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143.
SEDUTA DI MERCOLEDÌ 24 LUGLIO 2013
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
Indice
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OGGETTO 4120
Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'utilizzazione della "sigaretta elettronica", con particolare riferimento ai treni ed ai locali pubblici.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Aimi)
POLLASTRI (PDL)
PERI, assessore
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 4101
Interpellanza del consigliere Naldi circa la situazione relativa alla costituzione del "tavolo permanente di confronto con le imprese produttrici di autoveicoli di trasporto pubblico" che il Comune di Bologna ha chiesto alla Regione di promuovere.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Aimi)
NALDI (SEL -Verdi)
PERI, assessore
NALDI (SEL - Verdi)
OGGETTO 4150
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni ordinamentali e di riordino delle forme pubbliche di gestione nel sistema dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo e norme di interpretazione autentica in materia di aziende pubbliche di servizi alla persona» (Testo Base) (68)
(Esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)
OGGETTO 1827
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Naldi, Meo, Sconciaforni e Donini: «Modifiche e integrazioni al titolo IV della legge regionale del 12 marzo 2003, n. 2»
(Abbinato)
OGGETTO 4165
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Pollastri: «Razionalizzazione dei servizi sociali territoriali. Delega alle ASP»
(Abbinato)
PRESIDENTE (Aimi)
FAVIA (Misto)
MARANI (PD)
LOMBARDI (PDL)
FAVIA (Misto)
PIVA (PD)
FAVIA (Misto)
NALDI (SEL - Verdi)
FAVIA (Misto)
FAVIA (Misto)
MEO (SEL - Verdi)
LAVAGETTO (Misto)
MARZOCCHI, assessore
VECCHI Alberto (PDL)
FAVIA (Misto)
FAVIA (Misto)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
BAZZONI (PDL)
MONARI (PD)
NOÈ (UDC)
LAVAGETTO (Misto)
FAVIA (Misto)
OGGETTO 4036
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Semplificazione della disciplina edilizia» (69)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
PARIANI, relatrice
PRESIDENTE (Mandini)
BIGNAMI (PDL)
PRESIDENTE (Mandini)
MANFREDINI (Lega Nord)
PERI, assessore
MEO (SEL - Verdi)
FAVIA (Misto)
PARIANI (PD)
FAVIA (Misto)
MANFREDINI (Lega Nord)
PERI, assessore
FAVIA (Misto)
PARIANI (PD)
PARIANI (PD)
PARIANI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
MONARI (PD)
BAZZONI (PDL)
GRILLINI (Misto)
NOÈ (UDC)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
FAVIA (Misto)
OGGETTO 4246
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Ratifica dell'intesa per l'istituzione del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello» (70)
(Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 4246/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (90)
PRESIDENTE (Mandini)
DONINI, relatrice
PIVA (PD)
BERNARDINI (Lega Nord)
FAVIA (Misto)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini)
MONARI (PD)
OGGETTO 3351
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari: «Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche» (71)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
PIVA, relatore
CORRADI (Lega Nord)
CAVALLI (Lega Nord)
CORRADI (Lega Nord)
CORRADI (Lega Nord)
BARBIERI (PD)
CORRADI (Lega Nord)
CORRADI (Lega Nord)
CORRADI (Lega Nord)
BARBIERI (PD)
CORRADI (Lega Nord)
PIVA (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
CORRADI (Lega Nord)
CORRADI (Lega Nord)
BARBIERI (PD)
CORRADI (Lega Nord)
FERRARI (PD)
BAZZONI (PDL)
FAVIA (Misto)
BARBIERI (PD)
OGGETTO 4279
Comunicazione della Giunta ai sensi dell'articolo 25, comma 2 della legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 relativa all'approvazione del Documento preliminare del Piano regionale integrato per la qualità dell'aria avvenuta con deliberazione di Giunta regionale n. 949 dell'8 luglio 2013
(Discussione)
(Ordine del giorno oggetto 4279/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (91)
PRESIDENTE (Mandini)
FREDA, assessore
GRILLINI (Misto)
POLLASTRI (PDL)
FREDA, assessore
OGGETTO 4219
Delibera: «Approvazione del Documento pluriennale di indirizzi in materia di attività internazionale della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 2 luglio 2013, n. 890) (134)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
OGGETTO 4220
Delibera: «L.R. n. 3/2006, art. 9. Approvazione del Piano triennale regionale degli interventi in favore degli emiliano-romagnoli all'estero per gli anni 2013-2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 2 luglio 2013, n. 891) (135)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
CORRADI (Lega Nord)
MONARI (PD)
NOÈ (UDC)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
FAVIA (Misto)
MANFREDINI (Lega Nord)
FERRARI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
GRILLINI (Misto)
DONINI (Fed. della Sinistra)
NALDI (SEL - Verdi)
MANFREDINI (Lega Nord)
MONARI (PD)
FAVIA (Misto)
PARIANI (PD)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini)
PRESIDENTE (Mandini)
Allegato
Interventi scritti depositati
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 4150 - 4036 - 4246 - 3351
Emendamenti agli oggetti 4150 - 4036 - 3351
Ordini del giorno oggetti 4246/1 - 4279/1
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
La seduta ha inizio alle ore 15,05
PRESIDENTE (Aimi): Dichiaro aperta la centoquarantatreesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Comunico l’assenza del presidente Errani ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno.
Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente dell'Assemblea Costi, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta Bertelli, gli assessori Bianchi, Lusenti, Melucci e il consigliere Riva.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Aimi): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.
Chiamo il primo oggetto:
4120 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'utilizzazione della "sigaretta elettronica", con particolare riferimento ai treni ed ai locali pubblici.
Risponde per la Giunta l’assessore Peri.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza.
POLLASTRI: Grazie, signor presidente. Questa interpellanza a risposta orale - e ringrazio l’assessore Peri per la sua presenza in Aula nonostante mi faccia sempre pervenire le risposte anche per iscritto - opera nel senso di chiedere, da una parte, se sui treni che circolano in Emilia-Romagna opera un divieto circa le cosiddette "sigarette elettroniche". Dall’altra, chiede - ed infatti è un’interpellanza che si rivolge anche all’assessorato alla sanità - di avere notizie in merito. Queste sigarette elettroniche sono un vaporizzatore che permette di respirare un vapore aromatizzato simulando l’azione del fumare. Questi strumenti possono essere utili per integrare terapie anti-tabagismo ovvero fungere, per i fumatori dipendenti, come una alternativa. Questo liquido contenuto nelle sigarette elettroniche è composto da glicerolo vegetale, glicole e propellenico, acque ed aromi, ma vi è anche della nicotina.
Come tutte le cose nuove, colleghi Consiglieri, sembra che non vi siano dati o ricerche scientifiche che siano fondate sugli effetti verso terzi di questi vapori che vengono emessi dalle sigarette elettroniche, ma ne è stato semplicemente vietato l’utilizzo negli ambienti chiusi - tra cui i treni - estendendo, per analogia, quanto previsto dall’articolo 51 Legge n. 3/2003 meglio nota come la cosiddetta "Legge Sirchia".
Io chiedo, visto che non si tratta di una cosa da sottovalutare ed avrete visto tutti quanti negozi ed anche quante speranze i fumatori - anche la nostra presidente della quarta commissione utilizza la sigaretta elettronica; io personalmente ho smesso vent’anni fa ed ero un fumatore dipendente - ripongono in questo strumento, alla giunta di sapere se sui treni circolanti in Emilia-Romagna sia in vigore questo divieto. Due: se non essendovi ragioni scientificamente provate che dimostrino la nocività delle sigarette elettroniche, si intenda consentirne il libero utilizzo sui treni e nei locali pubblici dell’Emilia-Romagna, almeno limitatamente a quelle che contengono liquidi privi di nicotina. Terzo: se abbiamo presso l’assessorato dati, studi e ricerche circa la nocività o meno dell’utilizzo per i consumatori ed i terzi "passivi".
Non sottovalutiamo questo tema che oggi sollevo in Aula, perché avrete tutti notato in quanti negozi, nelle varie città, stia proliferando la vendita di questo prodotto. L’interpellanza, dunque, serve soltanto a saperne di più. E penso che sia interessante, anche per tutti i colleghi, ascoltare la risposta dell'assessore Peri a questa mia richiesta.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare, per la risposta, l’assessore Peri. Ne ha facoltà.
PERI, assessore: Grazie, presidente. Come fumatore di sigarette, "rispondo per fatto personale"! Scherzi a parte, io me la cavo molto rapidamente perché consegno al consigliere l’articolato documento che abbiamo richiesto all’assessorato alla sanità nel quale, come potrà leggere attentamente, è riportata anche la posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità. Ovviamente c'è un dibattito aperto su questa innovazione tecnologica - chiamiamola così - che ancora non ha raggiunto delle conclusioni definitive e, quindi, come tale vale il principio di precauzione.
Da questo punto di vista, l’unica cosa che posso dire io come assessore ai trasporti è che il principale gestore ferroviario - in questo caso Trenitalia - ha assunto una decisione unilaterale, ancorché comprensibile visto che risponde al principio di precauzione, tesa a porre il divieto di utilizzo di questi strumenti in tutti i treni gestiti, sia di rango nazionale che di rango regionale. Attualmente questa è la disposizione, che non corrisponde ad un dispositivo di legge ma ad una decisione unilaterale e precauzionale di Trenitalia.
C’è qualcuno che dice "che la decisione potrebbe essere oggetto di ricorsi", non mi pare che fino ad ora ce ne siano stati, ma questa è la situazione che peraltro corrisponde anche alla stragrande maggioranza dei locali pubblici. In particolare, le aziende sanitarie, le aziende ospedaliere e molti locali pubblici di istituzioni, hanno assunto lo stesso criterio: "precauzionale". In questa stessa Aula non è possibile fare uso di sigarette elettroniche e quindi fino a che non ci saranno delle determinazioni legislative ci si attiene a quel principio che, tutto sommato, potrebbe essere anche considerato un principio di buon senso e di buona educazione nei confronti di chi non pratica l’uso di questi strumenti. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Peri.
Ha chiesto di replicare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà, per tre minuti.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Starò ampiamente nei tre minuti perché la risposta dell’assessore Peri mi soddisfa sotto il profilo della presa di conoscenza della notizia di questi divieti su tutti i treni e nei locali pubblici; questo per quanto riguarda la sua parte. Peraltro, nell’invitare tutti i colleghi a leggere questa risposta, vi è un parere articolatissimo - che consegnerò anche alla stampa - dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla salute dei cittadini nel quale viene richiamata la Legge Sirchia e tutta una serie di tematiche. Leggo solo la parte finale: "allo stato attuale delle conoscenze, in attesa di una specifica normativa, applicando il principio di precauzione così come consigliato dall’Organizzazione mondiale della sanità appare opportuno alle strutture sanitarie, ospedali e servizi sanitari, di invitare i fruitori fumatori della sigaretta elettronica di non utilizzarla. La stessa richiesta può essere estesa a tutti i luoghi chiusi per il quale esiste un divieto di fumo in base alla normativa vigente, come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, al fine di ridurre l’esposizione della popolazione al fumo convenzionale di seconda mano".
Questa raccomandazione, per un principio di non contraddizione, mi fa dire e concludere di essere soddisfatto di questa risposta, perché non abbiamo la certezza assoluta che questa sigaretta elettronica non faccia niente. È precauzionale giusto, quindi, farne divieto.
Assessore, la sua spiegazione mi è stata fornita - come sempre - ma l’importante è che questa circostanza venga pubblicizzata. Ma non perché l’abbia chiesto io, bensì perché nei locali pubblici sia data evidenza in quanto molta gente magari non sa che può trovarsi a respirare della nicotina. Lo dico da ex fumatore…
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Pollastri, lo so che è più forte di lei, ma siamo ben oltre i tre minuti assegnati.
POLLASTRI: Va bene, presidente. Concludo dichiarando la soddisfazione per la risposta ricevuta.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.
Passiamo all’oggetto successivo:
4101 - Interpellanza del consigliere Naldi circa la situazione relativa alla costituzione del "tavolo permanente di confronto con le imprese produttrici di autoveicoli di trasporto pubblico" che il Comune di Bologna ha chiesto alla Regione di promuovere.
Risponde per la Giunta l’assessore Peri.
La parola al consigliere Naldi per illustrare la sua interpellanza.
NALDI: Grazie, presidente.
Mi limito a ricordare che la Breda Menarinibus è rimasta, nel panorama nazionale, l’unica azienda di una dimensione rilevante ed in grado di produrre autobus. A questa azienda credo che sia dovuta una attenzione particolare, proprio in virtù di questa sua situazione di unicità nel mercato nazionale. In teoria vi sarebbe anche Irisbus di proprietà FIAT, peraltro molto presente sul piano commerciale, tuttavia questa ha chiuso gli stabilimenti italiani e produce in Francia ed altre nazioni europee.
È per questo motivo che avevo rivolto un question time incentrato sulla situazione contingente della Menarini. A questo question time è stata data risposta da parte del sottosegretario, ma non era stata data risposta - sicuramente per mancanza di informazioni - alla richiesta di quale fosse la situazione sull’avviamento di questo tavolo istituzionale al quale dovrebbe partecipare anche la Menarini. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di parlare l’assessore Peri per la risposta. Ne ha facoltà.
PERI, assessore: Grazie, presidente. Per quello che riguarda la Regione, nel quinquennio 2008/2012 ormai lasciato alle nostre spalle, avevamo a disposizione 30 milioni di euro per la sostituzione di 150 autobus e filobus con mezzi nuovi a basso impatto ambientale. Queste risorse derivavano da decreti ministeriali del 2007 e 2009.
La Regione nel 2012 ha iniziato l’iter per mettere a disposizione delle aziende di trasporto pubblico locale ulteriori 9 milioni di euro, risorse provenienti dal Ministero dell’ambiente e relativi a un programma di finanziamento per il miglioramento della qualità dell’aria attraverso l’ammodernamento del trasporto pubblico locale.
In base a quel lavoro si prevedeva, proprio per quest’anno, grazie al cofinanziamento del 50 per cento delle aziende di TPL (Trasporto pubblico locale) di acquistare circa sessantuno autobus ed un filobus.
Sono previste ulteriori risorse aggiuntive da parte del Ministero dell’ambiente per 3 milioni e mezzo di euro. Negli ultimi cinque anni le aziende di trasporto pubblico locale della Regione, anche grazie al contributo regionale richiamato, hanno acquistato - naturalmente a seguito di apposita procedure di gara - circa cinquanta mezzi presso la Breda Menarini. L’ultima notizia che posso riportare è quella del 10 luglio: Breda Menarini avendo partecipato alla gara svolta dalle aziende di trasporto pubblico locale ha avuto un’aggiudicazione - non solo in Emilia-Romagna ma in generale nell’ambito del contesto nazionale - di 120 autobus per un valore di circa 35 milioni di euro, inclusi anche i servizi di post vendita che attengono alla manutenzione dei mezzi all’interno del contratto di servizio. Questi ordini indicano un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. Circa il 90 per cento degli ordini è relativo a veicoli a basso impatto ambientale con alimentazione a gas metano o elettrica, e questi recenti ordini risultano particolarmente importanti per il futuro dell’azienda che, anche grazie alla nuova gamma degli Euro 6, potrà beneficiare della graduale ripresa della domanda e di una maggiore competitività anche sui mercati esteri.
In Regione Emilia-Romagna si sono svolti numerosi incontri, anche presso i miei uffici, con entrambe le parti; sia la proprietà per mezzo delle rappresentanze dirigenziali, che le rappresentanze dei lavoratori. Nello specifico del tavolo di crisi è stato trattato il tema della riorganizzazione dell’azienda ed il ricorso alla cassa integrazione. Dopo la trattativa si è giunti ad un accordo che alleghiamo alla risposta in modo tale che siano noti anche i dettagli. Per quello che ne sappiamo noi, la costituzione di un tavolo permanente di confronto con imprese produttrici di autoveicoli per trasporto pubblico presso il Comune di Bologna, non ci risulta attivato. Mentre continuiamo, sia il sottoscritto, che il collega Muzzarelli, ad intrattenere una serie di rapporti ed incontri con entrambe le rappresentanze. Questo avviene per evidenti ragioni: avendo organizzato un lavoro e fornendo anche all’impresa la spiegazione di quali siano le strategie della Regione in merito allo sviluppo del trasporto pubblico locale, è possibile fare i conti su quali potrebbero essere le opportunità nel prossimo futuro, anche in relazione al fatto - e lo aggiungo fuori dalla risposta scritta - che questa è una delle poche Regioni, se non l’unica, nella quale i contratti di servizio con le aziende di trasporto pubblico locale avvengono tramite gara. E solitamente, per l’esperienza che è stata fatta negli ultimi anni, all’interno dei contratti di servizio svolti dalle agenzie appunto come avviene in Emilia-Romagna, sono contenute anche le quote di investimento sui mezzi che portano direttamente le aziende, con capitale proprio, ad investire sui mezzi stessi.
Aggiungo un’ultima informazione: in particolare su Bologna, la riconversione degli importanti finanziamenti - vedi ex Metrò e Civis - ha portato a destinare una quota significativa di risorse per l’acquisto di mezzi. In parte sono treni regionali, in parte sono filobus. Questi investimenti, quindi, si aggiungono a quelle quote che prima richiamavo. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Peri.
Ha chiesto di replicare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà, per sei minuti.
NALDI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore per la puntualità della risposta ed anche la precisione sui dati. Ho letto anche io, con soddisfazione, che la Menarini ha acquisito un buon portafoglio ordini negli ultimi mesi, tuttavia insisto sulla domanda che le ho fatto e chiedo scusa se magari per spiegarmi userò un tono eccessivamente pedagogico.
Il Consiglio comunale di Bologna chiedeva alla Regione di farsi promotrice di un tavolo. Che cosa è un tavolo di confronto con le imprese? È lo strumento attraverso il quale, nel rispetto delle leggi vigenti, in tutta Europa e in particolar modo in quel paese al quale piacerebbe tanto molti di noi somigliare - la Germania - si fa politica industriale. Che cosa si fa? Le istituzioni chiamano le imprese del territorio, assieme a quelle imprese elaborano dei piani di trasformazione che tengano conto degli interessi della comunità e quelle imprese ricevono il vantaggio competitivo di partecipare fin dall’inizio alla progettazione ed ideazione di quello che noi potremmo, sinteticamente, chiamare: "un piano per la mobilità sostenibile".
Io credo che questa sia un’occasione che noi dovremmo cogliere per consentire ad un’impresa importantissima del territorio di avere qualche vantaggio competitivo - così come si fa in tutta Europa - rispetto alle esigenze di innovazione delle politiche della mobilità sostenibile nel nostro territorio.
Io, quindi, chiederei proprio a lei assessore, che è titolare di questo argomento, di farsi carico della convocazione e della operatività di questo tavolo. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.
OGGETTO 4150
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni ordinamentali e di riordino delle forme pubbliche di gestione nel sistema dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo e norme di interpretazione autentica in materia di aziende pubbliche di servizi alla persona» (Testo Base) (68) (Esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)
OGGETTO 1827
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Naldi, Meo, Sconciaforni e Donini: «Modifiche e integrazioni al titolo IV della legge regionale del 12 marzo 2003, n. 2» (Abbinato)
OGGETTO 4165
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Pollastri: «Razionalizzazione dei servizi sociali territoriali. Delega alle ASP» (Abbinato)
PRESIDENTE (Aimi): A questo punto riprendiamo i nostri lavori. Non ho nessun iscritto per il dibattito generale per cui procediamo con l’esame dell’articolato dell’oggetto 4150.
Comunico all’Aula che sono pervenute ventuno proposte di emendamento. Una a firma del consigliere Naldi, un’altra firma a firma dei consiglieri Naldi e Sconciaforni, un’altra ancora a firma del consigliere Lombardi, quindici a firma del consigliere Favia, due a firma del consigliere Marani ed una a firma dei consiglieri Barbati e Grillini.
Passiamo all'esame dell’articolato. Nomino scrutatori i consiglieri Piva, Moriconi e Pollastri.
Sull’articolo 1 insistono quattro emendamenti per cui procederemo con la discussione congiunta sull’articolo e sui quattro emendamenti che sono i numeri 16, 14, 1 e 13 rispettivamente a firma della consigliera Marani, del consigliere Favia, del consigliere Naldi ed ancora del consigliere Favia.
Apro la discussione generale sull’art. 1 e sugli emendamenti.
Non essendoci iscritti in sede di discussione generale apro la fase delle dichiarazioni di voto congiunte.
Non essendoci richieste di parola dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto e metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 16 a firma della consigliera Marani.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 16 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 14 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1 a firma del consigliere Naldi.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13 a firma del consigliere Favia.
(È respinto all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 13 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1 così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 1 è approvato.
Passiamo all’art. 2.
Non essendoci emendamenti apro la discussione generale.
Non essendoci iscritti in sede di discussione generale apro la fase delle dichiarazioni di voto.
Non essendoci richieste di parola dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto e metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 2 è approvato.
Passiamo all’art. 3 sul quale insistono tre emendamenti:
gli emendamenti 20 e 21 a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 15 a firma della consigliera Marani.
Dichiaro aperta la discussione generale congiunta sugli emendamenti e sull’art. 3.
Non essendoci prenotazioni, dichiaro chiuso il dibattito generale ed apro la fase delle dichiarazioni di voto.
Non essendoci richieste di parola dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto e metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 20 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 20 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15 a firma della consigliera Marani.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 15 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 21 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 21 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3 così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 3 è approvato.
Passiamo all’art. 4 sul quale insistono sette emendamenti:
l'emendamento 4 a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 18 a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 17 a firma dei consiglieri Barbati e Grillini;
l'emendamento 19 a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 5 a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 3 a firma del consigliere Lombardi;
l'emendamento 6 a firma del consigliere Favia.
Apro la discussione generale sull'articolo 4 e sugli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie. Presidente, non le pare che si stia andando un po’ troppo di corsa? Solitamente dopo le interpellanze si concedono alcuni secondi…
PRESIDENTE (Aimi): Erano le ore 15,30 ed abbiamo iniziato la seduta così come prevede il Regolamento.
Siamo sull’art. 4 e gli emendamenti in esame sono il 4 a sua firma, il 18 sempre a sua firma, il 17 a firma dei consiglieri Barbati e Grillini, il 19, il 5 e il 6 a sua firma, ed infine il 3 a firma del consigliere Lombardi.
Prego, consigliere Favia.
FAVIA: Grazie, presidente. L’emendamento numero 18, che dovrebbe insistere insieme al numero 19 che non ho sentito citare, riguarda il tema dell’amministratore unico. Occorre tenere l’amministrazione di questi enti, il più possibile partecipata e trasparente. Per questa ragione io ritengo che la figura dell’amministratore unico debba essere sostituita da un piccolo consiglio d’amministrazione che rappresenti anche la pluralità, già molto complessa, di quella che è l’assemblea dei soci nel distretto. Non capiamo, non essendoci un aggravio economico, quale sia l’efficienza dell’Amministratore unico, ed io risposte, in questo senso, non ne ho sentite.
Aggiungo, presidente, che all’art. 3 vi era l’emendamento numero 15 presentato anche dalla consigliera Marani, che insisteva su una tematica largamente affrontata in sede di dibattito generale e che si ricollega a questi emendamenti. Io ho ascoltato con attenzione, non potendo replicare in sede di dibattito generale, l’intervento della consigliera Donini che carinamente mi ha detto "che non ne so abbastanza". Ha sicuramente ragione lei che è molto più preparata in materia di questioni assembleari essendo, con merito, all’ottavo anno di legislatura. Io, quindi, ascolto chi ha più esperienza. Tuttavia, devo dire che, con esperienza o senza esperienza, anche mia nonna che ha preso la seconda elementare in montagna riuscirebbe a capire, leggendo il testo, che c'è qualcosa che non torna.
In primis: in questa sede nessuno fa le leggi ad hoc o per far favori ad alcuni Comuni o a chicchessia! Ma allo stesso tempo, noi dobbiamo specchiarci nel territorio. Se noi quando scriviamo una legge non esaminiamo quella che è la realtà sul territorio, facciamo ridere e non rendiamo un servizio alla comunità.
Se questa legge, che ha delle cose positive - ed io l’ho specificato - consente a dei Comuni di trasferire alle ASP che noi definiamo "dei servizi scolastici", siamo in presenza di una legge scritta male. E non mi si venga a dire - e qui voglio un parere tecnico della Dottoressa Voltan e della Dottoressa Terzini - che in una legge sulle ASP, che andiamo a riproporre, non possiamo escludere dei campi di attività. Basterebbe togliere quegli emendamenti - che anche loro hanno bocciato - che trattano il conferimento, anche in deroga all’art. 1, di altre funzioni, che si tolga "il prioritariamente", perché quella è la prova secondo la quale loro possono derogare il Patto di stabilità sui servizi scolastici. Quando si parla della deroga al patto di stabilità in questa legge, si dice "prioritariamente alle cose previste" e scritte nei primi commi. Io non mi faccio prendere in giro! Il problema è che qui si vuole portare a casa una vittoria, sul punto dei servizi scolastici in capo alle ASP, che non c’è! Togliere "scolastici" non basta ad evitare che i Comuni facciano quello che vogliono. Ed invece noi possiamo perché c’è una legge nazionale che dice chiaramente cosa devono fare, e c’è una legge regionale che andiamo a scrivere. Le ASP non devono svolgere quei servizi. Perché? Perché non è nella loro natura. Non si cambia nulla togliendo "scolastici". Cosa cambiano? Io voglio una risposta dal relatore e voglio chiedere se, il giorno dopo che questa legge entra in vigore, i Comuni hanno la possibilità di conferire alle ASP dei servizi che non sono quelli espressi in questa legge. Ne hanno facoltà o no? Possono derogare il Patto di stabilità, facendo questo? O no? Mi sapete dare una risposta precisa? Perché io non ne saprò abbastanza, ma voglio capire quel che voto e quello che licenzia questo Consiglio regionale. Voglio capire questo!
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di poter intervenire la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Grazie, presidente.
Mi scuso fin da adesso con il collega perché spero di non riprendere la parola nel corso di questa discussione visto che la mattinata è stata piuttosto ricca dal punto di vista del confronto. Ritengo, quindi, superfluo riprendere diversi temi.
Tuttavia due cose le voglio dire. La prima è che questa legge è rigorosa dal punto di vista del rispetto della legge e fa esattamente quello che la Regione deve fare, cioè disciplinare i servizi che abbiamo l’obiettivo di trattare attraverso un rigoroso rispetto di quello che dice sia la legislazione nazionale che la legislazione regionale.
I Comuni, nell’ambito delle competenze che sono loro proprie e nell’ambito di quelle che sono le storie e condizioni legate alle loro aziende territoriali, non avranno da questa legge nulla di diverso se non quello che la legge nazionale oggi consente loro. E saranno loro, comunque, a fare le dovute scelte assumendosene direttamente la responsabilità, anche in relazione alle possibilità che loro hanno.
Io l’ho detto chiaramente stamattina. Noi abbiamo, rispetto a questa legge, un altro compito e un altro obiettivo che non entrare nella querelle di cosa sia meglio che gestisca un Comune rispetto ad un altro: "quello di rispettare rigorosamente la legge". E l’abbiamo dimostrato togliendo il termine "scolastico" che ci pareva potesse essere anche oggetto di interpretazioni e forzature che stavano fuori dal quadro legislativo di riferimento.
Da questo punto di vista noi siamo tranquilli di aver fatto quello che la Regione doveva fare, senza ledere interessi o autonomie dei Comuni e senza toccare quelli che sono i termini della legislazione nazionale e regionale.
Rispetto all’altra questione che riguarda il tema dell’Amministratore unico, io stamattina, forse con poca efficacia, ho cercato di spiegare quale fosse la questione. Qui non voglio dire che lei, consigliere, non conosce le realtà territoriali. Però in questo caso, quando lei giustamente dice "che le ASP sono uno strumento fondamentale dei Comuni per la parte di gestione pubblica dei servizi" e quindi hanno un grande valore dal punto di vista della messa in sicurezza e delle garanzie di continuità da dare al personale, di superamento delle problematiche che oggi il pubblico ha nel gestire una certa parte di servizi, dimentica che i soggetti che hanno il compito di utilizzare questo strumento - cioè l’azienda pubblica dei servizi - sono i Comuni stessi! Per cui non ha senso avere un consiglio d’amministrazione che fa da interfaccia in modo largo, proprio perché i soggetti protagonisti sono i Sindaci e gli assessori delegati. Sono loro i deputati alla programmazione e alla committenza, perché è questo lo strumento attraverso il quale loro attuano le politiche sociali.
Allora, perché si privilegia nella legge "l’Amministratore unico"? Perché è evidente che serve fra la struttura operativa e l’Organo politico - che in questo caso è frazionato nei diversi Comuni - avere un collettore o un qualcuno che sia garante del rispetto dei principi di indirizzo. Però non è che possiamo ripetere una situazione che ci riporterebbe a far sì che ogni consiglio d’amministrazione assume - perché questo è il compito - decisioni che talvolta non esprimono direttamente quella che è la volontà - voglio essere buona ed usare un termine positivo - dei soci che sono, di fatto, coloro che debbono avere la responsabilità della committenza alle ASP. Quindi l’Amministratore unico è un collante che però consente, proprio perché soggetto unico, di avere questo rapporto diretto tra i Comuni e il loro Organo di gestione dei servizi.
Questa è la spiegazione. Certo, avrà il vantaggio di semplificare gli Organi, contribuire a diminuire i costi della politica ed altro, però ha un vantaggio ancora più importante quale quello di avvicinare i Comuni e far sì che questi possano impadronirsi della loro funzione che non esercitano direttamente attraverso la struttura comunale, ma attraverso uno strumento quale quello dell’azienda pubblica dei servizi.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente.
Io, poiché nello spirito condivido l’impostazione di questo articolo, anche relativamente all’indicazione di un Amministratore unico, apprezzo però - e questo credo sia anche frutto di una discussione sul territorio - la previsione della "possibilità di un consiglio d’amministrazione". E ci siamo già detti mille volte il perché di questa scelta che può essere opportuna.
Io, assessore, con il mio emendamento le vorrei dare una mano nel fare questo. Spero, quindi, che lei lo interpreti in questo modo perché il comma 5 prevede un intervento della giunta sugli Organi delle ASP e il comma 1 precisa chiaramente "che cessano i consigli d’amministrazione" ed individua come Organi di governo l’Assemblea, l’Amministratore unico e l’Organo di revisione contabile; poi c’è un ulteriore punto 2 e al punto 3 si prevede questa eccezione della presenza del consiglio d’amministrazione. Il mio timore è che, poiché le leggi che fra di noi sono molto chiare dobbiamo farle capire all’esterno, un osservatore esterno vedendo che la giunta può intervenire sugli Organi delle ASP, possa sostenere in tribunale o comunque farsi un’idea che gli Organi delle ASP siano quelli previsti al punto 1.
Il mio richiamo, anche in relazione all’ipotesi di cui al comma 3, toglie ogni possibilità di contestazione o di discussione rispetto al campo di intervento della giunta. Ecco perché mi permetto di dire che sarebbe un aiuto a quello che io ritengo la Giunta, e lei come assessore, intendete fare.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lombardi.
Passiamo alla fase delle dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti e sull'art. 4.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Io l’ho ascoltata sia in commissione che questa mattina, collega Marani. Mi aspettavo una risposta evangelica, "sì,, no, no" ed invece mi pare che la sua risposta - se posso tradurla io - sia "sì, sì, ovvero voi vi lavate le mani, non intervenite - ed era possibile! - modificando questo testo e rendendo più stringente, a quello che dice la norma nazionale, le prerogative dell’ASP. È vero, do merito del fatto che è stato tolto il termine "scolastici", do merito alla Regione di aver detto la sua, politicamente, mandando un messaggio chiaro a quelle realtà che vorranno utilizzare questo contenitore per fare altro "ingiustamente", però il "sì, sì" sta a dire "che per noi potranno farlo". Cioè, lo faranno! Ma non perché lo consente la legge nazionale, visto che la legge nazionale quando parla di ASP non dice questo. Quando lei dice "in base a tutto quello che è consentito nell’autonomia del Comune dalle leggi nazionali", cosa vuol dire? Semmai il collo di bottiglia è proprio qui, nel passaggio regionale. Noi avremmo dovuto avere più coraggio semplicemente perché se posso comprendere le motivazioni per cui alcuni Comuni potrebbero mettere in questo contenitore altre cose, non le posso giustificare, perché comunque è una cosa ingiusta e sbagliata. È una scorciatoia che in qualche modo tradisce quella che è anche la legge nazionale.
Io prendo atto che gli emendamenti, accettabili sotto il profilo giuridico - perché non c’è stata alcun tipo di critica di merito - e che rendevano il testo più stretto, sono stati bocciati. Noi semplicemente proponevamo di eliminare il termine "prioritariamente" e semplicemente dicevamo che l’ASP deve fare quello che esclusivamente dice la legge nazionale. Era possibile metterlo nel testo ed avremmo risolto il problema!
Chiaramente si sarebbe aperta una vertenza politica che purtroppo avrebbe condizionato ed influenzato le scelte della Regione tra Amministrazioni ed Istituzioni della stessa appartenenza politica, ma questa è la analisi che io devo fare in questa sede.
Sull’Amministratore unico, sono punti di vista. Io posso accettare la sua osservazione, non è una cosa su cui mi straccio le vesti, ma io ho raccolto dal territorio istanze di preoccupazione per l’avvicinarsi al modello ASL. Confermo, quindi, il voto favorevole a quegli emendamenti. Anche se capisco quale è il disegno che il proponente della legge ha avuto su questa tematica dell’Amministratore unico.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Non avendo altri iscritti a parlare in sede di dichiarazioni di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 4 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 18 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 18 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 17 a firma dei consiglieri Barbati e Grillini.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Aimi): Diamo la parola allo scrutatore consigliere Piva.
PIVA: Devo dire che sinceramente non c’è stato un "gran frullo" di mani. Con lo sguardo a sinistra devo però dire…
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Piva.
Mi basta la sua parola.
Rimettiamo ai voti, per alzata di mano, l’emendamento 17 a firma dei consiglieri Barbati e Grillini.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 17 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 19 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 19 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 5 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3 a firma del consigliere Lombardi.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 3 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 6 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4, così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 4 è approvato.
Procediamo con l’emendamento 7, a firma del consigliere Favia, che è istitutivo di un nuovo articolo, il n. 4-bis.
Apro la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
L’art.4-bis riguarda l’Ufficio relazioni con il pubblico. Proprio per definizione, questi sono enti di prossimità che rispondono a bisogni primari del cittadino e paradossalmente l’attuale regolamentazione regionale non prevede per le ASP la presenza dell’URP. Questa legge non prevede la presenza dell’URP in modo tale che i cittadini possano, per ogni ASP, avere uno sportello che possa protocollare, ricevere suggerimenti, osservazioni e dare informazioni di sportello.
Per quello che io ho riscontrato si tratta di una cosa di cui si è sentita la mancanza in questa prima applicazione della legge, io stesso ho provato a mettermi in contatto, non è così semplice, per cui penso che prevedere uno sportello ad hoc per i cittadini sia importante.
Se l’emendamento verrà bocciato, spero che la Giunta, con un suo provvedimento deliberativo, possa supplire, proprio perché penso sia molto importante per queste aziende.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Non avendo altri iscritti a parlare dichiaro chiuso il dibattito generale ed apro la fase delle dichiarazioni di voto.
Non avendo richieste di parola per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma del consigliere Favia, che è istitutivo dell’art. 4 bis.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 7 è respinto.
Passiamo ora all’art. 5 sul quale insistono quattro emendamenti:
l'emendamento 2 a firma dei consiglieri Naldi e Sconciaforni;
gli emendamenti 8, 9 e 10 tutti a firma del consigliere Favia.
Apro il dibattito generale congiunto sull’articolo e sugli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente.
Sarò molto veloce anche perché ho già trattato il tema nel mio intervento. Con questo emendamento, che amplia il testo presente nella proposta base, si vuole rendere più evidenti le ragioni di trasparenza nella gestione del patrimonio immobiliare e le ragioni sociali non soltanto riferite al problema emergenza abitativa, ma anche riferite alla gestione del patrimonio agricolo da parte delle ASP.
Io auspico che vi sia un contributo positivo da parte di tutti perché ritengo che questo testo rappresenti un punto positivo per tutte le forze politiche presenti all’interno dell’Aula.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Intervengo innanzitutto per dichiarare il voto favorevole sull’emendamento a firma del collega Naldi. Ho pensato fosse importante stabilire una valenza temporale al piano per cui chiedo al relatore come mai non sia prevista una valenza temporale e se sia accettabile pensare ad una valenza triennale che io ho inserito nell’emendamento.
Gli altri due emendamenti si concentrano sul tema dell’inventario relativo al patrimonio di proprietà dell’ente che abbiamo voluto rimarcare aggiungendo la lettera d) all’art.5, ed aggiungendo anche le conseguenze in caso di mancata redazione o aggiornamento da parte del Direttore generale.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Dichiaro chiuso il dibattito generale ed apro la fase delle dichiarazioni di voto.
Non essendoci richieste di parola in sede di dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 a firma dei consiglieri Naldi e Sconciaforni.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 8 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 9 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10 a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 10 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5, così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 5 è approvato.
Passiamo all’emendamento 11, a firma del consigliere Favia, istitutivo di un nuovo articolo.
Apro la discussione generale.
Ha chiesto la parola il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Oggi ho ascoltato con attenzione l’intervento del consigliere Lavagetto che si vede essere conoscitore della materia.
Devo dire che c’è un problema di confusione nella politica di oggi, su ciò che riguarda l’idea di pubblica amministrazione e di cosa significa "pubblico" e di cosa significhi "privato". Devo ribadire però quello che già ho sostenuto, ovvero che il vantaggio di rivolgersi al privato non può essere "minori diritti e condizioni contrattuali svantaggiose per il lavoratore". Non può essere questo. Non può essere che a parità di servizio, nello stesso distretto, vi sia un lavoratore di serie A e un lavoratore di serie B. Io sono andato a vedere la questione sull’assunzione del personale e c’è una parte della legge che riferisce questa materia; ma lo fa in un argomento diverso. Io non parlo della famosa "clausola sociale", ma parlo di quello che oggi avviene, ossia che ci sono soggetti privati accreditati e soggetti pubblici che lavorano.
L’emendamento - lo leggo testualmente - dice: "nel caso di affidamento dei servizi a cooperative sociali le ASP dovranno inserire nei contratti di affidamento clausole volte a salvaguardare i diritti e la retribuzione dei lavoratori delle cooperative, al fine di garantire pari diritti e pari retribuzioni rispetto agli omologhi lavoratori pubblici delle ASP stesse".
È chiaro che il lavoratore è posto in una condizione diversa di lavoro, in un ambiente diverso, se non ha le garanzie che gli devono essere garantite, se non ha una retribuzione adeguata. Purtroppo il controllo su ciò che avviene all’interno delle cooperative che si accreditano può essere fatto, ma non consente oggi di evitare questi lavoratori di serie A e di serie B. Allora andrebbe fatta chiarezza a monte. Quando si dice se un servizio deve essere pubblico o privato, capire cosa vuol dire e capire perché a volte è conveniente andare verso il privato. Aggiungo che questa gogna del patto di stabilità è stato un aiuto al privato perché nel momento in cui i Comuni non possono più fare assunzioni, è chiaro che peggiorano i servizi alimentando il mito dell’inefficienza del pubblico e chiaramente ci sono sacche di inefficienza nel pubblico, però che si sia alimentato questo mito anche per fare andare avanti un altro tipo di politiche questo secondo me è chiaro perché ci sono anche sacche di eccellenza, ci sono anche tantissimi lavoratori che fanno il loro lavoro, lo fanno con onestà, con impegno e qualità. Io credo invece che noi ci inseriamo in un contesto micro quando c’è una tendenza macro che non riusciamo ad arrestare, per cui penso sia importante cercare di arginare, portando un po’ di equità e di giustizia, questa deriva.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Condivido l’idea di base nelle parole di Favia che parla anche di lavoratori delle cooperative sociali, però le cooperative sociali in questa regione hanno tutte le carte in regola per partecipare a queste cose, garantiscono fino all’ultimo l’applicazione dei contratti di lavoro e ci tengono in maniera straordinaria, a volte risparmiano sui costi di determinata manodopera perché utilizzano altri strumenti che la legge mette a disposizione come le borse lavoro per persone in difficoltà o cose di questo genere. Quindi attenzione, perché le cooperative sociali nella nostra realtà sono un’esperienza assolutamente straordinaria ed efficace, che stanno mantenendo, nonostante le difficoltà del momento, anche alcune condizioni di lavoro diffuso che altri non promuovono e non vorrei ingenerare l’equivoco che lì si nascondano delle sacche di lavoro nero. Non è così, non ci sono esempi di questo genere. Ci sono strumenti magari diversi che vengono utilizzati e che giustamente favoriscono magari il lavoro di soggetti più deboli che senza questi strumenti non avrebbero alcun accesso al mondo del lavoro, nemmeno parziale.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lavagetto. Ne ha facoltà.
LAVAGETTO: Grazie, presidente. Ho ascoltato con interesse l’intervento del consigliere Favia per quanto riguarda la tutela dei lavoratori e devo dire che sono d’accordo anche con la consigliera Meo, cioè il mondo della cooperativa, soprattutto di questo territorio, rispetta quelle che sono le leggi vigenti e forse va anche giustamente talvolta al di là in senso positivo sotto questo aspetto. Devo dire che sulle cooperative recentemente è arrivato anche dal punto di vista legislativo l’obbligatorietà di adeguare i propri compensi ai soci lavoratori in termini di stipendi. Per quanto riguarda però il suo emendamento, che può apparire interessante, cioè mi sembra di capire che proponga per la cooperativa che dovesse acquisire un appalto di un servizio dell’ASP, per quei lavoratori della cooperativa che vanno a gestire quel servizio lo stesso trattamento economico rispetto a quello che ha un dipendente pubblico o quei dipendenti pubblici che gestiscono servizi simili. Visto che ricordava la mia esperienza, ci è stata fatta un’osservazione, e attenzione a non creare poi la discriminante opposta, cioè quella cooperativa che avrà due tipi di personale: un personale ad esempio che lavora in una struttura di proprietà privata o della cooperativa stessa a un determinato stipendio e all’interno della stessa cooperativa vi sono dei dipendenti che perché lavorano in una struttura appaltata dal pubblico con l’obbligo dello stipendio, uno stipendio diverso dai suoi soci lavoratori della stessa cooperativa che lavorano in altre strutture. Si crea poi una discriminante all’interno della cooperativa, per cui all’interno della stessa cooperativa due tipologie di lavoratori con stipendi diversi o con trattamenti economici diversi. È un campo molto delicato sul quale quindi consiglio molta attenzione perché si va a equiparare il trattamento economico di quei lavoratori della cooperativa similmente ai dipendenti pubblici in quel tipo di servizio, però ci potrebbe essere che all’interno di una stessa cooperativa molto grossa si creano due trattamenti diversi. Vi consiglio molta attenzione su questo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lavagetto.
Ha chiesto di parlare l’assessore Marzocchi. Ne ha facoltà.
MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente. Intervengo sull’art. 5 ma anche sul 6 per avere occasione di esprimere il parere favorevole rispetto ai contenuti di questo dibattito che secondo me è stato molto ricco e ha contribuito a fare anche chiarezza sul provvedimento che stiamo rendendo operativo. Prima di tutto vorrei ribadire che questo non è un intervento normativo di principi e non è solo sulle ASP, ma è un grande passaggio che stiamo facendo per effetto delle normative che sono intercorse e delle sperimentazioni di questi dieci anni di applicazione di una nostra norma sul territorio regionale. È una grande ricchezza poter normare dopo aver visto cosa è successo. Questo provvedimento è necessario perché ci permette di riordinare le forme pubbliche di gestione che sono presenti sul nostro territorio, ci permette di andare avanti con la qualità, la quantità e la sostenibilità dei nostri servizi alla persona per far sì che questo sia ancora possibile nonostante le normative che potrebbero rendere inapplicabile il nostro sistema dei servizi che, ribadisco, è assolutamente in forma integrata e quindi vede il protagonismo degli enti pubblici al pari degli enti del terzo settore e in primis della cooperazione sociale, di cui stiamo trattando ora, ai quali nel nostro sistema è garantito rispetto assoluto dei contratti a seconda delle loro appartenenze e non possiamo noi, per effetto di normative nostre, creare disparità tra i lavoratori, perché ci sono contratti, riferimenti e battaglie da fare. Noi abbiamo costruito dei meccanismi di rapporto col terzo settore che ci permettono di andare ben oltre. Questi meccanismi sono l’accesso mediante i servizi accreditati che sono parte di legittimazione di questo provvedimento e quindi su questo dobbiamo insistere. Il nostro sistema quindi mantiene, in forza di quello che facciamo oggi, la responsabilità della programmazione, dell’indirizzo e della gestione non esclusiva del pubblico ma in forma integrata. Questo è il nostro percorso e ribadisco anche la volontà, ringrazio voi che l’avete sostenuta, di fare in modo che noi siamo al servizio e nella piena titolarità della responsabilità degli enti locali ai quali non vogliamo e non possiamo andare oltre le consegne previste dalla normativa vigente e dalla loro normativa di responsabilità nella gestione dei servizi sociali. Noi normiamo con e per gli enti locali e con questo patto importante vogliamo dare dei segnali perché il sociale e i servizi alla persona si fanno solo in un patto collettivo che noi, con questa normativa, oggi rappresentiamo. Ringrazio perciò la relatrice che ha fatto un grande lavoro, ma anche molti dei partecipanti a quest’Assemblea, i miei uffici e i miei servizi che hanno contribuito ad arrivare a questo risultato.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Marzocchi.
Apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Alberto Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Grazie, presidente. Essendo intervenuto l’Assessore, non ha riaperto la discussione generale?
PRESIDENTE (Aimi): No, è intervenuta a chiusura del dibattito generale. Ora può fare però la dichiarazione di voto sull’emendamento 11, che è istitutivo di nuovo articolo.
VECCHI Alberto: Grazie, presidente. Ho assistito in parte in Aula e su in ufficio ma seguivo attentamente la discussione e l’abbiamo seguita con forza in Commissione. Io ho fatto alcune riflessioni: come Vicepresidente della Commissione Sanità già nello scorso mandato insieme all’amico Gianni Varani avevamo fatto una battaglia contro le troppe ASP che la Regione voleva introdurre. Un no non ideologico ma razionale e sussidiario. Chiedevamo più pluralità di forme gestionali incentivate, anche fondazioni, più privato sociale. Ora è evidente con questo che avevamo ragione. I punti salienti di questa riforma sono un’unica ASP per distretto, uno stop ai Cda e amministratore unico e un rafforzamento della multisettorialità che ha creato una serie di problematiche. Premetto un dato politico, un paradosso rilevante: oggi chi si oppone a questa ulteriore aziendalizzazione dell’ASP e accentramento distrettuale sono gruppi politici che allora applaudivano invece questa operazione. Allora si era a favore per ragioni ideologiche, statalismo e cooperative, ampliamento del pubblico impiego, ora si teme che le ASP invece siano occasioni per sgravare i Comuni di personale e quindi si temono licenziamenti più facili e più subappalti al privato. L’assurdo definitivo è che si dice no alla grande ASP, no all’attribuzione dei servizi educativi o perlomeno del personale ma si dice contestualmente anche no al privato. Secondo me questo continua a essere un errore ideologico enorme. Per questo sono fermamente contrario ad avallare queste posizioni che certamente non si cavalcheranno, però bisogna anche criticare chi dice no perché secondo me i Comuni non possono continuare a essere grandi datori di lavoro diretti, non si può pensare che il mercato del pubblico impiego sia ancora e sempre espandibile, non si può pensare di fare a meno del privato sociale, soprattutto dove la spesa maggiore in assoluto per i Comuni è per quella per l’infanzia 0 - 6 anni. La Giunta regionale con questo progetto è coerente con le proprie premesse, le sue premesse e non le nostre, che insieme al collega Varani avevamo anche trattato lo scorso mandato, va fino in fondo a questa idea aziendalista, statalista e accentratrice che aveva fin dall’inizio. Solamente la crisi di oggi permette di poter andare fino in fondo ma era un disegno già all’inizio. Credo che la nostra Giunta, ossessionata dal controllo della spesa accentrata definitivamente per il distretto, la spesa sociale e socio-sanitaria, quindi in questo modo si cerca di avere un punto di controllo di tutto questo ma questo era già nel DNA della legge quando è stata creata e infatti oggi si fa semplicemente il passo conclusivo. Per il centrodestra il futuro non è nelle ASL del sociale, che non riusciranno ad assicurare le risposte al bisogno che incalza, cioè un aumento spaventoso della popolazione anziana, ma certamente la soluzione non è neanche quella di coloro i quali oggi hanno detto no, che non hanno risposte assolutamente perché questo no è preistorico, impoverisce, non garantisce, avalla l’inefficienza storica del pubblico impiego, impedisce di ampliare le risposte e proprio per questo ci si aspetterebbe che si provasse ad allargare la collaborazione col privato sociale, su questo però la Giunta e la legge dovrebbero incalzare il sistema, stressarlo, fare sussidiarietà, però questo manca totalmente in questa legge e anche in questo emendamento. Noi dobbiamo puntare decisamente sulla sussidiarietà e sulle reti parentali. Purtroppo questo manca e in questo riordino abbiamo perso una grande occasione perché non vedo traccia di questo principio di sussidiarietà. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Alberto Vecchi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Alla luce degli interventi, intervengo comunque per confermare il sostegno all’emendamento che ho presentato e forse dico che non mi sono spiegato bene. Consigliera Meo, quando si parla di cooperative di tipo B di solito si fa preciso riferimento, quindi è chiaro che il riferimento è alle cooperative di tipo A. Non c’è nessun equivoco; la cooperazione sociale è una risorsa in questa regione e nessuno ha mai detto il contrario. Io caldeggio il fatto che le cooperative sociali in Romagna si mettano insieme e facciano un’associazione temporanea di impresa per vincere la gara contro Hera per la gestione dei rifiuti, però qui trovo un paradosso, e non ho nemmeno mai detto che non hanno i contratti nazionali. Assessore, ci mancherebbe, ma hanno i loro contratti. È ben diverso, perché si trova l’ASP pubblica con il dipendente che magari ha il contratto nazionale di pubblico impiego che prende 1.200 - 1.300 - 1.400 euro. Non mi sembrano grandi cifre e grandi privilegi per quel che costa oggi la vita. Poi si trova il contratto nazionale della cooperazione sociale col lavoratore che prende 900 euro per lo stesso servizio che fanno magari anche insieme. È chiaro che questa persona non può vivere con 900 euro, quindi quando smonta, e ci sono questi casi, dalla cooperazione sociale ha bisogno di andare a fare un altro lavoro, peggiorando quindi le sue condizioni di lavoro. Bisogna fare i conti con queste cose. Quindi non c’è nessun problema di contratto nazionale riferito al fatto che le cooperative lavorino fuori contratto - nessuno ha detto questo - ma dico che hanno un contratto diverso svantaggioso e che spesso non consente di vivere con solo quel lavoro. Mai ho messo in discussione o criticato poi le cooperative, che fanno un lavoro importantissimo, ma specialmente sono quelle di tipo B che, consigliera Meo, lavorano con gli svantaggiati. Dico solamente che si crea questo paradosso, come si crea nella sanità, tant’è che questo emendamento fu già proposto tre anni fa proprio sugli accreditamenti in sanità.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Non ci sono più iscritti in dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’emendamento 11 è respinto.
Passiamo ora all’art. 6, su cui insiste l’emendamento 12, sempre a firma del consigliere Favia. È un emendamento soppressivo e vorrei ricordare che ai sensi dell’art. 96 del Regolamento si pone ai voti il mantenimento del testo.
Apro il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Per presentare l’emendamento. Si tratta di un emendamento che chiede la soppressione dell’art. 6. Il tema del perché ho presentato questo emendamento è legato al timore che esprimevo. Mi sembra che avete calcato un po’ troppo la mano sulla possibilità di far chiudere un’ASP, perché queste tre tipologie...
(interruzioni)
Queste tre categorie, che vado a elencare, potenzialmente - poi mi aspetto rassicurazioni da parte dei proponenti - possono portare invece a uno smantellamento di queste strutture che noi andiamo a normare con la legge.
Nel caso in cui la gestione sia assunta in via diretta dall’unione dei Comuni, il problema è che le unioni dei Comuni non gestiscono direttamente i servizi. Se oggi fotografiamo quella che è la situazione hanno provveduto ad affidarli sempre ad accreditamento transitorio a gestori privati. Quindi in qualche modo non è molto chiaro che si tratti di un altro soggetto pubblico.
Il secondo caso è quello in cui le ASP risultino prive di idonee dimensioni e di attribuzioni di adeguate funzioni e compiti gestionali, ma potenzialmente è un po’ vago questo comma. Sono tantissime queste ASP. Questo articolo è pericoloso o almeno va chiarito.
Il terzo caso si riferisce alle ASP che versano in condizioni di dissesto finanziario. Poiché è la Regione che detta gli standard di base e stabilisce i rimborsi dei costi socio-sanitari e sanitari per i gestori, e definisce anche l’ammontare delle rette a carico degli assistiti, quindi delle famiglie, è difficile immaginare che la cattiva gestione possa essere attribuita a responsabilità delle ASP. Le assemblee di distretto dei Comuni hanno gli strumenti per intervenire tempestivamente e sanare la questione capendo quali sono i problemi, superare gli ostacoli e rimuovere le cause, anche ripianando i debiti. Quindi così sembra un po’ intimidatorio che il solo dissesto finanziario porti alla chiusura delle ASP. In uno strumento ci si deve credere o non credere. L’impressione che ho avuto è che si voglia tenere aperta la porta a più soluzioni, sia a chi vuole andare verso una più diretta collaborazione col privato sia invece a chi a queste ASP vuol far fare di tutto. La mia preoccupazione è sempre di chiarezza della legge.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Non ci sono altri interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi.
Mettiamo ai voti, ai sensi dell’art. 96 del Regolamento, il mantenimento del testo e non l’emendamento del consigliere Favia.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 6 è approvato.
L'emendamento 12 s'intende respinto.
Passiamo all’art. 7.
Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 7 è approvato.
Passiamo all’art. 8.
Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 8 è approvato.
Passiamo all’art. 9.
Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 9 è approvato.
Passiamo all’art. 10.
Apro la discussione generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Aimi): L’art. 10 è approvato.
Sono aperte le dichiarazioni di voto finali sull'intero testo di legge.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni. Ne ha facoltà.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Voglio esprimere a nome della Federazione della Sinistra un voto favorevole per questa proposta di legge accompagnato da alcune brevissime considerazioni. La prima è che è stata una discussione importante, non rituale, la prima bozza di questa proposta di legge che ci siamo trovati di fronte - lo dico con grande franchezza - aveva lasciato in noi alcune perplessità ma questo non è un fatto in sé negativo ma fa parte della dialettica che c’è all’interno di una maggioranza dove ci sono forze diverse, c’erano secondo noi alcuni elementi che dovevano essere chiariti e precisati per appunto fare in modo che questa legge raggiungesse il massimo delle sue finalità positive e non lasciasse spazi di ambiguità a chi invece magari poteva pensare di utilizzare questa legge secondo finalità che non le sono proprie nelle intenzioni evidentemente di questa Regione.
Credo che, al termine della discussione, questo intento sia stato realizzato. Io, per entrare in una considerazione politica, non penso che questa legge abbia soltanto mandato dei segnali positivi, come pure viene riconosciuto, ma credo che abbia fatto qualcosa di più. Questa legge è l’elemento per me politico fondamentale, che è ben più di un segnale, sta nel fatto che la Regione individua nelle ASP un soggetto pubblico non economico equiparato a quei soggetti che nell’ambito del testo unico degli enti locali si occupano di servizi sociali, socio-sanitari, educativi, culturali, farmacie comunali e per farlo questi soggetti di diritto pubblico non devono sottostare al patto di stabilità con tutto quello che questo di positivo consegue.
Questo è l’elemento secondo me politico forte che con questa legge noi sanciamo. Questo ha una serie di conseguenze positive, per quello che mi riguarda, la prima delle quali, e qui parlo evidentemente per me e per il gruppo che rappresento, è che noi offriamo agli enti locali e ai Comuni uno strumento non per metterci dentro quello a cui ognuno gli passa per la testa - non si può fare - ma c’è il rispetto delle normative vigenti, della normativa sulla legge unica degli enti locali che stabilisce che cosa devono fare, ma noi comunque offriamo nell’ambito delle possibilità di gestione date agli enti locali uno strumento di gestione dei servizi pubblici in un momento in cui sentiamo dire quotidianamente dai sindaci che non ce la fanno, non hanno la possibilità, non ci stanno dentro e quindi aprono le porte a quella che per me è un dato negativo fatto di esternalizzazioni e privatizzazioni, noi offriamo uno strumento alternativo di gestione pubblica.
Questo per me è un elemento estremamente positivo e grazie a questa legge noi diamo questo strumento importante agli enti locali non per fare quello che vogliono ma per fare quello che possono fare sulla base delle normative vigenti nazionali e regionali. Io credo che questo sia un risultato politico importante conseguito grazie a un lavoro collettivo, per cui voglio ringraziare anche la relatrice e l’Assessore di riferimento, e quindi voteremo a favore di questa legge. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bazzoni. Ne ha facoltà.
BAZZONI: Grazie, presidente. La legge che stiamo per approvare è una grande occasione buttata al vento. Oggi potevamo andare a riformare un sistema di welfare che nei dieci anni da quando è entrato in funzione ha mostrato enormi lacune e criticità: troppa burocrazia, troppe poltrone, troppe spese, pochissima, per non dire inesistente, sussidiarietà. Il testo di legge che uscirà da quest’Aula non riesce a superare l’idea sbagliata di fondo della Regione della legge 2/2003, lo statalismo accentratore che a scendere crea tutti i problemi appena accennati. Ci voleva il coraggio di cambiare strategia, come hanno fatto in altre regioni del nord, dando spazio alle pluralità delle forme gestionali incentivate, anche fondazioni, e dalla sussidiarietà consentendo un maggior coinvolgimento del privato sociale. Il futuro purtroppo ci darà ragione perché non è nelle ASL del sociale che questa amministrazione regionale, sempre più piegata a sinistra, vuole consolidare che si potranno dare risposte al bisogno di servizi sociali in continuo aumento.
Una cosa positiva comunque ci sarebbe: la possibilità per i Comuni di uscire, se vogliono, da questi carrozzoni. Uno spiraglio però troppo piccolo e poco probabile perché anche per i Comuni questa legge di finta riforma produce ulteriori aggravi. È infatti inaccettabile che la Regione cerchi sempre di più di scaricare sulle amministrazioni comunali le quali in molte casi, già con la legge 2/2003, si sono viste addossare carichi di spesa per gestire servizi che prima avevano a costo zero con le IPAB e ora li vedranno ulteriormente aumentare in virtù dell’ulteriore accentramento e aziendalismo pubblico delle strutture cui sono stati obbligati ad aderire. Come PDL avevamo proposto grazie al collega Pollastri un progetto di legge equilibrato che voleva azzerare gli oneri del sociale per i Comuni i quali oggi gravano per oltre il 50 per cento sui loro bilanci, liberando in questo modo risorse loro utili risolvendo le ambiguità che oggi insistono in un sistema dove competenza ed enti gestori si accavallano e si sovrappongono ingenerando confusione. S’è voluto invece piuttosto dare qualche contentino per mettere buona l’estrema sinistra e la sua utopia che tutto il pubblico possa continuare a essere la panacea di tutti i mali, come si vede dall’art. 3 rispetto ai divieti di assunzione di personale, creando così il rischio di nuovi bacini di dipendenza pubblica fuori del tempo con il dubbio che siano utili a creare bacini di consenso.
Le stesse organizzazioni che si collocano a sinistra, e che qualche anno fa esultavano rispetto alla creazione delle ASP, oggi criticano aspramente questa soluzione perché troppo esposta a sinistra tanto da scavalcarle. Un modello di gestione neocomunista, dirigista, lontano dai bisogni dei territori, lontano anni luce della visione della pubblica amministrazione improntata all’accessibilità ed esperienza moderna e flessibile. Per tutte queste ragioni pertanto il voto del PDL non potrà che essere contrario.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Bazzoni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Sono contento dell’intervento che ha fatto il collega Bazzoni perché è talmente lontano anche dal dibattito che si è svolto in Aula che consente a me invece di sottolineare la bontà del provvedimento di legge che ci stiamo accingendo a votare. Lo dico ringraziando il lavoro in primo luogo dell’assessore Marzocchi, della relatrice Marani e tenendo conto ovviamente del fatto che in questi mesi si è svolto un confronto su questa legge, oltre al confronto istituzionale che abbiamo avuto dentro le Commissioni e dentro l’Aula, anche all’esterno di questo Palazzo. La cosa a mio avviso è positiva, ma ovviamente lo è se il confronto non viene caricato da questioni che non c’entrano nulla con la funzione non solo della Regione ma anche del ruolo di consiglieri regionali.
Questa Regione, l’Emilia-Romagna, l’amministrazione, il governo regionale ha ben chiaro che i servizi sociali e socio-sanitari rappresentano il cuore pulsante del nostro sistema di welfare e le difficoltà degli enti locali sempre maggiori sono assolutamente esposte a un problema nella fornitura di servizi e soprattutto di tutela e mantenimento della qualità degli stessi. Per qualità dei servizi ovviamente ritengo anche la necessità di una forte integrazione socio-sanitaria così come la collega Marani ha compiutamente esposto nella relazione di questa mattina.
Noi, collega Bazzoni, abbiamo a cuore la possibilità di consentire ai Comuni di scegliere liberamente la forma di gestione. Altro che impostazione dirigistica o comunista. È un’impostazione non solo della legge ma anche culturale della gestione dell’ente che va in direzione esattamente opposta da quella da lei citata nel suo intervento, nella direzione di sostentamento solidale, sostegno e aiuto delle amministrazioni territoriali sempre più in difficoltà. Non è una questione di segno politico perché va in aiuto delle amministrazioni territoriali e degli enti locali di qualunque tipo di segno politico poiché è un’impostazione di "sistema".
Finisco, Presidente, con una questione invece affettuosa perché c’è una grande notizia che ovviamente so che non farà piacere all’opposizione. La notizia è che in quest’Aula esiste una coalizione che tiene, che discute e che è in salute. Ovviamente essendo io capogruppo del Partito Democratico, ed essendo il Partito Democratico un grande partito, devo anche essere armato, per statuto, per statuto interno e per statuto di coalizione, di un’enorme pazienza e quindi non risponderò - lo dico simpaticamente - evidentemente a questioni che non stanno dentro il perimetro della discussione della legge. Mi piacerebbe - mi rivolgo ai colleghi della coalizione, consiglieri regionali e non - che le discussioni venissero fatte sul merito e si abbandonasse lo sport di entrare nella discussione dell’eventuale "congresso del Partito Democratico" sia negli interventi a microfono sia negli interventi a mezzo stampa perché i consiglieri regionali hanno anche il compito pedagogico di "consigliare" i loro colleghi più giovani e più intemperanti che stanno seduti nei banchi delle altre istituzioni fuori da questa. Comunque in ogni caso la notizia è che la coalizione di centrosinistra che governa la Regione Emilia-Romagna anche oggi ha dato prova di grande maturità e di questo il Partito Democratico è soddisfatto, contento e ringrazia e il capogruppo del Partito Democratico annuncia il voto positivo sul provvedimento di legge che è in trattazione. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Il progetto di fusione delle varie ASP della nostra regione è un progetto che seguo da tempo e che per certi aspetti avrei anche auspicato che fosse stato approvato prima. So che effettivamente c’è stato un grandissimo dibattito rispetto a questa legge e credo che ancora oggi molti temi forse non siano stati affrontati completamente, temi che riguardano sia l’aspetto fiscale sia l’aspetto giuslavoristico, temi che sicuramente verranno affrontati in modo responsabile in futuro, però credo che il fatto per cui oggi quest’Aula riuscirà a breve a votare il progetto finale è un passo molto importante e che denota, dalle dichiarazioni di alcuni colleghi, uno sforzo di collaborazione per addivenire in una fase di sintesi anche a una coincidenza di voto.
Prendo atto delle dichiarazioni che ha fatto il collega Sconciaforni. Io personalmente mi sono sempre posta, oltre che con interesse, anche con favore rispetto a questo progetto, ho sempre ritenuto che la versione iniziale, quella che prevedeva anche il coinvolgimento tra le varie funzioni anche delle funzioni scolastiche fosse un contributo utile e necessario se non altro anche perché oggi nella nostra regione ci sono già diverse ASP alle quali sono stati conferiti servizi scolastici. L’ultima è avvenuta anche questo mese, e se non sbaglio è la stessa Provincia di Cesena che ha fatto un conferimento di questo genere, per cui sino ad ora, pur non essendo intervenuta, mi sono molto interrogata di fronte a certi dubbi e sollecitazioni che anche i colleghi sollevavano circa la competenza e l’opportunità di inserire questo riferimento o meno, e per certi aspetti posso comprendere anche da dove questi dubbi provengano. Ciononostante ritengo che la versione che oggi siamo chiamati a votare sia comunque una versione che rispetto a quella originale, quindi quella che ricomprendeva chiaramente il riferimento alla funzione scolastica, sia un testo meno chiaro, che si presti a qualche obiezione, anche perché probabilmente forse dal punto di vista regionale ci ripariamo anche da eventuali dubbi, però ho il timore che questa polvere la mettiamo sotto al tappeto e la rinviamo ai Comuni che oggi si ritrovano a dover assumere completamente la responsabilità delle scelte da farsi con tutte le pressioni che abbiamo visto di recente anche sul territorio e gli effetti che hanno prodotto quasi esclusivamente nella nostra città, che comunque sia è il capoluogo di regione.
Mi conforta comunque il fatto che questi servizi siano stati già oggetto di conferimento e quindi il voto che esprimerò è un voto di astensione perché, ripeto, l’approccio era in senso favorevole ma di astensione per le condizioni di minor chiarezza che ci hanno portato a redigere un testo che secondo me trasferisce la palla ai Comuni. Sono consapevole quindi che questo atto è anche frutto di una mediazione che probabilmente mi auguro non sia compromettente per l’azione delle ASP che invece è un’azione interessante che noi andremo a sancire con questa legge con tutte le funzioni che prevederemo e che sono ricomprese negli statuti perché consentiranno anche una maggiore flessibilità, soprattutto questo progetto di legge, ed è questa la ragione per cui comunque sia mi ha sempre visto favorevole anche se adesso ho un atteggiamento di astensione, si pone l’obiettivo di cogliere quell’esigenza di flessibilità che i Comuni chiedevano non solo per la gestione delle attività ma anche per un aspetto di minore precarietà riconducibile a quei tanti soggetti che comunque contribuiscono all’erogazione del servizio.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lavagetto. Ne ha facoltà.
LAVAGETTO: Grazie, presidente. Le motivazioni le ho già espresse durante il mio intervento in fase dibattimentale sul non voto favorevole a questa deliberazione. Devo dire che sull’aspetto concettuale mi ritrovo molto nella dichiarazione del Capogruppo del PDL dal punto di vista di quelli che sono i motivi di indirizzo politico e amministrativo per cui questa delibera non incontra il mio parere favorevole. Devo dire però, e colgo con interesse l’appello fatto dal Capogruppo del PD, che c’è un fattore che spero sia positivo, cioè la presa d’atto da parte di questa Assemblea regionale che il tema vero da affrontare non da domani ma da oggi è il tema legato a come si risponde alle esigenze del welfare in questa Regione. Questa Regione deve dare sul welfare un aiuto ai Comuni, però la sfida che parte dal voto di oggi sarà proprio ricominciare a rivisitare le vie di indirizzo e di politiche di welfare di questa Regione perché al di là dei meriti storici che può avere molto nel passato tutto quello che la Regione Emilia-Romagna ha fatto, si è poi inchiodata da alcuni anni nella non presa d’atto che il welfare regionale di cui oggi parliamo è un welfare iniquo per due motivi: il primo nei confronti dei cittadini, perché riesce a dare ad alcuni e non ad altri, e questa è la cosa peggiore che ci può essere per la pubblica amministrazione, e in secondo luogo perché interviene sempre e solamente su un certo tipo di politiche del welfare, cioè su un aleatorio elemento di disagio.
La prima cosa che andrà fatta subito da parte di questa Regione è dare finalmente una quantificazione del concetto di livello minimo di benessere. Noi dovremo dare ai Comuni strumenti oggettivi per quantificare delle linee essenziali di benessere e fare in modo che il welfare finalmente non intervenga solamente con strumenti che vadano in giusto soccorso a chi è nel disagio ma che anticipi questa situazione, cioè creare politiche - andrà coinvolto direttamente il cittadino in una responsabilizzazione della propria situazione di benessere - che prevengano il disagio o che comunque mantengano il cittadino a quei livelli minimi di benessere che dobbiamo identificare e per i quali dobbiamo dare ai Comuni strumenti per poterli verificare e per poter intervenire con prestazioni personalizzate, qualificate e che naturalmente sappiano intervenire non solo quando purtroppo il soggetto è in situazione di difficoltà, ma che abbiano lo strumento e la capacità di intervenire nella prevenzione di queste situazioni. Questa secondo me è la sfida che oggi parte da quest’Assemblea regionale perché per dare seguito alle parole del Capogruppo del PD, da domani questo è il tema sul welfare che la Regione Emilia-Romagna deve trattare.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lavagetto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Queste sono un po’ le conseguenze di avere una convocazione dell’Assemblea di questo genere, dove per settimane rimane tutto molto stagnante e poi ci troviamo a ridosso di agosto a dover votare dei provvedimenti importantissimi insieme alla sessione di bilancio, quindi per i consiglieri che lavorano sugli atti il sovrapporsi così velocemente degli oggetti crea questi piccoli errori di cui mi scuso. Venendo al tema, sono molto contento di aver sentito l’intervento della consigliera Noè perché centra un punto, che è quello della polvere sotto il tappeto. Io non ce la faccio, mi dispiace, e non riesco ad accettare le giustificazioni perché le vedo comunque come un lavarsene le mani e pur riconoscendo che in questa legge vi sono commi e articoli accettabili e positivi, non posso non vedere che c’è un problema che io ritengo grosso e importante. A chi mi dice che ognuno deve fare il suo ruolo e che noi dobbiamo fare la Regione, dico che è esatto, dobbiamo farlo e dobbiamo ricordarci che esiste un territorio, esistono dei Comuni e delle Province che sono nei confini della regione Emilia-Romagna, che hanno una vita reale di pubblica amministrazione quotidiana che cambia a seconda di quello che questi signori deliberano in quest’Aula. Quindi non possiamo non tener conto di ciò che accade nel territorio, non siamo dei burocrati che vivono in un mondo teorico e che fanno delle leggi sganciate da quello che accade nel mondo reale, ma c’è un problema che non siamo riusciti ad affrontare, un problema scomodo, che non si vuole affrontare in quest’Aula perché spinoso - lo è per i Comuni e figuriamoci per la Regione - ma che invece doveva essere affrontato. Per questo motivo non posso dare il voto favorevole alla legge. Troppi sono i punti di domanda, troppi sono i dubbi, troppe sono le questioni a cui non è stata data risposta compresi gli emendamenti e - mi permetta, Presidente - in questo caso non poteva essere certo detto come scusa che non fossero stati presentati emendamenti in Commissione e presentati invece in Aula, come giusto che sia, però su alcuni emendamenti, chiedendo un riscontro al relatore anche su cose di scarso rilievo non c’è stata alcuna volontà di dialogo e di confronto nell’Aula che è deputata a questo dialogo. Di questo me ne dispiace molto perché sembra quasi di lavorare a vuoto, è un disincentivo a chi, a torto o a ragione, ha comunque voglia di fare e voglia di dare un contributo. Saranno scemenze, sarà quel che sarà, ma l’indifferenza rispetto al lavoro e non dare risposte puntuali è un pessimo segno di una democrazia malata che poi produce quello che conosciamo. Anche per questo motivo, per cui anche per la metodologia di lavoro, per come si è svolta oggi questa seduta, confermo il voto non favorevole avendo trovato invece in Commissione una discussione di merito assolutamente interessante. Alcuni degli emendamenti bocciati io li ho ripresi leggendo leggi di altre Regioni, forse su certi aspetti che approfondivano meglio alcuni punti, alcuni di questi votati all’unanimità dai Consigli regionali, ma qui senza risposta sono stati bocciati. È la classica tiritera e purtroppo non è un bello spettacolo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
44
Assenti
6
Votanti
43
Favorevoli
28
Contrari
14
Astenuti
1
PRESIDENTE (Aimi): Proclamo approvata la legge riguardante «Disposizioni ordinamentali e di riordino delle forme pubbliche di gestione nel sistema dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo e norme di interpretazione autentica in materia di aziende pubbliche di servizi alla persona».
OGGETTO 4036
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Semplificazione della disciplina edilizia» (69) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): Il testo è il n. 1 del 2013, licenziato dalla Commissione "Territorio, Ambiente e Mobilità" nella seduta dell’11 luglio 2013. È composto da 61 articoli.
Il relatore della Commissione, la consigliera Anna Pariani, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale. Ricordo all’Aula che occorre il voto favorevole di due terzi dei consiglieri presenti.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
Metto in votazione, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi, l’autorizzazione alla relazione orale.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Aimi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
38
Assenti
12
Votanti
37
Favorevoli
37
Contrari
--
Astenuti
--
La consigliera Anna Pariani è autorizzata alla relazione orale.
PARIANI, relatrice: Grazie, presidente. Oggi ci accingiamo ad approvare un progetto di legge dal titolo "Semplificazione della disciplina edilizia" che costituisce di fatto un intervento organico sostitutivo dell’attuale legge regionale sull’attività edilizia, la n. 31/2002. È un atto conseguente al processo di semplificazione del sistema amministrativo a cui la Regione si è impegnata con la Giunta e l’Assemblea legislativa in attuazione della legge regionale n. 18/2011 e nella prima sessione di semplificazione si è individuato proprio l’edilizia come uno dei principali settori che necessitano di un’urgente riconsiderazione per un impatto decisivo sulla riduzione anche degli oneri per cittadini e imprese. Inoltre questo progetto di legge si è reso necessario per dare attuazione alle recenti disposizioni statali che sono intervenute nel campo delle procedure edilizie e anche di un provvedimento in corso, il cosiddetto decreto del fare, ridefinendo la disciplina dell’attività edilizia libera e soprattutto estendendo anche a questo settore lo strumento della segnalazione certificata di inizio attività, che era proprio delle autorizzazioni legate alle attività produttive.
Occorre però evidenziare che il lavoro che noi stiamo compiendo oggi non è un mero recepimento ma una attuazione che è l’esito di un ampio confronto, di un processo di monitoraggio e analisi della precedente disciplina regionale. Il principale aspetto riguarda appunto la sostituzione della SCIA alla DIA come titolo abilitativo che riguarda la maggior parte degli interventi in edilizia e sostanzialmente si tratta di tutti quelli che vengono attuati sul patrimonio edilizio esistente e delle nuove costruzioni puntualmente disciplinate dalla pianificazione comunale.
Gli istituti della SCIA e della DIA entrambi consentono al privato di presentare una comunicazione all’avvio di attività che può essere iniziata, nel caso della SCIA, immediatamente nel momento stesso di presentazione della comunicazione e quindi accorciando i tempi di attuazione dell’attività edilizia, e questo comporta poi un’idea completamente ribaltata, un’inversione dell’onere della prova, nel modo di operare sia dei privati sia della pubblica amministrazione la quale ora svolge la propria funzione di controllo a lavori già iniziati sia del ruolo e della responsabilità del committente e dei professionisti che sono chiamati ad assumersi pienamente la responsabilità della legittimità degli interventi non solo per tutti i profili che attengono al campo edilizio e urbanistico ma anche con riferimento alle discipline di settore e proprio per questo con l’art. 1 della legge noi diamo atto del carattere pubblico della loro attività.
Muovendo da questa innovazione, il progetto di legge procede riconsiderando i compiti di controllo esercitati dalle amministrazioni comunali sia sui progetti edilizi presentati sia sulle opere realizzate, quindi il progetto di legge stabilisce che l’attività oggetto della SCIA può essere avviata a seguito della verifica sollecita che i Comuni devono svolgere in cinque giorni lavorativi, della completezza della progettazione dell’intervento e della formazione di tutti gli atti necessari all’avvio dei lavori. Quindi si prevede un meccanismo che è diretto a garantire, insieme alla semplificazione dell’azione amministrativa, le verifiche della presenza dei requisiti perché l’azione edilizia sia possibile. Si ritiene che questa verifica risponda non solo all’interesse generale di evitare un danno ai valori ambientali, paesaggistici e culturali presenti sul territorio, che pure è un bene e fa parte di quei beni comuni che noi intendiamo tutelare, ma è anche un’esigenza che è rappresentata da committenti e progettisti affinché l’avvio dei lavori non risulti contrario a vincoli e disposizioni che graverebbero come sospensiva e imporrebbero il ripristino allo stato dei luoghi, e questo di fronte alla responsabilità stringente che noi mettiamo in capo ai progettisti di essere garanti dell’opera. Nei trenta giorni successivi poi è possibile il controllo di merito del progetto per accertare la conformità alla normativa. Analogamente il procedimento avviene per tutti quegli interventi che sono soggetti a permesso di costruire e il controllo quindi sui progetti edilizi sarà articolato in due momenti: da un lato la verifica della completezza delle pratiche, e nel caso di permesso a costruire avviene in dieci giorni dalla presentazione, e il controllo sulle opere realizzate, quindi un controllo di carattere finale. Quanto a questo controllo sulle opere realizzate, il progetto di legge, come la disciplina vigente, richiede una verifica sistematica per gli interventi edilizi di maggior rilievo e di nuova costruzione e ristrutturazione urbanistica ed edilizia e per gli interventi che sono abilitati con permesso SCIA per i quali sia intervenuta una variante in corso d’opera. Per i restanti interventi prevede la possibilità di un controllo a campione con una percentuale minima del 25 per cento.
Nel dibattito in Commissione abbiamo poi ampliato questa possibilità per i Comuni a tutti gli interventi anche in virtù della situazione di difficoltà dal punto di vista della riorganizzazione del personale in cui versano molti Comuni in questa fase. L’introduzione del meccanismo della SCIA e la maggior responsabilità in capo al committente e al professionista con questa legge, impone un lavoro sistematico di semplificazione delle normative e di tutta la regolamentazione che è anche in capo non solo alla Regione ma anche ai Comuni e consentendo così un maggiore affidamento da parte dei progettisti verso una normativa in grado di essere davvero letta con semplicità, semplificando fortemente da Piacenza a Rimini tutte le realtà che intervengono a modificare gli aspetti di normativa urbanistica e di edilizia. Per questa ragione la legge non potendo ovviamente intervenire sulla normativa nazionale che, come sappiamo, in campo edilizio urbanistico è da un lato una normativa che ha molti anni e dall’altro purtroppo negli ultimi tempi ha visto il susseguirsi di continue modificazioni, non potendo quindi intervenire in questo ambito la legge indica una precisa attività che la Regione deve svolgere di concerto con gli enti locali realizzando una maggiore uniformità applicativa, in particolare semplificando le eccessive eterogeneità degli strumenti regolamentari comunali e lo facciamo attraverso atti di coordinamento tecnico come previsti all’art. 12.
Questo principio di semplificazione e di uniformazione della modulistica e degli aspetti regolamentari era uno dei principi basilari introdotti dalla legge n. 18/2011. Occorre superare l’eccessiva complessità e la dimensione molto spesso abnorme degli apparati normativi negli strumenti di pianificazione urbanistica, in particolare dei RUE, e quindi l’art. 50 stabilisce che i RUE e le norme tecniche di attuazione dei piani non potranno riportare le disposizioni stabilite da fonti normative giuridicamente sovraordinate. In questo modo ogni strumento di pianificazione dovrà regolare unicamente le tematiche e i profili che sono conferiti dalla legge direttamente a quell’ambito territoriale richiamando e rinviando a ogni altra disciplina che è stata normata da altri livelli istituzionali.
Compito della Regione sarà quello di svolgere un lavoro di raccolta e di raccordo di tutte le normative sovraordinate fino all’ambito regionale così da costituire un ambito aggiornato di riferimento per tutti i professionisti e per tutte le imprese del territorio. Inoltre il progetto di legge all’art. 12 impegna la Regione a svolgere un’attività di standardizzazione del processo edilizio attraverso l’adozione di una modulistica unificata, l’individuazione di elaborati progettuali, la documentazione da produrre nelle diverse fasi del processo edilizio, nonché altri atti di coordinamento che porteranno a una maggiore uniformazione anche per quanto riguarda le tariffe dei pareri preventivi e con altri atti di coordinamento tecnico si dovrà procedere all’esatta individuazione degli ambiti di applicazione delle diverse tipologie edilizie, l’individuazione di classi uniformi di destinazione d’uso delle unità immobiliari. Questo nell’obiettivo, come dice l’art. 3, di definire un processo di dematerializzazione del procedimento edilizio attraverso le tecnologie informatiche e semplificare in questo modo il rapporto in maniera più diretta tra i cittadini e la pubblica amministrazione nello scambio dei documenti, naturalmente anche dando tempi più certi da questo punto di vista nella consegna e nell’avvio dei procedimenti. In questo ambito naturalmente sarà molto importante svolgere e sviluppare un lavoro che già la Regione ha avviato anche in altri ambiti di definizione di procedimenti in via informatica attraverso il cosiddetto Sistema Informativo per l’Edilizia dell’Emilia-Romagna (SIEDER) che si sta sviluppando di concerto con i Comuni e in questo anche facendo tesoro di un’esperienza che la Regione ha sviluppato in un momento tragico come quello del terremoto dello scorso anno ma che ci ha consentito di capire che era possibile anche nell’emergenza attuare attraverso modelli semplificati e informatizzati tutta la parte che riguardava gli atti amministrativi di ricostruzione. Da questo punto di vista purtroppo in un evento tragico abbiamo dovuto sulle nostre spalle fare un’esperienza che oggi deve essere riportata per la generalità delle procedure amministrative. Inoltre, sempre attraverso l’elaborazione di appositi atti di coordinamento tecnico, è prevista la definizione dei requisiti tecnici degli insediamenti produttivi caratterizzati da significativi impatti sulla salute e sull’ambiente, eliminando fin da subito, e questo è un elemento introdotto nella discussione in Commissione, l’onere amministrativo dell’acquisizione del parere integrato USL e Arpa che finora era preliminare alla progettazione e alla presentazione dei titoli edilizi per questa categoria di interventi. Questo anche per consentire di superare un’annosa discussione intorno all’introduzione dei requisiti cogenti che erano stati introdotti in questa Regione anche prima di normative nazionali.
La Regione Emilia-Romagna dal punto di vista dei sevizi tecnici di prevenzione è sempre stata all’avanguardia e quindi ha fatto scuola da questo punto di vista. Poi però si è evoluta nel tempo la normativa nazionale, abbiamo procedure introdotte come la valutazione di impatto ambientale e procedure conseguenti che hanno consentito di standardizzare e di definire attraverso elenchi che noi abbiamo derivato dalla normativa europea e poi da quella nazionale, abbiamo recepito anche nella recente legge di revisione e di semplificazione della valutazione di impatto ambientale e quindi oggi siamo in grado di definire una standardizzazione del procedimento che non deve prevedere una ridondanza, però abbiamo definito che tra gli atti di coordinamento tecnico sarà necessario e in particolare con la collaborazione dei servizi di prevenzione dell’ASL e dei servizi territoriali dell’Arpa la definizione di requisiti tecnici per insediamenti produttivi che siano caratterizzati da significativi impatti sulla salute e sull’ambiente anche superando il solo ambito di applicazione della DIA, naturalmente dando in questo modo la possibilità con un atto di coordinamento di indirizzo però di intervenire da parte della Regione sulla definizione omogenea nel territorio regionale di quali siano queste attività e dando quindi un indirizzo omogeneo a tutte le strutture territoriali. Direi che questo è un punto di partenza importante di semplificazione perché la Regione ha messo in gioco i propri servizi non facendo un passo indietro dal punto di vista della tutela ma facendo un passo in avanti dal punto di vista della semplificazione e consentendo un passo in avanti anche dal punto di vista della valutazione di quelli che sono effettivamente gli impatti sulla salute e l’ambiente che insieme i servizi tecnici possono svolgere.
L’altra importante tematica che la legge affronta e che è anche legata alla previsione di gestioni associate dei servizi che abbiamo fatto con la legge n. 21/2012 attuando le unioni dei Comuni, riguarda l’intreccio delle competenze tra sportello unico dell’edilizia per le attività edilizie residenziali e sportello unico delle attività produttive nei procedimenti riguardanti gli insediamenti produttivi di beni e servizi. Ovviamente anche qui rimando all’articolato per i dettagli ma si è definito in maniera chiara come lo sportello per l’edilizia interviene nel procedimento del SUAP a cui sono destinate tutte le pratiche edilizie che riguardano le attività produttive, quindi separando e definendo in maniera netta i due flussi e i due canali delle pratiche edilizie anche su questi due sportelli.
Inoltre la legge si propone anche alcune misure promozionali, in particolare per promuovere la riqualificazione degli edifici, sostenere il settore edilizio, prevedendo il miglioramento energetico e la sicurezza antisismica e l’abbattimento delle barriere architettoniche per il patrimonio edilizio esistente prevedendo misure da questo punto di vista di vantaggio, di derogabilità sugli annessi, la densità edilizia, l’altezza, le distanze tra gli edifici e confini, e la possibilità di introdurre norme non ostative, in particolare per le trasformazioni destinate al miglioramento dell’efficienza energetica che impongono maggiori spessori delle murature e dei tetti.
Vi sono alcuni punti che io credo sia opportuno sottolineare che sono stati oggetto di dibattito anche all’interno della Commissione consiliare. La prima questione riguarda la Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio. Il progetto di legge ha confermato la presenza del ruolo consultivo della Commissione, che non è più prevista dalle norme nazionali, ma ne ha circoscritto e specializzato il campo di competenza riferendolo all’espressione di pareri per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche che sono di competenza dei Comuni e per l’esame degli interventi edilizi sugli immobili classificati dagli strumenti urbanistici come di valore storico, architettonico e testimoniale. Inoltre viene consentita la facoltà per i Comuni di prevedere il parere di tale organo sui Piani Urbanistici Comunali.
Vorrei sottolineare poi che in Commissione abbiamo anche ridiscusso in parte l’estensione degli interventi di attività di edilizia libera che la legge prevedeva. Anche qui c’è stata un’estensione rilevante degli interventi che sono attuabili attraverso un’attività edilizia libera, totalmente liberalizzata per la quale non è necessario alcun titolo edilizio ma solo le autorizzazioni previste da enti che sono estranei alla definizione della procedura edilizia in sé. Quindi solo le autorizzazioni e gli altri atti di assenso comunque denominati sono necessari per iniziare i lavori nel caso dell’attività edilizia libera.
È prevista poi una comunicazione di inizio dei lavori per due tipologie di opere: le opere di manutenzione straordinaria e le opere interne alle costruzioni che non ne pregiudichino la statica e le destinazioni d’uso con aumento di carico urbanistico. Per questa comunicazione di inizio lavori noi abbiamo richiesto che vi sia poi l’aggiornamento allo sportello unico della copia degli atti di aggiornamento catastale dell’eventuale certificazione degli impianti e nella discussione in Commissione abbiamo eliminato l’obbligo per quello che riguardava l’aggiornamento della scheda tecnica da parte dei professionisti. Nella discussione che abbiamo svolto, non era ancora stato approvato il decreto del fare, oggi ha avuto la fiducia e quindi lì sono inseriti alcuni interventi che riguardano la semplificazione edilizia, due in particolare che sono di interesse per la nostra legge e che quindi dovremo recepire e saranno oggetto anche di emendamenti che la Giunta presenterà. Il primo riguarda la proroga dei termini di validità dei titoli edilizi che noi avevamo previsto di un anno ma il decreto del fare prolunga a due anni e quindi recepiamo con un emendamento che la Giunta presenterà questa nuova previsione del decreto del fare. L’altro riguarda la nuova definizione di ristrutturazioni edilizie in difformità dalla sagoma e dal sedime e per il quale il decreto del fare ha previsto una limitazione che riguarda i centri storici e anche in questo noi recepiamo dando ai Comuni l’opportunità di definire all’interno dei centri storici quali sono le aree in cui non è possibile attuare la SCIA per ristrutturazioni edilizie con difformità dalla sagoma e dal sedime per le aree che i Comuni ritengono non debbano essere toccate per quanto riguarda le sagome all’interno dei centri storici. Quindi queste sono due modifiche che introduciamo in virtù del coordinamento con una norma nazionale che è stata giusto oggi approvata.
Credo che l’altro elemento importante riguardi la definizione complessiva del procedimento edilizio. Ciò che deve essere chiaro è che noi abbiamo scelto di ampliare l’attività edilizia libera, di definire in maniera molto ristretta ciò che è destinato a essere attuato attraverso permesso di costruire e cioè la nuova costruzione e non in tutti i casi, perché ci sono casi in cui i Comuni possono definire che la nuova costruzione sia attuata attraverso la SCIA e la ristrutturazione urbanistica. Tutto il resto è attuabile attraverso la segnalazione certificata di inizio attività che può essere attuata immediatamente dopo la sua formazione come atto compiuto dopo i cinque giorni di verifica e controllo o può essere consegnata al SUE affinché sia il SUE stesso ad acquisire tutti i permessi e in questo modo attuare una SCIA differita il cui termine di formazione si attuerà nel momento in cui il Comune con lo sportello comunica il completamento degli atti al professionista e al committente.
Abbiamo definito quindi un controllo iniziale sui procedimenti che riguarda la formazione degli atti ed esclusivamente un controllo finale sulle opere realizzate attuando in questo modo una previsione, anche per le varianti in corso d’opera, che saranno anch’esse attuate con segnalazione certificata di inizio attività finale e in questo modo portando il compito dell’amministrazione comunale a un'attività di controllo e verifica su ciò che effettivamente è stato realizzato. Credo che questo sia il senso più complessivo che dobbiamo dare al ruolo della pubblica amministrazione in una società come la nostra dove dobbiamo fondare sul principio di responsabilità l’idea che ciò che si realizza nella comunità ma anche per interesse privato è fondato su un senso di responsabilità comune a cui devono definirsi i committenti, i professionisti e le imprese insieme alla pubblica amministrazione, che è dialogante, ovviamente rigorosa, capace di essere anche consulente dal punto di vista tecnico, capace con rigore di definire i propri compiti e di dare l’opportunità di ribaltare questa idea di fondo di una pubblica amministrazione che è basata esclusivamente sui permessi, sul detenere il potere di definire una potestà che in realtà è un diritto in capo ai cittadini e la pubblica amministrazione da oggi deve, anche nella nostra regione, svolgere questo ruolo effettivamente, compiutamente e rappresenta una sfida per una pubblica amministrazione moderna.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Pariani.
Apro il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.
BIGNAMI: Grazie, presidente. In realtà è una richiesta di sospensiva rispetto all’ordine dei lavori nella lunga illustrazione che il relatore ha offerto, e anzi speriamo che la Presidenza sia generosa nello sforamento dei tempi anche quando dovesse capitare a esponenti della minoranza, si è dimenticata di ricordare che sono pervenute alcune richieste di tecnici di approfondire il testo con un rinvio in Commissione tra l’altro condividendo ciò che avevamo anche segnalato in sede di Commissione, vale a dire il rischio tutt’altro che irrilevante che questo testo di legge che si ispirerebbe a una semplificazione dell’azione amministrativa in materia edilizia in realtà si traduce in un aggravio con un’esternalizzazione delle responsabilità in capo ai tecnici, quindi chiediamo la sospensione e il rinvio in Commissione. Non ce ne facciamo troppo un’illusione però poniamo la questione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bignami.
Le posso garantire, per quello che riguarda questa Presidenza, che concedo tempo in base anche all’importanza di quello che si presenta e si sta discutendo.
Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta del consigliere Bignami di sospensiva dell’ordine del giorno e rinvio in Commissione.
(interruzione del consigliere Pollastri)
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere Pollastri, la questione del numero va posta prima della votazione, per cui continuiamo.
Ricordo che gli scrutatori sono i consiglieri Piva, Moriconi e Pollastri, perciò chiedo a tutti e tre di supportarmi in questa votazione.
Procediamo, pertanto, con la votazione, per alzata di mano, della richiesta di rinvio in commissione.
(È respinta a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): La richiesta è stata respinta, per cui proseguiamo nel dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Il progetto di legge è motivato dall’intendimento di semplificare e snellire gli atti e i procedimenti del controllo edilizio. La concezione del dispositivo del provvedimento lo rendono però sostanzialmente illusorio e anche controproducente. Prima considerazione: la complessità è intrinseca nella nostra realtà e non è possibile semplificarla, per cui bisogna trovare il modo di governarla con efficienza. Manca in primo luogo la comprensione della natura e delle cause della complessità dei procedimenti: originariamente il controllo edilizio spettava esclusivamente alla verifica di conformità normativa e di qualità architettonica. A partire dal 1974 provvedimenti nazionali e regionali hanno progressivamente caricato il procedimento abitativo edilizio dei controlli dei materiali di risparmio energetico, con le funzioni parafiscali e imposizioni e riscossione dei contributi a concessione degli oneri di urbanizzazione disciplinati dalla Regione, con la documentazione in materia di barriere architettoniche, con il nulla osta all’insediamento di attività produttive, con i pareri delle Commissioni integrate delle Sovraintendenze nelle ampie parti del territorio soggette a tutele paesaggistiche, con le verifiche fiscali e contributive DURC, con le dichiarazioni e osservanze dei requisiti cogenti del regolamento edilizio regionale, con i procedimenti regionali di controllo sulla sicurezza sismica, con le dichiarazioni dell’impiego delle terre da scavo, con la certificazione antimafia, con le norme in materia di sicurezza del lavoro, con le norme in materia di risparmio energetico e con le dichiarazioni in conformità degli impianti, e certamente l’enumerazione non è completa.
Vi porto un esempio: nel caso del Comune di Modena, l'elenco dei documenti che secondo i casi vanno allegati alle istanze di permesso di costruire, ne ho contati 68. Adesso per snellire si vogliono abolire di fatto i controlli su quanto è propriamente interesse specialmente comunale, cioè la verifica di conformità al piano regolatore e al regolamento edilizio che sono norme comunali e la valutazione qualitativa dei progetti. Sia la conformità sia la qualità dei progetti vengono infatti autocertificati dal progettista visto che ci si propone di eliminare il ruolo della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, quella che era la Commissione Edilizia in sostanza, nella valutazione dei progetti di nuova costruzione. Il ruolo del Comune viene sostanzialmente ridotto a verificare che la documentazione presentata in conformità a norme nazionali e regionali sia completa per riscuotere oneri e balzelli vari. Bisogna capire che la complessità del Governo del territorio non è un nodo gordiano da tagliare ma un’ineludibile implicazione della complessità del reale che stiamo vivendo, con i suoi problemi e le sue istanze. Bisogna imparare a governare la complessità in modo efficiente, con strumenti e conoscenze appropriate.
La Regione potrebbe e dovrebbe fare molto a questo scopo realizzando e mantenendo aggiornato un servizio informativo sulle norme nazionali, regionali e provinciali che incidono sul controllo edilizio sviluppando i sistemi esperti di supporto ai Comuni per l’orientamento dei procedimenti complessi in cui intervengono molteplici norme di emanazione sovra-comunale. Nemmeno il funzionario più esperto è in grado di conoscerle e dominarle tutte e preordinare i percorsi procedurali più efficienti studiando e approfondendo le migliori pratiche affermate nei Comuni più efficienti.
La seconda considerazione è togliere di mezzo le inutili complicazioni. Cosa diversa dall’ineluttabile complessità sono le inutili complicazioni in cui in buona misura è responsabile la Regione stessa ma per eliminarle bisogna mettere mano a un paziente impegnativo lavoro di revisione delle normative di settore regionale riconducendo il lavoro degli specialisti a solide relazioni con altri corpi normativi e alla stringente attenzione delle implicazioni per la gestione e buona amministrazione. Le complicazioni sembrano invece crescere. Da un lato il provvedimento intende allargare i confini dell’attività edilizia libera, che consente l’immediato inizio dei lavori, ma la regima in tre modi differenti: completamente libera con comunicazione preventiva al Comune, con comunicazione del Comune e osservazioni di un tecnico che si aggiungono alla SCIA, alla DIA, che in taluni casi sopravvive e alla super SCIA prevista con ragione dalla normativa nazionale, oltre che al permesso di costruire per procedimenti speciali tutti diversi per particolari opere pubbliche o private. Già capire quale esemplare di questo assortimento sia da applicarsi in uno specifico caso richiede conoscenze di livello professionale.
La terza considerazione è l’autonomia dei Comuni nel governo del territorio che deve essere rafforzata, non soverchiata.
Tutto il provvedimento è pervaso da impostazioni di imperio ai Comuni, quasi il loro ruolo del governo del territorio fosse un fastidioso inconveniente da circoscrivere e vigilare e si trattasse di poveri incapaci con cui la Regione debba agire da tutore, e quasi fossero i Comuni responsabili della sedimentazione di una quantità di adempimenti non comunali che grava sul controllo edilizio, alla faccia della sussidiarietà.
La proposta di legge non dà facoltà ai Comuni di adottare misure di semplificazione ma le impone come nel caso della Commissione per la qualità architettonica. La proposta di legge sembra proprio influenzata dalle convenienze e pigrizie dei professionisti che dovrebbero studiarsi le norme di ciascun Comune nel quale vanno a operare. Nell’udienza conoscitiva il Presidente dei geometri ha auspicato un RUE unico regionale dimenticando che questo è lo strumento disciplinare di territorio urbanizzato e il territorio rurale, cioè il 95 per cento del territorio comunale. Per questo aspetto appare molto preoccupante la funzione che la Regione intenderebbe esercitare con gli atti regionali di coordinamento tecnico. Il regolamento edilizio tipo imposto per una legge dalla Regione ha dato pessima prova ma è ormai stato aggiornato ed è caduto in desuetudine. La normativa tecnica regionale compresa in quel regolamento tecnicamente arduo per i più, di difficile gestione con inaccessibili modalità di controllo è per i più diventata inattendibile subito dopo la sua approvazione per mancanza di aggiornamento ricognitivo delle modifiche alle norme nazionali. Le definizioni tecniche uniformi per l’urbanistica e l’edilizia dell’atto di coordinamento deliberato dall’Assemblea regionale hanno subito trovato modifiche e specificazioni, ovviamente per definizioni di maggiore importanza in Comuni che lo hanno adottato, indispensabili per evitare sconquassi di norme urbanistiche già vigenti. Anche l’elenco della documentazione necessaria per i titoli abitativi edilizi, compresa nel medesimo atto di coordinamento, si è dimostrato inadeguato e incompleto tanto che la proposta di legge, all’art. 12, secondo comma, lettera B, ripropone come oggetto di un atto di coordinamento tecnico l’elenco della documentazione da allegare alla richiesta di permesso della SCIA alla comunicazione di fine dei lavori e di ogni altro atto disciplinato dalla presente legge.
Non è accettabile che la Regione proceda con atti di autorità spesso destabilizzanti e peraltro largamente illusori. La Regione dovrebbe invece assumere un ruolo di servizio e assistenza ai Comuni proponendo soluzioni e strumenti che convenga ai Comuni fare propri coprendo spazi che nemmeno un Comune grande e ben dotato riesce a tenere sotto controllo. Come già accennato, se un apposito servizio della Regione mantenesse completa e aggiornata l’accurata selezione delle norme nazionali, regionali e provinciali, che devono essere osservate quando si attuino trasformazioni edilizie o urbanistiche, per i Comuni sarebbe semplice integrare e mantenere aggiornati i loro RUE come fonte unica completa dei dispositivi normativi vigenti al servizio dei propri funzionari e dei progettisti. Un altro esempio riguarda i procedimenti il cui percorso e la documentazione necessaria dipendono da un’elevata quantità di variabili che solo strumenti informatici evoluti possono individuare e valutare sulla base di risposte specifiche riferite al caso individuale. Se la Regione sviluppasse e ponesse a disposizione dei Comuni un sistema esperto capace di queste prestazioni e costantemente aggiornato i Comuni accorrerebbero a utilizzarlo con grande guadagno di efficienza. È invece illusorio pensare di risolvere il problema con un atto di coordinamento tecnico. Per questa ragione abbiamo proposto un emendamento che va in quella direzione e vuole garantire maggiore efficienza per i Comuni. Chiediamo infatti che gli atti di coordinamento tecnico che la Regione definirà con gli enti locali in sede di CAL siano propedeutici alla gestione telematica delle procedure edilizie aggiornate di cui all’art. 3 del progetto di legge. Consideriamo poi che su questa materia l’aggiornamento e la pubblicazione di tutte le novità e modulistiche sarà fondamentale per poter realmente offrire strumenti utili ai cittadini e professionisti nonché alle istituzioni in un’ottica di semplificazione. Concludo per dire niente atti di imperio, la disciplina edilizia e urbanistica deve rimanere diversa in Comuni che hanno diverse tradizioni, esigenze politiche e che hanno il diritto di attribuire l’importanza diversa alle medesime materie nel rispetto dei piani territoriali regionali e provinciali.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Io credo che alcuni degli aspetti che sono stati sottolineati anche dal consigliere Manfredini durante questa discussione di alcune preoccupazioni che sono espresse intorno a questa necessità che viene esplicitata da questo provvedimento, meritino senz’altro una certa attenzione ma la meriterebbero di più se noi in questa occasione stessimo parlando di pianificazione. Dentro i grandi processi di pianificazione di questa nostra regione e dei nostri territori effettivamente si possono sviluppare alcune esigenze che possono essere delle esigenze che debbono necessariamente tener conto delle diverse località, cosa che tra l’altro giudico spesso negativamente da questo punto di vista perché anzi auspico che anche la pianificazione sia meno contrattata localmente e più vigilata dal punto di vista regionale perché magari alcune pulsioni locali non partecipano in maniera idonea a una visione più complessiva su quello che deve essere l’assetto territoriale della regione. Al contrario, penso che semplificare le norme e le procedure, rendere in qualche modo più semplice la vita dei cittadini, delle imprese, dei tecnici e dei Comuni sia una forma di attenzione che in un momento come questo non può che essere vista anche con un occhio positivo, pur magari nelle difficoltà e nell’attenzione sui singoli emendamenti che si espliciteranno durante questa discussione.
Noi oggi abbiamo oggettivamente, su tutto il territorio regionale, una situazione che è troppo difforme da località a località, troppo nelle mani delle singole amministrazioni in senso anche positivo ma anche dal punto di vista delle assunzioni delle responsabilità, troppo addirittura sfugge alla gestione amministrativo-politica delle singole amministrazioni ma è nelle mani dei singoli tecnici che localmente, secondo le proprie conoscenze, sensibilità e le proprie valutazioni, interpretano questo tipo di norma e questo è tanto più complicato dal fatto che siamo un Paese pieno di Comuni e ricchissimo di amministrazioni. Oggi ci sono in corso processi di fusione piuttosto che di cessione piuttosto che di ricerca di aree omogenee, oggi c’è in corso un grande processo di cambiamento da questo punto di vista e credo che in questo senso se noi andiamo a individuare un ambito ampio ma definito di norme che possono in qualche modo semplificare alcuni processi autorizzativi, quindi a valle del processo di pianificazione - non a monte naturalmente - che comunque segue delle regole che prevedono anche tutta una serie di condivisioni già previste dalla legge, credo che da questo punto di vista abbiamo il dovere di guardare con attenzione questa cosa. Cosa c’è di disdicevole nel fatto che si arrivi a una modulistica unica tra le varie amministrazioni comunali, che finalmente c’è un quadro di riferimento certo e non da una strada all’altra differenze, e cosa c’è di disdicevole quando questi provvedimenti arrivano a semplificare, all’interno di norme e pianificazioni che sono a monte, alcuni aspetti come ad esempio l’applicazione delle normative nazionali e regionali in tema di accessibilità, di fruibilità dei soggetti che hanno difficoltà soggettive in termini di disabilità, dell’incolumità delle persone, quindi tutte le norme sull’antisismica piuttosto che su altri fattori di sicurezza e di salubrità, come giustamente la relatrice ha specificato meglio, nella fase vera di esecuzione dei lavori, così come alcuni meccanismi di efficacia e di sicurezza dei processi che in qualche modo ne definiscono anche l’imparzialità.
Noi siamo di fronte a un sistema che nella sua semplificazione, nella sua codificazione omogenea su tutto il territorio regionale rende la partecipazione a questi processi di autorizzazione veramente uguale per tutti. Questo secondo me è un principio che comunque è interessante. Nello stesso tempo ad esempio sulla questione che a me sta molto a cuore, cioè come noi vediamo da sempre il tema dell’edilizia considerandolo uno dei fattori di crescita e di sviluppo del nostro Paese. Io su questo argomento sono d’accordo soltanto in parte, non tanto per lo sviluppo, com’è sempre stato da noi, di nuove opere, grandi o piccole, di edificazioni o di sviluppo da questo tipo di vista così, cosa che del resto dal mio punto di vista è un tipo di sviluppo che ha già mostrato i suoi aspetti più deteriori ma anche i suoi limiti territoriali che non sono infiniti, al contrario vedo in modo molto positivo tutto il tema del recupero dell’esistente, dei miglioramenti. Questo potrebbe essere un grosso volano anche per l’edilizia di un certo tipo, forse diversa da quella di prima, ma sicuramente diffusa sul territorio, quindi interessante da questo punto di vista anche in termini di diffusione del lavoro inteso come elemento di crescita del nostro PIL in senso positivo e non nel senso straordinariamente negativo che vi è stato dato molto spesso. Ad esempio valuto molto positivamente l’inserimento dei processi di risparmio energetico, di produzione di energia, ecc. Forse è sfuggito a molti che domenica 16 giugno c’è stata la prima ora, tra le 14.00 e le 15.00, in cui il nostro Paese è stato esclusivamente sostenuto dal punto di vista energetico dalle fonti rinnovabili. Questo è un dato ufficiale. Noi abbiamo avuto la prima ora di fonti rinnovabili e il nostro Paese è andato in questo modo. A questo non hanno contribuito esclusivamente i grandi impianti o le grandi produzioni ma anche lo sviluppo di una produzione diffusa sul territorio che va assolutamente incrementata e sostenuta anche attraverso la semplificazione dei processi di autorizzazione, che molto spesso spaventano non tanto i grandi operatori che hanno meccanismi tecnici e risorse per affrontare questo tipo di percorso ma proprio i singoli cittadini che si spaventano davanti alle continue richieste burocratiche che molto spesso vengono presentate.
Quindi credo che un processo di semplificazione che va nella direzione di rendere più efficaci e più semplici alcune norme sia un processo assolutamente interessante al di là del fatto che una parte di questa cosa è in qualche modo stimolata dalle normative nazionali che sono di riferimento e possa essere quindi più opportunamente anche sistemata, adeguata e calibrata sulla realtà emiliano-romagnola. Quindi stiamo pensando a una semplificazione che però non è una deregulation, perché questo mi vedrebbe assolutamente contraria, ma è un percorso uniforme dal punto di vista delle procedure in tutta la regione teso a semplificare questi processi a valle di procedimenti autorizzativi e pianificatori che sono quelli che determinano la forma del nostro territorio.
Valuto anche molto positivamente il fatto che verranno effettuati, ai sensi di questa legge, dei controlli non sulla carta, come viene fatto fino ad ora, quindi soltanto dei controlli formali sugli atti, ma anche dei controlli reali sul costruito. Questa è una novità che impone quindi una realizzazione sempre più efficace e coerente con le normative. Semplifica ma controlla in maniera diversa. Chiudo dicendo che mi auguro fortemente - questo è un augurio che faccio più a me stessa che ad altri - che la Commissione che viene sostanziata con questo provvedimento, che è la Commissione sulla qualità dell’edilizia dal punto di vista paesaggistico, faccia un lavoro importante, puntuale e utile perché mi sembra che questo nostro Paese da questo punto di vista, cioè dalla distruzione delle bellezze del paesaggio e del territorio, abbia già dato abbastanza. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Purtroppo mi scuso ma non sono riuscito a presentare tutti e 108 gli emendamenti che avevo presentato in Commissione. Mi dispiace per l’Aula ma mi sono limitato semplicemente ad alcuni emendamenti che riguardano in particolar modo il tema dell’edilizia libera e dell’art. 7. Cerchiamo un attimo di capire quali sono i problemi di questa legge. Il primo è ovviamente che queste misure di semplificazione, e parliamo di semplificazione e non di deregolamentazione, il grosso di questi interventi non riguardano i grandi costruttori che cementificano il territorio ma i cittadini che fanno opere di manutenzione, le piccole imprese, che si trovano a dover fare un qualcosa di eroico nel rapportarsi con sportelli dell’edilizia che non sono all’altezza spesso di gestire le pratiche, sono confusi anche rispetto alle normative regionali, non danno risposte univoche e chiedono un mare di quantità di carte che per lo più non controllano nemmeno.
In certi passaggi questa legga ha un approccio un po’ troppo teorico, un po’ troppo che vive su un’architettura burocratica, giusta nel mondo dei sogni ma che non fa i conti con quella reale. Quando si vanno a fare interventi di semplificazione, essa deve essere vera e la prima regola per fare la semplificazione è diminuire il numero delle norme. Dico questo perché siamo abituati a un’amministrazione e a una cultura giuridica di tipo più latino che va su costruzioni teoriche facendo norme su norme che poi nessuno rispetta mentre la cultura anglosassone ha meno norme, importanti e chiare, che vengono sempre fatte rispettare. Noi invece a volte ci perdiamo nel cavillo e ci passa davanti magari un treno senza che ce ne rendiamo conto. Questa legga fa sì delle migliorie e diverse migliorie sono state fatte in Commissione. Molti emendamenti non li ho presentati anche perché il tema è molto tecnico e non ha senso portare dei temi così tecnici in Aula. Mi dispiace però, e qui alzo bandiera bianca, che siano arrivati duranti il dibattito generale, gli emendamenti della Giunta perché, assessore Peri, leggere questi emendamenti su una materia così tecnica, non sono emendamenti politici, è pressoché impossibile. Io capisco se viene posta una questione politica, ma voi della Giunta, che avete molti più mezzi di quelli che abbiamo noi, piccoli Consiglieri...
(interruzioni)
È uscito il decreto del fare e a maggior ragione aveva ragione il consigliere Bignami. Io capisco che si vuol chiudere per l’estate però non possiamo neanche derogare al nostro ruolo perché non siamo persone che vanno a mettere dei timbri.
Vado al tema della Commissione per la qualità architettonica e per il paesaggio: eliminazione di un processo edilizio col passaggio a tre processi con uno slittamento di alcune opere verso l’edilizia libera a cascata.
Prima critica: ha senso tenere la Commissione non facendogli fare il lavoro che dovrebbe fare soprattutto non dandogli magari maggiori poteri? Io so che lei dice che c’è chi vuol abolirla del tutto, però effettivamente la teniamo in un limbo con delle funzioni che sono chiarite nella legge, ma forse sono un po’ poco cosa per giustificare l’esistenza della Commissione. Io tenderei delle due ad allargarla e non a restringerne i campi di azione.
Seconda critica: slittamento delle pratiche verso il basso. Togliamo dalla DIA una serie di attività, le mettiamo nell’edilizia libera con comunicazione, però poi gli facciamo fare inizio lavori, quindi permesso, ecc., direzione lavori e fine lavori. Per un impianto elettrico il cittadino si trova quasi a dover pagare più il tecnico per tutti questi interventi burocratici, che mi chiedo chi controllerà nel merito, più che per l’impianto stesso con 1.500 euro di impianto e quasi mille euro di oneri burocratici. Negli emendamenti ho chiesto di togliere come procedimento quello della dichiarazione di fine lavori con le relative multe perché oggi non ha più senso. Nel momento in cui ho un’autorizzazione a fare un lavoro è chiaro che poi ho una data e un tempo in cui devo concludere i lavori. Si faranno dei controlli a campione. Perché io devo fare un altro atto amministrativo con dei costi, con ore lavoro degli uffici pubblici e carte da controllare dagli uffici pubblici? Non penso che togliere la dichiarazione di fine lavori possa produrre delle conseguenze nefaste se non quella di semplificare il lavoro ai cittadini e ai tecnici che magari forse guadagnerebbero un po’ meno sotto questo profilo ma non penso comunque che siano in disaccordo con questa riduzione di oneri amministrativi.
C’è il tema poi che abbiamo affrontato in Commissione ma che non riguarda questa legge che è quello degli oneri. È un po’ di anni che noi non li aggiorniamo, la situazione è cambiata, facciamo pagare oneri altissimi per ristrutturazioni quando oggi dovremmo invece incentivare e mi chiedo quando interverremo in tal senso. Abbiamo una legge n. 20 che dice che prima di consumare suolo dobbiamo fare un bilancio dell’esistente e riqualificarlo, completamente disattesa, prevediamo in questa legge ancora la possibilità di andare in variante ai piani regolatori, quando abbiamo una legge del 2000, quindi fatta tredici anni fa, abbiamo fatto una legge in cui diciamo che ci deve essere il PSC, il POC, il RUE, che bisogna superare i vecchi piani regolatori, ma adesso basta. I Comuni che non si sono adeguati non fanno più varianti al vecchio PRG. Non è più possibile andare avanti così. C’è la legge n. 20/2000 e ormai siamo arrivati che non si cementifica più per via della crisi e alcuni Comuni non hanno ancora fatto il PSC. Sul tema, sempre legato agli emendamenti, non si capisce, se questa è una legge sulla semplificazione, perché non si faccia tutto il possibile per semplificare. Per quanto riguarda le barriere architettoniche, lasciamo che ci sia bisogno di fare un procedimento amministrativo presso l’ufficio dell’edilizia quando in realtà la legge nazionale n. 380 non prevede questo tipo di onere e così come altri punti che noi inseriamo nella legge ma che sono tutte norme non previste dalle leggi nazionali che noi aggiungiamo come un aggravio burocratico. Sulle barriere architettoniche il proprietario di un immobile vincolato può tranquillamente, anche tramite il SUE, mettersi in contatto con la Sovraintendenza, chiedere tutte le carte che comunque gli servono senza bisogno di fare un procedimento amministrativo presso un ufficio pubblico. Altra tematica è l’unificazione tra il SUE e il SUAP. Penso che questo sia un altro elemento importante per semplificare uno sportello unico senza dover poi far passaggio di documenti e anche qui dobbiamo riuscire a imporre ai Comuni questi adeguamenti in qualche modo. Sulle comunità montane, a momenti le condanniamo al tracollo finanziario se non fanno quello che dice la Regione e su questi temi invece si dice che noi non possiamo fare niente per spingere i Comuni o per obbligarli a fare determinate cose. Non è così. Su alcune cose conviene politicamente e su altre evidentemente non c’è l’interesse, perché altrimenti non me lo spiego. Sulla Commissione della qualità architettonica, mi chiedo come questa non venga messa a controllare i piani, tutto ciò che sono i piani urbanistici. Forse è proprio lì che può manifestare la sua massima espressione. All’inizio della legge ho proposto un emendamento per cambiare qualità edilizia con qualità urbana di edilizia proprio perché non dobbiamo limitare agli interventi edilizi il tema della qualità ma è un tema fatto sull’urbanistica in generale, soprattutto sui piani e tutti questi atti di coordinamento di cui parliamo devono in qualche modo riuscire a chiarire che cosa vuol dire qualità edilizia. Se noi mettiamo al centro la qualità vogliamo mettere in condizioni tutti i Comuni di adeguarsi alla qualità? Siamo sicuri che bastano atti sul RUE per fare questo? Sul tema dell’incentivazione, all’art. 11, sempre per il risparmio energetico o comunque per mettersi in regola con la normativa vigente, abbiamo sostituito l’articolo, peraltro rispondendo anche a richieste pervenute in udienza conoscitiva. C’è la necessità di rimandare a una norma più tecnica più generale altrimenti creiamo sempre i soliti equivoci.
La legge, sicuramente, ha fatto dei passi in avanti rispetto a quello che era la normativa, tuttavia, credo che non abbia centrato il suo obiettivo primario: mettere in atto una semplificazione radicale. Anche perché si possono mettere tutte le regole e tutti i cavilli possibili, alla fine, non è con la burocrazia che si riesce a gestire e a controllare il territorio, salvandolo dall'abusivismo e quant’altro. Forse l’unico modo per farlo è potenziare la nostra capacità di controllo presso i comuni, ridurre le regole, lasciando le regole davvero importanti, non partendo con la diffidenza nei confronti del cittadino, il quale invece deve fidarsi della Pubblica Amministrazione che gli dà le carte, eccetera, peraltro abbiamo già discusso ampiamente circa la legittimità delle carte, eccetera. Bisogna, in qualche modo, iniziare a fidarsi del cittadino, semplificando, ma facendo rispettare, con i dovuti controlli, quei paletti, quelle questioni cardine che sono davvero importanti, al fine di evitare che poi, di fatto, ci siano problemi privati e sociali non di poco conto, perché sappiamo quanto sia importante tutto ciò che riguarda l'edilizia, anche con riferimento alla sicurezza, al paesaggio e non solo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Non essendovi altri interventi, è chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato dell'oggetto 4036, Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Semplificazione della disciplina edilizia".
Colleghi, comunico che sono pervenute ventuno proposte emendative, di cui una a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi, nove a firma del consigliere Favia, dieci a firma dell'assessore Peri, una a firma della consigliera Noè.
Diamo inizio all’esame dell’articolato ponendo in discussione l’art. 1, su cui insiste l’emendamento 2, a firma del consigliere Favia.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento. Nessuno avendo chiesto di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Grazie, presidente.
Riteniamo di potere esprimere voto favorevole su quest'emendamento, in quanto in termini di principi siamo assolutamente d'accordo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Pariani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Essendo stato accettato un emendamento, spero che la sensibilità del consigliere Mazzotti ed altri consiglieri non venga toccata. Addirittura stavo pensando di togliere la consigliera Pariani dall'imbarazzo ritirandolo, ma visto che l’ha accettato, lo confermo.
PERI: È l’unico accettato.
FAVIA: È l’unico, infatti. Penso che il tema, anche se non si tratta di un emendamento che, a livello amministrativo, cambia la questione, abbia un valore simbolico: la qualità edilizia è prima di tutto qualità urbana.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Non essendovi altri iscritti a parlare in sede di dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma del consigliere Favia.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 1 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 2.
È aperta la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire, per cui dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 2 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 3 su cui insiste l'emendamento 1, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
È aperta la discussione generale congiunta su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente.
Si tratta di un emendamento molto semplice: dopo l’ultima parola "regionale", proponiamo di aggiungere le parole "che sarà mantenuta costantemente aggiornata a cura della Regione".
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Peri. Ne ha facoltà.
PERI, assessore: Grazie, presidente.
Solo per una ragione lessicale, se si potesse subemendare l’emendamento 1 dicendo "mantenuta costantemente aggiornata dalla Regione", sarebbe meglio.
MANFREDINI: L'importante, assessore, è che non cambi il risultato.
PERI: Anzi, migliora.
PRESIDENTE (Mandini): Mi scusi, assessore, una precisazione: lei propone di aggiungere le parole "mantenuta costantemente aggiornata anche a cura"?
PERI: Mantenuta costantemente aggiornata dalla Regione.
PRESIDENTE (Mandini): Consigliere Manfredini, lei è d'accordo?
MANFREDINI: Sono d'accordo.
PRESIDENTE (Mandini): Rileggo il testo con la modifica proposta dall’assessore: "che sarà mantenuta costantemente aggiornata dalla Regione", togliendo "a cura".
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, come corretto.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 3 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 4.
È aperta la discussione generale.
Nessuno chiede di intervenire, per cui dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto. Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 4 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 5.
Nessuno chiede di intervenire, per cui dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto. Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 5 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 6.
Nessuno chiede di intervenire, per cui dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto. Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 6 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 7.
Su quest'articolo insistono 4 emendamenti:
l'emendamento 3, a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 4, a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 5, a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 6, a firma del consigliere Favia.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Li illustro, presidente, anche per dare una certa struttura alla discussione d’Aula, perché, avendo avuto luogo una grossa discussione in commissione, chi la osserva da fuori potrebbe cogliere una certa superficialità nel trattare la materia.
Con riferimento al primo emendamento all’articolo 7, a mio avviso, permettere a chi abita in zone vincolate di ricorrere ad un processo amministrativo per rimuovere le barriere architettoniche è una forzatura, perché noi in questa legge diciamo che comunque vanno fatte salve tutte le normative e quindi tutti i vincoli. Se io devo spostare una porta in un palazzo del 1500, e sono il proprietario, so che il mio palazzo è vincolato, che cosa farò? Farò un progettino e andrò alla Soprintendenza. Perché lo facciamo essendo all'interno dell'edilizia libera? Perché costringiamo il cittadino a recarsi presso gli uffici comunali a fare tutta la pratica? Al massimo il SUE può girare la pratica alla Soprintendenza, può farlo benissimo, ma possiamo evitare che si faccia carico del procedimento amministrativo.
Per quanto riguarda gli altri emendamenti, come accennavo, riguardano la fine dei lavori. Con riferimento alla fine dei lavori, non sussiste un problema dell’accatastamento, perché l'accatastamento arriva conseguentemente nel momento in cui il cittadino presenta il progetto, poi è il cittadino che deve, se non compie i lavori, inviare comunicazione affinché l'accatastamento venga modificato. Ma aggiungiamo l'onere al contrario, non facciamo fare a tutti la fine dei lavori, perché, come diceva giustamente il consigliere Mazzotti, l’unica cosa plausibile sarebbe quella dell'accatastamento, semplifichiamo: semplificare, semplificare, semplificare. Sia chiaro, stiamo parlando sempre di piccoli interventi.
Comunicare la data di fine lavori è un adempimento in più rispetto a quanto previsto dalla normativa nazionale, decreto 380/2001, un adempimento in più a carico del cittadino e del comune, che deve controllare la sua presenza sul modello di comunicazione ed eventualmente controllare la correttezza di quanto asserito in corso d'opera. Non è un dato che può servire per un controllo, non essendo necessario per questo tipo di interventi, come dicevo poc’anzi, perché non si presenta la scheda tecnica descrittiva o la certificazione di conformità, di cui agli articoli 23 e 24. Per quanto riguarda l'emendamento successivo, vale la motivazione che ho appena presentato.
Mentre per quanto riguarda l'ultimo emendamento all'art. 7, va bene che si preveda la possibilità delle varianti, anzi direi che, in questo caso, è assolutamente auspicabile considerando che il legislatore nazionale se n’è dimenticato, ma allo stesso tempo la semplificazione deve considerare la necessità di ridurre gli adempimenti. O noi con questa legge riusciamo a portare un vero cambiamento nella vita dei cittadini e degli operatori del settore, oppure faremo l'ennesima legge che reca delle migliorie, certo, ma più che altro di bandiera, perché rimarrà comunque sempre complesso gestire le pratiche edilizie.
Considerando la necessità di ridurre gli adempimenti, eliminare l'obbligo di comunicare la fine lavori, fatta salva la necessità di accatastamento, come dicevo poc'anzi, non può che essere positivo, anche perché se noi cambiamo i nomi, ma lasciamo di fatto la stessa complessità del permesso, del progetto, della direzione lavori e della fine lavori, possiamo anche non chiamarla SCIA, possiamo chiamarla edilizia ipersemplificata o superlibera, ma di fatto il tecnico ed il cittadino si ritrovano ugualmente cose da fare. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Grazie, presidente.
Semplicemente per ribadire, con riferimento a questi emendamenti e ad alcuni successivi del consigliere Favia, che noi abbiamo fatto una discussione molto approfondita su tutti questi aspetti in commissione, che, a nostro avviso, ha prodotto un testo che tiene un buon equilibrio tra le esigenze di semplificazione e le esigenze di tutela dei beni comuni, che comprendono anche edifici di carattere storico e testimoniale, edifici vincolati che vengono affidati alla Pubblica Amministrazione rispetto a quelli che sono i termini con cui devono essere svolte attività, per esempio quelle di aggiornamento catastale, che poi hanno un risvolto rilevante anche dal punto di vista fiscale. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Pariani.
Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 3 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 4 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 5 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 6 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 7 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 8.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 8 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 9.
Su quest’articolo insistono due emendamenti:
l'emendamento 8, a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 11, a firma dell'assessore Peri.
È aperta la discussione generale congiunta su articolo ed emendamenti. Nessuno avendo chiesto di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 8, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 8 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11, a firma dell'assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 11 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 9 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 10.
Su quest’articolo insiste l'emendamento 10, a firma del consigliere Favia.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento. Nessuno chiede di intervenire, dichiaro chiuso il dibattito.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 10, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 10 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 10 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 11.
Su quest’articolo insistono due emendamenti:
l'emendamento 7, a firma del consigliere Favia;
l'emendamento 9, a firma del consigliere Favia.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamenti. Nessuno chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 7, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 7 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 9, a firma del consigliere Favia.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 9 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 11 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 12.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 12 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 13, su cui insiste l’emendamento 12, a firma dell’assessore Peri.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento. Nessuno chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 12, a firma dell’assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 12 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 13, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 13 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 14.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 14.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 14 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 15.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 15.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 15 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 16.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 16.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 16 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 17.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 17.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 17 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 18.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 18.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 18 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 19.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 19.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 19 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 20.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 20.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 20 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 21.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 21.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 21 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 22.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 22.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 22 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 23.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 23.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 23 è approvato.
Il consigliere Cavalli sostituisce il consigliere Pollastri nelle funzioni di scrutatore.
Pongo in discussione l’art. 24, su cui insiste l’emendamento 13, a firma dell’assessore Peri.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di parlare la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Grazie, presidente.
Voglio sottolineare come le modifiche che abbiamo prima introdotto nella discussione in commissione e poi le modifiche proposte con quest’emendamento siano state sollecitate, in particolare, dall'ordine degli architetti di Bologna, ma fanno parte più in generale di una richiesta complessiva proveniente dai professionisti, per chiarire alcuni aspetti riguardanti le singole responsabilità. Da un lato, è ovvio che non è eludibile la responsabilità dei professionisti per quanto riguarda l'attestazione - del direttore lavori, in questo caso - che l'opera realizzata sia conforme al progetto originario dal punto di vista dimensionale. Abbiamo cancellato la parola "prestazionale", in quanto faceva riferimento a quel complesso di requisiti cogenti che abbiamo cancellato in considerazione di tutta la normativa edilizia, e perché effettivamente ingenerava degli equivoci rispetto al ruolo del professionista che doveva attestare, non si sa sulla base di che cosa, delle prestazioni di impianti o realtà che non sono riferibili ad alcun parametro.
Con questo abbiamo accolto un'ulteriore richiesta, peraltro specificando meglio (questa era una preoccupazione diffusa) che non è compito del direttore dei lavori asseverare ciò che altri professionisti fanno all'interno dell'opera edilizia, idraulici, elettricisti, eccetera, eccetera, ma garantire che la scheda tecnica contenga le attestazioni positive di rispondenza alle normative firmate dai certificatori abilitati in ciascun ambito.
Credo, quindi, che, così facendo, abbiamo colto una preoccupazione, che, devo dire la verità, non aveva ragione di essere, ma specifichiamo meglio, in modo tale che il ruolo di ciascun professionista all'interno dell'attività edilizia sia meglio specificato nell'ambito delle proprie responsabilità. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Pariani.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, a firma dell’assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 13 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 24, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 24 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 25.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 25.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 25 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 26.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 26.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 26 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 27.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 27.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 27 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 28.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 28.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 28 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 29.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 29.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 29 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 30, su cui insiste l’emendamento 14, a firma dell'assessore Peri.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma dell’assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 14 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 30, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 30 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 31.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 31.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 31 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 32, su cui insistono due emendamenti:
l'emendamento 21, a firma della consigliera Noè;
l'emendamento 15, a firma dell'assessore Peri.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamenti.
Ha chiesto di parlare la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Grazie, presidente.
Per dire che accogliamo il subemendamento della consigliera Noè, in quanto specifica meglio l'articolo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Pariani.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 21, a firma della consigliera Noè.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 21 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15, a firma dell’assessore Peri.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 15 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 32, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 32 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 33.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 33.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 33 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 34.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 34.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 34 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 35.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 35.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 35 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 36.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 36.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 36 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 37.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 37.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 37 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 38.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 38.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 38 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 39.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 39.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 39 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 40.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 40.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 40 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 41.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 41.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 41 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 42.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 42.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 42 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 43, su cui insiste l’emendamento 16, a firma dell'assessore Peri.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 16, a firma dell'assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 16 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 43, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 43 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 44, su cui insiste l’emendamento 17, a firma dell'assessore Peri.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 17, a firma dell'assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 17 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 44, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 44 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 45.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 45.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 45 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 46.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 46.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 46 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 47.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 47.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 47 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 48.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 48.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 48 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 49.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 49.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 49 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 50.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 50.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 50 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 51.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 51.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 51 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 52.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 52.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 52 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 53.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 53.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 53 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 54.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 54.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 54 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 55, su cui insistono due emendamenti:
l’emendamento 18, a firma dell'assessore Peri;
l’emendamento 19, a firma dell'assessore Peri.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamenti. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 18, a firma dell'assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 18 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 19, a firma dell'assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 19 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 55, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 55 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 56.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 56.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 56 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 57.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 57.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 57 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 58.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 58.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 58 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 59.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 59.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 59 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 60.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 60.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 60 è approvato.
Pongo in discussione l’art. 61, su cui insiste l’emendamento 20, a firma dell'assessore Peri.
È aperta la discussione congiunta su articolo ed emendamento. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 20, a firma dell'assessore Peri.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’emendamento 20 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 61, come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L’art. 61 è approvato.
Apro le dichiarazioni di voto sull'intero progetto di legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Il nostro voto sarà contrario. Cionondimeno, sento il dovere di ringraziare l'assessore Peri, cui va riconosciuta la disponibilità ad accogliere contributi migliorativi della legge. A nostro parere, vi erano ulteriori spazi di miglioramento: poteva essere fatto di più sia in termini di semplificazione sia in termini di chiarezza. Ora resta la scommessa sul ruolo affidato ai professionisti e sulla capacità dei comuni di allinearsi con la Regione per facilitare la vita dei cittadini. In tal senso, siamo certi che l’accoglimento del nostro emendamento sarà di grande utilità sia agli addetti ai lavori sia agli uffici competenti. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente.
Per annunciare il voto favorevole al progetto di legge in esame, ed ovviamente anche per ringraziare del lavoro svolto l'assessore Peri, i servizi (per il loro contributo) e la relatrice Pariani.
Questo provvedimento legislativo era molto atteso, anche dai territori, quindi il gruppo del Partito Democratico si appresta ad esprimere il proprio consenso ed il proprio voto convintamente favorevole. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bazzoni. Ne ha facoltà.
BAZZONI: Grazie, presidente.
Il titolo del testo di legge che uscirà dal travagliato lavoro di tanti mesi, "Semplificazione della disciplina edilizia", è purtroppo solo un inganno, se non un'illusione. Questa legge, infatti, non semplifica l'attività edilizia in Emilia-Romagna, ma, appunto, fa finta di farlo, ovvero illude di farlo. Essa disattende le aspettative che aveva prodotto nel vasto ed importantissimo mondo che ruota attorno all'edilizia, il settore che più di tutti soffre la crisi economica e che più di tutti avrebbe bisogno di essere aiutato, anche togliendo burocrazie e ostacoli vari, che fanno perdere tempo e denaro.
In concreto, l'unico risultato che ottiene questa legge è di scaricare incombenze dalle pubbliche amministrazioni sugli operatori dell'edilizia. Per il resto, le pratiche rimangono tante, e se si accorciano i tempi inizialmente, come vuole la normativa nazionale, poi si allungheranno, come le possibilità di fraintendimenti, di contenziosi e di abusi, che con questa legge sono inevitabilmente destinati ad aumentare. Inoltre, un dato che voglio sottolineare è come questa normativa regionale vada ad ingigantire la già esistente difficoltà di dialogo tra amministrazioni pubbliche e professionisti dell'edilizia. Proprio i professionisti saranno, infatti, gravati di ulteriori obblighi rispetto al passato, mentre i comuni non solo ne avranno meno, ma non aiuteranno nemmeno a semplificare, perché non è previsto un meccanismo per cui i funzionari pubblici possano preliminarmente chiarire ai professionisti che cosa si può e che cosa non si può fare.
Ancora una volta, dunque, constatiamo che quest’Amministrazione regionale e la maggioranza che la sostiene stanno bene ancorate alla superburocrazia tanto cara alla sinistra, perché qui si è difesa la burocrazia e qui si sono attaccate le professioni.
Un'altra pesante criticità di questa legge è che non va minimamente ad intaccare l'ipertrofia normativa esistente in edilizia, peraltro tanto cara ai burocrati, perché nella giungla delle norme e della loro interpretazione riescono a far prevalere quello che vogliono, e che non sempre può essere giusto.
Il lungo e travagliato lavoro di mesi e mesi ha quindi prodotto una legge bizantina, mentre direi sovietico è stato il no a praticamente tutte le proposte emendative che noi del Pdl, assieme ad altri colleghi di minoranza, abbiamo proposto per migliorarla e renderla una vera ed equilibrata semplificazione dell'attività edilizia. Pertanto, il voto del Popolo della Libertà non può che essere un no assoluto. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bazzoni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente.
In margine al provvedimento, vorrei dire che è bene sollevare il tema degli oneri di urbanizzazione, e lo farò presentando una risoluzione a settembre, assieme ai colleghi che vorranno sottoscriverla. Perché la legge regionale del 1998 consente ai comuni di azzerare gli oneri di urbanizzazione per gli edifici di culto, che è una norma prevista dalla legge 28 gennaio 1977, n. 10, la cosiddetta Bucalossi, che a tutt’oggi implica uno spreco di milioni di euro da parte dei comuni.
Ora, siccome la Chiesa cattolica è la più grande immobiliarista del Paese, e siccome l'attuale Papa ha più volte richiamato alla necessità di fare riferimento alla povertà, si utilizzi quest’immenso patrimonio immobiliare per la manutenzione degli edifici di culto, ed i comuni risparmino questi soldi, che, ripeto, sono tanti. Il Comune di Bologna, per esempio, tre anni fa, erogò 700 mila euro per gli oneri di urbanizzazione secondaria degli edifici di culto.
Ho voluto richiamare tale questione, annunciando - ovviamente - il mio voto favorevole al provvedimento, perché soprattutto in questo periodo di crisi, di drammatica crisi della finanza pubblica, esiste un settore su cui i comuni possono risparmiare, devono risparmiare, la legge regionale del ’98 lo consente, consente di azzerare questi oneri, ed è bene che la Regione informi i comuni di questa possibilità. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Grillini.
L'invito che rivolgo ai consiglieri di non produrre brusio è rivolto anche al pubblico che sosta all'esterno dell'Aula. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente.
Anch’io dichiaro, con piacere, il mio voto favorevole a questa legge sulla semplificazione, anzi nell'annunciarlo desidero ringraziare molto l'assessore Peri, unitamente allo staff tecnico, perché nel corso di questi mesi ha accettato una serie di sollecitazioni che sicuramente rivelano, con questa legge, un primo passo verso la semplificazione. Peraltro, mi fa piacere perché questo progetto di legge, con questi passaggi, riesce ad essere di supporto ad un settore che sicuramente è quello più in crisi, il settore dell'edilizia, ma sicuramente anche ai cittadini che spesso debbono subire alcune dinamiche del tutto prive di logica, che probabilmente in questo progetto di legge riescono a trovare delle risposte semplificative.
In particolare, desidero ringraziare per l'attenzione che vi è stata verso il frazionamento degli immobili ad uso industriale, che, finalmente, a fronte di una riqualificazione dell'esistente, ma anche a fronte della necessità di accogliere le istanze di un mondo che oggi non riesce più ad allocare i propri capannoni così come sono, ma avverte la necessità di frazionarli per corrispondere meglio alle richieste del mercato...
(interruzioni)
Mi scusi, ma io adesso parlo, perché oggi ho parlato poco, e quello che devo dire lo dico con convinzione.
Un ringraziamento particolare - dicevo - perché credo questo passaggio del frazionamento sia di portata storica; così come il recepimento che vi è stato rispetto al cambiamento di destinazione d'uso, perché anche in questa direzione mi sembra ci sia già un'apertura.
Pertanto, un grazie ed un voto convintamente favorevole.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente.
Brevemente, in dichiarazione di voto cercando, visti gli atti successivi che sono ancora da elaborare, di non ripetere critiche e osservazioni che sono già state fatte e che mi trovano concorde e che mi porteranno ad esprimere un voto contrario a questo provvedimento. Ma mi preme sottolineare un punto che ritengo molto importante, che è stato alquanto sottovalutato anche in commissione, che è quello che sostanzialmente ci hanno fatto osservare gli ordini professionali: oggi - e abbiamo cercato di parlarne anche in commissione -, con questo provvedimento sostanzialmente andiamo a scaricare sui professionisti le inefficienze, le incapacità o le impossibilità tecniche, strutturali ed economiche dei comuni. Oggi, chiediamo ai professionisti che sanciscano, certifichino qualcosa che non possono certificare, perché sono documenti che o non sono in loro possesso perché lo sono da parte delle pubbliche amministrazioni o perché le pubbliche amministrazioni non sono in grado di darglieli nella forma dovuta. Peraltro, sappiamo bene come, soprattutto nei comuni piccoli, vi sia una notevole difficoltà a livello di archivio ad avere questo tipo di materiali. Oggi, chiedere ad un professionista, esponendolo a rischi di natura anche penale, di certificare qualcosa che non può certificare è un'assurdità che non trova giustificazioni, se non nella volontà di tutelare ad ogni costo i funzionari comunali e gli assessori.
Però, non è così che si può lavorare e che si può procedere. Credo che questo comporterà molti rischi, perché immagino che i professionisti seri e responsabili avranno notevoli difficoltà a portare avanti delle pratiche, che, probabilmente, giustamente, si rifiuteranno di firmare o certificare.
Credo che gli ordini, che non è mio interesse né mio obiettivo tutelare, ma è semplicemente una questione di buonsenso, perché non si può chiedere responsabilità a chi non è in grado di offrirla, si sarebbero dovuti ascoltare molto meglio, anche perché non ho mai colto nei loro interventi, sia durante l’udienza conoscitiva sia nelle e-mail che abbiamo ricevuto, l’interesse corporativo di venire meno a quelli che sono i loro doveri. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente.
Annuncio il mio voto contrario al progetto di legge, anche se devo dichiarare una parziale soddisfazione per il recepimento di alcuni importanti emendamenti in commissione, penso anche a dei miglioramenti nella formulazione di alcuni articoli, come quello sull'informatizzazione e sulla digitalizzazione. Oggi, i tecnici devono presentare tavole e sopportare dei costi di stampa enormi, in futuro sarà fatto tutto in digitale, e, soprattutto avendo aggiunto il data base unico, si va verso l'anagrafe 3D dell'edilizia, obiettivo ancora lontano, cui però dobbiamo iniziare a guardare e a scrivere nei documenti. È vero, anche il tema posto dalla consigliera Noè sul frazionamento è un passo avanti molto importante.
Senza dubbio, quindi, ci sono degli elementi di soddisfazione, pur non avendo condiviso una certa timidezza nell’andare a fondo di quest'opera di semplificazione che, ripeto, riguarda piccole opere, piccoli interventi di privati cittadini, non riguarda certo le urbanizzazioni, i permessi a costruire, su cui siamo su un'altra dimensione, quindi parliamo di piccoli interventi. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
40
Assenti
10
Favorevoli
27
Contrari
13
Astenuti
--
PRESIDENTE (Mandini): Proclamo approvata la legge riguardante «Semplificazione della disciplina edilizia».
OGGETTO 4246
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Ratifica dell'intesa per l'istituzione del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello» (70) (Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 4246/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (90)
PRESIDENTE (Mandini): Passiamo all’esame dell’oggetto 4246, Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Ratifica dell'intesa per l'istituzione del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello".
Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Territorio, Ambiente e Mobilità" nella seduta del 18 luglio 2013.
Composto da 2 articoli.
Il relatore della commissione, consigliera Monica Donini, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale, per cui occorre il voto favorevole dei 2/3 dei consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell’autorizzazione alla relazione orale, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Mandini): Comunico l'esito della votazione:
Presenti
38
Assenti
12
Favorevoli
38
Contrari
--
Astenuti
--
La relazione orale è dunque autorizzata.
Prego, consigliera Donini.
DONINI, relatrice: Grazie, presidente.
La questione è conosciuta, perché in commissione, oltre alla proposta di legge, della quale farò una rapidissima relazione, nelle settimane precedenti, è stato preventivamente sottoposto all’attenzione dei commissari il contenuto del testo dell'intesa tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Toscana. Infatti, la legge interviene per ratificare quest’intesa, resa necessaria dal fatto che, con l'ingresso nella Regione Emilia-Romagna di una porzione di territorio che prima era delle Marche, il Parco del Sasso Simone e Simoncello, che fu istituito con legge regionale dalla Regione Marche il 28 aprile 1994, è venuto ad insistere anche sul territorio della Regione Emilia-Romagna, e più specificatamente in una porzione del Comune Pennabilli.
La legge nazionale n. 394 del ’91 prevede in queste situazioni, attraverso un'intesa tra le regioni interessate, la possibilità di istituire parchi interregionali. Sebbene la legge sia del 1991, questa è la prima istituzione di un parco interregionale in Italia.
Poi, in virtù dei contenuti delle leggi che, in qualche maniera, sono da rispettare, il nostro statuto regionale, la nostra legge istitutiva del parco, le leggi analoghe che riguardano la Regione Marche, le due regioni, recentemente, come dicevo, hanno definito un'intesa che noi per legge ratifichiamo.
La legge in sé si compone di due articoli. L'articolo 1 è più prettamente la ratifica dell'intesa; l'articolo 2 garantisce la piena operatività dell'intesa e stabilisce che la legge entri in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.
Faccio due ultime considerazioni. Abbiamo proposto - ed è stato sottoscritto da più di un consigliere regionale, quindi è già stato distribuito - di accompagnare l'iter di approvazione della legge con un ordine del giorno. I perimetri dell'attuale Parco sono stati approvati in via definitiva dalla Regione Marche nel 2007. Nel Comune di Pennabilli è nata una discussione in merito ai confini, soprattutto dell'area contigua. Nell’intesa abbiamo previsto che la nuova Comunità del Parco avrà il compito di adottare il nuovo Piano del Parco, e al comma 3, lettera a), dell’articolo 16 dell’intesa, che è parte integrante della legge, laddove si definiscono i contenuti del Piano del Parco, è stabilito anche il compito di individuare il perimetro definitivo del Parco.
Pertanto, come Assemblea legislativa, riteniamo che ci siano tutti gli strumenti a disposizione per dare una risposta alla richiesta che è stata avanzata da una porzione del territorio, e nel contesto delle procedure per definire il nuovo Piano del Parco e della discussione che ci sarà all'interno della Comunità del Parco, dove gli enti locali interessati sono rappresentati, sarà dato seguito a queste richieste, saranno valutate, definendo in maniera partecipata il perimetro definitivo del Parco. Non ho altro da aggiungere. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Grazie, presidente.
Solo alcune battute, in quanto la relatrice è stata chiara sull'oggetto del tema in discussione. Solo per sottolineare nuovamente l'importanza che riveste il Parco Simone e Simoncello, vasto quasi 5000 ettari, fungendo da cerniera tra l'Appennino centrale e l'Appennino settentrionale, quindi rappresentando una novità per la nostra Regione che vedeva i confini dei parchi sempre verso la parte nord oppure est ed ovest dei confini. Il Parco, quindi, rappresenta una finestra di oasi naturale verso l'Appennino centrale.
Non mi dilungo oltre, vorrei solo sottolineare la necessità di un impegno - magari ne parleremo in sede di stesura del bilancio di previsione 2014 - da parte della Regione, anche se il territorio insiste solo per un terzo in Emilia-Romagna e per due terzi nelle Marche, ma la Regione Marche recentemente ha approvato il proprio programma triennale per le aree protette 2013-2015, ed in questo piano sono state previste risorse finanziarie a favore delle spese di investimento nei parchi. Anche la nostra Regione ha sempre una grande attenzione verso i parchi, però, essendo questa una novità frutto di un accordo che oggi andiamo a ratificare, penso che per il futuro, nell'ambito della disponibilità delle risorse, che ovviamente sono sempre poche, e nell'ambito della conservazione, tutela e ulteriore sviluppo dei nostri parchi, sia necessario tenere presente la nuova situazione che si è creata nella nostra Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bernardini. Ne ha facoltà.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Ringrazio la consigliera Donini per l’esposizione esaustiva delle preoccupazioni espresse dal Comune di Pennabilli. La collega ha accettato il richiamo all'interno dell'ordine del giorno di una delibera del Consiglio comunale di Pennabilli che ha votato all'unanimità di rivedere la riperimetrazione dell'area contigua al Parco del Sasso Simone e Simoncello.
Riteniamo che la volontà espressa dal Comune di Pennabilli debba essere (com’è) presa in considerazione anche da quest’Assemblea, e l’inserimento all'interno dell'ordine del giorno coglie favorevolmente una preoccupazione circa la riperimetrazione dell'area che, ripeto, ha già trovato una sua consacrazione all'interno di un percorso istituzionale nel Comune di Pennabilli.
Pertanto, per quanto riguarda l'ordine del giorno, esprimiamo una valutazione positiva, sperando che sia rispettata la volontà del Comune di Pennabilli di rivedere quella perimetrazione che sta allertando la comunità stessa. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bernardini.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo alla discussione dell'articolato.
Pongo in discussione l'articolo 1.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 1 è approvato.
Pongo in discussione l'art. 2.
È aperta la discussione generale. Se nessun consigliere chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione.
Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'articolo 2 è approvato.
Colleghi, vi ricordo che è pervenuto un ordine del giorno, a firma dei consiglieri Donini, Bernardini, Piva e Lombardi.
Apro le dichiarazioni di voto congiunte su ordine del giorno e intero testo di legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Per annunciare il mio voto favorevole.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire in sede di dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno 4246/1, a firma dei consiglieri Donini, Bernardini, Piva e Lombardi.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'ordine del giorno è approvato.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, oggetto 4246, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
38
Assenti
12
Favorevoli
33
Contrari
1
Astenuti
4
PRESIDENTE (Mandini): Proclamo approvata la legge riguardante «Ratifica dell'intesa per l'istituzione del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello».
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): Colleghi, so che vi è da parte vostra una forte aspettativa per chiudere nella seduta odierna tutto quel che abbiamo in elenco, tuttavia, devo ricordarvi che abbiamo ancora da trattare il progetto di legge sulla rete escursionistica dell'Emilia-Romagna, deve essere presentato dalla Giunta il documento sulla qualità dell'aria, oltre ad altri due atti amministrativi.
Sulla base di quanto sopra, credo che faremo fatica a stare in Aula entro un orario accettabile; siccome dobbiamo tenere presente che i tecnici sono qui che ci supportano da questa mattina; visto che il Consiglio è già convocato per domani, se, come mi auguro, vi è una condivisione da parte vostra, proporrei di sospendere i lavori e di aggiornare la seduta a domani mattina per concludere la trattazione di tutti gli oggetti iscritti all’ordine del giorno.
(interruzioni)
Perdonatemi, tra finire adesso o finire alle 22,00 non cambia nulla; andare avanti ha senso solo se riusciamo a finire, ma ritornare in Aula domani mattina solo per un oggetto non ha senso. Realisticamente, secondo me, non è facile terminate tutto entro la seduta odierna. Peraltro, il Consiglio è già convocato per domani, quindi non abbiamo alcun adempimento da compiere.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente.
Capisco bene le sue argomentazioni. In tal senso, credo che sia necessario uno sforzo da parte di tutti, perché noi siamo tanti, ma lei è solo a presiedere i lavori ormai da ore, me ne rendo conto, quindi deve essere in un certo senso aiutato. Tuttavia, mi sembra che la stragrande maggioranza dei consiglieri sia dell’avviso di chiudere i lavori e di finire l’ordine del giorno.
Posto che lei avrà tutto l’aiuto possibile, mettendo in campo da parte nostra un certo ordine e una certa speditezza nelle questioni, proporrei di provare a resistere ancora portando avanti l'ordine del giorno fino a conclusione.
Secondo me, presidente, è un sacrificio che possiamo fare tutti insieme, vista la condivisione da parte di tutti i capigruppo, e visto anche il fatto che la seduta è stata convocata aperta, quindi i consiglieri sono già tutti preparati per affrontare una seduta notturna. Presidente, capisco che lei è solo a presiedere, ed in tal senso ha tutta la nostra comprensione, ma l’Assemblea può aiutarla con l'atteggiamento di cui sopra. A tal proposito, ovviamente, la Giunta non ha niente da dire.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Intanto, d’autorità, sospendo i lavori per 10 minuti.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 19,19, è ripresa alle ore 19,50)
PRESIDENTE (Mandini): Possiamo riprendere i lavori.
Comunico che nella riunione fatta con i presidenti dei gruppi abbiamo fissato che, comunque, il Consiglio questa sera chiude alle 22,00 indipendentemente dal punto in cui si arriva.
OGGETTO 3351
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari: «Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche» (71) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Il testo, composto da 16 articoli, è stato licenziato dalla Commissione "Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport" nella seduta del 18 luglio 2013.
Il relatore della Commissione, consigliere Roberto Piva, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale (occorre il voto favorevole dei 2/3 dei consiglieri presenti).
Procediamo alla votazione dell'autorizzazione alla relazione orale, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Mandini): Comunico l'esito della votazione.
Presenti
32
Assenti
18
Favorevoli
32
Contrari
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Astenuti
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PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea autorizza la relazione orale.
Prego, consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA, relatore: Grazie, presidente.
Giunge in Aula oggi questo provvedimento dopo un iter lungo, dopo l'udienza conoscitiva del febbraio scorso, ha segnato, sia per i firmatari che per i relatori, una serie di incontri, di riflessioni e di rielaborazione legata ai contributi. Quindi, sarà una proposta diversa dall'originaria.
Due sono gli aspetti che sono emersi da questo confronto: il primo è legato alla necessità di un provvedimento legislativo che faccia chiarezza su alcuni aspetti oggi non ben definiti a causa dell'assenza di un quadro normativo di riferimento; il secondo legato all'importanza di predisporre strumenti utili alla valorizzazione ed allo sviluppo del grande patrimonio escursionistico di cui la nostra regione è dotata. Non ricordo, per brevità di tempo, gli oltre cinquemila chilometri di sentieri segnati e già dotata di un catasto, infatti noi abbiamo già la base dei sentieri emiliano-romagnoli. E considerando come negli ultimi dieci-quindici anni si sia modificato l'approccio turistico alla nostra regione, quindi come si sia sviluppata una richiesta alternativa ormai non più di nicchia e che sempre più spesso chiede di coniugare la classica offerta spiaggia, della sabbia, delle città a, invece, percorsi naturalistici, l'entroterra.
In sostanza, quindi, sono due le tematiche che hanno subito una revisione in questa forma che oggi vi presento: la prima legata all'attribuzione delle competenze su scala locale che individua nel comune, e non più nella provincia, l'ente deputato e ne rafforza il ruolo decisionale circa la gestione della rete escursionistica; la seconda è la modalità di fruizione della rete stessa che, pur mantenendo il principio della fruizione a piedi quale modalità principale, ritaglia spazio all'uso di mezzi motorizzati e non, nel rispetto dell'ambiente, della conservazione dei tracciati e della sicurezza degli utenti.
Quindi, da una parte un maggior protagonismo degli enti locali, dall'altro una estensione della fruizione dei sentieri stessi. In quest'ambito e in questo panorama alla Regione resta il ruolo di coordinatore generale, di implementare il catasto, di dettare le norme tecniche e redigere, sentiti i vari ambiti, il programma triennale degli interventi straordinari sulla rete escursionistica.
In questa nuova stesura, inoltre, pur non avendo introdotto una gerarchia fra i sentieri, abbiamo rafforzato il coordinamento fra i vari ambiti per la gestione dei percrosi che interessano comuni appartenenti ad ambiti diversi, mentre alla Regione è stata riservata la possibilità di entrare nella gestione diretta dei sentieri di importanza regionale e, addirittura, in alcuni casi, extraregionali attraverso la stipula di accordi con i comuni.
Non entro nel merito dell'articolato, ma sono, comunque, a disposizione, qualora qualcuno lo richiedesse, articolo per articolo, a spiegare le eventuali modifiche che sono state poste rispetto al testo originale. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Piva.
Apriamo il dibattito. Non ho richieste di intervento.
Passiamo, dunque, all'esame dell'articolato.
Comunico che abbiamo sedici proposte di emendamento:
due a firma dei consiglieri Barbieri, Piva, Donini, Grillini, Ferrari, Carini e Meo;
otto a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi;
due a firma del consigliere Cavalli;
una a firma dei consiglieri Manfredini, Bernardini e Corradi;
due a firma dei consiglieri Barbieri, Meo, Mori, Donini, Ferrari e Carini;
una a firma del consigliere Corradi.
Iniziamo con l'art. 1.
Apriamo il dibattito. Non ho richieste di intervento.
Apro le dichiarazioni di voto. Non ho richieste di intervento.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art.1 è approvato.
Art. 2.
Apriamo il dibattito. Non ho richieste di intervento.
Apro le dichiarazioni di voto. Non ho richieste di intervento.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 2 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 3.
Apriamo il dibattito. Chiuso il dibattito.
Apro le dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 3 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 4, sul quale insistono due emendamenti:
l'emendamento 1 a firma dei consiglieri Barbieri, Piva, Donini, Grillini, Ferrari, Carini e Meo;
l'emendamento 4 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
Apriamo il dibattito sugli emendamenti e sull'art. 4. Chiuso il dibattito.
Apro le dichiarazioni di voto.
Prego, consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Sull'emendamento 4 invitavo i colleghi a considerare che si tratta di un emendamento che precisa il comma precedente, laddove si parla di apertura di tratti interrotti. Mi sembrava corretto, essendo il comma successivo, riportare la stessa precisazione di quanto già indicato al comma 4. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere.
Non ho altre richieste, quindi chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 1 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 4 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4 così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 4 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 5, sul quale insistono due emendamenti:
l'emendamento 5 a firma del consigliere Cavalli;
l'emendamento 6 a firma dei consiglieri Manfredini, Bernardini e Corradi.
Apriamo il dibattito sugli emendamenti e sull'art. 5.
Prego, consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Per chiedere la soppressione del comma due, perché è molto limitativo per le attività private sul territorio. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: L'emendamento 6 interviene sul testo del comma due, art. 5 inserendo la parola "consultivo", quindi sul parere della consulta si precisa che si tratta di parere consultivo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie a lei, consigliere Corradi.
Non ho altre richieste, quindi chiudo il dibattito.
Apro le dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 5.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 5 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 6.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 6 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5 così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 5 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 6.
Apriamo il dibattito sull'art. 6. Chiuso il dibattito.
Apro le dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 6 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 7, sul quale insiste l'emendamento 2 a firma del consiglieri Barbieri, Piva, Donini, Grillini, Ferrari, Carini e Meo.
Apriamo il dibattito sull'emendamento e sull'art. 6. Chiuso il dibattito.
Apro le dichiarazioni di voto. Chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 2 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7 così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 7 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 8, sul quale insistono quattro emendamenti:
l'emendamento 7 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi; l'emendamento 14 a firma dei consiglieri Barbieri, Meo, Mori, Donini, Ferrari e Carini; l'emendamento 8 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi; l'emendamento 9 a firma del consigliere Cavalli.
Apriamo il dibattito sugli emendamenti e sull'art. 8.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente.
Su questo articolo abbiamo avuto un po' di incontri e di discussioni poc'anzi.
Così come formulato il comma tre, art. 2, mi sono posto, assieme ad altri colleghi, il problema della responsabilità di cui andiamo a gravare i sindaci dei più di trecento comuni della nostra regione, i quali avranno la responsabilità anche di eventuali sinistri che potrebbero avvenire sui sentieri della rete ERER, tant'è che qui è previsto che i comuni, quindi i sindaci, gestiscono e presiedono l'ordinaria manutenzione dei percorsi escursionistici e questo è previsto sia alla lettera a) sia alla lettera b), dove si prevede che i sindaci devono predisporre un piano-programma di gestione e manutenzione ordinaria dei percorsi escursionistici. Quindi, il problema che ci siamo posti, come gruppo Lega Nord, era di evitare di imporre ai sindaci le stesse responsabilità che oggi hanno per esempio sulla viabilità comunale, estendendo questa loro responsabilità anche sulla sentieristica, perché in questo caso , al verificarsi di infortuni qualcuno andrà a bussare alla porta del sindaco, sia in sede civile che anche, a volte, in altre sedi.
Per questo motivo noi abbiamo presentato l'emendamento 7, che sopprime la lettera a) dove viene prevista questa responsabilità ed anche l'emendamento 8 che va a riscrivere la lettera b), usando un'espressione che potrà essere anche considerata un po' più omnicomprensiva, ma che non prevede la responsabilità dei sindaci in termini di gestione e manutenzione, prevedendo che i sindaci predispongano un piano-programma di interventi per la valorizzazione dei percorsi escursionistici.
Quindi, piani di interventi di valorizzazione, rispetto alla terminologia di gestione ordinaria e manutenzione dei sentieri. Questo, a nostro giudizio, garantirebbe i sindaci del nostro territorio, perché, altrimenti, avrebbero le stesse responsabilità anche sui cinquemila ed oltre sentieri che gli andiamo a mettere in capo con questa legge. Quindi, credo che su questo tema occorra un po' di riflessione.
Mi permetto di commentare l'emendamento dei consiglieri di maggioranza che interviene sulla lettera a), ma lascia integra la formulazione della lettera b), quindi non risolve assolutamente il problema, perché nella lettera b) rimane esattamente la stessa formulazione "gestione manutenzione ordinaria", quindi andare a modificare la lettera a) per lasciare invariata la lettera b) vuol dire semplicemente non spostare di una virgola il problema. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Due secondi per dire che è stato fatto un lungo lavoro laico di ascolto dei tanti soggetti sociali, ma, devo dire, anche delle forze politiche. In commissione abbiamo accettato degli emendamenti del PDL, come oggi abbiamo accettato alcuni emendamenti della Lega. Quindi, noi non voteremo a favore di quelli della Lega e abbiamo formulato l'emendamento 14 come da indicazioni, perché oggettivamente ci hanno posto un problema che può essere reale e, quindi, pensiamo con questo che si risolva il problema segnalato.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Barbieri.
Non ci sono altre richieste in dibattito, quindi passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Noi voteremo, ovviamente, a favore dei nostri emendamenti.
Ribadisco che mantenendo invariata la lettera b), laddove si precisa che i sindaci approvano il programma di gestione e manutenzione ordinari dei percorsi escursionistici, ha delle parole identiche alla a) su cui interviene l'emendamento dei colleghi di maggioranza, rimane praticamente invariato il problema, perché bisogna modifica anche la lettera b), altrimenti rimane tutta la responsabilità di eventuali incidenti in capo ai sindaci.
Vi invito ad una riflessione su questo tema, perché immagino che i trecento e passa sindaci di questa regione non siano particolarmente contenti di avere anche in carico la responsabilità sulla sentieristica. Quindi, una formulazione un po' diversa, come quella che abbiamo proposto noi, comunque un pochino più attenta ad evitare la responsabilità in capo ai sindaci, credo che avrebbe fatto piacere soprattutto ai vostri sindaci, visto che la Lega Nord ne ha 4 su 348, agli altri 344 sindaci qualcosa dovrete pur dire. Grazie
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 7.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 7 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 14.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 14 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 8.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 8 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 9.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 9 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8 così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 8 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 9, sul quale insistono due emendamenti:
l'emendamento 10 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi;
l'emendamento 3 a firma dei consiglieri Barbieri, Piva, Ferrari e Carini.
Apriamo il dibattito sugli emendamenti e sull'art. 8.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Con l'emendamento 10 andiamo a superare quello che, a nostro giudizio, era un eccesso di autoreferenzialità rispetto alla composizione del coordinamento, laddove con il comma 5 dell'art. 10 si prevedeva che gli eventuali ulteriori componenti del coordinamento potessero solo essere cooptati dal coordinamento stesso. Con l'attuale formulazione diciamo che possono essere indicati anche su proposta del coordinamento, e non solo su indicazione del coordinamento, lasciando in capo alla Giunta, quindi con determina di Giunta, la nomina dei componenti. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Non ci sono altri interventi.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 10.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 10 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 3 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9 così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 9 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 10, sul quale insiste l'emendamento 11 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
Apriamo il dibattito sull'emendamento e sull'art. 10.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. L'emendamento 11 all'art. 10 prevede la possibilità di inserire tra i componenti della conferenza, in quanto l'art. 10 comma 4 prevede che vi sia una conferenza presieduta dall'Assessore regionale competente o da un suo delegato alla quale partecipano i componenti del coordinamento e un rappresentante per ciascuna consulta territoriale. Col nostro emendamento chiediamo che vi sia la possibilità di partecipare anche da parte di tre consiglieri regionali eletti dall'Assemblea, di cui due di maggioranza e uno di minoranza. Questo al fine di rendere più partecipata la conferenza e al fine di consentire all'Assemblea di avere dei propri rappresentanti, garantendo la presenza sia alla maggioranza sia alla minoranza, in modo tale che ci sia la possibilità di partecipare attivamente ai lavori della conferenza, altrimenti quest'Assemblea rimarrebbe sostanzialmente esclusa rispetto a quello che avviene in quel consesso. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Solo perché sia a verbale. Pensiamo di non votare questo emendamento, perché riteniamo che nel proprio ruolo i consiglieri regionali possono partecipare attivamente all'assemblea.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Barbieri.
Se non ci sono altri interventi, apriamo la fase delle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà
CORRADI: Approfitto delle dichiarazioni di voto per, ahimè, dissentire da quanto comunicato dal collega Barbieri, innanzitutto perché non è nemmeno scontato che i consiglieri siano informati di quando si svolgerà la conferenza, posto che l'articolo, così come formulato, prevede un numero chiuso, quindi i consiglieri non sono tenuti ad essere informati sulla conferenza stessa. Credo che se l'Assemblea avesse tre rappresentanti nominati con il compito di partecipare alla conferenza, quantomeno ne saremmo informati ed avremmo anche la possibilità di essere notiziati sull'esito dei lavori, posto che, ribadisco, non è nemmeno scontato che si venga a conoscenza della convocazione della Conferenza. Questo credo che sia una grave lesione anche delle prerogative dell'Assemblea rispetto al testo di legge che andremo ad approvare.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Grazie, presidente. Solo per far presente che questa conferenza viene presieduta dall'assessore regionale che la indice annualmente e nessuno vieta che nel momento in cui sarà formata questa conferenza l'ufficio di presidenza, i capigruppo o i presidenti delle commissioni competenti decidano di avvisare anche i consiglieri regionali che, magari, senza diritto di voto, intervengono per conoscere ciò che succede a livello di questa conferenza. Quindi, penso che il ruolo sia garantito.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Solo per dire, presidente, che nessuno vieta, ma non c'è scritto, perciò nel momento in cui si dimenticano comunque non saremo informati.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Non ci sono altri interventi per dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 11.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 11 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 10 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 11, sul quale insiste l'emendamento 12 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
Apriamo il dibattito sull'emendamento e sull'art. 11.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. In questo articolo si trattano i programmi triennali di intervento straordinari. Sostanzialmente i futuri bandi che la Regione Emilia-Romagna andrà a fare per finanziare delle iniziative di promozione e valorizzazione della sentieristica. Il comma 2 va a declinare tutta una serie di capitoli sui quali si presume che verranno sviluppati i bandi regionali.
Col nostro emendamento proponiamo di inserire la lettera k), quindi un'ulteriore ipotesi di bando, che preveda la realizzazione di percorsi escursionistici con lunghi tracciati e fruibili da mezzi motorizzati. Abbiamo avuto un'udienza conoscitiva molto partecipata, forse la più partecipata che non si sia mai tenuta da parte dell'Assemblea legislativa, nella quale abbiamo avuto la presenza di tantissimi rappresentanti di associazioni di escursionisti a motore che sono interessantissimi a poter continuare a fruire della sentieristica, come hanno sempre fatto fino adesso, senza creare nessun tipo di problema e nessun tipo di incidente. Non vi è traccia nella storia di questa regione di sinistri avvenuti a causa di mezzi a motore che abbiano investito escursionisti a piedi, in bicicletta o a cavallo.
La possibilità di concorre alla realizzazione di percorsi di lunga distanza fruibili da questi mezzi sarebbe anche, a nostro giudizio, un grande elemento di valorizzazione economica del territorio della nostra montagna, posto che, sia pur con una certa capriola si è riaffermato in questa legge il diritto di fruire del territorio, con dei limiti e delle regole, anche ai mezzi a motore, non vedo perché sia l'unico tipo di attività che viene esclusa da qualunque ipotesi di bando per valorizzare la sentieristica a questo dedicata, che avrebbe certamente importanti ricadute che ha sul territorio.
Quindi, invito la maggioranza a prendere in considerazione l'ipotesi di inserire anche questa voce tra i vari progetti che nei bandi triennali questa regione dovrà valorizzare. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Non ci sono altri interventi. Chiudo il dibattito generale.
Apro la fase delle dichiarazioni di voto. Chiudo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 12.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 12 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 11.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 11 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 12.
Apriamo il dibattito sull'art. 12. Chiuso il dibattito.
Aperte le dichiarazioni di voto. Chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 12.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 12 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 13, sul quale insistono tre emendamenti:
l'emendamento 13 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi; l'emendamento 15 a firma del consigliere Corradi;
l'emendamento 16 a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi.
Apriamo il dibattito sugli emendamenti e sull'art. 13.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Su questo articolo noi abbiamo tre emendamenti.
Con l'emendamento 13 viene chiesta la soppressione dell'art. 13 comma 1 nella parte in cui prevede che, per l'applicazione delle della parte sanzionatoria, i comuni si possono avvalere oltre che della Polizia municipale anche delle guardie ecologiche volontarie.
Il motivo di questa nostra obiezione, per cui chiedevamo la soppressione di questa parte di articolo, è che tra le attività da vigilare e sanzionare vi è anche quella prevista dal comma 3 che recita "...di chi tenga comportamenti con mezzi a motore e velocità tali da non consentire l'arresto dei mezzi in condizioni di sicurezza". Questa riteniamo sia una materia che esula dalla competenza delle guardie ecologiche volontarie, anche competenze non solo in termini ufficiali, ma anche in termini di nozioni, e che debba essere riservata alle forze pubbliche che hanno l'autorità e la competenza (Vigili urbani, Polizia municipale o quant'altro) a valutare questi tipi di comportamenti, ritenendo che una guardia ecologica volontaria non abbia nemmeno la formazione adeguata per valutare se una determinata velocità possa essere ritenuta pericolosa o meno. Quindi con questo emendamento chiediamo la soppressione.
Con il secondo emendamento col quale - immaginando non passi il primo - chiediamo che venga aggiunta una precisazione in calce all'articolo 13 comma 1, precisando, appunto, che "le guardie ecologiche volontarie non possono contestare e sanzionare le violazioni di cui al successivo comma 3 del presente articolo" che, ripeto, è quello che fa riferimento a comportamenti di guida e, quindi, eventuali sanzioni del codice della strada. Credo che sia una precisazione utile, perché la legge istitutiva delle guardie ecologiche volontarie, la 23 del '98, nella sua formulazione abbastanza estensiva - e faccio riferimento all'articolo 3 lettera b) - sembra aprire, comunque, gli spazi, nel caso questa legge rimanga nella formulazione attuale, affinché le guardie ecologiche volontarie possano anche intervenire con sanzioni di cui al comma 3 e questo con - credo - grossi problemi di capacità interpretativa e un eventuale grosso contenzioso che ne potrebbe nascere. Quindi, per prevenire eventuali contenziosi e disguidi, riteniamo sia utile togliere la possibilità di attribuire questa funzione alle guardie ecologiche volontarie o, comunque, precisare che le guardie ecologiche volontarie non possono fare le sanzioni previste dal comma 3. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Grazie, presidente.
Noi abbiamo istituito le guardie ecologiche volontarie nella nostra Regione, quindi riconosciamo il ruolo, poi, ovviamente, la legge definisce gli ambiti in cui possono operare o meno. Quando si tratta di Codice della strada è ovvio che ci sono dei limiti anche nella loro azione. Il consigliere Corradi non ha citato, sullo stesso articolo, l'emendamento 16, quindi io voterei contrario si sia al 14 sia al 15. Non ha parlato del 16, che è sempre sullo stesso articolo, che, invece, mi sembra accettabile. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Barbieri.
Non ho altri interventi.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 13.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 13 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 15.
(È respinto a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 15 è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 16.
(È approvato all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento 16 è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 13 così come emendato.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 13 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 14.
Apriamo il dibattito generale. Non ci sono richieste di intervento.
Apriamo le dichiarazioni di voto. Chiudiamo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 14.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 14 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 15.
Apriamo il dibattito generale. Non ci sono richieste di intervento.
Apriamo le dichiarazioni di voto. Chiudiamo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 15.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 15 è approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 16.
Apriamo il dibattito generale. Chiudiamo il dibattito generale.
Apriamo le dichiarazioni di voto. Chiudiamo le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 16.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'art. 16 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Sarò sintetico.
Noi esprimiamo l'assoluta contrarietà al testo di legge. Riteniamo che sia stato fatto un intervento su una materia che, in realtà, a differenza di quanto detto dal relatore, non è andato nella direzione di semplificare né di valorizzare, perché in realtà creiamo un grandissimo problema ai comuni, li graviamo di un ulteriore carico burocratico e, come dicevo anche prima in sede di dibattito su alcuni emendamenti, finiamo con il gravarli con gravi responsabilità. Carico burocratico, perché imponiamo, entro il 30 novembre di ogni anno di predisporre un programma di gestione e manutenzione ordinaria dei percorsi escursionistici, quindi anche i piccoli comuni o le unioni di comuni dovranno provvedere in questa direzione. Questo programma di interventi e anche di manutenzione dovrà avvenire con oneri a carico dei singoli comuni o delle unioni di comuni, perché non è previsto nessun tipo di finanziamento in questa direzione e parliamo di comuni che già oggi, come sollecitava il mio capogruppo, non hanno nemmeno i soldi per provvedere alla pulizia delle strade in caso di neve e nemmeno di provvedere alla manutenzione ordinaria delle strade comunali di viabilità. Oggi avranno in più il gravame di occuparsi di tutta la parte relativa alla sentieristica con responsabilità connesse ad ogni soggetto che è chiamato a fare manutenzione e gestione, perché è rimasto in capo ai comuni, con lettera b), il compito di fare gestione e manutenzione ordinaria, quindi, se qualcuno si farà male su quei sentieri, già da domani andrà a suonare al campanello del sindaco, che non avrà i soldi per far fronte a queste iniziative.
Mi è dispiaciuto che non sia stata data la possibilità a componenti di quest'Aula di partecipare alla conferenza, perché credo che sarebbe stato quantomeno corretto che i consiglieri regionali, rappresentanti di tutta la regione, potessero partecipare ufficialmente ai lavori della conferenza e non semplicemente, eventualmente, andare ad origliare da una porta, perché credo che sia anche poco dignitoso, e comunque emerge l'impressione che sia un progetto di legge finalizzato forse - mi auguro - a promuovere dei bandi che vadano nella direzione di utilità - voglio sperarlo - e non semplicemente nel finanziare qualche soggetto con interessi di settore - mi fermo qua, non voglio andare oltre - e ritengo che, comunque, come ha dimostrato la mobilitazione di tutti coloro che si sono presentati al momento dell'udienza conoscitiva, anche un percorso che non è stato di trasparenza, perché alla fine c'è stata un grande accelerazione nelle "segrete stanze", non si è nemmeno data la possibilità di una seconda udienza conoscitiva, com'era stato invece chiesto dal capogruppo della Lega Nord, per poter far presente ai tanti soggetti, che avevano partecipato alla prima, in che direzioni stava evolvendo questo progetto di legge. Si è preferito tenere un profilo basso, si è preferito lavorare nelle "segrete stanze", oggi approviamo questo testo di legge senza che coloro che avevano partecipato all'udienza conoscitiva abbiano avuto modo di apprendere l'evoluzione e il percorso che questo testo di legge stava facendo. Contiene comunque - abbiamo cercato di fare degli emendamenti di chiarezza - tanti punti oscuri, contiene delle imprecisioni, delle aree grigie che rischiano di creare tutt'altro che certezza, ma rischiano di creare confusione, indeterminatezza e sicuramente gravami economici, soprattutto a carico dei comuni, gravami di responsabilità, come ho già avuto modo di dire, ma anche gravami burocratici. Tutto questo credo che non vada nella direzione corretta.
Credo che il testo verrà votato sicuramente della maggioranza, anche se so che molti nella maggioranza lo voteranno poco convintamente, quindi l'impegno della Lega Nord è di continuare una battaglia in questa direzione, perché riteniamo che la valorizzazione del territorio e, in particolare, delle aree montane non trova certo beneficio da provvedimenti come questo che, al contrario, vanno a creare problemi a chi già in montagna opera, a chi la montagna la vuole vivere e, vivendola, consente a quelle poche attività che ancora ci sono di continuare ad esistere. Con questo provvedimento andiamo sicuramente nella direzione contraria. Da qui il convinto voto contrario della Lega Nord. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. A differenza di quello che diceva il collega Corradi, questo forse è uno dei provvedimenti che, almeno in questa legislatura, vengono votati e che è stato sicuramente più partecipato rispetto a tutti gli altri che sono stati e che saranno votati.
È vero che c'è stata una grande partecipazione, che noi abbiamo apprezzato, all'udienza conoscitiva del 4 febbraio - mai vista tanta gente come in quell'occasione - è vero che siamo partiti da una bozza di progetto che è stata fortemente rivisitata, fra l'altro abbiamo accolto suggerimenti ed emendamenti sia del PDL che della Lega e non so quanto abbiamo fatto bene sentendo anche l'intervento del collega Corradi, ma noi non stiamo a guardare gli accenti un po' faziosi, ma crediamo che tutto quello che concorre a realizzare un provvedimento migliore possibile è sempre il benvenuto. Noi abbiamo cercato nelle decine di incontri - sottolineo "decine di incontri" - fatti dai proponenti la legge, in particolare fatti insieme al presidente della commissione, Pagani, al relatore Piva e al collega Barbieri, abbiamo avuto la capacità, la voglia, la disponibilità al confronto con tutti gli attori, cioè con tutti coloro che in montagna vogliono andare e vogliono godere di questo bene prezioso e importante.
La grande novità, che mi spiace non sia stata colta, è che, forse, solo in questa regione, cosa che non è stata fatta in altre regioni come Piemonte e Liguria che hanno votato provvedimenti sul tema, abbiamo creato le condizioni, per consentire a chi vuole andare a piedi, a chi vuole andare in bicicletta, a chi vuole andare a cavallo o con mezzi motorizzati, di fruire della montagna e siamo arrivati a degli accordi fra tutte le parti in causa che, mi par di capire, rispetto alla fase di partenza, è frutto di un lavoro prezioso e condiviso da parte, certamente, di coloro che questo a progetto hanno lavorato non nelle ultime ore o negli ultimi giorni e fra questi attori, voglio ricordarlo, sicuramente ci sono gli amministratori locali. Noi abbiamo incontrato e ascoltato più volte sindaci, unioni di comuni e province.
Per cui, noi voteremo questo provvedimento, ovviamente nessun provvedimento è perfetto, ma perfettibile, ma rispetto all'incertezza, spesso al confronto anche duro e aspro che ha visto in passato contrapposti attori, persone che frequentano la montagne, noi auspichiamo e crediamo che sarà così, speriamo almeno sarà così, d'ora in poi in montagna ci si andrà e forse anche coloro che un tempo ci andavano senza nessun tipo di riconoscimento, ma anche senza dover rispettare nessuna puntuale regola, stavolta ci andranno in maniera più consapevole e nel rispetto, speriamo, e nella buona convivenza fra tutti coloro che continueranno o, meglio ancora, anche coloro che un tempo non ci andavano, sceglieranno di andare a correre, a visitare e a godere del bene prezioso che è il nostro Appennino.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Ferrari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bazzoni. Ne ha facoltà.
BAZZONI: Grazie, presidente. Il voto del Popolo della Libertà su questa legge sarà contrario e il perché lo si spiega nei dubbi della sua opportunità e non tanto sul merito dell'articolato. Di questa legge, infatti, non riusciamo a capire la necessità, perché di certo non aiuterà a rilanciare lo sviluppo della montagna emiliana e romagnola che dovrebbe essere una priorità per questo Ente regionale, ma, anzi, ponendo nuovi limiti e divieti, ridurrà, comunque, ancora di più la fruizione dei sentieri montani e, di conseguenza, farà diminuire il turismo che in quelle zone rimane una delle poche attività utili in concreto per il rilancio.
Va comunque riconosciuto che il testo, così come uscirà oggi, è decisamente migliore di quello proposto in prima battuta dai presentatori che era chiaramente viziata da un estremismo ambientalista. Per le migliorie apportate ringrazio sia l'apertura degli stessi presentatori, in particolare del collega Marco Barbieri, sia l'impegno pervicace dei consiglieri del mio gruppo che hanno seguito andando a recepire direttamente le istanze dei fruitori dei sentieri montani, in particolare del collega Bartolini dal quale sono stati approntati diversi emendamenti in commissione.
Le modifiche sostanziali che abbiamo ottenuto sono tre: il riconoscimento del ruolo fondamentale dei comuni nella definizione e nella gestione dei percorsi, oltre che nell'impostazione dell'imposizione di divieti, perché nel testo originario i comuni erano tagliati fuori essendo ascritta tale funzioni in una perversa ottica centralista alla Regione e agli enti parco; l'evitare la sostanziale esclusiva fruizione dei sentieri ai camminatori, ma consentendo anche a motoristi e ciclisti, e questo tenendo presente l'attività fondamentale che i primi possono svolgere in maniera di assistenza e di protezione civile; il ridimensionamento delle guardie ecologiche volontarie che non possono più, com'era previsto nel primo testo, erogare sanzioni, peraltro con pesanti dubbi di conflitto con il Codice della strada e altre leggi nazionali.
Fatte queste modifiche, abbiamo ridotto i danni, ma visto che i danni, seppur minori, ci sono, non ce ne vogliamo assumere la responsabilità e, pertanto, come detto prima, voteremo contro.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bazzoni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Il voto sarà favorevole al progetto.
Io ritengo, invece, che vadano difesi questi sentieri e questi percorsi, non per motivi di sicurezza, dai mezzi motorizzati, ma perché vogliamo proporre un altro modo di vivere la montagna e, almeno in quell'ambiente, avere una situazione sotto il profilo dell'idea di come si vive un territorio naturale che non prevede i mezzi motorizzati.
Ovviamente siamo favorevoli al fatto, comunque, che queste persone possano esercitare il loro hobby, hobby bellissimo, ma in percorsi adeguati e selezionati proprio per questo tipo di utilizzo del sottosuolo.
Questo tipo di sentieri, invece, deve avere un'altra idea di utilizzo e di modo di vivere la montagna.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto la parola il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Per una battuta di un secondo, per segnalare che ci sono passioni che scaldano il cuore e, a volte, anche le polemiche, come è accaduto su questo tema.
Forse domani nessuna delle parti in causa brinderà per il tipo di legge che abbiamo fatto, ma per questo sono sicuro che abbiamo fatto una cosa la più seria possibile e coinvolgente possibile.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Barbieri.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, oggetto 3351, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
38
Assenti
12
Favorevoli
29
Contrari
9
Astenuti
--
PRESIDENTE (Mandini): Proclamo approvata la legge riguardante «Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche»".
OGGETTO 4279
Comunicazione della Giunta ai sensi dell'articolo 25, comma 2 della legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 relativa all'approvazione del Documento preliminare del Piano regionale integrato per la qualità dell'aria avvenuta con deliberazione di Giunta regionale n. 949 del 8 luglio 2013. (Discussione)
(Ordine del giorno oggetto 4279/1 - Presentazione, discussione e approvazione) (91)
PRESIDENTE (Mandini): La Commissione "Territorio, Ambiente, Mobilità", nella seduta del 18 luglio 2013, a seguito dell’illustrazione dell’Assessorato Ambiente, riqualificazione urbana, ha svolto una prima discussione sull’oggetto.
Vi ricordo che, appunto, questa è una comunicazione della Giunta.
Prego, assessore Freda.
FREDA, assessore: Grazie, presidente. Solo per ricordare che la normativa stabilisce che nelle zone in cui i livelli degli inquinanti superino i valori limite, le regioni devono adottare un piano di qualità dell'aria che individui le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione e sui precursori, in modo tale che si provveda a risanare la qualità dell'aria e, contemporaneamente, a garantire il rispetto dei parametri in quelle zone in cui sono già rispettati.
La situazione in Emilia-Romagna, come sappiamo, è critica per quello che riguarda il particolato atmosferico PM10 e PM2 5, il biossido di azoto e l'ozono, in particolare, nonostante le misure attuate negli ultimi dieci anni abbiano permesso di ottenere un lento, ma significativo miglioramento.
Proprio in ragione di questi superamenti che non hanno riguardato evidentemente esclusivamente la Regione Emilia-Romagna, ma tutta l'area del bacino padano, la Corte di Giustizia europea nel dicembre del 2012 ha condannato l'Italia, fra cui anche la Regione Emilia-Romagna, per il superamento dei valori limite del PM10.
Contemporaneamente è stata aperta una procedura interlocutoria per i superamenti che hanno riguardato gli anni 2005 e poi dal 2008 al 2011. Per questo motivo è particolarmente urgente l'approvazione del documento preliminare e successivamente del piano regionale integrato per la qualità dell'aria, perché questo documento entra a far parte della documentazione che l'Italia invia all'Unione europea per cercare di dimostrare che sono in atto delle azioni tese a contenere questi superamenti.
In effetti, il piano deve individuare le misure necessarie a ridurre le emissioni e le concentrazioni in aria degli inquinanti più critici, quindi PM10, PM2 5, biossido di azoto e ozono, e anche dei loro precursori e, quindi, in particolare composti organici volatili, l'ammoniaca e il biossido di zolfo.
L'orizzonte temporale del piano è il 2020, perché il 2020 rappresenta un traguardo significativo, stabilito a livello europeo, per diverse politiche, a cominciare dal pacchetto clima-energia ed alla strategia energetica nazionale. Inoltre il 2020 è il traguardo cui fanno riferimento sia il piano integrato dei trasporti sia il piano energetico sia il piano di gestione dei rifiuti, quindi anche a livello regionale è una data significativa per cercare di tirare le somme delle politiche attuate in campo ambientale.
Noi sappiamo che lo scenario tendenziale al 2020, che è stato elaborato sulla base degli scenari nazionali e anche dell'applicazione delle norme dei piani regionali già adottati, sebbene mostri una riduzione delle emissioni, non riesce, tuttavia, ad assicurare il rispetto dei valori limite, quindi occorre, con il piano integrato per la qualità dell'aria, attuare delle misure aggiuntive. Queste misure aggiuntive, sulla base delle valutazioni emerse dal quadro conoscitivo relativamente ai contributi emissivi dei diversi settori, declineranno su particolari ambiti di intervento prioritari, che saranno le città, l'energia, trasporto e mobilità, agricoltura, attività produttiva, green public procurement, informazione e comunicazione.
Chiudo dicendo che il documento preliminare, conformemente a quanto stabilito dalla legge 20/2000, individua gli obiettivi strategici che la Regione Emilia-Romagna intende perseguire per raggiungere gli standard europei di qualità dell'aria, quindi avvia una procedura che porta successivamente alla definizione delle norme e delle misure del piano. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Freda.
Ricordo ai colleghi consiglieri che, ai sensi dell'art. 25, c'è il deposito del piano da cui poi partono i sessanta giorni per le osservazioni da parte di tutti gli interessati, dopodiché l'Assemblea si esprimerà nei novanta giorni successivi in merito alle osservazioni.
Comunico che è pervenuto un ordine del giorno a firma dei consiglieri Monari, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Grillini e Meo, perciò gli interventi riguardano il documento e anche l'ordine del giorno oggetto 4279/1 che è stato distribuito.
Ha chiesto di intervenire in dibattito generale il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. La maggioranza ha presentato un documento che è stato distribuito in modo fulmineo.
Innanzitutto ricordo che il testo del mio intervento è stato consegnato scritto. Qui mi limito a ricordare brevissimamente alcuni punti dell'ordine del giorno, tra i vari ricordati, che impegna la Giunta a limitare la dispersione insediativa urbana e minimizzare il consumo di nuovo territorio, promuovere il miglioramento dei servizi ai cittadini e l'utilizzo della AST perseguendo modelli di smart city, incrementare gli spazi verdi urbani e periurbani, promuovere le forme di mobilità sostenibile delle persone e delle merci, promuove il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili non emissive, promuovere il miglioramento tecnologico attraverso la diffusione delle migliori tecniche disponibili, estendere le dinamiche del "saldo zero" già adottato per l'acquisizione di impianti a biomasse, diffondere una cultura dello sviluppo sostenibile attraverso iniziative di comunicazione e sensibilizzazione e, ovviamente, impegna la Giunta a rispettare le previsioni del piano regionale integrato di cui si parla.
Io volevo ricordare che, tra l'altro, personalmente assieme consigliere Mumolo abbiamo presentato una risoluzione sull'uso delle biciclette, cioè di mezzi di trasporto alternativi energeticamente compatibili ad emissione zero e anche a consumo energetico zero, tranne per chi ci sta sopra che pedala.
Quindi, discuteremo di questo argomento nel momento in cui la risoluzione arriverà, presumibilmente a settembre, il che vuole essere un contributo anche al dibattito che stiamo facendo in questo momento. Grazie. (L'intervento scritto del consigliere Grillini è pubblicato in allegato)
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Molto velocemente perché ho ascoltato con grande attenzione la relazione dell'assessore, data l'importanza dell'argomento. Volevo soltanto sapere sul problema, che lei ha citato, delle sanzioni anche rispetto alla nostra Regione, quali erano, come faremo fronte e quant'altro. Vorrei un chiarimento sulle sanzioni.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Ricordo che siamo in dibattito.
Prima di dare la parola all'assessore Freda, visto che presiedendo i lavori dell'Assemblea come consigliere non posso intervenire, comunico che deposito l'intervento che intendevo fare su questo oggetto. (L'intervento del consigliere Mandini è pubblicato in allegato)
La parola all'assessore Freda, prego. Ne ha facoltà.
FREDA: Grazie, presidente. Rispetto alla procedura di infrazione aperta che riguarda, appunto, gli anni 2006 e 2007, la Regione Emilia-Romagna si è difesa inviando memoria di quanto fatto, in particolare con riferimento agli accordi che vengono sottoscritti annualmente, l'anno scorso per la prima volta in forma triennale, e che coinvolgono tutti i comuni capoluogo e i comuni con popolazione maggiore ai cinquantamila abitanti.
Per quello che riguarda, invece, la nuova procedura di infrazione dagli anni 2005 e poi fino al 2011, il Ministero ci ha chiesto di individuare le misure che sono già in atto e quelle che sono previste, perché l'Unione europea ci richiede anche una programmazione nella consapevolezza che, evidentemente, il risanamento della qualità dell'aria non ha tempi brevi, non è, purtroppo, nelle disponibilità della sola Regione, ma interessa tutta l'area del bacino padano e, di più, ci sono misure che sono a carico del livello nazionale. Questo è particolarmente rilevante, perché con le disposizioni contenute nella legge 234 del dicembre del 2012, in particolare l'art. 43, si sancisce il diritto di rivalsa dello Stato nei confronti delle regioni responsabili di violazioni del diritto comunitario e, quindi, tutto quello che la Regione può inviare per testimoniare gli sforzi che sono stati fatti e la programmazione che si mette in atto per contribuire, perché, in effetti, si tratta di studiare una sinergia con altre regioni e con il livello nazionale per riuscire a ridurre le concentrazioni di inquinanti, va assolutamente perseguito e il piano si muove in questa direzione.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Freda.
Chiedo se ci sono interventi come dichiarazione di voto sull'ordine del giorno.
Se non ci sono interventi, metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 4279/1.
approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Mandini): L'ordine del giorno è approvato.
Passiamo, ora, agli atti amministrativi.
OGGETTO 4219
Delibera: «Approvazione del Documento pluriennale di indirizzi in materia di attività internazionale della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 2 luglio 2013, n. 890) (134) (Approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): La Commissione "Bilancio Affari Generali ed Istituzionali", ha espresso parere favorevole, nella seduta del 9 luglio 2013 con la seguente votazione: 22 voti a favore, 1 contrario, nessun astenuto.
È aperta la discussione generale. Non registro richieste di intervento.
Apro la fase delle dichiarazioni di voto. Chiudo le dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 4219.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
OGGETTO 4220
Delibera: «L.R. n. 3/2006, art. 9. Approvazione del Piano triennale regionale degli interventi in favore degli emiliano-romagnoli all'estero per gli anni 2013-2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 2 luglio 2013, n. 891) (135) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): La Commissione "Politiche per la Salute e Politiche sociali", ha espresso parere favorevole, nella seduta del 17 luglio 2013 con la seguente votazione: 34 voti a favore, 4 contrari, 2 astenuti.
È aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Intervengo dichiarando anche il voto contrario, così evito un eventuale intervento in dichiarazione di voto a questo oggetto, facendo presente come ci siano, a nostro giudizio, dei punti non condivisibili ed era già stato oggetto anche di dibattito in commissione. Torno a ribadire, per esempio, a pagina 22 del documento un passaggio che riteniamo assolutamente da stigmatizzare e sottolineare, laddove per iniziative di solidarietà e di sostegno agli Emiliano-Romagnoli che versano in stato di indigenza, ossia ai nostri corregionali all'estero in gravi difficoltà economiche, quindi credo francamente vada evidenziato come si tratti, forse, della casistica più grave tra quelle menzionate da questo documento, si prevede che la Regione possa sviluppare progetti di solidarietà, ma solo ed esclusivamente su segnalazione dei consultore competente per area. Quindi, ricadiamo nella tematica, ahimè, già trattata da tantissimi anni in quest'Assemblea elettiva al ruolo e alla funzione della consulta degli Emiliano-Romagnoli all'estero e con questo documento andiamo, per certi versi, a rafforzare ancor di più nelle sue competenze e funzioni, facendone del singolo consultore una sorta di organo monocratico nel suo territorio di competenza, al punto tale che o lui segnala alla Regione che vi è un Emiliano-Romagnolo in stato di indigenza sul quale intervenire, oppure nessuno può attivare interventi di sostegno a favore dei nostri corregionale in stato di grave indigenza, perché questo è scritto.
Quindi, invito, come già fatto in commissione, la maggioranza, la Giunta o chi per lei di prendersi carico di questo aspetto e andare a modificare questo punto in particolare, perché lo trovo veramente un'offesa e uno schiaffo alla miseria, come si suol dire, perché di questo parliamo: di persone in stato di indigenza in certi paesi dell'Africa o dell'America latina, dove lo stesso concetto di indigenza è certamente ben peggiore rispetto ai parametri che abbiamo noi in Italia. L'idea che qualche nostro corregionale, che fa fatica a soddisfare le esigenze primarie, si veda subordinare un pezzo di pane al fatto che il consultore si degni di dargli udienza oppure no, credo che sia veramente un elemento che dovrebbe fare quantomeno rabbrividire chi, venendo da sinistra, dice di fare dell'attenzione a chi vive in stato di emergenza una priorità politica. Qui siamo in direzione totalmente opposta.
Altri aspetti contenuti di questo documento non ci convincono. Ribadiamo che il fatto che questo documenti continui a ritenere la consulta elemento centrale di buona parte degli interventi, non trova la nostra condivisione. È, peraltro, oggetto di discussione e c'è l'impegno anche da parte del capogruppo di maggioranza di verificare entro il mese di settembre la possibilità di arrivare a una modifica o a un intervento che potrebbe andare - mi auguro - nella direzione della soppressione della consulta, però sarà il dibattito a decidere. L'idea di un documento, invece, ancora incentrato fortemente sul ruolo della consulta degli Emiliano-Romagnoli che, da documentazione relativa, - non alla discussione di oggi, ma che è passata in commissione e relativa all'ultimo triennio - assorbe, per costi di funzionamento, un terzo di quanto ci costa, credo che debba far riflettere tutti.
Da qui il voto assolutamente contrario del gruppo Lega Nord. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. Intervengo solo evidentemente perché sono stato citato dal collega Corradi e per correttezza e rispetto do una velocissima risposta.
Come Corradi saprà, nell'ultima riunione di commissione abbiamo condiviso insieme ai quattro proponenti delle leggi che stavamo esaminando in commissione e ai tre colleghi consiglieri che sono presenti all'interno della consulta degli Emiliano-Romagnoli all'estero, ovvero il collega Pollastri, la collega Mori e il collega Naldi, di dare vita a un gruppo di lavoro che approdasse, immediatamente alla ripresa, nel giro di un tempo ragionevole, alla riforma dell'impianto di legge che istituisce la consulta degli Emiliano-Romagnoli all'estero. E, visto che è presente la presidente Bartolini, la ringrazio per il fatto di essere qua e la ringrazio per il lavoro che ha fatto, perché, a nostro avviso, è un lavoro positivo.
Noi voteremo a favore dall'oggetto 4220 come gruppo del Partito Democratico, ma confermo pienamente l'impegno, alla ripresa, a costruire, nelle more del lavoro che il gruppo ci consegnerà, una proposta di legge dell'Aula sull'impianto di riforma - sottolineo "riforma" - della consulta degli Emiliano-Romagnoli all'estero. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Personalmente esprimo il mio voto contrario a questo piano triennale anche per coerenza con tutte le battaglie che ho fatto per cercare di ottenere una reale riforma di quest'organo.
Vorrei capire nel mese di settembre come effettivamente quest'Assemblea dà una sua disponibilità per riformare la gestione delle relazioni internazionali, consulta o non consulta.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per comunicare anche il mio voto contrario nella stessa attesa e nella stessa fiducia di un accordo tra gentiluomini sul fatto che finalmente si metta mano a questa consulta. È uno dei tanti documenti per i quali ci sono stati tempi e promesse di modifica. Voglio ben sperare che questa sia la volta buona.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ricordo ai colleghi che siamo ancora in dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Voto contrario - faccio già la dichiarazione di voto per ottimizzare i tempi - al piano triennale.
Posso capire la necessità di fare politiche anche finalizzate al marketing territoriale attraverso gli Emiliano-Romagnoli all'estero e anche per mantenere la cultura e i legami, ma non posso accettare lo strumento: questi progetti, queste politiche vanno svolte senza alcun consiglio, senza consultori, con un legame più snello, più dinamico e più fresco, direttamente da un ufficio dell'Assessorato alla cultura che dovrà essere realizzato e che si può mantenere con costi più bassi di quelli della consulta. La consulta è un carrozzone d'altri tempi, oggi sono finiti i canditi e questo tipo di strutture non possiamo più permettercele. La finanza pubblica è al collasso e mi meraviglio che in maggioranza non lo vogliano ancora capire.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Mi ha stimolato il collega Favia. Non è un carrozzone, Favia, la consulta è una macchina da voti!
In America meridionale, scrutini per la Camera, tre seggi e al Senato altri due; in Africa e Oceania, un seggio e un altro seggio al Senato; in Europa, tra Monti e PD, trecentomila voti, due seggi e uno per Monti e così pure al Senato.
Allora, non è un carrozzone, è una macchina da voti questa qua! Ecco perché la sinistra vuole continuare con questa tradizione. È ora di finirla!
Abbiamo gli emiliano-romagnoli che si ammazzano, perché non sanno come andare avanti...
(interruzioni)
Ecco, non è un carrozzone, ma una macchina da voti. Qui siamo sempre in campagna elettorale: finita una, comincia subito l'altra.
Perciò, a tutto quello che va a favore di quest'associazione noi voteremo contro.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Grazie, presidente. Questo è un tema talmente importante e serio che forse meriterebbe un altro momento di discussione.
Dico al collega Manfredini che, quando si parla delle nostre persone che sono emigrate, così come quando si parla delle persone che da altre parti del mondo vengono da noi, ci vorrebbe un po' più di rispetto e di attenzione, perché i giudizi dati, magari, in maniera anche un po' allegra su questioni serie lasciano il tempo che trovano, ma sono leggermente pericolose. Quindi, le parole bisogna sempre saperle misurare, caro collega Manfredini.
Nello specifico. Il tema è importantissimo, perché nei momenti di crisi, come sanno quelli che hanno testa e la usano, non è sufficiente guardarsi l'ombelico e dire "tagliamo tutto quello che si può per andare avanti bene", bisogna tagliare tutto quello che si deve e, magari, valorizzare di più e meglio quello che è un valore aggiunto, che è una potenzialità. In questa Regione sicuramente la consulta ha rappresentato in passato e rappresenta ancora oggi un momento importantissimo di relazione con il resto del mondo.
Questo tema, ovviamente, andrebbe inquadrato all'interno delle relazioni internazionali che è un tema un po' più vasto e più complesso. Per questo dico che avremo - spero - altre modalità per affrontare il complesso sistema delle relazioni fra noi e il resto del mondo in maniera puntuale e profonda, perché oggi sento troppo facilmente fare demagogia sul tema del "tutto quello che va fuori dai confini va eliminata e va tagliato". È esattamente il contrario: il mondo quello vero, quello che funziona, ha impostato la propria strategia esattamente su modalità opposte. Tutto quello che dà un valore aggiunto e che ci consente di avere relazioni - e in questo rientra il tema delle esportazioni e del rapporto con il mondo fuori da noi - e tutto quello che consente di far crescere la rete di rapporti fra noi e il mondo va valorizzato. Certamente va ben coordinato, che è una questione un po' più seria e delicata, ma, ripeto, mi auguro che avremo occasione in altri momenti di affrontare il tema in maniera adeguata e con i tempi giusti.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Ferrari.
Non ho altre richieste di intervento in dibattito generale, pertanto chiudo il dibattito generale.
Apro le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Il nostro voto sarà contrario, ma volevo cogliere l'occasione della presenza della presidente per dire che a noi risulta, abbiamo anche telefonato a nostre spese, che la signora parla solo con una associazione delle due che ci sono! Casomai dopo le darò nominativi e tutto il resto, perché di quello che dico ne sono certo.
Questa è una cosa scorretta, perché lei parla solo con una associazione della stessa città e questa è una denuncia molto grave, perché, se noi dobbiamo aiutare veramente tutti, perché solo una parte e l'altra no?
Se vuole la signora, le fornirò anche l'indirizzo. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Solo per dire che voterò a favore e che mi dispiace molto dell'ultimo intervento, caro Manfredini, che trovo scorretto, perché l'interessata non può replicare. Sarebbe stato meglio fare quest'intervento in un'altra sede, con altre modalità e con un altro linguaggio. Quindi, voglio esprimere tutta la mia solidarietà a Silvia Bartolini che, a mio parere, ha gestito bene questa consulta e ha tenuto alto il valore e il nome della nostra Regione nel mondo.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Anch'io mi aggiungo alle considerazioni fatte dal collega Grillini. Voto il piano e le argomentazioni le offriremo, perché avremo modo anche di discuterne in un'altra occasione.
Mi dispiace per le cose dette dal collega Manfredini. C'era l'occasione, per esempio, per fare domande di questo tipo in commissione ed evitare di trasformare l'Aula in una bettola o in una bar.
Anch'io esprimo dissenso con queste considerazioni un po' gratuite e sicuramente scorrette e anche a me dispiace esporre in questo modo una persona, come Silvia Bertolini, che, appunto, non avendo qui la possibilità di intervenire, non ha diritto di replica. Per cui, è sbagliato porre - ripeto - le cose come le ha poste lei, collega, e spero che possa anche chiedere scusa.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Dichiarazione di voto a favore.
Trovo semplicistiche molte considerazioni che sono state fatte, in particolar modo sui membri della consulta che, secondo me, rappresenta una rete molto importante di relazioni che l'Emilia-Romagna, la sua cultura e la sua popolazione può avere con il resto del mondo e che, quindi, secondo me, invece andrebbero difese, a maggior ragione se, come dice Favia, e su questo concordo, quella rete potrebbe essere utilizzata anche come strumento di promozione culturale e non solo culturale. Anch'io trovo molto grave che, comunque, una persona che dimostri in molte occasioni buonsenso, come il collega Manfredini, non capisca che non si può rivolgere in questo modo ad un interlocutore che non può rispondere e, quindi, anch'io insisterei perché Manfredini chiedesse scusa.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Immagino che la richiesta del consigliere Manfredini sia per fatto personale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne fa facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Il mio carattere è fatto così, non porto mai il lavoro a casa e credevo fosse un'opportunità questa, perché la presidente non è un estraneo in questa Regione.
Quando queste cose qua le abbiamo fatte ci siamo anche arrabbiati, è anche uno sfogo e, probabilmente, considerando come sono fatto io che non porto mai il lavoro a casa, io non è che mi sono sfogato, ma ho voluto dire semplicemente tutto quello che intendevo dire e lo ripeto, se vuole.
Delle scuse ne possiamo anche interloquire fuori, finito questo dibattito, poi, ripeto, se vuole ulteriori informazioni, gliele diamo, poi se ho detto cose che non esistono, allora chiederò scusa; se, invece, sono cose reali e che verranno confermate, a questo punto, signori miei, le scuse le dovete fare voi.
Sarò politicamente scorretto, sarò quello che volete, però - ripeto - non ho mai portato il lavoro a casa, perché mentre vado a casa non voglio chiedermi perché non l'ho detto. Questo è il punto. Poi, se vuole tutti i dettagli, sono pronto a fornirli finita questa Assemblea. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Torniamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. La dichiarazione di voto l'ho già fatta. Il voto del Partito Democratico sarà favorevole, ma l'ultima parte della discussione, ancorché fatta in maniera abborracciata, non può esimermi dall'intervenire, perché le questioni politiche sono opinioni diverse e legittime, però non è la prima volta che sento stasera, perché è capitato anche in commissione, un atteggiamento che non c'entra niente col cattivo carattere, perché anch'io ho un cattivo carattere, chi ha carattere normalmente ce l'ha cattivo, quindi siamo nell'alveo delle questioni che investono quella sfera di rapporti personali che va tutelata dai caratteri. Ripeto, c'è un atteggiamento di violenza nelle parole, soprattutto all'indirizzo di colleghe consigliere e di signore, che non mi piace e non va bene. È successo in commissione, è successo in Aula e questa cosa non va bene. Lo dico una volta per tutte e vale per tutti: non è questione di scuse o non scuse, con Manfredini ci conosciamo, ci stimiamo e ci vogliamo bene da tanti anni, siamo avversari politici, ma siamo amici. Con le signore, in generale, bisogna adoperare un atteggiamento rispettoso, almeno finché sono in circolazione io in questa baracca qua. Non mi interessa Lega, PD, PDL, Alleanza Nazionale, UDC, non mi interessa niente: con le signore bisogna adoperare un atteggiamento rispettoso e, se la cartina salta, la discutiamo tra maschi, tra orsi. Le signore vanno rispettate, sia che siano colleghe sia che siano dipendenti sia che siano, in questo caso, presenze istituzionali, perché la signora Silvia Bartolini che si è seduta in questi in banchi prima di lei, Manfredini, è, in ogni caso, la presidente della consulta, per prima cosa, ed è una signora.
L'altro giorno in commissione sono successe cose spiacevoli.
Quindi, misurare i caratteri, i toni e imparare l'educazione, anche se si ha una certa età e non c'entra la politica. Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Monari.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Anche io ho già fatto la dichiarazione di voto, come il consigliere Monari, ma mi permetto anche io una piccola considerazione rispetto a ciò che è avvenuto in Aula.
Sarà che tendo a solidarizzare con chi riceve attacchi o critiche da più parti, non voglio spezzare una lancia in difesa di nessuno, ma voglio solo ricordare che, con un tono che noi conosciamo, il collega Manfredini ha solo detto che la presidente della consulta si relaziona con un'associazione, escludendone un'altra. Non ha fatto accuse di una gravità particolare. Io non so se sia vero o meno, dico solo che la presidente Bartolini è nominata dal presidente Errani, come sono nominati gli assessori. Anche gli assessori ricevono attacchi molto forti in discussioni in cui spesso non possono intervenire. Ha una figura di responsabilità e anche noi consiglieri l'abbiamo. Non ce l'ha ordinato il dottore, siamo oggetto spesso di attacchi violenti per quello che facciamo e ci sta.
Anch'io capisco la consigliera Donini e sposo al cento percento il fatto che attaccare qualcuno non può difendersi di per sé non è leale, però non esageriamo neanche dall'altro lato: chi occupa ruoli, maschio o femmina che sia non importa, si espone, ahimè, spesso a un dileggio che non merita comunque nessuno, che sia di un genere o che sia di un altro. Certo, assolutamente bisogna le signore, però bisogna rispettare le persone, prima di tutto, perché altrimenti cadiamo in un'altra retorica dall'altro lato che a me non piace.
Quindi, il consigliere Manfredini si prenderà la responsabilità di quel che ha detto, però parliamo sempre di figure che, a torto o ragione, sono criticate per il ruolo che rivestono e non mi pare che l'accusa di Manfredini sia sul personale o sul genere del presidente, ma è su un fattore di analisi della gestione della cosa pubblica.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Grazie, presidente. Io credo che il sessismo sia un male della società a cui la politica non è estranea e, purtroppo, l'ho sentito troppo spesso riecheggiare in quest'Aula, troppo spesso, all'indirizzo delle consigliere, che possono replicare in quest'Aula, e anche questa sera nei confronti di una persona che ha un ruolo istituzionale e per una battaglia politica verso quell'istituzione si usa l'offesa personale ad una donna che la presiede. Questa è una cosa che io ritengo grave, le scuse vanno date a questa persona, all'Aula e anche a tutte le donne che siedono qui.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Pariani.
Direi che abbiamo chiuso le dichiarazioni di voto.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 4220.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Mandini): L'Assemblea approva.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): Sospendo i lavori d'Aula e chiedo la convocazione dei capigruppo. Prego i colleghi di rimanere nell'Aula.
(La seduta, sospesa alle ore 21,15, è ripresa alle ore 21,20)
PRESIDENTE (Mandini): Comunico che la Conferenza dei presidenti dei gruppi ha deciso di chiudere i lavori odierni e di revocare la seduta di domani mattina. Voi siete già avvisati, faremo una comunicazione formale ai consiglieri assenti.
Grazie, buona serata e buone vacanze.
(Le comunicazioni prescritte dall'art. 69 del Regolamento interno, inviate a tutti i consiglieri, sono riportate in allegato)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 21,20
ALLEGATO
Interventi scritti depositati
OGGETTO 4279
Comunicazione della Giunta ai sensi dell'articolo 25, comma 2 della legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 relativa all'approvazione del Documento preliminare del Piano regionale integrato per la qualità dell'aria avvenuta con deliberazione di Giunta regionale n. 949 del 8 luglio 2013.
Intervento scritto del consigliere Grillini
Nell’ambito degli "obiettivi strategici" per il 2020 contenuti nel Documento preliminare del Piano regionale integrato per la qualità dell’aria (cd. PAIR 2020), assumono particolare rilievo le prospettate politiche di diffusione dei mezzi a basso impatto ambientale ed ecologici come la bicicletta, anche grazie all’incremento e alla riqualificazione delle piste ciclabili e del bike sharing quale strumento privilegiato di mobilità sostenibile (pag. 69 del Documento).
Secondo i dati contenuti nel Rapporto ambientale preliminare, parte integrante del Documento in esame, in Emilia-Romagna solo il 10 per cento degli spostamenti è effettuato con la bicicletta, il 7 per cento con mezzi pubblici e il 70 per cento con mezzi privati: la percentuale degli spostamenti che avviene mediante l’uso della bicicletta è, quindi, discreta ma non ancora ottimale, se si considera che - secondo lo studio "Bici in città" (3 marzo 2012), elaborato da FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta onlus), Legambiente e dall’Associazione Città in Bici - l’ecosistema urbano ottimale postula che la domanda di mobilità sia coperta dall’utilizzo della bicicletta per una quota pari almeno al 15 per cento. Per onor del vero, ciò non significa che in Regione non vi siano eccellenze da emulare: è il caso di Piacenza dove la "quota bicicletta" si attesta al 33 per cento della domanda di mobilità, di Ferrara al 27 per cento, di Rimini al 21 per cento, di Parma al 19 per cento e di Reggio Emilia al 15 per cento.
Alla luce di tali dati appare, quindi, condivisibile l’obiettivo strategico individuato nel Documento preliminare al PIAR di diffusione dell’utilizzo della bicicletta come mezzo di locomozione privilegiato, che contribuisce in modo significativo al perseguimento - e, si auspica, al raggiungimento - degli obiettivi europei, nazionali e regionali di qualità dell’aria e di salubrità ambientale: non a caso, infatti, l’utilizzo della bicicletta è stato opportunamente collocato, all’interno del Documento, nella parte relativa alle "misure per il risanamento della qualità dell’aria".
Proprio nell’ottica della diffusione della bicicletta, il Documento preliminare oggetto dell’odierna discussione indica - con specifico riferimento all’obiettivo di incentivare l’utilizzo della bicicletta anche da parte dei dipendenti delle amministrazioni - la necessità di dotare le strutture sedi di enti pubblici di stalli protetti ad uso dei dipendenti (oltre che dei cittadini utenti).
Anche tale intervento appare condivisibile, non solo perché si inserisce nel perseguimento dei citati obiettivi di qualità dell’aria, ma anche perché si pone nel senso di rispondere alle istanze di sicurezza dei dipendenti pubblici che intendono utilizzare la bicicletta per recarsi al posto di lavoro e che attualmente sono disincentivati dalla mancanza di stalli o dalla scarsa sorveglianza degli stessi: inutile sottolineare la nota "piaga socio - criminale" dei furti di biciclette, fenomeno patologico che si cerca di arginare mediante l’attivazione di progetti particolarmente efficaci contro i furti (a titolo esemplificativo, si potrebbe citare la targa delle bici e l’operatività del sistema nelle località emiliano-romagnole di Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Modena, Forlì, Ravenna, Rimini, Correggio, Soliera, Carpi, Imola, Massa Lombarda).
Basti pensare, infatti, alla realtà della Regione: dal Piano della mobilità aziendale (approvato con delibera di Giunta n. 1485 del 28 luglio 2003) risulta che un’elevata percentuale di collaboratori regionali (il 19,5 per cento) sarebbe disposto ad abbandonare l’auto e ad utilizzare la bicicletta, qualora vi fossero condizioni di sicurezza adeguate.
Tali dati comprovano che gli interventi prospettati nel Documento preliminare al PIAR non possono non essere condivisibili: tra l’altro, proprio su questi temi, sia consentito accennare alla risoluzione depositata lo scorso 9 luglio - condivisa anche dai Consiglieri Mumolo e Barbati - che impegna la Giunta a sviluppare progetti di sensibilizzazione dei collaboratori regionali in ordine all’opportunità e ai vantaggi derivanti dall’utilizzo della bicicletta, nonché a realizzare una dotazione di stalli adeguatamente sorvegliati nelle adiacenze delle strutture regionali. Si auspica che tale importante atto d’indirizzo politico - che si colloca teleologicamente nel solco delle politiche di qualità dell’aria intraprese da questa Regione - sia condiviso e approvato all’unanimità.
Intervento scritto del consigliere Mandini
Teleriscaldamento.
Vorrei mettere l’accento sul fatto che in questo documento preliminare, come misura di riqualificazione e promozione di energia ottenuta da fonti rinnovabili, viene fortemente auspicato un utilizzo massiccio del teleriscaldamento.
La domanda che mi pongo è semplice, perché i cittadini oggi dovrebbero allacciarci al teleriscaldamento?
Per i fautori del teleriscaldamento, Hera ed Iren, è un sistema pratico, ecologico, economico, efficiente e assolutamente sostenibile. Ma per chi? Per loro o per la comunità?
Mi spiego, partiamo dal risparmio economico.
Il cittadino con il teleriscaldamento non risparmia quasi nulla, perché ci sono delle tariffe base nazionali per le unità calore, che lo parificano di fatto al metano. Per lo Stato sono fondamentali le entrate fiscali sui carburanti, ed il maggiore utile se lo intasca l'azienda a discapito dello stato. Inoltre, con l'allaccio al teleriscaldamento e la rimozione della "inutile caldaia" si può dire addio a qualsiasi pratica realmente sostenibile, come l'installazione di pannelli solari per l'acqua calda o la scelta di altri operatori a mercato libero. In alcuni casi se il cittadino ci prova viene addirittura bastonato con richieste di indennizzi, come già avvenuto a Casalecchio.
Si entra di fatto in un circolo di totale dipendenza, e la multiutility ne gioisce non poco. Non è un mistero che alcune aziende potrebbero pensare di mandare direttamente al "bruciatore" anche rifiuti considerati "difficili", creando pesanti interrogativi sui prodotti della combustione di questi procedimenti (diossina?), dato che il servizio di teleriscaldamento non può essere interrotto per nessun motivo, specialmente in inverno. E d'estate poi? dove la domanda di acqua calda è molto minore ma le bocche di fuoco non possono essere sottoalimentate?
Anche sul lato dell'inquinamento ambientale ci sono forti dubbi, siamo sicuri che il teleriscaldamento da termo-distruzione dei rifiuti sia meno inquinante di un equivalente bruciatore a metano? Non solo il dubbio è lecito, ma è stato anche già misurato mettendo a confronto in uno studio del politecnico di Milano tre diversi inceneritori Italiani (Brescia, Milano, Bologna) rispetto a impianti termici equivalenti alimentati a pellet, gasolio e metano. Il risultato è sconcertante, dal punto di vista delle nanoparticelle i termoutilizzatori ne escono con le ossa rotte, dato che le particelle metalliche ultrafini che si formano (e che sono altamente dannose) vengono prodotte ad un ritmo almeno cinque volte superiore rispetto alle controparti a metano, in barba ai costosissimi e complicatissimi sistemi di trattamento fumi necessari per ripulire un combustibile inopinabilmente sporco e contaminato da metalli pesanti come il rifiuto urbano.
Quindi, se il teleriscaldamento è prodotto da rifiuti rappresenta solamente un vantaggio potenziale per i cittadini, poiché gli impianti di generazione non possono essere dislocati fisicamente troppo lontani dall'utilizzatore finale, quindi non sono affatto un passo avanti verso una maggiore sostenibilità. Se prodotto da centrali a gas in cogenerazione hanno un senso esclusivamente per evitare le emissioni delle vetuste caldaie ad olio combustibile, che con una spesa significativamente minore potrebbero essere tutte comunque sostituite con caldaie a condensazione indipendenti, ed in futuro con pannelli solari termici. In ogni caso non rappresentano certamente una via per l'affrancamento dai combustibili fossili, anzi ne incrementano l'utilizzo. Le dispersioni nelle tubazioni infatti disperdono in media il 10% della energia termica trasportata, tanto più quanto le centrali si posizionano lontano dall'utilizzatore. Mi pare che in linea di massima si possa affermare più che alla qualità dell’aria, tale sistema migliori i dividendi delle multiutilities, che fondamentalmente fanno pagare l'acqua calda di scarto come metano equivalente allo stato puro.
Ecco perché non condivido tale indirizzo.
Biomasse.
Il Documento preliminare in esame considera, oltre al tema del teleriscaldamento, anche il profilo della produzione di energia da fonti rinnovabili, tra cui - segnatamente - da biomasse.
Come noto, la Regione - con la delibera assembleare n. 51 del 2011 e con la delibera di Giunta n. 362 del 2012 - ha individuato, tra l’altro, i criteri di localizzazione e funzionamento degli impianti per la produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo di biomasse, orientandone l’attività secondo vincoli e parametri che dovrebbero consentire il rispetto degli standard di qualità dell’aria, anche mediante una costante attività di monitoraggio delle emissioni in atmosfera.
Le politiche intraprese dalla Regione nel settore della produzione di energia elettrica mediante biomasse, risultano confermate e di fatto convalidate nel Documento preliminare al PAIR, in cui si afferma che "La Regione, relativamente all’installazione di impianti per la produzione di energia alimentati a biomasse, ha cercato di coniugare strategie di carattere globale con le esigenze locali per la qualità dell’aria attraverso l’applicazione del "principio del saldo zero" e del "computo emissivo" (…)" (pag. 73 del Documento), anche promuovendo le tecnologie più efficaci di abbattimento delle emissioni (pag. 37 del Documento).
Nonostante si apprezzino le rassicurazioni affermate nuovamente dalla Giunta nel Documento oggi in esame, non si può non rilevare la preoccupazione che deriva dal progressivo proliferare di centrali a biomasse nel territorio regionale nonché dall’obiettiva difficoltà di verificare l’effettivo rispetto da parte delle centrali dei vincoli e dei parametri imposti dalla normativa vigente: in particolare, risulta di difficile controllo la tipologia della biomassa destinata all’utilizzo, senza che occorra sottolineare quali effetti patologici possa produrre sulla qualità dell’aria l’utilizzo di biomassa non rispondente agli standard qualitativi.
Tra l’altro, occorre considerare che alle emissioni generate in sede di utilizzo della biomassa devono aggiungersi quelle provocate dall’incremento del traffico dei mezzi dedicati al trasporto della materia. A tal proposito, sia consentito sottolineare in tal sede anche un’ulteriore criticità: in diverse ipotesi, le centrali sono localizzate in realtà del territorio regionale in cui è dato riscontrare l’inadeguatezza del sistema infrastrutturale viario rispetto ai volumi di traffico dei mezzi di trasporto della biomassa, ciò che determina non solo un disagio per i cittadini ma anche problemi di cedevolezza strutturale del manto stradale.
Alla luce di tali considerazioni, appare doveroso segnalare la necessità di incrementare i controlli e le attività di monitoraggio delle emissioni atmosferiche, anche semplicemente odorigene, promananti dalle centrali o comunque connesse al loro funzionamento: appare auspicabile che il PAIR 2020 tenga conto di questa esigenza, per non rappresentare altrimenti un’occasione perduta.
La considerazione del "tema biomasse" all’interno del Documento preliminare oggetto di odierna discussione rappresenta l’occasione per rappresentare un’ulteriore profilo problematico.
La citata delibera assembleare n. 51 del 2011 precisa che "Ai fini del rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione degli impianti [a biomassa], l’autorità competente tiene conto della quantità e della distanza di provenienza delle biomasse e del fatto che le stesse siano ottenute o meno da colture dedicate, in relazione alle vocazioni del territorio e alle attività e produzioni locali": volendo rispettare tale prescrizione, all’aumento del numero delle centrali a biomasse deve essere direttamente proporzionale l’aumento del numero di colture locali dedicate.
In relazione a tali elementi, appare necessario che la Regione consideri la necessità di limitare la diffusione delle centrali a biomasse, al fine di evitare che il loro proliferare vada a detrimento dello sviluppo delle colture destinate all’alimentazione umana, di cui l’Emilia-Romagna detiene i primati qualitativi e quantitativi.
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna la presidente dell'Assemblea legislativa Palma COSTI, il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI, gli assessori Patrizio BIANCHI, Carlo LUSENTI, Maurizio MELUCCI e il consigliere Matteo RIVA.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 4150 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni ordinamentali e di riordino delle forme pubbliche di gestione nel sistema dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo e norme di interpretazione autentica in materia di aziende pubbliche di servizi alla persona» (Testo base)" (68)
Presenti: 44
Favorevoli: 28
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 14
Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.
Astenuti: 1
Silvia NOÈ.
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 6
Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Vasco ERRANI, Valdimiro FIAMMENGHI, Matteo RIVA.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 4036 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Semplificazione della disciplina edilizia».
Presenti: 38
Favorevoli: 37
Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Non votanti: 1
Enrico AIMI.
Assenti: 12
Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Giampaolo LAVAGETTO, Sandro MANDINI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.
OGGETTO 4036 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Semplificazione della disciplina edilizia». (69)
Presenti: 40
Favorevoli: 27
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Luciana SERRI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 13
Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI.
Assenti: 10
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Palma COSTI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Mauro MALAGUTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 4246 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Ratifica dell'intesa per l'istituzione del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello»."
Presenti: 38
Favorevoli: 38
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Luciana SERRI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 12
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Mauro MALAGUTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI.
OGGETTO 4246 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Ratifica dell'intesa per l'istituzione del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello»." (70)
Presenti: 38
Favorevoli: 33
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 1
Luca BARTOLINI.
Astenuti: 4
Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Giampaolo LAVAGETTO.
Assenti: 12
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 3351 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari: «Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche»."
Presenti: 32
Favorevoli: 32
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 18
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.
OGGETTO 3351 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari: «Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche»." (71)
Presenti: 38
Favorevoli: 29
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 9
Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI.
Assenti: 12
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Galeazzo BIGNAMI, Palma COSTI; Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Giampaolo LAVAGETTO, Mauro MALAGUTI, Giuseppe PARUOLO, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.
Emendamenti
OGGETTO 4150 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Disposizioni ordinamentali e di riordino delle forme pubbliche di gestione nel sistema dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo e norme di interpretazione autentica in materia di aziende pubbliche di servizi alla persona» (Testo base)"
Emendamento 1, a firma del consigliere Naldi:
«All'articolo 1 comma 3 aggiungere, dopo "attraverso l'aggregazione di altre forme giuridiche e strumenti già competenti in materia di servizi alla persona", "sulla base di quanto previsto nell'ambito dei programmi di riorganizzazione di cui all'articolo 8".»
(Approvato)
Emendamento 2, a firma dei consiglieri Naldi e Sconciaforni:
«Emendamento sostitutivo dell'articolo 5 comma 1:
1. Fermo restando quanto previsto dall'art. 26 della legge regionale n. 2 del 2003, le ASP individuano le modalità di utilizzazione del proprio patrimonio, in base a principi di conservazione, valorizzazione, uso sociale, trasparenza e redditività strumentalmente all'esercizio delle finalità perseguite. A tal fine, le ASP, tenendo conto della reale consistenza del patrimonio, approvano, rendono pubblico e aggiornano annualmente un Piano di gestione, conservazione, valorizzazione e utilizzo del patrimonio nel quale sono individuati:
a) i beni utilizzati per la realizzazione dei fini statutari ed assistenziali, che comprenda le sedi amministrative ed operative, le strutture per l'utenza e per la realizzazione di progetti;
b) i beni che, in considerazione delle loro caratteristiche di pregio, di tipo commerciale o in quanto suscettibili di utilizzazione imprenditoriale o agricola, vengono destinati a reddito in modo da garantire sostegno economico-finanziario alla gestione dei servizi o al sostegno economico di altre iniziative sociali;
c) i beni immobili che, tenendo conto delle problematiche dell'ambito territoriale di riferimento, sono destinati a bisogni abitativi, ad attività sociali coerenti con i settori di attività svolti dalle ASP, ad attività svolte da soggetti senza fini di lucro, prevedendone e distinguendone le tipologie e i relativi canoni di utilizzo;
d) i beni di tipo agricolo, che possano essere destinati a favorire il ricambio generazionale nel settore e ad agevolare l'imprenditorialità giovanile, o che vengano messi a disposizione di soggetti senza scopo di lucro che svolgano finalità di recupero sociale ed assistenza di soggetti deboli;
e) il patrimonio storico-artistico e le relative modalità di utilizzazione e conservazione.
2. Nell'ambito del Piano di gestione, conservazione, valorizzazione e utilizzo, le ASP programmano gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del proprio patrimonio, al fine di assicurare il rispetto dei principi di cui alla presente legge e garantirne l'effettiva utilizzazione secondo le modalità di cui al comma 1.»
(Approvato)
Emendamento 3, a firma del consigliere Lombardi:
«All'art. 4, al termine del punto 5 si propone di aggiungere:
"anche in relazione all'ipotesi di cui al comma 3."»
(Respinto)
Emendamento 4, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 4, comma 1, dopo la prima frase è inserita la seguente frase "A decorrere dall'approvazione della presente legge cessano i compensi dei Consigli di amministrazione in essere i quali avranno diritto soltanto al rimborso delle spese sostenute".»
(Respinto)
Emendamento 5, a firma del consigliere Favia:
«All'articolo 4, il comma 5 è così riformulato:
5. La Giunta regionale disciplina, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, le competenze, la durata del mandato ed i casi di revoca degli organi delle ASP, e ne definisce, tenuto conto della natura giuridica delle Aziende di cui all'articolo 3, i limiti concernenti il trattamento economico dei componenti degli organi, tenendo conto che la carica dei componenti del Consiglio di amministrazione o dell'Amministratore unico è onorifica e dà diritto soltanto al rimborso delle spese sostenute.»
(Respinto)
Emendamento 6, a firma del consigliere Favia:
«All'articolo 4, dopo il comma 5 sono introdotti i commi 6, 7, 8, 9 e 10 così riformulati:
6. Non possono essere comunque nominati direttori delle ASP:
a) coloro che hanno riportato condanna, anche non definitiva, a pena detentiva non inferiore ad un anno per delitto non colposo ovvero a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione, salvo quanto disposto dal secondo comma dell'articolo 166 del codice penale;
b) coloro che sono sottoposti a procedimento penale per delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza;
c) coloro che sono stati sottoposti, anche con provvedimento non definitivo, ad una misura di prevenzione, salvi gli effetti della riabilitazione, prevista dall'articolo 15 della legge 3 agosto 1988, n. 327 (Norme in materia di misure di prevenzione personali), e dell'articolo 14 della legge 19 marzo 1990, n. 55 (Nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di manifestazione di pericolosità sociale);
d) coloro che sono sottoposti a misura di sicurezza detentiva o a libertà vigilata.
7. Qualora le condizioni di cui al comma 6 si verifichino successivamente alla nomina, il direttore decade dall'incarico. La decadenza è dichiarata dal Consiglio di amministrazione o dall'Amministratore unico.
8. La funzione di direttore è incompatibile con quella di membro del Parlamento nazionale o europeo, di consigliere regionale, di sindaco, di presidente di regione, di presidente di provincia, di assessore regionale, provinciale, di presidente o assessore di comunità montana, nonché con l'esistenza di rapporti di collaborazione, anche in regime convenzionale, con l'ASP, ovvero di rapporti economici o di consulenza con enti, di qualsiasi tipo, che svolgono attività concorrenziali con la stessa ASP.
9. La funzione di direttore è altresì incompatibile con quella di assessore e di consigliere comunale nei comuni ove ha sede l'azienda, o dove insistono sedi operative o distaccate della stessa, nonché con quella di assessore e di consigliere comunale di altri comuni, se gli amministratori risiedono nel comune ove ha sede l'azienda.
10. Le incompatibilità di cui ai commi 8 e 9 devono essere rimosse entro trenta giorni dalla nomina. In caso di inadempimento l'interessato decade automaticamente dalla carica di direttore dell'azienda; alla scadenza del predetto termine, la decadenza è dichiarata dal Consiglio di amministrazione o dall'Amministratore unico, che provvede contestualmente alla nomina del nuovo direttore.»
(Respinto)
Emendamento 7, a firma del consigliere Favia:
«Dopo l'art. 4, s'introduce l'art. 4 bis:
"Art. 4 bis
Ufficio relazioni con il pubblico
1. Ciascuna ASP istituisce una unità funzionale preposta alle relazioni con il pubblico, il cui funzionamento è disciplinato dal regolamento di organizzazione dell'azienda.
2. L'unità funzionale ha il compito di fornire alle persone interessate le informazioni, accessibili secondo la normativa vigente, inerenti alle prestazioni erogate, raccogliere istanze e suggerimenti nonché svolgere, se previsto dal regolamento di organizzazione dell'ente e con le modalità ivi indicate, le operazioni e le pratiche amministrative che gli assistiti ritengono di delegare all'azienda."»
(Respinto)
Emendamento 8, a firma del consigliere Favia
«All'art. 5, dopo la parola "piano" si inserisce la parola "triennale".»
(Respinto)
Emendamento 9, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 5, dopo la parola la lettera c) è introdotta la lettera d) con il seguente testo:
"d) inventario relativo al patrimonio di proprietà dell'ente medesimo."»
(Respinto)
Emendamento 10, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 5, si introduce il comma 2 con il seguente testo:
"2. In caso di mancata redazione o aggiornamento dell'inventario, il direttore generale della competente direzione regionale, previa diffida ad adempiere entro un congruo termine, provvede alla nomina di un commissario incaricato di svolgere le predette operazioni."»
(Respinto)
Emendamento 11, a firma del consigliere Favia:
«Dopo l'art. 5, si introduce l'art. 5 bis
"Art. 5 bis
(Garanzie per il personale negli affidamenti a cooperative sociali)
1. Nel caso di affidamento di servizi a cooperative sociali le ASP dovranno inserire nei contratti di affidamento clausole volte a salvaguardare i diritti e la retribuzione dei lavoratori delle cooperative al fine di garantire pari diritti e pari retribuzioni rispetto agli omologhi lavoratori pubblici delle ASP stesse, per garantire la qualità dei servizi."»
(Respinto)
Emendamento 12, a firma del consigliere Favia:
«Si chiede l'eliminazione dell'art. 6.»
(Respinto)
Emendamento 13, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 1, comma 4, le parole dopo "servizi sociali e socio-sanitari" sono soppresse.»
(Respinto)
Emendamento 14, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 1, comma 2, è soppressa l'ultima frase avente il seguente testo:
"La programmazione territoriale, sulla base delle peculiarità territoriali e della complessità dei servizi, può attribuire a tale forma pubblica anche la gestione di servizi educativi".»
(Respinto)
Emendamento 15, a firma della consigliera Marani:
«All'art. 3, comma 1, in fondo, le parole "ad esse conferite", sono sostituite dalle parole "previste dallo Statuto dell'ASP".»
(Approvato)
Emendamento 16, a firma della consigliera Marani:
«All'art. 1, comma 2, dopo le parole "Nel rispetto" sono inserite le parole "della normativa vigente e".»
(Approvato)
Emendamento 17, a firma dei consiglieri Barbati e Grillini:
«All'art. 4, comma 1, lettera c), dopo la parola "contabile", sono aggiunte le seguenti parole: ", composto da soggetti scelti dall'Assemblea dei soci tra gli iscritti nel Registro dei revisori legali di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati, che modifica le direttive 78/660/CEE e 83/349/CEE e che abroga la direttiva 84/253/CEE).»
(Approvato)
Emendamento 18, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 4, comma 1, alla lettera b) le parole "l'Amministratore unico" sono sostituite con "Il Consiglio di amministrazione".»
(Respinto)
Emendamento 19, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 4, comma 3, le parole "Le ASP possono prevedere nei loro statuti, in luogo dell'Amministratore unico di cui al presente articolo, la presenza di un Consiglio di amministrazione" sono sostituite con "Il Consiglio di amministrazione è".»
(Respinto)
Emendamento 20, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 3, comma 1, le parole "nonché per altre funzioni ed attività ad esse conferite." sono eliminate.»
(Respinto)
Emendamento 21, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 3, comma 2, nell'ultimo periodo è eliminata la parola "prioritariamente".»
(Respinto)
OGGETTO 4036 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Semplificazione della disciplina edilizia».
Emendamento 1, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«All'art. 3 (Gestione telematica dei progetti edilizi), alla fine del comma 1, dopo la parola "regionale" si aggiunge:
"che sarà mantenuta costantemente aggiornata dalla Regione."»
(Approvato)
Emendamento 2, a firma del consigliere Favia:
«Al comma 2, lett. b), art. 1 la frase "nonché il miglioramento della qualità edilizia" è così sostituita "nonché il miglioramento della qualità urbana ed edilizia".»
(Approvato)
Emendamento 3, a firma del consigliere Favia:
«Al comma 1, lett. b), art. 7 si elimina la frase "qualora non interessino gli immobili compresi negli elenchi di cui alla Parte Seconda del D.L. n. 42/2004, nonché gli immobili aventi valore storico-architettonico, individuati dagli strumenti urbanistici comunali ai sensi dell'articolo A-9, comma 1, dell'allegato alla legge regionale n. 20 del 2000 e".»
(Respinto)
Emendamento 4, a firma del consigliere Favia:
«Al comma 5, art. 7, si chiede di eliminare la frase "e la data di fine lavori che non può essere superiore ai tre anni dalla data del loro inizio" e aggiungere la frase "i quali dovranno terminare entro tre anni dalla data del loro inizio".»
(Respinto)
Emendamento 5, a firma del consigliere Favia:
«Al comma 6, art. 7, eliminare nel primo periodo la frase "della comunicazione della fine dei lavori".»
(Respinto)
Emendamento 6, a firma del consigliere Favia:
«Al comma 6, art. 7, si chiede di eliminare il periodo finale e sostituirlo con il presente testo: "Sono ammesse eventuali varianti al progetto originario apportate in corso d'opera, da comunicare con le modalità di cui al comma 5, secondo e terzo periodo, entro il termine di tre anni dalla comunicazione di inizio lavori, le quali sono ammissibili a condizione che rispettino i limiti e le condizioni indicate dai commi 4 e 7".»
(Respinto)
Emendamento 7, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 11, dopo il comma 1, aggiungere un comma 1 bis: "La Regione, con atto di indirizzo di cui all'articolo 12, per assicurare una omogenea applicazione sul territorio individua: le principali esigenze obbligatorie in riferimento alla normativa tecnica vigente; quelle volontarie tese a migliorare la qualità urbana ed edilizia; eventuali strumenti di valutazione della qualità rispetto a cui la pianificazione urbanistica può prevedere incentivi e premialità".»
(Respinto)
Emendamento 8, a firma del consigliere Favia:
«Il testo dell'art. 9, comma 3, è così sostituito:
"3. I titoli abilitativi devono essere conformi alla disciplina dell'attività edilizia costituita dalle leggi e dai regolamenti in materia urbanistica ed edilizia, in particolare:
a) alle prescrizioni contenute negli strumenti, vigenti e adottati, di pianificazione territoriale ed urbanistica;
b) alle normative sui vincoli paesaggistici; idrogeologici; ambientali e di tutela del patrimonio storico, artistico ed archeologico, gravanti sull'immobile;
c) alle discipline di settore aventi incidenza sulla disciplina dell'attività edilizia, tra cui la normativa tecnica vigente ai sensi dell'articolo 11".»
(Respinto)
Emendamento 9, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 11 si chiede la soppressione del comma 2.»
(Respinto)
Emendamento 10, a firma del consigliere Favia:
«All'art. 10, comma 3, le parole "può individuare" sono sostituite con la parola "individua".»
(Respinto)
Emendamento 11, a firma dell'assessore Peri:
«All'art. 9, comma 5, la lettera a) è sostituita dalla seguente:
"a) agli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte alla tutela dei vincoli ambientali, paesaggistici o culturali".»
(Approvato)
Emendamento 12, a firma dell'assessore Peri:
«All'art. 13, il comma 4 è sostituito dal seguente:
"4. Gli strumenti urbanistici possono limitare i casi in cui gli interventi di ristrutturazione edilizia, di cui al comma 1 lettera d), sono consentiti mediante demolizione e successiva ricostruzione del fabbricato, con modifiche agli originari parametri. All'interno del centro storico di cui all'art. A-7 dell'Allegato alla L.R. n. 20 del 2000 i comuni individuano con propria deliberazione, da adottare entro il 31 dicembre 2013 e da aggiornare con cadenza almeno triennale, le aree nelle quali non è ammessa la ristrutturazione edilizia con modifica della sagoma e quelle nelle quali i lavori di ristrutturazione edilizia non possono in ogni caso avere inizio prima che siano decorsi trenta giorni dalla data di presentazione della SCIA. Nella pendenza del termine per l'adozione della deliberazione di cui al secondo periodo, non trova applicazione per il predetto centro storico la ristrutturazione edilizia con modifica della sagoma".»
(Approvato)
Emendamento 13, a firma dell'assessore Peri:
«All'art. 24, il comma 2 è sostituito dal seguente:
"2. La scheda tecnica, predisposta ed aggiornata da un professionista abilitato, attesta, ai sensi dell'articolo 481 del codice penale, la conformità edilizia e l'agibilità dell'immobile. Essa contiene l'attestazione che l'opera realizzata è conforme al progetto originario ed alle eventuali varianti, dal punto di vista dimensionale e delle prescrizioni urbanistiche ed edilizie. La scheda tecnica contiene altresì l'attestazione della sussistenza dei requisiti edilizi per il superamento e non creazione delle barriere architettoniche, sensoriali e psicologico-cognitive e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e dei relativi impianti, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente e con riferimento al certificato di regolare esecuzione dei lavori, ai certificati di collaudo e ad ogni altra dichiarazione di conformità e certificazione previste dalla legge".»
(Approvato)
Emendamento 14, a firma dell'assessore Peri:
«All'art. 30, il comma 1 è sostituito dal seguente:
"1. Gli oneri di urbanizzazione sono dovuti in relazione agli interventi di ristrutturazione edilizia o agli interventi che comportano nuova edificazione o che determinano un incremento del carico urbanistico in funzione di:
a) un aumento delle superfici utili degli edifici;
b) un mutamento delle destinazioni d'uso degli immobili con incremento delle dotazioni territoriali;
c) un aumento delle unità immobiliari, fatto salvo il caso di cui all'art. 32, comma 1, lettera f-bis".»
(Approvato)
Emendamento 15, a firma dell'assessore Peri:
«All'art. 32, comma 1, dopo la lettera f) è inserita la seguente:
"f-bis) per il frazionamento di unità immobiliari, qualora non sia connesso ad un insieme sistematico di opere edilizie che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e qualora non comporti aumento delle superfici utili e mutamento della destinazione d'uso con incremento delle dotazioni territoriali".»
(Approvato)
Emendamento 16, a firma dell'assessore Peri:
«L'art. 43 è sostituito dal seguente:
"Art. 43
(Sostituzione dell'art. 16 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)
1. L'art. 16 della L.R. n. 23 del 2004 è sostituito dal seguente:
"Art. 16
(Sanzioni per interventi edilizi eseguiti in assenza o in difformità dalla SCIA)
1. Fuori dai casi di cui agli articoli 13, 14 e 15, gli interventi edilizi eseguiti in assenza o in difformità dalla segnalazione certificata di inizio attività comportano la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'art. 21, commi 2 e 2-bis, e comunque non inferiore a 1.000 euro, salvo che l'interessato provveda al ripristino dello stato legittimo. Assieme alla sanzione pecuniaria il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori"".»
(Approvato)
Emendamento 17, a firma dell'assessore Peri:
«Il comma 3 dell'art. 16-bis della L.R. n. 23 del 2004, introdotto dall'art. 44 del P.D.L. è sostituito dal seguente:
"3. La sanzione pecuniaria di cui al comma 1 trova altresì applicazione in caso di:
a) mancata comunicazione della data di inizio dei lavori e di rimozione delle opere dirette a soddisfare esigenze contingenti, di cui all'articolo 7, comma 2, della legge regionale in materia di edilizia;
b) mancata comunicazione alla struttura comunale competente in materia urbanistica del mutamento di destinazione d'uso non connesso alla trasformazione fisica di fabbricati già rurali, con originaria funzione abitativa, che non presentano più i requisiti di ruralità, per i quali si provvede alla variazione nell'iscrizione catastale, di cui all'articolo 7, comma 3, della legge regionale in materia edilizia".»
(Approvato)
Emendamento 18, a firma dell'assessore Peri:
«All'art. 55, il comma 2 è sostituito dal seguente:
"2. I termini di inizio e di ultimazione dei lavori dei permessi di costruire, come indicati nei titoli abilitativi rilasciati entro la data di pubblicazione della presente legge o già prorogati entro la medesima data, sono prorogati di due anni".»
(Approvato)
Emendamento 19, a firma dell'assessore Peri:
«All'art. 55, comma 5, il secondo periodo è sostituito dal seguente:
"Il frazionamento può essere attuato in deroga ai limiti dimensionali e quantitativi stabiliti dalla pianificazione urbanistica vigente, nel rispetto degli usi dichiarati compatibili dai medesimi piani e della disciplina dell'attività edilizia di cui all'art. 9, comma 3, della presente legge".»
(Approvato)
Emendamento 20, a firma dell'assessore Peri:
«All'art. 61, comma unico, le parole "articolo 48" sono sostituite dalle seguenti:
"articolo 55".»
(Approvato)
Emendamento 21, a firma della consigliera Noè:
«Art. 32. Si propone di integrare l'emendamento 15, a firma dell'assessore Peri, con il seguente subemendamento dopo le parole "dotazioni territoriali":
con delibera, da emanarsi entro 90 gg. dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta definisce le fattispecie oggetto della presente disciplina.»
(Approvato)
OGGETTO 3351 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Ferrari, Monari, Donini, Meo, Grillini, Paruolo, Barbieri e Montanari: «Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche»."
Emendamento 1, a firma dei consiglieri Barbieri, Piva, Donini, Grillini, Ferrari, Carini e Meo:
«All'art. 4 sono apportate le seguenti modifiche:
Al comma 3 l'espressione "L'interdizione alla circolazione, motivata ed adeguatamente segnalata, può essere anche temporanea o correlata alle condizioni meteorologiche" è sostituita con l'espressione "L'interdizione alla circolazione va motivata ed adeguatamente segnalata. Può essere anche temporanea o correlata alle condizioni meteorologiche e segnalata secondo quanto previsto dall'art. 7, comma 4".»
(Approvato)
Emendamento 2, a firma dei consiglieri Barbieri, Piva, Donini, Grillini, Ferrari, Carini e Meo:
«All'art. 7 sono apportate le seguenti modifiche:
Al comma 4 dopo le parole "promozionali e turistiche" è aggiunta l'espressione "che esplicitino le possibilità di transito per le varie tipologie di fruitori, di carattere permanenti o, per motivi meteorologici, temporanei".»
(Approvato)
Emendamento 3, a firma dei consiglieri Barbieri, Piva, Ferrari e Carini:
«All'art. 9 sono apportate le seguenti modifiche:
Al comma 6 dopo la parola "rappresentanza" la parola "presso" è sostituita con la parola "al".»
(Approvato)
Emendamento 4, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«Art. 4, comma 5, dopo le parole: "Ulteriori deroghe...", sono inserite le parole: "...per l'apertura al transito dei tratti interdetti,...".»
(Respinto)
Emendamento 5, a firma del consigliere Cavalli:
«L'art. 5, comma 2, è soppresso.»
(Respinto)
Emendamento 6, a firma dei consiglieri Manfredini, Bernardini e Corradi:
«Art. 5, comma 2, dopo le parole: "...previa acquisizione del parere...", sono aggiunte le parole "...consultivo...".»
(Approvato)
Emendamento 7, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«L'art. 8, comma 3, lettera a) è soppresso.»
(Respinto)
Emendamento 8, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«L'art. 8, comma 3, lettera b), è sostituito dal seguente:
"Predispongono e approvano entro il 30 novembre dell'anno precedente un programma di interventi per la valorizzazione dei percorsi escursionistici ricadenti nel territorio di competenza, ivi inclusi quelli interni di aree naturali protette, ed omogeneizzazione della segnaletica.
Per gli interventi di valorizzazione di cui al programma che precede, possono avvalersi, anche mediante la stipula di convenzioni e collaborazioni, delle imprese agricole presenti sul territorio, le associazioni con sede nel territorio che svolgono attività attinenti agli scopi di cui alla presente legge, del CAI, di privati ed imprese commerciali.
Nel caso in cui la manutenzione sia affidata ad imprese agricole operanti sul territorio, a qualsiasi titolo, consorzi o aziende forestali, trovano applicazione altresì gli strumenti finanziari previsti dalla legge regionale 9 aprile 1985, n. 12 (Intervento regionale per il potenziamento dell'organizzazione del soccorso alpino e per la conservazione ed incentivazione del patrimonio alpinistico), nonché quelli previsti dal Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell'art. 7 della L. 5 marzo 2001 n. 57) e dalla programmazione comunitaria e destinati ad aziende agricole e agricoltori per la manutenzione dei percorsi escursionistici prossimi ai loro territori di pertinenza".»
(Respinto)
Emendamento 9, a firma del consigliere Cavalli:
«L'art. 8, comma 3, lettera f) è soppresso.»
(Respinto)
Emendamento 10, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«Il testo dell'art. 9, comma 5, è sostituito dal seguente:
"La composizione del coordinamento può essere integrata, con atto dirigenziale di cui al precedente comma 3, anche su proposta del Coordinamento".»
(Approvato)
Emendamento 11, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«Art. 10, comma 4, dopo le parole: "...e vi partecipano...", sono aggiunte le parole: "tre Consiglieri Regionali eletti dall'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, due espressione della maggioranza ed uno della minoranza".»
(Respinto)
Emendamento 12, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«Art. 11, comma 2, dopo la lettera j), si aggiunge la seguente lettera:
"k) realizzare percorsi escursionistici con lunghi tracciati, fruibili da mezzi motorizzati".»
(Respinto)
Emendamento 13, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«Art. 13, comma 1, dopo le parole: "...avvalendosi del Corpo di Polizia municipale...", sono soppresse le parole: "...del servizio volontario delle guardie ecologiche di cui alla legge regionale 3 luglio 1989, n. 23 (Disciplina del servizio volontario di vigilanza ecologica)".»
(Respinto)
Emendamento 14, a firma dei consiglieri Barbieri, Meo, Mori, Donini, Ferrari e Carini:
«Art. 8. Funzioni e competenze
3.a) gestiscono la porzione di REER afferente al proprio territorio e presiedono all'ordinaria manutenzione dei percorsi escursionistici, anche attraverso convenzioni e collaborazioni con il CAI e con le associazioni del territorio che svolgono attività attinenti agli scopi di cui alla presente legge, nonché tramite accordi con imprese e privati eventualmente interessati;
l'articolo è così sostituito:
3.a) sovraintendono la porzione di REER afferente al territorio e l'ordinaria manutenzione dei percorsi escursionistici, anche attraverso convenzioni e collaborazioni con il CAI e con le associazioni del territorio che svolgono attività attinenti agli scopi di cui alla presente legge, nonché tramite accordi con imprese e privati eventualmente interessati;»
(Approvato)
Emendamento 15, a firma del consigliere Corradi:
«Art. 13, comma 1.
Al termine del comma sono aggiunte le seguenti parole:
"Le guardie ecologiche volontarie non possono contestare e sanzionare le violazioni di cui al successivo comma 3 del presente articolo".»
(Respinto)
Emendamento 16, a firma dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi:
«Art. 13, comma 7.
Al termine del comma è soppresso il punto e sono aggiunte le seguenti parole:
", dei comuni o delle Unioni di comuni."»
(Approvato)
Ordini del giorno
OGGETTO 4246/1 - Ordine del giorno proposto dai consiglieri Donini, Bernardini, Piva e Lombardi sul piano territoriale del Parco del Sasso Simone e Simoncello.
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
la definizione del perimetro e della zonizzazione dei parchi è materia di competenza dello strumento di pianificazione, il piano territoriale del parco.
Considerato che
il piano territoriale del parco del Sasso Simone e Simoncello è stato adottato dall’ente di gestione nel 2003 e approvato definitivamente dalla Regione Marche nel 2007.
Preso atto
della necessità espressa dal Comune di Pennabilli di rivedere la perimetrazione dell’area contigua al Parco del Sasso Simone e Simoncello.
Ritenuto che
il piano territoriale possa essere revisionato e attualizzato.
Impegna la Giunta
a dare mandato all’ente di gestione del Parco del Sasso Simone e Simoncello di valutare l’opportunità di revisionare il proprio strumento di pianificazione attraverso un percorso partecipato e al fine di migliorarne l’efficacia e l’efficienza per il raggiungimento degli obiettivi di tutela e valorizzazione del territorio.
(Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 24 luglio 2013)»
OGGETTO 4279/1 - Ordine del giorno proposto dai consiglieri Monari, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Grillini e Meo per impegnare la Giunta alla definizione tramite il Piano regionale integrato per la qualità dell'aria di obiettivi, strategie ed azioni attuativi delle normative comunitarie e necessari a tutelare la salute dei cittadini e dell'ambiente nel territorio emiliano-romagnolo.
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Vista
la deliberazione di Giunta regionale n. 949 dell'8 luglio 2013 "Documento preliminare al Piano regionale integrato per la qualità dell’aria" che rappresenta lo strumento di definizione delle scelte strategiche di area vasta con riferimento alla gestione della qualità dell’aria in linea con gli indirizzi comunitari e la normativa nazionale.
Considerato che
la Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, stabilisce gli obiettivi di qualità dell’aria al fine di tutelare la salute umana e l’ambiente;
per raggiungere i suddetti obiettivi la Direttiva comunitaria considera fondamentale combattere alla fonte l’emissione di inquinanti nonché individuare e attuare le più efficaci misure di riduzione delle emissioni a livello comunitario, nazionale e locale;
la norma quadro nazionale in materia di qualità dell’aria è il D.Lgs. 155/2010 che recepisce la direttiva 2008/50/CE, regolamentando la gestione della qualità dell’aria per il biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, PM10, PM2.5, piombo, benzene, monossido di carbonio, ozono, arsenico, cadmio, mercurio, nichel e idrocarburi policiclici aromatici;
la norma nazionale stabilisce che nelle zone in cui i livelli degli inquinanti superano i valori limite, le Regioni devono adottare un Piano di qualità dell’aria che contenga le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione e le misure necessarie a preservare la migliore qualità dell’aria nelle restanti aree;
gli obiettivi posti dalla Direttiva 2008/50/CE sono poi riconfermati ed implementati dalle linee programmatiche del settimo Programma comunitario di azione in materia di ambiente in corso di definizione quale documento strategico di riferimento per la fissazione degli obiettivi prioritari da raggiungere fino al 2020 in materia di politica ambientale;
gli elementi principali del suddetto Programma sono già rinvenibili in una serie di atti e documenti dell’Unione Europea fra cui la Proposta di Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sul Programma generale di azione dell’Unione in materia ambiente fino al 2020 "Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta" del 30 novembre 2012, la Risoluzione del Parlamento europeo del 20 aprile 2012 sulla revisione del sesto Programma di azione ambientale e la definizione delle priorità per il settimo Programma d’azione in materia di ambiente "Un ambiente migliore per una vita migliore", la Comunicazione "Iniziativa prioritaria della strategia Europa 2020 - Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse" e la Comunicazione "Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell’impiego delle risorse" entrambi del 2011;
fra gli obiettivi prioritari contenuti nelle linee programmatiche del settimo Programma comunitario di azione ambientale, fondato sul principio "chi inquina paga", sul principio di precauzione e di azione preventiva e su quello di riduzione dell’inquinamento alla fonte, sono ribaditi gli obiettivi relativi all’inquinamento atmosferico, in particolare:
-un significativo miglioramento della qualità dell’aria e una significativa riduzione dell’inquinamento acustico dando attuazione alle rispettive politiche dell’UE, in base alle più recenti esperienze scientifiche, e intraprendendo misure per affrontare i problemi alla radice;
-un’ulteriore riduzione delle emissioni in atmosfera attraverso l’applicazione della Direttiva sulle emissioni industriali (DIR 2010/75/UE) e delle emissioni dai trasporti aumentando la mobilità sostenibile nella UE;
nel settimo Programma comunitario di azione ambientale viene inoltre evidenziato che una larga parte della popolazione dell’UE è tuttora esposta a livelli d’inquinamento atmosferico ed acustico che superano i valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in particolare all’interno degli agglomerati urbani, e che è pertanto necessario adottare una strategia di sviluppo urbano incentrata sulla sostenibilità ambientale;
nel documento "Metodi ed obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020" predisposto dal Ministro per la Coesione territoriale del 27 dicembre 2012 viene individuato tra le altre l’opzione strategica di focalizzare le politiche di sostenibilità ambientale nelle aree urbane dell’Unione Europea in cui è concentrata la maggior parte della popolazione ai fini di una loro massima efficacia.
Dato atto che
la Corte di Giustizia Europea, con sentenza del 19 dicembre 2012, ha condannato lo Stato italiano e, fra le altre, la Regione Emilia-Romagna, per il superamento dei valori limite di PM10, registrato in numerose zone e agglomerati, negli anni 2006 e 2007;
per questioni di ordine processuale la Corte non si è pronunciata in merito alle situazioni di superamento successive al 2007 ma la Commissione ha già attivato la procedura interlocutoria EU Pilot 4915/13/ENVI, sulla base della quale lo Stato italiano e, fra le altre, la Regione Emilia-Romagna sono tenuti a fornire i dati relativi alle azioni e ai piani adottati per far fronte ai superamenti dal 2005 al 2011.
Considerato inoltre che
le Linee Guida sulla qualità dell’aria elaborate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e la letteratura scientifica evidenziano che l’inquinamento atmosferico ha un significativo impatto sulla salute dei cittadini e sull’ambiente e che riducendo i livelli di inquinamento atmosferico si registrerebbe una diminuzione dell’incidenza delle malattie dovute a infezioni respiratorie, delle malattie cardiache e dei tumori al polmone.
Richiamate
la Risoluzione dell’Assemblea legislativa regionale n. 3988 del 3 giugno 2013 concernente "Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea" che segnala la necessità che il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) preveda adeguati stanziamenti di risorse per garantire la concreta attuabilità delle politiche ambientali e invita la Giunta regionale, in fase di negoziazione sulla programmazione nazionale e nella successiva fase di definizione dei programmi operativi regionali relativi al prossimo ciclo di programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020, ad affiancare all’approccio trasversale la previsione di adeguati finanziamenti mirati sull’ambiente, la cui programmazione dovrebbe far capo al settore specifico, unica modalità questa che consente di contemperare realmente le istanze di sviluppo e quelle di sostenibilità;
la Deliberazione di Giunta regionale n. 980 del 15 luglio 2013, che definisce le priorità ambientali per la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 e stabilisce che nell’ambito dei Programmi Operativi che la Regione sta predisponendo siano rispettate dette priorità dandovi specifica evidenza e attuazione attraverso il settore ambientale.
Considerato che
con Deliberazione di Giunta regionale n. 344/2011, la Regione ha approvato le cartografie relative alle aree di superamento su base comunale di particolato atmosferico (PM10) e biossido di azoto (NO2) rilevando che al conseguimento degli obiettivi di qualità dell’aria ambiente contribuiscono anche gli strumenti di pianificazione regionale settoriale, in particolare nei settori dei trasporti, energia, industria, agricoltura, edilizia ed urbanistica;
in attuazione della richiamata DGR 344/2011 è necessario che il piano regionale declini gli obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria e conseguentemente di riduzione delle emissioni inquinanti tenendo conto del diverso contributo delle attività antropiche e della loro distribuzione sul territorio regionale.
Considerato inoltre che
l’efficace attuazione degli obiettivi del piano e delle normative di cui il piano è espressione richiede che gli indirizzi, le direttive e le prescrizioni in esso contenute siano recepiti nella pianificazione sotto ordinata ed attuati, fra l’altro, attraverso le autorizzazioni agli impianti ed alle attività, gli accordi di programma, le ordinanze e i regolamenti comunali, e che a tal fine occorre rafforzare il ruolo di governo delle funzioni pubbliche spettanti a Regione e sistema delle Autonomie locali.
Considerato altresì
che la Legge Regionale n. 3 del 20 aprile 2012 stabilisce che il Piano di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile coordina i piani in materia di aria, acqua, suolo, biodiversità, clima, rifiuti e definisce gli obiettivi strategici da raggiungere che dovranno essere recepiti dalla pianificazione territoriale generale e settoriale, in uno scenario complessivo di politiche integrate per la sostenibilità;
che le strategie adottate nell’ambito del Piano regionale integrato per la qualità dell’aria saranno ricomprese anche nell’ambito del Piano di azione ambientale, che ha tra i propri compiti quello di attuare la strategia di sviluppo sostenibile.
Impegna la Giunta regionale
1)a dare piena attuazione alla normativa comunitaria con particolare riferimento al raggiungimento dei valori limite e dei valori obiettivo di qualità dell’aria, delineando un modello di gestione basato sull’integrazione settoriale e tra i livelli di governo del territorio;
2)a perseguire in linea con le indicazioni comunitarie gli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera necessarie al rispetto dei valori limite di qualità dell’aria tenendo conto del diverso contributo delle attività antropiche e della loro distribuzione sul territorio regionale;
3)ad individuare, a tal fine, misure per la riduzione delle emissioni in tutti i settori che contribuiscono all’inquinamento atmosferico, ovvero:
-Le città, la pianificazione e l’utilizzo del territorio;
-Energia;
-Trasporti e mobilità;
-Agricoltura;
-Attività produttive;
-"Acquisti verdi" nelle Pubbliche Amministrazioni;
4)ad implementare le misure afferenti ai diversi ambiti tematici attraverso modelli di sviluppo sostenibile fondati sulle seguenti strategie generali:
-limitare la dispersione insediativa urbana e minimizzare il consumo di nuovo territorio;
-promuovere il miglioramento dei servizi al cittadino e l’utilizzo delle ICT perseguendo modelli di smart city;
-incrementare gli spazi verdi, urbani e peri-urbani;
-promuovere forme di mobilità sostenibile delle persone e delle merci;
-promuovere il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili non emissive;
-promuovere il miglioramento tecnologico attraverso la diffusione delle migliori tecniche disponibili;
-estendere la dinamica del "saldo zero", già adottata per la localizzazione degli impianti a biomassa;
-diffondere una cultura dello sviluppo sostenibile attraverso iniziative di comunicazione e sensibilizzazione;
5)a raggiungere gli obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria anche attraverso la programmazione delle risorse regionali, nazionali e comunitarie, incluse le risorse collegate al Quadro Strategico Comune 2014-2020 e, segnatamente, del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), del Fondo Sociale Europeo (FSE), del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), individuando nei programmi operativi che la Regione sta predisponendo adeguate misure di intervento per il risanamento atmosferico, dandovi specifica evidenza ed attuazione attraverso il settore ambientale, ed assicurando la coerenza generale dei programmi con gli obiettivi di risanamento della qualità dell’aria;
6)a rispettare le previsioni del Piano regionale integrato per la qualità dell’aria nell’ambito degli altri strumenti di pianificazione, con particolare riferimento alle criticità evidenziate e tenuto conto delle connessioni tra inquinamento atmosferico e rischio sanitario.
(Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 24 luglio 2013)»
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
«Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:
Interrogazioni
4306 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il ripristino della operatività e della capienza dell'Ospedale vecchio di Fiorenzuola (PC) a seguito dei relativi lavori di ristrutturazione.
4308 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la trasformazione della Strada Statale 3bis Tiberina (E45) in autostrada e le connesse problematiche.
4309 - Interrogazione del consigliere Grillini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa nuove tecnologie riguardanti il trasporto pubblico locale.
4311 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'omogeneità dei servizi sanitari offerti alla collettività nella Provincia di Ferrara, con particolare riferimento alla situazione relativa all'Azienda Ospedaliera di Cento (FE).
4312 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa la ristrutturazione di strutture sanitarie al fine di porre in essere l'adeguamento antisismico.
4313 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i costi, ed i relativi rimborsi, delle spese riguardanti l'assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari che hanno usufruito gratuitamente di cure mediche.
4315 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la situazione economica e finanziaria della Società di trasporto pubblico TPER.
4316 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa l'esposizione al rischio di usura nel territorio della provincia di Modena.
4317 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori dell'azienda Motori Minarelli.
4318 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le figure professionali della "doula" e dell'"ostetrica".
Interpellanze
4307 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa i tempi relativi alla ristrutturazione dell'Ospedale vecchio di Fiorenzuola e l'informazione riguardante tale intervento.
4310 - Interpellanza del consigliere Grillini circa gli aspetti di ristrutturazione organizzativa e funzionale riguardanti la struttura ospedaliera di Budrio e del Policlinico S. Orsola-Malpighi, con particolare riferimento alla attività di chirurgia.
(Comunicazione n. 57 prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno - prot. 31585/2013)
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Aimi - Mandini
Corradi - Meo
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