo ne’ Monti, Palagano, Frassinoro e Pievepelago.
Le attività sono proseguite nella giornata di martedì 25 giugno, con due squadre, nei comuni di Castelnovo né Monti e Villa Minozzo.
Ad oggi sono 37 gli edifici verificati, tra i quali 17 chiese (5 agibili, 2 inagibili e 10 temporaneamente o parzialmente inagibili), 8 edifici privati (1 agibile, 1 inagibile e i restanti parzialmente o temporaneamente inagibili), 4 scuole (3 agibili e una temporaneamente inagibile), 3 municipi, di cui uno temporaneamente inagibile e i restanti agibili.
Si tratta di dati suscettibili di aggiornamenti, dal momento che i sopralluoghi sono tuttora in corso. Ventotto risultano in tutto gli evacuati. In comune di Castelnovo né Monti 12 nuclei familiari, per un totale di 18 persone, sono stati trasferiti, come lei diceva, presso abitazioni alternative, in seguito alla dichiarazione di inagibilità di un condominio. Lo stesso per i 10 ospiti di una struttura protetta per anziani non autosufficienti in comune di Busana.
Con una lettera inviata al capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, nella giornata di ieri, 1 luglio, il Presidente della Regione Vasco Errani ha segnalato le conseguenze dell'evento sismico anche per il territorio dell'Emilia-Romagna, auspicando un sostegno finanziario statale nell'ambito degli interventi che verranno disposti in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza del 26 giugno scorso, deliberata dal Consiglio dei Ministri per garantire l'assistenza alla popolazione toscana sfollata e fortemente impaurita.
Nel breve limite temporale che oggi mi viene concesso, ho cercato di riepilogare le attività messe in campo immediatamente per l'assistenza alla popolazione e la verifica delle conseguenze del sisma della Garfagnana nella nostra Regione. Rimane la mia completa disponibilità a relazionare più dettagliatamente all'Assemblea e/o in commissione secondo il calendario dei lavori che verrà definito dai capigruppo consiliari. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola alla consigliera Moriconi per la replica. Ha tre minuti, consigliera.
MORICONI: Grazie, presidente.
Ringrazio l'assessore della risposta, ovviamente, molto soddisfacente e auspico che possa relazionare in commissione o in Assemblea quanto prima. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Moriconi.
Chiamo l'oggetto successivo:
4176 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la costituzione di un'azienda unica regionale di trasporto pubblico locale integrato.
Risponde per la Giunta l’assessore Peri.
La parola al consigliere Sconciaforni per illustrare la sua interrogazione.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente.
Pochissime parole per illustrarla, perché penso che sia chiara. Voglio solo sottolineare che l'interrogazione parte dall’incontro che vi è stato il 14 giugno tra Regione, TPER, gli enti proprietari e le organizzazione sindacali. Nell'ambito di quest'incontro di illustrazione del piano industriale e delle intenzioni di TPER rispetto ai processi aggregativi finalizzati a costruire un'unica grande azienda regionale di trasporto pubblico locale integrato, che non è l'oggetto specifico della mia interpellanza, l'assessore ha dichiarato, com'è stato riportato da vari giornali ed anche da volantini delle organizzazioni sindacali, l’intenzione della Regione Emilia-Romagna, a seguito dell'avvenuto processo aggregativo, di cedere le proprie quote societarie di TPER.
A queste dichiarazioni non sono seguite spiegazioni sulla prospettiva futura, quindi le organizzazioni sindacali hanno sollevato una serie di preoccupazioni, perché gli scenari rispetto ad una affermazione del genere possono essere anche inquietanti, detto molto esplicitamente, cioè possono aprire le porte ad un processo di privatizzazione.
Ma prima di fare qualsiasi considerazione politica, chiedo all'assessore chiarimenti su queste intenzioni dichiarate. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.
La parola all'assessore Peri per la risposta. Prego.
PERI, assessore: Grazie, presidente.
Confermo che durante l'incontro abbiamo avuto modo di analizzare quella che peraltro non è una novità, ma il modo in cui la Regione Emilia-Romagna sta trattando questa materia ormai da diversi anni, essendo arrivati ad un dibattito approfondito nell’ambito della Prima Commissione sul complesso delle società partecipate, fra le quali anche l'azienda di trasporto pubblico locale.
Confermo senz'altro l'intenzione della Regione ed il lavoro in corso per favorire, per quanto di competenza, la realizzazione di un'azienda di livello regionale che coinvolga gli altri territori, gli altri soci e ovviamente le altre aziende che insistono sul territorio regionale.
Vorrei ricordare che attualmente siamo a quattro aziende presenti sul territorio regionale, guardando le aziende di proprietà pubblica, ce n'erano nove, siamo arrivati a questo livello già con un intreccio societario fra le stesse, con partecipazione di TPER in START e in SETA.
L'intenzione dichiarata nel piano industriale, in modo esplicito, è di rafforzare la presenza di TPER anche nelle aziende sia della Romagna sia dell'Emilia.
È altrettanto evidente che da diversi anni si pone il problema per la Regione Emilia-Romagna, per le proprie competenze di pianificazione e di programmazione, nonché di stazione appaltante per i servizi regionali ferroviari, com'è noto la Regione ha indetto una prima gara cinque anni fa e si appresta ad indire la seconda per un periodo di tempo molto lungo, perché la gara che si ha in animo di fare è di quindici anni più sette anni e mezzo, ed è del tutto evidente - questo è un dibattito aperto anche a livello nazionale - che noi ci troviamo di fronte ad una doppia presenza: da una parte, la competenza specifica diretta della Regione come stazione appaltante e come erogatrice di fondi per l'acquisto di servizi; dall'altra, come cliente o come contraente essendo uno dei soci principali dell'azienda di trasporto pubblico, che si occupa anche del sistema ferroviario regionale. È evidente che questo elemento dovrà trovare un nuovo equilibrio, per ragioni che risultano abbastanza chiare e leggibili a chiunque, soprattutto quando si procede ad una gara di queste dimensioni, che deve mettere in condizioni chiunque vi partecipi di avere parità di condizioni e soprattutto di sviluppare una politica industriale molto forte. Nel qual caso - ovviamente se ne discuterà in commissione e con tutti i soggetti competenti - è del tutto evidente che è nostra intenzione ricercare un partner industriale che rilanci l'obiettivo dell'unica azienda regionale e che rilanci soprattutto la qualità e la dimensione trasportistica dell'azienda, quindi rafforzando il carattere intermodale, sul quale l'asse principale è l'intreccio tra gomma e ferro, e ovviamente consolidando la strategia che stiamo costruendo ormai da diversi anni per consentire di produrre servizi sul territorio integrati e di livello più alto, per rispondere in modo adeguato alla domanda che perviene dai cittadini dell'Emilia-Romagna.
Pertanto, non confinerei il tema nell’ambito di un dibattito del tipo privatizzazione, anche perché non mi pare che ci sia un grande mercato privato che possa accedere a questo tipo di servizi, ma in ogni caso è intenzione della Regione trovare un punto di equilibrio che non pregiudichi le proprie funzioni prioritarie di programmazione e pianificazione. Noi ci troviamo in questa vicenda per ragioni storiche, com'è noto, a differenza del ruolo degli enti locali, che invece ha altre caratteristiche ed altre dimensioni. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Sconciaforni per la replica. Ha quattro minuti, consigliere.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente.
Assessore, capisco che il dibattito è in corso, quindi non mi aspettavo risposte definitive.
Devo essere molto sincero con lei: le inquietudini che avevo prima di fare questa domanda rimangano tutte, e non credo solo le mie, ma anche quelle delle organizzazioni sindacali, che hanno già avuto modo di esprimerle dopo le sue dichiarazioni.
Vorrei essere chiaro, assessore, io non voglio discutere perché non condivido il dibattito che viene avanti ormai da tempo, che mi è chiaro e che peraltro non era oggetto della mia interrogazione, cioè la volontà di arrivare, mediante un processo aggregativo, alla costruzione di un'unica, possibilmente più grande, il più grande possibile, azienda regionale di trasporto pubblico locale integrato, perché è una finalità che condivido.
Il punto è un altro. Nella mia domanda mi sono soffermato sulla sua dichiarazione, buttata un po’ lì - mi perdoni il termine -, sull'intenzione della Regione, una volta arrivata a quest'obiettivo - cito le sue parole che sono state riportate testualmente e che non ho mai visto smentite - di cedere le proprie quote societarie di TPER, che oggi sono circa il 46 per cento, con le quali la Regione è il socio di maggioranza relativa, che, assieme alle quote detenute dagli altri enti pubblici, fanno sì che TPER sia saldamente in mano pubblica. Condizione questa che reputo assolutamente fondamentale proprio per garantire quegli elementi e quel processo di rilancio di cui lei sta parlando. Non penso che oggi - lo dico molto chiaramente - il privato possa fare meglio del pubblico rispetto ad un tema centrale, qual è il tema dei trasporti locali. La situazione dei trasporti locali, anche in Emilia-Romagna, ce lo dice chiaramente, non per difetto della Regione, ché riconosco alla Regione lo sforzo che sta facendo per mantenere alto il livello qualitativo del trasporto locale, ma è evidente che in presenza dei tagli (anche dal Governo nazionale) che stiamo subendo, il trasporto locale oggi ne sta risentendo pesantemente in termini qualitativi e quantitativi.
Pertanto, le organizzazioni sindacali ed i lavoratori, che sono i protagonisti della gestione di questo servizio - non dobbiamo mai dimenticare che sono i lavoratori che garantiscono la qualità del servizio - stanno esprimendo, e l’hanno fatto anche recentemente con comunicati, volantini e quant'altro, preoccupazione, perché la sua affermazione oggettivamente apre a scenari nuovi e peraltro non dati, visto che non è stata fatta una precisazione sull’intenzione della Regione, su quale sia questo partner che dovrebbe garantire, meglio di come ha fatto finora il pubblico, il rilancio qualitativo e quantitativo del trasporto locale. Non è stato fatto niente, quindi le organizzazioni sindacali, i lavoratori, penso tanti cittadini e sicuramente il sottoscritto siamo preoccupati del futuro del trasporto pubblico locale.
Come vede, non è in discussione la volontà di creare un'azienda unica regionale, non è questo il punto, il punto è: da chi sarà gestita quest’azienda unica regionale? Chi avrà le leve dell'azienda regionale? Una multinazionale? Una multinazionale magari di un altro Paese? Lei non l'ha detto, lo sto dicendo io, ma questo è lo scenario che si profila quando si dice: "noi cediamo le nostre quote del 46 per cento" e non si dice altro.
Io penso che questo sarebbe un pericolo, un pericolo da evitare a tutti i costi. Io penso che la gestione e il controllo pubblico debbano rimanere anche di questa futura ed auspicabile azienda regionale unica di trasporto pubblico locale.
Pertanto, assessore, il discorso non è chiuso, è un discorso aperto che porteremo avanti. Voglio però anche in questa sede, e questo vale evidentemente come intenzione futura, ribadire che, per quanto riguarda sicuramente me e la forza politica che rappresento, ma penso anche tanti altri soggetti, l'obiettivo prioritario è sicuramente il rilancio del trasporto pubblico locale, è sicuramente il rilancio dal punto di vista qualitativo e quantitativo, ma sicuramente anche il fatto che il trasporto pubblico locale regionale integrato deve essere in mano pubblica, deve essere a gestione di soci pubblici, non può essere dato in mano a privati, multinazionali, nazionali, locali, internazionali che siano. Il trasporto, per avere quel livello qualitativo e quantitativo di risposta alle esigenze dei cittadini, non può che rimanere pubblico. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Chiamo l'oggetto successivo:
4202 - Interrogazione del consigliere Grillini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i dati riguardanti la diffusione della disfunzione erettile nel territorio regionale e la promozione di campagne informative e di sensibilizzazione sulla prescrivibilità, da parte del Servizio sanitario regionale, dei relativi presidi sanitari.
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti.
La parola al consigliere Grillini per illustrare la sua interrogazione. Prego.
GRILLINI: Grazie, presidente.
Com’è noto, giovedì scorso è scaduto il brevetto di un medicinale che si chiama Viagra, prodotto dalla Pfizer, che ha avuto sulla popolazione di tutto il mondo un enorme impatto di carattere sia commerciale sia sanitario e psicologico. Si tratta di un medicinale che riguarda la disfunzione erettile. Nel corso degli anni e delle ricerche, però, si è scoperto che incide positivamente anche su una serie di patologie riguardanti l'apparato urogenitale.
Molti colleghi sorrideranno di questa interrogazione, qualcuno l'ha già fatto anche in campo giornalistico. Tuttavia, si tratta di un discorso estremamente serio, perché sotto il profilo psicologico, come tutti sanno, la qualità della vita sessuale delle persone è assai rilevante nella relazione tra le persone stesse. Si pensi che, per esempio, l’impotentia coeundi  è una delle cause di separazione riconosciute dalla Sacra Rota. D’altra parte, l'impossibilità per milioni di persone, ché di questo si tratta, non di qualche caso, di avere una normale vita sessuale crea molta infelicità.
Da questo punto di vista, penso che, soprattutto nel momento in cui scade il brevetto e nel momento in cui i costi dovrebbero scendere radicalmente, perché i prezzi di una confezione da quattro pastiglie di 100 milligrammi di Viagra si aggirano intorno ai 60 euro, sono prezzi assai elevati soprattutto in questo momento di crisi e non alla portata di tutti, la Regione dovrebbe svolgere, innanzitutto, una funzione di calmiere, soprattutto per quanto riguarda il farmaco generico - io ho chiesto informazioni circa i prezzi che ci saranno (il medicinale non è ancora arrivato in farmacia) e quattro compresse da 100 milligrammi costeranno 38 euro, ed è il prezzo più basso praticato da un'azienda che si chiama Doc -, che bisogna evitare politiche di cartello e che la Regione dovrebbe spingere e fare in modo che il prezzo sia molto più basso.
Fatte salve le richieste che sono state fatte nell’interrogazione - adesso sentirò la risposta dell'assessore -, a mio avviso, la Regione dovrebbe essere disponibile ad inserire il medicinale in fascia A anche per altre patologie che non siano quelle già previste, quelle di cui soffrono i traumatizzanti del midollo spinale e ipertensione arteriosa polmonare, perché il medicinale viene usato anche per altre patologie, ovviamente non solo per quelle erettili. Io penso che soprattutto non nei casi più gravi di persone prostatectomizzate, ma anche in casi gravi di carattere psicologico o psichiatrico, il medicinale debba essere prescrivibile in fascia A, proprio perché, essendo diventato generico, i costi si sono abbassati e quindi non sarebbe un grande aggravio per la Regione, mentre significherebbe un grande beneficio per le persone. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Si conferma la recente scadenza del brevetto del principio attivo Sildenafil Citrato, il capostipite di una nuova classe di farmaci inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, che vengono utilizzati per il trattamento sintomatico dell'ipertensione arteriosa polmonare e della disfunzione erettile.
Nel mese di giugno del 2013 sono stati introdotti in commercio i primi farmaci generici a base di Sildenafil Citrato. Va ricordato che esistono, sempre in questa famiglia di farmaci, cioè gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, altre due molecole, il vardenafil e il tadalafil, che non hanno ancora completato la vigenza del brevetto, per i quali corrispettivi non esiste ancora il farmaco generico equivalente.
La Giunta della Regione Emilia-Romagna, con delibera n. 2259 del 2005, scelse di porre a carico del Servizio sanitario regionale i farmaci inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, in questo caso tutte le molecole, per il trattamento della disfunzione erettile nei soggetti con lesioni del midollo residenti nel territorio regionale, perché questi pazienti molto spesso sono di giovane età e perché, per questo tipo di lesioni, esiste un'evidenza scientifica consolidata nella letteratura internazionale dell’efficacia di questi farmaci.
Il Sildenafil Citrato è attualmente inserito nel prontuario terapeutico regionale per il trattamento dell'ipertensione arteriosa polmonare, che è un'indicazione inclusa nei livelli essenziali di assistenza a livello nazionale, e per il trattamento della disfunzione erettile negli assistiti medullolesi, sulla base della succitata delibera.
Per quanto riguarda la diffusione della disfunzione erettile nella nostra Regione e nel territorio nazionale più in generale, che è una delle questioni poste nell’interrogazione dal consigliere Grillini, va ricordato che non esistono dati ufficiali attendibili non essendoci registi di patologia ed essendo i dati disponibili nella letteratura più che altro riferibili non alla popolazione generale, ma a coorti di popolazioni definite per età o per altre patologie concorrenti.
È certo che in letteratura sono presenti evidenze non solidissime che in alcuni casi, soprattutto in casi di pazienti operati per interventi del bacino e delle pelvi (prostata, vescica e retto), esistono evidenze che questi farmaci producono beneficio sintomatico nel deficit erettile prodotto dalla chirurgia.
Pertanto, in presenza di evidenze scientifiche più solide, che si potrebbero anche ricercare con studi ad hoc promossi a livello regionale, non è escluso che si possa anche affidare questi pazienti ad una terapia di supporto, sempre sintomatica e non causale, del deficit erettile secondario a questo tipo di patologie e a questo tipo di interventi.
Infine, in linea più generale, è in corso di predisposizione, quindi non solo per queste categorie di farmaci generici, da parte della Regione una campagna informativa su tutti i farmaci generici, al fine di favorire il ricorso a tali farmaci per l'indicazione registrati e concedibili con onere a carico del Servizio sanitario regionale, equivalenti a quelli di marca in termini di sicurezza ed efficacia, ma naturalmente più economici e meno costosi per il Servizio sanitario regionale. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Grillini per la replica. Ha due minuti, consigliere.
GRILLINI: Grazie, presidente.
Mi posso dichiarare soddisfatto. Ovviamente, insisterò perché siano estese in modo preciso alcune situazioni per le quali il farmaco viene inserito in fascia A e quindi gratuitamente.
Voglio ricordare, al di là di quanto si conosce oggi, che il farmaco è stato inserito come strumento di prevenzione, perché si è visto che ha un effetto positivo sull'insieme dell'apparato urogenitale e che, a dosi basse, potrebbe essere molto utile per evitare l'insorgenza di malattie invalidanti. A tal proposito, ricordo ai colleghi che il tumore alla prostata è la seconda causa di morte per la popolazione maschile. Siamo di fronte, quindi, alla necessità - da questo punto di vista, ritengo molto positiva la risposta dell'assessore Lusenti - di una campagna di informazione e prevenzione, che in parte si sta già svolgendo, sulle malattie che riguardano la prostata.
Si tratterà, come diceva l'assessore, di approfondire i temi della ricerca, per fare in modo che le persone, per esempio, non si vergognino di queste patologie. Sappiamo, infatti, che molte persone che hanno questo problema non si rivolgono ai medici e agli specialisti per pudore o per vergogna, e anche da questo punto di vista, le campagne di sensibilizzazione e informazione possono essere di grande utilità. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
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4203 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per mantenere nel territorio regionale la produzione dell'azienda Dometic Italy di Forlì, operante nel settore dei condizionatori per camper.
Risponde per la Giunta l’assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Naldi per illustrare la sua interrogazione. Prego.
NALDI: Grazie, presidente.
Nella sintesi richiamata dalla presidente ci sono molti degli elementi descrittivi di questa situazione. La Dometic Italy di Forlì è uno stabilimento di una multinazionale americana, che in Italia ha altri stabilimenti e uffici, che ha deciso di chiudere lo stabilimento produttivo di Forlì, sebbene lo stabilimento sia sempre stato in attivo, ovvero abbia sempre prodotto utili. Ha deciso di spostarlo in Cina, perché ritiene che in Cina possa realizzare degli utili maggiori.
Ebbene, desidero in questa sede fare due considerazioni. La prima. Mi sembra un caso significativo - ce ne sono tanti simili -, per il fatto che quest'azienda fa una produzione di piccole quantità ma di alta qualità in una nicchia di mercato. Ed è una delle caratteristiche produttive dell'Emilia-Romagna quella di fare produzioni di qualità in nicchie di mercato. Produzioni di qualità che richiedono delle professionalità tecniche e operaie particolarmente elevate. La seconda considerazione che vorrei fare è legata alle caratteristiche del mercato in questione. Il mercato dei camper è praticamente un mercato europeo. I produttori di camper sono in Germania e in Italia in maniera significativa, in particolar modo in Toscana, quindi si fa fatica a capire come possa effettivamente essere conveniente per un’impresa spostare le produzioni in Cina, perché in Cina o in India non c'è un mercato dei camper, e credo che, ancora per un po' di anni, difficilmente vi sarà. Qui c’è tutta la catena della subfornitura di qualità del settore camper, ed io credo che sia veramente un pericolo il fatto che questa catena cominci a perdere dei pezzi significativi, nel senso che si corre il rischio che succeda ciò che è successo nel settore del motociclo che, perdi un pezzo, ne perdi due, ne perdi tre, alla fine, non ci sono più le condizioni per realizzare un motociclo o per realizzare un prodotto finito di alta qualità, qual è un camper.
Chiedo, quindi, quali azioni intenda mettere in atto la Regione per fare in modo che questa multinazionale torni sui propri passi e che quindi continui a produzione negli stabilimenti italiani. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
La parola all'assessore Muzzarelli per la risposta.
MUZZARELLI, assessore: Grazie, presidente.
Due considerazioni, una di carattere generale ed una di carattere particolare.
Per quanto riguarda la considerazione di carattere generale, vorrei dire che condivido le riflessioni del consigliere Naldi sulla valutazione della tipologia dell'azienda e della caratteristiche di quantità e qualità del lavoro dell'impresa.
Il mercato dei camper è un mercato difficile, è un mercato non in buona salute, come purtroppo altre dinamiche, visto che, dal punto di vista dei consumi, le cose vanno complicandosi, quindi esiste una difficoltà generale. A tal proposito, abbiamo fatto una serie di approfondimenti nell'ambito di un’iniziativa alle Fiere di Parma. Siamo di fronte ad un asse Toscana-Emilia, soprattutto Toscana, come giustamente diceva l’interrogante. Noi abbiamo provato ad approfondire il tema, proprio in occasione del richiamato convegno, per capire quali sono le iniziative possibili. Ovviamente non sono iniziative dirette della Regione, perché ancora facciamo fatica ad avere pacchetti possibili per un confronto completo. Spero che si possa arrivare ad avere un provvedimento, che peraltro è già stato annunciato, per cercare di avere le condizioni per poter ragionare con gli imprenditori, avendo le carte per farli desistere, perché quando ci si mette attorno ad un tavolo, bisogna avere le condizioni almeno per provarci. Questa la parte della risposta di carattere generale.
Per quanto riguarda la parte più operativa, alla data odierna la vertenza non è ancora giunta al nostro tavolo, perché sono in corso iniziative presso la direzione dell'azienda da parte della Provincia di Forlì-Cesena, e siamo stati informati che nel corso di questa stessa giornata si dovrebbe svolgere un incontro tra l'assessorato provinciale competente e gli avvocati della Dometic.
In questa, come in altre situazioni di crisi, la Regione è pronta a partecipare ai confronti in sede locale, ed è disponibile a convocare le parti a livello regionale, qualora le dinamiche delle relazioni della provincia lo richiedessero. Disponibili, ovviamente, anche a sondare la disponibilità dei produttori di camper italiani in un confronto, per studiare la possibilità di qualificare e rendere più competitiva la filiera e promuovere il made in Italy, consapevoli che larga parte di queste aziende non è italiana, e questo è un altro problema, in questo caso, come lei ha ricordato, come in alcuni dei gruppi che stanno lavorando in Toscana, quindi la situazione diventa ancor più complicata. Continuano a rimanere qui perché qui c'è ancora un'alta qualità, perché qui ci sono ancora delle dinamiche di marchio, ma bisogna che noi si provi anche a rafforzare questa strategia con altre convenienze. Questo il senso del nostro impegno e del nostro lavoro su questo punto.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Muzzarelli.
La parola al consigliere Naldi per la replica. Ha due minuti, consigliere.
NALDI: Grazie, presidente.
Mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'assessore. Ma vorrei aggiungere una considerazione ulteriore. Proprio perché siamo di fronte, a mio parere, ad un salto di qualità, e cioè al fatto che si corre il rischio di perdere anche produzioni di questo tipo, penso che dovremmo mettere in campo qualche strumento nuovo.
Mi sono dichiarato soddisfatto perché capisco che lei sta facendo bene il suo lavoro, con gli strumenti che ha a disposizione. A mio parere, però, bisogna mettere in campo strumenti nuovi. Oltre a politiche che rendano attrattivo il territorio, diciamo così, amichevole, in questi casi bisogna mettere in campo nuovi strumenti per far capire a queste imprese che, se lasciano il nostro territorio per andare altrove, non è detto che gli vada bene. Per strumenti nuovi intendo il fatto che noi dovremmo mettere in campo una specie di task force, anche regionale, per aiutare i lavoratori, i tecnici di quelle imprese che magari vogliono seriamente esercitarsi con l'obiettivo di continuare quelle produzioni sotto altra veste imprenditoriale, che sia cooperativa, che sia privata.
A mio parere, infatti, finché queste imprese non capiranno che, se abbandonano questa Regione, corrono il rischio che quelle produzioni si continuano a fare in maniera ancora più competitiva di quanto non vengano fatte oggi, è molto difficile avere la possibilità di dissuaderle.
Finora sono stati usati altri strumenti. Il suo predecessore, assessore, si era praticamente specializzato nel fare in modo che le imprese, andando via, lasciassero sul territorio a poco prezzo gli stabilimenti, ma, secondo me, questa misura non basta più, perché in giro ci sono oramai fin troppi stabilimenti. Bisogna mettersi nelle condizioni di aiutare i lavoratori che vogliono continuare a lavorare su quelle produzioni avendo le competenze professionali e le risorse per farlo. Si tratta di accompagnarli in questa specie di start-up originale. A mio parere, si tratta di un’azione che va assolutamente sperimentata e messa in campo, perché è l'unica vera forma dissuasiva che abbiamo nei confronti delle multinazionali. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
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4204 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attivazione di forme diversificate di distribuzione dei farmaci.
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti.
La parola alla consigliera Noè per illustrare la sua interrogazione. Prego.
NOÈ: Grazie, presidente.
Quest’interrogazione è atta ad avere chiarimenti in merito alla distribuzione del farmaco, tenendo presente che oggi in Italia la distribuzione avviene o in modo diretto o "per conto" attraverso la rete delle farmacie.
Mi risulta che, di recente, alcune aziende Asl, in particolare nel modenese, siano orientate a sperimentare delle scelte distributive alternative ricorrendo alle case delle salute che, negli ultimi tempi, si stanno aprendo sul nostro territorio.
Vorrei sapere se questa modalità o, meglio, quest’ipotesi di sostenere delle forme diversificate di distribuzione del farmaco rientri nella strategia della Regione; e se rispetto a quest’ipotesi vi è l'intenzione di condividere questa scelta con le rappresentanze del mondo delle farmacie. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta. Prego.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
La Regione Emilia-Romagna intende confermare le attuali modalità di distribuzione diretta dei farmaci tramite le farmacie convenzionate, cioè la cosiddetta distribuzione per conto, e tramite le farmacie ospedaliere, cioè la cosiddetta erogazione diretta interna.
A tal proposito, mi preme precisare che rientra tra le forme possibili dell'erogazione diretta interna anche la predisposizione da parte dei farmacisti ospedalieri di pacchetti sigillati, personalizzati per singolo assistito, su richiesta programmata del medico, eventualmente a fronte di un piano terapeutico, se previsto, che l'assistito ritira presso i poliambulatori o presso le case della salute. In ogni caso, è responsabilità del farmacista ospedaliero di riferimento per la struttura erogante garantire l’appropriatezza del trattamento erogato e la tutela della privacy dell'assistito.
Pertanto, il solo atto di consegna del pacchetto in questione non costituisce una violazione della norma nazionale che riserva al farmacista l'atto di dispensazione dei farmaci.
Si stanno altresì valutando modalità distributive che, fermo restando gli obiettivi di appropriatezza ed economicità, potrebbero avvalersi dell'accessibilità garantita dalla rete delle farmacie convenzionate pubbliche e private.
Per quanto riguarda, infine, le commissioni che nelle aziende Asl sono deputate a valutare l'applicazione degli accordi regionali in materia di distribuzione dei farmaci, si sottolinea che, fin dai primi confronti con le associazioni di categoria delle farmacie pubbliche e private, si è ritenuto utile e opportuno ricomprendere tutte le rappresentanze delle farmacie convenzionate sia pubbliche sia private negli incontri ai tavoli. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.
La parola alla consigliera Noè per la replica. Ha quattro minuti, consigliera.
NOÈ: Grazie, presidente.
La motivazione che oggi, assessore, mi ha spinta farle questa domanda consiste nel fatto che, nonostante le rassicurazioni, nella sua risposta non trovo, però, riscontro rispetto ad alcune preoccupazioni che ha la rete delle farmacie, laddove è venuta a conoscenza che alcuni funzionari di ASL hanno ricevuto degli obiettivi numerici per incentivare la distribuzione diretta, quindi a discapito della distribuzione per conto delle farmacie. Si parla addirittura del riconoscimento di premi di produzione nella misura di una certa entità se, appunto, si aumenta la distribuzione diretta, in una misura percentuale che è stata assegnata anche del 15 per cento.
Questo per dirle, Assessore, che oggi già le farmacie per effetto dell’ampliamento del numero e per effetto anche della distribuzione diretta e per effetto del fatto che noi sappiamo che i costi di approvvigionamento dell’uno e dell’altro avvengono con dei costi completamente diversi, rischiano di mettere in condizioni maggiormente precarie la sostenibilità economica del sistema farmaceutico. Credo, pertanto, che sia assolutamente importante, al di là di quelle rassicurazioni che lei mi dava, la rappresentanza della rete farmaceutica nei tavoli paritetici. Da quello che mi risulta la categoria non si sente sufficientemente rappresentata. Al di là di questo, quello che auspico è che comunque a breve, anche da parte sua, ci sia una disponibilità ad incontrare la categoria perché comunque sia, ripeto, non è piacevole sentire che dei funzionari di ASL hanno ricevuto delle garanzie di corresponsione di premi se effettivamente se concorrono all’aumento della distribuzione diretta del farmaco. Questo vorrebbe dire produrre una concorrenza sleale rispetto a due interlocutori che fanno parte entrambi di un sistema del servizio sanitario.
Raccomando che, comunque sia, la distribuzione attraverso il sistema farmaceutico venga tutelata perché sia ricondotta alla distribuzione diretta piuttosto che alla casa della salute. Qualora questo debba avvenire, e quindi bypassare o sacrificare la distribuzione capillare che avviene attraverso le farmacie, per le casse regionali potrebbe tradursi in un risparmio importante, perché l’abbiamo visto anche già nel corso di quest’anno, però potrebbe rappresentare una sorta di ticket occulto per i cittadini che attraverso questa metodologia sono comunque costretti, soprattutto nei Comuni più piccoli e disagiati - penso ai Comuni dell’Appennino - a far riferimento a un sistema di distribuzione che è meno capillare e che non garantisce orari di apertura come effettivamente possono garantire le farmacie. Auspico che questo timore, per effetto del fatto che l’offerta possa essere ulteriormente aumentata nella modalità diretta che dicevo prima, non rischi di indebolire ulteriormente il sistema farmaceutico che, ripeto, è comunque a oggi, in qualità di concessionario, parte integrante del sistema sanitario. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
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4206 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa problematiche relative allo svolgimento del soggiorno obbligato nel territorio regionale di soggetti indiziati di appartenere ad associazioni di stampo mafioso e di persone pericolose per la sicurezza e l'ordine pubblico.
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Bernardini per illustrare la sua interrogazione. Prego.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Un’interrogazione per cercare di capire se c’è da parte della Regione Emilia-Romagna una volontà di determinarsi in merito a questo annoso problema del soggiorno obbligato, in specie fuori regione, per soggetti che in un qualche modo appartengono in maniera conclamata ad associazioni di stampo mafioso e soggetti pericolosi per la sicurezza dell’ordine pubblico.
Facciamo riferimento a una disciplina di legge modificata, non da ultimo, dalla legge 256/93, dove è stata abrogata la possibilità di erogare l’obbligo di soggiorno in un Comune diverso da quello di residenza e di dimora abituale della persona pericolosa venendo così di fatto ad aprire la possibilità di migrazioni di soggetti ritenuti socialmente pericolosi proprio per la tipologia di reati che vengono contestati e che spesso trovano anche nelle cronache giudiziarie locali un riscontro non indifferente. Abbiamo visto non da ultimo come alcuni blitz dell’arma dei Carabinieri e della Polizia hanno anche sul territorio emiliano-romagnolo individuato organizzazioni con richiamo e stampo mafioso e camorristico che, guarda caso, sono comunque legate a una filiera che porta sempre a individuare sul territorio persone che sono o sono state sui territori emiliano-romagnoli in stato di soggiorno obbligato.
Quindi ci chiediamo se la Regione Emilia-Romagna abbia o meno interesse a manifestare al Governo attualmente in carica la propria totale indisponibilità ad accogliere sul territorio emiliano il soggiorno obbligato di indiziati a questo tipo di reati proprio per quello che è una risultanza oggettiva, ossia di un legame stretto che si viene a creare tra la tipologia dell’associazionismo di stampo mafioso e non solo sul territorio e casi di soggiorno obbligato. I casi di cronaca sono lì a testimoniare che queste preoccupazioni che stiamo evidenziando come Lega Nord sono tutt’altro che frutto di fantasie ma sono veri e propri, purtroppo, casi conclamati e accertati dalle attualità inquirenti e giudiziarie. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bernardini.
Do la parola al sottosegretario Bertelli. Prego.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Com’è noto, le misure di prevenzione stabilite per indiziati di appartenere alle associazioni di tipo mafioso erano individuate dalla legge 1423/1956 e dalla legge 575/1965 che, in particolare, prendeva in considerazione le persone ritenute socialmente pericolose in quanto indiziate di appartenere ad associazioni mafiose.
Nel corso degli anni il legislatore ha manifestato orientamenti differenti tra loro sul tema adottando provvedimenti che prima hanno privilegiato il soggiorno obbligato lontano dal comune di originaria residenza, poi il divieto di soggiorno, quindi nuovamente l’obbligo di soggiorno e poi il soggiorno nel luogo di dimora abituale. Ognuna di queste opzioni non ha mancato di sollevare polemiche e discussioni circa la sua opportunità e sulle conseguenze negative ad esse riconducibili. Questo rapido excursus storico mi è servito per inquadrare un argomento delicato, così com’è necessario ricordare che le tematiche dell’ordine pubblico e della giustizia non sono oggetto di materia concorrente ma bensì competenze esclusive dello Stato, quindi del Governo e del Parlamento.
Quindi, le Regioni così come i Comuni e le Province sono tenute nella materia in oggetto semplicemente ad osservare le prescrizioni contenute nel decreto legislativo n. 159/2011, "Codice delle leggi antimafia, e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136". Per inciso, ricordo che questi ultimi provvedimenti - lo dico senza alcuno spirito polemico ma per dire che c’è stato un altalenarsi di provvedimenti - sono stati approvati quando Presidente del Consiglio era l’onorevole Berlusconi e il Ministro dell’Interno l’onorevole Maroni.
Detta norma, all’art. 5, comma 1, recita così: "Nei confronti delle persone indicate all’art. 4 possono essere proposte dal questore, dal procuratore nazionale antimafia, dal procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo di distretto ove dimora la persona e dal direttore della Direzione Investigativa Antimafia, le misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale". La legge in oggetto individua, quindi, chiaramente l’autorità preposta alla prescrizione delle misure di prevenzione, tra cui per l’appunto, anche quella inerente la modalità di definizione dell’obbligo di soggiorno; pertanto, ogni forma di indisponibilità alla sua applicazione rappresenterebbe un atto contrario alla norma e che non produrrebbe alcun effetto pratico.
A fronte di quanto sopra detto, essendo concreti gli effetti negativi che anche questa normativa finisce per determinare, come lei ha manifestato nella sua interrogazione, è però intenzione di questa amministrazione continuare a monitorare la questione in oggetto ed esprimere tutte le possibili vie di confronto con il Governo teso a rimuovere i limiti denunciati. Magari sarebbe anche utile che ci fosse un pronunciamento della stessa Aula per dare un indirizzo che potrebbe in qualche modo rafforzare una posizione che certamente esprime disagio, difficoltà e problematiche effettive.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Bernardini per la replica. Ha tre minuti. Prego.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Sarò molto breve in quanto mi ritengo soddisfatto della risposta del Sottosegretario Bertelli e anzi raccolgo l’invito, come gruppo, per formalizzare in una risoluzione anche quello che è il suo invito, visto che è una problematica che comunque, al di là di quelli che sono gli aspetti giuridici e processuali, ha una ricaduta importante sul territorio e, ripeto, in maniera oggettiva e analitica vediamo e riscontriamo quelli che sono gli effetti che simili decisioni sul soggiorno obbligato hanno innescato anche sugli effetti di criminalità organizzata nelle regioni che sono interessate da questo fenomeno. Quindi ringrazio per la risposta e sarà nostra cura redigere un’apposita risoluzione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bernardini.
Abbiamo terminato lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. A questo punto passiamo all’ordine del giorno.
OGGETTO 4077
Delibera: «Nomina del Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) - ai sensi dell'articolo 3, comma 5 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 1.» (122) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Come sapete oggi abbiamo all'ordine del giorno le nomine per quanto riguarda il Comitato regionale per le comunicazioni. Passiamo al primo oggetto di nomina.
Il Presidente del Comitato è nominato dall’Assemblea legislativa, su proposta del Presidente della Giunta, con votazione a maggioranza dei due terzi dei presenti. Ricordo che la votazione è segreta mediante schede. Qualora non si raggiunga il quorum nelle prime due votazioni, si procede alla nomina con maggioranza semplice.
A questo punto informo che per quanto riguarda la nomina del Presidente CORECOM, il Presidente Errani ha inviato con propria comunicazione la proposta di nomina della dott.ssa Giovanna Cosenza, candidatura ammessa dalla V Commissione che, come voi sapete, è la Commissione preposta alla verifica dell’idoneità.
Prima di procedere anche ad aprire il dibattito generale, nomino scrutatori i consiglieri Moriconi, Paruolo e Manfredini.
Si vota a scrutinio segreto, per cui invito i tre scrutatori a sedersi nel banco al tavolo al centro dell’Aula per poter poi procedere alle operazioni di voto.
Ribadisco che noi abbiamo due oggetti per quanto riguarda il CORECOM. Il primo oggetto è il 4077 e si nomina esclusivamente il Presidente, poi abbiamo l’oggetto 4078 dove invece si nominano gli altri due componenti. Siamo al primo oggetto.
La proposta è del Presidente Errani, ho già detto che il Presidente Errani ha proposto il nome della dott.ssa Giovanna Cosenza, che la candidatura è stata ammessa dalla V Commissione, ringrazio il segretario Corradi di essere qui con me e a questo punto apro il dibattito generale.
Non c’è nessuna richiesta di intervento in dibattito generale, pertanto chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per comunicare che non parteciperò a questa votazione per conto del Movimento 5 Stelle. Il CORECOM è un organo importante e interessante che molte cose potrebbe e dovrebbe fare, e cito solo quelle che potrebbero interessarci, dal nostro punto di vista, come esprimere dei pareri su quello che è il piano delle frequenze, su quelle che sono le leggi regionali che noi facciamo, ed emette anche pareri magari richiesti da noi o da enti della Regione, in alcuni casi persino obbligatori. Avrebbe un ruolo importante per quanto riguarda una fase propositiva per quanto riguarda le concessioni pubbliche e private sulle programmazioni televisive, sui contenuti delle convenzioni che vengono stipulate. Potrebbe fare interessanti studi e analisi su aspetti quantitativi e qualitativi e quindi, soprattutto dal punto qualitativo, entrare anche in merito al controllo dei servizi che vengono fatti con un’evidente funzione di vigilanza e di controllo che viene demandata direttamente dallo Stato, quindi con funzioni tipiche dell’AGCOM, anche entrare nelle radiofrequenze e nelle problematiche legate alle interferenze elettromagnetiche, un complesso di proposte che dovrebbero caratterizzarsi per indipendenza ed essere promotori di una libertà dell’informazione di questo Paese e quindi della nostra regione, con anche un costo non solamente per gli stipendi delle persone che oggi noi andiamo a nominare, dei loro rimborsi per l’attività che svolgono, ma anche un costo di struttura generale e quando le cose hanno un costo in genere dovrebbero funzionare, devono essere utili e devono svolgere i compiti che gli sono assegnati.
Tutto questo premesso, stona con quello che stiamo facendo, perché tutto questo che ho appena citato, e altro ci sarebbe, dovrebbe stare fuori dalla politica in un Paese normale e invece quello che oggi noi andiamo a fare è la classica attività di poltronificio, andiamo a spartirci in un antico manuale Cencelli delle posizioni indicando magari persone perbene, capaci con in mezzo qualche sfumatura di persone che ormai non si sa più cosa fargli ricoprire essendo passati o da cariche politiche o essere passati da assicurazioni e strutture bancarie, ossia il solito giretto in cui si sistemano le persone a cui non si sa più cosa far fare, magari nominate da quella che dovrebbe essere l’opposizione di quest’Aula e che invece nomina persone che dovrebbero appartenere alla maggioranza.
Dicevo di persone magari capaci, e ce ne sono anche in queste candidature, con un vizio di forma fondamentale, ossia che sono nominate dalla politica per fare qualcosa da cui la politica dovrebbe assolutamente stare fuori.
Io auspico e quindi sarò fautore di un progetto di legge che tolga tutto questo e che queste persone possano passare attraverso un bando pubblico, che vuol dire che tutti possono vederlo, possono riconoscere le capacità anche di quelli che eventualmente nominiamo ma esulando dalla nostra nomina possono essere veramente indipendenti e svolgere il loro ruolo di garanzia in una materia così delicata.
Pertanto il Movimento 5 Stelle non partecipa a questa logica spartitoria.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Prima di tutto penso che sia doveroso un saluto e un ringraziamento al Presidente Gardini che ha ben operato, che ha svolto due mandati, sappiamo che il mandato non è rinnovabile, e quindi penso che il Consiglio debba esprimere un giudizio positivo e grato per questo lavoro, un lavoro che è molto rilevante perché per esempio consente quella conciliazione, che oltretutto alleggerisce il lavoro della giustizia civile, una conciliazione che è stata molto efficacie quando abbiamo fatto l’incontro con il Presidente Gardini e abbiamo avuto modo di capire nel dettaglio questo importante lavoro.
Se la dott.ssa Cosenza verrà eletta, come io mi auguro - dichiaro qui il mio voto favorevole - vorrei rivolgere fin da adesso un invito alla nuova Presidente perché innanzitutto prosegua il positivo lavoro e quindi sia a garanzia della continuità, in secondo luogo il mio appello - non so se la candidata ci sta ascoltando o è nei pressi del Consiglio regionale - è che ci sia la garanzia di un impegno sulle materie che mi stanno e ci stanno molto a cuore, in primo luogo l’agenda digitale che ha un’enorme importanza nello sviluppo economico del nostro Paese - abbiamo sentito l’altra mattina nella sala A della terza torre il direttore Ragusa che diceva che dall’agenda digitale in futuro dipendono un milione di posti di lavoro - e una reale garanzia di indipendenza nell’informazione e anche di completezza dell’informazione stessa e dell’accesso anche dei soggetti deboli che solitamente fanno fatica ad accedere all’informazione, anche quella regionale, e non c’è dubbio che da questo punto di vista il lavoro da fare sia veramente rilevante.
Un altro tema che mi sta particolarmente a cuore e che è anche qui oggetto di un invito/appello alla nuova Presidente, se verrà eletta, è quello di un controllo rigoroso dell’azione degli operatori telefonici e di proseguire quella positiva azione dalla parte degli utenti, molti dei quali non sono in grado per esempio di leggere nemmeno le complicate bollette. Da questo punto di vista il lavoro da fare è veramente ampio e io penso che nella gestione - mi auguro di continuità con la gestione del Presidente Gardini - ci debba essere anche un rapporto più stretto con i lavori del Consiglio regionale, delle Commissioni e quindi anche incontri e confronti più frequenti sui temi che in questo momento sono comunque al centro dell’agenda politica.
Per quanto riguarda l’informazione, qui concludo, sappiamo benissimo che siamo di fronte a un processo di rapida trasformazione (informazione cartacea, informazione televisiva, informazione online) il dibattito è in corso, è un dibattito complesso, però penso che valga la pena su questa materia garantire il nostro impegno più forte e più efficacie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 4077, con votazione segreta, a mezzo schede.
Prego il consigliere-segretario Corradi di procedere all'appello nominale dei signori consiglieri per l'inserimento della scheda nell'urna.
Il consigliere-segretario Corradi effettua l'appello dei consiglieri:
AIMI Enrico
presente
ALESSANDRINI Tiziano
presente
BARBATI Liana
presente
BARBIERI Marco
presente
BARTOLINI Luca
presente
BAZZONI Gianguido
presente
BERNARDINI Manes
presente
BIGNAMI Galeazzo
(assente)
BONACCINI Stefano
presente
CARINI Marco
presente
CASADEI Thomas
presente
CAVALLI Stefano
presente
CORRADI Roberto
presente
COSTI Palma
presente
DEFRANCESCHI Andrea
non partecipa al voto
DONINI Monica
presente
ERRANI Vasco
(assente)
FAVIA Giovanni
non partecipa al voto
FERRARI Gabriele
presente
FIAMMENGHI Valdimiro
presente
FILIPPI Fabio
presente
GARBI Roberto
presente
GRILLINI Franco
presente
LAVAGETTO Giampaolo
(assente)
LEONI Andrea
(assente)
LOMBARDI Marco
(assente)
MALAGUTI Mauro
(assente)
MANDINI Sandro
(assente)
MANFREDINI Mauro
presente
MARANI Paola
presente
MAZZOTTI Mario
presente
MEO Gabriella
presente
MONARI Marco
presente
MONTANARI Roberto
presente
MORI Roberta
presente
MORICONI Rita
presente
MUMOLO Antonio
(assente)
NALDI Gian Guido
presente
NOÈ Silvia
presente
PAGANI Giuseppe Eugenio
presente
PARIANI Anna
presente
PARUOLO Giuseppe
presente
PIVA Roberto
presente
POLLASTRI Andrea
presente
RIVA Matteo
presente
SERRI Luciana
presente
SCONCIAFORNI Roberto
presente
VECCHI Alberto
presente
VECCHI Luciano
presente
ZOFFOLI Damiano
presente
PRESIDENTE (Costi): Procedutosi alla votazione a mezzo schede e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
42
Assenti
8
Votanti
40
Voti a favore della sig.ra Giovanna Cosenza
36
Schede bianche
1
Schede nulle
3
Proclamo nominata quale Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) la signora Giovanna Cosenza.
OGGETTO 4078
Delibera: «Elezione dei componenti del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) ai sensi dell'articolo 3, comma 6 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 1.» (123) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Ricordo che a norma dell’art. 3, sesto comma, della legge regionale 1/2001 i due componenti del Comitato sono eletti dall’Assemblea legislativa, con votazione segreta a mezzo schede, con voto limitato a un solo nome. In caso di parità risulta eletto il più anziano di età. Il voto è espresso, a pena di nullità, esclusivamente sulle persone proposte dai Consiglieri regionali, i cui curricula siano stati verificati positivamente e corredati della relativa dichiarazione di ammissibilità da parte della competente Commissione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Come gruppo Lega Nord indichiamo il nome del dott. Mauro Raparelli per quello che riguarda la candidatura della minoranza.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Anche io, a nome della maggioranza, per presentare la candidatura di Marina Caporale. Siccome ho ascoltato bene l’intervento del collega Defranceschi e devo dire ne condivido la filosofia, l’essenza e anche il contenuto, penso che la politica debba avere, ruoli di indirizzo, di garanzia, ruoli di direzione e ruoli di amministrazione, poiché un passo indietro su questo punto della politica sarebbe a mio avviso pericoloso perché non avrebbe come ricaduta l’effetto, immagino auspicato ma non detto nell’intervento dal collega Defranceschi, di una maggior democrazia partecipata ma rischierebbe di avere una ricaduta ahinoi su una conduzione meramente burocratica del governo del Paese.
Poiché c’è un confronto in atto non solo tra la politica e i cittadini da una parte che chiedono rappresentanza attiva ma c’è anche un confronto tra la politica e le alte burocrazie dello Stato che giocando sulla buonafede dei cittadini cercano di coprire spazi che la Costituzione e l’ordinamento generale non gli riconosce, mi piacerebbe che i colleghi - ovviamente non lo posso fare per microfono per non rubare tempo - apprezzassero leggendo - immagino che molti lo abbiano fatto già nei lavori delle Commissioni - il curriculum di Marina Caporale che parimenti alla Presidente che abbiamo appena eletto, Giovanna Cosenza, ha una competenza specifica nel settore come esattamente Defranceschi auspicava.
È buona politica? Secondo me sì. Stiamo facendo un piacere alle istituzioni? Secondo me sì. Abbiamo degli amici ai quali garantire le poltrone? No. Questo no, almeno da parte della maggioranza e ovviamente, dentro la maggioranza, del Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
È aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Prendo spunto dalle parole del consigliere Monari e voglio anche io motivare la mia non partecipazione al voto. Io credo che in generale il sistema dei bandi pubblici sia un buon sistema, ma in questo caso non sono però sicuro che possa essere l’alternativa alla modalità che questa Regione ha scelto, ma sicuramente sono straconvinto che la modalità con cui la Regione ha scelto di nominare le cariche apicali del CORECOM sia una modalità di fatto lottizzatoria. In questo il consigliere Defranceschi ha pienamente ragione.
Poi si possono fare delle buone nomine, delle pessime nomine, delle persone competenti, degli amici, ma in ogni caso il sistema è sbagliato, e per questo ho scelto di non partecipare al voto. Lo dico perché ritengo Giovanna Cosenza una candidatura straordinaria, eccellente, per quanto, collega Monari, non sia propriamente centrata a mio avviso sulle tematiche del CORECOM. Sicuramente è in argomento sul tema della comunicazione ma si occupa più di semiologia, tra l’altro con una qualità riconosciuta a livello nazionale, ma in ogni caso una nomina che io apprezzo.
Questo per quanto riguarda la presidenza, quindi ci tengo a sottolineare, nonostante la non partecipazione al voto, la condivisione di questa nomina sotto un profilo qualitativo, sotto il profilo personale della persona. Però, collega Monari, noi abbiamo prima di tutto il compito di indirizzo.
Non è scritto da nessuna parte, se non nelle leggi che scriviamo noi, che dobbiamo anche nominare le persone. Noi dobbiamo dare degli indirizzi e sono convinto che non basti comunque il curriculum per scegliere delle persone idonee, però potremmo affiancare in queste cariche apicali persone espresse dalla politica e anche persone espressa dalla società civile. Dovremmo incentivare il sistema delle consulte, fare in modo che anche gli utenti - penso ad esempio alle associazioni dei genitori, e sappiamo quanto oggi i media impattano sull’educazione dei minori - possano eleggere figure di garanzia. Non deve essere solo la politica in una società con una visione nuova, non dirigista, a individuare persone con cariche di responsabilità per svolgere funzioni pubbliche ma dovremmo riuscire a ripensare questa legge, allargando la platea e aprendoci di più a un controllo pubblico e facendo crescere una cittadinanza attiva e cosciente. Questa legge invece è una legge che ricalca un vecchio metodo di fare politica, che prende comunque spunto dalla lottizzazione.
Io non so se ci sono amici o non amici ma so che il CORECOM è stato per anni un postificio, sotto un profilo delle cariche apicali un carrozzone sovradimensionato e infatti oggi sono molti meno i componenti e il CORECOM svolge lo stesso il suo ruolo.
Cosa ha fatto negli anni passati la politica prima della crisi, quando c’erano soldi in abbondanza e si faceva debito pubblico? La politica mangiava, ha costruito enti su enti inutili mettendo cariche dove finivano anche gli amici degli amici. Oggi sono finiti i canditi forse e le cose cambiano, i componenti sono diminuiti, le cariche comunque hanno un curriculum degno ma in ogni caso questo tipo di legge è una legge che si colloca nell’ambito della vecchia politica e questa modalità di svolgere le nomine - la nomina è una cosa e l’atto di indirizzo è un’altra - è una modalità che non possiamo definire giusta e corrispondente a una volontà, come più volte ha dichiarato il Presidente Errani, di coinvolgimento della società civile e di trasparenza.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Sono felice che il collega Monari abbia colto la filosofia, l’essenza e il contenuto del mio intervento, anche se credo che non l’abbia in alcune parti ben compreso. Qui il punto non è nella competenza delle persone - mi sembrava di averlo spiegato - anche se su alcune persone o su una persona si potrebbe discutere ma non mi sono abbassato prima a questo livello e non lo farò neanche adesso. Qui c’è un concetto che non è la visione burocratica dell’azione delle persone che noi andiamo a nominare all’interno di un ente perché questo non è un ruolo burocratico ma tecnico, che dovrebbe offrire delle garanzie di competenza e soprattutto di indipendenza, e l’indipendenza, comunque la mettiamo e comunque la vogliamo girare questa frittata, non può nascere da una nomina politica perché comunque esiste un debito di qualunque tipo, anche nell’ultimo recondito nascosto all’interno di ognuno di noi.
Questo è un problema generale, a partire dalla Corte costituzionale per finire al Consiglio di amministrazione di Hera - non è un problema solamente di questo organo - ed è una visione di gestire la cosa pubblica evidentemente sulla quale siamo diametralmente opposti. Tanto la discussione su questo potrebbe essere infinita e non è forse il caso di affrontarla in questa sede, anche perché questo è solamente un pretesto. Certo che sentirsi dire dal capogruppo del PD che governa questa regione dalla sua nascita che non ha amici ai quali si devono garantire delle poltrone, è una perla che conserverò e porterò con me per sempre e la racconterò ai miei nipoti davanti al camino.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: Grazie. Presidente, colleghi, se questa fosse una riunione di partiti politici probabilmente gli interventi che ho ascoltato del consigliere Defranceschi e del consigliere Favia avrebbero una sostanza significativa. Purtroppo, non per responsabilità loro, ma per responsabilità della politica, per la crisi che investe la politica nel suo rapporto di fiducia con i cittadini, per gli errori fatti, per le riforme mancate, si è portati a considerare tutto politico. Questo consesso è un luogo ritenuto la riunione "dei partiti politici". Vengono meno alcuni fondamentali!
Poi mi si può anche rispondere dicendo "guardate che è stata la politica a farli venir meno", ma a me non interessa, perché inizio a chiedere i nomi e i cognomi, perché non tutti si comportano allo stesso modo e c’è materia per molti dibattiti in molti luoghi diversi tra di loro. Fare una strisciata di tutti uguali non fa bene alla trasparenza, alla società civile, al cambiamento della politica. Certo, a mio giudizio, e non è da oggi che lo propongo, servirebbe un’idea di governance dove le varie autonomie sono tali e ciascuno fa il suo mestiere (la politica, le istituzioni, le economie, i sindacati, le associazioni) e allora si parlerebbe meglio e con più forza di società civile visto che è sufficiente nominare oggi una persona che non ha mai fatto politica per ritenerlo un rappresentante della società civile.
Anche questa, Defranceschi, Favia e cari colleghi Consiglieri, è una grave distorsione, perché uno per essere a posto deve assolutamente non aver fatto niente di quella roba lì nella propria vita e anche questa è una gravissima distorsione. E allora mentre deve riformarsi la politica e i sistemi con cui si fanno controlli e i cittadini partecipano, e su questo ritengo che sia aperta una discussione proficua, in quest’Aula parzialmente affrontata in alcuni passaggi, nel frattempo, mentre c’è la transizione, quali sono i binari su cui ci si deve muovere? Sono: professionalità, trasparenza e indipendenza ed è qui un punto di demarcazione e non di condivisione con l’intervento di Defranceschi, perché Defranceschi ha detto in modo chiaro che esiste un "debito" comunque lo si voglia chiamare. È roba da magistrati, questa, e non da sede politica o da sede istituzionale, perché se una persona che dimostra alto senso di responsabilità, professionalità, trasparenza, indipendenza, comunque lo si ritiene in debito perché è un’istituzione, non un agglomerato di partiti riuniti in una sede impropria, ma un luogo dove si è eletti dai cittadini, quindi autonomo dai partiti, se lo si ritiene quello un atto di quel tipo, lì allora entrano in campo degli altri soggetti che ci devono guardare, oltre a noi che dobbiamo fare le nomine.
E questo è già un modo per iniziare a riformare la politica, non perché intervengono le forze speciali, ma perché ciascuno impara a stare al suo posto e ad esercitare la propria autonomia di giudizio e la propria responsabilità. E allora se siamo di fronte, come viene testimoniato anche da chi le critica, a personalità indiscusse, non ci si può fare da paravento con l’altro concetto perché è inutile dire "io non mi abbasso a fare una discussione di questo tipo", perché né ci si abbassa né ci si alza. Il tema è indipendenza, trasparenza e professionalità, perché quello è il cuore che può consentire il no a qualsiasi determinazione fuori dall’esercizio della propria responsabilità, in qualsiasi luogo, compreso un partito politico, perché si può stare in un partito politico ricevendo degli ordini o ci si può stare con dignità, trasparenza e capacità di fare la battaglia. Già questo è un pezzo della riforma. Io ritengo che oggi dagli interventi che ho ascoltato sia... (il Consigliere risponde ad una interruzione...) anche contando niente, il prezzo che si paga a volte per l’indipendenza di giudizio, anche contando niente o poco), io ritengo che oggi abbiamo ascoltato degli interventi che vogliono partire dall’idea di riformare, ma concretamente compiono un ragionamento che fa fare salti indietro alla possibilità di riformare la politica. Non certo i titoli, ma i modi come vengono declinati. Così. Penso di essermi spiegato, penso che molto dipenda dal tipo di scelta che facciamo, di merito, e molto dipenda dalla responsabilità di far sì che le scelte corrispondano ad un percorso di autonomia, trasparenza e competenza.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.
PARUOLO: Grazie, presidente. Le motivazioni addotte in quest’Aula dai colleghi Defranceschi e Favia per motivare la loro non partecipazione al voto sono motivazioni, per come le ho capite io, di tipo generale e quindi non tanto legate nello specifico alla votazione che stiamo facendo quanto alla prassi di nomina, in questo caso di un organismo, da parte dell’Assemblea legislativa della Regione, quindi da un’Assemblea di politici eletti che sono in questo contesto chiamati a esprimere con il voto che stiamo svolgendo le nomine di cui ci stiamo occupando.
Siccome il tema tocca in generale la riforma della politica, ciò che dovrebbe essere fatto, vorrei dire in molto rapido la mia, cioè che non credo che l’affermazione, che la spogliazione della classe politica di ogni responsabilità che riguarda l’individuazione di nomi - il discorso non è generalizzabile a tutto ma dipende da che cosa si sta scegliendo - credo che sia un aspetto su cui comunque sia corretto che la politica faccia anche le sue scelte e venga anche giudicata. Se la politica dovesse avere semplicemente una funzione di regia rispetto a una macchina burocratica che va avanti per la sua strada, il rischio che io vedo è quello che poi vengano fatte lo stesso delle scelte discutibili ma nessuno ne porti la responsabilità.
Credo che da questo punto di vista una seria riflessione dovrebbe essere fatta in tutto il nostro Paese sull’utilizzo dei concorsi che a volte servono effettivamente per selezionare la persona migliore, altre volte servono per ratificare scelte che in qualche misura sono "nell’aria" senza che nessuno ne porti delle responsabilità. Da questo punto di vista credo invece che se le scelte avvengono di fatto in modo discrezionale, sia preferibile che ci siano delle persone che firmino la responsabilità di quelle scelte. A livello universitario in alcune occasioni uno vede dei fenomeni in cui dice che avrebbe preferito vedere nomi e cognomi e la responsabilità dei commissari che hanno partecipato a quel concorso rispetto a certe nomine e mi piacerebbe legare un pezzo della loro retribuzione alla performance e alla capacità dimostrata dalle persone che sono state selezionate in quel concorso. Si tratta di ricondurre anche a una logica di responsabilità.
In questo senso a volte partono delle campagne di stampa che mirano sostanzialmente a dire che il ruolo della politica deve essere quello di far fare ad altri delle scelte che invece la politica, a mio avviso, è chiamata a fare, quindi vedo con favore quello che hanno fatto per esempio negli enti locali, come il Sindaco di Bologna che ha nominato delle Commissioni che scremano delle candidature e che poi portano però all’attenzione dell’organismo politico una rosa di persone su cui poi vengono fatte delle scelte motivate. Questo viene fatto anche in Provincia di Bologna e in altri luoghi.
Qui è stata fatta un’istruttoria in Commissione per quel che riguarda la segnalazione delle candidature, credo sia quindi opportuno confrontarsi anche con quelli che sono degli input sul valore delle nomine che vengono fatte però credo anche personalmente non sia da accettare l’idea che l’unico modo che ha la politica per poter affrontare un proprio rinnovamento sia quello dello spogliarsi del potere di decisione. Io credo che sulle nomine ci possa essere una possibilità di esprimere qualità e che poi la politica debba essere anche giudicata sulla base di questo mentre altre volte percorsi che vengono lasciati dal punto di vista tecnico semplicemente in un alveo a sé stante, consentono comunque di dire che "noi non c’entriamo, è stata una scelta tecnica".
In questo senso credo davvero che l’ottica della responsabilità, della trasparenza, della capacità di rendicontare, dell’affidare ai cittadini il giudizio sull’operato sia un modo di fare politica in modo nuovo e non sia invece da accettare il sillogismo che poiché tanto si è sbagliato in passato, senza controllo, trasparenza e la capacità di verificare quali sono stati gli esiti delle scelte fatte, allora per forza l’unico modo è quello che la politica esternalizzi la sua capacità di scelta. La politica scelga e dia ai cittadini le informazioni necessarie per poter giudicare le sue scelte e per poter valutare l’operato dei politici da questo punto di vista.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Paruolo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Anche io vorrei tornare per pochi minuti sui problemi che hanno sollevato il consigliere Defranceschi e il consigliere Favia, che hanno posto un problema di metodo. In pratica loro sostengono che bisognerebbe trattare questi organismi come se fossero delle authority e dotarli tutti della necessaria autonomia e indipendenza. Secondo me l’obiettivo che sostenete è del tutto giusto e condivisibile, come ci si possa poi arrivare credo che dovrebbe essere oggetto di una discussione un po’ meno ideologica. Perché un organismo abbia le condizioni di autonomia e indipendenza, nel nostro Paese, come negli altri - c’è molta retorica sugli altri Paesi - deve avere innanzitutto delle persone che hanno delle competenze e deve avere delle risorse adeguate.
In questo caso, quello che mi suona un po’ strano è che avete fatto attestati di competenza apprezzabili sulla persona di cui abbiamo discusso e poi sostenete però che questo non è il metodo giusto. Ma il metodo qual è? Perché qualsiasi authority nel nostro Paese, come in altri, viene comunque nominata dalla politica. Siccome - scusate se vi accumuno anche se so che le storie ormai sono un po’ diverse - gran parte dell’ideologia dei Cinque Stelle viene direttamente dalla prassi degli Stati Uniti, tant’è che avete buoni rapporti con l’ambasciatore americano e Grillo sta per andare a fare un viaggio in America, negli Stati Uniti le authority le nomina la politica e c’è uno spoils system terrificante, per cui quando cambia il Presidente cambia tutto. Poi è ugualmente un’authority indipendente con gli strumenti per intervenire, però un conto è che sia un’authority che risponda a un Presidente che è stato eletto coi voti delle lobby delle armi un conto è che siano authority che rispondono a un Presidente che è stato eletto con i voti della lobby della comunicazione e dell’economia verde, che sono due cose completamente diverse.
Quindi non c’è uno strumento oggettivo per scegliere una persona che è oggettivamente competente e riconosciuta da tutti, perché a un certo punto c’è un passo di responsabilità politica che deve essere assunto. Avete fatto l’esempio di Hera, o meglio dell’atto regionale, e quella è una cosa diversa. Sull’atto regionale si poteva discutere se è giusto che a esercitare una funzione di indirizzo siano Sindaci che in realtà sono tutti in conflitto di interesse perché sono proprietari anche in quota consistente delle aziende come Hera o come le altre. Questo è un altro discorso.
Per quello sì che si poteva fare un’authority e abbiamo deciso di non farla. Finisco rapidamente il mio intervento per dirvi che a un certo punto si assicura indipendenza e capacità di intervenire a un organo se lo si mette in grado, scegliendo le persone adeguate, per competenza e libertà, anche personale, di esercitare fino in fondo il proprio ruolo, ma c’è una decisione e un’assunzione di responsabilità politica che non può essere demandata a nessun altro. Tocca a noi farlo, toccherebbe anche a voi e mi dispiace che ogni tante vi prendiate paura di questa responsabilità che anche a voi competerebbe.
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Naldi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Breve ma intensa. Rispetto alla sollecitazione che proviene dai due colleghi Favia e Defranceschi che comprendo e che mi sento anche in parte di condividere, fermo restando quella che è la nostra legge regionale sulle modalità per disciplinare l’elezione dei componenti di questo organismo. Credo, forse sulla base anche di un’esperienza personale che ho vissuto anche in questa occasione, e, probabilmente anche per il fatto che non sempre si ha l’opportunità di prendere interamente visione dei curriculum, che non sempre la presa visione di questi curriculum consente di avere una percezione chiara anche delle persone che vengono sottoposte per il rinnovo di questo incarico. Questo sto pensando a voce alta, colleghi, ovviamente non in questo caso perché ormai la legge è questa e quindi siamo chiamati a rispettarla. In futuro potrà essere opportuno, ed è un suggerimento che sottopongo anche ai colleghi Favia e Defranceschi rispetto l’ idea di adottare una modalità che metta a bando l’individuazione di questi componenti, prevedere che comunque sia, quando noi sottoponiamo dei curriculum, questa sottoposizione sia anche accompagnata in Commissione da un’audizione dei candidati stessi. Questo perché probabilmente attraverso questo strumento, cioè attraverso anche la conoscenza personale e l’ascolto dei candidati, la loro presentazione, le domande che possiamo sottoporre a queste persone, possiamo integrare la conoscenza, fugare determinati dubbi che spesso ogni tanto ispirano alcuni di noi sul timore che queste selezioni avvengano su base cencelliana. Modalità che effettivamente un po’ disturba. Mi rendo conto che rispetto ai candidati, sia in termini di Presidenza sia di componenti del Comitato, effettivamente non ho l’onore di conoscerli e quindi mi sono un po’ basato su una valutazione sommaria, ma se avessi avuto anche l’opportunità di conoscerli e di poter fare alcune domande forse la selezione sarebbe stata meno passiva ma più attiva. Tutto questo per cercare di dare un contributo costruttivo rispetto alla discussione che è stata promossa dai colleghi Favia e Defranceschi. In questo senso valuterò in futuro se è opportuno anche che non ci si limiti solo ai curriculum ma che ci sia invece una presenza accompagnata da un’audizione dei candidati stessi. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Noè.
Non ho più nessuno in dibattito generale, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Mi scusi ma non ci sto a sentirmi dire che l’intervento è retorico o che non ci si vuol prendere delle responsabilità. Io la retorica la trovo in quest’Aula. Ma chi prendiamo in giro? Ma chi avete nominato in Ervet? Chi avete nominato in ERGO? Quando si dice dei saggi del sistema del Comune di Bologna, se ne sono infischiati delle regole. Anche questa politica - questa di oggi - non può parlare e deve stare in silenzio quando si parla di mettere persone senza competenza in posti chiave perché se ci fosse stata responsabilità da parte dei nostri dirigenti politici oggi non faremmo questi discorsi e accetteremo anche le nomine politiche. I nomi li ho fatti e se volete li rifaccio. È due anni che li faccio. Non dite a noi che facciamo retorica perché abbiamo dei fatti concreti e non li tiro fuori per decenza.
Quello che forse non è stato capito è che qui nessuno vuole togliere le responsabilità alla politica ma vogliamo semplicemente allargare la platea, mettere vicino a nomine politiche anche delle altre nomine che controllino, mettere insieme società civile e politica. La politica deve essere presente, deve anche indicare delle persone quando queste hanno incarichi che sono anche di indirizzo politico, ma noi abbiamo semplicemente, io almeno, che ho posto degli accenti diversi rispetto all’intervento del collega Defranceschi - quello che fa Grillo oggi non mi interessa nulla, perché sono libero e dico semplicemente ciò che penso - riconoscendo il valore della nomina di Giovanna Cosenza, dico che il Presidente Errani ha fatto una buona nomina ma ho, con degli argomenti, specificato perché non condivido questa modalità di elezione o perlomeno non la condivido in toto, e penso che oggi, com’è successo nelle legge sull’ATO, che per molti aspetti è stata un’ottima legge, è stata prevista la partecipazione anche degli utenti. Allora credo che purtroppo per colpa della politica oggi anche queste leggi, per dare garanzie ai cittadini, debbano aggiornarsi.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Confermare anche per questo oggetto la mia non partecipazione al voto. Colgo l’occasione per fare gli auguri ai tre membri del CORECOM di buon lavoro e di garantire uguale rappresentanza di tutti i partiti dell’Assemblea, di essere in grado di giudicare serenamente in modo indipendente le eventuali parzialità o imparzialità della comunicazione istituzionale nei compiti che gli saranno demandati.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Mi dispiace che il collega Favia abbia perso la pazienza ma non ho avvertito delle sfumature polemiche nei confronti del suo intervento specifico, ancorché con una velatissima distinzione dal collega Defranceschi abbastanza omologo. Questo lo dico a beneficio della memoria di Beppe Grillo e di Casaleggio che sicuramente saranno contenti che il collega Favia in questo caso abbia battuto la stessa pista del Movimento 5 Stelle dal quale si è da qualche tempo dissociato, però in realtà mi dispiace perché gli interventi non erano in risposta polemica, non ho polemizzato io, non ha polemizzato il collega Montanari, men che meno il collega Paruolo, ci siamo limitati a sottolineare un vulnus di democrazia, di partecipazione e di rappresentanza. Su questo possiamo anche convenire. Non viviamo su Marte e ci rendiamo conto dei cambi della società e della fase politica in cui viviamo.
Ci sono contraddizioni, è vero, dentro le aule delle istituzioni, però in questo caso, nel caso di questa mattina, ho sentito gli interventi e ho la sensazione che gli interventi siano più dovuti che voluti perché non siamo in questo campo. Peraltro il CORECOM, diversamente da altre authority dove anche a mio avviso la presenza degli utenti, ovvero dei cittadini, sarebbe necessaria, e questo lo sanno sia il consigliere Favia sia il consigliere Defranceschi, perché ne abbiamo parlato diverse volte anche in incontri con delegazioni esterne dove abbiamo tenuto la stessa posizione, il CORECOM dicevo, ha anche delle specificità e delle peculiarità che travalicano lo stesso territorio regionale perché ha delle competenze specifiche che deve in ogni caso mediare con gli altri CORECOM delle altre regioni e con l’autorità nazionale che a mio avviso stringono un po’ il campo sulla competenza nel merito. È un po’ come, ma la faremo quando ci sarà da proporre, la nomina del nuovo difensore civico.
Il difensore civico è uno solo, e sarebbe sbagliato se fosse un comitato di difesa civica, emergerebbe un problema a mio avviso ed è per questo che parlavo di burocrazia. Non per dire che stiamo compiendo un gesto burocratico oggi noi, ha ragione il consigliere Montanari quando dice che oggi stiamo compiendo un gesto istituzionale e anzi quando l’Aula esprime voti su persone è il momento dove l’esercizio del singolo Consigliere regionale, come del singolo parlamentare in Parlamento, è spogliato dalla disciplina di partito, e lo dico come Capogruppo oltre che come Consigliere regionale. Se non c’è il pieno convincimento sul nome proprio di persona che si sta votando è corretto non votare e motivare anche il perché ovviamente ma non si tratta di questo.
Abbiamo fatto una discussione a mio parere positiva esprimendo opinioni in alcuni casi divergenti e in altri convergenti, forse ci sono degli organi che possono essere votati dall’Aula cambiando il criterio di selezione. A questo proposito ho sentito parlare di un bando e va benissimo, la consigliera Noè diceva di portare in Commissione i candidati in modo tale che oltre a presentare i loro curriculum raccontino la loro professionalità ai commissari Consiglieri regionali e va benissimo. Non siamo contrari alla modifica delle modalità, però ridurre questo dibattito di questa mattina su questi nomi a una questione dove leggo i lanci d’agenzia e il titolo è "Poltronificio", questo, colleghi, non è corretto, perché ogni colpo inferto all’istituzione è un colpo inferto a noi stessi e io a questo gioco, vi ringrazio, non voglio partecipare. Quindi voteremo convintamente i nomi proposti alla Presidenza dell’Assemblea. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
Non ho nessun altro iscritto a parlare in dichiarazione di voto, per cui chiudo la fase delle dichiarazioni di voto.
Ricordo che gli scrutatori sono i consiglieri Paruolo, Moriconi e Manfredini. Ricordo che si può votare un solo componente per scheda e ricordo inoltre che le candidature sono: Marina Caporale e Mauro Raparelli. La V Commissione ha dichiarato l’ammissibilità di entrambe le candidature.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 4078, con votazione segreta, a mezzo schede.
Prego il consigliere-segretario Corradi di procedere all'appello nominale dei signori consiglieri per l'inserimento della scheda nell'urna.
Il consigliere-segretario Corradi effettua l'appello dei consiglieri:
AIMI Enrico
presente
ALESSANDRINI Tiziano
presente
BARBATI Liana
presente
BARBIERI Marco
presente
BARTOLINI Luca
presente
BAZZONI Gianguido
presente
BERNARDINI Manes
presente
BIGNAMI Galeazzo
(assente)
BONACCINI Stefano
presente
CARINI Marco
presente
CASADEI Thomas
presente
CAVALLI Stefano
presente
CORRADI Roberto
presente
COSTI Palma
presente
DEFRANCESCHI Andrea
non partecipa al voto
DONINI Monica
presente
ERRANI Vasco
(assente)
FAVIA Giovanni
non partecipa al voto
FERRARI Gabriele
presente
FIAMMENGHI Valdimiro
presente
FILIPPI Fabio
presente
GARBI Roberto
presente
GRILLINI Franco
presente
LAVAGETTO Giampaolo
(assente)
LEONI Andrea
(assente)
LOMBARDI Marco
(assente)
MALAGUTI Mauro
(assente)
MANDINI Sandro
(assente)
MANFREDINI Mauro
presente
MARANI Paola
presente
MAZZOTTI Mario
presente
MEO Gabriella
presente
MONARI Marco
presente
MONTANARI Roberto
presente
MORI Roberta
presente
MORICONI Rita
presente
MUMOLO Antonio
presente
NALDI Gian Guido
presente
NOÈ Silvia
presente
PAGANI Giuseppe Eugenio
presente
PARIANI Anna
presente
PARUOLO Giuseppe
presente
PIVA Roberto
presente
POLLASTRI Andrea
presente
RIVA Matteo
presente
SCONCIAFORNI Roberto
presente
SERRI Luciana
presente
VECCHI Alberto
(assente)
VECCHI Luciano
presente
ZOFFOLI Damiano
presente
PRESIDENTE (Costi): Procedutosi alla votazione a mezzo schede e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
42
Assenti
8
Votanti
40
Voti a favore della sig.ra Marina Caporale
21
Voti a favore del sig. Mauro Raparelli
9
Schede bianche
5
Schede nulle
5
Proclamo nominati quali componenti del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) i signori Caporale e Raparelli.
A tutti chiaramente, a nome dell’Assemblea, al Presidente e ai due componenti gli auguri di un buon lavoro che io auspico, sia come il Comitato uscente, che devo dire ha restituito a quest’Aula un lavoro riconosciuto da tutti, anche per essere stati super partes rispetto alle problematiche.
La Presidenza al Vicepresidente Mandini per l’esame dei progetti di legge.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
OGGETTO 3220
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pagani, Monari, Barbati, Sconciaforni e Naldi: «Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate». (Testo base) (61) (Relazione e discussione)
(Ordine del giorno oggetto 3220/1 - Presentazione e discussione) (85)
OGGETTO 3773
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Bignami e Pollastri: «Norme in materia di Gioco d'Azzardo Patologico ed esercizio di attività di gestione delle sale da gioco e degli altri punti della rete fisica di raccolta del gioco». (Abbinato)
OGGETTO 2655
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: «Interventi di promozione del gioco misurato, responsabile e consapevole, promozione di interventi di prevenzione per contrastare le dipendenze patologiche da gioco». (Abbinato)
OGGETTO 2654
Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: «Disposizioni per l'accesso consapevole e responsabile al gioco lecito». (Abbinato)
PRESIDENTE (Mandini): Buongiorno a tutti. Riprendiamo dai progetti di legge.
Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Politiche per la salute e Politiche sociali" nella seduta del 17 giugno 2013, la relatrice della Commissione è la consigliera Liana Barbati, che ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale, per la quale serve il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri presenti.
Vista la richiesta della relatrice, passiamo alla votazione per l’autorizzazione alla relazione orale con dispositivo elettronico.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Mandini): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
30
Assenti
20
Favorevoli
30
Contrari
--
Astenuti
--
L’Assemblea autorizza la relazione orale.
Prego, consigliera Barbati.
BARBATI, relatrice: Grazie, presidente. Il gioco d’azzardo consiste nell’attività di scommettere o puntare una determinata somma, a volte anche un altro bene, e di pensare che l’esito del gioco sia determinato da abilità mentre a volte si basa solo ed esclusivamente sul caso. Com’è noto, e come più volte sottolineato nelle sedi istituzionali, anche dai media, il gioco d’azzardo ha assunto in Italia un volume e una dimensione particolarmente rilevanti anche a fronte di una sponsorizzazione commerciale facilmente percepibile dati gli innumerevoli messaggi pubblicitari presenti sui canali di comunicazione. La capillare diffusione del gioco d’azzardo implica tra l’altro drammatici corollari dal punto di vista sociale e sanitario da parte dei soggetti ad alta vulnerabilità appartenenti a categorie sensibili. La pratica del gioco d’azzardo può infatti sfociare in una vera e propria dipendenza comportamentale. In questo caso diventa gioco d’azzardo patologico e un disturbo progressivo caratterizzato dalla continua e periodica perdita di controllo in situazioni di gioco, dalla compulsività nel giocare e di reperire le risorse per continuare a farlo, dal pensiero irrazionale, dalla reiterazione del comportamento, senza pensare alle conseguenze negative sulla salute della persona ma anche dal punto di vista economico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce il gioco d’azzardo come una forma morbosa che presenta tutti i caratteri della malattia e rientra secondo la classificazione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali nella categoria dei disturbi del controllo degli impulsi. Oltre alle conseguenze di carattere sanitario, che attengono al benessere psicofisico dell’individuo, il gioco d’azzardo patologico ha ormai conseguenze sociali e finanziarie. Infatti i soggetti affetti da gap, per brevità, presentano un elevato rischio di compromissione finanziaria personale con ripercussioni nell’ambito familiare e sociale e senza contare poi i costi per la collettività che gravano a carico del servizio sanitario e dei servizi sociali per realizzare interventi di prevenzione, cura e riabilitazione. Vogliamo oltretutto precisare, ma magari è a conoscenza di tutti, che oltre alle problematiche socio-sanitarie al gioco d’azzardo sono sottese anche problematiche di ordine pubblico, come risulta da una relazione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito. A fronte dell’assenza di dati epidemiologici nazionali omogenei, per capire anche quale dimensione ha attualmente il fenomeno del gioco d’azzardo, magari anche con una lettura su base nazionale e regionale, non è consentito delineare un quadro certo in ordine alla diffusione della patologia. Su uno studio che noi abbiamo da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri si evidenzia che in Italia, a fronte di una popolazione totale di 60.418.711, circa il 54 per cento sono giocatori d’azzardo e una percentuale compresa tra l’1,27 per cento e il 3,8 per cento sono giocatori d’azzardo problematici. Particolarmente preoccupante è la diffusione del gioco d’azzardo anche tra le giovani generazioni. Su questo mi vorrei fermare un attimo perché il 16 gennaio scorso alla Camera dei Deputati è stata presentata un’indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia curata da Eurispes e dalla Onlus Telefono Azzurro. In questo report dettagliato si danno delle informazioni molto preoccupanti sulla diffusione di questo tipo di gioco proprio nei bambini di età compresa tra i sette e gli undici anni e degli adolescenti di età compresa tra i dodici e i diciotto anni. Come risulta dal citato documento, per quanto riguarda i bambini dai sette agli undici anni, si desume che il 17,1 per cento ha dichiarato di aver giocato online a soldi, il 25,9 per cento ha dichiarato di aver giocato a soldi non online, per cui sostanzialmente un bambino su quattro risulta coinvolto nel fenomeno del gioco d’azzardo. Per quello che riguarda il videopoker e le slot machine, che sono senza dubbio i dispositivi che destano la maggior preoccupazione, la percentuale di bambini che dichiarano di aver giocato è particolarmente preoccupante (circa 8 per cento). Per quello che riguarda gli adolescenti dai dodici ai diciotto anni, il 12 per cento utilizza il canale online per giocare a soldi, il 27 per cento gioca a soldi con le modalità non online e in particolare dall’indagine risulta che internet raccoglie un cospicuo 39,9 per cento delle preferenze a conferma di come sia il mezzo, luogo, o lo strumento, in cui i giovani sanno destreggiarsi meglio, seguito dalle sale da gioco (17,8) e dai tabaccai (14,4). Non superano la soglia del 10 per cento le edicole, il bingo, i bar e i ristoranti. I dodici e quindicenni optano per giocare più frequentemente online (lo fa il 44 per cento), rispetto al 35,8 per cento dei sedici e diciottenni e nelle edicole lo fa il 6,5 per cento contro il 2,7 per cento dai sedici ai diciotto anni. I tabaccai invece sono più frequentati dai sedici e diciottenni e il 18,7 per cento contro il 10,9 per cento dei dodici e quindicenni, così come il bar e ristorante è preferito dal doppio dei ragazzi più grandi. Mi sono soffermata su questi numeri perché credo che questo dia ormai l’idea di come si sia diffuso il gioco d’azzardo in Italia.
Come anticipato, il gioco produce un volume di affari particolarmente rilevante, tant’è che dal Dipartimento politiche antidroga risulta che nel 2011 il volume di affari complessivo è stato pari a 79,9 miliardi di euro, le entrate erariali sono ammontate a 8,7 miliardi di euro e quelle dei concessionari o gestori a 9,7 miliardi di euro. Siamo di fronte a un fenomeno veramente preoccupante e non con poco rammarico devo rilevare che la tassazione operata sui giochi leciti è stata praticata in modo progressivamente inferiore nel senso che le forme di gioco più recenti e maggiormente insidiose risultano essere quelle meno interessate alla pressione erariale.
Dai dati elaborati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dai Monopoli di Stato risulta che la percentuale di tassazione sul superenalotto è pari al 44 per cento circa e gli introiti da slot machine sono tassati solo per il 12,6 per cento e quelli delle videolottery solamente per il 3 per cento. Lascio ai colleghi, ciascuno per parte sua, una riflessione su questo profilo.
A fronte di questa problematica, che ha assunto aspetti così endemici, la Regione, pur nell’incertezza del dato normativo nazionale, non può esimersi dall’intervenire con un progetto di legge fortemente voluto e ampiamente condiviso dalle forze politiche sensibili alla drammaticità del gioco d’azzardo. C’è stato un proficuo dibattito in Commissione in cui sono seguite delle modifiche suggerite dalla dialettica collaborazione di tutti, è stato licenziato un testo di legge che consente a tutte le realtà istituzionali di dare alcune risposte alle istanze di prevenzione e contrasto del fenomeno. Il progetto di legge oggi in discussione si propone di introdurre una serie di interventi, strumenti e azioni preordinate a contrastare, prevenire e ridurre questo rischio, soprattutto per quel che riguarda l’art. 1. Più in particolare il provvedimento legislativo prevede la promozione di interventi socio-sanitari, anche sperimentali, di prevenzione, cura, riabilitazione della ludopatia e delle patologie ad essa correlate, l’erogazione di contributi a favore delle associazioni di settore iscritte negli appositi albi regionali, la realizzazione di campagne informative e di educazione di informazione e di sensibilizzazione. L’art. 2 dispone che l’Assemblea legislativa, su proposta della Giunta, approvi un piano integrato triennale per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza; la finalità perseguita è quella di predisporre un atto programmatico che definisca le iniziative di sensibilizzazione e di formazione anche in collaborazione con l’associazionismo, le ASL, gli operatori di polizia locale, gli esercenti dei servizi e la collettività regionale. L’art. 3 prevede che la Regione possa erogare contributi ai soggetti attuatori degli interventi previsti, la tracciabilità dei contributi eventualmente erogati dalla Regione onde evitare dispersioni e distrazioni di fondi pubblici. L’art. 4 promuove la sperimentazione di trattamenti socio-sanitari, di completa presa in carico della persona affetta da ludopatia, la finalità quindi è quella di proseguire e cristallizzare a livello legislativo l’esperienza positiva del progetto regionale denominato Pluto, analogo a quello attivato in Piemonte e Toscana, nell’ambito del quale la persona affetta da ludopatia viene accolta e assistita in strutture dedicate.
Propedeutico alla programmazione e all’attuazione degli interventi sanitari citati da parte della Regione delle funzioni di osservatorio sulle problematiche connesse al gioco è l’art. 5. A tal proposito si ritiene opportuno precisare fin d’ora che il progetto di legge non prevede l’istituzione di un nuovo organismo bensì pone in capo alla Regione funzioni di monitoraggio da esercitarsi da parte delle strutture regionali già esistenti, quindi senza costi aggiuntivi a carico del bilancio. L’art. 6 del progetto di legge disciplina le modalità di apertura, la localizzazione e la gestione delle sale da gioco, prevedendo tra l’altro che all’interno delle sale siano esposti prospetti informativi sui rischi connessi al gioco, sulle forme patologiche ad esse correlate nonché test di verifica a cui ciascun soggetto può sottoporsi per accertare il personale rischio di dipendenza.
In ordine alla localizzazione urbanistica delle sale da gioco, abbiamo anche presentato un emendamento oggi perché si rimanda ai Comuni la relativa potestà di scelta in conformità a quanto sarà previsto dalla pianificazione nazionale attuativa del Decreto Balduzzi. Abbiamo infatti faticato molto visto l’astrusità anche e a volte l’incomprensibilità del Decreto Balduzzi e dell’inerzia in questo momento dell’esecutivo nazionale a trovare una formula che potesse aiutare i Comuni ad affrontare questi problemi.
È importante quindi che questa Regione solleciti il Governo a completare il percorso normativo e a fornire così un quadro certo. L’art. 7 prevede, al fine di disincentivare la diffusione, di istituire un marchio regionale Slot free Emilia-Romagna da rilasciare agli esercizi che non installano apparecchiature di gioco, e devo dire che questo articolo risponde anche addirittura a delle richieste di esercenti stessi che sono stanchi di vedersi nel proprio locale persone che si rovinano con l’apparecchio da gioco. L’art. 9 del progetto prevede infine la clausola valutativa e quindi demanda alla Giunta di elaborare una relazione triennale che ci fornisca eventualmente interventi e risultati. Credo che sia importante che questa Regione oggi fornisca ai Comuni e anche ai cittadini stessi e agli esercenti uno strumento per combattere questo fenomeno. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Barbati.
Apriamo la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Questo tema purtroppo è ormai da tempo sotto i riflettori degli enti locali, delle associazioni, dei servizi socio-sanitari per le conseguenze che la sua diffusione sta assumendo. Negli ultimi tempi, grazie a leggi permissive liberalizzanti, anzi negli ultimi anni, si è assistito al proliferare presso pubblici esercizi di macchinette automatiche, slot e videopoker, la cui presenza consente ai titolari di aumentare i ricavi grazie al maggior afflusso di persone e alla percentuale sugli incassi. Sono nate anche tante sale da gioco dedicate esclusivamente a questo tipo di attività.
In Italia la spesa è passata dai 14,3 miliardi di euro del 2000 agli oltre 79 miliardi di euro del 2011, di cui 6,3 miliardi di euro spesi nella sola Emilia-Romagna. Naturalmente, con riferimento al gioco legale.
La diffusione di questi strumenti, però, si è trasformata in una vera e propria piaga sociale, a farne le spese soprattutto persone con redditi medio-bassi, pensionati, disoccupati, studenti, che, arrivando a giocare in modo compulsivo, rimangono praticamente sul lastrico o si creano dei debiti danneggiando sé stessi, le famiglie, ma anche, alla fine, la collettività, poiché di questi casi si fa carico il Servizio socio-sanitario regionale, attraverso i sistemi di antidipendenza dei SERT.
Una vera e propria malattia, una vera e propria piaga. A livello nazionale, sono 800 mila le persone con dipendenza patologica da gioco d'azzardo, ma gran parte di queste sono giovani o giovanissimi, e quasi 2 milioni sono le persone a rischio di dipendenza da gioco. L'incalzare della crisi economica rende questo tema di bruciante attualità, e proprio per questo tutte le forze politiche si sono messe in moto per trovare, pur nelle difficoltà - per chi dei colleghi ha assistito, come me, alla pubblica udienza conoscitiva - degli strumenti per arginare questo triste fenomeno.
A giocare sono il 70,8 per cento di coloro che hanno un lavoro a tempo indeterminato, il 73 per cento dei disoccupati, l'80,2 per cento dei lavoratori precari e l'86,7 per cento dei cassintegrati. In realtà tutti costoro sperano, con vincite facili, di riscattare la propria precaria situazione sociale.
Fin da subito, da quando si è insediata quest'Assemblea legislativa, il gioco d'azzardo è diventato terreno di confronto e dibattito, anche nella nostra Regione. Ricordo di aver presentato subito un’interrogazione, un atto ispettivo, per verificare quali fossero gli ambiti di competenza effettivi e per comprendere gli spazi di manovra di un eventuale intervento legislativo. Mi fu fornita una risposta ufficiale dall'assessore Melucci, dalla quale risultava che sia la Regione sia i comuni si erano mossi in maniera autonoma, ricevendo però poi denunce dalle società di installazione e di gestione delle cosiddette macchinette, e quindi praticamente avendo le mani legate da una legislazione non solo nazionale ma europea che, al contrario, era mirante a favorirne la diffusione e la liberalizzazione.
Sono stati presentati, quindi, quattro progetti di legge, naturalmente con la formula, secondo il regolamento che disciplina il funzionamento dell'Aula e dei percorsi amministrativi degli atti, dell'abbinamento, come si vede oggi e in commissione, ad un progetto di legge. Uno della maggioranza, del Partito Democratico, uno del Movimento 5 Stelle, uno dell’UDC ed uno da parte del Pdl. Vi è stato, peraltro, un tema di discussione: se convenisse fare una proposta di legge alle Camere, in quanto ritenevamo che delle competenze fossero di natura nazionale, riferite al Testo Unico sulla sicurezza. Ma detto questo, al di là degli aspetti giuridici, mi sembra da una valutazione, da una lettura dei testi che le tre proposte, naturalmente, abbiano delle situazioni simili, delle contiguità che riguardano le competenze specifiche della Regione.
Definiscono i principi generali e gli strumenti per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio di dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, in collaborazione con istituzioni scolastiche, enti locali e aziende sanitarie locali, le Asl, terzo settore e associazioni. Si individuano delle misure sanitarie di carattere sperimentale per la prevenzione, per la diagnosi, per la cura e per la riabilitazione. Vengono definiti i caratteri urbanistici - ho visto che è stato presentato un emendamento che chiedo ai colleghi del gruppo di valutare…
(brusio in Aula)
...un emendamento di carattere urbanistico, adesso lo valuteremo insieme con il collega Aimi -, che non possono comunque essere in prossimità di istituti scolastici, di altri luoghi frequentati principalmente da giovani, da luoghi di culto, strutture sanitarie o socio-assistanziali, ricettive di categorie protette.
Si promuovono un'informazione sul tema e la creazione del marchio "Slot free E-R" per i gestori di esercizi commerciali, circoli privati e altri luoghi deputati all'intrattenimento, che scelgono di non installare nel proprio esercizio le apparecchiature per il gioco d'azzardo.
Dicevo che si è aggiunto anche il contributo del nostro gruppo a questa discussione, cercando di individuare una limitazione alla possibilità di ospitare questi giochi, prevedendo che il sindaco, sulla base di regolamenti, conceda l'autorizzazione e la definizione sull’ubicazione delle sale e comunque che questi giochi, assessore, siano distanti da luoghi sensibili. La chiamo in causa, assessore, perché so che ha competenza anche rispetto a questo tema e so che anche lei se n’è fatto carico.
Si parla di rigidi controlli, si parla di sanzioni per i trasgressori, ma è necessaria univocità e chiarezza in quest'azione importante degli enti locali, che finora è lasciata più che altro ad un dibattito caratterizzato da un’incertezza normativa di fondo che, naturalmente, preoccupa tutte le forze politiche. Non si tratta, come abbiamo visto in commissione, di chi è il primo ad installare - è il caso di dirlo, scusi il gioco di parole - una bandierina su questo tema.
Presidente, la legge in sintesi prevede politiche educative, informazioni per esercenti e utenti, politiche sanitarie, politiche urbanistiche, quindi distanze, e la cosiddetta moral suasion, cioè il tentativo di...
(brusio in Aula)
...Sì, ho pronunciato non molto correttamente, ma ci siamo capiti. … Moral suasion che su molti esercenti ha, effettivamente, fatto presa guardando, appunto, a questa piaga sociale.
Molti sindaci del piacentino hanno posto un tema - ho visto in dibattito pubblico, in un convegno che è stato organizzato, se non erro, da un ex deputato della Lega Nord con alcuni sindaci del Pdl, proprio sul tema, e la domanda di fondo era…
(interruzione del consigliere Carini)
...Lo riporto perché è stato uno dei tanti dibattiti, collega Carini, che si sono avuti nella nostra provincia. E la domanda di qualcuno era: ma lo Stato, cosiddetto biscazziere, che incamera soldi da questo drammatico tema, che cosa fa? In sostanza, Presidente, per fare una valutazione - naturalmente poi il dibattito sarà arricchito da riflessioni di colleghi molto più autorevoli di me sul punto - tocca tutti e tocca quei pochi ambiti, in fondo, parliamoci chiaramente, come regione, non abbiamo tantissimi margini per poter incidere e lasciare il segno, ma un'azione politica, collega Pagani, è stata svolta, le riconosco un impegno notevole, serio ed appassionato su questo problema, che tocca tutti noi.
Nonostante lo sforzo che si sta facendo, il mio timore, ma questa è una preoccupazione personale, è che i risultati - è chiaro, dobbiamo agire, fare - faranno fatica ad arrivare o non saranno di grande rilevanza, proprio per questa compulsività che tocca i giocatori.
Vi sono, quindi, politiche sanitarie. La Regione in materia di sanità ha importanti competenze, quindi qui dentro vi sono anche degli aspetti di natura sanitaria.
Qualcuno diceva che l'intervento è tardivo, perché è ormai tanto tempo che il fenomeno è esploso. Ebbene, meglio tardi che mai! Qualcuno obiettava dicendo che arriviamo con delle misure tardive, perché tanti ormai sono già patologicamente malati.
Naturalmente, chiediamo al Presidente della Regione Vasco Errani, con la sua autorevolezza in quanto Presidente della Conferenza Stato-Regioni, di insistere, unitamente ai parlamentari, per una legge un po' più definita, perché il ragionamento è che le direttive europee che stanno a monte danno un chiaro indirizzo verso la proliferazione di questo tipo di attività.
Le preoccupazioni, quindi, sono tante. Credo che alcuni colleghi, che interverranno dopo di me, abbiano presentato delle modifiche. È stato presentato anche un ordine del giorno, che è stato sottoscritto anche dal nostro gruppo, che invita l'esecutivo nazionale a porre in essere le attività giuridico-istituzionali necessarie. È molto più specifico, entra proprio nel dettaglio delle persone affette, come dicevo, dal gioco d'azzardo e sollecita il Governo a convocare la Conferenza unificata.
Vi è, quindi, uno sforzo congiunto, uno sforzo comune, corale. Tutti siamo impegnati a valutare questi atti legislativi, però, ripeto, il tema di fondo, presidente, mi lascia con numerose preoccupazioni, al di là dello sforzo che le forze politiche sul punto intendono fare. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente.
Vorrei iniziare dicendo "finalmente", finalmente, dopo un anno di lavoro ed un percorso tortuoso, tortuoso fino alla fine, perché vorrei ricordare a quest’Assemblea che, su questa materia, vi è un conflitto di competenze: il gioco d'azzardo, che è vietato nel nostro Paese, di fatto, viene regolamentato come gioco lecito dal Testo Unico di pubblica sicurezza, dal Codice civile, dal Codice penale. Questione sulla quale, nell'ultimo anno, è intervenuto per la prima volta un tentativo del Governo, in particolare dell'ex ministro Balduzzi, che ha proposto un testo di legge che è entrato in commissione in maniera positiva, evidenziando aspetti importanti di contrasto e prevenzione al gioco d'azzardo patologico, e n’è uscito, sostanzialmente, ancora una volta, con quasi un nulla di fatto, se escludiamo due aspetti importanti…
(brusio in Aula)
…due aspetti importanti che sono rimasti del primo decreto Balduzzi, poi trasformato in legge, sono l'obbligo di informativa, presso tutti i locali dove si gioca, sia gratta e vinci sia slot-machine sia videolottery, con l'apposizione di un cartello dove è indicato un numero verde che, per quanto riguarda la nostra Regione, è 800033033, e contemporaneamente il divieto di pubblicità nelle fasce protette durante gli spettacoli e le trasmissioni radiotelevisive.
È rimasto solo questo, è rimasto solo questo per contrastare un fenomeno che porta con sé degli elementi che sono già stati citati in quest'Aula, ma che vorrei ricordare brevissimamente. Non solo per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose e criminali con riciclaggio di denaro sporco in questa filiera economica, che sono state documentate nella legislatura precedente da due interventi in Commissione Antimafia dall'allora presidente Pisanu, e successivamente da altre riflessioni che dimostrano la fatica della politica di intervenire nel normare questa dimensione, senza eccedere in proibizionismi anacronistici.
Il gioco d'azzardo, nel nostro Paese, è la terza azienda per fatturato, dopo Eni e Enel. Il nostro Paese è il primo in Europa per fatturato in gioco d'azzardo ed il terzo al mondo. L'indagine dell'Anci, attraverso l'appello che stanno lanciando con il cartello "Terre di Mezzo", cui aderiscono molti sindaci italiani, ha recentemente stimato in 15 milioni gli italiani giocatori abituali, 2 milioni a rischio patologico, 800 mila quelli già patologici.
Un settore questo che sta crescendo ad una dimensione economica di fatturato elevatissima. Si tenga presente che, dal 2004 al 2012, il fatturato è passato da 24 miliardi di euro - mi fermo al 2012 per i dati ufficiali dei Monopoli di Stato - ad 87,7 miliardi di euro e, contemporaneamente, è stata decrescente l'imposta fiscale. Spesso si sente parlare di "Stato biscazziere", in effetti, sta di fatto che è avvenuto che, mentre il Superenalotto (uno dei giochi più vecchi) è tassato al 44,7 per cento, le slot-machine sono state portate al 12,6 per cento, il Poker Cash (il poker on-line) allo 0,6 per cento. Nel nostro Paese, dove la tassazione ha raggiunto dei livelli di picco europeo, pensiamo a quanto sia tassato il lavoro nel nostro Paese, questo settore economico è l'unico in controtendenza e la tassazione decresce, a dimostrazione che la politica, con le sue corresponsabilità, tutta la politica, per le sue cointeressenze rispetto al gioco d'azzardo, non ha avuto la capacità, non ha la capacità di intervenire legiferando su questa materia. Materia che non è vero che porta con sé introiti per lo Stato, che ammontano a 7 miliardi 900 milioni di euro, così importanti come si suol dire, che potrebbero essere molti di più, se fosse tassato maggiormente, con una tassazione che, in qualche modo, disincentiverebbe il ricorso a questa forma di gioco. Ma contemporaneamente non si tiene conto del fatto che il gioco porta con sé dei costi sociali complessivi per la comunità che sono stati quantificati, in una recentissima ricerca, in 6 miliardi 627 milioni di euro, considerando i costi sociali causati dal gioco patologico, i costi sanitari diretti, i costi indiretti, i costi di perdita in qualità della vita. Costi sociali per 6 miliardi 627 milioni di euro per la nostra comunità, a fronte di un introito per l'erario di 7 miliardi 900 milioni.
Ed è qui che si pone il problema, il problema di intervenire in una materia rispetto alla quale noi non abbiamo competenze. Infatti, abbiamo dovuto fare una specie di gimcana, di corsa ad ostacoli per cercare di intervenire tra norme nazionali e competenze regionali. In questo Paese già due regioni hanno legiferato in questa materia e, ciononostante, i tribunali amministrativi regionali, i Tar, in maniera assolutamente schizofrenica tra una regione e l'altra, prendono posizioni in contrasto con le scelte fatte dai sindaci, anche dove vi è a supporto una legge regionale, provocando da questo punto di vista una serie di controindicazioni, di oneri che vanno a carico degli enti locali che intervengono per contrastare il gioco d'azzardo.
Come dicevo, non si tratta di un intervento proibizionista contro il gioco. Infatti, non si chiama ludopatia, perché la passione per il gioco non è sbagliata, si chiama "gioco d'azzardo patologico", con riferimento ad una dimensione compulsiva e patologica, che è riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che il nostro Paese ancora non riconosce all'interno dei livelli essenziali di assistenza. Pertanto, regioni come la nostra che, con una scelta virtuosa e coraggiosa, da oltre due anni hanno deciso con soldi propri, quindi con interventi finanziari extra LEA (livelli essenziali di assistenza), di intervenire per coprire quella parte sufficiente, necessaria, minima che si poteva coprire in termini di aiuto e di sostegno verso coloro che volevano uscire da questa forma di dipendenza, una regione come la nostra - dicevo - ha dovuto mettere in campo risorse proprie, perché oggi non è possibile curarsi per la patologia del gioco d'azzardo patologico, ancorché riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, perché non rientra nei livelli minimi di assistenza. Anche da questo punto di vista, il decreto Balduzzi è rimasto fermo e inapplicato, perché, come sapete, nel nostro Paese è dal 2001 che non si rivisitano i LEA, nonostante le intenzioni dell'ex Ministro della Sanità.
Ecco perché io credo che noi - vorrei entrare nel merito di alcuni aspetti significativi di questa legge, perché la relatrice ha già dettagliato gli articoli in maniera puntuale - dobbiamo ragionarne politicamente, al di là e al di sopra delle difficoltà e delle connivenze che legano la politica del Paese rispetto ad un tema così importante.
Nella nostra Regione, ogni anno, si giocano 6 miliardi 400 milioni di euro, non solo ma la media del giocato, eliminando i minori, perché il gioco è vietato ai minori, è di 1840 euro a testa per abitante della nostra Regione. La cosa più grave è che il 42 per cento dei giovani tra i 15 e i 19 anni, quindi anche coloro che non potrebbero giocare, ha giocato almeno una volta e il 14 per cento dei ragazzi e l'8 per cento delle ragazze ha giocato più di 20 volte denaro in giochi d'azzardo, a dimostrazione che esiste una cultura, che sta pervadendo la nostra Regione e il nostro Paese, dell'uso del denaro, del gioco d'azzardo, del gioco illecito, che va rimessa in discussione, mettendo in campo una grande azione di prevenzione e una grande azione di formazione e informazione.
La Regione - dicevo - ha già avuto, da questo punto di vista, una grande sensibilità. Questa’Assemblea, come diceva il consigliere Pollastri, ha dimostrato più volte, con tre risoluzioni, se non erro, di accompagnare gli interventi del Presidente della Giunta nei confronti della Conferenza Stato-Regioni, nei confronti del Governo, richiedendo azioni più puntuali contro il gioco d'azzardo. Oggi questa legge mette in evidenza una necessità: tutto questo non può avvenire, se non all'interno di un'alleanza virtuosa, di una rete, che deve essere costruita non con degli ostracismi, ma con delle alleanze puntuali tra istituzioni, società civile, comunità, forze di polizia e dico anche la rete degli esercenti. Noi abbiamo bisogno di una rete virtuosa sul territorio che si allei e che cerchi di mettere in campo azioni positive e concrete, sostenute dalla legge regionale, perché si possa, in qualche modo, riuscire ad invertire questa cultura.
Ecco perché l'articolo 3 della legge, dove si parla del piano integrato che dovrà emettere la Giunta entro 60 giorni, dice che in tale piano integrato dovranno essere individuate le azioni precise e le risorse economiche che devono essere messe a disposizione della comunità emiliano-romagnola, delle Asl, così come degli enti e delle associazioni che hanno competenze per agire su questa materia, non solo per fare informazione, per fare prevenzione, ma anche per fare formazione, per poter formare gli operatori sanitari. E per potere obbligare, attraverso un percorso formativo, tutti gli esercenti, così come sono obbligati a fare percorsi di formazione per erogare alcolici e superalcolici, perché siano consapevoli di che cosa avviene nei loro locali quando vi sono giocatori compulsivi, quando si mettono in campo atteggiamenti che possono determinare non solo un percorso di patologia ma anche un percorso di criminalità, di conflittualità che viene a crearsi attorno a quel locale.
Si tratta, quindi, di un percorso di formazione ampio che deve essere fatto. È l'unica strada che possiamo percorrere, in cui siamo competenti, in cui possiamo agire come Regione Emilia-Romagna. Così come come ha già fatto virtuosamente questa Regione dobbiamo continuare, l'intervento con risorse proprie, extra LEA, la sperimentazione, attraverso i SERT, perché si possa continuare ad operare e a far sì che le persone che si rivolgono ai servizi possano trovare accoglienza.
Un dato importante: nel 2011 solo 200 persone si erano rivolte nel mese di gennaio ai numeri telefonici dedicati per poter chiedere aiuto. Con l'apparizione del numero verde 800033033, previsto dalla normativa Balduzzi, le chiamate sono arrivate a 25 al giorno e le persone che hanno chiamato, e che quindi si rivolgono ai servizi, sono raddoppiate, a dimostrazione dell’esistenza del tema della vulnerabilità delle classi sociali coinvolte da questo settore e della vergogna di chiedere aiuto pubblicamente, che passa, a volte anche in forma anonima, attraverso il numero verde che è stato messo a disposizione.
Il problema esiste, il problema è grave, il problema va affrontato. Il percorso che da oggi andiamo ad iniziare è un percorso che ci aiuta ad entrare, per le nostre competenze, all'interno di questa materia.
Mi lasci dire, presidente, a conclusione di quest'intervento che abbiamo fatto un piccolo passo in avanti. Certo, è un piccolo passo. Avremmo voluto fare molto di più, avremmo voluto poter dare ai sindaci della nostra comunità emiliano-romagnola la potestà, come credo sia lecito e legittimo fare, di potere determinare l'apertura e la chiusura di sale da gioco, perché la responsabilità della salute dei cittadini sta in capo al sindaco delle nostre comunità, così come la competenza esclusiva della Regione, ma sappiamo che, in tal senso, vi sono delle sentenze controverse. Avremmo voluto fare molto di più, ma non solo rispetto all'apertura e alla chiusura delle sale, avremmo voluto e dovremmo fare molto di più, perché mentre parliamo di questo problema, il problema è già altrove, il problema è già oltre, il problema è già on-line, il problema è nelle tasche dei nostri cittadini, nelle tasche dei nostri ragazzi che, senza dovere andare presso le slot-machine o presso le sale giochi, possono, attraverso un mercato incontrollato, con una pubblicità devastante e pervasiva, accedere a questa forma di gioco e quindi a questa forma di patologia.
Vi è molto da fare per contrastare questa piaga sociale, ma ci siamo trovati le mani legate da una interminabile serie di lacci e lacciuoli, che ci fanno dire che oggi quello che abbiamo è l'idea di determinare e scardinare la non volontà del sistema politico italiano di affrontare davvero questa questione. Se c'è un merito, un risultato che questa legge, oltre a mettere in campo alcuni interventi di prevenzione, di contrasto e di cura, e quindi di dare più potestà alla Regione attraverso le strutture socio-sanitarie, ai sindaci, attraverso la formazione obbligatoria e le sanzioni che sono previste per coloro che non la fanno, se esiste un merito in più per questa legge, (se l’approveremo, e mi auguro che verrà approvata, spero all'unanimità, da quest’Assemblea), se c'è un merito in più - dicevo - è che questa legge può spingere in avanti e contribuire a spingere in avanti e fare pressione politica sul livello nazionale. La legge è accompagnata da un ordine del giorno - e concludo - proprio per questo motivo. Nell'ordine del giorno noi, sostanzialmente, chiediamo cinque cose. La prima è che vi sia il riconoscimento all'interno dei LEA del gioco d'azzardo patologico; la seconda è che venga dato più potere ai sindaci dando attuazione all'articolo 7, comma 10, del decreto Balduzzi, laddove si parlava delle distanze di apertura delle sale da gioco; la terza è che si aumenti la tassazione del gioco d'azzardo riportandola al livello iniziale, non dico al 47 per cento, ma non è possibile che oggi il gioco sia tassato allo 0,3 per cento. Anche la tassazione è una forma di dissuasione.
Le ultime due questioni sono attinenti al tema della pubblicità, materia su cui, come sapete, per leggi di natura europea sulla concorrenza, stentiamo ad intervenire. Ma, è sotto gli occhi di tutti noi, sotto gli occhi dei nostri figli, sotto gli occhi delle lavoratrici e dei lavoratori disoccupati, inoccupati o in cassa integrazione di questa Regione, che, attraverso una pubblicità che scandalosamente fa leva sulla possibilità di affidarti ad un sogno per poter risolvere tutti i tuoi problemi giocando 1 euro o giocando 5 euro, di fatto, entra nella vita delle persone l’idea balzana che si possono risolvere tutti i problemi con una giocata e di fatto poi troviamo, come abbiamo avuto modo di verificare in questi anni, nel percorso di stesura di questa legge, incontrando anche gruppi di giocatori anonimi, che cosa determina, quest’idea balzana, in centinaia e migliaia di famiglie. Ogni giocatore d'azzardo trascina con sé dalle sette alle dieci persone del proprio circuito familiare, amicale e lavorativo. Si tratta di una questione rispetto alla quale credo che bene faccia quest'Assemblea e bene farà, se lo farà all'unanimità, ad approvare la legge. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pagani.
Comunico che, nell'ordine, si sono iscritti a parlare i consiglieri Cavalli, Corradi, Noè, Alberto Vecchi, Paruolo, Montanari, che ovviamente rimandiamo alla seduta pomeridiana.
Prima di chiudere, visto che parliamo di gioco, mi corre l'obbligo di informarvi, colleghi, che la squadra di calcio che rappresenta l'Assemblea legislativa ieri sera ha vinto (5 a 3) un'importante partita contro l'Anas. Visto l'avversario, mi sarei amareggiato del contrario. Grazie.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 13
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l'assessore Patrizio BIANCHI.
Votazione elettronica
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 3220 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pagani, Monari, Barbati, Sconciaforni e Naldi: «Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate.»" (Testo base)
Presenti: 30
Favorevoli: 30
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 20
Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Gabriella MEO, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Silvia NOÈ, Anna PARIANI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.
Comunicazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno
«Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
4147 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)" (delibera di Giunta n. 765 del 10 06 13).
4150 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Disposizioni ordinamentali e di riordino delle forme pubbliche di gestione nel sistema dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo e norme di interpretazione autentica in materia di aziende pubbliche di servizi alla persona" (delibera di Giunta n. 786 del 17 06 13).
4151 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifica della legge regionale 4 dicembre 2003 n. 24 (Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza)" (delibera di Giunta n. 785 del 17 06 13).
4165 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Pollastri: "Razionalizzazione dei servizi sociali territoriali. Delega alle ASP" (19 06 13).
4183 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2012" (delibera di Giunta n. 854 del 24 06 13).
Sono pervenuti i sottonotati documenti:
Risoluzioni
4164 - Risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche attraverso interventi normativi, volti a risarcire e tutelare la vallicoltura e l'acquacoltura dai danni provocati da specie ittiofaghe, tra le quali i cormorani (documento in data 20 06 13).
4170 - Risoluzione proposta dal consigliere Naldi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad evitare la delocalizzazione dell'azienda Dometic Italy di Forlì, promuovendo inoltre lo sviluppo di una filiera corta nel settore delle aziende produttrici di camper e dei relativi accessori (documento in data 20 06 13).
4194 - Risoluzione proposta dai consiglieri Lombardi e Piva per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, nei confronti del Governo, al fine di pervenire alla dichiarazione dello stato di calamità naturale in merito all'eccezionale evento atmosferico che ha colpito il territorio della Provincia di Rimini il 24 giugno 2013 (documento in data 27 06 13).
4201 - Risoluzione proposta dai consiglieri Meo, Sconciaforni, Riva, Barbati, Favia, Naldi, Monari e Defranceschi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Senato e della Camera dei Deputati a favore dell'approvazione della Proposta di Legge C288 e del Disegno di Legge S62 in materia di "divieto di allevare, catturare e uccidere animali per la produzione di pellicce" (documento in data 01 07 13).
Interpellanze
4168 - Interpellanza del consigliere Favia circa le prerogative statutarie relative ai Consiglieri regionali, con particolare riferimento a procedure riguardanti TPER.
4190 - Interpellanza del consigliere Favia circa la vertenza riguardante i lavoratori della Ecologj s.c.a.r.l. e la relativa tutela anche dal punto di vista normativo, l'estensione degli ammortizzatori sociali, la previsione di un reddito sociale minimo e l'avvio di un ciclo di lavori di pubblica utilità.
Interrogazioni
4166 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa lo spostamento della sede della guardia medica dal Comune di Sestola a quello di Fanano (MO).
4167 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'incremento della sicurezza nelle aree circostanti gli ospedali di Bologna ed all'interno di tali strutture.
4169 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la situazione relativa al reparto di medicina generale dell'Ospedale di Castelfranco Emilia.
4171 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa i vincoli e le procedure relative ai contributi concessi per la ricostruzione di immobili danneggiati dal sisma.
4172 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le modalità di sostituzione delle tessere magnetiche e degli abbonamenti con i nuovi titoli di viaggio relativi al trasporto pubblico nella Provincia di Modena.
4173 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la regolamentazione riguardante gli utenti delle strutture sanitarie autorizzate, convenzionate o accreditate, gestite da istituzioni pubbliche o private per persone non autosufficienti, con particolare riferimento ai versamenti cauzionali.
4174 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la "Casa della Salute" di San Pietro in Casale (BO).
4175 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la funzionalità del servizio CUP nel Comune di Pieve di Cento (BO).
4176 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la costituzione di un'azienda unica regionale di trasporto pubblico locale integrato.
4177 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa l'aumento dell'IVA previsto per il primo luglio 2013.
4178 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa i ritardi nella corresponsione dei Contributi autonoma sistemazione (C.A.S.), presso il Comune di Cento (FE), destinati ai cittadini costretti a lasciare la propria abitazione inagibile a seguito del sisma.
4179 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa le iniziative da porre in essere per rendere agibili gli immobili colpiti dal terremoto del 21 giugno 2013, con particolare riferimento all'Appennino reggiano.
4180 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa il trattamento dell'emicrania cronica con la tossina botulinica di tipo A.
4181 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa l'accorpamento delle centrali del 118 in area vasta Emilia Occidentale.
4182 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori della azienda tessile Focus Europe/Guess di Crevalcore (BO).
4184 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa il mantenimento della operatività dell'Aeroporto Giuseppe Verdi di Parma.
4186 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare ogni possibilità di impiego, nel circuito alimentare, di materie con residui di contaminazione da aflatossine.
4191 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la realizzazione dello Scalo merci di Marzaglia (MO).
4192 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'assoggettabilità delle Aziende di Servizi alla Persona (ASP) ai vincoli di contenimento della spesa pubblica relativi all'assunzione di personale.
4193 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione del capnodio, insetto che crea gravi danni alla coltura dell'albicocco.
4195 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa i disservizi riguardanti la linea ferroviaria Bologna-Reggio Emilia, con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori pendolari.
4196 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa la costituzione di un'unica AUSL per le Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, con particolare riferimento ai servizi prestati dall'Ospedale di Lugo.
4197 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la normativa riguardante la vendita di quotidiani e prodotti relativi alla filiera dell'informazione.
4198 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa l'applicazione di tassi di interesse, da parte di istituti bancari, riguardanti il periodo di sospensione obbligatoria dei mutui per la prima casa nelle aree colpite dal sisma.
4199 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la situazione riguardante la Cooperativa Ceramica Imola e la tutela dei relativi lavoratori.
4200 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa la situazione relativa ai Centri di Recupero per Animali Selvatici ed Esotici
4202 - Interrogazione del consigliere Grillini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i dati riguardanti la diffusione della disfunzione erettile nel territorio regionale e la promozione di campagne informative e di sensibilizzazione sulla prescrivibilità, da parte del Servizio sanitario regionale, dei relativi presidi sanitari.
4203 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per mantenere nel territorio regionale la produzione dell'azienda Dometic Italy di Forlì, operante nel settore dei condizionatori per camper.
4204 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attivazione di forme diversificate di distribuzione dei farmaci.
4205 - Interrogazione della consigliera Moriconi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere da parte della Regione Emilia-Romagna per superare lo stato di emergenza nelle aree colpite dal terremoto avvenuto il 21 giugno 2013, ed i tempi e le modalità della loro attuazione.
4206 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa problematiche relative allo svolgimento del soggiorno obbligato nel territorio regionale di soggetti indiziati di appartenere ad associazioni di stampo mafioso e di persone pericolose per la sicurezza e l'ordine pubblico.
4207 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione relativa alla attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
3849 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per tutelare l'avifauna della salina di Cervia.
3876 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa l'adeguatezza delle prestazioni espletate dall'AUSL di Ravenna nel settore degli esami RMN.
3879 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa l'assunzione di un direttore sanitario presso l'AUSL di Ferrara.
3880 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la sperimentazione del progetto "Globalismo affettivo", rivolto ai bambini delle scuole dell'infanzia.
3885 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il bonus relativo alla gratuità del trasporto ferroviario relativo al mese di aprile 2013.
3886 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa la definizione delle linee guida regionali relative all'uccisione di animali tramite esche e bocconi avvelenati.
3892 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i ricorrenti allagamenti dell'Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola (MO).
3895 - Interrogazione del consigliere Piva, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori dell'Azienda Grafiche Gaspari.
3942 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la presenza di detriti di rocce ofiolitiche lungo il torrente Setta.
3944 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare i rischi connessi all'amianto derivanti dai lavori di scavo della galleria Sparvo, in vicinanza del fiume Setta (BO).
3950 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la riorganizzazione dei servizi sociali, specie in relazione alla tutela delle aree sociali disagiate quali quelle costituite dagli homeless.
3969 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere a tutela degli agricoltori danneggiati, nel territorio cesenate, dalla eccezionale grandinata verificatasi sabato 11 maggio 2013.
3981 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa l'attivazione di un servizio gratuito di trasporto pubblico a favore degli studenti di scuole di Cento (FE), rese inagibili dal sisma, costretti a recarsi presso istituti siti in altre località.
3982 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa disposizioni e servizi di vigilanza riguardanti aree di tutela biologica, con particolare riferimento alla crescita spontanea di molluschi bivalvi.
3983 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa l'organizzazione di un'iniziativa culturale in ricordo del 150° anniversario dello scioglimento della Brigata Estense.
3990 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le iniziative da attuare a tutela delle aziende agricole colpite dalle grandinate avvenute, nella Val Tidone, in data 11 maggio 2013.
4001 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il parco-macchine di TPER.
4003 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa il Consorzio CO.P.A.F., con sede in Brisighella (RA), con particolare riferimento alla relativa situazione economica ed ai contributi pubblici dallo stesso ricevuti.
4006 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure relative alla copertura di una posizione di dirigente medico nel settore della medicina fisica e della riabilitazione presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli.
4011 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per consentire il pagamento delle imprese fornitrici di dispositivi medici alle AUSL, con particolare riferimento alle imprese del distretto biomedicale di Mirandola (MO), colpito dal sisma.
4019 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa studi regionali volti a censire, analizzare e comparare le forme di affidamento del servizio idrico integrato previste dalla disciplina comunitaria.
4020 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa i disagi per gli utenti della linea ferroviaria Bologna-Porretta Terme.
4025 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa concorsi ed incarichi per psicologi e psicoterapeuti relativi all'AUSL di Modena.
4032 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa la regolamentazione della pubblicità presso medici, operatori sanitari e farmacisti, con particolare riferimento all'attività svolta dagli informatori scientifici.
4061 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, in merito a disservizi riguardanti le tratte FER Bologna-Portomaggiore e Ferrara-Ravenna.
4117 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa gli sgravi fiscali relativi alle zone ed alle imprese colpite dal sisma.
4137 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la sperimentazione del progetto "Globalismo affettivo", rivolto ai bambini delle scuole per l'infanzia.
Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 13/06/2013 al 26/06/2013:
DPGR 109 del 14/06/2013
Costituzione del Consiglio di Amministrazione dell’IPAB "Opera Pia Storchi" di Modena.
DPGR 114 del 19/06/2013
Nomina dei componenti il Consiglio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Modena.
DPGR 120 del 20/06/2013
Azienda USL di Cesena - Nomina Direttore Generale.
DPGR 130 del 26/06/2013
Rinnovo della nomina di Direttore Generale dell’Agenzia regionale per la Prevenzione e l'Ambiente (ARPA).»
(Comunicazione n. 59 prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno - prot. 27964/2013)
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Costi - Mandini
Corradi - Meo
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