Espandi Indice

149.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 22 OTTOBRE 2013

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI

INDI DELLA PRESIDENTE COSTI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 4629

Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per evitare la riapertura del CIE di Bologna.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

MARZOCCHI, assessore

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

 

OGGETTO 4622

Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa notizie stampa riguardanti la chiusura degli uffici e del presidio con personale FER della stazione ferroviaria di Guastalla, e le azioni da porre in essere per evitare tale eventualità.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

BARBATI (Italia dei Valori)

PERI, assessore

BARBATI (Italia dei Valori)

 

OGGETTO 4632

Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa lo smaltimento di rifiuti indifferenziati provenienti da San Marino presso una struttura di Ravenna.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

NALDI (SEL-Verdi)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

NALDI (SEL-Verdi)

 

OGGETTO 4630

Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la percentuale dei fondi stanziati dall'Unione Europea a favore delle vittime del sisma attualmente già spesi, e le azioni da porre in essere per il completo utilizzo di tali risorse.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)

GAZZOLO, assessore

DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)

 

OGGETTO 4598

Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa notizie-stampa relative all'utilizzazione di impianti regionali per lo smaltimento di rifiuti provenienti dal Lazio, con particolare riferimento all'inceneritore di Piacenza.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

POLLASTRI (PDL)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

POLLASTRI (PDL)

 

OGGETTO 4633

Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la realizzazione della nuova stazione di Bologna.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

FAVIA (Misto)

PERI, assessore

FAVIA (Misto)

 

OGGETTO 4634

Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, con particolare riferimento al Comune di San Giovanni in Persiceto ed alla società Geovest.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Aimi)

NOÈ (UDC)

SALIERA, vicepresidente della Giunta

NOÈ (UDC)

 

OGGETTO 4571

Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Mori, Pagani, Malaguti e Moriconi: «Integrazione della Legge regionale 15 luglio 2011, n. 8 "Istituzione della Commissione regionale per la promozione delle condizioni di piena parità tra donne e uomini".» (73)

(Relazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Aimi)

PRESIDENTE (Costi)

MORICONI, relatrice

MORI (PD)

GRILLINI (Misto)

FAVIA (Misto)

MALAGUTI (PDL)

MANFREDINI (Lega Nord)

POLLASTRI (PDL)

 

OGGETTO 4357

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 24 maggio 2004, n. 11 (Sviluppo regionale della società dell'informazione) e della legge regionale 10 aprile 1995, n. 29 (Riordinamento dell'Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna).» (74)

(Relazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

NALDI, relatore

GRILLINI (Misto)

POLLASTRI (PDL)

CAMORALI (PDL)

LOMBARDI (PDL)

MANFREDINI (Lega Nord)

PERI, assessore

PRESIDENTE (Costi)

GRILLINI (Misto)

NALDI (SEL-Verdi)

LOMBARDI (PDL)

MANFREDINI (Lega Nord)

GRILLINI (Misto)

MONARI (PD)

PARUOLO (PD)

FAVIA (Misto)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 4571 - 4357

Emendamento all’oggetto 4357

Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,32

 

PRESIDENTE (Aimi): Dichiaro aperta la centoquarantanovesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sul processo verbale relativo alla seduta:

 

-          antimeridiana dell’8 ottobre 2013 (n. 148);

 

inviato ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni il processo verbale si intende approvato.

 

(È approvato)

 

PRESIDENTE (Aimi): Comunico l’assenza alla seduta assembleare del Presidente Vasco Errani ai sensi dell’articolo 65, secondo comma, del Regolamento interno dell’Assemblea.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Mezzetti e i consiglieri Mandini e Meo.

Diamo atto delle comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

PRESIDENTE (Aimi): Passiamo immediatamente all’inizio della seduta antimeridiana con le interrogazioni.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

4629 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per evitare la riapertura del CIE di Bologna.

 

Risponderà l’assessore Marzocchi.

Prego, consigliere Sconciaforni.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. La domanda è molto semplice, Assessore, quindi mi terrei il tempo massimo per la risposta, ma riguarda questo annuncio di bando fatto dalla Prefettura per la gestione del CIE di Bologna che francamente speravamo di aver finalmente rimosso e invece ci ritroviamo in una stessa tragica situazione, quindi chiedevo un intervento della Giunta ben cosciente di quelle che sono le competenze della Giunta ma credo che sia importante in questo momento che la Giunta regionale faccia sentire la sua voce come la stanno facendo sentire in tanti in città contro la riapertura del CIE di Bologna. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

Diamo la parola all’assessore Marzocchi per la risposta. Prego.

 

MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente. Consigliere Sconciaforni, ovviamente conosco bene il tema, ribadisco ancora una volta che la Giunta regionale condivide un atteggiamento non favorevole rispetto all’utilità dei CIE così come sono organizzati in questo momento.

Le ho fatto scrivere dai miei uffici i percorsi che abbiamo fatto per dare conto di quello che lei ci chiede, cioè come ci siamo attivati in questo tempo, in modo particolare da prima e dopo marzo 2013, che è la data di chiusura per lavori del CIE di Bologna e conseguentemente di quello di Modena.

Questa condizione di chiusura è dovuta in primis ai lavori di ristrutturazione che comunque sono stati fatti anche per effetto delle tante sollecitazioni rispetto alle condizioni di vita delle persone accolte nei CIE e poi successivamente il prolungamento della chiusura di Bologna perché nel frattempo si sono verificate delle inadempienze, tra l’altro previste dal consorzio "Oasi" che non poteva effettuare e prestare le stesse prestazioni con l’importo di gara che era richiesto. Non si può passare da un costo giornaliero di 20 euro o 30 facendo le stesse cose che c’erano prima.

Noi abbiamo anche sollecitato le due Prefetture direttamente dicendo che eravamo a disposizione come Giunta regionale per quello che è nelle nostre competenze. Lei sa bene che non abbiamo alcuna competenza, se non dall’esterno di tenere le fila e di essere a disposizione per l’interazione di tutti coloro i quali possono operare e operano all’interno. Questo è il massimo che possiamo fare.

Io ho scritto personalmente ai due Prefetti subito la chiusura di Bologna nel marzo scorso dicendo che noi siamo a disposizione come territorio per garantire il maggior coordinamento possibile e rendere migliori le condizioni delle persone presenti. Non abbiamo alcuna possibilità, se non dire di fare attenzione perché sappiamo che è inappropriato fare una gara per 30 euro al giorno con l’elenco delle prestazioni richieste, e non abbiamo nessun’altra possibilità se non questa azione. Ho fatto verificare più e più volte ma noi non possiamo intervenire rispetto ai bandi perché la potestà di fare il bando è nel Ministero dell’Interno - Prefetture, quindi dobbiamo solo sollecitare.

L’unico dato innovativo che posso dirle oggi, per cui non leggo neanche la relazione, che non ho quindi da darle, è che ieri pomeriggio alle 17.04 mi è giunta un’agenzia con un intervento del Sottosegretario Manzione, Sottosegretario al Ministero dell’Interno, che rispondeva a un’interpellanza uguale dell’onorevole Zampa alla Camera, chiedendo risposte circa la possibilità di riaprire i CIE con le stesse condizioni di quelle che noi avevamo detto essere pericolose, e si sono dimostrate tali, il quale ha detto che i CIE sono da rivedere e che occorre ripensare alla loro funzione.

Sottoporrò al consigliere Sconcianforni queste agenzie che ho visto anche io ieri sera perché mi paiono una cosa più interessante in questo momento da poter condividere rispetto alle problematiche del CIE.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Marzocchi.

Per la replica, la parola al consigliere Sconciaforni. Le ricordo che ha cinque minuti. Prego.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Assessore, io sono ben cosciente di quelli che sono i limiti legislativi delle competenze della Regione rispetto al tema CIE, era importante tuttavia una presa di posizione politica perché non è affatto indifferente, nonostante qualcuno pensi che sono materie che non si devono trattare in un Consiglio regionale, ed è importante che la Giunta, come lei ha appena ribadito, affermi con chiarezza l’inutilità dei CIE da tutti i punti di vista e anche, ma questo fa parte della sua azione precedente, l’inumanità che purtroppo si vive al loro interno con persone che sono private dei diritti fondamentali nonostante non abbiano commesso alcun tipo di reato.

Mi fa piacere che lei abbia risottolineato come le caratteristiche del bando che è annunciato non faranno altro che riproporre le inadeguatezze della precedente gestione, riproporre l’assenza di una serie di servizi fondamentali come lo studio di consulenza e lo studio medico che era lì presente, non faranno che riproporre l’assenza o il far venir meno a una serie di diritti ai lavoratori che lì dentro operano per in qualche modo venire incontro alle esigenze umane, psicologiche e giuridiche degli ospiti del CIE. Si sta riproponendo un bando che sarà fallimentare come è stato il bando precedente.

Questo atteggiamento francamente è sconcertante, è inaccettabile ed è ben quindi che ci sia una mobilitazione forte e una presa di posizione forte da parte di tutte le istituzioni locali, quindi a partire dalla Giunta regionale, come lei sta facendo, contro la riapertura del CIE e contro un bando che sta riproponendo la gestione fallimentare precedente. Che dal Governo vengano timidi segnali che mettono in mostra l’inadeguatezza dei CIE viene da dire, se non venisse da piangere, che era ora che questi signori si svegliassero perché forse non sanno, ma glielo dico io visto che stanno uscendo notizie sui giornali piuttosto documentate, che invece questo Governo sta facendo accordi col Governo libico, che non esiste e dove il paese è gestito da bande armate che si sono spartite il territorio, per istituire in Libia dei veri e propri campi di internamento dove mettere dentro i profughi che o fuggono o che già arrivati e non riescono ancora ad arrivare sulle coste libiche per prendere dei barconi o che pure magari sono già riusciti ad andare in mare, verranno fermati, riportati in Libia e da lì scortati in questi che non riesco a definire diversamente da campi di concentramento, perché così sono e così vengono definiti da giornalisti che hanno fatto inchieste.

Questo Governo a parole dice che forse il CIE non serve a molto, quando ormai è sotto gli occhi di tutti la fallimentare gestione di questi CIE e la loro assoluta inutilità, e contemporaneamente però fa accordi con un Governo libico per fare internare là per evitare che arrivino qua e fare internare direttamente là in Libia migliaia e migliaia di persone, donne, bambini e uomini sventurati che altro non chiedono che poter provare a vivere una vita dignitosa rispetto alla vita disastrosa che sono costretti a vivere nei loro paesi.

Quindi da questo Governo ho ben poche aspettative e ben poca fiducia perché è un Governo che sta dimostrando il suo totale fallimento da tutti i punti di vista e anche sul tema dell’immigrazione sta mostrando soltanto le sue contraddizioni e la sua incapacità di gestire un fenomeno così drammatico come quello della vita materiale di migliaia e migliaia di emigranti che vivono in condizioni disastrose all’interno di un paese come l’Italia che si definisce un paese civile. Ritengo quindi assolutamente importante che ci sia una mobilitazione forte da parte del Paese, da parte delle forze sane del Paese, da parte anche delle istituzioni che hanno voglia di schierarsi e di dire che il CIE non serve a niente e che i CIE andrebbero chiusi.

Quello che è importante però, Assessore, è che si continui su questo terreno. Io so che le competenze della Regione sono quelle che sono e sono limitate ma non per questo possiamo cullarci su questa situazione e dire che è colpa degli altri. Non è il suo atteggiamento, sia chiaro, è un discorso generale, ma è indubbio, Assessore, che serve fare di più perché questi CIE sono una cosa assolutamente inutile e inumana che non devono più riaprire ed esserci. Bisogna fare tutto quello che è possibile perché questi centri chiudano una volta per tutte. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

Chiamo la successiva interrogazione:

 

4622 - Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa notizie stampa riguardanti la chiusura degli uffici e del presidio con personale FER della stazione ferroviaria di Guastalla, e le azioni da porre in essere per evitare tale eventualità.

 

Risponderà l’assessore Peri.

Intanto diamo la parola alla consigliera Barbati per esporre la sua interrogazione. Prego.

 

BARBATI: Grazie, presidente. L’interrogazione in effetti è interessata ad avere una risposta in merito a una notizia apparsa sui giornali che tutti danno ormai come realtà acquisita. Spero che l’assessore Peri possa tranquillizzarmi perché riguarda una stazione che al di là di essere un nodo anche importante per la zona della bassa, perché ha due tratte (una che viene a Reggio e l’altra che fa Parma e Suzzara), ha anche una sua storia importante, è una delle prime stazioni dell’Ottocento, che viene ripresa anche in momenti particolari, per esempio nel film "Novecento" di Bertolucci o nei film che riprendono i romanzi di Guareschi.

Al di là del valore culturale e storico di una piccola stazione, ha anche un valore di efficienza e di efficacia per quello che riguarda il trasporto dei giovani nelle scuole che arrivano verso Reggio e Parma e infatti è molto trafficata in determinati orari. Ecco perché chiediamo, se è possibile, di evitare che vengano chiusi totalmente gli uffici e che invece venga presidiata questa stazione soprattutto in orari molto trafficati col personale FER direttamente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Barbati.

Diamo la parola all’assessore Peri per la risposta.

 

PERI, assessore: Grazie, presidente. Non c’è nessuna intenzione di sguarnire la stazione di Guastalla ma ovviamente c’è un cambiamento tecnologico che riguarda gran parte delle stazioni in Emilia-Romagna, e tra queste la stazione importante di Guastalla, tra l’altro posizionata su una linea dove già alcune di queste stazioni hanno avuto la stessa innovazione. Su tale linea, in particolare la Parma-Suzzara, si passerà da un sistema di circolazione cosiddetto a dirigenza unica, che in Italia sono presenti solo nelle zone più residuali e nelle linee più marginali, a un sistema con dirigente centrale operativo, sistema già da tempo in esercizio su sei delle nove linee gestite dalla FER.

I benefici per gli utenti non saranno trascurabili poiché dal posto centrale sarà possibile telecomandare gli impianti di sicurezza e di segnalamento presenti in ogni stazione della linea ottimizzando ed efficientando la circolazione. Con il telecomando il dirigente centrale operativo potrà scegliere in caso di perturbazioni della circolazione nuove stazioni in cui effettuare l’incrocio, essendo che la linea è a unico binario, quindi è chiaro che quando avviene una perturbazione in un posto rischia di ripercuotersi su tutta la linea. Altro aspetto importante per gli utenti è la possibilità di avere dati sulla circolazione dei treni in tempo reale e informazioni tempestive su eventuali ritardi. Sarà al riguardo attivato un nuovo impianti di annunci sonori per i viaggiatori.

A tali interventi occorre aggiungere l’intero ammodernamento avvenuto tra il 2005 e il 2009 dell’impianto di segnalamento locale proprio della stazione di Guastalla. I capi stazione che gravitano sulla stazione di Guastalla hanno esclusivamente il compito di regolare la circolazione sulla linea Parma-Suzzara e quindi non sono mai rientrati nei loro compiti altre funzioni in ordine alla sicurezza e al controllo dei viaggiatori e non è una loro competenza ma ricade sotto quella di altri organi istituzionali.

L’introduzione di nuove tecnologie e la possibilità di svolgere quasi tutte le funzioni da un unico centro remoto porta comunque inevitabilmente alla riduzione degli organici negli altri punti distanti della rete. Nessuna località sulla linea è presenziata da personale ferroviario. Ove è stato possibile, alcuni locali di stazione sono stati messi a disposizione in comodato gratuito, come è avvenuto a Boretto dove il Comune lo utilizza come distaccamento della Polizia Municipale. Recentemente abbiamo fatto un incontro con il Sindaco di Guastalla il quale si è detto interessato ad assumere la stazione in comodato gratuito, ovviamente potendo collocare all’interno della stazioni associazioni di volontariato e altre funzioni che l’amministrazione riterrà opportuno, oltre al pubblico esercizio che è già presente nella stazione di Guastalla e a un appartamento attualmente utilizzato da un dipendente della società ferroviaria.

In questo modo dovrebbe essere garantita, a maggior ragione se il Comune si fa carico della gestione dell’intero immobile, con il comodato gratuito, che è la formula che stiamo utilizzando in quasi tutte le stazioni non più presenziate della Regione, potrà avere una funzionalità e quella attenzione che merita una stazione importante come quella di Guastalla.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Peri.

Consigliera Barbati, le residuano quattro minuti per la replica. Prego.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Allora è vero, però lei, Assessore, è partito dicendo che non cera nessuna intenzione di sguarnire, ma poi in effetti è ormai stato deciso. Le nuove tecnologie andrebbero bene, però le faccio presente che ci sono due obliteratrici e non ne funziona neanche una. Se cominciamo da quelle, non cominciamo benissimo, quindi fidarsi delle nuove tecnologie con la riduzione degli organici va bene, ma guarda caso succede sempre che gli organici vengano ridotti nelle piccole stazioni. Io ho una mia idea un po’ populista che è quella di dire di ridurre qualche stipendio di qualche manager che c’è in giro, perché non si capisce perché dobbiamo sempre ridurre su quello che prende un dipendente che staziona in una piccola stazione. Anche se so che non è direttamente lei la persona alla quale mi rivolgo, devo dire che sono preoccupata e insoddisfatta di questa situazione, non della sua risposta che prendo atto. Se ci sono note sul documento scritto mi piacerebbe averle. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Barbati.

Chiamo l’interrogazione:

 

4632 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa lo smaltimento di rifiuti indifferenziati provenienti da San Marino presso una struttura di Ravenna.

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

Per l’illustrazione dell’interrogazione, la parola al consigliere Naldi, prego.

 

NALDI: Grazie, presidente. Il 14 ottobre la Giunta ha adottato una delibera con la quale ha deciso di mandare nell’inceneritore di Ravenna i rifiuti provenienti da San Marino che non si possono più collocare per un aggiornamento della normativa europea, che per la verità è vecchia di qualche mese, ma che è stata recepita in Italia soltanto nel mese di agosto, nella discarica di Sogliano perché non sono pretrattati secondo le disposizioni delle direttive europee.

Era stato fatto un accordo tra la Regione e la Repubblica di San Marino che prevedeva per lo smaltimento dei rifiuti di San Marino l’adempimento di una serie di misure e di norme da parte della medesima Repubblica di San Marino e queste misure sono state fino ad ora non applicate, c’è un ritardo e da questo ne deriva anche il fatto di non potere collocare ancora in discarica.

La decisione di collocare questi rifiuti a Ravenna è stata presa dalla Giunta e va bene, però quello che non è chiaro è perché sia stata adottata con queste modalità quando per esempio le altre province limitrofe che si erano fatte carico dello smaltimento dei rifiuti l’avevano fatto con propri protocolli, nei quali naturalmente avevano trovato ragione anche alcune considerazioni e problemi delle medesime discariche o delle medesime province.

Credo che sarebbe interessante capire inoltre quali controlli possono essere messi anche al fine di verificare che effettivamente la Repubblica di San Marino adegui finalmente le sue strutture alle norme previste.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.

La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta. Prego.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. La Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino hanno sottoscritto in data 14 novembre 2011 un Accordo per la gestione dei rifiuti prodotti in territorio sanmarinese destinati al recupero e allo smaltimento. A seguito dell’emanazione delle circolare del 6 agosto 2013 il Ministero dell’Ambiente ha stabilito che per poter conferire i rifiuti urbani indifferenziati in discarica occorre necessariamente prevedere la stabilizzazione della frazione organica. Questo naturalmente non vale solo per San Marino ma per tutta l’Italia. Pertanto non è più stato possibile inviare direttamente i rifiuti di San Marino nella discarica sita nel Comune di Sogliano al Rubicone, località Ginestreto, come è avvenuto fino all’entrata in vigore della citata circolare ministeriale.

Si è reso necessario, quindi, al fine di dare attuazione all’accordo richiamato, pianificare con assoluta urgenza il flusso dei rifiuti urbani indifferenziati residui per l’anno 2013 provenienti dalla Repubblica di San Marino, flussi che ai sensi della normativa di settore sono di competenza regionale. Poiché la gerarchia comunitaria di gestione dei rifiuti impone che questi vengano inviati prioritariamente a impianti di recupero rispetto a quelli di smaltimento, e poiché l’impianto di recupero di rifiuti urbani indifferenziati più prossimo al territorio sammarinese è rappresentato dal complesso impiantistico denominato CDR IRE ubicato nel Comune di Ravenna, nel pieno rispetto di quanto previsto dall’Accordo su menzionato, è stato individuato proprio quest’ultimo per la gestione di questa fase transitoria che riguarda i rifiuti provenienti dalla Repubblica di San Marino e per un breve periodo.

Ho anche il dovere di aggiungere che tale decisione è stata assunta informando le autorità locali, in piena coerenza con gli indirizzi per l’elaborazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti recentemente approvati da questa Assemblea e nelle more che il Piano Regionale, che presto arriverà all’esame dell’Aula, stabilisca in via definitiva i flussi dei rifiuti.

Relativamente alle garanzie ed ai controlli nulla cambia rispetto a quanto già previsto nell’Accordo relativamente a tutte le fasi di conferimento e comunque nel pieno rispetto della normativa di settore che continueremo a controllare.

Infine, si precisa che il breve regime transitorio è stato definito in attesa che la Repubblica di San Marino realizzi con grande rapidità, come si è impegnata a fare, gli interventi finalizzati al recupero e/o smaltimento nel pieno rispetto della direttiva comunitaria, e che comunque la Repubblica di San Marino in base all’accordo che abbiamo siglato aveva già iniziato a fare e penso che concluderà in tempi molto rapidi.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

Per la replica, consigliere Naldi, ha tre minuti. Prego.

 

NALDI: Grazie, presidente. Grazie anche al Sottosegretario che ha risposto in modo puntuale spiegando tutte le ragioni. Mi limito a dire che la circolare interpretativa del Ministero è sì quella che ha costretto ad adottare queste misure, è sì del 6 agosto, però i pronunciamenti dell’Unione europea erano di più di un anno prima, quindi in qualche modo il tempo per adeguarsi alla normativa, parlo da parte della Repubblica di San Marino, ci sarebbe stato e questo obbligo comunque rientrava nell’accordo con la Regione Emilia-Romagna.

Quindi è apprezzabile il fatto che adesso facciano in fretta per adeguarsi, però è da biasimare il fatto che ci abbiano pensato fino ad ora per poter fare queste cose. Dopodiché credo che in qualche modo se ne debba assumere la responsabilità, di questo ritardo, la Repubblica di San Marino e credo che - lei me l’ha confermato - quello che non torna in questa vicenda è il fatto che a differenza delle altre province che hanno sottoscritto protocolli con la Repubblica di San Marino per lo smaltimento di rifiuti, a Ravenna sia stato comunicato da parte della Regione il fatto che era stato scelto quell’impianto per smaltire e bruciare i rifiuti.

Non c’è stato quindi nessun ruolo da protagonista da parte della Provincia o del Comune di Ravenna. Questo credo che sia il fatto anomalo di questa situazione perché non si vede perché quella Provincia debba essere trattata differentemente da quelle limitrofe che erano previste dall’accordo del 2011. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.

Chiamo l’oggetto:

 

4630 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la percentuale dei fondi stanziati dall'Unione Europea a favore delle vittime del sisma attualmente già spesi, e le azioni da porre in essere per il completo utilizzo di tali risorse.

 

Risponde per la Giunta l’assessore Gazzolo.

La parola per l’illustrazione dell’interrogazione al consigliere Defranceschi.

 

DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. La questione è abbastanza nota, non senza fatica abbiamo ottenuto dall’Unione europea 550 milioni di euro per l’Emilia-Romagna su un totale di 670 ovviamente restante per le altre regioni colpite dal terremoto. Questi contributi molto importanti, vista la situazione generale delle aree terremotate, hanno ovviamente una scadenza che è vicina (30 novembre) ed è il motivo per cui pongo oggi queste domande per avere sostanzialmente un punto della situazione sull’utilizzo. È delegata ai Comuni la rendicontazione dei progetti, Comuni che hanno difficoltà burocratiche di vario tipo, in genere trasferite poi ai cittadini e quindi è forte la preoccupazione che in una situazione globale italiana in cui perdiamo molto spesso contributi e fondi europei per episodi simili, la preoccupazione è che solamente un euro di questi importantissimi fondi per la ricostruzione possa essere perso, quindi chiedevo un aggiornamento della situazione.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Defranceschi.

Diamo la parola all’assessore Gazzolo per la risposta.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Rispondo al consigliere Defranceschi volentieri per fare chiarezza dei toni polemici dell’interrogazione, che non condivido, condividendo la strategicità dei fondi assegnati dall’Europa e dunque la priorità dell’utilizzo al cento per cento. Il 19 dicembre 2012 l’Unione europea ha versato con quietanza 1341 un’apposita sovvenzione di euro 670 milioni alla Repubblica italiana per il finanziamento degli interventi di emergenza facenti seguito ai terremoti che hanno colpito nel maggio 2012 i territori dell’Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto.

Con nota del 24 dicembre 2012 il Dipartimento della Protezione Civile ha assegnato alla Regione Emilia-Romagna euro 549,5 milioni (do i dati arrotondati e nell’interrogazione ovviamente c’è il dettaglio all’ultimo centesimo) trasferendo la relativa somma nella contabilità speciale appositamente istituita e intestata al commissario delegato, Presidente della Regione Vasco Errani.

Nella decisione dell’Unione europea ratificata in data 3 dicembre 2012 si stabilisce tra l’altro che la sovvenzione deve essere utilizzata entro un anno a decorrere dalla data del suo versamento allo Stato beneficiario, pertanto il termine non prorogabile entro cui effettuare i pagamenti al beneficiario finale è fissato al 19 dicembre 2013.

Nell’impostazione pianificatoria, organizzativa, finanziaria e contabile predisposta dal commissario, e approvato dall’apposito comitato istituzionale, sono individuati novantasette enti attuatori tra cui 54 comuni colpiti dagli effetti del terremoto attraverso i quali effettuare gli interventi di emergenza, di ripristino, di sistemazioni varie e di messa in sicurezza per il graduale ritorno alle normali condizioni di vita sulla base di puntuali ordinanze del commissario delegato Errani che oltre ad autorizzare sul piano tecnico, amministrativo e finanziario gli interventi ha anche disciplinato le procedure di rendicontazione contabile con particolare riguardo all’obiettivo temporale e quale quantitativo fissato dall’Unione europea.

L’applicazione integrale delle procedure amministrative nei tempi oggettivamente ristretti che ho poco fa indicato, comporta uno sforzo organizzativo molto impegnativo, non solo degli enti attuatori ma anche della struttura commissariale che ha in capo l’emissione di tutti i mandati di pagamento tramite l’agenzia regionale di Protezione Civile a cui è assegnata la completa gestione della contabilità speciale del commissario.

Per accelerare e semplificare le procedure il commissario, sentiti tutti gli enti attuatori, ha adottato un’ordinanza, la 115/2013 sulla base della quale viene anticipata la somma del 90 per cento dei lavori autorizzati e finanziati affinché si possa procedere con immediatezza ai pagamenti finali degli interventi provvisionali, il cui numero (1861) e la cui entità finanziaria (192 milioni di euro) costituiscono una delle voci più significative dell’intero intervento commissariale. Segnalo che gli interventi provvisionali unitamente al complessivo intervento sulle scuole rappresentano oltre il 50 per cento dell’intero importo finanziario europeo assegnato all’Emilia-Romagna.

Al momento sono stati impegnati e autorizzati, tramite apposite ordinanze commissariali, interventi superiori alla cifra di 549,5 milioni di euro ed è bene rammentare che per adempiere in modo esaustivo alla procedura europea è necessario che il 19 dicembre 2013 i citati 549,5 milioni di euro siano materialmente incassati dai molteplici beneficiari finali utilizzati dai novantasette enti attuatori per effettuare tutti gli interventi emergenziali. Per esemplificare, dalle molteplici imprese e fornitori di servizi che all’interno di questi interventi hanno realizzato gli interventi. Questi sono i beneficiari finali.

A questo riguardo il commissario ha predisposto un’accurata pianificazione in grado di monitorare costantemente tutte le fasi del complesso iter procedurale che partendo dall’esecuzione dei lavori degli interventi passa alle verifiche amministrative, finanziarie e contabili cui segue la corrispondente liquidazione che la Banca d’Italia accredita agli enti attuatori e per il tramite dei pagamenti delle tesorerie locali termina poi ai beneficiari finali. Nella pianificazione posta in essere dal commissario delegato è previsto di raggiungere l’80 per cento delle liquidazioni complessive relative ai 500,5 milioni di euro entro il 7 novembre corrente anno, quindi di conseguire il corrispondente obiettivo dell’80 per cento dei pagamenti finali entro il 14 novembre corrente anno.

L’obiettivo del cento per cento delle liquidazioni complessive è pianificato al 29 novembre 2013 con i corrispondenti pagamenti finali al 6 dicembre 2013. È stato inoltre pianificato di raggiungere un ulteriore obiettivo, pari al 10 per cento in più dell’obiettivo primario di 549,5 milioni di euro, al fine di avere un margine di sicurezza utile a sostenere con tranquillità l’esame analitico da parte dei commissari europei. Di tutte le voci emergenziali conteggiate nel complessivo report che l’Emilia-Romagna, per il tramite del dipartimento della Protezione Civile nazionale, presenterà a sintesi di tutti gli interventi e le attività emergenziali svolte tutte il 19 dicembre 2013.

In sintesi e in conclusione, la rendicontazione dei fondi stanziati dall’Europa è impegnativa, ne siamo ben consapevoli così come sappiamo che richiede uno sforzo straordinario. Come ho descritto, la struttura commissariale è impegnata fin da subito e quotidianamente d’intesa col comitato istituzionale a raggiungere il cento per cento dell’utilizzo dei fondi europei e al momento operativo è rispettato e monitorato costantemente. Un obiettivo importante che contiamo di raggiungere tutti insieme, come abbiamo sempre dimostrato di saper fare nell’utilizzo dei fondi europei, e che mi auguro sia lo stesso auspicio del consigliere Defranceschi.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Defranceschi per la replica. Le ricordo che ha cinque minuti.

 

DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Sono abbastanza perplesso dal fatto che lei abbia trovato, Assessore, in questa interrogazione una vena polemica che non c’è e credo che dopo tre anni lei abbia ben presente che se voglio essere polemico ne sono molto capace.

In questo caso era davvero un’informativa, una volontà di sapere che nasce ovviamente da una preoccupazione che non è mia personale ma dei territori interessati. Lei ha fornito molti numeri, prendo atto che stiamo procedendo in quella che è la tabella di marcia, per cui sono ben lieto che ci sia un ottimismo generale sul fatto che vengano utilizzati. È ovvio che sia lei sia io, per il ruolo che compete all’opposizione, monitoreremo attentamente la situazione.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Defranceschi.

Chiamo l’oggetto:

 

4598 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa notizie-stampa relative all'utilizzazione di impianti regionali per lo smaltimento di rifiuti provenienti dal Lazio, con particolare riferimento all'inceneritore di Piacenza.

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

La parola per l’illustrazione al consigliere Pollastri. Prego.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Questa interrogazione immediata parte da un presupposto: l’1 ottobre infatti è stata chiusa definitivamente la discarica di Malagrotta, il centro di stoccaggio dei rifiuti più grande di Europa attivo da ben oltre trent’anni. Questa decisione ha evidentemente comportato numerose difficoltà relativamente alla destinazione di tutti i rifiuti e dell’immondizia prodotta nella capitale. Secondo quanto appreso, quindi lei, Sottosegretario, sa come sono molto cauto e prudenziale nelle mie richieste, da organi di stampa parte di questi rifiuti andrà in altre discariche disseminate nel territorio mentre una parte consistente, sempre da parte di queste notizie, sarà diretta in Piemonte, in Emilia-Romagna e in Lombardia.

Verificato e considerato che parte dei rifiuti sono stati smaltiti anche da ditte private, come è avvenuto in Lombardia, a Montichiari, per questo la Regione ha disposto anche dei controlli tramite ARPA per verificare la natura e l’eventuale pericolosità degli scarti pervenuti perché lei sa che quando si tratta di rifiuti bisogna sempre verificare bene e fino in fondo perché sono troppe le vicende anche oscure legate agli spostamenti dei rifiuti.

Interrogavo il Presidente della Giunta regionale, che ha la delega all’ambiente, quindi in questo caso ho visto per delega il Sottosegretario, se sia vero che una parte di questi rifiuti vengano in Emilia, di quale tipo siano e se per parte del loro smaltimento potrebbe essere utilizzato l’inceneritore di Piacenza. Mi sembra un quesito di stringente attualità e immediatezza nel senso che questa questione è giusto che venga riferita da parte della Giunta regionale all’Assemblea, che è il massimo organo di controllo di tutta l’attività che avviene da parte della Giunta.

Mi aspetto una risposta, lo dirò dopo se rassicurante o meno, da parte del Sottosegretario e siccome il tema mi è stato sollecitato, Assessore, da numerosi cittadini, che chiedono se è vero che una parte dei rifiuti viene in Emilia-Romagna e con quali tempi, con quale modalità, con quali certezze e con quali costi. Ho fatto tante domande, ma ci dica qualcosa in merito.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.

Per la risposta, la parola al sottosegretario Bertelli. Prego.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Consigliere Pollastri, è un esperto di question time e sa che può fare una sola domanda e io posso dare una sola risposta, quindi cercherò di contenere nell’argomento principale che lei ha sollevato la risposta della Giunta. D’altra parte non posso nemmeno darle una risposta di un minuto e mezzo a un question time del programma dei rifiuti della Regione ma lo faremo con calma in Assemblea tra un po’.

La Regione Emilia-Romagna attraverso il piano dei rifiuti, che a breve presenteremo all’Aula e che comunque rispetterà l’orientamento del piano preliminare già discusso da questa Assemblea, intende attuare le proprie strategie di gestione dei rifiuti in coerenza con quelle dettate dalla normativa europea e nazionale.

L’impiantistica regionale di riferimento per la gestione dei rifiuti sarà coerente con la gerarchia della gestione dei rifiuti, del principio di prossimità e garantirà l’autosufficienza alla gestione dei rifiuti urbani e speciali prodotti nel territorio regionale.

Occorre tuttavia evidenziare che la normativa comunitaria e nazionale, prevedono in tale contesto la libera circolazione dei rifiuti speciali destinati a smaltimento sull’intero territorio nazionale e anche di quelli urbani qualora avviati a impianti di recupero.

Pertanto, così come i rifiuti prodotti dalle aziende regionali potranno essere conferiti presso impianti extra-regionali lo stesso potrà verificarsi per quei rifiuti prodotti da altre regioni. Questo non comporterà in alcun modo un incremento della capacità complessiva di gestione dei rifiuti in Regione Emilia-Romagna che il redigendo Piano determinerà nel rispetto di quanto già evidenziato. In particolare, in relazione all’interrogazione in oggetto, si comunica quanto segue.

Risponde al vero il fatto che parte dei rifiuti prodotti nel territorio laziale sono smaltiti in impianti ubicati sul nostro territorio regionale. Risulta infatti che, a seguito di procedura negoziata, è stato affidato il servizio di prelievo, carico, trasporto, recupero e/o smaltimento dei rifiuti prodotti giornalmente negli impianti di trattamento meccanico biologico TMB di Ama Spa, l’azienda romana, a società che gestiscono impianti di smaltimento ubicati anche in Emilia-Romagna. La tipologia di rifiuti oggetto di tale affidamento (quelli che arrivano in questa regione) riguarda rifiuti speciali costituiti dalla frazione organica stabilizzata (FOS) dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti negli stabilimenti Ama s.p.a. di Roma, destinati prioritariamente a operazioni di recupero, in sostituzione di materiali naturali, finalizzati alla copertura giornaliera della discarica.

Si esclude l’utilizzazione dell’impianto di termovalorizzazione di Piacenza in quanto tale impianto non è autorizzato a smaltire questa tipologia di rifiuti cosiddetta FOS.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

La parola per la replica al consigliere Pollastri. Le ricordo che per la sua replica ha a disposizione un minuto e mezzo.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Abbiamo raccolto da parte del Sottosegretario degli elementi importanti e che sicuramente non erano a conoscenza non tanto mia ma credo anche a beneficio dei colleghi e quindi dei cittadini. La questione del piano rifiuti ho visto che lei riferisce che sta venendo avanti. Acceleriamo, speriamo che la vicenda della revoca dell’Assessore all’Ambiente non abbia provocato dei rallentamenti sul piano dei rifiuti perché ho visto che comunque è nell’agenda della Giunta, verificando sempre il programma.

Per quanto riguarda invece la risposta più dettagliata, abbiamo appreso che c’è stata una gara di appalto da parte dell’Ama di Roma e che quindi una parte di questi rifiuti effettivamente verrà anche nel nostro territorio, naturalmente con le garanzie che il Sottosegretario ha spiegato. Mi soddisfa anche l’ultima risposta nel senso che questa tipologia di rifiuti non andrà a essere portata a Piacenza, nel territorio che io rappresento, perché molti cittadini avevano domandato, sull’onda di questa notizia che arrivano dei rifiuti dal Lazio, se quei rifiuti sarebbero andati a Piacenza. Di questo potrò rassicurarli, con la risposta dell’Assessore, sul punto.

Naturalmente è stato importante da parte dell’Assessore il riferimento sul tema comunitario, quindi è giusto secondo me approfondire questa questione della normativa comunitaria, invito sulla base della risposta del sottosegretario Bertelli, che ringrazio, la Giunta ad accelerare sul piano dei rifiuti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.

Passiamo all’oggetto:

 

4633 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la realizzazione della nuova stazione di Bologna.

 

Risponderà l’assessore Peri.

Diamo ora la parola al consigliere Favia per l’illustrazione. Prego.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Attendo la risposta, Presidente.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.

Do la parola all’assessore Peri per la risposta.

 

PERI, assessore: Grazie, presidente. In effetti sulla stazione di Bologna insistono diversi progetti che tra loro sono collegati da un punto di vista della funzionalità ma totalmente indipendenti uno dall’altro. In modo particolare, in questo momento è in corso un progetto di realizzazione della stazione AV in sotterranea, come avrà visto anche il Consigliere, che comporta anche una serie di opere collaterali anche fuori dalla stazione, è in fase di realizzazione un progetto di riqualificazione importante della stazione esistente (stazione su Piazzale Medaglie d’Oro) che comporta anch’esso una serie di opere esterne alla stazione fino a interferire con la viabilità prospiciente la stazione e l’asse di collegamento nord-sud sul quale è già stata bandita la gara, e quindi in tempi ragionevoli dovrebbero iniziare anche i lavori di un primo stralcio.

Quindi vi sono diversi cantieri e diversi progetti che rispondono ad accordi e ad atti, come il Consigliere ha avuto modo di ricostruire, di intese nazionali, dalla Legge Obiettivo all’intesa generale quadro, che sovraintendono al finanziamento e all’avvio di queste opere. Una parte di lavori sono conclusi, una parte sono in corso e una parte ancora deve iniziare.

Tra queste tante opere, quella su cui si è concentrata l’attenzione, viste le dichiarazioni fatte dall’amministratore delegato Moretti, c’è anche la realizzazione della nuova stazione sulla quale il Comune fece a suo tempo un concorso di idee e sulla quale risultò vincitore il progetto di Isozaki, quella realizzazione negli accordi sottoscritti tra Comune e gruppo FS ci sta anche il tema della finanziabilità dell’opera attraverso l’utilizzo o, meglio, la valorizzazione urbanistica delle aree di proprietà di RFI. Il valore grossomodo è di 340 milioni, quindi in linea di principio l’affermazione, nel momento in cui si realizza uno degli aspetti fondamentali dell’intesa, cioè la commercializzazione di patrimonio RFI e gli introiti derivanti dalla commercializzazione sono vincolati alla realizzazione della nuova stazione, progetto Isozaki, corrisponde effettivamente alla realtà.

Sulle affermazioni ovviamente si può ragionare, nel senso che il commento che fa l’amministratore delegato è un commento che fotografa un andamento del mercato, il che non presuppone che occorra attendere particolari avvenimenti se non capire e valutare anche attraverso atti formali che inneschino il meccanismo se quell’evenienza, cioè commercializzazione, gli introiti e il finanziamento sono attualmente alla portata. Va da sé che da un punto di vista della funzionalità della stazione, ciò che ci preme in questa fase è garantire la conclusione dei lavori e dei cantieri ancora in essere (stazione AV e stazione del servizio di superficie) perché quello è l’elemento fondamentale che potrà riconsegnare alla stazione di Bologna la sua funzione piena e operativa.

Ovviamente sullo sfondo rimane questo scenario che non poteva essere previsto in questi termini quando fu firmato l’accordo ma che va da sé è un elemento importante che può o meno avvicinare nel tempo la realizzazione dell’infrastruttura prevista dal progetto Isozaki.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, assessore Peri.

Consigliere Favia, lei ha tutti i sei minuti a disposizione per la replica. Prego.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Assessore, la Regione è sempre stata centrale nella gestione del nodo di Bologna e del restyling della stazione. Mi dispiace non riscontrare neanche un accenno da autocritica da parte sua perché qui siamo davanti all’ennesimo grande progetto che riguarda la città di Bologna che in una certa parte naufraga, stando alle dichiarazioni di Moretti, e trovo anche sconcertante questa altalena di dichiarazioni dell’amministratore delegato. Perché non ce l’ha detto negli anni passati quando avete presento il progetto in maniera faraonica alla città dicendo che si avrebbe avuto la stazione di Isozaki? Avete speso soldi per fare quel concorso e l’avete presentato come se la cosa fosse fatta. Io le ho messe nelle mie interrogazioni le dichiarazioni di allora e non avete detto che se foste riusciti a fare una speculazione edilizia, perché se la facesse un privato questo sarebbe il nome di quella svendita e di quel baratto che avete fatto, avreste fatto la stazione, ma avete sempre detto che la stazione era fatta. Avete succhiato soldi dal progetto TAV per fare una stazione interrata che è un pasticcio, perché si poteva fare tutto in superficie senza grandi megalomanie, ci sono anche lì le dichiarazioni dell’epoca, ma fu l’assessore Anna Donati, se non ricordo male, che la volle a tutti i costi sotterranea. Questi sono i progetti che hanno sì che da noi la TAV è costata cinque volte che in Spagna. Avete fatto un pasticcio perché avete dato in mano la gestione a RFI, che non va bene neanche per gestire un condominio. Non so se ricorda le case crollate e le fognature otturate con i topi che hanno invaso le abitazioni. Le sto parlando, Assessore.

 

PERI: Riesco a fare contemporaneamente due cose.

 

FAVIA: Purtroppo abbiamo parlato di molte cose ma mai di questo. Non ha preso atto del pasticcio che avete fatto nella realizzazione della stazione sotterranea e nemmeno di questa menzogna di come avete preso in giro i cittadini sulla nuova stazione, che ora scopriamo da delle dichiarazioni a margine dell’amministratore delegato che non si farà. Non ci venga a raccontare che il mercato può tornare ai livelli del 2008.

È l’ennesimo project financing, se così lo definite, perché di fatto adesso ci dite che è questo che va a naufragare, l’ennesima occasione che nella città di Bologna questo strumento si rivela deficitario - nel 2008 sapevamo che i valori degli immobili sarebbero calati perché era già iniziata la discesa - e quindi nella sua risposta non c’è neanche un minimo di autocritica. Io credo che se l’avesse fatto un privato, perché quando andate a fare queste cose che si chiamerebbero accordi di programma con un privato, non ci sarebbe stata questa superficialità e questa leggerezza nel trattare la questione, perché, quando fate queste intese col privato, le fate stringenti, obbligatorie. Qui avete fatto un accordo che fa ridere, qui avete dato la possibilità, molto prevedibile, di non fare la stazione e lo sapevate nel 2008 che comunque è, sì, uno stralcio, un qualcosa a sé stante, ma è il cuore di un progetto più ampio, la nuova stazione.

Ma come avete fatto? Un accordo che non valeva niente! Gli avete detto: se il valore delle case scende, non farete la stazione, così, a cuor leggero. Ma con che intelligenza, mi chiedo, con che responsabilità!? Ovviamente ci sono delle corresponsabilità di comune, provincia eccetera, ma andando a rileggere quegli accordi, viene da dire: ma dove eravate? Ma in che mondo vivevate? Quando il mercato andava giù, voi lasciavate l'opera principale nella facoltà di scelta di RFI, che ovviamente non vuole spendere soldi perché poi gli abbiamo già fatto fare la stazione sotterranea, che, con tutti i problemi che ci sono stati, è costata un occhio della testa. È questo il tema.

La ricostruzione, a me, presidente, non serviva perché ovviamente l'ho fatta nell'interrogazione, però, assessore, qui, tra le indagini della Cispadania, il Passante Nord, con Autostrade, che non si fa, quello che è successo con il progetto Civis, la stazione di Bologna, veramente la classe dirigente, sul tema della mobilità, della logistica e dei trasporti, in questa città e in questa regione, un po' di autocritica dovrebbe farla.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.

Chiamo l’ultima interrogazione, ovvero l’oggetto:

 

4634 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, con particolare riferimento al Comune di San Giovanni in Persiceto ed alla società Geovest.

 

Risponde per la Giunta la vicepresidente Saliera.

La parola alla consigliera Noè.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Attualmente la società Geovest, che è una società pubblica, interamente pubblica, svolge, in convenzione con otto comuni del Bolognese e tre del Modenese, il servizio di raccolta e trasporto rifiuti in modo, a detta dei comuni, assolutamente eccellente. Adesso però, stranamente, sta succedendo una cosa un po' anomala: alcuni di questi comuni, nei prossimi mesi essendo in scadenza la convenzione, stanno proponendo di privatizzare parzialmente questo servizio che oggi svolgono al cento per cento con Geovest, anche grazie all'ingresso di un soggetto privato che, nella misura del 20 per cento, entrerebbe nella compagine societaria e si farebbe carico di gestire totalmente il servizio di cui sopra.

Questo accordo si poggia su un piano industriale che prevede l'aumento di personale di circa quaranta unità e anche il conseguimento di un utile di esercizio nella misura di circa 1 milione di euro, quando ad oggi questa società produce un servizio eccellente con un pareggio di bilancio che, come società pubblica, gli viene chiesto.

Chiedo a questa Regione, che assiste all'atteggiamento di molti suoi comuni che stanno deliberando questo cambiamento ancor prima che questa convenzione scada (perché la convenzione tra i comuni sarebbe dovuta scadere tra tre anni e invece adesso il piano industriale che vari comuni si stanno affrettando ad approvare prevede un vincolo di quindici anni, con un piano industriale che inevitabilmente comporterà degli aumenti di costi, oltre ad un aumento di utile) come giudica questa strana operazione che inevitabilmente comporterà, per conseguire questi maggiori utili, un aumento tariffario. Sarei curiosa di capire da parte dell'assessore, siccome so che la Regione è stata coinvolta in questa operazione, come la giudica. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie a lei, consigliera Noè.

La parola, per la risposta, alla vicepresidente della Giunta Saliera.

 

SALIERA, vicepresidente della Giunta: Buongiorno. In merito all'interrogazione appena descritta dalla consigliera Silvia Noè, si segnala che la volontà dei comuni soci di Geovest di individuare la società mista pubblica-privata come modalità di gestione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani per quel bacino di affidamento, è oggetto di dibattito ed è nota da molto tempo ed è stata impostata già da alcuni anni in una serie di provvedimenti coerenti con le finalità che Geovest stessa ha.

Nel seguito le evidenzio alcuni passaggi formali che sono già avvenuti e da cui lei potrà valutare che non è una decisione improvvisa.

In particolare, la deliberazione dell'ATO di Modena n. 10/2011 e la deliberazione dell'ATO di Bologna n. 14/2011 relative alla verifica della realizzabilità di una gestione concorrenziale del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, e la deliberazione successiva sempre dell'ATO di Modena n. 16/2011 e la deliberazione dell'ATO di Bologna n. 17/2011, recanti: "Disposizioni per i nuovi affidamenti del servizio di gestione dei rifiuti urbani", disponevano di individuare quale modalità di gestione del servizio nel suddetto territorio di riferimento la formula della società a partecipazione mista pubblica e privata, previo svolgimento naturalmente di una procedura competitiva ad evidenza pubblica avente ad oggetto al tempo stesso la qualità di socio e l'attribuzione di specifici compiti operativi connessi alla gestione del servizio, la cosiddetta gara a doppio oggetto.

ATERSIR, con determina commissariale n. 11/2012, confermata successivamente con le deliberazioni del Consiglio comunale di Bologna, la n. 4/2013, e di Modena, la n. 4/2013, ha individuato i vincoli e i passaggi necessari per attuare tale volontà. Naturalmente è una volontà espressa in modo unanime dai soci di Geovest. ATERSIR ha previsto di: 1) subordinare la realizzazione della modalità di gestione, di cui alle deliberazioni appena citate, alla condizione che gli eventuali impianti e dotazioni patrimoniali strumentali, all'esercizio del servizio conferiti dai comuni soci in Geovest, siano scorporati per essere ricollocati a titolo gratuito nella proprietà dei comuni soci (i comuni soci non perdono nulla, il patrimonio sul quale hanno investito è loro), ferma restando la concessione in uso gratuita dei beni al nuovo concessionario per la prosecuzione del servizio e il trasferimento degli eventuali oneri connessi all'ammortamento degli stessi; 2) stabilire che l'effettuazione della suddetta procedura è subordinata alla realizzazione dei seguenti adempimenti da parte dell'agenzia stessa (cioè da parte di ATERSIR): controllo e verifica della predisposizione del piano d'ambito del servizio e delle condizioni di svolgimento dello stesso (e all'interno, quindi, c'è anche non solo la qualità del servizio, ma anche i costi e, quindi, le ricadute sui cittadini, e nel caso che ci siano indicatori che non funzionano, non può proseguire); individuazione degli impianti di smaltimento in cui verranno conferiti rifiuti urbani ed assimilati per l'intera durata del piano d'ambito (voi sapete che il bacino di Geovest non ha internamente degli impianti di smaltimento); 3) l'attuazione della procedura è subordinata, inoltre, alla condizione che i comuni interessati provvedano a deliberare la volontà di operare la trasformazione della società Geovest Srl in società mista nel rispetto dei principi comunitari in materia di partenariato pubblico-privato.

Come si vede, il processo è stato avviato già da più di due anni, prevedendo in capo ad ATERSIR la definizione degli obblighi di servizio e la pianificazione economico-finanziaria dello stesso. La deliberazione del Consiglio comunale di San Giovanni in Persiceto sembra, appunto, essere la formalizzazione della manifestazione di volontà necessaria.

Sono esperienze di grande efficacia che cercano di misurarsi sempre e continuamente con le normative sia del nostro Stato che quelle comunitarie e trovare soluzioni le più adeguate possibili per l'esercizio sempre migliore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e risponderne direttamente ai cittadini.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, vicepresidente Saliera.

Do la parola alla consigliera Noè per la replica, ricordo che ha tre minuti.

Ricordo all'Aula che questa è l'ultima interrogazione della seduta antimeridiana. Prego, consigliera Noè.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Vorrei esprimere un mio giudizio rispetto a tutta questa operazione che potrei definire come una regia assolutamente anomala. Se guardo il piano industriale che regge questa operazione, si evidenzia chiaramente che per aumentare un bacino di utenza/abitanti a 9 mila unità (quindi stiamo parlando di un aumento del 6 per cento) passeremo ad un aumento del personale da 127 a circa 160 unità, quindi con un aumento dei costi del personale che sarà di oltre il 30 per cento. Il piano industriale fino ad oggi è sempre stato caratterizzato, durante gli anni di convenzione, dal pareggio di bilancio, perché questo è quello che comunque deve garantire una società pubblica. Stranamente, tre anni prima dallo scadere della convenzione, da parte di molti Consigli comunali in scadenza nei prossimi mesi, si vede l'adesione ad un progetto che si propone anche di conseguire, per l'effetto dell'ingresso di un socio privato nella misura del 20 per cento (che molto probabilmente sarà Hera), il conseguimento di un utile che tenda a breve al milione di euro.

La matematica non è un'opinione. Credo che questa scelta la si possa tradurre un po' come la volontà di superare il patto di stabilità, come la volontà di poter fare, quindi, assunzioni e consulenze, senza rendersi conto che, proprio perché la matematica non è un'opinione, aumentare dei costi, proporsi un aumento di utile, inevitabilmente questo si tradurrà anche in un aumento dei ricavi, che vuol dire trasferire l'utile sugli aumenti e quindi sul sistema tariffario, che vuol dire aumentare le tariffe.

Siccome noi non possiamo fare così, soprattutto in questo momento dove l'impegno a livello nazionale è di calmierare, è di contenere, di tagliare, io non riesco a capire dov'è la logica di questa Regione che benedice un'operazione che inevitabilmente si tradurrà in un aumento delle tariffe per la resa di quel servizio. E di fronte allo strano atteggiamento, non dico in questa Regione, ma sicuramente in questa città, che sembra impazzita, di cui non si comprendono le logiche laddove vuole internalizzare piuttosto che laddove vuole esternalizzare, vorrei capire fino a che punto la Regione si assume la responsabilità di benedire, di comprendere e benedire un'operazione che possa in realtà, a breve, garantire il mantenimento della qualità del servizio che oggi eroga Geovest.

In nessun programma elettorale, neanche nell'ultimo del sindaco di San Giovanni in Persiceto, era mai stato citato che si sarebbe teso a questa scelta. Invece, stranamente, ripeto, amministrazioni comunali che scadranno nei prossimi mesi si assumono la responsabilità di interrompere una convenzione a tre anni che ad oggi rendeva un servizio che, a detta anche dello stesso Sindaco Mazzucca di San Giovanni in Persiceto, era un servizio eccellente.

Queste strane logiche mi portano a concludere il mio intervento con una domanda: da chi è arrivato l'ordine? Capisco che può sembrare strano, però non riesco a darmi una logica politica, non riesco a darmi una logica istituzionale. Forse lei mi potrà dire che questo argomento è stato trattato a livello di ATO-Modena, di ATO-Bologna, ma nei Consigli comunali, dove probabilmente si sarebbe dovuto aprire un dibattito e non considerarlo come quel livello istituzionale dove comunque la maggioranza ti consente di ratificare qualunque cosa tu abbia in mente di portare a termine, avrebbe probabilmente richiesto di sicuro un dibattito sovracomunale, di sicuro sarebbe dovuta essere un'occasione in cui chiunque, in particolare l'utenza, il popolo, il pagatore di quelle tariffe, avrebbe potuto esprimere al meglio un giudizio a riguardo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.

Passiamo ora all'ordine del giorno.

 

OGGETTO 4571

Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Mori, Pagani, Malaguti e Moriconi: «Integrazione della Legge regionale 15 luglio 2011, n. 8 "Istituzione della Commissione regionale per la promozione delle condizioni di piena parità tra donne e uomini".» (73)

(Relazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Aimi): Il testo n. 5/2013 è stato licenziato dalla Commissione “Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport” nella seduta del 17 ottobre 2013.

La relatrice della Commissione, la consigliera Rita Moriconi, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale. Ricordo che occorre il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.

Nomino scrutatori la consigliera Serri, il consigliere Alessandrini e il consigliere Malaguti.

Metto in votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi, l'autorizzazione alla relazione orale della consigliera Rita Moriconi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

28

Assenti

 

22

Favorevoli

 

28

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

La consigliera Moriconi è autorizzata a svolgere la relazione orale. Prego, ne ha facoltà.

 

MORICONI, relatrice: Grazie, presidente. Gentili colleghi, siamo tutti a conoscenza che attraverso la costituzione della Commissione assembleare per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, avvenuta ormai più di due anni fa, la Regione Emilia-Romagna non soltanto si è data il chiaro obiettivo di sostenere un profilo strutturato per quanto riguarda le politiche di genere e paritarie, ma si è anche dotata di un'opportuna sede referente in cui affrontare, discutere e valutare tutti i dispositivi afferenti alla materia oggetto della Commissione.

Il deposito in Assemblea di proposta di legge di iniziativa popolare sulla violenza contro le donne e il processo in atto di costruzione di una legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere rendere pertanto necessaria ed urgente una modifica di attribuzione delle materie in sede referente alla Commissione medesima, attraverso l'inserimento di un nuovo articolo alla legge regionale n. 8 del luglio 2011: "Istituzione della Commissione regionale per la promozione delle condizioni di piena parità tra donne e uomini".

Pertanto, dopo l'articolo 3 della suddetta legge regionale, si propone in questa sede di inserire un ulteriore articolo, il 3/bis, che così recita: "La Commissione regionale per la promozione delle condizioni di piena parità tra donne e uomini istituita nella IX Legislatura regionale esercita la funzione preparatoria e referente di cui al comma 5 dell'articolo 38 dello Statuto regionale in ordine al progetto di legge quadro regionale in materia di pari opportunità, ai progetti di legge regionali contro la violenza di genere e le discriminazioni e ad eventuali altri progetti di legge regionali attinenti e abbinabili".

L'intendimento di questo inserimento sembra dunque chiaro: indirizzare al vaglio della presente Commissione le materie afferenti oggetto della sua costituzione e dare, con essa, piena risonanza ad una materia così delicata, urgente e ormai non più rinviabile come la piena parità tra donne e uomini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Moriconi.

Ricordo che, trattandosi di un articolo unico, il dibattito generale è complessivamente sull'articolo. Il tempo a disposizione è di venti minuti.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Mori. Ne ha facoltà.

 

MORI: Grazie, presidente. Intervengo per ringraziare la relatrice e i colleghi degli Uffici di Presidenza delle Commissioni coinvolte nel progetto di legge perché questo ci aiuta a coordinarci nella trattazione di un tema molto significativo e importante, il tema della violenza di genere e, in particolare, a costruire le condizioni per la proposta di legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere, che andrà a descrivere e delineare un quadro di politiche di genere, credo, unico ed innovativo in Italia.

Devo dire anche che il tema della disposizione transitoria è perché la finalità di questo articolo non è quello di sancire una volta per tutte le funzioni, in sede referente e preparatorie, della Commissione per la parità, ma, una volta proposta e approvata la legge quadro, è quella di ragionare con i colleghi di ulteriori approfondimenti rispetto alle attribuzioni conferite. Questo è un percorso di consolidamento delle politiche di genere, delle politiche di parità e l'articolo ci aiuta in questo percorso e ci aiuta nell'evoluzione di una materia molto delicata cui tutti stiamo contribuendo con grande spirito di servizio e onestà intellettuale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Mori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. A mio parere questa deve essere e deve diventare una Commissione permanente esattamente come le altre Commissioni dell'Assemblea regionale dell'Emilia-Romagna. La mia componente del Gruppo Misto avrebbe preferito che già da oggi questo fosse reso visibile. Sono molto d'accordo con le cose che ha detto la consigliera Mori, nel senso che questa Commissione deve avere tutte le funzioni e tutti gli argomenti che riguardano le questioni di genere e le questioni che riguardano la lotta alla discriminazione.

Sappiamo che quando si parla di diritti della persona, di diritti del cittadino, di diritti delle minoranze, di diritti di genere, abbiamo molte difficoltà perché in genere la politica considera questi argomenti non prioritari. Tuttavia quello che è successo soprattutto negli ultimi anni ha dato una consapevolezza all'opinione pubblica che prima non c'era, soprattutto per quanto riguarda la violenza di genere, per la quale è stata approvata definitivamente la legge sul femminicidio. Sappiamo che è una legge che è necessaria perché quando una persona fa del male deve essere subito allontanata perché sappiamo che c'è un'escalation da questo punto di vista, quindi le norme contenute in questa legge sono assolutamente importanti perché possono letteralmente salvare delle vite umane.

Però sappiamo anche che la legge ha dei limiti soprattutto per quanto riguarda l'intervento di carattere culturale, per quanto riguarda l'intervento di cura delle patologie che stanno alla base della violenza di genere e io penso che la Commissione Pari opportunità debba occuparsi a tutto tondo di queste questioni.

Oggi, giuridicamente, si potrebbe verificare il caso che l'Assemblea approvi la delibera sulle pari opportunità e questa delibera non può essere discussa dalla Commissione Pari opportunità, quindi è ovvio che ci deve essere un percorso che metta mano a questa cosa e che tutti gli elementi che riguardano questo argomento (violenza di genere, questioni di genere, lotta alle discriminazioni, diritti alla persona), siano essi progetti di legge come dice la correzione che facciamo oggi, siano essi atti di indirizzo, siano essi atti amministrativi, devono poter essere discussi tutti quanti in questa Commissione ed eventualmente, qualora richiamate, anche in altre Commissioni in sede consultiva. In sostanza, dico che dobbiamo fare in modo che questa Commissione sia una Commissione a tutto tondo, che sia in grado, quindi, di esaminare i progetti in sede referente, che sia in grado di proporre le iniziative conseguenti e che dia a questo Ente la caratura di una Regione che interviene su questi argomenti in maniera istituzionale, in maniera seria, in maniera continuativa, e che a queste questioni venga data la stessa dignità, la stessa importanza e la stessa rilevanza di qualsiasi altro argomento che si discute in questa Assemblea.

Da questo punto di vista, come diceva la consigliera Mori, la strada da fare è ancora lunga. Vorrei che però, visto che ci rimane un anno e mezzo esatto dalla fine della legislatura, in questo anno e mezzo noi completassimo questo quadro in modo da consegnare alla legislatura successiva, tenuto conto che la questione è nello Statuto, quindi, o si cambia lo Statuto...

Non vogliamo mettere eccessivi paletti, ma alla legislatura successiva sarebbe bene consegnare una Commissione che dà un lascito molto preciso, molto definito di un funzionamento sia in termini giuridici, sia in termini amministrativi, sia soprattutto in termini di contenuto che dura nel tempo, cioè il lavoro che facciamo qua deve essere un lavoro duraturo nel tempo anche nelle prossime legislature.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Mi esprimo favorevolmente rispetto a questa modifica, anzi, dovremmo fare ancora di più. Mi fa piacere però che con questa modifica si dia ragione a ciò che io sostenevo ormai tre anni fa, ma soprattutto quando abbiamo approvato la nuova Commissione, ovvero che queste Commissioni non possono essere dei sacchi vuoti. Se non hanno la possibilità di intervenire sotto un profilo tecnico-amministrativo, sono Commissioni che non funzionano. Sì, sono Commissioni dove i consiglieri possono fare dei bei dibattiti, ma dove non possono lavorare sotto un profilo amministrativo per i cittadini. Allora cosa diventa, una bandierina da sventolare per dire che siamo bravi su questo o su quell'altra cosa?

No, credo che le Commissioni, soprattutto quelle non tradizionali, che hanno delle funzioni importanti, devono essere messe in condizioni di operare effettivamente, anche per quanto riguarda il tema della VI, della missione valutativa, delle clausole eccetera.

Sono temi su cui noi abbiamo deciso come Regione di investire e dobbiamo investirci. Idem sul tema delle discriminazioni e delle pari opportunità, che, ricordo, non riguardano solo il genere ma, per come abbiamo formato la Commissione, riguardano tutte le pari opportunità e tutti i diritti della persona quindi, e sono contro tutte le discriminazioni, quindi anche per quanto riguarda la disabilità, per esempio, e non solo.

Quindi è molto importante questo passaggio, ma dovremmo forse fare ancora un passo in avanti visto che abbiamo Commissioni, sempre quelle tradizionali, che hanno spesso i lavori bloccati, progetti di legge che rimangono mesi prima di essere discussi eccetera, quindi distribuiamo meglio le deleghe delle Commissioni. In questa ottica, questo provvedimento mi va benissimo. Mi dispiace solo che quando sottolineai che, messa così, diventava una Commissione più di dialogo tra consiglieri e meno di attività tecnico-amministrativa, nessuno ascoltò questa critica, anzi, fu bollata come una scocciatura. Aggiungo, quindi, che l'attenzione che il consigliere Grillini chiede su questi temi ovviamente dipende sempre e soprattutto dalla Giunta. Quindi si devono fare provvedimenti che poi passano, sì, dalle Commissioni, ma deve essere prima di tutto la Giunta - anche se, purtroppo, vediamo con i nostri occhi come è organizzata l'attività in questa Regione - che deve spingere su questi temi, poi la Commissione istruisce, approfondisce eccetera. Se la Commissione si vede tolti i progetti di legge che adesso potrà in qualche modo discutere, pensare, inventare, comunque il ricercare degli argomenti, che non mancano e che sono molto interessanti, fa un lavoro a metà. Lo dico proprio nell'interesse degli scopi della Commissione stessa.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Non posso che aggiungermi ed unirmi alle considerazioni fatte dai colleghi poiché serve una sede specifica, una sede qualificata per trattare certi argomenti particolarmente delicati come quelli della violenza di genere, che è un tipo di violenza, un tipo di reati che avvengono molto spesso, con casistiche importanti, in contesto familiare, quindi comportano tutta una serie di risvolti psicologici, sociologici, culturali, patologici e alla fine delinquenziali che necessitano di essere trattati con competenze particolari e soprattutto con sensibilità particolari che sono quelle che vengono rappresentate da questa Commissione. Per cui condivido pienamente il fatto che si debba trovare in questa sede la sede opportuna per trattare questo tipo particolarmente delicato di questioni, che purtroppo cresce invece di diminuire. Speriamo che anche questa Commissione possa dare un contributo per diminuire quelle tremende statistiche che siamo costretti a leggere puntualmente sui giornali. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

Non ho più nessun iscritto in dibattito generale, pertanto chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto. Anche in questo caso le dichiarazioni sono uniche sull'articolo e sulla legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Questo articolo che va a rafforzare la legge regionale n. 8 è sicuramente un passo importante contro la discriminazione e la violenza di genere. Sono soddisfatto e per me è un orgoglio aver contribuito in Commissione all'estensione di questo articolo. Noi siamo favorevoli e auspichiamo che questo articolo possa mettere dei paletti o comunque contribuire a far sì che avvengano sempre di meno questi fenomeni perché ormai sono diventati molto consueti. A Modena, per esempio, è dell'altro giorno la notizia di una ragazza che è stata stuprata da cinque coetanei. Con questa legge, appunto, cerchiamo di arginare i crimini e le di violenze perpetrati in particolare contro le donne.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. A nome del Gruppo daremo un voto favorevole anche sulla base degli argomenti che ha bene espresso il collega Malaguti in sede di discussione generale. Diciamo che questa modifica alla legge 8/2011 può portare effettivamente, sia nelle funzioni che nelle misure, che negli argomenti, maggiore incisività per quanto riguarda sia le questioni di genere che le questioni delle discriminazioni, quindi il Gruppo PDL voterà favorevolmente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Non ho più nessun iscritto per dichiarazione di voto, pertanto pongo in votazione il progetto di legge oggetto 4571, di iniziativa dei consiglieri Mori, Pagani, Malaguti e Moriconi: "Integrazione alla legge regionale 15/2011 n. 8".

Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Favorevoli

 

39

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante: «Integrazione della Legge regionale 15 luglio 2011, n. 8: "Istituzione della Commissione regionale per la promozione delle condizioni di piena parità tra donne e uomini".»

 

OGGETTO 4357

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 24 maggio 2004, n. 11 (Sviluppo regionale della società dell'informazione) e della legge regionale 10 aprile 1995, n. 29 (Riordinamento dell'Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna).» (74)

(Relazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): La delibera di Giunta è la n. 1137 del 2 agosto 2013. Il testo è il n. 14/2013 licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali nella seduta del 15 ottobre 2013. Il progetto di legge è composto da 21 articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Gian Guido Naldi, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale, quindi occorre il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.

Ricordo che il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Metto in votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi, l’autorizzazione al consigliere Gian Guido Naldi ad effettuare la sua relazione orale.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Favorevoli

 

39

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

Il consigliere Naldi è autorizzato alla relazione. Prego, consigliere, ne ha facoltà.

 

NALDI, relatore: Grazie, Presidente. La materia che discutiamo oggi con questa proposta di legge è di notevole complessità tecnica, per la cui stesura dobbiamo ringraziare il lavoro di tecnici e responsabili dei settori.

I suoi obiettivi hanno un valore sia sul piano economico che amministrativo, che sociale, infatti vogliono rispondere alla sfida di un'Amministrazione al tempo stesso efficiente ed amichevole. A questo proposito, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione possono essere uno strumento efficace, molto efficace, se sorrette da un'adeguata strategia organizzativa. Vogliamo tener presente, inoltre, che le Amministrazioni pubbliche possono promuovere l'innovazione e, anche attraverso la formazione, creare condizioni culturali favorevoli ad essa e, attraverso questi strumenti, possono fare politica per uno sviluppo intelligente.

Il progetto di legge in esame, attraverso le modifiche alla legge regionale del 24 maggio 2004, n. 11, persegue obiettivi di razionalizzazione, semplificazione, messa a punto e adeguamento delle disposizioni regionali sia in relazione agli sviluppi intervenuti nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (considerando che nove anni di distanza dalla legge precedente, nove anni di rivoluzioni tecnologiche, sono, di questi tempi, un periodo enorme), sia in seguito ai mutamenti del quadro normativo di riferimento in materia di procedure di acquisto, anche per cogliere le opportunità che questo è in grado di offrire.

Viene precisato il complesso delle attività disciplinate dalla legge regionale n. 11/2004 e l'articolazione del sistema informativo regionale per potenziarne e migliorarne l'efficacia e l'operatività; viene disciplinata con legislazione regionale l'attività statistica ufficiale della Regione e il sistema statistico regionale (peraltro funzionante dal 1988) e vengono altresì apportate alcune modifiche alle norme di organizzazione finalizzate al coordinamento e all'ottimizzazione delle risorse; si adeguano le disposizioni del Capo VI agli sviluppi normativi in sede nazionale ed europea, con particolare riguardo ad alcuni istituti e procedure che possono risultare di grande interesse per l'affinamento del sistema regionale di e-procurement e per la razionalizzazione degli acquisti nazionali e regionali.

Il progetto di legge è altresì diretto ad offrire il necessario supporto normativo all'introduzione e alla messa a regime del sistema regionale per la dematerializzazione del ciclo passivo degli acquisti e per lo sviluppo della fatturazione elettronica, che costituisce un tassello rilevante del processo di informatizzazione su cui la Regione ha già concluso con successo la fase di sperimentazione. Tale sistema persegue obiettivi di razionalizzazione e innovazione in linea con le disposizioni europee e statali, e, in particolare, con le norme della legge finanziaria per il 2008, che hanno sancito l'obbligatorietà della fatturazione elettronica per le pubbliche amministrazioni.

Infine vengono apportate ulteriori modifiche alla legge n. 11/2004 e alla legge regionale del 10 aprile 1995, n. 29, al fine di sviluppare la conservazione digitale dei documenti informatici.

Per converso, viene parzialmente riformulata la clausola valutativa sulla valutazione della legge vigente proprio per tenere conto delle modifiche contenute nel presente progetto di legge.

Nel merito, l'articolo 1 inserisce nel contesto della legge vigente le funzioni di archiviazione e conservazione digitale di documenti informatici, ormai imprescindibile per una semplificazione delle procedure che passi attraverso la dematerializzazione.

L'articolo 2 modifica la legge regionale in vigore ridefinendo da tre a cinque anni la durata del piano regionale per lo sviluppo tematico per allinearlo all'avvio del mandato.

L'articolo 3 riformula l'articolo 12 della legge in quanto la definizione di "dato personale" non considera più come dati personali i dati relativi alle persone giuridiche, conseguentemente la nuova formulazione precisa che alla costituzione del patrimonio informativo pubblico concorrono non solo i dati personali diversi da quelli sensibili e giudiziari, così definiti ai sensi della legge vigente, ma tutti i dati, a maggior ragione quelli non classificabili come personali. Inoltre si chiarisce che il sistema informativo della Regione e i sistemi informativi integrati fanno parte del patrimonio informativo pubblico e il loro insieme costituisce il sistema informativo regionale.

L'articolo 4 sostituisce l'intero articolo 13 della legge regionale n. 11/2004 in coerenza con la definizione del sistema informativo regionale.

L'articolo 5 definisce la nuova rubrica che si intende applicare in quanto parte integrante del sistema informativo regionale, non solo i progetti che per definizione hanno una durata limitata nel tempo, ma anche i sistemi informativi che sono prodotti nell'ambito dei progetti stessi e quindi vanno a costituire la definizione del patrimonio informativo pubblico opportunamente integrati.

Nel comma 3 si precisa, fra l'altro, che la Regione può assumere il ruolo di nodo tecnico informativo centrale della rete operativa fra Amministrazioni, qualificandosi alla stregua di una funzione istituzionale e, come tale, idonea a legittimare, secondo le disposizioni del codice in materia di protezione dei dati personali, le opposizioni di trattamento dei dati.

Il comma 4 definisce il ruolo di nodo tecnico informativo centrale, precisando l'insieme delle funzioni in cui si articola, non solo quelle informative, ma anche quelle legate all'erogazione dei servizi.

Infine il comma 5 prevede la possibilità di affidare lo svolgimento delle attività di nodo tecnico informativo centrale alla società Lepida. La società Lepida, che è compartecipata da tutti gli enti della community network dell'Emilia-Romagna, già costituisce lo strumento operativo per la pianificazione, lo sviluppo e la gestione omogenea ed unitaria delle infrastrutture di telecomunicazione degli enti collegati alla rete.

L'articolo 6 del progetto di legge aggiunge alla legge vigente un nuovo Capo che disciplina l'attività statistica ufficiale della Regione. In realtà l'Ufficio statistico della Regione esiste dal 1988 e dal 1989 aderisce al sistema statistico nazionale.

Si ridefinisce l'Ufficio di statistica all'articolo 15/bis e le competenze tenendo conto della legislazione in materia di protezione dei dati personali e tenendo conto delle direttive del comitato di indirizzo e coordinamento delle informazioni statistiche.

Con l'articolo 15/ter si istituisce il sistema statistico regionale esplicitando le finalità, ovvero: favorire l'omogeneità organizzativa e la razionalizzazione dei flussi informativi nell'ambito del sistema statistico nazionale; garantire la disponibilità delle informazioni statistiche necessarie al processo di programmazione, nonché a quello di controllo e valutazione delle politiche regionali. La legge specifica che fanno parte del sistema statistico dell'Emilia-Romagna gli Uffici di statistica delle autonomie locali, delle aziende e degli enti strumentali della Regione, nonché gli enti e le aziende del Servizio sanitario regionale. Il progetto di legge vuole fornire una chiara base normativa su questo punto, consentendo un maggior utilizzo delle banche dati regionali e favorendo le relazioni con gli enti locali per lo scambio di informazioni statistiche e metodologiche.

L'articolo 7 sostituisce l'intero articolo 16 della legge regionale vigente, prevedendo disposizioni volte a perseguire il coordinamento e l'ottimizzazione delle risorse.

In particolar modo, nel comma 1 si affida alla Giunta regionale l'adozione di modalità organizzative atte a garantire la programmazione unitaria e integrata degli obiettivi e delle risorse finanziarie destinate allo svolgimento delle attività di cui all'articolo 13. Si prevede l'utilizzazione obbligatoria delle funzioni di archiviazione e conservazione digitale dei documenti informatici da parte dei soggetti di cui all'articolo 19, comma 5, lettera a), che costituiscono il sistema amministrativo della Regione, mentre al comma 4 si prevede l'adesione facoltativa per i soggetti di cui all'articolo 19, comma 5, lettera d), che costituiscono in particolare il sistema amministrativo degli enti locali per i quali è prevista quella che poi chiameremo "facoltizzazione" dell'utilizzo degli strumenti. Qui viene introdotta per la prima volta, in questo testo, la distinzione tra obbligati e facoltizzati, che si proporrà anche in seguito.

Gli articoli dall'8 al 15 del progetto di legge apportano integrazioni e modifiche alle disposizioni del Capo VI della legge vigente. Alcune di esse mirano a valorizzare il ruolo dell'agenzia Intercenter aggiornandone la dotazione degli strumenti offerti dall'ordinamento per razionalizzare i processi di acquisto, altre rispondono ad esigenze di coordinamento e manutenzione del testo.

All'articolo 9 si definiscono gli elementi del sistema regionale di e-procurement costituito da accordi quadro accanto alle convenzioni quadro.

L'articolo 10 modifica la legge vigente al fine di renderne più chiara la formulazione delle competenze dell'agenzia Intercenter, prevedendo gli accordi di programma per distinguerli chiaramente dalle convenzioni. Viene rivisto l'ambito di applicazione soggettivo raggruppando alla lettera a) i soggetti riconducibili al sistema regionale obbligati e alla lettera b) i soggetti riconducibili al sistema degli enti locali facoltizzati. Il nuovo testo chiarisce, inoltre, che l'agenzia svolge le proprie attività a favore dei soggetti ivi indicati ove questi siano tenuti ad applicare il codice dei contratti pubblici per l'acquisizione di lavori. La disposizione circoscrive esplicitamente l'ambito di applicazione a tali soggetti in quanto siano stazioni appaltanti, anche al fine di non creare distorsioni nel mercato.

L'articolo 11 abroga l'articolo 20 della legge vigente che prevedeva la possibilità di trasformare l'agenzia in società per azioni e lo sostituisce con un nuovo testo al fine di razionalizzare i processi di acquisto. Si prevede che la Giunta regionale adotti criteri di programmazione integrata per la definizione dei fabbisogni e la gestione degli acquisti da parte delle proprie strutture.

L'articolo 12 sostituisce l'intero articolo 21 della legge regionale al fine di attribuire all'agenzia la possibilità di utilizzare, oltre alle convenzioni quadro, gli accordi quadro quale strumento nella propria attività di centrale di acquisto secondo lo stesso regime, prevedendone l'utilizzazione da parte dei soggetti obbligati o dei soggetti facoltizzati.

L'articolo 13, sostituendo l'articolo 22 della legge vigente, affida all'agenzia, oltre alle responsabilità già previste in materia di sistema di gare telematiche e di gestione delle procedure di scelta del contraente, anche il compito di realizzare e gestire sistemi dinamici di acquisizione per forniture di beni e servizi standardizzati di uso corrente. In tal modo il progetto di legge tende a dare maggiore spessore all'attività dell'agenzia Intercenter nelle sue funzioni di promozione e sviluppo delle procedure telematiche, che affiancano i compiti di centrale di acquisto. Per il consolidamento e la diffusione dell'intero sistema di e-procurement e dei relativi benefici, viene disciplinata l'utilizzazione del sistema attraverso la ricorrente distinzione tra soggetti obbligati e soggetti facoltizzati.

L'articolo 14 inserisce nella legge regionale vigente un nuovo articolo che razionalizza le previsioni già vigenti e relative allo svolgimento da parte dell'agenzia delle funzioni e delle attività di stazione appaltante per l'acquisizione di beni e servizi.

Con l'articolo 16 del progetto di legge viene aggiunto nella legge regionale un nuovo Capo dedicato allo sviluppo della dematerializzazione del ciclo passivo delle acquisizioni. Di fatto la fatturazione elettronica costituisce lo snodo per procedere all'informatizzazione delle principali procedure che compongono il ciclo degli approvvigionamenti. Per la trasmissione delle fatture elettroniche è stato istituito il sistema di interscambio gestito dall'Agenzia delle Entrate tramite la Sogei, che provvede al presidio del processo di ricezione e inoltro delle fatture elettroniche, nonché alla gestione dei dati in forma aggregata e dei flussi informativi, anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica.

Il progetto prevede aspetti organizzativi e procedurali abilitati dalla realizzazione di un'infrastruttura tecnologica e va oltre i profili della regolamentazione nazionale strettamente legata agli aspetti fiscali. La realizzazione del progetto, affidata all'agenzia Intercenter-Emilia-Romagna, è perfettamente in linea con le prospettive europee anche grazie alla partecipazione dell'agenzia stessa al progetto europeo PEPPOL (Pan-European Public Procurement On-Line), che ha definito standard, tecnologie e processi per la diffusione dell'e-procurement in ambito europeo. Il modello prevede la presenza di un nodo telematico interoperabile per la gestione dei documenti e del ciclo quelle acquisizioni, e, in particolare, delle fatture, attraverso cui i soggetti di cui all'articolo 19, cioè gli obbligati, sono in grado di ricevere documenti conformi agli standard e alle regole tecniche europee e statali. Tale modello consente altresì l'accesso alle funzioni di archiviazione e conservazione digitale.

La flessibilità e l'interoperabilità che caratterizzano il modello regionale ne garantiscono la piena integrazione anche nel sistema definito a livello nazionale. In tale ottica, il nodo telematico di interscambio costituisce al tempo stesso uno snodo del sistema statale per la fatturazione elettronica e il fulcro di un assetto che integri in maniera automatica nel ciclo passivo i dati e le informazioni che possono essere tratte dalla fatturazione e dagli altri documenti informatizzati del ciclo passivo. Il modello abilita processi fondamentali della contabilità pubblica quali la programmazione e il controllo della spesa, e ne garantisce la piena tracciabilità e trasparenza delle operazioni.

Nei singoli articoli il progetto di legge fissa le norme necessarie a supportare l'effettiva implementazione del progetto, definendo in particolare gli obiettivi del sistema regionale per la dematerializzazione del ciclo passivo che la Regione Emilia-Romagna promuove e gestisce per l'utilizzo da parte dei soggetti di cui all'articolo 19, comma 5, al fine di sviluppare procedure informatizzate integrate che consentano la semplificazione e la riduzione dei costi di gestione, l'acquisizione automatica dei dati contabili, il monitoraggio della spesa, la trasparenza e la tracciabilità delle varie fasi del ciclo degli approvvigionamenti, la diffusione della fatturazione elettronica anche nei rapporti commerciali tra gli operatori economici. In secondo luogo, la promozione del sistema e lo svolgimento delle attività strumentali connesse al processo di dematerializzazione del ciclo passivo delle acquisizioni sono affidati all'agenzia Intercenter che opera per il tramite del nodo telematico di interscambio. Tale nodo costituisce lo strumento organizzativo interoperabile per la gestione delle fatture e degli altri documenti del ciclo passivo.

All'articolo 23 quater si regolano disposizioni riguardanti l'adesione al sistema regionale, che comporta l'obbligatorietà dell'utilizzo di questo sistema.

L'articolo 17 riformula il testo dell'articolo 24 della legge vigente relativo alla clausola valutativa. A distanza di quasi dieci anni dalla sua prima formulazione, l'intervento mira sia ad aggiornare i contenuti della clausola, sia a renderla coerente con le disposizioni del presente progetto di legge.

Il comma 1 è integrato con la formula solitamente utilizzata nelle clausole valutative in relazione all'esercizio della funzione di controllo sulla valutazione delle leggi e valutazione degli effetti da parte dell'Assemblea, così come previsto dallo Statuto, la cui approvazione è successiva alla legge vigente.

Il comma 2 contiene l'elenco dei quesiti valutativi. I quesiti sono stati in parte riformulati al fine di tener conto di un contesto che dal 2004 ad oggi, come dicevo prima, è notevolmente cambiato. Gli strumenti di attuazione si sono consolidati, le norme di riferimento allo sviluppo della società dell'informazione sono state aggiornate ed integrate, le priorità e le strategie europee, nazionali e regionali sono mutate così come le linee guida del piano telematico dell'Emilia-Romagna, che nel 2007 e 2009 puntava ancora prevalentemente alla realizzazione di infrastrutture di rete e servizi infrastrutturali per la Pubblica Amministrazione, mentre l'ultimo piano telematico vuole promuovere anche la realizzazione di servizi a favore di cittadini e imprese. La formulazione della lettera D è stata integrata con un quesito specifico relativo alla dematerializzazione del ciclo passivo degli acquisti e allo sviluppo della fatturazione elettronica. I commi 3 e 4 sono stati introdotti per eccepire due formulazioni previste nelle clausole più recenti. Il comma 3 prevede il raccordo tra le competenti strutture di Assemblea e Giunta per la  migliore valutazione della legge e il comma 4 prevede forme di valutazione di partecipata della legge attraverso il coinvolgimento di cittadini, imprese e soggetti attuatori. L’articolo 18 apporta alcune modifiche alla legge regionale del 10 aprile 1995, la n. 29, al fine di adeguare le disposizioni vigenti agli obiettivi di sviluppo delle funzioni di archiviazione e conservazione digitale dei documenti informatici con la ricorrente distinzione fra obbligati e facoltizzati. La funzione di archiviazione e conservazione digitale di documenti vengono estese anche a quelli ricevuti. La previsione attualmente vigente si riferisce infatti solo ai documenti prodotti e quindi la modifica si rivela necessaria per consentire di ricomprenderne l’archiviazione e la conservazione delle fatture e altri documenti del ciclo passivo delle acquisizioni. Infine l’articolo 19 reca una norma transitoria che in sostanza estende la durata delle linee vigenti di indirizzo del piano regionale per lo sviluppo telematico e dell’e-government fino all’approvazione delle successive linee secondo quanto disposto dall’articolo 6, secondo comma, della legge regionale 11/2004 così modificata dalla presente legge e peraltro fatta salva la possibilità di procedere a un loro aggiornamento.

Ho finito, ringrazio tutti per l’attenzione e la pazienza per avere seguito un dettaglio tecnico così necessario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Naldi.

Apro il dibattito generale sul progetto di legge.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. La discussione di questo progetto di legge cade in una settimana particolare, che possiamo definire per l’Italia e l’Europa la settimana del digitale, e magari inconsapevolmente anche la Regione Emilia-Romagna dà un contributo. Ieri si è svolta a Roma l’assemblea di Confindustria digitale alla presenza del Governo, che è stata conclusa dal Presidente del Consiglio, e farò riferimento anche alle cose che ha detto Letta su questa materia, e giovedì e venerdì ci sarà il Consiglio d’Europa che discuterà la possibilità di dar vita a un mercato unico delle telecomunicazioni. Per chi non lo sapesse ci sono ventotto mercati delle telecomunicazioni e poi chiunque va in Europa sa cosa significa in termine di roaming, di tariffe, di diversità di comportamento dei vari operatori e quindi tra giovedì e venerdì ci giocheremo larga parte della partita sul governo delle telecomunicazioni in Europa. Naturalmente tutti noi ci auguriamo che la discussione sarà positiva e che l’esito sarà positivo soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo futuro delle tecnologie in Europa e quindi anche dell’occupazione.

Il commissario europeo Neelie Kroes, che è intervenuta ieri, ha detto una cosa molto chiara: in futuro il 90 per cento dei lavori dovrà avere competenze digitali, quindi la rivoluzione che è prevista dall’agenda digitale europea 2020 e per quanto riguarda noi quella italiana, da questo punto di vista sarà essenziale e decisiva, quindi penso che l’attenzione su questa materia debba essere meno distratta di quella che è stata finora e debba avere un impegno anche da parte nostra assai concreto anche perché sembra - i colleghi sanno che io non ho una particolare simpatia per questo quadro politico e del governo delle larghe intese - che se c’è un terreno su cui il Presidente del Consiglio Letta si è preso e finora ha anche mantenuto, per quanto fosse possibile in quel quadro, è quello dell’agenda digitale. È stato nominato presso la Presidenza del Consiglio una persona che coordina il lavoro con ampi poteri, Francesco Caio, di cui abbiamo sentito ieri l’intervento a questo convegno che citavo poco fa, e lo stesso Letta ha definito l’agenda digitale la principale riforma dello Stato.

Le ragioni a me paiono evidenti e stanno anche nelle cose che ci ha detto prima il relatore, facendo riferimento per esempio alla fatturazione digitale. È ovvio che essa, oltre a rendere più trasparente quello che avviene dentro la pubblica amministrazione, perché a quel punto l’accesso non è più solo in faticose ricerche dentro faldoni di carta ma è un accesso per esempio anche a chi svolge la funzione politica dentro questa Assemblea che diventerebbe infinitamente più agevole, ma la trasparenza significa anche chiarezza nei contratti, negli appalti, in quello che si fa, significa più velocità nei pagamenti, significa, quando si parla di interoperabilità, il rapporto con l’Agenzia delle Entrate e il controllo di quello avviene, quindi anche un fisco più efficiente, significa anche evitare tutta una serie di passaggi burocratici che implicano sempre la produzione di carta e la presenza di questi passaggi dove la burocrazia a volte anziché collaborare rallenta.

I vantaggi sono quindi evidenti, soprattutto sono evidenti quando si parla della creazione di un mercato unico delle telecomunicazioni che consentono la realizzazione delle tre questioni che il Presidente del Consiglio ha detto ieri, come per esempio l’internazionalizzazione. Noi ne abbiamo parlato anche nella Commissione Politica Economica che immeritatamente mi onoro di presiedere, che uno degli strumenti dello sviluppo per quanto riguarda le attività produttive è la loro internazionalizzazione e la capacità di stare sul mercato internazionale. Questo avviene essenzialmente in presenza di una forte digitalizzazione, di realizzazione dell’agenda digitale.

Altro tema è quello dell’innovazione, che è stato oggetto anche di un mio emendamento accolto all’unanimità in sede di Commissione, perché la pubblica amministrazione non deve e non può essere solo soggetto passivo dell’innovazione digitale. Se c’è un cambiamento l’amministrazione si adegua e l’amministrazione pubblica deve diventare soggetto attivo promuovendo il cambiamento e promuovendolo nella direzione degli interessi dei cittadini, per migliorare la qualità della loro vita, per facilitare l’accesso dei cittadini alla pubblica amministrazione in tutte le pratiche che si possono fare. Noi sappiamo quelle che sono le principali rimostranze, le critiche e le lamentele dell’opinione pubblica e della popolazione nell’accesso alla pubblica amministrazione, con uffici con orari spesso non adeguati agli orari di lavoro, eccesso di burocrazia, a volte anche la non facilità nell’accesso alla documentazione, una produzione di una montagna di carta inutile, nonostante si parli della dematerializzazione. Ma quante volte nonostante questo siamo comunque costretti a produrre certificati, a farli avere, a spedirli, quando va bene anche a scannerizzarli e spedirli per e-mail, se non addirittura di dipendenti pubblici che stampano le e-mail. È inutile fare la digitalizzazione se alla fine si stampano le e-mail e si fotocopiano per farle girare negli uffici.

Questo diritto di accesso è stato oggetto di un altro emendamento, anche questo accolto all’unanimità, ed è garantito da una legge italiana. Una legge italiana del 2010 dice che il cittadino ha diritto di rivolgersi alla pubblica amministrazione per via telematica e io credo che sia giusto che il nostro ente partecipi attivamente e fattivamente a fare in modo che questa legge sia reale e che non sia una petizione di principio, che non sia come quella legge approvata alla fine degli anni Sessanta che è rimasta per decenni lettera morta sul diritto di accesso dei cittadini alla pubblica amministrazione che diceva che laddove la pubblica amministrazione aveva già una certificazione la pubblica amministrazione non la doveva richiedere. È una legge che aveva venti - trent’anni, però la pubblica amministrazione semplicemente la ignorava, al punto che un Ministro dovette minacciare sanzioni al pubblico amministratore che non applicava quella legge. Siamo arrivati a quel punto. Che in Italia il processo sia un po’ farraginoso, che ne abbiamo troppe e che a volte sono contraddittorie, che ci tocca perdere un sacco di tempo nell’interpretazione della norma è anche uno dei fattori che rallentano lo sviluppo, per non parlare delle problematiche degli investimenti esteri nel nostro Paese, il fatto che abbiamo una legislazione non in linea con gli standard europei.

Sull’agenda digitale sui ventuno decreti attuativi finora ne sono stati fatti solo otto, e dobbiamo essere contenti che almeno quegli otto siano stati fatti, ma mancano tutti gli altri. Si fa una legge e poi ci devono essere i decreti attuativi, questi non arrivano e la legge è come se non fosse stata fatta. Noi abbiamo un dato che a mio parere è sconfortante. In Italia solo il 14 per cento dei cittadini si rivolge alla propria amministrazione per via telematica e in Europa il dato è il 30 per cento. Questo Paese è al penultimo posto per digitalizzazione nel suo complesso e peggio di noi c’è solo la Grecia. Pensate che i limiti che abbiamo avuto finora in questo sviluppo ci hanno impedito quegli investimenti che portano occupazione, crescita e sviluppo.

Neelie Kroes ieri, il commissario europeo, ha detto che ogni dieci punti di percentuale, che poi secondo me voleva dire ogni 10 gigabyte di banda larga, corrispondono a 1,5 punti del PIL, il quale corrisponde a decine e decine di migliaia di posti di lavoro. La realizzazione dell’agenda digitale, così come è prevista dall’Europa, significa l’implementazione del 2 per cento all’anno del PIL con quello che significa in termini occupazionali.

In termini occupazionali si è detto che per ogni due posti di lavoro persi il digitale ne crea tre, quindi siamo di fronte a una situazione dove noi dobbiamo avere la consapevolezza che abbiamo un obbligo morale di garantire questo sviluppo e il fatto che l’Italia marci con la stessa velocità dell’Europa e che non rimanga sempre indietro. In Italia solo il 14 per cento è collegata alla fibra e in Europa il 40. È sconfortante sentirsi dare questi dati, è sconfortante vedere che altri sono molto più avanti di noi ed è sconfortante vedere che noi potremmo fare delle cose straordinarie in un campo dove l’occupazione giovanile è naturale, in un Paese dove abbiamo il 38 per cento della disoccupazione giovanile, però ci sono resistenze, dei ritardi, delle incapacità e persino dei problemi psicologici su questa materia. Non a caso il Presidente Letta ieri ha detto che il principale problema del divario digitale in Italia è l’alfabetizzazione. Io ho provato l’altro giorno a spiegarlo in Commissione, c’è stato qualche problema e ho ripresentato da questo punto di vista l’emendamento. A proposito di dati sconfortanti, il 37 per cento della popolazione italiana non ha mai avuto a che fare con internet e inoltre ci dicono che, a proposito di alfabetizzazione, c’è metà della popolazione che non sa più scrivere un testo coerente lungo più di quattro righe, che è un problema ancora più evidente e grave. Quindi c’è la necessità di una formazione permanente degli adulti di carattere generalizzato perché dobbiamo capire che questo è il problema. Magari la nostra Regione è in condizioni migliori, ma proprio per questo è la Regione che ha il compito di tracciare una via e di dare un esempio, di intervenire di più, di dare un contributo che possa essere di carattere generale.

Ho presentato un emendamento - dopo lo illustrerò - sul fatto che la nostra Regione promuova questa alfabetizzazione perché non è pensabile che ci siano persone anche in Emilia-Romagna che non sanno neanche spedire una mail non sanno neanche come farla, ci sono persone che non sanno accendere un computer. È vero che l’Italia ha almeno un primato europeo, cioè quello della maggior penetrazione degli smartphone, compresi quelli di ultima generazione. Oggi è il 22 ottobre, le principali aziende mondiali presentano i loro prodotti, si va dalla Apple alla Nokia alla Samsung e via dicendo e ovviamente c’è una sorta di rincorsa all’ultimo modello perché fa un po’ status symbol, per cui sfruttiamo questa cosa che ha in sé il negativo del consumismo ma ha in sé il positivo che la gente si dota di uno strumento che deve imparare a usare, perché a volte l’ha pagato anche 700, 800 o 900 euro, che può essere il vero grimaldello per una consapevolezza generale dell’importanza dell’informatizzazione e della digitalizzazione di questo Paese.

Un altro dato positivo che veniva fuori dal convegno di ieri è che l’Italia comunque ha una copertura della banda minima del 90 per cento, che sarebbe già di per sé sufficiente per esempio per gestire in modo digitale tutta la sanità italiana e solo da questo punto di vista, solo sulla gestione digitale della sanità, è stato detto che si potrebbero risparmiare 15 miliardi. Dopo penso che ci sarà anche la discussione su CUP, visto che è una struttura che si occupa in larga parte di digitalizzazione, ma su questo terreno, per esempio sui costi standard, sugli ordini e sul controllo della qualità gestiti in modo digitale, la rivoluzione digitale potrebbe cambiare la faccia della nostra sanità efficientandola e garantendo un clamoroso risparmio con una possibilità di controllo sulla gestione della struttura stessa che finora non c’è stato.

Io penso che vada in questa direzione anche la cosa che abbiamo proposto oggi. Ieri Letta diceva che bisogna frustare la pubblica amministrazione perché spesso la pubblica amministrazione è un fattore di freno dell’innovazione. C’era un dato che mi ha colpito molto, ossia che solo il 10 per cento dei dipendenti pubblici ha meno di 35 anni. Questo è un dato anche abbastanza evidente visto il blocco delle assunzioni e dei concorsi, però non c’è dubbio che la questione della digitalizzazione è anche psicologicamente un dato generazionale, per cui se noi riusciamo a garantire questa innovazione, questa efficientizzazione e questo cambiamento che forse va fatto anche all’interno della pubblica amministrazione, allora la cosa più importante e più rilevante, visto che per esempio questo provvedimento che andiamo a discutere oggi è un provvedimento di efficientizzazione della pubblica amministrazione, è che chi lo deve fare lo sappia fare con consapevolezza, che non lo prenda come un obbligo o dovere ma come un’occasione di miglioramento anche della propria capacità di lavoro e anche di aggiornamento e formazione, perché se noi riusciamo a fare bene, come spero e credo, perché questa Regione ha dei livelli di efficienza e di capacità di innovazione ancora a mio parere da esplorare ma evidenti anche nella percezione che dell’ente ha la stessa opinione pubblica, perché altrimenti la gente non andrebbe neanche votare se pensasse che questa Regione non valesse nulla, ci sono delle capacità e delle intelligenze che possono e devono essere valorizzate ma proprio per l’implementazione di questi servizi a livello generalizzato e di massa c’è bisogno di questa azione di alfabetizzazione.

Pensate che solo il 4 per cento delle aziende vende su internet. Ci sono aziende che hanno fatto la loro fortuna con l’e-commerce e in Italia solo il 4 per cento vende su internet. L’unico settore che vende massicciamente su internet è quello del turismo, d’altra parte nella nostra regione un pezzo rilevante del prodotto interno lordo è legato al turismo e anche al turismo enogastronomico. È ovvio quindi che se noi dobbiamo garantire questa che sarà una rivoluzione digitale, perché soltanto la questione della fatturazione elettronica rappresenta in quello specifico settore una sorta di rivoluzione digitale, questa va fatta alfabetizzando anche le imprese.

Quando noi abbiamo fatto con la Commissione Politiche Economiche un incontro su uno studio sulla digitalizzazione in Emilia-Romagna delle imprese è venuto fuori che più del 60 - 70 per cento delle imprese o non aveva connessione a internet, comunque non aveva la banda larga e al massimo arrivava a due megabyte, quindi da questo punto di vista il lavoro da fare è veramente grandissimo. Possiamo dire che per fortuna in questa Regione abbiamo uno strumento come Lepida che ci aiuta e che rappresenta uno degli elementi di efficienza e di esempio anche per quanto riguarda le altre realtà regionali. Naturalmente rimane aperta, e concludo, tutta la questione degli investimenti infrastrutturali che però dipendono in larga parte dalla capacità dello Stato di tornare a fare investimenti e di tornare a promuovere la crescita.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Abbiamo seguito in Commissione nei vari iter di questo progetto di legge con grande attenzione le problematiche che ad esso sono sottese e alle quali abbiamo in sede di Commissione cercato di dare il nostro contributo. Premetto che la materia è molto complessa, quindi evidentemente non era facile farsi un’idea proprio dettagliata del tema, ma ci siamo basati molto anche sulle clausole valutative, quindi sulle note tecniche, che sono state elaborate dagli uffici (sono due), una relativamente all’oggetto 4426, quindi la clausola valutativa sulla legge 11, e l’altra sull’oggetto 4357 che è quello che è in discussione oggi, quindi la Giunta ha fatto un’analisi su questo tema piuttosto dettagliata nella quale risultava tutta l’attività svolta, soprattutto segnatamente al problema del cosiddetto divario della conoscenza e del divario infrastrutturale, cioè il tema in termini di infrastrutture e il tema del divario della conoscenza da parte dei cittadini, come giustamente citava il collega Grillini nel suo intervento.

Abbiamo poi anche in particolare valutato per quanto riguarda anche l’attività di programmazione, il piano telematico e quant’altro, l’attività di Intercenter, l’attività di Lepida e quant’altro, abbiamo anche valutato sulla base di questi documenti quelle che dovranno essere le modifiche di cui oggi discutiamo. Abbiamo analizzato tutta la relazione che viene in oggetto oggi e quindi questo progetto di legge tende a modificare dei contenuti per rilanciare l’attività, migliorare le piattaforme informatiche e anche tutte le procedure che vi gravitano intorno, come bandi di gara, gare d’appalto, rendicontazione e quant’altro. Vi è poi il tema, e ringrazio il relatore Naldi, sul sistema statistico regionale che aveva sollevato dei dubbi in sede di discussione quando temevamo che vi potessero essere dei doppioni e che vi potessero essere delle sovrapposizioni con SisTer e poi abbiamo valutato, come terzo punto, il miglioramento dei sistemi e delle tecniche di archiviazione, archiviazione anche per quanto riguarda i beni dell’istituto IBACN.

Vi è poi il tema del prolungamento del piano telematico da tre a cinque anni, se non ho letto male, e poi anche l’aggiornamento dei vari criteri ai fini di valutare, se questa normativa e questo progetto che l’Aula intende oggi licenziare, quale impatto reale poi avrà effettivamente sui cittadini, sulle imprese e sull’economia nel suo complesso. Vi sono dei punti - vi saranno altri colleghi del mio gruppo che interverranno - sulla possibilità di fare risparmiare gli enti, se ci sarà la possibilità per le pubbliche amministrazioni, collega Grillini, di condividere e uniformare metodi operativi - mi rivolgo al consigliere Grillini perché un cultore della materia - se sarà aumentato l’accesso all’offerta di questo tipo di sistemi informatici, perché abbiamo sempre detto dall’inizio di questa legislatura che vi è spesso troppa disomogeneità e divario tra vari enti nell’utilizzo di questi sistemi. Sollecitiamo, e speriamo questo sia poi realizzato, una maggiore conoscenza delle possibilità offerte dalla Regione, ma qui è un tema che si va sulla formazione del personale che dovrà lavorare su queste tematiche. Sul servizio statistico ho già detto e rimane il tema, a cui queste norme dovrebbero portare, di accelerare tutto ciò che sotto il profilo tecnologico è velocemente superato.

Ieri abbiamo visto nella relazione del Presidente in Commissione sui dati e l’attività di comunicazione da parte dell’Assemblea come in poco tempo ci sono dei sistemi, ad esempio Twitter, talmente nuovi e veloci che magari quando abbiamo iniziato questo mandato non vi erano. Quindi vi sono dei temi importanti su queste modifiche che credo di aver sottolineato senza entrare nel dettaglio della relazione e dell’articolato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Ha chiesto di parlare la consigliera Camorali. Ne ha facoltà.

 

CAMORALI: Grazie, presidente. Relativamente a questo progetto di legge, come PDL - Forza Italia, ci poniamo in una posizione piuttosto neutrale perché si tratta di un sostanziale adeguamento tecnico rispetto alle ultime tecnologie informatiche di IBACN e Lepida. La nostra posizione comunque è però storicamente diffidente rispetto a questi due enti perché utilizzati dalla maggioranza di centrosinistra di questa Regione con sospette finalità di consenso politico o clientelari. Un’operazione di questo genere peraltro è stata effettata da parte di Lepida molto recentemente e approfitto di questo dibattito in Aula per ricordarla dopo che il collega Filippi in un’interrogazione del gennaio scorso aveva espresso legittimi dubbi prima che fosse effettuata.

LTT era la società di proprietà della Provincia di Parma che si occupava dell’informatizzazione del territorio, amministrata per lungo da un ex Assessore provinciale PD, nel corso degli anni ha fatto diverse assunzioni fino a raggiungere la dimensione di quindici dipendenti tutti a tempo determinato. Ormai esaurito l’oggetto sociale dell’informatizzazione del territorio provinciale di Parma, per cui aveva i ritorni economici da parte dei Comuni e di altri enti e soggetti che pagando le prestazioni effettuate gli consentivano di chiudere bene il bilancio, nel 2011 procede alla sistemazione a tempo indeterminato del personale. Da questo momento LTT comincia a presentare bilanci passivi. Nel febbraio 2013 si provvede a farla assorbire, debiti compresi, per circa 500 mila euro (erano 470 mila realmente) da Lepida. Senza alcuna polemica, mi limito a fare presente che tra i dipendenti ex LTT e ora di Lepida figura anche uno dei candidati alla Segreteria provinciale del PD di Parma, Matteo Daffadà, ora Assessore a Borgo Val di Taro al secondo mandato.

Credo che sia importante ricordare in questo momento sia per il complesso normativo che regola la revisione degli enti pubblici sia e soprattutto per lo spirito di sacrificio con cui tutti i cittadini stanno affrontando la grave crisi economica e sociale che sia necessario il massimo rigore e la massima responsabilità nella gestione delle finanze pubbliche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Camorali.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Questa dell’informatizzazione degli enti pubblici e dell’utilizzo di questi nuovi strumenti è forse l’unica vera frontiera verso cui ci possiamo rivolgere per razionalizzare lo Stato e per ottenere un qualche risparmio. Spesso nel clima che tutti noi oggi ascoltiamo e a volte alimentiamo ci si riempie la bocca parlando di tagli alla spesa pubblica, poi andiamo a vedere nel merito e al di là di evidenti sprechi che però non costituiscono percentuali di risparmio significative per poter immaginare una nuova finanza pubblica ci accorgiamo che i tagli diventano veramente difficili perché poi si va a toccare la carne viva delle persone. In questo campo invece dell’informatizzazione e della digitalizzazione della pubblica amministrazione si può fare molto con notevoli risparmi.

Citava prima il collega Grillini la relazione di ieri a Roma, e lì viene evidenziato come stiamo parlando di miliardi di euro che si possono risparmiare con una nuova impostazione della macchina pubblica. Certamente ci dobbiamo scontrare con un alfabetismo di parte della nostra popolazione e con una pigrizia di un’altra parte della popolazione ma siccome questo è un momento in cui i sacrifici devono essere fatti, meglio fare un sacrificio per superare la propria pigrizia che non un sacrificio che vada a incidere sulle nostre tasche.

Ho fatto questa premessa perché stiamo discutendo di un argomento che può imprimere una nuova velocità alla riforma della macchina pubblica. Questo però si può fare se c’è un’attenzione non solo agli spetti burocratici ed economici del problema ma anche ad una trasparenza totale in questo settore. Prima la collega ricordava episodi abbastanza inquietanti, ma non credo insoliti, che sono avvenuti in Provincia di Parma. Se queste ramificazioni della Regione non vengono usate per aumentare l’efficienza ma per magari sfuggire quando fa comodo al tetto di spesa della Regione oppure per posizionare lì persone che non possiamo sistemare in altro modo, si elude a quello che dovrebbe essere invece il significato di cose di questo tipo.

Ricordo a tutti, perché l’ho citato in diverse relazioni sul bilancio, l’assestamento, ecc. che noi, come Regione, impegniamo risorse ingenti, 20 - 30 milioni di euro, a ogni bilancio nell’implementazione del sistema informatico. Io ho fatto anche un calcolo tempo fa e nel tempo parlavamo di centinaia di milioni di euro. Secondo me qualcosa di più dovremmo vedere. Senza alimentare sospetti inutili tengo anche a precisare che quando parliamo di sistemi informatici, di software e non di hardware, giudicare quanto costa uno piuttosto che un altro, quanto è meglio un sistema piuttosto che un altro c’è una discrezionalità talmente ampia che dovrebbe in qualche modo indurre a un rigore assoluto.

Sono state citate Lepida e Intercenter dicendo, come è vero, che noi abbiamo sempre avuto negli anni un atteggiamento abbastanza freddo nei confronti di questi due enti, ma non lo abbiamo avuto perché non siamo convinti della necessità o dell’opportunità di strumenti di questo tipo, ma abbiamo espresso dei giudizi con riserva dovuti alla gestione di questi enti. Mi stupisco del fatto che le nostre ASL ne usufruiscono troppo poco e per quel poco che fanno abbiamo dei risparmi enormi dall’utilizzo di Intercenter, quindi andrebbero obbligate le nostre ASL a servirsi quanto più possibile di questo strumento. Ci sono state delle difficoltà di dialogo tra i vari software e allora mi continuo a chiedere quei 20, 30 o 40 milioni che mettiamo ogni anno dove vanno a finire se ancora i software non riescono a dialogare tra di loro ma l’utilizzo di Intercenter comunque è fondamentale per riuscire a ridurre la spesa in maniera seria in questa Regione senza in qualche modo toccare i servizi.

Allo stesso modo l’utilizzo di Lepida. Io una volta ho chiesto un’audizione dei rappresentanti di Lepida volendo chiedere conto della marea di risorse che la Regione investiva in questo settore e mi sono sentito dire che da Lepida passava pochissimo di tutto questo investimento che la Regione fa per i sistemi informatici. Allora delle due una: bisogna capire bene la funzione che questa società ha nei confronti della Regione.

L’ultima considerazione che voglio fare invece assolutamente positiva è sulla digitalizzazione del polo archivistico. Questa è una preoccupazione utile che questa Regione ha avuto, secondo me nei tempi dovuti, perché ci stiamo avvicinando sempre di più ad aver a che fare con strumenti informatici da dover archiviare e sappiamo quanto sia delicata l’archiviazione di questi documenti che devono rimanere nel tempo assolutamente visibili nel momento in cui assumono una valenza di legge non essendoci più magari il supporto cartaceo. In questo credo che la Regione si stia muovendo bene, mi pare che ci stiamo anche attrezzando per avere a che fare con altre realtà, per esempio la Repubblica di San Marino si serve del nostro polo archivistico, perché in qualche modo riuscendo a suddividere i costi di questa struttura e gestione certamente possiamo avere un servizio più efficiente.

Quindi ben vengano tutte le implementazioni che vanno nel senso della digitalizzazione e informatizzazione della pubblica amministrazione, al di là della volontà del singolo Assessore o del Presidente Errani di voler fare chissà quali giochi strani rispetto a queste realtà ma attenzione alla scelta dei vari partner e dei vari sistemi che in questa difficile giungla andiamo a scegliere perché ce ne sono di varie nature e di varie entità e i costi sono notevolmente diversi. Quindi non fermiamoci magari alle abitudine o ai rapporti consolidati nel tempo ma cerchiamo il meglio che c’è sul mercato perché ci stiamo giocando una grande fetta di credibilità come istituzione ma anche la possibilità di avere molte più risorse a disposizione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Il piano telematico dal 2007 a oggi prevede 270 milioni di euro con discreti risultati a livello nazionale per quanto riguarda la digitalizzazione e l’informatizzazione del territorio ma ben lontane ancora dai traguardi europei. Il dato del 34 per cento della popolazione che non ha mai usato internet è di oltre dieci punti più alto rispetto alla media europea. Il divario digitale o digital divide, se si preferisce l’inglesismo, è ancora ampio da colmare e occorre inevitabilmente, se si vuole stare al passo con i tempi, superarlo per poter sfruttare le potenzialità del sistema informativo sia da parte della cittadinanza sia dalle pubbliche amministrazioni.

Per quanto riguarda la proposta in esame che intende modificare due leggi regionali, la 11/2004 e la 29/2005, mi viene in prima battuta da fare una considerazione, cioè che legiferare in modo dettagliato su simili materie è oggettivamente una contraddizione e un rischio dato che si tratta di un settore, quello delle tecnologie informatiche, continuamente in divenire con scoperte di nuovi sistemi, modalità, applicazioni che difficilmente possono essere costretti in uno strumento quale una legge. Ecco quindi la necessità di adeguare il kit legislativo regionale consapevoli che nel momento in cui cristallizziamo queste norme lo sviluppo delle tecnologie è in divenire. Il presidente di Google, recentemente in visita a Modena, ha evidenziato le carenze digitali del nostro sistema. Manca la connessione a banda larga o extralarga per le imprese che hanno necessità di connessione veloce per lo sviluppo e lo svolgimento della loro attività al pari dei competitor europei e mondiali. Non dimentichiamo poi che nel mondo, l’Europa e non solo, sono sempre diffusi territori con wireless, wi-fi e 4G. Senza queste condizioni le grandi imprese e reti informatiche non investiranno nel nostro territorio e se l’Emilia-Romagna intende mantenere alto il livello tra le regioni italiane dovrà ricorrere anche a questo tipo di sviluppo. Le associazioni di categoria lamentano problemi legati alle centraline di Telecom, obsolete o sature, e caratteristiche della banda larga che al momento dell’attivazione si rivelano insufficienti. Problemi rilevati e denunciati anche nelle scuole o anche il collegamento della banda larga regionale o le connessioni wi-fi non funzionano. Spilamberto e Vignola per come mi è stato riferito, partono solo in queste settimane con un progetto per la messa in rete delle aziende. Idem a Verucchio, Casola Valsenio e altri centri storici dove il wi-fi ne fa parte solo adesso.

Dal punto di vista di questa Assemblea legislativa credo che occorra puntare l’attenzione su Lepida, società che grava su cospicui trasferimenti regionali drenando risorse ingenti su cui noi, Consiglieri, difficilmente possiamo esercitare un controllo opportuno. Le cifre che ho indicato all’inizio (270 milioni di euro) sono ragguardevoli. È vero che di tanto in tanto ci viene presentata una relazione sull’attività svolta ma mancano precisi riferimenti a cosa deve essere fatto, entro quali tempi e con quali risorse. I risultati raggiunti non sono mai indicati in riferimento a quanto era stato effettivamente programmato. Molte le ombre anche sulle nomine degli amministratori e dirigenti, cumulo di incarichi, quantità e qualità del personale. Ricordo che il costo del personale supera i 3,3 milioni di euro. Se questi non fossero i veri problemi, e cioè quello dell’effettivo controllo e della spesa delle società partecipate, allora non si capirebbe perché le nuove tendenze di riforma intendono riportare queste isole oscure all’interno del bilancio e del controllo dell’ente da cui tali società sono nate.

Destiamo quindi da parte nostra molte perplessità su queste modifiche legislative e soprattutto sull’assetto in generale che è stato dato a Lepida, la società regionale che ha il compito di recuperare il terreno perso sulla digitalizzazione. Sono certo che recuperare il terreno perduto sia il solo modo per recuperare posti di lavoro per i giovani, e non solo. Il consigliere Grillini ha appena ricordato che il 90 per cento delle professioni richiede informatizzazione e ciò sarebbe fondamentale per il PIL, e di questa cosa ho sentito anche stamattina su Radio 24, quella del Sole 24 Ore, come si dovrebbe fare e capire il perché siamo ancora così indietro. Se non ci aggiorniamo e non promuoviamo l’informatizzazione, resteremo il fanalino di coda dell’Europa e faremo sempre più fatica a realizzare quello sviluppo di cui si sente tanto parlare ma ancora ben lontano dall’essere realizzato.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Non ci sono altri consiglieri che hanno chiesto di parlare in dibattito generale.

Ha chiesto di parlare l’assessore Peri. Ne ha facoltà.

 

PERI, assessore: Grazie, presidente. In realtà io non penso di dover tirare delle conclusioni ma solo dare qualche risposta o qualche precisazione avendo ascoltato, e me ne dispiace, non completamente tutto il dibattito. Io registro un dato di questa discussione, che qui c’è una sottovalutazione di quello che la Regione ha fatto in questi anni, e non dico solo la Regione ma la pubblica amministrazione dell’Emilia-Romagna, e come veniamo percepiti fuori da quest’Aula. Fuori da quest’Aula intendo i rapporti che noi abbiamo con l’agenda digitale nazionale, col Governo, questo e quelli precedenti, come veniamo percepiti dagli operatori del settore, dai grandi ai piccoli, come venivamo percepiti dal settore economico produttivo legato a questo settore, come veniamo percepiti dalla pubblica amministrazione, sia quella emiliano-romagnola sia quella che guarda all’esperienza dell’Emilia-Romagna come un’esperienza interessante.

Io capisco la dialettica, capisco il gioco di ruolo e tante cose, però stiamo parlando di un settore strategico il quale si presta mal volentieri all’utilizzo strumentale riferito solo al gioco di ruolo. Proviamo a vedere in uno sforzo comune, visto che non abbiamo nemmeno noi, e parlo come Giunta, l’autosufficienza o la presunzione di avere tutte quante le soluzioni già precostituite o preconfezionate.

Abbiamo provato a costruire un’esperienza. Adesso lo dico e questo c’entra in modo marginale rispetto alla legge 11 di cui stiamo parlando, ma ovviamente le relazioni ci sono, attenzione che negli anni che abbiamo alle spalle abbiamo costruito un’esperienza significativa sul piano nazionale ed europeo. Non buttiamola via proprio adesso nel momento in cui ci viene detto che stanno valutando come abbiamo fatto per costruire insieme agli altri territori non dico un’esperienza uguale ma di comprenderne il valore del metodo e dei risultati ottenuti. In Emilia-Romagna noi siamo a break even dal 2009 producendo un risparmio netto per la pubblica amministrazione di 24 milioni rispetto alle migliori offerte presenti sul mercato. È un dato o no? È o non è un risultato? In secondo luogo siamo ormai vicini al completamento del digital divide, che avverrà nei primi mesi del 2014, avendo portato connessione di base (2 mega al secondo) a tutta la pubblica amministrazione e in tutti i territori dell’Emilia-Romagna. Si sta costruendo la dorsale sull’Appennino, che copre da Piacenza fino a Rimini, per andare a coprire anche quelle parti di territorio che non sono coperte dalla connessione diretta con fibra. In un monte nazionale di risorse di 150 milioni, la Regione Emilia-Romagna ne ha già contrattualizzati col Governo 25. Ovviamente non c’è proporzione se uno pensa al territorio e la popolazione. Quei 25 milioni portati a casa d’intesa col Governo mobilitano risorse per 40 milioni perché gli altri ce li stiamo mettendo noi come Regione e andiamo al completamento del digital divide nei prossimi mesi.

Terzo elemento fondamentale - lo diceva stamattina il consigliere Grillini - è l’alfabetizzazione. È evidente che noi possiamo fare un pezzo del mestiere, però l’iniziativa assunta in questi anni, insieme con Lepida, ha portato a tredicimila persone che erano completamente digiune dall’utilizzo delle nuove tecnologie a diventare protagonisti attivi della nuova tecnologia, tra l’altro anche con riflessi sociali non indifferenti perché, come sapete, c’è un fortissimo dialogo intergenerazionale, per cui sono i giovani che insegnano a quelli meno giovani. Qui c’è un punto politico, e ci tengo a sottolinearlo in questa sede: nel piano telematico attualmente in essere noi abbiamo prodotto un’innovazione che è culturale e politica e che viene guardata con interesse. Caio era con noi l’altro giorno al SAIE e con lui abbiamo condiviso quello che sto per dire, nel senso che ritiene questa una grande esperienza e una grande idea.

L’innovazione tecnologica pone un gigantesco problema di diritti e non è un caso che nel piano telematico abbiamo parlato di diritto alla connessione, diritto all’informazione, diritto ai servizi, diritto ai dati e intelligenza diffusa sul territorio. Il piano telematico è questo, ma se è così vuol dire che gli stessi meccanismi democratici di inclusione, di coesione sociale, di partecipazione attiva passano attraverso una nuova declinazione dei diritti digitali fino a portarci, e qui sta l’idea, alla proposta che noi stiamo avanzando non solo al Governo ma anche alle altre istituzioni di una vera e propria costituente digitale dove si devono mescolare i saperi, le conoscenze, i poteri propri della pubblica amministrazione e dell’istituzione statale, a rimescolarsi perché non è più sufficiente la declinazione precedente perché il rischio di marginalizzazione è fortissimo. Chi sa è cittadino e chi non sa rimane fuori, chi è capace può utilizzare i servizi, chi non è la possibilità rimane escluso dai servizi e sempre di più diventeranno servizi essenziali.

Il Governo oggi dice tre - quattro questioni rilevanti che sono quelle su cui si concentrerà l’attenzione nei prossimi mesi dell’agenda digitale nazionale. Noi, e per noi intendo la Regione Emilia-Romagna intesa come pubblica amministrazione comunità regionale, siamo già lì, possiamo dire la nostra con una certa forza perché siamo in piena sintonia con quello che oggi, non dieci anni fa, dice l’agenda digitale nazionale e come questa batte pari con quella europea. Stiamo progettando la connessione alla banda ultralarga per le attività produttive, stiamo costringendo i grandi operatori - vedi il grande operatore italiano sul tema delle centraline che veniva richiamato prima dal consigliere Manfredini - ma ce lo siamo conquistati. Eravamo partiti che Telecom voleva attivare venti centraline e oggi ne abbiamo attivate centocinquanta. Abbiamo posato 98 mila chilometri di fibra, 4.500 chilometri di cavidotti e sentirmi dire che stiamo sottovalutando il ruolo di Lepida è un po’ imbarazzante dopo che ci abbiamo investito in modo molto importante costruendo quell’esperienza oppure stiracchiare il ruolo di Lepida sul tema LTT, ma non ci posso arrivare lì, perché è troppo rilevante la questione. Non stiracchiamola per delle polemiche di profilo medio basso.

Quello che voglio dire è che abbiamo costruito un metodo innovativo fin dall’inizio coinvolgendo tutti gli enti locali e l’amministrazione pubblica della Regione. Sono tutti soci di Lepida i Comuni della Regione indipendentemente da come sono gestiti, governati o amministrati, ma perché abbiamo costruito un laboratorio che sta producendo già servizi e ha già prodotto servizi innovativi, ha già assunto il criterio del riuso della pubblica amministrazione, del fare una buona esperienza e che quell’esperienza vale per tutti producendo un risparmio gigantesco. Sul tema dell’archiviazione digitale stiamo vendendo ed esportando l’esperienza della digitalizzazione degli archivi in altre regioni d’Italia perché ci stanno chiedendo come abbiamo fatto e se è possibile utilizzare il nostro sistema. Stiamo digitalizzando milioni e milioni di pratiche sanitarie togliendo la carta e portandola e supporto informatico, stiamo organizzando i data center della Regione, gli enti locali, le Province, tutta la pubblica amministrazione, ognuno ha il data center nel sottoscala e stiamo dicendo di farne due - tre in tutta la Regione e portarli a fattore comune. Il primo partirà tra poco.

Mentre facciamo questo, la piccola e media impresa ci sta dicendo che se lo facciamo partecipano anche loro perché quello è un altro fattore di innovazione nell’infrastruttura di base che fornirà supporto, innovazione, cloud alla pubblica amministrazione e anche a chi vuole cogliere queste grandi opportunità.

C’è piena disponibilità da parte di Regione Emilia-Romagna, della Giunta, di Lepida e di quant'altri a fornire tutti gli elementi con il massimo della trasparenza possibile, perché credo che sarebbe un errore gigantesco usare questa esperienza solo piegandola a qualche dialettica di tipo polemico.

Proviamo una volta tanto a mettere a valore quello che abbiamo combinato in questi anni e a spingere, a sollecitare, a fare ancora di più, ci marcherebbe altro. Però allora su questo la competizione mi va di giocarla e credo che sia un valore aggiunto per tutti, perciò non tiriamola in basso perché abbiamo raggiunto dei livelli davvero importanti.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Peri.

Prima di procedere con l'esame dell'articolato, informo i capigruppo e l'Ufficio di Presidenza che per le ore 13 sono convocati.

Passiamo all'esame dell'articolato. Preannuncio che è arrivata una proposta di emendamento a firma del consigliere Grillini.

Articolo 1.

È aperta la discussione generale. Chiudo la discussione generale.

Chiedo se ci sono dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto.

Il consigliere scrutatore Malaguti è assente e quindi lo sostituisco con la consigliera Camorali.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 1 è approvato.

Articolo 2.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 2 è approvato.

Passiamo all'articolo 3.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 3 è approvato.

A questo punto esaminiamo l’emendamento 1, a firma del consigliere Grillini, istitutivo di nuovo articolo.

Apro il dibattito generale.

Chiede di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Parzialmente avevo già illustrato questo emendamento nel mio intervento precedente. Ho visto che anche i colleghi hanno condiviso questa esigenza di insistere sul terreno dell'alfabetizzazione. Sono particolarmente d'accordo con le cose che ha detto l'assessore Peri prima perché c'è una larga fetta della popolazione che è del tutto priva della benché minima cognizione digitale. Nel citato convegno di ieri della Confindustria si parlava non solo del fatto che buona parte della popolazione non sa neanche aprire un computer, ma anche della necessità imprescindibile di favorire questa che è stata definita la quarta rivoluzione umana. Le altre sono note: la ruota, il fuoco, la stampa con Gutenberg e via dicendo. Questa è stata definita la quarta rivoluzione umana e quando cambia il modo di pensare, il modo di produrre, il modo di relazionarsi delle persone... Oltretutto questa è una rivoluzione anche abbastanza recente perché l'esplosione dell'uso del personal computer è avvenuta soprattutto i primi anni Novanta e poi è stata via via implementata con l'uso di altri mezzi, per esempio con l'esplosione degli smartphone che c'è stata negli ultimi cinque anni.

Quindi procediamo con un rapidissimo cambiamento che ha cambiato il modo di essere di tutti noi e c'è una parte della popolazione che è esclusa anche perché si parla di un nuovo linguaggio che molti non hanno. Qualche decennio fa il 90 per cento, forse il 95 per cento della popolazione era totalmente analfabeta, non sapeva né leggere, né scrivere. I colleghi ricorderanno quella famosissima scenetta di Totò che per scrivere faceva quasi l'amanuense perché molta gente allora non sapeva neanche scrivere. Ogni passaggio epocale ha la sua lingua, il suo linguaggio, quindi c'è anche un problema di lingua nel senso proprio del termine perché questa materia è declinata in inglese, perciò, tra un po', chi non saprà questa lingua, ancora una volta sarà escluso.

Insomma, è una sfida che riguarda anche tutti noi in prima persona perché anche noi qualche volta abbiamo avuto dei problemi da questo punto di vista. Quindi dire che la Regione si pone, come diceva giustamente prima l'assessore, come ha detto ieri il Presidente del Consiglio Letta, all'avanguardia nel processo di alfabetizzazione non significa - ho visto che c'erano delle preoccupazioni per questo emendamento anche in sede di Commissione - che è la Regione che deve pagare tutto o organizzare tutto. La Regione deve diventare il pungolo, deve diventare l'elemento di avanguardia, si deve mettere alla testa, deve rivendicare quell'eccellenza alla quale faceva riferimento prima l'assessore, perché se la Regione ha dei punti di eccellenza, vanno rivendicati e bisogna fare in modo che siano conosciuti. Poi si parla tanto male delle istituzioni, dei politici; una volta tanto che c'è una cosa - ma noi ne abbiamo parecchie di cose positive da esibire e di cui essere fieri in questa Regione - che c'è un elemento di eccellenza, è assolutamente necessario che questo elemento sia evidente a tutti e proprio per questo, a mio parere, possiamo, come Regione, metterci alla testa di questo processo di alfabetizzazione digitale e informatica.

L'assessore parla di una costituente digitale e io sono assolutamente d'accordo perché occorre anche un'iniziativa fortissima di indirizzo da questo punto di vista. Non c'è solo il fatto che uno deve fare delle petizioni di principio, ma ci vuole anche una forte iniziativa di indirizzo. Addirittura al convegno della Confindustria di ieri si parlava di digital compact, che secondo me è un'espressione non felicissima visto che sul fiscal compact avrei molto da dire, però non c'è dubbio che dobbiamo prendere una forte iniziativa di indirizzo ed alcune cose devono diventare obbligatorie. La gente deve sapere che alcune cose devono diventare imprescindibili e da questo punto di vista sono assolutamente d'accordo con l'assessore su un'iniziativa di questo tipo, per cui può essere che la Regione si mette alla testa di un lavoro di creazione di una costituente digitale proprio per il fatto che ormai l'accesso a questo linguaggio, l'accesso a questa conoscenza è un diritto (la Finlandia l'ha messo in Costituzione). Quindi andiamo avanti per questa strada ed è per questo che io ho presentato questo emendamento.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi, che è anche relatore della legge. Ne ha facoltà.

 

NALDI: Grazie, presidente. Esprimo parere positivo su questo emendamento sia perché naturalmente siamo d'accordo con l'obiettivo dell'alfabetizzazione, che è fondamentale per consentire l'accesso a tutti i cittadini, sia perché la collocazione che ci viene proposta ora ci sembra coerente con il testo della proposta di legge.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi. Non ho più nessun iscritto in dibattito generale. Chiedo se qualcuno intende intervenire per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma del consigliere Grillini.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.

Passiamo all'articolo 4.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 4 è approvato.

Passiamo all'articolo 5.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 5 è approvato.

Passiamo all'articolo 6.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro per dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 6 è approvato.

Passiamo all'articolo 7.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 7 è approvato.

Passiamo all'articolo 8.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro per dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 8 è approvato.

Passiamo all'articolo 9.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 9 è approvato.

Passiamo all'articolo 10.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno interviene per dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 10 è approvato.

Passiamo all'articolo 11.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 11 è approvato.

Passiamo all'articolo 12.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 12 è approvato.

Passiamo all'articolo 13.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 13 è approvato.

Passiamo all'articolo 14.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 14.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 14 è approvato.

Passiamo all'articolo 15.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 15 è approvato.

Passiamo all'articolo 16.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 16.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 16 è approvato.

Passiamo all'articolo 17.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 17 è approvato.

Passiamo all'articolo 18.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno interviene in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 18.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 18 è approvato.

Passiamo all'articolo 19.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 19.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 19 è approvato.

Passiamo all'articolo 20.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 20.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 20 è approvato.

Passiamo all'articolo 21.

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 21.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 21 è approvato.

Passiamo alle dichiarazioni di voto sull’ intero testo di legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Non c'è l'assessore Peri, che è intervenuto prima, ma lo volevo tranquillizzare sul nostro atteggiamento. Il voto di astensione che abbiamo tenuto durante l'esame di questa legge dimostra la nostra predisposizione nei confronti di questa attività della Regione. Detto questo, però, questo voto non ci può nemmeno limitare alcune critiche che riteniamo siano fondate, perché è vero che stiamo giocando su un argomento determinante e importantissimo per nostro futuro e credevo di averlo sufficientemente spiegato nel mio intervento in discussione generale, però alcuni episodi avvenuti nell'ambito di questa società, cui prima anche qualche collega ha fatto riferimento, non è che ad una Giunta regionale debbano in qualche modo sfuggire o debbano essere accantonati come un elemento marginale. Certo, non è quello il giudizio complessivo che noi vogliamo dare sulla politica relativa all'informatizzazione e nemmeno sulle società cui abbiamo fatto riferimento, però ci sono questioni che in qualche modo devono essere attentamente monitorate.

Così come le ingenti risorse che anche il collega Manfredini ricordava nei numeri credo ci debbano spingere a valutare più attentamente come queste risorse vengono spese cercando di fare il massimo possibile. Se poi, come ho sentito dire dall'assessore, abbiamo risparmiato 47 milioni di euro, forse a me era sfuggito, non so se ce l'aveva detto in un'altra occasione, ma magari, se circola di più anche questo tipo di informazione, forse possiamo essere tutti nelle condizioni di spiegare al meglio fuori di qui qual è l'attività della Regione.

Le perplessità sull'utilizzo limitato di Lepida non sono solo mie. Ho detto che c'è stata un'audizione in Commissione e gli stessi rappresentanti di Lepida non dico che si siano lamentati, però hanno detto che potevano essere utilizzati di più e meglio anche dalla Regione. Quindi, evidentemente, qualche atteggiamento non perfettamente in linea su questo argomento c'è stato.

L'ultima questione è relativa al polo archivistico. Abbiamo evidenziato la bontà di questo progetto, l'abbiamo sostenuto e accompagnato in tutte le occasioni nelle varie Commissioni e quindi rispetto a questo non ci sentiamo di aggiungere nulla di più.

Ecco perché il nostro voto è un voto di astensione che deve in qualche modo tranquillizzare l'assessore e la Giunta sul nostro atteggiamento, ma, dall'altra parte, è anche una richiesta di maggior controllo e di maggior coinvolgimento in questo tipo di attività.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Mi dispiace che l'assessore Peri non ci sia in questo momento. Senza ombra di dubbio nel nostro intervento ho dato atto che la Regione, la nostra Regione, sul piano nazionale ha dei risultati che sono discreti, nel senso che sono abbastanza buoni, ma siamo ancora lontani dai traguardi europei. Lo ha dichiarato anche lei che l'Appennino, assessore, è ancora escluso e che i lavori si stanno ultimando.

La nostra è una critica che deve essere intesa come un pungolo in modo che la Regione continui ad investire in questo progetto, che è necessario, non abbiamo più tempo da perdere. Questa è la raccomandazione che facciamo. Le critiche sono state fatte e noi le abbiamo intese proprio come pungolo e non come una critica negativa, perché lei sa bene che io sono molto chiaro e le cose le dico anche in un modo comprensibile.

Il nostro voto comunque sarà di astensione. Nel momento in cui avremo ultimato e visto degli ulteriori progressi, probabilmente cambieremo idea, però, fino ad oggi, è un'astensione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Le cose che ha detto l'assessore sul lavoro svolto in questo campo sono state molto chiare e molto positive, in particolare per quanto riguarda la nuova infrastruttura del Piacenza-Rimini, che metterà tutti nelle condizioni di superare il rimanente digital divide. Penso che da questo punto di vista si possa anche accogliere una sollecitazione ad una maggiore discussione. C'è stata una disponibilità dell'assessore che mi sembra estremamente positiva. Con il consigliere Lombardi, da questo punto di vista, sia con la I Commissione che con la Commissione Attività produttive, si possono tranquillamente interpellare i soggetti interessati per una discussione anche di merito su questa vicenda, anche sull'efficacia del lavoro fatto fino a qui, in maniera tale che questi risultati siano chiari per tutti e ci sia un'informazione socializzata. C'è tutta la disponibilità di questo mondo, c'è anche la mia disponibilità come presidente di Commissione. Penso che con il consigliere Lombardi si possa organizzare un'audizione per discutere di questi temi dedicando ad essi tutto il tempo che è necessario considerata l'importanza dell'argomento e che su questa materia ci giochiamo una parte assai rilevante della crescita e dello sviluppo economico, ma io dico anche culturale e sociale, del futuro.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.

 

MONARI: Grazie, presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico su questa legge e colgo ovviamente le suggestioni dei colleghi che sono intervenuti, sia il collega Manfredini che il collega Lombardi. Ovviamente ringrazio per il lavoro svolto l'assessore e il relatore della legge, e raccolgo anch'io in un'ottica positiva il pungolo che il collega Manfredini sottolineava.

Forse, colleghi, e mi rivolgo ai presidenti di Commissione Lombardi e Grillini, si dovrebbe convocare un'udienza conoscitiva, più che un'audizione, in Commissione, stante la disponibilità dell'assessore Peri, che ringrazio ancora. È un elemento più coinvolgente anche per quelli che stanno all'esterno dell'istituzione e possono, con le loro competenze, venirci a rappresentare i contributi che merita un dibattito con, devo dire, una piegatura tecnica così competente come quella che ho sentito in Aula. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Intervengo sostanzialmente sulla scia del mio capogruppo e dei colleghi che mi hanno preceduto per esprimere apprezzamento per un passo avanti in una direzione che anch'io ritengo sia importante e cruciale. Mi associo alle richieste di approfondimento, che personalmente mi piacerebbe fosse fatto ad ampio raggio rispetto ai vari settori della Regione e anche alle diverse società regionali che sono coinvolte nel tema dell'information technology e ai ruoli che stanno giocando, su cui tutto sommato credo che un approfondimento con una visione d'insieme ci potrebbe aiutare anche ad avere maggiore consapevolezza e a dare un contributo migliore come Aula ad uno sforzo che anch'io ritengo sia assolutamente cruciale per il nostro futuro.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Paruolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Non ho avuto la possibilità, non essendo commissario nella Commissione deputata che segue la legge, di seguire nel dettaglio l'iter, che comunque ho seguito dall'esterno. La legge l'ho letta e mi sono occupato, specie in VI Commissione, della clausola e parto proprio da questa. Abbiamo cambiato la vecchia legge facendo un restyling perché questa non è una nuova legge, è un restyling della vecchia, chiamarlo passo avanti è abbastanza difficile. Vedremo con le relazioni di ritorno, tra qualche anno, se sarà stato un passo avanti, perché questa legge, presidente, è piena di "promuove", di "intervenire", di auspici; non siamo davanti ad una legge che pone azioni cogenti e concrete sotto un profilo amministrativo.

Sento parlare molto anche di banda larga, ma non è con questa legge che interveniamo. C'è già stato il piano telematico, un piano telematico inadeguato ai tempi. Mentre noi lavoriamo all'obiettivo dei 7 mega (obiettivo a cui non arriveremo e solo dichiarato perché sono 7 alle tre di notte, assessore, quando ci sono cento persone connesse, sia in upload che in download, se funziona) in Corea e in Giappone lavorano ai 7 giga, alla banda ultra-larga. Capisce che in un mondo globalizzato, dove abbiamo le aziende del distretto ceramico che ormai progettano in remoto con l'Asia, per la nostra economia questo è un problema, non si tratta di favorire i nerd che hanno voglia magari di passare le notti su Internet.

Il piano telematico l'abbiamo già fatto e lì c'era la sostanza. Con questa legge facciamo un restyling scrivendo delle cose giuste e ovvie, ma che quando devono essere rese cogenti (ricordo l'emendamento che presentai alla legge sull'edilizia e che fu respinto, che parlava proprio di condivisione di banche dati), stiamo fermi.

Allora la clausola valutativa era il punto centrale. Noi, presidente, dobbiamo rendere queste clausole più stringenti, o meglio, ci dovremmo ispirare al modello statunitense di controllo delle politiche pubbliche, dove le leggi sono quasi dei contratti con i cittadini, vengono messi degli obiettivi e la legge viene giudicata con parametri standard per vedere se raggiunge quegli obiettivi. Se facciamo delle clausole che sono solo delle relazioni, sono utili, è meglio che niente, è già questo, sì, un passo avanti, ma dovremmo capire che quando scriviamo una legge, per esempio per implementare la banda larga o per diffondere la società dell'informazione, dovremmo dargli dei target, degli obiettivi da qui a uno, due, tre, quattro cinque anni e, con il tempo, relazionare se abbiamo raggiunto o meno questi obiettivi per capire se abbiamo fatto buone leggi o se semplicemente abbiamo fatto delle leggi che potevamo anche evitare in un paese come l'Italia che è pieno di leggi.

Quindi il voto in questo caso non sarà contro perché comunque le cose esposte non possono che essere condivisibili, ma non può nemmeno essere un voto convinto perché non ritengo che con queste formulazioni e con questo tipo di interventi si risolva il problema e si possa evolvere in maniera decisa come si dovrebbe verso la società dell'informazione digitale dove le banche dati sono condivise come dovremmo fare anche noi.

L'unica cosa forse vera che abbiamo fatto come Regione è stata, in questa ottica, sulla sanità, spendendo cifre enormi rispetto a quello che potevano costare quei servizi, ma non credendoci perché comunque il servizio è diffuso in una minima parte fra i fruitori del servizio dell'ASL della Regione. Per tutto il resto continuiamo un po' a sonnecchiare. Qualcosa si è aperto sul software libero, appena appena, dopo anni che potevamo evitare di pagare milioni di euro di licenze, magari investendo, sì, più in assistenza perché bisogna rieducare il personale, ma facendo lavorare le aziende del territorio che avrebbero fornito queste consulenze. Quindi andiamo sempre piano piano e questa legge è un tentativo di passo in avanti. Per questo, assessore, anche con tutta la sua buona volontà, il voto sarà di astensione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Non ho più alcun iscritto ad intervenire in sede di dichiarazione di voto.

Si procede alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

43

Assenti

 

7

Favorevoli

 

27

Contrari

 

--

Astenuti

 

16

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche alla legge regionale 24 maggio 2004, n. 11 (Sviluppo regionale della società dell’informazione) e alla legge regionale 10 aprile 1995, n. 29 (Riordinamento dell'Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna).»

Chiamo i Capigruppo e l'Ufficio di Presidenza all'incontro e comunico che la seduta pomeridiana è convocata alle ore 15.00. Mi raccomando che siano presenti soprattutto i consiglieri interpellanti e gli assessori coinvolti.

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,04

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50.

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell’art.65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Massimo MEZZETTI e i consiglieri Sandro MANDINI e Gabriella MEO.

 

Votazioni elettroniche

 

Autorizzazione alla relazione orale:

OGGETTO 4571 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Mori, Pagani, Malaguti e Moriconi: «Integrazione della Legge regionale 15 luglio 2011, n. 8 "Istituzione della Commissione regionale per la promozione delle condizioni di piena parità tra donne e uomini."»"

 

Presenti: 28

 

Favorevoli: 28

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI.

 

Assenti: 22

Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Cinzia CAMORALI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Gabriele FERRARI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Antonio MUMOLO, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

OGGETTO 4571 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Mori, Pagani, Malaguti e Moriconi: «Integrazione della Legge regionale 15 luglio 2011, n. 8 "Istituzione della Commissione regionale per la promozione delle condizioni di piena parità tra donne e uomini."»"

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 39

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Assenti: 11

Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Antonio MUMOLO, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.

 

Autorizzazione alla relazione orale:

OGGETTO 4357 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 24 maggio 2004, n. 11 (Sviluppo regionale della società dell'informazione) e della legge regionale 10 aprile 1995, n. 29 (Riordinamento dell'Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna).»"

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 39

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Assenti: 11

Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Antonio MUMOLO, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.

 

OGGETTO 4357 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 24 maggio 2004, n. 11 (Sviluppo regionale della società dell'informazione) e della legge regionale 10 aprile 1995, n. 29 (Riordinamento dell'Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna).»"

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 27

Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 16

Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Cinzia CAMORALI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.

 

Assenti: 7

Liana BARBATI, Manes BERNARDINI, Vasco ERRANI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Roberto SCONCIAFORNI.

 

Emendamento

 

OGGETTO 4357 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 24 maggio 2004, n. 11 (Sviluppo regionale della società dell'informazione) e della legge regionale 10 aprile 1995, n. 29 (Riordinamento dell'Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna).»"

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Grillini:

«dopo l’articolo 3 del progetto di legge regionale, è inserito il seguente articolo:

"Art. 3 bis

Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 11 del 2004

1. All’articolo 3, comma 2, lettera d) della legge regionale n. 11 del 2004, le parole "l’accesso più ampio dei cittadini all’utilizzo di tali tecnologie", sono sostituite dalle seguenti parole: "l’accesso generalizzato dei cittadini all’utilizzo di tali tecnologie, anche mediante l’organizzazione di corsi di formazione finalizzati a promuovere l’alfabetizzazione digitale".»

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

«Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Risoluzioni

 

4599 - Risoluzione proposta dal consigliere Cavalli per impegnare la Giunta a porre in essere ogni azione utile al fine di evitare il passaggio di Telecom Italia sotto il totale controllo di aziende straniere e, qualora ciò avvenisse, a esercitare, di concerto col Governo, le Regioni e gli Enti Locali pressioni nei confronti dell'azienda, sulla base dei contratti stipulati, al fine di tutelare i livelli occupazionali, i servizi erogati ai cittadini e gli investimenti infrastrutturali previsti (documento in data 10 10 13).

4603 - Risoluzione proposta dal consigliere Filippi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a ricercare una collaborazione con la Centrale dei Rischi della Banca d'Italia volta alla costituzione di una banca dati sull'affidabilità delle aziende, al fine di garantire maggiori tutele al sistema imprenditoriale regionale. (documento in data 11 10 13).

4608 - Risoluzione proposta dai consiglieri Pagani e Monari per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte, sulla base delle indicazioni contenute nell'art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e della giurisprudenza della Corte Suprema dei diritti dell'Uomo (ECHR), a riformare la legislazione italiana riguardante la diffamazione a mezzo stampa, e per giungere alla riconsiderazione del caso del giornalista Gangemi al fine di pervenire al più presto alla sua scarcerazione (documento in data 14 10 13).

4610 - Risoluzione proposta dai consiglieri Bartolini, Aimi, Filippi, Bazzoni, Camorali, Bignami, Lombardi, Malaguti, Leoni, Alberto Vecchi e Pollastri per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo e le Camere al fine di approvare rapidamente la proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, e per affrontare il problema della tutela del diritto all'onore e la salvaguardia del diritto dei cittadini ad avere un'informazione libera e rispettosa della verità e delle persone (documento in data 15 10 13).

4626 - Risoluzione proposta dai consiglieri Malaguti, Bazzoni, Leoni, Bignami, Pollastri, Alberto Vecchi e Camorali per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte all'adozione di una normativa nazionale che vieti il sorpasso tra autotreni, autoveicoli con rimorchio e caravan, già vincolati dai limiti di velocità in vigore, nelle autostrade a due corsie per senso di marcia (documento in data 18 10 13).

 

Interpellanze

 

4590 - Interpellanza del consigliere Favia circa le azioni da porre in essere, da parte della Regione Emilia-Romagna, in tema di trasparenza e semplificazione, con particolare riferimento ai relativi portali e siti web.

4606 - Interpellanza del consigliere Naldi circa i soggetti e le procedure riguardanti la gara per la realizzazione della bretella autostradale di Sassuolo-Campogalliano.

 

Interrogazioni

 

4588 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa gli appalti pubblici aggiudicati ad una cooperativa nella aree colpite dal sisma, ed i relativi importi.

4589 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa le procedure relative alla nuova discarica di Torriana, con particolare riferimento alla tutela della Valle dell'Uso (RN).

4591 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa questioni di natura edilizia ed urbanistica riguardanti il Comune di Ozzano dell'Emilia (BO).

4592 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per mantenere lo svolgimento del Motorshow a Bologna.

4593 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa le problematiche relative alla viabilità di accesso al Polo ospedaliero di Cona (FE) e questioni riguardanti figure dirigenziali operanti in tale struttura.

4594 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la derivazione e l'utilizzazione delle acque del torrente Trebbia, con particolare riferimento alle competenze del Comune di Piacenza.

4595 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa il futuro dell'Aeroporto Ridolfi di Forlì.

4596 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'incremento degli emolumenti relativo ai dirigenti dell'Ente Consorzio della Bonifica Renana.

4597 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il contenimento ai livelli minimi e reali del costo delle tariffe dei taxi, con particolare riferimento all'eliminazione del pedaggio ora previsto per l'accesso all'Aeroporto Marconi di Bologna.

4598 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa notizie-stampa relative all'utilizzazione di impianti regionali per lo smaltimento di rifiuti provenienti dal Lazio, con particolare riferimento all'inceneritore di Piacenza.

4600 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa disposizioni, in materia edilizia, contenute nell'art. 43 della L.R. n. 15/2013.

4601 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa il miglioramento dei servizi sanitari negli istituti penitenziari, a tutela dei detenuti e del personale negli stessi operante, con particolare riferimento alla Casa Circondariale di Dozza (BO).

4602 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa l'adeguamento sismico delle strutture sanitarie, con particoalre riferimento all'Ospedale vecchio di Fiorenzuola.

4604 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per abbassare i costi di carattere burocratico ed energetico a carico delle imprese.

4605 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare la chiusura del presidio FER della stazione di Guastalla (RE).

4607 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la regolamentazione del posteggio delle autovetture nel piazzale antistante la sede della Giunta e dell'Assemblea legislativa, con particolare riferimento anche alla presenza di parcheggiatori abusivi.

4609 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la riduzione dei servizi disponibili presso l'Ospedale di Vergato (BO), con particolare riferimento all'attività delle sale operatorie.

4612 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i disagi connessi al mancato funzionamento degli ascensori nella Stazione di Modena, con particolare riferimento alla tutela delle persone diversamente abili.

4613 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la pubblicizzazione delle iniziative riguardanti il "Bicentenario Verdiano".

4614 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le modalità di utilizzazione del trasporto pubblico da parte del personale in servizio di pubblica sicurezza, polizia stradale e polizia giudiziaria.

4615 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori delle sedi dell'Unieuro di Piacenza e di Monticello d'Alba.

4616 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa il futuro della Centrale operativa del 118 di Piacenza.

4617 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa questioni riguardanti il Comune di Ozzano.

4618 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la mancata erogazione dell'assegno di studio ai partecipanti ad un corso per personale infermieristico ed ausiliario di reparti ospedalieri dedicati alla cura di pazienti affetti da malattie infettive e da AIDS, con particolare riferimento agli operatori dell'Ospedale Maggiore di Bologna.

4619 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa casi di malfunzionamento dei comandi elettromeccanici delle sbarre dei passaggi a livello operanti sulla tratta ferroviaria Bologna-Vignola.

4620 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi, a risposta scritta, circa lo smaltimento, presso discariche regionali, di rifiuti provenienti dal Lazio e dalla Campania, con particolare riferimento all'utilizzazione della discarica di Sogliano (FC).

4621 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la mancata applicazione, ad automobilisti che devono pagare multe al Comune di Modena, dello sconto pari al 30% previsto dal "Decreto del Fare".

4622 - Interrogazione della consigliera Barbati, di attualità a risposta immediata in Aula, circa notizie stampa riguardanti la chiusura degli uffici e del presidio con personale FER della stazione ferroviaria di Guastalla, e le azioni da porre in essere per evitare tale eventualità.

4623 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa questioni riguardanti il termovalorizzatore di Modena.

4624 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la tassa regionale per il Diritto allo studio.

4625 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa una cooperativa, costituita da medici di famiglia, operante presso una struttura ambulatoriale di Mirandola (MO) e convenzionata con la relativa AUSL.

4627 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa un impianto dell'Enel SpA sito nella zona di Via Cipriani, Viale Pietramellara e Via Parmeggiani, con particolare riferimento alla tutela dei rischi correlati all'esposizione ai campi elettromagnetici.

4628 - Interrogazione dei consiglieri Bazzoni e Camorali, a risposta scritta, circa il procedimento di depubblicizzazione del Consorzio Centro Termale "Il Baistrocchi".

4629 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per evitare la riapertura del CIE di Bologna.

4630 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la percentuale dei fondi stanziati dall'Unione Europea a favore delle vittime del sisma attualmente già spesi, e le azioni da porre in essere per il completo utilizzo di tali risorse.

4631 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per contrastare la situazione di grave sofferenza gravante sulle imprese.

4632 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa lo smaltimento di rifiuti indifferenziati provenienti da San Marino presso una struttura di Ravenna.

4633 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la realizzazione della nuova stazione di Bologna.

4634 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, con particolare riferimento al Comune di San Giovanni in Persiceto ed alla società Geovest.

4635 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa il programma, relativo alla navigabilità del fiume Po, denominato "365 Po River System".

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

4320 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa il bando della Regione Emilia-Romagna "Una casa alle giovani coppie ed altri nuclei familiari".

4321 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la linea ferroviaria Bologna-Vignola.

4331 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la riconversione, a Bologna, dell'area CAAB, con particolare riferimento al progetto "FICO".

4335 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le somme stanziate, impegnate ed effettivamente erogate a seguito del sisma, la loro provenienza ed i soggetti beneficiari.

4337 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la realizzazione della stazione ferroviaria di Ponte Taro (PR).

4353 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, concernente il servizio di trasporto della tratta ferroviaria Porretta Terme - Bologna.

4354 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, relativa alla condizione di inquinamento del mare Adriatico e della necessità di tutelare la vocazione turistica della costa emiliano-romagnola.

4361 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, relativa all’applicazione della L. n. 68/99 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili" nella regione Emilia-Romagna.

4363 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, relativa alle ripercussioni in regione Emilia-Romagna degli effetti del D.L. 78/2013 "Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena", comunemente conosciuto come "decreto svuotacarceri".

4364 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, concernente il diritto, da parte della popolazione gravata da disabilità, di poter accedere ai servizi di mobilità e trasporti nella regione Emilia-Romagna.

4365 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le possibilità di promozione del patrimonio archeologico e dei siti Unesco in occasione dell’Expo 2015.

4368 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, relativa all’applicabilità della LR n. 08/2007 "Promozione della coltura della cannabis (cannabis sativa l.) e altre colture innovative nel territorio dell'Emilia Romagna", dopo la pronuncia della Corte Costituzionale n. 141/2013, che decreta parzialmente illegittima la legge della Regione Liguria n. 26/2012 "Modalità di erogazione dei farmaci e delle preparazioni galeniche a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche".

4374 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, relativa agli oneri fiscali e tributari e al peso della burocrazia a carico delle imprese.

4376 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, relativa alla situazione dei contributi economici destinati alla ricostruzione nei territori dell’Emilia-Romagna scossi dal sisma del 2012.

4377 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, relativa all’applicazione dell’ordinanza n. 64/2013 del Commissario per la ricostruzione Vasco Errani "Disposizioni disciplinanti i criteri, le procedure e i termini per la prosecuzione dal 1 giugno 2013 del nuovo contributo per l’autonoma sistemazione dei nuclei familiari sgomberati dalle proprie abitazioni in conseguenza degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012".

4378 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, relativa alla situazione dell’azienda Firem di Formigine (MO).

4382 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione professionale dell’assessore alla sanità dott. Carlo Lusenti.

4386 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, concernente la situazione professionale dell’Assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna dott. Carlo Lusenti, in seguito ad indagine dei Nas relativa a poliambulatorio specialistico privato in Reggio Emilia.

4387 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, relativa al servizio ferroviario della linea Modena - Carpi.

4392 - Interrogazione dei consiglieri Leoni e Filippi, a risposta scritta, relativa alla situazione provocata dall’incendio di un opificio in località Fossoli di Carpi.

4394 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, inerente la situazione dell’ex colonia montana Danilo Barbieri in Serramazzoni (MO).

4403 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le convenzioni riguardanti l'Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Emilia Occidentale, con particolare riferimento a quello fluviale del Trebbia.

4408 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa questioni riguardanti l'assessore regionale Carlo Lusenti.

4411 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la tutela di utenti di IREN ai quali sono pervenute bollette per la fornitura di acqua relative a perdite non rilevate.

4414 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa le forme di cooperazione tra la Regione Emilia-Romagna e lo Stato di Israele.

4417 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa gli eventi criminosi avvenuti in Emilia-Romagna, con particolare riferimento al territorio piacentino ed alle rapine presso istituti bancari.

4419 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per garantire un trasporto pubblico adeguato e sicuro per mamme e bambini,  anche nel caso di utilizzazione del passeggino.

4427 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare che i costi della cancellazione dell'IMU ricadano sul servizio di trasporto ferroviario, con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori pendolari.

4429 - Interrogazione dei consiglieri Corradi, Cavalli, Manfredini e Bernardini, a risposta scritta, circa la tutela dei prodotti d'eccellenza del territorio parmense, in relazione all'accensione dell'impianto di termovalorizzazione di Parma.

4430 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa i lavori di ristrutturazione della Stazione di Vergato e la tutela dei relativi utenti dai conseguenti disagi.

4431 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa problematiche riguardanti l'Azienda Sperimentale "Vittorio Tadini" di Podenzano (PC).

4432 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere al fine di alleggerire il carico fiscale gravante sulle imprese artigiane.

4443 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa questioni riguardanti l'inceneritore di Modena.

4444 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa il sostegno all'imprenditoria giovanile.

4453 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa notizie riguardanti la fusione delle aziende sperimentali Tadini e Stuard.

4457 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa questioni relative all'attività libero-professionale svolta dall'Assessore regionale Lusenti.

4466 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, sulle modalità attraverso le quali l'Assessorato all'Agricoltura opera affinchè la figura del cacciatore non sia percepita negativamente.

4494 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa l'incendio divampato, in data 24 agosto 2013, presso lo stabilimento CA.RE. srl di Fossoli di Carpi (MO).

4505 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa l'apertura di un parco tematico sull'agroalimentare e l'istituzione del museo nazionale del Grana Padano.

4533 - Interrogazione dei consiglieri Luciano Vecchi e Serri, a risposta scritta, circa la riapertura, da parte di Poste Italiane, di un ufficio postale nella frazione di San Biagio in Padule, nel Comune di San Felice sul Panaro.

 

La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:

 

4585 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione relativa alla ristrutturazione della facciata della ex caserma Staveco, con particolare riferimento al costo dei relativi ponteggi.

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera c):

 

Trasmissione, da parte del Presidente Errani, della lettera di riscontro del Ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino, riguardante la Risoluzione, approvata dall’Assemblea legislativa il 10 settembre 2013, di cui all’oggetto:

 

4448 - Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Luciano Vecchi, Barbati, Grillini, Bazzoni, Lombardi, Filippi, Naldi, Monari, Noè, Riva, Defranceschi, Favia, Manfredini e Pagani per chiedere alla Giunta, nel rispetto dei valori di pace, di ripudio della guerra, del diritto alla sovranità nazionale e dei popoli, di intervenire presso il Governo italiano affinché si pronunci contro la guerra in modo chiaro e si faccia promotore di una azione internazionale politico-diplomatica volta a favorire una soluzione negoziata del conflitto siriano (documento in data 10 09 13).»

(Comunicazione n. 65 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. 41348/2013)

 

 

I PRESIDENTI

IL SEGRETARIO

Aimi - Costi

Corradi

 

Espandi Indice