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137.
SEDUTA DI MARTEDÌ 16 LUGLIO 2013
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
Indice
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OGGETTO 4239
Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la realizzazione di un impianto natatorio a valenza intercomunale riguardante i Comuni di Budrio e di Granarolo (BO) in prossimità del termovalorizzatore sito in via del Frullo.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
FAVIA (Misto)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
FAVIA (Misto)
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 4248
Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa procedure e decisioni relative al Consiglio delle Autonomie locali.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
NOÈ (UDC)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
NOÈ (UDC)
OGGETTO 4256
Interrogazione del consigliere Mandini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la partecipazione di TPER a bandi di gara.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
MANDINI (Italia dei Valori)
PERI, assessore
MANDINI (Italia dei Valori)
OGGETTO 4264
Interrogazione della consigliera Donini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i finanziamenti erogati dalla Protezione Civile Emilia-Romagna al Ferrhotel di Piacenza per l'accoglienza dei profughi richiedenti asilo a seguito della guerra in Libia del 2011.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MARZOCCHI, assessore
DONINI (Fed. della Sinistra)
OGGETTO 4268
Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'abolizione, da parte della Regione Emilia-Romagna, di patrocini onerosi e contributi diretti a manifestazioni promosse da Enti locali e Associazioni non profit.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
POLLASTRI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 4270
Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, per chiedere quali azioni la Regione intenda intraprendere per garantire il ripristino di quattro binari di superficie, demoliti per la costruzione della stazione interrata dell'Alta Velocità.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
MEO (SEL - Verdi)
PERI, assessore
MEO (SEL - Verdi)
OGGETTO 4271
Interrogazione dei consiglieri Bernardini e Manfredini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il progetto dell'opera infrastrutturale stradale denominato "Passantino".
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
MANFREDINI (Lega Nord)
PERI, assessore
MANFREDINI (Lega Nord)
OGGETTO 4114
Delibera: «Elezione del Difensore Civico della Regione Emilia-Romagna (L.R. 16 dicembre 2003, n. 25).» (132)
(Discussione ed elezione del signor Gianluca Gardini)
PRESIDENTE (Costi)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
GRILLINI (Misto)
RIVA (Misto)
FAVIA (Misto)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
GRILLINI (Misto)
MONARI (PD)
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 4147
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)» (63)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
MARANI, relatrice
POLLASTRI (PDL)
CAVALLI (Lega Nord)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
PAGANI (PD)
FAVIA (Misto)
NOÈ (UDC)
BIANCHI, assessore
NOÈ (UDC)
FAVIA (Misto)
BAZZONI (PDL)
NOÈ (UDC)
PRESIDENTE (Costi)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetto 4147
Emendamenti all'oggetto 4147
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
La seduta ha inizio alle ore 9,41
PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centotrentasettesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute
- antimeridiana del 2 luglio 2013 (n. 135)
- pomeridiana del 2 luglio 2013 (n. 136)
inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Costi): Sono state inviate a tutti i consiglieri, le comunicazioni previste all'articolo 68 del Regolamento interno, perciò le do per lette.
(Le comunicazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Costi): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Aula.
Chiamo il primo oggetto:
4239 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la realizzazione di un impianto natatorio a valenza intercomunale riguardante i Comuni di Budrio e di Granarolo (BO) in prossimità del termovalorizzatore sito in via del Frullo.
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli, anziché l’assessore Lusenti.
La parola al consigliere Favia per illustrare la sua interrogazione.
FAVIA: Grazie, presidente, anche per questa deroga concernente i quesiti dell'interrogazione. In realtà non era così scontata la risposta dell’assessore Lusenti – che peraltro non sarà fornita – in quanto questo tema può riguardare anche le competenze di altri due assessori, Mezzetti e Freda, dal momento che il tema non è esclusivamente di natura sanitaria. Dopo la risposta mi riserverò di riprendere il tema con più precisione, anche se già immagino la risposta fredda ed istituzionale del Sottosegretario Bertelli.
Qui siamo dinanzi ad una sorta di “follia” – se posso chiamarla così – di alcuni amministratori locali che dopo il campo da calcio autorizzato in deroga agli strumenti urbanistici e realizzato su un terreno originariamente agricolo in quel di Granarolo, adesso realizzeranno una piscina intercomunale proprio sotto l’inceneritore della società HERA per sfruttare il teleriscaldamento. Questa iniziativa dovrebbe garantire dei soldi ai Comuni; ma come avviene questa remunerazione? Dando gratis l’acqua calda ed entrando in regime di monopolio su quella piscina per quindici anni! Il problema è che HERA i sui affari li sa fare sempre bene, mentre i Comuni un po’ meno!
Una struttura comunale che peraltro servirà anche l’utenza della città di Budrio, ma questi cittadini in realtà avranno a disposizione la piscina di Castenaso. Infatti, il Comune di Castenaso ha deciso di costruire un suo impianto. Il Sindaco di Castenaso, dunque, si è sfilato dalla problematica – non a caso non è un Sindaco allineato alla Dirigenza – per cui questa scelta fa anche crollare il progetto, la sua valenza pubblica intercomunale.
Detto questo, chiedo di conoscere l’opinione della Giunta, di sapere quale è la visione di insieme sulla tematica. Il Sottosegretario Bertelli ci dirà che le competenze sono comunali – lo sappiamo! – però se nelle nostre normative si consente a qualcuno, sotto il profilo urbanistico, di fare una piscina con incentivazioni per utenze deboli (bambini ed anziani) sotto una azienda insalubre di prima classe, penso che qualcuno dovrebbe farsi vedere!
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
La parola al dott. Bertelli, sottosegretario alla Presidenza della Giunta, per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Cercherò di rispondere nel modo più caloroso possibile, ma non so se sarò in grado di farlo visto che della questione ne ho avuto notizia solo questa mattina. Cercherò di risolvere tutti i quesiti per i quali, peraltro, ci sarà modo e tempo per ulteriori approfondimenti.
L’iter autorizzativo per la realizzazione di un intervento quale quello indicato nella richiesta, di norma prevede l’espressione di valutazioni sanitarie sia a livello di compatibilità urbanistica che per aspetti igienico-sanitari sul progetto esecutivo edilizio. Durante l’iter valutativo vengono fornite le informazioni puntuali su quanto progettato ed è possibile procedere ad una valutazione degli eventuali impatti sulla salute legati alle caratteristiche dell’impianto progettato ed anche a quelle del contesto territoriale in cui l’impianto verrà inserito.
Per quanto riguarda gli aspetti edilizi i riferimenti sono i vigenti Regolamenti locali di Igiene ed Edilizio, nonché le normative di settore nazionali e regionali previste dall’Accordo Stato-Regioni del 16/01/2003, dalla delibera di Giunta regionale n. 1092 del 2005, così come le norme UNI 10637.
Per quanto riguarda la normativa in materia di industrie insalubri, il decreto ministeriale all’articolo 216 del TULLSS prevede che “una industria manifatturiera la quale sia inserita nella prima classe può essere permessa nell’abitato quante volte l’industriale che l’esercita provi che l'introduzione di speciali nuovi metodi e speciali cautele il suo esercizio non reca nocumento alla salute del vicinato”.
Ad oggi l’azienda sanitaria di Bologna non è a conoscenza dell’avvio di alcun procedimento autorizzativo, né ha valutato alcun progetto edilizio relativo a tale intervento.
In riferimento al dibattito sugli inceneritori e i relativi effetti avversi sulla salute, è opportuno distinguere tra impianti di vecchia generazione e quelli basati su tecnologie più moderne. A seguito delle restrizioni comunitarie sulle emissioni ammesse – Direttiva 2000/76/EC recepita in Italia nel 2005 -le concentrazioni di molte sostanze tossiche sono state notevolmente ridotte. In particolare, le concentrazioni di diossina ammesse sono passate, nel nostro paese, da un massimo di 4.000 ng/m3 – D.M. 12.07.90 – ad un massimo di 0,1 ng/m3 con il D.lgs n.11 del 2005.
In Emilia-Romagna sono attualmente in funzione otto impianti di incenerimento di rifiuti solidi urbani che smaltiscono circa il 20 per cento del totale dei rifiuti urbani. Negli ultimi anni gli impianti sono stati interessati da profondi interventi di ristrutturazione con un aumento della loro capacità di smaltimento e, soprattutto, con una diminuzione dei livelli di emissione grazie all’adozione di tecnologie avanzate di abbattimento degli inquinanti. In particolare, per l'impianto di Bologna la riconfigurazione è avvenuta a metà degli anni 2000.
Le analisi sulle emissioni in atmosfera condotte nell'ambito del progetto MONITER – che è stato anche presentato a questa assemblea legislativa – sull’impianto del Frullo hanno evidenziato che il particolato totale emesso è pari a circa 1 centesimo rispetto ai limiti di legge e che in termini di concentrazione in massa è prevalentemente del tipo fine (PM 2,5). Per quanto riguarda altre sostanze di particolare interesse per il loro riconosciuto impatto sulla salute si è rilevato, in estrema sintesi, una presenza nelle polveri di diossine e di furari pari a qualche centesimo del limite normativo e di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) pari a pochi millesimi del limite consentito.
Lo studio degli effetti sanitari ha riguardato la popolazione residente nell’area di 4 chilometri di raggio intorno ad ogni inceneritore per rifiuti solidi urbani della regione, ed ha valutato effetti a breve termine (esiti riproduttivi e malformazioni), ed anche a lungo termine (mortalità ed incidenze di tumori).
L'analisi degli effetti riproduttivi ha messo in evidenza una associazione tra l’esposizione e l’esito “nati pretermine”, la cui frequenza aumenta con i livelli di esposizione, mentre nessuna associazione è stata rilevata per il “basso peso alla nascita”, ”piccoli per età gestazionale”, “gemellarità”, “rapporti tra i sessi alla nascita”. Anche gli aborti spontanei risultano associabili con l’esposizione a inceneritore, sia pur con minor forza rispetto ai nati pre-termine.
Per quanto concerne le malformazioni, lo studio ha incontrato rilevanti difficoltà nel reperimento certo e completo dei nati malformati nelle aree di studio e queste difficoltà metodologiche e l’eterogeneità delle cause di malformazione, impongono molta cautela nell’interpretazione del dato che, allo stato attuale delle conoscenze, non può deporre per una associazione causale.
Relativamente agli effetti a lungo termine /mortalità o incidenza di tumori) i risultati non evidenziano in modo coerente un incremento di rischio connesso con l’esposizione all’inceneritore.
Si sottolinea che lo studio MONITER è concluso e che i suoi risultati sono in corso di pubblicazione anche nelle riviste scientifiche; ad esempio, lo studio sugli esiti riproduttivi è appena stato accettato dalle autorevoli riviste Epidemiologi, dopo un accurato percorso di peer-review, e costituiscono una risorsa per la comunità scientifica. Dalle revisioni di letteratura effettuate nel corso del progetto MONITER si evidenzia come nell’ambito scientifico il livello di evidenza sul rapporto causale tra esposizione ad inceneritore e siti di salute sia spesso limitato ed inadeguato.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Favia per la replica. Ha tre minuti, consigliere.
FAVIA: Grazie, presidente. Sottosegretario, mi riferirò direttamente a chi le ha scritto questa risposta. Innanzitutto, lo studio MONITER è ben più complesso e comunque parziale perché analizza solo poco più del 30 per cento di quello che esce dai camini, dal momento che l’86 per cento è rappresentato da particolato ultrafine anche sotto i 2,5 e dei quali non si hanno studi precisi; tant'è che si farà un nuovo studio che si chiamerà SUPERSITO e che tratterà quel tipo di polveri.
Le dichiarazioni che, quindi, oggi ho sentito in quest'Aula le ritengo gravi, perché ricalcano quelle dell’assessore Lusenti – che poi si scusò – che tentava di scagionare gli inceneritori. Avete speso 3,5 milioni di euro per fare uno studio che non è nemmeno riuscito a scagionarli visto che non parla dei tumori al pancreas, al fegato o della Corte di Modena. Lei ha dato dati parziali su questo studio.
Premesso che non è questo l'argomento della interrogazione, ma che le cose non stanno così perché lo studio è in evoluzione, è anche chiaro che lo studio ha i suoi limiti in quanto siamo una pianura avvelenata, una delle più inquinate del mondo e se lei cerca una differenza tra coloro che abitano sotto l'inceneritore e coloro che abitano a fianco dell'autostrada, è ovvio che le differenze sono poche! Guardiamo, piuttosto, alla mortalità, ai tumori, ai problemi alle vie respiratorie, in termini assoluti. Guardiamo quei dati: fanno venire la pelle d'oca! E proprio perché noi viviamo in un contesto così compromesso non dovremmo peggiorare la situazione. Non ci vogliono 4 milioni di euro per fare uno studio che poi rileva tutte le debolezze che ha rilevato. C’è un principio semplice: “se semini veleni, raccoglierai malattie”! Noi bruciamo di tutto negli inceneritori e sono diversissime, come tipologia, le aziende che bruciano sostanze. E non possiamo nemmeno controllarle “per definizione”. Intorno al Frullo c’è cadmio, stronzio, mercurio, analisi dell’ARPA nei campi. E noi ci mandiamo delle persone a nuotare? Con il volume di area che all’ossigenazione aumenta nel corpo? Ma è una follia!
PRESIDENTE (Costi): Consigliere Favia, sono terminati i suoi tre minuti. Si avvii alla conclusione. Grazie.
FAVIA: Concludo. È veramente una follia! Io spero, visto che siamo ancora “a bocce ferme”, che l'azienda USL di Bologna intervenga – proprio per un principio di precauzione dal momento che gli studi non possono essere definiti – per non aggiungere al nostro territorio una vergogna che porterebbe Bologna a diventare la barzelletta d’Italia! E soprattutto, il Comune di Granarolo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Prima di dare la parola alla consigliera Noè per l'interrogazione successiva, ripeto in Aula quello che ho già detto anche ai capigruppo. Occorre che i consiglieri, rispetto all'interrogazione in Aula, si attengano a quanto previsto dal Regolamento all’articolo 114 che riporta “una domanda”. Anche in questa prima interrogazione abbiamo sforato i tempi sia per quanto attiene l'esposizione della interrogazione da parte del consigliere, sia per quanto riguarda la risposta da parte della Giunta che ha tre minuti di tempo a disposizione.
In questa occasione non ho applicato il Regolamento, tuttavia chiedo a tutti, d’ora in avanti, di tenere fede a quanto previsto dal Regolamento interno all’articolo 114.
Chiamo l'oggetto successivo:
4248 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa procedure e decisioni relative al Consiglio delle Autonomie locali.
Risponde per la Giunta l’assessore Saliera.
La parola alla consigliera Noè per illustrare la sua interrogazione. Prego.
NOÈ: Grazie, presidente.
Sinteticamente io vorrei meglio sapere perché il CAL, che è composto da membri che per regolamento potrebbero anche essere sostituiti da altre persone quando impedimenti non consentono la presenza, ha rinunciato a pronunciarsi sui temi del Piano delle Relazioni Internazionali e sulla Consulta degli Emiliano-Romagnoli e perché la Giunta regionale ha accettato questo “non parere” su dei temi così rilevanti per i quali lei sa benissimo, Assessore, è da anni che si è aperto un grande dibattito e perché addirittura ha deciso di dare corso all'approvazione del Piano Triennale.
Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Noè.
La parola alla vicepresidente Saliera per la risposta.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
Con riguardo ai quesiti posti la Giunta ritiene, nel pieno rispetto delle norme e dei regolamenti organizzativi del CAL, che non rientri nelle proprie prerogative, né giuridiche, né politiche, indagare non solo sulle dinamiche interne dell'Organo e sulle ragioni che non hanno consentito lo svolgimento della seduta, ma neppure sulla decisione del CAL – come richiamato dalla consigliera Noè - di non riconvocare i propri membri, dal momento che il CAL gode di ampia autonomia organizzativa e politica; così come ha voluto la legge regionale. Né la Giunta è competente a richiedere la documentazione relativa alle cause dell'assenza dei componenti del CAL.
La Giunta, preso atto della comunicazione del CAL, coerentemente a quanto avvenuto in altre precedenti occasioni, accogliendo le decisioni del CAL ha proceduto nell'iter di approvazione in applicazione delle norme di legge regionali che non prevedono, da parte della Giunta stessa, la restituzione degli atti all'Organo consultivo.
L’Assemblea, comunque, può valutare se approfondire o meno, attraverso le proprie Commissioni, i temi posti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, vicepresidente Saliera.
La parola alla consigliera Noè per la replica. Ha cinque minuti, consigliere.
NOÈ: Grazie, presidente. Dire che non sono soddisfatta è riduttivo, assessore. Nel senso che non mi piace questo atteggiamento con il quale vedo la Regione tirarsi completamente fuori dalla mancata collaborazione e dal mancato coordinamento del CAL rispetto a quanto invece prevede l'articolo 23 del nostro Statuto regionale che richiama, al primo comma, l’assunto secondo il quale “il Consiglio delle autonomie locali è un Organo di rappresentanza, consultazione e coordinamento tra Regioni ed Enti Locali”. Il CAL è un Organo di coordinamento che è stato istituito per questa ragione: per far sì che quando la Regione, assume dei provvedimenti che hanno delle ricadute sull'attività dei Comuni, ci sia la possibilità da parte degli Enti Locali di esprimere il proprio parere a riguardo. La Regione non lo fa e non lo fa anche sulla base di una strana modalità con cui questo CAL è stato convocato.
Perché purtroppo, assessore Saliera, dietro questa mia domanda c’è una grandissima gaffe istituzionale che ha creato una situazione imbarazzante su queste normative e che probabilmente andrà a costituire anche un precedente non di poco conto per qualunque altra situazione che comunque riguardi azioni della Regione con gli Enti Locali.
Al di là dell'aspetto procedurale, lei sa perfettamente che cosa quelle due Commissioni dovevano andare a discutere: dovevano pronunciarsi sul Piano di attività internazionale che la Regione avrebbe messo in campo e sull'attività della Consulta. Dunque, su un'attività e su un Organo per i quali oggi, in questa regione, c'è un dibattito che dura da anni e per i quali lei stessa, assessore Saliera, tempo fa ha riconosciuto, rispetto a delle sollecitazioni, che sull'Organo della Consulta oggi, stante la spending review, stante la necessità di mantenere all'interno di questa Regione l’interesse per tutte le relazioni internazionali per gestire in modo diverso, che è un lusso che non ci possiamo più permettere! L'altro giorno in Commissione invece, un componente della maggioranza ha ribadito che questo Organo si manterrà. Il sottosegretario Bertelli ci aveva invitato a sospendere la discussione in Aula sulla Consulta dicendo “che la Giunta si sarebbe occupata di riformarla”. Dopo otto mesi di silenzio a questo riguardo, è stato detto “che sarà l'Assemblea legislativa a dover intervenire” ed invece ad oggi apprendiamo che, al di là del fatto che si prescinde dal parere della Consulta - ma si prescinde perché questa Consulta è meglio anche che non si pronunci! - addirittura è stato elaborato ed è stato approvato da parte della Giunta il Piano Triennale della Consulta!
BERTELLI: È un dovere!
NOÈ: È un dovere che però, nel “vostro dovere” non tiene conto di un altro dovere: che questa Assemblea legislativa è sovrana! Noi siamo…
(interruzione del sottosegretario Bertelli)
...espressione del popolo!
PRESIDENTE (Costi): Sottosegretario Bertelli, lasci finire la consigliera Noè.
NOÈ: E in questa Assemblea sovrana ci sono quattro gruppi che da anni stanno chiedendo di riformare l'Organo. Lei, sottosegretario, ha preso questo impegno e lei, sottosegretario, è espressione di una Giunta che nei giorni scorsi ha approvato il Piano triennale prevedendo all'interno di quel Piano che la triennalità si prorogherà automaticamente se l'Organo non verrà eliminato. Questo è un blitz!
È un blitz inaccettabile che va contro la democrazia di questo Organo che è sovrano! Non è accettabile! Capisco che per voi è assurdo, ma vi posso garantire che dall'altra parte della Giunta ci sono legittimi Organi, legittimi gruppi, che rappresentano un popolo Emiliano-Romagnolo…
PRESIDENTE (Costi): Consigliera Noè, ha già superato il tempo a sua disposizione di un minuto!
N: …di come sta venendo avanti la discussione.
Capisco che sul tema del CAL, proprio perché va ad insistere su quelli, è più comodo per tutti tirarsi fuori piuttosto che dare delle spiegazioni. Ma anche se è più comodo, non è più logico. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
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4256 - Interrogazione del consigliere Mandini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la partecipazione di TPER a bandi di gara.
Risponde per la Giunta l’assessore Peri.
La parola al consigliere Mandini per illustrare la sua interrogazione. Prego.
MANDINI: Grazie, presidente.
Domanda secca e diretta che permetterà all'Assessore di stare sicuramente nel tempo che gli sarà concesso.
Faccio una breve premessa per inquadrare la questione: nel febbraio del 2012 ATC veniva scorporata in ATC Sosta e la restante parte dava vita, fondendosi con FER in TPER, società di cui la Regione Emilia-Romagna è azionista di maggioranza.
Gli ex ATC che si occupavano dei controlli degli accertamenti nei parcheggi, a causa della scissione della stessa società, passavano sotto la società ATC Sosta, purtroppo con funzioni limitate rispetto al passato. Questo, a causa del fatto che lo scorporo del servizio di gestione delle attività relative alla sosta a Bologna obbligò, ed obbliga tuttora gli addetti per via delle normative vigenti, al controllo limitato ai soli parcheggi delimitati con le strisce blu e, quindi, non potendo più operare per quelli per residenti invalidi e nelle zone a controllo di traffico limitato. Per questa operazione il Comune di Bologna pare abbia perso circa 4 milioni di euro per il mancato introito delle multe in queste zone che vennero escluse dalle competenze degli accertatori. E pare che la Corte dei Conti abbia in corso un accertamento per valutare eventuale danno erariale. Per compensare questa situazione il Comune di Bologna si rivolse a TPER per erogare detto servizio, che mi pare sia poi costato 500 mila euro.
Vengo al punto: la Amministrazione del Comune di Bologna il 23 maggio 2013 ha abrogato una procedura di gara per l'affidamento della gestione della sosta e dei servizi complementari alla mobilità, attualmente gestiti da ATC Sosta. Il bando prevede, tra i vari punti, due requisiti fondamentali: la capacità tecnica ovvero la dimostrazione da parte del concorrente di essere operativo nel settore del trasporto pubblico locale, nonché di aver fatturato, nel triennio antecedente alla gara, almeno 10 milioni di euro, e un requisito di natura davvero singolare, ossia che SRM – titolare del bando - a propria discrezione può superare alcune empasse dell’offerta. Si può compensare la mancata capacità tecnica avvalendosi di un soggetto terzo, cosiddetto “soggetto ausiliario”, che a sua volta partecipa alla gara insieme all'interessato e può compensare l’eventuale mancanza di requisiti.
Detto questo, io preciso che la mia speranza è che TPER possa partecipare ed avere probabilità di vincere la gara, ma proprio per questo chiedo alla Giunta, in qualità di azionista di maggioranza di TPER, si ritiene strategicamente auspicabile che TPER partecipi alla gara e, in caso affermativo, se intende avvalersi dell’ausilio di questo soggetto terzo. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
La parola all’assessore Peri per la risposta.
PERI, assessore: Grazie, presidente.
Per essere rapido, potrei dire “sì, sì” e potrei fermarmi qui! Le valutazioni che TPER ha fatto dall’uscita del bando in avanti – premettendo che è un bando sul quale la Regione non ha nessuna voce in capitolo – credo che debbano essere quelle secondo cui noi, come interessati alle sorti di TPER, ci auguriamo che la società faccia il proprio mestiere e colga tutte le opportunità che le si presentano dal punto di vista della gestione dei servizi.
Come azionisti, quindi, riteniamo che sia opportuno che TPER partecipi alla gara e gli approfondimenti tecnici eseguiti ci dicono che TPER ha i requisiti previsti dal bando. Ma questo lo dico anche in relazione ad una interlocuzione è avvenuta tra TPER ed SRM avendo la stessa TPER avanzato quesiti specifici all'Agenzia e questa ha risposto risolvendo l’interpretazione del bando.
A tutt’oggi ci risulta che TPER abbia tutti i titoli per partecipare. Il concetto chiave quale è? Che TPER è frutto della fusione di due aziende di trasporto pubblico locale che avevano fatturati ben superiori ai requisiti previsti (10 milioni di euro) ed ovviamente TPER pur essendo una società giovane, ha esperienza e capacità operativa che è il frutto della somma di due esperienze pluriennali che hanno alle spalle.
Questa interpretazione è stata ritenuta sufficiente da parte di SRM che ha formalmente risposto a TPER e quindi, da questo punto di vista, non ci sono limiti alla partecipazione di TPER alla gara così come previsto dal bando emanato dalla stessa agenzia.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Mandini per la replica. Ha due minuti, consigliere.
MANDINI: Grazie, presidente.
Assessore, lei ha detto due “sì” all’inizio, ma alla fine mi pare che sia un “sì” certo. Quello che non ho capito è se TPER parteciperà da sola o meno. È così? Bene, questo mi rallegra molto.
Mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'assessore perché si tratta di un servizio importante che è bene rimanga interamente pubblico.
Colgo l'occasione per una ulteriore considerazione. L’assessore giustamente ha detto “che la Regione è entrata in questa partita in una fase successiva”, colgo comunque l'occasione per sottolineare e stigmatizzare una situazione che poteva essere risolta ben un anno e mezzo fa quando si è fatta l'operazione di fusione, e non per colpa della Regione, bensì per colpa del Comune di Bologna. Lo sottolineo in rosso, perché in quel momento si è persa una grande occasione per mantenere all'interno della società pubblica questo servizio con danni erariali importanti - a mio avviso - e perdendo una occasione per le finanze pubbliche di quel Comune che, come in tutti i Comuni in questo momento, hanno bisogno di essere sostenute. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
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4264 - Interrogazione della consigliera Donini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i finanziamenti erogati dalla Protezione Civile Emilia-Romagna al Ferrhotel di Piacenza per l'accoglienza dei profughi richiedenti asilo a seguito della guerra in Libia del 2011.
Risponde per la Giunta l’assessore Marzocchi.
La parola alla consigliera Donini per illustrare la sua interrogazione. Prego.
DONINI: Grazie, presidente.
Il testo è chiaro, la vicenda è legata a un fatto di cronaca accaduto nei giorni scorsi, in seguito ad uno sgombero avvenuto, appunto, a Piacenza in questa struttura privata che è il Ferrhotel, venticinque richiedenti asilo si sono trovati senza il supporto e il comune di Piacenza ha provveduto momentaneamente mettendo a disposizione la sede di una Circoscrizione. Il tema è la famosa vicenda affrontata con il coordinamento della protezione civile di cui in passato, appunto, abbiamo spesso parlato e la serie di domande specifiche penso che siano ben scandite dalla interrogazione. È evidente che a fronte di un finanziamento di circa 40 euro al giorno per ogni richiedente asilo dal programmarsi si era tenuti, per la gestione dell’emergenza, a fornire anche tutta una serie di supporti, corsi di italiano e formazione professionale. Questa modalità che ha concentrato originariamente oltre settanta persone con permesso di soggiorno per questioni legate al fatto che alcuni sono state riconosciute addirittura come rifugiati politici, altri per ragioni umanitarie, la concentrazione di un alto numero di persone all’interno di strutture, in questo caso anche private, quindi che hanno permesso a qualcuno di avvantaggiarsi appunto dai finanziamenti dell’emergenza, non ha sicuramente consentito di arrivare a fornire il supporto necessario a queste persone per potersi in qualche maniera inserire, in attesa che i tempi troppo lunghi dell’iter burocratico per esaminare la loro condizione avessero, appunto, conclusione. Pertanto ho chiesto una serie di cose, ho formulato una serie di domande, attendo la risposta.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.
La parola all’assessore Marzocchi.
MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti, risponderò alla consigliera Donini per punti per restare nella chiarezza con la quale sono state fatte le domande.
Prima di tutto devo dire complessivamente che per il periodo aprile 2011 - 31 dicembre 2012, a fronte di una presenza media giornaliera di circa settanta migranti, per un importo onnicomprensivo massimo di 46 euro a uomo al giorno, il quadro finanziario relativo al Ferrhotel è il seguente: importo già erogato 1 milione 461 mila 653 euro, da erogare 366 mila 792 euro, totale dovuto 1 milione 828 mila 445 euro.
Le risorse che restano da erogare verranno liquidate quando il dipartimento accrediterà la somma richiesta con la rendicontazione del mese di novembre 2012. Ricordo che da gennaio i residui della gestione dell’emergenza Nord Africa sono stati trasferiti per due mesi alle prefetture di ciascun territorio.
Rispetto alla modalità selettiva con la quale è stata individuata la struttura, nelle riunioni della cabina di regia regionale, in particolare in quella del 7 e del 12 aprile 2011, è stato stabilito che l’individuazione delle strutture di accoglienza era assegnata a Province e Comuni. Comune e Provincia di Piacenza hanno quindi individuato la struttura del Ferrhotel seguendo gli standard definiti dal dipartimento nazionale della protezione civile ed hanno indicato la stessa all’agenzia regionale di protezione civile per dare pratica all’accoglienza dei contingenti assegnati nella ripartizione territoriale. L’agenzia, previa sottoscrizione di una apposita convenzione, ha progressivamente assegnato i migranti secondo il criterio di proporzionalità con la popolazione residente nel territorio, nel limite della capienza indicata per la struttura.
Rispetto al terzo punto, sul corretto utilizzo delle risorse erogate, in primo luogo va ricordato che la protezione civile regionale ha attivato con ciascun ente gestore una specifica convenzione con la quale sono stati disciplinati gli adempimenti amministrativi e di rendicontazione a carattere mensile ed è stato previsto un contributo massimo giornaliero di 40 euro per ciascun ospite, estensibile fino a 46 euro in casi particolarmente complessi e motivati.
In questa regione, oltre a queste condizioni e oltre agli interventi minimi di base indicati a livello nazionale che erano vitto, alloggio e prima assistenza, la cabina di regia regionale decise il 20 maggio del 2011 di introdurre lo strumento del patto di accoglienza, nel quale il soggetto gestore s’impegnava a garantire una serie di interventi e il beneficiario s’impegnava a una permanenza attiva e partecipata.
La protezione civile regionale attivò questo strumento con una circolare del 15 luglio 2011. Attraverso la sottoscrizione del patto di accoglienza, strumento utilizzato solo in Emilia-Romagna per la gestione dell’ENA, gli enti gestori, nell’ambito del contributo massimo giornaliero suindicato, hanno potuto sostenere spese, oltre a quelle di base che ho citato prima, per l’orientamento e l’assistenza legale (la maggior parte erano richiedenti asilo, ovviamente), per la mediazione interculturale, per l’accompagnamento ai servizi sociali e sanitari, per la conoscenza della lingua italiana e per gli interventi di integrazione sociale.
Il riferimento di controllo e accompagnamento era del Comune, responsabile del territorio per l’attuazione di queste pratiche che aveva controfirmato, insieme alla persona accolta e all’ente gestore il patto di accoglienza. Tra le forme di integrazione sociale, già nel luglio 2011 furono indicati anche i tirocini formativi e di orientamento. La circolare del 15 luglio introdusse anche l’obbligo da parte degli enti gestori di inviare all’Agenzia regionale di protezione civile una rendicontazione mensile degli interventi, anche dei tirocini, oltre che delle spese sostenute. Inoltre nel corso del 2011 e del 2012, per migliorare l’efficacia degli interventi si sono realizzati, proprio a Piacenza per la particolare concentrazione sulla città dell’accoglienza, quattro riunioni del tavolo provinciale di coordinamento, composto dai Comuni e dai soggetti gestori e coordinati dall’Assessorato provinciale alle politiche sociali (settembre 2011, novembre 2011, settembre 2012, dicembre 2012).
Rispetto al tema dei percorsi formativi, che è di particolare attenzione oggi e che avevamo pensato immediatamente di attivare - c’è l’Assessore Bianchi che è stato coinvolto in tutti i passaggi di questo difficilissimo percorso - il decreto-legge 138 del 2011 e in particolare il suo articolo 11 ha di fatto bloccato da agosto 2011 l’attivazione dei tirocini per i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Si sono fatti i tirocini solo in pochi casi e per volontà di singoli dirigenti locali che si sono assunti la responsabilità di attivarli e questo è successo, ad esempio, a Bologna e in poche altre città, non a Piacenza.
Abbiamo vissuto quindi un periodo di incertezza normativa che si è protratto per molti mesi e che ha trovato un momento di chiarezza solo con la sentenza della Corte Costituzionale 287 del dicembre 2012 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di quell’articolo, in quanto si era andati a invadere una competenza regionale residuale. In quel periodo, a parte le città che si sono assunte le responsabilità di fare i tirocini, sono potuti andare avanti solo gli inserimenti fatti attraverso convenzioni con le associazioni di volontariato.
Ora questo tema torna nelle mani delle Regioni e, infatti, abbiamo appena approvato come Giunta regionale un progetto di legge sui tirocini. Saranno tre le tipologie di tirocinio previste, una delle quali riguarderà i tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento al lavoro in favore di persone con disabilità, persone svantaggiate, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale umanitaria e persone in protezione sociale. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Ringrazio l’assessore Marzocchi che ha fatto benissimo il suo compito in quanto ha fatto la richiesta, ribadisco però perché l’ho detto a inizio di questa seduta, dalle prossime sedute io mi atterrò in modo pedissequo al Regolamento, pertanto accetterò solo le interrogazioni a risposta immediata in aula che contengono una domanda formulata in modo chiaro e conciso, su un argomento connotato da urgenza. Lo dico perché anche oggi gli Assessori hanno dovuto sforare ampiamente i tempi che sono di tre minuti. Chiedo ai consiglieri di attenersi a quanto previsto dall’articolo 114.
La parola alla consigliera Donini per la replica, prego consigliera, ha quattro minuti.
DONINI: Ringrazio l’assessore e condivido il richiamo della Presidente a cui va tutta la mia comprensione per la difficoltà di gestione. È evidente che quando uno coglie un fatto di cronaca, quindi sta sulla discussione, non sa quanto c'è dietro, per cui formula domande delle quali non sa che la risposta può essere così articolata. Ringrazio l’Assessore per la dovizia di particolari che mi permetteranno poi di approfondire anche in altre sedi e con altri strumenti questo tema, mi limito qui a dire che è evidente che al di là degli strumenti messi a disposizione, poi commento sulla modalità con la quale attraverso la protezione civile sono stati gestiti questi fronti di emergenza, l’abbiamo già commentata in altre sedi e so bene che la posizione della Regione era contraria a questo tipo di modalità perché altro si poteva fare, ma è evidente che in questo contesto, malgrado tutti gli strumenti messi a disposizione, qualcosa non ha funzionato e questo direi che è un fatto oggettivo. Arrivare con uno sgombero coatto in una situazione di questo genere, sicuramente non ha agevolato e non depone bene rispetto all’immagine. Al momento ringrazio per le risposte che ho ricevuto, chiederò di avere il testo scritto di queste risposte e vedremo come approfondire ulteriormente questo caso. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Donini.
Chiamo l'oggetto successivo:
4268 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l’abolizione da parte della Regione Emilia-Romagna di patrocini onerosi e contributi diretti a manifestazioni promosse da enti locali e associazioni non profit.
Risponde per la Giunta la Vicepresidente Saliera.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interrogazione.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Questa interrogazione urgente nasce sostanzialmente dalla segnalazione di diverse associazioni che nel tempo e negli anni hanno usufruito di un contributo, seppur modesto, per numerose manifestazioni di rilievo regionale. La Giunta regionale l’anno scorso ha tagliato qualsiasi contributo diretto e qualsiasi patrocinio oneroso. Mi rendo conto sotto un certo aspetto che forse certe decisioni vengono prese anche sulla spinta emotiva e mediatica di dover tagliare tante cose a tutti i costi, ma alcune manifestazioni anche di grande importanza e di prestigio nel momento in cui risulta molto difficile ottenere delle sponsorizzazioni private, beneficiavano da parte della Giunta regionale, di questo patrocinio. A volte si trattava anche di patrocini di mille euro, non stiamo parlando di grandi cifre e allora questa richiesta, questa interrogazione ha fatto in modo di verificare che presso la Regione Lombardia si è aperto un bando per concedere contributi a iniziative simili in ambito culturale, scientifico, sociale e informativo. Queste manifestazioni non devono avere, ovviamente, fine di lucro, devono avere ottenuto il patrocinio della Regione stessa, devono svolgersi sul territorio regionale, contribuire alla valorizzazione dell’identità e dell’immagine, sia a livello nazionale che internazionale.
Faccio alcuni esempi concreti, un esempio su tutti è un’importante manifestazione sul mio territorio, Castell’Arquato, il premio Illica che attira dei giovanissimi artisti da tutto il mondo, si trattata di cifre di una modestia che su un bilancio regionale o sulle risorse regionali non penso ci fosse una grande incidenza. Adesso non so se a ritroso negli anni ci fu una erogazione un po’ a pioggia o un troppo di manica larga, però devo registrare che, effettivamente passare dal tutto a niente o dal giorno alla notte, non mi sembra sia stata una operazione favorevole proprio per questo tipo di iniziative di associazioni e credo anche molti colleghi Consiglieri regionali abbiano sul proprio territorio spesso questo tipo di richiesta, assessore, e a volte anche un po’ frustrante dire di fare la domanda ma poi alla fine non arrivano neanche 500 euro per manifestazioni, ripeto, di rilievo. La richiesta di contributo non deve superare naturalmente i 10 mila euro totali, pari al 30 percento delle somme ammissibili.
Ma perché ho fatto questa richiesta alla Giunta? Non solo per dire se intende eventualmente ripristinare anche un piccolo fondo sul tema, Assessore c’è un altro problema che ho sperimentato nella mia esperienza in questi tre anni di attività di Consigliere regionale, che credo anche altri colleghi abbiano sperimentato. Cosa accade spesso? Che quando si fa una iniziativa, una manifestazione, se non vi è un piccolo cofinanziamento da parte di tutti gli enti si rischia di far sfumare questa iniziativa importante, magari per poche migliaia di euro. Mi spiego meglio, se un comune fa una iniziativa di altissimo rilievo culturale e si presenta a bussare alla porta della fondazione di Piacenza, della Camera di Commercio di Piacenza, della Provincia di Piacenza, magari di uno sponsor privato, se ha una iniziativa da 10 mila euro siamo in cinque soggetti e tutti…
PRESIDENTE (Costi): Consigliere Pollastri ha già esaurito il tempo!
POLLASTRI: Mi avvio alla conclusione. Siamo in cinque soggetti e tutti mettono mano al portafogli per 2 mila euro, questa bella iniziativa si fa ma se nelle gambe del tavolo già manca un piccolo sostegno della Regione, diventa poi difficile sviluppare delle iniziative. Il concetto era questo, per la risposta mi atterrò anche in futuro all’appello del Presidente dell’aula che chiede una risposta secca e puntuale, qui ne ho fatto due di domande ma è importante vedere se intendiate fare una piccola retromarcia perché è un tema molto sensibile per le associazioni del territorio. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Pollastri.
La parola alla vicepresidente della Giunta Saliera, prego.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
Condivido la preoccupazione espressa dal consigliere Pollastri, il venir meno della possibilità per l’Amministrazione regionale di erogare patrocini onerosi rischia di privare importanti iniziative di enti pubblici, di associazioni e di privati di quel doveroso sostegno che sempre ha segnato una delle migliori forme di collaborazione tra istituzioni e tessuto della società civile, vista anche la positiva ricaduta che queste iniziative hanno sul nostro territorio e anche sulla nostra economia.
Purtroppo, come lei ben sa, dal 2010 la Regione Emilia Romagna si è trovata a dover fronteggiare il progressivo e, a regime, totale taglio dei trasferimenti di risorse statali dal decreto legislativo 78 del 2010 in poi, le Regioni, così come i Comuni e le Province hanno avuto i bilanci pesantemente decurtati. A fronte della necessità di dover fare delle scelte su cui indirizzare le sempre minori risorse a disposizione del bilancio regionale, la Regione Emilia-Romagna ha provveduto a una severa riduzione dei costi di funzionamento, voce di bilancio in cui ricadono anche i patrocini onerosi e, dunque, di fatto, si sono azzerati.
Vorrei comunque fare una distinzione, ci sono comunque leggi di settore che prevedono contributi attraverso bandi rivolti alla progettualità di associazioni, organizzazioni del territorio. Le cito la legge n. 3 del 2011 perché proprio in questo periodo c’è un bando rivolto esclusivamente a questa parte. La legge n. 3 è quella di educazione alla legalità e di contrasto alle mafie e quindi ha rifinanziato il bilancio queste specifiche attività che vanno nella direzione proprio del tessuto civile.
Sta di fatto che in futuro e quando le finanze pubbliche, speriamo, vivranno una nuova fase, si potrà nuovamente rifinanziare le varie voci di bilancio dei patrocini onerosi con soddisfazione di tutti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie vicepresidente Saliera.
(interruzione del consigliere Pollastri)
No consigliere, lei ha già esaurito il tempo a sua disposizione, perciò le concedo la parola solo per dichiarare se è soddisfatto o meno.
Prego consigliere Pollastri.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Anche per soddisfazione dell’assessore mi ritengo soddisfatto.
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Pollastri.
Chiamo l'oggetto:
4270 - Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, per chiedere quali azioni la Regione intenda intraprendere per garantire il ripristino di quattro binari di superficie, demoliti per la costruzione della stazione interrata dell’Alta Velocità.
Risponde per la Giunta l’assessore Peri.
La parola alla consigliere Meo per illustrare la sua interrogazione.
MEO: Grazie, presidente. Starò nei tempi stabiliti. Il nodo ferroviario di Bologna senza ombra di dubbio rappresenta, nell’ambito del sistema ferroviario nazionale, un punto fondamentale di interscambio dei traffici, non solo dell’alta velocità e della lunga percorrenza delle direttrici nord sud ed est ovest, ma anche un punto di aggregazione delle linee di interesse regionale importantissimo, fondamentale direi e, come tale, costituisce anche il fulcro del sistema ferroviario metropolitano dell’Emilia-Romagna; sistema sicuramente da implementare e da espandere come sistema di trasporto alternativo al trasporto su gomma.
Di recente un rappresentante della rete ferroviaria italiana ha dichiarato, durante una seduta di Commissione del Consiglio comunale di Bologna, che mancherebbero i fondi per ripristinare i quattro binari di superficie demoliti a suo tempo per la costruzione della stazione dell’alta velocità. C’era un accordo procedimentale che aveva proprio per oggetto la definizione di questi impegni e le procedure operative per la realizzazione delle opere previste nel nodo di Bologna, con riferimento alla compatibilità ambientale delle opere nella fase costruttiva e in quella di esercizio, che è stato stipulato nel ‘97 tra il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dei Trasporti, le Ferrovie dello Stato e la Regione, ovviamente anche Provincia di Bologna e Comune.
Ora questo accordo pensiamo che abbia perso validità nel 2009 e comunque per garantire la piena funzionalità e il rispetto di tutte le procedure ambientali della stazione, volevamo sapere quali azioni la Regione ha intrapreso, o intenda intraprendere, per garantire il regolare ripristino dei quattro binari di superficie sopra la stazione interrata dell’alta velocità e/o per la sottoscrizione di un nuovo accordo e, quindi, per la ricostituzione dell’osservatorio ambientale del nodo di Bologna. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.
La parola all’assessore Peri, prego.
PERI, assessore: Grazie, presidente. Il ripristino di quattro binari di superficie in corrispondenza della nuova stazione dell’AV costituisce parte essenziale degli accordi istituzionali a suo tempo sottoscritti e recepiti dalle parti, relativi alla sua realizzazione. Accordi, sottolineo e scandisco, che la Regione pretende siano rispettati anche per riconsegnare al trasporto regionale ulteriori vie di transito ai propri treni e per dare piena operatività alla SFM, che anche RFI ha condiviso, in un nodo che resta fortemente trafficato.
La mancanza di risorse, comunque marginali rispetto ai costi complessivi che ha comportato l’attuazione della nuova opera sotterranea, non può costituire una motivazione accettabile e convincente. Non è credibile che un’azienda come RFI non abbia i mezzi e le risorse per completare il piano di stazione, tenendo altresì conto che buona parte dei materiali richiesti e già nella propria disponibilità per le diverse dismissioni fatte anche in altre parti della rete italiana. Non sono comunque arrivate conferme dai vertici di RFI, cui sono stati chiesti chiarimenti adeguati e precisi in merito a quanto riferito da uno dei suoi dirigenti. Attendiamo, quindi, smentite rispetto a quelle dichiarazioni, in ogni caso le procedure, le azioni e gli organismi previsti per l’attuazione di quanto congiuntamente previsto e indicato negli accordi per la realizzazione dell’intero progetto, devono trovare compiuto perfezionamento e conclusiva operatività.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Peri.
La parola alla consigliera Meo, che ha tre minuti per la replica.
MEO: Grazie, presidente sono un pò preoccupata perché devo dire che apprezzo fino in fondo, non solo le parole ma anche il tono molto determinato dell’Assessore che ha espresso in quest’occasione, ritengo sia il tono giusto da tenere per una vicenda di questo genere, è impensabile che rimangano sul nostro sistema ferroviario buchi clamorosi come questo. Capisco il problema delle risorse però, alla fine, come giustamente ha detto lei, sono irrisorie rispetto all’insieme dei costi sostenuti per la realizzazione di tutte queste tratte e vista l’importanza di questo nodo, mi auguro veramente che questo tono determinato che io condivido in pieno, porti al più presto alla risoluzione di questo problema e alla chiusura di questa vicenda sull’importantissimo nodo ferroviario di Bologna. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.
Passiamo all’ultima interrogazione, ovvero l'oggetto:
4271 - Interrogazione dei consiglieri Bernardini e Manfredini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il progetto dell’opera infrastrutturale stradale denominato “Passantino”.
Risponde per la Giunta l’assessore Peri.
L'illustrazione verrà svolta dal consigliere Manfredini a cui do la parola.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Innanzitutto condivido il richiamo e nel prendere l’impegno che in futuro ci atterremo al rispetto della regola e mi scuso, ma la nostra interrogazione contiene quattro domandine facili facili per cui l’Assessore impiegherà poco tempo.
Il Passante nord è un’opera inserita tra le infrastrutture strategiche a livello nazionale, un raccordo autostradale pensato in origine per deviare il traffico autostradale da tangenziale che attraversa Bologna snodandosi a Ozzano, Lavino, ecc. per un consumo di suolo che si aggira intorno a 750 ettari di suolo agricolo bolognese. Lo studio di fattibilità per quest’opera risale oltre a dieci anni fa con un progetto ad alto impatto ambientale e ingenti costi di realizzazione. È stato presentato un progetto alternativo che comprenderebbe un impatto ambientale minore a costi di realizzazione più contenuti. L’attuale Governo ha ipotizzato la modifica della legge n. 443 del 2001 conosciuta anche come “Legge obiettivo” che stabilisce procedure e modalità di finanziamento per la realizzazione delle grandi infrastrutture strategiche in Italia per il decennio 2002 – 2013. Sono stati recentemente organizzati appositi incontri inerenti al progetto del passante nord tra Società Autostrade, ANAS, Ministero delle Infrastrutture, Comune di Bologna, Provincia di Bologna e Regione Emilia-Romagna. In tale sede, la Società Autostrade sarebbe stata incaricata di predisporre il nuovo progetto definito “Passantino”.
La prima domanda è quale sia l’esito degli incontri e della posizione della Regione Emilia-Romagna rispetto l’ipotesi di un nuovo progetto “Passantino”, la seconda è se intende rivalutare e contenere il consumo del suolo che deriverebbe dalla realizzazione di questa infrastruttura, se abbia intrapreso formali iniziative per sollecitare il Governo sulla realizzazione del progetto, nonché sui tempi e costi della realizzazione, e per ultimo quali forme di partecipazione e consultazione dei cittadini siano state attivate o si intendono attivare. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
La parola all’assessore Peri. Prego.
PERI, assessore: Grazie, presidente. Confermo che si sono svolti recentemente incontri tra le istituzioni nazionali e gli enti territoriali sul passante. Questo è accaduto sia col Governo precedente sia con quello attuale e ne sono anche calendarizzati ulteriori nei prossimi giorni. Il 2 aprile scorso è stato coinvolto anche l’allora Viceministro Ciaccia allo scopo di mantenere alta la partecipazione del Governo nell’individuazione della soluzione al problema del nodo di Bologna che non si ritiene essere una criticità di livello locale bensì nazionali ed europeo. Tuttavia, anche alla luce di più recenti incontri a livello tecnico, permane una sostanziale divergenza tra la posizione di Autostrade che continua a sostenere il proprio tracciato presentato nello studio di fattibilità nell’agosto 2012, il cosiddetto “Passantino”, e gli enti locali che vorrebbero un tracciato più lungo e più esteso al fine di ridurre l’impatto sui centri abitati. A tale riguardo gli enti locali hanno proposto diverse soluzioni di tracciato che potrebbero essere considerate accettabili dal territorio e che è stato chiesto alla società concessionaria di valutare in modo più approfondito.
Non è al momento possibile dare delle indicazioni sui tempi di realizzazione dell’opera né tantomeno sui relativi costi precisi che sono evidentemente influenzati dalle caratteristiche che avrà la soluzione finale. Infine, per quel che riguarda la partecipazione dei cittadini, non ci sono sostanziali novità rispetto a quanto si è detto in una precedente risposta all’interrogazione n. 3310, sempre fornita al Consigliere Bernardini anche in forma scritta. Il processo partecipativo infatti potrà essere attivato una volta avviata da parte della Società Autostrade la progettazione preliminare dell’opera, cosa che non è ancora avvenuta, secondo quanto previsto dalle norme vigenti in vista dell’intesa che la Regione sarà chiamata a raggiungere con lo Stato sulla localizzazione urbanistica dell’intervento. Posso dire che durante l’ultimo incontro avuto con il precedente Governo ci si era dati tempo fino alla fine di luglio di quest’anno per trovare una sintesi tra la posizione di Società Autostrade e la posizione degli enti locali e della Regione ed è in questi giorni che stiamo cercando di trovare un punto di incontro e quando riusciremo ad averlo sarà mia cura riferirne anche ai Consiglieri.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Peri.
Do la parola al consigliere Manfredini per la replica. Le ricordo che ha tre minuti.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Sono soddisfatto, in particolare per il fatto che quello che ci preme più di tutto è l’informazione per i cittadini. Questa è una promessa che lei ha dichiarato e sono soddisfatto. Auspico e spero che a luglio si concluda definitivamente questa storia perché sono troppi anni, Assessore, che si dilunga. L’Emilia-Romagna è un nodo fondamentale anche dal punto di vista nazionale, perché dal nord passano tutti da Bologna, e quindi credo che questa rete doveva essere fatta molto tempo prima, ma tuttavia se l’impegno è quello di luglio accettiamolo pure, però spero che a luglio definitivamente la Società Autostrade sia in grado di presentare il tutto proprio per risolvere questo problema. Grazie ancora, anche a nome dei cittadini. Quello che ci preoccupa di più è l’informazione degli incontri. Lei sa bene che ormai si formano comitati né di destra né di sinistra ma di persone che amano la loro città e soprattutto anche la salute, visto che ultimamente i dati delle polveri sottili derivanti dal traffico autostradale e viario normale preoccupano. Grazie, Assessore.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
OGGETTO 4114
Delibera: «Elezione del Difensore Civico della Regione Emilia-Romagna (L.R. 16 dicembre 2003, n. 25)». (132) (Discussione ed elezione di Gianluca Gardini)
PRESIDENTE (Costi): A questo punto passiamo alla trattazione dell’ordine del giorno.
A norma dell’art. 8 della L.R. 16 dicembre 2003, n. 25 l’elezione del Difensore Civico è effettuata dal Consiglio regionale con voto segreto a mezzo schede. È eletto candidato chi ottiene i voti dei due terzi dei consiglieri assegnati alla Regione. Dopo la terza votazione, qualora non si raggiunga detto quorum, l’elezione è rimandata alla seduta del giorno successivo. In questa seduta, dopo due votazioni, ove il candidato non raggiunga i due terzi dei voti assegnati, il Difensore Civico viene eletto con la maggioranza dei consiglieri assegnati alla Regione. I curricula presentati dai consiglieri regionali entro il 20 giugno sono stati esaminati dalla competente Commissione consiliare.
A questo punto apro il dibattito generale. Ricordo che sono previsti dieci minuti per ogni intervento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Solo per comunicare, come già avvenuto la settimana scorsa per quanto riguarda il CORECOM, che non parteciperò a questa votazione che, in una sequenza originale e probabilmente casuale, è l’ennesima nomina di tipo politico di qualcosa che dovrebbe essere indipendente nella divisione dei poteri.
Vale la pena ricordare gli organi sui quali ha competenza di parere il Difensore Civico: Regione, Province, Comuni, servizi pubblici quali l’ASL, l’ACER, gli ospedali, i Consorzi di bonifica, i trasporti pubblici, l’INPS, il diritto allo studio, scuole e università, INPDAP, Camera di Commercio, ENEL, ANAS, Poste, INAIL, Italgas, ENI, ACI. Sono tutta una serie di servizi pubblici e di enti nel quale il suo ruolo è quello di tutelare i diritti dei cittadini di fronte a questi altri enti che nella maggior parte dei casi sono evidentemente o direttamente dipendenti o direttamente sotto il controllo della politica. Logica vorrebbe che questa persona fosse indipendente dalla politica e invece avviene di nuovo, anche in questo caso, per nomina politica.
A questo si aggiunga che dalla settimana precedente, dalla scorsa Assemblea, l’ex Presidente del CORECOM non aveva più l’incarico in quanto l’avete sostituito con un’altra figura, e oggi prontamente gli troviamo un nuovo posto. Questo valzer delle poltrone francamente non mi può vedere partecipe e non può vedere partecipe il Movimento 5 Stelle, così come non si può continuare a nominare delle persone che dovrebbero tutelare i cittadini anche dalla politica con nomine fatte direttamente e nuovamente dalla politica.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Sono tra i firmatari della proposta di candidatura del prof. Gardini che ritengo particolarmente adeguata a questo incarico. Voglio ricordare a chi mi ha preceduto che esiste una disposizione di una legge regionale sulle nomine – l’art. 7 della legge regionale n. 25/2003 – che tra le caratteristiche per questa nomina (la nomina di oggi) richiede insieme alle caratteristiche di riconosciuta professionalità e di adeguata esperienza, di avere ricoperto in precedenza funzioni o incarichi di responsabilità e rilievo nel settore giuridico e/o istituzionale per un periodo di almeno cinque anni. Quindi siamo di fronte a una disposizione di legge e siamo di fronte a un candidato che ha le caratteristiche incontestabili per assolvere questo incarico, compresi i cinque anni di un incarico di rilievo nel settore giuridico e istituzionale, come l’incarico del CORECOM.
Trovo che sia particolarmente sbagliato e anche un po’ offensivo quindi parlare di riciclaggio o cose di questo tipo. Siamo di fronte a un candidato con un curriculum inoppugnabile, che mi sono stampato, che sono pagine e pagine, e credo che sia difficile contestare la competenza del dott. Gardini in questa materia essendo anche docente ordinario di diritto processuale. Quindi onestamente non capisco le critiche a questa nomina stante la legislazione attuale.
È chiaro che si può proporre una modifica della normativa vigente, si possono proporre altri criteri, ma noi stiamo facendo una nomina in base alla normativa attuale. Tra l’altro a me è già capitato di esprimere un giudizio sull’operato del dott. Gardini come Presidente del CORECOM dove ha svolto in modo eccellente il suo compito. Abbiamo detto più volte che da Presidente del CORECOM il dott. Gardini ha dato prova di grande capacità di gestione, soprattutto per quanto riguarda il tema della conciliazione, che ha alleggerito moltissimo la giustizia civile, che è gravata, come tutti sanno, di un carico di lavoro che porta a volte i processi a tenersi anche in dieci – quindici anni. A maggior ragione, in una situazione come quella del Difensore Civico, possiamo dire che abbiamo un candidato che ha le caratteristiche perfette per svolgere questo compito. Quindi penso che la nomina del dott. Gardini sia un fatto importante, rilevante, credo che la Regione debba dare rilievo a questa elezione e credo anche che sia nell’interesse dei cittadini avere delle persone che abbiano grande competenza.
C’è una certa vulgata negli ultimi tempi per cui ci vuole un nuovismo a tutti i costi, laddove però spesso e volentieri questo nuovismo non si accompagna a grandi competenze e a grandi capacità e bisogna stare attenti da questo punto di vista a non dare fiato a una certa campagna per cui va bene il nuovo pur che sia e va male qualsiasi altra cosa anche se magari sarebbe perfetta per quel compito e per quel ruolo solo perché magari è stata nominata dal Consiglio regionale. Quindi devo dire francamente che stamattina esprimerò un voto convinto sia per la stimabilità, la competenza e la professionalità della persona che andiamo a eleggere, che ha, ripeto, le caratteristiche di legge per questo ruolo, e anche perché facciamo una nomina che va a vantaggio della collettività, del lavoro che deve svolgere e di una funzione molto delicata e molto rilevante come quella del Difensore Civico.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Riva. Ne ha facoltà.
RIVA: Grazie, presidente. Su questa nomina, come tutti sanno, ho presentato una candidatura autonoma rispetto alla maggioranza di cui faccio parte, perché credo che la Regione Emilia-Romagna in questo passaggio possa permettersi qualcosa di più rispetto alla scelta che è stata fatta, legittima e pienamente votabile, quindi non metto in discussione né il curriculum né la legittimità della candidatura proposta dalla maggioranza, ma credo che la Regione Emilia-Romagna in questo passaggio poteva fare un passo in avanti perché forse la pratica che nemmeno il sottosegretario Evangelisti nei Governi Andreotti applicava è riconducibile a questa.
Io ho presentato una candidatura di una donna, lontana dai partiti, legata all’attività di base dei sindacati, una donna di Reggio Emilia, una città che qui in quest’Aula è ben rappresentata nella qualità e nei numeri ma poco nelle nomine che questo Consiglio produce. Si tratta dell’avvocato Paola Soragni. Non credo che gli uomini siano per tutte le stagioni, riconosco al prof. Gardini di essere stato un ottimo Presidente del CORECOM ma credo piuttosto che sarebbe stato forse meglio, come già capitato in questo Paese o in questa Regione, modificare la normativa per permettergli di proseguire a fare il Presidente del CORECOM, se tutti diciamo che è stato così bravo.
Meglio ancora forse sarebbe stato a questo punto, sia per la nomina del CORECOM, sia per quella del Difensore Civico, fare un bando pubblico dove tutti i cittadini o le associazioni che avessero voluto potevano presentare la propria candidatura e poi procedere eventualmente con un’estrazione, così come abbiamo voluto fare per i revisori dei conti e permettere davvero a colui o colei che diventerà il Difensore Civico di essere davvero autonomo rispetto alle forze politiche. Io comunque ringrazio il Consiglio dell’attenzione e della valutazione che vorrà dare a questa mia candidatura e alle motivazioni che ho poco fa espresso. Grazie a tutti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Riva.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Io rispetto alla votazione della volta scorsa rimarrò in Aula e voterò ricordando che la mia proposta nello scorso Consiglio era legata alla divisione politica di fatto tra maggioranza e opposizione per quanto concerneva il CORECOM. In questo caso la questione è diversa perché noi abbiamo fatto una legge sulle cariche di garanzia in Regione...
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Costi): Chiedo all’Aula di evitare brusii o quant’altro in modo tale da poter continuare un confronto su questo tema importantissimo in modo sereno. Prego, consigliere Favia.
FAVIA: Grazie, presidente. Abbiamo fatto una legge sui garanti e adesso dobbiamo semplicemente applicarla e quindi va da sé che ci siamo presi la responsabilità, con quella legge che votammo in Aula, di indicare il Difensore Civico.
Gardini per il curriculum che porta con sé è un candidato perfetto al CORECOM, per i suoi studi, per le sue pubblicazioni, ecc. e anche io mi associo alla lode per quello che ha fatto al CORECOM perché basta controllare come ha ridotto le consulenze e le spese all’interno di esso. Capisco però anche un po’ la critica, l’opportunità e la valutazione del collega Defranceschi e su questo volevo rispondere al collega Grillini che ha perfettamente ragione a citare la legge. Dico però che la legge prevede gli incarichi di responsabilità nella pubblica amministrazione o nel sociale o in ambito economico.
Io primo di fare questa verifica – l’ho fatta poco fa col consigliere Grillini – speravo in una candidatura che venisse dal mondo del no profit o comunque da quello delle associazioni di consumatori che sono il prosieguo naturale per poi occuparsi di difesa civica. Pensiamo ai tanti rappresentanti delle associazioni dei consumatori che sono avvocati, che hanno competenze giuridiche, che potevano svolgere questo ruolo.
Per questo non voterò Gardini pur esprimendo massimo rispetto per la persona perché la ritengo preparata. Torno un attimo sul curriculum: è veramente un bel curriculum, ma se mi posso permettere una piccola provocazione, l’unico neo che trovo nel curriculum è l’aver partecipato come relatore a un seminario del gruppo parlamentare DS nel 2002, però a parte questo, che è una piccola provocazione, effettivamente è molto valido. A parte questo, che può comunque far collegare in qualche modo un’appartenenza a un’area politica, devo dire che sotto un profilo tecnico il dott. Gardini è sicuramente preparato, sicuramente non è un riciclato dalla politica e comunque il fatto che vi siano queste persone ad occupare questi ruoli è sicuramente una garanzia, però anche io credo che vi potevano essere altre candidature.
Se un amministratore pubblico è bravo per me può continuare, ovviamente non a vita, quindi non è tanto un buttar giù dalla torre Gardini, persona che rispetto e che secondo me ha lavorato bene, ma sicuramente avrei preferito una candidatura che fosse venuta dal mondo della lotta per la difesa dei diritti dei consumatori.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Non ho più nessun iscritto in dibattito generale, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.
Chiedo intanto alla consigliera-segretario Gabriella Meo se può avvicinarsi alla postazione della Presidenza.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà..
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Solo per precisare al consigliere Grillini, anche perché questa strenua difesa d’ufficio e questo sventolare politico sta diventando sospetto anche perché nessuno ha messo in dubbio né il curriculum di molte pagine, cosa che peraltro è piuttosto comune, né che possa essere tra le tante una persona adatta al ruolo.
C’è qualcosa che lei o non ha colto o non ha voluto cogliere che si chiama opportunità politica e opportunità etica, ma faccio fatica a discutere con chi sostiene che c’è un eccesso di nuovismo in questo Paese. Mi riesce francamente difficile pensando al nostro Presidente del Consiglio, pensando al nostro Presidente della Repubblica, pensando alla storia degli ultimi vent’anni di questo Paese e sentir dire che c’è un’aria di nuovismo che non porta a nulla di buono, non me ne ero accorto. Speravo di accorgermene e ho ancora la speranza in futuro di potermene accorgere.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Naturalmente la mia dichiarazione di voto è già stata espressa e la ribadisco. Mi spiace di non essermi fatto capire dal collega Defranceschi, perché io non ho detto che c’è un eccesso di nuovismo ma che bisogna stare attenti che il cambiamento si accompagni anche alla competenza. La parola “eccesso di nuovismo” non l’ho proprio pronunciata e vedremo i verbali. Quindi sarebbe bene non dare un’interpretazione alle cose che dicono gli altri. Io sono per il cambiamento, per il rinnovamento generazionale, anche in modo radicale, ma il nuovismo deve essere accompagnato dall’esperienza e dalla competenza perché avere un nuovismo di incapaci francamente non si capisce cosa ce ne facciamo. Ci vuole il cambiamento con la professionalità e le capacità e le competenze. Questo ho detto e questo intendevo dire. Per di più, in questa situazione abbiamo anche una norma regionale che chiede cinque anni di esperienza nel campo, quindi francamente non vedo dove esista il problema. Onestamente, ripeto, voterò convinto questa candidatura.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Per esprimere il voto favorevole mio e del gruppo del Partito Democratico alla candidatura di Gianluca Gardini presentata dal collega Franco Grillini a nome della maggioranza. Sono convinto che la competenza oltre che evincersi dai curriculum debba anche essere motivata dalla “prestazione sul campo” e credo che Gardini nel tempo in cui ha presieduto il CORECOM, ovvero dal 2008 al 2013, abbia ampiamente dimostrato a tutti, non solo qua in Regione ma anche nel lavoro proficuo fatto di raccordo con i CORECOM nazionali, competenza, affidabilità, serietà e rigore. Per cui penso che – ovviamente non mi addentro nel dibattito sul nuovismo poiché sarebbe una lunga discussione – per quello che riguarda le caratteristiche che il Difensore Civico deve sapere esprimere ci sia anche una funzione di particolare buonsenso, amministrando il ruolo nel senso più ampio del concetto del buon padre di famiglia, ritengo quindi che la candidatura di Gardini sia da sostenere e noi, come gruppo del Partito Democratico, la sosterremo e la voteremo. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 4114, con votazione segreta, a mezzo schede.
Nomino scrutatori i consiglieri Mumolo, Moriconi e Cavalli.
Prego i tre scrutatori di prendere posizione nel tavolo degli scrutatori.
Prego la consigliera-segretario Meo, di procedere all'appello nominale dei signori consiglieri per l'inserimento della scheda nell'urna.
La consigliera-segretario Meo effettua l'appello dei consiglieri:
AIMI Enrico
presente
ALESSANDRINI Tiziano
presente
BARBATI Liana
presente
BARBIERI Marco
presente
BARTOLINI Luca
presente
BAZZONI Gianguido
presente
BERNARDINI Manes
(assente)
BIGNAMI Galeazzo
(assente)
BONACCINI Stefano
(assente)
CARINI Marco
presente
CASADEI Thomas
presente
CAVALLI Stefano
presente
CORRADI Roberto
presente
COSTI Palma
presente
DEFRANCESCHI Andrea
non partecipa al voto
DONINI Monica
presente
ERRANI Vasco
(assente)
FAVIA Giovanni
presente
FERRARI Gabriele
presente
FIAMMENGHI Valdimiro
presente
FILIPPI Fabio
presente
GARBI Roberto
presente
GRILLINI Franco
presente
LAVAGETTO Giampaolo
(assente)
LEONI Andrea
presente
LOMBARDI Marco
presente
MALAGUTI Mauro
presente
MANDINI Sandro
presente
MANFREDINI Mauro
presente
MARANI Paola
presente
MAZZOTTI Mario
presente
MEO Gabriella
presente
MONARI Marco
presente
MONTANARI Roberto
presente
MORI Roberta
presente
MORICONI Rita
presente
MUMOLO Antonio
presente
NALDI Gian Guido
presente
NOÈ Silvia
presente
PAGANI Giuseppe Eugenio
presente
PARIANI Anna
(assente)
PARUOLO Giuseppe
presente
PIVA Roberto
presente
POLLASTRI Andrea
presente
RIVA Matteo
presente
SCONCIAFORNI Roberto
presente
SERRI Luciana
presente
VECCHI Alberto
presente
VECCHI Luciano
presente
ZOFFOLI Damiano
presente
PRESIDENTE (Costi): Procedutosi alla votazione a mezzo schede e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:
Presenti
44
Assenti
6
Votanti
43
Voti a favore del signor Gianluca Gardini
36
Voti a favore della signora Paola Soragni
3
Schede bianche
1
Schede nulle
3
Proclamo Difensore Civico della Regione Emilia-Romagna il dott. Gianluca Gardini.
Al termine di questo oggetto mi permettete, a nome mio e credo anche a nome dell’Assemblea, di ringraziare il Difensore Civico uscente, il dott. Daniele Lugli e di augurare chiaramente al dott. Gardini un proficuo lavoro nell’interesse assoluto dei nostri cittadini.
OGGETTO 4147
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)» (63) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Procediamo con l'ordine dei lavori e partiamo con i progetti di legge. Il testo n. 2/2013 è stato licenziato dalla Commissione “Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport” nella seduta del 3 luglio 2013; è composto da 10 articoli; la relatrice della Commissione, consigliera Paola Marani, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale. Ricordo che l’autorizzazione viene posta in votazione data con voto elettronico e occorre il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri presenti.
Per quanto riguarda gli scrutatori, confermo i consiglieri Mumolo, Moriconi e Cavalli.
Metto in votazione con dispositivo elettronico l’approvazione della relazione orale.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
33
Assenti
17
Favorevoli
33
Contrari
--
Astenuti
--
La consigliera Marani, relatrice della legge, ha facoltà di procedere con la relazione.
MARANI, relatrice: Grazie, presidente. Credo che con questo provvedimento questa Assemblea mantenga un impegno che aveva assunto all’inizio di questo mandato amministrativo regionale nel quale si era in qualche modo disegnato il sistema, quella che abbiamo chiamato la grande infrastruttura educativa, che si articolava in alcuni filoni che poi sono stati uno alla volta sviluppati nel corso di questi anni. Diciamo che i provvedimenti più significativi che abbiamo in questi anni adottato hanno riguardato appunto il sistema di istruzione e formazione professionale, la rete politecnica, l’alta formazione e infine i servizi per il lavoro e le competenze sui quali oggi ci avviciniamo perché comunque sappiamo di essere su un provvedimento che è un ponte tra il sistema formazione e il lavoro, sappiamo che è un provvedimento che potrà trovare una sua completezza rispetto ai provvedimenti che ho prima citato proprio nel momento in cui avremo – ci auguriamo di farlo nel corso di questa legislatura nei prossimi mesi – completato ancora due provvedimenti importanti: quello che riguarda i servizi per il lavoro e il tema del lavoro e l’inclusione sociale.
Quindi si tratta di una proposta di legge che toccherà questo tema. Ci tenevo a sottolineare questo aspetto perché mi sembra importante che anche il provvedimento che noi oggi discutiamo dopo l’approvazione della Giunta sia visto effettivamente come un provvedimento che è fortemente ancorato al sistema della formazione ma è un provvedimento che guarda ovviamente al lavoro e che costruisce, come ho detto prima, un ponte verso il lavoro.
Dicevo che è fortemente ancorato al sistema formativo perché la nostra legge, rispetto a quello che è il riferimento al quale ovviamente guardiamo, le linee guida regionali, è una legge che sottolinea fortissimamente la forte volontà di operare perché ci sia un’acquisizione di competenze che possano quindi supportare poi l’inserimento lavorativo facendo fortemente riferimento al sistema delle qualifiche e si ritrova negli articoli della legge anche come uno dei requisiti formativi fondamentali l’ancoraggio alle competenze che si acquisiscono con le qualifiche e quindi anche in riferimento ad almeno una delle competenze che vanno acquisite nell’ambito dei tirocini.
Questo provvedimento, come già diceva la Presidente, modifica la legge n. 17 e costituisce quindi l’attuazione di quelle che sono le linee guida in materia di tirocini che sono state adottate dal Governo. Attribuiamo grande importanza a questo provvedimento, vi è anche una così forte aspettativa e vi è stata la ferma volontà di questa Regione di non limitarsi a recepire le linee guida nazionali ma si è voluto caratterizzare con una legge regionale questo importante segmento perché il tirocinio rappresenta un’occasione straordinaria, come dicevo prima, sia per favorire l’acquisizione delle competenze sia per supportare l’inserimento lavorativo e perché dei tirocini che in questa Regione vengono svolti a migliaia – nel 2012 sono stati 10.500 – il 52 per cento sono rivolti alle donne e il 48 per cento agli uomini, e quindi un numero assolutamente importante, un numero però che col tempo ha subito un calo di partecipazione che ci deve assolutamente preoccupare e che motiva il fatto che si operi su una legge che possa fortemente incentivare e rilanciare questa opportunità.
Gli obiettivi che la legge si prefigge, come già dicevo prima, è il rafforzamento degli elementi formativi e anche l’operare affinché si contrasti l’utilizzo elusivo e l’uso distorto di questo strumento. Questa è una cosa molto importante perché sapete bene come nell’ambito di quella che è la grande precarietà del lavoro soprattutto giovanile, ma non solo, l’utilizzo dello strumento del tirocinio per forme di lavoro non regolari e non legittime, sia purtroppo un uso di cui si è fortemente abusato, quindi si tratta di riportare il tirocinio a questa sua funzione di ponte verso il lavoro con alta valenza di carattere formativo e di acquisizione di competenze. Inoltre la legge risolve un altro problema, che è quello di andare a definire per i tirocinanti un’indennità come rimborso forfettario come previsto dalla legge 92/2012 e questa indennità viene fissata in 450 euro mensili.
La legge distingue tre tipi di tirocini. Vi sono i tirocini di tipo A, che sono la maggioranza (80 per cento) dei tirocini complessivi, che si rivolgono a diplomati, laureati e a persone che hanno acquisito una qualifica professionale, e questo è il tirocinio che viene condotto entro un anno dal titolo e ha un tempo di sei mesi di frequenza. I tirocini di tipo B sono quei tirocini che occupano circa il 12 per cento dei soggetti che si candidano al tirocinio e si rivolge a disoccupati e inoccupati ed è quella forma di tirocinio che è finalizzata all’inserimento e al reinserimento nel mondo del lavoro, è una forma che è finalizzata anche a dare un’opportunità di reinserimento lavorativo a quei lavoratori che fruiscono di ammortizzatori sociali.
La durata di questi tirocini è fino a un anno e su questa forma di tirocinio vi è stata, nell’ampia consultazione che l’Assessore ha condotto con le parti sociali, la discussione più intensa, si sono affrontati alcuni nodi importanti rispetto al fatto che ci rivolgiamo in effetti non a persone in cerca di prima occupazione ma in prevalenza a persone per le quali si sta pensando, dopo una situazione lavorativa che ha dovuto concludersi, a una forma di reinserimento nel lavoro. Quindi è un tirocinio particolare per il quale serve prevedere nel piano formativo l’acquisizione delle competenze che sono necessarie per il nuovo lavoro che si andrà a svolgere e quindi quelle che vengono chiamate le attività didattiche aggiuntive, sulle quali abbiamo visto da parte delle associazioni il sollevare preoccupazioni per gli oneri che questo comporta, hanno un valore straordinario perché sono invece quelle attività aggiuntive che servono per riqualificare chi viene chiamato a fare un nuovo mestiere e che quindi spesso deve allontanarsi anche da quella che è stata la formazione precedente.
Il terzo tipo di tirocinio riguarda prevalentemente quelli che sono i soggetti con disabilità, che normalmente vengono definiti dalla legge 68/99, e le persone svantaggiate, disciplinate dalla legge 381, come coloro che richiedono asilo politico sono titolari di protezione. Come si evince da coloro i quali sono destinati a questo tipo di tirocinio, stiamo quindi parlando di una categoria per la quale si mettono in campo modalità differenti dai due tirocini precedenti poiché stiamo quindi pensando a una forma di tirocinio che deve avere dei caratteri di flessibilità che divergono da quelli precedenti. Caratteri di flessibilità perché alcuni degli elementi, che sono elementi rigidi nei due tirocini precedenti, per questa forma di tirocinio possono essere rivisti alla luce del piano individualizzato che è spesso necessario fare per persone che hanno problemi, disabilità o situazioni di svantaggio e quindi proprio per questo la durata del tirocinio, che in legge normalmente viene prevista fino a 24 mesi, così come la ripetibilità e anche la stessa indennità, possono essere rivisti alla luce del piano individualizzato e delle esigenze specifiche dei soggetti dei quali stiamo parlando.
È molto importante che questo venga visto come davvero un’opportunità straordinaria da una parte di un’inclusione sociale finalizzata all’acquisizione e alla possibilità di un lavoro ma che venga visto però nell’ambito della formazione questo passaggio anche per le persone che hanno queste problematiche perché vorremmo che fosse proprio la legge a cui facevo cenno all’inizio della mia relazione, che è quella dell’inclusione sociale rivolta ai disabili, che dovrebbe essere l’approdo di coloro i quali compiono un percorso formativo. Per cui non dobbiamo intendere questo passaggio come un modo per eludere modalità che siano finalizzate all’inserimento lavorativo come non può essere lo strumento per rendere perpetue borse-lavoro o altri tipi di strumenti che oggi purtroppo, in una situazione di grande difficoltà occupazionale, diventano la soluzione spesso per chi ha delle difficoltà per la vita.
Quindi questo tipo di tirocinio è sicuramente un tirocinio che può essere rivisto nelle deroghe che vi dicevo sulla durata e la ripetibilità ma è comunque sempre un passaggio che deve puntare verso il lavoro. Anche la stessa indennità in questo caso è un’indennità che non è a carico dell’azienda ma è un’indennità che è a carico di chi promuove questo inserimento lavorativo e quindi soggetti pubblici che utilizzando le risorse a questo destinate, possono favorire questa possibilità di inserimenti. I proponenti dei tirocini sono coloro i quali sono stati stabiliti dalla legge n. 17, quindi non li sto a citare tutti fatta eccezione per le Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.
La legge approfondisce i vincoli e quindi anche le regole all’interno delle quali debbano muoversi i modelli organizzativi e quindi, come avrete potuto vedere, perché richiamato in diversi articoli, siamo di fronte al fatto che il tirocinio avviene coinvolgendo tre soggetti, ossia il tirocinante, l’ospitante e ovviamente un soggetto terzo che è il soggetto che promuove il piano del tirocinio stesso. Chi ospita il tirocinio deve essere impresa o soggetto che non ha effettuato licenziamenti nei dodici mesi precedenti, che non fruisce della cassa integrazione e negli articoli vi sono anche norme precise rispetto a quelli che devono essere i numeri nel rapporto tra numero di dipendenti e numero di tirocinanti.
Vado verso la conclusione citando gli articoli principali della legge, che poi riprendono alcune delle questioni che vi ho detto in termini generali. L’art. 1 è l’articolo che, come dicevo poco fa, disciplina chi sono i soggetti (soggetto ospitante, tirocinante e soggetto terzo che promuove il tirocinio), i tutor sono due figure che sono disciplinate nell’art. 1 che modifica l’art. 24 della 17 e sono quindi un tutor che rappresenta il soggetto promotore e uno che rappresenta l’ospitante, vi sono poi le norme che disciplinano l’obbligo di assicurazione, infortuni di responsabilità civile, così come nel settimo comma dell’art. 1 si fa riferimento anche alla condizione diffusa di imprese multilocalizzate prevedendo norme precise per quello che riguarda l’opportunità di imprese che abbiano più sedi.
L’art. 2, che modifica il 25, stabilisce i tre tipi di tirocinio che vi ho illustrato in premessa, e che quindi non riprendo, l’art. 3, che modifica l’art. 26, cita i soggetti previsti dalla legge come soggetti che possano promuovere i tirocini formativi. L’ho detto forse anche prima che non si può fare più di un tirocinio con il medesimo tirocinante ovviamente per quella che è la tipologia di tirocinio da svolgersi. L’art. 4, che modifica il 26, dà una serie di obblighi per quelli che sono i soggetti ospitanti ma anche una serie di diritti che possono consentire, per condizioni particolari, la proroga temporale e quindi le malattie, gli infortuni, la gravidanza, situazioni per le quali è possibile prorogare il tirocinio stesso. Dicevo che dà una serie di regole perché il numero dei tirocinanti per unità produttive, le regole che deve rispettare il soggetto ospitante, così come la coerenza nel progetto formativo legata alle attività che andranno svolte è l’altro tema contenuto nell’art. 26 che riguarda gli obblighi.
Dicevo in premessa una cosa che vorrei ribadire, che è contenuta sempre nell’ambito dell’articolato, e che è quella del riferimento alle competenze e quindi al fatto comunque che si faccia riferimento ad almeno una competenza della qualifica che si intende conseguire. Questo per il valore importante che noi diamo alla formazione. Concludo citando alcune altre questioni che poi avevo già toccato in premessa che sono legate al rimborso perché sono state oggetto anche di discussione nell’ambito del lavoro della Commissione, laddove si parla nell’art. 6 del rimborso, le 450 euro che sono il rimborso stabilito, non riguardano coloro i quali fruiscono già di ammortizzatori sociali e che quindi hanno già altre forme di integrazione a reddito e quindi a questi spetta esclusivamente un rimborso spese per le spese che questi sostengono.
Gli ultimi articoli riguardano un’attività che non è formale, alla quale va data molta importanza, che è l’attività di monitoraggio e di vigilanza che si esplica sia nelle attività di controllo che spettano ovviamente al settore preposto affinché ci sia il rispetto di quelle che sono le regole stabilite nella legge nella realizzazione dei tirocini, comprensive di sanzioni laddove queste non vengano rispettate, ma anche la possibilità che la Regione metta in campo strumenti di monitoraggio e di verifica rispetto ai risultati attesi. La Regione possiede diversi strumenti per poter, negli organismi preposti, dalle Commissioni all’Assemblea, verificare il risultato in termini di efficacia dei provvedimenti legislativi e direi che un provvedimento di questo tipo, che ha il compito, come dicevo all’inizio, di rilanciare il tirocinio nella sua funzione, di porsi dentro al mondo delle politiche attive per il lavoro come ulteriore strumento rispetto a quelli adottati fino a oggi, ha assolutamente bisogno di essere seguito e monitorato in tutti gli aspetti di capacità di raccogliere quelle che sono le esigenze del mercato del lavoro e quindi di essere in grado di corrispondere a quella che è l’aspettativa che tutti noi abbiamo di contribuire come Regione a dare una prospettiva positiva al nostro sistema formativo perché sempre di più corrisponda a quelle che sono le esigenze del nostro mondo del lavoro. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Marani.
Apro il dibattito generale. Ricordo che ogni consigliere ha a disposizione venti minuti. Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Grazie alla collega Marani per la relazione e al Presidente Pagani della competente Commissione. Su questo provvedimento, Assessore, è abbastanza chiaro e condivisibile l’obiettivo di utilizzare il tirocinio formativo per aumentare le competenze individuali e fornire quindi ai nostri giovani una chance, un’opportunità, di “agganciare” il mondo del lavoro facendosi conoscere in realtà aziendali, specie quelle che meglio resistono ai tempi, che sono interessate comunque a investire, pur nel momento difficile, sulle risorse umane. Quindi questo progetto di legge ha nel suo articolato questa finalità.
Volevo però ricordare, e quindi dare un contributo al dibattito, che c’è un’esperienza legata agi tirocini formativi. Quando si parla di tirocini formativi ricordo un’esperienza positiva messa in atto dalla Provincia di Piacenza su alcuni bandi della formazione. Ad esempio il primo avviso pubblico di chiamata progetti nel 2008 dove sull’asse dell’occupabilità furono messi a bando dei tirocini formativi, come si suol dire, just in time, cioè con un accordo tra l’ente Provincia, l’azienda e il giovane che si deve affacciare al mondo del lavoro, e furono, Assessore, questi bandi, ma mi risulta che sono stati ancora richiesti per il prossimo anno perché hanno funzionato bene, abbinati a un’azione formativa antecedente al tirocinio stesso di cui nel progetto di legge si parla.
Sono quelle famose cento ore utili ai fini della certificazione di competenze valutate e rilasciate secondo il cosiddetto sistema regionale delle qualifiche. In pratica qui vi è una descrizione di varie tipologie, come la relatrice ha esplicitato durante il suo intervento, ma questo passaggio che possa vedere l’applicazione nel tirocinio preceduta già da un’azione formativa significativa, quindi due momenti diversi per avere quel riconoscimento a cui facevo riferimento, lo vedo un po’ sotteso tra le righe all’art. 26 ter, sesto comma, e andrebbe secondo me comunicato e data una certa rilevanza perché oggi, se non sbaglio, ma mi corregga l’Assessore, sono previste 480 ore di tirocinio di cui 48 destinate alla formazione sulla sicurezza, perché c’è anche il tema della sicurezza sul lavoro, un tema naturalmente importante perché – lo dico per esperienza diretta – spesso al lavoro venivano un tempo – adesso è più difficile con la vigilanza e i controlli – avviati dei giovani lavoratori i quali sui dispositivi di sicurezza non avevano una formazione adeguata.
È più una raccomandazione che faccio all’Assessore che in futuro, valutando in corso d’opera la bontà e quindi gli effetti di questo provvedimento che oggi passa al voto dell’Aula, di ricordare questa nostra indicazione, quindi se sia possibile l’organizzazione di un esame utile secondo quel sistema a cui mi riferivo prima.
Sull’articolato eventualmente diranno anche dei miei colleghi del gruppo, ma la posizione naturalmente del gruppo, concordata anche col nostro Capogruppo, si orienterà verso un’astensione.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Un sano realismo e non inutile allarmismo ci deve fare riflettere sul dramma della disoccupazione, specie quella giovanile sempre più preoccupante. Sono cambiate le tecnologie, gli stili di vita, si sono evoluti i mestieri e la politica deve rendersi conto di essere in forte ritardo nel cercare di dare risposte a un fenomeno dilagante che non è solo di natura economica bensì sociale e psicologica. Sì, psicologica, dato che in base ai dati OCSE l’11 per cento dei giovani rinuncia persino a cercare lavoro. In Italia il 21,5 per cento degli under 25 è senza lavoro e fuori dall’educazione e formazione, i cosiddetti Neet, e tra questi l’11 per cento è scoraggiato, disilluso, non cerca neanche più un lavoro perché pensa che non ce ne sia.
Giovani difficili, da recuperare, perché scoraggiati, disillusi, non hanno investito nel loro capitale umano, mancano dell’esperienza che solo il lavoro può dare. La vera sfida sta quindi nell’offrire a questi giovani che hanno rinunciato, e che sono anche difficili da contattare perché non cercando più non vanno neanche nelle agenzie di lavoro, nuove opportunità e soprattutto motivazione.
I tirocini formativi possono essere una delle soluzioni da mettere in campo. La Commissione europea ha valutato bene che tra gli strumenti da privilegiare per l’inserimento nel mondo del lavoro possa esserci quello dei tirocini formativi. Bene quindi che l’Assessorato abbia proposto un rafforzamento di questo strumento, dato che negli anni trascorsi pur in presenza di un impianto normativo regionale specifico non sono stati ottenuti risultati particolarmente significativi. I contenuti essenziali della proposta oggi in discussione sono da parte nostra condivisibili in linea generale. Ravvisiamo tuttavia un dettaglio eccessivo nell’elencazione degli oneri a carico delle aziende, enti ospitanti. Riteniamo infatti che per un vero rilancio di questa modalità di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro si dovrebbero incentivare le aziende senza porre limiti dettagliati come quelli relativi al numero dei dipendenti, numero dei tirocinanti, l’obbligo di formazione relativa alla prevenzione ambientale e antinfortunistica, ecc.
Riteniamo che in una fase storica grave quanto quella che stiamo vivendo dal punto di vista economico, sociale e psicologico, si debba avere il coraggio di accantonare i formalismi che hanno sin qui paralizzato risorse ed efficienza. Occorre rivitalizzare l’impegno e l’entusiasmo, il desiderio di creare, realizzarsi attraverso un’attività professionale, e ci aspetteremmo quindi un’enfasi rivolto al capitale umano, alla straordinaria capacità che le persone hanno di apprendere, creare, inventare, progettare, produrre ricchezza e benessere.
Ottimo che giovani e non giovani abbiano la possibilità di svolgere tirocini formativi nelle aziende dato che si tratta di esperienze formative e razionali che in ogni caso arricchiscono l’esperienza. Facciamo però sì che questa opportunità sia estesa il più possibile e resa maggiormente appetibile dai soggetti ospitanti. Proponiamo a favore delle aziende e dei soggetti ospitanti in generale degli incentivi anche a livello di sgravi fiscali, riconoscimenti pubblici, meriti e pubblicità, una sorta di bollettino regionale di apprezzamento per la disponibilità e soprattutto riduciamo i formalismi e togliamo fin dove possibile i limiti e vincoli. Senza una mentalità moderna che valorizzi il capitale umano piuttosto che la burocrazia non usciremo dall’ingessatura che ci ha paralizzato e penalizzato, così come dimostrato dai dati che ho citato all’inizio dell’intervento. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni. Ne ha facoltà.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Ne approfitto per fare insieme sia l’intervento sia la dichiarazione di voto, la quale anticipo sarà convintamente a favore di questo provvedimento di legge. Quello che voglio sottolineare come positivo, quella che a me pare l’anima positiva di questa legge, sta nel fatto che si interviene con chiarezza e con nettezza nel restituire al tirocinio la sua vera natura limitando fortemente, in maniera significativa, sicuramente più di quanto non è stato fatto fino ad oggi, l’uso improprio del tirocinio perché anche con il pretesto della crisi è venuta avanti con troppa insopportabile forza l’idea che per affrontare la crisi bisogna aumentare la precarietà, che bisogna pagare meno e che bisogna dare meno diritti e meno formazione, e da questa logica devastante non è stato sottratto neanche il tirocinio che troppo spesso è stato utilizzato in maniera impropria laddove semplicemente, con la scusa del tirocinio, è stato sottopago un giovane pretendendo che facesse le stesse mansioni di un altro lavoratore, che faceva magari lo stesso lavoro pagato di più e con più capacità ed esperienza.
Questa legge quindi restituisce al tirocinio il suo spirito originale, rafforzando evidentemente l’elemento formativo, perché è a questo che serve il tirocinio, ed è utile se inserito all’interno di un processo di formazione che aiuti prima di tutto il giovane ma, altra cosa positiva di questa legge, non solo il giovane che si apre ed entra per la prima volta nel mondo del lavoro, ma introduce anche altre due forme di tirocinio importanti. Uno è per i soggetti con problemi di disabilità e l’altro per i soggetti disoccupati e inoccupati, cioè quelli che sono stati espulsi dal processo produttivo e che troppo spesso rischiano di essere espulsi definitivamente e visto che anche tutte le indagini stanno dicendo che anche se si vede qualche segnale di ripresa delle attività produttive, per quanto riguarda il livello occupazionale sono ancora tanti e tanti gli anni che abbiamo di fronte che non vedranno una ripresa occupazionale e quindi chi viene espulso dai processi produttivi rischia di trovarsi di fronte a una situazione così drammaticamente negativa per anni e quindi offrire a queste persone che spesso ovviamente non sono più giovani elementi formativi anche attraverso questa legge sui tirocini credo che sia un elemento estremamente positivo.
Quindi rafforzare questo elemento della formazione, contrastare l’uso improprio del tirocinio, anche limitando l’utilizzo del tirocinio per più di una volta con la stessa persona, dando coerenza tra il lavoro che questa persona fa e gli obiettivi di questa formazione, introducendo il controllo di un ente formativo accreditato con il sistema regionale, quindi tutta una serie di elementi che noi consideriamo estremamente positivi per i motivi appena spiegati, ossia restituire al tirocinio la sua natura concreta, evitare usi impropri e aumentare la parte formativa.
Secondo noi questa legge raccoglie bene tutti questi punti, anche perché è stata preparata attraverso un lungo iter partecipativo, quindi una legge che ha raccolto e si è confrontata con i vari soggetti. Sappiamo bene che alcuni soggetti hanno fatto resistenza rispetto a questa legge perché considerata troppo vincolante, ma per quello che mi riguarda questo è un fatto ancora più positivo e che rafforza la positività di questa legge, e quindi per questi motivi convintamente noi voteremo a favore della legge sui tirocini. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.
PAGANI: Grazie, presidente. Solo per ribadire, dal mio punto di vista, quattro aspetti importanti per cui questa legge va salutata in maniera positiva per il lavoro che per circa un anno ha impegnato la Giunta e le parti sociali per giungere a un testo che poi è passato all’interno della Commissione competente, che io ho l’onore di presiedere, con una discussione credo costruttiva e con un confronto molto importante.
Intanto la legge è importante perché ribadisce un fatto che non va sottovalutato, cioè riafferma la competenza normativa delle Regioni rispetto a questa materia, formazione e lavoro, nei confronti della quale vorrei ricordare che il decreto legislativo n. 138, poi trasformato in legge n. 148, poneva in qualche modo alcune problematiche rispetto a questa competenza delle Regioni di normare la materia. La seconda questione che a me pare importante sottolineare in sintesi è che questo progetto di legge, quindi queste modifiche alla legge n. 17, di fatto credo continuino il lavoro di questa Giunta e dell’assessore Bianchi rispetto alla centralità della formazione, della valorizzazione del capitale umano come elemento decisivo e importante per accompagnare l’uscita dalla crisi del nostro Paese e in modo particolare come l’elemento della formazione, perché in questo si caratterizza il percorso del tirocinio all’interno già della legge 17 ma precedentemente anche della legge 12, come elemento di formazione di accompagnamento sul lavoro. Si caratterizza – lo dico perché mi sembra molto importante – come forma di formazione attraverso il tutoraggio, l’affiancamento, il coaching, una formazione on the job, cioè dare la possibilità di una socializzazione nel mondo del lavoro per una enorme platea di giovani, e non solo, della nostra regione e ridurre i tempi di ingresso nel mercato del lavoro.
Certo, i tempi di questa crisi che attraversiamo ormai da alcuni anni rendono più difficile questo obiettivo, ma credo che alla fine uno degli scopi della legge sia anche quello di ridurre i tempi di ingresso nel mercato del lavoro per una platea molto ampia di ragazzi e di ragazze della nostra regione, ma anche col tirocinio di tipo B, quello di inserimento e reinserimento, cercando di ritrovare uno spazio occupazionale anche a tutti coloro i quali, a causa della crisi, sono oggi soggetti di situazioni di inoccupazione e disoccupazione o di utilizzo di ammortizzatori sociali. Lo vorrei dire perché la ratio che ha caratterizzato, prima ancora delle linee guida, il decreto legge n. 138, si poneva nell’intento di andare a contrastare un uso improprio del tirocinio a livello nazionale.
Ha detto bene la collega Marani all’inizio, presentando il testo di legge, che la storia di questa Regione, anche sull’esperienza dei tirocini, per chi ha pazienza e voglia di controllare i dati sull’esperienza dei tirocini dal 2008 al 2010, perché con l’arrivo della crisi ovviamente le percentuali e l’utilizzo dello strumento sono in un qualche modo diminuite, ci parla di una storia diversa in questa regione. Ci parla di un alto tasso di conversione tra l’utilizzo del tirocinio e la possibilità per coloro i quali hanno fatto i tirocini di avere uno sbocco di carattere occupazionale, cioè di accedere a un contratto di lavoro. Un tasso di conversione che nello specifico vuol dire che coloro i quali hanno visto il loro tirocinio convertito in un contratto di lavoro nella stessa azienda è a dei livelli molto elevati fino al 2010, ma che nel tasso complessivo, cioè tra tutti i tirocinanti che hanno visto la loro possibilità a seguito del tirocinio di trovare uno spazio occupazionale è oltre il 59,4 per cento nella nostra regione nel 2010, a dimostrazione che nonostante la legge abbia ribadito come l’utilizzo del tirocinio non debba essere sostitutivo di manodopera o l’utilizzo di manodopera a costi molto ridotti per le imprese, in questa regione vi fosse già un background di controllo e di verifica rispetto agli abusi e che non vi era stato un uso improprio del tirocinio.
Anzi, il tirocinio è nella sua dimensione storica uno strumento consolidato nella nostra regione che attraverso uno spazio di formazione on the job preparava, socializzava l’ingresso nel mondo del lavoro. Finisco con gli ultimi tre punti brevemente. Il secondo punto è sulla legge sull’istruzione e formazione professionale: vorrei evidenziare una parte importante di questa legge che è la personalizzazione dei percorsi formativi. Se vi ricordate, quando abbiamo discusso la legge 5 sull’istituto di formazione professionale, abbiamo individualizzato già allora la personalizzazione dei percorsi formativi sui cosiddetti non curriculari, cioè sulle persone in un qualche modo più difficoltosi, a dimostrazione di come piegavamo il sistema e il modello legislativo al bisogno e alla necessità dell’individuo.
Allo stesso modo, quando in questa legge si parla di percorso formativo personalizzato rispetto ai deficit di competenza rispetto al sistema delle qualifiche regionali di ogni singolo tirocinante, in particolare rispetto al tirocinio di tipo B di inserimento e reinserimento lavorativo, si fa una scelta politica culturale, che vorrei sottolineare per la sua importanza, che non deve passare sottotono, sulla valorizzazione della persona, delle sue competenze ma anche dei suoi limiti e attraverso l’individuazione di essi e dei suoi gap poter andare a individuare un percorso personalizzato di formazione per accompagnarla in quell’esperienza di tirocinio e per accompagnare la sua qualificazione sul luogo di lavoro. Finisco sul terzo aspetto, che è il tirocinio di tipo B, col quale andiamo a colmare un gap che era stato determinato dall’art. 11 del dpr 138 dove alcune classi sociali – uso questo termine anche se improprio – come per esempio i richiedenti asilo politico o le persone sottoposte a percorsi di protezione sociale erano escluse dalla possibilità di poter accedere ai tirocini e oggi recuperiamo un sistema più ampio di soggetti della nostra regione che in un qualche modo sono non solo le persone con disabilità o le persone svantaggiate ma anche le persone cosiddette deboli e che possono, attraverso il terzo tipo di tirocinio, trovare una possibilità di socializzazione con il mondo del lavoro e dentro al lavoro trovare un recupero della propria dignità e del proprio diritto di cittadinanza dentro la nostra comunità.
Finisco con l’ultima cosa, che è stata evidenziata mi pare dal collega Sconciaforni prima di me, sul metodo che ha accompagnato il lavoro dell’Assessorato, della Giunta e che in Commissione abbiamo riconosciuto e credo che ne vada dato atto anche qui in Aula come metodo di confronto, di concertazione, di ricerca di un punto di equilibrio tra tutte le componenti della nostra comunità, le componenti sia imprenditoriali sia sindacali sia enti di formazioni accreditati che è un metodo che non può essere definito in termini scorretti come “inciucista” o di scambio ma che è un metodo invece di un confronto profondo che è durato oltre un anno nell’iter della legge 148, ex dpr 138, e le linee guida del gennaio di questo anno, e credo che sia un metodo che sottolinei un aspetto importante: che quando si ricerca insieme un obiettivo comune in risposta a una situazione come questa, alla crisi del nostro Paese, alla crisi occupazionale, alla difficoltà di fare entrare nel mondo del lavoro oggi non solo i giovani ma anche enormi numeri di disoccupati e inoccupati, allora se l’obiettivo è questo, se l’obiettivo è davvero un obiettivo di “bene comune” più alto di quelli che sono i singoli interessi di parte, si vede che si può raggiungere un risultato che porta con sé il consenso anche delle componenti della società civile, dell’impresa e del sistema delle organizzazioni sindacali. Mi pare un metodo corretto e un metodo che, a mio modo di vedere, dà anche grande valore e dignità all’impegno politico e legislativo di questa Assemblea.
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Pagani.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. In questa legge ci sono sicuramente dei miglioramenti, però ho sempre l’impressione che in qualche modo si associ il tirocinio a un modo per percepire una forma di reddito. Se guardiamo anche la cifra, di fatto è stata pensata apposta per rimanere appena sotto la no tax area, quindi da una parte sento tante parole dove si dice che il tirocinio è un’altra cosa, dall’altra lo vedo trattare come un modo per generare una forma di reddito, ma questo non è. Anche questa dei rimborsi è un po’ un’ipocrisia. Questi 450 euro ormai si avvicinano a cifre di stipendio che prendono dei precari, talmente si sono ormai abbassati. Noi dobbiamo sempre ricordarci che il tirocinio è un qualcosa che non rientra in quella sfera ma nella formazione, esclusivamente in quello. Ovviamente non dico che chi impara dovrebbe pagare, però il tirocinio dovrebbe essere vissuto come uno scambio, cioè che mentre si impara si agevola comunque un flusso di lavoro e in questo modo si compensano le due parti. Invece ho l’impressione che tenendo questa impostazione di fatto si continui sempre a far diventare il tirocinio una forma più povera per ricevere un reddito. Tutte buone comunque le modifiche inserite – lo dico perché ci credo, perché le ho analizzate e sono cose che venivano richieste, quindi necessarie – però rimane sempre l’ombra generale. Aggiungo una cosa sul tema della disabilità. Mettere insieme disabili e svantaggiati è un errore. Svantaggiati è una terminologia dove dentro ormai ci sta di tutto – ce lo dicono anche in Europa – e forse andrebbe ripensata.
Ho presentato un emendamento per non togliere agli svantaggiati, perché poi ci si mette anche in questa situazione difficile di valutazione dove inserisco dei voucher per le disabilità, ma avremo modo di trattare la cosa. L’emendamento nasce proprio da questa equiparazione. In uno svantaggiato ormai c’è di tutto e se un disabile è normale che abbia bisogno di più tempo per apprendere un mestiere e per imparare un flusso di lavoro – è evidente – ed è giusto prevedere una deroga per le disabilità, per come oggi viene compresa la categoria degli svantaggiati, equiparare le due cose non è a mio avviso giusto, lineare e logico. Comunque avremo modo di discuterne nell’emendamento. Quindi nel complesso la legge va a migliorare ma secondo me non risolve il problema di fondo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Ritengo che questo progetto di legge sia molto interessante e importante soprattutto perché cerca di dare una risposta a livello regionale rispetto alla priorità delle priorità di questo momento, cioè cercare di favorire nel miglior modo possibile un accesso al mondo del lavoro non solo per le persone che hanno appena conseguito un titolo di studio, sia esso un diploma, una laurea o una qualifica, ma sia anche uno strumento per consentire un orientamento formativo ma anche un inserimento nel mondo del lavoro a chi il lavoro lo ha appena perso. E forse è ancora più interessante perché si pone con la massima attenzione di aiutare anche persone che hanno disabilità o disagio sociale nell’ingresso al lavoro.
Ho avuto modo di confrontarmi con parti sociali che hanno contribuito alla redazione di questo progetto e ho verificato che effettivamente il testo che è giunto in Commissione e il testo che oggi ci accingiamo a votare è frutto di un buon compromesso tra le varie esigenze, un buon punto di incontro tra tutte le parti sociali. Ritengo però che questa legge possa avere ancora qualche margine di miglioramento, tant’è vero che è proprio per questo che ho presentato un emendamento che si propone di intervenire nei tirocini di tipo A prevedendo che la fruibilità sia estesa non solo a coloro i quali hanno conseguito un titolo di studio entro i dodici mesi ma addirittura a diciotto mesi proprio per aumentare la platea dei fruitori. Magari sarà dopo in discussione dell’articolato che spiegherò meglio le ragioni che mi hanno spinto a fare questa richiesta.
Apprezzo anche l’impostazione che si è data questa legge, quindi con una distinzione tra giovani, o comunque fra persone che hanno appena conseguito un titolo, fra persone che quindi a prescindere dall’età hanno esigenze di riqualificazione di reinserimento. Ho assistito a tutta la dialettica che si è sviluppata intorno alla necessità di intervenire con un’ulteriore fase didattica per consentire un migliore inserimento nel lavoro attraverso la previsione di un obbligo di frequenza di un corso che possa aiutare nella riqualificazione della persona che si vuole inserire. Non voglio entrare nel merito se effettivamente questo ulteriore intervento didattico forse era più opportuno inserirlo come obbligo piuttosto che come facoltà, rimettendo semplicemente alle parti la volontà di decidere se questo ritorno in Aula era necessario o meno - questa legge è frutto anche di un importante compromesso che c’è stato tra tutte le parti sociali - però vorrei a questo proposito, in discussione generale, fare un passaggio rispetto alla terza tipologia di tirocini, quelli di tipo C, per i quali la normativa subordina il tirocinio stesso a una delibera attuativa. Sarà che vivo con angoscia tutta l’esperienza della delibera attuativa che è scaturita dall’art. 49, che siamo già a oltre tre anni dall’attesa, e mi auguro veramente che proprio per l’importante ruolo che assume il tirocinio di tipo C questa delibera venga emanata al più presto e con tutta l’attenzione necessaria per far sì che questo tipo di tirocinio sia in grado di dare delle risposte non dico tanto alle persone disabili fisicamente, per le quali c’è forse, Assessore, una predisposizione spontanea a darsi molto da fare per favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro, ma penso anche a quelle categorie di disagio sociale, come ai ragazzi che escono dalle comunità di tossicodipendenza, che non sempre è facile riuscire a coinvolgerli e a farli accettare.
Io credo che l’attenzione che verrà riservata a questa delibera, quindi l’attenzione che verrà riservata ai più deboli, consentirà di misurare l’indice di civiltà della nostra regione in questo senso, che sono certa saprà essere adeguata rispetto all’obiettivo che si pone. Però l’appello che rivolgo a lei, assessore Bianchi, è di cercare di monitorare che l’emanazione di questa direttiva avvenga nei tempi e nei modi giusti, tempi veloci senza compromettere la giustezza delle sensibilità che deve avere. Concludo dicendo che mi pongo con interesse e con favore rispetto a questo progetto di legge, mi interesserà vedere anche come verrà avanti un altro tipo di dibattito, però mi auguro che anche quest’Aula sia in grado di continuare questa riflessione negli interventi che seguiranno per cercare di dare un contributo migliorativo e di buonsenso alla legge. Ecco perché, ripeto, mi sono permessa di presentare un emendamento che interverrà sui tirocini di tipo A, che spiegherò dopo ma che vedo aver trovato l’adesione di molti colleghi e anche l’interesse da parte di altri. Attendo di verificare anche come si svilupperà il dibattito per capire come voterò. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
Non vi sono altri iscritti.
Ha chiesto di parlare l’assessore Bianchi. Ne ha facoltà.
BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Solo per fare alcuni ringraziamenti. Questo è stato un iter molto lungo che ha avuto una fase anche nazionale di grande rilevanza. Voi sapete che il dibattito su questo tema dei tirocini era stato sollecitato da un intervento dell’allora Ministro Sacconi ritenendo che le Regioni non fossero state in grado di intervenire oppure fossero intervenute in maniera molto difforme tra di loro. A seguito di quella sollecitazione, che è stata accolta positivamente dalle Regioni, è stato sviluppato un intensissimo lavoro che ha portato a delle linee guida nazionali, che ha fissato dei paletti in modo da avere un procedimento che credo di straordinario interesse, cioè quello del proseguire in un dibattito che partendo dal basso, dalle Regioni, fosse in grado di definire un quadro nazionale coerente ed è su questo senso che noi stiamo lavorando, ossia nella coerenza all’interno di un Paese che in questo periodo si è molto differenziato – non possiamo negarlo – ma che almeno su queste materie deve avere alcuni termini di riferimento comuni, tra cui, consigliera Noè, anche il termine dei dodici mesi, che è stato uno degli elementi faticosissimi di convergenza all’interno di un quadro che vuole vedere non la Regione Emilia-Romagna ma il sistema delle Regioni capaci di essere, muovendo dal basso verso l’alto, in condizioni di definire una politica nazionale coerente su queste materie così delicate, così come mi sembra di cogliere, e colgo sicuramente l’indicazione del consigliere Pollastri, che faceva riferimento a Piacenza, a livello nazionale, anche su insistenza delle Regioni, il Ministro dell’Istruzione è intervenuta dando grande enfasi ai tirocini curriculari, cioè quelli che stanno dentro ancora alla fase di formazione ordinamentale.
Noi abbiamo sperimentato in diverse condizioni, in questa Regione, una cosa che per me è fondamentale, cioè l’aggancio della fase curricolare con la fase post-curriculare. Questa la normiamo noi ma deve essere poi normata ovviamente dal Ministero. Ad esempio tutto il dibattito sui programmi di inserimento lavorativo che anticipava nella fase ordinamentale quell’attività che lei diceva, proprio per avere una non discontinuità fra la fase pre-laurea, pre-diploma o pre-qualifica e quella del diploma, laurea e qualifica, credo che sia un elemento importante. Noi stiamo lavorando molto perché il tirocinio non sia un’eccezione - questo è il punto fondamentale – e non sia il frutto di una buona volontà di un bravo imprenditore o di una buona università o di una buona scuola o di una persona ma deve essere un elemento fondante di un patrimonio educativo che vede nella continuità ai diversi livelli educativi e diversi gradi di inserimento lavorativo un elemento di continuità.
Il nostro obiettivo è ridurre la frattura. Per questo mi sembra importante non solo cogliere la raccomandazione che lei fa ma dare a questo elemento un’enfasi dovuta al fatto che su questo elemento noi stessi stiamo lavorando da molto tempo, ossia la continuità tra i due processi di tirocinio che devono essere agganciati e resi continuativi. In questo non le nego che però abbiamo da fare un lavoro grandissimo sulle scuole più che sui centri di formazioni, che sono abituati, e soprattutto sull’università, che qui diventano promotori ma devono essere spinte di più a immaginare che il successo educativo non è il voto di laurea o il voto di diploma ma è la capacità di non generare questa frattura. Su questo vorrei essere molto chiaro.
Credo che in questo disegno abbiamo introdotto un elemento di grande forza, che è quello che diceva il consigliere Pagani, cioè l’effetto di personalizzazione del piano formativo, ma questo è in continuità con quello che abbiamo fatto anche con la IFP. Io credo che questo in un qualche modo è anche il segno innovatore di questa Regione rispetto ad altre esperienze, ossia questa capacità di continuità tra le attività complessive e il dato specifico di ognuno. Quando abbiamo messo questo elemento nella legge sugli IFP, che è stato il primo pezzo della costruzione che abbiamo fatto, ricordate che molti avevamo dei dubbi sulla possibilità che si potesse fare e quest’anno abbiamo avuto 1.980 percorsi personalizzati nell’area di IFP. Io considero questo un grande successo perché ha indotto le strutture educative scolastiche a farsi carico dei problemi dei ragazzi prima che questi diventino un fallimento e non dopo.
Questo lavoro sul tirocinio è stato frutto di un lavoro collettivo, fatto coinvolgendo le parti sociali, le parti datoriali, le istituzioni e le scuole, che io voglio qui ringraziare a nome di tutti. Voglio ricordare che a completamento del quadro mancano, come diceva la relatrice, due pezzi. Il primo è la riforma dei centri per l’impiego, sulla quale stiamo lavorando più a livello europeo che non a livello nazionale perché, come sapete, il livello nazionale ha l’elemento fondamentale delle Province. Nella fase ascendente stiamo ragionando molto sui servizi per l’impiego a livello europeo. Seconda cosa è la norma che stiamo predisponendo con l’assessore Teresa Marzocchi che riguarda il tema dell’inclusione e lavoro. L’avere legato e voler legare il tema dell’inclusione al tema lavoro per noi è essenziale perché siamo totalmente convinti che non si possa affrontare in termini di assistenza un tema che in realtà implica un’assunzione di responsabilità collettiva. Ci sono dei momenti necessari di assistenza e di dignità sociale. Detto questo, permettetemi di ringraziare tutto il personale dell’Assessorato, in particolare Paola Cicognani, perché hanno fatto un lavoro titanico che io voglio qui riconoscere di fronte a tutti. Grazie a tutti voi, così come riconoscere il dibattito di grande franchezza che abbiamo fatto in Commissione, dove sono stati affrontati tutti i temi che oggi ci troviamo a discutere. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Bianchi.
Passiamo all’esame dell’articolato. Ricordo che sono arrivate tre proposte di emendamento, che sono già state distribuite. Una è a firma della relatrice Marani, una a firma dei consiglieri Noè, Lombardi, Corradi, Filippi e Defranceschi e una a firma del consigliere Favia.
Gli scrutatori sono in Aula, pertanto apro il dibattito generale sull’art. 1.
Chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 1 è approvato.
Metto in discussione generale l’art. 2 a cui è abbinato anche l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Noè, Lombardi, Corradi, Filippi e Defranceschi.
Apro il dibattito generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Come avevo anticipato nella discussione generale, mi sarei riservata di spiegare meglio le motivazioni che mi hanno spinto a confermare l’intenzione che questa Regione, al di là di quanto diceva prima l’assessore Bianchi, potrebbe comunque, rispetto anche all’equilibrio che è stato raggiunto da tutte le parti sociali perché sappiamo perfettamente che questo è un compromesso, passare dai dodici ai diciotto mesi. Questa volontà sta soprattutto nel buonsenso che sottende questa proposta. Capisco che dodici effettivamente sia il punto di equilibrio raggiunto fra tutte le forze sociali, peraltro non ho partecipato a quella discussione, ma oggi, con i colleghi che hanno sottoscritto questo emendamento e anche confrontandomi con altri colleghi della maggioranza, dobbiamo prima di tutto rispondere a un’esigenza, cioè cercare di creare le maggiori condizioni possibili per offrire a dei giovani la possibilità di accedere al mondo del lavoro. Il fatto per cui con il tirocinio di tipo A rientrino tutte quelle persone che hanno conseguito un titolo di studio entro i dodici mesi, perché non passare da dodici a diciotto? Quando questo passaggio non va contro le previsioni contenute nelle linee guida a cui tutte le Regioni si sono rifatte e ispirate, perché anche se c’era un’indicazione di dodici mesi questo non è un termine perentorio. Ampliare l’offerta temporale vuol dire aumentare la fruibilità di questo tipo di tirocinio.
Certo, uno mi potrebbe dire che se avessi conseguito un titolo di studio da tredici mesi non posso rientrare nella A ma nel B, tuttavia già rientrare nel B vuol dire, per chi vi accede, di dover comunque ripassare da un percorso didattico, che è imposto obbligatoriamente più o meno corto e più o meno lungo, però non capisco perché per una persona che ha appena conseguito un titolo di studio da dodici mesi, visto che comunque può rientrare nel tipo B, con tutte le caratteristiche che ci sono in capo al B, da parte nostra non ci possa essere lo slancio animato da buonsenso, perché qui non c’è una violazione della norma ma si tratta semplicemente di forzarla per capire che offriamo questa possibilità a chi il titolo l’ha conseguito non da dodici ma da diciotto mesi. Allunghiamo quel tempo.
Mi si dice che probabilmente rischiamo di andare ad alterare un punto di equilibrio. Ma qual è il punto di equilibrio se noi effettivamente con un arrotondamento per eccesso diamo solo questa maggiore possibilità? Non voglio che nessuno mai pensi che effettivamente allungando questo periodo evitiamo di far passare dalle aule per sei mesi alcune persone. Non voglio neanche pensare che tutto questo sia finalizzato per avere attenzione ai centri che si occuperanno di quel percorso di riqualificazione.
Condivido anche le preoccupazioni che il consigliere Sconciaforni citava all’inizio del suo intervento rispetto al fatto che l’obiettivo di questo progetto di legge era comunque di evitare che si configurasse un’impostazione che si prestasse ad essere poi usata e abusata in modo improprio, soprattutto in questo momento, così come penso che non ci siano quei rischi di cui parlava il consigliere Giovanni Favia sul fatto che con questo tipo di impostazione configureremo una sorta di reddito minimo di cittadinanza per chi vuole percorrere questo percorso. Io sono consapevole che per arrivare a questo testo ci siano state tante fatiche, tantissime trattative però mi sento di battermi e di sostenere fino all’ultimo tutte quelle ragioni che mi portano a dire che allungare da dodici a diciotto mesi, al di là di qualunque punto di equilibrio si parli, sia comunque una scelta di buonsenso. Ripeto, vuol dire consentire principalmente a degli studenti che si sono appena diplomati, appena laureati e a chi ha appena ottenuto una qualifica di poter contare su questo strumento che è leggermente più agevole e più snello del B sia per il soggetto fruitore sia per il soggetto ospitante, e potendo ricorrere al tirocinio A sicuramente offre maggiori opportunità di accesso.
Credo che portarvi ad una riflessione, colleghi, in questa direzione non voglia assolutamente dire infrangere chissà quale punto di equilibrio che è stato raggiunto. Ripeto: vuol dire – lo dico anche da madre – offrire sei mesi in più a tanti giovani che oggi avrebbero qualche chance maggiore per rientrare nel tirocinio di tipo A. Forse non saremo uguali a tutte le regioni che, ispirandosi alle linee guida, danno una indicazione di dodici mesi, ma non credo che ci distingueremo per essere degli originali in senso negativo. Forse, secondo me, ci distingueremo per essere degli originali che, arrotondando per eccesso, hanno voluto semplicemente essere più consapevoli del particolare momento storico che stiamo attraversando e della particolare difficoltà che hanno soprattutto i giovani e, non a caso, a livello nazionale oggi c'è un grandissimo dibattito per fare una legge che, prima di tutto, aiuti i giovani.
So che è sempre molto difficile riuscire ad ottenere delle modifiche rispetto a tutto il dialogo che c'è stato in commissione qui in Aula, però io ci credo e mi auguro che da parte vostra ci possa essere una riflessione che vada in questa direzione, perché ho capito che, anche rispetto a chi non ha sottoscritto questo emendamento, c'era un interesse e poi speriamo che quel “punto G” sia un punto che possa anche cambiare. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.
Non ho nessun altro iscritto in dibattito generale, quindi chiudo il dibattito generale e apro la fase delle dichiarazioni di voto congiunta su articolo ed emendamento. Non ci sono iscrizioni.
Chiedo agli scrutatori di coadiuvarmi durante le votazioni.
Metto in votazione per alzata di mano l'emendamento 2 che è stato appena illustrato dalla consigliera Noè e che sostituisce le parole “dodici mesi” con “diciotto mesi” a firma dei consiglieri Noè, Lombardi, Corradi, Filippi e Defranceschi.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 2 è respinto.
Metto in votazione per alzata di mano l'art. 2.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 2 è approvato.
Metto in discussione l'art. 3. Non ci sono emendamenti.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.
Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 3 è approvato.
Art. 4. Non ci sono emendamenti.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.
Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 4 è approvato.
Art. 5.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.
Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 5 è approvato.
Art. 6.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.
Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 6 è approvato.
A questo punto apriamo la discussione sull'emendamento 3, a firma del consigliere Favia, che si configura come un nuovo articolo.
Apro il dibattito generale sull'emendamento.
Ha chiesto la parola il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Come avevo anticipato nell'intervento in dibattito generale, noi abbiamo bisogno di distinguere, per quanto concerne questa legge, la figura del disabile dalla figura dello svantaggiato. Non volendo togliere allo svantaggiato, noi abbiamo pensato di rafforzare le misure a favore del disabile, questa è la ratio dell'emendamento. Abbiamo disposto un nuovo articolo dove, nel primo comma, diciamo “la Giunta regionale – quindi lasciamo alla Giunta – ha la facoltà entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge di disciplinare con apposita deliberazione le modifiche per gli utilizzi del fondo regionale per l'occupazione delle persone con disabilità e tutto ciò che ne consegue, al fine di disporre dei voucher per le persone con disabilità”. Specifichiamo anche i livelli della disabilità di cui parliamo e pensiamo sia importante portare sempre il tema della disabilità a parte, perché è un tema centrale nelle politiche regionali e sappiamo oggi tutti i problemi che ci sono. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Se non ci sono altri interventi sull'emendamento chiudo il dibattito generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessun intervento. Chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 3 è respinto.
Art. 7.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.
Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 7 è approvato.
Art. 8.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.
Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 8 è approvato.
Art. 9.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.
Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 9 è approvato.
Passiamo all'art. 10.
Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.
Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 10 è approvato.
Passiamo all'istituzione di nuovo articolo che è proposto con l'emendamento 1, a firma della consigliera Marani, relatrice della legge.
Apro il dibattito generale su questo emendamento. Chiudo il dibattito generale.
Apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bazzoni. Ne ha facoltà.
BAZZONI: Grazie, presidente.
Questo progetto ha la funzione di adeguare la parte della Legge regionale 17...
PRESIDENTE (Costi): Consigliere, mi scusi, siamo sempre sull'art. 11 e non in dichiarazione di voto finale sulla legge.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1 della consigliera Marani. Si tratta di un emendamento tecnico.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.
Apro la fase di dichiarazione di voto sul testo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bazzoni. Ne ha facoltà.
BAZZONI: Grazie, presidente.
Questo progetto di legge ha la funzione sostanzialmente di adeguare la parte della Legge regionale 17/2005 che riguarda la formazione e, in special modo, i tirocini formativi.
Nell'ambito delle norme per favorire l'occupazione, la qualità, la sicurezza e la regolarità del lavoro i tirocini di formazione lavoro hanno un'importanza fondamentale in una Regione ad altissimo tenore tecnologico e che si confronta con le aree più sviluppate del mondo.
Ci pare che le norme che l'Assemblea andrà ad approvare abbiano un carattere prevalentemente tecnico/organizzativo, anche se, forse, si poteva porre più l'accento sulla possibilità che i tirocini in certi casi potessero essere preceduti da una quantità di ore di formazione teorica a carico del sistema pubblico. In questo modo si poteva corrispondere maggiormente alle esigenze di certi settori ad alto contenuto tecnologico e si poteva anche pensare ad una forma di certificazione regionale.
La legge, comunque, è sufficiente all'adeguamento a tutto il sistema di normative nazionali sul lavoro e riteniamo giusto che il gruppo de Il Popolo della Libertà possa non non contrastare l'approvazione. Annuncio, perciò, l'astensione del nostro gruppo. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Ringrazio il consigliere, nonché presidente, Bazzoni.
Poiché nessuno chiede di intervenire, chiudo le dichiarazioni di voto.
Procediamo alla votazione dell'intero testo di legge, oggetto 4147, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
39
Assenti
11
Favorevoli
25
Contrari
--
Astenuti
14
PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvato il progetto di legge «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro).
NOÈ: Avevo chiesto la parola.
PRESIDENTE (Costi): Io mi scuso, ma sono sicura che non è comparso il suo nome, perché controllo in continuazione.
Io mi scuso con la consigliera Noè...
(brusio in Aula)
Mi scuso con tutti i capigruppo e i colleghi, perché onestamente non mi è comparso. È comparso solo Pollastri in ritardo...
(interruzione del consigliere Pollastri)
PRESIDENTE (Costi): La richiesta della consigliera Noè è comparsa in questo momento.
Anche la richiesta del presidente Monari non è comparsa.
Mi scuso, ma è successo questo e la prossima volta, se vedete che non vi do la parola, fatemi un cenno.
Volevo dare solo la lettura dell'assenza dai lavori della seduta odierna dell'assessore Lusenti che, per un disguido della mia posta, è arrivata in ritardo. Questa mattina l'assessore mi informava che non poteva essere presente ai lavori dell'Assemblea. Lo dico, perché nella seduta antimeridiana avrebbe dovuto rispondere in sede di question time e non ha potuto farlo.
Vi chiedo di essere presenti puntuali alle ore 15, perché non sono previste interpellanze, pertanto inizieremo immediatamente con il progetto di legge. Grazie.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,58
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l'assessore Carlo LUSENTI.
Votazioni elettroniche
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 4147 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro).»"
Presenti: 33
Favorevoli: 33
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Giuseppe Eugenio PAGANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 17
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Giampaolo LAVAGETTO, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Anna PARIANI, Matteo RIVA.
OGGETTO 4147 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro).»" (63)
Presenti: 39
Favorevoli: 25
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 14
Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.
Assenti: 11
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Vasco ERRANI, Valdimiro FIAMMENGHI, Giampaolo LAVAGETTO, Anna PARIANI, Matteo RIVA.
Emendamenti
OGGETTO 4147 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro).»" (63)
Emendamento 1, a firma della consigliera Marani:
«Art. 11
Entrata in vigore
La presente legge entra in vigore il 16 settembre 2013.»
(Approvato)
Emendamento 2, a firma dei consiglieri Noè, Lombardi, Corradi, Filippi e Defranceschi:
«All'art. 2, comma 1, lettera a) al nuovo art. 25 le parole "dodici mesi" sono sostituite dalle parole "diciotto mesi".»
(Respinto)
Emendamento 3, a firma del consigliere Favia:
«Si introduce l'art. 6 bis
"6 bis
Introduzione dell'articolo 26 quinquies della legge regionale n. 17 del 2005
1. Dopo l'articolo 26 quater della legge regionale n. 17 del 2005 è inserito il seguente:
"Articolo 26 quinquies
Voucher alle persone con disabilità e contributi alle aziende
1. la Giunta regionale, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, disciplinerà con apposita deliberazione:
a) le modifiche agli indirizzi per l'utilizzo del Fondo regionale per l'occupazione delle persone con disabilità, di cui all'art. 19, della Legge regionale 17 del 2005 "Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro", inserendo tra gli utilizzi anche il finanziamento:
- di voucher alle persone con disabilità, iscritti nelle liste di cui alla legge 68/99, per tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento, in sostituzione dell'indennità per la partecipazione al tirocinio, di cui all'art. 26 quater della presente legge, del valore non inferiore ai 1.000 euro mensili per persone con disabilità che abbiano una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 67 per cento e il 79 e 1.200 euro mensili per le persone con disabilità con riduzione della capacità lavorativa superiore al 79 per cento;
- contributi alle aziende che accolgono il tirocinante volte a coprire il costo dell' assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, adattamenti alle postazioni lavorative utili all'assolvimento del tirocinio da parte della persona con disabilità ed eventuali ausili necessari a compensare la disabilità, per il proficuo svolgimento del tirocinio;
b) le linee guida dei tirocini formativi e di orientamento specifiche per le persone con disabilità.
2. In caso di assunzione del tirocinante con disabilità, di cui al comma 1, al termine del tirocinio è riconosciuta condizione di vantaggio all'azienda nella concessione degli incentivi alle assunzioni di cui all'art. 13 della Legge 12 marzo 1999, n. 68 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili", art. 13, nonché gli incentivi di cui al Fondo regionale per l'occupazione delle persone con disabilità art. 19 Legge regionale 17 del 2005 "Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro"."»
(Respinto)
Comunicazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno
«Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
4246 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Ratifica dell'intesa per l'istituzione del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello" (delibera di Giunta n. 934 del 08 07 13).
4257 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Pollastri: "Norme per la valorizzazione e la promozione a fini turistici dell'enogastronomia emiliano-romagnola" (10 07 13).
4266 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Aimi, Mandini, Corradi, Meo, Bartolini e Mazzotti: "Testo unico sul funzionamento e l'organizzazione dell'Assemblea legislativa: stato giuridico ed economico dei consiglieri regionali e dei gruppi assembleari e norme per la semplificazione burocratica e la riduzione dei costi dell’Assemblea" (12 07 13).
Sono pervenuti i sottonotati documenti:
Risoluzioni
4232 - Risoluzione proposta dal Presidente Pagani, su mandato della V Commissione e dalla Presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinchè il Ministero dei Beni e Attività Culturali riconosca ufficialmente la Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto quale Centro Nazionale per la Danza. (documento in data 04 07 13).
4234 - Risoluzione proposta dai consiglieri Bernardini, Cavalli, Manfredini e Corradi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche in ambito nazionale, affinchè vengano approvate le proposte di legge, già depositate presso il Parlamento, riguardanti la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire (documento in data 05 07 13).
4251 - Risoluzione proposta dai consiglieri Grillini e Mumolo per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a favorire la diffusione dell'utilizzo delle biciclette come mezzo di locomozione principale per gli spostamenti ordinari, prevenire e contrastare i furti delle stesse, sensibilizzare i collaboratori regionali circa l'uso di tali mezzi di trasporto per recarsi al posto di lavoro, realizzando inoltre nelle aree antistanti alle strutture regionali stalli dotati di sistemi di sorveglianza (documento in data 10 07 13).
4253 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mumolo, Monari, Serri, Moriconi, Paruolo, Pagani, Barbieri, Piva, Marani, Casadei, Bonaccini, Fiammenghi, Alessandrini, Carini, Zoffoli, Pariani e Montanari per impegnare la Giunta a valorizzare lo sport per favorire l'integrazione tra i ragazzi italiani e quelli stranieri, aderendo inoltre alla campagna della "Rete G2 - Seconde Generazioni" riguardante il tesseramento dei ragazzi stranieri nelle società o associazioni sportive con le stesse procedure previste per i giovani italiani (documento in data 10 07 13).
4254 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Bonaccini, Barbieri, Piva, Ferrari, Monari, Pariani, Serri, Fiammenghi, Mumolo, Montanari, Moriconi, Pagani e Casadei per impegnare l'Assemblea legislativa e la Giunta a sostenere, con particolare riferimento alle celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza, progetti volti ad ampliare la ricerca storica di testimonianze, biografie e iconografie dedicate al ruolo delle donne nella Resistenza e nella Lotta di Liberazione, favorendo inoltre collaborazioni e progetti innovativi con Università, Istituti ed Associazioni femminili volti a valorizzare storie, memorie e contributi relativi al ruolo svolto dalle donne negli anni 1943-1945 (documento in data 10 07 13).
Interpellanze
4238 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa la situazione relativa all'inceneritore piacentino di Borgoforte.
4247 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'adozione, in Emilia-Romagna, dell'istituto denominato "Dote", riguardante i contributi regionali a supporto dell'istruzione e dell'ingresso nel mondo del lavoro.
4258 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa progetti di promozione della Regione Emilia-Romagna in ambito produttivo, sportivo e di ricerca, anche in relazione all'EXPO 2015.
4261 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa la partecipazione di strutture del Servizio Sanitario Regionale al progetto di ricerca sulla "sigaretta elettronica" coordinato dall'Istituto Nazionale dei Tumori.
4274 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa le funzioni svolte dai Gruppi di Azione Locale (GAL), società formate da Enti Locali, Camere di Commercio, Associazioni di categoria e operatori privati, con particolare riferimento alla promozione turistica.
Interrogazioni
4224 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa le strutture residenziali psichiatriche e la disponibilità dei relativi posti-letto, con particolare riferimento alla AUSL di Bologna.
4225 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa il Polo culturale "Cattedrale" inaugurato nel Comune di Boretto (RE).
4228 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa il trasporto pubblico su gomma e ferro nella Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento alla società TPER.
4229 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la promozione dello sviluppo idroviario, con particolare riferimento al trasporto fluviale relativo al fiume Po.
4230 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la nuova stazione per l'alta velocità di Reggio Emilia.
4231 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa il sostegno alle attività commerciali, con particolare riferimento a quelle al dettaglio.
4233 - Interrogazione dei consiglieri Naldi e Meo, a risposta scritta, circa le procedure relative alla messa a disposizione delle aree demaniali agricole regionali in forme diverse dalla vendita.
4235 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare la chiusura del Punto Nascite presso l'Ospedale Costa di Porretta.
4236 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa le procedure ed i criteri relativi al bando "Ecofeste Emilia-Romagna".
4237 - Interrogazione dei consiglieri Cavalli e Manfredini, a risposta scritta, circa i costi delle tessere RFID riguardanti la bigliettazione a tariffa integrata del progetto di trasporto "Mi Muovo".
4239 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la realizzazione di un impianto natatorio a valenza intercomunale riguardante i Comuni di Budrio e di Granarolo (BO) in prossimità del termovalorizzatore sito in via del Frullo.
4240 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori di aziende escluse dai lavori di ricostruzione nell'area colpita dal sisma.
4241 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la ristrutturazione dell'Oratorio del Monte, sito nel Comune di Montese (MO) in località Castelluccio di Moscheda.
4242 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la riorganizzazione dei servizi sanitari, con particolare riferimento alle Case della Salute ed alle strutture di Pronto Soccorso.
4243 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini e Cavalli, a risposta scritta, circa i costi delle nuove tessere di abbonamento integrato di trasporto pubblico "Mi muovo".
4244 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il funzionamento del bacino irriguo sito in località "Altolà", a San Cesario sul Panaro.
4245 - Interrogazione del consigliere Carini, a risposta scritta, circa la viabilità e la manutenzione della rete viaria della Valle del Trebbia, con particolare riferimento alla ex strada statale ed al ponte sito in località Barberino
4248 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa procedure e decisioni relative al Consiglio delle Autonomie locali.
4249 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa i contributi regionali per i "Concorsi di architettura per la riqualificazione urbana", con particolare riferimento al Comune di San Giovanni in Persiceto (BO).
4250 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la riduzione delle unità operative di geriatria, con particolare riferimento alla situazione relativa al Policlinico S. Orsola-Malpighi.
4252 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le Case della Salute, con particolare riferimento alla Provincia di Bologna.
4255 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il sostegno alle P.M.I., con particolare riferimento alla legislazione comunitaria ed alla "Responsabilità Civile dei Prodotti".
4256 - Interrogazione del consigliere Mandini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la partecipazione di TPER a bandi di gara.
4259 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il sostegno alle forme associative degli Enti Locali.
4260 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le strutture di Pronto Soccorso, gli Ambulatori di Primo accesso e le Case della Salute, con particolare riferimento alla Provincia di Bologna.
4262 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i costi della ferrovia Modena-Sassuolo e le relative prospettive.
4263 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa i fondi erogati dalla Protezione Civile Emilia-Romagna in occasione dell'emergenza umanitaria determinata dalla guerra in Libia nel 2011, con particolare riferimento alla situazione riguardante Piacenza.
4264 - Interrogazione della consigliera Donini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i finanziamenti erogati dalla Protezione Civile Emilia-Romagna al Ferrhotel di Piacenza per l'accoglienza dei profughi richiedenti asilo a seguito della guerra in Libia del 2011.
4265 - Interrogazione del consigliere Lavagetto, a risposta scritta, circa la situazione relativa alle "borse-lavoro", anche in relazione alla sperimentazione in ambito regionale del metodo IPS (Individual Placement and Support) riguardante l'inclusione sociale.
4267 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa i costi relativi all'inaugurazione della condotta Agazzano-Battibò alla diga del Molato di Nibbiano (PC).
4268 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'abolizione, da parte della Regione Emilia-Romagna, di patrocini onerosi e contributi diretti a manifestazioni promosse da Enti locali e Associazioni non profit.
4269 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, in merito all'utilizzo di due autovetture in dotazione al Corpo della Polizia Municipale di Parma.
4270 - Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, per chiedere quali azioni la Regione intenda intraprendere per garantire il ripristino di quattro binari di superficie, demoliti per la costruzione della stazione interrata dell'Alta Velocità.
4271 - Interrogazione del consigliere Bernardini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il progetto dell'opera infrastrutturale stradale denominato "Passantino".
4272 - Interrogazione del consigliere Montanari, a risposta scritta, circa i Centri di Recupero per Animali Selvatici (CRAS).
4273 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la tutela della sicurezza nei reparti di Pronto Soccorso, con particolare riferimento alla situazione esistente nell'AUSL di Piacenza.
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
3902 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il piano estivo di chiusura di reparti nell'AUSL di Bologna.
3903 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori della Cooperativa Coopertone.
3907 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'ufficio associato per la prevenzione e la risoluzione delle patologie del rapporto di lavoro del personale dipendente costituito dal Comune di Cesena.
3913 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, in merito alle rimodulazioni e riorganizzazioni dei reparti e dei servizi dell'Ospedale Sant'Anna di Castelnovo ne' Monti (RE).
3918 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'esternalizzazione di parte delle prestazioni di Diagnostica per immagini.
3926 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa l'acquisto di macchinari per lo svolgimento di diagnosi PET-TAC nell'ambito dell'Azienda Sanitaria Unica della Romagna, e la loro utilizzazione.
3939 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa disposizioni contenute nel documento regionale "I ticket sanitari - domande e risposte".
3940 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la chiusura, nel periodo estivo, di strutture, servizi e reparti negli ospedali, con particolare riferimento a quello di Porretta Terme.
3941 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la riorganizzazione del reparto di neurologia dell'Ospedale Ramazzini di Carpi (MO), con particolare riferimento alla trombolisi endovenosa.
3945 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la riduzione dei presidi sanitari e dei relativi servizi, con particolare riferimento al periodo estivo.
3948 - Interrogazione dei consiglieri Carini e Mori, a risposta scritta, circa l'esclusione dei professionisti laureati in Scienze motorie dalle strutture sanitarie regionali.
3955 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa l'erogazione, a Bologna, dei servizi pubblici necessari alla cittadinanza, con particolare riferimento a quelli destinati a disabili.
3964 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa problematiche connesse al riordino di istituti scolastici nella Provincia di Rimini.
3984 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa l'Ospedale di Porretta Terme, con particolare riferimento alla chiusura estiva delle relative sale operatorie.
3986 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa la situazione del Gruppo Marcegaglia e le connesse prospettive.
4004 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori di Telecom Italia, con particolare riferimento alle sedi di Ferrara e di Piacenza.
4024 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa procedure e richieste di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, con particolare riferimento alle zone colpite da eventi sismici.
4034 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per tutelare i passeggeri ed i pendolari che utilizzano la tratta ferroviaria Bologna-Parma, con particolare riferimento al treno regionale 6251.
4040 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'EXPO 2015.
4041 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per incrementare la disponibilità di treni ad Alta Velocità tra la stazione di Parma e Roma.
4042 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa l'introduzione di una moneta complementare in Emilia-Romagna, al fine di fornire alle imprese regionali uno strumento per affrontare la crisi economica.
4046 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la sostituzione dei titoli di viaggio relativi al trasporto pubblico locale nella Provincia di Modena.
4050 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa l'erogazione, da parte della Giunta, di compensi a titolo di "indennità di coordinamento" a 11 dirigenti regionali.
4057 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'organizzazione del Porretta Soul Festival.
4060 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito al taglio di 28 corse che, a partire dal 9 giugno 2013, subirà la tratta ferroviaria Modena-Carpi.
4073 - Interrogazione del consigliere Lavagetto, a risposta scritta, circa questioni e procedure relative alle Terme di Tabiano S.p.A.
4081 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa l'attuazione del Documento Unico di Programmazione regionale, con particolare riferimento alle risorse riguardanti la Provincia di Piacenza.
4087 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per tutelare i lavoratori licenziati dal Consorzio Cooperativo Sgb.
4097 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la deliberazione n. 706/2013 della Giunta in materia di progetti di ricerca e coltivazione di idrocarburi, con particolare riferimento alle aree colpite dal sisma.
4102 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la situazione riguardante il Gruppo Nautico Ferretti S.p.A.
4107 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per individuare misure atte a ridurre le conseguenze sociali degli sfratti e sostenere le famiglie colpite da provvedimenti per morosità incolpevole.
4136 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa i programmi in corso per contrastare la dispersione scolastica.
4138 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa l'attività di programmazione inerente la L.R. 16/2002 e l'apertura di nuovi bandi diretti alla salvaguardia ed al restauro di edifici storici e monumentali di proprietà pubblica, con particolare riferimento a quelli degli Enti locali.
4144 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa il piano industriale della Coop Ceramica con sedi a Imola, Faenza, Casalfiumanese e Borgo Tossignano, e la tutela dei relativi lavoratori.
4199 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la situazione riguardante la Cooperativa Ceramica Imola e la tutela dei relativi lavoratori.
4222 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'adozione di strumenti di valorizzazione, tutela e salvaguardia urbanistico-ambientali dei territori termali.
Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 27/06/2013 al 10/07/2013:
DPGR n. 132 del 28/06/2013
Sostituzione di alcuni componenti della Consulta regionale del servizio civile, di cui all'art. 20 della L.R. 20/2003 e successive modifiche e integrazioni.
DPGR n. 133 del 28/06/2013
Costituzione del Consiglio di amministrazione dell'Ipab "Casa di riposo Ester ed Alcide Ruffini" con sede a Brescello (RE).
DPGR n. 137 del 08/07/2013
Costituzione del Consiglio di amministrazione dell'Ipab "Fondazione Dott. Angelo Risi" di Modena.
DPGR n. 142 del 10/07/2013
Nomina del Sig. Crepaldi Maurizio quale Consigliere della Camera di commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Piacenza in sostituzione della Sig.ra Salvatori Antonella.»
(Comunicazione n. 60 prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno - prot. 29936/2013)
LA PRESIDENTE
I SEGRETARI
Costi
Corradi - Meo
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