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136.
SEDUTA DI MARTEDÌ 2 LUGLIO 2013
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
INDI DELLA PRESIDENTE COSTI
Indice
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OGGETTO 3888
Interpellanza del consigliere Pollastri circa le azioni da porre in essere, anche attraverso un apposito bando, per rendere prioritari gli interventi di manutenzione e ripristino delle strade comunali danneggiate dal maltempo invernale.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
POLLASTRI (PDL)
PERI, assessore
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 3875
Interpellanza del consigliere Bartolini circa la soppressione delle postazioni delle motovedette dei Carabinieri, e dei relativi servizi, a Cesenatico, Porto Garibaldi, Ravenna e Rimini.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
BARTOLINI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
BARTOLINI (PDL)
OGGETTO 3985
Interpellanza del consigliere Pollastri circa i ricorsi alla Corte Costituzionale per legittimità costituzionale o conflitti di attribuzione presentati durante la attuale Legislatura, ed i relativi esiti relativamente alla Regione Emilia-Romagna.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
POLLASTRI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 3991
Interpellanza del consigliere Pollastri circa le prospettive riguardanti l'assetto e le funzioni relative alle Amministrazioni Provinciali.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
POLLASTRI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
POLLASTRI (PDL)
PRESIDENTE (Mandini)
OGGETTO 3956
Interpellanza del consigliere Pollastri circa i tempi di attesa delle visite specialistiche presso l’ASL di Piacenza.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
POLLASTRI (PDL)
LUSENTI, assessore
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 3220
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pagani, Monari, Barbati, Sconciaforni e Naldi: «Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate». (Testo base) (61)
(Continuazione discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 3220/1 - Dichiarazioni di voto e approvazione) (85)
OGGETTO 3773
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Bignami e Pollastri: «Norme in materia di Gioco d'Azzardo Patologico ed esercizio di attività di gestione delle sale da gioco e degli altri punti della rete fisica di raccolta del gioco».
(Abbinato)
OGGETTO 2655
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: «Interventi di promozione del gioco misurato, responsabile e consapevole, promozione di interventi di prevenzione per contrastare le dipendenze patologiche da gioco».
(Abbinato)
OGGETTO 2654
Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: «Disposizioni per l'accesso consapevole e responsabile al gioco lecito».
(Abbinato)
PRESIDENTE (Mandini)
PARUOLO (PD)
CORRADI (Lega Nord)
LOMBARDI (PDL)
POLLASTRI (PDL)
PAGANI (PD)
MONTANARI (PD)
DONINI (Fed. della Sinistra)
CAVALLI (Lega Nord)
BAZZONI (PDL)
BARBATI (Italia dei Valori)
MONARI (PD)
FAVIA (Misto)
NOÈ (UDC)
PRESIDENTE (Costi)
RIVA (Misto)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 4096
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Misure in materia di pagamenti dei debiti degli Enti del Servizio Sanitario Regionale». (62)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
VECCHI Luciano, relatore
NOÈ (UDC)
LOMBARDI (PDL)
POLLASTRI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
VECCHI Luciano (PD)
CORRADI (Lega Nord)
LOMBARDI (PDL)
Fusioni di comuni
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 3873
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia».
(Relazione e discussione)
OGGETTO 4185
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia». (Proposta del consigliere relatore Marco Barbieri su mandato della Commissione I) (124)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
BARBIERI, relatore
FILIPPI (PDL)
OGGETTO 3870
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara».
(Relazione)
OGGETTO 4187
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara». (Proposta del consigliere relatore Roberto Montanari su mandato della Commissione I) (125)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
MONTANARI, relatore
OGGETTO 3871
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini».
(Relazione e discussione)
OGGETTO 4188
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini». (Proposta del consigliere relatore Mario Mazzotti su mandato della Commissione I) (126)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
MAZZOTTI, relatore
MANFREDINI (Lega Nord)
OGGETTO 3872
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma».
(Relazione)
OGGETTO 4189
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma». (Proposta del consigliere relatore Gabriele Ferrari su mandato della Commissione I) (127)
(Dichiarazioni di voto e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
FERRARI, relatore
CORRADI (Lega Nord)
NALDI (SEL - Verdi)
OGGETTO 4031
Delibera: «Approvazione del rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2012. Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015, assestamento e primo provvedimento di variazione dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna». (Proposta della Giunta regionale in data 27 maggio 2013, n. 666) (128)
(Approvazione)
OGGETTO 4038
Relazione, per l'anno 2012, sull'attività dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna
(Adempimento ai sensi dell'art. 12, comma 4 bis, della L.R. 29/95)
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 4072
Delibera: «Variazione al bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio 2013(Delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 4 giugno 2013, n. 94) (129)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 4030
Delibera: «Definizione della misura e dei criteri di erogazione dei contributi da destinare agli allevatori e alle aziende agricole per danni da predatori ai sensi della L.R. 7 aprile 2000, n. 27 (Nuove norme per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina).» (Proposta della Giunta regionale in data 27 maggio 2013, n. 670) (130)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
CORRADI (Lega Nord)
DONINI (Fed. della Sinistra)
NOÈ (UDC)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
CORRADI (Lega Nord)
BARBIERI (PD)
OGGETTO 4143
Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell’Accordo di collaborazione economica tra la Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino.» (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 14 giugno 2013) (131)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
LOMBARDI (PDL)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettroniche oggetti 3220 - 4096
Emendamenti agli oggetti 3220 - 4096 - 4030
Ordine del giorno oggetto 3220/1
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
La seduta ha inizio alle ore 15,03
PRESIDENTE (Mandini): Dichiaro aperta la centotrentaseiesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco Errani.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Mandini): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.
Chiamo il primo oggetto:
3888 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa le azioni da porre in essere, anche attraverso un apposito bando, per rendere prioritari gli interventi di manutenzione e ripristino delle strade comunali danneggiate dal maltempo invernale.
PRESIDENTE (Mandini): Risponde l'assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza. Prego.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
L'interpellanza che ho depositato in data 19 aprile 2013 prende le mosse, come detto in premessa, dal fatto che l'inverno che era appena trascorso nel nostro territorio, date le temperature molto basse che per una durata ben superiore a quella normale di ogni analoga stagione hanno portato a forti precipitazioni sia di carattere nevoso, sia di carattere piovoso, hanno fatto sì che vi sia stata tutta una situazione del tutto anomala sia nel volume che nella frequenza.
La costante presenza di acqua stagnante, l'utilizzo del sale antighiaccio, spesso da parte delle aziende municipalizzate deputate appunto a questo tipo di intervento, assessore, le rigide temperature, i cedimenti del terreno (qui si potrebbe aprire anche un lungo capitolo sulla manutenzione, ma non è questa la sede), il raschiamento dei mezzi spartineve - la cosiddetta "lama" - che hanno avuto conseguenze incidenti sulle strade, quindi con buche, avvallamenti, frane, rotture, sgretolamenti del manto hanno fatto sì che naturalmente molti amministratori, io parlo del mio territorio, ma anche degli altri territori, lamentassero questa situazione. Questa situazione eccezionale ha influito in modo pesante sulla viabilità comunale, già caratterizzata da una scarsa manutenzione a causa della rete vasta e anche della scarsità di fondi a disposizione. Dirò solo per inciso, l'assessore Peri ben conosce, il tema della nostra Val Trebbia, la statale 45 di cui da tanti anni si dibatte, nonostante ci siano stati e ci sono documenti ufficiali che sostanzialmente mettevano in capo all'Anas questo tipo di intervento. Ho aperto e chiuso una parentesi, assessore, su una situazione che poi è legata anche a delle frane a Piacenza.
Comunque, considerato il costo degli interventi e le condizioni delle finanze comunali c'è da attendersi purtroppo che queste strade rimarranno a lungo, ho usato il termine ammalorate per dire incidentate, penalizzando ancora una volta soprattutto la popolazione dei territori montani e rurali, perché a Piacenza abbiamo questa situazione di territorio che è di questo tipo.
Quindi io chiedevo, era più un'interpellanza di carattere generale, se si intenda, se si possa, cito l'art. 167 bis della legge regionale 3 del '99, bandire, fare un apposito bando stabilendo come priorità interventi di manutenzione e di ripristino delle strade comunali danneggiate dal maltempo dell'ultima stagione invernale. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all'assessore Peri per la risposta. Prego.
PERI, assessore: Grazie, presidente.
Io non posso che partire dai vincoli molto stretti di finanza pubblica che hanno cominciato a incidere sulla finanza regionale, a partire dal 2010 in modo sistematico non solo azzerando al 2010 tutti i trasferimenti legati alle ex Bassanini, cioè i decreti che trasferivano proprietà alla Regione insieme a dotazione finanziaria. La proprietà, in questo caso delle Province, è rimasta, la dotazione finanziaria è sparita. Siccome parliamo di cinquanta milioni all'anno che non vengono più nel bilancio regionale dal 2010 è abbastanza semplice fare due conti, sommando questi mancati trasferimenti con i tagli che ha subito la finanza regionale, ed è del tutto evidente che anche le leggi di settore, come la legge 3, che noi abbiamo finanziato fino al 2011 con tre milioni all'anno ed era specificatamente riferita alla viabilità comunale di montagna, quindi era dedicata alla straordinaria manutenzione della viabilità di quei territori, dal 2012 è a zero. Quindi, anche fare dei bandi mi sembra abbastanza improbabile.
Ciò che stiamo cercando di recuperare è attraverso le dotazioni finanziarie sia straordinarie che ordinarie, per riuscire a rimontare un minimo di interventi a partire dai prossimi mesi (sto parlando dell'inverno 2013-2014 e soprattutto 2014), prevedere di riprendere un filo, ma posso testimoniare che la difficoltà è enorme e che poi incrocia anche i problemi di patto di stabilità e in alcuni casi, pur avendo disponibilità finanziarie il problema è riuscire materialmente a spenderli.
Siamo riusciti ad attenuare l'impatto che ha avuto, ad esempio, l'evento meteo climatico dell'inverno scorso avendo distribuito ai comuni di montagna risorse che hanno concorso alla copertura dei vari piani neve affrontati dai comuni della montagna e questo, come dire, è un contributo, quello che siamo riusciti a dare nel corso di quest'anno, nei primi mesi di quest'anno. Ovviamente il tema si riproporrà più rilevante nei mesi successivi perché si accumula il deficit di manutenzione sia ordinaria che straordinaria
Quindi il tema è assolutamente presente, penso che l'Assemblea legislativa ne dovrà dibattere in sede di legge finanziaria del 2014, essendo quello l'unico strumento a disposizione per valutare la copertura di risorse a tal fine dedicate.
Nel frattempo, come dicevo, insieme alla collega Gazzolo, stiamo cercando di mettere assieme provenienze finanziarie diverse, ripeto, alcune straordinarie e altre ordinarie per vedere di dare delle risposte puntuali.
Rispetto alla parentesi che lei ha aperto sulla statale 45, abbiamo un tavolo di lavoro con Anas, avremo l'incontro con Anas nazionale nei prossimi giorni per vedere di dare continuità ad alcuni interventi di manutenzione straordinaria che sono in essere e altri potrebbero essere avviati nei prossimi mesi, anche lì occorrerà fare i conti con la dotazione finanziaria di Anas che rimane, come dire, titolare piena delle responsabilità oltre che della proprietà della strada, quindi dal nostro punto di vista facciamo i facilitatori, ma più di quello non potremo fare. Comunque, su questo eventualmente in una successiva occasione potremo essere più precisi sulla continuità di lavoro sulla statale 45.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri. Le rimangono quattro minuti per la replica. Prego.
POLLASTRI: Probabilmente non li userò neanche tutti.
L'assessore, come sempre, ha fornito, oltre che una risposta tecnica, anche una risposta politica perché a fronte di un tema di carattere generale, che investe tutto il territorio regionale, e questo, come dice il Regolamento, dovrebbe essere la veste proprio dell'interpellanza, un quesito mirato, diretto, su un tema non troppo specifico, come invece richiede un'interrogazione, ma di carattere generale ho avuto una risposta da parte della Giunta che mi vede, presidente, moderatamente soddisfatto. Perché moderatamente soddisfatto? Perché da un lato l'assessore ci ha fornito un quadro dettagliato, che era giusto che quest'Aula avesse contezza di questo, cioè tutto il tema dei tagli che si sono verificati... Io, ad esempio, non sapevo che questo, e lo imparo oggi dalla risposta, fosse dovuto alle ex Bassanini, non sapevo, ad esempio, che vi era stato un taglio anche rispetto alla legge 3 del '99, che io richiamavo in premessa. La legge 3 del '99 finanziava 3 milioni di euro, colleghi, cioè su interventi magari in piccoli comuni di montagna erano soldini anche quelli utili per le piccole manutenzioni. Sì, si potrebbe dire che arrivavano le briciole, però, come si dice a Piacenza, meglio le briciole che uno schiaffone.
Peraltro, in Giunta ci sono degli assessori di Piacenza, l'assessore Freda e l'assessore Gazzolo, che hanno ben presente com’è conformato il nostro territorio, con i "comunelli" di Morfasso o di Lugagnano. I comuni della montagna spesso lamentano questo tipo di situazione.
Mi rendo conto, assessore, che si muove su un terreno franoso - scusi il gioco di parole - ma la parte della sua risposta che mi dà un filo di speranza in più, e comunque vede la mia interpellanza aver centrato un argomento di rilievo è quando l'assessore riferisce che - e qui interverremo, do lo sprone anche agli altri colleghi del mio gruppo, ma anche della Lega, vedo il collega Manfredini, dell'opposizione, che hanno a cuore, come opposizione costruttiva e responsabile, di produrre e stimolare la Giunta in questo senso - sulle tematiche dei comuni di montagna dovremo, colleghi, muoverci, come ci ha suggerito l'assessore Peri, in sede di legge finanziaria 2014, perché è in quella sede che bisognerà cercare di reperire, rastrellare, raggranellare un po' di risorse per poter dare quelle risposte che forse ora, dico forse, con l'azione congiunta degli assessori Peri e Gazzolo, sono solo delle risposte tampone.
L'altra questione per cui mi ritengo soddisfatto è che ho aperto una parentesi, un fuori sacco rispetto al contenuto dell’interpellanza, eppure sulla statale 45 l'assessore mi ha dato una novità importante per i cittadini del territorio che indegnamente rappresento, cioè che nei prossimi giorni vi sarà un incontro con l'Anas, e questo è un sopravvenuto elemento di novità. Questa è una risposta che l'assessore mi ha dato su un tema che sta molto a cuore soprattutto ai nostri sindaci della Val Trebbia.
Continuerò a vigilare e a controllare con gli strumenti consentiti dallo Statuto e dal Regolamento, ma il tema posto da quest’interpellanza era assolutamente fondato, urgente ed importante.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Chiamo l'oggetto successivo:
3875 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa la soppressione delle postazioni delle motovedette dei Carabinieri, e dei relativi servizi, a Cesenatico, Porto Garibaldi, Ravenna e Rimini.
Risponde per la Giunta la vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Bartolini per illustrare la sua interpellanza. Prego.
BARTOLINI: Grazie, presidente.
Ho presentato quest’interpellanza ad aprile annunciando che, da lì a breve, ci sarebbe stata la cessazione del servizio di motovedetta, che nel frattempo è puntualmente avvenuta. Dal 15 aprile sono cessati i servizi in mare della motovedetta dei Carabinieri non solo di Cesenatico ma anche di Porto Garibaldi, di Ravenna e Rimini, stando a quanto mi risulta. In questa sede, parlerò di quella di Cesenatico, che conosco meglio.
Si tratta di un servizio importante, particolarmente apprezzato, con un equipaggio formato, quindi, se ci sono stati dei costi per la formazione, questi sono già stati ammortizzati, con un costo annuo, non stimato ma a consuntivo, di 3800 euro, di cui 1800 di gasolio consumato e 2000 euro di carenaggio. Come vede, parliamo di una cifra irrisoria, minima, che comunque garantiva un servizio particolarmente apprezzato non solo nel periodo estivo, con una vigilanza apprezzata sulla costa da tutti gli operatori, vi erano servizi di ordine pubblico, appunto, di vigilanza, servizi di controllo presso le colonie del Demanio marittimo, spesso abbandonate e di proprietà pubblica. A tal proposito, faccio presente che, da quando è stato soppresso questo servizio, nella colonia Inpdap, di proprietà dello Stato, sono entrati ignoti rubando le cucine attrezzate, a riprova che questo servizio serviva a qualcosa, e che quindi questo piccolo risparmio è già stato sprecato dai danni avutisi a seguito della diminuzione dei controlli. Vi era poi una convenzione con l'Asl, quindi con la Regione, per dei prelievi nei vivai per la produzione delle cozze.
Sono consapevole che non dipende dalla Regione, dipende dal Ministero della Difesa o dal Ministero degli Interni - poi sarà lei nella risposta a delucidarmi in merito -, ma chiedo - ammesso che sia ancora possibile - se sia possibile intervenire, anche tramite il Presidente Errani, in sede di Conferenza Stato-Regioni per far capire che questo non è un risparmio, non è un risparmio anche perché la barca è terra a Cesenatico, non verrà portata altrove, dove magari servono barche per i reati contro l'immigrazione clandestina o altro, perché si tratta di imbarcazioni piccole, costiere, che fanno servizio anche tra le scogliere, quindi non sono barche da utilizzare al largo. Questa barca rimarrà nel retro della caserma e andrà in rovina.
Faccio presente altresì che due vecchie imbarcazioni che erano andate all’asta, aste andate deserte, sono ancora ormeggiate lì e ne venivano utilizzati i pezzi per mantenere efficiente, come lo è tuttora, l'unica imbarcazione attiva nel porto.
Per quanto riguarda il personale, faccio notare che si trattava di personale qualificato, oggi utilizzato a terra, quindi magari da riqualificare per altri servizi. Pertanto, non si capisce proprio quale sia stato il tornaconto economico della soppressione di questo servizio. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bartolini.
La parola alla vicepresidente Saliera per la risposta. Prego.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
La Giunta prende atto delle preoccupazioni espresse dal consigliere riguardo ai possibili effetti negativi che possono determinarsi in conseguenza del ridimensionamento del servizio navale fornito dai Carabinieri sul litorale dell'Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda l'attività di controllo molluschi, si informa che l'Asl di Cesena garantirà comunque il regolare monitoraggio delle aree di allevamento e raccolta dei molluschi.
Non è in discussione la funzione di controllo territoriale svolta dall'Arma dei Carabinieri nelle varie articolazioni organizzative, ivi compresa la fattispecie in questione. Tuttavia, la Giunta non può che segnalare come le decisioni che hanno a che fare con le questioni che riguardano la Difesa esulino da un confronto istituzionale tra le regioni e il Governo centrale. La sua collocazione istituzionale rende dunque la materia difficilmente trattabile anche nella Conferenza Stato-Regioni.
Detto questo, però, la Giunta si riserva comunque di monitorare e raccogliere elementi utili a meglio valutare le ricadute a livello locale delle decisioni avvenute in sede governativa e fare presente, in tale sede, che la riduzione del servizio non corrisponde alle (probabilmente) attese di riduzione effettive dei costi. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Bartolini per la replica. Ha quattro minuti, consigliere.
BARTOLINI: Grazie, presidente.
Ringrazio la vicepresidente Saliera. Nel merito della risposta, condivido l'impostazione della stessa, che peraltro immaginavo, facendo presente che esiste una difficoltà nell’esercitare particolari pressioni, ma lasciando comunque la porta aperta, nel senso di evidenziare allo Stato centrale quanto dicevo in premessa, ossia che dalla soppressione di questo servizio non derivano risparmi. Al contrario è evidente un disservizio notevole, particolarmente percepito dai cittadini, dalle amministrazioni, da tutti coloro che, vivendo lungo la costa, hanno sempre apprezzato questo servizio fornito dall'Arma dei Carabinieri. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bartolini.
Passiamo all'interpellanza successiva:
3985 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa i ricorsi alla Corte Costituzionale per legittimità costituzionale o conflitti di attribuzione presentati durante la attuale Legislatura, ed i relativi esiti relativamente alla Regione Emilia-Romagna.
Risponde per la Giunta la vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza. Prego.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Avendo io il brutto vizio di leggere e rileggere Statuto e Regolamento, mi sono accorto che vi è una norma, segnatamente l'articolo 46, comma 2, lettera j) dello Statuto, che stabilisce che è obbligo della Presidenza annunciare all’Assemblea legislativa quando la Giunta regionale fa un ricorso per legittimità costituzionale o per conflitto di attribuzione.
Mi sembrava opportuno che questa Assemblea, non dico per inerzia della Giunta, forse per mancanza di tempo, forse perché quest'articolo magari era rimasto a margine delle attenzioni dell'Amministrazione, abbia delle notizie in tal senso. Pertanto, mi sono fatto io - solo a titolo informativo - parte diligente per domandare, appunto, al Presidente della Giunta o all'assessore che mi risponderà sul tema, per fare il punto della situazione, a beneficio di tutti i colleghi, di maggioranza e di minoranza, per sapere quanti ricorsi, da quando ci siamo insediati, siano stati presentati, i relativi oneri e quanti alla fine abbiano dato un riscontro favorevole alla nostra Regione.
Mi sembra un’interpellanza (anche questa) nel segno della massima informazione che noi consiglieri regionali possiamo avere sull’attività, pertanto attendo risposta a titolo meramente informativo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola alla vicepresidente Saliera per la risposta. Prego.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
Il consigliere Pollastri ha posto tre richieste di dati, alle quali cercherò di rispondere in maniera puntuale.
Dall'inizio di questa legislatura, la Regione Emilia-Romagna ha presentato nove ricorsi alla Corte Costituzionale, in merito a provvedimenti legislativi statali. Nello specifico, quattro di questi hanno avuto esito favorevole, mentre su uno si è ancora in attesa della decisione.
Il costo totale dei suddetti ricorsi è stato di circa 144 mila euro complessivi. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Ha cinque minuti, consigliere.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Mi dichiaro soddisfatto dei dati informativi forniti dalla Giunta.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Passiamo all'interpellanza successiva:
3991 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa le prospettive riguardanti l'assetto e le funzioni relative alle Amministrazioni Provinciali.
Risponde per la Giunta la Vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza. Prego.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Tra le varie interpellanze che ho posto all'attenzione dell'Assemblea per avere notizie, informazioni, richieste nell'ambito del mio mandato, ritengo che questa sia quella, sotto il profilo squisitamente politico, di maggiore valenza. È inutile che spieghi il perché, perché tutti i colleghi che avranno avuto la pazienza di leggere queste mie brevi righe sanno quanto nei loro territori, nel dibattito all'interno dei propri partiti, ma soprattutto tra la gente, nella cittadinanza, in tutti questi mesi, si sia parlato del futuro delle province.
Pertanto, prima di presentare eventuali atti d'indirizzo, cioè risoluzioni o mozioni che vadano ad impegnare la Giunta, ho presentato quest’interpellanza molto precisa.
Infatti, il decreto legislativo n. 211 del 6 dicembre 2011, convertito in legge n. 214 del 22 dicembre, cosiddetto "salva Italia", e il decreto-legge n. 95 del 6 luglio 2012, convertito nella legge n. 135 del 7 agosto 2012, hanno modificato il futuro assetto delle province, aprendo un dibattito cui tutti abbiamo in qualche maniera partecipato. Si tratta, naturalmente, di un tema che si potrebbe prestare a lunghe considerazioni, potrei stare qui un'ora a dire quali sono, a mio avviso, i pro e i contro, se questa operazione porti o non porti risparmi, se le deleghe oggi in capo alle province torneranno alle regioni, per esempio, quella dell'agricoltura, della formazione professionale, eccetera.
Interpello per conoscere la posizione della Giunta, per sapere se la Giunta ha una propria linea, ha una posizione rispetto al futuro delle province stesse nella considerazione che queste spariranno, sulle funzioni che verranno da loro delegate - non l'ho messo nell’interpellanza, mi viene in mente in questo momento pensando al personale della Provincia di Piacenza, con cui ho avuto modo di parlare -, sul futuro del personale delle province.
Qual è l’opinione del Presidente Errani, anche in qualità di Presidente della Conferenza Stato-regioni, su questo argomento, sul futuro delle province? Vi sarà stata qualche riunione della Giunta a livello collegiale o con la maggioranza per stabilire come vi muoverete. Essendo un tema di rilevanza, oltreché nazionale, regionale, lo dico senza disturbare il manovratore, cioè l'Amministrazione regionale, fateci sapere se ne avete parlato, se avete un'idea, se vi preparate al fatto che verranno soppresse, quali deleghe torneranno in capo all'ente regione, se vi è una stima sul personale delle province. Insomma, chiedo di sapere come la pensate sul punto. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola alla vicepresidente Saliera per la risposta. Prego.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
I continui cambi di passo dei vari governi sul tema del riordino istituzionale e delle province fanno sì che gli enti provinciali si trovino a vivere realmente una fase di stallo, che non fa bene a nessuno, non fa bene alla collaborazione con i cittadini, non fa bene all'efficacia dei servizi erogati, oltreché crea molte difficoltà ed incertezza presso i lavoratori del comparto pubblico.
Si è verificato quanto, fin dal lontano 2010, la Regione Emilia-Romagna e le altre regioni avevano paventato: l'assenza di un riordino reale di tutti i livelli di governo, dallo Stato centrale a scendere, e il fatto di non affrontare, attraverso una riforma costituzionale, l'intero sistema dei livelli di governo poteva - così è successo - creare confusione, senza un reale miglioramento da tutti auspicato.
Pertanto, ancora oggi, il Presidente Errani, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, come ha sempre fatto, ha promosso un ampio confronto chiedendo al Governo, ognuno nel rispetto dei propri ruoli, di pervenire ad un riassetto organico dello Stato ormai atteso da troppi anni.
Affrontare il riassetto per pezzi e non avere il quadro complessivo delle funzioni e delle competenze (chi fa che cosa) costituisce un aspetto problematico, tanto che l’abbiamo affrontato in discussione in questa sede, quando nel dicembre scorso l'Assemblea ha emanato la legge n. 21, nella premessa e nell'articolato della quale si evidenziava quanto fosse difficile affrontare un riordino regionale non sapendo che cosa ne sarebbe stato delle province.
La legge n. 21 sta dando dei frutti, in quanto si sta attivando, dopo l'individuazione dei 46 ambiti ottimali, una reale costruzione e realizzazione di unioni e di collaborazioni. Così l'idea di cooperare porta, in alcuni casi, come abbiamo visto e come vedrete oggi in Assemblea, all’idea di fusione. Pertanto, abbiamo un territorio che è quasi pronto a ricevere delle possibili deleghe, ma la Regione non intende ancora, nel corso di quest’anno, finché non ci sarà un panorama chiaro di riforme nazionali, modificare il proprio assetto di deleghe nei confronti delle province.
Abbiamo quindi affermato con la legge n. 21, e oggi riaffermo in qualità di assessore con delega che abbiamo mantenuto per il 2013 e che, finché non ci sarà un'idea a livello nazionale, manterremo le funzioni in capo alle province e le relative risorse.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Prego.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
L'assessore, in questo quadro di incertezza normativa nazionale, oggi in quest'Aula ha comunque chiarito o ribadito un punto: puntate molto su questa forma, con la legge n. 21, di unione di comuni, di conglomerati di comuni che possano erogare migliori servizi riducendo i costi. Ricordo quando l’assessore è venuta Piacenza e mi sembra che abbia abbastanza chiaro il problema. Da questo punto di vista, quindi, va bene, ma la situazione - l’ha detto lei stessa - è di stallo per queste difficoltà, queste incertezze, questo "tira e molla" in atto ormai da tempo.
Non so se il nuovo Governo avrà modo e tempo di mettere mano a quello che forse è stato più un tema (quello della soppressione) sbandierato che realmente utile, perché le province, a mio avviso, hanno svolto ed alcune svolgono tuttora un ruolo importante. Ma questa è una mia opinione personale, tanto che anche all'interno del mio stesso partito vi potrebbero essere voci in dissenso.
Per quanto riguarda il tema delle competenze e quant'altro, mi aspetto che l’assessore, per la deleghe che riveste, ci tenga man mano sempre informati sulla situazione che viene avanti, perché il tema delle province, proprio per gli aspetti di cui, sia io interpellando sia lei replicando, abbiamo detto, soprattutto con riferimento alle incertezze del personale.
Mi risulta, non so se è così anche in altre province, che molti dipendenti abbiano già fatto domanda di mobilità alla Regione, ai comuni, agli enti di bonifica o a società partecipate, che sia già in atto un tentativo di fuggifuggi, con l'istituto giuridico della mobilità o del comando e distacco, perché quando si vive questo clima di assoluta incertezza, succedono le cose che evidenziavo nell’interpellanza.
Credo che anche questo sia un tema su cui sia stato utile, non solo a me ma anche ai colleghi, avere questo riferimento della vicepresidente Saliera. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Comunico che non sarà trattato l’oggetto 3869, interpellanza dei consiglieri Naldi e Meo circa le procedure e gli atti relativi all'attuazione del Servizio Ferroviario Metropolitano, in quanto gli interpellanti hanno richiesto risposta scritta.
Passiamo pertanto l'oggetto successivo:
3956 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa i tempi di attesa delle visite specialistiche presso l’ASL di Piacenza.
Risponde per la Giunta l’assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza. Prego.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Prendo spunto da una riunione tenutasi a Piacenza, e mi spiace essere un po' più settoriale, cioè fare un'interpellanza più mirata al mio territorio che a tutto il territorio regionale, ma ho avuto delle sollecitazioni in tal senso a chiedere informazioni all'assessore Lusenti.
In data 8 maggio, nel corso della conferenza sociosanitaria, il dottor Bianchi ha illustrato il bilancio di esercizio, tracciando un quadro della situazione contabile, degli investimenti in programma e delle criticità del sistema sanitario piacentino.
Tra le criticità più evidenti vi sono le visite mediche, escluse, per fortuna, quelle oncologiche. Vi sono alcuni settori, tra cui l'endocrinologia - sempre dalle informazioni di cui sono in possesso, assessore -, la cardiologia (che preoccupa di più), la ginecologia, la chirurgia vascolare, la gastroenterologia e la diabetologia…
(brusio in Aula)
Su questo punto, assessore, lei ricorderà, anche se non penso che lei tenga il diario delle innumerevoli richieste che le ho posto in questi anni, che avevo presentato - apro una parentesi, un fuori sacco - una richiesta sull’implementazione, come a Parma, della cardiologia per avere le visite un po' più veloci. Ripeto, mi creda, sempre con spirito propulsivo e mai con spirito meramente critico. Sono richieste che raccolgo dalla gente comune, assessore, che si rivolge a me. Soprattutto per quanto riguarda la cardiologia, vi è una certa preoccupazione, oltre al fatto - anche a tal proposito apro una parentesi - che a Piacenza non esiste la camera operatoria per gli interventi neurologici d'urgenza.
Detto questo, credo che questi ritardi costituiscano più che altro un rischio per il paziente, ingenerano fenomeni di mobilità passiva verso - non nascondiamocelo, lo sa bene anche il collega Carini - la Lombardia, con una perdita in termini più che altro economici, perché la sanità comunque funziona, bisogna dirlo. Tuttavia, assessore, ci sono delle cose che andrebbero migliorate, come lei sa benissimo.
Pertanto, interpello la Giunta per sapere quali siano le motivazioni di questi tempi d'attesa presso l'ASL di Piacenza, se essi siano in linea o meno, e a quanto ammontino i costi della mobilità passiva dell'ASL di Piacenza relativamente alle visite specialistiche. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta. Prego.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Preliminarmente è opportuno segnalare che tutte le aziende sanitarie hanno definito e implementato nel tempo programmi attuativi aziendali per il contenimento dei tempi di attesa nel triennio 2010 - 2012, in coerenza con le delibere n. 1035 del 2009 e n. 925 del 2011, dopo averli condivisi con le conferenze territoriali sociosanitarie e con le parti sociali.
In particolare, le aziende sanitarie hanno adottato strumenti per razionalizzare l'offerta con la pianificazione annuale della produzione, governare la domanda mediante iniziative di verifica dell'appropriatezza delle prescrizioni, migliorare la gestione degli accessi con l'ampliamento delle disponibilità nel sistema CUP, gestire informaticamente il processo di prescrizione, prenotazione e refertazione, monitorare le liste di attesa della libera professione, controllare i tempi di attesa su tutte le prestazioni specialistiche, con particolare attenzione a quelle oggetto di monitoraggio regionale e nazionale, in quanto a maggior rischio di superamento dei tempi di attesa.
Le aziende, inoltre, coinvolgono i responsabili dei dipartimenti attraverso i collegi di direzione nella valutazione del fabbisogno e nella definizione delle linee di indirizzo delle azioni finalizzate al miglioramento dell'appropriatezza e delle soluzioni organizzative.
A livello regionale è attivo un tavolo di coordinamento che svolge una funzione di osservatorio dell'assistenza specialistica ambulatoriale, con il compito di valutare i programmi aziendali per il contenimento dei tempi di attesa e l'andamento delle performance di ogni singola azienda sull'applicazione di tali piani, anche in relazione alla valutazione del fabbisogno, la congruità delle azioni a sostegno della produzione, la conformità alle regole delle modalità di prenotazione e il rispetto dei tempi di attesa.
Per quanto riguarda l'Asl di Piacenza, nel corso del 2012, si è segnalato un miglioramento complessivo dei tempi di attesa. Infatti, nel corso dell'anno, il numero di prestazioni erogate nel rispetto delle indicazioni regionali, e cioè almeno il 90 per cento delle prestazioni erogato nei tempi previsti dalla normativa, che sono 30 giorni per le visite e 60 giorni per le prestazioni diagnostico-strumentali, è passato da 21 a 29 delle 45 monitorate.
Ad ottobre, la tipologia di prestazioni che l'azienda ha erogato negli standard previsti sono state: per quanto riguarda le visite, la visita urologica, fisiatrica, ortopedica e oncologica; per quanto riguarda la diagnostica, ecocolordoppler, l'ecografia dell'addome, la gastroscopia, la TAC, la risonanza magnetica, la biopsia prostatica, l'ecocolordoppler cardiaco, l'elettrocardiogramma, gli esami audiometrici, la colonscopia e la mammografia.
Rimanevano, invece, alcune criticità per le visite endocrinologiche, neurologiche, cardiologiche, ginecologiche e dermatologiche.
È comunque da segnalare che per tutte le visite vengono garantite le urgenze entro 24 ore e le urgenze differibili entro 7 giorni, attraverso percorsi di presa in carico, secondo protocolli condivisi tra medici di medicina generale e specialisti ospedalieri attivi dall'anno 2005.
Da anni, in azienda è inoltre attivo un percorso per le visite e le prestazioni urgenti differibili, con richiesta diretta del medico di medicina generale, attraverso un numero verde dedicato, che consente di effettuare tali prestazioni entro 7 giorni e rispondere alle situazioni che presentano i criteri di urgenza clinica.
I costi relativi alla mobilità passiva infraregionale per le visite specialistiche nell'anno 2012 ammontano a circa 288.327 euro; mentre quelli relativi alla mobilità passiva extraregionale, per le regioni limitrofe, Lombardia, Piemonte e Liguria, sono pari a circa 855.928 euro.
Non vanno comunque trascurati, ai fini della valutazione complessiva delle visite, anche i dati relativi alla mobilità attiva, sia infra sia extraregionale, che nel 2012 sono stati pari a 135.962 euro per la mobilità attiva infraregionale e a 723.941 euro per la mobilità attiva extraregionale. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Ha quattro minuti, consigliere.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Chiedo all'assessore, per potere esaminare con calma questi dati, come fa solitamente, di inviarmi copia scritta della risposta, per una valutazione più attenta della stessa.
Certamente, a fronte di una parte della risposta con i dati positivi che ha riferito, vi è anche una parte della risposta che lascia spazio per intervenire sull'azienda in modo che vi possa essere, su alcune visite specialistiche, non dico su tutte, ma su alcune, un cambio di passo, una marcia un po' più veloce, perché sappiamo che è questo il tema che, alla fine, interessa più da vicino i cittadini.
Concludo ringraziando l'assessore della risposta, in attesa di ricevere copia scritta. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
È conclusa la trattazione delle interpellanze.
OGGETTO 3220
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pagani, Monari, Barbati, Sconciaforni e Naldi: «Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate». (Testo base) (61) (Continuazione discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 3220/1 - Dichiarazioni di voto e approvazione) (85)
OGGETTO 3773
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Bignami e Pollastri: «Norme in materia di Gioco d'Azzardo Patologico ed esercizio di attività di gestione delle sale da gioco e degli altri punti della rete fisica di raccolta del gioco». (Abbinato)
OGGETTO 2655
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: «Interventi di promozione del gioco misurato, responsabile e consapevole, promozione di interventi di prevenzione per contrastare le dipendenze patologiche da gioco». (Abbinato)
OGGETTO 2654
Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: «Disposizioni per l'accesso consapevole e responsabile al gioco lecito». (Abbinato)
PRESIDENTE (Mandini): Riprendiamo i lavori della seduta antimeridiana, ossia la discussione abbinata dell’oggetto 3220, Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pagani, Monari, Barbati, Sconciaforni e Naldi: "Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate" (Testo base), con l’oggetto 3773, Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Bignami e Pollastri: "Norme in materia di Gioco d'Azzardo Patologico ed esercizio di attività di gestione delle sale da gioco e degli altri punti della rete fisica di raccolta del gioco", l’oggetto 2655, Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Favia e Defranceschi: "Interventi di promozione del gioco misurato, responsabile e consapevole, promozione di interventi di prevenzione per contrastare le dipendenze patologiche da gioco", e con l’oggetto 2654, Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Noè: "Disposizioni per l'accesso consapevole e responsabile al gioco lecito".
Eravamo in discussione generale e vi erano già state le prenotazioni per gli interventi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.
PARUOLO: Grazie, presidente.
A mio avviso, rappresenta un passaggio importante la discussione che stiamo facendo in preparazione di questa normativa, di questa legge che oggi l'Assemblea legislativa è chiamata ad approvare.
Sono già intervenuti diversi colleghi, quindi eviterò di riprendere i concetti che sono stati già espressi, vorrei semplicemente che rimanessero a verbale tre brevissime considerazioni.
La prima. Credo sia davvero importante prendere atto del fatto che ormai siamo di fronte ad un'evoluzione delle patologie, che è stata riconosciuta dal Sistema sanitario, e in questo contesto sono entrate - purtroppo dal punto di vista della fenomenologia, per fortuna dal punto di vista della attenzione a fenomeni che sono in crescita nella nostra società - patologie come la dipendenza da gioco e non solo da gioco. In questo contesto stiamo parlando della dipendenza da gioco, ma vi è una considerazione crescente per dipendenze che in passato o non esistevano oppure erano confinate a numeri assolutamente ridotti e che attualmente, nella nostra società, sono in assoluta crescita.
Al di là della disponibilità dei mezzi che consentono di giocare in modo ubiquo da postazioni diffuse sul territorio, credo che siamo chiamati a fare una riflessione sui motivi di fondo per cui nella società in cui viviamo ci sia una crescente fenomenologia di dipendenze che, in molti casi, sarebbero state difficili da capire soltanto alcuni decenni fa. In tal senso, a mio avviso, vale la pena segnalare che, al di là delle modalità con cui contenere o vincolare entro parametri più ragionevoli il fenomeno, occorre riconoscere che noi dobbiamo fare una riflessione più ampia. Si potrebbero citare - adesso non voglio fare l'elenco - diversi esempi di dipendenze che hanno un impatto significativo nella realtà sociale.
La seconda considerazione è relativa al fatto che si debba spostare sempre di più l'attenzione dalla cura, cioè dalla "sanitarizzazione" del fenomeno, ai meccanismi di prevenzione, che è proprio ciò che, nei limiti della potestà legislativa regionale, questo progetto cerca di fare, ossia di concentrare l'attenzione sui meccanismi di possibile prevenzione. In realtà, anche da questo punto di vista, è importante riconoscere che la legge segna un punto di avanzamento, ma, al tempo stesso, non possiamo pensare che abbia di per sé una funzione salvifica, senza uno sforzo più ampio che, anzitutto dal punto di vista culturale, ci veda coinvolti e ci veda proporre sia modelli positivi sia una critica delle problematiche che sottendono a questa fenomenologia.
La terza ed ultima considerazione è una conseguenza della seconda. Se la battaglia deve essere fatta dal punto di vista culturale, mi permetto di affermare che una così ampia diffusione delle patologie legate al gioco compulsivo, a mio avviso, è anche dovuta ad una non sufficiente diffusione di conoscenze di tipo scientifico o di una cultura di tipo scientifico. Purtroppo, viviamo in un contesto in cui il fatto che un evento sia poco probabile viene classificato semplicemente come "poco probabile", trattando con senso comune in modo analogo fenomeni che possono avere una probabilità di riuscita su mille rispetto ad altri che hanno una possibilità di riuscita rispetto a cifre molte più alte, nell'ordine del miliardo, del milione di miliardi e così via.
Da questo punto di vista, una maggiore conoscenza della statistica, quindi della probabilità di vincita, o comunque una cultura che consenta di capire quali sono i rischi e quali vantaggi, con conseguente comparazione tra gli stessi, probabilmente consentirebbe un approccio diverso alla fenomenologia generale del gioco. Invece assistiamo ad una sorta di "scientificizzazione" delle modalità con cui si cerca di indurre le persone a pensare che sia possibile approcciare in modo organizzato il gioco, come se la ricerca di numeri che mancano dalle statistiche e la possibilità di dispiegare ingenti risorse in termini di tempo e di denaro potessero consentire di venire a capo di questioni che, invece, da un punto di vista scientifico è facilmente dimostrabile che sono assolutamente al di là della portata dei giocatori, singoli e organizzati.
Da questo punto di vista, secondo me, se ci fosse una cultura scientifica migliore nel nostro Paese, avremmo dei benefici anche in questo fenomeno. Ci sono molti altri esempi che possono essere fatti, ma ovviamente esulano da questo tipo discorso.
Ecco quindi che siamo qui a definire in modo positivo il percorso che viene fatto in quest’Aula, il passo che ci accingiamo a fare, ma cerchiamo di prendere consapevolezza, al tempo stesso, che si tratta di un tassello che va inserito all'interno di una più ampia strategia che ci deve vedere impegnati, non solo noi, ma noi come elemento di uno schieramento più ampio, che deve riuscire a proporre modelli positivi e dare una speranza a persone che, in questa fase, rischiano di essere risucchiate da pratiche che rovinano loro stesse e le famiglie in cui vivono. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Paruolo.
Non essendovi altre richieste, dichiaro concluso il dibattito generale.
Confermo scrutatori i consiglieri Paruolo, Moriconi e Manfredini, che sono tutti in Aula.
Comunico all'Assemblea (ma sono già state distribuite) che sono state presentate cinque proposte emendative, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani.
Comunico, altresì, che è stato presentato un ordine del giorno, a firma dei consiglieri Barbati, Pagani, Naldi, Sconciaforni, Noè, Bazzoni, Manfredini, Monari, Defranceschi, Grillini, Riva e Moriconi.
Diamo inizio all'esame dell'articolato del progetto di legge.
Metto in discussione l'articolo 1, "Finalità". È aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente.
Colgo l'occasione della discussione dell'articolo 1, per confermare che noi della Lega Nord condividiamo la formulazione della legge. Tuttavia, con rammarico, constatiamo come su questa materia, dove l'Assemblea ha trovato una grande unità di intenti e di obiettivi, purtroppo le competenze dell'Assemblea stessa, e quindi l'incisività della norma che ci accingiamo a votare, risente inevitabilmente della gravissima restrizione dello spazio di manovra lasciato dal Governo all'autonomia delle regioni in questa materia. Materia sulla quale il Governo è intervenuto a metà, assumendo un provvedimento che rinvia a fasi applicative addirittura da parte dei Monopoli di Stato, che non sono certamente un organo terzo, a nostro giudizio, rispetto a questa tematica, essendo il soggetto che gestisce materialmente per conto dello Stato la partita del gioco d'azzardo.
Il tema in sé ci lascia assolutamente insoddisfatti, non per il lavoro che fa questa Regione e che stanno facendo altre regioni, ma perché purtroppo oggi le regioni si trovano a muoversi in ambiti molto, molto ristretti, con spazi di manovra assolutamente poco significativi rispetto al grande dramma ed alla dimensione del problema che già hanno segnalato altri colleghi intervenendo in discussione generale.
Ricordo semplicemente che nel 2008 la spesa media per abitante, dai neonati agli ultracentenari, nel nostro Paese, nell'ambito del gioco d'azzardo, ammontava a 900 euro, che sono diventati 1000 nel 2010, 1300 nel 2011, quasi 1500 nel 2012.
Nel 2001 l'ammontare del gioco d'azzardo, nel nostro Paese, era di 19,5 miliardi di euro e lo Stato ne incassava 5,4. Nel 2012 - gli ultimi dati disponibili sono quelli relativi all’anno scorso -, a fronte di un monte gioco di 84 miliardi di euro, lo Stato ne ha incassati 8,4, quindi 3 miliardi in più nelle casse dello Stato, a fronte di un costo per la collettività aumentato di 64 miliardi di euro dal 2001 al 2012. Siamo in presenza di uno Stato pessimo biscazziere perfino di sé stesso, nel senso che, al di là di qualunque giudizio etico e morale (da parte nostra il giudizio è molto negativo), non riesce nemmeno a fare cassa, sebbene condizioni e quindi faciliti l'uscita di enormi masse di denaro dalle tasche dei cittadini del nostro Paese.
Al netto di quanto incassa lo Stato, che sono le briciole - ricordo 8,4 miliardi l'anno scorso a fronte degli 84 miliardi giocati, quindi siamo nell'ordine del 10 per cento -, ogni cittadino, dai neonati agli ultracentenari, ci rimette nell'ambito del gioco d'azzardo 350 euro. Tolte le vincite, ogni cittadino subisce un esborso di 350 euro.
Parliamo di un problema davvero serio. I dati sociali di questo problema sono stati evidenziati.
Oggi noi come Regione, credo di comune accordo da parte di tutte le forze politiche, approviamo ciò che possiamo approvare: ossia un progetto di legge che purtroppo risente enormemente dei limiti della competenza delle regioni. Mi auguro che il ricorso alla Corte costituzionale fatto da altre regioni rispetto ai cosiddetti "provvedimenti Balduzzi" abbia esito positivo, perché ritengo veramente inammissibile che su una materia così impattante per l'economia e la società di questa Regione, come delle altre, abbiamo un interlocutore, lo Stato, che pur di incassare le briciole, non rinuncia a favorire in tutti i modi un meccanismo che va a prelevare dalle tasche dei cittadini, di tutti cittadini, dai più giovani ai più anziani, dalle fasce più deboli a quelle socialmente più fragili, un'enorme massa di denaro.
Siamo di fronte ad una crisi economica importante, nell'ambito della quale si stenta a recuperare le risorse, e si stenta a lasciare i soldi nelle tasche dei cittadini, ma lo Stato non si fa scrupoli di favorire un'emorragia che ormai sfiora i 90 miliardi di euro all'anno, che diventeranno 100 l'anno prossimo, perché il trend è assolutamente esponenziale.
Credo che occorra mettere un freno forte a questa situazione. La nostra Regione, come le altre, mi ripeto, ha un potere di intervento assolutamente residuale, minimale, quasi infimo. Questo progetto di legge è un grido del deserto, un grido nel deserto che mi auguro trovi condivisione unanime e che sia seguito da altri atti più incisivi, rivolti alle Camere, affinché il legislatore nazionale si assuma in prima persona la responsabilità che gli compete, emettendo dei provvedimenti che vadano a sanare questo morbo, questo nuovo tumore che sta dissanguando e mettendo in crisi non solo le tasche dei nostri cittadini, ma l'intera tenuta sociale di determinate fasce, anziani, giovani, famiglie con disoccupati, gli stessi che magari troviamo in fila davanti ai comuni a chiedere sussidi, che, traviati dal gioco, li vanno a spendere nelle macchinette dietro casa.
Positivo quest'articolo, positiva la legge, ma il problema rimane enorme e, ahimè, va molto al di là di quanto con questa legge possiamo fare. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Comunico che, nel frattempo, è pervenuto un altro emendamento, a firma dei consiglieri Barbati, Alberto Vecchi, Bazzoni, Aimi, Bartolini, Noè, Pagani, Manfredini e Monari.
Siamo ancora in discussione dell’articolo 1. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiuso il dibattito. Siamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire. Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 1 è approvato.
Metto in discussione l'articolo 2, sul quale insiste l'emendamento 5, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani.
È aperta la discussione congiunta su articolo e emendamento.
Nessuno chiede di intervenire. Siamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 5, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 5 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2 così come emendato.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 2 è approvato.
Passiamo all’esame dell'articolo 3.
È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire. Siamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 3 è approvato.
Passiamo all'articolo 4.
È aperto il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.
Siamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 4 è approvato.
Passiamo all'art. 5.
È aperto il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.
Siamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 5 è approvato.
Passiamo all'articolo 6, su cui insistono 5 emendamenti:
emendamento 1, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani;
emendamento 2, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani;
emendamento 3, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani;
emendamento 4, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani;
emendamento 6, a firma dei consiglieri Barbati, Alberto Vecchi, Bazzoni, Aimi, Bartolini, Noè, Pagani, Manfredini e Monari.
È aperta la discussione generale congiunta su articolo e emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente.
La discussione sull'articolo 6 e relativi emendamenti, compreso quello sottoscritto anche dai colleghi del mio gruppo, mi permette di dire qualcosa sull'intera impostazione della legge e sull'articolo in particolare.
L'argomento, come peraltro è stato già detto, è molto delicato, perché se da una parte tende a comprimere e reprimere atteggiamenti che sono assolutamente da considerare sbagliati rispetto all'utilizzo e alla degenerazione che ciò comporta rispetto al gioco d'azzardo, siamo però in un ambito di responsabilità e di libertà personale di quelle persone che, in qualche modo, invece, decidono di giocare nei limiti delle loro possibilità e senza alcuna dipendenza.
La mitigazione, la considerazione di entrambe queste valutazioni ci aveva, in un primo momento, non dico preoccupati, ma fatto pensare rispetto alle procedure che la legge poteva mettere in campo per considerare solo l'aspetto repressivo e non anche quello di una attività commerciale o comunque di espletamento della libertà personale.
Con l'emendamento proposto, invece, si tende a limitare questa portata, salvaguardando l'aspetto della salute e delle degenerazioni cui può portare il gioco d'azzardo, ma anche la possibilità per i gestori di gestire questo tipo di macchinario, qualora ci siano numeri esigui, senza dovere sottostare a chissà quali impatti burocratici.
Pertanto, nell'essere completamente d'accordo e quindi condividere appieno lo spirito della legge, lo condividiamo al punto da non soffermarci più di tanto sul fatto che siamo in un ambito di competenze quasi esclusivamente statali, e quindi la nostra è un po’ una "legge manifesto", ma va bene lo stesso, perché è bene che la Regione prenda una posizione precisa su questo tipo di problematica che sta coinvolgendo gran parte della nostra popolazione.
Se non neghiamo che si tratti di una legge che la Regione, in qualche modo, vara come "legge manifesto", d’altra parte siamo completamente d'accordo.
Il tenore dell'articolo e dell’emendamento approvato ci consente anche di essere favorevoli rispetto all'impianto complessivo e al tenore complessivo della norma. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Per una precisazione tecnica, che nello spirito collima con l'intervento del collega Lombardi, che si limita a chiedere una precisazione ai colleghi proponenti, poiché mi è venuto un dubbio di natura tecnico-legislativa: all'emendamento aggiuntivo all'articolo 6 si fa un riferimento preciso alla legge regionale n. 20 del 2000, per disciplinare gli elementi architettonici, strutturali e dimensionali delle sale gioco e delle relative pertinenze. A nostro avviso, fatta una verifica - ma è solo un commento, non è un subemendamento -, si sarebbe dovuto precisare maggiormente se questa valutazione delle sale da gioco avviene nel quadro conoscitivo dei piani strutturali comunali, perché se l'articolo 10 della legge regionale n. 6 del 2009, modificata dall'articolo 1 della legge regionale n. 20, parla di realizzazione efficace ed efficiente di un sistema di programmazione e pianificazione territoriale, che operi, tra l'altro, per il benessere economico, sociale e civile della popolazione regionale, senza pregiudizio per la qualità delle future generazioni, all'articolo 12 della legge regionale n. 6 del 2009, che ha modificato l'articolo 4 della legge regionale del 2000, al comma 2 bis, lettera c), si parla di quadro conoscitivo - è questo che intendevo - del piano strutturale comunale che, naturalmente, è uno strumento urbanistico anticipatorio del POC, piano operativo comunale, che è riferimento necessario per la pianificazione operativa e attrattiva, e per ogni altro atto o provvedimento di governo del territorio.
Si ritiene che, sotto questo profilo, con riferimento ai comuni, non sia sufficiente parlare solo della legge regionale n. 20 del 2000, ma che forse andava meglio specificato anche alla luce dei piani urbanistici locali, come si dovranno muovere i comuni. Era una valutazione di questo tipo. Non lo trasformate in subemendamento, perché non ho la certezza che questo vada ad incidere. Su questo emendamento, comunque, ho voluto fare questa riflessione, che più che altro è un dubbio. Se qualcuno me lo chiarisse, gliene sarei grato. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente.
In effetti i cinque emendamenti all'articolo 6 modificano, come diceva il consigliere Lombardi, la stessa impostazione del testo di legge che abbiamo sottomano e che è uscito così modificato dalla Commissione. Vi è stata, cioè, una modifica in itinere dell'articolo 6 del testo di legge in Commissione ed oggi in Aula, per i motivi che ho provato ad esporre in discussione generale.
Non credo che, con questi emendamenti, la legge si trasformi in una legge manifesto, nel senso che, con gli emendamenti, per quanto riguarda l'apertura degli esercizi e delle attività delle sale da gioco, (quando si parla di sale da gioco si fa riferimento a quell’accezione molto ampia prevista dall'articolo 1 della legge) noi cerchiamo di dare delle normative nel rispetto del Testo Unico di Pubblica Sicurezza e delle norme (ancora) non applicative della legge n. 189, cioè del decreto Balduzzi trasformato in legge (vorrei ricordare che di quella legge non sono ancora usciti i decreti attuativi, chiamiamoli così, le norme applicative previste dai Monopoli di Stato per definire i luoghi compatibili all'apertura di sale da gioco). L’Emilia-Romagna è la seconda regione in Italia che legifera sul tema del gioco d'azzardo, su cui esiste solo una legge regionale, quella della Liguria, che ha inserito il distanziometro, i famosi 500 metri, che erano inizialmente previsti nel testo del decreto Balduzzi in ingresso in commissione parlamentare, e che poi sono spariti.
Qual è il problema per cui, oggi, noi facciamo riferimento a due questioni? La prima: togliamo la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), perché non tutti gli esercizi sono sottoposti alle stesse autorizzazioni. In base agli articoli 86 e 88 del TULPS (Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza), sono sottoposti ad autorizzazioni diverse. La seconda: inseriamo la possibilità per i comuni, in base alla legge di pianificazione territoriale regionale, di potere fare ricorso agli strumenti urbanistici (RUE e POC), a potestà che già oggi sono in capo ai comuni, per potere stabilire, così come hanno fatto alcuni comuni - potrei citare per tutti il Comune di Forlì ed il Comune di Reggio Emilia -, all'interno degli strumenti urbanistici comunali, nel rispetto di quelle che sono, ad oggi, le indicazioni dell'articolo 7, comma 10, del decreto Balduzzi, la definizione di collocazioni particolari, in base ad alcuni criteri che i comuni possono definire per l'apertura di sale da gioco. È l'unico strumento che oggi noi abbiamo in mano - mi rendo conto che si tratta di uno strumento che è già in possesso dei comuni - per potere provare ad incidere e a dare un’opportunità ai comuni, perché rispetto alle richieste di aperture di sale da gioco possano fare ricorso agli strumenti urbanistici che sono in loro possesso.
Vorrei che i colleghi tenessero presente che la modifica dell'articolo 6 nasce per un’assunzione di responsabilità, cioè noi avremmo potuto, come ha fatto la Liguria, indicare i 500 metri di distanza dai luoghi cosiddetti sensibili, salvo poi trovarci davanti ad un atteggiamento assolutamente discordante da parte dei tribunali amministrativi, che, da qualche parte, penso al Lazio e al Trentino Alto Adige, autorizzano i comuni ad applicare quella norma, altrove, in Piemonte, in Liguria, in Veneto e in Lombardia, gli stessi tribunali amministrativi condannano i comuni, sottoponendoli ad una serie di ricorsi, quindi a costi legali, eccetera.
Per quanto riguarda l'ultimo emendamento presentato, che credo sia l'emendamento 6, esso introduce una questione che, secondo me, è tutt'altro che ideale o di manifesto, cioè l'obbligo per gli esercenti, tutti gli esercenti, di sottoporsi ad un percorso di formazione, tramite le indicazioni che verranno date nel piano di attuazione integrato da parte della Giunta entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, per rendere edotti gli esercenti (baristi, tabaccai, gestori delle sale da gioco) delle patologie che possono scatenarsi, per poter riconoscere la patologia e per sapere qual è, sul loro territorio provinciale, nella loro Asl, nel loro ambito, la rete di supporto che può essere messa a disposizione delle persone che, presentandosi presso i loro esercizi commerciali, manifestano la patologia del gioco d'azzardo. Esattamente come facciamo da anni con le licenze per la somministrazione di alcolici e superalcolici, per potere riconoscere e non commettere un reato continuando a servire alcolici e superalcolici ad una persona in evidente stato di ebbrezza, la stessa cosa devono poter fare - e noi dobbiamo metterli nelle condizioni per farlo - gli esercenti che abbiano all'interno del proprio esercizio commerciale dei giochi d'azzardo di qualunque tipologia.
È questo il senso dei cinque emendamenti presentati all'articolo 6, che stanno nella logica, di cui diceva anche il collega Lombardi, di rispetto delle norme nazionali, soprattutto in mancanza di norme nazionali, ancora troppo assenti, e, contemporaneamente, per potere dire che, come regione, proviamo ad indicare qualche binario entro cui regolamentare il gioco d'azzardo, soprattutto il gioco legale. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pagani.
Ricordo che siamo ancora in dibattito generale sull'articolo 6.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: Grazie, presidente.
Colleghi, il consigliere Pagani mi ha letto nel pensiero, per cui io farò un intervento molto breve. Io apprezzo tutto quello che si sta facendo per limitare, prevenire e curare, e richiedere che venga fatto. Al tempo stesso, come in un altro momento ho già detto in Aula ad altre istituzioni, penso abbiamo tutti consapevolezza che siamo di fronte ad un fenomeno gigantesco. È come, durante una piena del Po, arginare con le mani sugli argini l'acqua che sale. Cionondimeno, il consigliere Pagani ha detto cose che sono esattamente il fulcro del comportamento da tenere sugli emendamenti e sull'articolato, perché più è grande il fenomeno, con meno devi essere schiacciato da questa grandezza. E quindi fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità è giusto, se si ha la consapevolezza che è una giustezza che porterà a risultati non definitivi! Non definitivi, limitati. È un punto di partenza, quindi non "legge manifesto" ma una legge concreta, di grande ascolto, grazie a tutti quelli che ci hanno messo mano. Ma soprattutto in queste occasioni, dobbiamo avere la capacità di tenere il tiro alto.
E allora io chiedo al Presidente dell'Assemblea, al Presidente della Giunta regionale, per la legge che stiamo approvando e per l'ordine del giorno che approveremo, per il momento in cui saranno a contatto con tutte le autorità del Paese, istituzioni e Governo, di fare tutto il possibile per mettere al centro una questione che non può stare in questa legge e non può stare nell’ordine del giorno, che è la seguente: lo Stato su questo punto deve rivedere la sua impostazione, perché sta incassando producendo gravi malattie.
Il lotto va per un verso, le slot-machine sono un'altra cosa. Qualsiasi argine si metta, siamo di fronte alla conoscenza, per quanto riguarda la malattia, della punta di un iceberg, un iceberg che degrada verso il basso con angolo molto, molto largo. Quello che non vediamo è tantissimo, tantissimo, a meno che non si consideri una non malattia l'assunzione di una bevanda alla mattina e il resto del pagamento messo nella slot-machine da parte di tantissime persone, di qualsiasi ceto, orientamento e cultura nel nostro Paese.
So che c'è differenza tra chi si spende tutti i soldi della liquidazione e chiede anche dei prestiti per giocarseli alle slot-machine con chi ci mette 5 euro tutti i giorni, ma siamo di fronte ad un’impostazione in cui è diversa la giocata del lotto, con lo stimolo continuo che viene da questi strumenti, così come l'on-line, eccetera.
E allora, anche il costo ha un suo ragionamento - e finisco, mi riferivo, in un precedente intervento, non vorrei fare un ragionamento ragionieristico -, ma quanto costa la cura, se li dovessimo curare tutti, qualora fossero rilevabili e curabili? A me non interessa arrivare lì, a me interessa che si veda che si stanno tirando su dei soldi su un punto dove c'è qualcosa che tocca e sta nello strumento, e che va oltre la tassazione, che pure deve essere più impegnativa. C'è qualcosa che tocca. E allora - ho concluso - è giusto fare ciò che è nelle nostre possibilità, anzi è ancora più meritorio fare, perché è tanto più difficile, ma serve tenere questo tiro alto, perché da soli non ci veniamo fuori, è come togliere l'acqua del mare con un mestolino e metterlo nella buca lì a fianco.
Bisogna che si alzino ben altri combattenti, con all'ordine del giorno non quello di cazziare un singolo, il commercio, tutte fesserie, assolutamente, con all'ordine del giorno quello di dare una diversa impostazione, pena la quale aumentano le malattie di questo tipo nel nostro Paese. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Montanari.
Ricordo che siamo ancora in dibattito generale. Non vi sono altre richieste. Pertanto, passiamo alle dichiarazioni di voto sull'articolo 6 e relativi emendamenti. Nessuno chiede di intervenire.
Passiamo alla votazione degli emendamenti, partiamo dall'emendamento 1.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 3 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 4 è approvato.
Colleghi, sostituisco il consigliere Manfredini, che non vedo più in Aula, con il consigliere Cavalli nelle funzioni di scrutatore.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 6, a firma dei consiglieri Barbati, Alberto Vecchi, Bazzoni, Aimi, Bartolini, Noè, Pagani, Manfredini e Monari.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 6 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6 come emendato.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 6 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 7.
È aperto il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.
Siamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 7 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 8.
È aperto il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.
Siamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 8 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 9.
È aperto il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.
Siamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 9 è approvato.
Siamo alle dichiarazioni di voto congiunte sull'ordine del giorno proposto dai consiglieri Barbati, Pagani, Naldi, Sconciaforni, Noè, Bazzoni, Manfredini, Monari, Defranceschi, Grillini, Riva e Moriconi e sul progetto di legge.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente.
Durante il dibattito generale è stato detto molto, sia attraverso la relatrice, che bene ha rappresentato le ragioni per le quali arriviamo a dotarci di una normativa regionale su questo tema, sia attraverso gli appassionati interventi del collega Pagani, che ha il merito - e bisogna riconoscerglielo - di avere assunto un’iniziativa che ha prodotto un risultato concreto, checché ne dica qualcuno, perché reputo un risultato concreto arrivare ad avere una legge regionale su un tema così complesso e così nuovo, non una legge manifesto o un esercizio ozioso, come dice qualcuno. E quest'aspetto va considerato, perché se noi diciamo questo di noi stessi, che siamo in quest’Aula a fare leggi, direi che all'esterno non rappresentiamo al meglio il nostro ruolo.
Il tema è il simbolo di una grande contraddizione di questo spaccato di modernità, ed è evidente che attorno alla vicenda del gioco d'azzardo si manifestano le tante ipocrisie di questo Paese. Prima o poi qualcuno ci fulminerà, commentavo poc’anzi con il collega Pagani, facendo questa battuta.
È stato detto e sottolineato che in questo Paese, all'improvviso, da un giorno all'altro, si sono diffuse più slot-machine che non a Las Vegas, perché era la modalità più veloce per finanziare il dramma dell'emergenza del terremoto in Abruzzo - la dico così e non aggiungo altre parole -, nella consapevolezza, perché sul tema del gioco patologico, che non è una novità, tante evidenze scientifiche erano già a disposizione, e col cinico atteggiamento spregiudicato di chi non tiene conto delle conseguenze e scarica sulle comunità e sulle persone fragili - ed anche a tal proposito molto è stato detto sulla tipologia classica di chi purtroppo si avvicina, a volte per disperazione, al gioco d'azzardo e si affida alla fortuna - delle nostre comunità un peso tanto grosso da essere insostenibile.
Noi facciamo quel che si può, e stiamo utilizzando fino in fondo ogni spazio aperto alla legislazione regionale. Questo è il tema. Il decreto Balduzzi, il decreto n. 158, manca ancora di una serie di provvedimenti attuativi. Noi non abbiamo voluto aspettare di capire qual è il quadro di riferimento certo per poter inserire un’eventuale nostra iniziativa legislativa, noi l’agiamo tutta e subito, creando una relazione di responsabilità condivisa con il sistema delle autonomie locali, ma rispettandone le funzioni e cercando di preservarle, in qualche modo, dai rischi che alcune scelte nette - l'ha spiegato bene il collega Pagani - nel contenuto della legge potevano offrire.
Ricordo che gli stessi ANCI e Lega delle Autonomie ci chiedono di provvedere, a livello legislativo con una legge regionale, a creare le condizioni che servano ad arginare, a dissuadere, a creare, in qualche maniera, un sistema che controlli meglio la diffusione di un'abitudine, di uno stile di vita negativo per la salute.
La Regione Emilia-Romagna sta lavorando da anni - e sempre di più vi è da fare - nell'ambito delle politiche di prevenzione, sapendo che prevenire oggettivamente riduce i costi che gravano sul sistema sanitario relativi alla cura e alla riabilitazione per tante, tantissime patologie determinate dagli stili di vita, tra cui questo.
Colleghi, faccio notare che non ci limitiamo - e mi permetto di fare un riferimento all’ordine del giorno, anche se forse è il caso che la presentazione formale venga fatta dagli stessi presentatori - ad adottare una legge con dei contenuti, secondo me, chiari nel suo articolato, ma anche a votare un documento di indirizzo abbinato alla discussione della legge.
Si tratta di un documento corposo e molto analitico, dove molte riflessioni che fanno emergere le evidenze di questo fenomeno sono messe in chiaro, raccontate e descritte, emergenze che costituiscono nell'insieme un elemento valido di argomentazioni per giustificare la legge e per giustificare la richiesta di tutta una serie di interventi che questo Stato e questo Parlamento devono fare.
All’attuale Governo - e chiudo -, che vede nella persona dello stesso sottosegretario che aveva varato il decreto relativo alla liberalizzazione e alla diffusione delle slot-machine o delle videolottery la stessa delega, che gli è stata offerta, che continua a dichiarare che quell’operazione è stata un'operazione valida, aggiungo la richiesta di ritirare quel decreto, perché vanno rivisti i fondamentali di quest’approccio, in quanto il tema riguarda il benessere delle comunità che supera, in quanto interesse generale, gli interessi particolari di chi attorno a questa vicenda gioca, nel senso letterale e metaforico del termine.
Questo per dire un voto convinto sia all'impianto della legge sia chiaramente al testo del documento di indirizzo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente.
Secondo me, oggi noi diamo all'opinione pubblica un segnale molto forte - anche il gruppo della Lega Nord darà un voto favorevole a questo progetto di legge -, ma soprattutto diamo un segnale forte a quell'opinione pubblica che è convinta che, a volte, siamo qui a perdere tempo.
Pertanto, ringrazio il collega Pagani, che si è adoperato in lungo e in largo attraverso per la Regione Emilia-Romagna, per avere portato avanti il progetto di legge della Giunta, ma anche - e soprattutto - tutte le forze politiche che hanno presentato dei progetti di legge sull’argomento. Sia detto per inciso: nel 2010 il sottoscritto aveva presentato un'interrogazione sul problema del gioco d'azzardo.
Credo che effettivamente questo problema tocchi tutte le fasce sociali dell'Emilia-Romagna, e soprattutto che dobbiamo essere consapevoli che la gente deve capire che non possiamo permettere ai nostri cittadini di rovinarsi con le proprie mani.
Sono necessarie, quindi, delle regole forti e chiare. In tal senso, la Lega Nord ha presentato un progetto di legge alle Camere, con cui propone che il ricavato dal gioco sia destinato a compensare gettito Irap e dei Comuni, affinché diminuisca la tassazione sui cittadini.
Ribadisco che oggi noi diamo un voto favorevole, anche se questa legge presenta delle limitate prese di posizione, perché effettivamente a livello regionale non si riesce a fare tutto ciò che si potrebbe fare. Confermo quindi il voto favorevole alla legge. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bazzoni. Ne ha facoltà.
BAZZONI: Grazie, presidente.
Oggi ci accingiamo a votare un provvedimento legislativo che è giusto ed opportuno, per prevenire e curare la dipendenza patologica dal gioco d'azzardo.
Come hanno bene evidenziato diversi colleghi che mi hanno preceduto, si tratta di un malessere sempre più diffuso nella nostra società. Questo anche a causa della crisi economica che attanaglia, perché sempre più persone, in molti casi appartenenti alle fasce più deboli della società, sono attratte in modo compulsivo dalla possibilità di una vincita aleatoria, che dipende limitatamente dall'abilità del giocatore.
Quest'intervento legislativo regionale ha quindi carattere sociologico e si inquadra in un ambito sanitario, perché solo in questo ambito può operare la competenza regionale, nel quadro della legislazione nazionale che disciplina la materia del gioco d'azzardo legato alle slot-machine e alle videolottery.
Per questo noi del Pdl abbiamo volentieri lavorato a questa legge e non ci sottraiamo dall'approvarla con convinzione. Il nostro approccio ha fatto sì che, anche al di là della giustezza del principio di meglio regolamentare in Emilia-Romagna l'accesso a questi giochi, si tenessero in considerazione gli interessi di tutti i soggetti coinvolti. In particolare, abbiamo voluto che si potesse tenere conto delle diversità fra le vere e proprie sale gioco, dove vi sono numerosi apparecchi, e il piccolo esercente che ha una o due macchinette, esercenti che non possono, a nostro parere, sovraccaricarsi di costi e burocrazia aggiuntiva per avere un esercizio molto limitato in questo settore del gioco. Con l'emendamento che modifica il comma 3 dell'articolo 6, l’individuazione delle differenziazioni è stata demandata al regolamento di cui all'articolo 2, che sarà approvato da quest'Assemblea con la precisazione che l'obbligo della frequenza dei corsi dipenderà anche dal numero di apparecchi presenti nel locale dell'esercizio o del circolo.
Sarà quindi importante nel futuro regolamento non solo mantenere quest'impegno ma anche cercare di gravare il meno possibile con i costi del corso da tenere sugli esercenti, che sono già oberati da tasse e balzelli e che con la crisi stentano a sopravvivere. Inoltre, si deve far sì che tali corsi siano programmati in sinergia con le associazioni di categoria degli esercenti e con le associazioni di promozione sociale cui circoli aderiscono.
Per questi motivi, il gruppo del Popolo della Libertà voterà a favore del progetto di legge e dell'ordine del giorno relativo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bazzoni.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente.
Devo dire che il progetto di legge ha risentito, in questo percorso, del fatto che partissimo da un’astrusità e da un’incomprensibilità del decreto Balduzzi che hanno fatto sì che si potesse arrivare ad una legge solo attraverso una serie di idee e suggerimenti che sono venuti da tutti i gruppi. Credo, pertanto, che stasera l’Assemblea licenzi una legge che farà da guida anche per altre regioni, in quanto frutto di un bel percorso partecipato, un percorso costruito giorno per giorno, con la consapevolezza che la Regione si dovesse dotare di uno strumento importante per fare fronte ad un fenomeno che sta colpendo così duramente le famiglie. Come diceva il collega Montanari, forse ci accorgeremo fra qualche tempo del danno che il gioco sta producendo sulle famiglie, sulle persone ed anche sui comuni che si dovranno fare carico della cura.
La legge nasce con l’intento preciso di limitare, prevenire, educare, informare e - perché no? - allertare la società su questo grave problema, ed anche di dotare i comuni di strumenti di cura e di aiuto per far fronte alla nascita continua di queste sale da gioco e al proliferare di queste macchinette.
Credo quindi che stasera, uscendo da quest’Aula - mi auguro col voto di tutti, almeno lo spero, ma credo di sì -, noi si possa ritornare a casa convinti di aver prodotto un testo importante. Dopodiché, è ovvio, magari col tempo ci accorgeremo che presenta qualche lacuna, ma io credo che, volendo, un testo di legge si possa sempre emendare, ma che oggi abbiamo fatto un bel prodotto, soprattutto perché è frutto - lo ripeto - della condivisione di tutti.
Mi corre l’obbligo, a tal proposito, di fare un ringraziamento non solo ai nostri uffici per l'aiuto che abbiamo ricevuto ma anche all'ufficio legislativo dell’Assemblea, che è stato di grande aiuto, che abbiamo interpellato di continuo per avere dei consigli. Questa collaborazione, a mio avviso, è importante, perché è una collaborazione fra noi consiglieri, fra i nostri dipendenti, fra i nostri uffici legislativi, ma anche con l'ufficio legislativo dell’Assemblea, cui deve andare un ringraziamento sentito. Grazie anche a voi, e speriamo che questo testo possa produrre qualche beneficio.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Barbati.
Tutta l'Assemblea si unisce ai ringraziamenti della consigliera Barbati.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente.
Il mio non sarà un intervento tecnico nel merito dell'articolato, poiché è già stato detto tutto con competenza e con sensibilità politica da chi mi ha preceduto, in particolare anch'io mi associo al ringraziamento agli uffici, a tutti coloro che hanno lavorato, alla consigliera relatrice e agli altri colleghi che hanno presentato proposte di legge che sono state, in qualche maniera, contemperate nel testo di legge che votiamo.
Pertanto chiederei - ovviamente, non lo dico per me, ma per l’aspettativa dei territori che è stata riportata negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto - un voto dell’Assemblea convinto e condiviso. Perché stiamo parlando di una questione che potrebbe - per me è già così - rappresentare un’ulteriore ferita profonda nelle pieghe del sistema e della tenuta sociale del territorio dell'Emilia-Romagna.
Colleghi, me la cavo raccontandovi una piccola esperienza personale. Nel bar sotto casa, dove normalmente vado a fare colazione, ci sono - ovviamente non è una sala giochi, non si sta parlando di una sala giochi - alcune macchinette di videopoker, dove quotidianamente vedo seduta a giocare alle macchinette, videopoker e slot-machine, una signora che potrebbe avere l'età di mia madre, quindi una signora appartenente alla categoria sociale dei pensionati. Qualche giorno fa, il barista, con tono alquanto preoccupato, mi ha raccontato che la signora era in forte difficoltà a pagare la bolletta di conguaglio Hera arrivatale, che si sarebbe recata presso gli uffici Hera per chiederne la rateizzazione e che, in ogni caso, gli aveva chiesto la possibilità di avere un anticipo in cambio di qualche oggetto personale di valore, un orologio e monili vari. Stiamo parlando di una persona che ha oltre settant’anni di età, ripeto, potrebbe essere mia madre.
Ebbene, quando uno Stato - perché non si tratta delle regioni, dei comuni, delle istituzioni e degli enti locali territoriali - non si preoccupa della tenuta dell'impianto del proprio sistema sociale - a tal proposito, avremmo anche altri esempi, che vanno dalla tutela del posto di lavoro al rilancio dell'economia, dalla defiscalizzazione delle fasce sociali più deboli alla protezione dei soggetti socialmente più esposti, dei giovani, delle donne, eccetera, eccetera -, è difficile per uno Stato che non si pone questo tipo di problema rappresentarsi nei consessi mediatici con le grandi potenze del sistema economico-finanziario occidentale. Quando vedo i capi di Stato in Europa che discutono in Irlanda di questioni che hanno al centro il destino del mondo, io penso - scusatemi - alla pensionata di oltre settant'anni che, da sola, davanti alla macchinette del videopoker, nel bar, sta pensando a come pagare il conguaglio della bolletta del gas.
Pertanto, chiedo all'Assemblea, come ha sempre fatto dando la migliore prova di sé, e alla politica di questa Regione di fare uno scatto in avanti votando convintamente, come farà il gruppo del Partito Democratico, il provvedimento che ci stiamo accingendo a votare. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Dico subito che voterò convintamente il progetto di legge. Non vorrei, però, smorzare l'enfasi che ho sentito in quest'Aula, ma, come disse l'ex consigliere Richetti nel giorno dell'insediamento citando Vasco Rossi, dobbiamo guardare in faccia la realtà e, collega Monari, dobbiamo riconoscere, non per colpa nostra, o, meglio, in parte - ma ci arriverò -, che noi abbiamo fatto tutto il possibile, facciamo un piccolo passo avanti, ma sicuramente con questa legge non risolviamo il problema. Di questo dobbiamo essere coscienti, altrimenti raccontiamo frottole.
Perché dico "in parte" e trovo un piccolo dolo? Non voglio esagerare, ma quando in occasione della prima discussione in commissione con il primo firmatario Pagani, io dissi che, arrivato il decreto Balduzzi, il tema centrale di questa legge, quello delle localizzazione, probabilmente non sarebbe stato ricevibile, si è andati avanti, si è forzata la mano, finché non è arrivato il parere degli uffici legislativi. Però, come primo firmatario, sempre con una certa ingenuità, forse, da componente dell'opposizione, oltre un anno fa presentai un progetto di legge dove si parlava proprio delle localizzazione e non vi era ancora stato il decreto del Governo. In quel momento, se la Regione avesse colto al volo l'urgenza di quest'intervento, avrebbe potuto fare pressioni sul Governo e creare un precedente, invece purtroppo arriviamo un anno dopo con questa legge, perché è consuetudine cercare di insabbiare i progetti della minoranza, aspettare i tempi della maggioranza, perché sebbene si sia un'Assemblea legislativa sovrana, va avanti solo quel che vuole fare andare avanti la maggioranza, altrimenti si affonda.
Se invece di guardare alle bandierine, avessimo colto la palla al balzo un anno fa e avessimo accelerato i tempi, quando potevamo mettere dei paletti sulle localizzazioni, forse avremmo fatto qualcosa di più consistente.
Detto questo, è chiaro che oggi abbiamo delle frecce spuntate in mano, e quel che potevamo fare con questa legge l'abbiamo fatto, ed anch'io mi auguro, anzi sono convinto, che la voteremo all'unanimità, però non risolveremo il problema, così come non lo risolve la risoluzione con cui facciamo delle richieste al Parlamento, richieste legittime.
Noi dobbiamo essere per il gioco misurato, consapevole, regolare, che non potrà essere tale finché non riusciremo ad impedire a chi è in condizioni economiche indigenti o che non gli permettono le azioni che fa di giocare cifre spropositate in queste slot-machine e in queste macchinette. Io non sono per il proibizionismo tout court, perché è chiaro che un fenomeno di queste dimensioni non può essere proibito, altrimenti si dirigerebbe necessariamente nella criminalità organizzata, ma bisogna regolamentarlo. E finché noi non istituiremo un sistema - e le tecnologie lo consentono - di tracciabilità che verifichi quanto l'utente gioca alle macchinette, con la possibilità anche di fermarlo, noi non risolveremo il problema, e giocando sulla disperazione, sulla crisi, sullo stato di difficoltà delle persone, speculandoci, arricchiremo in maniera non etica le casse dello Stato, creando delle esternalità negative e dei costi sociali altissimi.
Per quanto riguarda la tassazione, bisogna fare attenzione, perché è tutto vero quanto dice il consigliere Pagani, tuttavia già sul poker on-line, ad esempio, abbiamo la tassazione tra le più alte al mondo e non siamo riusciti a sconfiggere i siti pirata gestiti dalla malavita, perché avendo una tassazione così alta i giocatori preferiscono i siti pirata.
Senza contare il fatto che a breve, mentre oggi di fatto abbiamo il monopolio di Lottomatica e Sisal, i player internazionali entreranno prepotentemente nel nostro mercato delle slot-machine e noi non riusciremo a contenerli.
È chiaro, quindi, che il Parlamento dovrà essere in grado di trovare nuove ricette, perché se noi, ripeto, non riusciamo a mettere un argine alla spesa della singola persona anche in correlazione a quella che può essere la sua capacità reddituale, ci renderemo responsabili di tragedie personali che con l'acuirsi della crisi diventeranno sempre più drammatiche. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente.
Prima di intervenire, ho voluto ascoltare i pareri di tutti i colleghi, perché per certi aspetti sono soddisfatta perché si arriva a questo progetto di legge, probabilmente, con un voto unanime, almeno così mi sembra di capire. E questo è importante. Infatti, non sempre accade che determinati progetti di legge trovino condivisione da parte di tutti. Conosciamo la dinamica di crescita di questo fenomeno, una dinamica che purtroppo sta inguaiando sempre di più le persone e le loro famiglie. Ma siamo preoccupati, come diceva poc’anzi il collega Favia, in quanto si tratta di un fenomeno che, se inizialmente pensavamo di gestire con dei criteri legati alla distanza rispetto ai luoghi sensibili, è bastato nemmeno un anno per vanificare questo tipo di criterio, perché oggi abbiamo queste sale gioco in mano, in casa, nelle televisioni, ovunque si voglia vivere quest'esperienza di gioco.
Pertanto, da un lato, sono contenta che tutti insieme noi si possa dare, come Regione Emilia-Romagna, un messaggio unanime rispetto alla volontà di contrastare questo fenomeno; d’altra parte vorrei, pensando a voce alta, esprimere un fortissimo rammarico per la modalità con cui si è svolto quest'iter legislativo. Un iter legislativo caratterizzato sicuramente da molti interventi.
Ricordo che anche la collega Barbati, a questo proposito, aveva sollecitato, non ricordo se con delle interrogazioni o con delle risoluzioni, degli interventi, oltre un anno e mezzo fa. Ricordo di aver presentato un progetto di legge a questo proposito più di un anno fa, a cui sono seguiti i progetti dei colleghi Favia e Defranceschi. Alla fine, collega Pagani, sono d’accordo con lei quando dice che dobbiamo prendere coscienza che siamo di fronte ad un fenomeno che ogni giorno miete delle vittime, che ogni giorno vede le persone coinvolte nel gioco d'azzardo patologico ed i volumi d’affari crescere paurosamente. Però, dovete assumervi una responsabilità: questa volta, per farvi carico, per mettere una bandierina, per essere voi i presentatori del progetto di legge che in commissione sarebbe stato adottato come progetto di riferimento, abbiamo dovuto aspettare sei mesi prima che anche voi partoriste questo progetto di legge che, come volevasi dimostrare, è stato il progetto assunto come progetto capofila.
Allora, ben venga che oggi siamo tutti consenzienti di fronte ad un grande senso di responsabilità di volere approvare un provvedimento che si propone di contrastare il problema o di dare un messaggio. Perché, ha ragione il collega Favia a dire che con questo progetto di legge, purtroppo, non si risolve la questione. Diamo un messaggio compatto, è un messaggio culturale forte da parte della politica regionale, ma ribadisco che voi avete la responsabilità di avere ritardato, quantomeno di sei mesi, l’approvazione di quest'iter.
Prendo atto con favore di come voi, una volta che vi siete intitolati il progetto di legge, avete voluto comunque imprimere un'accelerazione, affinché il progetto venisse approvato, sebbene ci fosse la consapevolezza che questo progetto di legge avrebbe colmato un vuoto normativo, quel vuoto normativo dovuto alla mancata approvazione dei decreti attuativi della legge Balduzzi. E ben venga, perché anch’io sono d’accordo che la Regione debba intervenire facendosi carico responsabilmente di dare un’indicazione a fronte di vuoti normativi.
Mi auguro, però, colleghi, che quest'atteggiamento, di cui ogni tanto riscontro le caratteristiche del "doppiopesismo", vi accompagni anche quando dovremo parlare di compartecipazione, tema sul quale oggi invitate ad essere attendisti rispetto a quanto si disciplinerà sul tema dell'ISEE. Mi auguro, quindi, che la coerenza ogni tanto vi accompagni, perché proprio in queste ore volete colmare un vuoto normativo e, nel contempo, richiamate all’attendismo rispetto all’ISEE.
È un richiamo che ho voluto fare, in quanto, in entrambi i casi, mi sento coinvolta perché sono tematiche che ho seguito in prima persona.
Per ritornare al merito della discussione, vorrei comunque dire: ben venga che il distanziometro sia decaduto perché non aveva più ragione di essere preso a riferimento, ma dobbiamo ricordare che oggi dobbiamo lavorare sulla prevenzione e sul sostegno forte nei confronti di chi oggi si fa carico di questa dipendenza non da sostanze ma da comportamenti. Pertanto, apprezzo che la Regione abbia destinato, extra LEA, delle risorse per finanziarie i SERT, ma vorrei anche che questa Regione avesse il buonsenso di riconoscere che, sul fronte terapeutico e curativo, ci sono molte associazioni: penso, per esempio, all'Associazione Papa Giovanni XXIII, penso ai Giocatori Anonimi che, in modo completamente autonomo perché trattasi di gruppi di auto mutuo aiuto, ogni volta che si ritrovano fanno girare una busta, una sorta di questua per chiedere a tutti i partecipanti di contribuire al mantenimento di un’associazione che aiuta tante persone malate, che sempre più numerose si rivolgono a loro. Auspico, davvero, che questa Regione abbia anche il coraggio, così come a tutt'oggi finanzia ancora tanti organismi di dubbia utilità rispetto alle finalità che si propongono, di sostenere queste associazioni, che invece sono meritevoli di aiuto e che ci trovano oggi tutti concordi nel prendere atto del fatto che affrontano un fenomeno crescente e che tutti insieme stiamo sostenendo di volere aiutare.
Confermo, quindi, il mio voto favorevole, nonostante le valutazioni che ho espresso. Grazie.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto la parola il consigliere Riva. Ne ha facoltà.
RIVA: Grazie, presidente.
Brevemente per dire che avrei voluto astenermi su questo testo di legge, ma per non rovinare la festa a nessuno voterò a favore, visto che pare che si voterà all'unanimità.
Ma chi vi parla vuole ricordare che, da giovane diplomato, avevo 18 anni, giocando 1600 lire al Totocalcio ho vinto 74 milioni. Ero un giovane squattrinato, non giocavo, ma quel giorno, comprando le sigarette, decisi di giocare quella schedina, era il 1987 e mi ero appena iscritto all'università. Devo dire, però, che allora la situazione era completamente diversa: non si vedevano quelle situazioni di cui diceva poc'anzi il collega Monari.
Il fenomeno è diventato una patologia seria, i cui costi gravano pesantemente sulla società, quindi voterò a favore, ma sono convinto che arriviamo tardi, arriviamo troppo tardi, perché questa legge non risolve i problemi che il fenomeno oggi evidenzia.
Chi ha trasformato le lotterie nelle sale bingo? Chi ha creato il business delle scommesse? Chi ha permesso che questo business si radicasse così pesantemente nella nostra società? Ecco, forse dovremmo cercare di rispondere a queste domande: quando il fenomeno, che allora era occasione di aggregazione, è diventato una patologia? Quando abbiamo passato questo limite?
Ribadendo che, secondo me, arriviamo molto tardi, confermo il mio voto a favore, ma affermando che, quando la pubblicità è per buona parte finanziata da questo settore, quando le opere pubbliche sono finanziate da questo settore, perché se andiamo a vedere chi sponsorizza le rotonde o le poche opere pubbliche che i comuni riescono a realizzare, scopriamo che sono comunque le sale slot, che si stanno continuamente aprendo nelle nostre città, mentre chiudono le altre botteghe e gli altri negozi; quando i finanziamenti alla politica, sempre più prepotentemente, dipendono da questo settore, allora credo che forse siamo arrivati tardi, tuttavia voterò a favore. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Riva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente.
Per comunicare il voto favorevole del gruppo del Movimento 5 Stelle a questo progetto di legge, che contiene elementi molto interessanti, qualche innovazione e qualche razionalizzazione che sicuramente saranno utili. È evidente - è già stato detto, ha pervaso tutta la discussione - la frustrazione perché non ci sono gli elementi concreti che potrebbero dissuadere lo sviluppo incontrollato di macchinette da gioco di varia natura e di varia localizzazione. E mancano all'interno di questa legge per un ostacolo che, come abbiamo detto, deriva direttamente dal Governo che, stranamente, si sta dimenticando di fare i decreti attuativi, stranamente perché molto spesso vediamo e leggiamo che stessi esponenti del Governo o parlamentari pare vengano finanziati da queste società che gestiscono questi giochi, e quindi il sospetto è assolutamente legittimo. Una frustrazione che deriva - e spero sia sincera - anche dall'esempio fatto dal collega Monari, perché credo che ognuno di noi abbia qualche caso in mente di persone che si stanno rovinando per quest’incapacità di controllarsi in questa tipologia di gioco, nel senso che credo ognuno di noi abbia la sua "signora al bar" di cui raccontare.
Pertanto, raccolgo e condivido la richiesta del capogruppo del PD di questo scatto in avanti verso una conclusione, un’uscita di decreti attuativi che mettano veramente una regola e diano la possibilità ai comuni di intervenire senza andare incontro a ricorsi al Tar che probabilmente perderebbero.
Va fatto, però, notare che la maggior parte di coloro che in quest'Aula si sono stracciati le vesti, hanno espresso rammarico, hanno detto che così non si può andare avanti, sono membri dal punto di vista politico di questo Governo.
Mi auguro vivamente che quelle dette oggi in Aula non siano lacrime di coccodrillo, che si possa fare davvero questo scatto in avanti, e credo che questa legge possa essere un segnale da dare, ma è ovvio che le forze che governano questo Paese domani saranno responsabili, se quelle di oggi saranno solo chiacchiere al vento. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Non essendovi altri iscritti a parlare, chiudo le dichiarazioni di voto.
Confermo scrutatori i consiglieri Moriconi, Paruolo e Cavalli.
Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 3220/1, a firma dei consiglieri Barbati, Pagani, Naldi, Sconciaforni, Noè, Bazzoni, Manfredini, Monari, Defranceschi, Grillini, Riva e Moriconi.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'ordine del giorno è approvato.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, oggetto 3220, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
38
Assenti
12
Favorevoli
38
Contrari
--
Astenuti
--
(Il consigliere Paruolo dichiara voto favorevole)
PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate».
OGGETTO 4096
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Misure in materia di pagamenti dei debiti degli Enti del Servizio Sanitario Regionale». (62) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio, Affari Generali e Istituzionali" nella seduta del 25 giugno 2013, è composto da cinque articoli e il relatore della Commissione, il consigliere Luciano Vecchi, ha presentato la relazione scritta.
Do la parola al consigliere Luciano Vecchi.
VECCHI Luciano, relatore: Grazie, presidente. Il progetto di legge in discussione è volto a favorire l’accelerazione dei pagamenti dei debiti degli Enti del Servizio Sanitario Regionale e ad assicurare la liquidità necessaria per il pagamento di tutti i debiti sorti entro il 31 dicembre 2012. Con esso si autorizza la Regione ad accedere alle anticipazioni di liquidità previste dal decreto-legge del 2013, n. 35, e vengono definite le misure idonee e congrue di copertura annuale del rimborso di tali anticipazioni. Con il decreto-legge dell’8 aprile 2013, n. 35, infatti il Governo ha introdotto misure urgenti e straordinarie originate dall’esigenza non rinviabile di assicurare un immediato sostegno finanziario al sistema delle imprese e dei soggetti che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione.
Per le regioni che non possono far fronte al pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili diversi da quelli finanziari e sanitari maturati, sempre alla data del 31 dicembre scorso, l’articolo 2 del decreto prevede la possibilità di accedere a un’anticipazione di somme per il pagamento dei debiti stessi da restituire, comprensivi di interessi, in un periodo non superiore a trent’anni. La Regione Emilia-Romagna non ha presentato istanza di accesso a tale anticipazione non trovandosi nella condizione prevista da tale articolo, cioè la Regione Emilia-Romagna non ha debiti commerciali extrasanitari e quindi non ha chiesto l’accesso a questo primo aspetto del provvedimento.
Per quanto riguarda invece il settore sanitario, l’articolo 3 del decreto prevede la possibilità per le Regioni di accedere a un’anticipazione di liquidità per il pagamento di debiti sanitari cumulati al 31 dicembre 2012 entro il tetto massimo di 14 miliardi di euro, di cui 5 miliardi per il 2013 e 9 miliardi per l’anno successivo. Ai sensi dell’articolo 3, secondo comma, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha provveduto con decreto direttoriale del 16 aprile scorso al riparto dei primi 5 miliardi di euro da corrispondere nel 2013. Il riparto definitivo dei 14 miliardi di euro, comprensivo degli importi previsti per l’anno 2014, sarà definito, secondo quanto previsto al successivo terzo comma, con decreto direttoriale che il MEF emanerà entro il 30 novembre di quest’anno previa ricognizione in sede di tavolo di verifica degli adempimenti regionali in materia sanitaria, verifica delle grandezze prese a riferimento nel primo riparto.
Il successivo quinto comma del medesimo articolo stabilisce che le somme ricevute devono essere restituite allo Stato comprensive di interessi in un periodo non superiore a trent’anni con oneri a carico del bilancio regionale. Pertanto le Regioni devono predisporre, ed è quello che stiamo facendo oggi, misure idonee e congrue di copertura annuale per garantire la restituzione allo Stato dell’anticipazione ricevuta. Il tasso di interesse a carico della Regione è pari al rendimento di mercato dei Buoni Poliennali del Tesoro a cinque anni in corso di emissione.
La Regione Emilia-Romagna con il presente progetto di legge ha reagito con assoluta tempestività alle opportunità aperte dal decreto-legge del 2013, n. 35, per permettere alle imprese fornitrici di beni e servizi del nostro servizio sanitario regionale di accedere con rapidità alle risorse finanziarie ad esse spettanti. Si tratta, lo ricordo, peraltro anche di molte imprese operanti nel settore biomedicale nei comuni del cratere del terremoto del 2012. Tale opportunità peraltro si realizza in un anno, il 2013, nel quale come conseguenza da ultima della spending review del 2012, anche le Regioni virtuose quali la nostra sono sottoposte a un ulteriore taglio di trasferimenti e risorse a disposizione dei rispettivi servizi sanitari.
Occorre quindi ribadire nell’adottare l’odierno provvedimento la necessità di un quadro di riferimento pluriennale delle risorse a disposizione delle Regioni e dei rispettivi sistemi sanitari come condizione indispensabile per garantire un’efficacie programmazione a medio e lungo termine di investimenti, innovazioni e soprattutto di erogazione dei servizi ai cittadini. È però utile andare a vedere da dove nasce il debito degli Enti del Servizio Sanitario Regionale e la situazione ha nel quadro del nostro Paese situazioni simili ma anche molto diverse tra regione e regione.
Per quanto riguarda gli Enti del Servizio Sanitario, il ritardo dei pagamenti può essere ricondotto a due ragioni fondamentali. La prima riguarda evidentemente tutte le regioni è che sono investimenti pregressi effettuati dalle aziende sanitarie a valere sui finanziamenti correnti del Servizio Sanitario Regionale tali da comportare una crisi di liquidità. L’altra ragione che fortunatamente non riguarda l’Emilia-Romagna, sono mancate erogazioni da parte delle regioni di somme da queste incassate dallo Stato destinate al finanziamento della sanità o di risorse proprie che le stesse destinano autonomamente al finanziamento del Servizio Sanitario Regionale. Per la Regione Emilia-Romagna le ragioni dei tempi di pagamento, lunghe per alcune aspetti, e della spesa sanitaria si sintetizzano su tre assi fondamentali. Il primo - ne ho parlato dettagliatamente nella relazione scritta a cui rimando - riguarda il ritardo dei trasferimenti alla Regione delle risorse statali. Ricordo che il meccanismo di ripartizione alle varie Regioni delle quote spettanti di fondo sanitario nazionale avviene con meccanismi che non iniziano e prevedono la determinazione fin dal primo gennaio ma avvengono di solito nella parte finale dell’anno, per cui i trasferimenti dati alle Regioni avvengono sulla base delle spese sostenute nei due anni precedenti, e quindi vi è un conguaglio parziale soltanto verso la fine dell’anno.
In secondo luogo il finanziamento integrativo viene erogato soltanto dopo il positivo superamento della verifica degli adempimenti dell’anno precedente a quello cui si riferisca la rimessa di cassa. Infine vi è un ritardo nell’erogazione per cassa del finanziamento degli obiettivi di carattere prioritario del Piano Sanitario Nazionale e delle altre risorse vincolate dal saldo della mobilità interregionale. Ricordo che nel momento in cui, come vedremo, con il provvedimento che andiamo ad adottare andiamo ad accedere ad anticipazioni per effettuare i pagamenti per circa poco meno di 450 milioni di euro, alla fine del 2012 il credito della Regione Emilia-Romagna verso lo Stato, per quanto riguarda la sanità, era di oltre 350 milioni.
La seconda ragione delle difficoltà di liquidità sono il fatto che non vi è un riconoscimento da parte dell’erogazione nazionale e degli ammortamenti netti con meccanismi un po’ complicati ma che sostanzialmente non riconoscono nella maggior parte dei casi gli oneri di ammortamento delle strutture sanitarie e infine vi è un aspetto, che è quello che ha riguardato e riguarda di più la nostra Regione, cioè l’utilizzo di risorse correnti per finanziare investimenti. Ricordo da questo punto di vista che nonostante l’impegno a carico del bilancio della nostra Regione a sostegno degli investimenti in sanità e a integrazione dei fondi statali attraverso il programma regionale con il quale dal 2003 a oggi sono state destinate ingenti risorse per il finanziamento e gli interventi sulle strutture sanitarie, le aziende sanitarie regionali si sono trovate nella necessità di dover sostenere costi aggiuntivi per realizzare alcuni interventi indifferibili in quanto relativi alla sicurezza, indispensabili per continuare a garantire l’erogazione delle prestazioni sanitarie in strutture idonee o per completare la realizzazione di strutture e renderle quindi utilizzabili nonché per effettuare interventi coerenti con le politiche energetiche regionali destinate ad autofinanziare in un arco temporale di medio periodo.
Le risorse in conto capitale per quanto integrate con i mezzi regionali sono comunque scarse per garantire l’ammodernamento del rinnovo strutturale tecnologico tenuto conto anche della limitata capacità di indebitamento delle aziende sanitarie. Inoltre non esistono finanziamenti specifici utilizzabili per interventi di modesta entità e ripetitivi quali quelli necessari per l’adeguamento tecnologico, le manutenzioni straordinarie e l’acquisto di piccole tecnologie. In questo contesto alcune aziende sanitarie hanno fatto così ricorso alle risorse correnti per finanziare gli investimenti con i conseguenti effetti sotto il profilo dell’equilibrio finanziario della gestione.
Con l’adozione del presente progetto di legge, così come emendato in sede di Prima Commissione assembleare e, come proporrò, di ulteriori emendamenti in Aula, si autorizza quindi la Regione ad accedere alle anticipazioni di liquidità previste dall’articolo 3 del citato decreto-legge del 2013, n. 35. Con i due emendamenti che ho presentato d’accordo con la Giunta regionale - sono due emendamenti aggiuntivi che sono stati distribuiti in Aula precedentemente - si permette poi di cogliere un’opportunità ulteriore determinata dal fatto che il decreto-legge del 24 giugno 2013, ha previsto che le risorse per il pagamento dei debiti degli enti del servizio sanitario nazionale ripartiti alle regioni ma non richieste da talune di queste regioni entro il 31 maggio 2013, possano essere assegnate alle regioni che ne facciano richiesta con decreto di aggiornamento del decreto direttoriale di cui all’articolo 3, secondo comma, del decreto-legge n. 35.
La Regione Emilia-Romagna, pur in tempi strettissimi, ha presentato istanza per un’ulteriore anticipazione il cui importo è stato determinato definitivamente in oltre 24 milioni di euro aggiuntivi, quindi arriviamo complessivamente a poco meno di 450 milioni di anticipazione sul 2013 che possiamo avere. Le modifiche presentate sono quindi necessarie per consentirne l’iscrizione corretta in seguito all’adozione del decreto di aggiornamento previsto. Con queste misure si favoriranno quindi l’accelerazione dei pagamenti dei debiti degli enti del servizio sanitario regionale e si garantirà la liquidità necessaria per il pagamento dei debiti pregressi. Invito quindi l’Aula a esprimersi positivamente sull’articolato del provvedimento e sui due emendamenti ulteriori che ho presentato. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Vecchi Luciano.
Apro il dibattito generale sulla proposta di legge.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Semplicemente per ricordare a questo proposito che rispetto a tutte le considerazioni, che comunque io condivido, che ha fatto il collega Vecchi, vorrei dire all’Assessore che queste risorse che entreranno a disposizione delle varie ASL, e successivamente verranno trasferite alle aziende creditrici nelle modalità che noi sappiamo, è assolutamente importante che non arrivino a fine anno.
Oggi, purtroppo, queste risorse rappresentano l’ossigeno. Ci sono aziende asfittiche che hanno bisogno di ricevere subito il denaro; le aziende chiedono di conoscere qual è effettivamente il piano di rientro e soprattutto, Assessore, le chiedo gentilmente di monitorare non solo come le aziende ASL dell’Emilia-Romagna pagheranno i nostri fornitori, ma soprattutto anche di verificare i tempi di pagamento delle aziende ASL al di fuori della nostra regione, perché , purtroppo, le aziende creditrici vantano crediti non solo all’interno della nostra regione, ma anche al di fuori.
Ricordo con favore la disponibilità che aveva dato anche il Presidente della Commissione Marco Lombardi, insieme a lei, di cercare di avere informazioni a questo riguardo e per capire come avverrà il piano di rientro, e questo soprattutto per quanto riguarda la modalità con cui la Regione affronterà la patologia del problema. Credo che però sarà altrettanto importante capire come in futuro la Regione intende andare a regime, nel rispetto anche delle disposizioni della direttiva comunitaria, e quindi auspicando per il futuro che questi pagamenti possano avvenire non oltre il ragionevole termine dei novanta giorni. Sono questi gli appelli che io rivolgo a lei, in particolare per conoscere e soprattutto per garantire che i pagamenti avvengano in tempi brevi, anche dalle ASL extraregione, e capire effettivamente per il futuro se c’è questa garanzia di andare a regime in tempi UE. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Solo per lasciare a verbale alcune brevi considerazioni. Intanto ovviamente questo è un provvedimento che va visto con favore perché mettiamo nel circuito economico della nostra regione risorse importanti che in un momento come questo sono sicuramente necessarie e utili per le aziende. Le due considerazioni che volevo fare erano quelle, come accennava la collega Noè, di mostrare già fin d’ora la volontà della Commissione Bilancio di monitorare con attenzione l’evolversi di questi pagamenti per poter anche rendere conto pubblicamente della velocità e della speditezza con cui questo avverrà. L’altra considerazione che volevo fare era che trattandosi di anticipazioni, somme importanti anticipate e che la Regione pagherà con interessi nell’arco di trent’anni, pur con tutti i tagli previsti e magari anche che ci saranno in futuro, la Regione dovrebbe ricevere, se non la totalità, gran parte dei soldi che oggi va ad anticipare, quindi potrebbe trovarsi nel corso dei prossimi esercizi con qualche risorsa in più, avendo diluito questi pagamenti nei trent’anni, e quindi con la possibilità anche di fare qualche investimento, qualche pagamento e qualche disponibilità in più magari in quei settori che sono considerati a volte un po’ la cenerentola del bilancio (cultura e per alcuni aspetti il turismo). Nel rientro di queste somme, avendo diluito negli anni l’entità di questi pagamenti, ci potrebbe essere la possibilità di trovare qualche risorsa in più in un momento asfittico dal punto di vista economico come quello attuale. Era questo che mi premeva sottolineare in questa fase nell’ambito di una considerazione assolutamente positiva del provvedimento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ci tenevo molto brevemente intanto a sottolineare, come ha già ben anticipato il collega Lombardi, il nostro riscontro favorevole proprio per quel meccanismo virtuoso di cui si parlava prima e successivamente anche alla luce del dibattito in Commissione su alcune domande che avevo posto mi sembra, ma chiedo al relatore, il collega Vecchi, che aveva dato rassicurazioni in quel senso, non si trattava di generare nuovo debito pubblico, se non ricordo male, e quindi si tratta soltanto di approvare queste misure in materia di pagamenti secondo un elenco dei debiti più vetusti, antichi e pregressi. Sotto questo aspetto anche io auspico che vi sia un controllo, un monitoraggio e una verifica costante da parte della Commissione competente affinché, nonostante questo sforzo congiunto, non si rischi, Assessore, di rimanere un po’ nelle secche da parte delle varie aziende sanitarie e quindi non riuscire a sfruttare questa grossa opportunità che può dare rilancio soprattutto alle imprese, ai fornitori e a tutta quella galassia di soggetti che hanno questi crediti e che si muovono nell’ambito del pianeta sanità. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare l’assessore Saliera. Ne ha facoltà.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Confermo quanto ho già detto in Commissione, cioè l’impegno da parte dell’Assessorato Finanze e dell’Assessorato, parlo anche per l’assessore Lusenti, alla Sanità non solo di monitorare ma visto che andremo, così come prevede la legge, a stipulare un accordo col Ministero che definirà tempi e modalità, ovviamente al rispetto integrale dei tempi e della modalità di liquidazione sull’anzianità dei creditori in quanto così prevede la normativa, e di riferire comunque alla Prima Commissione di volta in volta, con le modalità che il Presidente della Commissione mi dirà, le informazioni concrete e reali nei tempi richiesti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, vicepresidente Saliera.
Passiamo all’esame dell’articolato.
Sono pervenuti tre emendamenti, che sono tutti e tre a firma del relatore, consigliere Luciano Vecchi.
Partiamo dall’articolo 1 "Finalità".
Non ci sono interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 1 è approvato.
Passiamo all’art. 2.
Sull’art. 2 insiste il primo emendamento presentato, come vi dicevo, dal consigliere Luciano Vecchi.
Apro il dibattito sull’art. 2 e sull’emendamento 2. Non ci sono interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Luciano Vecchi.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 2 è approvato.
Passiamo all’art. 3 "Rimborso dell’anticipazione con oneri a carico del bilancio regionale".
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale e apro la dichiarazione di voto. Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 3 è approvato.
Passiamo all’art. 4.
Sull’art. 4 insistono due emendamenti, il n. 1 e il n. 3, che avete già, tutti e due presentati dal consigliere Luciano Vecchi, per cui apro il dibattito generale sugli emendamenti e sull’articolo.
Chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Luciano Vecchi.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 3 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Luciano Vecchi.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4 "Copertura finanziaria variazione di bilancio", così come emendato.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 4 è approvato.
Passiamo all’art. 5 "Entrata in vigore".
Apro il dibattito generale. Nessuno ha chiesto di intervenire in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto. Nessuno ha chiesto di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 5 è approvato.
A questo punto apro le dichiarazioni di voto sulla legge.
Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
Ricordo che ha cinque minuti.
VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Ovviamente il voto è favorevole ma approfitto di questo tempo per rispondere a una questione correttamente posta dal collega Pollastri e per ribadire quanto abbiamo detto in Commissione, cioè che trattandosi di un’anticipazione di spesa che viene effettuata - vale sia per le Regioni sia per lo Stato italiano rispetto all’Unione europea - giuridicamente quello che andiamo ad accendere non è nuovo debito. Senza entrare eccessivamente nel merito per cui questa cosa sia possibile, per noi è molto importante perché con questo provvedimento abbiamo accesso a risorse finanziarie che dovremo evidentemente restituire secondo un piano di ammortamento ma non intacchiamo il limite di indebitamento netto che la Regione Emilia-Romagna può avere. Ovviamente nel concreto, come peraltro il testo e anche da emendamenti presentati, che ringrazio i colleghi per avere votato, che recepiscono l’integrazione dei circa 24 milioni di euro successivi, quindi ringrazio i servizi che sono riusciti a predisporre nel giro di qualche ora il testo corretto, che quindi approviamo così come determinato dalle modifiche positive avvenute nel corso di questi ultimi giorni, nel concreto è evidente che noi iscriviamo su bilancio annuale e su quello pluriennale per gli anni a venire risorse che servono per restituire questa anticipazione sia con quote in conto capitale sia con quote in conto interesse, quindi con un meccanismo molto simile a quello dei mutui, ma è importante che giuridicamente, contabilmente non siano contate come debito perché questo non incide sulle possibilità, peraltro già molto limitate, concesse alle regioni - in questo caso alla nostra - per poter fare spese di investimento con le risorse proprie. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Per annunciare che il gruppo Lega Nord voterà favorevolmente a questo progetto di legge esprimendo un giudizio positivo rispetto alla possibilità di poter accedere a queste risorse statali che comunque non ci consentono di andare ad azzerare o a ridurre come avremmo voluto noi l’ammontare del debito residuo nel settore della sanità.
È sicuramente un intervento importante il cui impatto verrà poi spalmato in trent’anni sul bilancio di questa Regione ma ci consente in questo modo di poter reperire le risorse per andare incontro alle esigenze di molte imprese che nel settore della fornitura al mondo della sanità e tutto quello che ruota attorno al mondo della sanità, oggi risentono della congiuntura economica e quindi i ritardi nei pagamenti sono un bubbone che purtroppo, anche in questa regione, rappresenta un gravame per le imprese che sono i nostri interlocutori economici nella fornitura di materiale e di servizi.
Ben venga questo provvedimento, avremo voluto un Governo più coraggioso e disponibile a mettere in campo maggiori risorse e anche con il coraggio di svincolare e allentare un po’ quelli che sono i meccanismi dei tagli perché il bilancio della nostra regione, soprattutto in tema della sanità, risente pesantemente dei tagli del Governo che poi da un lato sforbicia il nostro bilancio nel settore sanitario e dall’altro ci fornisce le risorse che però dovremmo poi restituire, sia pur in trent’anni, e con gli interessi. Sostanzialmente siamo in presenza di una sorta di mutuo camuffato, però sostanzialmente da un lato ci prende i soldi e dall’altro ce li dà in prestito.
Questo mi sembra un approccio che non rende certamente onore a un Governo che dovrebbe avere molta più attenzione al tema della sanità. Non ne faccio una colpa solo all’ultimo governo in carica ma sicuramente anche il Governo Monti, che lo ha preceduto, in questa direzione non è stato certo lungimirante e anzi va annoverato tra i governi che hanno maggiormente sforbiciato e penalizzato il bilancio sanitario delle regioni. Siamo ahimè mestamente favorevoli a questo progetto di legge perché è giusto che la Regione colga questa opportunità ma dall’altro lato non possiamo esimerci dall’evidenziare come il Governo ci presta dei soldi dopo averceli sottratti con i tagli al bilancio della sanità.
Questo gioco delle tre carte a noi non piace per niente e ci teniamo a ribadirlo in questo intervento in dichiarazione di voto, però nel contenuto del provvedimento siamo favorevoli perché anche se si tratta di risorse non sufficienti meglio poco che niente e tutto quello che può andare nella direzione di svincolare risorse a fronte dei nostri fornitori ben venga. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Nel ribadire il nostro favorevole rispetto al provvedimento, ho chiesto di intervenire solo per rammentare una cosa che a noi è nota ma che mi sembrava opportuno esplicitare con la solennità del momento e cioè del svolgersi dell’Assemblea legislativa perché noi oggi stiamo parlando di un provvedimento con i limiti a cui faceva riferimento il consigliere Corradi e anche con le perplessità espresse dal consigliere Pollastri, però di fatto oggi immettiamo una liquidità importante nel circuito economico della nostra regione. Da una parte bisogna ricordare che la Giunta regionale, quindi a questo va dato merito, ha fatto un provvedimento legislativo il giorno dopo e che il Governo aveva reso disponibile la possibilità di adempiere a questa eventualità, dall’altro bisogna dire che l’Assemblea attraverso le sue articolazioni, nel caso di specie la Commissione Bilancio, ha immediatamente attivato le procedure per arrivare nel più breve tempo possibile ad approvare in Aula questo provvedimento, quindi se da domani sono disponibili nella nostra regione queste importanti risorse lo dobbiamo a un lavoro importante che si è svolto all’interno dell’istituzione Regione e quindi mi pare che in un momento come questo, questo fatto vada enfatizzato.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
38
Assenti
12
Favorevoli
37
Contrari
--
Astenuti
1
PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Misure in materia di pagamenti dei debiti degli enti del Servizio sanitario regionale».
Fusioni di comuni
PRESIDENTE (Costi): Voi avete nel testo dell’ordine del giorno la nota relativa alle quattro fusioni dei Comuni. Il procedimento di esame per ogni fusione prevede la relazione di maggioranza, un’eventuale relazione della Giunta, il dibattito generale congiunto sui due oggetti, perché voi sapete che sono il progetto di legge e l’indizione del referendum, eventuale replica del relatore, eventuali conclusioni della Giunta, dichiarazioni di voto finali sulla delibera di indizione del referendum consultivo e votazione della delibera di indizione del referendum consultivo. Lo dico perché nonostante ne abbiamo già fatti, è importante che noi sappiamo che non votiamo chiaramente il progetto di legge.
OGGETTO 3873
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia». (Relazione e discussione)
OGGETTO 4185
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia». (Proposta del consigliere relatore Marco Barbieri su mandato della Commissione I) (124) (Approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Il testo del progetto di legge è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali e istituzionali" nella seduta del 25 giugno 2013, il relatore della Commissione, che è il consigliere Barbieri, ha presentato la relazione scritta. Il progetto di legge è composto da sette articoli, il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole, così come lo ha espresso il Consiglio provinciale di Reggio Emilia.
Pertanto do immediatamente la parola al relatore consigliere Marco Barbieri.
BARBIERI, relatore: Grazie, presidente. Solo due brevissime considerazioni di carattere generale politico perché, come lei ha già posto, abbiamo delle relazioni scritte che spiegano il percorso e i vari passaggi che sono avvenuti a oggi e perché abbiamo oggettivamente oggi quattro documenti in qualche modo fotocopia perché oltre a Toano e Villa, il fatto che ci siano Torriana e Poggio Berni, che ci siano Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia e Sissa e Trecasali, rischierebbe in qualche modo di riprodurre un dibattito. Mi limito quindi a usare pochissimo tempo di questa Assemblea per sottolineare solo una considerazione, che mi pare rilevante.
Queste amministrazioni, spesso di confine o di crinale come sono queste di Reggio Emilia, cioè di alta montagna, mi pare che ci diano un’indicazione, ci segnalano loro un percorso che dovremo fare anche noi, ci segnalano che il tema delle dimensioni ottimali per governare i nostri territori è un tema importante per tutti, un tema importante che non riguarda solo qualche comune ma un tema che le stesse regioni a mio avviso dovranno affrontare anche in prospettiva. Il capire come si risponde meglio oggi ai cittadini, come si danno dei servizi migliori in tempi più brevi mi pare la sfida reale.
Io non penso, come a volte emerge nei nostri dibattiti, che questo sia per tagliare dei costi della politica. Uno che fa persino il Sindaco ha un rimborso che non è assolutamente sufficiente, perché già siamo di fronte a volontari della politica, quindi qui non c’è da abbassare i costi della politica rispetto a queste azioni di fusione ma dobbiamo fare invece un lavoro su come si risponde meglio e prima. Ho già finito perché quando noto che due Consigli comunali di orientamento politico diverso, come sono quello di Villa e di Toano, a maggioranza qualificata in un territorio montano dove c’entreranno e contano molto dappertutto i temi dell’identità, ma nelle nostre valli e nei nostri paesi di montagna contano ancora di più, il fatto che una maggioranza qualificata del Consiglio comunale butti il cuore oltre l’ostacolo e indichi nell’aggregazione e nella capacità di rispondere meglio ai cittadini, ovviamente frustrando anche disponibilità, aspirazioni di possibili candidati locali, ci dicono che fortunatamente abbiamo degli amministratori molto seri.
Non voglio dire che è serio solo chi dice che serve l’aggregazione, perché non è così, ma certamente il porsi questo quesito e rispondere positivamente non solo delle forme di aggregazione più leggere come abbiamo organizzato nella nostra regione ma a delle fusioni vere e proprie mi pare sia da prendere come un’indicazione delle nostre piccole realtà ai vari altri livelli della politica e quindi anche a noi. Loro ci hanno chiesto ovviamente di indire questo referendum ed essere anche rispettosi dell’esito del referendum. Io penso che già questa indizione del referendum, qualunque sia l’esito, sia una vittoria di chi ha voglia di cambiare in meglio la nostra capacità di dare risposte ai cittadini. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Barbieri.
Apro il dibattito generale sul progetto di legge e sulla delibera di indizione del referendum.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Grazie, presidente. L’istituzione del Comune di Tre Valli in provincia di Reggio Emilia, come ha ben detto il collega che mi ha preceduto, la fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo è fondata sulla manifesta volontà degli amministratori locali di superare gli stretti vincoli della finanza pubblica, sempre più insostenibili, specie per i Comuni più piccoli e più poveri. Nel caso specifico, per i due Comuni dell’Appennino reggiano, dobbiamo sottolineare la concretezza dei due sindaci, come ha detto il consigliere Barbieri, si preoccupano di assicurare ai loro cittadini quei servizi essenziali che oggi non riescono più ad assicurare, provano, con un coraggio politico ammirevole, a portare in porto questa fusione. Dico provano perché non tutti i cittadini sono d’accordo su questa fusione, il risultato del referendum dovrà, ovviamente, essere rispettato, è sufficiente che uno dei due Comuni dica di no, e io temo che il Comune dei due più ricco, perché è sempre una faccenda economica, dica di no, il matrimonio non si farà.
Ho ascoltato i cittadini, ho fatto una trentina di telefonate sia a Villa Minozzo sia a Toano e mentre a Villa Minozzo ho sentito solo un no per questioni di distanza, perché delle frazioni distano tra loro addirittura ottanta chilometri, questo infatti diventerebbe il primo comune di Reggio Emilia il settimo o ottavo in Emilia-Romagna, tanti mi dicevano che peggio di così non poteva andare. Mentre a Toano, dove si sentono economicamente più forti ho sentito solo un sì, quindi credo che succeda quello che è successo a San Mauro e a Savignano, dove un Comune dirà sì e l’altro dirà no. In questo caso se un Comune dice di no, dobbiamo rispettare la volontà dei cittadini, sono loro a decidere. Ho anche detto ai cittadini di Toano, e lo dico anche in quest’Aula, che è vero che il Comune di Villa Minozzo è un comune povero, ma è anche vero che il comune di Villa Minozzo è il secondo comune dell’Emilia-Romagna come ricchezza d’acqua, una grande colpa ce l’ha anche questa Regione, una Regione che non rispetta la montagna, si è scelto di favorire le grandi municipalizzate, si è prelevato l’acqua e in cambio ai territori si è dato zero euro, i territori si sono impoveriti, le frane chiaramente sono aumentate, dal momento che si rompe l’equilibrio idraulico di un territorio ci sono dei dissesti idraulici, questi contratti a fondo perduto fatti con l’allora AGAC sono in scadenza.
Io chiedo a questa Regione di dare una mano a questi piccoli comuni che hanno solo due cose: l’aria e l’acqua. L’aria ovviamente non si vende, si può andare in montagna a respirare aria pulita, ma l’acqua costa. A Ridracoli hanno dovuto fare una diga per raccogliere l’acqua che a Villa Minozzo c’è in modo naturale, dobbiamo, come Regione, dare una mano a questi comuni che hanno solo l’acqua. Io non dico che devono arricchirsi ma quantomeno di questo bene ne devono usufruire soprattutto i cittadini residenti nel comune in cui questo bene nasce, come a Villa Minozzo, stiamo parlando di oro blu. Un bene importantissimo.
Detto che io sono favorevole, come Popolo della Libertà, aspettiamo il responso del referendum. Se nel referendum uno dei due comuni dice che questo matrimonio non s’ha da fare, per noi il matrimonio non s’ha da fare mentre se tutti e due i comuni votanti diranno di sì questo matrimonio si farà. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.
Non c’è nessun altro iscritto in dibattito generale, per cui chiedo alla Giunta se ritiene di dover intervenire.
Nessuno chiede di intervenire, per cui passo alle dichiarazioni di voto sulla delibera oggetto 4185, quindi l’indizione del referendum.
Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4185.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
OGGETTO 3870
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara». (Relazione)
OGGETTO 4187
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara.» (Proposta del consigliere relatore Roberto Montanari su mandato della Commissione I) (125) (Approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Il testo del progetto di legge è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali e istituzionali" nella seduta del 25 giugno 2013, il relatore della Commissione è il consigliere Roberto Montanari, ha presentato relazione scritta.
Il progetto di legge è composto da sei articoli e anche in questo caso sia il Consiglio delle Autonomie locali sia il Consiglio provinciale di Ferrara hanno espresso parare favorevole.
Do la parola al relatore consigliere Roberto Montanari.
MONTANARI, relatore: Grazie, presidente. A marzo di quest’anno i Comuni di Massa Fiscaglia, Migliarino e Migliaro hanno espresso la volontà di fondersi in un unico comune. La Giunta ha predisposto la legge, il Consiglio delle autonomie e il Consiglio provinciale di Ferrara hanno espresso parere positivo, l’udienza conoscitiva ha confermato e arricchito, per espressione di rappresentanti delle associazioni economico-sociali delle istituzioni locali tutti, gli argomenti a favore della fusione. La Prima Commissione ha licenziato il testo del progetto di legge e oggi l’Assemblea legislativa è chiamata a decidere l’indizione della consultazione della popolazione interessata, cioè il referendum, in cui il cittadino si esprimerà su due quesiti: uno riguarda la fusione e l’altro il nome da attribuire al nuovo comune. Dopo di ciò deliberemo in sede definitiva, conosciuto l’esito del referendum. Se lo si vorrà, e noi lo vogliamo, e i cittadini voteranno per l’istituzione del nuovo Comune, esso vedrà la luce nelle elezioni della primavera prossima.
Qual è il contenuto di sintesi più appropriato per descrivere la situazione? Direi che a questi Comuni manca solo la fusione per fare il salto di qualità e verso il futuro. Il nuovo comune avrà poco meno di diecimila abitanti, una superficie di centodieci chilometri quadrati, tenendo particolarmente conto, come evidenzia lo studio di fattibilità, che i tre comuni si trovano a quattro chilometri di distanza gli uni dagli altri e dal punto di vista morfologico c’è grande consonanza segnata visivamente dal passaggio del Po di Volano in tutti e tre i territori. I tre comuni gestiscono insieme da anni molti servizi, come la polizia locale, la raccolta dei rifiuti, il ciclo dell’acqua, parte delle funzioni sociali tramite l’ASL del Delta, un unico distretto scolastico, elementari e medie, la protezione civile, i servizi informatici, il catasto, il servizio bibliotecario. Da molti anni le associazioni di volontariato collaborano tra loro, le avis locali sono gemellate, le pro loco interagiscono nella costruzione di eventi e di iniziative e quando ai sindaci ho fatto la domanda "come siamo messi col calcio", perché c’è tanto tifo da frazione a frazione, mi hanno risposto che le società sportive raccolgono già tutti e tre i Comuni.
A tutto ciò si aggiunge la richiesta che viene dalle associazioni di categoria e dai sindacati di avere meno burocrazia, un’omogeneizzazione dei regolamenti che è uno dei grandi obiettivi della fusione per fare il salto di qualità e questo grande obiettivo non riguarda solo questi tre comuni, come abbiamo appena sentito prima. Finisco sottolineando il salto di qualità: rendere più efficacie ed efficiente l’azione amministrava di governo, salvaguardare e implementare la qualità dei servizi per i cittadini oggi messi in discussione dalla crisi e dai tagli, promuovere nuove occasioni di sviluppo del territorio. E’ ciò che con le nostre leggi incoraggiamo come Regione.
In quindici anni erogheremo 2 milioni 925 mila euro, in dieci anni lo Stato erogherà 5 milioni 047 mila euro, per affrontare le spese iniziali la Regione aggiunge 150 mila euro l’anno per tre anni. Oltre 8 milioni di euro in tutto!. Per i dieci anni successivi alla sua costituzione il nuovo comune avrà priorità nei programmi regionali che prevedono contributi agli enti locali, potrà accedere ai contributi previsti per le unioni di Comuni e sarà tolto il patto di stabilità territoriale per tre anni.
Come vedete, non vi ho fatto un trattato sui riordini istituzionali che pure perseguiamo e abbiamo discusso, in altri momenti, e che continueremo a discutere, ma l’esposizione oggi dei vantaggi diretti che il cittadino ha sostenendo la fusione, perché bisogna partire da lì per darsi la massa critica per costruire nuove occasioni di benessere, di lavoro e di sviluppo. Io penso che se non intortiamo il ragionamento a dibattiti molto generali, ma stiamo sulle questioni di contenuto e dei vantaggi concreti del cittadino, indicendo oggi il referendum che potrà penso svolgersi attorno al mese di ottobre, ma quello sarà un atto successivo fatto con autonomia dal Presidente della Regione, penso che potremo costruire le condizioni di un passaggio che è decisivo per i nostri territori. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.
Apro il dibattito generale congiunto sui due oggetti.
Non c’è nessuno in dibattito generale, chiedo alla Giunta se intende aggiungere qualcosa. No, per cui apro le dichiarazioni di voto sulla delibera oggetto 4187.
Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4187.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
OGGETTO 3871
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini». (Relazione e discussione)
OGGETTO 4188
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini». (Proposta del consigliere relatore Mario Mazzotti su mandato della Commissione I) (126) (Approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Il testo del progetto di legge è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio, Affari Generali e Istituzionali" nella seduta del 25 giugno 2013, il relatore della Commissione, il consigliere Mario Mazzotti, ha presentato la relazione scritta.
Il progetto di legge è composto da sette articoli e anche in questo caso sia il Consiglio delle Autonomie locali sia il Consiglio provinciale di Rimini hanno espresso parere favorevole sul progetto di legge.
Do la parola al consigliere Mario Mazzotti per la relazione.
MAZZOTTI, relatore: Grazie, presidente. Faccio mie le introduzioni presentate precedentemente dai colleghi Barbieri e Montanari per quello che riguarda sia le procedure di fusione che sono analoghe anche per i Comuni di Torriana e Poggio Berni sia per le motivazioni generali che condivido e che si possono adattare benissimo anche a questo progetto di fusione che ha presentato pochi attimi fa in maniera molto puntuale il collega Montanari.
Questo progetto, al pari degli altri, nasce da una richiesta precisa che è stata avanzata dai Comuni di Torriana e Poggio Berni, entrambi i Comuni sono compresi nell’unione dei comuni della Valle del Marecchia, gli stessi comuni hanno elaborato al loro interno, quindi con il coinvolgimento diretto delle strutture, degli apparati dei due comuni, cosa sempre importante, un’analisi preliminare volta ad appurare la fattibilità della fusione e a verificare la sussistenza di tutti i requisiti richiesti da legge regionale, quindi hanno svolto un processo di coinvolgimento prima del Consiglio comunale, del mondo associativo locale per arrivare poi alla votazione nei Consigli comunali rispettivi, sia quello di Torriana (all’unanimità) sia quello di Poggio Berni (con la maggioranza dei due terzi) della richiesta che noi oggi stiamo esaminando.
Si tratta di un’iniziativa che, come prima è stato ricordato, è segnalata come migliorativa sul versante qualitativo e quantitativo dei servizi svolti erogati alla popolazione che i due comuni già attualmente svolgono, uno strumento di risposta adeguato alla costante evoluzione del quadro normativo e finanziario che grava sugli enti locali e la fusione è l’opzione più valida anche, così i comuni si dichiarano, per adempiere agli obblighi e alle gestioni associate di tutte le funzioni previste per i comuni con popolazione inferiore ai cinquemila abitanti (tremila per i comuni montani), così come prevede la vigente normativa.
Il territorio è molto omogeneo, interessato non solo da una contiguità territoriale ma da una forte comunanza culturale e già nell’analisi di fattibilità si è evidenziata la forte integrazione, l’interconnessione e la necessità di proseguire in questo cammino per quello che riguarda le politiche turistiche, urbanistiche, di valorizzazione dell’ambiente, di regolamentazione degli standard di servizi e di presidio comune, che rappresentano un adattamento amministrativo a una realtà già in essere. È un rafforzativo, ed è l’ultima cosa che sottolineo, dell’unione dei comuni perché è fortemente integrato in quel processo e a questo punto, noi che approviamo il referendum, penso dobbiamo augurarci, come l’hanno fatto i sindaci espressamente nella dichiarazione che hanno fatto nell’udienza conoscitiva, che ci sia una buona partecipazione della popolazione e che il referendum sia lo strumento per ascoltare la voce dei cittadini e per vedere la relazione che sussiste tra le decisioni e le deliberazioni delle assemblee elettive e il pronunciamento che i cittadini faranno possibilmente nel tempo più breve possibile e possibilmente nel prossimo autunno, come chiedono i Comuni, per mettere in condizioni in tempi più rapidi, così come è già stato indicato anche per i comuni precedenti, il passaggio alla nuova forma amministrativa. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mazzotti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Noi abbiamo chiesto ai militanti della Lega Nord che risiedono in quei Comuni e ci hanno risposto di no. Proprio per la ragione che abbiamo più volte ribadito, siamo infatti contrari a processi di fusione di tipo irreversibile, calati dall’alto. Abbiamo avuto l’esempio dei Comuni della Valsamoggia. Addirittura l’Assemblea legislativa, ancora prima di attendere i risultati del referendum era favorevole alla fusione. L’obiettivo di ottenere maggiore efficienza o risparmi di spesa può essere raggiunto anche con altre soluzioni, cioè, nel caso in cui i territori non sono unanimemente favorevoli alla fusione, possono comunque essere favorite unioni di Comuni, convenzioni, associazioni intercomunali e gestione di servizi.
Nel caso della Valsamoggia si è discusso qui in aula poi l’esito del referendum non è stato quello che ci si aspettava e ci sono state posizioni contrarie. A questo punto ci siamo astenuti dato che alcuni di quei Comuni si erano espressi favorevolmente ed altri contrari. ma in questo caso, in merito alla fusione dei Comuni di Berni siamo contrari proprio perché ce lo chiede il nostro elettorato.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Chiudo il dibattito generale e apro la dichiarazione di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4188.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
OGGETTO 3872
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma». (Relazione)
OGGETTO 4189
Delibera: «Indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, sul progetto di legge "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma». (Proposta del consigliere relatore Gabriele Ferrari su mandato della Commissione I) (127) (Dichiarazioni di voto e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Il testo del progetto di legge è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali e Istituzionali" nella seduta del 25 giugno 2013, il relatore è il consigliere Gabriele Ferrari che ha presentato la relazione scritta.
Il progetto di legge è composto da sei articoli e anche in questo caso abbiamo avuto il parere favorevole del Consiglio delle Autonomie locali e del Consiglio provinciale di Parma.
La parola al consigliere Gabriele Ferrari.
FERRARI, relatore: Grazie, presidente. Anche questo processo di fusione, per quello che è stato illustrato fin qui dai colleghi negli altri tre analoghi oggetti, nasce dalla volontà delle due amministrazioni di Trecasali e Sissa, peraltro due amministrazione di colore politico diverso, di assecondare e aderire a quella scelta politico-strategica che in questa Regione la Vicepresidente Saliera insieme con diversi Consiglieri in questi anni hanno provato, alla luce della normativa nazionale ma anche alla luce delle esigenze che un mondo che cambia ci chiede di essere attrezzati e adeguati per affrontare le sfide e le difficoltà crescenti.
I due Comuni insieme avranno una popolazione di 8.029 abitanti (dato al gennaio 2012), sono ovviamente contermini, hanno già parecchie attività e parecchi servizi che sono condivisi, come servizi educativi e sociali, ed entrambi sono collocati all’interno dell’ambito territoriale delle terre verdiane. I colleghi della Lega Nord si sono astenuti sui primi due provvedimenti e hanno votato contro al terzo, e trovo questo atteggiamento francamente un po’ in contraddizione con quella teoria che io condivido quantomeno sulle realtà minori quando parliamo di piccoli Comuni che hanno l’assoluta necessità di stare insieme.
Si parla di dar vita a una macroregione e vorrei capire in base a quale principio, a quale logica e a quale visione strategica non mettiamo insieme realtà che per chi lo vuol vedere, e in questo caso lo disco sgombero da appartenenze di parte, divisioni minoritarie di partito in una logica di sistema e di territorio, faccio fatica a capire come si possa pensare a un’aggregazione su area più vasta che potrebbe avere anche un senso e una qualche ragionevolezza nel tema delle regioni d’Europa e nel rapporto tra noi e il resto del mondo se anche territori che oggettivamente non hanno più ragione di essere tenuti in vita e spesso fanno fatica a restare in vita perché oggi le condizioni non ci sono più, se almeno in quel caso non facciamo tutti uno sforzo per trovare quell’assetto nuovo di cui abbiamo assolutamente bisogno.
Capisco che alla fine quando si fa un referendum e quando la maggioranza silenziosa non si esprime possono esserci anche sorprese - lo abbiamo già visto e verificato in Valsamoggia e lo verificheremo credo in altre situazioni - credo che chi si occupa di politica e di dare un futuro ai propri territori in una visione che sia un po’ di strategia e di metodo nuovo i bassi interessi di bottega forse qualche volta possiamo anche vederli superare ma ognuno ovviamente è libero di pensare quello che crede. Andiamo ovviamente anche in questo caso, come peraltro negli altri, a un referendum. Quello che è necessario, e l’ho detto ai Sindaci del mio territorio, per non correre il rischio di andare a un referendum e non avere una maggioranza favorevole alla fusione, è fondamentale non dare per scontato nulla perché quelli che sono favorevoli si esprimono e quelli che sono contrari di norma non dicono niente ma lo fanno poi nel segreto dell’urna. Per riuscire a condividere e a far capire a tutti i cittadini l’importanza di queste scelte, è fondamentale sicuramente coinvolgere gli opinion leader, coloro che nelle realtà soprattutto piccole hanno un ruolo importante riconosciuto e di guida, e bisogna avere la capacità di coinvolgere in maniera molto decisa, e questo va fatto da subito ma comunque prima del referendum, tutti coloro che operano all’interno delle macchine comunali perché il dato certo - credo che valga per i miei comuni ma vale per tutti - è che nel momento in cui ci sono posizioni uguali in qualche modo bisognerà trovare degli assetti nuovi, quindi alcune figure non saranno certamente cancellate ma credo che saranno valorizzate di più, magari con un ruolo un po’ diverso, è fondamentale che tutti coloro i quali stanno dentro le strutture comunali siano partecipi e resi parte attiva in questa scelta, che è una scelta importante, che preclude poi ad altre scelte, fusione su scala più larga, e comunque daranno vita questi comuni fusi a quelle unioni all’interno delle quali potranno giocare a mio avviso un ruolo più importante che non in passato.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.
È aperto il dibattito generale sugli oggetti 3872 e 4189.
Chiudo il dibattito generale e chiedo alla Giunta se ha qualcosa da aggiungere rispetto alla relazione. No, per cui apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Per annunciare, come è avvenuto sull’oggetto precedente, il voto contrario del gruppo Lega Nord non per interessi di bottega ma perché riteniamo che la procedura, così come avevamo già contestato a suo tempo la legge regionale che disciplina la procedura stessa delle unioni, abbia a nostro giudizio proprio nel referendum il punto più dolente, referendum che non prevede una presenza di un quorum, quindi in teoria un unico elettore deciderebbe le sorti del referendum in un Comune e in più ha una funzione - lo ricordo a tutti - meramente consultiva.
Abbiamo già avuto esempi dove anche l’espressione popolare referendaria in un Comune poi non è stata presa in considerazione nel prosieguo del percorso. Parliamo in questo caso di due Comuni contigui che fanno già parte di un’unione di Comuni - terre verdiane per chi non lo sapesse - alla quale hanno già conferito le deleghe più importanti e la gran parte delle funzioni operative dei Comuni stessi. Non siamo pregiudizialmente contrari all’eventuale fusione ma siamo contrari - lo ribadiamo così come lo abbiamo sempre ribadito nelle occasioni precedenti - allo stesso percorso e al modo in cui questa Regione nella legge che ha disciplinato la materia ha di fatto svuotato di significato la funzione referendaria.
Qui la pronuncia dei Consigli comunali, che non sono i Comuni, di fatto prevarica ampiamente quella che è l’espressione popolare, posto che un referendum senza quorum, meramente consultivo che può essere poi disatteso nel prosieguo nel percorso di fusione, credo che a nostro giudizio vada un po’ ad umiliare quella che è la volontà dei cittadini dei Comuni stessi.
Avremmo preferito invece un referendum posto all’inizio della procedura con un valore assolutamente non consultivo ma decisivo rispetto alla funzione stessa di fusione. Non mi sono fermato, a differenza del collega Montanari, di cosa ne pensano le locali squadre di calcio né degli umori delle relative tifoserie - mi procurerò eventualmente di informarmi in merito e sanare questa mia lacuna - abbiamo sentito l’opinione dei cittadini di questi due Comuni e almeno per la quota che abbiamo avuto modo di monitorare, ha espresso un dissenso rispetto al percorso e anche e soprattutto rispetto alla procedura con la quale si potrebbe giungere alla fusione attraverso lo strumento referendario che di fatto è svuotato di ogni significato e di ogni funzione democratica posto che, ribadisco, non ha quorum, è meramente consultivo e qualunque cosa esca dalle urne può essere tranquillamente e serenamente disattesa nel prosieguo che può portare avanti la Giunta regionale. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Dichiaro il mio voto a favore, così come ho votato a favore dell’indizione degli altri tre referendum, perché si tratta di fusioni di piccoli Comuni con le caratteristiche che avevo cercato di richiamare quando abbiamo dibattuto allora in maniera piuttosto partecipata del progetto di fusione della Valsamoggia. Colgo l’occasione però anche per dire due cose. La prima è che oggi siamo qui a deliberare dei referendum che consentirebbero, se l’esito sarà positivo, di andare alla fusione di questi Comuni con le prossime elezioni amministrative. Nel caso della Valsamoggia i Sindaci di quella zona con il sostegno dei Consiglieri che hanno sostenuto la loro tesi non hanno voluto perdere quattro mesi di tempo per fare un processo partecipativo perché sostenevano che questo avrebbe impedito di arrivare alla fusione del Comune con le prossime elezioni amministrative e quindi voglio richiamare questo fatto perché dimostra veramente che si trattava di una cosa pretestuosa perché era possibile un vero processo partecipativo in quel caso.
L’altra cosa che vorrei dire e che mi stupisce un po’ è che non via sia stata in questa sede nessuna valutazione sulle esperienze di referendum per progetti di fusioni svolte fino ad ora dato che l’esito di quei referendum è stato perlomeno problematico e trovo abbastanza singolare che si continui a procedere con dei progetti senza una valutazione di come sono andati fino ad ora i referendum svolti su questi argomenti. Ricordo che in Valsamoggia è passato per un pelo e invece nel Rubicone è stato addirittura bocciato. A mio parere quindi, prima di continuare a reiterare un minimo di valutazione politica su qual è la procedura più idonea per affrontare questo tema credo che sarebbe stata utile.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4189.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
OGGETTO 4031
Delibera: «Approvazione del rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2012. Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015, assestamento e primo provvedimento di variazione dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 27 maggio 2013, n. 666) (128) (Approvazione)
OGGETTO 4038
Relazione, per l'anno 2012, sull'attività dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna
(Adempimento ai sensi dell'art. 12, comma 4 bis, della L.R. 29/95).
PRESIDENTE (Costi): Passiamo agli atti amministrativi. Per l’oggetto 4031 la Commissione "Bilancio Affari Generali e Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 17 giugno 2013 con la seguente votazione: 28 favorevoli, nessun contrario e un astenuto.
Per l’oggetto 4038 la Commissione "Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro e Sport" nella seduta del 5 giugno 2013 ha preso atto dell’illustrazione dell’oggetto.
Apro il dibattito generale.
Non vi è nessuno che interviene in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4031.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
OGGETTO 4072
Delibera: «Variazione al bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio 2013». (Delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 4 giugno 2013, n. 94) (129) (Approvazione)
PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Bilancio, Affari Generali e Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 17 giugno 2013 con la seguente votazione: 30 voti a favore, nessun contrario e un astenuto.
Apro il dibattito generale.
Chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4072.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
OGGETTO 4030
Delibera: «Definizione della misura e dei criteri di erogazione dei contributi da destinare agli allevatori e alle aziende agricole per danni da predatori ai sensi della L.R. 7 aprile 2000, n. 27 (Nuove norme per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina)». (Proposta della Giunta regionale in data 27 maggio 2013, n. 670) (130) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Nella seduta antimeridiana del 18 giugno l’Assemblea ha deciso di rimettere la proposta in oggetto a ulteriore esame da parte della Commissione referente, che è la IV Commissione.
La Commissione "Politiche per la Salute e Politiche Sociali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 25 giugno con 26 voti favorevoli, 5 contrari, 13 astenuti, apportando delle modifiche al testo.
Nel frattempo vi comunico che sono arrivati quattro emendamenti a firma tutti del consigliere Corradi e del consigliere Cavalli, che vi sono stati distribuiti.
Apro il dibattito generale sia sull’oggetto sia sui quattro emendamenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Questi sono gli emendamenti residui rispetto a quelli a suo tempo presentati perché in parte sono stati recepiti dai lavori della Commissione, la quale ha ritenuto di elevare la soglia di risarcimento originariamente prevista in misura inferiore rispetto al danno effettivo per portarla al cento per cento rispetto al danno subito dagli allevatori. Alcune altre correzioni di contenuti degli emendamenti che avevo presentato a suo tempo recepite in Commissione hanno consentito di fare chiarezza nella parte finale dove venivano usate espressione ambigue che potevano portare i servizi veterinari delle varie USL a dare interpretazione dissonante rispetto ai termini. Il fatto che sia stato introdotto specificatamente la durata di tre anni dà un termine certo mentre prima l’espressione era "negli anni precedenti" e questo ovviamente non aiutava a un’applicazione corretta della normativa.
Rispetto al testo della delibera ripresentiamo alcuni emendamenti, già a suo tempo presentati che però non hanno trovato accoglimento in Commissione. Il primo emendamento sostanzialmente va a incidere sulla parte della delibera laddove si fa riferimento che le risorse messe a disposizione della Regione presenti in un capitolo di bilancio sono quelle e non altre. È vero che in passato quando si è posto il problema sono state fatte delle variazioni di bilancio e quindi si è andato a integrare il capitolo, ma preferiremmo che fin da subito il testo che andremo ad approvare revochi la parte in cui si fa riferimento ai limiti delle disponibilità previste perché diversamente potremmo avere anni ahimè disgraziati, dove i danni da predatori rischiano di essere eccessivi e, ove non ci sia variazione di bilancio, gli allevatori che subiscono i danni nella parte finale dell’anno o comunque a risorse esaurite rischierebbero di non avere poi i risarcimenti che la legge prevederebbe anche per loro.
Un altro punto dell’emendamento 2 va a individuare un meccanismo di risarcimento che riteniamo sia più rapido rispetto a quello previsto nell’attuale normativa, anche soprattutto nei confronti delle Province, le quali sono chiamate a erogare in prima istanza le risorse salvo poi attendere un anno e mezzo prima di avere a loro volto la restituzione delle somme da parte della Regione. Con l’emendamento 2 si andrebbe a velocizzare questa procedura e in tempi molto brevi gli allevatori, ultimate le pratiche burocratiche, fatte tutte le verifiche del caso previste da questa delibera, avrebbero in venti giorni il risarcimento e a loro volta le Province in tempi molto brevi avrebbero quanto di loro spettanza da parte della Regione.
Con il terzo emendamento andiamo a incidere sulla parte finale dell’allegato alla delibera, laddove vengono previste le clausole di non risarcibilità, quindi di esclusione del risarcimento. Tra queste clausole abbiamo, così come il testo attualmente all’esame, la previsione che non vengano risarciti coloro i quali non abbiano adottato le necessarie misure di prevenzione. Noi gradiremmo che venisse precisato che non basta che la Provincia dia indicazioni di prevenzione generica alle imprese ma occorre anche, come in parte si accenna, al fatto che le Province forniscano poi agli imprenditori agricoli le necessarie misure o strumenti di prevenzione.
Non basta dire a un agricoltore di recintare i terreni dove manda a pascolare la sua mandria ma occorre anche fornire gli strumenti per poterlo fare. Già oggi le Province hanno delle dotazioni per esempio di rete anti-lupo per questi tipi di interventi ma non sempre sono sufficienti. Quindi l’idea che un allevatore che non è stato messo in condizione di assumere le opportune misure di prevenzione venga poi escluso da un risarcimento nel momento in cui subisce i danni, ci lascia piuttosto perplessi.
Da ultimo, e concludo, abbiamo presentato il quarto emendamento che per certi versi va a restringere e quindi aggiunge un ulteriore comma rispetto alle cause di esclusione, e fa riferimento a quegli allevatori che pur avendo subito danni negli ultimi tre anni di una significativa consistenza economica che noi abbiamo indicato negli emendamenti 5 mila euro, ma che non abbiano presentato nessuna richiesta per poter accedere agli strumenti di difesa, quindi alle misure finalizzate ad impedire di avere questi danni, a nostro giudizio poi non devono avere il diritto al risarcimento. Quindi l’imprenditore agricolo che si rende parte diligente, che si attiva, che chiede alla Provincia di poter avere gli strumenti necessari per fronteggiare ed evitare i danni è giusto, a nostro giudizio, che ove venga fornito di questi strumenti, abbia poi il risarcimento se questi strumenti si rivelano non idonei a prevenire, ma l’imprenditore agricolo che malgrado per tre anni consecutivi abbia subito danni però non si è fatto parte diligente, non si è attivato per chiedere alla Provincia l’accesso ai materiali necessari a prevenire i danni a nostro giudizio deve essere escluso dal risarcimento perché evidentemente non si è reso parte diligente per impedire i danni medesimi. Questo è un emendamento integrativo che aggiunge un capoverso al paragrafo che fa riferimento alle cause di esclusione che sottoponiamo all’attenzione dell’Aula. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Collega Piva, ritengo che sia il caso di rendere conto della discussione in Commissione molto rapidamente perché questa delibera è stata rinviata dall’Assemblea su proposta del collega Monari in Commissione, la Commissione ha avuto modo di approfondire, attraverso l’esame delle proposte di emendamenti, ulteriormente i contenuti e ha portato, raccogliendo tra le tante sollecitazioni pervenute dal consigliere Corradi, dal consigliere Defranceschi e dalla consigliera Noè, se ricordo chi aveva portato gli emendamenti, quanto era compatibile con l’impianto di una delibera che è un aggiornamento e non la riscrittura di una norma della delibera del 2011. Il collega Corradi non era presente in Commissione quel giorno, legittimamente ripresenta gli emendamenti in Assemblea ma quegli stessi emendamenti sono stati respinti col voto dalla Commissione a fronte anche di una serie di argomentazioni di carattere tecnico che in maggioranza, in maniera anche trasversale, la Commissione aveva considerato convincente.
Mi riferisco per esempio al primo emendamento laddove si fa riferimento ai limiti delle compatibilità di bilancio. È una forma di rito legata alla possibilità di ottenere i pareri tecnici formali e quindi è un aspetto non di volontà e di contenuto ma un obbligo di conformità nella costruzione delle delibere. Gli altri aspetti riguardano l’impianto delle nostre politiche regionali in merito a questo tema. È chiaro che il contenuto di questa delibera è un contenuto che interviene su un ambito parziale relativamente alle modalità con le quali vengono risarciti i danni al sistema agricolo, questo è un aspetto particolare che riguarda l’intreccio del lavoro tra il servizio veterinario, il sistema delle Province e il mondo agricolo, così come la Commissione ha ritenuto di respingere sulla base di un approfondimento anche di ordine tecnico gli emendamenti in Commissione approvandone altri, io dichiaro la mia contrarietà a tutti e quattro gli emendamenti ripresentati dal collega Corradi, che non era presente durante la discussione in Commissione l’ultima volta, giustificato, quindi non vuole essere un rilievo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Rispetto a questa delibera, intendo intanto esprimere un apprezzamento ai lavori, che comunque sono stati fatti nel corso di quella Commissione che effettivamente è stata riconvocata, perché nel corso dell’esame c’è stata la possibilità di innalzare al cento per cento il contributo da destinare agli allevatori e alle imprese agricole per i danni subiti dai predatori. Lo considero sicuramente un dato positivo, così come considero anche positivo il fatto che sia stata accettata che la valutazione delle richieste non avvenga più su base annuale ma su base trimestrale, consentendo, quindi, di accorciare i procedimenti di rimborso e di far sì che anche gli stessi imprenditori non si vedano rimborsati addirittura anche l’anno successivo.
Rimango, però, un po’ critica rispetto al provvedimento così come rimarrà in vigore, perché, effettivamente, alcuni punti non sono stati recepiti e non sono stati modificati. Mi riferisco al fatto che il campo dei beneficiari rimarrà comunque circoscritto ai soli agricoltori che sono iscritti alla Camera di Commercio; al fatto che per esempio l’indennizzo sia limitato solamente agli animali per i quali effettivamente si potrà rinvenire la carcassa dopo che c’è stato l’evento predatore; al fatto per cui la misura del rimborso è limitato all’attacco e non al capo. Ritengo che sia ancora troppo restrittivo, tra gli obblighi dell’imprenditore agricolo, il fatto per cui l’evento debba essere comunicato entro le 24 ore, perché questo può essere comunque ostativo laddove questo debba avvenire in concomitanza di una giornata festiva.
E, soprattutto, avrei apprezzato da ultimo che si fosse potuto introdurre un passaggio normativo che non avesse messo in capo all’allevatore il fatto di dover anticipare i costi di smaltimento ai centri, ma di dover attendere che questo rimborso avvenga solo successivamente da parte delle Province. Sulla base di queste considerazioni che permangono, e che quindi secondo me fanno persistere la criticità del provvedimento a riguardo, mi esprimerò con un voto di astensione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
Non c’è più nessuno che ha chiesto di intervenire in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto congiunte sulla delibera e relativi emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Solo per comunicare il voto favorevole a tutti e quattro gli emendamenti proposti e il voto di astensione sull’intero provvedimento per motivi simili a quelli esposti adesso dalla consigliera Noè, cioè per il fatto che si è fatto un passo avanti nel ritorno in Commissione arrivando al cento per cento del riconoscimento ma su altri punti ancora assurdamente non vi è il riconoscimento di un danno che ovviamente non si è causato l’agricoltore da solo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Sul testo della delibera, come gruppo, esprimeremo un voto di astensione. Aggiungiamo però un po’ di rammarico perché è mancato il coraggio di fare il percorso fino in fondo, quindi se è vero che parte degli emendamenti, miei e non solo miei, sono stati accolti dalla Commissione, è anche vero che un’altra parte di emendamenti che avevano, credo, una funzione migliorativa rispetto al testo originario, non hanno trovato accoglimento, non credo tanto per valutazioni di ordine meramente tecnico perché credo che sia il buonsenso che ci porta a ritenere, per esempio, e concludo velocemente, che nel momento in cui la Provincia fornisce indicazioni su come l’agricoltore deve intervenire per difendere la propria mandria ma nello stesso tempo non gli fornisce nessuno strumento, nessun finanziamento, nessuna rete, nessun tipo di supporto per provvedere in questa direzione, l’idea che questo debba essere motivo di esclusione dal risarcimento dei danni quando lo stesso allevatore li subisce mi lascia perplesso, anche perché ove questo diventasse prassi generalizzata una semplice indicazione generica che una certa Provincia dovesse fare a tutti gli allevatori del proprio territorio, escluderebbe a priori tutti gli allevatori da qualunque tipo di risarcimento a prescindere dall’entità e dalla gravità del danno subito.
Credo che quindi un po’ di buonsenso avrebbe forse suggerito di valutare con un po’ più di attenzione gli emendamenti finalizzati non ad aprire ai furbetti che possono inventarsi i danni ma semplicemente a garantire ai nostri allevatori che operano in situazioni già difficili per ragioni economiche e non solo, come quelli dell’alto crinale, garantire quel giusto risarcimento, e di quello parliamo, cioè guadagno a euro zero e semplicemente ristoro dei danni, che subiscono dagli animali di predazione.
Aggiungo, e mi taccio, che una normativa sensibile a queste tematiche è anche necessaria e imprescindibile per garantire il giusto equilibrio e rispetto della fauna selvatica, soprattutto quella predatoria, da parte degli operatori economici agricoli che operano in quei territori, perché nel momento in cui si dovesse radicare l’idea che comunque si subiscono danni da questi animali e poi il meccanismo risarcitorio non funziona o funziona male, ahimè, questo potrebbe indurre a qualcuno ad assumere, come ho già detto in altre sedi, comportamenti sicuramente vietati dalla legge, certamente non giustificabili sotto il profilo etico e morale ma sicuramente che possono trovare anche una giustificazione interna da parte di chi, pur di non subire i danni, è anche disponibile ad adire a degli strumenti di abbattimento dei selvatici certamente che non ci riteniamo di condividere ma che diventano poi una reazione naturale di autodifesa. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Grazie, presidente. Pochi secondi perché mi interessa che si diano risposte concrete ai nostri allevatori e solo perché sono rimasto molto sorpreso perché il consigliere Corradi ha parlato di motivi di carattere tecnico. Siamo in un’Assemblea legislativa che avrebbe un carattere anche politico e vorrei ricordare che la volta scorsa in questa Assemblea la maggioranza ha riconosciuto che nelle critiche dell’opposizione c’erano anche degli elementi di condivisione, quindi re-inviato alla Commissione competente, approvati diversi emendamenti bipartisan e sono un po’ stupito come oggi chi si sente all’opposizione produca polemiche su un percorso del genere che è stato tutto meno che la chiusura. Anzi, mi aspettavo che ci fosse un riconoscimento di alcuni meriti del passaggio. Solo per definire questo stupore più di carattere politico che tecnico. Il Capogruppo Monari chiese ufficialmente il ritorno in Commissione e mi sembra che un’attenzione forte ci sia stata sul capire dove si poteva aiutare di più gli allevatori. È un po’ paradossale come si sta svolgendo questo dibattito, ma ognuno ha le sue potenzialità.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Barbieri.
Non c’è più nessuno in dichiarazione di voto, per cui passiamo alla votazione. Ricordo sempre i tre scrutatori, che sono i consiglieri Moriconi, Paruolo e Cavalli.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 1 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 2 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 3 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 4 è respinto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4030.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
OGGETTO 4143
Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell’Accordo di collaborazione economica tra la Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino». (Richiesta del Presidente della Giunta regionale in data 14 giugno 2013) (131) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Bilancio, Affari Generali e Istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 25 giugno 2013 con la seguente votazione: 33 favorevoli, nessun contrario e 6 astenuti.
Apro il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Solo per ricordare ai colleghi meno vicini alla realtà territoriale di San Marino quanto questo accordo incida sulla realtà economica, oltre che ovviamente sociale, della nostra Regione, in particolare per quanto riguarda la Provincia di Rimini e la Provincia di Forlì-Cesena. Questo accordo si riferisce non solo ad accordo di carattere economico ma anche nell’ambito per esempio dei servizi idrici, una collaborazione nell’ambito della protezione civile, dell’assistenza sanitaria, delle capacità viarie della zona, un rapporto legato particolarmente agli interessi legati all’aeroporto di Rimini, aperture dovute al rapporto con uno stato sovrano in campo portuale per quanto riguarda tutta l’immatricolazione di natanti importanti per il turismo di quel tipo. C’è poi un’importante iniziativa che riguarda il Parco tecnologico, che grazie al rapporto con uno Stato straniero si può mettere in campo e che prevede l’assorbimento di lavoratori di alto livello, quindi un lavoro buono e qualificato, per il prossimo futuro. Quindi un accordo molto importante che segue un accordo già avvenuto a livello nazionale tra gli Stati e credo che possa essere un importante punto di spinta per il rilancio dell’economia della nostra Regione.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.
Se non ci sono altri in dibattito generale apro le dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4143.
(L’Assemblea, all’unanimità dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
Chiudiamo la seduta assembleare.
Ricordo che avremo la Conferenza dei Capigruppo ma prevediamo già una doppia seduta.
(Le comunicazioni prescritte dall'art. 69 del Regolamento interno, inviate a tutti i consiglieri, sono riportate in allegato)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18,56
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 3220 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pagani, Monari, Barbati, Sconciaforni e Naldi: «Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate.»" (61)
Presenti: 39
Favorevoli: 39
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 11
Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Giampaolo LAVAGETTO, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Silvia NOÈ, Alberto VECCHI.
OGGETTO 4096 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Misure in materia di pagamenti dei debiti degli Enti del Servizio Sanitario Regionale.»" (62)
Presenti: 38
Favorevoli: 37
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 1
Andrea DEFRANCESCHI.
Assenti: 12
Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Vasco ERRANI, Giampaolo LAVAGETTO, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Matteo RIVA, Alberto VECCHI.
Emendamenti
OGGETTO 3220 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Pagani, Monari, Barbati, Sconciaforni e Naldi: «Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate.»"
Emendamento 1, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani:
«Il comma 1 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente:
"1. L'esercizio delle sale da gioco e l'installazione di apparecchi da gioco di cui all'articolo 110 del regio decreto n. 773 del 18 giugno 1931 (Approvazione del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza) sono soggetti al regime autorizzatorio previsto dalla normativa vigente."»
(Approvato)
Emendamento 2, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani:
«Il comma 2 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente:
"2. Al fine di perseguire le finalità di cui all'articolo 1 della presente legge e gli obiettivi di cui all'articolo 2 della legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 (Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio), i Comuni possono dettare, nel rispetto delle pianificazioni di cui all'articolo 7, comma 10, del decreto legge n. 158 del 2012, previsioni urbanistico-territoriali in ordine alla localizzazione delle sale da gioco."»
(Approvato)
Emendamento 3, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani:
«All'articolo 6, dopo il comma 2, è aggiunto il seguente comma:
"2 bis. Salvo quanto previsto dalla normativa nazionale, per i medesimi obiettivi e finalità di cui al comma 2, i Comuni possono disciplinare, nell'ambito dei propri strumenti di pianificazione di cui alla legge regionale n. 20 del 2000, gli elementi architettonici, strutturali e dimensionali delle sale da gioco e delle relative pertinenze."»
(Approvato)
Emendamento 4, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani:
«All'articolo 6, il comma 8 è soppresso.»
(Approvato)
Emendamento 5, a firma dei consiglieri Barbati e Pagani:
«Il comma 2 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:
"2. Possono essere attivati interventi finalizzati alla formazione degli operatori sociali e socio-sanitari e alla presa in carico di persone che manifestano dipendenza patologica dal gioco d'azzardo."»
(Approvato)
Emendamento 6, a firma dei consiglieri Barbati, Alberto Vecchi, Bazzoni, Aimi, Bartolini, Noè, Pagani, Manfredini e Monari:
«Il comma 3 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente:
"3. Il personale operante nelle sale da gioco e gli esercenti sono tenuti, secondo quanto previsto dal piano integrato di cui all'art. 2, a frequentare corsi di formazione predisposti dalle AUSL sui rischi del gioco patologico e sulla rete di sostegno. Nel piano integrato saranno individuati, anche in relazione al numero di apparecchi di cui all'art. 110, comma 6, del R.D. n. 773 del 1931 installati nella sala da gioco, a quali soggetti sono rivolti i corsi di formazione."»
(Approvato)
OGGETTO 4096 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Misure in materia di pagamenti dei debiti degli Enti del Servizio Sanitario Regionale.»"
Emendamento 1, a firma del consigliere Luciano Vecchi:
«Al comma 2 dell'articolo 4 del presente progetto di legge le parole "commi 3 e 4" sono sostituite dalle parole "commi 2, 3 e 4".»
(Approvato)
Emendamento 2, a firma del consigliere Luciano Vecchi:
«Al comma 1 dell'articolo 2 del presente progetto di legge le parole "commi 2 e 3" sono soppresse.»
(Approvato)
Emendamento 3, a firma del consigliere Luciano Vecchi:
«Il comma 1 dell'articolo 4 del presente progetto di legge è sostituito dal seguente:
"1. Per l'attuazione della presente legge e con riferimento al decreto direttoriale del Ministero dell'economia e delle finanze del 16 aprile 2013, come aggiornato dal decreto direttoriale del Ministero dell'economia e delle finanze del 2 luglio 2013, di cui all'art. 3, comma 2, del decreto-legge n. 35 del 2013 convertito dalla legge n. 64 del 2013, la Regione provvede all'istituzione di appositi capitoli e di specifiche unità previsionali di base per l'iscrizione dell'anticipazione di liquidità, nella parte entrata del bilancio regionale e per l'iscrizione dei relativi trasferimenti agli enti del Servizio sanitario regionale, nella parte spesa del bilancio regionale mediante la seguente variazione al bilancio di previsione 2013 e pluriennale 2013-2015, con riferimento all'esercizio 2013:
STATO DI PREVISIONE DELL'ENTRATA
a) Variazioni in aumento
TITOLO 5
CATEGORIA 19 ANTICIPAZIONI ED ALTRE OPERAZIONI DI CREDITO A BREVE TERMINE
U.P.B. 5.19. 13500"Anticipazioni di liquidità dallo Stato"
Stanziamento di competenzaEURO447.980.000,00
Stanziamento di cassaEURO447.980.000,00
Cap. 06940"Anticipazioni di liquidità dallo Stato a valere sul "Fondo Anticipazione di liquidità di cui all'art. 3 del D.L. n. 35 del 2013" (Art. 3 D.L. 8 aprile 2013, n. 35, convertito dalla Legge 6 giugno 2013 n. 64).
Stanziamento di competenzaEURO447.980.000,00
Stanziamento di cassaEURO447.980.000,00
STATO DI PREVISIONE DELLA SPESA
a) Variazioni in aumento
TITOLO II - SPESE D'INVESTIMENTO
CATEGORIA ECONOMICA 237 TRASFERIMENTI IN CONTO CAPITALE ALLE UNITA' SANITARIE LOCALI
U.P.B. 1.5.1.3.18900"Trasferimenti in capitale agli enti del
servizio sanitario regionale"
Stanziamento di competenzaEURO447.980.000,00
Stanziamento di cassaEURO447.980.000,00
Cap.52050"Trasferimenti in capitale agli enti del servizio sanitario regionale a valere sul "Fondo Anticipazione di liquidità di cui all'art. 3 del D.L. n.35 del 2013" (Art. 3, D.L. 8 aprile 2013, n. 35, convertito dalla L. 6 giugno 2013, n. 64).
Stanziamento di competenzaEURO447.980.000,00
Stanziamento di cassaEURO447.980.000,00."»
(Approvato)
OGGETTO 4030 Delibera: "Definizione della misura e dei criteri di erogazione dei contributi da destinare agli allevatori e alle aziende agricole per danni da predatori ai sensi della L.R. 7 aprile 2000, n. 27 (Nuove norme per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina)" (Proposta della Giunta regionale in data 27 maggio 2013, n. 670).
Emendamento 1, a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli:
«A pagina 1 dell'Allegato, nel capitolo intitolato "Il fondo regionale", sono soppresse le parole: "..., entro i limiti di disponibilità delle risorse previste in apposito capitolo di Bilancio,...".»
(Respinto)
Emendamento 2, a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli:
«A pagina 2 dell'Allegato, nel capitolo intitolato "Erogazione del contributo", sono soppressi il secondo ed il terzo paragrafo, ossia dalle parole: "L'amministrazione provinciale competente per territorio...", fino alle parole: "... redatti dai veterinari ufficiali." e sostituiti dalle seguenti parole:
"L'amministrazione provinciale competente per territorio, entro il termine perentorio di venti giorni dalla ricezione della predetta documentazione, provvederà con proprio atto deliberativo alla liquidazione ed al pagamento del contributo spettante direttamente al proprietario degli animali uccisi; trasmettendo altresì la documentazione al competente Servizio Veterinario regionale, secondo il modello di cui al "modello B", con allegati i verbali di accompagnamento redatti dai Veterinari ufficiali.
Entro dieci giorni dalla ricezione della documentazione, la Regione provvederà a rifondere alla Provincia le somme erogate a titolo di contributo ai proprietari degli animali uccisi."»
(Respinto)
Emendamento 3, a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli:
«A pagina 4 dell'Allegato, nel capitolo intitolato "Causa di esclusione", al quinto capoverso, dopo le parole: "... non abbia provveduto in merito", sono aggiunte le parole: "; sempre che la provincia abbia erogato le somme occorrenti alle misure di prevenzione o abbia fornito i materiali necessari."»
(Respinto)
Emendamento 4, a firma dei consiglieri Corradi e Cavalli:
«A pagina 4 dell'Allegato, nel capitolo intitolato "Causa di esclusione", dopo il quinto capoverso, è istituito un nuovo capoverso così formulato:
"- i danni subiti da allevatori che nei tre anni precedenti hanno subito episodi di danni per un ammontare complessivo ammesso a risarcimento superiore ad € 5.000,00 e che non hanno presentato richiesta alla provincia per accedere a finanziamenti o a materiali necessari a prevenire il verificarsi dei predetti episodi."»
(Respinto)
Ordine del giorno
OGGETTO 3220/1 - Ordine del giorno proposto dai consiglieri Barbati, Pagani, Naldi, Sconciaforni, Noè, Bazzoni, Manfredini, Monari, Defranceschi, Grillini, Riva e Moriconi sul gioco d'azzardo patologico.
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
come noto, il gioco d’azzardo consiste nell’attività di scommettere o puntare una determinata somma di denaro o un altro bene di valore più o meno rilevante, anche in relazione alla situazione economica soggettiva, sull’esito di un gioco (lato sensu inteso) che può implicare la dimostrazione di determinate abilità ovvero basarsi esclusivamente sul caso;
il gioco d’azzardo ha assunto, in Italia, un volume ed una dimensione particolarmente rilevanti, anche a fronte di una sponsorizzazione commerciale facilmente percepibile dati gli innumerevoli messaggi pubblicitari presenti sui canali di comunicazione;
la capillare diffusione del gioco d’azzardo implica, tra l’altro, drammatici corollari dai punti di vista sociale e sanitario: in soggetti ad alta vulnerabilità, appartenenti a categorie cd. "sensibili", la pratica del gioco d’azzardo può infatti sfociare in una vera e propria dipendenza comportamentale, nel cd. gioco d’azzardo patologico (G.A.P.) quale conseguenza patologica secondaria di un comportamento primario di gioco;
più in particolare, l’Arizona Council on Compulsive Gambling (1999) definisce il gioco d’azzardo patologico come un disturbo progressivo, caratterizzato dalla continua e periodica perdita di controllo in situazioni di gioco, dalla compulsività di giocare e di reperire le risorse per continuare a farlo, dal pensiero irrazionale e dalla reiterazione del comportamento, a totale dispregio delle conseguenze negative sulla salute della persona; similmente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce il gioco d’azzardo patologico come una forma morbosa che presenta tutti i caratteri della malattia (alterazione e sofferenza; causalità; evidenza fenomenica; processo con necessità d’intervento) e che rientra, secondo la classificazione del DSM - IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, IV edizione), nella categoria diagnostica dei "Disturbi del controllo degli impulsi";
anche a fini di puntualità nozionistica, si ritiene opportuno precisare che l’Arizona Council on Compulsive Gambling ha, altresì, definito il gioco d’azzardo problematico (nozione che, per vero, non trova riscontro nelle categorie diagnostiche accreditate), quale comportamento volontario di gioco che mette a rischio la salute psicofisica e sociale dell’individuo e che può degenerare verso una forma di malattia vera e propria, ossia il gioco d’azzardo patologico;
in modo non dissimile, nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome in data 19 aprile 2012 e recante "Relazione delle Regioni e Province Autonome sul Gambling Patologico, oggetto di indagine conoscitiva della XII Commissione della Camera dei Deputati", si afferma che con il termine "gioco d’azzardo patologico" si intende "un disturbo del controllo degli impulsi che si connota come una dipendenza patologica "sine substantia", caratterizzata da andamento cronico e recidivante, in grado di compromettere lo stato di salute e la socialità della persona affetta da tale disturbo";
oltre alle conseguenze di carattere sanitario che attengono al benessere psicofisico dell’individuo, il gioco d’azzardo patologico pone conseguenze particolarmente gravi anche sotto il profilo sociale e finanziario: i soggetti affetti da G.A.P., infatti, presentano un elevato rischio di compromissione finanziaria personale con ripercussioni in ambito familiare e lavorativo; ciò, senza contare i "costi per la collettività" che gravano a carico del servizio sanitario e dei servizi sociali per realizzare interventi di prevenzione, cura e riabilitazione;
ulteriormente, si ritiene opportuno precisare che, oltre alle problematiche sociosanitarie specificamente rilevanti in tal sede, al gioco d’azzardo sono sottese anche problematiche di ordine pubblico, come risulta dalla "Relazione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito" pubblicata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali in data 22 luglio 2011 (Doc. XXIII, n. 8).
Considerato che
a fronte dell’assenza di dati epidemiologici nazionali omogenei, in quanto tali capaci di tracciare un corretto dimensionamento del fenomeno del gioco d’azzardo patologico con una lettura su base nazionale e regionale, non è consentito delineare un quadro certo in ordine alla diffusione della patologia;
uno dei più recenti censimenti in materia è stato curato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ministero per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione - Dipartimento Politiche Antidroga) recante "Gambling - Gioco d’azzardo problematico e patologico: inquadramento generale, meccanismi fisiopatologici, vulnerabilità, evidenze scientifiche per la prevenzione, cura e riabilitazione" (febbraio 2013): lo studio evidenzia che, in Italia, a fronte di una popolazione totale di 60.418.711, circa il 54 per cento (23.894.000) sono giocatori d’azzardo, una percentuale compresa tra l’1,27 per cento (767.318) e il 3,8 per cento (2.295.913) sono giocatori d’azzardo problematici, e una percentuale compresa tra lo 0,5 per cento (302.093) e il 2,2 per cento (1.329.211) sono affetti da gioco d’azzardo patologico; da precisare che le oscillazioni percentuali, anche piuttosto rilevanti, sono determinate proprio dal fatto che ad oggi non esistono studi puntuali esaustivi.
Considerato, altresì, che
particolarmente preoccupante è la diffusione del gioco d’azzardo, con le consequenziali problematiche sopra rilevate, tra le giovani generazioni;
in data 16 gennaio 2013, è stata presentata alla Camera dei Deputati l’Indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (2012), curata da Eurispes e dalla Onlus Telefono Azzurro: si tratta di un dettagliato report - giunto alla sua tredicesima edizione - in cui sono fornite analitiche indicazioni in ordine agli atteggiamenti e ai trend comportamentali tenuti da bambini e adolescenti in diversi settori e contesti (tra cui, ad esempio: tecnologia, scuola, violenza in famiglia, media, fuga volontaria dall’abitazione, crisi economica sexting, nuove tecnologie);
in particolare e per quanto rileva specificamente in tal sede, tra i fenomeni affrontati nell’Indagine vi è quello della diffusione del gioco d’azzardo - lato sensu inteso - tra bambini, di età compresa tra i 7 e gli 11 anni (sic!), e adolescenti, di età compresa tra i 12 e i 18 anni;
come risulta dal citato documento, la rilevazione ha coinvolto 23 scuole di ogni ordine e grado ed è stata condotta mediante la sottoposizione di un questionario composto da domande a risposta chiusa, tenendo conto di diverse variabili (tra cui sesso, età, area geografica, tipologia di scuola e di istituto, classe frequentata): segnatamente, sono stati compilati ed analizzati 1.100 questionari per i bambini e 1.523 per l’adolescenza;
per quanto riguarda i bambini (7-11 anni), dai dati elaborati si desume che il 17,1% ha dichiarato di aver giocato on line a soldi e il 25,9 per cento ha dichiarato di aver giocato a soldi non on line: sostanzialmente "un bambino su quattro risulta coinvolto" nel fenomeno del gioco d’azzardo;
il report sottolinea, inoltre, che il gioco prediletto dai bambini è il "gratta e vinci" (e simili), cui dichiara di aver giocato il 33,7 per cento, mentre l’11,4 per cento e l’11,1 per cento ha invece giocato rispettivamente alle lotterie ed al bingo;
per quanto riguarda il videopoker e le slot machines, che sono senza dubbio i dispositivi che destano la maggior preoccupazione, le percentuali di bambini che dichiarano di aver giocato sono particolarmente preoccupanti (rispettivamente il 7,8 per cento ed il 6,9 per cento), "tanto più se si considera che, ammette di non avervi mai giocato, ma che tuttavia vorrebbe farlo, un numero quasi doppio di bambini (rispettivamente il 13,3% ed il 13,5%)";
per quanto riguarda gli adolescenti (12-18 anni), il 12 per cento utilizza il canale on line per giocare a soldi, mentre il 27% gioca a soldi con modalità non on line;
in particolare, dall’Indagine risulta che "Internet raccoglie un cospicuo 39,9% delle preferenze, a conferma di come sia il mezzo/luogo con cui i giovani sanno destreggiarsi meglio, seguito dalle sale giochi (17,8%) e dai tabacchi (14,4%). Non superano la soglia del 10% le edicole, il Bingo e i bar/ristorante. I 12-15enni optano per giocare più frequentemente online (lo fa il 44% rispetto al 35,8% dei 16-18enni) e nelle edicole (lo fa il 6,5% contro il 2,7% dei 16-18enni); i tabacchi sono invece più frequentati da 16-18enni (il 18,7% contro il 10,9% dei 12-15enni), così come il bar/ristorante, preferito dal doppio dei ragazzi più grandi";
l’ambito in cui si registrano le percentuali più elevate è, però, quello delle scommesse sportive, che coinvolge un intervistato su cinque (il 20 per cento degli adolescenti).
Rilevato che
dal citato studio del Dipartimento Politiche Antidroga risulta che, nel 2011, le entrate erariali sono ammontate a 8,7 miliardi di euro e quelle di concessionari/gestori a 9,7 miliardi di euro; quantum progressivamente aumentato a partire dal 2005;
dal medesimo studio emerge, inoltre, che nel 2011 il volume d’affari complessivo del gioco d’azzardo è stato pari a 79,9 miliardi di euro;
tali dati comprovano, da un lato la diffusione della pratica del gioco d’azzardo, dall’altro la rilevanza della quantità di risorse investite dai giocatori in tali attività, una condotta quest’ultima che - come accennato - conduce gli individui al disagio economico-sociale spesso emarginandoli nell’area dell’illegalità.
Rilevato, altresì, che
nonostante la filiera del gioco produca introiti di rilevante consistenza, la tassazione operata sui giochi leciti è stata praticata in modo progressivamente inferiore, nel senso che le forme di gioco più recenti - e maggiormente insidiose - risultano essere quelle meno interessate dalla pressione erariale: dai dati elaborati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dai Monopoli di Stato risulta che, mentre la percentuale di tassazione sul Superenalotto è pari al 44 per cento circa, gli introiti da slot machine sono tassati per il 12,6 per cento e quelli da videolottery solamente per il 3 per cento.
Evidenziato che
al fine di fronteggiare le problematiche ingenerate dal gioco d’azzardo patologico, il D.L. 13 settembre 2012, n. 158, recante "Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute" (cd. "Decreto Balduzzi"), è intervenuto sul tema, prevedendo una serie di misure che dovrebbero prevenire e contrastare il G.A.P.;
in particolare, l’art. 5 prevede che il gioco d’azzardo patologico sia inserito nei LEA come "addenda obbligatoria ex lege" nell’ambito della più ampia procedura di aggiornamento dei livelli essenziali, ad oggi non ancora perfezionata: tuttavia, è da precisare che la disposizione in esame - pur a fronte del prospettato inserimento del G.A.P. nei LEA - non prevede risorse finanziarie dedicate, ciò che di fatto potrebbe precludere l’effettiva realizzabilità degli interventi assistenziali da parte delle Regioni;
in secondo luogo, l’art. 7, comma 4, lett. a), vieta messaggi pubblicitari concernenti il gioco d’azzardo nei quali si evidenzi "incitamento al gioco ovvero esaltazione della sua pratica": per vero, alla luce di uno stretto ragionamento logico-concettuale, prima ancora che giuridico, non si intende come una pubblicità concernente il gioco non possa non incitare al gioco stesso;
infine, e per quanto più specificamente rileva in tal sede, l’art. 7, comma 10, prevede una "progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco praticato mediante gli apparecchi" AWP, mediante la predisposizione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di una pianificazione che:
a) tenga conto degli "interessi pubblici di settore";
b) sia elaborata "sulla base di criteri, anche relativi alle distanze da istituti di istruzione primaria e secondaria, da strutture sanitarie e ospedaliere, da luoghi di culto, da centri socio-ricreativi e sportivi, definiti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, previa intesa sancita in sede di Conferenza unificata";
c) tenga conto dei controlli annuali effettuati dalle Forze dell’Ordine ai sensi del comma 9 del medesimo art. 7;
d) tenga conto "di ogni altra qualificata informazione acquisita nel frattempo";
il termine per l’emanazione del decreto interministeriale previsto dalla citata disposizione è scaduto lo scorso 11 marzo 2013 e, ad oggi, il piano di ricollocazione non risulta comunque adottato, così come non risultano effettuate le attività documentali ed informative ad esso prodromiche: come si vedrà appresso, l’incertezza - anche ermeneutica - del quadro normativo nazionale e la sua incompleta attuazione frustrano l’urgenza di intervenire con strumenti regolamentari o legislativi da parte degli enti del governo territoriale, anche a fronte di eventuali rischi di illegittimità delle discipline medio tempore adottate.
Sottolineato che
anche successivamente all’entrata in vigore del D.L. n. 158 del 2012, numerosi comuni hanno adottato diversi regolamenti o discipline preordinati a contenere l’espansione del fenomeno e le relative conseguenze pregiudizievoli: segnatamente, tra le misure di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico, la regolamentazione locale ha variamente individuato le distanze che devono essere rispettate tra un locale in cui si svolge attività di gioco e alcuni luoghi sensibili prettamente frequentati da individui vulnerabili (quali scuole, luoghi di culto, centri ricreativi);
tuttavia, la quasi totalità dei regolamenti comunali è stata dichiarata illegittima dai competenti tribunali amministrativi, principalmente in ragione dell’asserito assorbimento delle competenze pianificatorie in capo all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli alla luce della non attuata - ma vigente - normativa introdotta dal citato D.L. n. 158 (si veda, da ultimo, T.A.R. Veneto, Venezia, III, 03 aprile 2013, n. 610, secondo cui dalle citate disposizioni nazionali "si ricava il principio che gli strumenti pianificatori di contrasto alla ludopatia devono essere stabiliti a livello nazionale o comunque essere inseriti nel sistema della pianificazione nazionale");
l’incertezza della normativa nazionale e il suo mancato completamento, oltre a frustrare i regolamenti comunali, inibisce alle Regioni di approvare provvedimenti legislativi immuni da possibili censure di costituzionalità per contrasto con la sopravvenuta normativa nazionale, specie per quanto attiene i temi delle distanze dai luoghi sensibili e della collocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco (a fini di completezza si ritiene opportuno precisare che non sono decisivi i principi di diritto enunciati nella nota sentenza n. 300 del 2011, con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l’infondatezza della questione di legittimità della legge della Provincia di Bolzano n. 13 del 2010 nella parte in cui ha introdotto il cd. "distanziometro": trattasi di una normativa e di una pronuncia anteriori all’entrata in vigore del D.L. n. 158, di cui ontologicamente non si tiene conto nella pronuncia);
proprio alla luce di tali criticità, l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, già nella seduta del 18 dicembre 2012, ha approvato una mozione proposta dai Consiglieri Barbati, Mandini, Pagani, Naldi, Donini e Monari per invitare il Governo a completare il percorso normativo intrapreso con il D.L. 158/2012 in materia di gioco d’azzardo patologico (ogg. ass. n. 3446).
Invita il Governo
a completare la procedura di aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza di cui all’art. 5 del D.L. n. 158 del 2012, prevedendo, a fronte del previsto inserimento del gioco d’azzardo patologico nei LEA, anche lo stanziamento di risorse dedicate, necessarie per garantire l’effettiva predisposizione e attuazione da parte delle Regioni (e degli enti locali) di politiche sociosanitarie di assistenza alle persone affette da tale patologia;
a formalizzare tempestivamente un’interpretazione autentica del disposto di cui all’art. 7, comma 10, del D.L. n. 158 del 2012, tra l’altro in ordine:
a) alle modalità, anche operative, in cui dovrà articolarsi la "progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco (…)";
b) al significato della locuzione "progressiva ricollocazione" di cui al primo periodo del comma 10, anche in relazione alle espressioni "Le pianificazioni" di cui al secondo periodo e "tale pianificazione" di cui al terzo periodo del medesimo comma, specificando quale sia la lettura sistematica della disposizione in esame;
c) all’ambito oggettivo e temporale interessato dalla "progressiva ricollocazione" (o pianificazione?), specificando quale sia il regime giuridico medio tempore applicabile, anche al fine di fornire agli enti del governo territoriale una cornice normativa nazionale qualificata dalla certezza, che consenta di adottare atti normativi o pianificatori efficaci e non censurabili sotto il profilo della legittimità;
d) alla luce dell’art. 117 Cost., quali siano le materie direttamente o trasversalmente sottese alla disposizione in esame;
al fine di una completa attuazione dell’art. 7, comma 10, del D.L. n. 158 del 2012:
a) a convocare tempestivamente, ex art. 8, comma 4, del D.Lgs. n. 281 del 1997, la Conferenza unificata, in seno alla quale sancire l’intesa propedeutica all’adozione del decreto interministeriale di definizione dei criteri, anche relativi alle distanze da luoghi sensibili, sulla base dei quali l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli deve pianificare la progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco praticato mediante gli apparecchi AWP;
b) siglata l’intesa in sede di Conferenza unificata, ad adottare il citato decreto interministeriale in modo tempestivo, considerando che il termine - pur ordinatorio - individuato dalla legge per l’adozione dello stesso è scaduto lo scorso 11 marzo;
c) a sollecitare l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a pianificare ed effettuare i controlli su base annuale ai sensi del comma 9 del medesimo art. 7, i cui esiti appaiono quantomeno prodromici alla pianificazione di cui al comma 10;
d) a sollecitare, anche nell’ottica della leale collaborazione istituzionale, i "comuni ovvero [le] loro rappresentanze regionali o nazionali" a trasmettere le "proposte motivate" funzionali ad accrescere la piattaforma conoscitiva sulla cui base elaborare la pianificazione nazionale;
ad introdurre una disciplina normativa preordinata a maggiorare la tassazione sul gettito derivante dal gioco lecito, specie per quanto riguarda le nuove forme di gioco mediante apparecchi elettronici e telematici.
Invita il Parlamento
in subordine a quanto previsto dalla parte precedente e comunque in caso di inerzia dell’Esecutivo nazionale, ad adottare una legge d’interpretazione autentica del disposto di cui all’art. 7, comma 10, del D.L. n. 158 del 2012 nei termini suddetti.
Invita, altresì, la Giunta
a sollecitare l’Esecutivo nazionale a porre in essere le attività giuridico-istituzionali necessarie, da un lato all’aggiornamento dei LEA con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da gioco d’azzardo patologico, dall’altro alla completa attuazione dell’art. 7, comma 10, del D.L. n. 158 del 2012;
in particolare, a sollecitare istituzionalmente il Governo a convocare la Conferenza unificata, in seno alla quale sancire l’intesa propedeutica all’adozione del decreto interministeriale di cui al comma 10 dell’art. 7 del D.L. n. 158, quale primo atto funzionale al perfezionamento del processo di pianificazione nazionale dei punti di rete fisica del gioco.
Approvato all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 2 luglio 2013»
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
«Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:
Interrogazioni
4208 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la situazione relativa all'integrazione dei nomadi nel territorio regionale, con particolare riferimento alla Provincia di Reggio Emilia ed al Comune di Correggio.
4209 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per rendere disponibile ai malati di sclerosi multipla il medicinale denominato "Sativex".
4213 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, volta a conoscere l’organigramma e la matrice delle responsabilità dirigenziali dell’AUSL di Parma, al fine di comprendere se sussista, ai sensi della Legge 39/2013, incompatibilità di ruolo per il Sindaco di Fidenza (PR), contemporaneamente amministratore di un Comune con più di 15.000 abitanti e direttore amministrativo del locale ospedale civile.
4214 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito alla situazione idro-geologica del Comune di Lama Mocogno (MO) e alle azioni di salvaguardia del territorio e della popolazione locale.
4215 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito ai disagi provocati dalla vendita della nuova versione dell’abbonamento integrato treno e autobus "Mi muovo" relativamente alla direttrice Modena-Carpi-Rolo-Novi-Fabbrico.
4216 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, in merito all’applicabilità della Legge Regionale n. 8/94 «Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria», in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato, sez. VI, 13 maggio 2005 n. 2399.
4217 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, in merito alle installazioni di nuovi impianti per la telefonia mobile nel Comune di Rimini.
4221 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'attuazione della L.R. n. 26/1998 in particolare per quanto riguarda il parto a domicilio.
4222 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'adozione di strumenti di valorizzazione, tutela e salvaguardia urbanistico-ambientali dei territori termali.
Risoluzioni
4211 - Risoluzione proposta dal consigliere Filippi in merito alle misure da intraprendersi per la messa in sicurezza degli immobili colpiti dal sisma verificatosi il 21 giugno 2013 in Garfagnana (documento in data 02 07 13).
4212 - Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Pariani, Montanari, Carini, Paruolo, Piva, Serri, Barbieri, Moriconi, Casadei, Ferrari, Pagani, Mori, Zoffoli, Bonaccini, Marani e Mazzotti per invitare la Giunta a proseguire nel lavoro avviato con i Confidi per giungere ad ulteriori alleanze gestionali al fine di ottenere soggetti la cui massa critica sia tale da soddisfare le garanzie richieste da Bankitalia (documento in data 02 07 13).
4218 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Monari, Moriconi, Pagani, Barbieri, Montanari, Donini, Sconciaforni, Luciano Vecchi, Naldi, Corradi, Pariani, Mumolo, Marani, Casadei, Barbati e Grillini circa la strage del 7 luglio 1960 a Reggio Emilia (documento in data 02 07 13).
4223 - Risoluzione proposta dai consiglieri Pariani, Fiammenghi, Mazzotti e Monari per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte all'apertura, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, di un tavolo di crisi sulla situazione della Cooperativa Ceramica Imola che attraversa un periodo di grande difficoltà legato alla crisi strutturale del settore ceramico prevedendo inoltre le misure più opportune per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga (documento in data 02 07 13).»
(Comunicazione n. 55 prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno - prot. 28412/2013)
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Costi - Mandini
Corradi - Meo
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