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138.
SEDUTA DI MARTEDÌ 16 LUGLIO 2013
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
Indice
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Sullo svolgimento di interpellanza
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 3484
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena».
(Relazione e reiezione)
OGGETTO 3484/1
Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena.» (proposto dal relatore consigliere Antonio Mumolo su mandato della I Commissione)
(Dichiarazioni di voto e approvazione) (86)
PRESIDENTE (Costi)
MUMOLO, relatore
BARTOLINI (PDL)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MANFREDINI (Lega Nord)
LOMBARDI (PDL)
MANDINI (Italia dei Valori)
FILIPPI (PDL)
MONARI (PD)
GRILLINI (Misto)
RIVA (Misto)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 4151
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifica della legge regionale 4 dicembre 2003 n. 24 (Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza).» (64)
(Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 4151/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (87)
PRESIDENTE (Costi)
FERRARI, relatore
POLLASTRI (PDL)
MANFREDINI (Lega Nord)
LOMBARDI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
FERRARI (PD)
FAVIA (Misto)
FAVIA (Misto)
FERRARI (PD)
FERRARI (PD)
FAVIA (Misto)
MANDINI (Italia dei Valori)
FERRARI (PD)
FAVIA (Misto)
FAVIA (Misto)
FAVIA (Misto)
FAVIA (Misto)
FAVIA (Misto)
FERRARI (PD)
BAZZONI (PDL)
DONINI (Fed della Sinistra)
MONTANARI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
FAVIA (Misto)
MONTANARI (PD)
OGGETTO 4103
Delibera: «Reg. CE n. 1234/2007. Miglioramento, produzione e commercializzazione prodotti apicoltura. Approvazione del programma triennale 2014-2016 e stralcio annuale 2013-2014.» (Proposta della Giunta regionale in data 10 giugno 2013, n. 751) (133)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
FAVIA (Misto)
GRILLINI (Misto)
POLLASTRI (PDL)
Iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno e inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Costi)
FAVIA (Misto)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
MANFREDINI (Lega Nord)
MONARI (PD)
BERNARDINI (Lega Nord)
OGGETTO 4280
Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Mori, Donini, Monari, Naldi, Marani, Meo, Barbati, Mumolo, Pagani, Carini, Luciano Vecchi, Zoffoli, Moriconi, Serri, Mazzotti, Piva, Pariani, Paruolo, Montanari, Favia, Ferrari, Grillini, Alessandrini, Garbi, Fiammenghi e Casadei per esprimere la solidarietà dell'Assemblea dell'Emilia-Romagna alla Ministra per l'integrazione Cècile Kyenge e richiesta di dimissioni per il vice-presidente del Senato, Roberto Calderoli.
(Approvazione)
OGGETTO 4285
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per raccomandare al Ministro Kyenge di fare rispettare le leggi vigenti in tema di immigrazione e di attenersi alla Costituzione italiana circa la concessione della cittadinanza italiana e per esprimere solidarietà al Ministro Kyenge per le espressioni che le sono state rivolte.
(Reiezione)
PRESIDENTE (Costi)
CAVALLI (Lega Nord)
OGGETTO 3924
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per impegnare la Giunta ad esprimere, in attesa dell'esito dello studio della Commissione tecnico-scientifica istituita, la propria contrarietà a progetti di ricerca di idrocarburi che prevedano nuove trivellazioni nelle zone interessate dal sisma del 2012.
(Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
MANFREDINI (Lega Nord)
FAVIA (Misto)
VECCHI Luciano (PD)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 4023
Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia per impegnare la Giunta a ritirare l'impegno della Regione Emilia-Romagna dal Progetto People Mover, destinando i fondi stanziati per tale progetto al completamento della linea di Servizio Ferroviario Metropolitano Poggio Rusco-San Ruffillo, con particolare attenzione alla realizzazione di un trasporto stazione-aeroporto efficiente ed economico.
(Discussione)
PRESIDENTE (Costi)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
PARUOLO (PD)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 3484 - 4151 - 4280 - 4285
Emendamenti agli oggetti 4151 - 3924
Ordini del giorno oggetti 3484/1 - 4151/1
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
La seduta ha inizio alle ore 15,17
PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centotrentottesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Hanno comunicato l'impossibilità di partecipare alla seduta odierna gli assessori Patrizio Bianchi e Carlo Lusenti.
Sullo svolgimento di interpellanza
PRESIDENTE (Costi): Comunico che nella seduta pomeridiana odierna non avrà luogo il consueto svolgimento delle interpellanze, in quanto, stante l’assenza dell’assessore Lusenti, che ha comunicato di non poter prendere parte ai lavori della seduta pomeridiana, il consigliere Pollastri, ha gentilmente accettato di ricevere risposta scritta alla propria interpellanza, oggetto 4051, circa la promozione, al fine di contrastare le ludopatie, di un protocollo etico relativo ai gestori che rinuncino all'installazione, nei loro esercizi pubblici, di giochi di abilità a distanza (c.d. "macchinette").
OGGETTO 3484
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena». (Relazione e reiezione)
OGGETTO 3484/1
Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena». (proposto dal relatore consigliere Antonio Mumolo su mandato della I Commissione) (Dichiarazioni di voto e approvazione) (86)
PRESIDENTE (Costi): Diamo inizio ai nostri lavori con la trattazione dell’oggetto 3484, Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena", cui è stata abbinata la trattazione dell’oggetto 3484/1, Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa della Giunta: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena", proposto dal relatore consigliere Antonio Mumolo su mandato della I Commissione.
Il testo è stato licenziato in sede di riesame dalla Commissione "Bilancio Affari Generali e Istituzionali" nella seduta del 9 luglio 2013.
Il relatore della Commissione, consigliere Antonio Mumolo, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale, per cui occorre il voto favorevole dei 2/3 dei consiglieri presenti.
Nomino scrutatori i consiglieri Casadei, Alessandrini e Pollastri.
Vista la richiesta del relatore, si proceda alla votazione per l'autorizzazione alla relazione orale, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
28
Assenti
22
Favorevoli
28
Contrari
--
Astenuti
--
L'Assemblea autorizza la relazione orale.
La parola al consigliere Mumolo per svolgere la relazione. Prego.
MUMOLO, relatore: Grazie, presidente.
Solo alcune brevissime considerazioni per illustrare l'ordine del giorno in esame. Il presente progetto di legge, come tutti i progetti di legge relativi alle fusioni, nasce da una precisa richiesta avanzata dai comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, i cui consigli comunali si sono riuniti e, a maggioranza qualificata, con l'accordo delle parti sociali e delle realtà produttive dei territori, ci hanno chiesto di procedere.
L'atto della Giunta, cioè il deposito del progetto di legge, è sostanzialmente un atto dovuto, che segue ad una specifica richiesta dei comuni. Certamente si tratta di un atto dovuto, certamente dovevamo procedere in quel modo, ma voglio ribadire che la Regione Emilia-Romagna guarda con favore a tutti i processi di aggregazione, quindi accompagna, promuove e sostiene tutti i processi di aggregazione, che si tratti di processi che riguardano lo sviluppo della gestione associata delle funzioni dei comuni, che si tratti di processi che riguardano l'unione di comuni, che si tratti di processi che riguardano la fusione volontaria dei comuni.
Abbiamo accompagnato questo progetto di legge, il progetto di legge è passato in Commissione, è arrivato in Aula, in Aula - come sempre, quando si parla di fusione - ci siamo fermati (non abbiamo discusso l'articolato) alla presentazione generale e abbiamo votato, e quindi indetto, il referendum consultivo.
Quando abbiamo indetto il referendum consultivo, abbiamo dichiarato che avremmo valutato con attenzione i risultati, che avremmo tenuto conto della volontà dei cittadini, avremmo tenuto conto anche di quanto ci avrebbero detto, all'esito dei risultati referendari, le istituzioni locali.
Ebbene, tutti conosciamo l'esito del referendum: la maggioranza dei cittadini si è espressa per il no, in particolare a Savignano sul Rubicone ha vinto il sì, nel Comune di San Mauro Pascoli ha vinto il no, ma la somma totale dei voti è risultata per il no.
Noi oggi siamo qui ad onorare l'impegno che avevamo preso. Il referendum certamente è solo consultivo, certamente la Regione Emilia-Romagna potrebbe procedere ugualmente, oggi potremmo ugualmente discutere l'articolato e approvare il progetto di legge di fusione, ma avevamo preso un impegno, l'impegno di rispettare la volontà dei cittadini. In altre regioni, anche nella vicina Lombardia, questo non è accaduto, anche dove la maggioranza dei cittadini si è espressa per il no, la Regione ha preferito proseguire. Noi oggi intendiamo onorare l'impegno che avevamo preso.
È questo il motivo per cui è stato presentato il presente ordine del giorno, ed è questo il motivo per cui chiediamo all'Assemblea di votare a favore dello stesso per il non passaggio all'esame degli articoli, in quanto la maggioranza dei cittadini si è espressa per il no.
Non intendiamo procedere oltre con questo progetto di legge, sperando comunque che le istituzioni, i consigli comunali, i cittadini di San Mauro Pascoli e di Savignano sul Rubicone adottino altre forme di aggregazione, sempre assolutamente utili - lo ripeto -, sia ai fini della razionalizzazione delle spese, sia per una migliore gestione dei servizi, nell'interesse dei cittadini. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mumolo.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bartolini. Ne ha facoltà.
BARTOLINI: Grazie, presidente.
A nome del gruppo, prendo atto della volontà di onorare l'impegno che aveva assunto quest’Assemblea dichiarando di volere rispettare la volontà della maggioranza dei cittadini.
Poiché ci sono altri processi di fusione in corso, alcuni dei quali sono già stati realizzati, penso sempre al molto discusso processo di fusione della Valsamoggia, credo che questo risultato referendario debba indurre quest’Assemblea a riflettere. Noi non siamo contrari - l’abbiamo sempre detto - ai processi di fusione, siamo contrari quando rischiano di diventare "processi di annessione" anziché di fusione. Mi spiego meglio: in questo caso si trattava di due comuni simili, uno un po' più grande dell'altro, ed il risultato referendario è stato chiarissimo, nel senso che la somma dei voti degli elettori dei due comuni ha dimostrato che i cittadini, a maggioranza, erano contrari a questo processo di fusione. La stessa cosa non è avvenuta per la Valsamoggia, dove in due comuni su cinque aveva vinto il no, dove alla fine quest'Assemblea ha comunque imposto la fusione, perché era stata considerata - ad onor del vero, come in questo caso - la totalità del corpo elettorale.
Ebbene, a mio avviso, quest'Assemblea deve riflettere circa l’opportunità di adattare la nostra legge regionale a quella di altre regioni. Il collega Mumolo diceva di un caso analogo in Lombardia, io non ne faccio una questione di destra o di sinistra, ma credo che la volontà della maggioranza dei cittadini di un comune che si esprime con un referendum, finché è comune, finché non ha proceduto alla fusione, anche se il suo consiglio comunale ha dato quest’orientamento, debba essere sovrana nel proprio territorio.
Vi sono delle regioni, penso al Friuli, ma ce ne sono anche altre, dove viene considerato valido il voto della maggioranza dei singoli comuni. Se noi invece andiamo ad applicare la nostra legge in quei processi di fusione dove magari ci sono due comuni confinanti, dove in uno - faccio l'esempio della mia provincia, la provincia di Forlì-Cesena - emerge chiaramente la volontà di arrivare alla fusione tra comuni, uno di 6000 abitanti ed uno di 800, chi vincerà mai con questa legge? Anche se gli 800 in blocco votassero - e sono convinto che lo faranno - contro la volontà del proprio sindaco e della maggioranza in consiglio comunale, anche se quegli 800 votassero tutti per il no, difficilmente riusciranno a superare la soglia per non andare alla fusione, pur essendo un referendum consultivo. Si rischia, quindi, di andare contro la volontà della maggioranza della popolazione.
Secondo me, alcuni processi di fusione sono necessari. Ma la storia ci insegna che soltanto dall'alto possono realizzarsi non a macchia di leopardo, ma in una maniera organica, decisa in base a dei parametri, allora sì che si possono calare dall'alto, ma fatti in questa maniera sembrano dei referendum spot, sembrano dei referendum spesso drogati dal fatto che arrivano finanziamenti e quant'altro, ma che, come vediamo, non servono a convincere la popolazione che, nonostante queste iniezioni di finanziamenti o, meglio, di promesse di finanziamenti, com’è successo nella Valsamoggia in due comuni e come è successo per la totalità degli elettori dei due comuni romagnoli interessati al referendum, si è espressa con un risultato che sembrava scontato, ma che in realtà ha sconfessato platealmente tutte le aspettative.
Credo che tale circostanza debba indurci a riflettere sulla modifica della legge regionale, col fine di interpretare il voto dei singoli comuni e non della totalità, per evitare che ci siano forme di referendum che portino ad un’annessione, anziché ad una fusione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente.
Anch'io alcune veloci considerazioni su quest’oggetto. Spero, colleghi, vicepresidente, collega Bartolini, col quale amo sempre interloquire quando discutiamo temi riguardanti il territorio che condividiamo, che finisca qui questa sorta di logica del sospetto che ha inquinato le relazioni tra la Regione e il territorio in questa fase, anche alla luce della campagna referendaria.
Molto è stato detto in merito alle presunte intenzioni regionali di intervenire a prescindere dalla volontà dei cittadini che si esprimevano con i referendum, noi con quest’atto dimostriamo, pur non essendo il referendum vincolante per legge, di rispettare quella volontà, qui sul Rubicone, così come l'abbiamo rispettata in Valsamoggia, sulla base di criteri di carattere oggettivo, e perché quel tipo di interpretazione, che abbiamo assunto come Assemblea legislativa, e che in quel caso ci ha permesso di procedere con l'iter di approvazione della legge, era stata richiesta dai comuni, a partire dai comuni in cui era prevalso il no al referendum.
Credo che sia importante far comprendere la linearità dell'atteggiamento di questa Assemblea sia in questo caso per quanto riguarda i due comuni del Rubicone, sia nel caso della Valsamoggia.
In merito alle considerazioni del collega Bartolini, dense di non poche contraddizioni, perché, da un lato, viene esaltato il bisogno, che io condivido, di rispettare la volontà popolare, da un altro lato, si auspica un provvedimento nazionale che cali dall'alto e risolva il problema, superando in questo modo ogni strumento di consultazione e di partecipazione popolare, la nostra legge regionale consente formalmente ai comuni di decidere che tipo di percorso attivare. Perché se la richiesta viene fatta alla Regione, così come finora è stata fatta, perché sia la Regione a convocare il referendum, l'unica modalità che noi abbiamo di interpretare l'esito è quella del voto prevalente sul bacino demografico sul quale insiste il referendum, mentre i singoli comuni potrebbero benissimo, a legge vigente, chiedere alla Regione di procedere con l'approvazione della legge di fusione dopo aver fatto svolgere il referendum nei singoli comuni ed essersi accertati, prima di deliberare la richiesta alla Regione, della volontà reale dei cittadini. Non c'è bisogno, quindi, di cambiare la legge regionale, bisogna valutare luogo per luogo, momento per momento - e siamo giovani di quest'esperienza - quello che è lo strumento più opportuno.
Credo che dimostriamo rigore, serietà e rispetto, decidendo in questo caso di non procedere, e quindi votando l'ordine del giorno che, in qualche maniera, blocca formalmente l'iter della legge, perché quanto quei cittadini, purtroppo con una scarsa partecipazione al voto - ma questo è un tema sul quale riflettere in generale, non solo su quest'aspetto specifico - ci chiedono, posizione rafforzata da una richiesta formale di quei sindaci e di quei consigli comunali.
Detto questo, mi rammarico di quella che ritengo essere stata un'occasione vera e concreta sulla quale - per carità, prendo atto di una posizione non condivisa dalla cittadinanza - si sono investiti anni ed anni di politiche pubbliche. Se c'è una cosa che non si può dire è che l'idea della fusione nei territori del Rubicone fosse un'idea improvvisata, calata al di fuori di ogni programmazione, perché di quella possibile realtà fusa si parla dai primi anni Duemila. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente.
Devo dire che il nostro movimento non si rammarica, perché nel momento in cui - l'abbiamo detto decine di volte - abbiamo chiesto il rispetto della volontà dei cittadini, addirittura i nostri stessi militanti cittadini di quei comuni ci hanno rivolto delle osservazioni perché avevamo votato per poter fare il referendum, come prevedeva la legge, in quei comuni dove sono stati fatti i referendum, come in questo caso, credo che sia giusto proseguire con questa linea.
In Commissione, peraltro, avevo fatto la seguente domanda: se due o tre comuni si fondono, quei comuni che hanno avuto la minoranza, che si sono fusi, che hanno dei debiti, che hanno dei mutui, a chi passeranno questi debiti, chi li pagherà? In Commissione non ci è stata data una risposta sufficientemente chiara. Infatti, non ho ancora capito se questi debiti rimangono a carico del comune, oppure se vengono divisi tra tutti gli altri comuni. A mio parere, se si fa una fusione, debbono fondersi anche debiti e crediti, ognuno porta i suoi. Ad oggi, non ho ancora ricevuto questa risposta, e non mi pare sia insita nella legge, a meno che non mi sia sfuggita, se mi è sfuggita è stata una mia carenza. Ripeto, ho posto questa domanda in Commissione e non mi è stata data una risposta ragionevole e comprensibile, il che dimostra che questa è una legge che presenta luci e ombre.
Pertanto, voteremo a favore di questo documento perché rappresenta esattamente la volontà dei nostri elettori di quei comuni. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente.
Solo per prendere spunto da quest’atto, che ovviamente dimostra la buonafede e il rispetto che questa Regione ha finora avuto della volontà popolare espressa, per svolgere alcune considerazioni. Siccome in futuro ci potremmo trovare in situazioni ulteriormente imbarazzanti, perché abbiamo, rispetto a delle fusioni in programma, richieste da parte dei sindaci, quindi non parliamo di comitati e quant'altro, che ci chiederebbero di comportarci come in realtà la nostra legge attualmente non consentirebbe, e quindi ci troveremmo in grave imbarazzo in quelle occasioni, perché, da un lato, avremmo una richiesta formale dei sindaci, dall'altro, avremmo una nostra procedura ed un dettato legislativo che certamente non va in quella direzione.
Intervengo, pertanto, per dire che, a parte le cose che abbiamo in corso adesso e che ovviamente dobbiamo portare a termine, siccome eventuali ulteriori richieste incontrerebbero il limite di dovere scontrarsi con scadenze elettorali del prossimo anno, per intenderci, potremmo valutare la possibilità di suggerire ai comuni che avessero intenzione di intraprendere questo percorso di seguire un'altra strada che fino ad oggi, forse per stare entro termini abbastanza ristretti, non hanno seguito, mi riferisco alla formulazione diretta di un progetto di legge da parte dei consigli comunali, quindi senza richiederlo alla Giunta, con la possibilità di espletare un referendum preventivo. In tal caso, noi sapremmo a priori quali sono i comuni veramente interessati (parlo di cittadinanza e non semplicemente di consigli comunali) a fondersi. A quel punto, il nostro intervento legislativo sarebbe assolutamente morbido e non correrebbe il rischio di scontrarsi con la volontà popolare, perché avremmo un pronunciamento preventivo da parte della stessa.
Ovviamente, per fare questo ci vogliono tempi più lunghi rispetto a quelli che abbiamo avuto finora, ma visto che, probabilmente, scaduta questa mandata, avremo la possibilità di ragionare su scadenze più lontane, ho ritenuto opportuno richiamare la nostra attenzione sul fatto che forse varrebbe la pena, a quel punto, con un periodo più lungo davanti, promuovere presso i comuni interessati questo tipo di attività, che certamente ci toglierebbe da un grave imbarazzo.
Rispetto al provvedimento, ovviamente, siamo perfettamente in linea su quanto ha proposto il relatore. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente.
Un breve intervento, ovviamente, per concordare su quanto espresso dal relatore Mumolo e per ribadire che in quest’Aula, quando trattammo la fusione dei comuni della Valsamoggia, ci fu una pesante polemica da parte di alcuni gruppi con accuse rivolte a questa maggioranza di volere andare avanti per forza, anche contro la volontà di una parte dei cittadini di quei comuni che si erano espressi contro la fusione. In quell’occasione, ribadimmo il nostro impegno al rispetto dei risultati delle volontà dei cittadini. Credo che oggi siamo qui a confermare quell'impegno, fermo restando un disegno di fondo che la legge regionale prevede e che noi continuiamo a sostenere, che è quello di incentivare la fusione dei comuni. Oggi dimostriamo di rispettare l’impegno assunto allora.
Per quanto riguarda il suggerimento fatto in Aula dal consigliere Lombardi, credo che sia uno strumento efficace per potere evitare polemiche inutili su questi interventi. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Grazie, presidente.
Innanzitutto per dichiarare il voto favorevole all'ordine del giorno presentato dal collega Mumolo, e per sottolineare la necessità - anzi, secondo me, dovrebbe essere un obbligo - di rispettare la volontà dei cittadini. Mi spiego meglio: nel prossimo autunno verrà celebrato, in provincia di Reggio Emilia, il referendum per la fusione tra i comuni di Villa Minozzo e Toano, che si fonderanno in un comune che prenderà il nome di "Tre Valli". Conoscendo abbastanza bene la popolazione di questi due comuni, che sono uno di 4500 abitanti e l'altro di 4000 abitanti, credo che un comune dirà di sì e l'altro comune dirà di no.
Ebbene, in questo caso, a me non interessa se i sì prevalgono di cinquanta di numero o se prevalgono i no di trenta. Secondo me, quel che conta è la volontà di un comune di non volersi unire all'altro. Quando uno dei due sposi dice: "per me questo matrimonio non s’ha da fare", non possiamo noi imporlo perché registriamo un sì in più.
Siccome presto ci sarà la fusione tra i comuni di Villa Minozzo e Toano, se uno dei due comuni dirà di no, come mi sembra abbia chiesto il sindaco di Toano, noi dovremmo accettare la volontà di uno dei due comuni dichiarando nulla la fusione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente.
Vedo che sulla questione delle fusioni dei comuni, continua un dibattito con opinioni che si scontrano con l'indirizzo politico che questa maggioranza si è data sulla scorta di un orientamento non solo di taglio dei costi di esercizio delle amministrazioni, ma soprattutto di efficienza e mantenimento degli standard della qualità dei servizi per i cittadini.
Ho ascoltato l'intervento del collega Lombardi e devo dire che parte da un presupposto condivisibile, poiché abbiamo già avuto modo di vedere, in diverse realtà, che il percorso di fusione dei comuni sostanzialmente manifesta margini di ripensamento anche da parte di quelle amministrazioni che sono partite con la volontà, espressa dai consigli comunali, di fondersi con le realtà territoriali vicine: solo dopo ad iter avviato emerge, invece, il ripensamento e/o diniego dei cittadini ad affrontare questo tipo di percorso.
Francamente, però, sono contrario a trattare l'espressione, la dignità e la legittimità dei rappresentanti del popolo, ovvero dei consigli comunali, derubricandoli ad un ruolo meramente notarile, convocando prima dei loro pronunciamenti i referendum consultivi.
Capisco che, in questo modo, la Regione sarebbe messa nelle condizioni di evitare o ridurre il grado di dissenso che dai territori talvolta si registra, ma penso che la volontà di aprire un percorso istituzionale che veda la fusione di due o più comuni sia un percorso che non può che iniziare da un pronunciamento istituzionale dei consigli comunali delle realtà interessate.
Per quanto riguarda, invece, le considerazioni del collega Filippi, ovvero questa ripetuta sottolineatura del fatto che la democrazia, invece di essere contabilizzata, andrebbe sostanzialmente ragionata, ovvero le espressioni del voto popolare andrebbero sostanzialmente pesate e non addizionate, penso che anche questo sia un esercizio sbagliato, mal impostato, sul quale non ritengo che l'Assemblea legislativa regionale possa, o debba, praticare una forzatura in tal senso.
I referendum sono espressione della volontà dei cittadini, ovviamente bisogna tenerne conto, sia quando il voto va in un senso, ovvero nel senso auspicato dalle nostre linee guida di riordino istituzionale, così come bisogna tenerne conto quando vanno nella direzione opposta, come quella di cui stiamo discutendo oggi e che riguarda i comuni di Savignano sul Rubicone e di San Mauro Pascoli, che, ahimè, fra qualche mese, dovranno vedere come far quadrare i loro rispettivi bilanci e quindi come tutelare la qualità dei servizi ai cittadini.
Ma indipendentemente da questo, resta il punto che deve essere chiaro tra di noi: dato il computo totale dei cittadini votanti, se prevale il sì o se prevale il no, è solo a quel punto che l'Assemblea legislativa può e, a mio avviso, deve assumere gli orientamenti del caso.
Presidente, per dire che il gruppo del Partito Democratico voterà a favore della proposta che il relatore Mumolo ci sottopone, e che per quanto riguarda invece il percorso sulle fusioni, mi sembra che ormai le ripetute questioni tese a chiedere chiarimenti o le ripetute questioni tese a rinviare le modalità di un percorso istituzionale già in atto, che è già stato applicato in altre realtà territoriali dell'Emilia-Romagna, siano richieste legittime, ma purtroppo da considerare fuori tempo massimo, perché non possiamo cambiare le regole del gioco a partita in corso, questo non andrebbe bene né per le istituzioni né per la politica. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente.
Naturalmente sottoscrivo la proposta di ordine del giorno del consigliere Mumolo, ma vorrei approfittare dell'occasione della dichiarazione di voto per svolgere alcune brevi considerazioni.
Queste interminabili discussioni sulle fusioni partono, da un lato, dal fatto che le fusioni sono parte integrante del programma di questa maggioranza, quindi è un tema assai noto, mentre, dall'altro lato, non c'è partito che, a livello nazionale, non dica che ottomila comuni sono una follia in questo Paese, non perché non ne rappresentino la storia o non siano espressione della sua identità sul piano locale della sua storia, delle sue tradizioni, dei suoi linguaggi vernacolari, e così via, quanto per il fatto che tutti sanno che, con il debito pubblico del nostro Paese, con i tagli dei trasferimenti ai comuni, con la crisi dello stato sociale, con la richiesta dell'opinione pubblica di ridurre il peso della burocrazia e della rappresentanza sul funzionamento delle macchine amministrative locali, e così via, è doverosa una riorganizzazione complessiva della macchina statale, anche a partire dalla questione dei comuni.
Pertanto, sarebbe bene fare o favorire una discussione in questa direzione con le popolazioni locali, perché se, come ci dicono gli indicatori, andiamo verso un peggioramento della crisi economica nel nostro Paese, sarà inevitabile che, prima o poi, un qualche governo prenda un provvedimento d'autorità a livello centrale sulla riduzione complessiva del numero dei comuni.
Mentre noi siamo impegnati in discussioni che rischiano di essere di lana caprina, perché anch'io sono d'accordo nel rispetto della volontà popolare, se si fa un referendum, se il referendum si pronuncia, poi bisogna rispettarlo, perché fare dei referendum, a cui magari va a votare la maggioranza degli aventi diritto al voto, e dopo non tenerne conto, francamente, sarebbe bizzarro, però, se si tratta di favorire l’accorpamento delle funzioni amministrative per risparmiare, per renderle più efficienti, per garantire il mantenimento dei servizi, ché la posta in gioco è questa, a parte questioni locali come lo spopolamento di alcuni comuni, che sono questioni assai rilevanti per la qualità della vita di quelle popolazioni ed anche ai fini del mantenimento e della salvaguardia di quei territori, francamente quella delle fusioni la vedo come una strada obbligata.
A me dispiace che noi oggi si debba prendere atto che due comuni abbiano deciso diversamente, perché questi due comuni potrebbero trovarsi in un domani nemmeno troppo lontano a doverlo fare per forza.
Ebbene, dove sta la contraddizione? Abbiamo discusso moltissimo tra di noi, ho ascoltato attentamente ore ed ore di discussioni su questa materia, e la contraddizione sta nel fatto che tutti sanno che quella è la strada. Pertanto, la mia opinione è che dovremmo essere tutti impegnati nel fare in modo che questi processi di fusione avvengano nel modo più consistente e migliore possibile, perché, se è una strada obbligata, ripeto, molti comuni potrebbero ritrovarsi a dovere affrontare una fusione forzata.
Il nostro è il paese dei mille campanili, persino Niccolò Machiavelli ne parla nel suo libro "Il Principe"; questi mille campanili a volte sono stati non un fattore di sviluppo, ma un fattore frenante lo sviluppo, ai tempi di Machiavelli un fattore frenante del ruolo politico dell'Italia nel mondo, nella situazione geopolitica del tempo. Come tutti sanno, il principe che aveva ispirato Machiavelli era il figlio di papa Borgia, il duca Valentino, che faceva delle guerre esattamente nella nostra Regione, ed il suo modo di fare le fusioni dei comuni era alquanto feroce, non accettabile rispetto gli standard di democrazia e di non violenza che abbiamo oggi.
Ripeto, sarebbe meglio che, come Istituzione, fossimo più impegnati nello spiegare alle popolazioni che questa è una strada non possibile ma obbligata, nell'interesse delle collettività locali. Pertanto, voterò a favore di quest'ordine del giorno; devo dire però che mi dispiace.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Riva. Ne ha facoltà.
RIVA: Grazie, presidente.
A mio avviso, se proponessimo ai cittadini dell'Emilia-Romagna un referendum per chiedere loro se vogliono meno comuni, questo referendum otterrebbe una maggioranza schiacciante.
Per questo credo che la Giunta si sia mossa sulla base di un’istanza che arriva proprio dai comuni di cui oggi parliamo, il Comune di Savignano e il Comune di San Mauro, ed io credo che i rappresentanti del popolo di questi comuni abbiano dimostrato che forse non li rappresentano poi così bene.
È vero che il voto è sempre una sorpresa, e lo sarà sempre di più, ma credo che occorra, per andare avanti con il tema delle fusioni dei comuni, prevedere che, prima di attivare tutto il percorso che prevede il lavoro che è stato compiuto finora, occorra fare prima il referendum, perché altrimenti rischiamo di trovarci ogni volta con la volontà popolare che capovolge la volontà dei rappresentanti politici.
Con queste motivazioni, su quest'ordine del giorno mi asterrò. Ho voluto che rimanessero a verbale le motivazioni per le quali il mio sarà un voto di astensione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Riva.
Ha chiesto la parola il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente.
Sono stupito che ci sia stato tutto questo dibattito su questo tema, perché pensavo che la questione fosse chiara, e mi ha molto stupito soprattutto il fatto che la maggioranza abbia dovuto ribadirla, con dei solleciti ad evitare polemiche inutili, che peraltro nessuno ha sollevato.
Il principio sul quale dibattiamo (spero che sia chiaro e che si faccia finta che non lo sia, ma vorrei che restasse agli atti) è una differente visione di che cosa voglia dire chiedere il parere dei cittadini. Questa maggioranza, coerentemente - lo riconosco oggi con quest'atto per il quale voterò anch'io a favore -, va avanti per una strada che, se la maggioranza dei cittadini di tutti i comuni che chiedono di essere uniti, tramite i consigli comunali, dice di sì, si va avanti, se dice di no, non si va avanti. Il principio sul quale, però, abbiamo sempre cercato di ragionare, non solo io come Movimento 5 Stelle, ma anche qualcun altro dell'opposizione, si basa sul concetto di maggioranza e sul concetto di singolo comune. Perché finché non andiamo avanti con la fusione, i comuni vanno considerati quali entità singole, altrimenti non ci sarebbe il voto del singolo consiglio comunale, e quindi noi andiamo a chiedere ai cittadini del singolo comune se vogliono unirsi a quello accanto. Questo, in un altro caso, che è appunto quello della Valsamoggia, non è accaduto: due comuni hanno detto di non volersi unire a quelli vicini, eppure voi siete andati avanti come se nulla fosse, stabilendo un principio che non è semplicemente una visione giusta o sbagliata, si tratta di stabilire che cos'è la democrazia, che cos'è la rappresentatività dei territori, perché, ripeto, non possiamo andare a chiedere a dei cittadini che cosa vogliono fare e poi fare finta che non conta la loro opinione, ma che conta quella globale di altri ai quali andiamo a chiedere di unirsi.
Sì, è vero che oggi abbiamo fatto quello che ci hanno chiesto i cittadini, ma applicando un principio che, secondo me, è assolutamente sbagliato, e le regole del gioco - precisazione che rimanga a verbale - non sono quelle scritte nella legge (non tiriamo fuori il discorso che la Regione potrebbe fare quello che vuole, che peraltro è frase poco simpatica da dire), le regole del gioco le avete deciso voi come maggioranza, nonostante le sollecitazioni, che noi abbiamo sempre fatto, di dire chiaramente, prima di andare al voto, che cosa avremmo fatto dopo. E questo è stato l'errore fondamentale della Valsamoggia, di cui spero che in quest’Aula qualcuno si renda conto. Se noi avessimo detto chiaramente ai cittadini della Valsamoggia che cosa avremmo fatto del loro voto, e noi in Commissione avevamo detto: "facciamo le opzioni, facciamo gli scenari, facciamo capire veramente che cosa faremo, in modo che il voto sia davvero consapevole", non avete voluto percorrere questa strada, avete lasciato, come dice il capogruppo del PD, la libera interpretazione successiva, in alcuni casi va fatta bene, in alcuni casi va fatta male.
Siccome saranno molti i comuni che vorranno andare incontro alle fusioni, io starei un po' più attento sull'argomento e soprattutto cercherei di essere molto più chiaro con i cittadini nel momento in cui andiamo a chiedere loro che cosa pensano.
Detto questo, anch’io provo un certo dispiacere, perché un'altra fusione è evidentemente fallita. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 3484/1, di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa della Giunta: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena", proposto dal relatore consigliere Antonio Mumolo, su mandato della I Commissione.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’ordine del giorno è approvato. Pertanto, non si procede all'esame del progetto di legge oggetto 3484.
OGGETTO 4151
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifica della legge regionale 4 dicembre 2003 n. 24 (Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza)». (64) (Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 4151/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (87)
PRESIDENTE (Costi): Passiamo all'esame dell'oggetto 4151, Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifica della legge regionale 4 dicembre 2003, n. 24 (Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza)".
Il testo, n. 10/2013, è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali e Istituzionali" nella seduta del 9 luglio 2013.
È composto da 16 articoli.
Il Relatore della Commissione, consigliere Gabriele Ferrari, ha presentato relazione scritta.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
La parola al consigliere Ferrari per illustrare il progetto di legge oggetto 4151. Ha 20 minuti a disposizione, consigliere. Prego.
FERRARI, relatore: Grazie, presidente.
Il presente progetto di legge è la modifica della legge regionale 4 dicembre 2003, n. 24, ed ha per oggetto la disciplina della polizia amministrativa locale e la promozione di un sistema integrato di sicurezza.
A dieci anni dall’approvazione della legge regionale n. 24 del 2003, inerente alla sicurezza e alla polizia locale, si rende necessario e utile un intervento legislativo che adegui i contenuti di quel provvedimento ai cambiamenti numerosi ed importanti che si sono susseguiti negli anni e che hanno portato ad una sempre maggiore attenzione verso le forme associative dei comuni.
Il più importante degli interventi normativi di questi ultimi anni è senza dubbio l’approvazione della legge regionale n. 21 del 2012, "Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza", che, con la volontà di semplificare il processo legislativo di organizzazione con la creazione degli "Ambiti ottimali", attraverso le unioni dei comuni e attraverso le fusioni, consenta ai cittadini di potere godere di servizi migliori, più puntuali, meglio erogati, e di avere la possibilità, nell'ambito di questa riorganizzazione, di risparmiare sui costi generali, elemento che di questi tempi diventa sempre più significativo ed importante.
Per quanto riguarda il tema dei corpi di polizia municipale e di polizia provinciale, quanto è stato fatto, soprattutto in questi ultimi anni, ha anticipato ciò che la legge 21 ha consentito e ci sta consentendo di portare a compimento, appunto, con la volontà di razionalizzare e adeguare il sistema di governo territoriale delle amministrazioni locali.
La legge prevede che i comuni, anche sopra la soglia demografica definita dalla normativa statale, debbano svolgere, come stabilisce la legge n. 21 del 2012, obbligatoriamente in forma associata con tutti gli altri comuni inclusi nel rispettivo ambito di riferimento, almeno tre delle quattro funzioni fondamentali: pianificazione urbanistica, edilizia d'ambito comunale, attività di pianificazione, di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi, sempre in ambito comunale, progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, polizia municipale e polizia amministrativa locale.
In questo contesto, il lavoro svolto in questi anni sul fronte della costituzione di un sistema di polizia locale, come individuato nella richiamata legge regionale n. 24 del 2003, risulta avere anticipato alcune delle scelte operate (o in via di realizzazione) con la legge n. 21 del 2012.
Oggi, attraverso le prime 45 strutture di polizia municipale, comunali ed intercomunali, è possibile servire il 75 per cento della popolazione regionale, anche grazie alle azioni poste in essere nei dieci anni passati che hanno sostenuto la bontà della messa a sistema.
L’applicazione della legge regionale n. 24 del 2003 è stata di grande impulso alla trasformazione qualitativa e quantitativa delle polizie locali, ma oggi è arrivato il momento, momento che abbiamo colto prima nel corso dei lavori in Commissione ed oggi in Aula con l’approvazione definitiva del provvedimento, di rimettere in fila e accogliere quelle modifiche che merita una legge che ha ormai dieci anni di anzianità.
Per arrivare ad oggi, la Prima Commissione ha convocato un'udienza conoscitiva molto partecipata, dove sono stati dati parecchi utili suggerimenti, molti dei quali sono stati accolti, perché erano suggerimenti importanti e di sicura efficacia e utilità, a tal proposito sono stati presentati numerosi emendamenti.
Colgo l'occasione della presentazione della relazione per ringraziare per il lavoro prezioso la Vicepresidente Saliera e il funzionario, dottor Albertazzi, che ha accompagnato anche questo lavoro, oltre a seguire nel tempo in maniera molto puntuale il lavoro delle nostre polizie locali e la riorganizzazione del lavoro prezioso che esse svolgono.
Sono state poi…
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Costi): Prego i consiglieri di fare silenzio, in modo tale che il consigliere Ferrari possa riuscire a completare la relazione. Grazie.
FERRARI: Fuori abbiamo un'ampia sala che accoglie tutti coloro che non hanno voglia di ascoltare, eventualmente.
Dicevo che ci sono stati dei contributi importanti di colleghi consiglieri che non hanno presentato emendamenti o, meglio, il consigliere Lombardi aveva presentato un emendamento, poi abbiamo trovato le ragioni per vedere, i quattro o cinque anni di applicazione degli emendamenti alla legge che cosa ci consentiranno di fare rispetto alla situazione puntuale che ci era stata segnalata; così come con il consigliere Sconciaforni si erano esaminati alcuni punti e alcuni passaggi della legge, su cui il consigliere Sconciaforni portava le preoccupazioni dei sindacati degli organi di polizia locale rispetto al ruolo della polizia locale per quanto attiene al tema del contrasto alla criminalità organizzata mafiosa. È stato ribadito - ma lo voglio puntualizzare ulteriormente - che quello della polizia provinciale è un ruolo di forte collaborazione con gli organi dello Stato, polizia, carabinieri e guardia di finanza, ma ovviamente nella piena distinzione dei ruoli, e sapendo che la polizia municipale e la polizia provinciale esercitano un ruolo importantissimo come occhio e come momento formativo e informativo (siamo nella fase della prevenzione). Nessuno pensa di assegnare alle polizie locali un ruolo di repressione parificandole agli altri organi di polizia statali.
Accanto agli emendamenti che abbiamo presentato ed approvato, oggi sono stati presentati due emendamenti, che esamineremo nel corso del dibattito, da parte del capogruppo della Lega Nord Manfredini, emendamenti che abbiamo ritenuto accoglibili, perché ci aiutano a migliorare il testo della legge, e per questo abbiamo ritenuto che meritassero di essere accolti, così come collegato al provvedimento di legge è stato presentato un ordine del giorno, a firma di diversi consiglieri, direi della stragrande maggioranza dei gruppi rappresentati in quest'Assemblea, che riguarda in particolare il tema del porto d’arma anche al di fuori dei confini comunali o delle unioni dei comuni da parte degli agenti, con la possibilità - questo ci è stato chiesto a suo tempo dalla Regione, ma viene ribadito nell'ordine del giorno che oggi approveremo - di portare l'arma da fuoco non solo all'interno dei confini comunali e delle unioni dei comuni, ma anche all'interno dell'ambito regionale. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.
È aperta la discussione generale.
Ricordo i tempi: 20 minuti per ogni intervento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Effettivamente l'articolo 71, comma a), parla di 20 minuti sui progetti di legge, non so se li utilizzerò tutti, ma data l'importanza dell'argomento vorrei, dopo avere letto la relazione scritta del relatore Ferrari e avere analizzato nel dettaglio l'articolato che viene proposto all'attenzione dell'Assemblea, dire che si tratta di un provvedimento che necessita di alcune considerazioni.
Si parte dalla modifica della legge n. 24 del 2003, che nasce dalla più alta modifica che gli articoli 117 e 118 della Costituzione avevano dato, nell'impianto riformatorio, alle regioni diverse competenze. I presupposti della nuova regolazione della polizia amministrativa locale c'erano già, e la Regione Emilia-Romagna si era già dotata di una normativa in questo senso.
Devo dire che, evidentemente - e questa è una prima considerazione -, l'esperienza di questi anni ha suggerito a questa Giunta, sostenuta da questa maggioranza, di intervenire, di mettere mano al corpus normativo, di fare un intervento che potesse delineare maggiormente gli ambiti e disciplinare maggiormente la materia. Fermo restando che questo è un atto importante, ma, sotto un certo profilo, dovuto, proprio perché in questi anni ci sono state numerose modifiche, numerose questioni sopravvenute, noi valuteremo alla luce del dibattito l'atteggiamento comune di voto da tenere. Ma se me lo consentite, colleghi, ci sono alcuni spunti di riflessione e alcune criticità, perché questo non è un mero adeguamento, come dicevamo prima, o un mero riordino.
Vi sono alcuni articoli che meritano la sua attenzione, Vicepresidente, ma anche quella degli esponenti della Giunta che vedo qui presenti, essendo la Giunta organo collegiale, ed essendo questi provvedimenti che possono toccare varie deleghe e vari ambiti. Dicevo, in termini generali, il filone in cui si pone questa normativa è quello di integrare le funzioni della polizia amministrativa locale, nell'ambito di un riordino territoriale, per le funzioni che si esercitano nei vari comuni.
Ma vi è un tema che vorrei porre. Naturalmente, l'articolo 1 è positivo, quindi possiamo dire che il recepimento e l'armonizzazione delle norme si inserisce in quel favor, in quel meccanismo di favor dell'unione dei comuni, su cui voi tanto spingete fin dagli indirizzi illustrati in quest'Aula all'inizio della legislatura dal Presidente Errani, quindi i vostri interventi hanno una loro concatenazione, una loro coerenza sotto questo profilo, però, chiaramente, l'importanza del provvedimento non obbligherebbe ad un voto contrario, ma vanno recepite alcune considerazioni che facciamo come minoranza.
All'articolo 1, che modifica l'articolo 2 della legge n. 24 del 2003, vi è una priorità e si parla di prevenzione del crimine organizzato. Va bene, però, mi viene un dubbio: come possa in concreto la polizia locale intervenire in un settore del genere. Mi viene un dubbio anche sulla formazione, su come vengono formati gli agenti, e quindi anche il dubbio di una certa duplicazione, nella fretta di volere positivamente intervenire, potrebbe esserci una problematica ed una preoccupazione in questo senso. In termini più ampi, questa distinzione delle funzioni tra polizia municipale e polizia statale porta a mescolare poteri e compiti.
Vi sono, peraltro, altre norme che hanno una loro ratio ed una loro logica, come ad esempio l'articolo 8 e l'articolo 9, che sono articoli indubbiamente positivi, ma ve n'è un altro su cui si appunta la mia riflessione critica, su cui vorrei però che anche gli altri colleghi, al di là del relatore, qualche collega di maggioranza si soffermasse. Penso che il punto più critico sia quello dell'articolo 11, che modifica l'articolo 17 della legge del 2003 e che si dilunga - questo è un termine che ho coniato io - sullo status dei comandanti dei corpi e di coloro che devono guidare il corpo di polizia municipale. Sembra quasi che, alla fine della fiera, il problema dei problemi, il problema centrale che occupa quest’articolato sia quello del comandante (articolo 11, comma 1) e, soprattutto, quello della sua qualifica apicale, assessore. È il più alto in grado questo comandante? Vi sono regolamenti del personale differenti tra comune e comune? Vi sono delle ragioni per cui avete spinto molto, nel confezionare questo testo di legge, su un discorso non solo di funzionalità, ma anche all'esterno di importanza, di mettere in evidenza qualcuno? Addirittura ci si è spinti a dire - ma uso prudenzialmente il condizionale - che vi sia stata da parte di questi comandanti quasi una sorta di spinta non voglio dire "lobbistica", ma insomma…, per arrivare ad avere un favor nelle norme così alto ed importante.
Allora mi chiedo e vi chiedo, assessori e relatore, scusatemi, se un domani si conferisse la posizione apicale più alta ad un comandante, e questa figura, ad esempio, si è sempre applicata al sociale o alla statistica in un comune, non si è mai occupata di guidare le forze dell'ordine, questo è un problema che avete tenuto in considerazione nel discorso della figura apicale?
E poi ancora: la legge non prende posizione sull'articolo 18, comma 3-bis, della legge n. 24 del 2003. E vengo ad un altro nodo che voglio evidenziare, dopo le altre due criticità, ma anche dopo avere sottolineato dei lati positivi. Mi riferisco alla formazione.
Poiché ho il brutto vizio di tenere la vecchia documentazione, voglio toccare il tema della formazione, perché proprio a lei, assessore, avevo indirizzato, circa un anno e mezzo fa, un’interpellanza che, come dico in premessa, prende le mosse proprio dalla legge n. 24 e successive modificazioni. Quest’interpellanza presentata in tempi non sospetti, quando non era ancora in gestazione da parte della Giunta regionale questo testo di legge che oggi dobbiamo votare, parlava della questione della scuola di formazione, della fondazione che risiede, come lei ben sa, presidente, a Modena.
Ecco, a distanza di un anno e mezzo, e questo è un argomento che dobbiamo proprio inquadrare, perché è nel recinto della discussione di quest'atto che andiamo a discutere oggi in quest'Aula, la domanda è: in questi anni, rispetto alla sua risposta di circa due anni fa, questa scuola di formazione ha agito? Ha fatto passi avanti? A quanti allievi della polizia municipale è aperta? Assessore, sarebbe interessante che lei, nella sua replica, desse all'Assemblea un riferimento circa la situazione della formazione.
Lei rispondeva alla mia interrogazione (ho qui la sbobinatura): "L'interpellanza del consigliere Pollastri pone importanti quesiti, che richiedono una risposta esauriente e puntuale. Pertanto, consigliere, non potendole rispondere in modo esauriente per il lasso di tempo a me concesso, le consegnerò alcune pagine che daranno completezza a quanto le sto per dire", cioè già allora, un anno e mezzo fa, su un mio atto di sindacato ispettivo, la Giunta, per mezzo della sua persona, rispondeva così: "La scuola interregionale locale di polizia delle regioni Emilia, Toscana e Liguria è nata nel 2008. La scuola è rivolta ai soggetti operanti nelle tre regioni, di cui gli enti ne sono fondatori. Per la Liguria sono stati organizzati 34 corsi e sono stati coinvolti 500 operatori - andiamo all’Emilia, saltiamo la Toscana -, in Emilia 45 corsi per 3950 ore. I corsi destinati al nostro territorio e finanziati direttamente dalla Regione sono 2620 ore. Complessivamente sono stati erogati a favore dei soggetti che operano in Emilia corsi di diverse tipologie e corsi di aggiornamento". Ora, potrei andare avanti, perché la sua risposta è abbastanza dettagliata, però, sul punto penso che si possa, sei lei ha un aggiornamento da riferire in Aula, anche sotto questo aspetto, discuterne.
Al di là dell'adeguamento, quindi, possiamo dire che questa legge di riforma prende le mosse anche da un sostrato giuridico della legge n. 24, ma soprattutto, come dicevo in premessa al mio modesto intervento, credo che la questione sia molto importante soprattutto perché dà un input alla costituzione delle unioni dei comuni. È quindi indubbiamente un elemento di novità la questione della sicurezza che si interseca e si intreccia con la vostra spinta politica all'unione dei comuni.
Ma al di là delle questioni meramente applicative, come dicevo, io ho dato un taglio politico a quest’intervento, non sono andato proprio a cercare il pelo nell'uovo, ma mi sono posto due o tre domande, che vorrei che non solo l'assessore ma anche il relatore, eventualmente, potessero riprendere, perché ci sono degli articoli… ecco, qui riprendo anche il termine dei contributi. Vi è un problema di ricadute pratiche, ad esempio, se la legge consente ad un'unione di condividere tre funzioni, tra cui la polizia municipale, si potrebbero creare dei problemi tra chi nomina, tra i sindaci, soprattutto dove vi sono piccoli comuni, e la scelta di quel comandante a livello apicale di cui parlavo prima.
Non mi soffermerò sul discorso delle competenze, perché mi sembra siano abbastanza chiare, al di là del rilievo che alcune possono essere alquanto difficili da gestire, ma, tutto sommato, lascio queste considerazioni, che riassumo brevemente in sintesi nei miei scarni appunti: queste criticità, la questione del comandante e del suo status e, soprattutto, la questione della formazione del personale, ripeto, mi lasciano un po' di preoccupazione, assessore, perché va bene l'intervento normativo, però dobbiamo sempre metterci nei panni di quei piccoli comuni nelle piccole unioni dei comuni, e potrei anche citare, ma non voglio farlo, alcuni casi già accaduti a livello di unione dei comuni nella provincia di Piacenza sulla nomina - accorpando i servizi - di colui che dovrebbe occuparsi della vigilanza degli stessi.
Peraltro, dico che il provvedimento era dovuto. Mi rendo conto dello spirito che vi ha mossi e, quindi, sicuramente, almeno parlo per parte mia, ma poi vi saranno anche gli interventi dei colleghi del mio gruppo, è un progetto di legge, un provvedimento che non vedrà il mio voto contrario, e non vedrà il mio voto contrario perché sono sempre della logica di vedere il bicchiere mezzo pieno che mezzo vuoto.
Mi sembra che siano arrivati degli emendamenti, che però non ho ancora avuto modo di analizzare, noi non ne abbiamo presentati perché riteniamo, appunto, che sia un provvedimento da non modificare, ma sul quale vadano fatte delle attente riflessioni per le importanti ricadute che ci saranno sul territorio.
Lascio queste brevi riflessioni e considerazioni all'Assemblea e al dibattito che ne vorrà seguire su quest'atto direi piuttosto importante per i nostri territori. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente.
Sul tema della sicurezza la Lega Nord è attenta, ed è per questo che abbiamo cercato di dare un contributo positivo e costruttivo alla proposta in discussione. Infatti, la modifica alla legge regionale n. 24 può essere l'occasione giusta, oltre alla correzione di definizioni, del tipo Consiglio delle Autonomie locali piuttosto che Conferenza oppure Assemblea legislativa piuttosto che Consiglio regionale, per andare oltre l'inserimento di leggi negli ambiti territoriali e unioni dei comuni, così come previsti nella legge regionale n. 21 del 2012.
Crediamo che sia l'occasione per introdurre novità e migliorare gli strumenti per la sicurezza sul territorio regionale. È per questo che ci siamo adoperati per proporre risoluzioni ed emendamenti - a tal proposito ringrazio il relatore, collega Ferrari, che li ha condivisi (l'ho appena appreso) -, una sorta di "pacchetto sicurezza" che, come gruppo della Lega Nord, proponiamo affinché si superino alcune criticità e vi sia la disponibilità di informazioni utili agli agenti ed ai corpi di polizia nello svolgimento delle loro funzioni. Innanzitutto, occorrono informazioni disponibili, inserite in banche dati che siano consultabili e alimentate dagli addetti ai lavori. Per questo, abbiamo presentato un emendamento che imponga alla Giunta di realizzare un sistema informatico per la raccolta e lo scambio delle informazioni inerenti alle attività di polizia locale. In tal senso, avevamo pensato a Lepida SpA, che è la società che gestisce le reti telematiche regionali, e a R3, che, per l'appunto, dovrebbero connettere tutti gli enti pubblici, tra cui anche quelli attualmente non connessi, quali scuole, aziende pubbliche, questure, carabinieri, eccetera. Sarebbe, infatti, opportuno che tutti gli operatori per la sicurezza potessero implementare dati e condividere informazioni che dettaglino il territorio (contravvenzioni, sanzioni, tipologie di infrazioni e reati, eccetera).
Proponiamo, inoltre, attraverso un ulteriore emendamento al progetto di legge, e proprio per far funzionare il sistema delle banche dati e informazioni, che gli enti locali trasmettano al servizio regionale competente i dati e le informazioni inerenti alle proprie strutture di polizia locale.
Abbiamo proposto, inoltre, un ordine del giorno, condiviso da tutti, per superare le disposizioni nazionali che limitano agli agenti il trasporto di armi in dotazione, qualora essi risiedano o si debbano spostare su territori comunali diversi da quelli dove svolgono la propria attività. Sarebbe, infatti, norma di buonsenso che gli agenti potessero trasportare l'arma di servizio nei tragitti e spostamenti che avvengono quantomeno nell'ambito regionale. Abbiamo appreso che, in passato, la Regione Emilia-Romagna aveva avanzato questa proposta a livello statale e, non avendo sortito alcun risultato, crediamo sia opportuno ribadirlo nuovamente con maggiori speranze di efficacia.
Da ultimo auspicheremmo la creazione di un punto di osservazione, che potremmo definire "osservatorio della sicurezza". La proposta si basa sul modello della Regione Friuli che, a quanto pare, in tema di sicurezza è una regione da prendere in considerazione. Proponiamo, in conseguenza alla raccolta e circolazione tra gli addetti ai lavori di dati sulla sicurezza, di istituire un osservatorio che analizzi e selezioni i dati. Nella risoluzione proposta ne abbiamo fatto un elenco che - lo sottolineiamo - vuole essere esemplificativo e non esaustivo. Sarebbe, infatti, auspicabile poter disporre di dati relativi a fenomeni di devianza, emarginazione, bullismo, consumo e spaccio di sostanze stupefacenti, usura, reati contro il patrimonio, immigrazione clandestina, eccetera.
Si tratta di proposte attuabili a livello regionale, consapevoli che la materia è fortemente compressa dalla normativa statale, che ovviamente limita la possibilità di intervenire efficacemente sulla riforma della polizia locale.
In un corretto percorso federalista e di autogoverno del territorio, dovrebbero potersi definire le direttive fondamentali per un servizio pubblico che auspichiamo sia il più vicino possibile alle esigenze e alla sicurezza dei cittadini.
Queste sono alcune delle ragioni principali per le quali la Lega Nord ha giudicato troppo blanda e dei meri adeguamenti formali la proposta avanzata dalla Giunta, e confidiamo che la nostre proposte possano essere approvate, proprio per dare nuovi impulsi e strumenti agli operatori e, conseguentemente, aumentare il livello di sicurezza sul territorio regionale.
Giudichiamo, infine, positivamente la possibilità per le unioni di comuni di stipulare convenzioni con le associazioni di volontariato, nell'ottica di un maggiore coinvolgimento dei cittadini nella gestione della sicurezza.
Il problema della sicurezza sicuramente nella nostra Regione è più attuale che mai, e rappresenta una delle emergenze maggiormente sentite dai cittadini emiliano-romagnoli. È per questa ragione che bisogna concentrare tutti i nostri sforzi per una riforma radicale della polizia amministrativa locale, per un sistema integrato di sicurezza davvero funzionante e per un corpo formato da operatori che siano davvero i custodi del territorio, un corpo non più oberato da burocrazie elefantiache, ma libero di agire e di muoversi in maniera snella ed efficace per il bene comune ed in sinergia con gli stessi cittadini. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente.
Un breve intervento su questo oggetto, perché, inizialmente presentato come una semplice legge di modifica per adattarlo alla legge n. 21 del 2012, in realtà, strada facendo, si è palesata invece la volontà di rivedere un po' tutta la normativa sulla polizia locale, cosa senz'altro utile ed opportuna, visto che sono passati più di 10 anni dalla prima formulazione, ma certamente non si è trattato, ripeto, come all'inizio sembrava, di un semplice aggiustamento dovuto alla legge sul riordino territoriale.
Obiettivamente, ci aspettavamo - e credo di interpretare il pensiero di molti colleghi, forse anche della maggioranza - certamente un progetto di legge che fosse, in qualche modo, più condiviso, più discusso, più conosciuto dai diretti interessati o dagli stakeholder della materia. In realtà, dall'udienza conoscitiva è emersa una discussione molto ampia e articolata, a dimostrazione che, forse, tutta quell'opera di condivisione che pensavamo fosse stata fatta precedentemente, in realtà, non si era svolta o comunque non in maniera così compiuta come pensavamo.
Fatta questa premessa, però, devo dire che alcune questioni sono state recepite proprio da ciò che è emerso nell'udienza conoscitiva, e questo non può che essere accolto con favore. Mi riferisco, ad esempio, alla disciplina che riguarda le calamità naturali e, nel caso di specie, speriamo non più prevedibili e non più questioni legate al terremoto, però, in quel momento, si è notata una certa criticità di manovra dei corpi di polizia, criticità che è stata evidenziata in udienza conoscitiva, alla quale è stato posto rimedio con gli emendamenti successivi.
L'altra questione forse non fondamentale, ma certamente in linea con la moda attuale, è la previsione di una apposita app per la polizia municipale, attraverso la quale i cittadini, chiunque si trovasse ad avere bisogno della polizia municipale in qualsiasi comune, usufruendo di questa possibilità entra immediatamente in contatto con la polizia locale di quel comune, cosa che avviene attraverso i numeri noti per i carabinieri e per la polizia, ma che non avveniva per la polizia municipale. Senz'altro si tratta di una cosa opportuna, prevista, se non erro, dall’articolo 12, comma 4.
L'ultima questione che voglio sottolineare, in questo mio breve intervento, è relativa all'ormai nota cornice che questa Regione si è data, condivisibile o meno, opportuna o meno, di razionalizzare, di unificare e di accentrare il più possibile fra i vari comuni della nostra Regione determinati servizi, determinate funzioni e determinate attività. L'intento può essere anche encomiabile, in questi casi si tratta sempre di misurare "l'autoritarismo" della Regione rispetto alla libertà dei singoli comuni di capire l'importanza di aderire a queste possibilità.
Per quanto riguarda la disciplina dei corpi di polizia municipale, per cui si prevede il mantenimento di questa qualifica solo in caso di accorpamenti, tranne i casi dei capoluoghi di provincia o delle province stesse, ebbene, questa normativa, sicuramente creerà qualche screzio istituzionale, che tuttavia sarà lenito dalla previsione della normativa transitoria che prevede di lasciare le cose come stanno e fare un monitoraggio attento entro il 2017, e da lì prendere i provvedimenti opportuni anche di accorpamento.
Oggi mi pare che questa disciplina, così come prevista, sia molto rigida. Mi auguro che questo monitoraggio fino al 2017 dia tempo alla Regione di valutare, senza lasciare sfogo a qualsiasi campanilismo, le opportune necessità dei Comuni e di prevedere un ulteriore aggiustamento in base alle modifiche che dovesse subire la legge nel corso di questi anni.
Si tratta, quindi, di una legge che ci aspettavamo più condivisa, più discussa prima, che sicuramente presenta, dal nostro punto di vista, alcuni aspetti positivi; ci sono alcune remore che però possono essere superate dal regime transitorio, e credo che per questo motivo il nostro atteggiamento sarà sicuramente benevolo nell'approvazione di questa legge. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi. Non essendoci altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Comunico che sono pervenute undici proposte emendative, di cui due a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi. Gli altri nove emendamenti sono a firma del consigliere Favia. Come riferito dal relatore Ferrari nella sua relazione, è stato presentato anche un ordine del giorno a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini, Corradi, Ferrari, Carini, Moriconi, Alessandrini, Lombardi, Pollastri, Aimi, Alberto Vecchi e Mori.
Prima di dare inizio all'esame dell'articolato, do la parola alla Vicepresidente della Giunta Saliera affinché chiuda il dibattito generale. Chiedo scusa, ma non avevo visto che aveva chiesto di intervenire. Prego.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
Intervengo molto brevemente per sottolineare alcuni aspetti. Innanzitutto, il regime transitorio sottolineato nei vostri interventi ha la funzione di tarare e registrare in questo periodo, insieme alla applicazione della fase operativa della L.R. n. 21 di riordino, come di pari passo possono andare le cose e valutare, di volta in volta, le casistiche su cui ragionare al fine di capire se vi sono situazioni che meritano una riflessione più forte.
Guardiamo altri aspetti quali prevenzione e crimine organizzato: "è prevenzione" e naturalmente non c’è sovrapposizione nel tema del contrasto diretto dal momento che si tratta di educazione alla legalità. Un punto di informazione, quindi, molto forte sul territorio a livello di informazione e di integrazione delle politiche.
Sulla scuola interregionale il consigliere Pollastri ha evidenziato alcuni aspetti. In questo caso siamo in presenza di un rafforzamento per la formazione dal momento che la stessa viene resa possibile grazie ad una tempistica diversa da ciò che era previsto all’origine dalla L.R. n. 24. Infatti, avendo meno richieste di "prima formazione" in quanto i Comuni hanno meno possibilità di assunzione, si riesce adesso, con una organizzazione efficiente ed efficace, ad ottenere risultati diversi e compatibili con questa nuova formulazione. A riprova di quanto sto asserendo ho i dati della scuola relativi a tutte le attività - che se vuole posso leggere o consegnare - dai quali emerge come la scuola prosegua nella continuità dei dati e della tipologia di formazione che avevo citato. Dunque, sostanzialmente, posso affermare che l’insieme delle modifiche sono coerenti con la L.R. n. 21, anche se abbiamo sottolineato alcuni aspetti innovativi che è giusto evidenziare visto l’avanzare delle tecnologie. Ad esempio, "Pronto Polizia Locale" un po’ di anni fa non era neanche pensabile! Ed invece oggi, questo collegamento diretto tra la chiamata del cittadino e la Polizia Locale sta a simboleggiare l’avvicinamento del cittadino all’istituzione. E questo può accadere per una emergenza, per una necessità, ma anche per segnalare la presenza di una buca su una strada o evidenziare che c’è qualcosa che non va, sia all’interno del proprio Comune di residenza, sia in tutti gli altri Comuni italiani. Non solo, ma c’è anche la possibilità, quando si è all’estero, di chiamare chi è deputato all’emergenza.
Sono, pertanto, meccanismi che nella modifica della Legge regionale n. 21 abbiamo dovuto tenere in considerazione. E le dicevo come, anche per una forma di educazione alla legalità conseguente alle leggi che abbiamo approvato nel corso di questa legislatura, c’è questo ruolo che non deve prendere il posto delle forze dedite all’ordine pubblico, ma formare gli operatori della Polizia Locale ad avere alta l’attenzione sui fenomeni di "rete di informazione"; ad esempio, cambi di residenza ed altro.
La discussione è avvenuta nelle sedi opportune sia con i Comandanti che con i sindacati, è avvenuta anche con gli Enti Locali e credo che il lavoro svolto dal relatore insieme all’Ufficio abbia prodotto una serie di miglioramenti che hanno migliorato il testo di legge.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, vicepresidente Saliera.
A questo punto procediamo con l’esame dell’articolato.
Art. 1.
Dichiaro aperta la discussione generale e chiedo se vi sono interventi a riguardo. Non ravvisando richieste di parola dichiaro chiusa la discussione generale ed apro la fase delle dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’art.1.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 1 è approvato.
Passiamo all’art. 2.
Dichiaro aperta la discussione generale e chiedo se vi sono interventi a riguardo. Non ravvisando richieste di parola dichiaro chiusa la discussione generale ed apro la fase delle dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’art.2.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L'art. 2 è approvato
Dichiaro aperto il dibattito sull’art. 3, al quale è abbinato l’emendamento 3 a firma del consigliere Favia. Ricordo che il tempo per ogni singolo intervento è di complessivi cinque minuti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente.
Gli emendamenti presentati dal consigliere Favia sono puntualmente pervenuti all’ultimo istante, come peraltro succede regolarmente. Come è stato ribadito anche in altre occasioni, ritengo che non ci sia il tempo per una valutazione puntuale sotto il profilo tecnico-giuridico come invece un emendamento, specialmente se piuttosto corposo, richiederebbe. Credo, oltretutto, che operare diversamente sia anche poco rispettoso del lavoro che ognuno di noi deve svolgere, sebbene ciò sia solo un inciso.
Spiace che siano giunti così tardivamente rispetto ad altri emendamenti o suggerimenti, perché in caso contrario avremmo potuto esaminarli ed accoglierli. In questo caso non siamo nella naturale e normale possibilità di valutarli e di poterli accogliere o confutare. Lo ripeto: ci spiace perché sarebbe stata una occasione, come sempre accade quando si approva una legge, per accogliere quei suggerimenti e quelle integrazioni che servono per partorire una legge migliore rispetto al testo di base. Per questo motivo - anticipando il mio pensiero anche per altri emendamenti ricadenti nella stessa condizione e che il presidente richiamerà - gli emendamenti presentati dal consigliere Favia saranno respinti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Consigliere Ferrari, ma cosa sta dicendo? Lei segue i Consigli regionali? Come si permette di dire "che regolarmente accade questo"? Con quali numeri e dati fa queste affermazioni? Abbia rispetto del lavoro che svolgono i consiglieri! Può succedere che si presentino emendamenti in Aula, ma guardi il numero di atti amministrativi di leggi e il lavoro che io personalmente svolgo in commissione! Io non sono presente in tutte le commissioni, non ho quattro polmoni, dieci bocche e quindici braccia, per cui volendo fare il mio lavoro fino in fondo sono costretto a terminare i miei lavori la sera tardi e a produrre i relativi risultati in Consiglio regionale. Fino a prova contraria questo Consiglio regionale non è svuotato della possibilità di produrre materiale giuridico anche in seno alla discussione in Aula. Diversamente, saremmo chiamati solo a ratificare quello che viene fatto in commissione. Se non ci sono le capacità per affrontare in Aula delle questioni specifiche e capirle sotto il profilo del diritto amministrativo, è un’altra questione. Oppure, legittimamente, si può dire "non me la sento, in breve tempo, di approvarli". Ma è un’altra cosa rispetto al dire "puniamo il consigliere Favia perché regolarmente arriva con gli emendamenti in Aula!"
Chiedo un minimo di rispetto. Peraltro, su alcuni emendamenti posso anche capirlo; ma su altri, francamente "no" visto che sono di una facilità assoluta. Se questa metodologia di lavoro non va bene, consigliere Ferrari, si cambia Regolamento. Ma il Regolamento consente la possibilità di presentare emendamenti in Aula anche durante la discussione generale. Non ci posso fare niente e mi attengo al Regolamento! Mi scusi se ho il vizio di lavorare anche su temi di competenza di commissioni delle quali non risulto iscritto, ma il mio senso del dovere e l’essere portavoce eletto dai cittadini mi impone di fare anche questo.
Venendo al punto: sempre nell’ottica di rafforzare uno di quei punti forti della legge, ovvero uniformare il più possibile le attività dei Corpi di Polizia Municipale, proponiamo una modifica formale di scrittura in modo tale che si impedisca la possibilità di elargire contributi ai Corpi di Polizia Locale che non rispettano le normative regionali. Se vogliamo andare nella direzione di una certa uniformità, dobbiamo essere drastici ed incentivare solo quei Corpi di Polizia Locale che decidono di seguire le linee guida che, come Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, ci diamo. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Dichiaro chiusa la discussione generale ed apro la fase delle dichiarazioni di voto da rendere congiuntamente sull’emendamento e sull’art. 3.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 3 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 3 è approvato.
Passiamo all’art. 4. Non ci sono emendamenti.
Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 4 è approvato.
Passiamo all’art. 5.
Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 5 è approvato.
Passiamo all’art. 6.
Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 6 è approvato.
Passiamo all’art. 7, sul quale insistono due emendamenti:
l’emendamento 4 a firma del consigliere Favia;
l’emendamento 1 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
Apro il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà. Ha cinque minuti.
FAVIA: Grazie, presidente. In questo passaggio vi è la previsione di un numero gratuito per rivolgersi alla Polizia Municipale. Per questo prima mi riferivo al collega Lombardi quando lo citava. Vi è una differenza dal sistema di telefonia pensato che di fatto trasferisce le chiamate, che comunque è già buona cosa, previsto nella legge e che veniva citato nell’intervento del consigliere Lombardi, a un numero gratuito. Non è possibile che oggi il cittadino, che di fatto è parte dello Stato e nella tutela dell’ordine pubblico deve collaborare con le istituzioni preposte a garantirlo, debba pagare per fare una segnalazione. Questo è un disincentivo. Spesso si trovano poi le musichette d’attesa, i numeri automatici e intanto il credito cala. Non è una provocazione dire che oggi per alcune fasce di popolazione fare anche una telefonata a pagamento può essere un problema. Noi crediamo che questo tipo di servizio, almeno per quanto concerne le segnalazioni e i comandi operativi debba essere gratuito. Le possibilità ci sono. Oggi esiste il numero unico per le emergenze che si sta creando, si possono creare delle convenzioni, abbiamo fatto degli approfondimenti tecnici e questo oggi è possibile. Altre Regioni ci stanno lavorando, lo stanno prevedendo e credo che un numero non a pagamento per le segnalazioni che il cittadino svolge spesso con lunghe attese, alla Polizia Municipale sia il minimo che uno Stato civile possa garantire.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere relatore Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. Per quello che riguarda l’emendamento Favia è nostro parere che non vada accolto. Mi permetto solo di aggiungere che rispetto a quanto questo provvedimento di legge ha inserito, oggi consentiamo ai cittadini che vogliono e possono di entrare in relazione con la Polizia Municipale. Certo, non siamo in grado di garantire un costo zero, anche se credo che gli uffici di Polizia Municipale siano più solerti di quanto è stato detto nell'intervento, e mi pare che sia un passaggio importante tenuto conto della frammentazione naturale che c’è sul territorio nel caso in cui si parli di Polizia Municipale e non di un possibile numero unico che riguarda invece tutto il territorio nazionale. Quindi secondo me abbiamo fatto un notevole passo in avanti e sono certo che i cittadini apprezzeranno molto questa novità che consente, oltre al resto, nel caso di emergenza vera e necessità forte, di essere puntualmente individuati rispetto alla collocazione in cui una persona si trova.
Accogliamo invece l’emendamento del consigliere Manfredini perché, come ho già detto nella relazione introduttiva, questa proposta di realizzare un sistema informatico per la raccolta e lo scambio di informazioni relativo alla polizia locale va sicuramente nella direzione di rafforzare e far crescere una rete e un’opportunità di scambio e di informazioni di notizie di cui certamente la Giunta regionale e il servizio dedicato potrà avvalersi per migliorare la qualità complessiva della risposta e del servizio ai cittadini.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.
Non ci sono altri iscritti a parlare, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto congiunte sui due emendamenti e l’art. 7. Non ci sono interventi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 4 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7, così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 7 è approvato.
Apro la discussione generale sull’art. 8. Su questo articolo non insistono emendamenti. Chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 8 è approvato.
Apro la discussione generale sull’art. 9 Su questo articolo insiste l'emendamento 2, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
Apro il dibattito sull’art. 9 e relativo emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. Anche questo emendamento viene accolto. Il 6 bis recita così: gli enti locali trasmettono al servizio regionale competente i dati e le informazioni inerenti le proprie strutture di polizia locale secondo le modalità definite dalla Giunta regionale e stanno dentro a quel principio dove la raccolta dei dati e la miglior circolarità delle informazioni e lo scambio hanno come obiettivo di disporre del maggior numero possibile di dati per poter dare ai servizi la facoltà di meglio esercitare un importante e delicato servizio come quello della Polizia Municipale.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.
Non ci sono altri interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ho richieste di interventi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9, così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 9 è approvato.
Art. 10.
Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ho richieste di interventi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 10 è approvato.
A questo punto passiamo all’art. 11 su cui sono stati presentati due emendamenti, il 5 e il 6, entrambi a firma del consigliere Giovanni Favia.
Apro il dibattito generale sui due emendamenti e sull’art. 11.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Abbiamo un bel da fare campagne per diffondere e migliorare l’immagine della Polizia Municipale in Regione se poi delegittimiamo tale ruolo facendogli fare ruoli che non sono quelli che dovrebbe svolgere una persona formata per essere un agente di Polizia Municipale. Vedere degli agenti di Polizia fare gli autisti per scuolabus, i custodi, oppure, tre ore il giardiniere e tre ore l’agente di Polizia, sono cose che confondono i cittadini. Noi prevediamo, perché sappiamo che con questi cavilli si permette il raggiro della legge, che l’agente di Polizia faccia l’angente di Polizia. Provate a far fare a un poliziotto il giardiniere, il custode o qualche altra cosa. L’agente di Polizia deve fare quello, per cui i Comuni per fare altro si attrezzeranno con altro personale. Ma se noi vogliamo dare credibilità alla figura dell’agente di Polizia Municipale non dobbiamo nemmeno occasionalmente prevedere che possa svolgere altre mansioni.
L’altro emendamento riguarda invece il numero delle persone con cui si svolgono gli incarichi dati agli agenti di Polizia. Noi diciamo che questo non debba mai scendere al di sotto di due operatori. Mandare un agente da solo è pericoloso per l’agente e per il cittadino, in più senza adeguati strumenti di difesa, con radio che possono non funzionare e quant’altro. La legge dell’Umbria tende a garantire maggiore sicurezza. Ricordiamo che ci sono comandi con cento o più unità che mandano agenti da soli a svolgere delle mansioni, quindi noi chiediamo che sia importante che l’agente di Polizia Municipale sia sempre accompagnato perché si può trovare in situazioni, anche impreviste, dove c’è bisogno assolutamente di non essere da soli. Questo, ripeto, per la sicurezza dell’agente stesso e anche e soprattutto per la sicurezza dei cittadini.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Non ci sono altri interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni sempre sui due emendamenti più l’art. 11.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà. Ha cinque minuti.
MANDINI: Grazie, presidente. Solo per chiarire che gli emendamenti del consigliere Favia mi sembrano improntati a un grande buonsenso sia per quel che riguarda il ragionamento delle mansioni che gli operatori della Polizia Municipale devono svolgere che io ritengo siano sempre più, e in questo senso questo progetto di legge coglie l’aspetto, integrate nei servizi di ordine pubblico sul territorio perché sono le persone più indicate a conoscere le specifiche e singole realtà di ogni nostra comunità. Perciò se questo è uno dei compiti principali, e a mio avviso lo deve essere, non possono essere distolti per nessun altro tipo di funzione e io ritengo corrette le osservazioni del consigliere Favia, come le ritengo corrette anche sotto l’aspetto di garantire la sicurezza sia agli operatori sia ai cittadini evitando che gli operatori svolgano servizi personalmente come singola figura. Certo, se devono andare a smistare un incrocio perché si è formata una colonna di auto per un incidente il discorso cambia, ma ovviamente faccio riferimento a tutti quei servizi che possono implicare operazioni di pubblica sicurezza collegati alla criminalità e quant’altro. Non possiamo lasciare sempre al buonsenso di chi organizza le squadre e di chi organizza il servizio queste valutazioni. Credo che qui lo dobbiamo sancire nella legge, per cui mi auguro che vengano accolti questi emendamenti. Io personalmente li sostengo. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. Per quello che riguarda l’intervento del consigliere Mandini, con riferimento agli emendamenti che sono stati presentati dal consigliere Favia, già la legge quadro nazionale prevede che occasionalmente gli agenti possano essere destinati ad altri compiti, quindi questo è già assolutamente normato, così come la nostra legge regionale prevede la tutela nel senso che veniva indicato, per cui siamo in linea e siamo dentro un quadro nazionale. Per quello che riguarda invece lo svolgimento di compiti e l’organizzazione più specificatamente di competenza dei Comuni, tante volte ribadiamo che dobbiamo lasciare a chi è vicino ai cittadini questa scelta e la scelta di organizzare in autonomia il lavoro dei propri collaboratori dipendenti è lasciato al regolamento comunale. Mi pare che questo sia un modo per rispettarlo e il nostro compito è certamente quello di dare una cornice puntuale sulle linee generali, ma nell’organizzazione puntuale e specifica credo che sia un dovere di chi detta le norme generali lasciare anche un po’ di autonomia a chi poi deve applicarla nel concreto sul territorio, ed è esattamente quello che anche la nostra legge in questo caso prevede puntualmente. Quindi, come ho già detto prima, gli emendamenti, per quello che mi riguarda, vanno respinti per le motivazioni che ho già detto, ma anche nel merito credo che siamo assolutamente in linea con quello che questa legge vuole e voleva rappresentare.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.
Non ci sono altri interventi, per cui chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 5 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 6 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 11 è approvato.
Art. 12. Su questo articolo insistono due emendamenti, il 7 e l'8 presentati dal consigliere Favia.
Apro il dibattito generale sull’art. 12, sull’emendamento 7 e sull’emendamento 8 a firma del consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Questo riguarda la figura del comandante. È una figura estremamente delicata, importante e non bisogna derogare al fatto che questa figura sia attribuita esclusivamente a persone di comprovata esperienza nel settore. Non può finire in mano a dirigente dell’ente del Comune. Quindi i due emendamenti fanno sì che questa figura nasca in ambito operativo e non sia, pur temporaneamente, un dirigente comunale.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Non ci sono altri interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto congiunta sui due emendamenti e sull’art. 12. Nessuno si è prenotato, per cui chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 7 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 8 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 12 è approvato.
A questo punto abbiamo un emendamento, che è l’emendamento 9, istitutivo di un nuovo articolo, ed è sempre a firma del consigliere Favia. Metto in discussione generale l’emendamento 9.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Con questo emendamento vogliamo semplicemente mettere in condizione i lavoratori di poter avanzare di carriera adeguatamente. Oggi con la riforma Brunetta, a differenza di quello che accade nelle forze di polizia nazionale, il personale di categoria C e D per poter progredire di livello deve conseguire una laurea almeno triennale (parlo della situazione della Polizia Municipale). L’emendamento prevede che la Regione con apposite convenzioni con l’Università - sono tutte misure che non hanno una ricaduta in merito ai costi e all’onerosità - potrà permettere a chi è interessato di seguire corsi universitari al fine di poter conseguire il titolo che consenta di accrescere le competenze e conseguentemente di progredire di carriera per effettuare anche un migliore servizio.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Siamo sempre in dibattito generale sull’emendamento 9. Non ci sono altri iscritti, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi, per cui chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 9 è respinto.
A questo punto passiamo all’art. 13, su cui insiste l'emendamento 10, a firma del consigliere Favia.
Metto in discussione generale quindi l’art. 13 e l’emendamento 10.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Dobbiamo dire due cose. Innanzitutto che c’è bisogno di uniformare i corpi di Polizia Municipale della regione. L’abbiamo detto e stradetto ma dobbiamo metterlo con più cogenza all’interno della legge, e questo anche a livello estetico e di immagine verso il cittadino. Con l'emendamento quindi lavoriamo sulla tipologia definendo anche i periodi invernali ed estivi che ovviamente differenziano per divisa e per vestiario, ma soprattutto andiamo a essere rigorosi verso quei Comuni che non si attengono alle linee guida. Anche qui sono interventi di buonsenso ma se vogliamo veramente lavorare superando i confini comunali, che sono confini ristretti, per potenziare questo strumento importante che è quello delle Polizie Municipali dobbiamo, come Regione, essere chiari e lavorare sull’uniformità ma soprattutto chiari anche nelle forme di rigore e di controllo che svolgiamo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Non ci sono altri interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto su emendamento e articolo. Non ci sono interventi, per cui chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 10 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 13.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 13 è approvato.
A questo punto apro la discussione generale sull’emendamento 11, presentato dal consigliere Favia, istitutivo di un nuovo articolo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Leggo l’emendamento, che può sembrare banale ma purtroppo c’è bisogno di scrivere queste cose perché non è la normalità.
"La Giunta regionale stabilisce, previa intesa con il Consiglio delle Autonomie locali e tenendo conto dell’evoluzione tecnologica di tessuti e fogge, l’introduzione obbligatoria per gli addetti alle funzioni di Polizia locale, di divise tecniche atte a garantire agli operatori maggiore efficienza e un più elevato livello di comfort, nonché semplicità di lavaggio e di manutenzione dei capi. È consentito l’uso di divise non tecniche esclusivamente per ragioni di rappresentanza o, comunque, per particolari finalità e funzioni".
Succede che oggi abbiamo un numero incredibile di agenti che si lamenta della divisa e della tipologia di vestiario che devono portare, che li espongono a volte anche a situazioni ridicole. Basterebbe un po’ fare le cose con la testa per risolvere questi problemi, e quindi c’è stato bisogno di un emendamento in tal senso perché oggi purtroppo la realtà fotografa questo problema. Non c’è anche in questo caso - sono molto attento al tema dei costi - un problema di tipo economico perché la divisa, detta drop, di rappresentanza costa il doppio di una "tuta operativa" e lo stesso vale per gli altri capi, quindi l’amministrazione alla lunga, visto anche il ricambio degli stock, andrebbe a risparmiare. Però anche in questo caso è svilente per un operatore trovarsi in queste situazioni, avere capi che magari quando fa caldo tengono troppo caldi o quando c’è freddo non riparano come dovrebbero. Cerchiamo di uniformare e di fare delle cose fatte bene come avviene nei paesi civili.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Non ci sono altri interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi, per cui chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 11 è respinto.
A questo punto passiamo all’esame dell’art. 14, su cui non è stato presentato alcun emendamento.
Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il consigliere Favia.
FAVIA: Grazie, presidente. Ha messo in votazione l’intero provvedimento o solo l’articolo?
PRESIDENTE (Costi): Siamo al dibattito per dichiarazione di voto sull’art. 14.
FAVIA: Scusi, mi ero un attimo perso. Per questo avevo annullato la richiesta.
PRESIDENTE (Costi): Non ci sono problemi, consigliere.
Non ci sono interventi, per cui chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 14.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 14 è approvato.
Passiamo all’art. 15.
Apro il dibattito generale sull’art. 15. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi, per cui chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 15.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 15 è approvato.
Passiamo all’ultimo articolo, l’art. 16.
Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi, per cui chiudo le dichiarazioni di voto. Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 16.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’art. 16 è approvato.
A questo punto apro le dichiarazioni di voto relativamente al progetto di legge, così come emendato, in modo congiunto all’ordine del giorno, oggetto 4151/1, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini, Corradi, Ferrari, Carini, Moriconi, Alessandrini, Lombardi, Pollastri, Aimi, Alberto Vecchi e Mori.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà. Ha cinque minuti.
FERRARI: Grazie, presidente. Per quello che riguarda l’ordine del giorno che veniva richiamato, l’ordine del giorno è collegato al provvedimento che ci apprestiamo a votare e riprende quanto a suo tempo la Regione aveva già chiesto agli organi centrali, al Ministero, cioè la possibilità per gli agenti di Polizia Municipale e Provinciale di portare la pistola anche al di fuori degli ambiti all’interno dei quali queste figure di Polizia operano, quindi al di fuori dei Comuni, dei territori provinciali o delle unioni di Comuni. Crediamo che sia un elemento significativo per garantire sul territorio una maggiore presenza, come suggeriva il proponente, il collega Manfredini, e capacità operativa anche per chi si trovasse ad incorrere in situazioni dove la presenza di un operatore di polizia fosse necessaria e per questo motivo questo provvedimento, proposto dalla Lega Nord, è stato poi condiviso anche da altri gruppi, compreso il Partito Democratico e il PDL.
Per quello che riguarda il provvedimento nel suo insieme, che andava sicuramente approvato alla luce di quanto la legge 21/2012 sul riordino territoriale prevedeva, credo che inserisca due elementi, tra gli altri, che mi piace rimarcare annunciando voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, cioè quello della valorizzazione del personale di Polizia Municipale in operazioni di protezione civile. Lo abbiamo visto da ultimo nell’emergenza del terremoto dell’anno scorso che gli operatori di Polizia Municipale sono importantissimi e devono essere in qualche modo ricompresi nel sistema di risposta che la Regione Emilia-Romagna si è data in tema di protezione civile. Qui l’abbiamo accolto come impegno generale e ci sarà poi, come abbiamo avuto modo di dire anche con l’assessore Gazzolo con altre competenze all’interno della Giunta, di riprendere questo tema e di prevedere puntualmente la miglior valorizzazione degli operatori di Polizia Municipale.
Credo che questo sia sicuramente un elemento importante per quello che riguarda i nostri già ottimi agenti presenti sul territorio. Il secondo elemento era quello che veniva richiamato prima, cioè come una persona in difficoltà possa o debba poter entrare in contatto con le Polizie Municipali dei diversi territori. Un numero unico ovviamente qui non è possibile perché il territorio è diviso in 45 diverse realtà. Questa innovazione, che potrà anche costare qualche euro a chi si rivolgerà alle Polizie locali, sicuramente è di grande utilità per essere ulteriormente in grado di avvalersi di una competenza decisiva e importantissima per il territorio anche in situazioni di emergenza o in carenza di presenza di altre forze di polizia. Quindi nell’annunciare il voto favorevole, esprimo ancora una volta l’apprezzamento per chi ha lavorato a vario titolo a questo provvedimento che ci apprestiamo a votare.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bazzoni. Ne ha facoltà.
BAZZONI: Grazie, presidente. La finalità di questo progetto di legge è di adeguare la disciplina regionale della polizia locale al nuovo assetto territoriale su cui tanto insiste la Giunta regionale e la maggioranza. Non si tratta però di un semplice adeguamento ma di un rafforzamento di tale assetto che nella pratica costringe i Comuni non capoluogo di Provincia a entrare nelle unioni senza fare distinzione tra le diverse realtà ed esigenze locali. Questo è infatti il motivo principale della nostra contrarietà perché in un’ottica molto massimalista si schiacciano gli interessi particolari per dare spazio al solito pensiero unico centrale. Chiaro è che mi riferisco essenzialmente al punto in cui questa legge rimarca la distinzione tra servizi e corpi di polizia locale. Si vogliono lasciare a secco di finanziamenti regionali i Comuni che vorrebbero tenere il corpo autonomo senza confluire nei corpi delle Unioni dei Comuni.
Per fare un esempio, un Comune a prevalente vocazione turistica non può avere in comune la Polizia Municipale con un Comune a prevalente vocazione residenziale. Siamo assolutamente contrari a questa volontà di unire realtà che hanno esigenze completamente diverse con la minaccia di non dargli più finanziamenti per una funzione di polizia municipale che diviene sempre più fondamentale per le amministrazioni locali.
Per noi si deve dare agli amministratori locali la possibilità reale di scegliere come svolgere una funzione amministrativa così importante. Il ricatto per cui se si sceglie in un modo diverso da quello prescelto centralmente (boicottare finanziariamente) è inaccettabile e speriamo che da oggi al 2017 ci si ravveda. Questa legge presenta anche altre criticità nell’individuazione dei comandanti dei corpi, nella formazione e nella troppa indipendenza dell’organico tecnico da quello politico per quanto riguarda il coordinamento a livello provinciale dei vari corpi.
Inoltre si è persa anche l’occasione di rinnovare il vecchio testo della legge 24/2003 predisponendo le polizie locali dell’amministrazione dell’Emilia-Romagna ad essere meglio in grado di acquisire ulteriori competenze. In particolare, il dilagare della criminalità e del disagio sociale di questi ultimi anni può essere contrastato, come ben condividono la gran parte degli amministratori locali, con un maggior coinvolgimento della Polizia Municipale. Quando questo allargamento di competenza verrà imposta della legge nazionale in Emilia-Romagna saremo impreparati. Indubbiamente opportuna invece è stata la modifica della normativa in caso di calamità naturali. Per tutti questi motivi il nostro gruppo voterà contro il provvedimento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bazzoni.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Sul dispositivo e sulla proposta di legge noi non abbiamo nulla da rilevare. Abbiamo partecipato all’iter in Commissione e condividiamo sia la necessità di fondo sia i contenuti della proposta di legge.
Non condividiamo affatto però, e non ne vediamo alcuna necessità, l’iniziativa, che ahimè vedo condivisa anche da una parte di questa maggioranza, di sostenere l’ordine del giorno allegato a questa legge, non solo perché anche personalmente quando i Consigli comunali in virtù della norma nazionale che lo consentivano regolamentarono la possibilità di dotare la Polizia Municipale delle armi votammo contro, per ragioni di principio e per ragioni che qui non voglio riprendere con un’eccessiva verbosità, di tutela delle stesse persone.
Io sono convinta, e qui ci sono discussioni notevoli che si fanno sul tema della diffusione delle armi e della presenza di armi, non è che questo di per sé limita il ricorso ad azioni criminali ma espone persone che non sono preparate adeguatamente ad affrontare situazioni di questo tipo a condizioni ulteriori di pericolo. Chiedere di estendere senza licenza la possibilità di portarsi l’arma fuori dal servizio in ogni luogo del territorio regionale direi che è un concorrere alla diffusione indiscriminata dell’uso e della presenza delle armi che non riesco a comprendere e a condividere in un momento in cui anche a livello internazionale si sta discutendo d’altro in merito al rischio.
Per cui sarà un voto convintamente contrario all’ordine del giorno collegato e un voto invece convinto sul dispositivo della legge.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: Grazie, presidente. Colleghi, pochissimi secondi perché abbiamo avuto un dibattito qua, ma ci siamo ascoltati moltissimo anche in Commissione. Ho ascoltato il consigliere Bazzoni - i suoi contributi sono sempre concreti oltre che legittimi - e il suo dire mi è sembrato una cosa lunare, perché in genere la politica si critica per il fatto che la società civile va più forte della politica medesima. Noi abbiamo le istituzioni sotto quella della Regione che vanno più forte del ragionamento che lui ha fatto, perché tutti stanno cercando di mettersi insieme, perché da soli si perde, mentre insieme si può tentare di vincere. Io ho ascoltato un intervento iperisolazionista che non fa fare degli interessi né a chi difende la sicurezza né alle istituzioni né ai cittadini. Mi è sembrata una stonatura rispetto all’approfondimento del dibattito che c’è stato sempre. Lo volevo segnalare perché nel rispetto dei ruoli, delle funzioni e delle scelte che stiamo facendo nell’Aula. A me pare che con quello che è stato presentato e che votiamo, noi ci mettiamo al passo e diamo una mano a governare i processi. Non è che vengono fuori dei figli e dei figliastri; si incentiva ciò che si pensa di qualità, per dare un miglior servizio al cittadino. Se non siamo impegnati nemmeno a spiegare questa cosa, mancano i fondamentali. Grazie Presidente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Volevo rispondere innanzitutto alla collega Donini. Qui nessuno vuole fare e creare degli sceriffi o cose del genere, ma c’è anche un altro problema, collega Donini: prima una volta la Polizia Municipale veniva assunta nel territorio, nel Comune, e oggi invece abbiamo anche dipendenti che vanno al di fuori addirittura dalla Regione...
(interruzione della consigliera Donini)
Nel momento in cui superano l’ambito territoriale non possono più tenerla! Se li ferma qualcuno va finire nelle grane. Questo è il punto!
(interruzioni)
Quello è il suo pensiero, però c’è questa esigenza di queste persone che chi purtroppo abita al di fuori dell’ambito territoriale tutti i giorni è sotto strozzo. Si può vivere in questo modo? Io dico di no. C’è stato un tale in Germania che mi pare abbia dato la multa al Papa perché non aveva la cintura, per cui un qualche cretino c’è sempre e allora bisogna togliere questi problemi. Questo è il discorso. È solo un fatto di andare incontro al loro lavoro e poi a tutti gli effetti potrebbe anche servire perché questa gente è gente esperta che ogni quattro mesi va a fare esercitazione di tiro. Non è che si dà a un bambino. Provi a informarsi. Vanno obbligatoriamente a lezioni al tiro e devono sparare circa 200 colpi ogni quattro mesi. Quindi questa è gente che spara oltre 1000 proiettili al bersaglio in anno. Oggi come oggi, visto che le cose sono cambiate, perché la sicurezza non c’è più, credo che questo sia un supporto maggiore da poter avere. È chiaro che qui non possiamo decidere, perché deciderà il Ministero dell’Interno.
Ringrazio anche la maggioranza che ha accettato i nostri emendamenti e che ha portato un grande contributo sull’informazione dei dati, e la proposta della banca dati era una cosa necessaria per poter operare. Ho citato un’altra regione che è all’avanguardia e oggi come oggi possiamo dire che siamo al passo di quella regione. Voteremo sicuramente l’ordine del giorno e chiaramente ci asterremo sul provvedimento, anche perché avevo chiesto di fare qualcosa in più ma mi hanno detto che non era possibile. Comunque con qualcosa ci si è venuti incontro e per questa ragione moralmente condivido personalmente la legge, però politicamente dobbiamo astenerci per il fatto che potevamo fare cose maggiori per avere più sicurezza e anche per loro stessi ma purtroppo non è stato possibile.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno oggetto 4151/1, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini, Corradi, Ferrari, Carini, Moriconi, Alessandrini, Lombardi, Pollastri, Aimi, Alberto Vecchi e Mori.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’ordine del giorno è approvato.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione la presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
36
Assenti
14
Favorevoli
26
Contrari
--
Astenuti
10
PRESIDENTE (Costi): Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Non essendo apparso nel tabellone elettronico, vorrei ribadire il voto di astensione.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Comunque ho la stampa della votazione, per cui ribadisco che sono 36 presenti, 36 votanti, 26 favorevoli, nessun contrario e 10 astenuti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Montanari. Ne ha facoltà.
MONTANARI: Grazie, presidente. Io ho premuto ma non sono sicuro che sia venuto fuori, perché vedo tutto chiaro. Siccome ero per il sì e l’ho anche dichiarato nel mio intervento, chiedo di apportare le correzioni necessarie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.
Il consigliere Montanari ha votato sì. Se qualche consigliere ha dubbi lo dica in modo tale che li risolviamo perché abbiamo la stampa della votazione. Facciamo una cosa, leggo il risultato leggendo i nomi dei consiglieri.
Voti favorevoli: Alessandrini, Barbieri, Carini, Casadei, Costi, Donini, Favia, Ferrari, Fiammenghi, Garbi, Grillini, Mandini, Mazzotti, Monari, Montanari, Mori, Moriconi, Mumolo, Naldi, Pagani, Pariani, Paruolo, Piva, Sconciaforni, Vecchi Luciano e Zoffoli.
Visto che c’è un qualche problema di incongruenza tra chi era presente e chi ha votato, si ripete la votazione. Chiedendo a tutti i consiglieri di votare correttamente.
Si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
38
Assenti
12
Favorevoli
26
Contrari
--
Astenuti
12
PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche alla legge regionale 4 dicembre 2003, n. 24 (Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza)».
OGGETTO 4103
Delibera: «Reg. CE n.1234/2007. Miglioramento, produzione e commercializzazione prodotti apicoltura. Approvazione del programma triennale 2014-2016 e stralcio annuale 2013-2014.» (Proposta della Giunta regionale in data 10 giugno 2013, n. 751) (133) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Politiche Economiche" ha espresso parere favorevole, nella seduta del 4 luglio 2013, con la seguente votazione: 26 voti a favore, 1 contrario, 7 astenuti.
Apro la discussione generale sull’oggetto 4103.
Ricordo che ogni consigliere ha a disposizione dieci minuti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Questo atto lo ritengo molto importante non solo perché si chiama triennale ma perché porta avanti una politica di sostegno a una produzione agricola fondamentale per il nostro territorio, fondamentale dal punto di vista economico, dal punto di vista della conservazione dell’agricoltura anche in zone particolarmente disagiate e si tratta di una pratica che infatti si svolge molto spesso in zone di montagna con delle produzioni tipiche locali per le quali anche questa regione, e in generale il nostro Paese, è un po’ all’avanguardia ed è un vanto. Poi c’è anche un ruolo di questa attività fondamentale dal punto di vista ecologico in quanto credo che si impari da piccoli che le api sono fondamentali per il processo di impollinazione, quindi di mantenimento della biodiversità a livello della flora. Tutto questo non l’ho detto solamente io ma è stato detto anche in Commissione dai funzionari che hanno presentato il progetto. Tuttavia, essendo un piano importante, che riguarda categorie molto particolari e preparate sull’argomento, ho avuto modo di chiedere in Commissione un’udienza conoscitiva che incredibilmente, nonostante l’apparente disponibilità ad approfondire l’argomento e a sentire le categorie interessate, mi è stata negata con due motivazioni una più incredibile dell’altra. Il primo accenno di resistenza è stato dire che se si perdeva tempo con un’udienza conoscitiva non si sarebbe arrivati in tempo per l’approvazione. Questo è strano perché siamo stati in Commissione il 4 luglio e la delibera è del 10 giugno, quindi c’erano tutti i tempi tecnici se davvero interessava il parere della Commissione. In seconda battuta ci è stato detto che si era già occupata la Giunta di sentire le categorie interessate e che non c’era bisogna di altri commenti e di sapere altre cose. Se uniamo questo fatto al fatto che in Commissione non si sia degnato di presentarsi l’Assessore, che guarda caso non vedo in Aula neanche oggi, evidentemente un piano triennale non è così importante per l’agricoltura. Non è che ne passino molti di piani dell’agricoltura, per cui pensavo che ci fosse il tempo per vederlo.
La realtà è che anche in questa situazione abbiamo visto come le Commissioni di quest’Assemblea e come quest’Aula siano sostanzialmente un timbrificio, per cui si viene qui, si va in Commissione, si ascolta, la maggior parte di noi non legge, me compreso, quello che passa, si vota, si alzano delle mani, non c’è nessun interesse ad approfondire e vedere se magari si può migliorare qualcosa. Stesso interesse denotato evidentemente dall’Assessore in questione, stesso interesse da parte dei commissari, perché capisco che siamo in maggioranza ma sentirsi dire da chi è intervenuto per la maggioranza che ci ha già pensato la Giunta a parlare con le categorie per cui non serve approfondire l’argomento, capisco la fiducia cieca e incondizionata, ma credo esca un po’ dal ruolo.
Per quanto mi riguarda, questo non è il mio ruolo, non credo di essere qui per guadagnarmi questo tipo di stipendio, pertanto con dispiacere verso un progetto o un argomento che mi sta a cuore ho intenzione di votare contro il provvedimento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. È un argomento molto delicato e importante. Anche io condivido col collega Defracenschi che vi è stata scarsa attenzione. Ho sempre visto l’assessore Muzzarelli in Commissione, soprattutto quando abbiamo parlato dei fondi immobiliari oppure degli istituti di credito. A differenza del consigliere Defranceschi non mi aspettavo che sull’apicoltura venisse a intervenire, però posso sicuramente credere che avesse degli impegni e capisco che un Assessore può mancare da una Commissione, e lo posso dire con tutta la scarsa simpatia politica che ho per l’assessore Muzzarelli.
Venendo al tema, ne voglio parlare perché siamo in Consiglio e la questione va affrontata. Le api sono determinanti per quanto concerne la biodiversità e la sopravvivenza della specie umana. Purtroppo sono state aggredite da un inquinamento in aumento e da utilizzo di pesticidi massivi in agricoltura. Noi dobbiamo assolutamente far sì che all’approvazione di questo piano triennale di sostegno all’apicoltura, che non ha solo una valenza economica ma anche ambientale, corrisponda un maggiore impegno di questa Regione per un’agricoltura sana, di qualità, e meno chimica. Lo dico perché recentemente negli ultimi anni, ci sono state delle morie, in particolare dovute ai pesticidi, gravissime, di questa splendida creatura e quindi bene le migliorie del piano, dobbiamo spingere ancora di più perché non solo creiamo piccola e media impresa - oggi ci sono dei consorzi che funzionano benissimo nella nostra regione e che aggregano piccoli coltivatori - ma perché c’è anche un grosso valore ambientale.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Non capisco per quale motivo se un provvedimento è fatto e scritto bene, se è un bene per la collettività, se risponde alle esigenze dei produttori, se è un provvedimento obbligato, perché si tratta di fondi europei, non deve essere votato. Mi sembra un po’ infantile dire che siccome si è fatta una richiesta, ed è stato detto di no, adesso si deve votare contro. Se è fatto bene, è fatto bene. Non è che stiamo discutendo un tema di filosofia ma un provvedimento a favore dei produttori. I produttori di miele, gli apicoltori, sono importanti intanto perché l’Italia importa la metà del miele che consuma, quindi l’incentivazione a questo tipo di produzione è sacrosanta, e dovremmo fare in modo che l’Italia sia autosufficiente, per cui non facciamo l’errore che abbiamo fatto per esempio con la bieticoltura che abbiamo cancellato e poi si è scoperto che non dovevamo farlo perché importiamo gran parte dello zucchero che consumiamo. I dietologi dicono che dovremmo consumare meno zucchero, ma questa è un’altra cosa per motivi di contributo dello zucchero all’aumento di peso della popolazione.
L’altra questione - la citava prima il collega Favia - è che le api hanno un ruolo fondamentale nell’agricoltura, nella biodiversità, perché senza le api in alcune situazioni sarebbe difficilissima la produzione ortofrutticola per il loro ruolo nell’impollinazione. Ha ragione il collega Favia sulla questione della moria di api che in parte rimane ancora non tutta spiegata, che è cessata - ho chiesto al funzionario presente durante i lavori della Commissione notizie da questo punto di vista - e sembra che questa moria fosse causata soprattutto dai pesticidi nicotinoidi, che sono stati fortemente limitati o addirittura vietati proprio per questo motivo. Quindi siamo in una situazione in cui l’aiuto ai produttori, l’incentivo alla produzione, cosa di cui si occupa questo provvedimento, svolge un ruolo fondamentale. Per citare una frase di Einstein che in Commissione ci ha ricordato il consigliere Alessandrini, egli disse che "se le api sparissero, nel giro di tre - quattro anni non ci sarebbe più l’umanità". Adesso non vogliamo scomodare in questa ora del giorno dopo tante ore dei nostri lavori l’autore della relatività, però sta di fatto che, come Regione, diamo un nostro contributo da questo punto di vista e, ripeto, se il provvedimento è giusto si vota indipendentemente da quello che è successo e indipendentemente dal fastidio e dalla stizza che qualcuno può avere, anche legittimamente, provato durante i lavori di Commissione.
Qui non stiamo discutendo un tema sul quale uno possa avere una diversità radicale di vedute, ma qui si stanno aiutando i produttori e non è che nel momento in cui aiutiamo i produttori andiamo a chiedere di che parte politica sono. È difficile trovare delle motivazioni che producono uno scontro politico su questa materia. Se ci sono delle questioni procedurali che riguardano una discussione annosa su come si convocano le udienze conoscitive, su chi le richiede, su come si fanno gli approfondimenti, c’è la Sesta Commissione sul Regolamento che ha tutta la possibilità di affrontare queste questioni una volta per tutte. Il mio invito anche al collega Defranceschi è di lasciare perdere le questioni, anche legittime, di fastidio e di stizza per quello che può essere successo durante la discussione in Commissione, ma se si condivide questo provvedimento, e faccio fatica a capire le motivazioni per non condividerlo proprio da un punto di vista dell’aiuto a chi svolge un compito produttivo così importante nella nostra economia e anche per la nostra qualità della vita, visto che si produce un prodotto che viene usato in pasticceria e anche per tante altre cose, come per esempio nella farmacopea (basti pensare a tutti i prodotti collaterali di un alveare), nella cosmesi, per cui ci sono decine di decine di modi per usare i prodotti delle api, invito i colleghi a dare un voto positivo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Mi sono peritato, a nome del mio gruppo, di intervenire per staccare la spina da questa polemica che si stava innescando sulla scarsa attenzione che si doveva a questo provvedimento. In realtà, pur non essendo io componente della Commissione Politiche Economiche, dove vedo che c’è stata una larga votazione a favore, ritengo, in una semplice ma breve considerazione personale, che questo è un programma triennale e per questo è la riproposizione di un programma - c’erano già state delle misure per favorire e potenziare la produzione e la commercializzazione - ed è, soprattutto nei territori del piacentino, una coltura che comporta una necessità di un territorio sano e ciò lo dimostra quando ci fu la moria delle api che vi erano delle problematiche anche nella produzione agricola, quindi questa integrazione di questo meraviglioso insetto, con gli elementi del gusto e della piccola produzione agricola, soprattutto anche di piccole imprese, e a Piacenza nel territorio abbiamo anche delle imprese di natura esclusivamente di donne che producono miele, ci fa dire che è importante votare - io voterò assolutamente questo provvedimento - perché sembrava che passasse un po’ silente, sotto traccia. Ricordo soltanto ai colleghi dell’Aula che alla fiera di Piacenza si tiene ogni anno Apimell, come possono confermare i consiglieri Carini e Cavalli. Mi permetto di intervenire, come ho detto, per segnare a verbale di quest’Aula che comunque è un provvedimento importante per le ragioni culturali, agricole, economiche e soprattutto di rispondenza da parte del territorio per questo tipo di coltivazione, di produzione e di commercializzazione dei prodotti legati all’apicoltura. Ho fatto questo esempio per dire che abbiamo ben presente qual è l’importanza e quindi voteremo questo provvedimento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Nessuno chiede di intervenire per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Chiudo le dichiarazioni di voto.
Confermo scrutatori i consiglieri Alessandrini e Pollastri e nomino la consigliera Serri in sostituzione del consigliere Casadei.
Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4103.
(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.
Iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno
e inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Costi): Mi è arrivata una richiesta di iscrizione all'ordine del giorno e di inversione dell’ordine dei lavori da parte del consigliere Sconciaforni, che è il primo firmatario di una risoluzione proposta da lui e dai consiglieri Mori, Donini, Monari, Naldi, Marani ed altri per esprimere la solidarietà dell’Assemblea dell’Emilia-Romagna alla Ministra per l’Integrazione Cècile Kyenge e richiesta di dimissioni per il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.
In questi casi - mi è giunta la richiesta scritta - è possibile svolgere un intervento a favore e uno contro. Sarà quindi messa in votazione prima la richiesta di iscrizione, poi l'inversione dell'ordine dei lavori.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Volevo mettere a verbale il voto favorevole al piano triennale precedente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
La sua dichiarazione è a verbale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni. Ne ha facoltà.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Chiedo di poter iscrivere questa risoluzione per gli ovvi motivi di gravità e urgenza e voglio anche dire che è stata presentata stamattina con la firma dei Capigruppo, ma siccome molti Consiglieri mi hanno chiesto di poterla sottoscrivere, ovviamente la risoluzione è aperta e anzi ringrazio i Consiglieri che l’hanno già fatto e quelli che vorranno sottoscriverla. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Per l’intervento contro ho due consiglieri iscritti, che sono i colleghi Pollastri e Manfredini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Innanzitutto non c’è questa fretta esagerata, per cui consiglierei anche di prendere fiato. In secondo luogo abbiamo una risoluzione che giace qua ferma, e ci manca solo una discussione di pochissimo, dove centinaia e centinaia di famiglie nel cratere stanno aspettando questa risposta dell’espressione della nostra Assemblea, e se il consigliere Sconciaforni e la maggioranza ritengono più importante discutere di una stupidaggine che magari può avere detto Calderoli, che ha fatto tutte le scuse e tutto quello che doveva fare, la ritengo invece una cosa di secondaria importanza rispetto a ultimare la risoluzione 3924 per questi motivi.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
A questo punto metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione all’ordine del giorno.
(È accolta a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): La richiesta di iscrizione è accolta.
Anche sull'inversione dell'ordine dei lavori è possibile svolgere un intervento a favore e un intervento contro.
Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Intervengo a favore dell’inversione e mi associo a quanto esposto dal collega Sconciaforni. Purtroppo in questo caso l’amico Manfredini sa che anche in altre occasioni in cui è "scappata" la lingua a qualche esponente del suo partito abbiamo sempre cercato di evitare di sottolineare in Aula gli accenti riprovevoli che invece queste continue cadute di stile, anche del senso delle istituzioni hanno, e purtroppo la misura questa volta è colma e ancorché io non abbia che da testimoniare all’amico Manfredini la solidarietà per militare in un partito dove ogni tanto qualcuno perde la testa, ovviamente può capitare a tutti, perché è umano, ma il reiterarsi di frasi ingiuriose all’indirizzo della signora e Ministro Kyenge offendono ovviamente non solo il Ministro, il Governo e in questo caso lo Stato e le istituzioni ma anche le istituzioni della Regione dove il Ministro, signora Cècile vive, lavora e porta il proprio contributo di civiltà da sempre, in primo luogo come concittadina dell’Emilia-Romagna. Quindi sono a favore dell’inversione dell’ordine dei lavori e ovviamente a favore dell’immediato voto positivo alla risoluzione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Capisco che sulla scivolata di Calderoli ci sia massima attenzione e sensibilità ma ritengo che invertire anche gli ordini dei lavori di un’Assemblea regolarmente chiamata con un ordine del giorno faccia parte anche di una strategia politica per metterla in politica, perché questo poi è anche il fine di tante iniziative che vengono prese in simultanea in queste ore da tantissimi Consigli comunali, provinciali e anche, in questo caso, regionali. Riteniamo che la Regione abbia e debba trattare argomenti che troppo spesso vengono invece calendarizzati e lasciati lì per mesi e mesi che riguardano la vita reale della nostra regione; oggi ci apprestiamo, perché tanto il voto sarà favorevole, a invertire un ordine del giorno, quindi a mettere come precedenza una discussione della quale oggi penso ne abbiamo già anche piene le scatole, perché c’è chi ha chiesto scusa, l’argomento è stato trattato in tutti modi possibili, quindi presenteremo una risoluzione collegata perché al di là dello scivolone che può essere imputato al Senatore Calderoli resta oggettivamente un problema, che è quello dell’immigrazione clandestina e anche regolare, di andare a regolamentare ancora in maniera più incidente, sulla quale per nulla viene mai detto. Ci fermiamo di fronte allo scivolone fatto da Calderoli durante un comizio ma non trattiamo mai il merito della questione. Come Lega Nord tratteremo questo ordine del giorno per volontà della maggioranza ma presentiamo una risoluzione collegata che oltre a esprimere, anche noi, solidarietà alla donna Ministro Kyenge, va a trattare anche quell’argomento che purtroppo spesso, ripeto, non viene accompagnato a quelle giuste osservazioni che vengono fatte quando si tratta, anche come in questo caso, di una solidarietà a un Ministro che è stato, e su questo ci troviamo d’accordo, oggetto di un vilipendio che sicuramente non deve essere accettato, quantomeno nei confronti di membri del Governo. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bernardini.
A questo punto metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori, riguardante la risoluzione 4280, a cui si sono aggiunte altre firme.
(È accolta a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): La richiesta di inversione è accolta.
OGGETTO 4280
Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Mori, Donini, Monari, Naldi, Marani, Meo, Barbati, Mumolo, Pagani, Carini, Luciano Vecchi, Zoffoli, Moriconi, Serri, Mazzotti, Piva, Pariani, Paruolo, Montanari, Favia, Ferrari, Grillini, Alessandrini, Garbi, Fiammenghi e Casadei per esprimere la solidarietà dell'Assemblea dell'Emilia-Romagna alla Ministra per l'integrazione Cècile Kyenge e richiesta di dimissioni per il vice-presidente del Senato, Roberto Calderoli. (Approvazione)
OGGETTO 4285
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per raccomandare al Ministro Kyenge di fare rispettare le leggi vigenti in tema di immigrazione e di attenersi alla Costituzione italiana circa la concessione della cittadinanza italiana e per esprimere solidarietà al Ministro Kyenge per le espressioni che le sono state rivolte. (Reiezione)
PRESIDENTE (Costi): La risoluzione oggetto 4285 è stata abbinata ai sensi dell’art. 107 del Regolamento interno.
A questo punto apro il dibattito generale sull’oggetto 4280 e sull’oggetto abbinato 4285, la risoluzione della Lega Nord.
Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Chiediamo il voto elettronico per tutte e due le risoluzioni.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Cavalli.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4280, a firma dei consiglieri Sconciaforni, Mori, Donini, Monari, Naldi, Marani, Meo, Barbati, Mumolo, Pagani, Carini, Luciano Vecchi, Zoffoli, Moriconi, Serri, Mazzotti, Piva, Pariani, Paruolo, Montanari, Favia, Ferrari, Grillini, Alessandrini, Garbi, Fiammenghi e Casadei, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
30
Assenti
20
Favorevoli
25
Contrari
--
Astenuti
5
La risoluzione è approvata.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4285, a firma dei consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
32
Assenti
18
Votanti
31
Favorevoli
7
Contrari
23
Astenuti
1
La risoluzione è respinta.
OGGETTO 3924
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per impegnare la Giunta ad esprimere, in attesa dell'esito dello studio della Commissione tecnico-scientifica istituita, la propria contrarietà a progetti di ricerca di idrocarburi che prevedano nuove trivellazioni nelle zone interessate dal sisma del 2012. (Continuazione discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Approvata la questione sospensiva nella seduta antimeridiana del 19 giugno 2013, ricordo che su questo documento sono pervenute sette proposte di emendamento, cinque a firma dei consiglieri Luciano Vecchi e Manfredini, che sono già state approvate, una a firma del consigliere Luciano Vecchi e una a firma dei consiglieri Manfredini e Luciano Vecchi.
Informo anche che l’emendamento 6 è stato ritirato oggi dal firmatario Luciano Vecchi, pertanto rimane da votare l’emendamento 7, quindi si voterà la risoluzione complessivamente come emendata.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Solo per confermare che abbiamo aggiunto insieme al collega Vecchi questo emendamento che do per letto ma se ci fosse qualcuno che non l’ha letto ci vuole solo un attimo per farlo. C’erano due elementi, il primo dei quali è: ad esprimere nelle competenti sedi tecniche autorizzative in attesa dell’esito dello studio della Commissione tecnico-scientifica istituita la propria contrarietà a ogni progetto che preveda trivellazioni nelle aree interessate dai sismi nel 2012.
Il secondo punto é: ad esprimere nelle competenti sedi politico-istituzionali la contrarietà a progetti che prevedono attività di trivellazione nelle aree interessate dai sismi del 2012.
Credo che con questa risoluzione, con il merito di tutti, che sarà approvata, credo che si sia ottenuto un grande risultato per far dormire sonni tranquilli a quelle persone che hanno avuto questi danni. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Il problema - lo dico ai colleghi che hanno presentato il documento - purtroppo non si risolve esentando la zona del cratere, perché le correlazioni, come sta dimostrando un recente studio fatto in America, avvengono anche a distanze più ampie. Il sottosuolo è un qualcosa di complesso e non è che si fa un buco e si spinge un bottone e succede qualcosa. C’è una pubblicazione scientifica molto interessante, che la invito a leggere, su un sisma di alta intensità avvenuto in Cile che ha poi provocato conseguenze negli Stati Uniti, per esattezza in Oklahoma, dove vi erano operazioni di iniezione ed estrazione di gas delle attività sismiche.
Quindi non credo comunque che si riesca a risolvere il problema ma in ogni caso non voterò contrario perché si va comunque nella direzione di mettere uno stop a questa cosa che è una disgrazia per il nostro territorio, non solo per quanto concerne il tema dei terremoti ma per quello che concerne la tutela del paesaggio, dell’ambiente, delle nostre agricolture di qualità, il tema della subsidenza e non ultimo il tema che in una futura crisi energetica nei prossimi decenni, se non secoli, consumiamo oggi per un piatto di lenticchie delle risorse strategiche.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Intanto penso che avremmo potuto adottare questo testo già un mese fa, ma comunque meglio tardi che mai. Credo che sia stato comunque il lavoro che è stato fatto di accoglienza della proposta di risoluzione presentata dal collega Manfredini e altri che credo sia stata opportunamente confezionata con emendamenti che abbiamo presentato insieme, da ultimo quello che votiamo oggi. Credo che il messaggio che diamo - non è la prima ma l’ennesima volta - è che evidentemente siamo non soltanto a fianco delle popolazioni colpite del cratere ma siamo a fianco di noi stessi perché la posizione su operazioni come quella di Rivara sono state prese da quest’Assemblea ben prima anche delle vicende del terremoto, che siamo comunque contrari ad effettuare attività che siano contrarie innanzitutto alla tranquillità dei cittadini in quella zona e siamo perché, dato che giustamente abbiamo preso la decisione di istituire una Commissione d’inchiesta sulle eventuali relazioni tra le attività sotterranee di prospezione e quelle sismiche, che a questi risultati siano sottoposte altre decisioni che verranno prese in futuro.
È un messaggio credo positivo. Il dispositivo che approviamo con l’ultimo emendamento rende anche chiaro un duplice aspetto, cioè da un lato quanto la Regione può fare come ente dal punto di vista delle potestà ma anche dei limiti normativi autorizzativi e dall’altro sottolineare politicamente che noi riteniamo non opportuno effettuare attività in quei territori colpiti dai sismi dello scorso anno che mettano in discussione non soltanto la stabilità del terreno e del sottosuolo ma soprattutto dell’equilibrio dei nostri concittadini. È un messaggio importante che condividiamo in pieno, che abbiamo dato in passato ma che è opportuno ribadire.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per dichiarare il voto favorevole anche all’emendamento 7 presentato con un certo stupore perché non riesco a capire bene la schizofrenia di pensiero sull’argomento. Sono assolutamente d’accordo che valga il principio di precauzione e mi piacerebbe che questa Regione lo applicasse in senso lato e in senso giusto, ma mi colpisce perché nella scorsa Assemblea c’era una mia risoluzione in cui si chiedeva di non fare trivellazioni all’interno di un parco regionale. La risposta della maggioranza fu che non si poteva dire no a priori solamente perché è un parco regionale. Mi piacerebbe sapere invece quali sono le convinzioni scientifiche per cui non si può a priori dire di sì alle trivellazioni in un’area sismica. Rimango un po’ stupito e un po’ basito e mi domando se uno riflette prima di esprimere delle opinioni del genere o se magari legge davvero le risoluzioni, perché evidentemente c’è una distonia di pensiero sullo stesso argomento che è un po’ preoccupante per quanto riguarda la gestione di un tema così delicato e così sensibile per la nostra regione. Detto questo, confermo il mio voto favorevole.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Non ci sono altri interventi, per cui chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Manfredini e Luciano Vecchi.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 7 è approvato.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3924, a firma dei consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.
OGGETTO 4023
Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia per impegnare la Giunta a ritirare l'impegno della Regione Emilia-Romagna dal Progetto People Mover, destinando i fondi stanziati per tale progetto al completamento della linea di Servizio Ferroviario Metropolitano Poggio Rusco-San Ruffillo, con particolare attenzione alla realizzazione di un trasporto stazione-aeroporto efficiente ed economico. (Discussione)
PRESIDENTE (Costi): Apro il dibattito generale sulla risoluzione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà. Ha dieci minuti a disposizione.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Questa del People Mover è ormai una telenovela che va avanti da anni, dal 2006 e forse anche da prima, e non vede la luce come molti dei progetti faraonici di questa Regione e anche di questo Paese. Da ultimo è arrivata l’Autorità di vigilanza sui contratti che ha espresso un po’ di dubbi citando tutta una serie di criticità che dovrebbero portare a rivedere questo contratto pubblico che evidentemente viola il codice dei contratti.
Questo progetto partito nel 2006, con cinque chilometri di percorso, con i costi che come al solito in Italia di anno in anno lievitano - siamo arrivati a 120 milioni - ha visto anche la partecipazione della nostra Regione, che non solo ha detto che ci metteva 27 milioni di euro, che di questi tempi mi sembrano faraonici, ma ha anche dato un primo acconto del 30 per cento pari a 8,1 milioni di euro per un qualcosa che non esiste e ho il forte dubbio che non esisterà. Nel contempo pare una priorità, e anche il CIPE ha sbloccato 237 milioni per completare, il Servizio Ferroviario Metropolitano. Non devo raccontarlo io di quanto da un lato sia antieconomico questo progetto, tant’è che di investitori privati non se ne vede traccia e dobbiamo aumentare il costo del biglietto e dall’altro è evidente come il Servizio Ferroviario Metropolitano si dibatte da anni sulle sue fermate.
Esisteva - faccio un piccolo riepilogo - una fermata che una volta si chiamava "Aeroporto", e il giorno che è comparso il progetto People Mover è stata trasformata in "Borgo Panigale Scalo". Indipendentemente dal nome, che poco conta, questa fermata è a 800 metri dai gate. Chiunque abbia viaggiato e abbia avuto la fortuna e l’occasione di viaggiare un minimo, si è reso conto che la maggior parte degli aeroporti europei (Madrid, Francoforte, Lisbona, Amsterdam) si percorrono a volte tramite dei tapis roulant, ovviamente coperti e climatizzati, dei chilometri, con minuti e minuti di percorsi per spostarsi da un gate all’altro - di questo nessuno si stupisce e tutti lo considerano assolutamente normale - oppure in alternativa ci sono dei comodissimi ed efficientissimi, nella maggior parte dei casi fuori dall’Italia, servizi di navetta che collegano le varie fermate.
Oggi, visti i tempi che corrono, e visto il continuo procrastinarsi di un progetto che credo che ormai manchi poco per definire fallimentare, credo che possa essere opportuno, come sollecitato da molti comitati e da molti architetti, ingegneri e studiosi che hanno approfondito l’argomento, rivederlo nel suo complesso e rivedere utilizzando quello che già dovrà essere potenziato sul quale già si dovrà lavorare che è appunto il Servizio Ferroviario Metropolitano. Credo che il costo sarà infinitamente inferiore, i vantaggi anche dal punto di vista ambientale e del disturbo che viene fatto a questa città siano molteplici - l’esempio della TAV in stazione a Bologna abbia già dato - e penso che questo possa essere un progetto che questa Regione dovrebbe affrontare se si vuole affrontare seriamente il problema del collegamento del nostro aeroporto con la città.
Se gli interessi sono altri, se c’è da favorire qualche cooperativa, qualche costruttore o da fare qualche area industriale edificabile e trasformare qualche solito campo agricolo è un altro discorso, ma se si vuole il bene della città e della regione di questi collegamenti, e anche del turismo di questa regione, credo che questo progetto sia assolutamente da eliminare, accantonare e rivedere in tutt’altro modo.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.
PARUOLO: Grazie, presidente. La risoluzione proposta dal collega Defranceschi ci riporta sul tema del People Mover. Non sto a fare un cappello generale ma dico alcune cose molto rapide per analizzare la risoluzione che viene proposta e per motivare il voto contrario del Partito Democratico. La prima cosa è che richiama qui a un impegno importante sull’SFM, che è un progetto il cui inizio ormai risale a molti anni fa, che noi consideriamo strategico. Sull’attenzione che quest’Aula dedica all’SFM è testimone la risoluzione che un paio di sedute fa abbiamo presentato con alcuni colleghi del Partito Democratico, che l’Aula ha approvato, per richiamare la Giunta a correggere in corsa alcune linee di indirizzo sul bando che verrà fatto per i servizi ferroviari nei prossimi quindici anni. Nel bando non era riportato per intero tutto lo spiegamento di prospettiva che il Servizio Ferroviario Metropolitano secondo noi deve avere e in quella risoluzione abbiamo richiamato la Giunta a insistere e a richiamare per intero tutte le fermate, le caratteristiche fondamentali di questo progetto, le linee dei passanti e così via.
Quindi non ci si può accusare di timidezza nel cercare di fare la nostra parte perché l’SFM vada avanti e proceda. Certamente procederà più a rilento di quanto veniva inizialmente auspicato, però è importante che si vada nella direzione di realizzarlo compiutamente e siamo impegnati in questo senso.
Il tema del People Mover - qui viene richiamata un po’ la storia - costituisce un impegno che la Regione Emilia-Romagna ha assunto. È del tutto singolare che il dispositivo proposto dal collega Defranceschi preveda che la Regione Emilia-Romagna si ritiri unilateralmente dagli impegni che ha assunto. A parte il fatto che secondo me dal punto di vista normativo una cosa del genere non esiste, nel senso che ci sarebbero tutta una serie di aspetti legali che verrebbero richiamati rispetto a un impegno che la Regione ha già assunto e deliberato e da cui non credo possa pensare di recedere unilateralmente, ma c’è anche un tema di rapporti istituzionali che credo davvero il collega Defranceschi non consideri almeno nello stesso modo con cui li vedo io, perché pensare che siccome ci sono dei problemi e degli accertamenti in corso, di cui dirò fra un attimo un po’ meglio, allora a questo punto la Regione anticipa le sue conclusioni e in modo del tutto unilaterale trae questa conclusione.
Sul progetto del People Mover certo ci sarebbero dei discorsi da fare. Intanto è un’idea che inizialmente era stata approvata dalla Giunta comunale di Bologna - ne parlo con cognizione di causa - come un progetto da affidare in totale project financing, cioè l’idea era che potesse esserci un investitore privato interessato a realizzarlo e a gestirlo per un certo periodo e che quindi si sarebbe autofinanziato semplicemente con la vendita dei biglietti. Successivamente si è colto che era difficile sostenere per intero il costo di investimento iniziale e si è provveduto a una modifica, quella nella quale, se ricordo bene, la Regione poi è intervenuta con un suo finanziamento, per cercare di dare il via alla realizzazione di questo oggetto senza però alterare la visione di fondo che poi alla fine sarebbe stato un progetto destinato ad auto-sostenersi.
Sono intervenuti successivamente una serie di problemi che - io non ho problemi a riconoscerli, collega Defranceschi - pongono seri dubbi sulla possibilità di portare a termine quello che era stato originariamente concepito, e quindi c’è con ogni evidenza un punto interrogativo legato alle valutazioni e agli adempimenti che in questo periodo il Comune di Bologna sta facendo su questo progetto. Ci sono delle criticità che non possiamo non vedere, a partire dal fatto che la realizzazione più importante della ditta della tecnologia che era risultata selezionata dall’appalto è stata nei mesi scorsi ritirata dal mercato, ci sono poi dei problemi legati al finanziamento e alla struttura finanziaria che vengono peraltro richiamati nella risoluzioni. Sono tutti temi che però devono farci guardare con evidente interesse, attenzione e rispetto agli approfondimenti che il Comune di Bologna sta effettuando in questo periodo.
È chiaro che le premesse con cui è partita quest’opera erano diverse dai problemi che via via si sono manifestati; è evidente che a questo punto è necessario e importante effettuare degli approfondimenti che consentano di comprendere, se ci sono ancora le condizioni per cui quest’opera possa vedere la luce oppure se le questioni che sono intervenute sono tali da metterne in dubbio la sua realizzazione, però è del tutto chiaro che la Regione Emilia-Romagna di fronte a questi approfondimenti e valutazioni deve a mio avviso avere un atteggiamento rispettoso e che non possa prevedere quello di anticipare le conclusioni di questo percorso e ritirare il sostegno in modo unilaterale, cosa che, lo ribadisco, secondo me non sarebbe nemmeno possibile da un punto di vista legale ma certamente non è accettabile da un punto di vista delle relazioni istituzionali.
Concludo dicendo che, tornando all’SFM, al di là dell’aspetto demagogico che il dispositivo di questa risoluzione presenta, trovo assolutamente interessante e meritevole di approfondimento il tema del collegamento dell’aeroporto anche attraverso l’SFM. Se gli approfondimenti in corso dovessero risultare negativi per il People Mover e quindi questo non si farebbe, credo che assolutamente sarebbe obbligatorio prendere in considerazione l’idea del collegamento attraverso l’SFM ma personalmente penso anche che sarebbe una valutazione da fare a prescindere. In ogni caso il fatto di poter considerare l’accesso all’aeroporto attraverso la fermata del Servizio Ferroviario Metropolitano, credo che sia un elemento che varrebbe la pena comunque di considerare nel caso in cui il People Mover si facesse anche a livello aggiuntivo e nel caso in cui il People Mover non dovesse essere realizzato come strada a quel punto di principale investigazione in questo senso.
Credo di avere illustrato come alcune delle premesse della risoluzione proposta dai colleghi contengano degli elementi di ragionevolezza e di riflessione che certamente siamo impegnati a considerare ma al tempo stesso non possiamo accettare un dispositivo che a partire da quella riflessione che, ripeto, è in corso ed è in corso con la regia di un’altra istituzione rispetto a quella che noi rappresentiamo, possa far pensare che l’automatismo debba essere quello di dichiarare già concluso un approfondimento che invece è in corso e di trarre delle decisioni unilaterali da parte nostra. Questo è il motivo per cui non può essere accettata questa risoluzione anche se le considerazioni che ho svolto certamente rimangono in campo e saranno oggetto di riflessioni e di attenzione futura.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Paruolo.
Siccome ci sono ancora tre iscritti in dibattito generale, che sono il consigliere Mandini, il consigliere Bernardini e la consigliera Noè, visto che domani mattina abbiamo Assemblea proprio sulle risoluzioni, se siete d’accordo, se siete tutti puntuali alle 9.30, riprendiamo domani il dibattito su questa risoluzione. Vi ringrazio.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18,59
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI e Carlo LUSENTI.
Votazioni elettroniche
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 3484 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena.»"
Presenti: 28
Favorevoli: 28
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 22
Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Stefano CAVALLI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Roberta MORI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI.
OGGETTO 4151 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifica della legge regionale 4 dicembre 2003 n. 24 (Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza).»" (64)
Presenti: 38
Favorevoli: 26
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 12
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Andrea LEONI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI.
Assenti: 12
Liana BARBATI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Giampaolo LAVAGETTO, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Matteo RIVA, Alberto VECCHI.
OGGETTO 4280
Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Mori, Donini, Monari, Naldi, Marani, Meo, Barbati, Mumolo, Pagani, Carini, Luciano Vecchi, Zoffoli, Moriconi, Serri, Mazzotti, Piva, Pariani, Paruolo, Montanari, Favia, Ferrari, Grillini, Alessandrini, Garbi, Fiammenghi e Casadei per esprimere la solidarietà dell’Assemblea dell’Emilia-Romagna alla Ministra per l’integrazione Cécile Kyenge e richiesta di dimissioni per il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli.
Presenti: 30
Favorevoli: 25
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 5
Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Andrea DEFRANCESCHI, Andrea LEONI, Andrea POLLASTRI.
Assenti: 20
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Giampaolo LAVAGETTO, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Gabriella MEO, Antonio MUMOLO, Silvia NOÈ, Giuseppe PARUOLO, Matteo RIVA, Alberto VECCHI.
OGGETTO 4285
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per raccomandare al Ministro Kyenge di fare rispettare le leggi vigenti in tema di immigrazione e di attenersi alla Costituzione italiana circa la concessione della cittadinanza italiana e per esprimere solidarietà al Ministro Kyenge per le espressioni che le sono state rivolte.
Presenti: 32
Favorevoli: 7
Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Andrea LEONI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI.
Contrari: 23
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Astenuti: 1
Andrea DEFRANCESCHI.
Non votanti: 1
Palma COSTI.
Assenti: 18
Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Giampaolo LAVAGETTO, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Gabriella MEO, Antonio MUMOLO, Silvia NOÈ, Giuseppe PARUOLO, Matteo RIVA, Alberto VECCHI.
Emendamenti
OGGETTO 4151 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifica della legge regionale 4 dicembre 2003 n. 24 (Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza).»"
Emendamento 1, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«All'art. 7, dopo il comma 1, è aggiunto il comma 2:
"2. All'articolo 12, comma 2, lettera a, dopo la parola "locale" inserire le parole:
"realizzando a tal fine un sistema informatico per la raccolta e lo scambio delle informazioni inerenti le attività della polizia locale, secondo le modalità definite dalla Giunta regionale"."»
(Approvato)
Emendamento 2, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«All'art. 9, dopo il comma 7, è aggiunto il comma 7 bis:
"7 bis. All'articolo 14, è inserito il comma 6 bis:
"6 bis. Gli enti locali trasmettono al servizio regionale competente i dati e le informazioni inerenti le proprie strutture di polizia locale secondo le modalità definite dalla Giunta regionale.""»
(Approvato)
Emendamento 3, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 3, "Modifiche all'articolo 5 della legge regionale n. 24 del 2003" il comma 2 è cosi sostituito:
"2. Alla fine del comma 3 dell'articolo 5, della legge regionale n. 24 del 2003 le parole: "nel rispetto dell'articolo 12 della legge regionale n. 11 del 2001" sono sostituite da "detti contributi vengono concessi previa verifica del rispetto di tutte le norme regionali in materia di polizia locale.""»
(Respinto)
Emendamento 4, a firma del consigliere Favia:
«All'articolo 7, "Modifiche all'articolo 12 della legge regionale n. 24 del 2003" il comma 1 è cosi sostituito:
"1. Il comma 4 dell'articolo 12 della legge regionale n. 24 del 2003 è sostituito dal seguente:
"4. La Regione promuove, sull'intero territorio regionale, l'attivazione di numeri verdi semplificati, gratuiti per il chiamante, che garantiscano l'accesso telefonico alle strutture di polizia locale e promuove, inoltre, d'intesa con gli organi statali preposti, l'integrazione delle centrali operative della polizia locale con le altre centrali operative d'emergenza al fine di raggiungere gli obiettivi e gli standard previsti con il numero europeo per le emergenze 112.""»
(Respinto)
Emendamento 5, a firma del consigliere Favia:
«All'articolo 11 "Modifiche all'articolo 16 della legge regionale n. 24 del 2003", è aggiunto il seguente comma 5:
"5. AI comma 6 dell'articolo 16 della legge regionale n. 24 del 2003 è inserita la parola "non" dopo le parole "polizia locale" e sono cassate le parole: "solo occasionalmente"."»
(Respinto)
Emendamento 6, a firma del consigliere Favia:
«All'articolo 11, "Modifiche all'articolo 16 della legge regionale n. 24 del 2003", è aggiunto il seguente comma 6:
"6. Dopo il comma 8, all'articolo 16 della legge regionale n. 24 del 2003, si introduce il comma 9 con il seguente testo:
"9. I servizi di vigilanza del territorio sono svolti, normalmente, da un numero non inferiore a due operatori.""»
(Respinto)
Emendamento 7, a firma del consigliere Favia:
«Il comma 2 dell'articolo 12 "Modifiche all'articolo 17 della legge regionale n. 24 del 2003" è così riformulato:
"2. AI primo periodo del comma 3 dell'articolo 17 della legge regionale 24 del 2003 le parole "può essere" sono cassate e sostituite dalla parola "è", inoltre il secondo periodo dello stesso comma 3 è sostituito dal seguente: "II comandante del corpo di polizia locale riveste la qualifica apicale nell'ambito dell'Ente, ovvero, nei corpi Intercomunali, la qualifica apicale prevista dal regolamento della forma associata.""»
(Respinto)
Emendamento 8, a firma del consigliere Favia:
«All'articolo 12, "Modifiche all'articolo 17 della legge regionale n. 24 del 2003", al comma 3 le parole "di norma" sono soppresse.»
(Respinto)
Emendamento 9, a firma del consigliere Favia:
«Dopo l'articolo 12 "Modifiche all' articolo 17 della legge regionale n. 24 del 2003" si introduce l'art. 12 bis, cosi formulato:
"Art. 12 bis
Modifiche all'articolo 18 della legge regionale n. 24 del 2003
Si introduce il comma 3 all'art. 18 della legge regionale n.24 del 2003 con il seguente testo:
3. La Regione Emilia-Romagna promuove accordi e convenzioni con istituti universitari e di alta formazione al fine di agevolare gli operatori di polizia locale nel conseguimento di titoli di studio utili agli avanzamenti di ruolo e significativi per la formazione personale."»
(Respinto)
Emendamento 10, a firma del consigliere Favia:
«All'articolo 13 "Modifiche all'articolo 19 della legge regionale n. 24 del 2003" si introduce il comma 2 cosi formulato:
"2. AI comma 1 dell'articolo 19 della legge regionale n. 24 del 2003 dopo il primo periodo si inserisce il seguente periodo: "AI fine di dare omogeneità di impiego delle uniformi su tutto il territorio regionale, la Regione stabilisce la tipologia ed i periodi temporali, nell'anno solare, in cui verranno adottate dai servizi e dai corpi di polizia locale". Alla fine del comma 1 si inserisce il seguente periodo: "L'utilizzo di uniformi, distintivi di grado, caratteristiche dei mezzi e strumenti operativi in dotazione difformi, anche solo in parte, dalle normative regionali, comporteranno una valutazione negativa ai fini dell'erogazione di contributi economici da parte della Regione.""»
(Respinto)
Emendamento 11, a firma del consigliere Favia:
«Dopo l'art. 13 "Modifiche all'articolo 19 della legge regionale n. 24 del 2003" è aggiunto il seguente articolo 13 bis:
"13 bis
Introduzione dell'articolo 19 bis nella legge regionale n. 24 del 2003
1. Dopo l'art. 19 della legge regionale n. 24 del 2003 è aggiunto il seguente art. 19 bis:
19 bis
Divise tecniche
1. La Giunta regionale stabilisce, previa intesa con il Consiglio delle Autonomie Locali e tenendo conto dell'evoluzione tecnologica di tessuti e fogge, l'introduzione obbligatoria, per gli addetti alle funzioni di polizia locale, di divise tecniche atte a garantire agli operatori maggiore efficienza ed un più elevato comfort, nonché, semplicità di lavaggio e di manutenzione dei capi.
2. È consentito l'uso di divise non tecniche esclusivamente per ragioni di rappresentanza o, comunque, per particolari finalità e funzioni."»
(Respinto)
OGGETTO 3924
Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Corradi, Bernardini e Cavalli per impegnare la Giunta ad esprimere la propria contrarietà a progetti di ricerca di idrocarburi che prevedano nuove trivellazioni nelle zone interessate dal sisma del 2012.
Emendamento 7, a firma dei consiglieri Manfredini e Luciano Vecchi:
«Emendamento sostitutivo dell'emendamento 6:
"Impegna la Giunta
1) Ad esprimere nelle competenti sedi tecniche-autorizzative, in attesa dell'esito dello studio della Commissione tecnico-scientifica istituita, la propria contrarietà ad ogni progetto che preveda trivellazioni nelle aree interessate dai sismi del 2012.
2) Ad esprimere nelle competenti sedi politico-istituzionali, la contrarietà a progetti che prevedano attività di trivellazione nelle aree interessate dai sismi del 2012."»
(Approvato)
Ordini del giorno
Oggetto n. 3484/1 - Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d'iniziativa della Giunta "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena" (proposto dal relatore consigliere Antonio Mumolo su mandato della I Commissione)
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Visto il progetto di legge recante "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, nella Provincia di Forlì-Cesena" presentato dalla Giunta con deliberazione n. 1988 del 17 dicembre 2012 su istanza dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, ai sensi dell’art. 8, comma 2, della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, composta dalle seguenti deliberazioni dei rispettivi Consigli comunali approvate con le maggioranze qualificate previste dalla legge: Savignano sul Rubicone n. 79 del 9 ottobre 2012; San Mauro Pascoli n. 41 del 9 ottobre 2012.
Considerato che nell’istanza in cui si chiedeva alla Regione di avviare il processo di fusione formulata dai due Comuni interessati, contenuta nelle sopracitate delibere dei rispettivi Consigli comunali, si chiedeva altresì alla Regione Emilia-Romagna di riconoscere "il dovuto valore alla volontà espressa dagli elettori dei territori interessati nella loro singolarità".
Considerato che la Commissione assembleare I "Bilancio, Affari generali ed istituzionali" nella seduta del 5 marzo 2013 ha svolto l’esame in sede referente del progetto di legge in oggetto, pervenendo alla formulazione del testo n. 3/2013, e che il consigliere relatore Antonio Mumolo ha presentato, su mandato della Commissione stessa, proposta di deliberazione all’Assemblea legislativa in ordine al referendum consultivo, ai sensi della legge regionale n. 24 del 1996.
Visti la deliberazione n. 106 del 12 marzo 2013 con la quale l’Assemblea legislativa ha deciso di procedere all’indizione e il decreto n. 38 del 20 marzo 2013 con il quale il Presidente della Giunta regionale ha indetto il referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale n. 24 del 1996, entrambi gli atti pubblicati sul Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna n. 70 del 21 marzo 2013.
Considerato
che il referendum consultivo, tenutosi in data 9 giugno 2013, ha avuto esito negativo, in quanto le risposte negative (NO) hanno totalizzato 4.024 voti, mentre le risposte positive (SÌ) hanno totalizzato 3.451 voti;
che, più in dettaglio, il risultato referendario per singolo Comune interessato e il risultato referendario complessivo, riportati dal decreto del Presidente della Giunta regionale 19 giugno 2013, n. 117, pubblicato nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna n. 170 del 24 giugno 2013, sono stati i seguenti:
Comuni
Risultato per singolo Comune e risultato complessivo
Voti favorevoli alla fusione
(SÌ)
Numero
Voti contrari alla fusione
(NO)
Numero
Totale dei voti
riportati
Savignano sulRubicone
2.157
1.779
3.936
San Mauro Pascoli
1.294
2.245
3.539
Risultato complessivo
3.451
4.024
7.475
Vista la nota dei Sindaci dei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli del 13 giugno 2013, pervenuta all’Assemblea legislativa in data 17 giugno 2013, prot. n. 25854, con la quale, preso atto dell’esito negativo della consultazione referendaria, si ribadiva la richiesta di rispettare la volontà degli elettori, anche se espressa attraverso un referendum, come quello in questione, solo consultivo.
Vista la nota della Presidente dell’Assemblea legislativa del 25 giugno 2013, prot. n. 26992, con cui il testo del progetto di legge è stato ritrasmesso alla Commissione I "Bilancio, Affari generali ed istituzionali".
Considerato che la Commissione I, nella seduta del 9 luglio 2013, ha concordato di non dare corso al progetto di legge di fusione dei Comuni.
Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere della Commissione assembleare.
Ritenuto altresì che occorra tuttavia perseguire, promuovere e sostenere i processi di aggregazione dei Comuni, specialmente di piccole dimensioni, sia mediante l’ulteriore sviluppo della gestione associata delle funzioni, già da tempo in essere in numerose realtà dell’Emilia-Romagna, sia mediante la costituzione di Unioni di Comuni, così come previsto dalla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 21 (Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza), sia infine mediante la loro volontaria fusione, laddove ne ricorrano le condizioni, e ciò risulti funzionale ad una razionalizzazione delle spese e ad una migliore gestione dei servizi, nell’interesse dei cittadini.
Ai sensi dell'art. 92 del Regolamento
d e l i b e r a
per le motivazioni riportate in premessa il non passaggio all'esame degli articoli.
Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 16 luglio 2013»
Oggetto n. 4151/1 - Ordine del giorno proposto dai consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini, Corradi, Ferrari, Carini, Moriconi, Alessandrini, Lombardi, Pollastri, Aimi, Alberto Vecchi e Mori sul porto dell’arma in dotazione al personale di polizia locale.
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Visti
la legge 7 marzo 1986, n. 65 recante "Legge-quadro sull'ordinamento della polizia municipale", in particolare l’articolo 5 (Funzioni di polizia giudiziaria, di polizia stradale, di pubblica sicurezza), così come modificato dall'art. 17, comma 134, L. 15 maggio 1997, n. 127 che, al comma 5, recita: Gli addetti al servizio di polizia municipale ai quali è conferita la qualità di agente di pubblica sicurezza possono, previa deliberazione in tal senso del consiglio comunale, portare, senza licenza, le armi, di cui possono essere dotati in relazione al tipo di servizio nei termini e nelle modalità previsti dai rispettivi regolamenti, anche fuori dal servizio, purché nell'ambito territoriale dell'ente di appartenenza e nei casi di cui all'articolo 4;
il decreto ministeriale 4 marzo 1987, n. 145 (Norme concernenti l'armamento degli appartenenti alla polizia municipale ai quali è conferita la qualità di agente di pubblica sicurezza).
Considerato che
tale limitazione del porto dell’arma in dotazione da parte del personale di polizia locale può precludere l’intervento e l’operatività degli agenti qualora si dovessero trovare in situazioni di emergenza o di pericolo lungo il tragitto da e per la propria abitazione, qualora il luogo di residenza si trovi all’esterno del territorio ove si presta servizio;
la Regione intende promuovere, attraverso l’attuazione della legge regionale 4 dicembre 2003, n. 24 e successive modifiche, un sistema integrato di sicurezza disciplinando l’esercizio di funzioni di polizia amministrativa locale;
sarebbe auspicabile che la normativa statale richiamata consentisse invece la possibilità, per gli agenti, di portare le armi in dotazione, anche fuori dal servizio, nell’ambito territoriale regionale.
Invita il Presidente e la Giunta regionale
ad intraprendere azioni e proposte affinché nei casi citati in premessa sia consentito agli agenti di portare senza licenza, le armi, di cui possono essere dotati in relazione al tipo di servizio nei termini e nelle modalità previsti dai rispettivi regolamenti, anche fuori dal servizio, nell'ambito territoriale regionale.
Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 16 luglio 2013»
LA PRESIDENTE
IL SEGRETARIO
Costi
Corradi
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