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151.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2013

 

(ANTIMERIDIANA)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 4685

Interrogazione della consigliera Serri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il canone annuo di un bene patrimoniale disponibile dello Stato dato in concessione, sito in località Fiumalbo, sul quale sorge l'Hotel Appennino.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

SERRI (PD)

MUZZARELLI, assessore

SERRI (PD)

 

OGGETTO 4688

Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le procedure relative ai costi di prenotazione riguardanti il CUP.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

NOÈ (UDC)

LUSENTI, assessore

NOÈ (UDC)

 

OGGETTO 4687

Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione relativa ai lavori di riqualificazione della Stazione ferroviaria di Vergato (BO).

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

NALDI (SEL-Verdi)

PERI, assessore

NALDI (SEL-Verdi)

 

OGGETTO 4686

Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la consistenza e la pubblicizzazione delle spese relative alle strutture speciali della Giunta.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

FAVIA (Misto)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

FAVIA (Misto)

 

OGGETTO 4611

Comunicazione della Giunta sulle questioni inerenti il CUP 2000

(Continuazione discussione)

OGGETTO 4646

Risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta a presentare all'Assemblea un progetto di riorganizzazione della società partecipata CUP 2000 S.p.A.

(Continuazione discussione e reiezione)

OGGETTO 4647

Risoluzione proposta dai consiglieri Marani, Paruolo, Monari, Donini, Grillini, Barbati, Naldi, Carini, Piva, Montanari, Pariani, Bonaccini, Zoffoli e Mumolo per impegnare la Giunta a verificare periodicamente l'evoluzione del processo riorganizzativo della società CUP 2000 S.p.A. anche coinvolgendo l'Assemblea legislativa.

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

PARUOLO (PD)

MARANI (PD)

FAVIA (Misto)

GRILLINI (Misto)

MANFREDINI (Lega Nord)

 

OGGETTO 3870

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara» (75)

(Relazione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

MONTANARI, relatore

 

OGGETTO 3871

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini» (76)

(Relazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

MAZZOTTI, relatore

PRESIDENTE (Costi)

PARIANI (PD)

LOMBARDI (PDL)

PIVA (PD)

SALIERA, vicepresidente della Giunta

MANFREDINI (Lega Nord)

BIGNAMI (PDL)

 

OGGETTO 3872

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma» (77)

(Relazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

FERRARI, relatore

MEO (SEL-Verdi)

CAMORALI (PDL)

 

OGGETTO 3873

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia»

(Relazione, discussione e reiezione)

OGGETTO 3873/1

Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa della Giunta: «Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia» (proposto dal relatore consigliere Barbieri su mandato della I Commissione) (97)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

BARBIERI, relatore

FILIPPI (PDL)

 

OGGETTO 4642

Delibera: «Modifica al programma straordinario di investimenti in sanità, ex art. 20 L. 67/88 - IV fase 2° stralcio - approvato con delibera dell’Assemblea legislativa n. 120 del 18 giugno 2013.» (Proposta della Giunta regionale in data 21 ottobre 2013, n. 1473) (142)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 3919

Risoluzione proposta dai consiglieri Casadei, Monari, Mazzotti, Pagani, Carini e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta e l'Assemblea legislativa a presentare un progetto culturale, costituito da varie specifiche iniziative, volto a stimolare un'ampia riflessione sull'importanza assunta dalla Grande Guerra nella storia del Novecento, con particolare riferimento al contesto regionale

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 4111

Risoluzione proposta dai consiglieri Pagani, Monari, Mandini, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Riva, Carini e Luciano Vecchi per impegnare la Presidenza dell'Assemblea legislativa e la Giunta regionale a ricercare e mettere a disposizione le risorse necessarie al fine di realizzare progetti per il 70° anniversario della Resistenza, con l'obiettivo di lavorare in sintonia con le istituzioni e gli Istituti storici della Regione, mettendo in rete e promuovendo iniziative che abbiano un'ampia valenza territoriale/regionale

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 4254

Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Bonaccini, Barbieri, Piva, Ferrari, Monari, Pariani, Serri, Fiammenghi, Mumolo, Montanari, Moriconi, Pagani, Casadei, Luciano Vecchi, Riva e Carini per impegnare l'Assemblea legislativa e la Giunta a sostenere, con particolare riferimento alle celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza, progetti volti ad ampliare la ricerca storica di testimonianze, biografie e iconografie dedicate al ruolo delle donne nella Resistenza e nella Lotta di Liberazione, favorendo inoltre collaborazioni e progetti innovativi con Università, Istituti ed Associazioni femminili volti a valorizzare storie, memorie e contributi relativi al ruolo svolto dalle donne negli anni 1943-1945

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

CASADEI (PD)

PAGANI (PD)

MANFREDINI (Lega Nord)

MORI (PD)

GRILLINI (Misto)

FILIPPI (PDL)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 3870 - 3871 - 3872 - 3873

Ordine del giorno oggetto 3873/1 "Non passaggio all’esame degli articoli"

Emendamento all’oggetto 4647

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,34

 

PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centocinquantunesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 22 ottobre 2013 (n. 149);

pomeridiana   del 22 ottobre 2013 (n. 150);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Costi): Hanno comunicato di non poter essere presenti alla seduta gli assessori Marzocchi e Rabboni ed i consiglieri Barbati, Bazzoni, Leoni, Mandini e Monari.

Passiamo alle comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento. Anche in questo caso avete ricevuto tutto il materiale.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Costi): Iniziamo con le interrogazioni a risposta immediata in Aula. Chiamo l’oggetto:

 

4685 - Interrogazione della consigliera Serri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il canone annuo di un bene patrimoniale disponibile dello Stato dato in concessione, sito in località Fiumalbo, sul quale sorge l'Hotel Appennino.

 

Risponde l’assessore Muzzarelli.

Prego, consigliera Serri.

 

SERRI: Grazie, presidente. L’oggetto dell’interrogazione riguarda un’attività ricettiva del territorio di Fiumalbo, località dell’appennino tosco-emiliano, al confine con la Regione Toscana.

Questa attività ricettiva è l’Hotel Appennino ed è gestita da quasi un secolo dalla famiglia Bagatti. È un hotel che occupa diversi dipendenti, seppure con contratti stagionali, da quattro a sei dipendenti per ogni stagione e in più dà lavoro a una serie di attività artigianali del luogo. Quando ragioniamo di attività ricettive, di hotel è chiaro che queste hanno un ruolo importante nel contesto economico e sociale di una comunità perché generano il cosiddetto indotto, che va a favore di altre attività commerciali e artigianali del luogo.

Possiamo ragionare di attività che hanno una rilevanza economica che va oltre quella specifica prodotta dall’hotel.

La storia parte un po’ di anni fa quando nel 1985 questo bene viene sdemanializzato. L’hotel infatti è costruito su un terreno di proprietà del demanio pubblico, la costruzione è stata fatta ed eseguita a spese totali della famiglia. La famiglia Bagatti pagava per la concessione del terreno un canone al demanio pubblico. Nel 1985 con un atto viene sdemanializzato questo bene e solo nel febbraio 2013, quindi pochi mesi orsono, questo patrimonio immobiliare entra a far parte della consistenza del patrimonio disponibile dello Stato e, ovviamente, entra a far parte non solo il terreno, bensì, essendo il fabbricato costruito su un terreno di proprietà del demanio, sia il terreno che il fabbricato. A questo punto l’agenzia del demanio fa una valutazione estimativa del patrimonio Una valutazione che raggiunge un livello sicuramente di sproporzione e inadeguatezza rispetto a quella che è la sostenibilità economica di quell’attività produttiva e rispetto a quello che è il mercato immobiliare di quel luogo. La valutazione, infatti, porta a 2.088.000 euro il valore estimato dall’Agenzia del demanio per quest’immobile e a un canone di locazione che deriva da questa valutazione del valore del patrimonio di quasi 35 mila euro a quadrimestre, per un totale di 104 mila euro l’anno.

Da tutto ciò ne deriva che per una attività di questo tipo, collocata in montagna il canone di locazione è sproporzionato ed inadeguato e sicuramente insostenibile. La proprietà, attraverso un proprio legale ha presentato un ricorso, ricorso che è stato in questi giorni respinto e, appunto, al gestore è stato intimato il pagamento della prima rata del primo quadrimestre di canone di locazione.

Io ovviamente sono consapevole del fatto che questa non è una materia di competenza della Regione ma vorrei capire innanzitutto se parliamo di una situazione unica oppure se si sono verificate altre situazioni analoghe, quindi se la Giunta ne è a conoscenza, soprattutto, chiedo di intraprendere contatti e relazioni con il Ministero competente, affinché si affronti in modo adeguato questa situazione.

Se questa situazione non venisse affrontata e non si arrivasse comunque a una valutazione equa del valore patrimoniale di questo immobile e del relativo canone di locazione, ne deriverebbe, senza ombra di dubbio, l’abbandono da parte degli attuali gestori, l’impossibilità a pensare che si possano esserci altri interessi da parte di terzi, e di conseguenza un danno per tutti. Un danno per l’economia di una comunità che perde un’attività ricettiva, l’unica attività ricettiva nel centro urbano di questa località turistica di Fiumalbo e un immobile che, senza ombra di dubbio, andrebbe in poco tempo in degrado, creando quindi anche un declino urbano della località e credo che, visto che l’interesse pubblico è tra i nostri interessi principali, anche una perdita economica per lo Stato che vedrebbe andare in rovina un proprio patrimonio, una propria proprietà e vedrebbe comunque venire meno un canone di locazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Serri.

La parola all’assessore Muzzarelli per la risposta.

 

MUZZARELLI, assessore: Grazie, presidente. Intanto comincio col dire che situazioni così particolari non sono a nostra conoscenza, anche perché la situazione particolare è ubicata anche in un’area molto delicata, come quella dell’Appennino, dove le attività economiche richiedono una valutazione equilibrata tra territorio, uomo ed economia. In effetti la situazione descritta di cui ero stato personalmente informato nelle settimane scorse si presenta molto seria e preoccupante.

L’indennità per l’uso del terreno e dei fabbricati dell’hotel Appennino di Fiumalbo, così come rideterminata dall’Agenzia del Demanio rischia di provocare la chiusura dell’attività economica in un momento già di per sé grave di crisi economica e di debolezza del turismo e dell’economia mondiale. Per tanti in una situazione di perdurante recessione e riduzione con difficoltà di ogni tipo di attività commerciale e di pesante caduta del settore delle costruzioni, anche la valorizzazione del bene demaniale, nell’interesse della finanza pubblica appare quanto mai problematica, profilandosi piuttosto il pericolo di non utilizzo e di abbandono del bene in oggetto.

Credo, quindi, che da questo punto di vista è bene una riflessione perché se dovesse mai passare a patrimonio pubblico rischiamo il degrado completo.

A parere nostro sarebbe opportuna una attenta verifica della situazione da parte dell’Agenzia regionale del Demanio, onde pervenire a una soluzione soddisfacente per entrambe la parti. A tal fine, dopo la sua interrogazione, invierò in giornata alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate una lettera che allego alla risposta.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie assessore Muzzarelli.

La parola nuovamente alla consigliera Serri, che ha trenta secondi per dichiararsi soddisfatta o meno.

 

SERRI: Grazie, Presidente. Credo che ciò che l’assessore ha dichiarato di intraprendere, risponda comunque alle mie aspettative, è chiaro che i tempi sono tempi importanti perché chi gestisce questa attività non può permettersi di restare nell’incertezza e continuare ogni giorno a maturare un debito che è insostenibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Serri.

Chiedo alla consigliera Noè di svolgere la sua interrogazione, perché mi hanno chiesto qualche variazione nell’ordine dei lavori.

Chiamo, quindi, l’oggetto:

 

4688 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le procedure relative ai costi di prenotazione riguardanti il CUP.

 

Risponde l’assessore Lusenti.

Prego, consigliera Noè.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Ho presentato questa question time perché vorrei per un attimo porre chiarezza rispetto a un dato che ancora non emerge con altrettanta chiarezza.

Nel corso delle varie commissioni istruttorie su questo tema e nel corso dell’ultima Assemblea legislativa del 22 di ottobre, è emerso da parte dell’assessore, quali sono effettivamente i costi che per questo servizio di prenotazione sostiene la Regione, dando luogo anche a un immediato confronto rispetto a quelli che sono i costi che vengono sostenuti quando il servizio viene reso direttamente dal sistema farmaceutico oppure direttamente dall’azienda ASL.

La Regione è stato detto che sostiene un costo che va dai 4 agli 8 euro, l’Azienda Sanitaria costi per 1,50 euro, la farmacia per 2,60 euro.

Io vorrei capire, siccome questa informazione dimostra chiaramente che c’è un divario esagerato tra le varie modalità con cui il servizio viene reso e viene pagato da parte della Regione stessa, io vorrei capire come mai, a tutt’oggi, non c’è stato un confronto fra il CUP che sostiene di essere rimborsato a un costo completamente diverso, inferiore a quanto viene dichiarato dall’assessore e quindi capire effettivamente, alla luce anche della grande operazione di riorganizzazione che si vuole attuare in capo al CUP stesso, se si intende fare chiarezza, si intende avere quel determinato confronto fra CUP e Regione, affinché su questo aspetto si definisca un passaggio, che è quello del costo della prestazione, che sicuramente è un dato da cui non si può prescindere per la valutazione di come ristrutturare il CUP. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Noè.

La parola all’assessore Lusenti. Ne ha facoltà.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. In riscontro alla interrogazione è bene precisare tre punti e lo faccio in modo molto sintetico, rimandando il merito all’oggetto 4647 rendicontato nel resoconto integrale del 22 ottobre dell’Assemblea legislativa.

Il confronto tra Regione e CUP 2000 in merito alla verifica dei costi di prenotazione non è programmato né è da programmare, poiché laddove è necessario tale confronto dovrà avvenire tra le Aziende sanitarie da un lato e la società CUP 2000 dall’altra, in quanto rispettivamente fruitore e fornitore del servizio di prenotazione o, se lo vogliamo dire da un altro modo, da un lato il produttore venditore, dall’altro l’acquirente committente che sottoscrivono contratti, non la Regione.

I costi riferiti nel corso della seduta dello scorso 22 ottobre 2013 sono quelli forniti dalle Aziende sanitarie stesse, cioè dall’acquirente committente, che hanno effettuato verifiche in tal senso, sia laddove il servizio è gestito direttamente dall’Azienda, sia laddove è erogato da soggetti terzi, siano essi CUP 2000 oppure le farmacie.

Le dichiarazioni del management di CUP 2000, volte a negare la veridicità di quanto da me sostenuto nel corso della seduta del 22 u.s., non sono corrette, riportando costi non paragonabili con quelli riferiti in Assemblea e che non trovano riscontro nelle risultanze contrattuali sottoscritte tra le Aziende sanitarie e la società.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie assessore Lusenti.

La parola alla consigliera Noè che ha quattro minuti a sua disposizione.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Capisco assessore che lei mi dica che quando è venuto in aula e in commissione ci ha riferito un dato che da quello ho compreso, è un dato che le è stato fornito dall’azienda ASL perché, effettivamente questo contratto tra produttore del servizio e beneficiario del servizio vede che la fase contrattuale sia tra i due soggetti contraenti e, quindi, le informazioni che lei ha riportato in quest’aula alla sottoscritta e all’aula stessa, sono frutto di quanto le è stato riferito dalla ASL.

Siccome sono dati enormemente divergenti e così distanti, credo che avrebbe dovuto sollecitare da parte della Regione due attività, la prima è quella di capire come mai il dato è così diverso e quindi capire quali sono i criteri che ispirano una ASL nella determinazione di un parametro numerario che risulta completamente distante da quello che invece ritiene esserne un altro, dal momento che i due soggetti sono due soggetti importanti. Lo stesso CUP, a fronte di questa informazione più volte e ripetutamente continua a ribadire che il costo che lei riporta non è giusto, ma la divergenza che c’è, la lontananza che c’è tra il management e la Regione rispetto a questo tema è tanta e tale che non c’è stata neanche la volontà di approfondire da dove derivano le ragioni e quali sono le ragioni che portano a comunicare e a riferire un dato così discordante.

Se il confronto non c’è stato si denota come effettivamente da parte della Regione non si è neanche stimolato un ragionamento di questo tipo e questo vuol dire che c’è una grandissima sfiducia rispetto a un soggetto per il quale ci stiamo rapportando per riorganizzare tutta la sua impostazione. Io trovo molto grave la cosa perché io a tutt’oggi prendo atto che di fronte all’esigenza di conoscere la verità, di sapere quanto costa un servizio di prenotazione in questa città dove la Regione tramite la ASL riferisce un dato e il CUP ne dà un altro, non si cerchi di andare in fondo, non si crei quel contatto ravvicinato che consenta di verificare da dove nasce questa divergenza e siccome questo dato è anche un dato che sta spingendo, che motiva il perché il CUP così come è deve essere rivisto e quindi capire se questo servizio di prenotazione è bene totalmente eliminarlo secondo la modalità in house così come viene reso, anche se solo su Bologna e Ferrara, è però inaccettabile che dal punto di vista imprenditoriale noi stiamo facendo delle valutazioni e i due soggetti danno due dati diversi e non si approfondisce in questa direzione. Non è serio!

E io continuo a ribadire che siccome su questa storia ci sono alcuni passaggi formali ma che stanno caratterizzando anche la sostanza di come questo processo sta venendo avanti, io ribadisco che è inaccettabile che oggi la Regione continui a riportare dei dati riferiti dalla ASL, scaricandosi dalla responsabilità.

Il fatto per cui la Regione non chiede conto alla ASL di conoscere i criteri che hanno portato a dei dati che sono completamente diversi da quelli che vengono riferiti dal CUP, scusate ma, per quello che questa attività di approfondimento richiede, mi sembra veramente inaccettabile che a tutt’oggi ciò non venga fatto. Dico a tutt’oggi perché in questi giorni si deve completare questo famoso piano industriale che l’approvazione delle linee di indirizzo il primo di ottobre hanno previsto e mi sembra inaccettabile che ancora questo dato non sia stato definito una volta per tutte.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Chiamo l’oggetto successivo:

 

4687 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione relativa ai lavori di riqualificazione della Stazione ferroviaria di Vergato (BO).

 

Risponderà l’assessore Peri.

La parola al consigliere Naldi.

 

NALDI: Grazie, presidente. Ci sono dei lavori alla stazione di Vergato fatti a metà e questo sta provocando dei notevoli problemi di disagio perché anziché esserci i due binari che consentivano lo scambio, adesso siamo in una situazione che ha reso molto più rigida tutta quella linea, che è la linea del sistema ferroviario metropolitano di Bologna, forse la più utilizzata, utilizzata da circa 15 mila persone al giorno, e quindi volevo sentire dall’Assessore a che punto siamo, quali sono le possibilità di riprendere nel più breve tempo possibile la funzionalità piena della stazione con tutte le funzioni che adesso sono o dovrebbero essere attribuite.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

La parola all’assessore Peri.

 

PERI, assessore: Grazie, presidente. I lavori avviati nella stazione di Vergato hanno permesso di superare un periodo di difficoltà dovuto alla configurazione inadeguata alla domanda di mobilità che insiste sulla stessa, in particolare per quanto riguarda l’accessibilità alla stazione che era il problema più sentito.

Le risorse a disposizione non avrebbero permesso di far fronte ad alcune criticità la cui soluzione era richiesta anche dagli utenti, in particolare la realizzazione del parcheggio a servizio degli utenti ferroviari, il suo collegamento in sicurezza con il marciapiede del binario, l’accessibilità dall’autostazione e l’allargamento della banchina di stazione. Con le risorse messe a disposizione da RFI è invece stato possibile avviare una fase di lavori che desse in parte riscontro a quanto previsto dal verbale sottoscritto nel giugno 2010 tra RFI, Comune di Vergato, Provincia di Bologna e Regione.

L’assetto che ne risulta prevede a carico di RFI il binario 1 soppresso, il binario 2 di corsa, rinominato binario 1, in esercizio, il binario 3, rinominato binario 2, con rimozione degli impianti a terra ma mantenuto nella configurazione dell’apparato della stazione, la realizzazione del marciapiede lato ferrovia collegato con il marciapiede a servizio del futuro binario 1 tramite platea di larghezza pari a 75 centimetri, ulteriore collegamento a raso con il marciapiede a servizio del futuro binario 1 in corrispondenza dell’accesso lato autostazione, la realizzazione di un sottopassaggio di collegamento tra il nuovo parcheggio e marciapiede a servizio del binario di corsa. Il Comune esegue i lavori di finitura del sottopassaggio e realizza i parcheggi riservati ai disabili in prossimità del piazzale della stazione antistante e completa l’arredo urbano della piazza.

Sicuramente non è l’assetto infrastrutturale ideale prospettato in quello definitivo che si realizzerà solo se verranno rese disponibili le risorse necessarie attualmente non previste in nessun atto, neanche da RFI. L’attuale assetto è frutto di un necessario compromesso tra l’assetto ideale della stazione di Vergato come punto di incrocio e le ridotte risorse attualmente disponibili. Si è preferito in questa fase dare una prima risposta alle esigenze degli utenti realizzando quindi il sottopasso che è direttamente collegato con il parcheggio a servizio della stazione. La volontà di arrivare a riattivare il secondo binario è stata più volte ribadita dalle amministrazioni, Regione compresa, ma occorre evidenziare che anche altre realtà in regione necessitano di interventi altrettanto, se non maggiormente, prioritari.

Si evidenzia tra l’altro che Vergato non è stata utilizzata per gli incroci se non sporadicamente - questo negli ultimi anni, un periodo molto lungo - essendo Riola e Pioppe di Salvaro, nella parte alta della linea, deputate a tale funzione. Tratti di linea senza possibilità di incrocio di lunghezza paragonabili a quelli della Porrettana sono uno standard abbastanza diffuso sulla rete nazionale dove peraltro RFI sta riducendo i punti di incrocio.

In presenza di future risorse l’assetto definitivo prevederà la realizzazione della banchina a servizio del binario 1 per migliorare l’accessibilità al servizio ferroviario e la riattivazione del futuro binario 2 di incrocio qualora si rendessero necessarie per un eventuale potenziamento dell’offerta. Non è possibile in questo momento stante le attuali risorse disponibili sia da parte di RFI sia da parte delle amministrazioni prevedere quando tali lavori potranno essere programmati, né si può richiedere a RFI un impegno puntuale in questo preciso momento. Tra l’altro occorre rilevare che lo stato attuale della programmazione regionale anche indicata nelle delibere ultime della Giunta sia l’anno scorso sia quest’anno, che dettano indirizzi e vincoli al gestore dell’infrastruttura ferroviaria regionale per l’affidamento dei servizi, non prevede incrementi di servizio per la linea Porrettana ma il mantenimento dell’attuale livello con le frequenze attuali ed eventuali rafforzamenti nelle ore di punta, servizio consolidato nonostante il taglio delle risorse per il settore e la richiesta di riprogrammazione dettata dalla Legge di stabilità del 2013, che ha visto interventi in riduzione e in rimodulazione su altre linee mentre su questa c’è la conferma dell’attuale livello di servizio.

Si ricorda inoltre che la linea Porrettana mantiene alti standard di puntualità già entro i cinque minuti ponendosi al primo posto tra le direttrici regionali. Si riconosce che tale livello è dovuto anche alla regolarizzazione del servizio nella parte bassa dove la frequenza dei treni è più elevata con la soppressione dei treni corti da e per Marzabotto. Dopo periodi critici anche tali soppressioni stanno diminuendo.

Per quanto riguarda l’affidabilità del servizio, le cause principali di soppressione dei treni sull’intera linea, a parte gli scioperi e le cause di forza maggiore, sono da imputarsi all’impresa ferroviaria per mancanza di materiale rotabile o di personale viaggiante e non certamente per problemi dettati dalla circolazione e quindi imputabili alle caratteristiche della linea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Peri.

La parola al consigliere Naldi. Ha cinque minuti per la replica.

 

NALDI: Grazie, presidente. Me ne bastano molti di meno. Volevo ringraziare l’Assessore perché la risposta che ha fornito è molto puntuale e precisa su tutti i punti. Purtroppo conferma la ragione della mia domanda, ovvero conferma il fatto che il completamento dei lavori ottimale non verrà realizzato perché mancano in fondi.

Devo passare a una considerazione di ordine più generale: siamo in un Paese nel quale si discute molto di grandi opere e di tutte le resistenze che si trovano per realizzare le grandi opere e poi in realtà delle piccole opere che sarebbero utili per dare piena funzionalità alle strutture che abbiamo non vengono fatte per mancanza di risorse, quindi continuiamo a discutere in maniera molto appassionata, a volte anche molto piccata, delle resistenze sulle grandi opere e le cose che sarebbero necessarie per far funzionare bene quelle che ci sono non vengono fatte, col rischio di essere un po’ la sindrome dei paesi totalitari che sono tutti pronti ad alzare le bandiere quando c’è la grande opera e poi invece nella manutenzione ordinaria le cose che sarebbero necessarie tutti i giorni vengono trascurate.

Mi permetto di insistere perché la Regione dedichi molta attenzione a questa e ad altre piccole opere che sono necessarie per il buon funzionamento della nostra rete di trasporto pubblico, oltre che altre cose. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

Passiamo all’ultima interrogazione, ovvero l’oggetto:

 

4686 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la consistenza e la pubblicizzazione delle spese relative alle strutture speciali della Giunta.

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

Prego, consigliere Favia.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Nell’ultimo anno si sono moltiplicate le inchieste e la lente di ingrandimento dei media sui Consigli regionali. Questo interesse, oltre motivato da un’operazione verità, è dettato anche dalla necessità di stringere le borse della pubblica amministrazione in questo momento di grave crisi di congiuntura internazionale, quindi bisogna monitorare con attenzione tutti i centri di costo ed eliminare quelle spese voluttuarie o comunque quelle spese che non sono prioritarie.

Noi crediamo che sia importante che questo controllo comunque si estenda a tutti i livelli della pubblica amministrazione e come si sta facendo giustamente sui Consigli regionali questa operazione di trasparenza deve avvenire a tutti i livelli. Parlo anche ovviamente di Province, di Comuni, dove i centri di spesa sono estremamente più ridotti ma ci sono anche lì, ma anche e soprattutto sulla Giunta regionale e su altre strutture o figure che hanno la possibilità di presentare rimborsi.

Con questa interrogazione, Presidente, cerchiamo di capire quelle che sono le spese delle strutture speciali e degli Assessorati. C’è stato un dibattito sulla stampa tra l’ex assessore Freda, che ha avuto una risposta anche piccata ad alcuni colleghi, questa confusione non giova e allora chiediamo di avere qualche risposta chiara. Chiediamo anche che i bilanci in maniera disaggregata delle strutture speciali vengano pubblicati ma intanto chiediamo, come già possibile per il Consiglio regionale, un elenco chiaro delle macrovoci di spesa divise per struttura speciale, quindi per Assessorato.

Come ho ben spiegato nell’interrogazione, non parlo solo delle voci delle spese di rappresentanza ma di tutte le voci, quindi anche personale e consulenze, che un Assessore può inserire nel proprio bilancio stando al budget che riceve dal bilancio dell’Assemblea.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Do la parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Lo ringrazio per l’interrogazione e gli chiedo pazienza perché cercherò di impegnare bene il tempo che mi spetta - forse sforerò un po’ e per questo gli chiedo scusa - ma credo che l’importanza dell’argomento meriti forse un minuto in più nella risposta.

La gestione rigorosa delle risorse e il contenimento della spesa regionale sono stati gli elementi che hanno caratterizzato il lavoro della Giunta fin dall’insediamento della IX legislatura nel rispetto degli impegni presi in sede di illustrazione del programma di governo, in continuità con il lavoro già avviato nell’VIII legislatura ed in piena sintonia con le medesime azioni di contenimento poi attuate dall’Assemblea legislativa regionale.

Lo attestano le argomentate e puntuali relazioni che hanno accompagnato i bilanci di previsione della legislatura corrente da cui si può rilevare come la Giunta e questa Presidenza abbiano sempre dato conto delle azioni intraprese per l’attuazione delle proprie politiche, nonché le relazioni connesse ai documenti di programmazione economico-finanziaria di questi anni.

Per ovvi motivi, in questa sede non sarà possibile dar conto con estremo dettaglio delle azioni messe in atto, ma emergerà con chiarezza la cornice nella quale si innesta il percorso progressivo e netto che hanno riguardato il forte contenimento di tutte le spese di funzionamento di questa Regione.

Iniziamo con le spese per le consulenze. Per questa voce si è operata una progressiva riduzione della parte finanziata con le sole risorse regionali, dove si è operato un drastico ridimensionamento del capitolo 2100 - coordinato in sede di programmazione della Presidenza - che è passato gradualmente da una programmazione di 880 mila euro nel 2009 a 160 mila euro nel 2013. Più in generale, la spesa finanziata con soli mezzi regionali - riferita anche ai capitoli di settore - prevedeva nel 2009 un programmato di circa 2.866.000 euro diventati 564.000 euro nel 2013.

Vorrei evidenziare, diversamente da quanto sostenuto dal Consigliere, che le azioni di riduzione sono iniziate ben prima dell’entrata in vigore del decreto 78/2010 e - programmate di anno in anno - vanno significativamente oltre le misure di contenimento indicate dalla norma nazionale.

Segnalo al Consigliere che tutti i dati relativi agli incarichi assegnati riguardanti tipologia, durata e costi dei singoli, oltre che essere sempre stati comunicati preventivamente in sede di Commissione consiliare, sono disponibili per la consultazione sul portale della Regione Emilia-Romagna alla sezione "Amministrazione trasparente".

Parliamo delle strutture speciali, specificando innanzitutto quali sono, vale a dire la Segreteria del Presidente, quella del Sottosegretario, degli Assessori e il Gabinetto della Presidenza che comprende il Servizio Segreteria di Giunta, il Servizio Politica della Sicurezza e l’Agenzia di comunicazione e informazione.

Va evidenziato che la maggior parte dei collaboratori che lavorano in queste strutture sono già di ruolo e che le modalità di nomina e gestione del personale delle strutture speciali sono definite dalla delibera di Giunta 720/2010.

Le spese gravano sul bilancio complessivo del personale della Regione attraverso gli appositi capitoli, facilmente consultabili nel sito dove è pubblicato il bilancio della Regione. La gestione del personale delle strutture speciali della Giunta è quindi diversa da quella del personale dei gruppi assembleari, nel senso che non è affidata alla gestione contabile dei singoli Assessori come invece accade per i Gruppi.

Il tetto di spesa riferito ai costi aggiuntivi del personale di tali strutture è comunque progressivamente passato dai 6.071.672 euro del 2009 a un costo effettivo a tutt’oggi pari a 4.760.000 euro.

Per quel che riguarda le spese di rappresentanza, oltre ad evidenziare che in più di un’occasione sono state fornite risposte chiare e puntuali a precedenti interrogazioni, anche dal gruppo a cui lei apparteneva, vanno ribaditi alcuni punti e precisamente:

A. I limiti di spesa per i membri di Giunta e per le cariche che ne hanno diritto non sono affatto regolati dai massimali delle carte di credito loro assegnate, bensì da una puntuale delibera di Giunta, approvata peraltro all’unanimità da tutti i membri di allora. È infatti con essa che ad inizio anno sono assegnati i tetti di spesa, detti budget annuali, a Presidente, Sottosegretario, Assessori e Presidente della Consulta degli Emiliano-Romagnoli del mondo, che sono i titolari di spese di rappresentanza, così come appunto stabilito dalla delibera di Giunta regionale n. 2416/2008 (delibera che, come quelle successive che citerò, la invito a leggere certo che le troverà puntuali, chiare e comprensibili, quindi facilmente applicabili anche da parte di persone poco esperte di amministrazione).

B. I tetti di spesa indicati nella delibera di riparto annuale non possono essere superati se non per motivi eccezionali e documentati.

C. L’importo dei tetti di spesa assegnati, come facilmente controllabile, sono sempre stati al di sotto del massimale previsto per l’utilizzo delle singole carte di credito, peraltro regolate dalla delibera di Giunta 1584/2010 relativa alla convenzione per i servizi di tesoreria.

D. Nella delibera di Giunta 715/2010 relativa alla prima assegnazione della IX legislatura, la Giunta ha approvato chiare direttive riguardanti la natura e la tipologia delle spese effettuabili e le modalità di utilizzo del budget.

E. Le somme non spese durante l’anno tornano nel bilancio regionale e non sono riutilizzabili negli anni successivi.

F. Oltre ai tetti per gli amministratori, il riparto annuale prevede una quota di risorse pari a circa il 40%, a volte anche il 50, gestita dal Gabinetto per le forniture centralizzate (acqua minerale, spese per le celebrazioni, targhe e manifestazioni, piccoli omaggi di rappresentanza per delegazioni e bandiere), che ha consentito risparmi in misura superiore al 15%.

Per quanto riguarda i conti delle spese di rappresentanza, ecco i dati riguardanti le assegnazioni e le rendicontazioni riguardanti gli amministratori.

Nel 2010 l’importo iniziale in bilancio del capitolo 750 era pari a 196.175 euro comprensivi di 51.000 euro di competenza della precedente amministrazione, perché come sapete, è stato un anno elettorale. Dopo l’insediamento della nuova legislatura (delibera 715/2010) su un impegno di 105.000 euro sono stati assegnati complessivamente agli amministratori 56.200 euro, che rispetto a tale assegnazione hanno rendicontato spese per l’importo di 6.802 euro. Dei 49.332 euro relativi agli oneri per forniture generalizzate - circa il 50% dell’impegno - sono stati spesi 28.000 euro e la spesa complessiva dell’anno è stata di 35.000 euro.

Nel 2011 l’importo iniziale in bilancio nel capitolo 750 era di 98.000 euro, pari ad una riduzione del 51% rispetto al 2010 (delibera di Giunta regionale 14/2011). Su un impegno del medesimo importo, agli amministratori sono stati assegnati complessivamente 56.200 euro, che rispetto a tale assegnazione hanno rendicontato spese per l’importo di 12.000 euro. Dei 41.887 euro relativi agli oneri per forniture generalizzate - oltre il 50 per cento dell’impegno - sono stati spesi 32.000 euro e la spesa complessiva dell’anno è stata di 45.662 euro.

Nel 2012 l’importo iniziale in bilancio del capitolo 750 era di 80.000 euro, pari a una riduzione del 18% sull’anno precedente, a cui sono stati aggiunti in sede di assestamento 20.000 euro, non utilizzati, per eventuali esigenze di spesa per attività di relazione connesse agli eventi sismici (delibera 23/2012). Su un impegno di 80.000 euro, agli amministratori sono stati assegnati complessivamente 45.836 euro, che rispetto a tale assegnazione hanno rendicontato spese per l’importo di 9.786 euro. Dei 36.164 euro relativi agli oneri di forniture generalizzate, sono stati spesi 25.900 euro e la spesa complessiva dell’anno è stata di 35.757 euro.

Nel 2013 l’importo iniziale in bilancio del capitolo 750 è di 64.000 euro, pari ad una riduzione del 20% sul 2012 (delibera di Giunta 10/2013). Su un impegno del medesimo importo, agli amministratori sono stati assegnati complessivamente 36.663 euro, che rispetto a tale assegnazione, alla data del 31 agosto 2013, hanno rendicontato spese per un importo di 6.030 euro. Dei 27.337 euro relativi agli oneri per forniture generalizzate, al 31 agosto 2013 sono stati spesi 8.390 euro.

Di fronte a questi numeri, viene in evidenza che rispetto al budget assegnato complessivamente ai soggetti titolari di spese di rappresentanza, che sono quelli che ho detto prima, (quindici persone), il dato di consuntivo totale registra una spesa effettiva annuale estremamente contenuta su percentuali che oscillano attorno al 20% delle risorse disponibili. Inoltre, come è fin troppo chiaro, dividendo quelle somme per i quindici soggetti che ne hanno diritto, siamo attorno a una media annua, che nella peggiore delle condizioni, cioè quella del massimo di spesa, ha toccato gli 864 euro per singolo amministratore in un anno, che, come è lampante, sono tutt’altra cosa dei possibili 96 mila euro riferibili ai tetti delle singole carte di credito. Desidero, infine, informare il Consigliere che provvederemo a tenere una contabilità trimestrale di queste spese e a renderle pubbliche nel modo più lineare ed efficacie possibile.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Favia. Ha tre minuti per la replica.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Sottosegretario, fondamentalmente - gliel’ho scritto anche nella parte iniziale dell’interrogazione - volevo capire le spese dei diversi Assessorati. Lei è partito paragonando il 2009 con il 2013, che se lo facessimo con i budget del Consiglio saremmo dei campioni di risparmio, ma in realtà quello che sta uscendo è un’altra cosa, perché lei sa che la Guardia di Finanza è arrivata nel 2012, quindi mi fa molto piacere che le spese siano calate, e di questo ne do merito alla Giunta e al Consiglio, tuttavia non riesco ancora ad aver chiare le cifre dei singoli Assessorati. Lei mi parla di spese di rappresentanza, ma io non credo che ci siano solo quelle voci lì. Io non so come siano i bilanci delle strutture speciali di Giunta ma so come sono quelli dei gruppi e credo che le voci siano più o meno quelle.

Per avere una risposta puntuale divisa anno per anno, Assessorato per Assessorato, credo che dovrò fare un accesso agli atti perché dalla sua risposta, questo che era l’elemento che a me interessava non sono riuscito a dedurlo. Quindi bene i risparmi, e questo lo sapevamo - sono stati fatti anche comunicati stampa dalla Giunta - le consulenze devono essere, come quelle per le Commissioni assembleari, pubblicate online - sapevamo che sono pubblicate - però non riesco ancora bene a dedurre quali siano state tutte le voci di spesa Assessore per Assessore. Cercherò quindi di fare un accesso agli atti per avere un’indicazione più precisa.

Avrei preferito che invece di fare un calderone di tutta la Giunta ci fosse stato un esame un po’ più puntuale, perché gli Assessori hanno una loro autonomia, possono assumere dei loro collaboratori fiduciari, possono fare delle loro spese, dei loro acquisti, ecc. Entrare anche nel merito del virtuosismo Assessorato per Assessorato e poi in secondo luogo nel merito delle spese credo che sia il fulcro di un’attività di controllo e di trasparenza.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

 

OGGETTO 4611

Comunicazione della Giunta sulle questioni inerenti il CUP 2000

(Continuazione discussione)

 

OGGETTO 4646

Risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta a presentare all'Assemblea un progetto di riorganizzazione della società partecipata CUP 2000 S.p.A.

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4647

Risoluzione proposta dai consiglieri Marani, Paruolo, Monari, Donini, Grillini, Barbati, Naldi, Carini, Piva, Montanari, Pariani, Bonaccini, Zoffoli e Mumolo per impegnare la Giunta a verificare periodicamente l'evoluzione del processo riorganizzativo della società CUP 2000 S.p.A. anche coinvolgendo l'Assemblea legislativa.

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Nel frattempo sono arrivati anche due emendamenti a firma del consigliere Paruolo sulla risoluzione 4647.

Nella seduta precedente avevamo già aperto il dibattito generale, siamo ancora in dibattito generale e ricordo che sono già intervenuti il consigliere Pollastri, la consigliera Noè e il consigliere Alberto Vecchi, gli iscritti a parlare della volta precedente erano il consigliere Favia, il consigliere Paruolo e la consigliera Pariani, ma chiaramente siamo in dibattito generale e vi potete tranquillamente iscrivere.

Mi pare che il consigliere Favia in questo momento non sia in Aula, semmai chiederò se intende intervenire dopo, per cui do la parola al consigliere Paruolo. Ne ha facoltà. Quindici minuti a disposizione per ogni intervento.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Credo che sia sbagliato affrontare questo tema come se l’unico fulcro fosse l’azienda CUP 2000 e il suo futuro. Io credo che il tema centrale di cui stiamo discutendo sia l’utilizzo dell’Information Technology in ambito sanitario, le enormi possibilità non solo in termini di semplificazione, trasparenza e sicurezza dei processi, equità nell’accesso e archiviazione delle informazioni, ma anche l’evoluzione del modo di curare e assistere le persone, l’organizzazione degli ospedali e della medicina del territorio, le nuove frontiere della domiciliarità, la declinazione di temi come la sussidiarietà e il coinvolgimento del volontariato, e ancora le nuove possibilità per la medicina di iniziativa attraverso l’incrocio delle informazioni  e gli screening mirati, una strutturazione tecnologica capace di anticipare e declinare l’approccio cloud, l’emergere di nuovi paradigmi di ricerca e di approccio clinico.

Si tratta di frontiere che dobbiamo avere la capacità di percorrere non a rimorchio dell’innovazione che si porta avanti altrove, ma manifestando una capacità nostra che finora abbiamo dimostrato solo a sprazzi, e questo non solo per arrivare primi ma per segnare la via, per guidare l’evoluzione del mercato e delle tecnologie. La consapevolezza di avere una sanità di eccellenza ci mette nelle condizioni per ricercare una leadership anche nell’Information and Communications Technology in sanità.

È chiaro che se questi sono i nostri obiettivi ne conseguono alcuni fatti. Prima di tutto che occorre una visione di prospettiva relativa all’informatica in sanità capace di fare un salto di qualità rispetto a quanto si è fatto finora, che se non ci fosse una società come CUP 2000 dovremmo porci il tema di crearla, dunque proviamo a viverla come una risorsa e non come un problema, e se CUP 2000 deve essere lo strumento per realizzare una visione di innovazione coraggiosa e capace di prospettiva occorre rafforzarne i punti di forza e rimuovere o modificarne i punti di debolezza.

Nella riflessione sui punti di forza e quelli di debolezza di CUP 2000, dunque in vista di un rilancio del suo ruolo, credo che il documento approvato dall’assemblea dei soci faccia fare alcuni importanti passi in avanti. Infatti chiarisce alcune questioni che a mio avviso non dovrebbero più essere oggetto di dibattito. Provo a brevemente a elencare questi passi partendo dai concetti.

Serve una chiara focalizzazione ed è sbagliato stare su troppe partite.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Costi): Scusi, consigliere, ma chiedo un po’ più di silenzio. Prego, consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Io credo che la totipotenza sia una malattia giovanile dell’informatica. Il ruolo di CUP 2000 è e deve essere nell’ambito dell’informatica socio-sanitaria regionale ed è facendo un minor numero di cose per un maggior numero di aziende sanitarie che CUP 2000 potrà trovare il suo equilibrio e anche una sua maggiore competitività.

È sbagliato mescolare ruoli. Non si può essere contemporaneamente sopra e dentro il mercato, per di più tenendo al proprio interno aree che giocano ruoli sostanzialmente diversi. Serve un posizionamento chiaro che eviti sovrapposizioni inutili con i fornitori o con altre società e funzioni del sistema regionale. Da questo punto di vista le linee guida approvate dai soci parlano per esempio delle funzioni di digitalizzazione e credo che una riflessione completa dovrebbe riguardare anche i servizi di data center sui quali da un punto di vista logico mi pare che serva un’unica strategia regionale senza inutili duplicazioni.

È del tutto sensato che i servizi di call center e di sportellistica non debbano essere gestiti internamente a CUP 2000. Per chiarezza penso che sarebbe stato opportuno fare questa scelta già da tempo. C’è ovviamente un tema di tutela del personale su cui l’attenzione dovrà essere massima, ma è del tutto sensato che la scelta di tenere al proprio interno servizi dove l’acquisizione di un nuovo cliente comporta una crescita lineare del numero degli addetti, peraltro in un settore in cui le prospettive di sviluppo futuro viaggiano largamente su altri binari costituiva un inibitore semplice alle prospettive di sviluppo della società. Però sempre su questo tema voglio accendere un segnale di attenzione: occorre tutelare alcuni aspetti concettuali nei servizi di prenotazione che attualmente sono garantiti, quali l’unitarietà e l’integrazione delle agende, la visione di insieme, la terzietà e la verificabilità. Su questi temi occorre un approfondimento di dettaglio funzionale prima di procedere a spacchettamenti e non dopo. Ne va della qualità dei servizi resi ai cittadini.

Viene ribadito la scelta della società in house. Qui so che c’erano altre ipotesi ma non vi nascondo che mi hanno sempre lasciato molto perplesso anche e soprattutto perché venivano evocate senza fare chiarezza sui punti che ho appena citato, che sono indicazioni a mio avviso giuste in ogni caso ma che sarebbero state indispensabili per considerare l’eventualità di quotazioni in Borsa o similari. La mia convinzione nasce comunque dalle premesse iniziali. Il settore è troppo strategico per essere anche solo in parte esternalizzato.

È giusto chiarire che la società non debba necessariamente produrre in proprio il software, però anche in questo caso aggiungo una precisazione rispetto alle linee guida approvate dai soci. A mio avviso non è giusto dare un’indicazione a non produrre software in nessun caso ma chiarire che la società deve muoversi con libertà per massimizzare il servizio ai soci. Ciò significa porsi su un piano superiore a quello dei fornitori e dunque non avere l’angoscia di competere con essi che magari induce a sviluppare software anche dove non è strettamente necessario solo per legare e fidelizzare il proprio cliente. Ma proprio perché CUP 2000 deve porsi sopra i fornitori con un reale spazio di intervento, non deve e non può a mio avviso limitarsi a disegnare il collage di soluzioni più idoneo ma esercitare una funzione di guida del mercato e per poterla esercitare davvero si deve essere in grado di fare in proprio dei pezzi di lavoro, solo naturalmente quando e se serve, e in ogni caso possedere le competenze necessarie a comprare soluzioni non a scatola chiusa ma con la capacità di guardarci dentro e cambiare dove necessario. Queste sottolineature sono il senso degli emendamenti che ho presentato in modifica e in accordo con alcuni dei colleghi firmatari.

Nell’accogliere le linee guida come un importante passo avanti è necessario chiarire che esse sono soltanto un punto di partenza. È chiaro che deve esserci piena attenzione all’occupazione e alla gradualità dei processi di transizione - lo ripeto per una seconda volta - ma fatto salvo ciò sarebbe un errore grave vedere queste linee guida come una sforbiciata volta a ridurre e a risolvere i problemi. Al contrario, paradossalmente, anche se sforbiciata deve essere, è importante che essa sia il punto di partenza per riprendere a volare, non a traccheggiare. Spero di essere stato chiaro.

Per questo è fondamentale che si chiuda il gap che negli anni scorsi e in tutti questi anni ha con ogni evidenza caratterizzato i rapporti tra i soci e la gestione e che anche in questi giorni con le polemiche sui numeri abbiamo avuto occasione di verificare nuovamente. Fra soci e gestione occorre invece che ci sia massima coesione per avere insieme massima determinazione. Ci sono sfide che non possiamo permetterci di perdere e CUP 2000 deve essere lo strumento di elezione per un cambio di passo nel ruolo dell’Information and Communications Technology nel sistema socio-sanitario regionale. Per questo dico volare e non per compiacere chi ha a cuore le sorti di CUP 2000. Lo dico perché ne ha bisogno la nostra sanità, il nostro sistema socio-sanitario, la nostra regione e i nostri cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Paruolo.

Ricordo che siamo in dibattito generale sulla comunicazione, sulle risoluzioni e sui due emendamenti del consigliere Paruolo alla risoluzione oggetto 4647.

Ha chiesto di parlare la consigliera Marani. Ne ha facoltà.

 

MARANI: Grazie, presidente. Approfitto dell’intervento anche per riferirmi all’ordine del giorno da me presentato che riprende un po’ dei contenuti che brevemente vorrei sottolineare. Io credo che nell’affacciarci a questa discussione noi non possiamo non tener conto di come CUP 2000 non possa non essere investito di quelle che sono le trasformazioni profonde che attraversano il nostro sistema sanitario emiliano-romagnolo.

Dico questo perché il contenuto delle linee guida è un contenuto che si richiama coerentemente a quelle che sono le integrazioni al piano socio-sanitario e a quella che è l’idea dell’innovazione del nostro sistema socio-sanitario. D’altronde il tema del ruolo che può essere giocato da modelli organizzativi ad alta comunicazione è un ruolo che ben lo si comprende se si fa riferimento a quelli che sono i contenuti più innovativi del piano sanitario regionale. Pensiamo come la rivoluzione organizzativa dalla progettazione per area vasta, al riordino delle reti ospedaliere, ma anche i modelli assistenziali, il tema della domiciliarità, della gestione del paziente cronico impongano davvero nuove modalità sul piano organizzativo e sul piano dei modelli di assistenza per i quali è assolutamente importante avere anche la possibilità di sfruttare modelli organizzativi cosiddetti ad alta comunicazione che ci consentono davvero di riuscire a raggiungere più efficacemente questi obiettivi.

E allora è proprio su questo che io credo noi abbiamo bisogno con molta accortezza anche di guardare al passaggio importante delle linee guida della nostra regione e anche a quello che sarà, visto che linee guida rappresentano, come già diceva il collega Paruolo, un punto di partenza ma non certo di arrivo di questo processo riorganizzativo, il lavoro del gruppo operativo che è già al lavoro per poter concretizzare e attuare i principi contenuti nelle linee guida. Dobbiamo raccogliere l’importanza di alcuni punti contenuti nelle linee guida e impegni quindi che la Giunta ha fatto propri perché non sono così scontati e credo che non siano neanche così ovvi.

Si afferma che CUP 2000 è una società che mantiene il regime di società in house, cioè una società strumento della Regione Emilia-Romagna che ha una dimensione regionale e che deve assumere fino in fondo questa dimensione regionale, uscendo anche dalla marginalità dell’impegno solo in alcuni territori, che il ruolo di questa società è quello di essere un agente di innovazione nell’ICT, quindi di essere davvero il soggetto a cui la Regione fa riferimento rispetto a queste tematiche e nello stesso tempo si afferma anche il fatto che comunque viene garantita la piena occupazione di tutti i lavoratori. Io credo che in un piano di riorganizzazione, in un processo di revisione e di ridefinizione della mission la tutela del lavoro e quindi l’impegno assunto rispetto al fatto che questi processi abbiano la gradualità e la temporalità e trovino anche le modalità giuste da un punto di vista giuridico e amministrativo perché tutte le persone che lì lavorano vengano utilizzate nel migliore dei modi per le loro competenze e per quelle che sono le nuove esigenze legate alla mission di CUP 2000, credo che sia un impegno straordinariamente importante, come credo che questo sia un impegno che nelle tappe che verranno delineate dal piano operativo sia opportuno che venga assolutamente assunto coinvolgendo parti sociali, istituzioni, lavoratori e che quindi ci sia un processo partecipato rispetto alla realizzazione del piano.

Già veniva detto dal collega, ma vorrei richiamare il fatto che quando si dice che la mission di CUP 2000 è una mission che deve andare sempre di più verso lo sviluppo dell’ICT e anche tenendo conto del fatto che talune funzioni che sono le funzioni per le quali tradizionalmente è più conosciuto CUP 2000 (tema call center e prenotazioni) sono funzioni che devono essere riviste alla luce di quelle che sono le modalità attraverso le quali oggi le aziende sanitarie riorganizzano il tema della gestione della specialistica e quindi il tema della webizzazione, dell’utilizzo delle farmacie e di altri soggetti, il tema dei percorsi che vengono dedicati ad alcune attività specialistiche per garantire la continuità della cura a soggetti che hanno problematiche tali per cui devono essere sottratti a tempi di attesa che non siano confacenti alle problematiche sanitarie che hanno, quindi questa revisione anche della parte che riguarda le prenotazioni e la possibile previsione della reinternalizzazione presso le aziende sanitarie di un certo numero di dipendenti deve essere un processo sul quale si avvia ovviamente operativamente una fase di verifica e di approfondimento e che non vuol dire - qui rispondo alle osservazioni che erano state poste nella discussione precedente dalla consigliera Noè - che non ci siano comunque funzioni per le quali la possibilità di mantenere l’unitarietà, la terzietà e la trasparenza nella gestione delle prenotazioni dell’attività specialistica, non sia un’attività per la quale necessita un mantenimento di una funzione che CUP 2000 sulla scala metropolitana per esempio bolognese è una funzione che ha svolto fino ad oggi e che rimane preziosa dal punto di vista del mantenimento di queste caratteristiche di unitarietà.

Credo che ben comprendano i colleghi quando si dice che CUP deve diventare una società regionale e deve essere strumento della Regione per lo sviluppo delle politiche delle aziende di tutta la regione, occorre davvero cogliere l’importanza rispetto ai contenuti che dicevo all’inizio del mio intervento, del nostro piano sanitario regionale, quale sia la necessità oggi non di sistemi difformi, eterogenei a livello delle diverse aziende ma di raggiungere l’obiettivo assolutamente fondamentale per governare il sistema nelle profonde relazioni che questo ha dell’interoperabilità dei sistemi e per far questo ovviamente occorre un grossissimo lavoro di analisi dei sistemi informativi delle diverse aziende, di azioni al fine di rendere questi sistemi informativi in grado di dialogare ed essere interoperabili per poter svolgere questa funzione di un’offerta omogenea sull’intero territorio regionale e una possibilità della Regione di governare il sistema partendo da questa dimensione.

Credo anche che - vado a concludere - uno dei contenuti delle linee guida in relazione al fatto che non va confusa questa funzione di regia e di coordinamento e anche di produzione di CUP 2000 con quello che è il ruolo delle software house, quindi un ruolo che oggi viene di fatto esercitato da quella che è l’offerta del mercato, è vero che non va confuso questo ruolo perché è un ruolo che sta sopra a quello di chi di fatto produce prodotti ma anche è un ruolo che talvolta può portare di fatto CUP 2000 alla necessità di mantenere la produzione di prodotti che non sono disponibili sul mercato e per i quali, come è stato nel passato, CUP 2000 può svolgere un’azione che ha preceduto la disponibilità del mercato di mettere in campo taluni prodotti.

Queste sono le questioni che sono contenute nell’ordine del giorno presentato da me e da alcuni Consiglieri del mio gruppo e della maggioranza e credo che l’impegno che si chiede è che si chiuda una fase nella quale attorno a CUP 2000 si sono sviluppati spesso dibattiti che poco hanno a che vedere con quella che è la strategicità e l’importanza di questa società, che la Regione assuma questo potenziale di conoscenza e di esperienza come un potenziale importante rispetto alla prospettiva che abbiamo e agli impegni che abbiamo a fronte dell’innovazione del nostro sistema socio-sanitario, che ci sia anche da parte di questa Assemblea la possibilità di avere a tappe definite conoscenza degli sviluppi del piano industriale e operativo affinché si possa presidiare questo cambiamento con cognizione di causa e nel rispetto di quelle che sono le finalità e gli obiettivi previsti dalle linee guida e confermati dalla Giunta regionale.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Marani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Ero venuto esclusivamente per l’interrogazione perché purtroppo sono sotto febbre, e anche se non potrò partecipare a tutto il dibattito un breve intervento ci tenevo a farlo, anche perché sotto un profilo tecnico ci sarebbero da dire molte cose ma forse basta un’analisi un po’ più politica. Infatti qui si parla di riorganizzazione ma qui non siamo davanti a una riorganizzazione, ma a uno smantellamento di una società, una società che nasce negli anni Ottanta per gestire le prenotazioni, per creare dei centri unificati tra i vari ospedali di prenotazione e oggi tutto questo non ci sarà più.

Noi prendiamo atto di una finta riorganizzazione, che è uno smantellamento, senza neanche un voto di Consiglio (le risoluzioni non contano nulla). La Giunta decide da sola di smantellare una società, perché di fatto questo sta accadendo.

Dico che è una questione politica perché credo che in atto ci sia un regolamento di conti tra un partito della maggioranza e la dirigenza di CUP, questo a danno dei lavoratori e degli utenti. Io credo che i costi vadano ridotti, credo che oggi con le tecnologie il concetto di prenotazione debba e possa cambiare - non ho paura del cambiamento, specie se ci sono dei risparmi - però dobbiamo parlarci chiaro. Da una parte si dice che bisogna dare garanzia occupazionale, come diceva la consigliera Marani, ma com’è possibile? Si dice internalizzazione dei dipendenti di CUP, quelli che fanno il lavoro allo sportello, ma questo com’è possibile, visto che nella pubblica amministrazione si entra solo tramite concorso, a meno che non sia un concorso falso, di quelli a cui ci siamo poi abituati. Ma con che garanzia questi lavoratori riusciranno a rientrare nell’azienda sanitaria? E gli altri 250, quelli che andranno in questa software house? La dirigenza ci ha detto che era disponibile a camminare con le proprie gambe e su questo frangente c’è stata la chiusura più totale.

Rischiamo, come abbiamo fatto per aeroporti e per una serie di realtà, di tenere una società in house, quindi dopata dal contributo pubblico che la porterà lentamente a morire. Oggi abbiamo un aeroporto fallito in Romagna e io e il collega Defranceschi il primo giorno entrati in questo palazzo tre anni fa lo dicemmo che era accanimento terapeutico. Quindi si farà passare la cosa un po’ decantare in modo che la gente un po’ si scordi, ma è una società che in house con 250 dipendenti non ha alcuna possibilità di stare sul mercato pubblico.

Io, consigliere Paruolo, dico la mia. So cosa vuol dire avere a libro paga 250 dipendenti, non avere il servizio di prenotazione, so oggi come è il mercato dei software, nel senso che i costi si sono abbattuti molto, ed è una situazione completamente diversa da cinque anni fa. E proprio lei che è appassionato di queste tematiche dovrebbe saperlo. Il mio timore è semplicemente che da una parte non ci sia garanzia, a meno che non si faccia un concorso ad personam, ma ci sono state anche delle inchieste su questi tipi di concorsi, occupazionale da un lato e dall’altro il fatto che la società rimane una società in house, quindi con una zavorra e l’incapacità di poter esprimere il suo potenziale liberamente nel mercato italiano ed europeo e quindi andiamo di fatto a fare un pasticcio.

Non si è voluto analizzare e dialogare sulla via d’uscita della società quotata in Borsa che andasse sulle proprie gambe. C’è stata una sordità totale a livello di Giunta. Ovviamente la risoluzione proposta dalla maggioranza, anche se non sarò presente faccio dichiarazione di voto, non la voterò, però questo è un pasticcio.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Volevo dire poche parole a partire soprattutto dalla preoccupazione per i livelli occupazionali. Stiamo parlando di un’azienda con quasi seicento dipendenti e sul piano locale costituisce un’azienda di medie e grandi dimensioni composta da lavoratori a volte anche cinquantenni che, come tutti sappiamo, hanno una difficoltà di collocazione o ricollocazione sul mercato del lavoro. Penso che la risoluzione di maggioranza che ha tra i suoi punti fondamentali quello della garanzia dei livelli occupazionali debba essere presa sul serio, soprattutto a partire da questo punto. Mi è stato detto - stamattina abbiamo fatto un incontro con un rappresentante sindacale - che ci sono state delle difficoltà nel rapporto tra Regione e lavoratori e mi è stato detto che hanno dovuto fare ben due scioperi e tre presidi per ottenere un incontro con la Regione. Io penso che almeno dal punto di vista delle organizzazioni sindacali, quando si chiede un incontro questo deve essere concesso e non ci debba essere bisogno di fare né scioperi né presidi per riuscire a parlare con l’ente, cioè la nostra Regione, che ha maggiori responsabilità in questo campo.

Penso che il rapporto - diceva il collega Paruolo - tra ICT e sanità sia una questione nodale su cui si giocherà in futuro buona parte della vita sanitaria, oltre che della vita sociale, economico-produttiva, come ci siamo detti anche in molte altre occasioni sia in Consiglio sia in Commissione.

In particolare sulla sanità, penso che dobbiamo produrre, favorire, facilitare, sollecitare e incentivare una rivoluzione digitale perché lo sviluppo delle nuove tecnologie consente un approccio con la salute assolutamente rivoluzionario. Sappiamo che è possibile addirittura visitare pazienti che stanno a decine di chilometri di distanza dal primo presidio sanitario ma è ovvio che anche su questo terreno occorra un’alfabetizzazione molto forte ed è anche per questo che recentemente nel provvedimento di Giunta sulla società delle informazioni ho insistito perché l’alfabetizzazione digitale diventi un punto nodale dell’azione della Regione Emilia-Romagna. Penso per esempio alle cartelle cliniche che devono essere digitali in modo nativo. Una cartella clinica deve contenere a livello nativo tutti gli elementi di una procedura sanitaria, dalle radiografie ai referti, ecc. e dobbiamo fare in modo che il paziente abbia la possibilità di accedervi dal computer di casa. Noi abbiamo una burocrazia sanitaria incredibile da questo punto di vista, bisogna recarsi in ospedale per chiedere la cartella clinica, bisogna pagare un ticket, bisogna aspettare un tot di giorni, bisogna ritornare per ritirare il cartaceo e tutto questo può essere eliminato e può essere fatto da casa propria con internet, pagando magari con la propria carta di credito o con una prepagata. Abbiamo possibilità di risparmio enormi e di efficienza enormi da questo punto di vista, allora è bene pensare di utilizzare a questo fine le capacità e le intelligenze che ci sono dentro CUP 2000 facendo in modo che non vada disperso un patrimonio di lavoro, di cultura, di professionalità e che invece venga messo a disposizione di tutta la Regione.

Penso, per esempio, al fascicolo sanitario che finora non ha decollato. Mi si dice che sono 50 mila su 4 milioni gli iscritti al Servizio sanitario regionale. Su questo dobbiamo riflettere: perché solo 50 mila? Il fascicolo sanitario elettronico potrebbe avere una funzione straordinaria: pensiamo, per esempio, alla conoscenza immediata dei dati di un paziente in caso di urgenza; pensiamo, per esempio, a qualunque tipo di visita che uno deve fare avendo a disposizione sullo smartphone, sul tablet o sul computer del medico l'intera storia sanitaria della persona. Dobbiamo chiederci perché il fascicolo sanitario non è decollato. Ci sono delle difficoltà ovviamente di privacy, ci sono dei passaggi burocratici interminabili per implementarlo, ci sono delle difficoltà ad acquisire lo storico del paziente dentro il fascicolo sanitario, ci sono dei problemi di riservatezza. Va bene, c'è tutto questo, però una riflessione la dobbiamo fare da questo punto di vista perché la possibilità per l'interessato di portarsi appresso sempre l'intera storia sanitaria personale, comprensiva di esami, di radiografie, di referti, di prescrizioni, rappresenta uno strumento formidabile anche per garantire la propria salute non dico soltanto in caso d'urgenza, ma semplicemente anche in caso di visite normali, di check-up, per non parlare del controllo, per esempio, della diffusione di alcune patologie tra la popolazione. Sappiamo che, per esempio, vengono fatte campagne meritorie contro alcune patologie (dal tumore al seno al tumore del colon-retto) con richiami della popolazione per le visite di controllo. Tutto questo potrebbe essere trasferito sul digitale, ovviamente, ripeto, con una forte campagna di alfabetizzazione. E anche per la prenotazione, perché se io vado dal mio medico generico e il mio medico generico mi prescrive una visita, devo fare tremila passaggi per ottenere questa visita? Perché non posso avere un codice dal mio medico di base e prenotarmi da casa mia, dal mio computer, la visita? Perché non si può fare questa cosa? Perché non la si può cominciare a sperimentare?

Il punto, allora, è che dobbiamo prevedere una sorta di rivoluzione anche culturale da questo punto di vista. Ecco perché ritengo che a proposito di CUP 2000, l'idea della salvaguardia occupazionale, fare in modo che il cambio, a proposito della relazione tra questa società e la sanità pubblica, non significhi disperdere la professionalità, diventi fondamentale. Si potrebbero proprio utilizzare quelle persone per fare quelle cose che ho detto fino adesso, prendendo impegni seri e magari garantendo relazioni sindacali un po' più tranquille. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. L'assessore regionale alla Sanità Lusenti ha paventato una riorganizzazione che sembra più necessaria a garantire il personale che vi è impiegato, reclutato al di fuori dei criteri del pubblico impiego, piuttosto che una riorganizzazione basata su reali esigenze di continuare con tale sistema la gestione informativa dei servizi sanitari. Si è parlato di Lepida e dei servizi telematici offerti dalla Regione. Non si capisce, ad esempio, perché le due società non possano fondersi erogando servizi telematici ed informatizzati adeguati per il settore sanitario unendo le rispettive conoscenze.

In Commissione ho sentito avanzare le ipotesi più diverse per garantire i lavoratori: l'ipotesi di uscire dal regime in house, l'ipotesi di quotare la società in borsa, l'ipotesi di merchant bank e così via. D'altro lato leggo dalla stampa che l'ospedale Sant'Orsola marcia spedito per riportare al suo interno la programmazione delle agende ambulatoriali degli specialistici e dei servizi diagnostici, trattandosi, quindi, di un dietro front dei servizi offerti dal CUP 2000. Questo tipo di attività di front-office, di sportello, di call-center e di prenotazioni e informazioni passerà alle aziende ASL, allora il CUP va totalmente ripensato e una stagione deve essere chiusa. Di fronte a tale situazione e tali incertezze, una cosa è chiara: che oggi il CUP così com'è stato non ha più ragione di essere e non si possono fare cose pasticciate, bensì occorre trasparenza e buonsenso ed è giunto il momento di cambiare il sistema di prenotazione. Noi della Lega chiediamo di farlo con trasparenza e con oculatezza. In modo particolare chiediamo la tutela del personale perché non siamo riusciti a vedere nell'aspetto riorganizzativo una via per arrivare a questo punto di arrivo, quindi chiediamo veramente, lo ripeto, la tutela del personale già esistente che lavora attualmente al CUP.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Non ho più nessun iscritto in dibattito generale, pertanto passiamo alle dichiarazioni di voto su entrambe le risoluzioni e sui due emendamenti presentati dal consigliere Paruolo.

Nel frattempo nomino scrutatori la consigliera Serri, il consigliere Ferrari e il consigliere Cavalli.

Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto, pertanto passiamo immediatamente alla votazione della risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta a presentare all'Assemblea un progetto di riorganizzazione della società partecipata CUP 2000.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4646, a firma della consigliera Noè.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1 alla risoluzione oggetto 4647, a firma del consigliere Paruolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2 alla risoluzione oggetto 4647, a firma del consigliere Paruolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 2 è approvato.

Passiamo alla votazione della risoluzione oggetto 4647.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4647 così come emendata, a firma dei consiglieri Marani, Paruolo, Monari, Donini, Grillini, Barbati, Naldi, Carini, Piva, Montanari, Pariani, Bonaccini, Zoffoli e Mumolo.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Prima di proseguire con l’ordine del giorno ringrazio i sindaci e gli amministratori che sono con noi presenti tra il pubblico.

 

OGGETTO 3870

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara» (75)

(Relazione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Il testo è stato licenziato dalla I Commissione "Bilancio Affari generali e istituzionali" nella seduta del 25 giugno 2013.

Vi è stata la discussione generale nella seduta assembleare del 2 luglio 2013 e contestuale delibera n. 125 del 2 luglio 2013 per procedere all’indizione del referendum consultivo.

Pubblicazione nel Bollettino Ufficiale n. 305 del 18 ottobre 2013 con il risultato del referendum.

Pertanto, a norma della L.R. 8 luglio 1996, n. 24 (Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni), articolo 13, comma 2, in caso di svolgimento del referendum, la votazione finale da parte del Consiglio sul progetto di legge resta sospesa fino alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione dei risultati del referendum. Il Consiglio regionale delibera definitivamente sul progetto di legge entro i successivi sessanta giorni (17 dicembre 2013).

Il testo n. 15/2013 è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" nella seduta del 21 ottobre 2013, con il titolo: "Istituzione del Comune di Fiscaglia mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara".

Il relatore della Commissione, consigliere Roberto Montanari, ha presentato relazione scritta.

Il progetto di legge è composto da 6 articoli.

Do immediatamente la parola al relatore consigliere Roberto Montanari. Prego, consigliere.

 

MONTANARI, relatore: Grazie, presidente. Colleghi, il testo della relazione lo avete tutti, io farò alcune considerazioni e metterò in luce, a mio giudizio, i punti più importanti.

I cittadini di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia si sono espressi con il referendum consultivo e i dati sono solidi, sono dati molto chiari: 2832 sì alla fusione, 533 no.

Anche nei singoli Comuni il sì è stato molto netto e la partecipazione importante.

Il secondo quesito referendario ha dato come esito il nome di Fiscaglia quale denominazione del nuovo Comune.

Oggi, quindi, possiamo approvare definitivamente la legge che istituisce mediante fusione il nuovo Comune di Fiscaglia a decorrere dal primo gennaio 2014.

La scelta di questa decorrenza consente di semplificare l’adozione di una serie di atti, soprattutto di natura economico-finanziaria, e permette di programmare le prime elezioni del nuovo Comune in coincidenza con la tornata elettorale amministrativa generale del 2014, riducendo al minimo il lasso di tempo in cui il nuovo Comune dovrà essere retto da un organo straordinario.

È attivo l'osservatorio regionale finalizzato a monitorare gli effetti che scaturiscono dal processo di fusione in tutti i settori amministrativi di competenza regionale e il concreto impatto del processo di fusione su cittadini, enti pubblici, imprese, precisando che lo stesso risulterà composto, oltre che dai funzionari regionali, da funzionari del Comune di Fiscaglia, e, sulla base di accordi con i competenti organi, anche da funzionari di altre amministrazioni.

Il Comune di Fiscaglia può prevedere che alle comunità di origine o ad alcune di esse siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi, nonché l'istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse, prevedendo anche organi eletti a suffragio universale diretto.

È quantificato il contributo ordinario, della durata complessiva di quindici anni e di ammontare costante nel tempo, di entità pari a 195 mila euro l'anno. Oltre al contributo ordinario è previsto anche un contributo straordinario in conto capitale a titolo di compartecipazione alle spese iniziali, della durata di tre anni e pari a 150 mila euro l'anno. Tutto ciò, sommato ai contributi statali, dà a Fiscaglia un contributo di circa 8 milioni di euro.

Si conferma per il Comune di Fiscaglia, per i dieci anni successivi alla sua costituzione, priorità assoluta nei programmi e nei provvedimenti regionali di settore che prevedono contributi a favore degli enti locali e lo equipara ad un'Unione di Comuni. Tale previsione intende non privare il Comune di Fiscaglia, che nasce da un'unione di Comuni, della possibilità di accedere a contributi previsti da programmi e provvedimenti regionali di settore riservati a forme associative di Comuni. La fusione, infatti, realizza al massimo grado l'intercomunalità assai più di quanto non possa conseguire attraverso altri modelli associativi.

La Regione si impegna a supportare il Comune di Fiscaglia anche mediante cessione di quota del patto di stabilità territoriale.

Infine approviamo disposizioni volte a regolare la fase transitoria dall’istituzione del Comune di Fiscaglia fino alla prima elezione dei relativi organi nella tornata elettorale 2014. Per questo prevediamo che i sindaci dei Comuni di origine entro il 31 dicembre 2013, d'intesa tra loro, formino proposte e adottino provvedimenti utili per consentire la piena operatività del Comune di Fiscaglia dal primo gennaio 2014, sia con riguardo all'organizzazione amministrativa, sia in riferimento a tutti gli interessi primari dei cittadini, con l'obiettivo di garantire continuità nell'accesso alle prestazioni ed evitare qualsiasi aggravamento in capo ai cittadini medesimi.

Si istituisce un organismo consultivo composto dai sindaci dei preesistenti Comuni di origine con il compito di collaborare con il commissario governativo e fornire ausilio allo stesso nella fase istitutiva del nuovo Comune.

Consentitemi di concludere facendo insieme un ringraziamento e una sottolineatura. Si tratta di un ringraziamento forte e sentito ai sindaci di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia, che sono qui oggi insieme ad altri e che anch'io saluto. Ci hanno creduto questi sindaci, ci hanno creduto fino in fondo e al tempo stesso hanno saputo interpretare e parlare ai loro cittadini perché innovazione e sviluppo prendessero la strada della concretezza, la strada dei risultati.

Un ringraziamento lo rivolgo alla vicepresidente Saliera e alla Giunta, che non ha risparmiato energie e fatica.

Ecco la sottolineatura: è possibile coniugare innovazione istituzionale, azione per un nuovo sviluppo sostenibile, concretezza di risultati, partecipazione e consenso anche in un periodo di vacche magre. Ciò funziona solo se si ha, da parte di chi ha la responsabilità istituzionale, un forte legame con la gente unito ad un progetto di rinnovamento e di cambiamento. Mi pare che si possa dire che spero questo possa essere un esempio nella nostra Regione e anche un esempio fuori di noi a chi governa il nostro paese.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Montanari.

È aperto il dibattito generale. Non ho nessun iscritto a parlare in sede di dibattito generale, pertanto passiamo all'esame dell'articolato.

Non ci sono emendamenti, per cui passiamo al dibattito generale sull'articolo 1.

Dibattito generale. Nessuno intende intervenire, per cui passiamo alla dichiarazione di voto. Nessuno intende intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 1 è approvato.

Art. 2.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 2 è approvato.

Art. 3.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 3 è approvato.

Art. 4.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 4 è approvato.

Art. 5.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 5 è approvato.

Art. 6.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 6 è approvato.

Rinomino gli scrutatori perché è assente la consigliera Serri, quindi nomino scrutatore il consigliere Barbieri. Il consigliere Ferrari è in Aula. Non è in Aula il consigliere Cavalli, quindi nomino scrutatore il consigliere Filippi.

Apro la dichiarazione di voto. Dichiarazione di voto sul testo complessivo. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto, quindi metto in votazione il progetto di legge.

Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

32

Assenti

 

18

Favorevoli

 

24

Contrari

 

--

Astenuti

 

8

 

(La consigliera Pariani dichiara voto favorevole)

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Istituzione del Comune di Fiscaglia mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara».

 

OGGETTO 3871

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini» (76)

(Relazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Anche questo progetto di legge ha avuto l'iter del progetto di legge precedente. Pubblicazione Bollettino Ufficiale n. 305 del 18 ottobre 2013 dei risultati del referendum.

Il testo è il n. 16/2013, licenziato dalla I Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" nella seduta del 21 ottobre 2013 con il titolo: "Istituzione del Comune di Poggio Torriana mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini".

Il relatore della Commissione, il consigliere Mario Mazzotti, ha presentato relazione scritta. Il progetto di legge è composto di 7 articoli.

Prego, consigliere Mazzotti, in qualità di relatore del progetto legge.

 

MAZZOTTI, relatore: Grazie, presidente. La relazione è stata consegnata e l'intervento...

 

PRESIDENTE (Costi): Scusi un attimo, consigliere. Prego, consigliera Pariani.

 

PARIANI: Scusi, ma prima ho premuto alla fine della votazione e purtroppo non è stato registrato il mio voto, che era favorevole.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Pariani. Questo riguarda chiaramente il progetto di legge oggetto 3870.

Prego, consigliere Mazzotti.

 

MAZZOTTI, relatore: Grazie. Dicevo che la relazione è stata consegnata e che l'intervento del collega Montanari, molto puntuale, può rappresentare certamente anche l'introduzione per gran parte del provvedimento di legge di fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni.

Voglio innanzitutto esprimere una soddisfazione per il risultato raggiunto con il referendum, un risultato che avevamo detto non scontato e che invece ha visto una buona partecipazione al voto dei cittadini e ha visto anche un risultato importante sul versante del consenso alla fusione con 1719 sì e 314 no. Una soddisfazione che penso debba essere trasmessa a nome dell'Assemblea prima di tutto agli amministratori e ai sindaci dei due Comuni, ai Consigli comunali e anche a tutti i funzionari di quei due Comuni che si sono, nel corso di questi anni, impegnati in un lavoro che non nasce oggi ma che ha visto una preparazione significativa e importante in un processo vero di integrazione che nel corso degli anni si è manifestato.

Devo segnalare, inoltre, una cosa che non è sempre scontata: questo risultato segna una coincidenza vera tra l'espressione dei Consigli comunali e il voto dei cittadini, un punto di incontro che testimonia in questo caso la solidità di quelle istituzioni e il fatto che ancora le Assemblee elettive, nei territori di questa regione, nelle realtà più piccole in particolare, rappresentano i sentimenti dell'espressione popolare, della volontà popolare, e quindi il luogo nel quale si esercita al meglio la democrazia.

Il Comune si chiamerà Poggio Torriana, 823 cittadini si sono espressi per questo nome. E' un nome che dà proprio il senso della fusione, dell'unità dei due territori e penso che, essendo questo nuovo Comune parte dell'Unione dei Comuni della Valmarecchia, la nascita di questo nuovo Comune rappresenti un rafforzamento, debba rappresentare un rafforzamento anche dell'esperienza di quell'Unione e dell'esperienza delle forme associative e delle forme di cooperazione istituzionale che in questa Regione abbiamo in questi anni particolarmente favorito.

Rispetto alle cose che diceva il collega Montanari, che sono quelle previste dalla legge nell'articolato, devo segnalare una differenza che è data dalla differenza territoriale e geografica dei Comuni di Torriana e Poggio Berni. Mi riferisco in particolare all'articolo 4 del provvedimento, nel quale si stabilisce una norma di salvaguardia che garantisce il permanere in capo ai territori montani dei benefici e degli interventi speciali per la montagna e quindi tutta la normativa relativa alle comunità montane e a quello che ne consegue.

Va segnalata anche in questo caso la forma di incentivazione significativa da parte della Regione che accompagnerà nel corso dei prossimi anni tutto il percorso di costruzione della nuova istituzione del nuovo Comune: 115 mila euro annui di parte corrente e l'intervento di 120 mila euro per la parte in conto capitale. Penso che questo consenta di consolidare un percorso che in ogni caso non è fatto solamente per gli incentivi, ma è fatto perché ci siano quei benefici che l'integrazione, la costruzione di una dimensione più ampia, sia sul versante delle economie di scala che sul versante dell'accorpamento dei servizi, di per sé determina.

Ci sono poi, e concludo, tutte le parti disciplinate e normate che prevedono l'aspetto da lasciare in capo al nuovo Comune per quello che riguarda la regolazione della partecipazione democratica, le norme che consentono di mantenere forti e rafforzare le identità territoriali e municipali, che sono un patrimonio che con la fusione non viene certamente meno, e tutte le norme di salvaguardia che consentiranno, dal primo gennaio 2014 e successivamente dal primo gennaio 2015, il percorso di realizzazione e costruzione del nuovo Comune già con un ruolo attivo assegnato ai sindaci attualmente in carica, un ruolo che poi verrà determinato con le prossime elezioni municipali che si terranno il prossimo anno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mazzotti.

Ha chiesto di parlare in dibattito generale il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Intervengo per fare alcune considerazioni sia nel merito di questo progetto di legge, ma anche più in generale su tutti i progetti di legge relativi alle fusioni, tra l'altro guadagnando anche un po' di tempo, nel senso che anticipo il voto favorevole a questo progetto di legge al quale ho chiesto ai colleghi del gruppo di adeguarsi perché più che in altre zone lì conosco la realtà che si è venuta a manifestare sia nell'ambito dei Consigli comunali, sia all'interno della procedura del referendum. Su questo - ecco perché alcune considerazioni volevano essere generali - dobbiamo ricordare che noi ci siamo mossi ("noi" come Regione) a seguito del pronunciamento dei Consigli comunali non perché la Regione, come si è sentito dire in alcune fasi di questo dibattito, ha voluto fondere alcuni Comuni, ma ci siamo mossi in base alle richieste. Inoltre abbiamo avuto un atteggiamento assolutamente garantista per il fatto di produrre un progetto di legge che ha dato la possibilità ai cittadini di esprimersi su un provvedimento concreto, non su parole o su promesse. Questo progetto di legge lo abbiamo voluto bloccare alla fine per poter valutare al meglio l'esito del referendum. Quindi mi sembra una procedura, da questo punto di vista, ineccepibile.

A questo punto siamo nella fase finale, votiamo il progetto di legge, però vorrei che in questo caso, come nell'altro caso dove i progetti di legge verranno approvati, ci sia la consapevolezza della grande responsabilità che i nuovi amministratori si vanno a prendere, perché, è inutile negarlo, in questa fase, i cittadini, che pure hanno partecipato al referendum, spesso si sono lasciati in qualche modo orientare anche o da posizioni in qualche modo promosse dai partiti politici, o dal miraggio dei contributi notevoli che la Regione ha messo in campo. Cosa non deprecabile ovviamente, utile, però a questo punto arriviamo al nocciolo del problema: bisogna che i nuovi amministratori siano in grado di gestire al meglio questi contributi notevoli che la Regione ha messo a disposizione per offrire servizi migliori ai cittadini e limitare al minimo, ma direi escludere in maniera assoluta, che i cittadini di un Comune piuttosto che dell'altro si sentano in qualche modo defraudati di una qualche rispondenza al servizio di cui potevano prima usufruire. Dico questo perché ci stiamo giocando molto della credibilità non tanto dell'istituzione Regione, che credo abbia fatto la sua parte, quanto dell'istituzione della fusione dei Comuni.

Tutti abbiamo detto che è una manovra opportuna di razionalizzazione della nostra architettura istituzionale, ma se falliamo nelle prime concrete pratiche di questa opportunità, certamente creeremo dei presupposti negativi anche per il futuro. Quindi il mio richiamo va a questi amministratori perché siano in grado in futuro di poter gestire al meglio queste problematiche. La legge glielo consente, c'è la possibilità di mantenere i municipi, di coinvolgere anche Assemblee elettive all'interno dei vari Comuni di appartenenza senza creare sovrastrutture. Bisogna prestare particolare attenzione a questo momento perché altrimenti ci troveremo tutti in difficoltà e aumenteremmo quel discredito nei confronti della politica e delle amministrazioni che i cittadini oggi hanno. Invece questa è un'occasione per far vedere che la politica si è mossa bene e che è in grado di dare delle risposte migliori pur in carenza di risorse. Da questo punto di vista l'appello che faccio non è ovviamente solo al Comune di Poggio Torriana, ma è anche a tutti i Comuni di cui discuteremo in seguito.

Come ho detto all'inizio, noi voteremo favorevolmente a questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.

Sempre in dibattito generale ha chiesto di parlare il consigliere Piva. Ne ha facoltà.

 

PIVA: Grazie, presidente. Farò solo qualche considerazione perché mi ritrovo sia nell'intervento del relatore che anche in quello del collega Lombardi, per cui non ripeterò quello che abbiamo già ascoltato.

Intanto esprimo soddisfazione per questa fusione come per gli altri progetti di legge, quello che abbiamo già votato e i prossimi, perché si va verso una modernizzazione dell'assetto istituzionale del nostro territorio. Io poi sono sempre stato e sono ancora un sostenitore dell'ampliamento dei confini sia comunali che provinciali, che in ambito sanitario (a breve affronteremo l'Azienda unica della Romagna). Ho sempre sostenuto che in un territorio difficile come il nostro, dove si tende molto a guardare il particolare, Comuni che sono tra di loro omogenei sia come posizione geografica che come tipo di problematiche, molte volte guardano al loro piccolo ambito, in particolare sulla costa e anche sulla vallata della Valconca, e poco invece guardano ad un bene comune da cui, attraverso le fusioni, attraverso una vera collaborazione, la comunità tutta può avere dei vantaggi. Quindi mi fa molto piacere che questi due Comuni si siano uniti. Oltretutto conosco bene gli amministratori, so la loro bontà amministrativa, hanno sempre creduto in questa fusione.

Mi piace anche sottolineare, come ricordava il collega Lombardi, che l'intervento della Regione è venuto dopo l'azione dei Consigli comunali, anche qui a sfatare un po' un ritornello che molte volte leggo anche sulla stampa, non solo riminese, ma anche di altre province, dove la Regione viene sempre vista come colei che interviene dall'alto, dal capoluogo di regione, per imporre, magari dimenticando alcuni territori a vantaggio di altri. I progetti di legge che approviamo oggi invece dimostrato la parità di trattamento di tutto il territorio regionale e quindi questo mi fa molto piacere.

Sono anche soddisfatto dei numeri dei referendum che si ricordavano prima, dei numeri alti in un momento in cui alle elezioni normali si va poco, la gente non va a votare. Questi numeri alti, quindi, ci dicono di un attaccamento al territorio e mi auguro che presto nella stessa zona vi possano essere esempi di ulteriori fusioni, in particolare di piccoli Comuni che oggettivamente sostenere ancora oggi è veramente difficile, è contro logica. Faccio, quindi, veramente un appello agli amministratori locali di questi territori affinché le fusioni e le unioni vadano sempre più integrate e aumentino sempre più di numero.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Piva.

Non ho più nessuno in dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire per chiudere il dibattito generale la vicepresidente Saliera. Ne ha facoltà.

 

SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Vorrei evidenziare solo due aspetti. Innanzitutto sul tema della fusione, facendo una considerazione generale, è avvenuta una piccola rivoluzione culturale e politica ed è bene esserne tutti consapevoli. Questa piccola rivoluzione...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Costi): Scusi, vicepresidente. Prego di abbassare il brusio in Aula. Prego, vicepresidente.

 

SALIERA: Questa piccola rivoluzione ha innescato comunque un processo in tutta la regione in diverse realtà dove si cerca di ragionare e pensare per le proprie comunità se la fusione possa essere un aspetto positivo che guarda al futuro, quindi abbiamo altre realtà che cercano di costruire questo percorso.

L'altro aspetto da sottolineare è che sono fusioni che avvengono all'interno di un sistema di unioni. Penso, per esempio, a questa di cui stiamo parlando adesso, Poggio Berni e Torriana, dove nell'affrontare il progetto di fusione, seppure con estrema difficoltà, gli amministratori però hanno avuto un risultato buonissimo da parte dei loro cittadini, quindi i cittadini hanno ben capito e gli amministratori hanno contestualmente portato avanti, anzi, è stato un perno in molti casi, l'idea di unire un'unica vallata, la Valmarecchia (l'Alta Valmarecchia e la Bassa Valmarecchia), credendo che, oltre alla fusione, si debba fare sistema di vallata.

Sono processi complicati e difficili, per i quali occorre tanta pazienza, voglia di ragionare, di confrontarsi tra le diverse istituzioni, tra i sindaci, le Giunte, i Consigli comunali, i diversi sistemi di governo di centrodestra e di centrosinistra, ma a forza di ragionare, in effetti, poi, le cose si evolvono, cambiano e il sistema della competizione viene sostituito dal sistema di cooperazione. Questo sta avvenendo ed è un risultato politico anche di questa Assemblea nell'aver voluto credere che con pazienza si potevano modificare dei percorsi.

Un ultimo aspetto. Oggi, con l'esame di queste fusioni e anche di quelle successive che andrete a legiferare, impegniamo i bilanci della Regione per i prossimi quindici anni a sostegno dei Comuni, così come prevede la legge, per un totale di oltre 15 milioni complessivi in quindici anni di gestione corrente per le quattro fusioni che andranno a buon fine e che quindi saranno attive dal primo gennaio 2014, e altri 2 milioni e 160 mila per i primi tre anni per investimenti. Credo che debba essere una consapevolezza di tutti il fatto che le fusioni sono comunque dalla Regione non solo appoggiate nel percorso politico, ma anche nella concretezza delle risorse, e dall'altro alto anche con una cura particolare nel sostegno alle procedure e alla verifica, perché da diversi Comuni arrivare ad un Comune ci sono una serie di problemini che vanno affrontati, dal codice postale al codice fiscale, al tre o due bilanci ad un bilancio, al sistema dell'indebitamento, al patrimonio e via via. Sono percorsi complicati soprattutto per dei paesi piccoli che hanno poche strutture e quindi la Regione cerca di mettere a servizio le proprie competenze. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, vicepresidente Saliera.

Chiedo agli scrutatori di essere presenti in Aula. Ricordo che sono i consiglieri Barbieri, Ferrari e Filippi.

Passiamo all’esame dell'articolato.

Art. 1.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 1 è approvato.

Art. 2.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 2 è approvato.

Art. 3.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 3 è approvato.

Art. 4.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 4 è approvato.

Art. 5.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 5 è approvato.

Art. 6.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 6 è approvato.

Art. 7.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro la dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.

 

(E' approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 7 è approvato.

Sono aperte le dichiarazioni di voto sull’intero testo di legge.

Chiede di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Come sempre noi abbiamo lasciato la decisione, la parola al nostro elettorato sia di Torriana che di Poggio Berni, che in questo caso ci hanno risposto di no alla fusione. Per questa ragione noi voteremo contro.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Come annunciato dal collega Lombardi, il voto del Popolo della Libertà, così come già fatto nell'esame dell'articolato, sarà di sostegno e di favore rispetto a questa proposta. Devo aggiungere, rivolgendomi all'assessore Saliera, che, come avemmo modo di dire proprio da questi banchi, laddove si tratta di un percorso condiviso e congiunto, elaborato con una sinergia virtuosa, il Popolo della Libertà non si sottrae a sostenere questo tipo di azioni. Già lo avevamo detto e, analogamente a quello che ha annunciato in discussione generale il collega Lombardi, voteremo a favore. Lo dico a futura memoria, l'assessore lo sa perché è evidentemente un dibattito aperto su altri versanti, però credo che l'espressione di un voto, al netto della posizione rappresentata dalla Lega Nord, pressoché unanime dell'Aula su questa vicenda possa dare maggiore forza e, riprendendo le dichiarazioni del collega Lombardi, dia anche un sostegno maggiore alla sostenibilità e alla credibilità istituzionale di questa proposta della Regione.

Credo sia un percorso riproponibile. Assessore, mi affido evidentemente alla sua capacità di mettere a sintesi questi processi per arrivare anche in futuro su altri percorsi, magari riuscendo anche a suturare una lacerazione dei rapporti che lei sa essersi verificata su altre circostanze.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bignami.

Non ho più nessuno in dichiarazione di voto. Chiedo di azionare il dispositivo sonoro dato che siamo in procinto di votare con il dispositivo elettronico il progetto di legge di iniziativa della Giunta: "Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini".

Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Favorevoli

 

34

Contrari

 

2

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Istituzione del Comune di Poggio Torriana mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini.»

 

OGGETTO 3872

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma» (77)

(Relazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Anche in questo caso il referendum ha avuto luogo e la pubblicazione è avvenuta nel Bollettino Ufficiale n. 305 del 18 ottobre 2013.

Il testo n. 17/2013 è stato licenziato dalla I Commissione "Bilancio Affari generali e istituzionali" nella seduta del 21 ottobre 2013 con il titolo: "Istituzione del Comune di Sissa Trecasali mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma".

Il relatore della Commissione, che è il consigliere Gabriele Ferrari, ha presentato relazione scritta.

Il progetto di legge è composto da 6 articoli.

Ringrazio intanto gli amministratori che hanno seguito i lavori insieme a noi, grazie mille anche ai funzionari.

Do immediatamente la parola al relatore, il consigliere Gabriele Ferrari. Prego.

 

FERRARI, relatore: Grazie, presidente. Come è stato abbondantemente detto negli interventi precedenti, il tema delle fusioni in questa Regione è di straordinaria importanza. Vorrei cominciare nel ringraziare, non in modo formale, la vicepresidente Saliera.

Questo non è uno dei tanti temi, ma è un tema assolutamente strategico per il futuro delle nostre comunità e perché questa Regione continui ad essere, non solo in Italia, ma in Europa, competitiva e adeguata ai tempi.

Il tema delle fusioni è un'assoluta necessità, è una necessità che questa Regione ha voluto focalizzare in maniera puntuale con la legge 21 dell'anno scorso e che alcune amministrazioni, queste che stiamo oggi esaminando tra le prime, hanno colto come una grande opportunità.

In un recente sondaggio che è stato fatto da un giornale della mia città, il 75 per cento dei cittadini interpellati ha dato un parere assolutamente favorevole alle fusioni. Questo vuol dire che i cittadini si rendono perfettamente conto che in un mondo che cambia, e cambia con la velocità che tutti noi sappiamo, è assolutamente indispensabile guardare a forme nuove di aggregazione, che non vuol dire dimenticare una storia, nel nostro caso storie importanti più che millenarie, ma vuol dire che se si vuole restare al passo con i tempi, bisogna mettere insieme tutto quello che si può mettere insieme per evitare diseconomie, cioè risorse e non solo economiche, ma anche intellettuali, competenze e quant'altro, bisogna stare insieme.

Da questo punto di vista esprimo apprezzamento per quello che hanno fatto i nostri due Comuni. Comune di Sissa e Trecasali, così si chiamerà il nuovo Comune. Ringrazio il Sindaco Nicola Bernardi di Trecasali e voglio anche ricordare che è stata Cavanna, Sindaco di Sissa, che purtroppo non c'è più, che ha avviato questo processo ma non l'ha visto concluso. Credo che sia, oltre che un dovere, un giusto riconoscimento all'impegno che ha messo con i propri collaboratori, con il Consiglio e la Giunta di Sissa in quest'opera. Un'opera che è stata breve perché i primi atti, le prime delibere del Consiglio comunale sono del marzo di quest'anno e oggi ai primi di novembre questo processo è stato concluso, quindi in un tempo per la politica assolutamente breve è stato portato a termine un progetto di fusione.

Progetto di fusione che ha visto un chiaro segnale da parte dei cittadini che al 90 per cento circa hanno dato parere favorevole a questa azione e che ha trovato unite, credo, le due amministrazioni di colore diverso (Sissa ha un colore e Trecasali ne ha un altro) ma accomunate da quello che dicevano in precedenza alcuni colleghi del PDL. Ho apprezzato l'intervento di Lombardi in particolare. Su un tema come questo non esiste una guerra di posizioni o di visioni diverse. Questo è un tema talmente forte e talmente importante che non può non essere, ovviamente nella legittima dialettica e nella legittima discussione, condiviso e portato avanti in maniera assolutamente unitaria da un'Assemblea come questa.

Questo processo, così come per gli altri Comuni di cui abbiamo parlato prima, consentirà di disporre di risorse importanti, parliamo di quasi 8 milioni di euro nell'arco di quindici anni, e di avere tutta una serie di vantaggi anche rispetto ai programmi, ai progetti, ai bandi che la Regione metterà in campo, che sicuramente non potranno che far bene ai due Comuni che sono diventati, dopo la fusione, uno solo, ma anche a quell'area più vasta che è l'area delle Terre verdiane, area all'interno della quale i due Comuni sono ricompresi.

Finisco sottolineando ancora una volta la grande necessità che deve esserci da parte degli amministratori tutti, lo dico a quelli della mia provincia, ma credo che valga per gli amministratori dell'intera regione: quello di uscire qualche volta da qualche legittimo egoismo o da qualche interesse, anche questo assolutamente legittimo, per guardare veramente al bene dei cittadini. Penso ai piccoli Comuni (e i piccoli Comuni sono soprattutto allocati in zone montane) che non hanno veramente più risorse per pagare nessun tipo di servizio e dove si continua a non capire e a non vedere che il futuro passa inevitabilmente per queste scelte che sono non solo necessarie e doverose, ma sono l'unica possibilità per garantire anche a quei territori un futuro di qualità, per consentire alle persone che ci vivono di restarci e magari ad altre persone che ancora non ci vivono di potersi andare ad insediare in quei territori. Per fare questo, però, bisogna avere passo corto e respiro lungo, e soprattutto una visione che è richiesta a tutti gli amministratori, quelli che hanno compiti a livello nazionale, parlamentare, regionale, ma sicuramente anche a chi governa piccole comunità che, proprio perché sono piccole, spesso hanno bisogni ancora più forti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.

Ha chiesto di intervenire in dibattito generale la consigliera Meo. Ne ha facoltà.

 

MEO: Grazie, presidente. Intervengo molto brevemente, raccogliendo parte della discussione che ho sentito oggi e anche in precedenza. È stata abbastanza esaustiva sul tema generale. Volevo soltanto sottolineare come anche in questo caso si testimonia che per funzionare, per essere veramente efficace, questo processo deve essere sentito e partecipato. Questo mi rassicura anche rispetto ai passi normativi che sono stati fatti. Funzionano senza arrembaggi, senza accelerazioni, funzionano bene quando c'è un vero percorso di partecipazione. Ho colto l’occasione per dire questo per questa fusione in particolare, che presenta alcuni aspetti che travalicano la politica in senso partitico e in senso stretto. Si tratta infatti di due Comuni di segno politico diverso, con storie diverse dal punto di vista amministrativo, ma che da sempre hanno messo in comune per ottenere in proprio e senza aiuti quelle ottimizzazioni dal punto di vista funzionale ed economico che hanno consentito fino ad ora a piccoli comuni di circa quattromila abitanti di andare avanti.  È una storia lunga che riguarda dalle scuole ai servizi, ai servizi sociali, ad alcuni aspetti della pianificazione e che oggi giustamente in un processo partecipato che non dà adito ad equivoci dal punto di vista del risultato referendario, sancisce una fusione e la nascita di un Comune importante a questo punto che dal capoluogo Parma arriva fino alle sponde del Po. Questo soltanto per dire che il percorso ha funzionato in questo caso, ha funzionato molto bene, e per fare i migliori auguri agli amministratori del mio Comune e del più grande Comune, a questo punto, di Sissa Trecasali per mettere a frutto questo patrimonio e consentire a questi pezzi di storia della pianura parmense di crescere e di solidificare ancora di più una visione di rete e di servizi in comune che in questo caso hanno funzionato e mi auguro possano servire anche per gli altri. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.

Ha chiesto parlare la consigliera Camorali. Ne ha facoltà.

 

CAMORALI: Grazie, presidente. Anche io volevo ringraziare per le parole della Vicepresidente Saliera, Assessore al Bilancio, che ha evidenziato quanto sia importante questo processo di fusione dei Comuni. A Parma abbiamo avuto questo di Sissa e Trecasali. Questa fusione nasce dalla convinzione della Regione che si possano conseguire integrazioni tali da assicurare effettivi risparmi di spesa nonché economie di scala, assicurando il potenziamento della capacità di effettivo governo del territorio. La fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali poggia sulla manifesta volontà degli amministratori locali di superare i vincoli di finanza pubblica sempre più insostenibili per i Comuni di piccole dimensioni. I Sindaci dei due Comuni perseguono prima di tutto la concretezza e si preoccupano di assicurare ai loro cittadini i servizi essenziali, di conservare le infrastrutture sul territorio, di ridurre le spese strutturali e gestionali pur salvaguardando i posti di lavoro del personale e di semplificare l’organizzazione politica e burocratica delle amministrazioni. Il 6 ottobre si è tenuto il referendum che ha visto il risultato favorevole con l’89 per cento a Trecasali e il 93 percento a Sissa, il nome scelto è stato Sissa Trecasali e anche io mi associo al collega Ferrari nel fare presente l’impegno delle due amministrazioni di diverso colore, e in particolare l’impegno del sindaco Cavanna - lo avevo ricordato anche sabato nella manifestazione di inaugurazione del "November Porc" insieme a tutti gli altri sindaci della zona della Bassa - la fusione ottimizzerà la macchina comunale e le risorse finanziarie con una particolare attenzione alle politiche economiche e sociali e garantirà il diritto allo sgravio dai vincoli del Patto di stabilità per i prossimi due anni, il trasferimento di sovranità verso gli enti locali più efficienti e capaci di promuovere una più robusta sussidiarietà orizzontale, rientra nel modello di federalismo che noi del PDL abbiamo sempre promosso e quindi la fusione di queste realtà comunali del nostro territorio rappresenta per noi un’opportunità che ne segnerà la storia futura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Camorali.

Non ci sono iscritti a parlare in dibattito generale, per cui passiamo all’esame dell’articolato.

Articolo 1. Chiedo ai nostri scrutatori chiaramente l’attenzione rispetto alla votazione.

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’art. 2.

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’art. 3.

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’art. 4.

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’art. 5.

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’art. 6.

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto pertanto metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 6 è approvato.

Apro ora le dichiarazioni di voto sull’intero progetto di legge.

Se nessun consigliere chiede di intervenire si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Favorevoli

 

38

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Istituzione del Comune di Sissa Trecasali mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma.»

 

OGGETTO 3873

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia»

(Relazione, discussione e reiezione)

 

OGGETTO 3873/1

Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa della Giunta: «Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia» (proposto dal relatore consigliere Barbieri su mandato della I Commissione)

(97) (Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Anche in questo caso il risultato del referendum è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale n. 305 del 18.10.2013.

Il relatore della Commissione, il consigliere Marco Barbieri, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale, per la quale serve il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.

Pongo in votazione, mediante sistema elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi, l’autorizzazione alla relazione orale.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Favorevoli

 

35

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea autorizza la relazione orale.

Prego, consigliere Barbieri.

 

BARBIERI, relatore: Grazie, presidente. Molto brevemente per dire che la volontà dei cittadini e delle comunità sono il cardine a cui vogliamo riferirci e da cui ci siamo mossi. A volte nel dibattito politico pare si appanni l’idea che sono proprio i Consigli comunali che con il loro voto unanime o almeno a maggioranza qualificata dopo un confronto con le parti sociali ci hanno chiesto di stilare il procedimento legislativo. Stiamo infatti affrontando processi di fusione volontaria dei Comuni. È indubbio che la Regione Emilia-Romagna accompagni e sostenga, aiuti il processo di aggregazione. I processi di aggregazione vanno dalla gestione associata dei servizi e delle funzioni alle unioni dei Comuni fino al tema delle fusioni. Personalmente penso che ridurre la frammentazione del tessuto amministrativo sia un problema rilevante del nostro Paese e anche della nostra Regione. Non è però solo un problema che possiamo imputare alle piccole comunità e ai Comuni ma per me questo tema riguarda anche la riorganizzazione delle Province, che in qualche modo avevamo affrontato e poi ci siamo fermati, e riguarda la stessa dimensione del sistema regionale. Personalmente sono così convinto che le dimensioni nazionali oggi in un contesto mondiale così particolare non siano assolutamente sufficienti che penso si debba lavorare seriamente per gli Stati Uniti d’Europa se vogliamo mantenere il ruolo di centralità e competizione dal punto di vista nazionale, però abbiamo detto una cosa molto chiara, cioè che il parere delle comunità era un parere per noi assolutamente vincolante e anzi in questo caso particolare - è venuto il Presidente della Commissione insieme ai consiglieri Filippi, Pagani, ecc. - queste comunità ci chiedevano perfino di rispettare se solo in uno dei due Comuni ci fosse stato parere negativo. Poiché il risultato referendario è stato molto netto, perché su 3.513 votanti 2.447 hanno detto di no e solo 1.066 sì, per di più il no, seppur in percentuali diverse, ha prevalso in tutti e due i Comuni, il mandato che mi è stato affidato dalla Commissione è quello di proporre il non passaggio in Aula del progetto di legge poiché il referendum e il suo esito negativo ci danno una direzione chiara della volontà popolare e di queste comunità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Barbieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Il gruppo del Popolo della Libertà è d’accordo con l’ordine del giorno presentato, di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge sull’istituzione del nuovo Comune di Tre Valli. Siamo d’accordo su questo ordine del giorno, come avevo evidenziato nei miei precedenti interventi, l’esito del referendum è stato chiaro. L’operazione di fusione dei due Comuni - Villa Minozzo e Toano - è, o meglio sarebbe stata, un’operazione politica di una rilevanza eccezionale. Nel mio intervento, presente anche il collega Barbieri, nella sala del CavolaForum di Toano, avevo detto che questa fusione sarebbe stata, per l’Appennino, la più grande operazione politica dell’ultimo secolo. Il problema, e l’ho sollevato, è che le amministrazioni comunali - lo sottolineo in Aula perché è giusto che si tengano presenti i problemi - hanno sottovalutato l’importanza di questa operazione. I due Sindaci e i Consiglieri comunali si sono trovati chiusi nelle stanze, hanno deciso e poi hanno comunicato ai cittadini. Nel caso specifico delle fusioni, e lo dico anche alla Giunta, i Sindaci si trovano, decidono senza coinvolgere la cittadinanza, senza comunicare ai cittadini, ad esempio attraverso il volantinaggio e attraverso le riunioni, che la loro intenzione è quella di fondere i Comuni, non danno modo alla popolazione di parlarne, di valutare e di decidere. I cittadini dei Comuni di Villa Minozzo e Toano si sono sentiti come presi in giro, sono stati soltanto chiamati a rettificare quello che due Sindaci hanno già deciso. Nello scorso intervento avevo detto che se uno dei due sposi avesse detto di no al matrimonio, il matrimonio non si sarebbe dovuto fare. Nel caso specifico, tutti e due gli sposi hanno detto di no, quindi è chiaro che questo matrimonio non si deve fare. Noi siamo d’accordo con questo ordine del giorno, del non passaggio all’articolato in oggetto, la popolazione si è espressa in modo chiaro ed evidente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Non ci sono iscritti in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, proposto dal relatore della legge, consigliere Barbieri.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno oggetto 3873/1, a firma del consigliere Barbieri.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’ordine del giorno è approvato. Pertanto non si procede all’esame degli articoli e il progetto di legge si intende respinto.

 

OGGETTO 4642

Delibera: «Modifica al programma straordinario di investimenti in sanità, ex art. 20 L. 67/88 - IV fase 2° stralcio - approvato con delibera dell’Assemblea legislativa n. 120 del 18 giugno 2013» (Proposta della Giunta regionale in data 21 ottobre 2013, n. 1473) (142)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Politiche per la salute e Politiche sociali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 29 ottobre 2013 con la seguente votazione: 25 voti favorevoli, nessun contrario e 11 astenuti.

Apro la discussione generale. Non ci sono interventi in discussione generale, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4642.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 3919

Risoluzione proposta dai consiglieri Casadei, Monari, Mazzotti, Pagani, Carini e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta e l'Assemblea legislativa a presentare un progetto culturale, costituito da varie specifiche iniziative, volto a stimolare un'ampia riflessione sull'importanza assunta dalla Grande Guerra nella storia del Novecento, con particolare riferimento al contesto regionale

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4111

Risoluzione proposta dai consiglieri Pagani, Monari, Mandini, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Riva, Carini e Luciano Vecchi per impegnare la Presidenza dell'Assemblea legislativa e la Giunta regionale a ricercare e mettere a disposizione le risorse necessarie al fine di realizzare progetti per il 70° anniversario della Resistenza, con l'obiettivo di lavorare in sintonia con le istituzioni e gli Istituti storici della Regione, mettendo in rete e promuovendo iniziative che abbiano un'ampia valenza territoriale/regionale

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4254

Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Bonaccini, Barbieri, Piva, Ferrari, Monari, Pariani, Serri, Fiammenghi, Mumolo, Montanari, Moriconi, Pagani, Casadei, Luciano Vecchi, Riva e Carini per impegnare l'Assemblea legislativa e la Giunta a sostenere, con particolare riferimento alle celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza, progetti volti ad ampliare la ricerca storica di testimonianze, biografie e iconografie dedicate al ruolo delle donne nella Resistenza e nella Lotta di Liberazione, favorendo inoltre collaborazioni e progetti innovativi con Università, Istituti ed Associazioni femminili volti a valorizzare storie, memorie e contributi relativi al ruolo svolto dalle donne negli anni 1943-1945

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Ha chiesto di parlare il consigliere Casadei. Ne ha facoltà. Ha dieci minuti.

 

CASADEI: Grazie, presidente. Queste risoluzioni hanno alcuni obiettivi specifici e comuni che sono quelli di far conoscere il patrimonio storico, il patrimonio legato ad eventi che hanno segnato in maniera indelebile il Novecento da diversi punti di vista. Sono tre risoluzioni, una in particolare riguarda il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, una seconda risoluzione riguarda il settantesimo anniversario della Resistenza e una terza risoluzione riguarda la Resistenza e questo anniversario visto a partire da una prospettiva di genere.

Perché dedicare attenzione anche in quest’Aula attraverso l’istituzione regionale? Perché le istituzioni pubbliche hanno un compito per quello che riguarda la memoria, il coltivarla e farlo attraverso le fonti e il farlo soprattutto ricordando attraverso un lavoro che gli istituti storici nella nostra regione e altre istituzioni da tempo svolgono. Qual è il bisogno in particolare nella ricorrenza del centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale? Innanzitutto quello di tener fede anche a ciò che si sta facendo a livello nazionale.

Il 3 agosto 2012 con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è stato istituito un comitato storico scientifico per il centenario della Prima Guerra Mondiale. Altre regioni come il Veneto e il Trentino-Alto Adige, e altre se ne sono aggiunte, hanno già definito un piano di lavoro pluriennale di progetti culturali, di studi, di ricerche nel campo della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico relativo alla Grande Guerra. È per questo che anche la nostra Regione ha un compito che è quello di accompagnare e di supportare questo lavoro di ricostruzione e di analisi di storica, in particolare ha il compito di non dimenticare la portata di questo evento per il nostro Paese e per la nostra società.

La Prima Guerra Mondiale ha visto impegnati circa 6 milioni di italiani e ha segnato profondamente la storia sociale, politica, economica e culturale del nostro Paese. Sono circa 750 mila i morti tra caduti in guerra e 680 mila i civili. Ma che tipo di analisi e di memoria coltivare? Nella risoluzione che proponiamo, l’idea è quella di svolgere un programma che tocchi tutti i settori della vita delle persone e degli italiani di quell’epoca. Perché toccare vari profili? Qui non enuncio tutti gli elementi che abbiamo indicato nella risoluzione ma ne cito qualcuno a titolo significativo e anche per dare l’idea del tipo di lavoro che si potrebbe fare a livello di non mera celebrazione ma di analisi e di ricostruzione dell’impatto di questo evento.

In quegli anni, negli anni della Grande Guerra, non ci furono soltanto ovviamente gli eserciti e le armi in campo ma ci fu una notevole diffusione di voci, di pratiche, di movimenti internazionalistici e pacifisti, in quegli anni ci fu lo sviluppo innovativo di nuove tecniche, strumenti e ricerche nell’ambito della medicina. Penso in particolare all’ortopedia e alla psichiatria che segnano anche una cosa su cui dobbiamo sempre riflettere, ovvero il fatto che le grandi catastrofi e guerre, ciò che segna in maniera indelebile la tragedia del Novecento, e non solo, portano con sé anche il tentativo di resistere e di generare delle pratiche concrete, in questo caso con riferimento alle cure mediche e alle modalità di cura. In quegli anni ci furono anche, e qui è importante segnalare come nella nostra regione ci furono esempi concreti in questa direzione, nuove politiche di gestione dei consumi. Pensiamo alla Bologna del sindaco Zanardi, alla Reggio Emilia di Roversi, ai prodromi di quello che sarebbe divenuto successivamente nel secondo Novecento il moderno welfare locale.

Ma in quegli anni, dal Veneto, dal Friuli e successivamente, in particolare dopo lo scoppio della Grande Guerra, nel 1916-1917, ci fu un copioso afflusso di profughi che esercitarono un’inedita pressione sul territorio regionale, profughi e in qualche modo rifugiati che segnano in quel tempo una condizione che abbiamo visto non essere consegnata alla storia in maniera definitiva ma che ripropone in forme nuove queste condizioni per altre persone in carne ed ossa anche in tempi recenti. In quegli anni ci furono particolari eventi anche di natura legata all’industria, all’industria bellica, all’industria che è stata ripensata e riconvertita in anni successivi. Ci furono quindi drammatiche conseguenze, come la sconfitta di Caporetto, come la linea del Piave, come lo stato di guerra e a tutto quello che può comportare uno stato di guerra in termini di pratiche sociali, di solidarietà, pratiche mutualistiche e di soccorso.

Questo è il senso quindi di una risoluzione che chiede, impegna e suggerisce alla Giunta l’importanza di studiare nuovamente e di mettere a fuoco una serie di aspetti che riguardano la Grande Guerra nella storia del Novecento e di farlo con un progetto complessivo che valorizzi quel patrimonio monumentale, quel patrimonio di documenti anche inediti, come diari, lettere, memorie, e tutto ciò che nella nostra regione può servirci per coltivare la memoria ma anche per farlo con uno sguardo al futuro.

Questo per quello che riguarda la Grande Guerra, ma chiaramente questo tipo di lavoro è bene e fondamentale che sia svolto anche in occasione del settantesimo anniversario della Resistenza, la resistenza che ha segnato la nascita della Repubblica democratica e della Costituzione repubblicana e anche in questo caso è importante fare progetti che sappiano avere quella capacità di discernere dopo tanto tempo quali sono stati gli eventi, quali sono state le controversie, anche nella loro complessità, quindi la ricostruzione storica, lo sguardo storico che serve anche per capire e comprendere i fenomeni e farlo mettendo insieme le voci che hanno partecipato a quella fase e in particolare in una risoluzione sottolineiamo quanto sia stata importante in quella fase la partecipazione attiva delle donne e di tutti coloro i quali non erano sul fronte di guerra ma che facevano i conti con la durezza di quegli anni.

Il senso, quindi, è di una proposta complessiva che chiede alla Giunta un impegno importante per supportare progetti e programmi operativi nel corso del 2014, questo non per fare mera celebrazione ma soprattutto per affrontare di nuovo con spirito di ricostruzione storica, di analisi e anche con uno spirito che deve farci capire come questi eventi siano in qualche modo oggi, soprattutto a tanti anni di distanza, un patrimonio comune che va conosciuto, conosciuto anche parlando ai nuovi cittadini sia in senso generazionale sia a coloro i quali hanno origini diverse e che vivono insieme a noi perché la storia è qualcosa che non va lasciata semplicemente all’ambito accademico o ai singoli studiosi ma è un patrimonio che è bene coltivare insieme e soprattutto il farlo attraverso le istituzioni può garantire quell’equilibrio, quella serenità e quell’approfondimento che solo le istituzioni pubbliche possono garantire quando si tratta di eventi storici di questa portata che hanno segnato appunto la vita di tantissime persone in questa regione ed è bene ricordare, e il farlo anche in occasioni importanti come il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e il settantesimo della Resistenza ci consegna un compito, che è anche un dovere, di lavorare insieme attraverso le istituzioni non solo per non dimenticare ma anche per pensare ad alcuni insegnamenti importanti che ci sono stati consegnati.

Questo è il valore della storia e quando le istituzioni pubbliche si occupano di storia penso che sia un bene comune a cui non possiamo sottrarci come istituzione regionale.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Casadei.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pagani. Ne ha facoltà.

 

PAGANI: Grazie, presidente. Semplicemente per ribadire, dopo l’intervento del collega Casadei, in particolare rispetto alla risoluzione 4111 sul settantesimo anniversario della Resistenza, alcuni concetti che il collega ha già bene espresso nel presentare le tre risoluzioni che sono collegate.

L’8 settembre del 1943 è considerata sostanzialmente la data di inizio di questo processo della resistenza del nostro Paese, la lotta al nazifascismo e al fascismo che ha portato, come diceva il collega Casadei e come è riconosciuto nel nostro Paese, riconosciuto peraltro nel preambolo dello statuto della nostra Assemblea legislativa, al ritorno della libertà, alla democrazia nel nostro Paese e ha costituito l’elemento decisivo per fondare la Carta costituzione che noi conosciamo. Quindi credo che sia importante per noi, per quello che noi abbiamo voluto scrivere, che coloro i quali prima di noi hanno seduto in quest’Aula hanno voluto scrivere nel preambolo del nostro Statuto, dove si afferma che la Regione Emilia-Romagna si fonda sui valori della resistenza al nazismo, al fascismo e ai suoi ideali di libertà e unità nazionale del Risorgimento, preambolo che non è una norma statutaria ma che essendo posto in una posizione di privilegio rispetto agli articoli dello Statuto, ne rappresenta l’incipit, la chiave di lettura il binario entro cui vanno poi interpretati tutti i rimanenti articoli dello Statuto di questa Regione.

Non poteva, e credo che non dovesse, passare in silenzio il fatto che questo settantesimo, che dal 2013 fino all’aprile 2015, caratterizzerà le celebrazioni, elementi e momenti di riflessione, di studio e di approfondimento, in particolare penso per le giovani generazioni che a volte sono avvolte da una nebbia di revisionismo o di nulla rispetto a ciò che è stato il patrimonio storico e la memoria che caratterizza il nostro passato e che dà il senso dei valori e dell’impegno che noi e che coloro i quali svolgono attività istituzionali rappresentano in Emilia-Romagna e nel nostro Paese.

Da qui la richiesta e una risoluzione che ha trovato il consenso di molti colleghi all’interno di quest’Aula di impegnare la Presidenza dell’Assemblea e la Giunta regionale a ricercare di mettere a disposizione, pur sapendo noi della difficoltà finanziaria della riduzione del trasferimento delle risorse alla nostra Regione, quindi delle difficoltà che in un qualche modo viviamo dal punto di vista amministrativo anche in ragione dei tagli di bilancio e dell’intervento specifico che è stato fatto in questi anni in soccorso e in aiuto alle zone colpite dagli eventi del terremoto di alcuni anni fa, però di immaginare che questa ricorrenza non passasse sotto silenzio non tanto per fare, come diceva giustamente chi mi ha preceduto, dei riti e delle celebrazioni inutili o in un qualche modo stucchevoli semplicemente perché è abitudine che queste ricorrenze vengono da anni fatte.

Il settantesimo della Resistenza ci ripropone una questione, che è di cultura e prevalentemente di democrazia, cioè che la memoria che noi ci portiamo dietro è il diario che ci accompagna tutti i giorni nell’agenda dell’attività che noi svolgiamo a servizio delle nostre comunità e che ricordare ciò che è avvenuto significa non solo educare affinché ciò che ha determinato quegli eventi non capiti mai più ma credo che serva soprattutto non tanto per una celebrazione inutile e sterile ma per rinvigorire e rinutrire la speranza di ricostruire e di continuare a lavorare per la nostra comunità regionale e nazionale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pagani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. È interessante che la nostra Regione decida di affrontare finalmente anche gli argomenti storici in maniera organica nella speranza che lo studio del passato non si trasformi ancora in un’occasione di propaganda ideologica. È evidente infatti che un avvenimento epocale quale la Grande Guerra abbia influito profondamente sugli aspetti sociali e culturali anche nelle nostre terre. Quindi, in un’ottica di recupero del nostro patrimonio, riteniamo giusto approfondire anche questo periodo storico ma crediamo anche che lo studio della Prima Guerra Mondiale possa diventare incipit di un dibattito serio e approfondito sul nostro futuro sia come Paese sia come continente europeo.

Tra le varie conseguenze scaturite alla fine del conflitto, la più rilevante infatti riguarda il crollo dei grandi imperi storici: quello asburgico, quello ottomano, quello zarista e quello guglielmino. Secondo un’interpretazione storica superficiale secondo la quale il conflitto vide contrapporsi democrazie liberali contro stati autoritari, questo crollo sarebbe da salutare positivamente. Sorvolando sulle tante contraddizioni derivanti da questa interpretazione, Francia e Gran Bretagna apparenti democrazie ma in realtà padroni di immensi imperi coloniali e alleati in guerra della Russia autocratica zarista e ortodossa è un aspetto secondo noi che merita di essere sottolineato.

La vittoria degli Stati nazionali che apparentemente avrebbe dovuto liberalizzare gli ordinamenti politici, finì invece per favorire l’insorgere di movimento autoritari e antidemocratici che fecero leva proprio sul nazionalismo post-bellico per affermarsi. Lungi dal costruire una premessa per l’affratellamento tra i popoli, la Società delle Nazioni divenne lo strumento per perpetuare il dominio mondiale delle grandi potenze. Gli imperi centrali, definiti con una certa storiografia, terribili e autoritari, garantiscono in realtà per secoli entità politiche multiculturali e multinazionali e manifestarono un modello di integrazione davvero efficacie, oltre la propaganda, che una certa informazione ha voluto riversare sulle parole del Papa a Lampedusa nei mesi scorsi.

Gli Stati nazionali, che al contrario da decenni si autocelebrano quali garanti di pari diritti, mostrano oggi tutti i loro limiti di fronte alla nuova costruzione europea che li sovrasta e non sono assolutamente in grado di garantire l’eguaglianza e coesistenza tra di essi. Il guaio maggiore è che quest’Europa, lungi dal cercare spunto del passato imperiale dell’Europa, assomiglia sempre più a quel modello burocratico rappresentato dallo Stato nazione al quale molto più opportunamente va affibbiata la definizione di prigione dei popoli.

Se quindi studio del passato si vuole, che diventi anche occasione di riflessioni e di indicazione per non ripetere i tragici errori del passato.

Concludo dicendo che queste presunzioni ideologiche causarono due guerre civili europee e ancora oggi rivelano l’inadeguatezza di un modello istituzionale e culturale non idoneo ad affrontare le grandi sfide del nostro presente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Manfredini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Mori. Ne ha facoltà.

 

MORI: Grazie, presidente. Solo ad adiuvandum e in sintonia rispetto all’impegno chiesto dai colleghi Casadei e Pagani, vale a dire quello di mettere a disposizione collaborazioni importanti a supporto e sostegno per iniziate che sul settantesimo anniversario diano l’ampia valenza culturale che questo avvenimento ha. Abbiamo presentato una sottolineatura rispetto a questo ambito premettendo che le istituzioni nazionali e regionali in collaborazione con le associazioni e gli istituti storici hanno il dovere di contribuire a valorizzare e diffondere la memoria collettiva degli eventi fondativi della storia d’Italia, promuovendo in forza dei principi costituzionali una partecipazione vera, ampia e attiva della popolazione e rivolgendosi anzitutto alle nuove generazioni.

La resistenza delle donne è da sempre un racconto sommerso - la sottolineatura che voglio fare per ruolo ma anche per convenzione è questa - dal momento che la storiografia si è basata su fonti di natura istituzionale collettiva, soprattutto incentrate su documenti e narrazioni maschili della lotta di liberazione, ma possiamo dire anche di tutta la nostra storia, perché la cultura purtroppo è fortemente orientata in questo senso. Una narrazione che relegava le donne a ruoli marginali, eppure sulla base della documentazione antinazionale le partigiane combattenti furono 35 mila, le patriote 20 mila, nei gruppi di difesa ci furono 70 mila iscritte, le arrestate o torturate furono 4.653 mentre le deportate furono 2.750, le fucilate o impiccate furono 2.812, le commissarie di guerra 512, le donne decorate di medaglie d’oro al valor militare sono state 19.

Inoltre per tante donne che fecero parte della Resistenza, molto al di là di questi numeri, l’antifascismo fu una scelta consapevole che diede avvio al lungo percorso non ancora concluso verso la loro piena cittadinanza pubblica e politica, in particolare assumendo compiti fino ad allora tradizionalmente maschili, sostituendo gli uomini nel lavoro e nel mantenimento della famiglia, ribaltando la consueta divisione dei ruoli nonché in numerosi casi agendo e lottando attivamente per la liberazione.

Le donne italiane quindi superarono in quel momento così emergenziale ruoli e stereotipi tradizionali e conquistarono un riconoscimento politico e civile che ebbe come primo esito il diritto al voto con una condotta quindi esemplare per tante generazioni. È un fatto dunque che il contributo femminile e la nascita della Repubblica, la nostra Costituzione e l’affermazione dei diritti civili e sociali che sono diventati patrimonio di tutti non è mai stato valorizzato davvero né sui testi scolastici né attraverso alcun canale di larga divulgazione culturale.

Per questi motivi e in forza di un principio paritario pienamente assunto da questa Regione impegniamo e cerchiamo di sottoporre all’Aula e alla Giunta in particolare, per quanto di rispettiva competenza, a sostenere in ogni tempo, ma in particolare per le celebrazioni del settantesimo anniversario, progettualità volte ad ampliare la ricerca storica, di testimonianze, biografie, iconografie dedicate al ruolo delle donne.

Infine, nell’ambito di tale finalità, ci impegniamo a favorire anche collaborazioni e progetti innovativi con Università, istituti storici e luoghi della memoria, nonché iniziative sia culturali sia educative sul territorio in collaborazione con l’associazionismo femminile e l’ufficio scolastico regionale volte a far conoscere e valorizzare storie, memorie e contributi esemplari di donne anche attraverso ad esempio l’intitolazione di spazi pubblici a personalità meritevoli o a momenti simbolici dell’azione femminile.

Questo per contribuire a ciò che è l’obiettivo ormai esplicito e funzionale alla parità che la Regione tutta si è impegnata fin qui a promuovere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Mori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Essendo un appassionato di storia, sono particolarmente d’accordo con gli ordini del giorno che sono stati presentati. Vorrei dire una cosa che mi sembra importante, cioè che i tragici avvenimenti di cento anni fa continuano ad influenzare anche culturalmente la vita dell’oggi. Io avevo un nonno che è andato tra gli arditi, il nonno Emilio, perché allora a chi andava tra gli arditi gli si prometteva mille lire, sempre se rimaneva vivo, un pezzo di terra e persino una pensione. Naturalmente non ebbe niente di tutto ciò, fu tra gli arditi e si salvò casualmente dalla vicenda di Caporetto perché aveva avuto quindici giorni di licenza premio essendo riuscito a prendere un nido di mitragliatrice che sembrava irraggiungibile e in questi quindici giorni di licenza premio ci fu la vicenda di Caporetto e del suo squadrone di ottocento persone se ne salvarono solo quindici perché erano in licenza, altrimenti sarebbe morto anche lui. Erano persone semplici, per lo più analfabete, che furono coinvolte in questo conflitto di cui spesso non sapevano neanche le ragioni ed erano costretti ad andare a combattere una guerra che magari non avrebbero assolutamente voluto. Sapete bene che lì ci fu il dibattito tra pacifismo e interventismo ed è su questo che Benito Mussolini poi tradì il Movimento Socialista - mio nonno era socialista - e con il suo interventismo iniziò tutta la vicenda che portò al fascismo nel nostro Paese. Nasce lì la brutale, volgare, razzista, assassina, antisemita dittatura fascista che è stato un esempio poi per tutte le dittature europee. Hitler infatti si ispirò a quella dittatura.

Ricordare questi fatti porta a molte persone - me compreso - a ricordare le vicende della propria famiglia. Sempre per continuare sulla storia del nonno Emilio, pur avendo avuto l’offerta di un posto di lavoro alle poste, per cui era necessario e indispensabile prendere la tessera fascista, la rifiutò, perse la pensioncina di guerra, ovviamente non ebbe il lavoro e aveva cinque figli da mantenere. Quindi chi allora ha fatto resistenza sul piano personale alla dittatura ha pagato prezzi enormi anche sul piano personale e individuale. Devo dire però che chi come me ha avuto questi parenti che hanno pagato sulla loro pelle le idee e il mantenimento delle proprie idee, anche contro la dittatura, non può che essere d’accordo nel ricordo, nel mantenimento e nella promozione della memoria. Questa non è un esercizio di stile e non è neanche un esercizio accademico o un discorso retorico, ma per chi come noi è vissuto in questa regione e ha memoria dei propri padri, delle proprie madri, dei propri parenti, delle proprie nonne, di chi per esempio aiutò i partigiani, di chi stette con i partigiani - sempre per parlare del nonno Emilio, lui fu condannato a morte e la sua vita venne salvata per l’azione di una parente che fu particolarmente capace e abile nel trattare con i tedeschi - noi non stiamo quindi discutendo di una cosa che non ci riguarda ma di una cosa che ci riguarda tutt’oggi e di una tragedia e di eventi politici che hanno influenza anche in questo momento.

Sappiamo, per esempio, che ahinoi i movimenti neonazisti non sufficientemente contrastati anche dalle istituzioni, e soprattutto non sufficientemente contrastati dalla politica, in molti casi sono rinati, addirittura hanno rappresentanze parlamentari, come il caso di Alba Dorata in Grecia, e non vorrei che le prossime elezioni europee potessero rappresentare un tragico teatro per una sorta di orrida mescolanza tra populismi di varia natura e il risorgere di movimenti neonazisti.

Allora la memoria diventa fondamentale, anche quella della resistenza, della lotta di liberazione, di quelle italiane e di quegli italiani che hanno combattuto la dittatura fascista, come una sorta di grande vaccino contro i tentativi di neoautoritarismo e soprattutto contro il proliferare delle organizzazioni di estrema destra.

Quindi voterò con convinzione queste mozioni sperando che questa iniziativa sia la più efficacie e la più vasta possibile.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Intervengo in particolare sugli oggetti 4111 e 4254 che riguardano la celebrazione del settantesimo anniversario della Resistenza. Io chiedo a quest’Aula, proprio perché sono passati settant’anni, quasi come la vita media di una persona, che questo settantesimo sia un settantesimo di pace, non si può continuare a dividere il periodo della resistenza in modo così netto: da una parte tutti eroi e tutti bravi e dall’altra parte tutti delinquenti e tutti assassini. Questo è quello che si è sempre raccontato. Io esattamente un mese fa, il 5 ottobre, ero a Modena al Palasport insieme ad altri colleghi presenti qui nell’Assemblea legislativa, come il collega Aimi o la consigliera Serri, per la cerimonia di beatificazione di Rolando Rivi. Ho letto i verbali di Rolando Rivi, quei verbali che la polizia partigiana redigeva, ricordo all’aula che Rivi era un seminarista di quattordici anni, indossava l’abito talare e quindi dava fastidio, nei verbali c’è scritto che Rolando aveva dei soldi in tasca che li aveva rubati, in realtà era la mancia che prendeva per fare il chierichetto, c’è scritto anche che era una spia fascista, poi c’è scritto che aveva rubato una pistola a un partigiano e che aveva sparato. Tutte fandonie. Questo per dire che anche una parte, quella che ha vinto, ha, in certi contesti, decisamente esagerato. Io sono per la verità storica, siamo tutti italiani e finché non ci sarà verità storica non ci sarà pace, se io faccio le corna a mia moglie e io non le dico nulla prima o poi lo scoprirà comunque. Dobbiamo dire le cose come stanno e qui continuiamo a mentire su una parte di storia. È vero quello che ha detto la collega Mori, è vero che ci sono state tante donne e tanti uomini morti, ma se lei va dall’altra parte sono lo stesso numero, uomini e donne morti. Non ce n’è uno di più e uno di meno.

Lo affermano tutti gli studi storici, ovviamente la ricerca storica prosegue anche dall’altra parte. Come già saprete nel mio paese sono stati uccisi ventiquattro ragazzi e dopo sessant’anni di silenzio assoluto, perché la gente aveva paura di parlare, qualcuno è venuto da me dicendomi che, in quanto eletto in Regione, e quindi forte del consenso popolare, dovevo ricordare queste persone. Io ho avuto il coraggio di farlo, ho ricordato questi ventiquattro ragazzi morti, ho ricevuto delle minacce, lettere anonime, telefonate anonime, lettere dalle Brigate Rosse, stelle a cinque punte, scritte sui muri "Filippi fascista, sei il primo della lista" o "Filippi morto" o ancora "Filippi assassino", la Digos queste cose le sa tutte. Anche in questa settimana ho scoperto fatti nuovi che voglio comunicare a quest’Aula. Per l’eccidio di Cernaieto, località del mio paese, ho chiesto scusa a nome dei responsabili dell’uccisione di questi ventiquattro ragazzi, anche di due donne che non c’entravano con il fascismo, erano dei prigionieri di guerra. Una di queste ragazze, Paolina Viappiani, non piaceva più al suo amante, un capo partigiano al quale aveva dato un bambino - il figlio Paolo Viappiani è vivo - lui questo rappresentante della resistenza l’ha denunciata come spia fascista ed è finita dentro alla buca di Cernaieto.

Voglio raccontare a quest’Aula - poi lo scriverò - quello che ho scoperto recentemente, una storia è vera, la ricerca storica continua nonostante i sigilli della resistenza, stanno venendo a galla anche alcune verità scomode, tutte le verità. Questo quanto successo a Cernaieto: quel giorno del 1945 sono arrivati due esponenti di rilievo del Partito Comunista, successivamente eletti nel Pci, hanno detto che quelle persone andavano condannate. Dopo due giorni, oltre il 25 Aprile, è stato inscenato un processo sommario, in spregio alle disposizioni del CLN che aveva garantito ai giovani salva la vita. I carcerieri hanno portato queste ventiquattro persone nel bosco di Cernaieto, li hanno disposti su due file (i più bassi davanti e i più alti dietro), li hanno legati tra di loro, tra i prigionieri era presente un certo Evaristo Fava, ufficiale delle poste di Costaferrata di Casina, frazione del mio paese, il giorno 25 aprile era stato invitato a pranzo da un amico della Vecchia di Vezzano, alle 15.00 bussano alla porta dei partigiani, gli rubano la bicicletta e lo portano a Cernaieto. Evaristo Fava, prima imprigionato per tre giorni, il 28 aprile, assieme ad altri, viene disposto in seconda fila, perché alto un metro e novanta, a Cernaieto le persone vennero legate tra di loro come accadeva nelle foibe. Il Fava, quando iniziano a sparare, sviene, cadono sopra di lui tre o quattro persone che lo salvano. È stato buttato nella fossa insieme agli altri ed è stato in mezzo a quei ragazzi morti per cinque o sei ore. La fortuna ha voluto che la fossa non fosse totalmente ricoperta di terra, sono stati buttati lì come degli animali, quindi poteva in qualche modo respirare.

Questa storia è la prima volta che esce pubblicamente, ho dei legami con questa storia, non nel senso che sono fascista, ma il motivo lo dirò alla fine. Evaristo Fava si salva, ma non solo si salva Evaristo, si salva anche un ufficiale austriaco o tedesco - non si sa - non si comprendono perché uno parla il tedesco e l’altro l’italiano, l’ufficiale scappa, bussa alla prima casa, da un certo Rossi - c’è la testimonianza - sfortunatamente Rossi era del SAP (Squadre Armate Partigiane), il quale gli dice di non preoccuparsi, chiama due o tre amici, lo portano nel bosco, e forse è ancora lì. Fava, che era ufficiale delle poste, decide di andare a Marola, cioè a tre ore di distanza a piedi, dal suo collega Becchetti, gli suona il campanello di notte, quando il Becchetti lo vede tutto sporco prende paura e gli dice che non lo può ospitare altrimenti avrebbero ucciso anche lui, quindi si rivolge ad un amico contadino. Il contadino prende Evaristo Fava, lo pulisce, lo nasconde in un carro, lo copre di fieno e lo porta a Casina, nel mio paese. È qui che avviene la cosa che ho imparato da poco scoperto: lo porta a Casina dalla signorina Bassi Emma, che ha sempre vissuto sopra casa mia, ma non sapevo di questa vicenda. La signorina Emma era postina di Casina, ufficiale di posta del mio paese, lei l’ha curato e accudito, rischiando la propria vita, Evaristo era considerato un fascista perché come ogni ufficiale di poste era stato costretto ad aderire al fascismo. La signorina Emma chiama un partigiano Fiamme Verdi per chiedere cosa avrebbe dovuto fare e gli dice che a casa sua aveva Evaristo Fava. Il partigiano lo prende in custodia e lo porta nelle carceri a Reggio. A Reggio c’era il carcere dei Servi e quello di San Domenico: nel primo venivano portati i politici e i militari, quindi dove uccidevano, mentre nel secondo finivano i maestri, gli insegnanti, i postini e tutti gli statali che avevano la tessera del partito fascista. Questa persona viene condotta nel carcere di San Domenico, dopo qualche mese a guerra finita viene liberato, non ha mai raccontato questa storia, tranne che a un certo Storchi, suo collega. Il caso ha voluto che qualcuno si sentisse in dovere di chiamare Filippi.

Ma perché la storia coincide? Perché Fava ha detto che è arrivato a Cernaieto dove c’erano 22-23 soldati, c’erano due ragazze, una era stata violentata perché accusata di essere stata con un fascista, la povera Paolina Viappiani, madre di Paolo. La verità è finalmente emersa, il Fava è morto di vecchiaia, solo ora possiamo conoscere la verità, per le rivelazioni di Storchi, uscite anche grazie all’ostinazione di Rossana Maseroli. Ho avuto la fortuna di conoscere Emma Bassi, questa signorina che è morta a 99 anni e 9 mesi.

La storia non è tutta rose e fiori, ci sono stati gli errori da una parte e dall’altra. Io sono a favore del settantesimo della resistenza, la guerra è stata vinta da una parte ben distinta, ma non continuiamo a negare la verità. A Cernaieto ho preso del nazifascista e io non sono certo fascista ma sono semplicemente per la verità. Oggi ho parlato di queste tragiche vicende, siete i primi a cui le comunico, presto le pubblicherò.

Ricordiamo il settantesimo ma ricordiamo che ci sono ancora tante famiglie che hanno paura di parlare, dobbiamo dare dignità agli uni e agli altri, i figli dei fascisti, per me, sono uguali ai figli dei comunisti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Non ci sono più consiglieri iscritti, per cui passiamo alle dichiarazioni di voto.

Nomino scrutatori i consiglieri Serri, Ferrari e Filippi.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3919, a firma dei consiglieri Casadei, Monari, Mazzotti, Pagani, Carini e Luciano Vecchi.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Se nessun consigliere di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4111, a firma dei consiglieri Pagani, Monari, Mandini, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Riva, Carini e Luciano Vecchi.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Se nessun consigliere di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4254, a firma dei consiglieri Mori, Bonaccini, Barbieri, Piva, Ferrari, Monari, Pariani, Serri, Fiammenghi, Mumolo, Montanari, Moriconi, Pagani, Casadei, Luciano Vecchi, Riva e Carini.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

I lavori della seduta antimeridiana sono conclusi.

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 12,59

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50.

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;

il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Simonetta SALIERA.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Teresa MARZOCCHI e Tiberio RABBONI e i consiglieri Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Andrea LEONI, Sandro MANDINI e Marco MONARI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 3870 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia nella Provincia di Ferrara»" (75)

 

Presenti: 33

 

Favorevoli: 25

Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Galeazzo BIGNAMI, Fabio FILIPPI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Alberto VECCHI.

 

Assenti: 17

Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Cinzia CAMORALI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Andrea LEONI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Andrea POLLASTRI.

 

OGGETTO 3871 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Torriana e Poggio Berni nella Provincia di Rimini»" (76)

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 34

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Galeazzo BIGNAMI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Contrari: 2

Roberto CORRADI, Mauro MANFREDINI.

 

Assenti: 14

Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Stefano CAVALLI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Marco MONARI, Alberto VECCHI.

 

OGGETTO 3872 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Sissa e Trecasali nella Provincia di Parma»" (77)

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 38

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Assenti: 12

Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Marco MONARI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.

 

Autorizzazione alla relazione orale:

OGGETTO 3873 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia»"

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 35

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Assenti: 15

Liana BARBATI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Marco MONARI, Rita MORICONI, Silvia NOÈ, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI.

 

Ordine del giorno

 

OGGETTO 3873/1 - Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa della Giunta: «Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia» (proposto dal relatore consigliere Barbieri su mandato della I Commissione)

 

«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

visto il progetto di legge recante "Istituzione del Comune di Tre Valli mediante fusione dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, nella Provincia di Reggio Emilia" presentato dalla Giunta con deliberazione n. 418 del 15 aprile 2013 su istanza dei Comuni di Toano e Villa Minozzo, ai sensi dell’articolo 8, comma 2, della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24, composta dalle seguenti deliberazioni dei rispettivi Consigli comunali approvate con le maggioranze qualificate previste dalla legge: Villa Minozzo n. 17 del 27 marzo 2013; Toano n. 19 del 3 aprile 2013;

 

considerato che con apposito ordine del giorno i Comuni interessati chiedevano altresì alla Regione Emilia-Romagna di riconoscere il dovuto valore alla volontà espressa dagli elettori dei territori interessati nella loro singolarità;

 

considerato che la Commissione assembleare I "Bilancio, Affari generali ed istituzionali" nella seduta del 25 giugno 2013 ha svolto l’esame in sede referente del progetto di legge in oggetto, pervenendo alla formulazione del testo n. 5/2013, e che il consigliere relatore Marco Barbieri ha presentato, su mandato della Commissione stessa, proposta di deliberazione all’Assemblea legislativa in ordine al referendum consultivo, ai sensi della legge regionale n. 24 del 1996;

 

visti la deliberazione n. 124 del 2 luglio 2013 con la quale l’Assemblea legislativa ha deciso di procedere all’indizione e il decreto n. 138 del 10 luglio 2013 con il quale il Presidente della Giunta regionale ha indetto il referendum consultivo delle popolazioni interessate, ai sensi della legge regionale n. 24 del 1996, entrambi gli atti pubblicati sul Bollettino Ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna n. 195 del 12 luglio 2013.

 

Considerato

 

che il referendum consultivo, tenutosi in data 6 ottobre 2013, ha avuto esito negativo, in quanto le risposte negative (NO) hanno totalizzato 2.447 voti, mentre le risposte positive (SI) hanno totalizzato 1.066 voti;

 

che, più in dettaglio, il risultato referendario per singolo Comune interessato e il risultato referendario complessivo, riportati dal decreto del Presidente della Giunta regionale 17 ottobre 2013, n. 203, pubblicato nel Bollettino Ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna n. 305 del 18 ottobre 2013, sono stati i seguenti:

 

Comuni

Risultato per singolo Comune e risultato complessivo

 

Voti favorevoli alla fusione

(SI)

Numero

Voti contrari alla fusione

(NO)

Numero

 

Totale dei voti

riportati

Toano

355

1.586

1.941

Villa Minozzo

711

861

1.572

Risultato complessivo

 

1.066

 

2.447

 

3.513

 

vista la nota del Sindaco del Comune di Toano del 6 ottobre 2013, pervenuta all’Assemblea legislativa in data 9 ottobre 2013, prot. n. 39835, con la quale, preso atto dell’esito negativo della consultazione referendaria, si ribadiva la richiesta di rispettare la volontà degli elettori, anche se espressa attraverso un referendum, come quello in questione, solo consultivo;

 

vista la nota della Presidente dell’Assemblea legislativa del 18 ottobre 2013, prot. n. 41163, con cui il testo del progetto di legge è stato ritrasmesso alla Commissione I "Bilancio, Affari generali ed istituzionali";

 

considerato che la Commissione I, nella seduta del 21 ottobre 2013, ha concordato di non dare corso al progetto di legge di fusione dei Comuni;

 

ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere della Commissione assembleare;

 

ritenuto altresì che occorra tuttavia perseguire, promuovere e sostenere i processi di aggregazione dei Comuni, specialmente di piccole dimensioni, sia mediante l’ulteriore sviluppo della gestione associata delle funzioni, già da tempo in essere in numerose realtà dell’Emilia-Romagna, sia mediante la costituzione di Unioni di Comuni, così come previsto dalla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 21 (Misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza), sia infine mediante la loro volontaria fusione, laddove ne ricorrano le condizioni, e ciò risulti funzionale ad una razionalizzazione delle spese e ad una migliore gestione dei servizi, nell’interesse dei cittadini;

 

Ai sensi dell'articolo 92 del Regolamento

 

d e l i b e r a

 

per le motivazioni riportate in premessa il non passaggio all'esame degli articoli.

Approvato all'unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 5 novembre 2013»

 

 

Emendamenti

 

OGGETTO 4647 "Risoluzione proposta dai consiglieri Marani, Paruolo, Monari, Donini, Grillini, Barbati, Naldi, Carini, Piva, Montanari, Pariani, Bonaccini, Zoffoli e Mumolo per impegnare la Giunta a verificare periodicamente l'evoluzione del processo riorganizzativo della società CUP 2000 S.p.A. anche coinvolgendo l'Assemblea legislativa."

 

Emendamento 1 a firma del consigliere Paruolo:

«Nel periodo introdotto da "Per tutti questi motivi, l’Assemblea legislativa" il primo punto è sostituito dai seguenti:

"- nell'accogliere le linee guida approvate dall'Assemblea dei soci di Cup 2000, ritiene che sia urgente procedere alla messa a punto di un progetto operativo di dettaglio, come peraltro previsto dalle stesse linee guida;

- considera che nel progetto operativo di dettaglio occorra garantire l'unitarietà, la terzietà e la piena trasparenza della gestione delle agende di prenotazione e i protocolli di interfaccia fra Aziende sanitarie e Cup 2000;".»

(Approvato)

 

Emendamento 2 a firma del consigliere Paruolo:

«Nel dispositivo "impegna la Giunta a", dopo il terzo punto è inserito il seguente:

"a tenere conto, nella redazione del piano operativo, delle considerazioni di merito contenute in questo odg".»

(Approvato)

 

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

«Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

4662 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Bartolini, Bazzoni e Lombardi: "Riordino degli assetti istituzionali in materia sanitaria. 'Istituzione delle Aziende USL Bologna, Estense ed Emilia'" (25 10 13).

4682 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Filippi: "Promozione, riconoscimento e sviluppo delle confraternite enogastronomiche e di associazioni consimili" (30 10 2013).

4691 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Pollastri: "Norme in materia di Celebrazioni del centesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale" (04 11 2013).

 

Risoluzioni

 

4674 - Risoluzione proposta dai consiglieri Malaguti, Leoni, Bignami e Pollastri per impegnare la Giunta, a decorrere dai prossimi rinnovi degli organi di revisione delle Società partecipate della Regione Emilia-Romagna, a scegliere i revisori dei conti mediante estrazione dagli elenchi già previsti per gli EE.LL. ai sensi del D.L. 13/08/2012 n. 138, a fine di garantire la massima trasparenza, l'indipendenza del revisore e la possibilità di accesso a tale funzione anche ai giovani professionisti (documento in data 30 10 13).

4675 - Risoluzione proposta dai consiglieri Meo, Naldi, Sconciaforni, Barbati, Defranceschi e Corradi per impegnare la Giunta a trasmettere alle autorità di Governo italiano, in relazione alla protesta contro le trivellazioni petrolifere della Compagnia Gazprom nell'Artico, il sentimento della comunità regionale di vicinanza alle 30 persone detenute in Russia ed il sostegno alle iniziative volte al loro rilascio, chiedendo al Governo italiano di intervenire pubblicamente per chiedere il loro rilascio e di affiancare i Governi di Olanda e Danimarca nella causa di arbitrato al Tribunale internazionale del diritto del mare, per recuperare la nave di Greenpeace Artic Sunrise e liberare gli attivisti arrestati (documento in data 30 10 13).

4679 - Risoluzione proposta dalla consigliera Noè per impegnare la Giunta a promuovere azioni, presso il Comune di San Giovanni in Persiceto ed altre Amministrazioni comunali soci della Società "Geovest Srl" operante nel settore della gestione integrata dei rifiuti, volte a richiedere la sospensione di atti deliberativi riguardanti il progetto di riassetto societario della stessa. (documento in data 30 10 13).

 

Interpellanza

 

4673 - Interpellanza del consigliere Favia circa le azioni da porre in essere per tutelare i lavoratori della ex BV-TECH.

 

Interrogazioni

 

4635 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa il programma, relativo alla navigabilità del fiume Po, denominato "365 Po River System".

4648 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa il contrasto delle pratiche illecite riguardanti imprese iscritte alle Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato.

4649 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa incarichi riguardanti l'Istituto Ortopedico Rizzoli.

4650 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa le procedure riguardanti il progetto di collegamento tra Vergato e la A1 Milano-Napoli.

4651 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, circa problematiche e disfunzioni riguardanti il servizio ferroviario regionale.

4652 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa i casi di effrazione riguardanti le casse automatiche installate nel parcheggio dell'Ospedale Bellaria di Bologna.

4653 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa questioni riguardanti il Comune di Correggio in merito a società operanti nel settore delle fonti rinnovabili.

4655 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa i tempi di accreditamento delle strutture sociosanitarie dell'Emilia-Romagna, con particolare riferimento alle ASP.

4656 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa il riconoscimento del welfare aziendale e lo sviluppo di politiche di conciliazione dei tempi famiglia-lavoro.

4657 - Interrogazione della consigliera Camorali, a risposta scritta, circa gli interventi da porre in essere per ripristinare il territorio danneggiato dallo straripamento del fiume Taro e dal nubifragio verificatisi in località "Santa Maria del Taro" (PR).

4658 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa le volpi abbattute nell'ambito dei Piani di controllo provinciali nelle annate 2011-2012.

4659 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per sostenere il sistema imprenditoriale modenese.

4660 - Interrogazione dei consiglieri Bazzoni e Camorali, a risposta scritta, circa le procedure riguardanti l'assunzione di personale dipendente da Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA.

4661 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa i criteri per l'applicazione del programma annuale per il diritto allo studio riguardanti la Provincia di Rimini.

4663 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le liste, ed i relativi tempi di attesa, riguardanti le prestazioni sanitarie, con particolare riferimento alla Provincia di Modena.

4664 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la situazione relativa alle Istituzioni musicali emiliano-romagnole, con particolare riferimento al Teatro Comunale di Bologna.

4665 - Interrogazione dei consiglieri Montanari, Fiammenghi e Mazzotti, a risposta scritta, circa gli interventi di manutenzione della Strada Statale n. 16 Adriatica, al fine di contrastarne la pericolosità.

4666 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le problematiche connesse alla soppressione della linea ferroviaria Modena-Sassuolo.

4667 - Interrogazione della consigliera Camorali, a risposta scritta, circa la salvaguardia e la tutela della pubblica incolumità, a fronte di episodi di violenza verificatisi a Parma.

4668 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa lo smaltimento dei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) in Emilia-Romagna.

4669 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa procedure relative alla costruzione di impianti sportivi e fotovoltaici riguardanti il Comune di San Pietro in Casale (BO).

4670 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la nuova collocazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Mercato Saraceno.

4671 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa procedure riguardanti il CON.AMI di Imola.

4672 - Interrogazione della consigliera Serri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il canone annuo di un bene patrimoniale disponibile dello Stato dato in concessione, sito in località Fiumalbo, sul quale sorge l'Hotel Appennino.

4676 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa l'inserimento, nella normativa riguardante i lavori usuranti, delle categorie relative agli Operatori Socio Sanitari e del personale parainfermieristico operante presso case di cura o case di riposo.

4677 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la riorganizzazione dell'area medica dell'Ospedale Maggiore di Bologna.

4678 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per promuovere un piano straordinario pluriennale di intervento al fine di sostenere l'economia ravennate.

4683 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure, in materia urbanistico-edilizia, riguardanti il Comune di Ozzano dell'Emilia.

4684 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure, relative all'acqusizione di alloggi per nuclei familiari con abitazioni inagibili a seguito del sisma, riguardanti il Comune di Crevalcore.

4685 - Interrogazione della consigliera Serri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il canone annuo di un bene patrimoniale disponibile dello Stato dato in concessione, sito in località Fiumalbo, sul quale sorge l'Hotel Appennino.

4686 - Interrogazione del consigliere Favia, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la consistenza e la pubblicizzazione delle spese relative alle strutture speciali della Giunta.

4687 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione relativa ai lavori di riqualificazione della Stazione ferroviaria di Vergato (BO).

4688 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le procedure relative ai costi di prenotazione riguardanti il CUP.

4689 - Interrogazione dei consiglieri Bazzoni e Camorali, a risposta scritta, circa il futuro dell'Unità operativa complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

4690 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la situazione dei servizi socio-sanitari previsti per i pazienti affetti da Autismo e da altri Disturbi Pervasivi dello Sviluppo.

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

4322 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa procedure e finanziamenti riguardanti il Consorzio Centro Termale "Il Baistrocchi".

4325 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la attivazione di contributi regionali a favore di cittadini emiliani e romagnoli, con difficoltà neurologiche, che intendano utilizzare le cure degli Istituti Fay.

4341 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa un incarico conferito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza.

4349 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, concernente l’attività e i costi del CIE (Centro di identificazione ed espulsione) di Modena.

4355 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, relativa alla proliferazione, nel territorio compreso fra Mirandola e Finale Emilia, della malattia West Nile, trasmessa dalla puntura della zanzara.

4362 - Interrogazione del consigliere Carini, a risposta scritta, relativa allo studio di fattibilità degli standard qualitativi del servizio 118.

4366 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, relativa alla situazione dell’Ospedale di Fiorenzuola (PC).

4371 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, inerente la gestione dei centri TAO (Terapia anticoagulante orale) e la diffusione dei nuovi farmaci anticoagulanti nel sistema sanitario della regione Emilia-Romagna.

4372 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, inerente il tema dell’abbandono e la violenza sugli animali.

4379 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, relativa alle modalità di nomina del prof. Sandro Giannini quale direttore della Scuola di Specializzazione di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Bologna.

4385 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, relativa al contrasto nella regione Emilia-Romagna della malattia West Nile (malattia del Nilo occidentale).

4389 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, inerente la situazione determinatasi a causa dei recenti casi di influenza aviaria nelle provincie di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena.

4393 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, concernente il trasporto pubblico in provincia di Piacenza e in particolare relativa alla diffusione della tessera "Mi muovo" e alle modalità di abbonamento di trasporto extraurbano.

4399 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, relativa alla gestione dell’attività venatoria in presenza della recente diffusione del virus H7 (influenza aviaria).

4401 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, relativa alla situazione del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Modena.

4404 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'introduzione della possibilità di utilizzo, per i cittadini dell'Emilia-Romagna, delle cure neurologiche previste dal "metodo Fay".

4405 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa il ridimensionamento del reparto di Pediatria dell'Ospedale di Pavullo e del Punto di Primo intervento dell'Ospedale di Fanano (MO).

4410 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa azioni di contrasto alla diffusione della patologia "West Nile", con particolare riferimento alla Provincia di Modena.

4412 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa i campionamenti relativi alla sorveglianza riguardante la diffusione dell'influenza aviaria e le modalità di svolgimento degli stessi.

4422 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le azioni poste in essere per prevenire e contrastare la diffusione dell'influenza aviaria sul territorio regionale.

4441 - Interrogazione del consigliere Barbieri, a risposta scritta, circa la problematica riguardante l'obesità infantile, con particolare riferimento all'inserimento dell'erbazzone nei menù delle scuole per l'infanzia.

4458 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le iniziative da porre in essere per contrastare la disoccupazione diffusa sul territorio regionale, con particolare riferimento alla Provincia di Modena.

4459 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa i progetti riguardanti il Presidio Ospedaliero "Sacra Famiglia" di Novafeltria, con particolare riferimento alla tutela dei cittadini.

4461 - Interrogazione dei consiglieri Bartolini e Bazzoni, a risposta scritta, circa deroghe alle limitazioni alla vendita del pollame.

4464 - Interrogazione del consigliere Casadei, a risposta scritta, sull'interruzione del servizio di supporto psicologico presso l'Unità operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell'azienda ospedaliera Sant'Orsola-Malpighi di Bologna.

4474 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa problematiche riguardanti la rete fognaria del Comune di Grizzana Morandi.

4486 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa l'utilizzazione delle risorse connesse alle misure relative al Piano di Sviluppo Rurale.

4489 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la tutela dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico, con particolare riferimento all'installazione di una antenna, da parte di Lepida, a San Giacomo di Monte Pastore (BO).

4491 - Interrogazione del consigliere Mandini, a risposta scritta, circa l'estensione del sostegno economico ai soggetti che si avvalgono dei metodi riabilitativi denominati "Fay", "Vojta" e "Aba".

4492 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa l'aumento dell'IVA riguardante le prestazioni di asili, RSA, assistenza domiciliare, comunità e centri per disabili gestiti da Cooperative Sociali.

4493 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, in merito al mancato rinnovo dell’accordo, per l’erogazione del trasporto pubblico locale nella valle dell’Enza, fra SETA SpA e TIL.

4496 - Interrogazione del consigliere Mandini, a risposta scritta, circa l'allungamento del percorso del People Mover dalla stazione ferroviaria centrale di Bologna fino al CAAB.

4497 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare l'aumento dell'IVA e per favorire la ripresa economica.

4506 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'installazione, da parte di società a partecipazione pubblica, di autovelox, con particolare riferimento al territorio bolognese.

4507 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le verifiche, a seguito di disservizi nel settore del trasporto pubblico, poste in essere nei confronti di SETA.

4510 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa l'ampliamento del delfinario di Rimini.

4511 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per favorire e tutelare la mobilità sostenibile tramite l'uso della bicicleta, con particolare riferimento ai dipendenti regionali.

4514 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa i controlli posti in essere da TPER circa la situazione del trasporto pubblico esistente a Imola e le relative problematiche.

4520 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per garantire la continuità della struttura di accoglienza "La casa di Federica" di Ferrara.

4530 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la normativa applicabile, in materia di riscaldamento centralizzato, ai condomini con più di quattro unità abitative.

4548 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa i programmi, gli obiettivi e le risorse finalizzati all'integrazione sociale della comunità sinte e rom.

4552 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa gli aumenti tariffari, riguardanti il trasporto pubblico, posti in essere da Start Romagna.

4582 - Interrogazione del consigliere Zoffoli, a risposta scritta, per chiedere alla Giunta se intende procedere nel percorso, già individuato, di promuovere, nella normativa regionale, il nuovo obiettivo della Misura 27 volto a favorire il cambio di destinazione d'uso degli immobili, annunciato dal piano "Destinazione Italia".

4583 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, in merito al "Bando per interventi a favore della ricerca industriale delle filiere maggiormente coinvolte dagli eventi sismici del maggio 2012".

4586 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa il furto con scasso relativo ad emettitrici di titoli di viaggio avvenuto presso il deposito piacentino dei bus della società SETA.

4605 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare la chiusura del presidio FER della stazione di Guastalla (RE).

4624 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la tassa regionale per il Diritto allo studio.

4635 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa il programma, relativo alla navigabilità del fiume Po, denominato "365 Po River System".

4644 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, in merito alla interferenza nella Tenuta Ludergnani, nel Comune di Sant'Agostino (FE), da parte di Autostrada Regionale Cispadana SpA.»

(Comunicazione n. 66 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. 43466/2013)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Costi

Corradi - Meo

 

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