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148.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 8 OTTOBRE 2013

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 4557

Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tutela dei lavoratori della "Mandarina Duck".

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

MUZZARELLI, assessore

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

 

OGGETTO 4562

Interrogazione dei consiglieri Bernardini e Manfredini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'adesione, come avvenuto in altre Regioni, alla consultazione popolare al fine di evitare la soppressione di presidi giudiziari, quali le Sezioni distaccate di Tribunali, con particolare attenzione ai territori di montagna.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

MANFREDINI (Lega Nord)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

MANFREDINI (Lega Nord)

 

OGGETTO 4565

Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere al fine di prevenire e contrastare il fenomeno delle infiltrazioni del crimine organizzato, con particolare riferimento alla situazione riguardante il territorio di Reggio Emilia.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

BARBATI (Italia dei Valori)

MUZZARELLI, assessore

BARBATI (Italia dei Valori)

 

OGGETTO 4572

Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la sospensione dei contributi regionali riguardanti i corsi di qualificazione professionale relativi agli Operatori Socio-Sanitari.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

POLLASTRI (PDL)

PRESIDENTE (Costi)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

POLLASTRI (PDL)

 

Sulla tragedia di Lampedusa

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 4549

Delibera: «Convalida della elezione della consigliera Cinzia Camorali, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale.» (delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 1° ottobre 2013, n. 139) (141)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 1667

Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Filippi: «Sostegno regionale alla Fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina (RE).»

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 1667/1 "Non passaggio all'esame degli articoli" - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (95)

PRESIDENTE (Costi)

BAZZONI, relatore

FILIPPI (PDL)

ALESSANDRINI (PD)

MALAGUTI (PDL)

DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)

FILIPPI (PDL)

FAVIA (Misto)

MONARI (PD)

BARBATI (Italia dei Valori)

MANFREDINI (Lega Nord)

 

OGGETTO 3974

Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Sconciaforni, Meo, Monari, Barbati, Grillini e Riva per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché il Governo orienti sempre più la legislazione verso il recepimento del principio dello jus soli rispetto a quello dello jus sanguinis, facilitando l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte delle persone nate in Italia

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 3780

Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Monari, Luciano Vecchi, Paruolo, Pagani, Serri, Zoffoli, Barbieri, Piva, Mori, Casadei, Ferrari, Mazzotti, Alessandrini, Garbi, Mumolo, Montanari, Pariani e Riva per invitare la Giunta a verificare quanti Comuni in Emilia-Romagna abbiano conferito la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia e a chiedere al Parlamento di riprendere l'iter legislativo relativo alla campagna "L'Italia sono anch'io"

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 3989

Mozione proposta dai consiglieri Leoni, Bignami, Filippi, Malaguti e Pollastri per esprimere contrarietà a modifiche della normativa sulla cittadinanza ispirate allo "jus soli", favorendo invece una legislazione che consenta l'avvio di un articolato percorso verso una "buona cittadinanza" basata sulla condivisione dei principi fondanti della società italiana e sulla conoscenza della lingua, della cultura e della storia della comunità nazionale

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 4253

Risoluzione proposta dai consiglieri Mumolo, Monari, Serri, Moriconi, Paruolo, Pagani, Barbieri, Piva, Marani, Casadei, Bonaccini, Fiammenghi, Alessandrini, Carini, Zoffoli, Pariani, Montanari, Mori e Riva per impegnare la Giunta a valorizzare lo sport per favorire l'integrazione tra i ragazzi italiani e quelli stranieri, aderendo inoltre alla campagna della "Rete G2 - Seconde Generazioni" riguardante il tesseramento dei ragazzi stranieri nelle società o associazioni sportive con le stesse procedure previste per i giovani italiani

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

MUMOLO (PD)

CARINI (PD)

DONINI (Fed. della Sinistra)

LEONI (PDL)

BARBATI (Italia dei Valori)

PRESIDENTE (Costi)

MANFREDINI (Lega Nord)

PRESIDENTE (Costi)

MUMOLO (PD)

PRESIDENTE (Costi)

MANFREDINI (Lega Nord)

LOMBARDI (PDL)

NOÈ (UDC)

GRILLINI (Misto)

CAVALLI (Lega Nord)

AIMI (PDL)

PRESIDENTE (Costi)

MONARI (PD)

 

OGGETTO 4402

Mozione proposta dai consiglieri Barbati, Grillini e Luciano Vecchi per invitare il Governo a porre in essere azioni, nell'ambito del contrasto verso le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali, volte a garantire i diritti civili e la sicurezza dei cittadini LGBT nella Federazione Russa e a concedere asilo politico alle persone LGBT perseguitati nella Federazione Russa che ne facciano richiesta

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

BARBATI (Italia dei Valori)

VECCHI Luciano (PD)

GRILLINI (Misto)

FAVIA (Misto)

CORRADI (Lega Nord)

GRILLINI (Misto)

BARBATI (Italia dei Valori)

CORRADI (Lega Nord)

FAVIA (Misto)

VECCHI Luciano (PD)

AIMI (PDL)

PARUOLO (PD)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 1667 - 3974 - 3780 - 3989 - 4253 - 4402

Ordine del giorno oggetto 1667/1 "Non passaggio all’esame degli articoli"

Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno

Comunicazione prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,41

 

 

PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centoquarantottesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

-          - antimeridiana del 24 settembre 2013 (n. 146)

-          - pomeridiana   del 24 settembre 2013 (n. 147)

 

inviati ai Consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata. Se non vi sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Costi): Do comunicazione delle assenze della seduta di oggi. L’assessore Melucci è a Roma per un incontro con la sottosegretaria Giordani; la vicepresidente Saliera non potrà essere presente in quanto è impegnata a Bruxelles per l’assemblea plenaria del Comitato delle Regioni; l’assessore Massimo Mezzetti è in congedo matrimoniale, quindi auguri per questo, e poi do anche informazione che il consigliere Sandro Mandini giustifica la propria assenza perché ricoverato in ospedale, per cui non sarà presente fintanto che non sarà dimesso. Inoltre, do anche informazione che la consigliera Meo non potrà essere presente in quanto influenzata.

Do poi anche conto delle comunicazioni prescritte dall’art. 68 del regolamento interno e inizio la seduta con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in base all’art. 114 del Regolamento interno.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Costi): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Aula.

Prendiamo in esame il seguente oggetto:

 

4557 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tutela dei lavoratori della "Mandarina Duck".

 

Risponderà l’assessore Muzzarelli. Prego, consigliere Sconciaforni.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Sarò brevissimo anche perché, come abbiamo visto sui giornali, c’è un epilogo complessivamente positivo, e comunque ringrazio l’Assessore per essere qui con la risposta, e magari alcune considerazioni più generali le farò dopo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

La parola all’assessore Muzzarelli. Ha tre minuti.

 

MUZZARELLI, assessore: Grazie, presidente. Com’è stato detto, l’azienda è in crisi dal 2010, ha fatto ricorso ad ammortizzatori sociali speciali, ordinari e alla mobilità. Nell’incontro del 27 settembre 2013 l’azienda ha presentato un documento di linee guida per il 2014-2015 e alcuni dati sull’andamento economico-finanziario. Il bilancio 2012 ha registrato una perdita di 13 milioni di euro mentre il fatturato si è contratto passando da 54 a 45 milioni di euro, i ricavi dal 2011 sono calati del 30 per cento, soprattutto nel settore d’ambito, che ha registrato una perdita di oltre il 50 per cento. Le vendite infatti sono passate da 21 a 11 milioni nel 2013.

A luglio scorso la proprietà coreana ha ricapitalizzato la società e l’azienda ha presentato il piano di ristrutturazione del debito che è stato approvato dagli istituti di credito il 26 settembre 2013.

L’organico in azienda è di 52 persone che svolgono funzioni direzionali e di coordinamento perché la produzione è esternalizzata da anni. L’azienda ha proposto una ristrutturazione che prevedeva l’organico a regime di 32 persone, di cui tre dirigenti, sei quadri, 23 impiegati e di conseguenza 22 esuberi. Oltre a ciò, l’impresa intendeva trasferire a Milano quindici lavoratori e a Cadriano ne sarebbero rimasti quindici. Sul fronte ammortizzatori sociali, l’azienda ha ancora a disposizione il ciclo fino alla fine del 2013, cui potrebbe seguire, se rifinanziata, la cassa integrazione in deroga per sei mesi per poi attivare una nuova CIGS ministeriale per cessazione per due anni.

Le organizzazioni sindacali hanno ritenuto irricevibile e inaccettabile la proposta dell’azienda e hanno contestato gli esuberi e i trasferimenti a Milano di funzione personale. Com’è stato detto, giovedì 03 ottobre 2013 si è svolto un incontro presso la Provincia di Bologna e si è concluso con l’accordo che si allega alla risposta. L’accordo quadro prevede il mantenimento delle attività sul territorio provinciale, la salvaguardia della maggior parte dei posti di lavoro, la riduzione del numero di esuberi da 22 a 17, l’utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali conservativi e disponibili per il maggior tempo possibile, oltre a un accordo sindacale di mobilità. Nell’ambito di un processo di rafforzamento commerciale e stilistico l’azienda aprirà una struttura milanese con lo spostamento di dieci figure professionali. È garantita inoltre la continuità dell’attività nel territorio bolognese anche in relazione all’attuale presenza di altre società del gruppo E-land, oltre alla presenza della direzione amministrativa, finanza e controllo, customer service, operation, information technology, human resources, oltre ad altri servizi.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Muzzarelli.

La parola al consigliere Sconciaforni. Ha cinque minuti.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Stando al merito dell’oggetto, cioè quello della Mandarina Duck, ci troviamo di fronte, ed è notizia di ieri, a un accordo tra la proprietà e le parti sociali, le organizzazioni sindacali, che è stato definito dagli stessi interessati complessivamente un buon accordo perché viene garantita da parte della proprietà la volontà di far permanere sul nostro sito territoriale, nella nostra provincia, l’attività produttiva riducendo gli esuberi e facendo ricorso ai vari ammortizzatori sociali che vi sono a disposizione.

Complessivamente quindi possiamo parlare di un buon accordo sicuramente in una situazione difficile e rispetto ad altri casi di tentativi di delocalizzazione fatti non attraverso un confronto con le parti sociali e accordi, ma attraverso blitz, com’è successo alla Firem di Modena o alla Dometic di Forlì, con la proprietà che di notte si presentava furtivamente con i camion per cercare di svuotare la fabbrica scappando con i macchinari. Situazioni come questa, che ci sono in regione, non si è ripetuta oggi nel caso della Mandarina Duck.

Tuttavia, annotato questo elemento sicuramente positivo, credo e ho voluto portare all’attenzione per l’ennesima volta della Giunta e della Regione un caso di fabbrica in crisi, di attività produttiva in crisi, di attività produttiva delocalizzata, perché di questo stiamo parlando, cioè quindi di risposta alla crisi a senso unico, cioè sulle spalle dei lavoratori, chiudendo, ridimensionando, licenziando, delocalizzando, qualche volta scappando, da parte della proprietà, una situazione quindi difficile che oggi ha visto un esito complessivamente positivo ma che in altri casi - penso alla Magli di Bologna - non ha visto affatto questo esito positivo, anzi.

Purtroppo credo che il bilancio sia complessivamente negativo perché sono molte di più le vertenze che si chiudono male e molti di più sono i casi di lavoratori che rimangono dall’oggi al domani senza nessuna prospettiva per il futuro.

Credo che questa situazione richieda più che mai da parte di tutti gli enti locali e di tutte le istituzioni, a partire dalla Regione, un investimento straordinario rispetto a questa crisi. Non si può pensare di seguire caso per caso provando a porre qualche toppa e qualche rimedio nel momento in cui le decisioni sono già state prese e spesso non rimane che chiudere le porte dopo che i buoi sono fuggiti. È per questo che credo che sia particolarmente importante che la Regione si doti di uno strumento legislativo che intervenga direttamente rispetto all’attuale crisi economica e che intervenga direttamente affinché, sì, da una parte si incentivi l’attrattività della nostra regione rispetto a quelle imprese e quegli imprenditori che vogliono lavorare e che vogliono fare il loro mestiere, ma un intervento legislativo che sia anche però da argine preventivo e comunque con interventi efficaci rispetto a chi invece considera ad esempio la nostra regione una sorta di riserva di caccia dove raccogliere fondi pubblici, marchi prestigiosi e al primo segnale di crisi chiudere baracca e burattini lasciando a casa e senza prospettive centinaia di lavoratori.

È assolutamente urgente quindi che la Regione intervenga attraverso un’iniziativa legislativa. So che l’Assessorato sta lavorando - lo ha già dichiarato e lo sottolineo positivamente - a questa legge cosiddetta "sull’attrattività" proprio per far fronte a questa crisi, è fondamentale che questa legge veda accelerati i propri tempi di realizzazione e che questa discussione investa tutto il Consiglio regionale perché questa crisi economica che sta così pesantemente colpendo anche la nostra Regione non dà, nonostante qualche retorica rassicurazione buonista che viene dal Governo, alcun segnale di ripresa e soprattutto non c’è alcun segnale di ripresa rispetto il livello occupazionale che continua e continuerà a permanere estremamente grave anche nella nostra regione.

Quindi la chiusura del mio intervento è un appello affinché questa legge regionale veda presto il suo approdo in sede consiliare perché questa discussione investa tutti noi, si arrivi alla definizione di uno strumento legislativo efficacie il più possibile per contrastare questa crisi anche nella nostra regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

Passiamo all’oggetto successivo:

 

4562 - Interrogazione dei consiglieri Bernardini e Manfredini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'adesione, come avvenuto in altre Regioni, alla consultazione popolare al fine di evitare la soppressione di presidi giudiziari, quali le Sezioni distaccate di Tribunali, con particolare attenzione ai territori di montagna.

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

Prego, consigliere Manfredini.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. In questo question time chiediamo al Presidente Errani se ha intenzione di aderire a consultazione abrogativa per scongiurare il taglio dei tribunali di Porretta, Imola e Pavullo nel Frignano. I tagli imposti dal Governo Monti in Emilia-Romagna interessano 37 tribunali, 140 sezioni distaccate e 674 giudici di pace. Come Lega Nord chiediamo con forza al Presidente della Regione Vasco Errani di aderire alla consultazione popolare anti-riforma, percorso già intrapreso da Marche, Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata, Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia. Come amministratori il nostro compito e obiettivo è di salvare i presidi giudiziari, soprattutto contro colpi di mano governativi ai danni dei cittadini residenti nelle zone montane, che ancora una volta sono colpiti, la cui soppressione rischia di scatenare il caos a costi crescenti. È un provvedimento che noi riteniamo folle e inopportuno che taglia un servizio fondamentale, costringe i cittadini a lunghi spostamenti, genera assurdi assembramenti nei tribunali centrali e porterà inevitabilmente una raffica di disagi. Chiediamo a gran voce che la Regione Emilia-Romagna unisca la sua voce a quella di altre nove regioni. Noi pensiamo che di fronte al peso politico di dieci regioni, e in particolare alla voce dei cittadini, il Governo sarà indotto a un ripensamento.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

La parola al sottosegretario Bertelli. Ricordo che ha tre minuti a disposizione.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Distinguo la risposta all’interrogazione in due parti: una di carattere tecnico-legislativo e una di carattere politico. In relazione al quesito posto dall’interrogazione del consigliere Bernardini, letta dal consigliere Manfredini, se la Giunta regionale intende aderire alla richiesta di referendum formulata da nove Consigli regionali per l’abrogazione della norma contenuta nel decreto legislativo del 2012, n. 153, che prevede la soppressione di numerose sedi giudiziarie in Italia, è utile innanzitutto precisare che le richieste, come prevede la legge di riferimento, sono già state depositate contestualmente da tutte le Regioni interessate e in ognuna delle singole deliberazioni sono espressamente richiamate le adesioni di tutte le Regioni che hanno ritenuto di aderire all’iniziativa.

L’inoltro degli atti, come previsto dall’articolo 32 della legge 352/70, è avvenuto il 30 settembre scorso, essendo quello l’ultimo giorno utile, quindi anche volendo lei capisce che saremmo fuori tempo massimo, ragion per cui anche se fossimo stati intenzionati ad aderire, l’iniziativa della nostra Regione in questo momento sarebbe comunque destinata a essere ricusata dalla Corte di Cassazione perché prodotta oltre il termine utile del 30 settembre.

Voglio comunque con chiarezza precisare che sta nel merito di quell’iniziativa il motivo per il quale abbiamo deciso di non parteciparvi. Ci chiediamo, infatti, come sia possibile non cogliere la pressante richiesta che proviene da ogni parte politica e sociale - e se lei, Consigliere, non avesse avuto il modo di sentirlo, le ricordo anche l’intervento del Capogruppo dei deputati del suo partito nel recentissimo dibattito sulla fiducia al Governo proprio su questi temi -, di produrre con assoluta urgenza ancor più forti interventi di contenimento della spesa pubblica in tutti i settori a partire dai Ministeri, ma anche dalle Regioni, per finire agli enti locali; interventi finalizzati ad alleviare l’ormai insopportabile pressione fiscale che grava su imprese e singoli cittadini del nostro Paese.

È bene non far finta di non sapere che i pesanti tagli o i contenimenti di spesa che tutti vogliono e tutti richiamano finiscono normalmente per determinare anche inevitabili riduzioni di servizi. Certo, siamo e saremo di fronte a riorganizzazioni che presentano e presenteranno, come questa, limiti e probabilmente errori che si deve cercare di correggere in un corretto rapporto interistituzionale e in un proficuo rapporto tra cittadini e istituzioni. È anche giusto sapere che a nessuna istituzione, compresa la nostra, sarà risparmiato l’onere di riorganizzare, risparmiando, le proprie attività. Anche per questo, francamente, cavalcare sempre e comunque dure proteste fino a mettersi a proporre e a sostenere come istituzioni referendum abrogativi di uno dei pochissimi, seppur criticabili e correggibili, atti di riorganizzazione fin qui prodotti da uno Stato, unanimemente giudicato troppo pesante, costoso e inefficiente, ci sembra una strada sbagliata, non condivisibile e da evitare con decisione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Manfredini. Ricordo che ha quattro minuti per la replica.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Sono completamente insoddisfatto. Ho detto prima che in Emilia-Romagna interessano 37 tribunali, dove ancora una volta per i cittadini residenti nella montagna vi è scarsa attenzione da parte di questa Regione. Io avevo già fatto un’interrogazione un anno fa in cui avevo chiesto un interessamento per i giudici di pace, per cui se ci fosse stata la volontà politica di andare incontro a quei cittadini il tempo ci sarebbe stato. Modena, Parma e Bologna sono messe per il lungo della regione e ci sono dei paesi a ottanta chilometri dal capoluogo dove verranno trasferiti gli uffici, per cui sono 160 chilometri tra andata e ritorno per questioni anche di poco valore. Un cittadino non può perdere giornate di lavoro! Vi è ancora una volta scarsa attenzione per i cittadini della montagna che ancora una volta hanno dei grandissimi disagi. Pensi a questo inverno quando nevicherà e uno che deve andare a Modena dovrà fare ottanta chilometri e deve partire alle 4.00 o alle 5.00 del mattino, orari in cui non ci sono neanche i mezzi pubblici. I tagli si possono fare - non siamo mica contro questa spending review - però salvando tre o quattro tribunali su 37 in Emilia-Romagna mi pare che fosse un dovere di questa amministrazione non dico di salvare quello di Mirandola che dista 20 chilometri dal capoluogo ma quelli in cui i cittadini hanno i disagi.

Questa è la ragione per la quale ci riteniamo completamente insoddisfatti e sicuramente questa cosa la andremo anche a pubblicizzare perché avete lasciato scadere il tempo e ancora una volta dei cittadini residenti della montagna ve ne siete fregati con una scarsa attenzione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Chiamo l’oggetto successivo:

 

4565 - Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere al fine di prevenire e contrastare il fenomeno delle infiltrazioni del crimine organizzato, con particolare riferimento alla situazione riguardante il territorio di Reggio Emilia.

 

Risponderà l’assessore Muzzarelli.

Prego, consigliera Barbati.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Assessore, in città, a Reggio Emilia, ha suscitato molto interesse e molta commozione l’azione fatta da un gruppo di ragazzi di un giornalino studentesco, che si chiama Cortocircuito dal titolo "Non è successo niente: 40 roghi a Reggio Emilia". L’azione di questi ragazzi che hanno preso atto che a Reggio succedono fenomeni strani di autocombustione, ha di nuovo posto l’attenzione su quello che sta succedendo, che non è più soltanto infiltrazione, di radicamento mafioso con gli stessi comportamenti che di solito la mafia attua per minacciare o per dare avvertimenti. Gli stessi ragazzi hanno ricevuto minacce e gli è stato impedito in più occasioni di effettuare le riprese dei roghi dolosi. Anche questo dispiace perché gli stessi cittadini che avevano subito un danno non accettavano di denunciarlo o di prestarsi alle riprese.

La sensazione è che questo fenomeno ormai abbia superato il livello di guardia. Tre anni fa in questa Regione approvammo una legge per la promozione della legalità e una serie di interventi e politiche finalizzate ad analizzare e prevenire tra l’altro le infiltrazioni mafiose e criminose nei settori edili e delle costruzioni pubbliche e private. Su questo progetto di legge noi lavorammo molto come Italia dei Valori perché ritenevamo che oltre agli appalti fosse stato un po’ sottovalutato il tema grave dei sub-appalti dove molto spesso è lì che si inseriscono comportamenti mafiosi.

Chiediamo adesso, siccome sappiamo che la Regione aveva sottoscritto con la Provincia di Reggio Emilia un protocollo per la sperimentazione di un osservatorio provinciale degli appalti e dei lavori pubblici, a che punto è la situazione e che cosa la Regione ha intenzione di fare perché ricordiamo che nello stesso progetto di legge c’era una clausola valutativa per cui la Giunta doveva esporre in Commissione competente ogni due anni, ai sensi dell’articolo 17 della legge stessa, i risultati ottenuti dal progetto di legge.

Vi chiedo infatti se non stiamo ancora una volta sottovalutando, invece che prevenire e contrastare, un fenomeno di crimine organizzato nel territorio della nostra provincia di Reggio Emilia ma credo che sia in tutta la regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

La parola all’assessore Muzzarelli.

 

MUZZARELLI, assessore: Grazie, presidente. Come giustamente ha ricordato nella premessa dell’interrogazione, uno degli impegni della Regione, previsto espressamente dall’articolo 10 della legge 3/2011, è quello di intervenire a supporto degli enti locali assegnatari di beni immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e mafiosa. Complessivamente sono stati stipulati già cinque accordi di programma volti al recupero di beni confiscati. Va sottolineato che i beni recuperati saranno utilizzati per finalità di rilievo sociale, dalla destinazione di un’abitazione a casa-rifugio per donne vittime di violenza alla copertura di esigenze abitative o all’uso di immobili come sede di un parco regionale. Tali accordi sono stati sottoscritti nei Comuni di Ravenna, Ferrara, Cervia, Salsomaggiore e Gaggio Montano. A tali casi si aggiunge il sostegno al Comune di Berceto per opere di manutenzione straordinaria del bene sottoposto ancora a procedimento di confisca grazie a un’apposita autorizzazione del tribunale di Milano.

Complessivamente la Regione Emilia-Romagna ha investito 360 mila euro di cofinanziamento per i su menzionati progetti di recupero e riutilizzo dei beni immobili confiscati a fronte di un costo generale di 550 mila euro. Si rammenta a tale proposito che al momento non sono presenti beni immobili confiscati nella provincia di Reggio Emilia.

Entrando nel dettaglio degli interventi di prevenzione previsti invece dalla legge 24/2003 destinata al territorio di Reggio Emilia si specifica quanto segue: c’è una lunga serie di scelte che la Regione Emilia-Romagna ha fatto dalla delibera del 27 dicembre 2010 che ha concesso contributi, ma adesso non li riprendo per ovvi motivi di tempo. Come lei ha ricordato, abbiamo fatto una serie di incontri, soprattutto di convenzioni, con il Comune, con il lavoro della Vicepresidente Saliera sul tema della cultura della legalità e altre scelte che abbiamo fatto.

Una parte di iniziative messe in campo con le scuole è stato estremamente importante per il corso di formazione anche per gli amministratori che aveva come titolo "Combattere le mafie, costruire legalità", e sono tutti interventi con esiti positivi e credo anche che il lavoro di questi ragazzi sia frutto anche dell’impegno che è stato sviluppato in questi anni, quindi c’è un impegno che oggi vorrei riconfermare in modo chiaro.

Credo che soprattutto la convenzione per il sostegno e l’osservatorio e la formazione per gli imprenditori locali, che ha visto anche un impegno economico nostro, sia un punto estremamente importante.

La seconda parte del ragionamento è legata alle questioni più specifiche di mia competenza che sono legate al tema dell’osservatorio provinciale per le opere pubbliche, perché è una delle questioni che lei giustamente ha sollevato. Noi abbiamo fatto il progetto OPAL e abbiamo sostenuto insieme alla Provincia di Reggio Emilia questo progetto, proprio per avere la banca dati per l’informazione e l’incrocio con gli altri soggetti perché la cosa necessaria è quella di rafforzare la strategia informativa e l’incrocio delle informazioni, pur nel rispetto delle competenze degli organi preposti che giustamente devono avere livelli di segretezza ovvi rispetto ai percorsi di verifica che sono stati anche rafforzati dopo il terremoto perché su questo lei sa che stiamo lavorando, abbiamo il gruppo del GIRER che sta operando in tutto il territorio, quindi quello che vorrei dire è che noi abbiamo cercato e stiamo cercando di rafforzare le relazioni tra gli enti soprattutto per quanto riguarda le informazioni.

Cito per esempio le white list, che sono state uno degli oggetti anche di discussione, che danno una responsabilità a tutti gli imprenditori e ovviamente anche ai soggetti dello Stato che devono fare le verifiche, quindi credo che questo sia per noi estremamente importante. Noi con la legge 11/2010 abbiamo messo in campo una serie di azioni e di protocolli soprattutto con ANCI, UPI e Unioncamere per cercare di sviluppare quel protocollo di legalità che dal terremoto in giù stiamo cercando di rafforzare e infine, proprio con i livelli dello Stato, stiamo verificando l’anagrafe degli esecutori perché riteniamo che sia estremamente importante avere le conoscenze - sono molto d’accordo quando cita il tema dei sub-appalti - insieme a un’altra azione che stiamo cercando di fare che la legge nazionale prevede e che noi in qualche modo dobbiamo culturalmente e politicamente combattere che è l’applicazione degli appalti a massimo ribasso, perché questa è una delle altre questioni che noi abbiamo posto all’attenzione.

Non possiamo essere contro ma dobbiamo essere contro, nel senso che l’operazione che dobbiamo sviluppare è un’azione di responsabilità per superare quella cultura del massimo ribasso che ovviamente a forza di abbassare vuol dire che da qualche parte poi si creano delle condizioni di negatività che non aiutano la qualità dell’opera, pertanto abbiamo detto che qualsiasi tipo di intervento previsto dalla legge che non siano appalti al massimo ribasso devono essere comunque applicati dalle medie con un principio che deve essere quello legato al rispetto del lavoro, alla qualità del lavoro, alla qualità dell’opera perché alla fine non deve costare meno ma il prezzo giusto per ottenere l’opera giusta nel tempo per la pubblica amministrazione e i cittadini.

Quindi si tratta di un impegno che stamattina vorrei riconfermare a nome della Giunta e assicurarle che c’è tutta la massima disponibilità per tutte le verifiche ulteriori anche su Reggio Emilia.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Muzzarelli.

La parola alla consigliera Barbati. Ha tre minuti per la replica.

 

BARBATI: Grazie, presidente. La ringrazio anche delle informazioni e delle puntualizzazioni che lei ha fatto che mi ritrovano molto d’accordo. Sono d’accordo con lei che purtroppo quando si fanno appalti al massimo ribasso si ottiene un risparmio ma esso dovrebbe essere collegato alla qualità e alla serietà dell’opera. Se lei mi fornirà comunque l’intervento, ovviamente io lo farò avere anche ai ragazzi del giornale studentesco Cortocircuito perché ritengo che dei giovani che al giorno d’oggi si attivano su tematiche così importanti debbano avere tutto il nostro sostegno e la nostra informazione anche per far capire che tutta la Regione, non solo la Provincia di Reggio Emilia, è interessata e attenzionata su questo tema. Noi dobbiamo dare ai ragazzi che si impegnano in questo senso la nostra solidarietà, il nostro appoggio e sostegno perché credo che ne abbiano senz’altro bisogno, visto che sono stati pure minacciati, ma soprattutto devono capire che su questo tema non si è soli ma anche le istituzioni, come quella regionale, sono al fianco di chi lotta contro questo fenomeno. La ringrazio, Assessore.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Chiamo l’oggetto successivo:

 

4572 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la sospensione dei contributi regionali riguardanti i corsi di qualificazione professionale relativi agli Operatori Socio-Sanitari.

 

Risponde il sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Pollastri.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Questa interrogazione immediata nasce da una problematica, Presidente, che ritengo di particolare importanza, vale a dire la questione degli operatori socio-sanitari, figura creata nel 2001 che opera sia nel settore sociale sia in quello sanitario, aiutando i cittadini e le persone che ne hanno bisogno al recupero, al mantenimento e allo sviluppo di un livello di benessere, di salute, promuovendone l’autonomia e l’autodeterminazione. All’interno delle strutture socio-sanitarie questo ruolo definito da me con un termine forse un po’ antico, ancillare, ma che rende bene l’idea dell’appoggio e dell’aiuto che queste figure danno rispetto al personale infermieristico con un intervento di relazione con il cittadino utente, questa qualifica naturalmente è necessaria, Sottosegretario, per l’espletamento di funzioni ausiliare presso le numerose strutture socio-sanitarie pubbliche o convenzionate con la nostra Regione.

Per ottenere quindi la qualifica necessaria la frequenza presso un centro di formazione accreditato è necessario un corso che ha una durata variabile, almeno dalle informazioni di cui sono in possesso, dalle trecento alle mille ore. Considerato quindi che fino al 2012 grazie a contributi regionali venivano organizzati presso le Province dei corsi non a pagamento pare - uso sempre il condizionale - che dall’anno scorso vi sia stata la sospensione del finanziamento e che quindi questi corsi, che hanno una funzione importantissima, vengano fatti a carico dell’iscritto stesso con un costo che varia dai mille ai 3 mila euro.

Quindi ritengo che data la tipologia sociale delle persone che frequentano questi corsi per molti di loro risulta anche difficile avere a disposizione una cifra simile, come indico nell’atto ispettivo, e che quindi è una cifra elevata, e qualora trovassero lavoro anche dopo il conseguimento del titolo comunque ci vorrebbe un po’ di tempo anche per ammortizzare questo costo.

Presidente, io mi attengo alla nota che lei ha fatto e quindi ho formulato un quesito unico alla Giunta regionale anche se devo dire che in questa ricerca che ho fatto e che ho tramutato in question time urgente, ve ne erano anche altri, cioè se le Province potessero cofinanziarli, quindi con il sistema del cofinanziamento, anche se qui dobbiamo vedere il destino delle Province quale sarà, se si intenda favorire delle convenzioni e quindi era anche una proposta eventualmente alla Giunta, e non solo una richiesta di informazioni, eventuali convenzioni con il credito agevolato a favore di chi voglia intraprendere il corso in modo di consentire un pagamento minore o rateizzato e se in un’ottica di qualità del servizio a garanzia dell’utente si intendesse favorire questo ruolo anche per lo svolgimento di funzioni sociali extrastrutture quali, Presidente, l’assistenza domiciliare.

Quindi erano parecchi i quesiti - li ho citati come fossero corpo integrante della premessa e delle considerazioni - e mi limito a chiedere per quali motivi sotto il profilo politico la Regione ne abbia sospeso il finanziamento, se l’ha sospeso, e se, Sottosegretario, si intendesse eventualmente riuscire a riprenderlo dato che spesso avete dimostrato di essere molto bravi e capaci in certe situazioni, soprattutto che riguardano il lavoro e il sociale, a recuperare delle risorse.

Mi permetto con questa question time di segnalare il problema che mi è stato a mia volta segnalato da diversi cittadini, fare anche una proposta, attendere una risposta e vedere se riusciamo magari a far quadrare il cerchio anche secondo la risposta ufficiale che mi verrà data - penso che anche il Presidente Errani abbia contezza di questo delicato problema che ho sollevato oggi - e vedere quali considerazioni e quali riflessioni trarne su un tema abbastanza delicato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Ricordo che dall’ultima Assemblea i Capigruppo mi hanno chiesto di suonare la campanella a un minuto dal termine dell’intervento.

La parola al sottosegretario Bertelli.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. È dura continuare a pensare che tutti quanti ci dobbiamo concentrare sulla riduzione dei costi della spesa, e però tutti quanti chiedono di trovare le risorse per continuare la spesa, quindi è una digressione di valore generale nel dibattito politico di questi tempi. Relativamente all’interrogazione che è stata appena fatta, si forniscono di seguito gli elementi necessari a chiarire il quadro di riferimento in cui si colloca la formazione dell’Operatore Socio Sanitario che ha visto coinvolte negli anni le politiche di settore di diversi Assessorati regionali e provinciali, nonché le parti sociali interessate - datoriali e sindacali - sempre puntualmente coinvolte in sede tecnica e decisionale.

Le programmazioni formative degli operatori socio-sanitari hanno preso avvio a livello provinciale, in seguito al recepimento da parte della Regione dell’Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni nel febbraio 2001 che regolamenta il profilo e la formazione di dette figure.

Le attività di formazione iniziale per inoccupati o disoccupati sono state prevalentemente finanziate dalle Province con risorse del fondo sociale europeo provinciali, già a partire dal 2001. Gli interventi di riqualificazione sul lavoro, invece, hanno visto uno specifico contributo regionale per il periodo 2003-2009, messo a disposizione dagli Assessorati interessati (Formazione, Sanità, Politiche Sociali) tramite assegnazioni annuali alle Province. Dal 2001 al 2009 è stato quindi qualificato un numero elevato di persone, circa 23 mila, di cui 13.800 lavoratori già impiegati nei servizi.

Al fine di accompagnare, poi, il processo di accreditamento dei servizi in area socio-assistenziale e socio-sanitaria previsto dalla delibera di Giunta regionale n. 514/2009, ed incrementare compiutamente la qualificazione in OSS degli operatori dei servizi, la Regione è intervenuta negli anni 2009-2011, in aggiunta alle programmazioni provinciali relative alla formazione iniziale, con un suo proprio Piano Straordinario, finanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo. L’azione straordinaria regionale, coerentemente con le decisioni assunte a monte in sede concertativa di Commissione regionale tripartita e di Comitato di Coordinamento Interistituzionale, si è attuata attraverso: la realizzazione di 46 percorsi di formazione iniziale per OSS rivolti a disoccupati e inoccupati residenti in Emilia-Romagna con il coinvolgimento di 1.150 persone su tutto il territorio regionale; e l’attivazione del "Servizio di formalizzazione e certificazione delle competenze", che ha coinvolto i datori di lavoro privati sottoposti alle regole sull’accreditamento e circa 1.800 operatori dipendenti impegnati in attività di assistenza di base e privi della qualifica di OSS.

Sulla base delle stime effettuate, la cospicua programmazione pubblica soprarichiamata ha colmato in gran parte le necessità di qualificazione richieste dal mercato del lavoro regionale. È per tale motivo che in quest’ultimo periodo, 2012-2013, le Province e la Regione, nell’ambito delle rispettive competenze, hanno concentrato il finanziamento pubblico verso un numero di attività formative sicuramente più limitato e comunque strettamente legato ai precisi fabbisogni individuati. In particolare, in questi ultimi due anni, sono stati finanziati corsi per 770 mila euro. Da tener presente, inoltre, che le norme sull’accreditamento prevedono l’obbligo per i datori di lavoro che gestiscono i servizi di provvedere autonomamente alla qualificazione del proprio personale qualora assunto privo di qualifica.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Pollastri per dire sì o no perché ha esaurito il tempo.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Dico "nì", che non è né sì né no, perché il sottosegretario è stato bravo a dire quanto di buono e di bello è stato fatto però all’inizio mi ha dato una risposta un po’ generica che tutti pretendiamo di ridurre i costi, però il problema che ho segnalato è fondato. Comunque guarderò con attenzione nel dettaglio, anche con i numeri e la relativa delibera 514, tutti i dati. Grazie.

 

Sulla tragedia di Lampedusa

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri. A questo punto iniziamo la seduta vera e propria con l’ordine del giorno. Prima di procedere all’ordine del giorno, quindi con la convalida e gli oggetti che oggi sono iscritti, chiedo, a nome dell’Ufficio di Presidenza, all’Assemblea legislativa di osservare un minuto di raccoglimento per ricordare i 232 morti e 131 dispersi della tragedia di Lampedusa. Si tratta di un bilancio ancora provvisorio ma che dà il senso dell’immane tragedia. Ricordo che erano uomini, donne e bambini che fuggivano da situazioni di guerra nei loro Paesi: sono morti che chiaramente ci chiamano in causa come esseri umani, poi come cittadini italiani ed europei, e come abbiamo ribadito alla Conferenza nazionale dei presidenti delle Assemblee legislative tenuta ad Assisi il 3 ottobre approvando all’unanimità un ordine del giorno presentato dal collega Ardizzone, presidente dell’Assemblea legislativa siciliana, noi crediamo che l’Europa dei diritti e dei popoli debba sentirsi chiamata in causa e trovare le risposte giuste e urgenti perché tragedie simili non si verifichino più.

 

(L'Assemblea in piedi osserva un minuto di raccoglimento)

 

PRESIDENTE (Costi): Ringrazio l’Aula.

 

OGGETTO 4549

Delibera: «Convalida della elezione della consigliera Cinzia Camorali, ai sensi dell'art. 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale".» (delibera dell'Ufficio di Presidenza in data 1° ottobre 2013, n. 139) (141)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Nomino scrutatori i consiglieri Barbieri, Alessandrini e Filippi.

Apro il dibattito generale su questo oggetto. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazione di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all’oggetto 4549.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO1667

Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Filippi: «Sostegno regionale alla Fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina (RE).» (Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 1667/1 "Non passaggio all'esame degli articoli" - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (95)

 

PRESIDENTE (Costi): Il testo è il n. 7/2013, licenziato dalla Commissione "Politiche Economiche" nella seduta del 3 ottobre 2013 con parere contrario ed è composto da tre articoli.

Il relatore della Commissione, il consigliere Gianguido Bazzoni, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale. Ricordo che occorre il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri presenti. Aggiungo che è stato anche presentato un ordine del giorno, abbinato al progetto di legge, l’ordine del giorno 1667/1 per il non passaggio all’esame in Aula degli articoli, a firma del consigliere Grillini.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’autorizzazione alla relazione orale dell’oggetto 1667, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

27

Assenti

 

23

Favorevoli

 

27

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea autorizza la relazione orale.

Il consigliere Bazzoni può procedere con la relazione sul progetto di legge oggetto n. 1667.

La parola al consigliere Bazzoni.

 

BAZZONI, relatore: Grazie, presidente. Negli ultimi anni si è fatta sempre più strada la concezione del territorio come di un sistema complesso di forze che, come dimostrano le significative esperienze di alcune importanti capitali europee, se coordinate in un’unitarietà strategica sono in grado di trasformare la realtà e la percezione che queste suscitano.

L’amministrazione pubblica, qualunque sia il suo orientamento politico e gestionale, dovrebbe avere un grandissimo interesse all’incremento del valore inteso nei suoi molteplici aspetti del proprio territorio. Quest’ultimo deve essere considerato come sistema competitivo dinamico in un mercato che lo vede concorrente con gli altri territori. Motivazioni sociali, economiche, politiche innanzitutto dovrebbero portare l’amministrazione a interagire con interlocutori rilevanti e a cercare più o meno coerentemente di sviluppare delle linee strategiche teoriche e operative. In seguito alla globalizzazione dell’economia e all’apertura dei mercati mondiali, la competizione economica non si svolge più tra soggetti ma tra territori.

Il territorio diventa così un soggetto economico che opera in un ambiente altamente competitivo. I territori devono imparare a stare nel mercato globale, a utilizzare un linguaggio veloce e comunicativo, comunicare le ricchezze di un territorio, le sue vocazioni imprenditoriali, le opportunità localizzative, le possibilità di business sono gli strumenti che consentono di stimolare lo sviluppo economico sostenendo la nascita di imprese locali attraendo i capitali esteri al territorio. In questo contesto il marketing territoriale si pone come uno strumento di promozione del territorio e di stimolo allo sviluppo locale. Saper comunicare è saper guidare lo sviluppo di un luogo in modo coerente con le professionalità locali in modo da valorizzare le sue vocazioni e incentivare l’imprenditorialità.

Se alcuni territori riescono a coprire più o meno efficacemente i buchi di una strategia frammentaria vivendo di rendita per i patrimoni storici, culturali e artistici che possiedono, per altri diventa vitale costruirsi nell’ambito di una moderna globalizzazione un’identità riconoscibile e desiderabile. In quest’ottica quindi le amministrazioni sono chiamate a promuovere e svolgere anche attività di marketing territoriale, a costruire una strategia complessiva che abbia a monte una riflessione unitaria cosciente, approfondita dalle forze in gioco, dagli obiettivi da raggiungere e dai mezzi da utilizzare.

L’obiettivo del marketing territoriale è quello di innescare un circolo virtuoso in cui l’azione di marketing esterna genera l’attrattività di un luogo che ha un effetto di soddisfazione sui soggetti interni (lavoratori e imprese locali) con il risultato di accrescere il valore di quel comprensorio creando le premesse per l’aumento dei posti di lavoro.

In questo quadro, gli eventi (fiere, festival e mostre) hanno assunto negli ultimi anni un peso crescente nelle politiche di sviluppo del territorio e di promozione turistica catturando l’attenzione degli studiosi e dei responsabili degli enti locali divenendo un fondamentale strumento di marketing territoriale. Il ruolo ricoperto da fiere ed eventi è fondamentale sia nel processo di acquisto, in particolare nella fase molto delicata di ricerca e valutazione delle alternative disponibili sul mercato, sia rispetto all’impatto che le manifestazioni non solo del settore hanno sul territorio ospitando favorendo azioni di marketing territoriale.

Alcuni studi hanno dimostrato come fiere ed eventi di vario genere possono realmente incentivare l’economia locale sia attraverso lo sfruttamento delle risorse turistiche del luogo sia attraverso la creazione e promozione di un’immagine del territorio. Partendo da un marchio e da un prodotto conosciuto a livello globale come il Parmigiano-Reggiano, uno dei principi delle nostre produzioni agro-alimentari, da un evento tradizionale che si ripete da ben 47 anni, la fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina, è possibile costruire un volano di sviluppo per l’intero territorio.

Investire su questo evento può essere un incentivo importante, un impulso alla realizzazione di una strategia di marketing territoriale che coinvolga tutto il sistema territoriale legato alla produzione del Parmigiano-Reggiano fondata su qualità, territorialità, tracciabilità e sostenibilità ambientale. In prospettiva dell’EXPO 2015 è necessaria un’attenzione particolare al comparto agro-alimentare che costituisce peraltro un elemento talmente trasversale che può davvero essere il collante di tutti gli altri settori. Lo sforzo della Regione deve essere a tutto tondo e adeguato a un mondo così dinamico nonostante il suo stretto legame con la tradizione, la cultura e la storia.

Nella nostra terra vivono per lo più piccole imprese, spesso a conduzione familiare, ma che hanno grinta, voglia e forza di fare, quella capacità di fare impresa che ha fatto della nostra economia una delle prime a livello europeo.

È fondamentale che chi amministra dia immediatamente delle risposte a supporto del lavoro di queste aziende. Per quanto sopra esposto, riteniamo opportuno che la Regione Emilia-Romagna si impegni a sostenere per i prossimi cinque anni la Fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bazzoni.

Apro il dibattito generale. Ricordo che si hanno a disposizione venti minuti per intervento.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. La Fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina in provincia di Reggio Emilia festeggia il prossimo anno la sua quarantottesima edizione, compie quasi cinquant’anni senza che questa Regione se ne sia accorta e abbia mai dato un contributo adeguato a questa manifestazione. La rassegna fieristica della durata di quasi una settimana viene programmata annualmente verso la fine di luglio e l’inizio di agosto ed è una rassegna che valica i confini comunali, partecipano solitamente i caseifici di Parma, di Reggio, di Modena e di Bologna.

Senza ombra di dubbio quella di Casina è tra le più importanti rassegne regionali dedicate al formaggio Parmigiano-Reggiano, un’iniziativa volta a promuovere il più noto formaggio dell’Emilia-Romagna, dell’Italia e io direi europeo. Tra i tanti intrattenimenti (convegni, mostre, momenti ludici, concerti, spettacoli folcloristici) è possibile assistere alla preparazione con metodi tradizionali nella piazza del paese di una forma di Parmigiano-Reggiano in un luogo idoneo, con aria idonea e con prodotti idonei, un’iniziativa importante per il territorio e per l’economia, un’iniziativa che ricorda un prodotto che è nato lì, perché il Parmigiano-Reggiano è nato grazie a un’intuizione dei frati benedettini di Marola, ubicata a cinque chilometri da Casina.

Il Parmigiano è un prodotto agro-alimentare da tutelare e da promuovere. Non occorre compiere particolari ricerche storiche per reperire i documenti della sua antica origine. Una delle prime citazioni, e di quelle più significative, la troviamo nel Decamerone di Bocciaccio, intorno al 1350: "Et eravi una montagna tutta di formaggio Parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna altra cosa facevan, che fare maccheroni e ravioli". I nostri produttori hanno il merito di aver conservato attraverso i secoli la nobiltà di questo prodotto e di non aver ceduto, nemmeno oggi in cui tutto è tecnologia e automazione, alla tentazione di semplificare le funzioni e le attività di produzione. La produzione di tale prodotto è la sommatoria di circa quattrocento caseifici artigianali, di cui una ventina sono situati nell’Appennino reggiano, e rappresentano una realtà di circa novemila famiglie produttori di latte di qualità. Il metodo di lavorazione e il livello qualitativo organolettico del prodotto è rimasto immutato nei secoli. Il Parmigiano è da sempre una componente privilegiata dell’economia regionale, risulta quindi opportuno finanziare e tutelare tutte quelle iniziative finalizzate alla promozione, allo sviluppo e alla vendita di un prodotto unico al mondo che assegna alla nostra regione un importante primato in ambito agro-alimentare.

La nostra Regione, con l’approvazione del presente progetto di legge, premierebbe l’impegno cinquantennale dell’ente Fiera Parmigiano-Reggiano di Casina, finanziando anche simbolicamente l’iniziativa, perché non ho chiesto l’importo della cifra, ho chiesto un finanziamento che potrebbe essere anche simbolicamente di 200 euro, un impegno da parte della Regione.

Il collega Bazzoni nella sua relazione ha giustamente messo in evidenza l’accento sull’importanza del marketing territoriale e sull’interesse che la nostra Regione dovrebbe avere a incrementare questo nuovo, e nello stesso tempo antico, modo di proporsi e di pubblicizzarsi del nostro territorio. Se cresce il territorio cresce l’impresa. Questa è l’equazione che tutti dobbiamo ricordare. Oggi non sono più le singole imprese, a meno che non si tratti di grandi industrie o di grandissime aziende, a pubblicizzare il territorio, ma è l’amministrazione pubblica che, attraverso fiere, esposizioni, festival, mostre e autopromozioni crea in un mercato globale una competizione territoriale che ormai è considerata un dato di fatto. Ci sono territori, cosiddetti più poveri, che a differenza di altri non hanno all’interno opere d’arte rilevanti, edifici storici di valore monumentale o castelli, oppure storie importanti da raccontare, ma hanno solo delle tradizioni e delle fiere tipiche come nel caso specifico del mio comune.

Io non credo che il mio comune, che è un comune piccolo, debba essere ricordato ad esempio per la strage di Cernaieto, dove furono massacrate ventiquattro persone che si erano arrese a guerra finita a un gruppo di partigiani e nonostante ciò a disprezzo della Convenzione di Ginevra furono massacrate. Io non vorrei che il mio paese passasse alla storia per questi tragici eventi, vorrei che passasse alla storia per feste sul territorio e per manifestazioni pubbliche che vengono fatte nell’interesse di tutti.

Per i piccoli comuni come il mio, diventa indispensabile e vitale costruirsi un’identità per essere riconosciuti, come appunto è questa fiera che è prossima a festeggiare il suo cinquantesimo compleanno, e la nostra Regione nonostante ciò si ostina a dire di no, nascondendosi dietro una foglia di fico con frasi generiche scontate tipo "La manifestazione è bella ma ce ne sono delle altre", oppure "Questa manifestazione è importante ma non possiamo finanziarle tutte".

In Commissione è stato detto che questa non è una semplice festa di paese perché negli ultimi anni hanno partecipato alla fiera caseifici, come ho detto in precedenza, di tutte le città dell’Emilia-Romagna che producono Parmigiano-Reggiano, quindi è una fiera che possiamo dire certamente interprovinciale ma anche regionale visto che le quattro città più popolose della nostra regione partecipano sempre a questa manifestazione.

Il problema vero, come almeno lo intendo io, e me l’ha confermato in Commissione col suo intervento il dott. Gargiuli, è che i soldi ci sono per finanziare la spiaggia e il mare dove la nostra regione ha tenuto per esempio recentemente un evento che si chiama "Un mare di sapori", dove addirittura nella spiaggia di Cesenatico è stata cotta una forma di Parmigiano-Reggiano, una cosa ridicola, ma per dare soldi e risalto al mare e alla costa il Presidente Errani chiaramente si inventa di tutto.

Se la fiera che viene fatta tutti gli anni nel mio paese, e che io propongo con questo progetto di legge, fosse stata celebrata in Romagna, ad esempio a Massa Lombarda, sono certo che i finanziamenti ci sarebbero già stati e anche in abbondanza, e non ci sarebbe bisogno di chiederli, ma per la montagna come al solito nulla, nemmeno le briciole. E nonostante questo la montagna va avanti lo stesso e la nostra Regione non si scusa neanche di trattare il territorio in modi completamente diversi: un territorio di serie A e uno di serie B. Poi se ci sono altre fiere, come ha sostenuto la collega Serri, tipo quella di Lama Mocogno, io sono ben contento che questa Regione le sostenga perché è importante pubblicizzare le fiere dei paesi, specialmente quelli di montagna.

Infatti per quanto mi riguarda tutte le fiere che rispondono a certi requisiti dovrebbero essere finanziate e promosse e il fatto di farle in montagna dovrebbe essere un motivo in più per incentivarle. Il problema è che quando un progetto di legge lo presenta un esponente dell’opposizione questo progetto di legge non viene neanche letto e viene bocciato d’ufficio. Non viene neanche bocciato dall’Assessore ma viene mandato in Commissione un funzionario, l’Assessore non si scomoda nemmeno per bocciare un nostro progetto di legge, con questa logica politica questa Regione non va da nessuna parte. Si resta fermi al muro contro muro, altro che larghe intese o interessi della popolazione.

Manca solo un anno e mezzo alla fine della legislatura e anche alla fine di un altro ventennio, quello del Presidente Errani. Il Presidente non dovrebbe aver paura a cambiare rotta, ad aprirsi di più alle altre realtà regionali e a ricordarci che oltre il mare e la costa e oltre alle cooperative a Granterre e a Terremerse dove i soldi ci sono a piene mani ci sono anche piccole realtà territoriali che hanno bisogno di un aiuto ma che solitamente vengono abbandonate a se stesse.

In questa Regione, come ho detto e come continuo a ripetere, non si tiene conto di una parte del territorio. Spero che almeno, come detto in Commissione, la Giunta regionale proponga un progetto di legge attraverso il quale le fiere tradizionali più rilevanti e più significative vengano finanziate con un provvedimento omnicomprensivo. I soldi ci sono e lo sappiamo, basta avere la volontà di trovarli. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.

 

ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Io non ho assolutamente nulla da eccepire sull’importanza della manifestazione fieristica di cui stiamo discutendo del Parmigiano-Reggiano di Casina, e anzi sottoscrivo tutti i riferimenti storici sulla produzione di questo formaggio, i riferimenti sulla qualità, sulla tipicità e tutto quello che chi mi ha preceduto ha citato. Tuttavia credo che bisogna però essere coerenti e ribadire che per assicurarsi il sostegno economico finanziario, anche con le risorse della Regione Emilia-Romagna, non può essere perseguita la strada della legge regionale.

Se questa fosse la strada, noi probabilmente dovremmo farne centinaia di queste leggi considerando tutte le manifestazioni ugualmente importanti che sono presenti sul territorio di questa regione, manifestazioni che spaziano in tutti i campi: c’è il formaggio di fossa, lo squacquerone, ci sono i funghi, i tartufi, le carni di tutti i generi (bovine, suine), prodotti bio, ci sono le manifestazioni importantissime in questa regione come per esempio l’esperienza del cibo di strada che proprio in questi giorni, in una realtà che conosco, in Romagna, si è tenuta e che ha messo insieme la collaborazione di ben cinque regioni, quindi interregionale. Non credo che possa essere questa la strada della legge regionale, che peraltro, com’è già stato detto anche in Commissione, noi avremmo già anche le leggi regionali quali strumenti per sostenere e intervenire in queste problematiche.

Ma il tema purtroppo è che non sempre riusciamo in sede di bilancio a finanziare queste leggi e la legge regionale che precipuamente potrebbe essere utile per fare il ragionamento che si propone l’obiettivo del progetto di legge purtroppo in questo momento non è finanziata. D’altra parte credo che tutti dobbiamo sapere che anche la nostra Regione nella generale difficoltà della finanza pubblica nazionale è stata tagliata, anche pesantemente e, proprio perché è stata tagliata, abbiamo fatto in questa Assemblea delle scelte e abbiamo assunto delle priorità e priorità prima di tutto collegate ai bisogni dei cittadini e delle imprese, priorità che spingono avanti la nostra società e i nostri territori, l’innovazione degli stessi, cercando di salvare il bene più prezioso, che è quello della coesione sociale. Io mi rifiuto di pensare che il consigliere Filippi pensi veramente che in questa Regione il criterio per la concessione dei contributi sia legato alla presenza di politici più o meno influenti nell’ambito dei territori. Lasciamo stare questi discorsi.

Siccome questa discussione era emersa anche nella Commissione, in questo pochissimo tempo - purtroppo non ce n’è stato abbastanza - mi sono preoccupato di avere un report sulle risorse investite nella montagna della nostra regione a partire dal 2010 in poi, perché prima era un’altra storia, perché avevamo i finanziamenti. Ovviamente è limitato solo alla competenza che ha l’Assessorato che si occupa di questa problematica e non ho potuto allargare, ad esempio, la conoscenza sul settore dell’agricoltura per vedere nell’ambito del PSR quali e quante sono state le risorse indirizzate precisamente ad aziende e comunque a territori svantaggiati della montagna.

Solo per quello che riguarda l’Assessorato competente, fornisco alcuni numeri: noi dal 2010 a oggi abbiamo investito, perché sono soldi spesi, 20 milioni 700 mila euro, di cui 10 milioni 700 mila euro per singole unioni e comunità montane e si stima che l’effetto moltiplicatore di questi contributi sia 1 a 3, quindi non ci vuole molto a fare un calcolo, altri 4 milioni sempre per le comunità e unioni montante particolarmente finalizzati al tema del turismo, 1 milione per i danni dovuti alla neve, 5 milioni recentemente per la manutenzione delle strade, e altri 31 milioni nell’ambito della telematica, di cui 6 milioni 500 mila euro per il sistema radio in banda, 13 milioni 700 mila euro per fibre ottiche, 2 milioni 600 mila euro per la dorsale sud, sempre a partire dal Programma di Sviluppo Rurale, altri 2 milioni ancora per le fibre ottiche e sono stati pianificati altri 6 milioni 200 mila euro per la posa di fibre ottiche. Mi fermo qui perché non vale la pena andare oltre.

Forse non è moltissimo - lo riconosco anche io - forse non basta, perché si può sempre fare di più, ma credo che al consigliere Filippi dovrebbe bastare per rendersi conto che non è opportuno dire cose che non corrispondono alla realtà, o che comunque hanno un tasso di inesattezza non di poco conto. Queste sono le ragioni per cui anche in Commissione e anche qui ci portano a dire che la legge regionale non può essere lo strumento indicato per finanziare quella fiera.

Quella fiera sicuramente merita, bisogna presentare i progetti, i programmi e la fattibilità e vedere se nel corso dei bilanci della Regione troviamo delle risorse, e sicuramente è giusto dare delle risorse anche lì, però non si può affrontare questo tema con una legge perché, ripeto, le leggi dovrebbero essere a centinaia in questo caso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alessandrini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Come in altre occasioni ci siamo sentiti rispondere in Commissione che se si finanziava questa iniziativa si dovevano finanziarne tante altre, in questo caso perché il Parmigiano-Reggiano viene prodotto nel mantovano, a Modena, oltre che a Reggio Emilia, credo che la Regione Emilia-Romagna dovrebbe fare una politica diversa, cioè scegliere degli eventi particolarmente significativi per la nostra regione, e tutti comprendiamo quale sia la valenza del Parmigiano-Reggiano come prodotto tipico della nostra regione, in particolare del comprensorio di Reggio Emilia, e fare delle scelte precise proprio per distinguere un evento rispetto ad altri.

Questo non vuol dire che se si dà un contributo o un appoggio a questa manifestazione si è costretti a darlo a tutte le altre, ma si dà a questa simbolicamente perché è quella che rappresenta di più quel determinato evento e quel determinato prodotto, ma in questo caso, come in tanti altri casi in Commissione, si giustifica la mancanza di volontà di premiare una manifestazione importante o un’occasione che abbia una certa valenza dicendo che bisognerebbe farlo per tutti.

Non è questa la politica che noi riteniamo giusta perché, ripeto, sarebbe invece da fare il contrario, cioè scegliere una manifestazione per una tipicità e premiarla in rappresentanza di tutti, senza che questo imponga di dover dare il contributo a tutti.

Certo che se questa proposta viene dall’opposizione, allora è chiaro che gli argomenti per bocciarla non possono mancare e a questo proposito devo dire anche che credo che ci sia un abuso di quell’articolo 92 del Regolamento che richiede sempre di non portare in votazione questi progetti dopo che sono stati bocciati in Commissione perché sappiamo tutti che la maggioranza in Commissione non è dell’opposizione ma è sempre della maggioranza di chi governa questa regione. Se facciamo così tutte le volte che senso ha l’Assemblea legislativa? Io mi chiedo se questa sia un’azione che abbia una valenza democratica perché se su tutte le Commissioni dove c’è una maggioranza che è la stessa che governa la Regione, boccia tutte le proposte dell’opposizione e poi si presenta in Aula dicendo che non vengano neanche votate e discusse, mi chiedo che senso ha fare le Assemblee legislative.

Il Presidente di una Commissione dovrebbe essere quello che garantisce che tutte le forze politiche abbiano espressione in Assemblea legislativa e che abbiano la possibilità di discutere in Assemblea legislativa. Poi è chiaro che se le vedranno bocciate, perché qui c’è una maggioranza che governa per cui vota e decide, ma credo che un Presidente di Commissione dovrebbe fare il contrario, cioè dare la garanzia che anche se queste proposte vengono bocciate poi abbiano la possibilità di avere una discussione in Assemblea legislativa dove ci sono anche i mass media, gli organi di stampa e dove comunque possono rappresentare ai cittadini tutte le diverse idee della maggioranza e dell’opposizione, e poi saranno i cittadini che si faranno un parere personale.

A mio avviso, in una futura revisione del Regolamento, questo articolo 92 deve essere rivisto perché non è questo il modo democratico di portare avanti le iniziative dalla Commissione all’Assemblea legislativa. Per il resto, ribadisco che come al solito i pretesti e le motivazioni possono essere varie e articolate ma di fondo c’è sempre il fatto che quando una proposta viene presentata dall’opposizione viene puntualmente bocciata.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.

 

DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per comunicare il mio voto per la prima volta in tre anni favorevole a questo ordine del giorno che prevede la non trattazione in Aula. Ho stima del collega Alessandrini, che si è anche premurato di andare nel merito della questione, che trovavo già di per sé inaffrontabile, e invece vorrei stare sul metodo, anche perché diventa difficile discutere con proponenti di legge che nella loro relazione dicono che non hanno chiesto la cifra quando questo progetto di legge è fatto di tre articoli e il terzo prevede 15 mila euro. Io credo che con questo progetto di legge, che mi stupisco che abbia avuto anche una Commissione dedicata, e che oggi impegna da parecchio tempo quest’Aula, possa essere liberamente presentato.

Io capisco l’iniziativa personale, però vorrei che ci si rendesse conto che se ognuno per il proprio comune fa un progetto di legge per la sagra della patata di Tolè o per la sagra della crescentina di Camugnano, non la finiamo più. Probabilmente con questo progetto di legge il presentatore avrà guadagnato cinquanta voti a casa sua ma non credo che abbia fatto un servizio alle istituzioni. Sono anche certo che queste siano parole al vento visto l’humus da cui proviene.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.

Non ci sono altri interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno presentato dal consigliere, Presidente della Commissione, Grillini che chiede il non passaggio all’esame degli articoli.

Chi intende intervenire, ricordo che ha a disposizione cinque minuti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Intanto per rispondere all’ultimo intervento. Io non ho pubblicizzato assolutamente questo progetto di legge nel mio paese, forse perderò qualche voto, però mi sembra giusto che questa Regione aiuti le piccole realtà comunali. Questa Regione cosa c’è a fare se non aiuta, come dice lei, la patata di Tolè o la festa del Parmigiano-Reggiano? È il nostro lavoro portare avanti il territorio e il marketing territoriale. Secondo me è importante, più che le chiacchiere al vento e i discorsi vuoti di puro populismo.

Per quanto riguarda il collega Alessandrini, lei ha detto che questa fiera è buona, che è importante e che bisognerebbe finanziarla ma non ci sono i soldi. È la solita frase che si sente dire qualche volta quando in ospedale muoiono i pazienti, quando il medico dice che l’operazione è perfettamente riuscita ma il paziente è morto. Qui dobbiamo cercare di essere più coerenti, di dare una mano a tutta la regione e non è, consigliere Alessandrini, una questione di politici influenti o politici meno influenti, ma purtroppo è una questione territoriale.

C’è una regione divisa in due che si chiama Emilia-Romagna, è una regione che da oltre vent’anni è comandata dai romagnoli, orientata verso la Romagna, non bastano quei pochi milioni di euro che date alla montagna, lei ha citato i fondi investiti per la diffusione della fibra ottica, qualche milione di euro per le frane, anche se il terreno continua a franare, e qualche milione di euro dato all’unione dei comuni, cioè dato al sistema politico. Non è stato dato niente al territorio, alle aziende, alle imprese e agli operatori turistici. È uno scandalo che questa Regione continui a finanziare solo ed esclusivamente una parte del territorio e si dimentichi completamente dell’altra parte.

Non sono d’accordo sull’ordine del giorno, approvo solo quanto ha detto il collega Malaguti che i Presidenti di Commissione - lo dico al consigliere Alessandrini perché era lui che guidava la Commissione - dovrebbero togliersi l’abito del PD e mettere quello super partes. In questa Regione forse sono solamente due le Commissioni super partes, la Prima e la Sesta, mentre tutte le altre sono politicizzate. Voi, Presidenti di Commissione, dovete valutare i progetti di legge e fare gli interessi del territorio e non quelli di una Giunta regionale che sappiamo come agisce. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Sottoscrivo le parole del mio collega Defranceschi parola per parola con un’unica differenza, ma giusto per rimanere coerente con ciò che ho sempre sostenuto in quest’Aula, ovvero che comunque la non trattazione in Consiglio non sia una pratica che condivido. Voterò contro la non trattazione, tanto il dibattito alla fine è già stato fatto, e il progetto di legge si risolverebbe in pochissimo tempo, quindi preferisco rimanere coerente con la linea rispetto alla quale le Commissioni non devono censurare l’esame dell’articolato in Aula.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.

 

MONARI: Grazie, presidente. Per dire due cose. La prima, che ha già rappresentato il collega Alessandrini, è che ritengo anche io pleonastico il passaggio in Aula di un progetto di legge a prescindere dal contesto nel quale si è svolto il dibattito che ha preso alcune accentuazioni che non c’entrano niente con l’argomento in trattazione proposto dal collega Filippi. In ogni caso per dire che quando il lavoro in Commissione dà un esito negativo, a prescindere dal proponente e dall’argomento in trattazione del progetto di legge proposto, a mio avviso il secondo giro in Aula è una mera esibizione non utile anche alla cadenza dei tempi dei lavori dell’Aula.

La seconda cosa - mi rivolgo al collega Filippi - capisco l’enfasi e l’entusiasmo, perché tutti i proponenti di qualche provvedimento, me compreso, nel momento in cui depositano un atto lo ritengono sostanzialmente l’atto della vita, cioè il provvedimento evento della legislatura, perché è evidente che ogni figlio è particolarmente caro al genitore che lo ha generato, e questo è comprensibile dal punto di vista umano, e dal punto di vista politico, ma siccome negli interventi del collega Filippi ci sono sempre delle frasi che sono ai limiti della percezione e delle modalità con cui si sta in un consesso istituzionale e Assemblea legislativa, come "clan" o del tipo "questa Giunta che sappiamo quali interessi rappresenta", pregherei il consigliere Filippi di cambiare modalità di linguaggio poiché non serve l’accentuazione, a meno che non sia in possesso di notizie che a me sfuggono, ma a questo punto non è l’Aula ma un’altra istituzione della Repubblica che se ne può occupare, e che normalmente se ne occupa, anche non conseguentemente a fatti causati e causali ma anche per notizie apparse a mezzo stampa, quindi pregherei nel caso del collega Filippi o di esprimersi meglio o di misurare anche all’indirizzo di questo o quel collega o di questa o quella articolazione dell’ente, un tipo di linguaggio più consono al rispetto che nei suoi confronti peraltro tutti noi usiamo.

Non c’è nessuno che si scaglia contro il collega Filippi con frasi ambigue o con frasi che possono ledere la sua onorabilità di Consigliere regionale e di persona. A Bologna si dice che "bisogna saper stare a tavola", c’è una modalità comportamentale che si deve tenere dentro l’Aula e se il consigliere Filippi dopo cinquant’anni di Assemblea legislativa non è ancora in grado di stare dentro il consesso istituzionale, non mi dispiace neanche tanto per lui ma soprattutto per gli elettori di Casina che sono rappresentati da un livello così.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.

Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Il gruppo dell’Italia dei Valori esprimerà ovviamente parere favorevole all’ordine del giorno presentato dal Presidente della Commissione Franco Grillini. Il parere contrario è un atto quasi ricercato, nel senso che non si è mai visto in questa Regione un progetto di legge per chiedere un contributo. Io credo che possano esistere anche canali diversi se c’è un interesse, che ho anche io visto che sono della provincia di Reggio Emilia, in merito a un’iniziativa che è meritevole, importante e che rappresenta un’eccellenza, nel senso che noi portiamo all’estero anche il nostro prodotto. Si poteva fare senz’altro di meglio e credo che questo intervento abbia un po’ danneggiato anche l’iniziativa e ne sono molto dispiaciuta. Si potevano trovare altri canali per chiedere un contributo e per chiedere sostegno a una cosa importante per la montagna e anche per il Comune di Casina. Mi dispiace ma non ho mai visto un testo di legge dove addirittura è presente la cifra, quindi mi sembra molto anomala anche come impostazione di lavoro, quasi fatta volutamente per farsela bocciare, perché non riesco a trovare una scusa diversa su una richiesta di questo tipo attraverso un progetto di legge tra l’altro scritto in modo molto particolare, com’è già stato ripetuto. Detto questo, ovviamente il mio parere è favorevole al fatto che ci sia il parere contrario della Commissione assembleare. Siccome invece sono interessata al mio territorio e soprattutto anche a questo tipo di iniziativa, magari mi farò carico di trovare una formula diversa per vedere se in futuro si potrà davvero portare sul territorio di Casina un finanziamento.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Anche noi voteremo favorevolmente questo progetto di legge perché pensiamo che anche in un periodo di spending review, spulciando a modo il bilancio, credo che somme importanti possano saltar fuori e se di questo non si è capaci vi diamo una mano anche noi. Dico per certo che se ci mettiamo buona volontà, nel giro di un tre quattro ore, si possono trovare cento, duecento mila euro da spendere dove e come. Il fatto che ci sia una legge ad hoc è una cosa di cui rimango anche io perplesso, come ho detto in Commissione, però, com’è stato suggerito, sarebbe utile fare un elenco di queste fiere importanti. Io ne ricordo una, a Sasso Marconi, che ha quasi duecento anni, ossia la "Fira di Sdaz", la quale il 7 e l’8 settembre è visitata da migliaia e migliaia di bolognesi. Se uno guarda con attenzione, credo che qualcosa possa saltare fuori. Chiaramente auspico e spero che qualcuno si muova, altrimenti lo faremo noi, per cercare di coinvolgere tutte le Province e cercare di vedere quali sono le fiere e le tradizioni più importanti in modo che ci sia una legge che comprenda un po’ tutto. Detto questo, credo che sia una cosa che si debba fare col patrocinio della Regione, e dopo aver esaminato attentamente il bilancio, come ho detto prima, sicuramente qualche centinaia di migliaia di euro si possono ricavare e dare un piccolo aiuto e sostegno a queste aziende. Tra l’altro è un mestiere un po’ pesante, bisogna essere molto capaci e ci vuole tantissima esperienza, per cui va anche rivalutato come lavoro. Concludo dicendo che noi approveremo questa legge e faccio un appello magari alla maggioranza di fare un elenco di queste iniziative, provincia per provincia, in modo da poterle in un secondo tempo finanziare.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno oggetto 1667/1 a firma del consigliere Grillini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’ordine del giorno è approvato. Pertanto non passiamo all’esame dell’articolato del progetto di legge oggetto 1667 che si intende respinto.

Passiamo adesso agli atti di indirizzo.

 

OGGETTO 3974

Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Sconciaforni, Meo, Monari, Barbati, Grillini e Riva per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché il Governo orienti sempre più la legislazione verso il recepimento del principio dello jus soli rispetto a quello dello jus sanguinis, facilitando l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte delle persone nate in Italia

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 3780

Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Monari, Luciano Vecchi, Paruolo, Pagani, Serri, Zoffoli, Barbieri, Piva, Mori, Casadei, Ferrari, Mazzotti, Alessandrini, Garbi, Mumolo, Montanari, Pariani e Riva per invitare la Giunta a verificare quanti Comuni in Emilia-Romagna abbiano conferito la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia e a chiedere al Parlamento di riprendere l'iter legislativo relativo alla campagna "L'Italia sono anch'io"

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 3989

Mozione proposta dai consiglieri Leoni, Bignami, Filippi, Malaguti e Pollastri per esprimere contrarietà a modifiche della normativa sulla cittadinanza ispirate allo "jus soli", favorendo invece una legislazione che consenta l'avvio di un articolato percorso verso una "buona cittadinanza" basata sulla condivisione dei principi fondanti della società italiana e sulla conoscenza della lingua, della cultura e della storia della comunità nazionale

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4253

Risoluzione proposta dai consiglieri Mumolo, Monari, Serri, Moriconi, Paruolo, Pagani, Barbieri, Piva, Marani, Casadei, Bonaccini, Fiammenghi, Alessandrini, Carini, Zoffoli, Pariani, Montanari, Mori e Riva per impegnare la Giunta a valorizzare lo sport per favorire l'integrazione tra i ragazzi italiani e quelli stranieri, aderendo inoltre alla campagna della "Rete G2 - Seconde Generazioni" riguardante il tesseramento dei ragazzi stranieri nelle società o associazioni sportive con le stesse procedure previste per i giovani italiani

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Erano già intervenuti in dibattito generale il consigliere Filippi, il consigliere Bernardini e il consigliere Mandini, erano poi iscritti a parlare, però chiaramente vi prego di iscrivervi già ora, i consiglieri Mumolo, Carini, Donini, Meo, Noè e Leoni. Chiedo ai consiglieri di iscriversi o seguo l’elenco che mi era rimasto dalla volta precedente. Proseguo rispettando l’ordine della seduta precedente.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Ricordo che lo scorso anno l’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione che chiedeva alla Giunta di aderire alla campagna "L’Italia sono anch’io" e che chiedeva alla Regione di intervenire sui comuni della regione stessa perché valutassero l’opportunità di conferire simbolicamente la cittadinanza onoraria ai bambini nati da genitori stranieri residenti nel nostro territorio. In questi mesi il lavoro delle associazioni promotrici della campagna è continuato e in molti, non ultimo il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si sono spesi per segnalare la necessità che l’Italia abbia una nuova legge sulla cittadinanza e sul diritto d’asilo al passo con i tempi.

Il Parlamento tuttavia non è ancora riuscito a mettere in cantiere questa legge. Si dirà che in questo momento l’Italia ha altre priorità ma, come sa bene chi lavora in questo ambito, una nuova legge sulla cittadinanza significherebbe tantissimo per una fetta sempre più larga di persone che vengono nel nostro Paese per lavorare onestamente e che con il versamento dei propri contributi e con la propria fatica contribuiscono a tenere insieme il sistema Italia.

Ogni tanto parliamo di immigrazione anche in questo senso, pensando alle persone, che sono la stragrande maggioranza, che vengono qui a lavorare e che scappano dalla fame e dalla miseria, come facevano un tempo gli italiani andando a emigrare verso altri paesi. Presidente, mi si permetta una parentesi personale. Io sono un avvocato, mi sono occupato a lungo del diritto di immigrazione e so con quanta fatica gli immigrati in Italia possono richiedere e ottenere quelli che sono i loro diritti, quelli previsti dalle nostre leggi.

Per esempio, per richiedere la cittadinanza in Italia c’è una legge che stabilisce che i termini per la risposta sono 730 giorni, ma questo termine non è mai stato rispettato, e parliamo di persone che sono rimaste dieci anni legalmente in Italia, che hanno regolarmente pagato le tasse, che non hanno mai commesso nessun tipo di reato e che hanno un diritto previsto da una norma di legge. C’è una burocrazia infinita per una persona che ha vissuto in Italia per tanti anni e che si vede respingere una richiesta legittima o quantomeno non riceve una risposta per anni e non sa quando arriverà la sua risposta.

A questo punto abbiamo pensato che forse è possibile fare qualcosa ancor prima di proporre delle leggi. Forse è possibile provare a richiedere e ottenere giudizialmente diritti per persone che spesso non hanno voce, per persone che sono spesso le più deboli nella nostra società, e allora ci siamo chiesti se era possibile che tutti quanti noi quando dobbiamo rispettare un termine dobbiamo necessariamente rispettarlo altrimenti siamo sanzionati e lo Stato quando prevede un termine in una sua legge non lo rispetta. Allora abbiamo provato a fare una class action, una cosa assolutamente innovativa ed è la prima volta che si fa una cosa del genere in Italia, e tre grandi associazioni come la CGIL, la Federconsumatori e l’INCA insieme a decine e decine di lavoratori stranieri che vivono in Italia hanno proposto una class action amministrativa e hanno chiesto al tribunale - in questo caso il TAR del Lazio - di imporre al Governo di rispettare i termini previsti nelle sue stesse leggi perché c’è una legge per esempio, per quanto riguarda gli stranieri, che stabilisce che se uno straniero è rimasto in Italia un certo numero di anni, ha sempre lavorato e pagato le tasse, ha una casa idonea e richiede un permesso per lungo soggiornante (vecchia Carta di soggiorno) l’Ufficio Immigrazione deve rispondere a questa sua richiesta, vagliano tutta la documentazione che lo straniero deve presentare, entro novanta giorni e questi novanta giorni non sono mai rispettati, e allora abbiamo deciso di fare una class action amministrativa, di rivolgerci al tribunale per chiedere che lo Stato, e in particolare le Questure e gli Uffici Immigrazione, rispetti questa norma.

La notizia è che una settimana - dieci giorni fa circa si è pronunciato il TAR del Lazio, abbiamo vinto perché esiste un diritto per tutti, perché in questo Stato la legge dovrebbe essere uguale per tutti, anche per i più deboli, e alle volte lo è, il TAR del Lazio ha ordinato al Ministero dell’Interno entro un anno senza costi aggiuntivi e senza assunzione di personale di rispettare quelle norme, perché è possibile farlo, ed entro un anno diventeremo un paese più civile perché le persone che vanno a chiedere un permesso come lungo soggiornanti avranno la possibilità di ricevere una risposta positiva o negativa entro i novanta giorni previsti dalla legge.

Si tratta di una vittoria per tanti cittadini stranieri che in questo modo hanno potuto far sentire la propria voce, ma bisogna fare di più e soprattutto occorre garantire dignità e diritti ai bambini che nascono e crescono in Italia da genitori stranieri, che sono italiani nella lingua e nella cultura ma che al compimento del diciottesimo anno di età rischiano di diventare clandestini, e ci sono stati molti casi - li abbiamo letti tutti - di persone che non conoscono una parola della lingua del loro paese di origine, conoscono invece molto bene i nostri dialetti, sono nati e vissuti nelle nostre città ma a un certo punto si trovano costretti per una serie di circostanze a dover tornare in un paese che non conoscono.

Questa è un’enormità che dovremmo assolutamente correggere, così come dovremmo correggere anche la "Bossi-Fini". Non lo dico sull’onda emotiva di quello che è accaduto, perché cambiare o scrivere le leggi deve essere qualcosa di razionale e che dobbiamo pensare scevri da emozioni di qualsiasi tipo, però noi abbiamo fatto anche in Emilia-Romagna delle esperienze che tutti abbiamo valutato positive e una di queste è quella relativa alla clausola valutativa. Quando noi facciamo delle leggi ci proponiamo degli scopi e degli obiettivi, ma come si fa a valutare se quella legge ha raggiunto quegli scopi e quegli obiettivi? Noi inseriamo nelle nostre leggi una clausola, la clausola valutativa, proprio per verificare a distanza di anni, magari anche tramite organismi indipendenti, se quella legge ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissata. Se noi applicassimo questa stessa modalità, che qui dentro, maggioranza e opposizione, condividiamo tutti, alla legge Bossi-Fini, razionalmente dovremmo dire che quella legge non ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissata. La legge Bossi-Fini aveva un obiettivo fondamentale: ridurre il fenomeno della clandestinità in Italia. Ha raggiunto quell'obiettivo? No, non ha raggiunto quell'obiettivo, anzi, ha prodotto maggiore clandestinità.

E rispetto a quello che è accaduto, rendiamoci conto di quello che accade con il reato di clandestinità, rendiamocene conto davvero, onestamente, valutando quello che è accaduto semplicemente sulla base di conseguenza di norme giuridiche. Se è accaduto che pescherecci che hanno salvato persone in mare siano stati fermati, posti sotto sequestro per un mese perché, per un atto dovuto, si deve contestare a quelle persone il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina, ci sarà un problema, ci sarà un problema! Allora valutiamolo insieme. Io non dico che la legge Bossi-Fini deve essere stracciata, lo posso anche pensare, ma non dico questo. Io dico: valutiamo insieme quelle che sono le difficoltà di quella legge, perché se le valutiamo insieme tranquillamente, se proviamo a vedere quali sono i punti da cambiare di quella legge, che può essere cambiata come tutte le leggi, può essere migliorata, probabilmente facciamo un servizio non solo allo Stato di diritto che ci deve essere in Italia, ma a tutti quanti noi, perché effettivamente quella legge ha delle storture - ormai lo dicono tutti - che vanno modificate, che vanno sanate.

Tornando alle risoluzioni, con questa risoluzione, parlo in particolare della 3780, chiediamo alla Giunta di verificare quanti Comuni emiliano-romagnoli hanno già conferito la cittadinanza onoraria perché è una cosa importante per noi perché si lega al discorso che portiamo avanti sul tema dell'immigrazione, integrazione e possibilità per tutte le persone che arrivano in questo territorio e che risiedono legalmente di ottenere, se non immediatamente la cittadinanza, almeno un riconoscimento rispetto alla loro presenza in questo territorio. Quindi si chiede di verificare quanti Comuni emiliano-romagnoli abbiano già conferito la cittadinanza onoraria a bambini stranieri nati in Italia e di rinnovare l'appello a tutti di replicare questa iniziativa.

Chiediamo inoltre che la Giunta intervenga sul Parlamento perché riprenda presto l'iter di discussione e approvazione delle due proposte di legge di iniziativa popolare depositate nell'ambito dei promotori della campagna "L'Italia sono anch'io".

Poi, Presidente, se ho ancora qualche minuto...

 

PRESIDENTE (Costi): Ha quasi terminato, ha trenta secondi.

 

MUMOLO: Volevo dire qualche parola anche sulla risoluzione, che tra l'altro ho presentato io, la 4253, che è una risoluzione che si occupa di ciò che accade per i ragazzi stranieri rispetto allo sport. I ragazzi stranieri che vivono in Italia, che non hanno la cittadinanza e che vogliono praticare sport a livello amatoriale e agonistico insieme ai propri coetanei, nel nostro paese incontrano molti ostacoli burocratici, molti di loro devono attendere dei mesi o anni per potersi iscrivere a una società sportiva e a volte, a causa di questa attesa, preferiscono rinunciarvi del tutto. In questo modo sappiamo che si depotenzia uno degli strumenti più formidabili dell'integrazione che è lo sport.

Le cronache recenti hanno proposto all'attenzione pubblica i casi di calciatori importanti come Balotelli, Ogbonna, Kakà, costretti ad aspettare il diciottesimo anno di età per acquistare la cittadinanza e giocare in nazionale. Oppure c'è il caso di giovani atleti stranieri residenti in Italia che gareggiano nei campionati di atletica ma non possono essere premiati se arrivano tra i primi tre perché non hanno la nostra nazionalità.

Le norme di contrasto sono nate per limitare la tratta di giovanissimi atleti e sono norme sacrosante da parte dei Club professionistici per esigenze di tutela della dignità umana e dello sviluppo di atleti italiani, però queste prescrizioni finiscono per danneggiare ragazzi che vogliono semplicemente praticare il loro sport e gareggiare con i coetanei italiani.

Lo scorso luglio si è tenuta a Bosco Albergati l'ultima edizione dei Mondiali antirazzisti, un'iniziativa molto importante patrocinata dallo UISP, che si svolge da molti anni in Emilia-Romagna e che richiama nel nostro territorio migliaia di partecipanti da tutto il mondo. Uno degli obiettivi dell'ultima edizione dei mondiali era proprio la modifica dei regolamenti delle federazioni sportive italiane che ostacolano e impediscono ai giovani nati in Italia da genitori stranieri di partecipare ad attività agonistiche. In questa direzione va l'iniziativa della Rete G2 Seconde Generazioni.

Con la risoluzione chiediamo alla Giunta di riconoscere e valorizzare lo sport quale veicolo straordinario di contrasto all'esclusione sociale e per l'integrazione dei ragazzi italiani e stranieri e chiediamo, inoltre, che la Regione aderisca alla campagna della Rete G2 e di agire per sollecitare il Governo e il Coni perché adottino le necessarie modifiche regolamentari per consentire ai ragazzi arrivati nel nostro paese da almeno dieci anni di tesserarsi a società o associazioni sportive seguendo le stesse procedure di un giovane italiano.

Grazie, presidente. Mi scuso se ho sforato di qualche secondo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mumolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Carini. Ne ha facoltà.

 

CARINI: Grazie, presidente. Mi ricollego alle parole del collega Mumolo. L'atto di cui sono primo firmatario e a cui tutti i miei colleghi del Partito Democratico hanno prestato la loro sottoscrizione è teso a far sì che vengano resi evidenti i dati di quei Comuni che hanno deciso di conferire la cittadinanza onoraria per un'azione di sensibilizzazione collegata alla campagna "L'Italia sono anch'io". È un atto che risulta particolarmente importante e anch'io non mi voglio certamente ancorare ai fatti drammatici di questi giorni per mettere ancor più in rilievo questo aspetto rispetto all'attualità dei fatti. Non è di questo e non è soltanto di questo che stiamo parlando, ma stiamo comunque parlando di un'opera di sensibilizzazione che agisce nelle culture dei popoli, nelle culture delle nazioni, dei cittadini e che deve tendere a consentire a tutti di avere una percezione di comunità che si rispecchia nei diritti e nei doveri, soprattutto a quei bambini e a quei minori che appartengono a quelle seconde generazioni che vedono una normativa diffusa nei paesi d'Europa assolutamente diversa dalla nostra. In particolare mi riferisco al fatto che fra i quindici Paesi iniziali dell'Unione europea forse soltanto Italia e Finlandia escludevano completamente lo ius soli così come viene oggi rappresentato nella campagna "L'Italia sono anch'io", mentre in tutti gli altri Paesi, anche se con declinazioni diverse, c'è comunque una diversa attitudine a consentire questo tipo di percorso.

Sono situazioni paradossali per cui i cittadini minori si trovano in condizioni di cittadino dimezzato. Pur praticando le nostre scuole, pur parlando la nostra lingua, pur avendo i nostri diritti in termini di accesso alla sanità, all'abitazione e quant'altro, non riescono ad essere riconosciuti pienamente cittadini e paradossalmente persino nell'attività sportiva vivono questa contraddizione.

A questo proposito, anche per dare un elemento di merito alla città di Bologna che ci ospita con questa Assemblea regionale, voglio ricordare ai presenti che recentemente, molto recentemente, il 3 ottobre, la Federazione italiana dell'hockey su prato proprio in questa città ha deciso con un atto unilaterale di riconoscere come cittadini italiani tutti i minori all'interno della pratica sportiva dell'hockey per consentire loro di accedere alla pratica sportiva con piena cittadinanza e per superare il paradosso che li vedeva sostanzialmente come apolidi in quanto la Federazione ha un limite massimo di tre giocatori stranieri per squadra e questi ragazzi non potevano essere né considerati stranieri, né considerati italiani. Questo è un fatto estremamente positivo, peraltro avvenuto alla presenza del ministro Delrio, di cui vale la pena dare pubblica notizia e pubblica evidenza ulteriore oltre a quanto già riportato sui giornali.

Nella campagna "L'Italia sono anch'io" si cerca di andare verso quella direzione che è auspicata da tutti coloro che vedono in una comunità quel luogo di cittadinanza piena che tutti devono avere modo di percorrere. Ripeto, non è nel damma di Lampedusa che dobbiamo trovare le parole e le emozioni per superare vincoli normativi che richiedono un approfondimento razionale, ma richiedo altrettanto volontà e forse nei drammi la volontà viene scossa e viene in qualche modo sollecitata la parte migliore di noi a misurarsi con l'evidenza e l'evidenza è quella dell'insuccesso della legge Bossi-Fini che non è riuscita a produrre gli stessi effetti che perseguiva.

Perché partire dai Comuni? Perché comunque è dal basso che si riescono ad attivare le coscienze. La politica è un elemento indispensabile, ma è fattore della cultura di un paese e le culture sono in qualche modo anche promotrici delle azioni stesse della politica. A questo proposito, richiamando il buonsenso, voglio concludere con una citazione che mi è impropria ma che credo valga la pena lasciare agli atti di quest'Aula perché è importante vedere come non tutte le parti politiche in modo omogeneo tendono a riconoscersi nella negazione di questo percorso che sollecitiamo. Leggo testualmente: "L'attribuzione della cittadinanza italiana ad un bambino di genitori stranieri nato nel paese potrebbe avvenire a otto anni come succede in Germania. Si tratterebbe della trasposizione al bambino del diritto già riconosciuto ai genitori che dopo dieci anni di permanenza nel paese posso diventare italiani". Queste parole sono state pronunciate molto recentemente in due occasioni diverse dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Carini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente. Ritengo molto convincenti e da me assolutamente condivise le ricche argomentazioni dei colleghi Mumolo e Carini, per cui evito di ripeterle perché voglio rispettare una volta tanto i tempi che ho a disposizione sull'intervento.

Ammetto che quando affrontiamo questo tema, io vivo anche una condizione di particolare imbarazzo e pudore perché proprio non capisco questa sorta di cristallizzazione ideologica che c'è intorno ad un tema che secondo me potrebbe essere affrontato in maniera razionale, oggettiva e scientifica, e invece ci vede sovente in quest'Aula cimentarci anche in brutali contrapposizioni.

Credo che i contenuti di queste risoluzioni ribadiscano dei principi di banale civiltà ed invitiamo ad essere conseguenti al tipo di impegni che noi chiediamo vengano assunti con queste risoluzioni, vale a dire che la nostra legislazione tenga conto di un problema reale, analizzi oggettivamente un fenomeno, che è quello dell'immigrazione, e inizi a dare delle risposte costruttive, che hanno il potere, che avrebbero il potere, di produrre un risultato e un beneficio per le nostre comunità nella loro interezza. Sono state dette molte cose, per esempio, sulle ricadute in contrasto palese con le finalità che si prefiggeva la legge Bossi-Fini. Io ne aggiungo un'altra che rientra nel tema di cui discutiamo: il riconoscimento finalmente dello ius soli. I problemi, per esempio, di ordine pubblico generati dalle reazioni di ribellione che ci sono stati in alcuni paesi europei, per esempio in Francia, nelle periferie parigine, e che hanno occupato le cronache negli ultimi anni sono determinati dall'enorme frustrazione e, se vogliamo, dall'enorme ingiustizia che subiscono le seconde e le terze generazioni che nascono, vivono, studiano, imparano acquisiscono la nostra mentalità e si trovano marginalizzate, non incluse in nome di una burocrazia che non ha senso.

L'inclinazione alla ribellione nelle prime generazioni tendenzialmente non c'è perché arrivano qui con tutto il portato del dramma che si portano dietro, con il trauma legato non solo alla condizione in cui vivevano nei loro paesi d'origine, ma anche ai drammi accumulati in questa sorta di pellegrinaggi della sofferenza che li portano finalmente ad arrivare a noi e quando finalmente sono qui, si inseriscono, lavorano, pagano le tasse, hanno tendenzialmente un atteggiamento di modesta subalternità rispetto alle condizioni, alle gerarchie burocratiche che qui devono affrontare.

Diverso è l'assenso giustamente di coscienza critica che lo studiare nelle nostre scuole, l'essere nati qui, il relazionarsi con i coetanei, il sentirsi uguali a loro imparano come esperienza di vita di chi, figlio di questa prima generazione, nasce qui. Questo tipo di esperienza, ripeto, sistematicamente e brutalmente frustata, bloccata come potenziale, come potenziale anche nostro, per la nostra crescita economica, sociale e culturale, sovente rischia di sfociare anche comprensibilmente in vere e proprie reazioni di ribellione. Lo dico perché ci dovrebbe essere un po' più di senso di responsabilità nell'affrontare questo tipo di tema e non liquidarlo soltanto adeguandosi a slogan, collocandosi all'altezza del pregiudizio per costruirsi un consenso basato su una propaganda sbagliata, propaganda sbagliata perché diffonde anche cattiva informazione e di conseguenza non è in grado di affrontare in maniera adeguata il fenomeno di cui stiamo discutendo.

Ci sono paesi, è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto, distribuiti nel mondo, alcuni di questi considerati in qualche maniera il simbolo delle esperienze più evolute di democrazia, che riconoscono lo ius soli e che in qualche maniera addirittura hanno fondato le politiche demografiche su questo tipo di strumento. Dall'altro lato c'è la visione miope che ti consente di vivere un'esistenza solo ed esclusivamente come successione di attimi di presente senza tenere conto della storia dei flussi migratori, della nostra storia di popolo italiano. E' sbagliata perché non parla al futuro e non dà prospettive convincenti. Se qui siamo in cinquanta e ci prendessimo la briga di fare qualche studio dei nostri alberi genealogici e di scavalcare un secolo, che è un niente come tasso temporale nella storia della comunità, molti di noi risulterebbero figli di genitori stranieri in qualche maniera arrivati qua in seguito ai flussi migratori che si sono avvicendati nel corso della storia nel nostro paese.

Questa banale considerazione dovrebbe indurre ad avere un atteggiamento più razionale e meno emotivo. Io non sopporto di essere accusata da chi brandisce argomenti che sostengono il contrario, e quindi il non valere dello ius soli, come appartenente alla categoria dei buonisti. Io rivendico il diritto di appartenere banalmente ad una categoria di persone che un po' studia la storia, che si pone il problema di guardare avanti e indietro, che considera gli effetti complessivi di certe politiche in termini più generali e che assume come principio - altrimenti a cosa serviamo? - il dovere di far cambiare in meglio le nostre realtà, di contribuire a dare qualche elemento di progresso nel nostro sistema economico, politico, legislativo.

Noi proponiamo questa cosa anche a fronte di una larga adesione che c'è stata, trasversale, da parte di sindaci e di rappresentanti delle nostre comunità locali, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, alla campagna "L'Italia sono anch'io", perché c'è un bisogno di portare avanti le due proposte di legge di iniziativa popolare. Peraltro, per inciso, ricordo che noi abbiamo uno Statuto in questa Regione, l'Emilia-Romagna, che riconosce potenzialmente, perché non abbiamo noi il potere di deciderlo, il diritto di voto, che è uno dei contenuti delle due proposte di legge, a chi è presente in Emilia-Romagna, ai migranti, appunto.

Il tema della cittadinanza, il tema del riconoscimento più generale, più lato dei diritti civili è un tema, quindi, di progresso, di civiltà. Chiaramente voto le proposte di risoluzione che hanno in sé questi contenuti, mentre voterò contro a quelle che mettono in discussione secondo me anche un principio che è un principio politico, morale, ideale, ma culturale e anche con considerazioni e valenze di carattere oggettivo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.

 

LEONI: Grazie, presidente. Trovo che su questo tema ci sia una sorta di ossessione da parte della sinistra. Non tengo il conto di quante volte abbiamo già dibattuto questo tema in quest'Aula in stanchi e ripetitivi dibattiti, che peraltro servono davvero solo a fare propaganda, servono a fare pressione sull'opinione pubblica, se non anche un utilizzo distorto di quella che è l'Assemblea e di quello che si dovrebbe fare qui. Ci pieghiamo a questa ossessione della sinistra un po' invasata su questo tema, che continua pervicacemente a riproporre gli stessi ordini del giorno, lo stesso dibattito per perseguire un proprio obiettivo politico che è quello del regalo della cittadinanza.

È evidente che noi, di fronte a questo, riteniamo che il tema dell'integrazione venga riportato maldestramente all'interno del dibattito sulla concessione della cittadinanza. Evidentemente in alcuni ambiti, in special modo a sinistra, ma non solo, a dire la verità, c'è l'erronea convinzione che attraverso la concessione facile della cittadinanza si faccia integrazione. Noi invece riteniamo che il percorso da attuare sia l'esatto contrario e che quello proposto dalla sinistra sia un percorso pericoloso e controproducente, che applica un modello che, peraltro, non ha creato grandi vantaggi perché in molti posti dove è stato applicato ha portato dei danni. Noi riteniamo che la cittadinanza sia il regalo ultimo, l'obiettivo ultimo, il traguardo ultimo di un percorso virtuoso fatto in special modo di volontarietà, che penso sia alla base della richiesta di cittadinanza, e la volontarietà in quanto tale è l'esatto contrario dello ius soli, che invece è una concessione automatica.

In particolare questo ragionamento si applica ancor di più ai minori. È evidente che i minori, in quanto tali, hanno una difficoltà maggiore ad esprimere un concetto di volontarietà che notoriamente si esprime e si esplica nel corso della vita quando si diventa maggiorenni. Quindi, tutte le proposte di legge che tendono a regalare la cittadinanza, prima del compimento del diciottesimo anno di età, evidentemente confliggono con il principio di volontarietà di adesione ai valori della nostra comunità nazionale. Da questo punto di vista, davvero, è inspiegabile il tentativo che viene posto in atto, cioè di regalare questo diritto a colui il quale nemmeno lo chiede.

Noi riteniamo che per far parte di una comunità nazionale si debba dimostrare questa volontà con atti concreti, con azioni, frequentando la scuola, facendo atti positivi, conoscendo la lingua, conoscendo la cultura, quindi mettendo in campo tutta una serie di azioni positive che testimoniano questa volontà. Tutto questo è l'esatto contrario dello ius soli, che invece è la concessione automatica di un diritto. Noi non vogliamo che ci sia una concessione automatica di un diritto, noi vogliamo una buona cittadinanza, e per fare una buona cittadinanza è necessario una cittadinanza che si basi sul concetto di volontarietà, che è appunto l'esatto contrario del concetto di automatismo. Sono concetti che abbiamo già esplicato più e più volte in questi continui e reiterati dibattiti a cui ci costringe la sinistra in questa Regione.

Noi cambieremmo volentieri la legge di cittadinanza perché vorremmo, come dicevo prima, l'avvio di un articolato percorso di buona cittadinanza, che chiaramente deve comprendere un congruo periodo di permanenza, la condivisione dei principi fondanti della nostra società, l'adeguata conoscenza della lingua italiana, della storia e della cultura della nostra comunità nazionale.

È evidente che sono atteggiamenti e sono modi diversi di accostarsi a questo tema, che però è un tema dirimente. È evidente che ci sono delle differenze, delle differenze notevoli. Prima il collega Mumolo ci diceva che c'è tutto un problema amministrativo di concessione. È vero, ma non è che per risolvere un problema amministrativo perché lo Stato ci mette troppo tempo ad adempiere il proprio dovere, allora si riduce il tempo magari da dieci a cinque anni per la concessione della cittadinanza. Si obbliga lo Stato ad adempiere il proprio dovere, non si regala un diritto, mi pare del tutto evidente. Quindi non mischierei gli ambiti meramente amministrativi con ambiti di rango costituzionale, perché, la cittadinanza, tutti sappiamo bene che è uno dei cardini della vita di un cittadino all'interno dello Stato, è un cardine perché gli concede la prerogativa di voto, che è la prerogativa di eleggere i propri rappresentanti o di essere eletto, e quindi, essendo un cardine di questa vita, non lo si può mischiare con problemi banali di carattere amministrativo, che vanno risolti, sono il primo a dirlo, sono assolutamente d'accordo perché non capisco perché quando una persona ha i requisiti, lo Stato ci debba mettere tutto questo tempo a concedergli la cittadinanza, ma questo problema, che è un problema, ripeto, di carattere amministrativo, non può essere confuso con il tema della cittadinanza.

Forse questo non sarà neanche l'ultimo dibattito che faremo su questo tema, visto che è il quarto o il quinto che abbiamo fatto dall'inizio della legislatura, senza contare quelli precedenti, su un tema che poi è anche di evidente difficoltà, perché se il Parlamento italiano discute da talmente tanti anni di questo tema, è perché il tema non è di così semplice soluzione; non basta dimezzare i tempi, non basta regalare una sorta di diritto, che diritto, peraltro, non è.

Allora penso che su questi temi serva grande cautela, grande prudenza. Non bisogna essere né miopi, né chiusi, ma non bisogna neanche inseguire mode o tendenze multiculturali che hanno dimostrato di non essere quello che serve al nostro paese. Infatti, così come i colleghi hanno citato tanti paesi, potrei citarne anch'io altrettanti, e penso alla civilissima Svezia che ha i propri quartieri messi a ferro e fuoco da immigrati che hanno la cittadinanza proprio in virtù delle loro leggi e dove c'è un welfare state assolutamente di primordine. Quindi evidentemente il problema non è la cittadinanza.

Io penso che chi vuole regalare questo diritto, faccia dei danni al nostro paese e, per quanto mi riguarda, penso che vada contrastata fino in fondo e in maniera netta questa tendenza totalmente mediatica e politica che viene portata avanti in maniera ossessiva dalla sinistra, che rischia di produrre ancora più danni rispetto a quelli che ha già fatto fino adesso.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Leoni.

Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Voglio intervenire senz'altro ripartendo dal discorso del consigliere Mumolo, che approvo ovviamente in pieno, quindi non vorrei ripetermi. Certo che in questo momento stiamo parlando, secondo me, di un diritto, di uno di quei tanti diritti che in Italia vengono facilmente calpestati perché diventano oggetto di dibattito tra forze di maggioranza e di opposizione. Elaborare delle leggi che riguardano delle persone, la vita delle persone e le scelte delle persone in base a questo criterio della maggioranza e dell'opposizione è estremamente sbagliato, ma è un difetto che noi, in Italia, abbiamo.

Lo ius soli è una espressione giuridica che indica l'acquisizione della cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul territorio di uno Stato. Abbiamo varie forme di ius soli, per esempio sono circa 30 Stati su 194 che applicano lo ius soli in modo automatico e senza condizioni, e sono gli Stati Uniti, il Canada, quasi tutto il Sud America. Gli Stati europei invece usano varie formule, come la Francia, la Germania, l'Inghilterra. Io credo che si potrebbe prendere da queste esperienze anche un esempio su come noi possiamo fare in Italia.

Una delle prime azioni che ho fatto come Vicesindaco di Reggio fu di dare la cittadinanza italiana, perché era arrivato il decreto del Presidente della Repubblica, ad una serie di persone. Queste persone garantisco che parlavano l'italiano correntemente, erano in Italia da molti anni, lavoravano, versavano i contributi, però avevano aspettato un tempo incredibile, visto che, come dice il consigliere Mumolo, non si rispettano neanche le date che diamo noi, per avere la cittadinanza italiana.

Però siamo in Italia, dove esiste addirittura una cosa che non esiste da nessuna parte, che è il reato di clandestinità, che è una cosa che ormai secondo me grida vendetta soprattutto in questi giorni, che ha degli effetti così nefasti tanto che secondo me bisognerebbe abolirlo subito in toto e con l'adesione di tutti.

Vediamo anche che questo fatto ha influenza anche sui giovani, addirittura su quelli che si vogliono iscrivere ad una società sportiva, e qui parliamo di ragazzi e di bambini, non stiamo parlando di adulti.

Quindi modificare e aggiornare una legge che soprattutto ridia dignità a persone che lavorano e che vivono e che nascono in Italia credo che ormai sia un passo che dobbiamo affrontare e lo dovremmo affrontare serenamente, pensando che viviamo ormai in un mondo globalizzato e che è incredibile avere persone in Italia alle quali non possiamo dare la cittadinanza italiana. Magari ci onorerebbero pure; mi viene in mente, me lo diceva anche il consigliere Grillini, che l'Argentina sia onorata di avere avuto come figlio di immigrati il Papa. Credo che ci siano anche casi in cui possiamo dire che gli immigrati o i figli di immigrati possono anche onorare lo Stato in cui vivono.

Ripeto, mi trovo in una condizione di non comprensione di un atteggiamento di questo tipo. Provengo anche da un'esperienza che è quella dell'insegnamento ai bambini nomadi. Fino agli anni Cinquanta, Sessanta, siccome si iscriveva all'anagrafe il bambino nato in un determinato comune, esisteva un metodo, che tutti conoscevano, che era quello che quando la donna nomade incinta stava per partorire, veniva caricata su una macchina e veniva trasportata nel comune vicino con la speranza che partorisse lì. Cominciava questo giro in macchina di partorienti portate, a volte proprio da persone del comune, perché andassero a partorire nei comuni vicini e quindi il bambino non venisse iscritto all'anagrafe del comune di provenienza. Adesso è stato superato questo problema, ma, credetemi, prendere atto che in Italia c'erano anche questi metodi spiccioli per evitare che un bambino che proveniva da un'etnia nomade venisse iscritto all'anagrafe di quel comune... Insomma, ne abbiamo viste di cose.

Siccome noi, tra l'altro, siamo un popolo che abbiamo dato emigrati a tutto il mondo, abbiamo visto anche la fatica che a volte hanno affrontato i nostri emigrati, credo che questo ci dovrebbe insegnare ad affrontare il tema dell'immigrazione e dei figli di immigrati e della richiesta di poter avere una cittadinanza in uno stato dove si nasce, si cresce, si va a scuola, si vive e si lavora e si comincia anche a morire, perché abbiamo ormai anche questo problema dei vecchi immigrati, e non solo.

Quindi il mio voto sarà senz'altro positivo all'ordine del giorno, che fa riflettere comunque i consiglieri e questa Regione su un tema così importante.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Prima di dare la parola al consigliere Manfredini - sono iscritti a parlare i consiglieri Manfredini, Lombardi, Noè, Grillini e Cavalli - ricordo che oggi la chiusura dei lavori d'Aula è alle quattordici. Alle quattordici è convocato l'Ufficio di Presidenza.

Ha chiesto intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Innanzitutto chiedo al collega Mumolo di fare una rettifica all'intervento che ha fatto prima nel passaggio in cui ha detto che i pescherecci non hanno aiutato i migranti o sono tornati indietro, perché in veste di avvocato credo che non sia a conoscenza dell'articolo 12, comma 2, che leggo: "fermo restando quanto previsto dall'articolo 54 del Codice penale, non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria nei confronti degli stranieri in condizioni di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato". Questo dice molto di più rispetto al dire: possiamo solo caricarli; parla di aiuti umanitari, di soccorso e di assistenza. Se si vede un extracomunitario, anche non regolare, che si sente male, abbiamo il dovere di assisterlo. Vorrei che il collega Mumolo facesse una rettifica.

Poi vi voglio ricordare che alle 18.57 del 28 marzo 1997 una piccola motovedetta albanese stracarica di immagati venne speronata da una corvetta della Marina militare italiana, la Sibilla, e in pochi minuti l'imbarcazione colò a picco nel canale d'Otranto. I superstiti furono solo 34, i morti 57, in gran parte donne e bambini. Chi c'era allora al Governo? Romano Prodi. Era già in vigore la Bossi-Fini? No. Chi era il Ministro degli Interni? Giorgio Napolitano. La cosa veramente più scandalosa è che nessun esponente del Governo Prodi rese omaggio alle vittime. Prodi all'epoca dichiarò: "la sorveglianza dell'immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il Governo ha il dovere di perseguire".

Allora chiedo proprio al collega Mumolo di fare una rettifica perché non vorrei che passasse per verità. Il Capo dello Stato e il Presidente Letta hanno dichiarato che se saranno scoperti chi sono coloro che non hanno dato aiuto, saranno anche perseguiti penalmente.

Ogni paese ha le sue regole per quanto riguarda i diritti di cittadinanza, ma la scelta di base che ogni ordinamento deve fare è quella tra ius soli e ius sanguinis.

Nei diversi paesi dell'Unione europea le procedure e le condizioni per l'acquisizione della cittadinanza cambiano caso per caso. In modo simile, in Italia, in Danimarca, in Grecia e in Austria è difficoltoso ottenere la cittadinanza per chi è nato nel territorio del paese da genitori stranieri.

In Irlanda, in Belgio, in Portogallo, in Spagna vige lo ius sanguinis.

In Germania i bambini nati a partire dal primo gennaio 2000 sul territorio tedesco da genitori non tedeschi acquisiscono la nazionalità almeno se uno dei due genitori ha il permesso di soggiorno permanente da almeno tre anni ed è residente in Germania almeno da otto anni. Ripeto: i bambini nati a partire dal primo gennaio 2000 sul territorio tedesco da genitori non tedeschi acquisiscono la nazionalità se almeno uno dei due genitori ha il permesso di soggiorno permanente da almeno tre anni ed è residente in Germania da almeno otto anni.

In Gran Bretagna si è cittadini alla nascita se almeno uno dei due genitori è cittadino britannico o è legalmente residente nel paese a certe condizioni, cioè dopo quattro anni di residenza e lavoro continuativo.

In Francia vige lo ius soli fin dal 1515. Attualmente vige addirittura il cosiddetto "doppio ius soli" che facilita l'ottenimento della cittadinanza per chi nasce su quel territorio nazionale ed è straniero a sua volta nato nello stesso territorio, cioè cittadini naturalizzati. Chi è nato invece da cittadini stranieri che hanno avuto almeno cinque anni di residenza in Francia, all'età di undici può conseguire la cittadinanza facendo richiesta una volta compiuta la maggiore età.

In Australia - andiamo anche fuori dal nostro continente - dopo il 1986 si è cittadini dalla nascita solo se almeno uno dei genitori è già cittadino australiano o è residente permanente. I bambini nati in Australia da genitori che non sono cittadini australiani o residenti permanenti acquisiscono automaticamente la cittadinanza australiana al compimento del decimo anno di età se hanno vissuto la maggior parte della loro vita in Australia.

Altri paesi in cui vige lo ius soli e lo ius sanguinis sono l'Armenia, la Bulgaria, la Croazia, l'Irlanda, Israele, la Polonia, la Serbia, la Turchia, l'Ucraina e l'Ungheria. Come specificato, tranne che negli Stati Uniti, in tutti i paesi del mondo vige questo principio e nessuno pensa di cambiarlo, specie con facilità come voi vorreste fare.

Lo ius soli in Italia è già un fatto acquisito, a diciotto anni si può chiedere la cittadinanza, quindi la legge va bene così com'è e non mi risulta che questi ragazzi vengono trattati differentemente dai ragazzi italiani, partendo dalla scuola alla sanità eccetera.

Il motivo per cui la sinistra italiana oggi vuole cambiare la legge, e quindi la Costituzione, è chiaro: avendo perso la sua ideologia, ha spostato la causa, ritenuta illuminata e progressista, alle "porte aperte a tutti". Noi non siamo d'accordo e di certo non siamo in grado di sobbarcarci i costi di questa politica scellerata in materia di immigrazione. Come già detto in tutte le occasioni di dibattito e di confronto, in particolare con la sinistra, lo ius soli in Italia è già un fatto acquisito ed è inutile cambiare la legge.

Faccio anche la dichiarazione di voto: noi chiaramente voteremo contro.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Il consigliere Mumolo ha chiesto di parlare per fatto personale. Ha a disposizione tre minuti, mi raccomando di attenersi al tema sottoposto da Manfredini.

La parola al consigliere Mumolo per fatto personale.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Intervengo solo per dire al consigliere Manfredini che non rettifico proprio niente perché quello che ho detto io purtroppo è quello che accade e provo a rispiegarlo in tre minuti. Se lei, consigliere Manfredini, soccorre per strada un immigrato extracomunitario privo di permesso di soggiorno che subisce un incidente stradale, lei non rischia assolutamente niente, fa il suo dovere di cittadino. Se il capitano di un'imbarcazione che si trova in mare vede una barca di immigrati che sta affondando e li carica sul suo peschereccio e poi arriva in porto con quel peschereccio e dice alla Capitaneria di porto: guardate, ho salvato queste persone, quel capitano di imbarcazione rischia il processo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Perché questo? Perché il Pubblico Ministero può ritenere che la cosa che racconta il comandante del peschereccio sia una cosa vera o può anche ritenere che invece sia una cosa falsa e che abbia portato lui degli immigrati in Italia.

Ora, questa cosa, collega Manfredi, non è che la dico io. Il Sindaco di Lampedusa, che sicuramente più di me ne sa e forse ne sa un pochettino anche più di lei, ha raccontato questa cosa in televisione. Le leggo la dichiarazione del Sindaco di Lampedusa che dice: "il nostro paese ha processato per favoreggiamento all'immigrazione clandestina pescatori che hanno salvato vite umane in mare" e racconta anche la vicenda di tre comandanti di pescherecci che sono andati sotto processo...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Costi): Chiedo all'Aula silenzio. Consigliere Bernardini, può chiedere chiaramente poi la parola per rispondere dopo...

 

(interruzioni)

 

MUMOLO: Vorrei finire, vorrei finire...

 

(interruzione del consigliere Manfredini)

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere Manfredini!

 

MUMOLO: Vorrei finire, consigliere. Io le sto dicendo ciò che è avvenuto. Dopo lei può essere anche contrario a ciò che è avvenuto, ma è avvenuto che queste persone sono state processate e poi assolte perché non avevano commesso il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, però intanto il peschereccio è stato fermo per un anno, però intanto quelle persone non hanno mangiato. Io le sto dicendo che chi è in mare deve obbligatoriamente, perché la nostra normativa lo prevede, salvare chi si trova in difficoltà, però purtroppo questo accade e allora una modifica della normativa anche in questo senso sarebbe utile per tutti. Stiamo ragionando di questo, non del fatto che la nostra legge prevede che qualcuno debba lasciare una persona in mare, stiamo ragionando solamente di questo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Credo che sia necessario riportare ordine in Aula.

Consigliere Bernardini, lei ha dieci minuti di tempo per poter intervenire, non per fatto personale, ma rispetto agli oggetti. Il consigliere Manfredini, se vuole...

 

(interruzione del consigliere Bernardini)

 

No, consigliere Bernardini, non le do la parola in questo momento. Se vuole, il consigliere Manfredini può intervenire visto che l'articolo 77 lo prevede e visto che lo scambio è stato tra i due consiglieri. Quindi, consigliere Bernardini, mi scusi, ma lei non ha diritto ad intervenire per fatto personale perché lei non è stato citato. Il consigliere Manfredini ha citato il consigliere Mumolo e il consigliere Mumolo ha citato il consigliere Manfredini. Consigliere Manfredini, se vuole aggiungere qualcosa, può farlo e poi la chiudiamo qua e riprendiamo il dibattito.

La parola al consigliere Manfredini per fatto personale.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Io voglio dire che uno può dire anche delle stupidaggini, ne sentiamo a iosa. Le parole dell'articolo 12, comma 2, parlano chiaro e il Capo dello Stato si è espresso chiaramente, punto. E anche questa mattina per Radio24 il responsabile della Marina ha detto la stessa cosa. Lei la pensi come vuole. Le porterò le dichiarazioni del Capo dello Stato e del Presidente Letta, che non sono gli ultimi arrivati. Lei ha dato un'informazione a suo piacimento e a suo gradimento, come il Sindaco di Lampedusa ha ritenuto fare queste dichiarazioni, ma non è vero, non è vero perché io ascolto il Presidente Napolitano e il Presidente Letta. Ho concluso. Poi faccia quello che vuole.

 

PRESIDENTE (Costi): Chiudiamo gli interventi per fatto personale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Volevo provare a riportare la discussione su un binario più tranquillo, però in premessa mi sento purtroppo di dire due cose, una molto sommessamente e con molto rispetto nei confronti della Presidenza. Non ritengo che l'intervento del collega Mumolo fosse per questione personale. Se ogni volta che qualcuno di noi contesta le affermazioni fatte da un altro collega, questo diventa un fatto personale, credo che riusciremo a gestire con difficoltà i lavori dell'Aula.

Detto questo, parto dalle considerazioni del collega Mumolo, che come avvocato faceva le sue argomentazioni. Seppure di vecchia memoria, sono avvocato anch'io, quindi mi sento di dire, collega due volte Mumolo, che ogni fattispecie di reato prevede il fatto che un Pubblico Ministero possa ravvisare un reato che poi in realtà non sussiste. Quindi citare questo esempio per il reato di immigrazione clandestina capisco che possa farle comodo in questo momento, ma allo stesso modo c'è il reato di rapina e a volte qualcuno viene accusato di una rapina che non ha commesso e così possiamo indicare per tutti i reati. Quindi non mi pare che questa sia una argomentazione giuridicamente rilevante.

Invece nel merito delle questioni proposte che ci portano ogni tanto a discutere di questi argomenti su cui chiaramente noi non abbiamo, come Aula, una grande possibilità di intervenire, a differenza di qualche altro collega io penso che sia utile che di argomenti come questi si discuta anche in un consesso, in un'Assemblea elettiva come la nostra. Vorrei però capire se prima o poi vogliamo affrontare seriamente il problema o vogliamo continuare a contrapporci tra schieramenti, per cui noi diciamo che voi volete agevolare l'immigrazione anche clandestina per motivi elettoralistici un domani e voi ci dite che siamo contro l'accoglienza dei trogloditi, ma non credo che in qualche modo risolviamo il problema.

Le posizioni più o meno urbane espresse in quest'Aula sono le posizioni presenti nel paese. Non è che tra di noi non siamo d'accordo, è il paese che è diviso su questi problemi. Semmai noi dovremmo avere la responsabilità nei confronti dei nostri rispettivi schieramenti elettorali di portarli tutti e due su posizioni plausibili nell'interesse della soluzione del problema, nell'interesse di riconoscere dignità a chiunque venga nel nostro paese, ma su questo dovremmo in qualche modo avere atteggiamenti un po' diversi e forse richiamarci a quel sentimento di verità che tanto piace al Primo ministro Letta ma che poi lui per primo, e noi forse per secondi, non utilizziamo.

Intanto bisogna chiarire che nessuno in quest'Aula, e quindi nel paese, non è favorevole all'accoglienza di cittadini stranieri, perché ognuno di noi nel proprio privato si troverebbe assolutamente nelle condizioni di soccorrere, aiutare, accogliere chiunque venga nel nostro paese. Cosa diversa è una politica rivolta all'immigrazione che uno Stato deve fare perché uno Stato non è il singolo cittadino buono o cattivo, lo Stato ha responsabilità nei confronti di una collettività e quindi la politica sull'immigrazione può avere anche alcuni risvolti che dal punto di vista invece personale possono essere anche superati.

La Bossi-Fini che voi tanto deprecate, se l'andiamo a leggere, al novanta per cento è la riproposizione della Turco-Napolitano. La grande differenza qual è? È che la Bossi-Fini dice che chi viene in Italia deve avere un lavoro. Poi ci sono mille eccezioni; se lo perde, ha tempo per ritrovarlo; se viene e lo cerca, ha tempo per cercarlo. Vogliamo discutere se sono pochi sei mesi, un anno, due anni? Discutiamo di questo, ma non contestiamo il principio in generale contrapponendoci come tifosi. Se sei mesi sono pochi, facciamo un anno, vediamo come si può fare, ma questo significa affrontare il problema, sennò vuol dire unicamente contrapporci per motivi strumentali.

Poi in Italia c'è il grande problema delle richieste di asilo. Tutti i colleghi hanno detto che non vogliono strumentalizzare la tragedia di Lampedusa e nemmeno io lo voglio fare, la cito solo sullo sfondo per proporre un ragionamento. Vi siete - mi riferisco alla sinistra - scagliati contro i respingimenti fatti dal ministro Maroni. Cos'erano questi respingimenti? Non è che uno andava lì e buttava in mare la gente. Evitava che queste persone partissero dalle loro coste, con accordi anche internazionali, eccetera. Qualcuno ha detto, non senza ragione: però in questo modo viene lesa la possibilità di questi poveracci di chiedere asilo politico perché così si respinge la totalità di coloro che vogliono venire senza valutare se qualcuno ha diritto all'asilo politico. È vero, questo può essere un limite della politica dei respingimenti, ma quanti richiedenti asilo politico possono essere sacrificati da impostazioni di questo tipo? E comunque vale la pena correre il rischio di sacrificare la legittima richiesta di uno che chiede asilo politico quando dall'altra parte c'è il pericolo di trovarci poi ad avere a che fare con tragedie come quella che abbiamo visto, che non è stata l'unica nel nostro mare? Allora è vero che io faccio venire chiunque e non respingo nessuno, ma c'è il rischio che i mercanti di morte approfittino di questa cosa e le tragedie succedono.

In questi giorni c'è stata una proposta di istituire un ufficio dell'Unione europea su quei territori per valutare le richieste di asilo politico. Bene, facciamo questo, su questo possiamo essere tutti d'accordo. Quindi i motivi per trovare possibilità di risolvere il problema ci sono se non vogliamo comportarci da tifosi.

Chiudo con lo ius soli. Non è così vero che in tutta Europa c'è, molti paesi nordici stanno clamorosamente tornando indietro rispetto a queste posizioni. Però è stato citato prima che il presidente Zaia ha fatto un'apertura in questo senso. Benissimo. Io non credo che fra di noi, qui, e, ripeto, per coloro che rappresentiamo, ci sia tanta difficoltà ad affrontare un discorso di questo tipo. Perché non discutiamo di quello invece di parlare dello ius soli, del giorno che uno viene qui, nasce qui eccetera? Tra l'altro vi invito a valutare questa possibilità: se è vero che ci sono richiedenti asilo politico, probabilmente è perché hanno situazioni di guerra nei loro paesi, quindi uno che richiede asilo politico può anche darsi che, finita la situazione di pericolo nel suo paese, abbia il desiderio di ritornare nel suo paese. Allora a questo punto questo si troverebbe con un figlio magari nato in Italia, cittadino italiano, e lui vuole tornare di là, con una famiglia con due cittadinanze diverse. Ricordo alcune ricerche fatte tempo fa proprio su questa cosa, c'è anche il rischio di scomporre questo tipo di famiglia.

Quindi valutiamoli tutti i problemi. Se la discussione è sugli otto anni così risolviamo anche il problema dei ragazzi che fanno sport, benissimo, su questo noi sicuramente troveremo una possibilità di convergenza.

L'ultima questione: battiamoci tutti insieme perché ci vogliono dieci anni per la richiesta di cittadinanza? Li vogliamo portare a nove, a otto? Oggi sono dieci? A dieci anni e due mesi un cittadino straniero deve avere la cittadinanza italiana, fine. Non deve fare duemila file, aspettare che gli arrivi da Roma, poi torna nella Prefettura, poi deve andare nella Questura, poi lui sì e la moglie no. Queste sono pecche del nostro paese, facciamocene carico e lavoriamo insieme su questo e magari abbandoniamo un attimo la propaganda, che a tutti, forse, fa comodo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Mi riconosco perfettamente nell'intervento del collega Lombardi, non mi ripeto e lo sottoscrivo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Condivido le cose dette dai colleghi del centrosinistra che mi hanno preceduto. Volevo semplicemente ricordare, a proposito della diatriba dei due consiglieri che mi hanno preceduto, che a me la cosa che ha colpito moltissimo sulla recente drammatica vicenda di Lampedusa - oltre al fatto che pare che tre pescherecci siano passati senza prestare soccorso proprio per la paura di essere inquisiti, che è un episodio che deve essere chiarito anche a livello di indagini - è il fatto che la Procura ha dovuto iscrivere i sopravvissuti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina con multa di 5 mila euro. Ora, che persone che si sono miracolosamente salvate, dopo avere, qualcuno, anche nuotato per quattro ore in mare in quelle condizioni, debbano essere anche denunciate francamente lo trovo un fatto come minimo disumano, incredibile, inconcepibile. Tutta l'Europa ha commentato questa vicenda e ha commentato questa notizia veramente con sbigottimento. Quindi che sia necessario modificare rapidamente quella legge penso che ormai ce lo chieda tutto il mondo che ci ha osservato.

Mi limito a dire una cosa cui tengo molto. Il problema dell'immigrazione ovviamente è un problema enorme perché c'è un pezzo di umanità disperata che si sta spostando. È successo molte volte nella storia, sta succedendo anche adesso. Siamo 7 miliardi di individui nel pianeta, entro qualche anno saremo 10 miliardi. Mi chiedo se il pianeta saprà reggere questa antropizzazione così forte. È evidente che in situazioni di guerra, di carestia, di fame, di terrorismo... perché a volte la gente scappa anche dai gruppi armati, contro i quali sembra non sia possibile un'azione internazionale efficace di contrasto. Noi ormai ci siamo abituati a notizie di autobomba che fanno trenta, quaranta, cento morti. Sono notizie quotidiane che io trovo veramente spaventose e credo che ci sia un'impotenza delle organizzazioni internazionali ad intervenire verso questo tipo di terrorismo e di violenza che lascia veramente sbigottiti.

Per cui, dicevo, abbiamo interi pezzi di umanità che scappano da condizioni disastrose rispetto alle quali la politica internazionale è assente, non riesce a dire nulla. Pensiamo per esempio alla Somalia, un intero paese lasciato a se stesso, abbandonato, letteralmente abbandonato, dove non esiste un governo riconosciuto da tutti, dove non esistono istituzioni funzionanti, dove esiste solo la legge del più forte, dove i gruppi dell’islamo-fascismo, che sono quelli che hanno fatto l'attentato in Kenya, o un paese come l'Eritrea, che ci dovrebbe essere caro per la responsabilità che l'Italia ha avuto nella storia verso questo Paese ed anche nelle colpe di questo Paese che facciamo finta di non vedere, dove vige una dittatura brutale, rispetto alla quale noi dovremmo dire qualcosa, dovremmo cercare di esercitare un'influenza, perché il punto è rappresentato dai paesi di partenza.

In ogni caso, poiché stiamo discutendo di ius soli, vorrei dire una cosa che mi sta particolarmente a cuore: qual è il nostro problema principale con riferimento all'immigrazione? È l’integrazione. Peraltro l'Italia, come tutti sanno, ha vissuto questo fenomeno in ritardo rispetto ad altri paesi, per esempio rispetto alla Francia. Il problema, dunque, è fare in modo che le persone che vengono in Italia, pian piano, siano integrate rispetto alle nostre leggi, alla nostra cultura, ai nostri costumi. Per quanto mi riguarda, ovviamente, un'attenzione particolare va posta alla garanzia dei diritti, per esempio, delle donne e dei bambini. Sappiamo bene, infatti, qual è il livello di cultura repressiva e autoritaria che esprimono alcune popolazioni immigrate che provengono da culture fortemente patriarcali e maschiliste.

In tal senso, l'integrazione diventa un problema fondamentale: imparare la lingua, vivere con le altre persone, non dare vita a comunità chiuse che riproducono sul territorio italiano il peggio di ciò che queste persone vivevano nel loro paese, da cui sono fuggite proprio perché era diventato impossibile viverci. Ebbene, quale migliore integrazione se non quella dei bambini che sono nati in Italia? Io rimango stupefatto a fronte del fatto che non si faccia questa considerazione. Sono persone già integrate, che parlano la nostra lingua, che spesso parlano in dialetto, ed in alcuni casi parlano solo il dialetto. Qualche tempo fa, per esempio, ho seguito una trasmissione televisiva a proposito di un signore di cultura islamica che voleva a tutti i costi impedire alla figlia di sposare un occidentale. Intervistati i fratelli della ragazza, che argomentavano di cultura, di mentalità, parlavano solo in dialetto veneto.

Si tratta di persone già integrate, che parlano già la nostra lingua, che escono con i loro coetanei italiani, ne condividono i costumi, i divertimenti, la vita quotidiana, la vita comune. Noi a queste persone dovremmo dare subito la cittadinanza, perché dare loro la cittadinanza è il modo per impedire che in Italia si formino comunità chiuse, separate dal resto della società, che riproducono sul nostro territorio gli schemi autoritari che vigono nelle organizzazioni sociali e familiari da cui provengono. Sono persone già integrate, alle quali diciamo che se, per esempio, gli è scappato di andare due mesi a trovare i familiari, interrompendo la loro permanenza in Italia, non gli diamo la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno di età, e che quindi devono andare a vivere in paesi da cui, ovviamente, si sentono molto lontani, perché non ne parlano neanche la lingua.

Pertanto, francamente, devo dire che sono molto stupito. Dopodiché, ci si può mettere d'accordo sul periodo, sulla regolamentazione della concessione della cittadinanza. Ma non si può pensare che persone che sono nate in Italia non siano riconosciute come italiane.

Infine, una considerazione. Come tutti sanno, in Italia abbiamo un problema demografico. Io non sono preoccupatissimo del calo delle nascite degli italiani, come molti altri. Ma non vi è dubbio che, senza immigrazione, la domanda è: chi pagherà le pensioni dei cittadini italiani, se non vi è un ricambio generazionale, a cui l'immigrazione contribuisce in modo assai consistente? Da questo punto di vista, fa scuola l’esempio dell’America, dove lo ius soli esiste.

Il collega Manfredini, nel suo intervento ha parlato delle leggi di altri paesi, ebbene, negli Stati Uniti, chi nasce sul territorio statunitense è americano. E se gli Stati Uniti, nonostante i loro guai, nonostante lo shutdown, nonostante lo scontro tra democratici e repubblicani che sta impedendo di approvare il bilancio, nonostante il rischio di default che stanno correndo, che è legato alla politica, non è legato all'economia, perché lì siamo di fronte ad un inizio di ripresa dell'economia, inizio di ripresa che consente al resto del mondo, a sua volta, di immaginare una ripartenza dell'economia e quindi anche dell'occupazione, ebbene, all'economia più potente del mondo ha contribuito, in modo indiscusso e prepotente l'immigrazione, e questa capacità degli Stati Uniti, con tutti i loro problemi, perché naturalmente anche lì ci sono i problemi, hanno un presidente nero, anzi il ministro Kyenge - che ha detto: "io non sono di colore, sono negra - ci suggerisce di dire "negro", è stata all'origine della prosperità, del benessere, dello sviluppo e della capacità economica di quel Paese. Non esisterebbero gli Stati Uniti, che continuano ad essere la principale potenza del mondo, senza un processo forte di immigrazione e di integrazione. Sappiamo tutti che, di recente, l'attuale Papa è andato a Lampedusa, raccontando che anche i suoi genitori erano immigrati in Argentina e che anche i suoi genitori, mentre arrivavano in Argentina, rischiarono di affondare con la nave.

In Italia, il processo di immigrazione è recente. Invito tutti, anche i consiglieri della Lega, a leggere il libro di Gian Antonio Stella che descrive quella che è stata l'immigrazione italiana, dove si legge - e concludo - che negli Stati Uniti gli italiani erano trattati esattamente con gli stessi discorsi, le stesse frasi, esattamente coincidenti, con le parola esattamente coincidenti, che adesso alcuni usano contro l'immigrazione che sta arrivando nel nostro Paese. Gli italiani sono stati trattati nello stesso modo. Rileggiamo la storia e cerchiamo di imparare dalla storia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.

 

CAVALLI: Grazie, presidente.

Mi ricollego subito a quanto diceva il collega Grillini, ricordandogli che ho dei parenti negli Stati Uniti e che ho avuto anch’io una famiglia di emigranti, quindi so benissimo che cosa vuol dire.

So benissimo che al nostro interno ci sono stati diversi dibattiti, la dimostrazione è il nostro governatore Zaia, che ha posto un problema non sullo ius soli, ma ha messo anche il punto, quello che noi chiediamo, in un dibattito interno anche acceso di confronto, visto che non siamo ideologici o cristallizzati, come ha detto una collega poc’anzi, dicendo che noi viviamo in una sfera di cristallo, no, noi, quando facciamo le nostre riunioni, le nostre assemblee, discutiamo e ci confrontiamo su idee anche diverse. L’idea del governatore Zaia può essere presa in considerazione, può essere anche declinata e messa da parte.

Secondo me, una persona, quando raggiunge i 18 anni, con una burocrazia molto semplice, può diventare cittadino italiano. Il problema è che, al giorno d'oggi, diversi cittadini che raggiungono i 18 anni devono affrontare un iter burocratico interminabile. Mi è capitato di incontrare diverse persone, che francamente credevo fossero cittadini italiani, le quali mi hanno raccontato di avere desistito dal fare la richiesta per diventare cittadino italiano proprio perché ci vuole troppo tempo e per la troppa burocrazia.

A mio avviso, possiamo sederci attorno a un tavolo, abbassare le barricate e trovare un punto d'incontro. Per esempio, noi siamo d’accordo sullo ius soli. I miei figli frequentano l’asilo con dei bambini extracomunitari, con i quali giocano, e non ho niente da ridire sul fatto che loro vivano insieme ad altri bambini.

Inoltre, devo dire che il 50 per cento dei clienti della mia attività è costituita da persone extracomunitarie, molte delle quali sono brave persone che lavorano, ma è anche vero che molte di queste persone sono le prime a perdere il posto di lavoro. Noi stiamo diventando un paese di emigranti, perché i nostri migliori giovani vanno all'estero, perdono posti di lavoro, e non trovano sbocchi occupazionali, sebbene abbiamo una cultura superiore, essendo, forse anche grazie alle nostre leggi, diplomate e laureate, devono andare all'estero, perché non abbiamo più la possibilità di dare loro lavoro.

Con riferimento al problema dello ius soli e dello ius sanguinis, io credo che dobbiamo sederci attorno a un tavolo, abbattere le barricate, e non dare la colpa alla Bossi-Fini per episodi così gravi, come quello capitato a Lampedusa. Forse il problema è che, cambiato il Governo, certi ministri vanno in televisione a fomentare l'arrivo di nuovi immigrati, che ovviamente si sentono più tutelati. Mentre quando c'era un ministro, che adesso è governatore, che usava degli accordi bilaterali con i paesi al di là del Mediterraneo, gli arrivi sul nostro territorio erano drasticamente diminuiti.

È un dramma quello a cui assistiamo tutti i giorni, con oltre diecimila morti in vent'anni, seimila morti più quattromila dispersi, senza contare tutti quelli che non sappiamo. Io credo che dobbiamo sederci attorno a un tavolo e non aprire le nostre frontiere. D’altra parte, l'abbiamo detto tutti, la Germania comincia a preoccuparsi, perché queste persone non si fermano più in Italia, ma vanno tutte in Germania, allora diventa un problema europeo. Siamo di fronte ad un doppio problema, di cui anche l’Europa si deve fare carico. Il nostro amico Sarkozy, quando ci fu l'invasione dei libici, chiuse le frontiere. Sarebbe questa l'accoglienza europea? E poi sarebbe l’Italia ad essere razzista? Io credo che dovremmo fare una politica comune europea, e che tutta l'Europa dovrebbe confrontarsi su un problema serio, qual è quello dell'immigrazione clandestina. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Cavalli

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente.

Questa discussione è estremamente delicata, soprattutto in questo particolare momento, proprio per la tragedia che abbiamo vissuto in queste giornate, una tragedia immane, la più grave che, come italiani, abbiamo vissuto nell'ultimo mezzo secolo. Non vorrei, però, che il nostro modo di pensare e ragionare fosse influenzato da questa situazione. Infatti, ho sentito (anche in quest’Aula) additare la responsabilità ad una legge, ad un atteggiamento degli italiani. Da questo punto di vista, voglio immediatamente sgomberare il campo: il nostro è un grande popolo, un popolo accogliente, un popolo straordinario. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare le forze dell'ordine - credo a nome anche dell’Assemblea -, che in queste ore stanno cercando di fare il possibile per recuperare quei corpi straziati. Ringrazio i Carabinieri, i sommozzatori della Marina, della Guardia di Finanza, non vorrei dimenticare i volontari, che su quell'isola stanno facendo il possibile.

Si tratta, quindi, di una questione sicuramente di natura giuridica, ma anche di natura umana, e vado subito al dunque. L’accoglienza ha un presupposto: il trattamento di queste persone con la dignità che meritano. Se questo è un problema, noi dobbiamo domandarci quanti stranieri possiamo accogliere in Italia. Questo è il problema principale. Esiste un numero? Un numero oltre il quale non si può andare? Oppure pensiamo davvero che l'Italia, magari insieme all'Europa, possa accogliere tutti coloro che hanno il desiderio di venire in Occidente, di vivere in queste realtà? Secondo me, questa è la domanda delle domande, alla quale dobbiamo dare una risposta. Ricordo che nel 2020 - non lo dico io, lo dicono fonti molto più autorevoli di chi vi parla - nel Maghreb gli abitanti saranno 450 milioni, in tutta l’Africa saranno 1,5 miliardi, ed il 50 per cento delle nuove generazioni vorrà venire in Europa, segnatamente in Italia.

In Italia abbiamo un sistema di welfare straordinario, abbiamo una sanità gratuità. Dobbiamo domandarci se abbiamo abitazioni da dare a tutte le persone, se abbiamo i fondi, se siamo in un momento particolare per potere accogliere queste persone che vogliono venire in Italia. Questo è, al di là della demagogia, il primo argomento che noi dobbiamo affrontare, e dobbiamo anche chiedere agli italiani se sono disposti ad ulteriori sacrifici per realizzare questa situazione.

Ricordo ancora che noi abbiamo un problema di diritto internazionale, un problema di reciprocità. Tanto per fare un esempio, qualche tempo fa, in Algeria, un barcone di lavoratori edili spagnoli, perché anche in Spagna morde la crisi, mentre l'Algeria è un paese ricco, molto ricco, ogni volta che apriamo uno dei fornelli che abbiamo a casa, il gas che fuoriesce da uno di questi fornelli proviene dall'Algeria, un paese ricchissimo, che ha passato momenti di enorme difficoltà, con una guerra civile che ha prodotto duecentocinquantamila morti, un paese che ha una legislazione, anche a livello internazionale, estremamente severa, ebbene, quel barcone di lavoratori spagnoli è stato preso, quei lavoratori sono stati immediatamente incarcerati, e sono usciti dopo mesi e mesi di galera.

In Italia, la cittadinanza - lo voglio ricordare - non è un diritto, la cittadinanza italiana è uno status, è una condizione. Quando un cittadino straniero viene in Italia non è che abbia come prima ambizione quella di ricevere la cittadinanza italiana, vuole una casa, vuole tranquillità, in moltissimi casi fugge da una situazione drammatica, chiede assistenza. Molte di queste persone chiedono lavoro, in situazione come la nostra, perché non possiamo chiudere gli occhi di fronte al numero di disoccupati che ci sono in Italia, questo è un problema che noi abbiamo. Allora, vogliamo ragionare in termini seri? Quanti posti di lavoro possiamo offrire? Ed è a questo punto che agganciamo il discorso della Bossi-Fini che, a differenza della legge Turco-Napolitano, che, come ricordavamo, viene recepita per il 90 per cento dalla Bossi-Fini, fa un salto ulteriore legando il permesso di soggiorno, quindi la permanenza, il rapporto di ospitalità, ad un contratto di lavoro. Secondo me, è proprio questa la grande intuizione della Bossi-Fini, diversamente noi ci troveremmo ad avere dei problemi seri. Peraltro - faccio un esempio - noi concediamo in via automatica a chi nasce in Italia la cittadinanza italiana, magari anche a chi è di passaggio, c'è chi vuole tornare a casa propria, e non può tornarci perché ci sono paesi a livello internazionale che non accettano il criterio della doppia cittadinanza, cioè noi diamo la cittadinanza a persone che magari non la vogliono, ed anche questo crea un problema.

Abbiamo, inoltre, il problema della identificazione, perché non esiste uno Stato con le frontiere aperte, non esiste, trovatemene uno voi, se siete capaci. Io so che ci sono leggi molto, ma molto più severe di quelle che abbiamo in Italia, la Bossi-Fini, se la paragoniamo a certe legislazioni, è una legge all'acqua di rose, ebbene, per entrare in Italia - dicevo - bisogna, come in qualsiasi altro paese, essere identificati. Molti stranieri si cancellano le impronte digitali e non sappiamo chi sono, mentre avremmo tutto il diritto di sapere chi viene nel nostro Paese, chi ospitiamo, chi stiamo aiutando, che persone sono. Mi rendo conto che tra queste persone ce ne sono molte che meritano di essere aiutate, ma ricordo a me stesso e ricordo all'Assemblea che, purtroppo, non possiamo vedere il mondo attraverso una lente deformante, quasi si trattasse di una situazione di zucchero filato. Purtroppo ci sono persone gravate da precedenti penali terribili, ci sono persone che escono da manicomi psichiatrici giudiziari, ci sono persone che hanno pendenze penali gravissime, ci sono persone che hanno partecipato a stragi nei loro paesi, e noi non sappiamo chi sono. Noi abbiamo la necessità di comprendere chi viene in Italia.

Qualche tempo fa, un amico volevo andare in Australia. In Australia vige il principio dello ius soli, ma uno ius soli alquanto particolare. Dovete sapere che, per andare in Australia semplicemente a lavorare, bisogna sostenere un esame di inglese scritto e orale, quindi bisogna conoscere la lingua, rispettarne la Costituzione, si deve ovviamente avere i documenti in regola, si deve fornire il proprio certificato penale (anche quello dei carichi pendenti), si deve essere un lavoratore specializzato, perché il tutto è legato al mondo del lavoro. In buona sostanza, vogliono sapere chi sei, che cosa vai a fare, quali somme di denaro porti in Australia.

Guardate, il nostro discorso si incentra tutto su un problema di natura tecnica, cioè ius sanguinis e ius soli. Lo ius sanguinis è per tradizione nella nostra legislazione da duemila anni. Voglio ricordare che lo ius soli consente a chi nasce su un territorio di una determinata nazione di diventarne automaticamente cittadino. Ora, in Australia questo può anche andare bene, perché la densità di popolazione per chilometro quadrato è di 2,2, cioè 2,2 cittadini per ogni chilometro quadrato; può andare bene negli Stati Uniti, dove la densità è maggiore e mi pare che si aggiri intorno al 16 per cento; potrei citare altri paesi in cui vige lo ius soli e la densità per chilometro quadrato è molto bassa. In Italia non è così, perché la densità per chilometro quadrato è pari a 202 abitanti.

Pertanto, nella nostra legislazione sussiste una ratio. Ecco perché ho il timore che questa deriva ideologica, anche sull'onda di quanto accaduto, possa portarci a dimenticare non solo quali sono le ragioni, ma quali sono i rischi e i pericoli, sotto il profilo della sicurezza dello Stato e sotto il profilo economico, di quella che potremmo definire una autentica invasione. Se si rompono gli argini, le strade sono due: o facciamo un ponte umanitario e invitiamo l'Africa a venire in Europa, con tutte le conseguenze, allora tutti noi dovremmo interrogarci su quanto siamo disposti a rinunciare di ciò che abbiamo, anche in termini di educazione, ché di questo si deve trattare, perché non pensiate che sarà possibile fermare l'ondata migratoria.

Qualcuno dice che i sogni non devono essere fermati, me ne rendo perfettamente conto, ma c'è anche chi vorrebbe diventare ricco commettendo anche altre cose. Ovvero dobbiamo mettere delle regole, dobbiamo avere una legislazione che ponga delle regole serie a chi viene in Italia. La nostra cioè deve essere un'accoglienza di qualità e non di quantità, accogliere chi veramente ha necessità e fare molta attenzione a chi ci mettiamo in casa, perché diversamente il rischio non è solamente quello di snaturare la cultura italiana, quella occidentale, e potrei proseguire ricordando che ci sono etnie che non hanno alcuna intenzione di integrarsi, e potrei proseguire ancora ricordando ciò che avviene in certi paesi in termini di intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani, dove quasi ogni giorno ne arrostiscono qualcuno in qualche chiesa. Ecco, facciamo attenzione a questa situazione gravissima, che rischia davvero di esplodere, perché se noi non mettiamo un freno ulteriore a ciò che si sta verificando, ovviamente con intelligenza, mettiamo l’Italia a rischio della propria esistenza, della propria sopravvivenza, come entità culturale e territoriale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Aimi.

Il consigliere Bernardini, che era iscritto a parlare, non è presente in Aula, pertanto, non essendovi altri iscritti a parlare, chiudo la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Non essendovi iscritti a parlare, chiudo le dichiarazioni di voto e procedo con le votazioni.

Sostituisco il consigliere Barbieri con il consigliere Luciano Vecchi nelle funzioni di scrutatore.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Monari. Ne ha facoltà.

 

MONARI: Grazie, presidente.

Chiedo la votazione mediante dispositivo elettronico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Per tutti e quattro i documenti?

 

MONARI: Sì.

 

PRESIDENTE (Costi): Prendiamo atto della richiesta e passiamo alle procedure di voto.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 3974, a firma dei consiglieri Naldi, Sconciaforni, Meo, Monari, Barbati, Grillini e Riva, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:

 

Presenti

 

34

Assenti

 

16

Favorevoli

 

25

Contrari

 

9

Astenuti

 

--

 

La risoluzione è approvata.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 3780, a firma dei consiglieri Carini, Monari, Luciano Vecchi, Paruolo, Pagani, Serri, Zoffoli, Barbieri, Piva, Mori, Casadei, Ferrari, Mazzotti, Alessandrini, Garbi, Mumolo, Montanari, Pariani e Riva, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:

 

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Favorevoli

 

26

Contrari

 

9

Astenuti

 

1

 

La risoluzione è approvata.

Si proceda alla votazione della mozione, oggetto 3989, a firma dei consiglieri Leoni, Bignami, Filippi, Malaguti e Pollastri, con l'uso del dispositivo elettronico, scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

10

Contrari

 

26

Astenuti

 

1

 

La mozione è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4253, a firma dei consiglieri Mumolo, Monari, Serri, Moriconi, Paruolo, Pagani, Barbieri, Piva, Marani, Casadei, Bonaccini, Fiammenghi, Alessandrini, Carini, Zoffoli, Pariani, Montanari, Mori e Riva, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Favorevoli

 

28

Contrari

 

2

Astenuti

 

8

 

La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 4402

Mozione proposta dai consiglieri Barbati, Grillini e Luciano Vecchi, per invitare il Governo a porre in essere azioni, nell'ambito del contrasto verso le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali, volte a garantire i diritti civili e la sicurezza dei cittadini LGBT nella Federazione Russa e a concedere asilo politico alle persone LGBT perseguitati nella Federazione Russa che ne facciano richiesta

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Passiamo ora alla mozione oggetto 4402.

È aperto il dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente.

Chi ha avuto il tempo di leggere la mozione sa che nella premessa della stessa ripercorriamo a grandi linee la storia del fenomeno della diversità dell'orientamento sessuale in Russia.

È un fenomeno particolarmente odioso perché ha radici nella storia dell’Unione Sovietica, e la persecuzione della diversità è inaccettabile per la cultura europea.

Noi riteniamo gravissimo criminalizzare gli omosessuali mediante la condanna al carcere o ai lavori forzati per tutelare una presupposta integrità sociale.

In questi giorni, abbiamo visto che la normativa di recente introdotta dal Governo russo è palesemente discriminatoria sotto molteplici profili, e si presta ad interpretazioni strumentalizzabili che possono, da un lato, rafforzare lo stigma sociale e i pregiudizi; dall'altro, legittimare condotte repressive della libertà di espressione ed istigare a colpire chi rappresenta il diverso. Infatti, abbiamo assistito in Russia ad episodi di attacchi anche fisici a persone che ci fanno davvero rabbrividire.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutt’Europa. Questa legge, che è stata promulgata il 2 luglio, che vieta addirittura attività di propaganda di relazioni sessuali non tradizionali in presenza di minori, in quanto palesemente discriminatoria e pregiudizievole dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dal diritto internazionale, dal diritto europeo e dai principi costituzionali comuni agli stati democratici, riporta la Russia ai tempi antichi … non volevo citare Stalin perché mi sembra più un problema politico che un problema di gravità di questo atto. Come Italia dei Valori, siamo da sempre contrari a qualsiasi provvedimento normativo, a qualsiasi comportamento discriminatorio comunque posto in essere contrario a qualsiasi libertà di espressione non solo della propria identità sessuale, ma anche della scelta religiosa o della scelta di come vivere, come peraltro stabilisce la nostra Costituzione, che vogliamo continuare a rispettare.

Con questa mozione, chiediamo che questa Regione, che reca nel proprio Statuto il rispetto dell’individuo, alla luce dei sopracitati principi costituzionali nonché delle Convenzioni europee e internazionali sui diritti umani ratificate, inviti il Governo a censurare istituzionalmente la normativa discriminatoria introdotta dal Governo della Federazione russa, anche attivandosi in seno al Consiglio d'Europa al fine di ottenere il rispetto da parte della Federazione russa degli obblighi di non discriminazione derivanti dalla sua adesione all'organismo internazionale e dalla ratifica della CEDU; ad impegnarsi fin d'ora a concedere asilo politico alle persone che hanno orientamenti sessuali diversi - facenti parte di queste associazioni che ritroviamo anche in Italia, che in questi giorni sono state oggetto di una campagna di un certo tipo, vedasi la vicenda di Barilla che ha espresso delle opinioni particolari, con riferimento alle quali mi complimento con il collega Grillini per avere incontrato l’imprenditore Barilla al fine di chiarire questo tema, mettendo in atto un'operazione culturale importantissima - che vengono perseguitate e che possono essere incarcerate o semplicemente picchiate, tormentate o discriminate.

A nostro avviso, la Regione Emilia-Romagna può senz’altro farsi interprete di un modo di accettare la diversità di opinione, di religione e di orientamento sessuale e sociale, anche a livello nazionale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente.

Ringrazio i colleghi Barbati e Grillini per avere predisposto la proposta di mozione che stiamo discutendo, che con il loro permesso ho voluto sottoscrivere, in primo luogo perché si tratta di una mozione molto puntuale e completa che ci sarà utile, come dirò fra un attimo, anche nelle sedi internazionali; in secondo luogo, perché sottolinea una vicenda estremamente grave, che in qualche modo tocca anche una parte dell'ordinamento del nostro Paese, in quanto Paese membro del Consiglio d'Europa.

Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di un prodotto di quello che qualcuno chiamerebbe il pensiero e l’azione di un grande liberale dei tempi moderni, che corrisponde al nome Vladimir Putin, e del suo entourage; e parliamo di una questione che riguarda non solo la Federazione russa, ma come sottolineato in maniera importante da parte dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa anche altri due Paesi, l’Ucraina e la Moldavia, dove quella particolare versione del pensiero liberale ha un'influenza molto grande.

Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando non soltanto di una legislazione che discrimina le persone sulla base dell'orientamento sessuale, cosa peraltro contraria non soltanto ai principi fondanti dell'Unione europea da quando è stata adottata la Carta dei diritti e da quando essa è stata inserita nel Trattato di Lisbona, ma che riguarda anche una parte importantissima della normativa del Consiglio d'Europa, peraltro sottoscritta e ratificata dalla stessa Federazione russa, dalla Repubblica ucraina e da quella di Moldavia, e che sottolinea la decisione sovrana di questi Paesi di fare parte di quella comunità di diritto e di valori che si chiama Consiglio d'Europa, di cui l'Italia è parte fondante, e che quindi ci riguarda direttamente. Non stiamo parlando soltanto - dicevo - di una legislazione che discrimina l'orientamento sessuale o le pratiche non tradizionali, ma è qualcosa di molto più forte, a proposito di campioni del pensiero liberale, perché la legislazione, almeno quella adottata dalla Federazione russa, punisce la propaganda non solo dell'omosessualità ma di tutta la sessualità non tradizionale, e punisce con il carcere anche chi esprime tolleranza o comprensione nei confronti degli omosessuali o di tutti coloro che hanno un orientamento sessuale non tradizionale.

Siamo di fronte, quindi, ad una aberrazione, a mio avviso, senza precedenti, neanche in legislazioni pure, come viene ricordato nella mozione, a cominciare da quella dell'Unione Sovietica, estremamente pesanti e con pratiche estremamente pesanti.

Stiamo parlando, cioè, di uno o più Paesi che hanno sottoscritto principi e accordi di un’organizzazione internazionale di cui l'Italia fa parte, che contraddicono - attenzione! - non soltanto verso i propri cittadini, ma verso tutti coloro che si trovassero a transitare fisicamente o anche virtualmente nel loro Paese, sottoponendoli ad una restrizione inaccettabile della libertà di parola.

Faccio un esempio molto concreto. Da un paio d’anni sono membro di un organismo del Consiglio d'Europa, il Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d'Europa, ho interrogato più volte, e mi appresto a farlo anche sulla base di questa risoluzione che - immagino - adotteremo alla fine di questo mese a Strasburgo, nella sessione semestrale di tale organismo, che equivale più o meno al Comitato delle Regioni del Consiglio d'Europa, ponendo non soltanto una domanda al Segretario Generale Jagland, che in effetti mi ha dato ragione, ha dato ragione a me e a coloro che sostenevano la mia tesi, e cioè che queste normative sono contrarie alla lettera e allo spirito non soltanto dei trattati sottoscritti, ma anche della filosofia di fondo, che quindi mettono in mora la Federazione russa rispetto agli impegni internazionali sottoscritti, ma ho posto anche la seguente una domanda: se il sottoscritto, o qualunque rappresentante istituzionale di qualunque paese del Consiglio d'Europa, partecipa ad una riunione istituzionale, esprime delle idee e poi svolge una conferenza stampa sul territorio russo è passibile di sanzione sulla base della legislazione russa? Sì, purtroppo.

Come vedete, sono rimasto in punto di diritto. È ovvio che il tema va molto al di là di questo, perché corollario di questa legislazione è una pratica di violenza, di repressione, persino soppressione fisica nei confronti di persone LGBT o anche di persone che, essendo eterosessuali, esprimano tolleranza o comprensione nei confronti dei diversi orientamenti sessuali, che mina le fondamenta non soltanto dei più elementari principi di umanità, ma è a sua volta (la legislazione stessa) foriera di ulteriori violenze.

Da questo punto di vista, penso sia assolutamente corretto che questa Assemblea legislativa si esprima. Ricordo peraltro - lo sottolineo nuovamente - che il divieto di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale è, dal momento in cui il nostro Paese ha ratificato il Trattato di Lisbona e prima ancora la Carta dei diritti che aveva rango di trattato, elemento costituzionale e fondativo della nostra stessa legislazione, ed è per questo che credo che sia utile che anche da un organismo come il nostro, che fa riferimento ad un quadro costituzionale nazionale ed europeo, si esprima la più grande censura nei confronti di una pratica che è legislativa, ma anche amministrativa e sociale, di discriminazione, sottolineando come questo sia incompatibile con le comunità di valori alle quali il nostro Paese appartiene. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente.

Ringrazio i colleghi che mi hanno preceduto, che hanno detto parole molto significative, e per avere ideato e sottoscritto questa mozione insieme con me (i colleghi che la condividono possono sottoscriverla).

Attribuisco grande importanza a questo atto che stiamo per compiere nella nostra Regione, a questa mozione, per le ragioni di cui ha detto la consigliera Barbati e per le ragioni di cui ha detto il consigliere e amico Luciano Vecchi, perché, essendo la prima di questo genere in Italia (altri colleghi, in altre regioni, intendono presentarla), potrà essere utile anche nell'attività internazionale.

L'approvazione della legge contro la sessualità tradizionale, così recita la normativa russa, non hanno neanche avuto il coraggio di scrivere chiaramente le parole "omosessuale" o "gay", che in Russia spregiativamente si dice "azzurri"; ogni paese ha una parola spregiativa per definire le persone omosessuali, in Russia si dice "galuboi", "azzurri". Considerato che la nostra squadra nazionale di calcio è denominata "azzurri", non so che cosa succederà quando andranno in Russia, magari non li faranno giocare visto che si chiamano "azzurri".

L'approvazione di questa legge - dicevo - vieta qualunque azione di "propaganda" positiva, nel senso che se ne può parlare male: se se ne parla male, non succede niente; se se ne parla bene, si corrono rischi penali seri. In particolare questa legge si è accanita contro gli stranieri, che addirittura rischiano l'arresto, la detenzione e multe molto salate. Finora, questa normativa, che è stata approvata da larga parte del parlamento russo, quindi evidentemente fa parte di una mentalità patriarcale maschilista che in quel paese è dura a morire, è una normativa che di fatto vieta qualsiasi organizzazione libera per la comunità LGBT, che per i colleghi che non lo sapessero è l’acronimo di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, sul territorio russo.

Per la verità, questa legge ha dato la stura a comportamenti omofobi anche molto violenti su tutto il territorio della Russia. Innanzitutto, ha dato il via libera all’azione dell'estrema destra russa. Sappiamo che i gruppi neonazisti sono diventati molto forti in tutta l'area ex sovietica. Molte persone sono state barbaramente malmenate, addirittura con sistemi di adescamento on-line, alcune sono state anche uccise. Questa norma, quindi, ha radicalmente peggiorato le condizioni di vita di milioni di cittadine e cittadini LGBT in Russia.

Non è sempre stato così. Nella Russia della Rivoluzione d'Ottobre era stato cancellato il codice penale zarista, che prevedeva anch’esso pesanti pene per le persone omosessuali, e c'era stato un periodo di alcuni anni di grande libertà, che oltretutto aveva favorito la creatività della produzione artistica, perché laddove c'è libertà c'è più produzione artistica e intellettuale, c’è più benessere e una migliore qualità della vita per tutti. Quando arrivò il regime stalinista ci fu la stretta, e proprio a causa di questa stretta cominciarono ad esserci i primi gravi problemi, tra i quali credo che possiamo citare il suicidio di un gigante della cultura e della poesia mondiale come Vladimir Majakovskij, che si può considerare legato a questo clima.

Con lo stalinismo, in Unione Sovietica abbiamo una brutale repressione dell'omosessualità, perché l'omosessualità torna ad essere illegale. Molti omosessuali furono internati nei campi di concentramento in Siberia, nei gulag. Bastava un'accusa banale da questo punto di vista per finire nei gulag. Il caso più clamoroso è quello del regista Sergei Paradjanov, un grande regista, in favore della liberazione del quale ci fu una grande campagna internazionale.

Con la caduta del Muro di Berlino, con l'avvento anche in Russia della democrazia elettorale, nel 1993 finalmente ci fu l’abrogazione dell'articolo 121 del codice penale russo, che prevedeva il carcere per le persone omosessuali. Durante l'epoca di Eltsin, la Russia aveva bisogno di affermarsi a livello internazionale come paese democratico e liberale, e la cancellazione - lo dico ai colleghi perché è la verità - delle leggi antiomosessuali, omofobe è considerata a tutt'oggi uno dei parametri per giudicare se un paese è democratico o meno. Non a caso, per esempio, in Serbia, nella cui capitale purtroppo non è stato possibile celebrare la manifestazione del gay pride, c’era un osservatore dell'Unione europea, perché la Serbia ha chiesto l'adesione all'Unione europea, ed onestamente è giusto che l'adesione di un paese sia possibile solo se questo paese è democratico. Se in un paese non è possibile neanche svolgere liberamente una manifestazione, evidentemente, questo paese non è democratico. Recentemente, il presidente russo Putin ha fatto alcune affermazioni di cui voglio dare lettura in quest’Aula, perché sono veramente ridicole e danno la misura di che cosa significa avere una cultura omofoba ed autoritaria, perché l'approvazione di questa legge ci dà il segno di una involuzione autoritaria di quel paese. Riporto da il Corriere della Sera: "Vladimir Putin, il presidente della Russia, parlando con l'ex presidente della Commissione europea Romano Prodi ha detto la sua su quello che sta succedendo in Italia al suo amico Silvio Berlusconi.

L'analisi dell'ex membro del KGB è piuttosto curiosa, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, ‘Sì, so che tra voi non ci sono buoni rapporti - tra Prodi e Berlusconi -, ma Berlusconi è sotto processo perché vive con le donne, se fosse un gay nessuno lo avrebbe toccato, nemmeno con un dito’". A questo punto, mi verrebbe una battuta, ma mi trattengo. Continua il presidente russo, ex capo del KGB (servizi segreti sovietici): "Gli europei si stanno estinguendo. I matrimoni fra persone dello stesso sesso non portano bambini". Falso perché gli omosessuali hanno bambini come tutti gli altri, bisognerà che qualcuno glielo dica. L’ha affermato nel suo intervento alla conferenza annuale del Club Valdai, che riunisce analisti, politici e giornalisti interessati alla Russia. Putin ha quindi criticato le politiche dei Paesi europei in materia di matrimonio tra coppie dello stesso sesso: "politiche che mettono le famiglie con molti figli sullo stesso livello dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, la fede in Dio e la fede in Satana", ha concluso il presidente russo.

È evidente che un'involuzione così grave della situazione nel Paese russo non può non interessarci, non può non colpirci, non può non attirare la nostra attenzione, perché ciò che avviene in Europa, e la Russia è un autorevole membro del Consiglio d’Europa, può finire per influenzare anche la dinamica politico-sociale del resto d'Europa. Ed io credo che questa involuzione autoritaria, che implica ovviamente molti altri atteggiamenti, molte altre prese di posizione negative, non può certamente essere considerata un affare interno della Russia, anzi ci deve coinvolgere in prima persona.

Pertanto, chiedo ai colleghi, al di là di quello che ognuno di noi può pensare, di riflettere sul fatto che è compito di tutti noi batterci perché anche in Russia ci sia una democrazia compiuta, che garantisca a tutti il diritto di manifestare, che garantisca a tutti il diritto di associarsi, che garantisca a tutti la possibilità di esprimere le proprie idee e le proprie opinioni, senza repressione e senza autoritarismo alcuno.

In Italia, da questo punto di vista - concludo -, abbiamo delle buone leggi. Per esempio, la legge del 2007, in materia di rifugiati politici che, all'articolo 12, dice che possono essere comprese gravi discriminazioni e repressioni di comportamenti riferiti al richiedente e che risultano oggettivamente perseguiti nel Paese d'origine o di provenienza e non costituenti reato per l'ordinamento italiano. Noi abbiamo già buone leggi che ci consentono di garantire lo status di rifugiato per persone che sono perseguite nei loro paesi per cose che non sono reato nel nostro, è già stata applicata, è già stata applicata in diverse decine di casi, quindi richiamare, da questo punto di vista, come fa questa mozione, oltreché criticare severamente l’involuzione autoritaria e omofobia della Russia, l'applicazione di questa normativa a me sembra doveroso, ed un segnale che anche gli altri Paesi europei devono cogliere ed esprimere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente.

Ho letto la mozione con attenzione, ed in primo luogo devo dire che, a mio avviso, nessuno in quest’Aula può non condannare questa legge russa oscurantista, ed io sono il primo a condannare sia quel tipo di regime sia la legge che non condivido in nessun modo.

Ho deciso, però, di intervenire perché, pur apprezzando le storiche battaglie che il collega Grillini fa su questo versante, stimandolo per questo, trovo un velo di ipocrisia generale sull'argomento dei diritti. Lo dico perché oggi si è mossa l'Unione europea su questa tematica. Sappiamo che la Russia è uno Stato che, nello scacchiere internazionale, a certe politiche dà fastidio, e vi è stata una grande alzata di scudi generale su questo tema, che io condivido.

Non condivido, però, il fatto che si chiudano gli occhi su altre questioni. Leggiamo che Venezia ha interrotto i rapporti economici con la Regione di San Pietroburgo. Ci sono state delle prese di posizione molto forti, ed anche in questa risoluzione si chiede al Governo di intervenire.

Ebbene, a questo punto mi chiedo come ci poniamo nei confronti di un Paese, nelle relazioni economiche, come gli Stati Uniti, in cui vige la pena di morte; come ci regoliamo con la Cina, dove per lo stesso motivo noi dovremmo dare asilo politico a tutti i lavoratori cinesi, perché come qui è specificato: lo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche, tra cui quelle sindacali e del lavoro, garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica. Allora, facciamo una risoluzione anche per condannare il regime cinese e per chiedere al Governo che dia asilo ai lavoratori cinesi che sono sfruttati nel territorio; oppure chiediamo di interrompere le relazioni con un Paese che, a Guantanamo, tortura le persone o che prevede la pena di morte.

Capisco che può essere un po' difficile e sicuramente per l’ipocrisia generale politicamente scorretto, però, leggendo la risoluzione, mi è venuto questo pensiero.

Dopodiché, la Russia (e segnatamente il premier Putin) è un Paese che politicamente disprezzo, non uso mezzi termini. Sia chiaro, non sono scontento che la comunità internazionale si stia muovendo contro questa legge oscurantista. Figuriamoci, la mia società ideale, sotto il profilo storico, è quella greca, dove l'omosessualità era estremamente libera. E credo che, come diceva il consigliere Grillini, la tolleranza verso queste tematiche sia segno di grande democrazia, del livello democratico di un paese. Tuttavia, non posso non chiedermi come mai, davanti ad altre battaglie e davanti ad altre questioni che pure andrebbero combattute, si chiudano gli occhi. Ovviamente, darò il mio voto favorevole alla risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Favia.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.

 

CORRADI: Grazie, presidente.

Probabilmente resterò solo ed isolato, ma ho una posizione assolutamente dissenziente rispetto al testo di questa risoluzione, e vado a spiegarne le ragioni.

In primo luogo, credo che sia una risoluzione affetta da notevole strabismo, anche perché le norme introdotte dal Governo russo, che vengono biasimate - leggo testualmente perché non le conosco, quindi faccio riferimento a quanto hanno scritto i consiglieri Barbati e Grillini nel testo della loro risoluzione -, si pongono l'obiettivo di vietare - leggo testualmente - le attività di promozione di relazioni sessuali in presenza di minori e l'apologia di orientamenti sessuali non tradizionali, in presenza - sempre - di minori. I minori - lo ricordo - sono coloro che vanno da zero a diciotto anni, compresi i bambini che hanno due, tre, quattro, cinque anni; e ricordo a tutti che, tra l'altro, i minori godono di una tutela da parte delle convenzioni Onu, che anche il nostro Paese ha sottoscritto, con riferimento a quelli che possono essere pressioni o attività volte a turbare la loro crescita con tematiche di carattere sessuale.

Semmai vi è un limite nella normativa russa è proprio quello di limitare la censura, visto che parliamo di norme nei confronti di minori, se si è in presenza di relazioni sessuali non tradizionali. Questo è il grave limite che, semmai, trovo nella normativa russa. Il fatto che sia, invece, per certi versi, forse consentita attività di promozione o di apologia - parlo di persone da zero a diciotto anni -, se si tratta di relazioni tradizionali. Questo è il limite che trovo, non il fatto che ci sia un divieto solo per la parte relativa alle attività omosessuali o comunque classificate come non tradizionali.

È questo il motivo per cui, personalmente, non condivido il testo della risoluzione, e annuncio fin da ora il mio voto contrario. Vi ricordo che si tratta di norme per la tutela dei minori. Ragionate su questo, non anteponete ai minori interessi e pulsioni di altra natura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.

Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente.

Solo per replicare al consigliere Corradi, che avrebbe fatto meglio a leggere con più attenzione il testo della risoluzione, magari anche ad informarsi meglio su quello che è stato scritto da tutta la stampa mondiale su questa vicenda.

Citare i minori nella legge è chiaramente un escamotage per evitare le manifestazioni pubbliche. Con questo escamotage in Italia si potrebbe evitare qualunque manifestazione pubblica organizzata in strada.

Pertanto, evitiamo di dire cose che non hanno senso, perché lì è stato vietato tutto. Se in Russia si parla bene o comunque si cerca di contrastare l'omofobia o di fare delle campagne contro i pregiudizi, si può finire in galera. Questa è la verità dei fatti, cosa che già è successa. Tant'è che si è aperto un dibattito clamoroso sui campionati mondiali di atletica, che si sono appena svolti, dove abbiamo visto le atlete russe addirittura baciarsi per protesta, abbiamo visto le atlete svedesi esibire la bandiera rainbow con i colori internazionali del movimento LGBT.

Adesso si pone il problema dei Giochi olimpici invernali che si svolgeranno a Sochi tra un anno, a proposito dei quali, a ripetizione, i ministri russi dicono che i diritti degli atleti saranno garantiti, eccetera, eccetera.

La questione rappresenta quindi elemento di dibattito internazionale. Pertanto, evitiamo di trovare degli escamotage e delle furbizie, perché sappiamo bene qual è la natura del problema. Naturalmente, io voterò a favore della mozione, e spero che altrettanto facciano i colleghi, perché si tratta - lo ripeto - di una involuzione autoritaria che investe anche altre questioni.

Al collega Favia, che ringrazio per il preannunciato voto favorevole, dico solo che è evidente che possiamo discutere un tema per volta, non possiamo discutere di tutto quando si discute tutto, quindi ora discutiamo di questo che, peraltro, è un tema che sta particolarmente a cuore alle organizzazioni internazionali dei diritti umani, di tutti i diritti umani, non solo quelli LGBT. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente.

Devo dire che se fossi in Russia, visto che sono amica del collega Grillini, potrei essere anche multata o incarcerata.

Non sono minorenne, ma pare che la legge preveda anche che chi è maggiorenne ed intrattiene rapporti di amicizia o fa un pezzo di strada con un trans potrebbe essere non dico mandato in Siberia ma comunque avere dei problemi.

Devo dire che rifletterò, non so se l'amicizia di Franco Grillini valga tutti questi sacrifici. Scusate la battuta. Ma questo per rendere l'idea di quanto una legge influisca anche sui rapporti umani, ed è questo che è sbagliato. Al di là delle scelte che ognuno di noi fa in base al proprio orientamento sessuale, non si capisce perché le persone non possano accettarsi così come sono.

Io penso che questa involuzione della Russia, visto che non è tanto lontana da noi, sia gravissima, perché è voluta, visto che in Russia in momenti storici diversi vi è stata un'apertura anche con riferimento alle diversità di orientamento sessuale, quindi è chiaramente frutto di una involuzione autoritaria, ed è preoccupante, perché magari si comincia proprio con i diritti civili per arrivare a cose anche peggiori, anche se devo dire che non credo ci sia niente di più grave del non dare alle persone il diritto di scelta.

Con riferimento alle argomentazioni del consigliere Favia, devo dire che la mozione, che peraltro fa un excursus storico, come dicevo all'inizio del mio intervento in discussione generale, mi sembra - non lo dico perché sono la prima firmataria - molto precisa, corretta, e chiede alla Regione Emilia-Romagna solo di intervenire e di dare - come già prevedono le leggi europee -asilo politico a chi viene discriminato, quindi non è ipocrita parlare di questi temi, perché noi abbiamo bisogno davvero di raggiungere un livello culturale più alto.

Pertanto, collega Favia, tacciarla di ipocrisia mi sembra veramente esagerato ed un po’ malevolo, specialmente se poi si decide di votarla. È evidente che non possiamo, in una mozione che riguarda la Regione, dichiarare la guerra dei mondi, andando in lotta con tutti i paesi che intrattengono rapporti commerciali con la Russia, perché sarebbe veramente assurdo, ma insistere affinché comunque la Regione sia anche di esempio per quanto riguarda la tutela e il rispetto dei diritti ed il rispetto anche delle leggi europee, perché siamo europei, quindi se l'Europa prevede l’asilo politico per questi temi, credo che, da parte nostra, dare questo tipo di disponibilità non sia ipocrita né strabico, come dice il collega Corradi, ma sia un atto quasi dovuto, mettiamolo per iscritto, ma è un atto dovuto da una legge che già esiste. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.

 

CORRADI: Grazie, presidente.

In dichiarazione di voto, per chiedere la votazione dell’oggetto mediante dispositivo elettronico, e per replicare rispetto agli interventi fatti poc'anzi dai colleghi presentatori della risoluzione. Innanzitutto, vorrei fare presente alla consigliera Barbati e al consigliere Grillini che, mentre Grillini cita me come soggetto che non conosce la normativa russa, e convengo ché non conosco a menadito la normativa russa, la consigliera Barbati ne parla con "pare che la citata legge preveda anche", ebbene, consigliera Barbati, i "pare" non sono fonte di diritto in Italia, in Europa, e non rientrano tra le fonti del diritto neanche nella normativa russa, per quanto i miei ricordi di giurisprudenza dell'epoca non siano poi così verdissimi.

Detto questo, rileggo testualmente la risoluzione che avete sottoscritto e le censure che apportate agli interventi normativi russi: "vietare l'attività - leggo testualmente - di promozione di relazioni sessuali in presenza di minori e l'apologia di orientamenti sessuali in presenza di minori". Terzo punto della tanto criticata normativa - leggo ancora testualmente -, considerata di stampo omofobo, consiste nel fatto che vieta le adozioni di bambini russi da parte di coppie omosessuali. Questi sono i tre punti che giustificano questa risoluzione di fortissima censura, ossia il fatto che si cerchi di tutelare i minori russi da attività di promozione sessuale, ed il fatto che la Russia abbia scelto - ad oggi anche in Italia è così - di non autorizzare l'adozione di minori da parte di coppie gay. Questi sono i tre punti su cui si basa questa risoluzione, che - vi assicuro - ho letto con molta attenzione.

Posto che tra i punti vi è anche il discorso delle adozioni da parte delle coppie gay, sui quali anche il nostro Paese ha una legislazione al pari di quella russa, chiediamo al nostro Governo di censurare se stesso, perché siamo esattamente nello stesso contesto.

Questo è il motivo per cui annuncio il voto contrario, ma soprattutto chiedo il voto elettronico sull'oggetto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente.

Ovviamente, come dice il collega Grillini, i temi si affrontano uno alla volta. In questo caso, in dibattito generale, mi è venuto lo spunto per allargare la visione, senza con questo volere sminuire la condanna.

In ogni caso, consigliera Barbati, forse le è sfuggito un passaggio del mio intervento: io non ho detto che la risoluzione è ipocrita. Quando ho parlato… Chiedo scusa, presidente. Grazie. Quando ho parlato di ipocrisia ho proprio specificato dicendo: "vado più sul generale".

Qual è l'atteggiamento ipocrita che io riscontro, consigliera Barbati? Quando si tratta di condannare azioni di Stati esteri, in certi casi, si sia celeri, per altri si chiudano gli occhi.

Il fatto che uno Stato uccida a norma di legge è gravissimo; il fatto che uno Stato torturi è gravissimo; il fatto che uno Stato, da cui ormai importiamo il grosso delle merci che circolano in Italia, sfrutti la manodopera minorile è gravissimo.

Pertanto, visto che di interrompere i rapporti commerciali come pratica adottata non me lo sono inventato, l'ho letto nella risoluzione, un’iniziativa citata come iniziativa di condanna fatta dal Comune di Venezia, vorrei vedere che cosa succederebbe se portassi in quest'Aula una risoluzione con cui chiedessi di interrompere i rapporti con uno Stato americano che pratica la pena di morte, vorrei proprio vedere chi la voterebbe. È questa l'ipocrisia che ho denunciato prendendo spunto da questo dibattito, anche perché non è che abbiamo sempre occasione di trattare questi temi, consigliera Barbati.

L'altra riflessione che vorrei fare a tutta l'Assemblea è sul tema della democrazia.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Costi): Colleghi, visto che siamo al termine della mattinata, vi chiedo di permettere a tutti i consiglieri di svolgere il loro intervento tranquillamente. Prego.

 

FAVIA: Su questi temi tengo molto in considerazione l'opinione del collega Grillini, e non voglio essere frainteso. L’ultima riflessione - dicevo - è sul tema della democrazia: gli Stati che..

 

(interruzione della consigliera Barbati)

 

Consigliera Barbati, gli riconosco semplicemente un'autorità su questo tema per quello che ha fatto nella sua storia, non sia mai che voglia sminuire la portata del suo intervento, ma mi permetta di riconoscere questo.

L'ultimo tema su cui voglio riflettere - approfitto dell’occasione, anche se non è direttamente legato alla risoluzione - è il tema della democrazia: questa legge è stata approvata a larga maggioranza dalla Camera in Russia, ed è sostenuta dalla popolazione. La pena di morte, negli Stati Uniti, è ampiamente sostenuta dalla popolazione. Allora, dovremmo anche riflettere sui pericoli che determinate forme di democrazia possono avere sul tema dei diritti della persona e sul tema di un concetto più liberale della società. A volte, ci si può anche preoccupare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente.

Ovviamente il voto del nostro gruppo sarà favorevole. Mi permetto di fare soltanto tre considerazioni con riferimento alla discussione, peraltro sempre molto illuminante, che ha avuto luogo in quest'Aula.

In primo luogo, tutte le violazioni dei diritti sono ugualmente gravi da un punto di vista morale e politico, ovunque avvengano nel mondo sono per noi, che siamo una Istituzione, tanto più gravi quanto più avvengano in Paesi o da parte di Paesi che hanno sottoscritto con il nostro Paese degli impegni internazionali.

La Venice Commission, cioè la commissione del Consiglio d'Europa che si occupa della difesa e della promozione della democrazia, attraverso l'analisi della legislazione - è scaricabile da internet, ma vedo che i colleghi che hanno sollevato il problema non sono più in Aula - dice che, dopo la lunga analisi che si può vedere (chi non capisce l'inglese può essere aiutato), le previsioni di legge - parlando della Russia, dell'Ucraina e della Moldavia - che proibiscono la propaganda dell'omosessualità sono incompatibili con gli standard dei diritti umani internazionali e della tutela dei diritti umani nel Consiglio d'Europa. Non stiamo parlando di protezione dei minori, stiamo parlando di repressione di diversità presenti all'interno della società.

Terza considerazione. Quanto detto dal collega Favia è di grandissimo interesse, perché è vero che a volte vi sono - e ne abbiamo esperienza anche nel nostro Paese, non c'è bisogno di andare molto lontani - norme o atteggiamenti dei poteri pubblici in violazione della democrazia, della tutela dei diritti, del rispetto delle minoranze, eccetera, che possono godere, in determinate fasi storiche, di un consenso maggioritario, che è un grande problema, evidentemente, ma questo è il motivo per cui si scrivono le costituzioni in cui si fissano dei paletti, ed è il motivo per cui la comunità internazionale, in forme tutt'altro che perfette e spesso ipocrite - ne convengo -, si è data, in maniera particolare nel nostro Continente, degli strumenti di diritto internazionale, quali sono i trattati e le convenzione del Consiglio d'Europa, e di diritto un po' misto e spurio qual è tutta la legislazione primaria a livello di Unione europea, in cui si chiede l’impegno ad ogni Paese, al di là di quelle che sono le mutevoli maggioranze politiche o i mutevoli orientamenti dell'opinione pubblica, di attenersi, almeno da un punto di vista legale, a degli standard, a cui devono corrispondere anche gli atteggiamenti delle pubbliche amministrazioni in primo luogo.

È ovvio che si tratta di un processo estremamente complicato e che fare un trattato non risolve di per sé il problema. Ricordo, per esempio, che le iniziative, a livello europeo ed internazionale, hanno portato all'abolizione della pena di morte in tantissimi paesi nel mondo, non in tutti, ed è vero che ci sono significative eccezioni, a cominciare dalla Cina e dagli Stati Uniti d'America, ma il fatto che la situazione internazionale e le possibilità di intervento sulla stessa non sono perfette o non sono facilissime, evidentemente, non può impedire di continuare a lavorare per affermare gli standard di tutela dei diritti, che - lo ricordo - in molti casi sono essenzialmente tutela di minoranze e di orientamenti minoritari, perché spesso le maggioranze non hanno bisogno di essere tutelate in maniera particolare. Ed è per questo che ritengo che sia significativa e positiva la risoluzione che andiamo ad adottare oggi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente.

Premetto che il nostro orientamento è incentrato sull’assoluto rispetto della persona umana, del prossimo, quindi ovviamente abbiamo una sensibilità particolare anche per temi delicati come questo. Tuttavia, vi è un punto centrale che credo noi dobbiamo affrontare in quest’Aula, ed è quello, ed è un punto delicatissimo, del confine estremamente labile che ritroviamo in questa normativa, e il rischio che ognuno di noi possa essere considerato, in una qualche maniera, persona complice di qualcosa di estremamente negativo.

La legislazione, come abbiamo visto, prevede l'apologia, ripeto, l’apologia, che è l’ostentazione ossessiva, quindi stiamo parlando di apologia, e le parole hanno un significato preciso, l’apologia di orientamenti sessuali non tradizionali in presenza di minori. Il minore non è solamente la persona che ha 17 anni, è stato detto e ripetuto in quest'Aula, ci sono minori anche di cinque, sei, otto, dieci, dodici anni, ed io credo che l'apologia di questo tipo di cose possa prestare una valutazione negativa, perché il dubbio … noi ci siamo più volte, anche in quest’Aula, scontrati su alcuni principi molto forti. Credo che in quest'Aula non ci sia alcuno che faccia apologia della pedofilia, però il rischio reale e concreto…

 

GRILLINI: Vergognati!

 

AIMI: Il rischio reale e concreto è che si possa…

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere Grillini, per cortesia, parlate uno alla volta…

 

AIMI: Consigliere Grillini, io sto dicendo che l'apologia, in presenza di minori, di questi atti è un fatto grave, lei la penserà in maniera diversa…

 

(interruzione del consigliere Grillini)

 

Lei la penserà in maniera diversa, io la penso in questa maniera, e mi dispiace che in quest'Aula…

 

(interruzioni del consigliere Grillini)

 

No, non mi metta in bocca delle frasi che non ho pronunciato.

Consigliere Grillini, si tranquillizzi. Io non ho detto assolutamente questo. Mi sono limitato ad osservare che la presenza di minori, a fronte di questioni così delicate, è un fatto negativo. Per questa ragione, il gruppo del Popolo della Libertà non parteciperà…

 

(interruzioni del consigliere Grillini)

 

Presidente, la prego…

 

PRESIDENTE (Costi): Consigliere Grillini, per cortesia, per cortesia…

 

AIMI: Consigliere Grillini, se lei ha qualcosa da dire al sottoscritto, se ha qualcosa da imputarmi di personale, lo può fare, lo faccia nel modo dovuto, ma non mi accusi di comportamenti che non ho avuto, tantomeno ci sono sentenze passato in giudicato relative ad altre persone, quindi la prego di rispettare quantomeno il dettato costituzionale. E la prego di avere rispetto anche di coloro che ritengono, come noi riteniamo, che fare apologia di atti come questi, in presenza di minori, sia una cosa negativa. A lei potrà non andare bene, vediamo chi la vota e vediamo chi non la vota.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

Molto rapidamente, perché onestamente non posso nascondere un certo disagio per la durata di questo dibattito che ha impegnato l’Assemblea. Capisco che siano questioni internazionali di cui ci si debba occupare, però ci sono anche altri temi su cui i cittadini ci chiamano ad esercitare la nostra azione, e su cui credo dovremmo concentrarci prioritariamente. Non ho trovato, da questo punto di vista, del tutto peregrine le osservazioni del consigliere Favia, perché è evidente che vi è maggiore sensibilità su certi temi rispetto ad altri. Nondimeno, pur avendo su alcuni dei temi che sono stati evocati in questo dibattito un parere molto probabilmente, diverso da quello del consigliere Grillini, per esempio sul tema delle adozioni, credo che si debba essere attenti a definire dei confini con riferimento al rispetto dei diritti, confine che mi pare - com’è stato argomentato - sia stato oltrepassato dalla legislazione russa. Pertanto, voterò a favore di questa risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Paruolo.

Chiedo scusa, ma non funzionando il campanello, perché oggi non funziona, ed essendo previsto il voto elettronico, non riesco ad informare i consiglieri non presenti in Aula in questo momento. Chiedo, pertanto, qualche istante per informare i consiglieri che inizia l'operazione di voto con il sistema elettronico.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della mozione, oggetto 4402, a firma dei consiglieri Barbati, Grillini e Luciano Vecchi, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l'esito della votazione:

 

Presenti

 

27

Assenti

 

23

Favorevoli

 

27

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

La mozione è approvata.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno, inviate a tutti i consiglieri, sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,55

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI; il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI; gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA, gli assessori Maurizio MELUCCI e Massimo MEZZETTI e i consiglieri Sandro MANDINI e Gabriella MEO.

 

Votazioni elettroniche

 

Autorizzazione alla relazione orale:

OGGETTO1667 "Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Filippi: «Sostegno regionale alla Fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina (RE).»"

 

Presenti: 27

 

Favorevoli: 27

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Cinzia CAMORALI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Paola MARANI, Marco MONARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Assenti: 23

Liana BARBATI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Roberto MONTANARI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Luciana SERRI, Alberto VECCHI.

 

OGGETTO 3974 "Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Sconciaforni, Meo, Monari, Barbati, Grillini e Riva per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché il Governo orienti sempre più la legislazione verso il recepimento del principio dello jus soli rispetto a quello dello jus sanguinis, facilitando l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte delle persone nate in Italia"

 

Presenti: 34

 

Favorevoli: 25

Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Contrari: 9

Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Stefano CAVALLI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.

 

Assenti: 16

Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Silvia NOÈ, Matteo RIVA, Luciana SERRI.

 

OGGETTO 3780 "Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Monari, Luciano Vecchi, Paruolo, Pagani, Serri, Zoffoli, Barbieri, Piva, Mori, Casadei, Ferrari, Mazzotti, Alessandrini, Garbi, Mumolo, Montanari, Pariani e Riva per invitare la Giunta a verificare quanti Comuni in Emilia-Romagna abbiano conferito la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia e a chiedere al Parlamento di riprendere l'iter legislativo relativo alla campagna "L'Italia sono anch'io""

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 26

Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Contrari: 9

Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Cinzia CAMORALI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.

 

Astenuti: 1

Giovanni FAVIA.

 

Assenti: 14

Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Silvia NOÈ, Luciana SERRI.

 

OGGETTO 3989 "Mozione proposta dai consiglieri Leoni, Bignami, Filippi, Malaguti e Pollastri per esprimere contrarietà a modifiche della normativa sulla cittadinanza ispirate allo "jus soli", favorendo invece una legislazione che consenta l'avvio di un articolato percorso verso una "buona cittadinanza" basata sulla condivisione dei principi fondanti della società italiana e sulla conoscenza della lingua, della cultura e della storia della comunità nazionale"

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 10

Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Cinzia CAMORALI, Stefano CAVALLI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.

 

Contrari: 26

Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Monica DONINI, Vasco ERRANI Gabriele FERRARI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Giovanni FAVIA.

 

Non votanti: 1

Palma COSTI.

 

Assenti: 12

Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Silvia NOÈ.

 

OGGETTO 4253 "Risoluzione proposta dai consiglieri Mumolo, Monari, Serri, Moriconi, Paruolo, Pagani, Barbieri, Piva, Marani, Casadei, Bonaccini, Fiammenghi, Alessandrini, Carini, Zoffoli, Pariani, Montanari, Mori e Riva per impegnare la Giunta a valorizzare lo sport per favorire l'integrazione tra i ragazzi italiani e quelli stranieri, aderendo inoltre alla campagna della "Rete G2 - Seconde Generazioni" riguardante il tesseramento dei ragazzi stranieri nelle società o associazioni sportive con le stesse procedure previste per i giovani italiani"

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 28

Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Contrari: 2

Cinzia CAMORALI, Andrea LEONI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Gianguido BAZZONI, Stefano CAVALLI, Fabio FILIPPI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.

 

Assenti: 12

Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Silvia NOÈ.

 

OGGETTO 4402 "Mozione proposta dai consiglieri Barbati, Grillini e Luciano Vecchi, per invitare il Governo a porre in essere azioni, nell'ambito del contrasto verso le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali, volte a garantire i diritti civili e la sicurezza dei cittadini LGBT nella Federazione Russa e a concedere asilo politico alle persone LGBT perseguitati nella Federazione Russa che ne facciano richiesta."

 

Presenti: 27

 

Favorevoli: 27

Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI.

 

Assenti: 23

Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Gabriele FERRARI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Gabriella MEO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Alberto VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Ordine del giorno

 

OGGETTO 1667/1 "Ordine del giorno proposto dal consigliere Grillini di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa del consigliere Filippi: "Sostegno regionale alla Fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina (RE)"."

 

«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare "Politiche economiche";

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

«Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

4545 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Misure di adeguamento degli assetti istituzionali in materia sanitaria. Istituzione dell'Azienda USL della Romagna. Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico "Irst S.r.l."" (delibera di Giunta n. 1384 del 30 09 13).

4571 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Mori, Pagani e Malaguti: "Integrazione della Legge regionale 15 luglio 2011, n.8 "Istituzione della Commissione regionale per la promozione delle condizioni di piena parità tra donne e uomini."" (03 10 13).

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Mozione

 

4543 - Mozione proposta dai consiglieri Grillini, Monari, Barbati, Naldi, Sconciaforni e Riva per invitare la Giunta, anche in relazione all'operazione societaria riguardante Telecom, a sostenere, in sede di Conferenza Stato-Regioni, la necessità di perseguire gli obiettivi della "Agenda digitale" e di realizzare una nuova rete in fibra ottica ultrabroadband a controllo statale, proseguendo nelle politiche di predisposizione e attuazione di interventi regionali volti alla massima diffusione di tale tipologia di reti nonché delle nuove tecnologie (documento in data 30 09 13).

 

Risoluzioni

 

4539 - Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a farsi carico, nei confronti dei cittadini colpiti dal sisma che abitano nei Moduli Abitativi Provvisori, dei costi accessori che i nuclei famigliari devono sostenere a causa degli eccessivi consumi energetici di tali strutture (documento in data 30 09 13).

4541 - Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo ed il Parlamento affinché, tramite modificazioni delle relative norme, vengano ricondotte la competenza legislativa e la potestà regolamentare nel settore del commercio alle Regioni ed agli Enti locali, ai quali spetta il compito della pianificazione della turnazione delle festività lavorative, tutelando inoltre sia i diritti dei lavoratori che quelli dei consumatori (documento in data 30 09 13).

4556 - Risoluzione sulla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: L’istruzione superiore europea nel mondo - COM(2013) 499 final del 11.7.2013. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell'articolo 24, comma 3, della legge n. 234 del 2012 (approvata dalla I Commissione assembleare "Bilancio affari generali ed istituzionali" in data 1 ottobre 2013).

4560 - Risoluzione proposta dal consigliere Bignami per impegnare la Giunta a porre in essere azioni al fine di sostenere l'iniziativa referendaria, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione, già condivisa da varie Regioni, nei confronti del D. lgs. n. 155/2012 nella parte che prevede la chiusura di sezioni distaccate e tribunali definiti minori senza adottare criteri di selezioni adeguati all'applicazione dei principi di differenziazione e di adeguatezza territoriale (documento in data 02 10 13).

4563 - Risoluzione proposta dal consigliere Bernardini per invitare la Giunta regionale ad aderire alla consultazione popolare volta a cancellare, tramite apposito referendum, la riforma giudiziaria attraverso la quale è prevista la soppressione di sezioni distaccate di Tribunali operanti nel territorio. (documento in data 03 10 13).

 

Interpellanze

 

4521 - Interpellanza del consigliere Grillini circa l'ammontare dei contributi destinati dai Comuni emiliano-romagnoli a titolo di oneri di urbanizzazione secondaria, dal 1998 al 2013, per chiese ed altri edifici religiosi.

4523 - Interpellanza del consigliere Filippi circa l'ampliamento della discarica di Poiatica (RE), anche alla luce delle richieste in merito formulate alla Regione Emilia-Romagna dal Comune di Carpineti.

4525 - Interpellanza dei consiglieri Pollastri e Camorali circa l'ammontare dei trasferimenti di fondi dalla Regione all'ASL di Parma per servizi convenzionati ed i relativi tempi, con particolare riferimento al Centro socio-sanitario "S. Maria ai Servi".

4532 - Interpellanza dei consiglieri Naldi e Meo circa la situazione riguardante il Consiglio di Amministrazione dell'ASP "Distretto di Fidenza" in relazione alla normativa riguardante la scadenza, la proroga e la ricostituzione degli organi amministrativi.

4550 - Interpellanza del consigliere Favia circa le azioni da porre in essere, a tutela dei lavoratori di RFI e CLF e dei cittadini, relativamente ai rischi connessi all'amianto, a seguito dei lavori che interesseranno la Stazione di Bologna, nei pressi dello scalo Salesiani.

4551 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa l'istituzione, nella Regione Emilia-Romagna, di un organismo analogo alla "Commissione Sviluppo Sanità" operante presso la Regione Lombardia.

4561 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa la previsione di interventi preventivi, rispetto a quelli restrittivi del traffico, relativamente all'Accordo "Liberiamo l'aria 2012-2015".

 

Interrogazioni

 

4518 - Interrogazione della consigliera Camorali, a risposta scritta, circa notizie riguardanti la soppressione della struttura di Medicina Interna e Reumatologia dell'Ospedale Maggiore di Parma.

4519 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa gli interventi per mettere in sicurezza il Ponte sito nella frazione "Allocco" di Marzabotto.

4520 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per garantire la continuità della struttura di accoglienza "La casa di Federica" di Ferrara.

4522 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere affinché le giornate di assenza nelle quali i lavoratori donano il sangue vengano conteggiate dall'INPS ai fini pensionistici.

4524 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa l'applicazione delle disposizioni contenute nella L. 133 del 2008 circa i compensi dei direttori delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere della Regione Emilia-Romagna, ed il mantenimento dei presidi sanitari nelle zone disagiate, come Porretta Terme.

4526 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il rinnovo della convenzione, per il trattamento della calcolosi renale, tra la Regione Emilia-Romagna e la struttura ospedaliera Villa Toniolo di Bologna.

4527 - Interrogazione dei consiglieri Bignami e Malaguti, a risposta scritta, circa la tutela, nei confronti degli istituti bancari, dei cittadini colpiti dal sisma, con particolare riferimento all'istituzione di un fondo per la copertura degli interessi aggiuntivi e la rimodulazione delle rate sospese dei mutui.

4528 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la dismissione della centrale nucleare di Caorso (PC) ed il trattamento delle relative scorie nucleari.

4529 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la legislazione da adottare, a tutela dei cittadini, riguardante gli esercizi denominati "Compro oro".

4530 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la normativa applicabile, in materia di riscaldamento centralizzato, ai condomini con più di quattro unità abitative.

4531 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa l'applicazione, in ambito regionale, della direttiva europea sull'applicazione dei diritti dei pazienti relativamente all'assistenza transfrontaliera.

4533 - Interrogazione dei consiglieri Luciano Vecchi e Serri, a risposta scritta, circa la riapertura, da parte di Poste Italiane, di un ufficio postale nella frazione di San Biagio in Padule, nel Comune di San Felice sul Panaro.

4534 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per favorire l'esportazione dei prodotti industriali ed agricoli dell'Emilia-Romagna, con particolare riferimento a quelli provenienti da Reggio Emilia e Parma.

4535 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le procedure di accreditamento transitorio, in ambito socio-riabilitativo, di una cooperativa di Ravenna.

4536 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa questioni riguardanti, in ambito socio-riabilitativo, una cooperativa  di Ravenna.

4537 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa procedure relative ai titoli riguardanti il ruolo di coordinatore responsabile, in ambito socio-riabilitativo, di una cooperativa di Ravenna.

4538 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione relativa a lavori di disboscamento posti in essere in una zona del bosco del Sillaro.

4540 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa nomine dirigenziali poste in essere dall'ASL di Forlì, la relativa Area Vasta e le azioni connesse al deficit di bilancio emerso nel corso del 2010.

4542 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il Commissario cui spetta la reggenza del Comune di Valsamoggia fino allo svolgimento delle elezioni.

4546 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure e la documentazione relative alla riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale, con particolare riferimento anche alla situazione dell'Ospedale di Budrio.

4547 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere, in attuazione del "Patto per la crescita", al fine di ripristinare la legalità e il rispetto dei diritti dei lavoratori nell'ambito della logistica.

4548 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa i programmi, gli obiettivi e le risorse finalizzati all'integrazione sociale della comunità sinte e rom.

4552 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa gli aumenti tariffari, riguardanti il trasporto pubblico, posti in essere da Start Romagna.

4553 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la situazione relativa alla proroga del Consiglio di Amministrazione dell'Azienda Pubblica di Servizi alla Persona "Distretto di Fidenza".

4554 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa trattamenti pensionistici relativi a dirigenti dell'Istituto Ortopedico Rizzoli.

4555 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa il rifiuto di una borsa di integrazione sociale ASP, da parte della Cooperativa Camst, relativamente alla collaborazione di un ragazzo down.

4557 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tutela dei lavoratori della "Mandarina Duck".

4558 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'acquisizione, nelle ASL, di personale precedentemente impiegato nella società CUP 2000.

4559 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, in meritto alla posizione della Regione Emilia-Romagna circa la richiesta di referendum abrogativo delle disposizioni in materia di riorganizzazione giudiziaria.

4562 - Interrogazione del consigliere Bernardini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'adesione, come avvenuto in altre Regioni, alla consultazione popolare al fine di evitare la soppressione di presidi giudiziari, quali le Sezioni distaccate di Tribunali, con particolare attenzione ai territori di montagna.

4564 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa problematiche connesse all'entrata in vigore della L.R. n. 15/2013 riguardante la "Semplificazione della disciplina edilizia".

4565 - Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere al fine di prevenire e contrastare il fenomeno delle infiltrazioni del crimine organizzato, con particolare riferimento alla situazione riguardante il territorio di Reggio Emilia.

4566 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa problematiche e procedure relative ad un centro, operante in ambito socio-riabilitativo, di Ravenna.

4567 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le azioni poste in essere al fine di estendere la corsa dei treni che si fermano alla stazione di Porretta fino a quella di Pracchia.

4568 - Interrogazione della consigliera Serri, a risposta scritta, circa l'individuazione e la cura del disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD), con particolare riferimento al mondo della scuola.

4569 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa i titoli relativi ad una psicologa di un centro, operante in ambito socio-riabilitativo, di Ravenna.

4570 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la revisione delle disposizioni relative all'impossibilità, per i Dirigenti Psicologi, di ricoprire incarichi di Direzione di Struttura Complessa, con particolare riferimento alla DGR n. 911/2007.

4572 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la sospensione dei contributi regionali riguardanti i corsi di qualificazione professionale relativi agli Operatori Socio-Sanitari.

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

4294 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa la tutela dell'ambiente e della morfologia del torrente Tiepido (MO) e del relativo Percorso Natura.

4324 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa questioni relative alla costruzione, nel Comune di Modena, di alloggi nell'area delle falde acquifere di Cognento.

4326 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa un incidente sul lavoro riguardante un ingegnere dipendente della Regione Emilia-Romagna.

4329 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la tutela e la riqualificazione dell'area, a Bologna, relativa alla ex manifattura tabacchi.

4356 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, relativamente al collegamento ADSL nella frazione Giaggiolo di Civitella di Romagna.

4360 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, inerente il servizio ADSL e le eventuali azioni per superare il "digital divide" nei Comuni dell’Alta Valmarecchia.

4367 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la nomina della dott.ssa Caterina Brancaleoni quale Presidente del CdA di Lepida Spa.

4370 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, inerente la demolizione dell’antico mulino in località Villò di Vigolzone (PC).

4383 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, inerente la situazione dell'inceneritore di via Cavazza in Modena.

4423 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa il trasferimento dello stabilimento di Modena della Maserati.

4434 - Interrogazione dei consiglieri Luciano Vecchi, Serri e Bonaccini, a risposta scritta, circa la riapertura, da parte di Poste Italiane, di uffici postali nelle frazioni di Gavello e Mortizzuolo, colpite dal sisma.

4479 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la procedura riguardante la gara per l'affidamento dei servizi afferenti il piano sosta e dei servizi/attività complementari alla mobilità del Comune di Bologna.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 19/09/2013 al 01/10/2013:

 

DPGR n. 194 del 30/09/2013

Azienda USL di Imola - Nomina del Direttore Generale.»

(Comunicazione n. 64 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. 39294/2013)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

«Nel corso della seduta sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

4573 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le cause dello spiaggiamento di cetacei, con particolare riferimento all'attività di prospezione geosismica ed all'inquinamento del mare Adriatico.

4574 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa le azioni relative alla messa in sicurezza del territorio reggiano, ed i relativi fondi, a fronte di situazioni di dissesto idrogeologico.

4575 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la destinazione e l'utilizzazione del nuovo Padiglione cardio-toracico del Policlinico S. Orsola di Bologna.

4576 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la dismissione, da parte della Regione Emilia-Romagna, di partecipazioni societarie nell'Azienda Terme di Castrocaro S.p.A.

4577 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'attuazione, da parte della Regione Emilia-Romagna, delle prescrizioni disposte dal D.lgs. n. 33/2013 in tema di trasparenza dei siti web delle Pubbliche Amministrazioni.

4578 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa l'incidenza dell'aumento dell'IVA nel bilancio regionale, con particolare riferimento ai lavori previsti per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma.

4579 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la tutela degli acquirenti di immobili a seguito del fallimento delle imprese costruttrici degli stessi, e l'applicazione del D.L. 122/2005.

4580 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la tutela dei cittadini da emissioni causate da campi elettromagnetici, con particolare riferimento agli elettrodotti relativi alle zone di S. Martino, Rimini, Forlì, Fano e Riccione.

4581 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, in merito alla controversia tra il Comune di Rimini e gli assegnatari di abitazioni degli insediamenti PEEP (edilizia pubblica residenziale).

4582 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, per chiedere alla Giunta se intende procedere nel percorso, già individuato, di promuovere, nella normativa regionale, il nuovo obiettivo della Misura 27 volto a favorire il cambio di destinazione d'uso degli immobili, annunciato dal piano "Destinazione Italia".

4583 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, in merito al "Bando per interventi a favore della ricerca industriale delle filiere maggiormente coinvolte dagli eventi sismici del maggio 2012".

4584 - Interrogazione dei consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini, a risposta scritta, circa iscrizioni illegittime all'Albo delle Associazioni di Promozione Sociale previste dalla legge n. 383/2000.

4585 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione relativa alla ristrutturazione della facciata della ex caserma Staveco, con particolare riferimento al costo dei relativi ponteggi.

4586 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa il furto con scasso relativo ad emettitrici di titoli di viaggio avvenuto presso il deposito piacentino dei bus della società SETA.

 

Mozione

 

4587 - Mozione proposta dal consigliere Leoni per invitare la Giunta ad attivarsi presso le competenti autorità scolastiche per assicurare la presenza del crocefisso nelle aule delle scuole dell'Emilia-Romagna (documento in data 08 10 13).»

(Comunicazione n. 60 prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno - prot. 39639/2013)

 

 

LA PRESIDENTE

IL SEGRETARIO

Costi

Corradi

 

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